microimmunoterapia come anello mancante

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Medicina Naturale Maggio 2008 Microimmunoterapia come anello mancante Annarita Raimo, Daniela Bartoloni Andrea Calandrelli, Angela Barreca

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Page 1: Microimmunoterapia come anello mancante

Medicina Naturale Maggio 2008

Microimmunoterapia come anello mancanteAnnarita Raimo, Daniela BartoloniAndrea Calandrelli, Angela Barreca

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Il sistema immunitario, garante dell’armonia e del funzionamento del nostro corpo, è costituito da cellule dette linfociti, che sono veicolate dalla linfa attraverso i vasi linfatici e le sue stazioni linfonodali, e dal sangue attraverso arterie, vene e capillari, quindi sono presenti  in tutto il nostro organismo e possono  portarsi rapidamente nel distretto organico, tessutale, cellulare ecc. eventualmente aggredito (ad esempio, da un’infezione locale).

Le cellule immunocompetenti sono centinaia e si attivano per identificare l’intruso, riconoscendo gli antigeni di quest’ultimi come non self, e distruggerlo; inoltre distruggono anche le cellule di altri organi che l’intruso ha parassitato. 

Le cellule immunocompetenti, per poter essere efficienti, devono organizzasi e scambiare informazioni con le altre cellule dei differenti organi, ciò avviene grazie alle citochine (proteine secrete dalle cellule).

A volte questo meccanismo s’inceppa e si manifesta la malattia, ad esempio:quando l’aggressore (virus, batteri, miceti, parassiti, ecc.) supera le difese poste in atto dal sistema immunitario, questo non

riesce a svolgere correttamente il suo compito (malattia infettiva); se vi è un deficit del sistema immunitario, che lascia proliferare delle cellule anormali, si potrebbe instaurare il cancro, e nel caso della proliferazione di cellule immature si determina una forma particolare di leucemia; a volte il sistema immunitario non riconosce più gli organi che egli stesso difende e li attacca, a ciò conseguono malattie autoimmuni come la sclerosi a placche; in alcuni casi il sistema immunitario dà origine a un reazione “intempestiva” di difesa senza un vero attacco, che non  avrebbe luogo se non vi fosse un’ipersensibilità (allergia).

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Tutte queste patologie, spesso, vengono affrontate con farmaci atti a combattere gli effetti della malattia, ma sarebbe opportuno agire sul sistema immunitario allo scopo di stimolare le difese dell’organismo, idea non certo nuova se si pensa alle vaccinazioni, ma queste non bastano a risolvere le patologie sopra descritte.

Fortunatamente le conoscenze in campo immunologico si sono accresciute, rilevando l’esistenza di una rete di cellule immunitarie e di mediatori chiamati generalmente citochine [le principali sono le interluchine (IL-1; IL-2; ….), gli interferoni (IFNα, β e γ), i fattori di crescita (CSF e TGFβ ) e i fattori di necrosi tumorali (TNFα eβ )].

Alcuni di questi mediatori, come le varie forme di interferoni (IFNα, β, γ), vengono prodotti in laboratorio, mediante tecnica di ingegneria genetica, e utilizzati  per il trattamento delle infezioni virali (come l’epatite C) o di malattie autoimmuni (come la sclerosi a placche). Tuttavia, i numerosi effetti collaterali conseguenti ad assunzioni massive d’interferone o di interleuchine ne limitano considerevolmente il loro uso.

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Le origini della MicroimmunoterapiaPer superare questo limite, circa trentacinque anni fa, due medici belgi, Maurice Jenaer e Bernard Marichal, elaborarono e iniziarono a utilizzare una tecnica terapeutica defi nita Immunoterapia a Dosi Infi nitesimali (IDI) o Microimmunoterapia.

I due medici sostengono che se le citochine svolgono la loro funzione nell’organismo a basse concentrazioni [nanomole (1×10 alla -4) e fentomole (1×10 alla -15)] è logico che per essere tollerate da questo devono essere somministrate a dosi infinitesimali [in una diluizione omeopatica, la quantità molecolare cosiddetta biologica è posizionata tra 1x1o alla -6 (3CH) e 1×10 alla -60 (30CH)].

Inoltre, se le cellule immunocompetenti si trovano concentrate nelle zone d’accesso dell’organismo, in particolare nella mucosa buccale e nei linfonodi vicini, la via sublinguale sembra il miglior modo di somministrazione, infatti, grazie ad essa, l’informazione contenuta in una

capsula-dose, si porta direttamente nella rete linfatica, così la forma galenica (presentazione farmaceutica sotto forma di capsule-dose contenute nei globuli, tradizionalmente utilizzati in omeopatia), associata all’assorbimento sublinguale è meglio tollerata ed è più efficace nel trasmettere un’informazione al sistema immunitario mediante la struttura immunologica dell’organismo.

Infine, questo metodo di somministrazione non mette alla prova i filtri naturali che sono il fegato, lo stomaco e l’intestino.

La Microimmunoterapia prende in considerazione anche che, in seguito a un’aggressione dell’organismo, la risposta immunitaria si svolge nel tempo, cioè mediante una reazione a catena costituita da diversi elementi del sistema

immunitario definita “cascata delle citochine”, pertanto la somministrazione del rimedio è sequenziale, in altre parole le informazioni date alle cellule vengono ripetute in ordine logico rispettando lo svolgimento delle loro azioni cellulari nella reazione immunitaria.

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L’ Immunoterapia a Dosi Infinitesimali (IDI) o Microimmunoterapia è stata elaborata negli anni ‘80 dai medici

Maurice Jenaer e Bernard Marichal

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Microimmunoterapia: Il meccanismo d’azionePer quanto riguarda il meccanismo d’azione, la Microimmunoterapia segue il principio di Arendt-Schultz, utilizzato in farmacologia classica e ripreso dall’omeopatia (inversione degli effetti),  secondo differenti tipi di diluizioni:

Basse diluizioni (BD) (3CH, 4CH, 5CH): stimolano l’effetto della sostanza

Medie diluizioni (MD) (6CH, 7CH): modulano l’effetto della sostanza

Alte diluizioni(HD) (9CH, 15CH, 17CH, 23H, 30CH, 200CH): frenano l’effetto della sostanza.

Pertanto l’utilizzo di elevate diluizioni frenerà il sistema immunitario, basse diluizioni lo stimolerà, medie diluizioni lo modulerà.

I rimedi Microimmunoterapici agiscono sul sistema immunitario mediante:un’azione che modula la risposta dei linfociti T4 (organizzatori operanti delle difese immunitarie)un’azione che stimoli o freni la produzione e l’azione delle sostanze citotossiche (che uccidono l’aggressore per contatto) un’azione che modula la produzione di citochine legate all’attività delle cellule.

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La Microimmunoterapia segue il principio di Arendt-Schultz:

Basse diluizioni (BD) (3CH, 4CH, 5CH): stimolano l’effetto della sostanza

Medie diluizioni (MD) (6CH, 7CH): modulano l’effetto della sostanza

Alte diluizioni(HD) (9CH, 15CH, 17CH, 23H, 30CH, 200CH): frenano l’effetto della sostanza.

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Inizialmente, Jenaer e Marichal constatarono che la somministrazione, in soggetti immunologicamente labili, di frammenti diluiti e dinamizzati di DNA e RNA esercitava un’influenza positiva in campo oncologico;la somministrazione degli stessi era in grado di promuovere  un effetto anti-oncogenico e ciò è stato osservato nelle malattie degenerative e virali. L’uso degli acidi nucleici diluiti e dinamizzati era inoltre supportato da un’ipotesi sostenuta nei lavori scientifici condotti da Beljanski (1990).

Successivamente ai lavori svolti sul  DNA-RNA diluiti e dinamizzati, Marichal e Jenaer hanno effettuato una serie di ricerche, nel corso delle quali sono  state testate, su pazienti affetti da disturbi immunologici, una serie di diluizioni omeopatiche di sostanze quali

citochine, prodotti bioterapeutici e allopatici omeopatizzati, rilevando degli effetti immunomodulatori benefici.

Da questi studi sono state elaborate una serie di formule per il trattamento di circa 20 affezioni immunologiche. In uno studio di Bastide è stato osservato che dosi diluite e dinamizzate di  IFN somministrate a ratti per via intraperitoneale hanno determinato un aumento della risposta immunitaria umorale e cellulare efficace, utilizzando dosi tollerabili.

In uno studio, pubblicato dal British Homeopathic Journal, Jenear e coll. hanno valutato l’effetto del trattamento Microimmunoterapico allo scopo di prevenire l’herpes genitale recidivante in 53 pazienti

che presentavano almeno quattro crisi annuali.

La conclusione è stata che l’82% dei malati ha tratto benefici dal trattamento di cui: nel 42% dei casi alcune ritorni di crisi dopo il primo trattamento (arretramento compreso tra 5° e 50° mese); nel 32% l’efficacia apparve solamente dopo una o più ricadute; nel 9% le recidive non scomparvero, ma le crisi diminuirono di frequenza e di intensità.

Dei risultati preliminari, aggiungono ancora gli autori di questi studi, ottenuti su un gruppo di 10 pazienti resistenti o intolleranti all’aciclovir (il classico medicamento per l’herpes) sembrano mostrare che l’80% di essi ha ottenuto miglioramenti.

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Da quanto sopra esposto si può concludere che la Microimmunoterapia utilizzando sostanze immunologiche, diluite e succusse, veicolate da granuli di lattosio e somministrate per via sublinguale, come i rimedi omeopatici agisce con il “meccanismo degli effetti inversi”; la si può definire una Microimmunoterapia omeopatica che obbedisce alle regole dell’analogia chimica e non della similitudine hannemaniana, mantenendo però i principi farmacologici della diluizione e della dinamizzazione omeopatica.

Infatti, gli immunoterapici di tipo omeopatico sono sostanze simili a quelle endogene dell’uomo, pertanto la similitudine è su base biologica (l’organo sano cura l’organo malato) ed è il principio di analogia chimica che regola il razionale impiego di sostanze che la natura stessa utilizza nei processi fisiologici e fisiopatologici.

Per tali motivi si può ipotizzare che la Microimmunoterapia omeopatica può essere considerata uno degli anelli che concatena l’allopatia, la microimmunoterapia e l’omeopatia. Sicuramente questo approccio terapeutico caratterizzato da assenza di effetti collaterali, supportato da trentacinque anni di ricerca scientifica, che utilizza, anche se in dosi infinitesimali, sostanze a cui la farmacologia ufficiale riconosce effetti terapeutici non è da sottovalutare.

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La Microimmunoterapia come i rimedi omeopatici agisce con il “meccanismo degli effetti inversi”; la si può definire una Microimmunoterapia omeopatica che obbedisce alle regole dell’analogia chimica e non della similitudine hannemaniana, mantenendo però i principi farmacologici della diluizione e della dinamizzazione omeopatica.

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la Microimmunoterapia omeopatica

può essere considerata uno degli

anelli che concatena l’allopatia, la

microimmunoterapia e l’omeopatia.

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Omeopatia ImmunologiaMicroimmunoterapia

la Microimmunoterapia omeopatica può essere considerata uno degli anelli che concatena l’allopatia,

la microimmunoterapia e l’omeopatia.

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MicroimmunoterapiaImmunovanda:

ARVA®

CVA1®

CVA2®

CVA2 Speciale®

HCVA®

HER-1-VA®

HER-2-VA®

MAIVA®

NGF 5CH®

PAPIVA®

SENVA®

VERVA®

ZOVA®

Page 14: Microimmunoterapia come anello mancante

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