n° 1 - 2012

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Pag. 2 anno 10 gennaio 2012 numero 1 Pag. 4 Pag. 5 I PRECURSORI DI ESPLOSIVI. COLLABORIAMO CON LE FORZE DELL'ORDINE Il nitrato ammonico e altri prodotti usati in agricoltura possono essere precursori di sostanze esplosive e per questo il loro commercio ed utilizzo sono diventati oggetto di particolare attenzione da parte delle autorità. D'altra parte sono noti i casi di incidenti di piccole dimensioni ma anche eclatanti IL CONVEGNO NAZIONALE COMPAG 2011 Erano in tanti, erano molti. Sala piena, persone in piedi. Così si presentava il convegno fino alla conclusione delle ore 13.15.Il convegno era articolato in due sezioni l'una dedicata ai mezzi tecnici, che approfondiamo in questo articolo, l'altra allo stoccaggio e al consorzio Cerealnet. IL CONTRIBUTO AMBIENTALE CONAI

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anno 10gennaio 2012

numero 1

Pag. 4

Pag. 5

I PRECURSORI DI ESPLOSIVI.

COLLABORIAMO CON LE FORZE DELL'ORDINE

Il nitrato ammonico e altri prodotti usati in agricoltura possono essere precursori di sostanze

esplosive e per questo il loro commercio ed utilizzo sono diventati oggetto di particolare

attenzione da parte delle autorità. D'altra parte sono noti i casi di incidenti di piccole dimensioni

ma anche eclatanti

IL CONVEGNO NAZIONALE COMPAG

2011Erano in tanti, erano molti. Sala piena, persone in piedi. Così si presentava il convegno fino alla

conclusione delle ore 13.15.Il convegno era articolato in due sezioni l'una dedicata ai mezzi tecnici, che approfondiamo in questo articolo,

l'altra allo stoccaggio e al consorzio Cerealnet.

IL CONTRIBUTO AMBIENTALE CONAI

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I PRECURSORI DI ESPLOSIVI. COLLABORIAMO CON LE FORZE DELL'ORDINE

Il nitrato ammonico e altri prodotti usati in agricoltura possono essere precursori di sostanze esplosive e per questo il loro commercio ed utilizzo sono diventati oggetto di particolare attenzione da parte delle autorità. D'altra parte sono noti i casi di

incidenti di piccole dimensioni ma anche eclatanti

Diversi prodotti di uso più o meno comune in agricoltura possono essere utilizzati per la realizzazione di esplosivi. Il nitrato ammonico è senz'altro il precursore di esplosivi maggiormente impiegato in agricoltu-ra ma non è certamente il solo. Soprattutto nell'agricoltura specializ-zata dove vi sono impianti di irrigazio-ne o ancor di più impianti di fertirriga-zione, si utilizzano acidificanti in miscela con acqua o con acqua e concimi per la pulitura dell'impianto e anche per favorire l'assorbimento degli elementi nutritivi da parte delle piante. Si tratta di acido citrico, acido nitrico, acido solforico ecc. Per non parlare dello zolfo che viene utilizzato per la difesa da malattie. Vi sono stati diversi casi noti di esplosioni causate da una gestione poco attenta del nitrato ammonico, la più eclatante delle quali, che ha interessato la cronaca di giornali e televisioni per alcuni giorni, fu l'esplosione avvenuta il 21 settembre 2001 in uno stabilimento di Tolosa nel Sud della Francia che causò la morte di 22 persone ed il ferimento di 658. Ma non mancano neppure casi di attentati realizzati con l'impiego di questo fertilizzante apparentemente innocuo. Tutti ricorderanno l'attentato alla caserma dei carabinieri nel quartiere Primaticcio a Milano il 12 ottobre 2009 perpetrato da un libico che per pura casualità ebbe conse-guenze per il solo attentatore. Più grave quanto accadde il 21 luglio 2011 ad Oslo per opera di un biondo

ragazzone norvegese, Anders Brevik, che voleva affermare i principi e i valori della cultura occidentale…Questi prodotti sono venduti libera-mente in Italia, a parte alcune restrizio-ni che riguardano i concimi a base di nitrato ammonico, anche perché sono di uso comune e non solo per l'impiego specialistico in ambito lavorativo ma anche nell'hobbistica e nel consumo domestico, pertanto risulta molto difficile porre dei limiti eccessivamen-te restrittiva o addirittura il divieto di immissione sul mercato.Da qui però nasce la preoccupazione delle autorità italiane ed europee e la necessità di mantenerne monitorato il commercio, cosa peraltro tutt'altro che semplice

Il REACHPer quanto riguarda il nitrato ammonico il Regolamento UE n. 1907/2006, il cosiddetto REACH, m o d i f i c a t o d a l R e g o l a m e n t o 5 5 2 / 2 0 1 0 , all'allegato XVII elenca le sostanze che possono essere i m m e s s e s u l mercato con delle specifiche restrizio-ni. Tra queste vi è, appunto, il nitrato ammonico . Ta l i restrizioni riguarda-no di re t tamente l'attività commer-ciale anche se non è s p e c i f i c a t o i n maniera chiara quali modalità adottare per adempiere.Vediamo le condi-zioni a cui deve sottostare il nitrato ammonico:1. Non può essere

immesso sul mercato per la prima volta dopo il 27 giugno 2010, come sostanza o in miscele contenenti più del 28 % in peso di azoto in relazione al nitrato di ammonio, per l'impiego come concime solido, semplice o composto, salvo che tale concime non ottemperi alle prescrizioni tecniche per i concimi a base di nitrato di ammonio ad alto titolo di azoto di cui all'allegato III del regolamento (CE) n. 2003/ 2003 del Parlamento europeo e del Consiglio2. Non può essere immesso sul mercato dopo il 27 giugno 2010 come sostanza o in miscele contenenti il 16 % o più in peso di azoto in relazione al nitrato di ammonio, fatta eccezione per la fornitura: a) ...b) ad agricoltori per l'uso in attività

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agricole, a tempo pieno o a tempo parziale, e non necessariamente in relazione alle dimensioni della superficie del terreno.Il punto 1 dice una cosa ovvia, vale a dire il prodotto che viene immesso sul mercato come fertilizzante deve rispettare il regolamento europeo relativo all'immissione sul mercato dei fertilizzanti, a parte il fatto che le sanzioni per le inosservanze del regolamento che stiamo analizzando sono molto superiori a quelle per le inadempienze relative al Regolamento 2003/2003.Il punto 2 b, invece, prescrive un adempimento che per forza di cose coinvolge il distributore, però non viene specificato in che cosa consiste la prova che il prodotto è stato fornito ad un agricoltore. Nei casi in cui venga emessa la fattura una traccia esiste, ma non è detto che il cliente richieda la fattura soprattutto, ma non solo, nei casi di attività agricola a tempo parziale.E allora? Allora non si sa, bisognerà cercare di fatturare queste vendite il più possibile anche nei casi in cui

l'agricoltore non la richieda. È quanto d'altra parte noi abbiamo già più di una volta consigliato ai nostri associati e ai lettori delle nostre riviste in passato, per adempiere proprio a queste prescrizione e per collaborare in maniera efficace alla prevenzione.Bisogna sottolineare che la fornitura al pubblico, anche all'hobbista, di tutti i prodotti contenenti più del 16% di azoto derivante da nitrato, quindi anche i concimi composti quali il 20.20.20 è vietata. Il rivenditore dovrà pertanto prestare attenzione a consi-gliare un prodotto con titolo inferiore.Un'ulteriore annotazione fa fatta sulle ulteriori misure che a livello europeo si sta pensando di adottare. In particolare la Commissione sta procedendo alla elaborazione di un Accordo tra tutti i soggetti della catena distributiva dei fertilizzanti al quale dovrebbero aderire in maniera volontaria tutti gli operatori della filiera, dalla prima immissione sul mercato f ino all'utilizzatore finale.Per il momento in attesa che vengano definite in maniera più chiara le modalità di tracciare la vendita del

Schema di accordo volontario

La Commissione prevede di inserire i seguenti elementi nel testo dell’Accordo Volontario per la filiera dei fertilizzanti allo scopo di garantire la sicurezza dell’intera catena distributiva:§Copertura dell’accordo

L’accordo dovrebbe riguardare le transazioni business to business e, nel limite del possibile anche le vendite al pubblico. In quest’ultimo caso attraverso la segnalazione delle vendite sospette.

§Lista dei precursoriI prodotti interessati all’accordo dovrebbero essere come minimo:

Il nitrato d’ammonio

Il nitrato potassico

Il nitrato di sodio

Il nitrato di calcio

Potrebbe essere inserita anche l’urea.

§

L’Accordo dovrebbe prevedere un sistema di formazione per far crescere la consapevolezza del settore, organizzato e studiato in maniera specifica per i singoli livelli della catena.

§

L’accordo dovrebbe includere una verifica dei punti vulnerabili all’interno della catena distributiva e l’individuazione degli strumenti correttivi (ad esempio contro le possibilità di furto o di commercio parallelo)

§

Applicazione di un sistema di gestione della sicurezza riferito alle persone, alla proprietà, ai prodotti, ai processi e al sistema di formazione e informazione ( secondo le linee guida delResponsible Care Security Code of Management Practices)

§

Sistema di controllo delle transazioni sospette sulla base delle linee guida del controllo dei precursori dei farmaci esistenti nella Comunità Europea.

§

Si dovrebbero inoltre stabilire delle modalità per una più stretta sorveglianza degli utilizzi professionali (ad esempio attraverso la registrazione delle transazioni dei prodotti pericolosi con un sistema di verifiche interne aziendali; la registrazione dei clienti e delle intenzioni di impiego del prodotto ecc.)

§

Vi dovrebbe essere un impegno ad evitare le vendite al pubblico dei prodotti pericolosi al di sopra di certe concentrazioni, a meno di particolari patenti di impiego rilasciaste dalla pubblica amministrazione.

§

Dovrebbero essere diffusi codici di comportamento professionale

Ecc.

nitrato ammonico e delle ulteriori misure per tenere sotto osservazione il commercio di tutti i precursori degli esplosivi, la Questura di Milano a t t r a v e r s o A s s o f e r t i l i z z a n t i , l'associazione nazionale dei produtto-ri e degli importatori di fertilizzanti, chiede una collaborazione a tutti gli operatori della filiera attraverso la segnalazione di eventuali vendite sospette riguardanti un elenco di prodotti di possibile impiego come esplosivi (vedi Tab. 1). Naturalmente invitiamo tutti i rivenditori di collabo-rare con le forze dell'ordine.

Vittorio Ticchiati

Tab. 1Elenco materiali di libera vendita che possono concorrere al confezionamento dei cosidetti “I.E.D.” (Improvised Explosive Device), ovvero ordigni esplosivi improvvisati di fattura artigiana-le:

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IL CONTRIBUTO AMBIENTALE CONAI

Da un po' di tempo giungono segnala-zioni da parte di aziende socie di essere state contattate attraverso lettera da parte del Conai che richiede l'iscrizione al consorzio.Il fatto in qualche caso ha sorpreso gli interessati perché si tratta di una questione vecchia, risale al 99, di cui probabilmente si è persa memoria, ma deve sorprendere solo per il ritardo con cui si verifica. Un ritardo proba-bilmente legato al tempo necessario per rintracciare tutte le aziende che rientrano nell'accordo. In ogni caso ci preme dare una spiegazione dettaglia-ta del sistema per fugare ogni dubbio.

Il ConaiÈ il Consorzio Nazionale Imballaggi di diritto privato senza scopi di lucro, istituito da dlgs 22/97, ora dlgs 152/2006 ed è costituito da tutti i produttori e utilizzatori di imballaggi al fine di attuare un sistema integrato di gestione basato sul recupero e sul riciclo dei rifiuti di imballaggio.Per “produttori” si intendono i produttori e gli importatori di materie prime destinate ad imballaggi, i produttori-trasformatori e importatori di semilavorati destinati ad imballag-gi, i produttori di imballaggi vuoti, gli importatori-rivenditori di imballaggi vuoti. Per “utilizzatori” si intendono gli acquirenti-riempitori di imballaggi vuoti, gli importatori di imballaggi pieni (cioè di merci imballate), gli autoproduttori che producono imballaggi per confezionare le proprie merci, i commercianti di imballaggi pieni, vale a dire gli acquirenti-rivenditori di merci imballate i commercianti di imballaggi vuoti che acquistano in Italia e rivendono questi imballaggi senza effettuare alcuna trasformazione.

L'adesione al Conai e il contributo ambientaleProduttori e utilizzatori devono aderire al Conai. La quota di partecipazione è costituita da un importo fisso di 5,16€

più, per le aziende che superano i 500.000€ di fatturato, un importo variabile in funzione dei ricavi complessivi dell'impresa, e si traduce nell'acquisizione di quote di partecipa-zione al consorzio. La quota di parteci-pazione viene versata soltanto una volta e può essere adeguata successiva-mente a discrezione del consorziato.L'obbligo di iscrizione per le aziende già in attività scadeva il 28 febbraio 1999.I produttori/importatori di imballaggi vuoti e gli importatori di merci imballate oltre all'adesione al Conai devono anche versare un contributo ambientale annuale che viene calcola-to sulla base dei quantitativi di imballaggio ceduti o importati nel territorio nazionale e quindi devono dichiarare periodicamente al Conai tali quantitativi secondo una cadenza annuale, trimestrale o mensile in funzione dell'entità del contributo dovuto per ciascun materiale. Il valore unitario del contributo varia in funzione del materiale di cui è costitu-ito l'imballaggio.

Gli adempimenti per gli importatori di imballaggi pieniRientrano in questa categoria gli importatori di merce imballata ad esempio gli importatori di fertilizzanti imballati. Ogni azienda che acquista all'estero immette sul mercato italiano anche l'imballaggio che contiene la materia oggetto dell'importazione e viene considerato quanto un produtto-re perché genera dei rifiuti di imbal-laggio.

Questi soggetti oltre a doversi iscrivere al Conai sono tenuti alla dichiarazione periodica e al versa-mento del contributo ambientale per singolo materiale. Inoltre devono indicare in fattura:- il peso unitario per ogni tipo di materiale degli imballaggi forniti;- il valore unitario del contributo ambientale per ogni materiale;- il valore totale del contributo ambientaleLa documentaz ione ine ren te all'adempimento degli obblighi consortili deve essere conservata sotto forma di registrazione cartacea o su supporti magnetici che devono corrispondere ai documenti ammini-strativi e deve essere resa disponibile su richiesta.La quota di adesione variabile per le aziende con ricavi superiori a 500.000€ corrisponde allo 0,015% del valore d'acquisto degli imballaggi e/o dei materiali di imballaggio

Gli adempimenti per i commercian-ti di imballaggi pieniÈ l'operatore che acquista in Italia merci imballate e le rivende, deve iscriversi al Conai ma non deve versare il contributo ambientale. In fattura deve essere indicata la dicitura: “Contributo ambientale assolto”.La quota di adesione variabile per le aziende che superano i 500.000€ di ricavi è pari allo 0,00025% dei ricavi complessivi derivati dalle vendite e dalle prestazioni al netto delle vendite e prestazioni estere.

ENTITÀ DEL CONTRIBUTO AMBIENTALE PER IL 2012 IN €/TON.Acciaio: 31Alluminio: 45Carta: 14Legno: 8Plastica: 120Vetro: 17,82

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IL CONVEGNO NAZIONALE COMPAG 2011Erano in tanti, erano molti. Sala piena, persone in piedi. Così si presentava il convegno fino alla conclusione

delle ore 13.15.Il convegno era articolato in due sezioni l'una dedicata ai mezzi tecnici, che ora approfondiamo, l'altra allo stoccaggio e al consorzio Cerealnet.

Non è facile di questi tempi suscitare l'interesse e stimolare la partecipazione ai convegni per i diversi motivi che tutti conosciamo e che sono in buona parte riconducibili alla possibilità di accedere alle informazioni con mezzi tecnologici che permettono di non spostarsi dal luogo di lavoro. Detto questo dobbiamo ritenere, come in effetti facciamo, che da un lato gli argomenti trattati suscitasse-ro curiosità ed interesse, dall'altro vi fosse la voglia/necessità di confrontarsi su temi che potranno avere conseguenze importanti sull'attività commerciale del prossimo futuro.

Lo stato del settore distributivo dei mezzi tecniciCome si sia evoluta la struttura del settore commerciale è un tema che riscuote sempre un forte interesse per

capire come le capacità organizzative abbiano permesso di superare le difficoltà evolutive degli ultimi anni. Un argomento che è stato affrontato dal Presidente di Agrofarma Andrea Barella. Secondo quanto emerge dai dati presentati, le aziende commerciali sono ancora molto capillarmente distribuite sul territorio nazionale in numero elevato, poco meno di 4000, sebbene negli ultimi anni si sia avuta una riduzione che ha seguito il cambiamento del mondo agricolo che ha visto diminuire il numero di aziende agricole con un aumento della superficie media aziendale. Ma quanto emerge in maniera sostanziale è un sistema distributivo eccessivamente frammentato che non ha ancora saputo maturare dei rapporti di filiera maggiormente specializzati come accade negli altri grandi paesi europei,

dove sono sorte grandi aziende grossiste di distribuzione concentrate nella fornitura dei negozi a diretto contatto con il mondo agricolo o concessionari di singoli marchi di prodotti commerciali.Il 20% delle rivendite realizza l'80% del fatturato a dimostrazione che un certo grado di strutturazione si è verificato, ma nonostante questo sono ancora poco sviluppate le politiche di fidelizzazione del cliente, di assistenza post-vendita, di creazione di accordi con gli altri operatori della filiera. L'industria dal canto suo opera ancora in parte con azioni di tentata vendita Tutto questo induce, come emerge da un'analisi macroeconomica del sistema di distributivo, un movimento di 760 mil di euro di circolante che genera 750 mil di euro di fatturato. Un dato che esprime in numeri il grado di efficienza dell'intero

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sistema distributivo. L'analisi delle motivazioni è senz'altro complessa e probabilmente trae origine da un sistema distributivo che ha trovato sviluppo su una struttura agricola estremamente frammentate ed individuando possibilità di successo nelle maglie, peraltro sempre più ampie, di organizzazioni pubblico/private che per tradizioni prettamente italiane avevano una posizione di quasi monopolio. In questo contesto emerge anche la necessità che le aziende fornitrici compiano delle scelte precise creando dei rapporti di partnership con i distributori di fiducia regolati da contratti formali di collabora-zione, in grado di svi luppare un'assistenza più evoluta alla clientela nell'ambito di politiche commerciali di ampio respiro.

L'uso sostenibile degli agrofarmaciTi z i a n o G a l a s s i d e l S e r v i z i o Fitosanitario della Regione Emilia Romagna e componente del tavolo tecnico per l'applicazione della lotta integrata obbligatoria seconda la direttiva uso sostenibile era tra gli esperti più indicati a fare il punto della situazione. Cosa peraltro necessaria in

considerazione del fatto che il tavolo istituzionale, comprendente i ministeri, le regioni e le altre istituzioni, ha iniziato ad incontrarsi per l'applicazione della direttiva uso sostenibile. Come sappiamo la direttiva fornisce alcune indicazioni per ridurre l'impiego dei prodotti chimica in agricoltura ma al tempo stesso presenta alcune opportuni-tà che le rivendite di mezzi tecnici dovrebbero valutare opportunamente. In primo luogo l'applicazione della lotta integrata richiederà che vengano rilevati e divulgati diversi parametri, come le previsioni meteorologiche, le condizioni ambientali alle quali è legato lo sviluppo di infestanti/insetti/malattie, il monito-raggio della diffusione di insetti e malattie e dei relativi servizi di preven-zione ed avvertimento con la predisposi-zione dei bollettini settimanali per l'applicazione della lotta integrata. Si tratta di informazioni indispensabili alle aziende agricole e che le rivendite potrebbero divulgare attrezzandosi opportunamente fornendo servizi aggiuntivi a quelli che già associano alla vendita del prodotto.Da sottolineare, come ha rilevato il dott. Galassi, che l'introduzione della lotta

integrata potrà avvenire su due livelli, uno obbligatorio ed uno facoltativo. Nell'opzione facoltativa non è compre-sa la limitazione nella scelta degli agrofarmaci sulla base dei disciplinari ma saranno date solo indicazio-ni/consigli sulla loro pericolosità ambientale, sanitaria e fitosanitaria, anche in considerazione della revisione delle sostanze attive che ha ridotto fortemente il numero delle sostanze attive di vecchia concezione presenti sul mercato.Un altro adempimento importante per gli agricoltori è l'obbligo di revisione delle attrezzature. Una pratica che andrà effettuata periodicamente. Anche questo è un servizio che le rivendite di mezzi tecnici potrebbero adottare come peraltro già accade in diversi casi. Si tratta di un'ulteriore opportunità che sarebbe retribuita e che darebbe diversi vantaggi agli agricoltori in termini di efficacia del trattamento e quindi di risparmio nell'impiego dei prodotti, vantaggi probabilmente non ancora ben focalizzati dalle aziende agricole. Nella Regione Emilia Romagna è una

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pratica in vigore da diversi anni perché la regione ha riconosciuto già 18 centri per il controllo delle attrezzature che dal 1992 al 2011 hanno effettuato 27.000 controlli mentre si valuta che in regione vi siano circa 15.000 atomizzatori e più di 20.000 barre irroratrici che dovrebbe-ro essere collaudati entro il 26 novembre 2016.Questo fa supporre che vi sarà la necessità di disporre di un numero molto più elevato di questi centri per il controllo e da qui sorge la necessita di essere pronti a cogliere l'opportunità. Naturalmente quanto detto per la Regione Emilia Romagna vale anche per le altre.

Immissione sul mercato degli agrofarmaci e uso sostenibileIl dott Barella ha sostenuto un principio che condividiamo pienamente nel sottolineare che l'opportunità che deriva dall'applicazione della direttiva sull'uso sostenibile, di valorizzare le produzioni italiane attraverso la formazione dei tecnici e degli agricoltori e quindi attraverso la qualificazione del settore per un impiego razionale degli agrofar-maci, deve avvenire attraverso modalità applicative della lotta guidata di base che siano alla “portata” di tutti gli agricoltori italiani. L'ipotesi che i disciplinari di lotta integrata si sostituiscano o sovrapponga-

no ai principi di autorizzazione è una possibilità che va scongiurata. Sia perché la revisione delle sostanze attive secondo il dlgs 194/95 che ha interessa-to questo primo decennio degli anni 2000 ha portato già ad una forte selezione delle sostanze che si possono immettere sul mercato sia perché nel nuovo Regolamento di immissione sul mercato degli agrofarmaci sono presenti alcuni elementi di forte criticità che riguardano i criteri cosiddetti di “cut off” e i criteri per identificare le sostanze candidate alla sostituzione. Questi ultimi al momento non sono ancora ben definiti e dovranno esserlo su basi prettamente scientifiche e quindi non potranno essere anticipati prima che il Regolamento sull'immissione sul mercato degli agrofarmaci trovi completa attuazione.

Direttore responsabile: Vittorio Ticchiati

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N. 7296 del 28/02/03Periodicità

Anno 10 - gennaio 2012Numero 1