lbf magazine vol i anno ii

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Il magazine online della Lega Basket Femminile Uscita quindicinale OPENING DAY Interviste, storie e curiosità della due giorni di Napoli LE DEBUTTANTI Focus su Torino e Sesto PARLANO LE MVP Interviste in collaborazione con Franco Arturi 85° Campionato di Serie A1

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Appena cominciata la stagione della A1 con l'Almo Nature Cup, comincia questo week end il campionato di A1. Torna anche LBF Magazine interamente dedicato ai retroscena dell'Opening Day: interviste e curiosità raccontate dalle protagoniste e dagli osservatori presenti in loco.

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I l m a g a z i n e o n l i n e d e l l a L e g a B a s k e t Fe m m i n i l eU s c i t a q u i n d i c i n a l e

OPENING DAYInterviste, storie e curiosità

della due giorni di Napoli

LE DEBUTTANTIFocus su

Torino e Sesto

PARLANO LE MVPInterviste incollaborazionecon Franco Arturi

8 5 ° C a m p i o n a t o d i S e r i e A 1

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Per ogni punto, assist, rimbalzo, stoppata

il campionato femminile di serie A1

Almo Nature donerà un pasto per i cani

nessuno si senta più solo e abbandonato.

2015/2016

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14L B F M a g a z i n e

Il mio Opening DayDiario di viaggiodi Silvia Gottardi

Oscar 2015Interviste ai vincitori con le domande di Franco Arturi

Bentornata TorinoÈ come un sognodi Simone Bauducco

L’esordio del GeasUn momento tanto attesodi Jacopo Cattaneo

Social LBFLa LBF su Twitter e Instagram

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GEAS. Il ritorno delle rossonere in serie A1, l’esordio delle giovani e le emozioni della prima vittoria nel massimo campionato.

BLOG. Il primo Opening Day da addetta ai lavori di Silvia Gottardi. Il dietro le quinte dell’appuntamento più im-portante del basket in rosa nazionale.

Per ogni punto, assist, rimbalzo, stoppata

il campionato femminile di serie A1

Almo Nature donerà un pasto per i cani

nessuno si senta più solo e abbandonato.

2015/2016

I n c o p e r t i n a :R a s h a n d a G r a y e K o u r t n e y T r e f f e r sF o t o d i E l i o C a s t o r i a

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Domenica 4 Ottobre, ore 20.30Le tribune del Pala Vesuvio sono vuote, qualche giornali-sta solitario ancora scrive il suo pezzo, le luci cominciano a spegnersi, gli addetti ai lavori sistemano i led pubblicita-ri, un paio di giocatrici si asciugano i capelli a bordo cam-po. Eh sì, pochi lo sanno, ma uno dei grandi problemi di noi giocatrici è la ricerca di una presa per l’asciugacapelli a fine partita. Spesso nello spogliatoio gli asciugacapelli da muro sono rotti e quasi mai ci sono prese, e allora parte la caccia al tesoro. È terminata così, la quattordicesima edizione dell’Opening Day a Napoli, con Dotto e Templari che usano la mia presa multipla per asciugarsi i capelli, mentre tutti, fuori, già pensano al raduno della Nazionale e alla partita contro le stelle del Team USA.Ma cominciamo dall’inizio.

Sabato 3 Ottobre, ore 13.00Dopo una veloce pizza (ahi la dieta a Napoli è im-possibile farla) con la magica coppia federale Albini/Palombarini sono già al campo per cominciare la mia maratona di basket. Il mio primo Opening Day, o per meglio dire il mio unico Opening Day, risale al lontano 2002, alla prima edizione di questa bella e unica manifestazione, quando vestivo la maglia della Reyer Venezia. Allenatore il mitico Andrea Pe-titpierre, tra le mie compagne Angela Gianolla, una certa rookie Deanna “Tweety” Nolan, una guardia di 180 cm capace di schiacciare, che poi ha vinto di tutto e di più in WNBA. Oggi invece in campo ci

sono la neopromossa Geas e Orvieto: le ragazze si riscaldano e attendendo la palla a due delle 14.00. Tirano, fanno stretching, sorridono, ma sotto sotto sono tutte tese ed emozionate. Tutte, nessuna esclu-sa. Io lo so benissimo: c’è chi lo è perché esordisce in A1, chi perché torna nella massima serie, chi perché sa che quella è già una partita fondamentale, chi semplicemente perché è la prima gara dell’anno. Io sono sempre stata una di quelle giocatrici che faceva finta di non essere mai tesa prima di una partita, ma ora sono convinta che non bisogna vergo-gnarsi di essere emozionate, perché è proprio quella lieve sensazione di paura che poi ci fa tirare fuori il massimo una volta che l’arbitro ha alzato la palla a due.

Sabato 3 Ottobre, ore 19.15Napoli e San Martino di Lupari sono negli spoglia-toi per l’intervallo lungo. La partita è coinvolgente e combattuta, forse anche un po’ troppo visto che per poco Fassina e Favento (a mio avviso la miglior acconciatura dell’Opening Day) non si menano. Il Palazzetto è traboccante di persone, molte non trova-no neppure un posto per sedersi. Io non riesco a fare un metro senza incontrare qualcuno che conosco e con cui vorrei fermarmi a chiacchierare. L’unico luogo in cui c’è un pò di pace è la sala stampa, che con il suo vetro chiude fuori il rumore assordante. Vivere questa manifestazione da “addetta ai lavo-

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Il mio Opening Day DI Silvia Gottardi

IL PRIMO VISSUTO DA ADDETTA AI LAVORI.UNO SGUARDO DIVERSO SU UN EVENTO UNICONEL SUO GENERE.VI RACCONTO TUTTO CIÒ CHE NON SAPETE, E NON POTETE SAPERE,SULL’OPENING DAY

L’abbraccio tra Jelena Ivezic e Chiara Pastore

della Dike Napoli

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ri” è un’esperienza nuova e strana. Non mi ero mai accorta dell’attività frenetica degli addetti stampa e dei giornalisti, che twittano, postano, scrivono condividono ogni azione in tempo reale. Poi c’è Capopianco, il nuovo coach della Nazionale, uno che il basket femminile non l’aveva mai visto prima, ed ora, al suo primo approccio, ne sta facendo indige-stione… Speriamo bene!

Domenica 4 Ottobre, ore 1.30La Serata di Gala è andata via liscia, con l’assegna-zione degli MVP e la presentazione del mio docu-mentario She Got Game. Ora finalmente il momento più atteso dalle giocatrici: si va a bere qualcosa con le amiche che giocano nelle altre squadre… Chia-ramente mi ci infilo anche io. Purtroppo domani ci sono altre 4 partite e a causa anche della logistica si esce solo con Schio e San Martino di Lupari. Tra birre, pizze con la nutella e pettegolezzi si fa notte e all’improvviso la rivalità del campo è dimenticata. La mia migliore amica della serata è decisamente Yacoubou, con l’unico difetto che essendo enorme riesce a bere molto più di me senza risentirne, io invece immagino già il risveglio traumatico che mi aspetta domani.

Domenica 4 Ottobre, ore 15.30Ma possibile che gli uomini non si accorgono mai di niente? Siamo quasi alla conclusione della seconda gara della giornata e menomale che c’è Maja Erkic a farmi presente che ho addosso la maglietta storta, a proposito di risveglio traumatico. Se fosse stato per Gianfranco Galanti e Peppino Errico, miei insepa-rabili compagni in questa avventura, sarei andata

avanti così fino a sera. Nella prima partita comunque una sorprendente neopromossa Torino ha asfalta-to Vigarano, mentre ora Venezia ha vita facile con Parma.

Domenica 4 Ottobre, ore 19.35Diamanti sembra un tarantolato, corre su e giù in panchina, si sbraccia, urla alle sue, protesta con gli arbitri. Poi alziamo la testa al tabellone e ci accor-giamo che Lucca è sul +30. Umbertide arranca senza dare l’impressione di poter rientrare, ma Dotto&Co pressano, si buttano su tutti i palloni e giocano alla morte manco fossero già i playoff. Decisamente la cosa migliore della partita è la maglia 44 di “mi-ciona” Gatti, che fa venir voglia di canticchiare “44 gatti in fila per 6 col resto di 2…”Ormai manca pochissimo alla fine di questo Ope-ning Day, il mio primo da non giocatrice. Sono state giornate lunghe e faticose, ma un pò mi dispiace che tutto stia per finire perché è davvero una bella festa del basket femminile, un modo anche per rive-dere tutti, ma proprio tutti quelli a cui que-sto sport piace tanto quanto a me. Il risultato dell’ultima partita è talmente scontato che il pubbli-co pian piano va già via. Solo Capobianco resiste. A fine partita partirà il pulman della Nazionale diret-to all’Acqua Acetosa per il raduno, ho deciso che proverò a imbucarmi per scroccare un passaggio, ma questa è un’altra storia.

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O s c a r2015

Donne & Basket

Laura, giochi da vent’anni, hai vinto una marea di titoli, anche individuali, sei stata nello starting five di un club prestigioso della Wnba: che motivazioni di sospingono ancora fino a meritare il rico-noscimento che hai in mano?

Lascio che sia il basket a venire da me. Quando mi alleno, sono concentrata a migliorarmi (soprattutto più si invecchia), quando sono in campo faccio ciò di cui la squadra ha bisogno, ma non mi scordo di divertirmi. Gioco a basket, ne ho fatto il mio lavoro, ma non VIVO di basket; quando esco dalla palestra, esiste il mondo fuori. A Facebook preferisco una birra con gli amici e a Twitter un film al ci-nema col fidanzato. Per tutto il resto, amo la mia famiglia e nulla mi dà più gioia che far felici loro!!! Io non inizio mica ogni anno pensando che il tempo passa, mi diverto e rido ad ogni allenamen-to! Trovo stimoli diversi ogni giorno anche quando me ne starei sul divano! È una sfida continua con me stessa prima che con altri. Non so quanti punti ho fatto, quanti titoli vinti o quante presenze. Amo ciò che faccio, ma so quando dire basta e pensare ad altro che non sia basket! Questo è il mio segreto. Ma non vuol dire che sia così per tutti...

Laura Macchi - MVP italiana serie A1

Premiati durante la serata di Gala dell’Opening Day di Napoli i vincitori degli Oscar 2015 rispondono alle domande di Franco Arturi, penna storica della Gazzetta dello Sport.

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E’ bello per me aver percorso tutte le tappe della mia crescita tecnica e aver imparato qui anche a soffrire e superare momenti di difficoltà. Ho aspettato la mia maturazione come giocatrice e come persona, fino a diventare una pedina impor-tante per la mia squadra. Ora è bello raccogliere i frutti di tanti anni di lavoro, ritrovandoci in A1 ancora una volta ma con un gruppo di giovani cresciute come me nel vivaio del Geas e con le quali sono ripartita, credendo in questa squadra, dall’A3. Ora, con impegno e determinazione, ci stiamo tuffando in una nuova avventura: i ricordi e i traguardi raggiunti in questi anni sono e reste-ranno un ricordo indelebile, ma adesso dobbiamo e devo guardare avanti. Ci aspetta un compito davvero arduo, ma che di certo non ci spaventa.

Quinto campionato in A1, tre promozioni, una coppa Italia, tredicesima stagione e oltre 300 presenze nello stesso club: ma che cos’è per te il Geas?

Giulia Arturi - MVP Serie A2 Girone A

Hai vent’anni, giochi playmaker: che cosasi prova a dover dirigere in campo compagne molto più esperte di te?Penso sia una bella responsabilità, ed una grande soddisfazione! Poter giocare con giocatrici più esperte di me è di certo parecchio stimolante, a maggior ragione per il mio ruolo di regista sul campo. Il continuo confronto mi da la possibilità di imparare ancora più velocemente dai miei errori; cerco di studiare il modo di giocare di avversari e compagne per prendere quelle situazioni che a mia volta cerco in partita di fare mie. Il tutto peròmantenendo me stessa. Provo a farmi rispettare il più possibile come si addice a un buon playma-ker, figura che deve guidare le compagne nel ritmo e nelle situazioni che via via si presentano.Ogni anno ho cercato di fare un salto in avanti nel mio gioco, lo scorso weekend è stato il mio pri-mo Opening Day di A1, un’esperienza molto emozionante, cui spero di parteciparvi ancora e che mi ha dato una grande soddisfazione con un premio!A Vigarano con le compagne di quest’anno mi trovo molto bene sia fuori che dentro al campo, ma dobbiamo fare ancora tanta strada. All’esordio nonostante grande voglia, siamo mancate nella prestazione dando vita facile a Torino, ci dobbiamo subito rifare.

Sofia Vespignani - MVP Serie A2 Girone C

Ci aspetta un calendario non semplice nel pros-simo mese, ma al di là dei risultati dobbiamo metterci più energia e grinta. Domenica trovo una giocatrice che stimo molto come Chiara Pastore, qualche anno or sono anche nella mia natia Faenza, è un modello. Un’altra? Bhè Gior-gia Sottana è sicuramente quella con qualcosa in più, leader, vincente con talento, quando la guardi in azione puoi solo imparare, e sono qui anche per questo.

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Gianni Bertolazzi - 40 anni di Basket Parma in serie A1

Il momento più esaltante e quello che ricorda meno volentieri nella vita della sua creatura cestistica?

Sicuramente l’episodio più esaltante della mia carriera è stata la vittoria dello Scudetto nel 2001. Oltre che per il successo in sé, la presenza di 5.000 persone al PalaRaschi fu elettrizzante. Un trionfo in tutti i sensi che oggi alla luce del traguardo di 40 presenze consecutive in Serie A1, senza mai conoscere l’onta della retroces-sione, assume per me ancor più valore. Questi, unito anche all’essere riuscito a far arrivare alla Serie A maschile un ragazzo, e sottolineo ra-gazzo, sono certamente i miei fiori all’occhiello.L’episodio invece che ricorderò meno volentie-ri è l’involuzione che ci ha colpito in questi anni come movimento cestistico femminile. Dovuta anche sicuramente alla congiuntura economica ma che ci ha portato, fra le altre cose, a dover abbandonare le competizioni europee (cosa alla quale tenevotantissimo e dopo 19 parte-cipazioni ho dovuto dire basta!), ma pure la scomparsa di grandi società storiche quali ad esempio Como, Faenza, Priolo.

Cinzia Zanotti - Miglior coach serie A2

Come ti senti ad essere l’unica donna allenatri-ce in A1 e l’allenatore MVP della A2 la scorsa stagione? le donne sono meglio degli uomini in panchina?Non vedo onestamente grandi differenze tra allenatori e allenatrici, ma sono certa che all’interno di uno staff una figura femminile sia di grande importanza e di fondamentale aiuto, soprattutto se ha un vissuto da gioca-trice. Lo dimostra anche l’esempio di Lucca, che anche grazie al supporto di una grande come Lidia Gorlin sta facendo bene da diverse stagioni. Altro esempio è Laura Ortu a Orvie-to. Vivo questa esperienza confrontandomi, settimana dopo settimana, con allenatori mol-to più esperti di me e credo che questo possa aiutarmi a crescere e migliorare. Il premio è un bel riconoscimento, per me ma anche per tutta la squadra e tutte le ragazze che hanno reso possibile i nostri successi, quelle rimaste e quelle che sono andate via. Un pensiero in particolare a Gambarini e Laterza, che costret-te da infortuni non saranno in campo ancora per un po’ ma che sono state fondamentali l’anno scorso. Condivido il premio con tutta la mia società, col Presidente Mazzoleni e tutto lo staff tecnico.

Nino Molino - Miglior coach serie A1

Sei il miglior allenatore della passata stagione, ma sei arrivato secondo. Forse preferivi avere lo scudetto sulla maglia e non questo riconoscimento personale? Ora è arrivato il momento di vincere dopo due anni di gavetta?Ovviamente non si baratta nessun premio con uno scudetto!!!Il campionato scorso ci ha visto protagonisti di una bella cavalcata iniziale con un record di 16 vittorie consecutive. Nei playoff dopo un percorso netto sino alla finale, un epilogo a noi sfortunato ci ha penalizzato negli ultimi secondi. Non ab-biamo conquistato un trofeo ma la consapevolezza di essere di-ventati in soli due anni una realtà importante per il movimento cestistico femminile. Per quanto riguarda il riconoscimento della Lega, pur trattandosi della terza volta che ricevevo il premio come miglior coach, sono onorato di aver vinto grazie alla votazione dei miei colleghi, un attestato di stima che ho apprezzato molto, anche se ritengo che Larry Abignente abbia fatto un altrettanto eccellente lavoro a San Martino di Lupari.

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Marzia Tagliamento - MVP giovane serie A1

Si dice spesso che troppi elogi alla tua età possa-no anche essere rischiosi: che cosa ne pensi?

E anche quando lo raggiungevo non ero mai contenta al 100%, perché ho sempre desiderato il top e quindi anche se mi elogiavano io ero sempre molto sulle mie proprio per questo. Ma ora che le cose sono un pò cambiate, perché come persona e giocatrice sono arrivata ad un livello più alto, il mio modo di pensare comunque non è cambiato. Mi fa piacere essere l’idolo di molti bimbi o persone più grandi, ma sento anche una responsabilità perché comunque loro credono in me e non posso deluderli. Ogni giorno sono determinata a crescere e migliorare sia per me stessa che per loro. Il premio che ho ricevuto sabato è stata una grande soddisfazione, perché ho lavorato duro un anno intero, ma questo premio è servito più che altro a spronarmi per dare ancora di più. Il mio obbiettivo in precedenza era conquistare la convocazione in Nazionale Senior, ora che ci sono riuscita il mio prossimo obbiettivo sarà quello di conquistare anche cinque minuti con la maglia azzurra. E poi ancora più, e sempre di più. Per concludere, gli elogi che mi vengono fatti servono solo a darmi ulteriore carica sia in campo che nella vita. Non mi faranno mai cullare ed accontentarmi.

Sin da piccola mi hanno sempre insegnato che l’umiltà e l’educazione nella vita sono la prima cosa. Fortunatamente grazie ai miei genitori, e mia mamma soprattutto che è stata la mia prima allenatrice, son cresciuta con questo stile di vita. Ho sempre sudato per conquistare un risultato, non ho mai pensato che qualcosa mi fosse dovuto. E sono fiera di ciò perché non c’è cosa più bella che sudare per ottenere qualcosa, la soddisfa-zione di esserci riuscita da sola è grande. Ma non mi sono mai accontentata. Ogni volta che raggiungevo un obbiettivo me ne ponevo sem-pre un altro.

Ti conoscevano in pochi alla vigilia del cam-pionato scorso, ora sarai la sorvegliata spe-ciale: che cosa cambierà per te?Capisco che l’aver vinto il titolo di MVP mi pone ancora di più sotto i riflettori. Questa, però, sarà una buon motivo per dare sem-pre il meglio in questa stagione. Sono mol-to fortunata perché ho a disposizione uno staff che mi aiuta a migliorare ogni giorno sia come giocatrice sia come persona; come d’altronde fanno anche le mie compagne di squadra. Sono onorata di aver ricevuto questo premio. Permettetemi di ringraziare la società Pallacastro Vigarano per avermi dato la possibilità di giocare il mio miglior basket. Per questo motivo sarò sempre loro grata.

Uji Ugoka - MVP straniera serie A1

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Un sogno. Non si può trovare un’altra paro-la per definire il percorso della Fixi Pira-mis che ha riportato Torino nel massimo campionato femminile dopo 32 anni.

La maggior parte delle atlete del roster nel 1983 non erano neanche nate: hanno iniziato a giocare a basket nel periodo dove a Torino vive-va il suo momento più buio. Un gruppo di amiche, prima di tutto, che è cresciuto insieme, ha salutato chi è partita per provare nuove esperienze in altre parti d’Italia e che due anni fa si è ritrovato di nuo-vo insieme sotto la guida di coach Lele Petrachi. Cè chi come il capitano Dalila Domizi e la guardia Alice Quarta ha appena iniziato i corsi all’università magistrale di economia o chi come Costanza Coen si è laureata da poco: «Prima che essere compagne di squadra - spiega il capitano - siamo amiche fuori dal campo e questa è stata la grande forza che ci ha aiu-tato a superare gli ostacoli nella scalata verso la serie A1». Un nucleo che è impreziosito grazie alla classe e all’esperienza della greca Katerina Sotiriou e della statunitense Jenna Smith e al talento della nuova playmaker Yvonne Anderson oltre alle confermatis-sime Ada Puliti e Madalene Ntumba.

Emozione. E’ il sentimento prevalente che serpeggia alla vigilia del 14^ Opening Day della serie A femmi-nile. La si percepisce quando la squadra entra in un PalaVesuvio gremito il pomeriggio prima della parti-ta. Tutti gli occhi del basket femminile sono punta-ti su questo evento: c’è il neo coach della Nazionale Andrea Capobianco mentre in tribuna stampa c’è la storica penna del basket femminile Giancarlo Mi-gliola. Solamente la Puliti e la Ntumba hanno già vissuto questo evento e per loro sembra

un ritorno a casa. C’è il tempo di ammirare le campionesse d’Italia di Schio per poi ritornare in albergo per la cena. In serata non c’è spazio per il consueto riposo pre-partita, ma si riparte in bus per la Serata di Gala organizzata dalla Legabasket che consegna gli Oscar del basket femminile. Allo scoc-care della mezzanotte, guidati dalla carica e dalla grinta del nuovo team manager Beppe Cortese, si va a dormire. Il giorno dopo la sveglia è fissata alle 8.30: brunch mattutino e alle 11 si è in campo per il riscalda-mento. In panchina accanto al coach Lele Petrachi e all’assistente Patrick Comba siede anche il Responsa-bile del Settore Giovanile Femminile Marco Spanu. Nei primi cinque minuti la squadra sembra bloccata dall’emozione e va sotto 7-14, ma guidati dai canestri della Anderson e dalla grinta della Ntumba sotto ca-nestro Torino riesce a impattare e a portarsi davanti concedendo pochissimo nella metà campo difensiva. «E’ questo il nostro marchio di fabbrica degli ultimi tre anni - spiega a fine match coach Lele Petrachi - la difesa e la capacità di andare in transizione». Due semplici concetti che la squadra sembra aver fatto propri chiudendo ogni varco e scappando subito sul più 20. L’emozione della vigilia sembra essere sva-nita e tutte le giocatrici a referto calcano il parquet compreso la giovane Penz e Paolina Montanaro al rientro dopo il brutto infortunio al ginocchio.

Non ci poteva essere un risultato migliore per il ri-torno di Torino in serie A. Un evento che gli appas-sionati di basket Torino hanno aspettato per troppo tempo e che adesso è diventato realtà. Ora non resta che viverlo tutti insieme a partire da domenica alle 18.

Il ritorno del grande TORINO

Il basket diSerie A1

dopo 32 annitorna sotto

la Mole.La Fixi Piramis

festeggia ildebutto

all’Opening Daycon la vittoria

Ntumba eNicolodi

sgomitano perrecuperare

palla

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GEASun nuovo inizio

Un momento tanto atteso, un nuovo inizio in A1 per la squadra e un esordio, questo letterale, per molte delle geassine: poi 40 minuti lunghi un’eternità, una sfida alla

pari con la tenace Orvieto e alla fine un urlo di gioia paragonabile a quello per la vittoria della Coppa Italia di A2 dello scorso anno e per il trionfo nella finale playoff contro Magika. Questo è forse il miglior riassunto del weekend ap-pena vissuto dal Geas in occasione dell’Opening Day di Napoli dell’Almo Nature Cup. Un’avventura sconosciuta per le giovani rossonere provenienti dal vivaio e per Cinzia Zanotti, premia-ta come coach dell’anno della scorsa stagione per il campionato di A2. Primi minuti, e per Brown, Barbe-ris e Madonna primi punti, per gran parte del roster del Geas. Poi un entusiasmo travolgente, forse sorprendente per una squadra che nelle ulti-me stagioni ha vinto tanto: stavolta è bastata la vittoria alla prima giornata per scatenare la festa, per far sbocciare sorrisi e per dimenticare le paure. Poco il tempo per godersi la bellissima Napoli, ma questa è l’A1, questo è il basket: aerei, brevi soste in hotel, cuffie in testa e concentrazione al massimo, poi il campo e la palla a due, in cui tutto si ferma. Dei 40’ sul parquet sappiamo tutto, dello stupore delle nuove americane Brown e Poston nel vedere Napoli, la gente al palazzetto e tutte le altre squadre pronte a iniziare una nuova e combattuta stagione e nel trovarsi in un contesto nuovo, subito ben approc-ciato, è difficile dire.

Due momenti, su tutti, danno l’idea di quanto il Geas sia squadra e di quanto i piccoli riti, pre e post partita, siano fondamentali per lo spirito e, perché

no, per la scaramanzia: dei tanti gridi di battaglia, che le geassine usano per caricarsi prima della palla a due, ha vinto il “sursum corda” che già lo scorso hanno le ha accompagnate e che è stato riconfermato dopo aver esaminato un elenco di frasi latine che un’esperta del ramo aveva compilato per loro. Trop-po forte il richiamo alla bellissima scorsa stagione per cambiare. Poi, dopo la vittoria e la Serata di Gala (con capitana, allenatrice e dirigente chiamati sul palco per i rispettivi premi), un gelato tutte insieme, tutte unite: uno strappo alla famosa “vita d’atleta” ogni tanto si può fare.

Gioia, quella della prima vittoria, che rischiava di essere offuscata dal furto di uno dei pulmini della società, diventato quasi un compagno d’avventura in tante trasferte, il primo posto in cui, nel dopopar-tita, ritrovarsi di nuovo tutte insieme per due punti conquistati o dove riflettere su una sconfitta, nel silenzio del viaggio o nell’intimità del proprio lettore MP3. Ogni sogno ha bisogno di viaggiare, in fondo, per arrivare alla meta. L’happy end è ar-rivato per fortuna la mattina dopo il furto: il mezzo è stato ritrovato. Nulla, a pensarci bene, poteva turba-re il primo “magic moment”.

Un ritorno cheè più un esordio.Dalla serie A3alla serie A1sempre insiemein nome diun sogno

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#AlmoNatureCup

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CREDITSEDIZIONE A CURA DI

Nicolò Dalle Molle

UFFICIO STAMPA LEGA BASKET FEMMINILESilvia Gottardi

[email protected]

HANNO COLLABORATODaniele VillaniEdoardo Gnudi

Enrico VitoloGiovanni Criscione

Jacopo CattaneoSimone Bauducco

CON LA PREZIOSA COLLABORAZIONE DIFranco Arturi

FOTOGRAFIEElio Castoria

www.bancastabiese.com