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CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA
X LEGISLATURA
44^ SEDUTA CONSILIARE PUBBLICA
di martedì 23 giugno 2015
PRESIEDE IL PRESIDENTELACORAZZA
indi
IL VICEPRESIDENTEGALANTE
Resoconto integrale
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Ufficio segreteria dell’Assemblea – Ufficio legislativo, studi e documentazione
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Consiglio Regionale della Basilicata Seduta del 23 giugno 2015
SOMMARIO
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO 5
PRESIDENTE (LACORAZZA) 5MOLLICA 8LEGGIERI 9LEGGIERI 9
RELAZIONE ASSESSORE AA.PP. SU L.R. N. 1/2009 “SVILUPPO E COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA PRODUTTIVO LUCANO” 10
PRESIDENTE (LACORAZZA) 10BENEDETTO 11PRESIDENTE (LACORAZZA) 11
COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, AI SENSI DELL’ART.52 DEL REGOLAMENTO INTERNO DEL CONSIGLIO REGIONALE, SU ACCOGLIENZA IMMIGRATI IN BASILICATA E SUI CENTRI DI ACCOGLIENZA REGIONALI 12
PITTELLA 12ROSA 26LEGGIERI 29ROMANIELLO 32PACE 36NAPOLI 38PIETRANTUONO 43CIFARELLI 46PITTELLA 50
DISEGNO DI LEGGE NUMERO 43/2015 RECANTE DISCIPLINA CONCERNENTE LA TUTELA, LA VALORIZZAZIONE E LA PROMOZIONE DELL’OLIVICOLTURA REGIONALE E NORME PER L’ABBATTIMENTO ED IL TAGLIO DI ALBERI DI OLIVO – DGR NUMERO 1623 DEL 29 DICEMBRE 2014 52
PIETRANTUONO 52PRESIDENTE (LACORAZZA) 52
PROPOSTA DI LEGGE N. 22/2014 “PROVVIDENZE A FAVORE DI FAMILIARI O ACCOMPAGNATORI RESIDENTI IN BASILICATA DI SOGGETTI AFFETTI DA PATOLOGIE PARTICOLARMENTE GRAVI” DI INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE ROSA. 53
ROSA 53PRESIDENTE (LACORAZZA) 53
DISEGNO DI LEGGE N. 55/2015 “ISTITUZIONE DELL’ENTE DI GOVERNO PER I RIFIUTI E LE RISORSE IDRICHE DELLA BASILICATA (E.G.R.I.B.) – D.G.R. N. 401 DEL 31 MARZO 2015 54
ROSA 54PITTELLA 54
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MOLLICA 55ROMANIELLO 55PRESIDENTE (LACORAZZA) 56ROSA 56PRESIDENTE (LACORAZZA) 57PRESIDENTE (LACORAZZA) 57
PROPOSTA DI LEGGE N.27/2014 “POTENZA E MATERA: CITTA’ DEI SERVIZI”, D’INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ROSA E PACE 58
ROSA 58BENEDETTO 60MOLLICA 61PACE 63ROSA 64SANTARSIERO 65GALANTE 67NAPOLI 69ROMANIELLO 71PITTELLA 74ROSA 77
MOZIONE DEI CONSIGLIERI LACORAZZA, GALANTE, MOLLICA, POLESE E CASTELLUCCIO RELATIVA ALLA VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI E DELLA POESIA DI ALBINO PIERRO 77
MOLLICA 77PITTELLA 79MOLLICA 79
MOZIONE DEL CONSIGLIERE PERRINO RELATIVA ALL’IMPIANTO ITREC DI ROTONDELLA 80
PERRINO 80BERLINGUER 82PERRINO 82BERLINGUER 83PERRINO 84
MOZIONE DEL CONSIGLIERE ROMANIELLO RELATIVA AL PERSONALE PRECARIO DI SVILUPPO BASILICATA85
ROMANIELLO 85
PROPOSTA DI LEGGE N. 43/2014 “CONTRASTO AL DISAGIO SOCIALE MEDIANTE L’UTILIZZO DI ECCEDENZE ALIMENTARI E NON”, D’INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI POLESE, CIFARELLI, SPADA E ROBORTELLA. 86
POLESE 86BRADASCIO 86
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DDL 53/2015 “BILANCIO DI PREVISIONE 2014 E BILANCIO PLURIENNALE 2014-2016 DELL’ARPAB. D.G.R. 404 DEL 31.0.2015”. 87
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La seduta ha inizio alle ore 12.01
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
PRESIDENTE (LACORAZZA) Diamo inizio ai lavori del Consiglio. Approvazione resoconto seduta precedente. Se non ci sono
interventi, proposte di modifiche diamo per approvato il resoconto.
Comunico l’assenza per motivi di salute del collega Carmine Miranda Castelgrande.
Do lettura degli atti pervenuti.
Proposte di legge.
Di iniziativa del Consiglieri Leggieri: ”Modifiche alla L.R. 25 gennaio 1993, n. 6 – Norme sulla
prevenzione e sul controllo del randagismo – Istituzione anagrafe canina e protezione degli animali di
affezione”; pervenuta il 22.06.2015, trasmessa alla Quarta Commissione Consiliare Permanente nella
stessa data.
Sono pervenuti i seguenti Disegni di legge.
Di iniziativa della Giunta Regionale – Deliberazione n. 706 del 29/05/2015: ”Integrazione alla
D.G.R. n. 647 del 19.5.2015 – Rendiconto Regione Basilicata”; pervenuto il 11.06.2015, trasmesso
alla Prima, Seconda, Terza e Quarta Commissione Consiliare Permanente nella stessa data.
Di iniziativa della Giunta Regionale – Deliberazione n. 784 del 16/06/2015: ”Approvazione del
rendiconto per l’esercizio finanziario 2014 del Parco Regione Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti
Lucane”; pervenuto il 22.06.2015, trasmesso alla Seconda Commissione Consiliare Permanente nella
stessa data.
Di iniziativa della Giunta Regionale – Deliberazione n. 785 del 16/06/2015: ”Approvazione
rendiconto per l’esercizio finanziario 2014 ARDSU e APT”; pervenuto il 22.06.2015, trasmesso alla
Seconda Commissione Consiliare Permanente nella stessa data.
Atti amministrativi pervenuti.
Delibera di Giunta Regionale n. 726/2015: “L.R. n. 26/2004 – Art. 9 e 10 – Programma regionale
triennale per lo sviluppo dello sport 2014-2016”; pervenuta il 10/06/2015, trasmessa alla Prima, Terza
e Quarta Commissione Consiliare Permanente nella stessa data.
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Delibera di Giunta Regionale n. 753/2015: “Sessione comunitaria del Consiglio regionale ex art.
6 L.R. n. 31/2009 – Relazione annuale in materia comunitaria – Presa d’atto”; pervenuta il 11/06/2015,
trasmessa alla Prima, Seconda, Terza e Quarta Commissione Consiliare Permanente nella stessa
data.
Delibera di Giunta Regionale n. 755/2015: “Modifiche e integrazioni alla D.G.R. n. 1588 del
22.12.2014 avente ad oggetto: “L.R. n. 14/2009 art. 7 – Piano regionale di coordinamento e
costruzione dei crematori. Previsione iniziale di un impianto crematorio da localizzare nel Comune di
Potenza”; pervenuta il 12/06/2015, trasmessa alla Quarta Commissione Consiliare Permanente nella
stessa data.
Delibera di Giunta Regionale n. 754/2015: “A.T.E.R. Potenza – Bilancio consuntivo 2014 –
Controllo”; pervenuta il 12/06/2015, trasmessa alla Seconda Commissione Consiliare Permanente
nella stessa data.
Delibera di Giunta Regionale n. 774/2015: “Attivazione artt. 1 e 2 L.R. n. 43/1998 – Interventi di
solidarietà in favore degli emigrati lucani nei paesi dell’America Latina – Anno 2015. Criteri e modalità
di concessione dei contributi”; pervenuta il 22/06/2015, trasmessa alla Seconda e Quarta
Commissione Consiliare Permanente nella stessa data.
Do comunicazione delle interrogazioni pervenute.
In data 09/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta scritta): “Interrogazione avente
ad oggetto: Situazione servizio di assistenza domiciliare agli anziani della zona del Vulture”.
In data 09/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta scritta): “Interrogazione avente
ad oggetto: Situazione personale infermieristico dell’Unità Ospedaliera Servizio Psichiatrico di
Diagnosi e Cura dell’Ospedale San Carlo di Potenza”.
In data 09/06/2015 - Interrogante consigliere Pace (risposta scritta): “Interrogazione avente ad
oggetto: Parco Eolico di Contrada Costa della Gavetta”.
In data 09/06/2015 - Interrogante consigliere Pace (risposta scritta): “Interrogazione avente ad
oggetto: Viabilità regionale”.
In data 09/06/2015 - Interrogante consigliere Mollica (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Parco archeologico di Venosa”.
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In data 09/06/2015 - Interrogante consigliere Rosa (risposta immediata): “Interrogazione avente
ad oggetto: Pozzo Esplorativo Monte Grosso”.
In data 11/06/2015 - Interrogante consigliere Rosa (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Controllo su Fondazioni art. 71 L.R. 26 del 18 agosto 2014”.
In data 15/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Inchiesta crack del Don Uva”.
In data 15/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Situazione permessi di ricerca di idrocarburi Monte Cavallo, Pignola e La Cerasa”.
In data 15/06/2015 - Interrogante consigliere Perrino (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Ritardi nei pagamenti degli stipendi al personale dell’Associazione Italiana Assistenza agli
Spastici (A.I.A.S), sezione di Lauria (Potenza)”.
In data 15/06/2015 - Interrogante consigliere Perrino (risposta immediata): “Interrogazione
avente ad oggetto: Alluvione del metapontino del 7 e 8 ottobre 2013: mancato utilizzo dei fondi
FEASR per la prevenzione dei danni e per il ripristino del potenziale produttivo agricolo”.
In data 17/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Bando Regione Basilicata su efficientamento energetico abitazioni”.
In data 17/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Situazione acque sorgente Casone di Brindisi di Montagna”.
In data 17/06/2015 - Interrogante consigliere Perrino (risposta immediata): “Interrogazione
avente ad oggetto: Spese per la partecipazione ad Expo 2015 di dipendenti regionali, collaboratori e
«esperti»”.
In data 18/06/2015 - Interrogante consigliere Perrino (risposta immediata): “Interrogazione
avente ad oggetto: Ritardi nell’erogazione degli interventi formativi ai soggetti esclusi dal beneficio
della mobilità in deroga”.
In data 18/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: “Monitoraggio ITREC”.
In data 18/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Tavolo della trasparenza ITREC”.
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In data 18/06/2015 - Interrogante consigliere Leggieri (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Centro di decontaminazione Ospedale di Policoro”.
In data 19/06/2015 - Interrogante consigliere Rosa (risposta orale): “Interrogazione avente ad
oggetto: Approvazione incarico al dott. Mario Rossi Doria per la progettazione di una azione di
sistema sperimentale per il reinserimento dei NEET in percorsi di istruzione e formazione (determina
dirigenziale n. 596 del 23.04.2015 – Dipartimento Politiche di Sviluppo, Lavoro, Formazione e
Ricerca”.
Do lettura delle Mozioni pervenute.
In data 09/06/2015 - Proponente consiglieri Perrino: “Mozione avente ad oggetto:
Completamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica della Regione Basilicata”.
In data 12/06/2015 - Proponente consiglieri Robortella: “Mozione avente ad oggetto:
Realizzazione di interventi idonei a contrastare il fenomeno delle crisi occupazionali tramite
l’inserimento lavorativo di soggetti di nuova occupazione in attività di vigilanza, miglioramento
ambientale, ricostituzione di habitat naturali, protezione della biodiversità animale e vegetale,
ricostituzione del patrimonio faunistico ottimale”.
In data 15/06/2015 - Proponente consiglieri Leggieri: “Mozione avente ad oggetto: Opposizione
al Trattato transatlantico di libero scambio USA-UE (T-TIP)”.
Proponente consigliere Leggieri: “Impugnazione decreto del MISE del 25 marzo 2015”.
Proponente consigliere Leggieri: “Azione a sostegno dei piccoli agricoltori per il mantenimento
della propria attività”.
È conclusa la comunicazione degli atti pervenuti.
Prego, collega Mollica.
MOLLICAGrazie, Presidente.
Vorrei chiedere l’iscrizione ed anche l’eventuale discussione di una mozione urgente che tratta
dell’impugnativa del disciplinare approvato con Decreto Ministeriale del 25 marzo, è una mozione
urgente, poi siccome ho sentito quella anche del collega Leggieri.
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Io vorrei poter presentare e quindi mettere in votazione sia l’iscrizione che la discussione di
questa mozione urgente, avente scadenza 5 luglio. Pertanto se la discussione deve essere fatta, deve
essere fatta immediatamente, altrimenti non avrebbe più senso poter presentare questa mozione, in
quanto scadrebbero i termini per l’impugnazione davanti al TAR.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Mollica. Prego, collega Leggieri.
LEGGIERILa mozione penso che sia la stessa. A questo punto, chiedo due minuti di sospensione per
vedere se è identica, perché è inutile che la presento pure io, se l’ha presentata già il collega.
Possiamo integrarla? Non so.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Due minuti di sospensione, collega Leggieri. Rimaniamo in Aula.
La seduta viene sospesa alle ore 12.14 e riprende alle ore 12.18.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Colleghi in Aula. Collega Leggieri, prego.
LEGGIERIGrazie, Presidente.
Ai sensi dell’articolo 51 del Regolamento del Consiglio Regionale, presento in Aula la mozione
inerente “Impugnazione Decreto…” rivestendo la stessa il carattere dell’urgenza, chiedo che la
mozione venga posta in discussione alla presente seduta del Consiglio Regionale. Grazie.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Quindi mi pare di capire che ci sono due proposte. Ci sono due proposte sia da parte del collega
Mollica, che da parte del collega Leggieri sull’iscrizione di mozione aventi lo stesso oggetto, ma per
ragioni che sostengono le stesse mozioni, non ci sarà l’unificazione e quindi procediamo a due voti
distinti. Mettiamo ai voti la proposta del collega Mollica. Iscrizione al punto all’ordine del giorno.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 18: favorevoli 18. Il Consiglio approva.
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Il collega Mollica propone anche la discussione immediata.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 17: favorevoli 17. Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione la mozione proposta dal collega Leggieri.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 18: favorevoli 18. Il Consiglio approva.
Collega Leggieri anche l’immediata discussione?
Mettiamo in votazione anche la seduta della seduta odierna.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 17: favorevoli 17. Il Consiglio approva.
Le mozioni sono iscritte al penultimo e ultimo punto all’ordine del giorno di questo Consiglio.
Procediamo con il primo punto all’ordine del giorno.
RELAZIONE ASSESSORE AA.PP. SU L.R. N. 1/2009 “SVILUPPO E COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA PRODUTTIVO LUCANO”
PRESIDENTE (LACORAZZA) È giunta da parte dell’assessore Liberali la seguente comunicazione che, penso, trasferirà al
Consiglio “Illustre Presidente, lo scrivente Dipartimento è impegnato in questi giorni a completare ed
integrare documenti di valutazione ex ante e gli atti programmatici propedeutici alla chiusura definitiva
del nuovo Programma Operativo Regionale 2014-2020 che si auspica venga approvato nella sua
versione definitiva dalla Commissione Europea entro la fine del prossimo mese. Si chiede, pertanto, la
possibilità di posticipare alla seconda metà di luglio la presentazione della relazione prevista, di cui
all’articolo 6 della L.R. n. 1/2009”.
Prego, collega Benedetto._________________________________________________________________________________
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BENEDETTOPresidente, giusto per dire, capisco bene che c’è tanto lavoro al Dipartimento, ma ritengo che
prima che venga inviata alla Commissione Europea, possa passare in Consiglio, in modo che venga
condivisa da tutta l’Assemblea.
Capisco che è successa la stessa cosa con il Dipartimento Agricoltura, le schede di misura sono
arrivate e non abbiamo preso neanche visione, almeno per le Attività Produttive, visto la disponibilità
dell’Assessore, ritengo che la possiamo mettere, se attualmente l’Assessore non è pronto, in prossimo
Consiglio, ma è giusto discuterne ed aprire un confronto e dopodiché inviare a Bruxelles.
PRESIDENTE (LACORAZZA) La proposta che, in qualche modo, formulo all’assemblea che viene ovviamente dall’assessore
Liberali è questa: io metterei ai voti il rinvio di questo punto all’ordine del giorno, nella paura
convocherei la Conferenza dei capigruppo per stabilire e ristabilire l’ordine del giorno dei Consigli
Regionali programmati, anche perché – lo dico ai colleghi Consiglieri ed i Capigruppo – coglieremo
questa occasione per definire nella Conferenza anche la data, così come i colleghi sanno ed abbiamo
discusso in Prima Commissione con il presidente Santarsiero, anche per definire la data di
discussione e di approvazione della prima lettura dello statuto regionale.
Nella pausa, la Conferenza dei capigruppo definirà la nuova data della comunicazione
dell’Assessore Liberali ed eventualmente anche la data che riguarda la discussione e l’approvazione
in prima lettura dello statuto regionale.
Il Presidente diceva anche dell’assestamento, è già previsto nei Consigli, possiamo solo
riarticolare e rivedere eventualmente le date e quindi organizzare le prossime settimane in maniera
più ordinata, anche raccogliendo ciò che il collega Benedetto ha chiesto all’assessore Liberali e alla
Giunta.
Io metterei ai voti il rinvio in ogni caso di questo punto all’ordine del giorno che sarà oggetto di
discussione in Conferenza di capigruppo.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 18: favorevoli 12, contrari nessuno, astenuti 6. Il Consiglio approva.
Procediamo con il secondo punto all’ordine del giorno.
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COMUNICAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, AI SENSI DELL’ART.52 DEL REGOLAMENTO INTERNO DEL CONSIGLIO REGIONALE, SU ACCOGLIENZA IMMIGRATI IN BASILICATA E SUI CENTRI DI ACCOGLIENZA REGIONALI
Prego, presidente Pittella.
PITTELLASignor Presidente, colleghi Consiglieri.
Il nostro tempo è segnato da crisi geo-politiche che investono molte nazioni, soprattutto molte
nazioni in deficit di libertà democratiche e di sviluppo.
Questa condizione internazione sempre più instabile sta generando nuove disparità, nuove
disuguaglianze ed ha animato flussi ormai continui e consistenti verso le frontiere europee che
avvicinano sempre più questi eventi drammatici, un tempo considerati forse a noi molto lontani, alle
porte delle nostre case.
Bisogna essere consapevoli che in questo scenario l’Italia è una luce nel Mediterraneo ed è
anche una speranza alla quale guardare da parte di chi proviene dalla sponda soprattutto africana,
così come in passato lo è stato per chi proveniva dall’area balcanica o dai paesi dell’Europa Orientale.
Per questo la nostra Nazione sarà sempre più un paese di approdo e di transito per chi fugge
da situazioni estreme di persecuzioni e di guerra, di violenza e di mancanza di mezzi di
sostentamento.
Non è dunque possibile considerare i fenomeni migratori come eventi straordinari.
Questo pare ormai chiaro anche a chi ha tentato per anni di rimuovere il problema in modo
semplicistico o di utilizzarlo a volte in maniera anche strumentale.
Lo spostamento di esseri umani che sono costretti a lasciare le case in cui sono nati, è una
componente strutturale delle nostre dinamiche sociali ed economiche.
Per parlare dei fenomeni migratori, senza entrare in dispute ideologiche che spesso hanno poco
a che vedere con la realtà, bisogna anzitutto comprendere la loro dimensione, la loro estensione e la
loro dinamica. Per questo bastano pochi numeri: nel 2014 nel mondo i migranti sono stati oltre 232
milioni; si tratta di persone hanno lasciato il proprio Paese per vivere in un altro territorio. _________________________________________________________________________________
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Nel 2000 erano circa 175 milioni secondo il rapporto Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali.
I rifugiati, i richiedenti asilo, gli apolidi, per causa di forza maggiore, sono attualmente 60 milioni,
8,3 milioni più di un anno e 23 milioni più di dieci anni fa, secondo l’ultimo rapporto.
Attualmente ogni 122 abitanti della terra uno è diventato un profugo e in maggioranza, il 51%, si
tratta di bambini. Di fronte a questi dati c’è da riflettere, emergono inevitabilmente tre domande su
tutte: il fenomeno dei migranti e dei rifugiati è un fenomeno che si può trascurare? E’ un fenomeno
che riguarda tutti? E’ un fenomeno che riguarda soltanto una parte?
Secondo, considerate le dimensioni e l’estensione del fenomeno, possiamo realisticamente
pensare di risolverlo in modo repressivo o soltanto repressivo, costruendo muri o immaginando solo
ed esclusivamente di bombardare i barconi? Siamo davvero di fronte ad una invasione incontrollabile
o abbiamo gli strumenti ed i mezzi per affrontare questo problema in modo efficace? Ovviamente non
penso e non parlo solo dell’Italia, del nostro paese, parlo dell’Europa e delle Nazioni Unite, in
particolare.
Sono domande alle quali ciascuno di noi è chiamato a rispondere in questi giorni, sia a livello
individuale che per il ruolo di responsabilità che ricopre nella società e nelle istituzioni. E se si vogliono
dare risposte razionali, aderenti alla realtà e anche efficaci, bisogna riferirsi ai dati, non soltanto ad un
richiamo, ad un recupero di posizioni legittime ideologiche. Vale per una parte, vale per l’altra.
Secondo i dati Eurostat, l’Unione Europea ha dato protezione a oltre 185.000 richiedenti asilo
nel 2014, circa il 50% in più rispetto al 2013. Per la precisione, sono stati inoltrate circa 360.000
domande di protezione internazionale, che nel 45% dei casi sono state accolte in prima istanza, di
queste circa 20.000 in Italia. Dal 2008 hanno ricevuto protezione in Europa circa 750.000 richiedenti
asilo.
Di fronte a questi numeri si può davvero parlare di una invasione? E’ possibile che l’Europa,
nella quale vivono oltre 500 milioni di abitanti, si senta minacciata da 150.000 rifugiati che arrivano ai
suoi confini ogni anno?
Inoltre, dobbiamo essere consapevoli del fatto che il problema dei rifugiati pesa soprattutto sui
paesi più poveri. Infatti, le statistiche ci dicono che i paesi in via di sviluppo ospitano l’86% dei rifugiati,
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mentre al nostro mondo occidentale, nel suo complesso, resta il 14% del problema, mentre il 25% dei
rifugiati si trova addirittura nell’elenco dei paesi meno sviluppati del paese.
Se guardiamo al rapporto tra rifugiati e cittadini, il primato della mano tesa va al Libano, dove
132 rifugiati ogni mille abitanti, quasi uno su quattro.
Un altro dato drammatico su cui bisogna necessariamente riflettere è che le persone morte o
disperse nel mar Mediterraneo dall’inizio dell’anno sono 1.850, un numero quasi sei volte superiore
rispetto ai 280 del periodo gennaio-maggio 2014.
Anche a livello nazionale bastano pochi dati per inquadrare la situazione. Secondo l’Istat gli
stranieri residenti in Italia, dal primo gennaio 2015, sono 5.073.000 e rappresentano l’8,3% della
popolazione residente totale, che sappiamo essere 60 milioni. Rispetto al primo gennaio 2014 si
riscontra un incremento di incremento di 151.000 unità, si stima che in aggiunta vi sia una percentuale
degli irregolari intorno al 6% , circa 300.000 unità.
Anche qui c’è da chiedersi: si può parlare di una sorta di invasione? In Italia, sempre secondo
Eurostat, nel 2014 le istanze complessivamente esaminate dalle Commissioni territoriali sono state
circa 35.000 e di queste sono state accolte in prima istanza circa 20.000, con un incremento del 42%
circa rispetto all’anno precedente.
Bisogna ricordare che chi richiede l’asilo politico è tutelato dai trattati internazionali sottoscritti
dall’Italia e dalla stessa Costituzione Italiana. Lo status di rifugiato è attribuito in Italia dopo l’esame di
una Commissione territoriale, mentre per i migranti per motivi economici o di studio valgono le norme
della cosiddetta legge Bossi-Fini.
In ogni caso, se si verifica la distribuzione del flusso dei circa 73.000 migranti arrivati nel 2015, si
vede che la regione che accoglie più rifugiati e richiedenti asilo è la Sicilia, ne accoglie 16.900, seguita
dal Lazio con 8.400, Lombardia con 6.400 e dalla Puglia con circa 5.500 migranti. La Lombardia,
Liguria e Veneto insieme, con 9.300 persone, accolgono meno migranti della Sicilia.
Non solo, a guardare la classifica delle regioni sull’accoglienza di migranti per centomila abitanti,
Lombardia e Veneto si piazzano terzultima e penultima davanti alla Valle d’Aosta. Ad accogliere più
persone in proporzione sono le regioni del Mezzogiorno, i primi quattro posti se li aggiudicano Molise,
Sicilia, Calabria e Basilicata.
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Infatti, per arrivare alla nostra regione, in Basilicata, a metà giugno 2015 sono presenti 1.022
migranti, secondo i dati resi disponibili dalla Prefettura di Potenza. I numeri subiscono lievi oscillazioni
quasi quotidianamente, ma nella sostanza l’accoglienza è garantita da due sistemi per il momento
ancora distinti. Le strutture di accoglienza temporanea, gestite direttamente dalla Prefettura di
Potenza, che accolgono 642 rifugiati o richiedenti asilo nelle province di Potenza e di Matera; due, le
strutture del sistema nazionale di protezione richiedenti asilo ai rifugiati, famosi SPRAR, del servizio
centrale, Ministero Interno ed Anci, che accolgono 382 rifugiati o richiedenti asilo e minori stranieri non
accompagnati.
Le strutture di accoglienza temporanea sono attivate dalle Prefetture di Potenza e Matera a
seguito di bandi pubblici che hanno individuato i soggetti gestori nei comuni di Pignola, Melfi, Sasso di
Castalda, Pietragalla, Potenza, Chiaromonte, San Chirico Nuovo, Matera, Ferrandina ed Irsina.
Le strutture SPRAR attivate a seguito di bando nazionale triennale dal Ministero dell’Interno
sono gestite dai Comuni o dalle Province tramite soggetti gestori selezionati nel bando ed hanno la
disponibilità di 443 posti in totale, 315 posti in provincia di Potenza, di cui 276 per adulti e 39 per
minori stranieri non accompagnati, 128 posti in provincia di Matera, di cui 113 per adulti e 15 per
minori stranieri non accompagnati.
Le strutture SPRAR per minori sono presenti a Sant’Arcangelo, San Chirico Raparo, Paterno e
Salandra, mentre quelle per adulti sono presenti a Sant’Arcangelo, Rionero in Vulture, Brienza, Muro
Lucano, Latronico, Chiaromonte, Fardella, San Severino Lucano, Pescopagano, Senise, Matera,
Nova Siri e Grottole.
Per quanto riguarda, invece, gli stranieri residenti in Basilicata, secondo l’Istat nel 2014 sono
complessivamente 16.968, con una incidenza del 2,93% sul totale della popolazione regionale, i paesi
di maggiore provenienza risultano essere europei, in particolare la Romania con oltre il 40% del totale,
l’Albania circa l’11% con l’eccezione del Marocco che segna un 10%.
Sono poi rilevabili fenomeni di immigrazione stagionale di alcune migliaia di unità soprattutto
nelle aree a confine con la Puglia, segnatamente nelle campagne di Boreano, e nel metapontino.
Se leggiamo con attenzione i dati della nostra regione possiamo evidenziare che la protezione
nazionale sta già agendo in modo virtuoso, solidale e responsabile sul problema della gestione dei
flussi in arrivo riuscendo a gestire il fenomeno attraverso le varie articolazioni del governo di cui ho
fatto cenno in precedenza._________________________________________________________________________________
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In termini assoluti il nostro territorio ha ancora margine per realizzare progetti di accoglienza non
registrando una concentrazione extralinee elevate sul proprio territorio. Il 2.9 per cento a fronte dell’8.3
per cento del dato nazionale.
Per questi motivi, per questo il Governo regionale negli ultimi anni ha svolto un ruolo importante
avendo attivando attivato una serie di interventi rivolti sia a costruire un contesto normativo in linea
con le nuove esigenze dettate dal contesto in continua evoluzione e i lavori della Commissione non
sono a che punto siano, spero e penso alla vigilia di una discussione anche finale per poi approdare in
Consiglio.
Articolando risposte concrete ed immediate rispetto ai problemi dell'accoglienza dei migranti.
In questo contesto sono da considerare:
la predisposizione del Disegno di Legge da parte della Giunta Regionale “Norme per
l’accoglienza, che traccia il quadro normativo generale per la gestione dei fenomeni migratori nella
nostra regione nei prossimi anni e di cui si auspica, come dicevo prima, una rapida conclusione, e se
è possibile, nella discussione, approvazione in Consiglio Regionale;
l'istituzione della task force per il lavoro stagionale, avvenuta con una Delibera di Giunta
Regionale la n. 627 del 2014, che ha permesso di affrontare per la prima volta a livello regionale le
problematiche dei lavoratori stagionali favorendo l'emersione del lavoro nero da un lato e
consentendo dall'altro migliori condizioni di vita ai lavoratori stagionali che annualmente raggiungono
il nostro territorio regionale;
l'Istituzione dell'Organismo di coordinamento della Regione Basilicata in materia di immigrai e
rifugiati politici istituito con Delibera di Giunta Regionale n. 182 del 2015 che sta svolgendo in modo
efficace un ruolo di regia dei vari soggetti istituzionali che concorrono alle politiche sui migranti ed i
rifugiati nel territorio regionale;
la partecipazione della Regione alla Fondazione città della Pace per i Bambini Basilicata che
dal 2012 ad oggi ha accolto oltre 90 rifugiati ed ha realizzato azioni di sensibilizzazioni per le scuole
(oltre 1.220 studenti coinvolti solo nel 2014) ed ha strutturato una rete tra i principali operatori sociali
attivi in regione nelle materie dell'accoglienza, della tutela e dell'integrazione dei rifugiati e dei
richiedenti protezione internazionale.
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Tuttavia la Regione svolge anche un ulteriore importante ruolo in quanto a luglio 2014 si è
siglata una Intesa istituzionale tra il Ministero dell'Interno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, Le Regioni, le Province autonome di Trento e
Bolzano, l'ANCI e l'UPI.
Questa intesa per la prima volta disegna un Piano Operativo Nazionale per fronteggiare il flusso
straordinario di cittadini extracomunitari articolato in tre momenti principali:
soccorso e prima assistenza – che si svolge sostanzialmente nei luoghi di approdo;
prima accoglienza e qualificazione – con la creazione di hub regionali da realizzare di concerto
con le Regioni;
seconda accoglienza ed integrazione – attraverso i progetti SPRAR territoriali.
La definizione e l'entrata in funzione di questo piano sono un'occasione eccezionale per
consentire alla Regione di concorrere al governo dei fenomeni migratori evitando di subire le
eccessive concentrazioni di migranti, dunque guidando un processo e non subendo un processo, che
possono creare squilibri sociali e resistenze a livello locale, e cercando di massimizzare le ricadute
positive che sono possibili applicando al meglio il modello di accoglienza diffusa già sperimentato con
successo dal sistema SPRAR.
Da questo deriva la proposta fatta da me nel recente tempo del dibattito sull’argomento di
raddoppiare il numero di rifugiati e richiedenti asilo per la Basilicata sulla base di uno specifico
accordo già inviato al Ministero dell'Interno ed attualmente in discussione. Del resto nel rapporto
demografia percentuale di immigrati la Basilicata dovrebbe recuperare sostanzialmente 600 e
qualche unità. Siamo già oggi a mille e 22 e nel complesso sistema avevamo immaginato che da
mille immigrati potessimo noi sostenere oggettivamente spalmandolo con metodo SPRAR e secondo
i tre pilastri della nuova intesa Governo-Regione, Ministeri-Regioni su tutti il territorio regionale.
Tale accordo subordina la disponibilità regionale alla creazione di un Hub regionale per la prima
accoglienza che si caratterizzi per un coinvolgimento degli Enti locali su base volontaria, che sia
basato su soglie di accoglienza proporzionate alla demografia dei nostri centri urbani, che consideri la
possibilità di riconvertire strutture in corso di realizzazione quali l'ex CIE di Palazzo San Gervasio, che
preveda il più ampio coinvolgimento della realtà associative qualificate per l'accoglienza al fine di
moltiplicare le ricadute occupazionale per i nostri giovani e per realizzare in sicurezza servizi
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qualificati e rispettosi delle identità e delle storie personali ai rifugiati accolti favorendo la loro
integrazione nel tessuto sociale.
Perché, come dimostrano i dati reali, bisogna considerare che gli stranieri possono essere nel
contempo una criticità se non, diciamo così, governati secondo sicurezza e secondo anche cultura
avanzata di accoglienza, ma anche un'opportunità importante per lo sviluppo socio-economico del
nostro stesso territorio.
Basti pensare ad esempio che in Basilicata gli alunni con cittadinanza straniera sono 2.500, con
un'incidenza sul totale della popolazione scolastica del 2,8%, di cui il 18,7% nella scuola dell'Infanzia,
il 33,7% in quella Primaria, il 21,5% in quella Secondaria di I grado ed il 26,2% nella scuola
Secondaria di II grado. Tali presenze hanno contribuito in modo evidente alla tenuta del sistema
anche scolastico regionale attraverso una vera integrazione, caratterizzato anche da piccoli numeri
diffusi su un ampio territorio evitando la perdita di posti di lavoro e di dotazioni di servizi essenziali in
tanti numerosi piccoli centri.
A livello nazionale gli stranieri in Italia nel 2014 hanno prodotto l’8,8% della ricchezza nazionale,
per una cifra complessiva di oltre 123 miliardi di euro. E quanto all'occupazione gli stranieri
rappresentano un'eccezione a mio giudizio positiva, visto che sempre l'anno scorso si è registrato un
aumento del 3,5% degli occupati extra-Unione Europea e del 4,6% di quelli Unione Europea.
Bisogna in definitiva avere la capacità ovviamente attraverso un dibattito, un approfondimento,
attraverso una capacità di tranquillizzare attraverso anche la disponibilità di messi che consegnano
sicurezza alle popolazioni, tranquillità. L’idea di una reale sfida da poter vincere sull’inclusione e che
senza disperdere le potenzialità che possono essere generate dall'arrivo di persone fortemente
motivate a migliorare la loro condizione di vita, che si possono determinare l'apertura anche dei nostri
territori a culture diverse e di rianimare gli stessi centri dei nostri territori. E io rifuggirei nel dialogo,
rispettoso le posizioni di tutti, atteggiamenti che siano solo ed esclusivamente di natura ideologica e
non mi iscriverei al partito dei referenti e non rispetto sostanzialmente alla capacità di includere o alla
disponibilità a farlo.
Io penso, al contrario, che sarebbe opportuno ed utile nel dibattito fare emergere l’approccio
che favorisca il Governo, i fenomeni epocali che se gestiti bene possono diventare un fattore di
contaminazione utile e positiva. Se gestiti o meglio, se mal gestiti o se subiti, quindi non guidati
possono essere soltanto una leva che rompe un equilibrio sociale.
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Mi consentirete di soffermarmi su una buona pratica, che voglio rappresentarvi, che abbiamo
posto in essere a partire dallo scorso anno proprio come Regione nell’accoglienza di emigranti
impegnati nella raccolta del pomodoro.
Ricorderete che per anni chi ha vissuto la vita politica e amministrativa in quest’Aula, nella
scorsa legislatura, questo tema veniva sovente ribadito nel dibattito e diventava anche occasione di
grandi fibrillazioni critiche, indagini e via dicendo.
È finito spesso sulle prime pagine dei giornali e in televisione per le condizioni inumane, poco
dignitose, in cui erano costretti a vivere centinaia di uomini di colore, accampati nelle campagne, in
ricoveri precari, se non addirittura inesistenti.
Come è noto, e come ho appena ricordato, nelle more dell’approvazione delle nuove
normative, nel mese di giugno 2014, un anno fa, abbiamo inteso affrontare le problematiche legate al
flusso di migranti impegnati nella raccolta del pomodoro nella zona del Vulture – Aldo Bradano con la
costituzione di una Task Force regionale.
Questa Task Force, che ha visto il coinvolgimento di 22 tra strutture e Dipartimenti regionali,
enti istituzionali, organizzazioni sindacali e datoriali, enti no profit, ha disegnato e realizzato su
indicazione della Giunta Regionale, in via sperimentale, un progetto di accoglienza attraverso la
organizzazione dei centri di ospitalità e la definizione di misure finalizzate alla regolamentazione del
mercato del lavoro stagionale, abbattendo o comunque lanciando la più grande caccia al caporalato
che potevamo nel settore mettere in campo.
Il modello immaginato ha risposto positivamente all’esigenza di supportare le sinergie ai vari
livelli istituzionali, in un’ottica di stretta collaborazione, al fine di contrastare l’illegalità creata dal lavoro
di “intermediazione” svolta dai caporali sia indigeni che extracomunitari nel reclutamento della
manodopera stagionale.
Io qui vorrei lanciare un messaggio di plauso, di sottolineatura positiva al grande lavoro
responsabile che tutte le forze dell’ordine hanno messo in campo e ci hanno consegnato per la
sicurezza e per il governo di criticità importanti come queste.
È una sottolineatura molto positiva alle Prefetture ed al Ministero per il ruolo di
coordinamento e particolarmente attivo ed incisivo sul governo di tale situazione.
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Il piano operato realizzato in tempi strettissimi dalla Task Force regionale ha incontrato il
favore delle altre regioni del sud, anch’esse impegnate nell’accoglienza.
In particolare la Regione Calabria, di cui ho qua nota ufficiale, che ha chiesto formalmente
una collaborazione al fine di trasferire pratiche, metodologie e soluzioni organizzative messe in
campo dalla Task Force e di realizzare attività di accompagnamento formativo in favore del personale
degli enti locali calabresi.
Le relative attività sono attualmente in itinere. Ma il riconoscimento della bontà del progetto
regionale si è avuto anche a livello nazionale quando al tavolo tecnico Programma FAMI del Ministero
dell’Interno, nella riunione dello scorso 17 giugno, è stato ufficialmente espresso l’apprezzamento di
molte regioni in merito alla buona pratica messa in atto dalla regione Basilicata nella campagna del
pomodoro in favore dei lavoratori immigrati e soprattutto con la esplicita richiesta da parte del
Ministro Alfano all’assessore regionale Flavia Franconi di fornire una relazione dettagliata sulle attività
della Task Force regionale da assumere quale best practice a livello nazionale.
Ho anche gli elementi si sintesi che se il Consiglio vuole, di questa relazione, io posso
tranquillamente posso continuare ad esplicitare per avere una compiutezza rispetto a, altrimenti per
economia di dibattito e di tempo, il Presidente è titolato a prescindere, ma anche in questa occasione
a togliere, eventualmente o ad interrompere la mia introduzione.
1) Sintesi del progetto.
Siamo partiti, come dicevo, dalla sottoscrizione di apposito protocollo d’intesa con la
individuazione di compiti e funzioni dei soggetti partecipanti all’attività sperimentale.
Chi sono stati i partecipanti? Regione Basilicata, Comuni di Venosa e Palazzo San Gervasio,
Coldiretti, Croce Rossa Italiana, Provincia di Potenza e ASP di Potenza.
2)Intervento regionale.
La Regione ha fornito le risorse finanziarie occorrenti alla realizzazione del progetto, circa
600.000,00 euro per un intervento pluriennale ed ha svolto, per il tramite della Protezione Civile
regionale, le verifiche delle condizioni di idoneità e di agibilità dei siti prescelti e ha individuato le
misure di sicurezza da adottare in ciascun campo; la Direzione generale del Dipartimento presidenza
ha svolto attività di supporto giuridico-amministrativo alle amministrazioni comunali impegnate nel
progetto, ha predisposto gli atti amministrativi per la formalizzazione degli interventi, a partire dalla
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Delibera che ha istituito le “Liste di prenotazione in agricoltura” di concerto con i Centri per l’impiego
dell’area interessata alla sperimentazione”. Tale innovativa modalità si è rivelato strumento adeguato
per il contrasto al lavoro irregolare e condizione essenziale per i lavoratori per accedere ai servizi
organizzato dalla Regione.
3)Intervento dei Comuni.
Le amministrazioni comunali coinvolte nel progetto sono state due, Venosa e Palazzo San
Gervasio che nel periodo estivo vedono una presenza considerevole di lavoratori stagionali sul proprio
territorio.
Sulla base del modello organizzativo proposto, i Comuni hanno reperito tramite procedure
ad evidenza pubblica le strutture adeguate per l’allestimento dell’accoglienza ed hanno affidato i
lavori necessari a rendere fruibili i siti indicati, dalla pulizia e sanificazione degli ambienti
all’adeguamento e messa in sicurezza degli impianti, all’allestimento dei servizi igienici, all’affidamento
del servizio di vigilanza da garantire nell’arco della intera giornata.
4) Funzioni della Croce Rossa.
Attraverso l’attività dei suoi volontari ha gestito i due campi dando sostegno morale e
materiale agli ospiti delle strutture e fornendo le cucine da campo per consentire ai lavoratori di
preparare il pasto secondo le proprie abitudini alimentari.
Ha provveduto alla registrazione degli ospiti ed ha vigilato sul rispetto del regolamento interno
del campo, che la CRI ha provveduto a fare rispettare, con la individuazione del responsabile
dell’ordine e della sicurezza per garantire agli ospiti condizioni di soggiorno serene e dignitose.
Durante il periodo di permanenza nelle strutture non sono stati registrati episodi di violenza o di
disordini , al contrario i responsabili della gestione hanno raccolto opinioni positive da parte dei
lavoratori sulla organizzazione del servizio di accoglienza.
5) ASP.
Nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto dalla Task Force, è stato di fondamentale
importanza il ruolo della ASP di Potenza che ha fornito medicinali ed ogni forma di assistenza a
quanti hanno usufruito delle strutture allestite dalla regione, pur non essendosi manifestati problemi
sanitari particolari nelle due strutture.
6) Parti sociali.
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Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto dalle parti sociali che ha attivamente collaborato con
i Centri per l’Impiego per l’attivazione delle prenotazioni dei lavoratori fornendo , altresì, il proprio
supporto nella individuazione del fabbisogno di manodopera in relazione ai terreni messi a coltura.
Tali organizzazioni e la Doria hanno fornito altresì un contributo di 20 mila euro utilizzato per
il ristoro delle spese sostenute dalla CRI sia per lo spostamento dei volontari sia per l’acquisto di
derrate alimentari utilizzate nei campi.
RISULTATI
Gli ospiti delle due strutture nelle due cittadine lucane sono stati oltre 400 per due mesi.
A seguito della istituzione delle liste si sono prenotati ben 923 lavoratori e ne sono stati
assunti 916, sono state 212 le aziende che hanno effettuato assunzioni a fronte delle 172 dell’anno
precedente.
Dalle verifiche effettuate dagli ispettori del lavoro, sulla base di apposita convenzione con la
Task Force, è emerso che su 37 aziende controllate , con circa 200 lavoratori in forza, solo 8 non
sono risultate in regola.
Questi sono dati significativi ed importanti che devono essere, però, consolidati e migliorati
nella prossima stagione in quanto si prevede che le liste abbiamo una loro fisiologica dilatazione di
prenotazione anche all’area del Metapontino a forte vocazione agricola.
Per il 2015, l’Organismo di coordinamento per la politiche dell’immigrazione di cui alla DGR
182/2015 sta predisponendo il nuovo piano mirato in particolare a:
Eliminare i centri abusivi utilizzati negli anni passati dall’ “industria del caporalato” con
iniziative mirate a disegnare una prospettiva per i borghi di proprietà regionale al fine di inibirne
l’utilizzo improprio e l’occupazione illegale;
Allungare il periodo di accoglienza che nel corso del 2014 è stato garantito solo per due mesi
anche al periodo precedente alla raccolta per evitare che i lavoratori occupino strutture fatiscenti in
assenza di alternative;
Favorire l’utilizzo dei mezzi di trasporto che pure erano stati messi a disposizione per
raggiungere i luoghi di lavoro, rimasti fermi per qualche giorno all’ingresso dei campi, in attesa di
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utenza, tanto da indurre le amministrazioni comunali a sospendere i relativi contratti i lavoratori hanno
utilizzato mezzi di proprietà e di privati.
Adottare concrete misure di incentivazione per i datori di lavoro che si avvalgono di
manodopera legale e, nel contempo, definire in maniera puntuale le modalità di partecipazione degli
stessi ai costi per l’accoglienza, al fine di allargare la partecipazione al progetto di tutte le
organizzazioni datoriali.
Il piano degli interventi già predisposto dal coordinamento si basa su: riutilizzo delle strutture
dello scorso anno alla luce del carattere pluriennale degli investimenti effettuati dalla Regione nella
scelta dei siti e nell’acquisto delle strutture mobili e degli arredi; maggiore coinvolgimento della Croce
Rossa Italiana, individuata quale unico soggetto responsabile della gestione pure se supportato e
coadiuvato da un Comitato di gestione, da istituire presso ciascun comune, composto da
rappresentanti delle amministrazioni locali e delle associazioni sindacali e datoriali; riduzione
significativa dei costi che le attività saranno svolte dai volontari e che al rimborso delle relative spese
si farà fronte ancora una volta con il contributo delle associazioni datoriali; estensione delle liste di
prenotazione a tutto il territorio regionale e ad altre figure professionali, a partire dalla badanti, e
possibilità di utilizzo delle stesse per la durata dell’intero anno; ultimo punto, organizzazione del
trasporto dei lavoratori da e per i campi a carico dei datori di lavoro al fine di evitare il ricorso alla
intermediazione illecita. La responsabile della Segreteria tecnico–amministrativa avrà il compito di
coordinare e controllare.
Un ultimo punto che nasce, se mi consente il Presidente, dalla interrogazione, perché l’Ufficio
territoriale del governo di Potenza, la Prefettura, ha risposto alla nota che noi abbiamo girato rispetto
alla interrogazione.
Recita: “Con riferimento alla richiesta pervenuta in data 5 giugno 2015, concernente l’oggetto, si
forniscono i dati in possesso di questa Prefettura:
al territorio della regione Basilicata, sulla base di piani di riparto nazionale sono assegnati, alla
data odierna, 795 migranti, dato aggiornata al 4 maggio 2015;
alla data del 29 maggio 2015 risultavano complessivamente 1.022; (sono dati che io ho anche
recuperato nella relazione)
le strutture temporanee di accoglienza le abbiamo ascoltate nella mia relazione.
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In particolare, la Prefettura di Potenza in data 14 ottobre 2014, ha pubblicato una gara volta alla
stipula di un accordo quadro per assicurare i servizi di accoglienza ai cittadini stranieri per il periodo
primo dicembre 2014-31 dicembre 2014.
La graduatoria definitiva è stata approvata con decreto prefettizio dell’11 dicembre 2014 e in
data 15 dicembre 2014 è stato sottoscritto l’accordo quadro con i soggetti risultati aggiudicatari di
seguito elencati. E li elenca. Poi ve ne faccio copia.
Gli atti di affidamento stipulati con i singoli gestori, sulla base dell’accordo quadro, sono stati
prorogati fino al 30 giugno 2015, nelle more dell’espletamento di una nuova procedura di gara per il
complessivo affidamento del servizio di accoglienza.
Il relativo bando di questa nuova procedura di gara è stato pubblicato il 10 marzo 2015, con il
criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, secondo le apposite indicazioni del Ministero. La
procedura è tuttora in corso.
Per quanto concerne l’accoglienza nelle strutture SPRAR si fa presente che i progetti SPRAR
autorizzati nella regione Basilicata possono ospitare complessivamente 443 richiedenti asilo e nel
secondo la ripartizione di cui in relazione.
I progetti SPRAR attualmente autorizzati sono gestiti dai seguenti enti: strutture per minori,
provincia di Potenza, 10 posti più 2 aggiuntivi, San Chirico Raparo 10 posti più 2 aggiuntivi, Paterno
15 posti, Salandra 10 posti più 5 aggiuntivi.
Le strutture per adulti, Potenza provincia 25 posti più 25 aggiuntivi, Muro Lucano 25 più 10
aggiuntivi, Latronico 15 più 15, Chiaromonte 15 più 15, Fardella 15 più 15, San Severino 15 più 15,
Pescopagano 15 più 6, Senise 25 più 25, Matera 30 più 12, Nova Siri 25 più 25, Grottole 15 più 6.
Per il corrente anno, chiude la Prefettura, sono stati anche autorizzati dal Ministero dell’Interno
due progetti presentati dai comuni di San Fele e San Chirico Nuovo, per l’attivazione di strutture di
accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, finalizzati con fondi FAMI per l’accoglienza di 97
minori stranieri”.
Chiudo con una annotazione, ovviamente molto rispettosa della posizione altrui, però io non
posso non dire di non condividere la posizione assunta da alcuni presidenti di Regione. Sul tema
dell’accoglienza io penso che non si possa molto superficializzare, né in un senso, né in un altro,
perché c’è in gioco la pelle, il destino fisico e la vita di persone, soprattutto se poi queste diversità
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possono sfociare o diventare, come dire, occasione per alimentare odi, divisioni e forse possono
recuperare in un tempo particolare, nella incertezza, nella incredulità, nell’attesa forse anche di
speranza, nella mancanza di sicurezza, magari qualche consenso.
E io non sono d’accordo sullo sbarrare le porte di casa propria, soprattutto quando sono le
regioni del Sud, come abbiamo visto, a doverle aprire.
E anche, penso di averlo scritto, le ipotesi, è ovvio, provocatorie, secondo le quali anche una
forma di, non voglio usare il termine di “ritorsione”, ma insomma nei confronti dei comuni che
accolgono migranti, come ha fatto il mio collega della Lombardia, a mio giudizio, al di là che non
legittimo sul piano formale, credo sia discutibile sul piano etico.
Io penso che in un tempo in cui il governo nazionale rompe il muro dell’Europa su un argomento
come questo, è un errore presentarci divisi come Italia sull’argomento.
E penso che anche la Basilicata, che ha dato da sempre, dai tempi della Città della Pace, per
capirci, ma ancora oltre, perché il numero di persone che noi ospitiamo nella sostanza nel silenzio, ma
nell’accoglienza, anche serena che determina sostanzialmente non una implosione, testimonia che il
nostro è un popolo vocato alla inclusione e vocato alla contaminazione multi culturale.
E la stessa sfida vinta su Matera Capitale Europea ci consegna, a mio giudizio, un compito
importante, di grande responsabilità politico-istituzionale e sociale, quello di riempire quel dossier e
quella nomina di contenuti veri e far diventare la Basilicata, a partire da Matera, la regione per
antonomasia vocata alla inclusione e alla accoglienza e soprattutto culturalmente aperta alla
contaminazione, che diventi realmente questa, la nostra, una regione della multiculturalità,
recuperando una centralità nelle azioni anche volte e soprattutto volte al proprio sviluppo che
c’entrano la Basilicata anche geograficamente in una dimensione che nel Mezzogiorno d’Italia funga
da baricentro, guardando tanto ai Balcani, tanto al Mediterraneo.
Spero che con questa relazione e con questi numeri, queste anche ulteriori aggiuntive riflessioni,
il Consiglio Regionale possa avviare, Presidente, una proficua interlocuzione.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, presidente Pittella. Ci sono iscritti a parlare? Prego, collega Rosa.
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ROSAGrazie, Presidente. Parliamo di migranti in questo Consiglio Regionale a distanza di più di un
mese da quando il presidente Pittella annunciò la sua volontà di raddoppiare il numero di migranti
ospitati in Basilicata.
È chiaro, Presidente, che il rimprovero è legato alla questione che pur rispettando
evidentemente la sua posizione è pur chiaro che tener fuori il Consiglio Regionale da questo dibattito
e da una discussione sul merito è stato grave prima del suo intervento.
Io voglio partire da… e senza farne un discorso ideologico, però voglio partire da una situazione.
Lei dice: “Io non condivido la posizione dei miei colleghi Presidenti rispetto al fatto che hanno detto no
rispetto all’apertura e all’accoglienza dei migranti.
Ora io penso che le ragioni del no vanno ricercate, non penso che il tutto possa essere tacciato
di razzismo o possa essere tacciato di superficialità o di non avere a cuore il destino di uomini e
donne e bambini. E presumo che quel no, quel diniego nasca da un fatto, dalla consapevolezza del
fenomeno di quello che sta succedendo da tempo in Italia e di quello che sta succedendo ultimamente
quando evidentemente il fattore della migrazione è diventato un fattore importante soprattutto dai
paesi dell’Africa del nord.
Dei dati, Presidente, ieri “Il Sole 24ore” c’è stata un’intera pagina, non so chi l’ha visto, in cui ci
riportava un po’ di dati di emigranti. 64.625 richieste di asilo in Italia, di cui 35.180 e questo fotografa
un po’ la situazione in Italia, di cui di queste 35.180, 14.600 respinte e 20.580 accolte. Su 65.000,
35.00 sono state esaminate, di queste 35.000, 14.000 respinte e 20.000 accolte.
La legge cosa prevede in merito, prevede che per quelle che sono stati… le istanze che sono
state accolte, queste persone trovano ospitalità nelle strutture pubbliche dello Stato e messe a
disposizione delle Regioni e dei Comuni, mentre per le altre persone, per le istanze raccolte la legge è
chiara, queste persone dovrebbero essere estradate. Quelle non accolte.
Quindi sostanzialmente da questi dati, collega Cifarelli, in Italia vi sono 14 mila e 600 migranti
che non hanno visto accolta la propria istanza e che in questo momento in Italia sono illegali.
Ora probabilmente questo fatto dell’illegalità porterà ad un fenomeno che preoccupa i
governatori del nord, che preoccupa a livello di accoglienza, che fine fanno queste persone, a livello di
sicurezza delle nostre realtà.
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Allora io sono portato ad immaginare che se qualche Governatore in Italia comincia a porsi il
problema dei migranti in termini di dire “Guardiamo cosa succede, qual è il fenomeno” e perché poi
quello che è il dato che emerge da questo primo screening che quasi il 50% siamo al 40 e 60%, quasi
il 40% delle persone di cui è stata esaminata la pratica non può trovare accoglienza nello Stato
italiano rispetto alle leggi vigenti.
E questo 40% scompare rispetto allo Stato, non sono censiti e sostanzialmente non sappiamo.
Lo Stato sostanzialmente non sa cosa fanno, come vivono, in che condizioni, partendo dal
presupposto che sono tutte persone perbene, voglio dire non voglio… però evidentemente vi è uno
stato di precarietà che chiaramente preoccupa chi governa alcune regioni d’Italia.
Ma tornando al ragionamento che stiamo facendo noi, vi è una normativa, lei ci ha dato alcuni
numeri, la Basilicata doveva accogliere il pezzo alla popolazione, l’uno per cento di emigranti, rispetto
a quella quota che ci era stata assegnata di circa 500 persone, siamo arrivati oltre a mille, lei annuncia
il raddoppio.
Io le voglio ricordare, ed è sotto gli occhi di tutti, quello che sta succedendo in Europa, collega
Cifarelli, noi vediamo la Francia che ha chiuso le frontiere, che il problema, in un’Europa,
evidentemente non unita, così come sta emergendo, il fenomeno dei migranti continua a rimanere un
problema tutto italiano.
È pur chiaro che rispetto a quello che… l’evoluzione che sta succedendo noi ci dovremmo
preoccupare.
Tra l’altro, Presidente, io le voglio ricordare, come ricordo a tutto il Consiglio, il piano approvato il
13 maggio dall’Unione Europea che preveda l’accoglienza rispetto ai vari paesi, alle varie nazioni, ma
evidentemente poi questo lo si può riflettere in termini regionali, che prevede che i migranti sono
trasferiti in base a quattro criteri, la popolazione che inciderà del 40%, il PIL, un altro 40%, la
disoccupazione ed il numero dei richiedenti già accolti, entrambi al 10%.
Evidentemente, dico, se usiamo questo che è stato l’ultimo accordo preso con l’Europa,
evidentemente quel mille e 22, quel numero che lei ci ha fornito di mille e 22, è già stato, l’abbiamo già
occupato, ma andando avanti, Presidente, fermo restando che lei ci ha esposto, ci ha confermato quei
dati che erano già previsti al Ministero, che li ha comunicato la Prefettura, che sostanzialmente in
questo momento, in Basilicata non abbiamo strutture per l’accoglienza.
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Quindi evidentemente, qualsiasi progetto l’ampliamento del numero dei migranti da accogliere,
passa per una strutturazione che evidentemente non può rimanere a parole, ma che deve trovare
concretezza. È chiaro che trovare strutture che possono accogliere altre mille persone dalla sera alla
mattina non è facile. O voglio ricordare che dobbiamo incorrere in quello che è successo nel Comune
di Muro Lucano, da lei citato come centro di accoglienza, dove la stessa azienda sanitaria e
provinciale, quella di Potenza, ha elevato verbale, perché ha ritrovato in quella struttura, un sistema
che è contro legge.
Allora al di là della facilità con cui si può dire noi siamo un popolo dell’accoglienza, noi siamo un
popolo aperti, evidentemente poi bisogna sempre fare i conti con quella che è la situazione reale e
quello che la Basilicata realmente può fare e bisogna anche fare i conti con quel dato che ho detto
prima, che il 40% di queste persone, almeno finora da un punto di vista statistico, arrivano, poi non
trovano in Italia l’autorizzazione per la richiesta d’asilo, cioè non formalizzano… la procedura non si
chiude.
Allora guardando in questo quadro e guardando che la Basilicata già ha fatto più del suo dovere,
accogliendo oltre mille persone quando gliene erano state assegnate 800 e all’inizio soltanto 400. È
pur chiaro che prima di lanciarsi ad evidenziare buoni propositi, caro Presidente, lei ci dovrebbe, ci
doveva, perché lei ci ha fotografato la situazione, quella che è, però non ci ha detto assolutamente
nulla di quello che si vuole o come si vuol fare, non ci ha detto nulla. Ha detto che la Prefettura ha
fatto un bando, però non ci ha detto in che termini è questo bando, in quanti posti, dove, perché.
Evidentemente lei ha lanciato un messaggio al buio, Presidente, ha lanciato un messaggio senza
cognizione di causa, senza conoscere qual è la situazione lucana.
Allora voglio dire a me non va di criticare quei Presidente del nord che hanno detto no alla
questione, perché chiaramente questa questione sta producendo un problema di ordine pubblico,
perché tutte queste persone, così come abbiamo detto, respinto, che non hanno chiuso la loro pratica
autorizzativa, diventano illegali ed evidentemente lo Stato in questo momento ha difficoltà a riportarle
nel proprio paese. Dall’altra parte c’è la quota di civiltà. “Bene sì, accogliamo, ma come accogliamo
questi soggetti”.
Allora evidentemente oggi dalla sua relazione non è emerso chiaramente, così come si vuole
trasformare questi buoni propositi, che si vogliono trasformare in realtà, perché il dato certo che noi
sul territorio attualmente dal certificato della Prefettura, accogliamo di più rispetto a quello che le
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strutture consentono. Lei stesso ha detto che ci sono mille e 22 persone in Basilicata e i numeri di
posti autorizzati per i SPRA dalla Prefettura sono 443.
Quindi vi sono 600 persone in più rispetto a quelli che sono i posti autorizzati. Sono dati… i posti
autorizzati sono 443 nello SPRA. Perfetto. E siamo già superiori a quelli che dovevano essere. Allora
voglio dire: non voglio fare demagogia, però è pur chiaro che noi dobbiamo qui valutare attentamente
questo fenomeno, valutarlo nell’ottica della sicurezza dei nostri cittadini lucani e valutarlo se realmente
le nostre strutture, le nostre comunità, i nostri Enti possono accogliere realmente queste persone con
un giusto grado di civiltà che ci dovrebbe contraddistinguere.
Evidentemente, oggi, stiamo parlando di un fenomeno, stiamo parlando però non certamente
della soluzione, perché sostanzialmente lei, Presidente, questa mattina non ci ha assolutamente
detto, rispetto al suo annuncio cosa si vuol fare concretamente e come si intendono ospitare questi
1000 ulteriori migranti.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Rosa. Prego, collega Leggieri.
LEGGIERIGrazie, Presidente.
Presidente Pittella, colleghi, sulla relazione da lei appena illustrata si possono fare
legittimamente valutazioni differenti, frutto anche di un approccio al fenomeno migratorio che parte da
premesse diverse, ma al di là di quelle che possono essere posizioni personali o le ideologie di
ciascuno di noi, restano alcuni dati imprescindibili che dovrebbero accomunare noi tutti e che non ci
dovrebbero dividere.
Innegabilmente oggi, quando si parla di migranti, campi di accoglienza, misure per l’accoglienza
eccetera, eccetera, vengono immediatamente alla mente i fatti di “mafia capitale” e l’indecoroso
spettacolo offerto da politici, cooperative e faccendieri che hanno fatto del fenomeno migratorio un
vero e proprio business.
È chiaro, allora, che in primo luogo, l’attenzione deve essere rivolta ad evitare quella che da
altre parti è accaduto ed è venuto alla luce.
Occorre evitare che il fenomeno venga gestito malamente e che si inseriscano interessi poco
leciti in questa questione.
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Da questo punto di vista, mi sento di dire che è indispensabile approcciarsi sempre criticamente
ed avere un’attenzione maggiore.
Creare un sistema adeguato di controllo e di verifica di quanto si programma e di quanto si
realizza.
Questo lo dico anche sulla scorta dell’esperienza dell’anno scorso, la quale a mio avviso non è
stata affatto esaltante e presenta numerose situazioni d’ombra che andrebbero meglio chiarite.
La mia paura è proprio il ripetersi di alcuni errori e di alcune spiacevoli situazioni che hanno
caratterizzato la passata stagione dell’accoglienza in questa Regione.
Voglio essere chiaro e diretto, presidente Pittella, ho forti dubbi sulla politica di accentramento
dei poteri che si sta portando avanti da parte di questa Giunta.
Nutro forti preoccupazioni per le scelte che sono state compiute sia a Palazzo San Gervasio che
a Venosa.
Naturalmente, mi fermo alla zona del Vulture, da me maggiormente conosciuta.
Credo che i problemi riscontrati in questa zona hanno riguardato tutto il territorio regionale.
Veda, Presidente, la gestione accentrata ed il riconoscimento in capo ad un solo soggetto di
poteri enormi ha creato una mania di onnipotenza, in capo a costui, ed ha portato a scelte non solo
discutibili, ma anche pericolose e forse, non del tutto legali.
Tanto per fare un esempio: com’è possibile che a Venosa si sia potuta realizzare una tendopoli
a ridosso di un impianto di conservazione di Gpl, in una zona delimitata come zona rossa di pericolo in
caso di incidente?
Naturalmente si tratta di un semplice esempio di una delle tante anomalie riscontrate e rispetto
alle quali aspettiamo ancora risposta.
Come nessuna risposta abbiamo ottenuto rispetto ai comportamenti dittatoriali della Croce
Rossa e del presidente Simonetti rispetto alla gestione del campo di accoglienza di Venosa.
Le ricordo che si è preferito creare delle strutture chiuse, dimenticandoci che non abbiamo
solamente il dovere dell’accoglienza, ma anche quello dell’integrazione.
È necessario che si dia la possibilità alle comunità, alle amministrazioni, a noi Consiglieri di
controllare e di verificare ciò che accade all’interno dei centri. _________________________________________________________________________________
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Chiudere i cancelli a tutto ed a tutti ed impedire il controllo da parte di chi è stato eletto dai
cittadini, significa creare sospetti, dubbi ed illazioni, ma soprattutto significa creare dei carceri
autorizzati per la reclusione di questi lavoratori stagionali ed immigranti in generale, impedendo loro di
interagire anche con associazioni e comunità locali.
In ultimo, una considerazione devo farla rispetto alla questione caporalato.
Con troppo entusiasmo si sono sventolati i numeri e si sono fatti proclami. La realtà constatata
da me personalmente, proprio l’anno scorso a Venosa è molto diversa. Il caporalato è ancora forte e
presente, anzi continua a gestire ogni aspetto della vita di migranti fuori e dentro i campi di
accoglienza.
Solo per fare un esempio: l’anno scorso era sconfortante vedere il furgone che avrebbe dovuto
accompagnare i lavoratori del campo di accoglienza ai campi di lavoro, parcheggiato sul ciglio della
strada, mentre i camioncini e le auto dei caporali facevano di continuo spola da un punto all’altro delle
campagne ed arrivavano a prendere i lavoratori proprio dinnanzi i cancelli chiusi della tendopoli.
È chiaro, e chiudo, che si tratta di fenomeni particolarmente complessi che meriterebbero ben
altro approfondimento e che comunque diventa difficile analizzare in poche battute ed è chiaro che
nessuno di noi ha la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi.
Nella sinteticità di questo interevento, in chiusura, vorrei lasciare una riflessione e vorrei porre
una domanda.
La riflessione è la seguente.
Più i fenomeni sono complessi e più si rende necessario un coinvolgimento di tutti i soggetti
interessati, la collegialità non deve essere vista come un freno in questi casi, ma come una ricchezza,
la politica ha in questi casi il dovere di confrontarsi e di ascoltare tutti ed evitare, invece, …autoritarie
da parte di chi ritiene di poter gestire tutto, come se fosse cosa propria o si crede detentore della
verità.
La domanda invece è questa, una domanda secca, ma per me molto importate.
Cosa dobbiamo aspettarci quest’anno, Presidente? Ancora una volta campi di accoglienza
chiusi ermeticamente ed interdetti ad ogni forma di controllo? O sarà possibile verificare cosa accade
all’interno ed interagire con i diretti interessati, ovvero i migranti? Grazie.
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PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Leggieri. Prego, collega Romaniello.
ROMANIELLOGrazie, Presidente.
Io partirei da una considerazione di carattere più generale che anche il Presidente ha fatto e
cioè, credo che in questa vicenda del fenomeno dell’immigrazione bisogna provare a stare di più sulla
politica e un po’ meno a cercare di rispondere alla pancia delle popolazioni della gente e dall’altro lato
non assumere un atteggiamento che è solo ed esclusivamente di carattere caritatevole.
Mi pare che coloro i quali oggi fuggono da quell’area sono persone diverse, il fenomeno è un
fenomeno che sicuramente, come l’ha definito qualcuno, ha un carattere epocale e quindi la qualità, la
dimensione, le motivazioni alla base dell’approdo nel nostro Paese, prevalentemente, ma in alcuni altri
paesi europei, anche se in misura molto ma molto minore è determinato da fattori e da elementi che
io credo non possono fermarsi ad una discussione di un Consiglio regionale di una sola regione, ma
che attengono prevalentemente all’assenza di una capacità di una politica non solo dell’unione
Europea, ma io credo dei paesi sviluppati verso quelle aree.
Sicuramente si paga oggi il prezzo di una incapacità a costruire un nuovo equilibrio nel rapporto
tra paesi sviluppati e paesi cosiddetti in via di sviluppo.
Noi paghiamo oggi, a mio modesto parere, il prezzo di avere avuto un atteggiamento che era un
atteggiamento di chi pensava che da una parte la democrazia si poteva esportare, dall’altra i fenomeni
di scontro, anche di carattere religioso si potevano risolvere con la guerra, con le bombe e con
quant’altro.
Credo che da questo punto di vista è necessario che si riprenda una discussione, non solo a
livello nazionale, nella Conferenza delle Regioni, ma che in Europa si torni a discutere del rapporto fra
il ruolo dell’Europa sul globo dei paesi sviluppati e quelle aree.
Credo che debba essere consapevolezza di tutti, anche di coloro i quali oggi pensano di
costruire sul dramma degli italiani che vivono il problema della casa, dell’assenza di lavoro, di
costruire consenso politico che non si fermerà, non c’è nessuno che è in grado di fermare chi fugge
dalla guerra, chi fugge da una condizione di povertà, di chi ha consapevolezza che può rimanere in
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mare, ma che cerca sicuramente, che sta nell’intimo, nella speranza, nel diritto, secondo me, delle
persone di cercare in un posto diverso, migliore, una prospettiva di vita diversa e quindi migliore.
E allora io credo che c’è bisogno di affrontare questo tema provando a volare un po’ più in alto
da parte di tutti e provando anche a riaprire, secondo me, una battaglia culturale, non solo nel nostro
paese, riaprirla avendo consapevolezza che se si guarda un po’ più lontano, piuttosto che al risultato
immediato forse si prova a fare in modo che questa società diventi un po’ più civile.
Allora, stiamo ad alcuni dati, io condivido il fatto che si è dichiarata la disponibilità ad accogliere,
credo che però abbiamo bisogno, come diceva qualcuno, di esplicitare ancora meglio cosa noi
vogliamo realizzare. Do un dato, ieri c’è stata la presentazione del rapporto dell’Ires CGIL, la Vice
Presidente credo ha avuto modo di vedere il rapporto, era presente l’Assessore all’Agricoltura, e sono
emersi una serie di dati molto interessanti, dal fatto che questa esperienza che si sta facendo sulle
liste di prenotazione, che fra l’altro voglio ricordare è stato uno dei punti fermi della nostra discussione
in Commissione per quanto riguarda la legge sul lavoro nero e sommerso, su cui sarebbe ora,
Presidente, di dire quali sono le risorse che mettiamo a disposizione per approvare e dare
l’attuazione, perché abbiamo licenziato questo testo più di sei mesi fa dal punto di vista della scelta
del contenuto, quindi dell’impostazione della norma, però facciamo fatica a dare attuazione. E
dall’altro lato sono venuti fuori dati appunto che confermano ancora, come diceva Leggieri, che esiste
il fenomeno del caporalato che per alcuni versi alcuni caporali hanno continuato a svolgere il loro
ruolo, la loro funzione, anche utilizzando la struttura di Venosa, tanto per capirci, e che quindi al di là
la volontà, al di là la determinazione nel lavorare per combattere questo fenomeno, sicuramente, se
stiamo ai dati sulle denunce di rapporti di lavoro che sono avvenuti, sul numero delle imprese che
hanno ceduto, sicuramente siamo ancora molto sotto.
E siamo sotto per una sola ragione, che è chiara a tutti, che oggi abbiamo i caporali che
sfruttano i lavoratori immigrati, abbiamo grandi gruppi che scaricano sui piccoli imprenditori agricoli i
costi e quindi li mettono in una condizione di grande difficoltà. Diceva prima Leggieri che lui ha potuto
constatare di persona alcuni fatti, io sono stato nell’estate scorsa, per un giorno intero, in un campo ed
ho verificato che una cooperativa veniva ricattata, c’era l’accordo che i lavoratori immigrati che lui
aveva impegnato quel giorno, che aveva regolarmente denunciato, dovevano raccogliere i pomodori,
l’azienda madre per ricattare che aveva assunto l’impegno di fare arrivare a prelevare i pomodori circa
dodici autotreni, arrivati ad un certo punto, alle dieci e mezza la mattina, ne ha fatti arrivare quattro, ha
detto che non ne arrivavano più. Per cui, i lavoratori immigrati hanno dovuto sospendere il lavoro, _________________________________________________________________________________
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sono rimasti fermi, quella piccola azienda era disperata perché intanto ai lavoratori doveva dare,
anche se chi li assume anche se gli dà… perché anche questo è un punto, i lavoratori immigrati non
percepiscono i 55 euro come previsto dal contratto, ma siamo ad un importo denunciato che è di gran
lunga inferiore e vi è un rapporto che non è legato alla prestazione oraria, ma è legato alle cassette
che si riempiono. Questo è sotto gli occhi di tutti, lo sanno tutti. Fra l’altro, conviene, alcuni immigrati
fanno i conti e capiscono che gli conviene più il cottimo, il contratto sulla cassetta piuttosto…
Quindi c’è un fenomeno che sicuramente va meglio indagato, va meglio seguito e certamente
l’intesa fatta, io qui non ho nessuna difficoltà a riconoscere che l’intesa fatta, il lavoro fatto ha aperto
un varco rispetto ad un fenomeno che era molto più negativo in passato. Però è chiaro che è
necessaria una cosa, Presidente, la prima cosa necessaria è rendere tutto trasparente e verificabile
da parte di ogni cittadino. Questo è un punto fondamentale, perché la vicenda di mafia capitale la dice
lunga, ma anche la stessa questione che riguarda l’uso, il fitto di… io non ho alcun dubbio che la
Prefettura faccia i bandi e tutto il resto, ma è evidente che nella opinione della gente c’è l’idea che
questi immigrati percepiscono 38 euro, quant’è il costo, non è assolutamente vero, quindi è giusto
dirlo, ma è giusto che chi gestisce le strutture dica con chiarezza quanto e come spende quelle risorse
che gli vengono date, che sono sicuramente risorse messe a disposizione dall’Europa, a livello più
generale. Ma più si è nella condizione di rendere questa partita una casa di vetro, più si è in grado di
combattere forse sicuramente di xenofobia, io dico in alcuni casi veramente di ritorno di forme di
razzismo.
Tra l’altro, vi sono dati che veramente sono singolari. Faccio un esempio, ieri il direttore
generale dell’INPS diceva che su 4.750 lavoratori assunti dipendenti solo 540 hanno usufruito degli
ammortizzatori, hanno usufruito dell’ARP, della mini ARP, della… di questi immigrati, cioè questo
vuole dire che dal punto di vista anche di cosa portano, di cosa prendono, noi abbiamo un dato che è
assolutamente impari, perché teoricamente di quelli là molto probabilmente tanti non sanno che
esistono quegli strumenti e quant’altro, quindi da quello che versano all’Inps e quello che prelevano,
dal punto di vista anche dell’assistenza degli ammortizzatori è di gran lunga inferiore.
Questo per dire che forse è utile che tutti capiscano che a mio modesto parere, se correttamente
gestite, se correttamente informato il resto della popolazione, tutti dobbiamo sapere che sono e
possono essere una risorsa.
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Qui non per dire, come diceva stamattina il mio amico lavoratore che sta in mobilità, che ci sono
gli italiani che non ce la fanno, che muoiono di fame e noi diamo i soldi, e né per dire che gli italiani
non vogliono lavorare, qui per dire che vi sono, oggettivamente, lo sappiamo tutti, vi sono alcuni lavori
che nei fatti quei cittadini fanno; basta pensare a tutta la parte relativa all’assistenza agli anziani, alle
badanti, eccetera.
Quindi bisogna avere contezza che vi è un’area di lavoro che molto probabilmente una parte di
noi, giustamente, perché io non me la sento di chiedere ad un ragazzo che ha studiato fino a 26 anni
per laurearsi a dire: “Vai a fare il badante oppure vai a raccogliere i pomodori”, credo che quello aspiri
giustamente ad un lavoro migliore che risponda ai suoi bisogni e alle sue esigenze.
Quindi, se correttamente questo tema noi lo poniamo all’attenzione anche dei cittadini, io penso
che evitiamo anche contrapposizioni ideologiche, evitiamo anche questo atteggiamento di linciaggio
che vi è nei confronti di chi ha il diritto di cercare una vita migliore.
Allora, termino per dire, rispetto… no, assolutamente, banalità ne ho sentite tante, quindi se ne
possono sentire, non è quello il tema, il tema è quello di provare a stare sul merito delle questioni
piuttosto che parlare degli altri, lo dico a chi preferisce parlare degli altri, io non ho mai parlato degli
altri, né esprimo giudizio sulle altre persone. Dico semplicemente che su questa questione,
Presidente, è necessario, come diceva il collega Leggieri, che rispetto anche alla gestione dei campi
vi sia il massimo della trasparenza, che anche rispetto alla questione del coordinamento per le
politiche sull’immigrazione, vi sia… diciamo così, noi apprendiamo oggi in Aula che la Giunta ha
deciso di fare, superando la vecchia Commissione, mi scuso, Presidente del Consiglio, se mi dilungo,
la vecchia Commissione che aveva anche il compito, quello dei lucani all’estero di seguire questa
partita, ha deciso di superarla, ha costituito autonomamente come Giunta Regionale una task force,
ha nominato il responsabile e credo che anche rispetto al coordinamento e a quant’altro fosse utile
che ci sia una discussione e prima nella Commissione competente e che lo stesso Consiglio sia nella
condizione di poter esercitare quelle funzioni che sono di controllo da una parte, ma anche di
partecipazione al dibattito, alla discussione sulle scelte che bisogna fare.
Qui per dirla con una battuta e finisco, che la storia delle persone solo a comando non portano
bene e quindi credo che più si ampia il modello di partecipazione e di coinvolgimento e più si è in
grado di rispondere ai bisogni, al diritto della gente di sapere, di essere informato, ma anche ai bisogni
di tutti, di avere risposta.
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PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Romaniello; prego, collega Pace.
PACEGrazie, Presidente. Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, ho l’impressione che
nonostante le modifiche di Renzi alla Governance la politica estera non sia stata ancora assegnata
alle Regioni, e però è necessaria una politica di contesto, dobbiamo capire di che cosa stiamo
parlando, perché è vero che la politica estera non è affidata alle Regioni, ma nemmeno la demagogia
è un tema che viene trattato all’interno dello Statuto.
Se non capiamo il contesto nel quale stiamo discutendo e se non proviamo a metterci tutti quanti
a fuorviare l’idea del voto facile, quello che è girato evidentemente nella testa di Maroni quando ha
detto non do soldi ai Comuni se accolgono gli immigrati, al di là della disponibilità giuridica a quella
definizione, questo è un tempo in cui siamo tutti un po’ condizionati dal voto facile, perché la
demagogia ci fa dire che sono risorse tolte a questa regione, ai cittadini di questo paese e così non è,
perché Il punto che poneva il consigliere Rosa nell’interrogazione era capire come poi magari farcito
da considerazioni personali, ma era capire come arrivare a quei numeri. E devo dire che l’altro tema
che ingenera sospetto e lo ingenera anche in chi vi parla è stata la gestione tutta italiana
dell’accoglienza dei campi.
Quello è un fatto tutto italiano, i campi li abbiamo gestiti noi e quello che è emerso è un fatto che
deve interrogare le coscienze e la moralità di questo paese ancor prima del tema di immigranti, però
per una volta, lo dico al consigliere Romaniello, per una volta noi siamo in perfetta linea con l’Europa
che abbiamo costruito. Noi abbiamo la Francia che lascia gli immigrati sugli scogli a Ventimiglia,
l’Inghilterra che dichiara: “Li voglio pagare, ma non li voglio accogliere” e l’Ungheria che dice: “Ergo un
muro e non li faccio entrare”, ma l’Europa che abbiamo costruito è esattamente questa e noi stiamo
discutendo a livello locale del più grande fallimento dell’Europa di questi anni. Il tema dei 185 mila
profughi che poneva Pittella è un tema che non inquadra il problema generale. Immigranti in questo
momento in circolo nel mondo fra … ed Europa sono 60 milioni. Immaginate cosa vuol dire una
portata grande quanto l’Italia di persone che stanno migrando. All’interno di un territorio che vede il
fallimento delle politiche di questo Governo rispetto a quello precedente in rapporto con la Libia,
rispetto al rapporto con Russia, rispetto ai rapporti con il resto dell’Europa.
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In questo contesto dobbiamo decidere cosa fa la Basilicata e per decidere che cosa fa la
Basilicata non possiamo avere né il tema dell’Approssimazione, perché se non diciamo dove e come
e con quali risorse non riusciamo a rispondere a quella che è l’esigenza prima dell’interrogazione e
come li vogliamo accogliere, dove li vogliamo accogliere e con quali livelli poi proverò a dire di
integrazione.
Secondo tema, un tema tutto politico, quello schema che abbiamo verificato e che abbiamo
proposto con la percentuale di immigranti all’interno del territorio in relazione alla popolazione ci dice
che la Basilicata sta in fondo alla graduatoria con l’1 per cento. Se uno Stato si deve far carico di un
problema, se lo deve far carico anche tenendo presente questi aspetti e dobbiamo dire fuori da quella
demagogia che invocavo come estranea a quest’Aula che in questo territorio non abbiamo avuto
variazioni del nostro grado culturale o dell’integrazione fra popoli per la presenza che adesso abbiamo
registrato.
E la lezione di civiltà e se dovessi lasciare un messaggio di questo mio intervento è solo questo,
la lezione di civiltà che il Mezzogiorno d’Italia ancora una volta sta dando a questo paese, all’Europa,
va rivendicata e va sottolineata. Grava che il messaggio arrivi da governatori del nord, che questo
problema lo stanno vivendo in maniera infinitesimale rispetto a quello che è la prima frontiera e la
prima costa che è quella del Mezzogiorno d’Italia e i dati della Sicilia lo dimostrano.
Secondo tema: il tema politico e il tema culturale. Per me molto spesso sovrapponibile. È
evidente, ha ragione Leggieri. Chi sta parlando di accoglienza? Noi li stiamo mettendo in luoghi chiusi,
salvaguardando un principio che è quello che ci sta più a cuore, perché il voto facile lo richiede quello
della sicurezza perché dobbiamo tenere distanti, perché ciò che non si conosce fa paura e … diceva “I
poveri puzzano” e questa cosa vale se sono stranieri e vale se sono italiani, perché non parliamo di
integrazione o di accoglienza, stiamo parlando di un’altra cosa, stiamo parlando di un problema che
qualcuno si sta scaricando, a patto che non lo facciamo come l’abbiamo fatto in passato. Il campo di
Palazzo credo sia emerso nel dibattito, non so chi l’ha citato e in quel campo non abbiamo dato,
Presidente, nessuna buona prova, ci sono stati i tavoli in Provincia, lo ricorderà il Presidente La
Corazza quotidiani, ogni anno si provava a risolvere il problema, ogni anno avevamo caporalato,
gente che dormiva nelle stalle di fortuna, gente che dormiva nei campi, qualche camper della Caritas
non istituzionali ma di volontari e senza il volontariato e l’associazionismo non avremmo affrontato
quel problema, disorganicità generale. Va affrontato oggettivamente il tema in maniera diversa, più
organico e più coordinata. _________________________________________________________________________________
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Due concetti e chiudi. Strano che in questo dibattito, un dibattito istituzionale non venga fuori
che noi stiamo discutendo di un fatto in cui abbiamo 2 mila morti in fondo al Mediterraneo che forse
dovrebbero essere un tema per l’Istituzione, che forse dovrebbero essere assieme alla sicurezza
sacrosanta, un tema per l’istituzione che si interroga, se ci sono 2 mila morti, bambini che stanno là
sotto perché cercavano sicuramente non di scappare per una qualche volontà di divertimento o di
svago, ma perché lì c’è la guerra e si muore, perché se non cominciamo a dire queste cose, facciamo
un discorso di demagogia assoluto in un territorio come quello dell’Italia che sta dando una lezione a
tutto il resto dell’Europa.
Dico, però, Presidente, il tema di una Basilicata fragile, della sicurezza c’è, per cui questo tavolo,
che non vedo immaginare, che tenga dentro la Prefettura, pensiamo alla sicurezza Giannino, ma
anche l’ASP e l’ASM per il tema dell’assistenza sanitaria, ma che tenga dentro anche gli uffici
scolastici provinciali e regionali, perché io vorrei che se l’immigrato sta in questo territorio e gli venga
assicurato a quel bambino il tema di poterlo far studiare, di poter conoscere la nostra lingua e di non
diventare realmente sopportato da questo territorio e se a quel tavolo ci facciamo partecipare anche le
diocesi e la Caritas che hanno sviluppato un ruolo straordinario nell’accoglienza a volte superiore e
molto più avanzo di quello delle Istituzioni, avremmo consegnato ai cittadini lucani una parvenza di
progettazione e di progettualità.
Presidente, a quel punto non sarà il numero che dividerà quest’Aula nel giudizio, sarà come
affrontiamo la questione e se questi organismi istituzionali a quel tavolo ci stanno, avremo tutti la
garanzia di avere realmente ovviato un percorso di accoglienza.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Pace; ha chiesto di intervenire il collega Napoli; prego, collega.
NAPOLIGrazie, Presidente. Io cercherò di esprimere alcune considerazioni e lo farò tentando di
articolare un ragionamento spero serio, pena il rischio appunto di incorrere e di incappare in qualche
equivoco o meglio in qualche strumentalizzazione.
Parto con il dire che è sbagliato approcciare al tema, ricordando quello che accadeva agli italiani
tanto tempo fa, quando vi fu quell’emigrazione verso le coste atlantiche, verso gli Stati Uniti, era
l’epoca degli Udil, era il 1933, Presidente degli Stati Uniti, il trentaduesimo Presidente degli Stati Uniti,
Franklin Delano Roosevelt, e quella era un’economia in espansione.
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È un tema questo e questa è la storia. Questa è la storia che è sancita da date e da episodi
incontestabili.
Partiamo da questa premessa che è di fondamentale importanza. Si usciva dalla grande
depressione, era un’economia in espansione e quello giustificava tante cose. Detto questo, proviamo
a riflettere e cominciamo con il dire che non si è al cospetto di una vera e propria emergenza.
Il fenomeno dell’emigrazione è un fenomeno che si ripete da oramai oltre un decennio, con flussi
più o meno importati a seconda dei contesti temporali e dei contesti politici.
Nel 2015, lo diceva credo il collega Rosa, in Italia sono giunte 60 mila persone, circa tra profughi
e migranti. Poi sarebbe il caso anche di approfondire la differenza tra profughi e migranti.
Ma possiamo dimenticare un altro dato, lo dico al collega Cifarelli, che nel nostro paese ci sono
altre 90 mila persone, tra cui 23 mila minori che sono ospitati in strutture di accoglienza in attesa della
decisione sullo status di rifugiati?
Detto questo, un punto di domanda che va affrontato è: qual è il rapporto tra le parole ed i fatti,
cioè quali sono le reali condizioni della convivenza che le città hanno concretamente offerto.
Veda, lo dico al presidente Pittella, che spero desti un attimo di attenzione a ciò che sto dicendo,
l’ospitalità è un dovere etico, assoluto, al quale credo che nessuno di noi debba o possa sottrarsi o
debba o possa rinunciare.
Del resto, è difficile restare insensibili, indifferenti al cospetto di donne, bambini, uomini disperati
che purtroppo in questa traversata nel mare, molto spesso hanno dovuto incappare nella morte, però
la responsabilità politica, presidente Pittella, è un’altra.
Se il dovere etico è del singolo, appartiene al singolo, la responsabilità politica è altra cosa e
riguarda la generalità dei soggetti.
Veda, fin quando l’ospitalità, così come abbiamo avuto modo di vederla e quella che si riscontra
alla stazione Termini, alla stazione centrale di Milano, faccio degli esempi emblematici o sugli scogli di
Ventimiglia, attenzione a parlare di accoglienza.
Fin quando non avremo la possibilità di far percepire all’opinione pubblica che l’accoglienza è
cosa diversa da quel che siamo costretti a vedere attraverso le immagini televisive, io credo che
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bisogna far prevalere la responsabilità politica sul dovere del singolo che è un dovere propriamente
etico.
Ho letto tra le righe un certo degno, tra virgolette, mi passerà il termine sicuramente improprio
rispetto a quello che stanno facendo alcuni altri governatori sui colleghi, in particolare il Presidente
della Giunta regionale della Lombardia o il presidente del Veneto, Luca Zaia.
È diversa sensibilità, le chiedo?
È mero populismo?
È un becero tentativo di cavalcare demagogicamente ed in maniera strumentale la paura
dell’uomo nero o forse possiamo leggere in questo atteggiamento anche quella responsabilità politica
che è cosa diversa dal dovere etico?
Cerco di spiegarmi, Presidente.
Lei ha letto dei dati.
Non ha sottolineato quello che emerso nell’ultimo incontro tra Cameron e il Presidente del
Consiglio, Matteo Renzi. C’è un report del Ministero della Difesa Britannico che riferisce che il Libia ci
sono almeno mezzo milione di persone che sono pronte ad imbarcarsi alla volta dell’Europa.
Quello che oggi c’è, è soltanto l’avanguardia di una platea molto molto più vasta che potrebbe in
qualche maniera attraccare in quella che è la lingua meridionale dell’Europa, la porta di ingresso
dell’Europa.
La stessa Unione Europea dice che è immaginabile, è assolutamente concreto quel rilevante
flusso migratorio anche nei prossimi mesi.
Veda, se non fosse questo il timore, io credo che il presidente Maroni, il presidente Zaia non
avrebbero difficoltà ad accogliere 500 migranti in Lombardia, con un PIL che è pari a quello di stati
dell’Unione Europea, che ha 10 milioni di abitanti, 1500 Comuni e potrebbe mai preoccuparsi di
accogliere 500 migranti?
Può mai Luca Zaia, 5 milioni di abitanti, anche lì un PIL che fa del Veneto, insieme alla
Lombardia una regione vera dell’Europa, preoccuparsi di dare ospitalità a 650 migranti?
Io credo che il tema vada visto con quel pericolo e mi riallaccio all’incipit, a quello che è stato
l’inizio del mio ragionamento.
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Vedete, in altri tempi, era possibile accogliere un numero straordinario di migranti, perché le
economie di quegli stati, di quei paesi erano in espansione, c’era la necessità di avere forza lavoro.
Ma, presidente Pittella, proprio in ragione di questo aspetto che è tutt’altro che marginale e
secondario, ci siamo chiesti qual è la capacità dei nostri Comuni, a cui questa legge provinciale chiede
uno sforzo di accoglienza. In che condizione economiche vertono?
Avrete letto come me, forse meglio di me, quello che è stato riportato dal “Sole 24 ore” sullo
stato in cui versano alcuni Comuni, su 8000 Comuni si è fatta una graduatoria, indicando quella che è
la reale situazione e condizione economica dei singoli Comuni.
Vi voglio ricordare qual è il Prodotto Interno Lordo della Basilicata rispetto a quella fatta
registrare dalle regioni che ho poc’anzi citato?
Il PIL procapite della Basilicata che dovrebbe dare accoglienza, si attesta a 18 mila euro annui
lordi, la metà della Lombardia, il 48,5% di quel che si registra nelle regioni del centro nord e il 67,8% di
quello medio europeo.
L’incidenza della povertà può o no essere un elemento importante da valutare pena il rischio di
lasciarsi andare a meri slogan con quella netta distinzione tra parole e fatti che pure ho sottolineato
nel corso del mio dire.
Vedete, la Basilicata incidenza di povertà relativa, cioè la percentuale di famiglie che spende
mensilmente e per consumi meno della cosiddetta soglia di povertà è del 22,9% Luca Braia. Quella
della Lombardia che ha tanto timore di migranti, che ha quel PIL straordinario, 10 milioni di abitanti e
1500 Comuni, è del 6,4%.
Quella dell’Italia, in media , è del 1,6%. Questi sono fonti ISTAT.
Possibile che questo dato non viene in alcun modo considerato da una classe politica che
dovrebbe approcciare a questo tema in termini seri e con grande responsabilità.
Ma è mai possibile che si dimentica, ad esempio, che Carbone, ritornando a quello che il
prodotto interno lordo procapite fa registrare su 8 mila comuni la posizione del 7972° Comune?
Può dimenticarsi qual è lo stato in cui versa Pietrapertosa, che in questa graduatoria si attesta al
7918° posto? Ed ancora Accettura a 7872° posto, ancora Aliano al 7823° posto, per dire qual è la
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condizione economica dei Comuni , a cui si chiede un grande sforzo per risolvere il problema
dell’accoglienza.
Questa non è accoglienza. Sarebbe mera tolleranza che è cosa diversa dal concetto di
accoglienza.
E se proprio devo dirla tutta, visto che vivo in questa città, presidente Pittella, si faccia un giro
alla stazione inferiore la domenica mattina, io l’ho fatto ed ho visto delle scene, naturalmente con le
debite proporzioni che dovrebbero far riflettere innanzitutto il primo cittadino di questa regione, anche
lì in numeri esigui ci sono migranti che dormono sui giacigli delle panchine all’interno della stazione.
Certo, con le dovute proporzioni, ma è un dato che non deve sfuggire che deve far comprendere
quanto serio è questo problema.
Come si esce dal pantano?
Belle parole, ma come si esce dal pantano?
Evitando gli slogan? Evitando le facile esposizioni mediatiche?
Vedete, lo slogan: “La mia casa è la tua casa”. Ma ditemi un po’ se questo è uno slogan o è un
modo di approcciare seriamente a questo problema. Ma la vogliamo smettere di fare della falsa
ipocrisia e ragionare sui veri grandi temi e questo è un vero grande tema in maniera seria e in maniera
responsabile.
Veda, Presidente, avrebbe un senso quello che lei ha detto: “Accogliamo fino a 2.000 migranti”
se ci fosse, come dire, una indicazione precisa delle fonti di finanziamento, quella che è l’entità delle
risorse che in qualche maniera debbono essere messe a disposizione per garantire vera accoglienza,
perché altrimenti, se questo non è, significherebbe confinare la proposta nel limbo di una mera
dichiarazione di intenti e nel limbo di una mera dichiarazione di intenti noi non dobbiamo cadere. Qui è
in gioco la responsabilità politica di una classe dirigente, che ha il dovere di dare delle risposte vere,
concrete, che possono declinarsi in fatti concreti.
Veda, Presidente, se così non fosse, il vero rischio, per questo modo di agire, di questo modo di
farsi interprete della vita politica è semplicemente quello di giungere ad una crisi democratica, sì, il
sentiment, il legame fra quello che è il sentimento vero, puro, fra quello che è quel sente la nostra
comunità. Ecco la crisi democratica in cui la politica non deve naturalmente cadere.
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E’ evidente che questo è un tema che merita un dibattito certamente più lungo, più articolato, più
approfondito, che non può essere naturalmente declinato nei pochi minuti che caratterizzano questi
nostri interventi.
Presidente, io mi auguro che alcuni di questi aspetti che mi sono sommessamente, così,
promesso di esplicitare in questa Aula, vengano da lei, in maniera responsabile considerati e magari
raccolti, per far sì che la Basilicata possa non semplicemente sbandierare il tema della tolleranza, ma
farsi interprete vero di quel concetto di integrazione e di accoglienza che, stando così le cose,
francamente, io non riesco a vedere.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Napoli. Si è iscritto il collega Pietrantuono e poi il collega Cifarelli. Dopo gli
interventi dei colleghi… possiamo chiudere con il collega Cifarelli e poi la pausa. Prego, collega
Pietrantuono.
PIETRANTUONOGrazie, Presidente. Io cercherò di essere breve, in modo tale da recuperare il tempo necessario.
Questa volta devo dire, mio malgrado, sicuramente è colpa mia, però gli interventi, sia del
consigliere Rosa che del consigliere Napoli, di cui ho molta stima, non li ho compresi fino in fondo e
provo ad argomentare perché.
Perché, diciamo, si è costantemente provato a portare il dibattito sulle altre regioni, che,
diciamo, con tutto il rispetto, però interessa relativamente, avranno pure i buoni motivi, non voglio
entrare, però misuro quello che è la Basilicata e quello che può essere il fenomeno migratorio rispetto
alla Basilicata e oggettivamente ne vedo più le opportunità che non i problemi, il che non significa che
i problemi li mettiamo sotto il tappeto, significa che proviamo ad affrontare quei problemi, che sono
stati declinati e sono la sicurezza, alcuni reali, alcuni percepiti, sui quali pure bisogna lavorare, però la
riduzione delle opportunità che la gente, alcune persone percepiscono, perché poi ognuno di noi porta
una propria sensibilità e, se vogliamo, anche un racconto diverso rispetto agli umori della gente.
Diciamo, io continuo a ritenere che c’è invece una maggioranza silenziosa che in questa regione
conserva non solo un approccio di accoglienza, ma un approccio che coglie in pieno l’importanza che
questo fenomeno può avere per la Basilicata.
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Noi, Michele, se vogliamo parlare seriamente, diciamo, siamo una regione condannata a
scomparire per il dato demografico, costantemente abbiamo discusso in questa sede, io per ultimo
rispetto ad altri colleghi, ho pure appreso, in passato, dalle discussioni che sono state fatte in questa
sede, però uno dei grandi temi è la presenza statale in Basilicata, abbiamo combattuto e combattiamo
costantemente contro un ritiro dello Stato, contro la chiusura delle scuole, contro la chiusura degli
uffici postali, contro la chiusura dei reparti delle Forze dell’Ordine, contro la difficoltà di tenere aperti
asili nido, contro la difficoltà, diciamo, di far reggere uffici statali, quali Inps, Inail e quant’altro, c’è un
tema che è quello demografico che oggettivamente e senza trovare parole particolari, però è il vero
dato che ci condanna a scomparire, è il vero dato che ci mette in difficoltà e sui quali invece questo
elemento può costituire una nostra ripresa, sapendo che innanzi tutto le risorse non le mettono i
Comuni e sono per lo più risorse statali guidate dalla Prefettura. Noi se siamo bravi possiamo fare un
lavoro nella pianificazione dei flussi, nel lavoro sui piccoli centri, nel recupero del patrimonio sia
privato che pubblico, che è, diciamo, per lo più in deperimento.
Quindi, sono problemi che oggettivamente faccio fatica a vedere, né tanto meno mi interessa il
PIL della Regione da questo punto di vista, mi interessa per altri motivi, sicuramente, richiediamo
efficienza, richiediamo una maggiore governance ed innovazione, richiediamo un accompagnamento
migliore alle piccole imprese, richiediamo, diciamo, uno studio migliore sulla… non c’è dubbio, ma non
è diciamo il PIL che deve misurare la nostra capacità di accoglienza e anche di inserimento, se
vogliamo, dei migranti.
Io non sono uno che adora la Merkel, però voglio dire, la Germania sappiamo il peso che ha, è
circa il 20% in termini di PIL dell’Europa, oggettivamente, al momento, allo stato attuale accoglie il
40% dei migranti dell’Europa, lo riesce a fare, sicuramente ha un sistema più collaudato, è il sistema
che… è così, Michele… ma può essere anche diversa, ma se io sto al PIL, valuto una capacità di
assorbire superiore e quindi non sto al dato del PIL, sto ad altri elementi e ragioniamo su quegli
elementi, non utilizziamo delle cose che non ci consentono di ragionare, perché rispetto a questa cosa
l’unica alternativa è sparare ai barconi, non c’è alternativa, io dico che questa regione Basilicata può
avere una opportunità, dopo di che valuto i problemi e vedo se siamo in condizioni di affrontare quei
problemi. Le opportunità sono: la prima opportunità, riuscire a mantenere i presidi statali in questa
regione, che è fondamentale, e ci riconsegna un dato demografico importante, ci sono economie che
viaggiano su queste persone e non è solo l’agricoltura, io che conosco l’area di San Nicola di Melfi, ci
sono settori, che sono quelli che fanno fornitura alle multinazionali, poi mi si dice, questo tema che ha
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sdoganato il consigliere Romaniello, e che ringrazio, può essere politicamente scorretto, ma c’è
questo dato, che ti consente di recuperare sui corsi comparativi. C’è poi un ulteriore elemento,
secondo me fondamentale, che facciamo fatica a divulgare, che uno degli elementi importanti, anche
di rilancio di un’economia, è il dato culturale, l’integrazione che si crea, lo scambio culturale non solo ti
porta, diciamo, un arricchimento, perché quelle valigie sono piene di esperienza e anche di
competenza, ma consente anche di allargare, perché quello che è successo dopo la prima guerra
mondiale lo sappiamo, Michele, però prenditi i dati dal 1871 al 1900, dei 14 milioni di italiani in fuga
dall’Italia 240.000 approdarono sulle coste libiche, tunisine, egiziane e lì trovarono fortuna; il
fenomeno migratorio non è un fenomeno che nasce oggi, io sono d’accordo con te quando dici che
non è l’emergenza, è chiaro che non è l’emergenza, è forse il fenomeno più antico, anche biblico, se
vogliamo, però io quello che voglio valutare è rispetto alla Basilicata quello che in termini proprio
comparativi, anche in termini di opportunità e di costi legati ad affrontare i problemi che derivano, dove
pesa la bilancia.
Io sono straconvinto che in termini di opportunità, in termini di una stragrande maggioranza forse
silenziosa di questa regione e che è disposta all’accoglienza e che muove economia anche nei piccoli
centri e laddove questi migrati ci sono, che quelli che conosco io sono lontano mille miglia da mafia
capitale e da questi esempi, secondo me le opportunità sono superiori ai problemi. Dopo di che i
problemi ci sono, indubbiamente, quelli percepiti direi alla classe politica di fare un ragionamento per
cercare di non farli percepire, quelli reali proverei a pianificare meglio. C’è un disegno di legge in
discussione in Commissione dove il Presidente Bradascio che ha la mia più grande fiducia sta
facendo un lavoro di grande coinvolgimento delle associazioni verrà fuori un ottimo disegno di legge e
sicuramente proveremo in tempi brevissimi a farlo venire fuori, però è un disegno di legge che va a
colpire esattamente quel problema e abbiamo limato e, ripeto, il ringraziamento al Presidente
Bradascio, alcune problematiche, l’abbiamo esteso il più possibile ad accogliere i fenomeni migratori
nella loro complessità e sono sicuro che quello strumento aiuterà notevolmente ad occuparci anche di
temi, quali la pianificazione territoriale dei flussi, perché è chiaro che dobbiamo andare verso un
modello che non concentra, ma distribuisce e anche dal punto di vista della sicurezza e della sanità
dove a fronte della difficoltà anche statale dobbiamo chiedere al nostro sistema sanitario, soprattutto
all’arrivo di un monitoraggio, ma anche per la tutela dei lavoratori in quel settore, sono tutte
problematiche che conosciamo. Io sono molto fiducioso che i tavoli che sono stati costruiti, insieme al
disegno di legge che presto verrà alla luce, riuscirà a risolverli, e a consentire in qualche modo di
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coniugare quel dovere morale che tutti noi e sono strasicuro che tutti noi sentiamo, con una politica
consequenziale, perché c’è un dato che io ritengo che l’Italia debba superare e che la Basilicata
debba superare e questa discussione si collegava anche molto bene al primo punto, ma la
riprenderemo fra qualche settimana e che noi siamo troppo abituati a vedere questa torta come una
torta finita, per cuI se io mangio un pezzo più grande, sottraggo all’assessore Braia, che vedo là, un
pezzo a lui, una visione che non esiste, che non regge. Non sono parole mie, ma sono parole
dell’inventore del microprocessore che se n’è scappato in America e ha detto: “Ho trovato una società
dove in realtà non c’è il problema della torta data, c’è il problema a far crescere questa torta per dare
un pezzo a ciascuno, dove se io mangio un pezzo più grande sono convinto che anche l’assessore
Braia può mangiare un pezzo più grande”.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, consigliere Pietrantuono; ha chiesto di intervenire il collega Cifarelli; prego, collega
Cifarelli.
CIFARELLIGrazie, signor Presidente. Siamo all’ora di pranzo e ci sta bene la torta al collega Braia,
all’assessore Braia.
Allora innanzi tutto, signor Presidente, volevo approfittare dell’occasione di questa discussione
della relazione che ha svolto il Presidente Pittella, per complimentarmi con tutti coloro che hanno
lavorato negli anni e che hanno consentito l’apertura a Lagopesole del museo dell’emigrazione
intitolato al compianto Nino Calice.
Io credo che sia stato un intervento, per come mi è stato descritto, andrò a visitarlo quanto
prima, credo che sia opportuno perché lì c’è un pezzo della nostra storia e un pezzo che si ricollega
inevitabilmente anche alle parole che sono state pronunciate in quest’Aula oggi.
E un altro attrattore, si usa dire così oramai, per qualunque iniziativa può avere a che fare con la
nostra identità, con la nostra storia, che è la nostra cultura e che può quindi attrarre nuovi flussi
turistici anche legato a questo settore particolare che va a completare l’offerta del nostro territorio.
Quindi complimenti a tutti coloro che hanno lavorato per l’apertura del Museo dell’emigrazione al
Castello di Lagopesole.
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Questa vicenda, non me ne vorrà il collega Napoli, se prendo spunto dall’apertura del Museo a
Lagopesole per contestare quello che il collega Napoli diceva prima quanto alla possibilità di
accogliere migranti soltanto in relazione diretta con lo sviluppo dell’economia, con il PIL e con la
capacità di un determinato paese di accogliere profughi in quanto l’economia tira e c’è bisogno…
profughi o comunque richiedenti asilo, e comunque migranti. Comunque accogliere stranieri in
funzioni di quanto tira l’economia di un paese. La contesto questa impostazione alla radice e faccio
mie le parole di Papa Francesco, pronunciate in occasione del messaggio per la giornata mondiale del
migrante e del rifugiato, laddove il nostro Papa in maniera molto semplice dice alla globalizzazione del
fenomeno migratorio occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione in
modo da umanizzare le condizioni dei migranti. Nel medesimo tempo occorre intensificare gli sforzi
per creare le condizioni atte a garantire una progressiva diminuzione delle ragioni che spingono interi
popoli a lasciare la loro terra natale a motivo di guerre e carestie spesso l’una causa delle altre.
In buona sostanza il Papa Francesco ci spinge tutti, italiani, europei, appartenenti ai paesi
cosiddetti del nord, ai paesi più sviluppati a farci carico di un’economia più equa, più solidale in un
mondo cosiddetto globalizzato che non può lasciare il sud al proprio destino.
E come diceva il collega Romaniello probabilmente vanno riviste in profondità le politiche dei
paesi più sviluppati rispetto a quelle nei confronti dei paesi meno sviluppati. Se il tentativo di
democratizzazione, di imporre la democrazia nei paesi del nord Africa non è andato a buon fine e gli
esiti li stiamo vedendo negli ultimi anni dobbiamo farcene una ragione e dobbiamo intervenire sulle
politiche mondiali da questo punto di vista perché il fenomeno migratorio tenta ad attenuarsi sempre
più. E nel frattempo però io non voglio stare al freddo ragionamento dei numeri, delle capacità di
accoglienza e tutto il resto. C’è un tema che ha a che fare con la vita umana, cioè non è pensabile che
nel frattempo che noi ci mettiamo d’accordo, la Basilicata con il resto delle Regioni, il paese con il
resto dell’Europa e bene sta facendo il nostro premier, Matteo Renzi, provare a sfondare i confini che
in questo momento impediscono ai flussi migratori di potersi distribuire in maniera più ordinata
all’interno del vecchio continente, fino a quando noi discutiamo di cosa fare, come fare, quando farlo,
se farlo e perché farlo, nel frattempo, qualcuno 1850, nel solo 2015 affonda nel mar Mediterraneo. Lì
ci dobbiamo mettere una bella croce fino alla fine e dire: “Di qui non si passa se non abbiamo, fino a
quando non avremo deciso cosa fare”.
Io capisco tutte quante queste ragioni, le capisco tutte, ma non possiamo continuare a discutere,
nel frattempo c’è gente che muore in mezzo al mar Mediterraneo. _________________________________________________________________________________
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Allora la cosa che possiamo fare noi, io ho condiviso molto la relazione del Presidente Pittella. È
evidente che intorno al tema dei migranti, del diverso, della persona di pelle, diversa dalla nostra, di
colore scuro, ci possono essere tutta una serie di paure, di timori legati appunto alla nostra incapacità
spesso di comprendere le ragioni dell’altro. Il motivo per cui una persona viene spinta a lasciare il
proprio paese, chi di noi vorrebbe lasciare il proprio paese per andare da un’altra parte del mondo?
Chi di noi vorrebbe farlo? Chi di noi vorrebbe rimanere laddove è nato e lì vorrebbe sviluppare anche
economicamente le proprie maggiori possibilità appunto di avere un reddito maggiore, di mettere su
famiglia e di continuare la propria specie nella propria terra di nascita.
Io penso che nessuno nasce per dire: “Domani me ne vado dalla mia terra e me ne vado da
un’altra parte”, così come sta avvenendo in questi anni in particolar modo. Allora noi dobbiamo avere
una grande capacità di accoglienza e nello stesso tempo, distinguendo per un attimo le questioni che
sono state poste quest’oggi, lo SPRAR, i CAT e tutto quello che accade nella zona di Palazzo San
Gervasio e nella zona del Vulture per quanto riguarda i braccianti agricoli, perché così vanno definiti
quei soggetti che si occupano di risolvere il problema in agricoltura, in quelle zone, perché là altrimenti
ci sarebbe un problema serio per la raccolta dei pomodori o per gli altri interventi che fanno in
agricoltura. Distinguendo le due cose, da un lato abbiamo gli interventi predisposti dal Governo sulla
base di leggi nazionali, leggi nazionali in particolare la Bossi-Fini, che probabilmente vanno anche
riviste alla luce degli ultimi fenomeni, vanno aggiornate, vanno ammodernate per evitare di avere quei
numeri che sono stati citati dal collega Rosa.
Dall’altro lato abbiamo invece un fenomeno che ha a che fare con interventi del Governo, pagati
dal Governo in cui la Regione non ci mette un granché dal proprio bilancio già asfittico di per sé e che
hanno a che fare con una normativa nazionale che va rivista, perché è vero quello che è stato detto
che quando si arriva all’interno di un centro di accoglienza temporanea, quell’accoglienza temporanea
diventa molto lunga nel tempo, inutilmente lunga nel tempo e questi soggetti che sono all’interno di
questo centro non hanno la possibilità vera di integrarsi con le popolazioni locali e con il territorio che li
ha accolti, perché sanno che dovranno stare per ancora un poco di tempo in quelle strutture messe a
disposizione dallo Stato attraverso le Prefetture ed i Comuni e poi dovranno andar via e nel frattempo,
non sono utilizzabili sul nostro territorio per fare anche lavori socialmente utili.
Ce li troviamo inopinatamente davanti i supermercati o davanti le stazioni, questo è un
problema. È un problema della normativa attuale che andrebbe modificata perché attività di vera
accoglienza possano essere messe in atto sul nostro territorio. _________________________________________________________________________________
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Dall’altro lato, c’è la parte dei lavoratori che vengono utilizzati soprattutto in agricoltura
soprattutto con l’organizzazione annunciata dal presidente Pittella nella sua relazione, con la Task
Force che ha lavorato.
Nell’uno e nell’altro caso, io credo che occorra lavorare, si lavora spesso nell’emergenza, per
quanto il lavoro fatto in particolar modo nel 2014 ha dato risultati positivi, ma è anche vero che quello
che ha detto il collega Leggieri va preso nella giusta considerazione, nel senso che quando si lavora
in emergenza, qualche volta la trasparenza ha qualche problema ad essere assolutamente aperta e le
procedure assolutamente aperte, trasparenti a disposizione di tutti i cittadini.
Ecco, l’impegno che le chiedo, signor Presidente, è quello di lavorare in emergenza, ma con
maggiore trasparenza.
Io sono convinto che tutto ciò che è stato fatto nei mesi scorsi è stato fatto secondo scienza e
coscienza, e sicuramente nel rispetto di tutte le procedure, ma di questo dobbiamo dare conto in
maniera migliore ai nostri concittadini, perché non dobbiamo avere nulla da nascondere, non abbiamo
nulla da nascondere. Se lavoreremo con la dovuta trasparenza, io penso che anche l’annuncio fatto di
aumentare il numero degli ospitati in Basilicata da 1000 a 2000 per aumentare quel numero dei 16
mila che in questo momento rappresenta poco meno del 3%, all’incirca il 3% della popolazione
regionale, ben al di sotto dell’8,5% che è la media nazionale, io penso che la Basilicata possa
compiere questo piccolo sforzo nella direzione di una maggiore umanità e di una maggiore
accoglienza.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie al collega Cifarelli. Il Consiglio lo sospendiamo. Riprende alle ore 15.30. Adesso
Conferenza dei Capigruppo.
Il Consiglio viene sospeso alle ore 14.21 e riprende alle ore 16.09
PRESIDENTE (LACORAZZA) Riprendiamo i lavori. Ha chiesto di intervenire il presidente Pittella. Prego, Presidente.
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PITTELLAPenso che il dibattito sviluppatosi oggi abbia bisogno di essere un po’ più irrobustito nelle
prossime settimane, anche alla luce delle risoluzioni che, tanto in Europa, quanto nell’incontro con il
Presidente del Consiglio dei Ministri, i governatori regionali proveranno a tirar fuori, previsto questo
ultimo incontro per giovedì mattina alle nove; capiremo esattamente e penso che il Consiglio
Regionale potrà fare la propria parte, approfondendo e migliorando la capacità e la qualità di
comunicazione che necessariamente su argomenti così sensibili deve esserci.
Io credo, consigliere Romaniello, che a nessuno deve essere preclusa la possibilità di dialogo, di
discussione e di approfondimento, giammai, né la task force ha la presunzione di superare prerogative
proprie della Commissione, a cui, fra l’altro, per compiti viene affidata quella funzione, men che meno
a livello consiliare rappresentato nelle Commissioni Consiliari, che hanno titolarità per promuovere in
ogni istante, in Consiglio e all’interno delle Commissioni e anche all’esterno, nella società, come nelle
istituzioni, ogni forma di animazione, di dibattito, di discussione.
Io penso che la comunicazione fra il governo e il Consiglio Regionale deve essere rafforzata,
non vi è dubbio, e il Governo deve fare, per mia parte lo farò, ogni sforzo perché la forbice si accorci il
più possibile.
Io penso che questo sforzo debba essere reciproco e, così come noi stiamo provando a tenere
la battuta anche accelerando provvedimenti, discussioni su provvedimenti importanti, si possono
condividere o meno, io penso che è proprio in una rinnovata volontà collaborativa che anche
argomenti di tale portata possano recuperare virtuosismo nell’approccio. Così nella nuova
programmazione, quando la Regione prova a declinare anche il messaggio più politico che dà sulla
volontà a raddoppiare la capacità di accogliere gli immigrati, prova a farlo scrivendo al Ministero degli
Interni, parlando al tavolo di coordinamento affidato alla Prefettura con le forze dell’ordine, con l’Anci e
dicendo che noi siamo esattamente perché si possa, con il metodo …, ma più in generale spalmare
per numeri anche contenuti su tutti i comuni che per sensibilità aderiscono al nostro appello, una parte
significativa del fenomeno che può vedere protagonista la Regione Basilicata. E meno siamo per
concentrazioni, in monoblocchi, che possono dare anche adito ad interpretazioni che sulla
trasparenza viaggiano sempre al confine, insomma le cose che si vedono e quelle che non si vedono,
che si immaginano, per quanto non attestate alla nostra volontà e alla nostra prerogativa
amministrativa, comunque aleggia, anche sulla scorta di ciò che è accaduto a Roma con Mafia
capitale, noi dobbiamo fare di tutto perché anche il benché minimo dubbio venga fugato._________________________________________________________________________________
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Allora, l’idea di animare i nostri centri storici, i nostri borghi, per capirci, per molti aspetti anche
abbandonati e spalmare su tutto il territorio, dopo il nostro appello, la nostra battaglia, definiamola
così, altri venti comuni oltre quelli che io ho enucleato hanno dato adesione alla Prefettura, per poter,
laddove sarà necessario e possibile, secondo le norme, aderire.
Allora, questa cosa ci consente, sostanzialmente, di avere una idea, diciamo, diversa e più
compiuta, a mio giudizio, dell’approccio alla inclusività e meno di un’idea che vengono qui cinquanta
extracomunitari, li mettiamo in un albergo fittato, noleggiato chissà dove, fuori da ogni rapporto con il
contesto sociale, quella non è inclusione, oggettivamente, magari prestandoci anche a qualche falsa
idea che chissà dietro quali malefatte si consumino, francamente non ci appartiene, non è nostra
cultura, noi dobbiamo stare esattamente sulla trasparenza da un lato e su un’altra visione.
Ma anche l’idea che lancia il governo nazionale di fare in ogni regione un AB di accoglienza, per
poi da quell’AB di accoglienza spalmare su tutto il territorio, questo è lo schema che immagina il
Presidente del Consiglio dei Ministri e noi diciamo, invece di costruire e ripristinare il vecchio carcere,
per capirci, il … di Palazzo, quello con le risorse residue proviamo a convertirlo e facciamolo diventare
un AB che contiene il gruppo di migranti che arrivano e da lì proviamo a fare, nella quota spettante
alla Basilicata, una sorta di spalmatura, secondo me, noi facciamo una cosa positiva.
Ovviamente, va recuperata una alterazione a mio giudizio fisiologica del dibattito, che nasce da
due fattori: l’emergenza occupazionale e la crisi economica, che oggettivamente nel paese e in
Europa, per molti aspetti, amplifica di fatto il fenomeno, anche il giudizio su fenomeno, per il quale è
facile sostanzialmente cadere nella idea che da fuori noi li sosteniamo e li paghiamo, poi vai a vedere
di quei 35 euro noi ne diamo al cittadino immigrato 2,5 e tutto il resto viene speso sostanzialmente per
l’indotto che c’è per la formazione, i mediatori culturali, linguistici, eccetera e poi perché
sostanzialmente sottrae lavoro alle nostre maestranze, insomma analizzare il fenomeno fino in fondo,
perché se noi volessimo rimanere in Basilicata e stare sostanzialmente sulla nostra terra del
metapontino, sull’agro alimentare, capogruppo Cifarelli, sa perfettamente che la percentuale di
lavoratori extra regionali e anche non comunitari, o extra comunitari, è particolarmente alta, perché
c’è, dice Romaniello, una predisposizione diversa da parte del cittadino italiano a determinare …
Ora, il dibattito continuerà, io penso sostanzialmente che possiamo continuare a discuterne, la
nostra programmazione mi sembra di averla riassunta nella relazione, è una programmazione che ha
bisogno anche di capire a livello europeo e nazionale come viene affrontato complessivamente il
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tema, non c’è nessun pregiudizio nell’accogliere suggerimenti e nello sviluppare ulteriori
approfondimenti, facciamo in modo che questo dibattito, come su tanti altri temi scottanti che animano
la discussione in questa sede e fuori, si possa recuperare un protagonismo proprio del Consiglio
Regionale.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, presidente Pittella. Si è esaurito questo punto all’ordine del giorno. Non sono state
presentate risoluzioni, quindi procediamo al terzo punto all’ordine del giorno.
DISEGNO DI LEGGE NUMERO 43/2015 RECANTE DISCIPLINA CONCERNENTE LA TUTELA, LA VALORIZZAZIONE E LA PROMOZIONE DELL’OLIVICOLTURA REGIONALE E NORME PER L’ABBATTIMENTO ED IL TAGLIO DI ALBERI DI OLIVO – DGR NUMERO 1623 DEL 29 DICEMBRE 2014
Prego, collega Pietrantuono.
PIETRANTUONOPresidente, solo per un supporto. E’ ancora in discussione in Commissione, perché tra la
pausa… diciamo, di alcuni mercoledì di questo mese non abbiamo ancora affrontato gli emendamenti
del consigliere Cifarelli, del consigliere Santarsiero, diciamo, ci occorrono un altro paio di sedute.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Noi l’avevamo richiamata in Consiglio perché erano passati i trenta giorni, così come il
regolamento prevede e quindi avevamo iscritto d’ufficio il provvedimento all’ordine del giorno di questo
Consiglio.
Però in questa circostanza io chiederei al Consiglio Regionale di votare il rinvio in Commissione,
così come proposto dal collega Pietrantuono.
La votazione è aperta.
Chiudiamo la votazione.
Votanti 16: favorevoli 16. Il Consiglio approva.
Ovviamente la votazione consente non più di avere un tempo determinato che avrebbe potuto
portare come la circostanza pregressa il sottoscritto a dare un tempo, ma a svolgere l’attività in
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Commissione e quindi nel dibattito della Commissione a licenziare il provvedimento per poi porre
l’attenzione del Consiglio Regionale.
Procediamo sul quarto punto all’ordine del giorno.
PROPOSTA DI LEGGE N. 22/2014 “PROVVIDENZE A FAVORE DI FAMILIARI O ACCOMPAGNATORI RESIDENTI IN BASILICATA DI SOGGETTI AFFETTI DA PATOLOGIE PARTICOLARMENTE GRAVI” DI INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE ROSA.
Consigliere Rosa, prego.
ROSAChiedo scusa, siccome è assente il Presidente Bradascio, mi sostituisco a lui in questo… che
relaziono. Sostanzialmente da quando è tornato in Commissione, Presidente, non se n’è mai
discussa. Non è stata mai calendarizzata. La settimana scorsa eravamo rimasti con l’Assessore alla
Sanità che avrebbe mandato degli emendamenti che non sono arrivati, almeno che io ne abbia
notizia, non vorrei che siano arrivati in questi giorni al Presidente Bradascio, io non ne ho notizia però.
Questo è lo stato dell’arte.
Siccome l’Assessore aveva detto che faceva degli emendamenti, li avrebbe trasmessi, io non so
se li ha trasmessi in questi giorni, però il Presidente Bradascio non mi ha detto nulla e ora non so, se
per cortesia si può verificare almeno questo aspetto.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Va bene, grazie. Io dico anche ai colleghi, ai consiglieri regionali che hanno presentato
emendamenti questa mattina, eventualmente di ripresentarli in Commissione, vi chiedo anche su
questo punto il voto per evitare che ogni volta dobbiamo richiamare d’ufficio, entro un tempo
determinato, che io dovrei assegnare come regolamento i provvedimenti perché approdano in
Consiglio senza una discussione che viene esaurita e viene completata nelle Commissioni.
Quindi io vi chiedo un voto sul rinvio in Commissione.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 16: favorevoli 16. Il Consiglio approva.
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Quinto punto all’ordine del giorno.
DISEGNO DI LEGGE N. 55/2015 “ISTITUZIONE DELL’ENTE DI GOVERNO PER I RIFIUTI E LE RISORSE IDRICHE DELLA BASILICATA (E.G.R. I .B.) – D.G.R. N. 401 DEL 31 MARZO 2015
Ci sono interventi? Prego, collega Rosa.
ROSAMi pare che alcuni colleghi hanno presentato alcuni emendamenti, però voglio ricordare quello
che ho detto l’altra volta, però probabilmente non voglio polemizzare, cioè avevamo detto che sarebbe
passato in Commissione nuovamente questo provvedimento e non è stato calendarizzato finora. Più
ci sono degli emendamenti di alcuni colleghi. Dovrebbe ritornare… praticamente l’altra volta è tornato
in Commissione per una ulteriore lettura. L’ultimo Consiglio avevamo detto, però in Commissione non
è stato più calendarizzato.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Collega Rosa, le Commissioni sono state la Prima, la Seconda e la Terza nella quale c’è stata…
prego, Presidente Pittella.
PITTELLAIo non ho nessun tipo di problema, ovviamente ad esprimere un parere, il Governo sulle
proposte di legge che stanno ritornando anche questa per ultima.
Io mi permetto soltanto di dire: se c’è bisogno di fare qualche approfondimento, io sto prendendo
gli appunti che valgono per me, Presidente, e per gli Assessori … proviamo a dire con sano realismo,
prendiamo quindici giorni e in quindici giorni né sì e né no, cioè possiamo approvare, possiamo non
approvare un provvedimento, però chiudiamo, perché se no sembra un elastico che si allunga e che si
accorcia ed io stesso sono in difficoltà. Nel senso che E.G.R.I.B. mi ricordo che dovevamo approvarlo
in dieci giorni.
È un giudizio reciproco che ci diamo, non sto dando responsabilità, dico soltanto che esiste un
tema su provvedimenti che per responsabilità di questa parte o per responsabilità di altra parte
galleggiano un poco, penso di sì, allora diciamo che ci prendiamo quindici giorni e prima del concedo
per la pausa estiva, noi li approviamo o li bocciamo parte o tutti. Facciamo così e facciamo prima.
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PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, Presidente Pittella; prego, collega Mollica.
MOLLICAPresidente, io concordo insieme con lei questa questione. Ricordo che bisognava approvarli in
una nottata dove venne deciso di rinviarlo proprio perché non erano chiare e le questioni non si
potevano approfondire e addirittura anche a fronte di un DDL già presentato, abbiamo dovuto ritirare
quel DDL, la Giunta ha dovuto ritirare quel DDL e riapprovarne un altro. Io invece la inviterei,
Presidente, considerato che l’atto è di emanazione direttamente della Presidente della Giunta, di
pigliarsi anche gli emendamenti che sono stati presentati in Commissione ed esprimere anche, fare
una valutazione… se lei lo vuole fare qui, allora a questo punto che rispetto a tutto quello che bisogna
fare, per me si potrebbe discutere anche oggi, se questo è il senso. Noi dovevamo fare un
approfondimento tecnico sugli emendamenti presentati per capire se effettivamente nel contesto
potevano… approfittiamo del fatto che dieci giorni, come dice lei, in Commissione, però faccia… si
esprima anche la Giunta, lo faccia pervenire al Presidente della Commissione se la cosa può essere
inserita o meno.
Presidente, faccia come vuole, se no altrimenti, secondo me, le arriverà di nuovo lo stesso testo
con gli stessi emendamenti presentati.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Mollica; prego, collega Romaniello.
ROMANIELLOGrazie, Presidente. Io parto da quest’ultima considerazione che faceva il collega Mollica. Credo
che noi dobbiamo rendere quanto più snello e possibile il procedimento e dobbiamo evitare che ci
sono alcuni atti, Presidente, che per due volte vengono qui e ritornano in Commissione. Vanno in
Commissione e ritornano… allora su quelli che rinviamo oggi in Commissione, si decide visto che vi
sono anche in relazione ad alcuni DDL, penso all’emendamento nostro che abbiamo presentato, ma
che è un articolo della legge che io avevo presentato di abolizione di Acqua Spa. In Commissione si
assuma la decisione, si bocciano gli emendamenti, o si accolgano, dopo di che il testo viene
licenziato, non possiamo… perché altrimenti ci troviamo da una parte i Presidenti delle Commissioni
che dice che sono cinque volte che discutiamo, da un’altra parte ci sono occasioni in cui non si riesce
a risolvere il problema sugli emendamenti perché o non si ha un orientamento definito e quant’altro, gli
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emendamenti li rimandiamo direttamente in Consiglio. Arrivano in Consiglio e si dice: “No,
dobbiamo…”.
Allora decidiamo di rispettare quello che prevedono le norme, e cioè gli atti si presentano in
Commissione, gli emendamenti si presentano in Commissione, si discute, si vota e si licenzia l’atto.
Poi se qualcuno ritiene di presentare in Consiglio un ulteriore eventuale emendamento e quindi
ritiene che ne debba discutere il Consiglio lo fa, però evitiamo questo avanti e dietro che, secondo me,
non ci aiuta a lavorare. Punto.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Romaniello. Solo una precisazione tecnica e le decisioni sono anche per quello
che il Presidente Pittella ci ha detto. Io ho preso il verbale della seduta del 9 giugno del 2014, noi
abbiamo messo ai voti dei punti successivi all’ordine del giorno al prossimo Consiglio Regionale, cioè
a questo, quindi non abbiamo rispedito in Commissione il provvedimento, da verbale del 9 giugno
2014. Giusto per la precisazione tecnica.
Quindi il Presidente Pittella esprime una posizione che non è tecnica, ma è politica, che
comunque in ogni caso a fronte di una discussione che si potrebbe fare oggi, almeno per ciò che
abbiamo votato nella seduta del 9 giugno, il Presidente dice: “Per me, c’è una disponibilità a rinviare e
chiudere entro luglio questa partita”.
Penso che possa essere colta la disponibilità a fronte, lo dico collega Rosa, del rinvio a questo
Consiglio regionale, non alle Commissioni, così come da verbale del 9 giugno 2015. Questo è il punto.
Prego, collega Rosa.
ROSAPresidente, io non voglio animare alcuna polemica, e non metto in dubbio che sul verbale c’è
scritto così, non lo metto in dubbio, però evidentemente al di là di quello che è stato scritto sul verbale
dobbiamo contestualizzare quando c’è stato quel rinvio e cosa stava succedendo, però dall’altra parte,
collega Cifarelli, mi dovrà dar conferma che l’altra volta su questo provvedimento c’è stata
un’interlocuzione anche con te, ed avevamo stabilito che dovevamo fare almeno un passaggio in
Commissione per rivedere alcune cose. Tutto qua.
Al di là di quello che c’è scritto, non era la voglia di polemica, non risulta a verbale, però io non
mi permetto, non mi sono mai permesso di alzarmi e dire qualcosa che poi non è accaduto.
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Poi il verbale si è sviluppato in una certa maniera, perché così è arrivato ad un certo punto,
quello è un altro discorso, però da un punto di vista politico, voglio dire, era successo questo. Tutto
qua.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Io mi attengo, collega Rosa, all’ordine e alla organizzazione dei lavori consiliari. Quindi, sul
piano tecnico abbiamo rinviato il punto a questo Consiglio, ovviamente la disponibilità del presidente
Pittella sul piano politico, è quella di dare tempo all’approfondimento in Commissione tenendo
presente che sono arrivati, tra virgolette, soli, chiuso virgolette, quattro emendamenti, quindi non
siamo di fronte ad uno stravolgimento del dibattito politico-istituzionale che potrebbe avere.
Tuttavia, lo dico ai capigruppo, di interpretare e di tradurre la posizione della Giunta e del
presidente Pittella come ulteriore voto di rinvio ad un prossimo Consiglio regionale comunque ed in
ogni caso da tenere entro luglio per l’approvazione eventualmente approvazione o bocciatura del
punto oggetto all’ordine del giorno.
Ci siamo?
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 16: favorevoli 13, contrari nessuno, astenuti 3. Il Consiglio approva.
Lo dico, colleghi, c’è tutto il tempo per riportare provvedimenti in Commissione, discutere ed
entro luglio chiudere così com’è stata la proposta del Presidente Pittella, chiudere, discutere e votare.
Prego.
GALANTEMa abbiamo votato di chiudere questo DDL entro il mese di luglio, ma senza portarlo in
Commissione, mi è sembrato nelle cose che ha detto, o ho capito male?
PRESIDENTE (LACORAZZA) Il punto all’ordine del giorno è stato rinviato ad un Consiglio regionale successivo, definiremo
come Conferenza di capigruppo quando calendarizzare il punto all’ordine del giorno.
Tuttavia c’è il tempo necessario per ulteriori riflessioni ed approfondimenti nelle Commissioni
consiliari competenti.
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GALANTEVa bene. Grazie.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Prego. Sesto punto all’ordine del giorno.
PROPOSTA DI LEGGE N.27/2014 “POTENZA E MATERA: CITTA’ DEI SERVIZI”, D’ INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ROSA E PACE
Ci sono interventi? Prego, collega Rosa.
ROSAPresidente, questa legge, nonostante sia stata assegnata alla Commissione che io presiedo, ho
ritenuto di richiamarla in Consiglio, proprio perché la questione della città capoluogo ci impone una
discussione.
In tutti questi mesi, ricordo che questa legge è stata presentata il 30.04.2014 a firma Rosa, Pace
ed a dire il vero, in tutti questi mesi abbiamo provato ad aprire un dibattito in seno alla Commissione
competente, anzi abbiamo fatto di più, con il collega Santarsiero abbiamo unificato, nonostante non
fosse stato attribuito alla Prima Commissione abbiamo tenuto delle riunioni congiunte delle due
Commissioni, proprio per mettere un po’ a tutti i colleghi di partecipare alla discussione.
Io voglio ricordare solo questi aspetti.
Abbiamo udito tutti questi mesi il Sindaco della città di Potenza, De Luca, poi abbiamo udito il
sindaco della città di Matera in rappresentanza dell’ANCI, quale rappresentante regionale dell’ANCI,
Adduce, che hanno espresso un parere favorevole all’idea di istituzionalizzare il rapporto tra quelle
che sono le città capoluogo e la regione Basilicata.
Più volte abbiamo invitato il presidente Pittella a partecipare alle Commissioni, più volte è stato
inviato il presidente Pittella a partecipare ed a venirci a dire qual era il giudizio del Governo rispetto a
questa proposta di legge, cosa che non è mai arrivata.
Probabilmente il presidente Pittella impegnato, ogni volta che è stato udito non è venuto in
Commissione, quindi su questo progetto di legge non conosciamo il parere del Governo.
In Commissione, tutti i colleghi sanno, si è sviluppato un dibattito legittimo, sono arrivate idee
integrative, secondo me, rispetto a questo progetto di legge, nel momento in cui ricordo il collega
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Robortella parlava della questione dei piccoli comuni legittimamente o il collega Pietrantuono parlava
anche di altri comuni che svolgono questi servizi sovra comunali.
È chiaro che l’intento di questa legge non è tenere da parte i piccoli comuni o gli altri Comuni, a
parte i capoluoghi, non è quello l’intento della legge, ma l’intento era quello di cominciare con le città
capoluogo ed istituzionalizzare i rapporti.
Istituzionalizzarlo significa che alle città capoluogo viene riconosciuto questo ruolo di città di
servizi rispetto alle Province e rispetto a questo ruolo sovra comunale, la Regione, stanzia delle
risorse finanziaria, però con specifica destinazione, questa era l’idea.
Esiste un servizio che le città capoluogo forniscono, la Regione è vicina ai capoluoghi, si viene a
determinarsi una cifra, però una cifra che è finalizzata alla copertura delle spese legate a questi
servizi.
Questa è un breve promemoria.
Presidente, in Commissione, questa legge non ha trovato il voto e l’ho richiamata in Consiglio
proprio perché avevamo difficoltà ad acquisire il parere del governo su questo fatto qua.
Ora, io mi rimetto anche al dibattito dei colleghi.
È chiaro che in questo Consiglio si debba riappropriare di una potestà legislativa e debba
indicare al Governo regionale una strada.
Non possiamo pensare che il Governo regionali disponga a seconda delle questioni ed a
seconda dei casi.
È necessario che fra regione Basilicata e città capoluogo ci sia un rapporto trasparente.
Questo rapporto trasparente non può che ottenersi tramite un provvedimento legislativo che
sancisce le questioni.
È chiaro che così come ho detto tante volte in Commissioni, mi pare che questa era un’ipotesi di
lavoro da completare, da arricchire, cose che non è successa e quindi oggi arriviamo in Consiglio e
parliamo di questo.
Parliamo anche guardando un attimo a quello che è successo alla città capoluogo, alle difficoltà
finanziarie della città capoluogo ed a quello che forse a breve dovremmo parlare in assestamento.
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Il dato è questo: perché delegare il governo regionale, collega Cifarelli, a stabilire certe cose e
non appropriarci noi di quello che è un nostro ruolo, di legiferare e quindi di regolamentare questa
materia.
Questo è un quesito che lancio a tutti voi, affinché si possa giungere.
Ho letto degli emendamenti di alcuni colleghi, tipo quello del collega Benedetto che aggiunge
Lagonegro, è legittimo, non mi permetterei, però il principio è questo: o decidiamo di affrontare la
questione delle città capoluogo, poi, collega Benedetto, con altra legge decidiamo di affrontare le
situazioni degli altri comuni, come quella dei piccoli comuni, voglio ricordare, per quanto riguarda i
piccoli comuni, esiste una legge, una legge che i governi regionali non stanno finanziando, collega
Robortella.
Quindi, voglio dire, noi dobbiamo avere il coraggio di affrontare le questioni per quelle che sono
e certamente non possiamo pensare che rispetto ad una iniziativa che vuole affrontare il problema
delle città capoluogo si butti tutto dentro e si provi, poi alla fine, tentando di fare un minestrone, non si
risolve o non si affronta realmente la questione.
Io sono convinto che il problema non è soltanto poi di Lagonegro o c’erano delle proposte, non
ricordo, di Venosa, altri comuni, assolutamente, tutti questi comuni hanno dignità e parità di
trattamento, ma è chiaro che la questione, dalle città capoluogo e gli altri comuni, deve rimanere
separata, ma ambedue vanno affrontate. Mi fermo qua, grazie.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Rosa. Prego, collega Benedetto.
BENEDETTOGrazie, Presidente. Giusto per chiarire un pochettino lo spirito del mio emendamento, perché io
capisco lo spirito del collega Rosa, però io ritengo che, va bene, alle città capoluogo bisogna dare un
incentivo, uno stimolo, ma l’impostazione della proposta di legge del consigliere Rosa era per dare
risorse ai comuni, che comunque coincidono con i comuni capoluogo, che danno, prestano servizi alla
città.
Ecco, era uno dei problemi, per esempio, di potenza, il problema dei servizi che costano tanto,
proprio perché in città arrivano più cittadini durante il giorno, che vengono, non pagano le tasse e
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tornano a casa la sera, questa cosa può essere un problema serio della situazione finanziaria del
Comune.
Quindi, io ritengo che il problema non è circa le città capoluogo, ma città che danno servizi.
Lagonegro, al pari di Matera e di Potenza, è l’unico Tribunale rimasto attivo dopo la soppressione dei
Tribunali distaccati e l’accorpamento degli altri Tribunali, io ritengo che Lagonegro abbia serie difficoltà
ed ha bisogno appunto di creare servizi e quindi un po’ di fondi per dare possibilità alle persone che
fruiscono, che arrivano. L’unico ospedale nuovo in costruzione, quindi immaginate cosa succederà
quando la nuova struttura sarà pronta a Lagonegro, quindi ritengo…
PRESIDENTE (LACORAZZA)
Un attimo solo, collega Benedetto, vedo un po’ di… Io capisco che l’argomento è molto
interessante…
BENEDETTO
Io non sono di Lagonegro, Presidente.
PRESIDENTE (LACORAZZA)
No, l’argomento è molto interessante, se potete… Prego, collega Benedetto.
BENEDETTO
Dicevo, oltre al Tribunale, che accorpa tutto il Vallo di Diano e la struttura ospedaliera
sanitaria, il nuovo investimento sull’ospedale che si sta facendo, la sede dell’Inps, dell’Inail, una sede
distaccata anche dell’Università, io ritengo che Lagonegro probabilmente potrebbe avere difficoltà,
con la struttura comunale che ha ha bisogno forse probabilmente di più fondi di Potenza e Matera,
visti i servizi che eroga.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Benedetto. Prego, collega Mollica.
MOLLICAPresidente, ci stanno consegnando in questo momento tutta una serie di emendamenti che,
logicamente, alcuni addirittura sostituiscono la norma e aggiunge anche qualche altra cosa. Al netto
adesso anche della tecnicalità rispetto al fatto che ci sono, ad esempio, all’articolo 17 “Risanamento
finanziario città capoluogo”, il collega forse aveva previsto quelle che erano le somme originarie e le
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spalma in quattro anni, quando poi abbiamo capito che questa cosa non si può fare e che
eventualmente una risoluzione va trovata in maniera diversa, ma mancherebbe, logicamente, della
copertura finanziaria, in quanto una norma finanziaria deve prevedere anche la relativa copertura.
Quindi sarebbe, da parte della Presidenza del Consiglio, almeno l’articolo 17 irricevibile, in
quanto non comporta… e se viene presentato in Aula, adesso capisco pure il senso della discussione
o del valore politico che il consigliere Rosa voglia dare, soprattutto in questo momento particolare
dove si sta giocando anche una partita ed uno scontro politico fra le diverse fazioni, fra chi ha vinto le
elezioni, da chi invece le ha vinte solamente con il Sindaco e da chi le ha vinte con i Consiglieri. E
capisco anche che si sta giocando un pochettino al gatto con il topo, io lo ripeto, pensando
logicamente non al bene reale della città o delle città o del ruolo e delle funzioni che loro svolgono.
Non credo che sia questo lo spirito con il quale… io l’ho detto nell’intervento quando abbiamo
parlato di Potenza l’altra volta, lo continuo a ripetere, non credo che sia questo lo spirito d’approccio
che dobbiamo avere, altrimenti o rischiamo di far diventare una cosa ridicola, risibile, presentare
un’altra proposta di legge, emendamenti dei colleghi, il fatto che si debba discutere qui e come si
debbano mettere intersecate le questioni insieme… voglio dire, lo sforzo, io posso capire che debba
essere fatto per dare una legge a questa Regione, che si possa occupare di chi svolge servizi
sovracomunali e ritengo giusto quello che hai detto, che quando il collega Robortella si occupa dei
piccoli comuni anche loro hanno una loro funzione, di presidio del territorio, di difesa di quel territorio,
o quando qualche altro collega, legittimamente dice: “Siccome dà servizi anche la città di Lagonegro”
e sceglie di inserire la città di Lagonegro perché è l’unico Tribunale rimasto dei tre della regione
Basilicata, qualcun altro potrebbe metterci qualche altra cosa, però credo che sostanzialmente questa
è una norma che debba, se veramente la si vuole discutere, considerato che era giacente nella
Commissione, la si mette all’ordine del giorno, il proponente o il primo proponente, considerato che i
proponenti sono due e sono Rosa e Pace, ma il primo proponente, è Presidente pure della
Commissione, ripiglia questi emendamenti, se li fa restituire esattamente in Commissione, discute in
Commissione cercando di capire se vi sono gli elementi anche all’interno di questi emendamenti da
tenere in considerazione e si fa una cosa seria, altrimenti credo che stiamo facendo una macedonia di
quelle che non servono né alla città di Potenza, né alla città di Matera, né a quella di Lagonegro, né ai
piccoli comuni, ma nemmeno alla regione Basilicata.
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PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Mollica. Prego, collega Pace.
PACEGrazie, Presidente. Prendo in prestito le parole di Cesare che diceva: “Se non puoi convincerli
confondili almeno”.
Il tema qual è? Se discutiamo dell’ospedale San Carlo, diciamo, ma c’è un ospedale anche a
Matera, uno a Lagonegro, uno a Melfi, uno a Venosa e così via, non facciamo il bene dell’Ospedale
San Carlo; se discutiamo del tema Potenza e ci diciamo, attraverso degli emendamenti, una legge che
poi diventa emendamenti, che questo dibattito può diventare una cosa più importante, se ci diciamo
che anche Lagonegro offre dei servizi, se ci diciamo, come dicono credo gli emendamenti Perrino, che
anche Venosa, Policoro e Maratea hanno una valenza extra territoriale, diciamo tutte cose vere, ma
perdiamo di vista l’obiettivo.
Questa legge nasce per una contingenza e nasce con una valutazione, che c’era la necessità di
riportare al centro del dibattito la situazione dei comuni capoluogo. L’attualità ci ha dimostrato in
maniera stringente che ciò era vero ed era vero in maniera molto diverso per Potenza e per Matera.
Era vero perché Potenza aveva un grosso problema, in quel momento, che permane, di bilancio
e che Matera aveva una grossa virtù che tutti quanti dovremmo fare nostra, che era la prospettiva che
si era creata per Matera 2019.
Il tema che stiamo affrontando oggi riporta il dibattito al posizionamento, cioè ognuno di noi
prova a prendere una proposta di legge, per un verso o per un altro, e porla in questa sede per
interessi di parte, che non sono gli interessi della città di Potenza, signori; gli interessi della città di
Potenza stanno in quel dibattito, che spesso è avvenuto fuori da questa Aula e che è stato maturato
nel Consiglio dei Ministri e che probabilmente, in maniera responsabile va ripreso e che è sta nella
dialettica fra una istituzione, che è quella comunale, e quella regionale che si deve far carico di una
serie di valutazioni, che tutto questo Consiglio ha fatto proprie e che ricordo al collega Santarsiero,
che la propose in quel momento, ma tutti quanti noi la firmammo, in una mozione la necessità di
tornare alla centralità del dibattito degli enti pubblici. L’abbiamo fatto su due criteri, ricordo, anche
quelli assolutamente trasversali… Santarsiero io lo seguo con attenzione e recupero le sue parole
nelle quali dice: “Potenza deve tornare al centro del dibattito”. Abbiamo filtrato quelle parole attraverso
due ulteriori dibattiti che non parlavano di Potenza, ma non per… collega Mollica, lei ci insegna a
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dover ascoltare i colleghi, per una volta ascolti un collega giovane che prova ad andare anche oltre il
suo senso di responsabilità. L’abbiamo recuperato mettendo in piedi un buonissimo ragionamento che
aveva attivato il consigliere Napoli sui costi standard e sul dibattito degli Enti locali, votati all’unanimità
ed un altrettanto buono dibattito sul ruolo degli Enti locali e sulla centralità che un sistema di
governance devono dare ai Comuni e ai piccoli Comuni.
Con questa legge, però, con questo dibattito non c’entra in questo momento. C’è il tema
Potenza, c’è il tema Matera. Questa legge dice: “I Comuni capoluoghi ritrovano centralità”, il
Presidente in Commissione non si è mai espresso, in una maniera anche utilizzando lo Statuto e il
regolamento, la pone oggi al dibattito.
È evidente che se questa legge viene corroborata da venti emendamenti e da tre posizioni
differenti, non può essere oggi la sede nella quale affrontiamo questa norma.
Voglio ricordare a me stesso che pur avendo il merito questa nostra iniziativa deve essere
riposto al centro del dibattito questo tema, ad oggi non sarebbe risolutiva. Se questo Consiglio, come
sono sicuro farà, prende in mano la norma e l’approva all’unanimità non sarebbe risolutiva delle
questioni.
Allora il tema torna ad essere quello ab origine, siamo in condizione di immaginare un dibattito
serio sul tema del Capoluogo? Io affido alla politica e alla capacità di interlocuzione di ognuno di noi
questo tema di responsabilità e non di opportunità.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Pace. Ci sono interventi? Prego, collega Rosa.
ROSAIo ho ascoltato gli interventi di tutti i colleghi. È evidente che quando il collega Mollica provava a
dire si prova a fare politica tramite questa proposta di legge, io ti dico, collega Mollica, il Governo
regionale ha provato a fare politica per tre volte l’abbiamo convocato in Commissione e non è mai
venuto. È la stessa cosa, cioè noi ci siamo trovati rispetto al Governo regionale che per tre volte non
viene in Commissione, luogo deputato, così come hai detto tu a discutere di queste cose, però il tutto
si infrange rispetto all’assenza.
Quindi lo strumento dell’articolo 38 per poter richiamare la legge in Consiglio serviva proprio per
ritornare sulla questione, ma evidentemente è chiaro che io non voglio star qui a dire, però voglio
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ricordare a tutti voi che esiste questo provvedimento e che se vogliamo lavorarci sopra, è una cosa
estremamente saggia.
Per quanto riguarda il discorso emergenziale, collega Pace, io non voglio contraddirla, però
voglio dire qui è una questione di risorse, non è una questione di legge, perché se la legge viene
approvata e su questa legge si danno le adeguate risorse, il problema si risolve ugualmente, perché tu
ti troverai, forse, perché non lo sappiamo in assestamento, a discutere delle stesse cose, della
quantità di risorse. Quindi sarebbe meglio parlarne prima con una legge e capire cosa si può fare e
cosa non si può fare della città capoluogo. Poi in assestamento potremmo valutare le differenze, altre
cose, però un ragionamento serio, noi lo dobbiamo sviluppare nell’ambito di un articolato legislativo e
lì è il ragionamento, il resto non conta per me.
Quindi, Presidente Lacorazza, non c’è problema a ritornare in Commissione, assolutamente,
però invito anche il Presidente Pittella che è ritornato in questo momento ad indicarci così come
l’avevamo chiesto, Presidente, con più note, il giorno in cui, comprendendo i suoi impegni, la
disponibilità a venire in Commissione, gliel’abbiamo chiesto anche per iscritto, Presidente, non
abbiamo mai ottenuto risposta sulla disponibilità. Io le faccio avere queste note, perché quasi non mi
crede rispetto a questo fatto.
Presidente, sono trascorsi sei mesi da quando l’abbiamo invitato a darci un giorno e non è
questione di polemica, è questione che come ha detto prima, si può essere d’accordo o non
d’accordo, però chiariamo, se siamo d’accordo non d’accordo, un bel sì e un bel no, però il Governo si
esprime. Io… insieme, le ho detto di più per evitare polemiche con il collega Santarsiero, Presidente
della Prima, a cui non era stata assegnata la legge, abbiamo deciso di lavorarci insieme, con tutte e
due le Commissioni in maniera congiunta, proprio per coinvolgere il maggior numero di consiglieri.
Però è chiaro, Presidente, che senza l’indicazione del Governo, il Governo ha parte attiva nella
formulazione di questa legge. Tutto qua. Mi fermo qua.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Santarsiero, prego.
SANTARSIEROIntanto vorrei dire, avendo condiviso con il collega Rosa la discussione congiuntamente nelle
due Commissioni, condiviso la necessità di una riflessione ampia con il Governo regionale, che
francamente non mi è parso di cogliere né disattenzione, né tanto meno disinteresse da parte del _________________________________________________________________________________
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Consiglio Regionale della Basilicata Seduta del 23 giugno 2015
Presidente Pittella, che pure è vero, invitato in Commissione, non siamo riusciti ad audirlo, ma le sue
dichiarazioni, anche gli atti messi in campo dall’Esecutivo vanno sicuramente nella direzione di una
forte attenzione nei riguardi della città di Potenza sicuramente ma più in generale rispetto al tema dei
Comuni e delle due città capoluogo.
Fatta questa premessa è evidente che noi ci troviamo di fronte ad un disegno di legge che
condivido nella sua impostazione, un disegno di legge che recupera il ruolo delle due città capoluogo,
riconoscere il ruolo delle due città capoluogo significa fondamentalmente riconoscere un’azione a
favore di quelle comunità che sono chiamate più di altre, prima ancora di altre ad un ruolo di traino e
volano per lo sviluppo dell’intera regione, in una fase nella quale in Italia viene riconosciuto proprio
alle città, viene riconosciuto proprio alle aree urbane che hanno maggiore responsabilità sul territorio,
una punta avanzata, un luogo di servizi avanzati ed innovativi, per cui sostenere le città capoluogo di
provincia, significa sostenere processi di crescita e di sviluppo della Regione.
Detto questo, è evidente che il Consiglio Regionale non può non porsi il tema, evitando equivoci
degli altri centri che erogano servizi.
È evidente che Lagonegro al pari di Melfi, al pari di Policoro, al pari di Pisticci sono centri
insieme ad altri che non ho citato che sicuramente meritano attenzione e sostegno per le attività che
ospitano e per i servizi che mettono a disposizione, come pure abbiamo bisogno di guardare a quei
Comuni come Venosa, di straordinaria Maratea, citati in più emendamenti di straordinaria potenzialità
per i processi di crescita della Regione che pure meritano attenzione. Più in generale è il tema degli
Enti locali, un tema che in Italia va recuperato, l’Italia è un paese che ha dimenticato il ruolo che
svolgono sui territori i Comuni, gli Enti locali, quando l’Italia ha puntato sugli Enti locali, l’Italia è
cresciuta e noi dobbiamo tornare a sostenere i Comuni tout court e all’interno di un percorso di questo
tipo distinguere e comprendere le esigenze dei vari Comuni e in tale contesto comprendere che il
ruolo di città capoluogo sono ruoli forti, ruoli importanti, ruoli che in altre realtà vengono riconosciuti e
sostenuti come fa l’Italia, come paese nel riconoscere il ruolo della sua capitale, il ruolo di Roma,
come fa l’Europa con le sue capitali che vengono sostenute per garantire una dignità e una forza nei
servizi.
Quindi il disegno di legge è assolutamente condivisibile in un contesto di questo tipo. Altra cosa
è, ed è bene che facciamo… è emerso nel dibattito, l’ha detto già il collega Rosa, l’ha detto bene il
collega Mollica. Altra cosa è la situazione di emergenza amministrativa e finanziaria che vive il
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Consiglio Regionale della Basilicata Seduta del 23 giugno 2015
Comune di Potenza e che merita attenzione, rispetto alla quale il Presidente Pittella ha già dato una
risposta, ci sono delle interlocuzioni in corso per approntare la questione, comprendere bene la
dimensione. Ma sono due questioni, inevitabilmente ne parleremo, anche questo è vero, in sede di
assestamento, ma sono due questioni che dobbiamo tenere per un attimo distinte, per comprendere la
portata di un tema che è quello del sostegno alle due città capoluogo per quel ruolo che svolgono, per
i servizi che devono erogare e per tutte quelle cose che sono emerse più volte in sede di dibattito che
sono state oggetto anche di discussione in Commissione allorquando abbiamo audito sia il Sindaco di
Potenza, sia il Sindaco di Matera anche nella sua veste di Presidente dell’ANCI che rappresentano un
elemento che potrebbe consentire attraverso questo disegno di legge di far fare un passo avanti al
sistema amministrativo ed istituzionale della nostra regione.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Santarsiero; ha chiesto di intervenire il collega Galante; prego, collega.
GALANTEGrazie, Presidente. Soltanto qualche considerazione. In fondo sono delle scuse, colleghi Rosa e
Pace, che hanno avuto sicuramente un’intuizione nel momento in cui a maggio del 2014 si sono posti
un problema, circa il ruolo e le funzioni delle due città capoluogo.
Le mie scuse sono legate ad un fatto: io non ho guardato all’emergenza presentando 21
emendamenti, di cui i primi 8 sostitutivi delle norme e regole che loro avevano scritto, però era l’unico
strumento che avevo perché la questione potesse poi essere trattata unitariamente, non avevo altra
possibilità, visto che la mia proposta di legge era successiva, pertanto l’unico modo per poter
ricondurre ad un unico ragionamento, era esattamente presentare questi emendamenti che sono, in
gran parte, sostitutivi ed in gran parte aggiuntivi della loro proposta.
Contestualmente, io penso che è strano occuparsi con una legge di questioni di
programmazione dei Comuni, però sono anche convinto che il default della città di Potenza non
vedrebbe sorridere nessuno dei 130 Comuni della regione Basilicata.
Noi non possiamo pensare che se fallisce questa città, i vari organi periferici dello Stato, i vari
uffici potranno arrivare mai a Melfi, se non a Lagonegro o a Bernalda o in altro Comune.
La città di Potenza è la trincea della lucanità complessivamente intesa ed è una trincea perché
noi abbiamo addirittura condomini di persone che sono natie di Lagonegro o Palazzo San Gervasio,
qui c’è la lucanità, è un dato di fatto, perché questa è la città capoluogo di Regione e quando con, _________________________________________________________________________________
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forse a gamba tesa, intervengo in questo dibattito ponendomi ovviamente non un problema
emergenziale, ma un problema di programmazione, quello che è mancato alla città di Potenza, quello
che si vuole fare con gli emendamenti che ho prospettato è ricostruire e riconoscere un ruolo a questa
città, del quale si è tanto discusso, tanti Consigli comunali sono stati fatti, tante parole sono state
spese negli anni, fino all’altro ieri.
Ma come si fa a trasformare un ragionamento, una discussione in un pensiero forte?
In qualcosa che resti e che sia, come dire un atto di programmazione al quale ispirarsi?
Io non ho la presunzione che le cose scritte siano il verbo e dunque debbano essere quelle e
non altre, però come posso non pensare che la sede universitaria dell’Università di Basilicata è
Potenza e perché non scommettere su una città universitaria?
Questo è scritto nella legge.
È una scommessa importante, che nulla toglie a Matera, se è questa la preoccupazione di
alcuno, ma riconoscere a questa città un ruolo ed una crescita attraverso il polo universitario, credo
che sia un fatto legittimo.
Come riconoscere la presenza di un ospedale di secondo livello alla città di Potenza, sia
riconoscere che l’unico ospedale di secondo livello e che questo merita, non per i potentini, ma per i
lucani tutti, perché altri ospedali di secondo livello in questa Regione non se ne potranno fare.
Pensare che destinare risorse, una programmazione intelligente alla città di Potenza possa
essere uno strumento attraverso il quale si tolgono risorse alle altre 130 comunità di questa regione, è
un modo sbagliato di affrontare il tema.
Torno a dirlo: se perde Potenza, perde l’intera Basilicata.
È qui che c’è la trincea a quelle tendenze che guardano a questa regione divisa tra la Calabria,
la Puglia, la Campania.
Se perde potenza, noi perdiamo un caposaldo di questa difesa ed è allo stesso modo un
pensiero forte che ci fa dire che se va via la Banca d’Italia da Potenza, non va a Lagonegro, non va a
Lauria, non va a Melfi, va via e basta.
Se gli uffici periferici dello Stato vanno via, non vanno altrove, allora i lucani debbono poter
comprendere che non è una legge di campanile quella che si vuole fare, è una legge che difende la
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lucanità nel tutto tondo, allora se è un dibattito serio su questa città si deve fare, non lo si può fare –
Gianni credimi – con delle norme di emergenza, ma con un atto di programmazione vero sulla città.
Sono quelle contenute nella disposizione che guarda all’emergenza.
Facciamo un passo in più. Guardiamo e sintetizziamo i tanti ragionamenti sulle città capoluogo.
Guardate che Matera meriti un sostegno normativo su Matera 2019 per me è un radicato e
profondo convincimento, perché tutto ciò che deve essere fatto a Matera in questi quattro anni deve
essere supportato da norme che siano e che rendano attuale ed attualizzabile quel progetto, perché i
fallimenti delle città delle culture pure si raccolgono nel passato. C’è chi ha fatto flop in queste
occasioni. Non è che tutto è andato bene, benissimo.
C’è ancor di più un fatto, che noi rivedremo ancora una città italiana, capitale della cultura fra 33
anni, allora la grande occasione va supportata.
Ho anche suggerito più volte di ragionare assieme su come si crea un sostegno normativo
adeguato per quella funzione della città di Matera, che serve a tutti noi.
Allora, Presidente, tornando a scusarmi davvero, perché lo dico sinceramente, non volevo in
alcun modo offendere la suscettibilità ed anzi ho accolto la disponibilità dei collega Rosa e Pace.
Io ritengo che la discussione vada fatta e probabilmente debba tornare in Commissione ma con
la stessa urgenza che è stata segnalata per EGRIP!
Ripeto, non è un problema di risorse, è un problema di visione su una città che, a mio avviso,
può sposarsi bene anche con una visione e con norme che riguardino la città di Matera.
È un passo forte.
In altre occasioni ed in regime di ordinari età non avrei mai pensato ad una legge, ma il
momento che viviamo e la particolare situazione, credo che ci impongano anche scelte importanti che
abbiano finalità puntuali. Grazie.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Galante. Prego, collega Napoli.
NAPOLIGrazie, Presidente.
Io mi ricollego alle ultime parole ed il mio sarà un intervento flash, a quelle del collega Galante. _________________________________________________________________________________
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Aggiungo: bisognerebbe chiedere scusa ai potentini.
Non più tardi di 20 giorni fa, in questa Aula, si ebbe un dibattito, si sviluppò un dibattito, quella
era la premessa, poi ragioniamo sul ruolo, sulle funzioni, su quel che rappresentano i due Comuni
capoluoghi ed in particolare il capoluogo di Regione per tutti i lucani, ma partiamo da questa
premessa.
Fu votato un provvedimento, lo ricorderete tutti, furono alimentate aspettative, in quella che è la
maggiore comunità del territorio lucano.
Si è celebrato un Consiglio comunale nel quale furono assunti impegni solenni che sarebbero
stati di lì a qualche giorno mantenuti dal Consiglio dei Ministri con un emendamento “Salva Potenza”
perché questo è vero il grande nocciolo.
Quanto tichi-taca in questa aula, ma il problema vero è uno e solo e lei lo sa meglio di me,
Presidente, perché i nodi prima o poi vengono al pettine, che si fa della città? La si salva, ci stanno le
risorse per salvarla dal default o non c’è la possibilità di farlo?
Usciamo dall’equivoco, altro che città dei servizi quando non abbiamo neppure le risorse per
garantire l’essenziale. Altro che città guida quando non abbiamo la forza finanziaria per risollevarne le
sorti. Siamo seri con noi stessi. Questo siamo stati. Bene. Lei è tornato in Aula e ci ha detto che cosa
è accaduto dopo quella solenne promessa?
Questo avrebbe dovuto fare un Presidente della Giunta, a mio avviso, venire in Aula e riportare
quel che era accaduto in quella sede, sgombrando il campo da equivoci, smettendola di alimentare
delle aspettative che sono sulla carta. Dobbiamo parlare il linguaggio della verità e una classe
dirigente che si rispetti ha il dovere di farlo, senza infingimenti, senza fronzoli, senza rincorrere ipotesi
campate in aria, se non risolve il vero grande problema.
Che fa questa Regione? Ha la forza finanziaria di farsi carico di un peso straordinario? Che è
quello di ripianare i debiti di questa città, sì o no? Ha la forza di farlo? Lo dica con atti formali, non con
risoluzioni che vanno a finire nel cestino. Quell’emendamento non mi pare che abbia sortito gli effetti
auspicati e sperati, non mi pare che abbia portato alla risoluzione del vero grande problema che
attanaglia le questioni che ci trasciniamo da tempo.
Allora, presidente Pittella, vedo in Aula la proposta provocatoria del collega Rosa, che per
riportare all’attenzione una proposta di legge dello scorso anno chiede l’iscrizione all’ordine del giorno,
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poi vedo la proposta del collega Galante che, a gamba tesa, entra sul tema, poi vedo gli emendamenti
dei Cinque Stelle, ma il vero grande tema, Paolo, che dobbiamo affrontare è: siamo nelle condizioni di
salvare il Comune capoluogo sì o no?
Vogliamo affrontare il vero grande tema e poi fare uno sforzo comune per portare a compimento
quello che è un auspicio di tutti, richiamando quello spirito di lucanità che bene è stato argomentato ed
esplicitato in questa Aula? O vogliamo continuare a giocare facendo la Melina. Io vorrei giocare
all’attacco, chiudere una pagina brutta che ha caratterizzato l’agire politico in questa città. Abbiamo il
coraggio di farlo sì o no? Abbiamo il coraggio di affrontare la questione come si deve e come si è
obbligati a fare, rispetto a quello che è un obbligo che abbiamo nei confronti dell’opinione pubblica, nei
confronti dei nostri concittadini?
E allora, presidente Pittella, raccolga l’invito accorato che le viene da un giovane di questa città,
che è quello di, senza infingimenti, senza ambiguità, senza equivoci, perché so che lei è l’ultimo che
vorrebbe inscenare questo percorso, affrontiamolo, Roberto, con grande serietà, con grande
responsabilità, qui si gioca una partita importante, del futuro di questo territorio, che non merita di
essere affrontato con questo girare di carte, emendamenti… facciamo un ragionamento serio,
partendo da un dato di verità, che è stato certificato da organi terzi, che ci chiamano a grande prova di
responsabilità.
E’ così che vinciamo tutti, è così che vince la città di Potenza, è così che vince questa classe
dirigente insieme alla Basilicata.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Napoli. Ha chiesto di intervenire il collega Romaniello. Prego.
ROMANIELLOGrazie, Presidente. Io avevo deciso di non intervenire, però mi pare che la discussione che si è
sviluppata e anche le dichiarazioni fatte intorno alla vicenda della città capoluogo necessitano di
provare quanto meno a rimettere qualche punto fermo sul perché abbiamo iniziato a discutere.
Allora, sicuramente è nobile ed ha lo spirito che diceva la proposta di legge del collega Galante;
vorrei ricordare però che noi abbiamo iniziato a discutere della approvazione di una legge di sostegno
alla città capoluogo dopo le elezioni e dopo che il centrosinistra, che ha avuto la maggioranza in
Consiglio, ma non eletto il Sindaco, diciamo così, si è trovato di fronte alla necessità di decidere
politicamente cosa fare. _________________________________________________________________________________
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Il consigliere Rosa ha presentato la legge, facciamo la discussione franca, perché in passato noi
eravamo intervenuti sulla città e avevamo dato contributi alla città capoluogo sulla base di richieste
che venivano avanzate, finalizzate ad un problema di mantenimento di alcuni servizi, al sostegno delle
spese per alcune attività, penso ai 700.000 euro per quanto riguarda le scale mobili, eccetera e il
collega Rosa, giustamente, dice: “Vogliamo che non ci sia una dipendenza, che non ci sia una
elargizione che sia frutto di una mediazione politica, si faccia una legge si dica sulla base di che cosa
si danno le risorse alla città capoluogo”. Questo è, cioè evitare di mettere, scusate la franchezza, nelle
mani del centrosinistra di Basilicata e del presidente Pittella il Sindaco della città.
Quindi, primo punto, noi discutiamo di una legge partendo da un problema di emergenza e cioè
l’emergenza era la condizione di difficoltà finanziaria del Comune di Potenza, fra l’altro, con la
discussione che abbiamo fatto in passato, su cui la questione dei piccoli comuni e la questione delle
altre realtà del territorio, caro collega Galante, non veniva contrapposta a Potenza, anzi, la questione
del sostegno ai piccoli comuni per garantire i servizi più elementari è una discussione che è stata fatta
più di dieci anni fa qui, quando è stata approvata la legge sul fondo di coesione per i piccoli comuni,
che man mano è andato scemando, cioè nel mentre aumentava, scusate, le risorse che abbiamo dato
a Potenza, San Fele e Bernalda, tanto per citare gli ultimi atti, si abbassava il fondo per il sostegno ai
piccoli comuni, da sei milioni e mezzo, poi quattro e mezzo fino alla fine arrivare mi pare a
cinquecento o a mille.
Allora, non nascondiamoci dietro il dito, diciamo che oggi la discussione è una discussione
prevalentemente di carattere politico. Ed io vorrei fare due considerazioni: la prima, cosa significa per
alcuni di voi che hanno parlato di salvare Potenza in quanto l’emblema e il simbolo, che significa
salvare? Cioè salvare che cosa? La città oggi ha votato, il Consiglio Comunale di Potenza ha votato il
dissesto finanziario, ha fatto una scelta politica, c’era chi sosteneva che era possibile evitarlo e chi
dice di no, è una discussione che è chiusa, ma siamo di fronte al fatto che c’è il dissesto.
Questo ha determinato una situazione dal punto di vista economico e finanziario molto difficile e
complessa, ha determinato per i cittadini della città di Potenza, per i cittadini, per i lavoratori del
Comune di Potenza, per coloro i quali lavoravano nei servizi, che hanno pagato i cittadini un prezzo,
perché le aliquote sono tutte al massimo, come prevede la legge, e il Comune di Potenza, dal piano
dei trasporti al licenziamento delle aziende che facevano le pulizie, ha messo in mezzo alla strada
circa 120 o 130 persone, cioè un effetto sulla condizione materiale delle persone in questa città si è
già avuto, si è già determinato. Io sarei stato disponibile a fare una discussione sul trasferimento di _________________________________________________________________________________
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risorse regolamentato, qui lo dico al consigliere Rosa, sicuramente regolamentato, quindi in una logica
non di scambio politico, ma in presenza di una condivisione, di un progetto condiviso da parte di tutti,
che teneva insieme gli interessi, lo dico, di chi oggi è stato eletto a rimanere in Consiglio Comunale e
a rimanere a fare il Sindaco, con gli interessi dei cittadini di questa città.
Siccome gli interessi dei cittadini di questa città sono stati azzerati, messi da parte, perché
peggio di come stanno non possono essere, io vorrei capire da chi argomenta, dicendo che si tratta di
salvare la città, se non si salva la città non si salva la regione, vorrei capire dal punto di vista che
significa “salvare”. Per me oggi salvarla significa salvare la classe dirigente che sta al Comune,
significa salvare gli attuali amministratori, punto e basta, non significa salvare la città. Se volevamo
discutere sulla città avremmo fatto una discussione sul ruolo delle città capoluogo e avremmo fatto
bene tutti, ognuno dove stava, a discutere del ruolo della città capoluogo, città comprensorio, ma
andava fatto in una condizione non di emergenza, adesso dietro questa frase, queste argomentazioni
si nasconde infatti che dobbiamo dare i soldi per risanare il bilancio.
Questo è il punto. Allora se è questo e se come dice Santarsiero abbiamo il problema di
sostenere gli Enti locali e i Comuni sono stati… hanno pagato prezzi, norme eccetera. Discutiamo su
che cosa la Regione in piena autonomia, assumendosi una responsabilità politica, intende mettere dal
punto di vista delle risorse per sostenere servizi fondamentali per tutti i cittadini della Basilicata.
Questo è il punto. E quindi assumerci la responsabilità di dire che ci sono risorse che noi le
destiniamo ai Comuni perché i Comuni sono stati massacrati dai tagli del Governo nazionale e quindi
siccome sono il punto più importante, il primo sportello con i cittadini, dobbiamo garantire a quelli di
poter svolgere questa funzione.
Dopo di che se questo è, non c’è da fare oggi queste condizioni, caro Paolo, una discussione
sulla prospettiva. C’è da assumere una decisione rispetto all’emergenza e poi discutiamo della
prospettiva ma fuori da una condizione che è quella che ho detto prima, è che il fatto che non
possiamo fare un ragionamento nobile dal punto di vista della prospettiva, del ruolo delle città
capoluogo, partendo dal dato che l’unico problema che è quello oggi di evitare che la città di Potenza
abbia il commissario e che si vada al voto.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Romaniello; ha chiesto di intervenire il Presidente Pittella. Prego, Presidente.
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PITTELLAGrazie, Presidente. Solo per precisare perché la ricostruzione dei fatti, consigliere Napoli, ci
consente per chi li ha vissuti, anche determinati per certi versi quei fatti ci consente di essere molto
chiari.
Noi ci siamo espressi anche con atti formali e torniamo a dire quello che abbiamo detto per mia
voce in Consiglio Comunale aperto alla città di Potenza.
Quelle risorse su due anni per sostenibilità del bilancio regionale la Regione non è nella
condizione di poterle dare. Noi abbiamo detto questo, non è che abbiamo detto un’altra cosa e
l’abbiamo detto prima che si facesse il Consiglio Comunale aperto, l’ho ribadito nella ricostruzione del
Consiglio Regionale aperto, se poi volessimo fare la storia, dovremmo recuperare la lettera in cui
davamo disponibilità per i 10 milioni di euro, cioè potremmo fare tutta la storia. Ovviamente in questo
momento non giova. Stiamo al tema.
Nessuno di noi non recupera, se per responsabilità la funzione strategica per servizi avanzati,
che per parte può esprimere e per parte non esprime e che dovrà esprimere la città capoluogo, per cui
non è in discussione questo. Abbiamo provato su proposta del Governo autorevole del Governo
nazionale in pieno Consiglio Comunale a trovare una soluzione attraverso l’allungamento a cinque
degli anni del periodo che oggi è per legge tre, degli anni da utilizzare per spalmare le risorse
economiche che diversamente non avremmo potuto avere indisponibilità soltanto su tre esercizi.
Abbiamo anche assunto un impegno gettando il cuore oltre l’ostacolo …
Nella diversità di un dibattito che aggiungere le considerazioni Romaniello e che aggiunge
anche altre considerazioni legittime che vengono dalla periferia di questa nostra regione e da altri
territori, per cui abbiamo tutti responsabilmente tenuto da parte e abbiamo detto: qualora dovesse
esserci una novità di questa natura con un decreto sugli Enti locali che porti con sé da un lato
l’opzione di modifica… ammenda sullo sforamento del patto di stabilità, che riduce sensibilmente, fino
al 20%, se non erro la somma da restituire. E dall’altro la possibilità di spalmare su cinque anni,
abbiamo detto: ci assumiamo la responsabilità di fare uno sforzo enorme per cercare di … pur
graduando in base alle possibilità negli anni le risorse da dare al Comune, però oggettivamente,
sforzo Comune, per la centralità della città capoluogo, okay, si fa.
Nella stesura, nella bozza, nel decreto, nella formulazione che il Consiglio dei Ministri ha
approvato, mentre viene contemplata l’opportunità e la possibilità di ridurre al 20% l’ammenda sullo _________________________________________________________________________________
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sforamento del patto di stabilità, come sapete, non viene contemplata la possibilità di spalmare le
risorse su cinque anni.
Questo ad oggi, ripeto, ad oggi, ci consente di dire e di ritornare a prima del Consiglio Comunale
aperto, questa è la sincerità, l’onestà e la serenità, la severità di un ragionamento. E io in Consiglio
Comunale aperto ho avuto modo di dire a queste cose, non è che le ho dette nascondendo, c’erano i
lavoratori che si ascoltavano, per cui non è che non abbiamo parlato alla carne viva scoperta della
società che risente di una situazione di grande difficoltà. Ovviamente abbiamo parlato la lingua della
sincerità con il Sindaco, con la Giunta, con la maggioranza e con il Consiglio Regionale tutto intero,
per cui non è che facciamo azione di mistificazione assolutamente.
Ora interverranno, perché siamo tutti impegnati fatti nuovi sul decreto o entrate extra? Ma la dico
così, risorse extra. Tutti sono impegnati. Le due ipotesi possono diventare realtà e concretezza in un
tempo dato anche molto corto, perché oggettivamente io mi metto nei panni degli amministratori del
Comune di Potenza e del Sindaco, ha bisogno di sapere esattamente, ma l’intero Consiglio Comunale
ha bisogno di sapere esattamente che cosa accade.
Siamo in grado di poterlo fare in tempi rapidi? Io so che molti di noi ci stanno provando a partire
da me. Sarebbe utile che ci provassimo tutti con le delegazioni in Parlamento e al Governo, perché
diventa complicato se no abbaiare alla luna, per tutti. E dato che in questo momento stiamo
discutendo e siamo sul fronte del decreto interministeriale sulla card benzina, e siamo sul fronte del
decreto interministeriale perché ancora c’è un’annualità di recuperare, stiamo lavorando sul
Parlamento, su uno dei due rami del Parlamento per capire l’emendamento eventuale se può essere
presentato e se ha margini di essere accolto. Oggettivamente tutte queste cose non è che possono
essere recuperate solo in testa alla responsabilità. Io vi voglio bene, nessuno di noi è Mandrake, men
che meno io del Presidente, che poi diventa un po’ comodo e un po’ semplice, che ognuno di noi ha i
parlamentari, ha i sottosegretari, ha i viceministri, ha i ministri, ha le rappresentanze, le può anche
attivare e far sentire anche ufficialmente e pubblicamente anche a livello nazionale il proprio peso, se
proprio ci tiene a volerlo far sentire.
Io continuo sulla strada del rigore della serenità e della schiettezza, cioè della sincerità, quello
che non gira intorno alle questioni, che dice le cose.
Fa un punto, una fotografia ad oggi, e dice alcune cose e continua per responsabilità e serietà a
dire a nome, penso della maggioranza del Consiglio, se non di tutto il Consiglio che se non accadono
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fatti nuovi, oggettivamente le difficoltà ci sono a prescindere dalla legge, ovviamente, che diventa un
elemento su cui possiamo discutere, possiamo articolare anche con confronti e possiamo recuperare,
se volete, criticità che diffuse si presentano sul tavolo della Presidenza della Giunta Regionale.
L’ultimo in ordine di tempo è quello di Roccanova, per capirci. La penultima è quella di Cersosimo. Se
dovessimo dire e potremmo l’elenco, diciamo così, non serve, diciamo che c’è un rosario che non
finisce mai, allora se il tema è da un lato la città di Potenza e l’abbiamo detto, consigliere Galante, lo
potremmo ancora ribadire ed affermare e confermare, senza nessun problema, per strategicità e per
riconoscimento di una funzione, per parte svolta, per parte non svolta e da svolgere, perché va anche
costruita nella sincerità del rapporto, perché non tutto oggettivamente ci viene consegnato in termini di
virtuosismo, possiamo e dobbiamo recuperare, per responsabilità di tutti, perché noi siamo
innanzitutto uomini di territori, che si sono sofferenze diffuse, oggettivamente che meritano
un’attenzione.
Come noi affrontiamo l’intero complesso di problematicità, avendo anche temporalmente una
criticità che sta sulla discussione, sulla nostra testa, secondo le cose che ci siamo detti ancora una
volta oggi.
Verrò in Commissione, consigliere Rosa, a dire esattamente come la penso sulla legge più
specificatamente, ovviamente oggi ho ritenuto di dover consegnare un intervento diverso dalla
puntualità di un articolato di norma, ma che stiamo più sul dato politico e più sul punto politico, per cui
non è il tema con chi sta questo o quel sindaco o con chi sta questa Amministrazione o un’altra
amministrazione che se facessimo così, signori, noi questa legge, nessuno di noi potrebbe governarla.
Dobbiamo stare esattamente sulla responsabilità che a prescindere in maniera quasi anonima,
per capirci, riveste una città ed i suoi cittadini con i suoi servizi, con le sue criticità, con le persone che
perdono il lavoro e via dicendo.
Riusciremo in questa impresa?
Non mi è dato saperlo e non è dato saperlo a nessuno.
L’unica cosa che è data sapere che noi continueremo anche stasera, anche tardi, anche
arrivando a Roma stanotte ed anche domani a lavorare perché la soluzione si possa trovare.
Non si troverà, torneremo in Consiglio a discuterne.
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PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, presidente Pittella. Mi pare di capire la disponibilità del collega Rosa, era quella di
rinviarlo alle Commissione per l’approfondimento con tutti gli emendamenti che ci sono ed il dibattito
che ne è scaturito. Prego, collega Rosa.
ROSAConfermo ed invito anche il collega Santarsiero, visto che abbiamo iniziato a fare questo lavoro
insieme, come Commissione congiunta a pianificare in maniera congiunta, certamente non in questa
settimana, non è possibile, perché le Commissioni sono già state calendarizzate, ma da settimana
prossima a mercoledì o giovedì prossimo ad unire le due commissioni affinché cominciamo a
discutere e poi avremo la disponibilità del Presidente rispetto all’idea del Governo su questa legge.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Rosa.
Mettiamo ai voti il rinvio in Commissione del punto all’ordine del giorno.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 18: favorevoli 18. Il Consiglio approva. Punto sette all’ordine del giorno.
MOZIONE DEI CONSIGLIERI LACORAZZA, GALANTE, MOLLICA, POLESE E CASTELLUCCIO RELATIVA ALLA VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI E DELLA POESIA DI ALBINO PIERRO
Prego, collega Mollica.
MOLLICAPresidente, vorrei chiedere l’inversione, siccome siamo sulle mozioni, dei punti all’ordine del
giorno proprio per le motivazioni per cui stamattina abbiamo votato sia l’iscrizione che la discussione
della mozione presentata stamattina, perché c’è un limite temporale qualora la mozione dovesse
avere effetto positivo.
Pertanto chiederei di poter discutere prima quello e poi riprendere l’ordine del giorno.
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Consiglio Regionale della Basilicata Seduta del 23 giugno 2015
PRESIDENTE (LACORAZZA) Chiederei al collega Mollica, se non ci sono sul punto settimo obiezioni, essendo una mozione
largamente condivisa, potremmo procedere a discussione ed eventualmente al voto e poi ovviamente,
mettere in votazione la richiesta di anticipo della mozione del collega Mollica.
Non ci sono obiezioni, quindi possiamo mettere ai voti. Sulla mozione.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 17: favorevoli 17. Il Consiglio approva.
Mettiamo ai voti la proposta del collega Mollica di anticipare il punto all’ordine del giorno che
abbiamo iscritto e poi abbiamo anche votato per la discussione odierna, che è relativa all’impugnativa
disciplinare del Decreto Ministeriale sul punto relativo all’articolo 38 dello Sblocca Italia.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 16: favorevoli 16. Il Consiglio approva.
Apriamo la discussione sul punto.
Prego, presidente Pittella.
PITTELLAChiederei due minuti di sospensione.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Sospensione accordata.
Il Consiglio viene sospeso alle ore 17.36 e. riprende alle ore 18.39
PRESIDENTE (LACORAZZA) Riapriamo i lavori. Prego, presidente Pittella.
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Consiglio Regionale della Basilicata Seduta del 23 giugno 2015
PITTELLAGrazie, Presidente. Io chiederei al collega Mollica se fosse possibile rinviare la trattazione della
mozione al giorno 30, perché i punti enucleati anche di criticità, io dico, potenziali, che lui enuclea nel
corpo della mozione, nella nostra discussione di maggioranza sono stati recuperati e oggettivamente
possono meritare, anzi devono meritare un ulteriore approfondimento, che io mi permetterei di fare a
partire da domani presso le sedi competenti perché è un tema, quello, che ha già visto noi e me per
noi protagonisti al tavolo con il MISE, personalmente continuo ad essere persuaso della
interpretazione che il MISE, attraverso il Vice Capo di Gabinetto del Ministro ha voluto formalizzare al
nostro indirizzo e comunque, anche in via prudenziale, avendo una scadenza all’orizzonte del 5 luglio,
se non erro, io preferirei chiedere al consigliere Mollica e all’Aula di rinviare l’argomento, consentire a
me e a noi di fare ulteriore approfondimento sul piano tecnico, amministrativo, giuridico ed anche
politico e rivenire in Consiglio con al primo punto, presidente Lacorazza, questo argomento il giorno
30, mi sembra che la Conferenza abbia fissato per il giorno 30, in modo che possiamo discutere
questa ed altre mozioni e tutto ciò, diciamo così, può essere recuperato in quella occasione,
compreso il dispositivo che affida il Presidente il compito di fare le azioni necessarie.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, presidente Pittella. Prego, collega Mollica.
MOLLICAIo accolgo con favore nelle parole del Presidente il fatto che lui stesso, e congiuntamente la
maggioranza, voglia recuperare il tema come uno degli elementi da dover portare avanti nell’ambito
della difesa delle prerogative della Regione stessa.
Per cui, per quanto mi riguarda, ed essendo anche la mozione firmata dal collega Giannino
Romaniello, io non avrei e non ho nessuna difficoltà a dover eventualmente accedere alla richiesta
fatta dal Presidente, purché quello che il Presidente ha detto avvenga, nel senso che il Presidente del
Consiglio sa bene che dovrà mettere al primo punto dell’ordine del giorno questa mozione, onde
evitare che la mozione possa andare dispersa oppure arrivare in un termine oltre quello che potrebbe
avere effetto.
In più, nel momento in cui c’è l’approfondimento, l’unica raccomandazione è quella di dire al
Presidente, agli uffici, agli Assessori, a chi dovrà lavorare su questa questione, che nel recuperare in
questo frattempo non solo l’approfondimento, ma anche le notizie, di predisporre qualora siano
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disponibili, perché nel momento in cui non ci sarà disponibilità la mozione sarà bocciata. Però se la
mozione deve essere approvata, di recuperare anche un minimo di tempo utile affinché possano già
mettersi in moto i meccanismi e far diventate l’affidamento per il ricorso al TAR più veloce perché gli
uffici dovranno approfondire quello che la mozione dice e quindi verificare quali sono i vulnus
legislativi e le contraddizioni che vengono messe in campo con il decreto rispetto alla legge
costituzionale e alle altre leggi dello Stato.
PRESIDENTE (LACORAZZA) Grazie, collega Mollica. Mettiamo ai voti il rinvio, così come è stato detto, al Consiglio del 30
come primo punto all’ordine del giorno.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 18, favorevoli 16, contrari 2. Il Consiglio approva.
Chiedo al Vicepresidente Galante di prendere il mio posto, perché con il collega Mollica
dobbiamo recarci a Tito, per partecipare alla manifestazione per la grande guerra. Quindi chiedo al
Presidente Galante di sostituirmi.
PRESIDENTE (GALANTE) Procediamo con il punto 8 all’ordine del giorno.
MOZIONE DEL CONSIGLIERE PERRINO RELATIVA ALL’IMPIANTO ITREC DI ROTONDELLA
Se cortesemente il collega Perrino la illustra.
PERRINOGrazie, Presidente. Dunque, premesso che nell’impianto ITREC di Rotondella, gestito da Sogin
spa, sono in corso le attività per la realizzazione dell’impianto di cementazione del prodotto finito
ICPS, che consentirà di solidificare i rifiuti radioattivi liquidi presenti nel sito, per il loro successivo
trasferimento al deposito nazionale in corso di individuazione, nelle attività di bonifica, come prescritto
dal decreto di valutazione di impatto ambientale, VIA, del Ministero dell’Ambiente, adottato di concerto
con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, e datato 24 marzo 2011, sono previste
alcune campagne di monitoraggio al fine di verificare la qualità ambientale dell’area in relazione
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all’avanzamento delle attività di realizzazione dell’impianto ICPF, tra le componenti ambientali
sottoposte a controllo vi sono le acque della falda superficiale soggiacente l’impianto ITREC,
monitorate attraverso la rete piezometrica concordata con ARPA Basilicata, composta da dieci punti di
prelievo, in una nota stampa, pubblicata sul sito della Sogin spa in data 4 giugno la società ha
segnalato che in alcuni punti il superamento delle concentrazioni solide di contaminazione, cosiddette
CSC, per alcuni parametri chimici non radiologici, trielina, cromoesavalente, ferro, idrocarburi totali,
rispetto ai valori massimi consentiti dalla normativa vigente, Sogin spa afferma che il superamento di
tali limiti è stato riscontrato per lo più nei piezometri posizionati a monte idrogeologico dell’impianto
ITREC ricadenti nell’area dell’impianto gestito da Enea, i dati ufficiali di questa campagna di
monitoraggio indicano, pertanto, che le sostanze rinvenute nelle acque della falda superficiale non
sono riferibili né direttamente, né indirettamente, alle attività propedeutiche al decommission che
dall’agosto 2003 Sogin spa conduce nell’impianto ITREC, considerato che l’area circostante è
interessata anche da attività estrattive di idrocarburi, quali Tempa la Petrosa, Recoleta e Policoro,
si impegna la Giunta Regionale, entro quindici giorni dall’approvazione della presente mozione,
all’esito degli opportuni accertamenti e monitoraggi ed al fine di tutelare la salute delle popolazioni
interessate:
a predisporre tutto quanto necessario per far cessare l’eventuale attività in essere nella zona
ove si riscontri che le predette attività siano state la causa o concausa della contaminazione;
a disporre con urgenza, tramite propri atti e/o provvedimenti, le attività di bonifica delle acque
della falda superficiale soggiacenti l’impianto ITREC;
a riferire durante la prima seduta utile del Consiglio Regionale del corrente mese o, al più, del
mese di luglio, lo stato di avanzamento delle azioni di cui ai punti precedenti attraverso una relazione
dell’Assessore all’Ambiente, nella quale siano riportati altresì i valori di tutte le sostanze inquinanti
riscontrate ed i limiti di CSC espressi nelle medesime unità di misura.
PRESIDENTE (GALANTE) Grazie, consigliere Perrino. Il Presidente della Giunta sulla mozione il parere del governo?
PITTELLALo esprime Berlinguer.
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PRESIDENTE (GALANTE) Prego, assessore Berlinguer.
BERLINGUERQuella vicenda è stata oggetto, come sapete, di una comunicazione da parte di Sogin, Enea,
congiunta, che ha denunciato il fatto, l’inquinamento è stato peraltro rinvenuto attraverso i piezometri
già posizionati nel perimetro dell’area, lì le società che io ho convocato immediatamente presso il
Dipartimento ambiente si sono presentati e hanno proposto un piano di caratterizzazione che ci verrà
inoltrato entro il 3 luglio.
Quindi siamo ben edotti e stiamo seguendo passo passo la vicenda. Si tratta, tra l’altro, come
emerge da quanto già riferito, … valente, idrocarburi, trielina, eccetera, di composti che probabilmente
fanno capo ad attività molto risalenti e quindi nulla di connesso alla de commission come veniva tra
l’altro ben evidenziato nella mozione.
Quindi la richiesta che voi fate: cessazione di queste attività tutto quanto nella disponibilità della
Giunta nel far fronte a questo fenomeno, noi abbiamo già in buona parte adempiuto e stiamo
seguendo l’iter e quindi la mozione, diciamo, nella parte finale, cioè la richiesta di riferire al Consiglio
ciò che accade e avverrà brevissimo, perché dopo il 3 luglio noi avremo il quadro completo di quello
che è il grado di contaminazione e i luoghi di contaminazione, per altro possiamo anche beneficiare
dei piezometri e quindi credo che saranno abbastanza precisi in questo, per quanto attiene invece alle
prime due richieste, direi che sono superate.
Quindi l’impegno della Giunta e a far riferire al Consiglio esattamente e mano mano che si
dipana questo iter che abbiamo avviato e che stiamo accompagnando a riferire al Consiglio. Le altre
attività bisogna vedere quali sorgeranno dopo appunto il piano di caratterizzazione, l’analisi di rischio
che seguirà quali si renderanno necessarie.
PRESIDENTE (GALANTE) Grazie, Assessore; prego, consigliere Perrino.
PERRINOSolo per far notare che noi in qualche modo, poi se si hanno notizie certe relativamente a quello
che è il motivo a cui è ascrivibile questo inquinamento è un altro discorso, però noi abbiamo fatto delle
ipotesi che chiediamo semplicemente di confermare o smentire, quindi i due punti, se sono superati,
vorremmo anche delle evidenze sul fatto che sono superati, perché se lei mi dice che si tratta di _________________________________________________________________________________
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attività pregresse, quello che non mi riesco a spiegare, come mai se i piezometri sono lì non so da
quanto tempo venga fuori solo adesso perché c’è il de commission da parte di Sogin, questo
inquinamento della falda superficiale e poi come si fa a dire con tanta sicurezza che queste attività
che hanno in qualche modo provocato questo inquinamento e risalgono a tempo addietro e non
specificare neppure quali sono. Qua ci vuole comunque chiarezza, cioè i primi due punti sono delle
supposizioni, o meglio il primo è una supposizione, il secondo chiede semplicemente di verificare tale
supposizione se è corretta oppure no, ma se non è corretta si deve comunque dare una prova
documentale del fatto che non è corretta.
Quindi io credo che così com’è fatta la mozione, benché magari si ritengano superati questi due
punti, si possa in qualche modo sottoscrivere, o se vuole la possiamo anche riformulare leggermente
se la cosa dà fastidio, cioè se dà fastidio il fatto che noi andiamo ad individuare delle eventuali cause,
ma quella è soltanto una supposizione che abbiamo fatto, perché vedendo che comunque nella zona
ci sono ben tre permessi alla prospezione in materia di estrazioni sia di petrolio che di gas, a quel
punto ci si chiede se per caso questo inquinamento essendoci anche degli idrocarburi non è magari
ascrivibile proprio a delle attività che sono in essere, sono state in essere in passato anche.
Questo non esclude il fatto che possono essere delle attività pregresse e legate a quel tipo di
attività.
Non lo so, se si vuole riscrivere in maniera anche più generica i primi due punti, farne solo due,
però noi vogliamo delle risposte certe, perché venire qui e dire che si tratti di attività pregresse, non si
capisce quali, non si capisce perché vengono fuori solo adesso che c’è il de commission da parte di
Sogin, siamo rassicurati del fatto che non si tratti di materiale radioattivo, però non siamo rassicurati
dal fatto che comunque si tratti non proprio di acqua minerale, diciamo, la trielina, idrocarburi o cromo
esavalenti, insomma, c’è comunque da preoccuparsi.
PRESIDENTE (GALANTE) Prego, assessore Berlinguer.
BERLINGUERChe non si tratti di caffèlatte l’abbiamo compreso, ma proprio la natura di questi inquinamenti,
appunto trielina e cromo esavalenti, in particolari farebbero pensare a qualcosa che né si lega
propriamente con le estrazioni da una parte che per altro è solo enunciata e fuori dal quel periodo,
perimetro e soprattutto con il de commission, però direi questo, io rinvierei appunto alle evidenze che
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ci verranno portate, perché noi non ne abbiamo contezza diretta, nonostante ARPAB si sia presentata
il giorno stesso e stia facendo e abbia fatto anche lei dei campionamenti ma aspetterei che l’iter si
completi e si completerà a brevissimo entro il 3 luglio in modo da poter comprendere quali sono le
origini di questo inquinamento.
Io direi se la mozione è riferire esattamente quello che è il piano di caratterizzazione, quelli che
sono i riscontri fatti sia da noi che dalla proprietà dell’area e quali misure si intendono adottare, questo
senz’altro va bene e credo che sia sottoscrivibile, avventurarci in delle ipotesi su chi, come, quando,
abbia inquinato l’aria, ancora lo ritengo prematuro perché appunto ci sono questi accertamenti in atto.
Quindi se ritenete di riscrivere appena, ma nel senso appena indicato, la mozione va benissimo
credo nulla osti all’accoglimento, avventurarci prima rispetto alle analisi in corso forse non è
opportuno.
PRESIDENTE (GALANTE) Prego, consigliere Perrino.
PERRINOGrazie, Presidente, sarò brevissimo. Guardi, io non ho nessuna difficoltà, non abbiamo difficoltà
anche ad eliminarle completamente, i primi due punti li possiamo anche eliminare, l’importante che si
venga a riferire, noi abbiamo delle ipotesi perché siamo abbastanza maligni come cittadini e quindi ci
facciamo delle domande, cerchiamo come Marzullo di darci anche delle risposte preventive e chiedere
che vengano corroborate oppure… no, ma noi vi diamo l’occasione di smentirle platealmente queste
ipotesi, per cui dovreste anche ringraziarci da questo punto di vista.
Va bene, eliminiamo i punti 1 e 2, tout court, e lasciamo solo il terzo e riferire quello che è il
piano di caratterizzazione e tutto il resto, però avere delle risposte che siano il più compiute possibile.
Quindi la riformuliamo eliminando i punti 1 e 2. Grazie.
PRESIDENTE (GALANTE)
Allora i punti 1 e 2 sono quelli dell’impegno ovviamente?
PERRINO
Sì, i punti 1 e 2 del dispositivo.
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PRESIDENTE (GALANTE) Lasciando il terzo punto soltanto. Allora viene aperta la votazione.
Chiudiamo la votazione.
Votanti 16: favorevoli 16, contrari zero, astenuti zero, non votanti 2. Il Consiglio approva.
Passiamo al punto n. 9 all’ordine del giorno.
MOZIONE DEL CONSIGLIERE ROMANIELLO RELATIVA AL PERSONALE PRECARIO DI SVILUPPO BASILICATA
Mozione del consigliere Romaniello, se vuole mostrarla. È una mozione ex articolo 109 del
regolamento, quello su Sviluppo Basilicata, consigliere. Prego, consigliere.
ROMANIELLOGrazie, Presidente.
La mozione, io ho avuto modo di illustrarla nell’altro Consiglio, non ho nessuna difficoltà a re-
illustrarla nei suoi punti salienti.
Siccome il Presidente aveva chiesto di rinviare la discussione per un approfondimento su questa
mozione, io vorrei sapere se vi è stato l’approfondimento e se possiamo discuterlo, altrimenti non ha
senso che la illustro per la seconda volta, se poi non la discutiamo.
Se il Presidente è nella condizione di dare risposta, altrimenti.
Presidente, siccome noi avevamo detto: “La rinviamo al prossimo Consiglio” siccome abbiamo il
Consiglio il 30, io non ho nessuna difficoltà ad accedere alla sua proposta di rinviarla. Questo significa
che il 30 la discutiamo, però. Questo le sto chiedendo.
PRESIDENTE (GALANTE) Prego, Presidente.
PITTELLALa rinviamo al 30. Va bene.
PRESIDENTE (GALANTE) Grazie, consigliere Romaniello. Passiamo al decimo punto all’ordine del giorno.
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PROPOSTA DI LEGGE N. 43/2014 “CONTRASTO AL DISAGIO SOCIALE MEDIANTE L’UTILIZZO DI ECCEDENZE ALIMENTARI E NON”, D’ INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI POLESE, CIFARELLI , SPADA E ROBORTELLA.
Prego, consigliere Polese.
POLESEGrazie, Presidente.
Io sarà molto breve. Ho utilizzato l’articolo 38 comma 4 del Regolamento per porre l’attenzione
su un tema che, a mio avviso, necessità di un’accelerazione nella discussione.
Poiché questa proposta di legge è stata presentata a novembre e sono passati circa 7 mesi dal
momento in cui la proposta è stata depositata, visto che è un tema molto attuale, ne ha parlato il
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed il tema di Expo, è un argomento oggetto di una
riflessione pubblica che c’è stata mandata dalla FAO e dove la nostra regione è stata individuata
come una Best Practice Amministrativa, mi sembra un peccato che non si riesca a mettere in
discussione nelle Commissioni questo provvedimento, per cui chiedo, alla luce dell’art. 38 comma 4
un termine a lei, Presidente, affinché se entro quel termine, noi in Commissione non riusciamo a
concludere questo ragionamento, possiamo approvarla in Consiglio direttamente.
PRESIDENTE (GALANTE) Grazie, consigliere Polese. Il Presidente assegna la legge alla Commissione, trenta giorni a
decorrere da oggi. Passiamo al punto undici all’ordine del giorno.
Prego, consigliere Bradascio.
BRADASCIOSolo per dire che non manca la sensibilità all’argomento che anzi ci è particolarmente chiaro e
motivo anche di impegno personale.
Colgo l’occasione per inserire immediatamente questo progetto di legge nelle prossime
Commissioni, ma approfitto anche dell’occasione per sottolineare il grave disagio della Quarta
Commissione che si ritrova impegnata con delibere, progetti di legge, disegni di legge,
numerosissime, abbiamo difficoltà a procedere un po’ perché lo spirito che ci siamo dati all’interno
della Commissione è quello di ascoltare tutti, è una Commissione particolarmente attenzionata da
parte dell’opinione pubblica, dei sindacati, delle associazioni, delle cooperative varie, a noi fa molto
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piacere ascoltare tutti, però è chiaro che questa attenzione, questo spirito democratico rivolto verso
l’opinione pubblica, ritarda l’approvazione, ritarda la discussione e quindi rallenta il lavoro
complessivamente.
Ciò nonostante, chiedo scusa per questo piccolo peana da parte mia, però è chiaro che ci
sono delle cose particolarmente importanti che devono andare al di là di queste considerazioni.
Mi piace e concludo sottolineare che la nostra, la Quarta Commissione è l’unica che in molte
occasioni di urgenze e di disagio si è sviluppata due volte la settimana contro la prassi comune che
prevede l’istituzione di una sola seduta settimanale.
Stiamo continuando con questo impegno bisettimanale, come i colleghi sanno, già questa
settimana abbiamo avuto due sedute, continueremo così finché non avremo la possibilità di allentare
un po’ la tensione che in questo momento effettivamente esiste in Quarta Commissione. Grazie.
PRESIDENTE (GALANTE) Grazie, consigliere Bradascio.
Passiamo ai punti aggiuntivi all’ordine del giorno, perché nel frattempo le Commissioni hanno
licenziato alcuni atti.
Abbiamo il
DDL 53/2015 “BILANCIO DI PREVISIONE 2014 E BILANCIO PLURIENNALE 2014-2016 DELL’ARPAB. D.G.R. 404 DEL 31.0 .2015”.
Non vedo interventi, per cui porrei in votazione il Disegno di Legge.
Articolo 1.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Votanti 8: favorevoli 8, contrari 0, non votanti 6. Non c’è il numero legale ed il Consiglio non
approva. Il Consiglio è sciolto stante la mancanza del numero legale.
La seduta termina alle ore 19.06.
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Il Presidente del Consiglio (Piero Lacorazza)
Il Consigliere Segretario (Mario Polese)
Il Consigliere Segretario (Paolo Castelluccio)
Il Segretario del Consiglio (Luigi Gianfranceschi)
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