fundraising dott. manuela dellanna. teorie neoclassiche prospettiva sociologica lo sviluppo del t.s....
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FUNDRAISING
Dott. Manuela Dell’Anna
TEORIE NEOCLASSICHE PROSPETTIVA SOCIOLOGICA
Lo sviluppo del T.S. Lo sviluppo del T.S.
è legato ai fallimenti è legato ai fallimenti
incontrati dalle grandiincontrati dalle grandi
istituzioni della modernità istituzioni della modernità
(Colozzi)(Colozzi)
Settori della società civileSettori della società civilesi organizzano per rispondere
alla crescente gamma di bisogni prodotti dalle nuove
condizioni sociali
CRESCITA DEL T.S.
LEGATE AI FALLIMENTI DELLO STATO E DEL
MERCATO
CAUSE INTERNECAUSE ESTERNE
MOTIVAZIONI CHE NASCONO
ALL’INTERNO DELLA SOCIETA’ CIVILE
RELAZIONE
CONTINGENZA
I SISTEMI SOCIALI IN CUI IL T.S. SI SVILUPPA SONO QUELLI DELLE SOCIETA’ AVANZATE
CRISI DELLA MODERNITA’
T.S. E’ UN FENOMENO EMERGENTE (Donati; Archer)
Produce effetti a livello microsociale Produce effetti a livello macrosociale
I soggetti che costituiscono il T.S. sono reti di relazione la cui funzione è di integrare mezzi simbolici e operativi come efficienza e solidarietà, scambio e dono…
- concezione sussidiaria in senso verticale ed orizzontale delle istituzioni di benessere;- il terzo settore assume un ruolo istituzionale autonomo simmetrico rispetto allo STATO e al MERCATO;- reti informali sono riconosciute come soggetti attivi che distribuiscono, ridistribuiscono e producono welfare
MODELLO SOCIETARIO
Punto di vista esterno
Punto di vista interno
TERZO SETTORE
TERZO SETTORE
MERCATO
STATO
TERZO SETTORE
FAMIGLIA E RETI INFORMALI
A) nella sfera del MERCATO troviamo: le organizzazioni sindacali, imprenditoriali e di categoria; G) nella sfera della politica troviamo attori che agiscono per riferimento allo STATO: questa è la sicurezza sociale garantita o condizionata dallo Stato;I) nella sfera dell’economia sociale (o mercato sociale), stanno gli attori che siamo soliti chiamare di privato sociale o “TERZO SETTORE”; L) nella sfera delle comunità primarie troviamo FAMIGLIE e le RETI INFORMALI di vita quotidiana (Tagesmutter, “buon vicino”, gruppi di self-help e mutual help, ecc.).
Visto dagli altri “sistemi” il T.S. si caratterizza
- PER IL SISTEMA ECONOMICO
T.S. È UN SOTTOSISTEMA INTERNO CARATTERIZZATO DAL FATTO DI
OPERARE SOTTO IL VINCOLO DELLA NON REDISTRIBUZIONE
DEGLI UTILI E DEFINIBILE COME SETTORE
NON PROFIT, ECONOMIA SOCIALE O ECONOMIA CIVILE
- PER GLI APPARATI DI GOVERNOT.S. È COSTITUITO DA NUOVI
SOGGETTI POLITICI
- PER IL SISTEMA NORMATIVOT.S. CORRISPONDE A NUOVE
RETI DI SOCIALITA’ CHE DEVONO ESSERE REGOLATE DL PUNTO
DI VISTA DEI DIRITTI E DEI DOVERI
- PER LE RETI INFORMALI
T.S. E’ UNA RISORSA DA UTILIZZARE, UNA CAUSA CUI ADERIRE
LE CARATTERISTICHE COMUNI DEL TERZO SETTORE
1) LA CULTURA
I VALORI RICHIAMATI SONO: 1. SOLIDARIETA’
2. ATTENZIONE ALLA PERSONA UMANA E AGLI ESSERI VIVENTI3. OBBLIGATORIETA’ MORALE DEL DONO
Se la Costituzione italiana può essere considerata il fondamento della politica sociale nel nostro
Paese, è possibile individuare una serie di articoli che in particolar modo possono essere considerati
i “principi regolativi”, valori del servizio sociale
Art. 2La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali…
SOCIALITÀ DELLA PERSONA
Art. 2La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell’uomo…Art. 3Tutti i cittadini hanno pari dignità
DIGNITÀ DELLA PERSONA
Art. 2La Repubblica riconosce e garantisce i diritti
inviolabili dell’uomo […] e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale…
SOLIDARIETÀ SOCIALE
Art. 3Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono
uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…
UGUAGLIANZA SOCIALE
Art. 13La libertà personale è inviolabile
LIBERTÀ DELLA PERSONA
2) LA NORMATIVITA’
Le due regole fondamentali del T.S. sono: 1)Un intervento o servizio va prestato
non perché ci sia qualcuno (Stato o privati) in grado di pagarlo o finanziarlo, ma perché c’è qualcuno a cui serve;
2) Un intervento o servizio va prestato non perché c’è una legge che lo prevede o che obbliga a farlo, ma perché c’è qualcuno a cui serve.
LOGICA DEL PROFITTO
LOGICA DEL COMANDO
PRINCIPIO DI “RECIPROCITA’”(Polanyi)
per caratterizzare la LOGICA DEGLI SCAMBI che avvenivano nelle SOCIETÀ SEMPLICI
Redistribuzione (Stati centralizzati)
Scambio di equivalenti(economie di mercato)
Lo scambio di beni equivalentiIl principio di redistribuzioneLo scambio di beni non equivalenti e il
principio di reciprocità
3. IL RUOLO SOCIETARIO
ruolo politico del T.S., ovvero il ruolo che intende sviluppare per l’intera società
BENI RELAZIONALI
“UN BENE CHE PUO’ ESSERE PRODOTTO E FRUITO SOLTANTO ASSIEME DA COLORO I QUALI NE SONO, APPUNTO, GLI STESSI
PRODUTTORI E FRUITORI, TRAMITE LE RELAZIONI CHE CONNETTONO I SOGGETTI COINVOLTI: IL BENE E’ DUNQUE DETTO RELAZIONALE
PER IL FATTO CHE E’ RELAZIONE. A SECONDA CHE SI TRATTI DI RELAZIONI PRIMARIE O SECONDARIE PARLEREMO DI BENI
RELAZIONALI PRIMARI E BENI RELAZIONALI SECONDARI (COLLETTIVI)” – Donati, Colozzi
Henry RossoFondatore di The Fund Raising SchoolIndiana University Center of Philantropy
Il fund raising è la nobile arte di insegnare alle persone la gioia di donare
In Fund Raising NON E’ il fine di una organizzazione, ma E’ lo strumento che
aiuta a raggiungere lo scopo istituzionale.
COS’E’ IL FUNDRAISING
È un’attività strategica tramite la quale si intende garantire la sostenibilità e nello stesso tempo promuovere lo sviluppo dell’organizzazione
È l’insieme delle attività volte a reperire le risorse finanziarie necessarie a raggiungere gli scopi che l’organizzazione si propone
LE CARATTERISTICHE DELL’AZIONE NON PROFIT….
4 parametri: L’azione non profit si caratterizza in quanto è un’azione collettiva l’azione non profit si inquadra in un progetto sociale, più o meno esplicito e
formalizzato L’azione non profit è resa possibile dall’esistenza, nel soggetto che la
promuove, di una cultura di base, dove vi è una prevalenza di fini rispetto ai mezzi, sia nell’impegno personale che di gruppo, tale da produrre uno spazio rilevante per il lavoro volontario
L’azione non profit presuppone la messa in campo di strumenti, mezzi, sistemi operativi da parte di un soggetto, che esprime in questo modo la capacità di controllo delle risorse in relazione all’ambiente ed è quindi orientato all’autonomia e all’auto-organizzazione
Le parole chiave del Fund Raising sono:
- lealtà- trasparenza
FIDUCIA
LA FIDUCIA
(…) è un ingrediente essenziale del capitale sociale e della cultura civica di un paese
(…) indispensabile affinché in una società si realizzino livelli di cooperazione;
(…) Si spiega perché essa venga tanto spesso oggi collegata all’efficienza e alla stabilità della democrazia nonché allo sviluppo economico.
da L. Sciolla, La sfida dei valori, Il Mulino, Bologna, 2004
TIPOLOGIA DI FIDUCIA
Fiducia istituzionale
Fiducia normativa
Fiducia contrattuale
Fiducia relazionale
I cinque gradini per la costituzione della fiducia
5. chiedo fiducia
4. dò fiducia
3. aiuto spassionato
2. condivido i bisogni
1. ascolto empatico
Useresti un paracadute preparato:
Dal tuo capo?Dai colleghi?Dal tuo staff?
Dai tuoi genitori?Dal marito o moglie?
Dalla suocera?Dai tuoi figli?
Useresti un paracadute preparato da te stesso?
E gli altri lo userebbero?
Per iniziare a trattare la questione del finanziamento è importante partire
dall’analisi del progetto sociale o, in termini tecnici, della “mission” delle organizzazioni stesse: passaggio
ineliminabile – sebbene troppo spesso trascurato – per impostare qualsiasi serio
programma di raccolta fondi
IL PRIMO PASSO
L’identificazione della “buona causa” intorno alla quale il soggetto collettivo si è costituito.
La validità della buona causa è fondata sul legame che essa ha con la verità del soggetto
L’avvio di iniziative di raccolta fondi è strettamente legato alla capacità di creare tra le persone di un’organizzazione una cultura e una sensibilità comune circa il problema della sostenibilità finanziaria
Parlare di fund raising non significa parlare di soldi, ma di persone, di problemi relativi alla comunità, di lavoro, di progetti.
“Una donazione a un’organizzazione non profit è un investimento per la comunità che essa serve: non si può chiedere ai donatori di donare all’organizzazione perché
ha dei bisogni, ,a perché soddisfa dei bisogni”Grace
Esiste una differenza tra filantropia
e ?fund raising
Filantropo è colui che disponendo di risorse economiche, decide di donare ad un altro, ma in generale, non vuole
conoscere che cosa ne farà di quella somma.La filantropia è una azione unidirezionale.
Ciò che qualifica una organizzazione non profit non è semplicemente il far del bene, ma la costituzione di nessi di relazionalità fra le persone e quindi la produzione di socialità.
L’organizzazione filantropica fa PER gli altri
L’organizzazione non profit fa CON gli altri
La gratitudine costa molto. Noi quando concediamo un favore , lo valutiamo moltissimo, e quando lo abbiamo ottenuto lo
disprezziamo. Vuoi sapere cosa ci fa dimenticare i benefici ricevuti? Che ricambiano benefici con offese e la causa principale
dell’ingratitudine è il non aver potuto mostrare abbastanza gratitudine. La pazzia umana è arrivata al punto che fare grandi favori a qualcuno diventa pericolosissimo. Costui, infatti, poiché
ritiene vergognoso non ricambiare, vorrebbe togliere di mezzo il suo creditore. Non c’è odio più funesto di quello che nasce dalla
vergogna di aver tradito un beneficio.
Seneca
Individuazione della buona causa
Incrociamo domanda e offerta:
- Che cosa cerchiamo noi nello scambio? - Che cosa cercano loro (donatori) nello
scambio?
IL CICLO DEL FUNDRAISING
È uno schema di lavoro funzionale a guidare il complesso processo di analisi, progettazione, attuazione e valutazione che costituisce il presupposto di un’attività di fund raising di successo
Vision/Mission
PianificareAnalisi dei mercati
Scelta degli strumenti
Valorizzare le persone
Messa in opera
Valutazione dei risultati
7 FASI DEL CICLO DEL FUNDRAISING
AVVIO DEL FUNDRAISING (start up): Definizione della buona causa Individuazione e superamento degli ostacoli e delle
resistenze interne Le risorse umane che portano avanti la buona
causa e formazione dei volontari Formazione dello “staff” di fundraising
DOCUMENTO PREPARATORIO AL FUND RAISING
Ci sono informazioni relative a:
- Chi chiamo
- Chi serviamo (perché esistiamo)
- A quali bisogni risponde (dove stiamo andando)
- Come risponde (programmi e servizi)
- Governance (dirigenti, manager)
- Utilizzo dei fondi raccolti
- Coinvolgimento del donatore
ANALISI DELL’ORGANIZZAZIONEAnalisi SWOT (forze, debolezze, minacce,
opportunità)Analisi della composizione dei fondi
La matrice SWOT indica quali sono La matrice SWOT indica quali sono
gli aspetti che vanno gli aspetti che vanno
maggiormente monitorati per la maggiormente monitorati per la
loro criticità, ma anche quali sono loro criticità, ma anche quali sono
le opportunità che vanno sfruttate le opportunità che vanno sfruttate
per il raggiungimento degli obiettivi.per il raggiungimento degli obiettivi.
MATRICE SWOTMATRICE SWOTTabella all’interno della quale vengono indicati tutti gli aspetti Tabella all’interno della quale vengono indicati tutti gli aspetti positivi e negativi propri del progetto positivi e negativi propri del progetto (punti di forza e (punti di forza e debolezza)debolezza)
Aspetti positivi Aspetti negativi
RIFERITI AL PROGETTO
IN SE’
PUNTI DI FORZA (Strenghts)
PUNTI DI DEBOLEZZA(Weaknesses)
RIFERITI AL PROGETTO
IN RAPPORTO
CON IL CONTESTO
OPPORTUNITA’(Opportunities)
MINACCE(Threats)
3. ANALISI DELL’AMBIENTE
Analisi SWOT e PEST (politica, sociologica, economica e tecnologica)
Analisi dei soggetti e dei mercati pubblici e privati
Definizione dei donatori e dei legami tra organizzazione, buona causa e individui (legame, disponibilità finanziaria, interesse)
Perché le persone donano?
ABITUDINI CONSOLIDATE
INTERESSE PERSONALESPIRITO UMANITARIO
Educazione familiareConsuetudineConformismo
Aspirazione spiritualeMigliore qualità della vita
Responsabilitàideologia
PauraBisognoSalute
TRE TIPOLOGIE DI DONAZIONEEMERGENZIALE OCCASIONALE ABITUDINALE
4. PROGETTAZIONE E PIANIFICAZIONEDefinizione del piano di fundraisingProgettazione delle singole attività
Scelta degli strumenti di raccolta fondi (mailing, telemarketing, contatto diretto,
sponsorizzazione, …)Piano di comunicazione
5. MESSA IN OPERA
Formazione dello staff Monitoraggio e gestione Internalizzazione/esternalizzazione dei servizi di fund
raising Gestione degli aspetti finanziari, contabili e fiscali
6. VALUTAZIONE E GESTIONE DEGLI ESITI Valutazione economica Valutazione del potenziale Fidelizzazione Rinnovo e incremento
7. REVISIONE DEL CICLO Che coincide con l’inizio di un nuovo ciclo
Piano di comunicazioneIl prodotto/ l’azienda: cenni storici,
funzione, caratteristiche del prodotto…Il mercato: andamenti, concorrenza,
quote di mercato.Il vissuto del prodotto: il rapporto tra
prodotto e consumatore.Il profilo del consumatore e il target di
riferimento.Gli obiettivi della comunicazione.
Copy strategy = documento con le scelte strategiche
Dopo aver ridefinito in modo mirato a chi va rivolto il messaggio si stabilisce:
1- cosa dire: è la cosiddetta selling idea e che costituisce la principale ragione per la quale il consumatore debba acquistare il prodotto/ magari prefendolo alla concorrenza
2- come dirlo: toni, linguaggio, atmosfera
Media strategy: ulteriore definizione del target secondo i seguenti criteri:
Area geografica. Regione, ampiezza, centro.
Aspetti socio-economici. Classe sociale, reddito, professione.
Aspetti demografici. Stili di vita valori.Comportamento nella donazione.
Frequenza
Campagna di comunicazione esterna
Periodo di uscita della campagna. Analisi di tempi.
Media individuati. Televisione, radio, stampa, affissioni, ecc…
Scelta del linguaggio:
Il messaggio deve contenere qualità intrinseche fondamentali:
−
Obiettività: dare forte contenuti non di parte” è il primo passaggio per farlo accettare al pubblico;Riconoscibilità: ogni messaggio deve essere riconosciuto come tale;Persuasività:renderlo accettabile, non dare ordini ma suggerire comportamentiCredibilità: mai promettere ciò che si potrà mantenere;
Accessibilità: deve essere comprensibile, prestare attenzione al brevità del periodo, evitare espressioni troppo tecniche, utilizzare caratteri leggibili, linguaggi chiari e aderenti a quello del target.
Chiarezza: non dire tutto o troppo, mess. Chiaro e la parte essenziale va collocata all’inizio, al centro si sviluppa il concetto e alla fine le parti meno significative ed accessorie.
Tempestività: i messaggi danno informazioni e sollecitano a far assumere comportamenti. La tempestività risulta fondamentale nel garantire l’attualità del messaggio.