l’allertamento in lombardia all’interno del sistema ... · del sistema di allerta dal punto di...
TRANSCRIPT
L’allertamento in Lombardia all’interno del
Sistema Nazionale di Protezione Civile
LA DIRETTIVA ALLERTAMENTO E LA DIRETTIVA ALLUVIONI
Gregorio Mannucci- Dirigente Struttura Gestione delle Emergenze
DG Sicurezza, Protezione Civile, Immigrazione
Monza, 27 maggio 2016
La nuova direttiva è entrata in vigore
il 27 aprile 2016
Il sistema di allertamento per rischi naturali:aggiornamento della direttiva regionale
DGR X/4599 del 17 dicembre 2015:
"Direttiva regionale per la gestione organizzativa efunzionale del sistema di allertamento per rischi naturali aifini di protezione civile" (D.P.C.M. 27/04/2004), che riformai contenuti della precedente direttiva, approvata con DGR8753/2008.
2/31
Il sistema di allertamento per rischi naturali:aggiornamento della direttiva regionale
• ARMONIZZAZIONELa nuova direttiva ha recepito le indicazioni provenienti dal Dipartimento di
Protezione Civile per l’armonizzazione dei livelli di criticità, le modalità diallerta e le fasi operative.
• NOVITA’ LOCALILa direttiva ha anche portato delle importanti novità a livello locale per
quanto riguarda l’allertamento, con un diretto impatto sugli EELL, in
particolare sui Piani di emergenza dei comuni (numero rischi, tipologia di
allerte, zone omogenee).
• UNO SGUARDO AL SISTEMAPrima di addentrarci nelle specifiche tecniche, vediamo il funzionamento
del sistema di allerta dal punto di vista regionale: le strutture chiave e i
soggetti coinvolti e il flusso delle informazioni.
3/31
Il Centro Funzionale di Monitoraggio dei Rischi Naturali (CFMR)PUNTO FOCALE DEL SISTEMA DI ALLERTA
È una struttura della Sala Operativa regionale che svolge attività di
previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale degli eventi e dei
conseguenti effetti sul territorio, per il supporto alle decisioni delle autorità
preposte all’allertamento.
Il servizio è continuativo H24/365gg all’anno
4/31
Giunta regionale
U.O. Protezione civileSala Operativa - Centro Funzionale di
Monitoraggio dei rischi naturali
(h24 – 365 gg/anno)
Soggetti coinvolti e flusso comunicazione
ARPA LOMBARDIA
Servizio Meteorologico Regionale
ARPA LOMBARDIA
Centro
Nivometeorologico
Bormio
Dipartimento della
Protezione civile
Ufficio Pianif, valut, e prev
rischi
Prefetture
Società
erogatrici di
pubblici servizi
Dipartimento della
Protezione civile
Veglia meteo
PRESIDI TERRITORIALI:
Comuni – Province – UTR - AIPO – Consorzi Bonifica e Irrigazione – Società concessionarie di grandi derivazioni -Consorzi di regolazione dei laghi.
5/31
Le novità della direttiva: i sette rischi
Non sono contemplati i rischi conseguenti ad ondate di calore e
dalle «grandi frane»
6/31
Le novità della direttiva: i codici colore
CODICE – COLORE CODICE
NUMERICODESCRIZIONE
VERDE 0Non sono previsti fenomeni naturali (forzanti esterne) che possano
generare il rischio considerato.
GIALLO 1
Sono previsti fenomeni naturali che possono dare luogo a situazioni
usualmente e comunemente accettabili dalla popolazione e governabili a
livello locale.
ARANCIO 2Sono previsti fenomeni naturali che non raggiungono valori estremi, ma
che possono interessare un’importante porzione del territorio.
ROSSO 3
Sono previsti fenomeni naturali suscettibili di raggiungere valori estremi,
che possono dare luogo a danni e rischi anche gravi per la popolazione e
interessare in modo diffuso il territorio.
7/31
Le novità della direttiva: le allerte
8/31
0
1
2
3
VERDE
Allertamento
GIALLO ARANCIO ROSSO
Comunicazione codice GIALLO
Il CFMR sintetizza le proprie valutazioni relative ai livelli di criticità previsti nelle successive 12/36 ore ed emette diversi tipi di allerte:• Comunicazioni, nel caso di codice GIALLO• Avvisi di Criticità, nel caso di codice ARANCIO e ROSSO• Avvisi di Criticità localizzati per alcuni contesti territoriali
caratterizzati da un’alta vulnerabilità.AVVISI DI CRITICITÀ
Indica come un particolare
fenomeno si manifesterà in un
determinato territorio (es.
temporali forti) e suggerisce la
predisposizione di attività
operative minime iniziali di
sorveglianza, anche se l’intensità
è considerata affrontabile e
gestibile localmente.
9/31
«Comunicazione codice giallo»
Le novità della direttiva: aggiornamento delle «zone omogenee»
11/31
Sono territori dove sulla base di dati storici, morfologici, di vulnerabilità,
limiti amministrativi ecc. l’impatto di determinati fenomeni assume delle
caratteristiche simili. L’aggiornamento consente di circoscrivere e focalizzarein maniera più efficiente le attività di prevenzione organizzate a livello locale.
� RISCHI IDRO-METEO, che comprende il rischio idrogeologico, idraulico,
temporali forti, vento forte, prevede 14 Zone Omogenee (in precedenza 8).
� RISCHIO NEVE prevede 20 Zone Omogenee (10).
� RISCHIO VALANGHE prevede 9 Zone Omogenee (7).� RISCHIO INCENDI BOSCHIVI prevede 15 zone (=).
L’aggiornamento ha inoltre riconsiderato le soglie di criticità per rischio
idrogeologico, idraulico e neve.
«Avvisi di criticità localizzati»per zone a rischio localizzato
12/31
Per alcuni bacini caratterizzati da un’alta vulnerabilità e da una
ripetitività dei eventi di piena, già la precedente direttiva
regionale del 2008 prevedeva l’emissione di avvisi di criticità
localizzati. La nuova direttiva conferma tale prodotto di
allertamento e prevede il «rischio sul nodo idraulico milanese»
comprendente i bacini di Olona, Lambro, Seveso e altri minori.
Sono confermati i bacini del fiume Po e del Secchia.
Modalità di allertamentoIl Centro Funzionale monitora costantemente le condizioni meteorologiche e le soglie
previste per ciascun rischio e pubblica ogni giorno, con circa 12/36 ore di anticipo,notizie relative alla criticità attesa per il giorno seguente, sui propri siti web:
www.regione.lombardia.it - Banner «Allerte in corso: situazione odierna»
https://sicurezza.servizirl.it/
Ai destinatari delle comunicazioni di allertamento è
richiesto di informarsi autonomamente sulla situazione prevista, accedendo ad uno dei predetti indirizzi, con cadenza
almeno quotidiana.
14/31
Modalità di allertamento
CODICE-COLORE CANALI DI COMUNICAZIONE UTILIZZATI
VERDE
Pubblicazione della
“situazione odierna”
sui siti web RL
GIALLO
Pubblicazione della
“situazione odierna”
sui siti web RL
“Comunicazione” con
PEC (Posta Elettronica
Certificata) e PEO (Posta
Elettronica Ordinaria)
ARANCIO
Pubblicazione della
“situazione odierna”
sui siti web RL
Invio dell’”Avviso di
Criticità “ con PEC e
PEO
Invio di un sms
informativo al cellulare
del Sindaco e di un suo
sostituto
Pubblicazione
dell’”Avviso di
Criticità” sull’App
“Protezione Civile”
ROSSO
Pubblicazione della
“situazione odierna”
sui siti web RL
Invio dell’”Avviso di
Criticità “ con PEC e
PEO
Invio di un sms
informativo al cellulare
del Sindaco e di un suo
sostituto
Pubblicazione
dell’”Avviso di
Criticità” sull’App
“Protezione Civile”
A livelli crescenti di criticità corrisponde un numero sempre più alto di canali di comunicazione
15/31
Le Fasi operative
La direttiva regionale, in attuazione di quanto previsto a livello
nazionale, prevede per i destinatari l’attivazione di FASI
OPERATIVE MINIME, richiamate nelle Comunicazioni e negli
Avvisi di Criticità.
Questo ha un impatto sulla pianificazione di emergenza locale,
che deve quindi essere rivista, verificata e aggiornata alla luce
delle nuove indicazioni.
16/31
Maggiori informazioni in merito sono
reperibili all’interno del testo della Direttiva
sull’Allertamento, pubblicato sul sito
istituzionale di Regione Lombardia.
Per agevolare la lettura dei principali
contenuti che riguardano più da vicino il
ruolo del sindaco, è stato predisposto un
Vademecum sull’allertamento.
Entrambi i documenti sono reperibili sullapagina web dedicata alla nuova direttivaallertamento sul sito
www.protezionecivile.regione.lombardia.it
17/31
Potrà avvalersi anche dell’aiuto di strutture tecnico oper ativeregionali , che svolgono attività di monitoraggio e vigilanza sulterritorio, come ad esempio:• UTR - per azioni di contrasto sul reticolo idraulico di
competenza regionale• AIPO - per azioni di contrasto sul reticolo idraulico di
competenza• SALA OPERATIVA regionale, anche tramite la provincia di
riferimento per l’attivazione del volontariato
E’ il primo responsabile di protezione civile ed ha il compito di:
• Utilizzare gli strumenti a disposizione in fase di previsione e
prevenzione e pianificazione.
• Informarsi in modo autonomo, almeno quotidianamente, sulla
situazione attesa, attraverso i siti messi a disposizione da Regione.
• Prestare soccorso alla popolazione in caso di evento.
Deve attivarsi subito e non aspettare di essere soccorso
Il ruolo del Sindaco
18/31
Allertamento e Direttiva Alluvioni
19/31
La Direttiva regionale
sull’Allertamento rappresenta
una misura prioritaria,
individuata nel Piano di
Gestione del Rischio Alluvioni
previsto in attuazione della
Direttiva Europea 2007/60/CE
“Alluvioni”.
Perché una direttiva alluvioni?
La serie storica dei livelli
idrometrici a Passau (D)
(anno 1501, 13 metri)
Allertamento e Direttiva Alluvioni
20/31
La Direttiva Europea 2007/60/CE «Direttiva alluvioni»
GESTIRE IL RISCHIO DI ALLUVIONI,con azioni programmate su
orizzonti temporali ben definiti,
che mettono a sistema la difesa delsuolo (opere, vincoli urbanistici) e
la protezione Civile (allerte,
interventi, ristoro danni), e
coinvolgono anche i cittadini
GESTIRE IL RISCHIO DI ALLUVIONI,con azioni programmate su
orizzonti temporali ben definiti,
che mettono a sistema la difesa delsuolo (opere, vincoli urbanistici) e
la protezione Civile (allerte,
interventi, ristoro danni), e
coinvolgono anche i cittadini
FINALITÀ METODO
DOVE si verificano alluvioni?QUANTO SPESSO?« PERICOLOSITA’»
DOVE si verificano alluvioni?QUANTO SPESSO?« PERICOLOSITA’»
CHI/COSA danneggianole alluvioni?
«RISCHIO»
Istituire un QUADRO COMUNE EUROPEOper la valutazione e la gestione delrischio di alluvioni, volto a RIDURRE LECONSEGUENZE NEGATIVE DELLEALLUVIONI per la salute umana,l’ambiente, il patrimonio culturale e leattività economiche
Istituire un QUADRO COMUNE EUROPEOper la valutazione e la gestione delrischio di alluvioni, volto a RIDURRE LECONSEGUENZE NEGATIVE DELLEALLUVIONI per la salute umana,l’ambiente, il patrimonio culturale e leattività economiche
21/31
Il Piano di Gestione del Rischio di AlluvioniIl Piano di Gestione Rischio Alluvioni è lo strumento operativo previsto dalla legge italiana che dà attuazione alla Direttiva Europea 2007/60/CE. E’ stato predisposto a livello di distretto idrografico.
Autori del piano
Attori coinvolti nell’attuazione del piano (competenze)
Difesa del suolo:
Autorità di Bacino, Regione, Autorità
Idrauliche, Comuni, Struttura di Missione
Italia Sicura
Protezione civile:
Comuni, Province, Regione, Prefetture,
Autorità Idrauliche, Gestori dighe,
Dipartimento Nazionale, Organizzazioni
di Volontariato, Cittadini
22/31
Reporting alla Commissione Europea
Cronoprogramma azioni
Avvio azioni prioritarie
Sistema monitoraggio attuazione misure (primo step 2018!)
Pubblicazione banche dati utili per la diffusione delle conoscenze acquisite
Coinvolgimento degli stakeholder nell’attuazione delle misure
2016…
ATTUAZIONE
2014-2015
PIANO
Attività di Regione Lombardia perPiano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)
Pubblicazione online
Elaborazione mappe di pericolosità e di rischioInvio alla Commissione Europea
Partecipazione su mappe
Progetto di piano (ARS, Misure)
Partecipazione su misure:- Raccolta osservazioni- Evento pubblico - GdL interdirezionale- Questionario
Revisione mappe a seguito osservazioni
Affinamento misure
Approvazione contributo regionale al pianoDGR 4549 del 10 dicembre 2015
Pubblicazione online
2013
MAPPE
Pubblicazione online
23/31
Quanto siamo esposti al rischio di alluvioni?
L’Italia, con circa 8.000.000 residenti a rischio, è il paese UE con il più alto numero di abitanti
esposti al rischio di alluvioni. 1.5 Mio abitanti sono lombardi, la Lombardia è la regione italiana
con il maggior numero di residenti esposti al rischio di alluvioni (dati sez. censuarie ISTAT)
Sono state censite anche scuole, ospedali, sedi della P.A., strade, ferrovie, beni culturali, attività economiche e produttive, pozzi e sorgenti ad uso idropotabile, impianti ARIR e AIA, siti contaminati, dighe, e ad ognuno è stato assegnato un livello di rischio (R1�R4).Numero di comuni interessati dal rischio in Lombardia: 1280 su 1530.
Comune Residenti esposti
MILANO 129'242
BRESCIA 66'419
CREMONA 40'488
MANTOVA 29'835
COLOGNO
MONZESE 26'098
SUZZARA 22'869
RHO 20'724
VIADANA 19'187
MONZA 18'156
SONDRIO 17'239
24/31
Le aree a rischio significativo in Lombardia
Lambro, Seveso e Olona - Nodo
idraulico di Milano
Oglio sopralacuale
Oglio Nodo idraulico di Brescia
Adda sottolacuale – Lodi
Adda sopralacuale - Valtellina
Po da Torino al delta
Secchia
Mincio - Città di Mantova
RL01 - Gera Lario, Sorico - Torrente San Vincenzo
RL02 - Colico - Torrenti Perlino e Inganna
RL03 - Adda Sottolacuale – Olginate - Calolziocorte
RL 04 - Adda Sottolacuale – Rivolta d’Adda
RL05 – Valmadrera, Civate - Torrenti Rio Torto e Toscio
RL06 - Brembo - San Pellegrino Terme
RL 07 - Serio – da Nembro-Pradalunga a Villa d’Ogna
RL 08 - Serio – Mozzanica
RL 09 - Serio - Sergnano
RL 10 - Rile-Tenore – Cairate-Fagnano Olona, Cassano Magnago
RL11 - Torrente Gandaloglio -Oggiono, Molteno, Sirone
RL 12 - Molgora - Caponago-Gorgonzola-Melzo, Truccazzano
RL 13 - Trobbia - Bellinzago Lombardo-Gessate
RL 14 - Ticino - Pavia
RL 15 - Verbano – T. Boesio – da Laveno Mombello a Brenta
RL17-Cherio – da Casazza a Bolgare
RL18-Mella - Sarezzo-Villa Carcina-Concesio
RL19 – Torrente Gandovere, Mandolossa - Cellatica, Gussago, Rodengo Saiano,
Brescia
RL20-Mella - Castel Mella, Azzano Mella
RL21-Oglio (sottolacuale) da Palazzolo sull’Oglio a Calcio
RL22-Oglio – Gabbioneta Binanuova - Ostiano
RL23-Garza – Caino, Nave, Bovezzo
RL24 – Naviglio Grande Bresciano - da Nuvolento a Rezzato
RL 25 – Torrente Garza – Ghedi, Calvisano
RL26 - Chiese - Asola
RL27 - Cremona
ARS distrettuali ARS regionali
26/31
Come prevenire e proteggersi dalle alluvioni? Misure di prevenzione e protezione del PGRA
DOVE si trovano nel PGRA:
- Relazione IV : Misure di prevenzione e protezione di livello distrettuale
- Schede monografiche delle ARS di distretto
- Relazione VA: Aree a rischio significativo di livello regionale e locale - Lombardia
M21 Divieto alla localizzazione di nuovi elementi in aree inondabili
M22 Demolizione degli elementi vulnerabili presenti in zone inondabili o rilocalizzazione in aree non inondabili o a più bassa probabilità di inondazione
M23 Riduzione della vulnerabilità degli elementi esposti (interventi sugli edifici, sulle infrastrutture a rete, ecc.)
M24 Altre misure di prevenzione con particolare riguardo al miglioramento delle conoscenze tecnico scientifiche (modelli di valutazione della pericolosità, della vulnerabilità e del rischio)
M31 Gestione naturale delle piene a scala di sottobacino - misure per la riduzione delle portate di piena mediante il ripristino dei sistemi naturali in grado di rallentare la formazione e propagazione delle piene migliorando la capacità di ritenzione, espansione e laminazione.
M32 Regolazione delle piene - misure che comportano interventi strutturali per regolare le piene come ad esempio la costruzione, modificazione o rimozione di opere di laminazione (dighe, casse di espansione) che hanno un significativo impatto sul regime idrologico.
M33 Interventi negli alvei dei corsi d’acqua, nelle piane inondabili, nelle aree costiere e negli estuari quali la costruzione, modificazione o rimozione di opere arginali o di regimazione, nonché la trasformazione degli alvei e la gestione dinamica dei sedimenti, ecc.
M34 Gestione delle acque superficiali – misure che riguardano interventi strutturali per ridurre gli allagamenti causati da piogge intense, tipici ma non limitati al solo ambiente urbano, che prevedono il miglioramento della capacità di drenaggio artificiale o attraverso la realizzazione di un sistema di drenaggio sostenibile
M35 Altre misure – inclusi programmi o le politiche di manutenzione dei presidi di difesa contro le inondazioni
27/31
Misure di preparazione alle alluvioni
• Aggiornare il sistema di allertamento regionale, uniformarsi a indicazioni di riferimento nazionali,
potenziare le reti idrometeo, sviluppare modelli di previsione delle piene
• Censire lo stato di attuazione della pianificazione di emergenza comunale, aggiornare le linee guida
regionali, attuare la pianificazione di settore (Piani dighe, piani di laminazione), verificare l’esposizione
delle strutture operative dell’ emergenza alle alluvioni (Sale operative, COC, Prefetture, COM,…)
• Attuare il servizio di piena sul reticolo di competenza regionale , migliorare le conoscenze sul presidio
(da e verso i piani di emergenza)
• Rafforzare la collaborazione, la comunicazione e il raccordo istituzionale tra enti locali e il livello statale,
anche con l’integrazione di informazioni su portali informatici.
• Censire le competenze e specializzare volontariato alle attività di presidio e di messa in opera di difese
provvisorie durante gli eventi, anche mediante esercitazioni
• Migliorare comunicazione verso i cittadini, con campagne di in-formazione dei cittadini sul rischio e sulle
norme di autoprotezione
28/31
Assi delle misure del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni
ASSE TECNICOadeguare gli strumenti operativi
all’evoluzione tecnologica , migliorare
le capacità tecniche di previsione e
monitoraggio
ASSE GESTIONALEvalutare l’efficacia dei processi, metterli a sistema, condividere le
conoscenze , raccordare e uniformare
le procedure con i livelli territoriali
(locale, regionale, nazionale)
+CONOSCENZA
+COLLABORAZIONE
+COMUNICAZIONEASSE STRATEGICO informare e formare
29/31
La Sala Operativa ed il Centro Funzionale regionalesono sempre a disposizione per qualunquenecessità:
30/31
Riferimenti utili
Gregorio MannucciDirigente Struttura Gestione delle Emergenze
Grazie per l’attenzione
31/31