nuove emissioni tema caldo etf in cifre scudo contro...

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n.239 | 31-10-2017 Scudo contro il rischio tassi 2 NUOVE EMISSIONI 4 TEMA CALDO 8 ETF IN CIFRE Gestione rischio tassi, iShares pro- pone due nuovi ETF a tasso variabile Mercati di Frontiera, alla scoperta delle potenziali big del futuro ETF Plus: migliori, peggiori e più scambiati a uno e sei mesi 3 PILLOLE ETF 6 FOCUS BANCA IMI 9 COMMENTO AGLI ETF Invesco PowerShares lancia il primo ETF sulle Preferred Shares statunitensi Tra le commodity domina la cautela, ma il petrolio corre su calo offerta Voglia di Oriente, in volata i replicanti su Corea e Giappone

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n.239 | 31-10-2017

Scudo contro il rischio tassi

2NUOVE EMISSIONI

4TEMA CALDO

8ETF IN CIFRE

Gestione rischio tassi, iShares pro-pone due nuovi ETF a tasso variabile

Mercati di Frontiera, alla scoperta delle potenziali big del futuro

ETF Plus: migliori, peggiori e più scambiati a uno e sei mesi

3PILLOLE ETF

6FOCUS BANCA IMI

9COMMENTO AGLI ETF

Invesco PowerShares lancia il primo ETF sulle Preferred Shares statunitensi

Tra le commodity domina la cautela, ma il petrolio corre su calo offerta

Voglia di Oriente, in volata i replicanti su Corea e Giappone

n.239 | 31-10-2017

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NUOVE EMISSIONIa cura di Titta Ferraro

Non solo Fed. Se la banca centrale statunitense ha già da tempo iniziato il percorso

di graduale normalizzazione della politica monetaria (e a dicembre è attesa una nuo-

va stretta sui tassi), i prossimi mesi vedranno anche Bank of England e Bce iniziare a

fare le loro mosse. La prima potrebbe agire al rialzo sui tassi già settimana prossima,

mentre per l’Eurotower i tempi per muovere sul costo del denaro saranno più lunghi -

probabilmente 2019 inoltrato - anche se già da gennaio 2018 inizierà a mettere il freno

al piano di quantitative easing (30 mld di acquisti mensili dai 60 mld attuali).

L’inevitabile conseguenza sui mercati è un graduale rialzo dei rendimenti sull’obbliga-

zionario. Come proteggersi? Sul fronte reddito fisso le alternative sono quasi obbligate:

prediligere duration molto corte, posizionarsi su strumenti short, oppure guardare al

tasso variabile. Le obbligazioni a tasso variabile sono infatti concepite per proteggere

i portafogli da un aumento dei tassi di interesse con il livello delle cedole che varia sulla

base dei tassi di interesse con pertanto una bassa sensitività dei prezzi rispetto ai

tassi di interesse.

Guardano alle emissioni a tasso variabile in dollari Usa ci sono due nuove proposte

di iShares. L’emittente leader mondiale nel campo degli ETF ha quotato nelle scorse

settimane una coppia di replicanti volti a prendere posizione sul tasso variabile, con o

senza copertura valutaria.

Cedola variabile e scadenza inferiore a 5 anni

Con le crescenti preoccupazioni relative ad un rialzo dei tassi, questo fondo permette

di ridurre la duration e proteggere i portafogli in periodi di tassi di interesse crescenti.

L’iShares $ Floating Rate Bond UCITS ETF (FLOT) fornisce un’esposizione ad obbliga-

zioni a tasso variabile denominate in dollari statunitensi con coupon che riflettono l’an-

Gestione del rischio tassi, iShares propone due ETF a tasso variabile UsaI fondi obbligazionari a tasso variabile proteggono i portafogli da un aumento dei tassi di interesse

damento dei tassi di interesse, diversamente dalle obbligazioni tradizionali che pagano

coupon fissi. Le obbligazioni detenute nell’indice sottostante del fondo hanno rating

investment grade e scadenza inferiore a cinque anni. Il fondo è a replica fisica (a cam-

pionamento) e presenta un TER pari allo 0,10% per la versione senza copertura valuta-

ria e dello 0,12% per quella euro hedged.

Attualmente l’indice sottostante, il Bloomberg Barclays US Floating Rate Note < 5 Ye-

ars Index, è composto da 265 titoli con cedola media ponderata di 1,92% (1,65% ren-

dimento medio a scadenza) e duration effettiva di 0,14. Spicca la predominanza delle

emissioni legate al settore bancario, pari a quasi il 50 per cento del totale. A livello geo-

grafico il 51,2% del totale con quote decisamente più basse per sopranazionali (9,19%),

Canada (6,27%), Australia (5,79%) e Giappone (4,4%). Quasi il 40% delle emissioni pre-

senti nel fondo presentano un rating A o superiore.

n.239 | 31-10-2017

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Amundi ETF FTSE ITALIA PIR UCITS ETF DR L’eccellenza del Made in Italy.

Messaggio pubblicitario con finalità promozionali.Il presente documento promozionale contiene informazioni inerenti ad “Amundi ETF FTSE Italia PIR Ucits ETF DR” (di seguito, il “Fondo” o l’“ETF”). Amundi ETF rappresenta l’attività in ETF di Amundi Asset Management, Società di gestione autorizzata dall’Autorité des Marchés Financiers (“AMF”) con il n. GP04000036 - Sede sociale: 90 boulevard Pasteur 75015 Paris, France - 437 574 452 RCS Paris ed avente capitale sociale di 1 086 262 605 €. Il Fondo è un OICVM PIR compliant. Se detenute nell’ambito di un piano di risparmio di lungo termine (PIR) da persone residenti in Italia, le azioni dell’ETF danno diritto a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232, fermo restando il rispetto dei vincoli previsti dalla legge circa la composizione del portafoglio del piano ed il periodo di mantenimento degli strumenti finanziari nello stesso. L’investimento nell’ETF potrebbe non essere indicato per gli investitori che prevedono di rimborsare il proprio capitale entro cinque anni. Il presente documento non rappresenta un’offerta a comprare o una sollecitazione a vendere. I potenziali investitori devono esaminare se i rischi annessi all’investimento nel Fondo siano appropriati alla propria situazione. In caso di dubbi, si raccomanda di consultare un consulente finanziario. Prima dell’adesione leggere il KIID, che il proponente l’investimento deve consegnare all’investitore prima della sottoscrizione, ed il Prospetto. Si raccomanda altresì la lettura della relazione di gestione o della relazione semestrale più recenti per maggiori informazioni sulla politica di investimento concretamente posta in essere. La documentazione completa è disponibile a richiesta presso Amundi, nonché sul sito www.amundietf.it. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il presente documento non è destinato all’uso da parte di residenti o cittadini degli Stati Uniti d’America e di “US persons” così come definiti dalla “Regulation S” della Securities and Exchange Commission ai sensi dello US Securities Act del 1933 e nel Prospetto.

* Cheaper - Dati al 31.08.2017: Amundi ETF confronto tra il Total Expense Ratios (TERs) medio ponderato per le masse in gestione di tutti i Fondi: 0,23%, e quello di tutti gli ETF europei (inclusi i Fondi) come riportato nella DB ETF Research: 0,30%. Importante: alcuni singoli Fondi possono non essere più convenienti rispetto ai loro omologhi europei o possono non avere un peer group con il quale essere confrontati e viceversa. Il TER corrisponde alle spese correnti riportate nel documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (KIID). Sono escluse le commissioni e altri costi di terzi sostenuti direttamente dagli investitori per la negoziazione. “Cheaper, Smarter”: meno caro, più intelligente. 1. Sulla base delle masse gestite in Italia (AUM) risultanti dalla Mappa mensile del Risparmio Gestito di Assogestioni, agosto 2017. |

Partecipa alla crescita dell’economia italiana con l’ETF PIR di Amundi, il più italiano degli asset manager europei 1 :• Ottieni i benefici fiscali previsti dalla

normativa PIR• Scegli un’esposizione liquida e

diversificata a PMI e Blue Chips italiane• Investi a costo contenuto

(spese correnti 0,35%)

amundietf.it

CheAper*, SmArter

ITALI IM

News

NEWS DAL MONDOa cura della redazione

Invesco PowerShares lancia l’ETF sulle Preferred Shares statunitensi

Invesco PowerShares ha lanciato il primo ETF in Europa che offre un’e-

sposizione mirata alle preferred shares e all’elevato dividendo da esse

generato. Il PowerShares Preferred Shares UCITS ETF investe in un por-

tafoglio di preferred shares statunitensi che hanno dividendi fissi e ten-

dono a comportarsi più come le obbligazioni. Con un rendimento medio

superiore al 5% annuo (dati al 20/9/2017), le preferred shares “forniscono

rendimenti paragonabili alle obbligazioni high yield, ma provenienti da ti-

toli emessi generalmente da società molto note”, spiega Stefano Caleffi,

responsabile per il Sud Europa di Invesco PowerShares.

BlackRock amplia la gamma europea ESG con un ETF azionario globale

BlackRock ha lanciato in Europa l’11° ETF ESG (Environmental, Social And

Governance) per offrire uno strumento azionario globale agli investito-

ri che adottano un approccio sostenibile, l’iShares MSCI World SRI UCI-

TS ETF (SUSW). In Italia il nuovo ETF è registrato e quindi accessibile ai

soli investitori professionali. “Ascoltiamo costantemente le necessità dei

nostri clienti di potenziare il profilo ESG e l’esposizione al carbone dei

loro investimenti in ottica di una migliore gestione del rischio dei propri

portafogli”, ha commentato Manuela Sperandeo, Head of Specialist Sales,

iShares EMEA, aggiungendo: “l’indice SRI tracciato da questo ETF ha re-

gistrato dal lancio performance migliori del suo indice originario con una

volatilità comparabilE”.

UBS AM rafforza team dedicato a gestione passiva

UBS Asset Management rafforza il suo team dedicato alla gestione pas-

siva con l’arrivo di Alessandro Bonardi, che ricoprirà il ruolo di Passive &

ETF Specialist Sales Italy. Il team italiano di UBS dedicato alla gestione

passiva annovera anche Simone Rosti, Francesco Branda e Alessandra

Calabretta.

n.239 | 31-10-2017

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TEMA CALDOa cura di Titta Ferraro

Il 2017 ha visto il grande ritorno in voga dei mercati emergenti. I flussi consistenti verse azio-

ni e bond emergenti sono stati guidati da fondamentali in miglioramento grazie al migliora-

mento delle prospettive economiche, risalita dei prezzi delle materie prime e rafforzamento

delle valute emergenti contro il dollaro Usa. Il sentiment positivo ha coinvolto anche i meno

conosciuti mercati di Frontiera, che in realtà già nel 2016 avevano regalato buone soddisfa-

zioni Si tratta di mercati meno avanzati legati a economie che non rientrano ancora nella

cerchia degli emergenti. Se da un lato presentano una rischiosità percepita superiore ri-

spetto agli altri mercati globali, dall’altro presentano un maggiore potenziale inespresso ab-

binato alla peculiarità di una bassa correlazione con l’andamento dell’equity globale. Negli

ultimi 6 anni solo il 2015 gli indici legati a Frontier Market hanno evidenziato ritorni negativi

e quest’anno è incamminato molto bene con un saldo positivo a doppia cifra testimoniato

dal quasi +27% circa dell’MSCI Frontier in questi primi 10 mesi del 2017. Nel lungo periodo

le performance sono decisamente interessanti con un balzo del 72 per cento negli ultimi 5

anni, che si confronta con il +23% circa dell’indice Msci Emerging Markets.

Economie in accelerazione

Diversi paesi di Frontiera hanno visto aumentare la crescita del PIL nel secondo trimestre

dell’anno, tra cui Nigeria, Ghana, Ecuador, Mongolia e Vietnam. “La crescita delle espor-

tazioni è migliorata in tre quarti dei Paesi sull’indice di mercato di Next Generation (NEX-

GEM) di JP Morgan e le riserve di FX sono aumentate in due terzi dei paesi”, rimarca Fitch

Ratings aggiungendo come la stabilizzazione dei prezzi delle materie prime ha aiutato i

paesi maggiormente dipendenti dalle risorse di base. “I mercati di frontiera dovrebbero

seguire lo sviluppo positivo che ha interessato i mercati emergenti negli ultimi trent’anni”,

rimarca Emre Akcakmak, Portfolio Advisor del fondo East Capital Global Frontier Markets,

che aggiunge: “Per gli scettici che non riescono a vedere la luna, ma solo il dito che la in-

Si tratta di mercati non ancora molto evoluti, più volatili degli emergenti ma anche meno correlati agli umori dell’equity in generale

Mercati di Frontiera, alla scoperta delle potenziali big del futuro

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TEMA CALDOa cura di Titta Ferraro

Fonte: Bloomberg

FRONTIER MARKETS VS EMERGENTIdica, i mercati di frontiera continueranno a essere principalmente un rischio. Tuttavia, noi

li reputiamo un’incredibile opportunità, dove però, la gestione attiva è fondamentale per

generare rendimenti significativi, in quanto la ricerca di opportunità proficue richiede uno

sforzo in più da parte dell’investitore”.

Il World Economic Outlook di ottobre del FMI vede la lista delle economie a crescita mag-

giore ampiamente dominata dai mercati di frontiera, la cui crescita media nel quinquennio

2018-2022 è prevista essere superiore al 4%.

Poca correlazione con l’equity globale

Tra le peculiarità dell’investimento in questi mercati c’è la relativamente bassa correlazio-

ne che hanno tra di loro i vari mercati di frontiera poiché le loro economie risultano guidate

principalmente da fattori locali. Pertanto l’eventuale difficoltà di un Paese non va a inficiare

il sentiment complessivo sui mercati di frontiera e ne contiene così gli sbalzi di volatilità.

Inoltre l’indice MSCI Frontier Market mostra una correlazione bassa sia con l’indice MSCI

Emerging Markets che con l’Indice MSCI World.

Argentina e Kuwait pronte al grande salto

Negli indici sui mercati di frontiera, a cui si rifanno alcuni ETF, il peso maggiore lo hanno Ar-

gentina e Kuwait (circa il 40% del totale), due paesi che potrebbero acquisire lo status dei

mercati emergenti forse già nel prossimo anno. Argentina che proprio questa settimana

ha ottenuto l’upgrade a da S&P in scia alle prospettive di crescita stabile nei prossimi tre

anni. Peso importante hanno anche economie in forte accelerazione quali quelle di Nigeria

e Vietnam.

Tali paesi di Frontiera sono inoltre interessati da un forte slancio riformista. “Argentina

ed Egitto sono ottimi esempi di mercati guidati da riforme economiche – sottolinea Emre

Akcakmak - che hanno portato alla libera fluttuazione della valuta domestica e al rie-

quilibrarsi degli equilibri di bilancio attraverso varie misure, tra cui la rimozione di alcune

regolamentazioni di stampo populista. Dopo anni di diminuzione della competitività, gli

esportatori riescono finalmente a sfruttare la debolezza della moneta locale”.

In Argentina le società di utility hanno corso molto dopo la liberalizzazione del mercato,

che ha rappresentato una vera rivoluzione trasformando compagnie in perdita, in aziende

in grado di generare forti flussi di cassa.

Il replicante sui Frontier Markets

In Italia è presente solo un ETF sui mercati di Frontiera. Si tratta del db x-trackers S&P

Select Frontier Ucits ETF 1C che presenta un TER dello 0,95% e si rifà a un indice compo-

sto da 40 titoli con dei limiti di concentrazione: una società non può costituire oltre il 10%

dell’Indice. Le società sono selezionate anche in base al volume ed alla regolarità della ne-

goziazione delle loro azioni. Nell’indice non possono inoltre essere incluse più di 5 società

di un singolo paese e la ponderazione dei titoli di un paese non può rappresentare oltre il

30% dell’Indice. La composizione dell’Indice viene rivista due volte l’anno. L’indice presenta

un dividend yield del 2,43%, sostanzialmente in linea con quello dell’indice Msci Emerging

Markets (2,32%). Tra i fattori di rischio non va tralasciato quello valutario. In alternativa l’in-

vestitore ha anche la possibilità di esporsi su determinate aree di frontiera con alcuni ETF

dedicati ai mercati del Medio Oriente/ Nord Africa.

Tra le commodity domina la cautela, ma il petrolio corre su calo offertaLa stagione degli uragani ha frenato la produzione Usa di petroli e intanto il mercato confida sui buoni propositi di Opec e Russia per estendere accordo taglio produzione

FOCUS BANCA IMI n.239 | 31-10-2017

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Energia: Outlook Moderatamente Positivo, si rafforza la cautela

Il clima del mercato petrolifero si conferma proseguire in tono positivo, dopo

che la stagione degli uragani negli USA ha inciso sulla produzione americana

in arrivo dal Golfo del Messico, specie da Texas e Georgia. Il focus resta quin-

di sul meeting OPEC del 30 novembre, in cui si discuterà del prolungamento

dei tagli oltre la scadenza di marzo 2018; il mercato sembra convincersi delle

buone intenzioni sia dell’OPEC che della Russia, vista l’indiscrezione secondo

cui anche il presidente Putin è favorevole a un prosieguo dell’accordo. Lo sce-

nario centrale non muta e difficilmente vedrà un petrolio sopra la soglia dei

60 dollari, senza un inatteso aumento della domanda o tensioni restrittive dal

lato dell’offerta. Le previsioni Intesa Sanpaolo sono: 1) per il Brent: 56 dollari al

barile per il 4° trimestre 2017 e 55 e 53 dollari per il 1° e il 2° trimestre 2018; 2)

per il WTI: 51 dollari per il 4° trimestre 2017 e 51 dollari per il 1° e il 2° trimestre

2018. Brent e WTI vengono stimati, rispettivamente, a 54,5 e 52 dollari al barile

per il 2018 e a 59 e 58 dollari per il 2019.

Metalli Preziosi: Outlook Neutrale

Outlook Neutrale malgrado il consolidamento del dollaro e a fronte del pro-

sieguo del ciclo di rialzi Fed, con l’ultimo aggiustamento del 2017 in calendario

a dicembre. Un quadro a cui si somma la fragilità dei fondamentali che non

riescono a dare alcuna spinta rialzista al comparto. Un finale d’anno in cui la

Previsioni Intesa Sanpaolo per i singoli componenti dell’Energia

4° TRIM.2017

1° TRIM.2018

2° TRIM.2018

ANNO2018

ANNO2019

WTI ($) 51,0 51,0 51,0 52,0 58,0

Brent ($.) 56,0 55,0 53,0 54,5 59,0

Gas Nat. ($) 3,50 3,50 3,10 3,25 3,00

Fonte: Intesa Sanpaolo

Collegati al sito www.bancaimi.it per leggere tutte le ricerche o ascoltare i risultati con il servizio PodcastL’APPROFONDIMENTO DI BANCA IMI

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

GSCI ENERGIA VS. WTI, BRENT E GAS NATURALE (DA GENNAIO 2008)A

FOCUS BANCA IMI n.239 | 31-10-2017

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Collegati al sito www.bancaimi.it per leggere tutte le ricerche o ascoltare i risultati con il servizio PodcastL’APPROFONDIMENTO DI BANCA IMI

Performance commodity

(%) 2017 2016

WTI -2,3 45

Brent 2,7 52,4

Gas Naturale -20,1 59,3

Gasolio 5 53,6

Oro 10,7 8,6

Argento 6,6 15,8

Rame 27,1 17,7

Alluminio 27,3 12,3

Zinco 26,9 60,6

Nickel 19,7 13,6

Mais 0,2 -1,9

Frumento 7,4 -13,2

Soia -2,1 14,4

Cacao -2 -33,8

Zucchero -26,8 28

Caffè -10,1 8,2

Cotone -1,6 11,6

Fonte: Bloomberg; Thomson Reuters-Datastream

richiesta di copertura dai rischi d‘inflazione, fungendo da

supporto al comparto, possa favorirne il recupero appare

uno scenario distante dalla realtà, benché il posizionarsi

su asset in grado di difendere il potere d’acquisto sia an-

cora una scelta consigliabile per gli investitori più pruden-

ti. In attesa del ritorno dell’inflazione “sana”, intesa come

stimolo alla produzione, gli operatori sembrano orientarsi

su scelte più rischiose, che generino quindi maggiori ritor-

ni rispetto ai Metalli Preziosi. Solo uno scenario di inatte-

so surriscaldamento dei prezzi, che passi in maniera obbli-

gata da un recupero ulteriore delle quotazioni del petrolio,

può migliorare il nostro Outlook, che resta invece Neutrale.

Metalli Industriali: l’Outlook resta Neutrale

Nel breve periodo ci aspettiamo ancora volatilità sulle

quotazioni, alla luce delle incertezze sulle politiche mine-

rarie cinesi e di quelle filippine. Ma di fondo, specie dopo

il Congresso cinese, il quadro macroeconomico globale

resta favorevole, considerate le previsioni di una cresci-

ta economica mondiale stabile a cui la Cina continuerà

a contribuire. Il mercato ha ormai superato la mancata

implementazione della politica fiscale espansiva e infra-

strutturale dell’Amministrazione Trump, considerando

questo tema non in grado di generare alcuna aspettativa

rialzista nel breve e rimandandolo all’agenda del 2018, in

un quadro poi di “normalizzazione” dell’economia cinese

che ha avuto sviluppi incontrollati in molti settori, compre-

so quello dei metalli. Alla luce di questo scenario, confer-

miamo il nostro Outlook Neutrale, rinnovando la cautela

da qui a fine anno.

Agricoli: Outlook Moderatamente Positivo

Non sono cambiati i temi che deprimono gli Agricoli e che

delineano un quadro di debolezza che rafforza il consoli-

damento al ribasso dei prezzi. L’offerta mondiale di cere-

ali resta abbondante e questo giustifica la debolezza dei

prezzi, come sottolineato dalla stessa FAO, che segnala

un marginale rialzo delle proiezioni produttive relative alla

prossima stagione. L’accumulo delle scorte di cereali, ai

massimi nel corso degli ultimi due anni, insieme al prezzo

contenuto del greggio, rischiano di favorire un ulteriore in-

debolimento delle quotazioni del comparto, vista la totale

assenza di domanda per i biocombustibili. Il nostro Outlo-

ok Moderatamente Positivo resta confermato ma solo a

causa del bassissimo livello a cui si trovano le quotazioni

e che potrebbe favorire un rimbalzo fisiologico.

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a cura della redazioneOSSERVATORIO ETF

PREZZO€ VOLUMI PERF. %

1 MESEPERF. %6 MESI

TREND BT

TREND MT

I MIGLIORI A 1 MESE

Ishares Msci Korea Usd Acc 148,34 286 9,84 13,64

Ishares Msci Korea 42,73 5572 9,73 13,49

Lyx Etf Msci World It 210,02 603 9,11 11,59 Ishares Nikkei 225 Jpy Acc 153,71 1087 9,09 5,93 Amundi Etf Msci India Ucits 515,8101 171 8,53 2,87

I MIGLIORI A 6 MESI

Lyx Ucits Mib Daily Lev Etf 8,72 1264339 0,29 19,06

Ishares Msci Jpn Month Eur-H 50,53 121478 5,58 14,57

Lyx Daily Lev Btp Etf 289,24 179 6,48 14,37

Ishares Msci Korea Usd Acc 148,34 286 9,84 13,64

Ishares Msci Korea 42,73 5572 9,73 13,49

I PEGGIORI A 1 MESI

Dbx Shortdax X2 Daily 1C 3,48 168943 -6,51 -13,75

Etfx Dax 2X Short Fund 4,32 2347 -6,49 -13,98

Lyx Daily Shortdax X2 Etf 3,70 162440 -6,33 -13,60

Lyx Dx2 Short Btp Etf 25,41 97226 -6,25 -14,09

Ishares Msci Mex Capped Usd 101,45 376 -6,04 -7,19

I PEGGIORI A 6 MESI

Lyx Mib Dl X2 Shrt Ucits Etf 3,875 1011933 -1,15 -24,32

Dbx S&P 500 2X Inverse 1C 1,962 216159 -3,11 -20,73 =

Lyx Dx2 Short Btp Etf 25,405 97226 -6,25 -14,09

Etfx Dax 2X Short Fund 4,3225 2347 -6,49 -13,98

Dbx Shortdax X2 Daily 1C 3,48 168943 -6,51 -13,75

I PIÙ SCAMBIATI / QUANTITÀ

Lyx Ucits Mib Daily Lev Etf 8,72 1264339 0,29 19,06

Lyx Ftse Mib Etf 22,26 1030876 0,30 9,64

Lyx Mib Dl X2 Shrt Ucits Etf 3,88 1011933 -1,15 -24,32

Amundi Etf Msci Emerging Mar 4,15 400955 4,75 8,42 =

Lyx Mib Daily Short Etf 17,42 275312 -0,57 -12,86

I PIÙ SCAMBIATI / VALORE

Lyx Ftse Mib Etf 22,26 28280730 0,30 9,64

Lyx Ucits Mib Daily Lev Etf 8,72 26150130 0,29 19,06

Lyx Eurstx50 Daily Lev Etf 28,27 11175420 4,53 8,81

Ishares Euro Stoxx 50 37,25 9534956 2,35 2,56

Lyx Mib Daily Short Etf 17,42 7184430 -0,57 -12,86 Fonte: Bloomberg - dati aggiornati al 31/10/2017

CHIUSURAVARIAZIONE %

3 MESI 6 MESI 12 MESI

Eurostoxx50 3662 6,30 3,01 20,01

Ftse Mib 22753 5,81 10,31 32,76

Dax30 13218 9,17 6,36 24,05

Ftse100 7488 1,83 4,21 7,95

CHIUSURAVARIAZIONE %

3 MESI 6 MESI 12 MESI

Giappone 22012 10,47 14,66 26,32

Cina 1205 2,88 8,92 4,67

Russia 1124 11,71 0,96 13,79

Brasile 75976 13,47 14,37 15,21

CHIUSURAVARIAZIONE %

3 MESI 6 MESI 12 MESI

Dow Jones 23434 6,66 11,50 28,70

S&P 500 2581 4,15 7,91 21,01

Nasdaq 6213 5,91 11,54 29,71

Russell 2000 1508 4,61 6,46 25,14

CHIUSURAVARIAZIONE %

3 MESI 6 MESI 12 MESI

Crb 187 2,68 3,19 0,67

Petrolio Wti 54 7,61 9,45 15,22

Oro 1278 0,83 0,69 0,31

Cacao 349 -6,00 -2,65 -1,76

Europa - Indice EuroStoxx 50

Far East - Indice Nikkei

Usa - Indice S&P 500

Commodity - Indice CRB

Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l’alto quella a 20 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 20 giorni perfora verso l’alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni.

La pagina dei numeri di ETF News

n.239 | 31-10-2017

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Lyxor* è stato il primo, ed è il maggiore1, gestore di ETF PIR compliantSu Borsa Italiana ha quotato il Lyxor Italia Equity PIR UCITS ETF, sulle società a media ed elevata capitalizzazione, e il Lyxor FTSE Italia Mid Cap PIR UCITS ETF, sulle società a media capitalizzazione. Il costo totale (TER)2 degli ETF è, rispettivamente, di 0,35% e 0,40% all’anno. I due ETF, se destinati a un Piano di Risparmio Individuale a lungo termine (es. Deposito Titoli PIR), consentono all’investitore di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per i PIR3. Scopri di più su: www.lyxoretf.it/pir

* I Lyxor ETF citati sono Fondi o Sicav francesi o lussemburghesi, gestiti da Lyxor International Asset Management S.A. (qui per brevità “Lyxor”), i cui prospetti sono stati approvati dalla AMF o dalla CSSF. Per la data di approvazione si rinvia ai Prospetti.

(1) Il 1° ETF PIR Compliant è datato 3 marzo 2017 ed è gestito da Lyxor. Lyxor gestisce 2 ETF PIR con un patrimonio complessivo di 660 milioni di Euro (fonte: Bloomberg, al 27/10/2017).

(2) Il costo totale annuo dell’ETF (TER – Total Expense Ratio) non include i costi di negoziazione del proprio intermediario di riferimento ed eventuali altri costi e oneri.

(3) L’ETF è un investimento qualificato ai fini della normativa PIR e, al fine di beneficiare del regime fiscale agevolato, è necessario che l’investitore privato destini le azioni dell’ETF ad un Piano Individuale di Risparmio a lungo termine (PIR) attraverso l’apertura di un Deposito Titoli (o altro stabile rapporto) con esercizio dell’opzione per l’applicazione del regime di risparmio amministrato (art. 6 D.Lgs. 461 del 21/11/1997) ovvero è necessario che l’investitore privato destini le azioni dell’ETF ad un PIR eventualmente già costituito. Al fine di beneficiare delle agevolazioni fiscali, le azioni dell’ETF devono essere detenute per almeno 5 anni consecutivi.

(4) I pesi dei due indici si modificano nel tempo in funzione delle differenti performance dei due indici. Mensilmente sono ripristinati i pesi originari (25% e 75%).

Il valore degli ETF citati può aumentare o diminuire nel corso del tempo e l’investitore potrebbe non essere in grado di recuperare l’intero importo originariamente investito. Questo è un messaggio pubblicitario e non costituisce sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all’investimento. Prima dell’investimento negli ETF citati si invita l’investitore a contattare i propri consulenti finanziari, fiscali, contabili e legali e a leggere attentamente i Prospetti, i “KIID” e i Documenti di Quotazione, disponibili sul sito www.ETF.it e presso Société Générale, Listed Products, via Olona 2, 20123 Milano, dove sono illustrati in dettaglio i relativi meccanismi di funzionamento, i fattori di rischio, i costi e il regime fiscale.

Nome ETF Indici di Riferimento Bloomberg ISINCosto Annuo

(TER)2

Lyxor Italia Equity PIR UCITS ETF25% FTSE Italia Mid Cap Net Tax

+ 75% FTSE MIB Index4 ITAPIR IM LU1605710802 0,35%

Lyxor FTSE Italia Mid Cap PIR UCITS ETF FTSE Italia Mid Cap Net Tax ITAMID IM FR0011758085 0,40%

The original pioneersContatti: www.ETF.it | [email protected] | 800 92.93.00 | Consulenti02 89.63.25.00 | Istituzionali 02 89.63.25.28 | LYXOR <GO>

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

Il pioniere degli ETF PIR

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a cura della redazioneOSSERVATORIO ETF

Voglia di Oriente, in volata i replicanti su Corea e Giappone

Mese di ottobre con l’equity dagli occhi a mandorla in prima fila. Sull’ETFPlus di Piazza

Affari primeggiano i due ETF proposti da iShares, entrambi legati all’indice MSCI Ko-

rea (un fondo ad accumulazione dei dividendi, l’altro a distribuzione), che presentano

un slado di oltre +13 per cento nell’ultimo mese. Tra i migliori del mese anche l’iShares

Nikkei 225 salito di quasi il 6 per cento cavalcando la striscia record di 16 sedute con-

secutive in positivo per l’indice guida della Borsa di Tokyo.

Guardando agli ultimi sei mesi primeggia il Lyxor Ftse Mib Daily Leveraged ETF

(+19,06%) che va a leva sul Ftse Mib, indice che nell’ultima settimana ha aggiornato

nuovamente massimi a circa due anni. Molto bene anche l’iShares Msci Japan Month

Eur Hedged (+14,57%).

Il peggiore ETF dell’ultimo mese è l’Etfs Dax 2X Short Fund (-13,75%), seguito da una

pattuglia di altri ETF short a leva su Dax. Tra i peggiori di ottobre anche lo short a leva

due sul Btp. A sei mesi su Borsa Italiana si segnalano i ribassi consistenti degli ETF

short su Ftse Mib, S&P 500, Btp e Dax.

Tra i prodotti più scambiati per numero di pezzi figurano ancora una volta i replican-

ti legati a Piazza Affari. Il Lyxor Ftse Mib Daily Leveraged primeggia con una media

giornaliera di 1,26 milioni di pezzi. Segue il Lyxor Ftse Mib Ucits ETF con transazioni

medie per 1,03 milioni di pezzi. Terzo posto per il Lyxor Ftse Mib X2 Short Ucits ETF

con 1,01 mln di pezzi. Tra i più scambiati per controvalore in prima posizione il Lyxor

ETF Ftse Mib con 28,28 milioni di euro, seguito dal Lyxor Ftse Mib Daily Leveraged

con transazioni per 26,15 milioni di euro e dal Lyxor Eurostoxx 50 Daily Levaraged con

11,17 mln di euro.

Il commento agli ETF