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Page 1: Mostra al Museo Sakip Sabanci - Transylvanian rugs · 2010. 1. 17. · ltre alla raccolta permanente di calligrafia isla- mica il Museo Sakip Sabanci di Emirgan (Istanbul), diretto
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ltre alla raccoltapermanente dicalligrafia isla-

mica il Museo Sakip Sabancidi Emirgan (Istanbul), direttodalla dott.ssa Nazan Ölçer,organizza mostre di elevatocontenuto culturale e qualitàespositiva. La mostra in og-getto innaugurata il 18 Aprileè stata ispirata dal volumeAntichi Tappeti Ottomani inTransilvania pubblicato daStefano Ionescu.

Dopo le mostre organizzate aRoma (2005) e a Berlino(2006) questo è un altro eventoche ha come protagonisti i tap-peti ottomani della Transilva-nia.

S.I. Mi fa piacere ricordarequesti avvenimenti, che sonotutti collegati fra loro. Nel 2005, alla mostra TappetiAnatolici dalla Transilvania,sec. XVI-XVII organizzata aRoma presso l’Accademia diRomania i tappeti esposti fu-rono solo 12. Durante lo

svolgimentodella mostra ri-cevetti da partedel prof. ClausPeter Haase,direttore delMuseo di ArteIslamica (MIK)di Berlino l’in-vito ad orga-nizzare un’altramostra inquella presti-giosa sede.Dopo lunghipreparativi do-vuti alle diffi-coltà di espor-tare beni cultu-rali custoditinei musei enelle chiesedella Transilva-nia, la mostraintitolataOsmanische

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Mostra al Museo Sakip Sabancidi Istanbul. In Praise of God: Anatolian Rugs in Transylvanian Churches 1500-1750

Stefano Ionescu

Ricostruzione dell’interno dichiesa luterana transilvanapresso il museo Sakip Sabanci diIstanbul. Si notano l’altare (senzacrocefisso), le panche, le finestregotiche, e i tappeti appesi allepareti. L’organo è stato prestatoper l’occasione da una chiesaprotestante di Istanbul.

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Teppiche in Siebenbürgen fuinaugurata alla fine di Otto-bre del 2006. Per l’eventodalla Transilvania arrivaronoben 23 pezzi molto impor-tanti, che furono esposti in-sieme ad altri tappeti anato-lici della collezione del MIK.Alla fine della cerimonia d’i-naugurazione fui molto lietoma anche sorpreso di rice-vere da parte della dott.ssaNazan Ölçer, l’invito a colla-borare alla realizzazione diuna mostra ancora più im-

portante adIstanbul, intempo utileper l’ICOC!Consapevoledella com-plessità del-l’impresaprovai aspiegare alladott.ssa Öl-çer la diffi-coltà diespletare lesvariate pra-tiche buro-cratiche inun tempocosì ridotto,ma sin dalprimo mo-mento fuiconquistatodalla deter-minazionecon la qualeNazan por-tava avanti il discorso. Lasera stessa insieme a MichaelFranses, che nel frattempoaveva accettato di essere cu-ratore della nascente mostra,stavamo già lavorando alla

stesura della prima lista ditappeti per Istanbul…Successivamente quella listafu rifatta molte volte anche acausa del rifiuto di alcuneparrocchie sassoni della

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Sopra, tappeti “Holbein” e“Lotto” provenienti dal MuseoBrukenthal di Sibiu, dal Museo diArte Applicata di Budapest dalMuseo Nazionale Ungherese edal Museo di Arte Islamica diBerlino.

A lato, tappeto “Holbein” adisegno piccolo, Anatoliaoccidentale, inizio XVI secolo,178 x 402 cm, 1300 n/dm2,lana su lana.Proviente dalla Chiesa Luteranadi SibiuMuseo Brukenthal, Sibiu -Hermannstadt, inv. M. 2182

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Transilvania a prestare tap-peti. In ogni parrocchia ledecisioni in merito agli og-getti d’arte sono di compe-tenza del presbiterium e ciòallunga notevolmente itempi. Con nostro granderammarico, e per ragioni an-cora non chiare la Chiesa

Nera di Brasov, dovesono esposti più di100 tappeti, declinòl’invito a parteciparealla mostra.Alla fine, dopo nume-rosi interventi a tutti ilivelli si è arrivati aduna selezione moltorappresentativa che at-tinge a collezioni dellaRomania, dell’Unghe-ria e della Germania.Oltre ai tappeti custo-diti dalle parrocchiesassoni (Biertan, Ru-pea e Sebes) la mostrapropone esemplariprovenienti dal MuseoNazionale Brukenthaldi Sibiu, dal Museodelle Collezioni d’Artedi Bucarest, dal MuseoNazionale Ungherese,dal Museo di Arte Ap-plicata di Budapest edal Museo di Arte Isla-mica di Berlino. Com-plessivamente si trattadi 41 tappeti, che illu-strano un percorsomolto interessantedell’arte tessile otto-mana, e va dai primiesemplari a forma dipreghiera tessuti alCairo nel ‘500, ai vari“Memling”, “Lotto” eUshak bianchi nelletre tipologie – Chinta-mani, ad “ucelli” ed irarissimi tappeti a

“scorpioni”. Non potevacerto mancare il gruppo deicosiddetti tappeti “Transilva-nia” che è rappresentato daalcuni pezzi eccellenti nellequattro varianti conosciute:“Transilvania” a doppia nic-chia, a nicchia singola, a pre-ghiera (con la nicchia priva

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Tappeto cairo-ottomano conmedaglione lobato e campo amotivi Chintamani,Cairo, fine XVI secolo138 x 212 cm, 2.350 n/dm2,lana su seta,Museo di Arte Applicata,Budapest, inv. 14.800

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di ornamento) e a colonne. La quasi totalità dei tappetiesposti sono sopravvissuti inTransilvania, ad eccezione diquelli del museo berlinese. Ènoto infatti che sin dallametà del XIX secolo la re-gione intra-carpatica era di-ventata, per mercanti e colle-

zionisti, una fonte primariadi tappeti anatolici di piccoledimensioni, molti dei quali sitrovano oggi in collezioniprivate e museali europee eamericane.

Sin dai primi contatti con idue curatori si è cercato di

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Preghiera cairo-ottomano acolonne, seconda metà XVIsecolo, 127 x 172 cm, lana ecotone su seta,Museo di Arte Islamica diBerlino, inv. KGM 1889, 156

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realizzare un progetto esposi-tivo che presentasse non soloil materiale tessile ma ancheil contesto che ha favorito lasopravvivenza stessa di que-sti tappeti anatolici nellechiese riformate della Transil-vania. Sono veramente gratoper il modo con cui è statointerpretato questo aspetto,in quanto il titolo e il conte-nuto della mostra e del cata-logo fanno ampio riferimento

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Una splendida selezione ditappeti Ushak bianchi: unesemplare cosiddetto a“scorpioni”, una preghieraChintamani (ora nella collezionedel Museo di Arte Applicata diBudapest ma proveniente dallaTransilvania) e due tappeti ad“uccelli”, che si trovano tuttorain Transilvania.

Frammento di un grande tappetoa fondo bianco con quattrocolonne di “uccelli”, Selendi,Anatolia occidentale,fine XVI secolo, 214 x 149 cm,900 n/dm2, lana su lana.Chiesa Luterana di Biertan -Birthälm, inv. 63

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alla Transilvania.

Ci illustri brevemente questoaspetto che ha generato tanteipotesi, non sempre fondate

S.I. La presenza di tanti tap-peti ottomani nelle chiese ri-

formate della Transilvaniarappresenta un fenomeno in-ter-culturale unico, sicura-mente poco conosciuto inTurchia e non solo. Un grannumero di fonti documenta-rie conferma che il commer-cio con la Sublime Porta, du-

rato più di tre secoli, dallametà del XV secolo finoalla fine del XVIII secolo, èstato la via principale attra-verso la quale simili manu-fatti tessili hanno raggiuntola regione intra-carpatica.La Riforma luterana, cheridusse drasticamente laraffigurazione di immagininelle chiese un tempo cat-toliche, tanto che le pitturemurali furono in gran partecancellate o ricoperte dastrati di intonaco, favorìindirettamente la presenzadi un numero sempre mag-

giore di tappeti nei luoghi diculto. Adoperandoli per de-corare gli spazi interni e sot-traendoli ad ogni forma dicommercio, le chiese hannorivestito un ruolo fondamen-tale per mantenere questiesemplari nello stato in cui li

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“Transilvania” a nicchiasingola, Anatolia occidentale,inizio XVII secolo, 112 x 176cm, lana su lana.Collezione Avakian,Museo delle Collezioni d’Arte,Bucarest, inv. 83599/267

Pagina a fianco, tappeto“Transilvania” a doppia nic-chia, Anatolia occ.,circa 1600, 132 x 172 cm,1540 n/dm2, lana su lana.Museo di Arte Applicata, Bu-dapest, inv. 7.967Entrambi gli esemplaripresentano le caratteristichedei “Transilvania” del primoperiodo, dal disegno moltocurato; non manca il motivodel vaso, i cantonali adarabeschi e la tipica bordura astelle e cartigli affiancata dacornici minori a trifoglireciproci.

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ammiriamo oggi. Accaddecosì che i tappeti, prodotti daun mondo spiritualmente di-verso da quello cristiano eprovenienti proprio dall’Im-pero che aveva avuto fre-quenti conflitti militari conquella parte d’Europa, trova-rono alloggio nelle chiese ri-formate transilvane, che di-vennero nei secoli le loroprincipali custodi.Ecco perché la mostra è stata

allestita intorno alla sugge-stiva ricostruzione di un in-terno di chiesa luterana: l’al-tare, le panche di legno, le fi-nestre ogivali, l’organo esoprattutto i tappeti appesialle pareti sono elementi checi riportano alle città dellaTransilvania come Brasov, Si-ghisoara, Medias o Sibiu dovesi possono ancora ammirarequasi 400 tappeti ottomani.L’arredo della mostra è stato

completato con imma-gini di grande formatotratte dal volume Anti-chi Tappeti Ottomani inTransilvania, che è ser-vito da guida e dafonte di materiale do-cumentario sia per lamostra che per il cata-logo. Vorrei aggiungere chesi tratta della prima ri-costruzione di un in-terno di chiesa cri-stiana in un museo diun paese musulmano,e ciò rappresenta unprova inequivocabile

del coraggio intellettuale delladott.ssa Ölçer, ma anche dellacapacità dei tappeti orientalidi farsi apprezzare in contesticulturali molto diversi.La mostra è il frutto del lavoro diun team veramente internazio-nale, al quale esprimo sinceragratitudine; in modo particolarevorrei ricordare la dinamica Sel-min Cangal del SSM, Iulia Meseadel Museo Brukenthal e l’effi-

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Esemplare atipico di“Transilvania” a doppianicchia a fondo bianco,Anatolia occidentale,seconda metà XVII se-colo, 122 x 163 cm, 1510n/dm2, lana su lana.Proviene dalla ChiesaLuterana di Sibiu,Museo Brukenthal, Sibiu- Hermannstadt,inv. M. 2.214Il campo e i cantonalipresentano come nei Se-lendi lo stesso decoro flo-reale ottomana su fondobianco. La stessa bor-dura, che in Transilvaniaviene chiamata “gotica”si ritrova nei Selendi ad“uccelli”.

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ciente Rupert Waterhouse di Tex-tile-art.

Pare che l’inaugurazione dellamostra sia stato un evento ecce-zionale…

S.I. Confesso che anche seavevo preso parte a tutte lefasi preparatorie, non potevocerto immaginare lo straordi-nario livello espositivo dellamostra. Il fascino dei tappeti,molti dei quali in eccellentestato di conservazione, eraamplificato da elementi alta-

mente coinvolgenti. Tantepersone contemplavano que-sti splendidi manufatti tessili,conquistate dall’atmosferasobria dell’ambiente, sullosfondo delle musiche di or-gano di Bach. Non mancavano fra i pre-senti personalità di spiccocome Guler Sabanci, Nur-ham Atasoy (Istanbul), RoyaTaghiyeva (Museo del Tap-peto dell’Azerbaijan, Bacu),Sarah B. Sherrill (editor dellarivista Studies in the Decora-tive Arts, New York), Emese

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In alto “Transilvania” a doppianicchia con bordura ottomana,Anatolia occidentale, fine XVIIsec., 125 x 166 cm, lana su lana.Proviene dalla Transilvania (excollezione Domokos Teleki),Museo Nazionale Ungherese,Budapest, inv. 52.273.

A destra, “Transilvania” a dop-pia nicchia atipico con bordurafloreale , Anatolia occidentale, seconda metà XVII sec., 116 x 168cm, 1460 n/dm2, lana su lana.Chiesa Luterana di Rupea - Reps,inv. 48.

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Pasztor (Museo di Arti Appli-cate, Budapest), RoxanaTheodorescu (Museo Nazio-nale di Arte della Romania),Constantin Grigorie (amba-sciatore della Romania adAnkara), Bilibók Botond (Bu-dapesta), Cengiz Cara (Nak-kas, Istanbul), Hans König(Ticino), Carlo Kocman(Roma), Detlef Maltzahn

(Rippon & Boswell), prof.Mihai Maxim (Istituto diCultura Romena di Istanbul),Dennis Marquand (San Fran-cisco), Ali Riza Tuna (Gine-vra) e tanti, tanti altri.Sono molto grato per la pre-senza dell’arch. Alberto Bora-levi, che ha partecipato an-che alle due mostre prece-denti, ed è stato un punto di

riferimento costante du-rante tutti gli anni che

ho dedicato ai tappeti dellaTransilvania.Questa serata magica prelu-deva un eccezionale ICOC,denso di eventi davvero uniciper gli appassionati di tappetiantichi di tutto il mondo.Vanno ricordate le mostre alMuseo di Arte Turca e Isla-mica, quelle del Palazzo Top-

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A lato, “Transilvania” apreghiera, Anatolia occi-dentale, seconda metà XVIIsecolo, 124 x 169 cm,1760 n/dm2, lana su lana.Proviene dalla ChiesaLuterana di Sibiu, MuseoBrukenthal, Sibiu -Hermannstadt,inv. M. 1619Da notare la borduraottomana moltoparticolareggiata (del tipocon palmetta e rosetta), chepresenta tratti curvilinei,come nelle preghiere cairo-ottomane.

Pagina a fianco,“Transilvania” a duecolonne , Anatoliaoccidentale, fine XVIIsecolo, 130 x 173 cm, 1520n/dm2, lana su lana.Chiesa Luterana di Rupea -Reps, inv. 39L’arcata unica è sorrettada due colonne con capi-telli floreali e basi scalet-tate, disegnate in manieraquasi prospettica comenelle preghiere cairo-otto-manne del ‘500. La bor-dura molto geometrizzata èun meandro di trifogligrandi e piccoli. Ottimo lostato di conservazione.

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kapi e del Museo Vakiflar, lamostra dedicata alla colle-zione Josephine Powell ed al-tre ancora. Da più parti hosentito dire che la mostra alle-

stita al Museo Sabanci è statauna delle più riuscite, proba-bilmente la più coinvolgente ela più ricca di contenuti.

Anche il catalogo è stato all’al-tezza dell’evento?

S.I. È nella consuetudine delMuseo Sakip Sabanci di ac-

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compagnare le mostrecon cataloghi molto im-portanti, che sono dellevere monografie sull’argo-mento di turno. Per lamostra dedicata a GengisKhan, conclusasi nell’A-prile del 2007, era statoallestito un catalogo dioltre 600 pagine.Anche per la mostra InPraise of God: AnatolianRugs in Transylvanian Chur-ches 1500-1750 è stato alle-stito un catalogo molto am-pio, di oltre 200 pagine, acolori, con edizioni distintein lingua inglese e in linguaturca, curato da MichaelFranses. Le prefazioni sonofirmate dalla dott.ssa NazanÖlçer e dal prof. SabinAdrian Luca, i testi sono diBeate Wild, Halil Inalcik, Ste-

fano Ionescu, Andrei Kertesz,Michael Franses, Alberto Bo-ralevi e Jens Kröger.

E ora una breve presentazionedella mostra…

S.I. I 39 tappeti ottomanitutti di piccolo formato (conla sola eccezione dello straor-dinario “Holbein” del Museodi Brukenthal) e i due kilimmettono in evidenza alcuni

aspetti, che vorrei elencare:Un primo aspetto, sottoli-neato anche dal titolo, ri-guarda la presenza nellechiese riformate della Transil-vania dei tappeti ottomani,molti “da preghiera”.

La mostra consente di seguirel’evoluzione dei tappeti otto-mani “da preghiera” dai raffi-nati esemplari tessuti al Cairointorno alla metà del ‘500

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Pagina precedente,“Transilvanian” a seicolonne, Anatoliaoccidentale, fine XVII secolo,124 x 163 cm, lana su lana. Esemplare appartenuto aKároly Csányi, il curatoredella mostra del 1914 diBudapest “Tappeti Turchi inTransilvania” dove furonoesposti oltre 350 tappetiturchi di piccolo formato.Museo Nazionale Ungherese,Budapest, inv. 1926.53

A lato, “Transilvania” a seicolonne con bordura floreale,Anatolia occidentale,fine XVII secolo129 x 184 cm, 1140 n/dm2,lana su lana.Proviene dalla Chiesa Lute-rana di Sibiu,Museo Brukenthal, Sibiu -Hermannstadt,inv. M.. 1.620

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fino a quelli di produzioneanatolica. Facendo un para-gone fra la preghiera a co-lonne del MIK e il tappeto acolonne di Rupea o conquello di Sebes, è facile capirecome questi’ultimi siano i di-scendenti dei tappeti a pre-ghiera cairo-ottomani. Vorreiaggiungere che attualmente è

in corso un acceso dibattitosulle funzioni nel mondo isla-mico dei tappeti cosiddettitappeti “da preghiera”, mal’argomento è troppo ampioper essere affrontato in que-sto articolo. Per quanto ri-guarda la Transilvania, vale lapena di ricordare che i tap-peti turchi, anche se spesso

venivano offerti allachiese nel nome del Si-gnore (vedi le numeroseiscrizioni sui tappeti),non avevano alcunafunzione rituale.

Stesso discorso vale peri tappeti appartenenti algruppo “Transilvania”,di cui sono stati espostiesemplari del primo pe-riodo (quelli caratteriz-zati da un disegnomolto curato, con labordura a stelle e carti-gli) fino agli esemplaripiù tardi, meno raffinatioppure atipici, ma pre-

gevoli per la loro forzaespressiva.

L’epoca dei manufatti, 1500 -1750, coincide con il cul-mine della produzione tes-sile ottomana, sia in terminiqualitativi che quantitativi.Questo è stato il periodo in

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A lato, preghiere Kula -Anatolia occidentale,inizio XVIII secolo, 121 x177 cm, 1440 n/dm2,lana su lana.Chiesa Luterana di Sebes -Muhlbach, inv. 46Da osservare il vaso confiori al posto dellalampada e i due ibrik allabase delle colonne. Quasisempre questi elementi,che hanno un chiaroriferimento rituale, sonorovesciati, perché altessitore risultava piùnaturale in questa manieravisto che il senso dilavorazione dellepreghiere anatoliche èsempre opposto al mihrab.

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cui maggiori furono gli arrividi tappeti in Transilvania,parte dei quali presero la viaper il Centro e Nord Europa.

L’origine anatolica di questimanufatti tessili è stata alungo oggetto di discussione.Per molti anni, in seguito allaben nota teoria di C.G.Ellis,essi venivano attribuiti alla“Turchia europea”. Le caratte-ristiche tessili degli esemplaritransilvani (trama, ordito evello in lana, tipo di colo-ranti, struttura, annodatura)sono del tutto simili a quelledei tappeti turchi anatolicicoevi come quelli che si pos-sono ammirare presso ilTIEM; trattandosi di unaproduzione prettamentecommerciale, destinata pre-valentemente all’esporta-zione, la qualità è meno raffi-nata che nei tappeti delle ma-nifatture cittadine oppure dicorte. È certa ormai e nonpiù messa in dubbio, la pro-venienza di questi tappetidall’Anatolia occidentale, inparticolare dai centri di Us-hak, Bergama, Ghiordes,Kula ecc.

Infine la mostra sottolinea lapresenza di numerosi esem-plari sopravvissuti in Transil-vania nelle collezioni unghe-resi e non solo, a testimo-nianza dell'ampiezza delfenomeno di accumulo econservazione di tappeti chesi è verificatosi in quella re-gione.

Per finire un piccolo bilancio

S.I. Come i lettori ricordanosul numero 33 di Ghereh,l'arch. Alberto Boralevi faceva

alcune anticipazioni in me-rito a questo progetto rivoltoal corpus di tappeti anatolicidella Transilvania. Oggi,dopo 3 mostre, vari seminarie conferenze in Europa e inAmerica e dopo la pubblica-zione del volume sui tappetiottomani della Transilvaniain 5 lingue possiamo dire diaver portato l'argomento al-l'attenzione e alla conoscenzadegli esperti e del pubblicoamante di tappeti. Final-mente, lo straordinario patri-monio di tappeti ottomani dipiccolo formato della Transil-vania ha raggiunto il suo po-sto tra le più importanti e

stabili collezioni di tappetidel mondo.

Quale sarà il suo prossimo pro-getto?

S.I. Esiste ancora una grandecollezione di oltre 50 tappeti,che in seguito alla secondaguerra mondiale furono por-tati dalla Transilvania in Ger-mania dove giacciono sepoltinei depositi del Museo Nazio-nale Germanico di Nüren-berg: la collezione dellaChiesa Luterana di Bistritza…

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