rassegna settimanale 2 agosto 2013

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Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB Anno IV - Roma,29 Luglio -2 Agosto 2013 A cura di Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione Contact Center Collaborazione Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino

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Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it

Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI

RASSEGNA STAMPA

SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO

DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB

Anno IV - Roma,29 Luglio -2 Agosto 2013

A cura di

Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione

Contact Center

Collaborazione

Monica D’Arcangelis,

Alessandro Tudino

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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CALCIO: RAZZISMO. TROFEO TIM,

AMMENDE A SASSUOLO, JUVE E

CONSTANT

2 Agosto 2013

Il giudice sportivo di serie A, Gianpaolo Tosel, in merito al Trofeo Tim giocato il 23 luglio

scorso a Reggio Emilia, ha inflitto un'ammenda di 30 mila euro con diffida sia alla Juventus

che al Sassuolo "per avere suoi sostenitori rivolto ad un calciatore della squadra avversaria

grida e cori espressivi di discriminazione razziale". Punito, con un'ammonizione e

un'ammenda di 3.000 euro, anche il giocatore del Milan Kevin Constant che, nel corso

della gara col Sassuolo, ha "calciato il pallone verso un gruppo di tifosi della squadra

avversaria che lo avevano insultato con grida e cori espressivi di discriminazione razziale,

chiedendo quindi la propria sostituzione, uscendo dal terreno di giuoco e determinando in

tal modo l'interruzione della gara di circa due minuti".

(AGI/ITALPRESS)

Calcio: razzismo e vincolo, Tommasi

incontra ministro Delrio

2 Agosto 2013

(ANSA) - ROMA - La lotta al razzismo, il vincolo dei dilettanti che ancora resiste, un

fondo pensioni. E' stato un incontro a tutto campo quello tra il ministro con delega allo

sport Graziano Delrio e Damiano Tommasi, presidente dell'assocalciatori, accompagnato

dal vicepresidente Umberto Calcagno, e il ministro con delega allo Sport Graziano Del

Rio. L'incontro sollecitato dallo stesso ministro circa una settimana fa dopo l'ennesimo

episodio di incivilta' all'interno di uno stadio italiano e' servito a fare il punto su molte

questioni che riguardano da vicino il calcio nazionale, sulle quali c'e' una volonta' comune

da parte del Ministro e dell'Aic di collaborare e intervenire insieme. Tommasi ha ribadito il

suo impegno e quello di tutti i calciatori e dei componenti dell'associazione sulle questioni

riguardanti la lotta alla violenza negli stadi, la lotta al razzismo e la lotta anche alla

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diffusione di comportamenti illegali legati al fenomeno delle scommesse, che negli anni

passati hanno portato ad una perdita di credibilita' del calcio italiano.

L'Aic ha inoltre sottoposto al ministro due questioni riguardanti da vicino l'associazione,

alla quale aderiscono non solo i campioni di serie A e B ma centinaia di giocatori di Lega

Pro e migliaia di calciatori e calciatrici dilettanti: la questione del vincolo dei dilettanti,

normativa che e' rimasta in vigore solo in Italia e Grecia e che - sottolinea l'Aic -

''impedisce'' di fatto ai giovani nelle categorie dilettantistiche di liberarsi prima dei 25 anni;

e poi la questione del Fondo pensionistico per i calciatori in virtu' della peculiarita' del

percorso lavorativo degli atleti, con un attenzione legata anche al percorso post-agonistico

in cui molti degli ex atleti faticano ad reinserirsi in un nuovo contesto produttivo.

Il ministro Delrio si e' impegnato a portare avanti tutte le iniziative necessarie affinche' gli

stadi tornino ad essere luoghi di festa e di passione, allontanando quelle minoranze di

pseudo tifosi violenti che ne rovinano l'immagine a scapito della maggioranza di sportivi.

Su questi temi si realizzeranno a breve iniziative comuni tra Aic e Ministero. Inoltre il

ministro, all'interno di un piu' generale processo riformatore che deve coinvolgere tutte le

componenti del mondo del calcio italiano, si e' detto pronto ad affrontare le tematiche

sottoposte dall'Aic pensando anche alle migliaia di ragazzi che non sono campioni e

frequentano le categorie minori con dignita' e professionalita'. (ANSA).

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Indagini della Procura di Ravenna sul lancio

di banane al ministro Kyenge

2 Agosto 2013

La Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo contro ignoti in riferimento al lancio di

banane contro il ministro per l'Immigrazione Cécile Kyenge avvenuto venerdì scorso alla

Festa del Pd di Cervia. L'ipotesi di reato formulata dal Pm titolare dell'indagine, Stefano

Stargiotti, è vilipendio alle istituzioni costituzionali, articolo 290 del Codice Penale.

I fatti: durante un dibattito sul tema immigrazione in corso alla festa del partito dal

pubblico è partito un lancio di banane indirizzato contro il ministro (che solo pochi giorni

prima era stata sbeffeggiata dal senatore Calderoli che l'aveva paragonata ad un orango). La

frutta, caduta in realtà nelle prime file del pubblico, sembrava essere stata lanciata da un

uomo di Cervia, Davide Fabbri, noto in città per le sue simpatie per l'estrema destra e

presente alla serata.

Lo stesso Fabbri, autore tra l'altro di una denuncia verso la presidente della Camera, Laura

Boldirini, aveva mandato una e mail a diverse testate in cui sembrava rivendicare il lancio

di banane, salvo poi smentire un suo coinvolgimento precisando di essere invece stato

contattato da un ragazzo di Cesenatico che gli avrebbe confidato di essere lui il

responsabile del gesto.

La Digos, che indaga sul fatto e che ha già sentito Fabbri, non ritiene attendibili le sue

dichiarazioni e continua ad indagare sull'episodio.

(FONTE www.ilsole24ore.com)

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Cittadinanza: Kyenge, si' allo ius soli

temperato

'Lega? Disponibile al dialogo ma a

condizioni adeguate'

2 Agosto 2013

ROMA - ''Il governo propone uno ius soli temperato. Non si tratta di una formula netta,

con la quale una donna straniera, appena arrivata in Italia, puo' partorire un bimbo italiano.

Il riconoscimento della cittadinanza e' concesso al bimbo solo in base al legame che gia' da

tempo la sua famiglia ha coltivato con il nostro Paese''. Per il ministro dell'integrazione

Cecile Kyenge ''di fronte a questa proposta il dibattito, libero da pregiudizi, puo' essere

molto piu' sereno. In Italia - dice in un'intervista al Mattino - vivono gia' tanti giovani di

seconda generazione: assurdo ignorarlo''.

Parlando della polemica con la Lega, ''io sono un ministro della Repubblica italiana: chi ha

insultato me ha offeso l'istituzione che rappresento'', dice Kyenge. ''Il mio rammarico non

riguarda la mia persona, ma il fatto che all'estero si possa finire per accreditare l'immagine

di un Paese ancora fermo a vecchi stereotipi e ad antiche discriminazioni razziali''. Pur

avendo declinato l'invito del Carroccio, la titolare dell'immigrazione ribadisce la

''disponibilita' al dialogo e al confronto, ammesso pero' che si creino le adeguate

condizioni''.

Nell'intervista Kyenge spiega il piano triennale contro il razzismo e la xenofobia. ''Non

riguardera' soltanto gli stranieri, ma anche gli italiani di origine straniera'', dichiara. ''Da una

parte vogliamo che siano applicati gli strumenti legislativi esistenti, sia quelli nazionali che

internazionali, compresa la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni

Unite. E dall'altra cercheremo di promuovere la diffusione di tutto questo nelle scuole e

nei posti di lavoro''. Il piano, conclude, ''approdera' a ottobre in Consiglio dei ministri''.

(fonte ANSA).

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Servizio civile, ministero valuta apertura a

stranieri residenti

2 Agosto 2013

L'annuncio del ministro Kyenge. Ipotesi al vaglio per sciogliere il nodo

dell'accesso agli stranieri. Un problema che aveva bloccato il bando 2011. Il nuovo

bando dovrebbe partire a settembre: 92 milioni le risorse a disposizione per 14.700

volontari. 300 posti per il bando straordinario per l'assistenza di invalidi e ciechi

ROMA – Il criterio della residenza legale sul territorio potrebbe essere il punto

fondamentale per sciogliere il nodo dell’accesso al servizio civile per i cittadini stranieri. Lo

ha sottolineato la ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge, intervenendo a un incontro sul

tema organizzato oggi a Roma dall’intergruppo parlamentare sul Terzo settore. “La

discussione è in corso, la necessità di affrontare il tema parte dai parlamentari – sottolinea

la ministra -. Ma il nodo centrale è che dobbiamo iniziare a parlare di persone residenti in

Italia, di cittadini residenti che vogliono dare un contributo di volontariato a un servizio

che esiste già. Qualunque ragionamento deve partire da questo. Parlare di stranieri è troppo

vago: si deve parlare di persone che hanno fatto un percorso sul territorio e che hanno la

residenza”. Su questo aspetto Kyenge sottolinea che si stanno esaminando tutte le vie

possibili e i casi dei cittadini stranieri che a Milano e Brescia hanno fatto ricorso dopo

essere stati esclusi dal bando. L’obiettivo è di trovare una soluzione in tempi brevi, prima

della partenza del nuovo bando prevista per settembre. “Avrò un’estate molto

movimentata - aggiunge – per cercare di chiarire tutti i casi entro settembre quando si

dovrebbe decidere di far partire il nuovo bando. Per ora stiamo esaminando tutte le piste,

tute le vie”. Sul servizio civile la ministra parlerà anche oggi in aula nel corso del question

time previsto per le 15.

Per quanto riguarda le risorse Kyenge spiega che per l’anno corrente ci sono a

disposizione 92 milioni di euro che dovrebbero permettere a 14.700 volontari di svolgere

progetti di utilità sociale, in più ci saranno 450 posti per la cooperazione internazionale

all’estero. E, infine, un bando straordinario per 300 ragazzi che si occuperanno di invalidi e

ciechi. “Un primo segnale d’attenzione su questo tema c’è stato ieri in Senato quando è

stato votato un incremento di un milione per quest’anno e di 10 per il 2014–aggiunge

Kyenge - . Sappiamo che il servizio civile è nato da un’obiezione al servizio di leva,

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dobbiamo quindi anche portare avanti un ragionamento su cosa significa la protezione

della patria, anche per dare una risposta al ministro della Difesa”. Tra gli altri punti al

vaglio, l’idea di pensare a un coordinamento europeo del servizio civile da proporre in

occasione del semestre di presidenza europea dell’Italia previsto l’anno prossimo. Inoltre

“come ministra delle politiche giovanili mi impegno per sensibilizzare anche gli altri

ministeri sulla figura di chi fa il servizio civile, sull’importanza della formazione e del

protagonismo dei giovani –continua Kyenge - Cercherò di far capire ai miei colleghi che

senza le risorse è tutto più complicato”. (ec)

(fonte www.redattoresociale.it)

Lombardia, 3 figli di immigrati su 10 seguiti

solo dal pronto soccorso

La stima del Naga, sulla base dei bambini presi in carico. Un altro 15 per cento è

monitorato da medici volontari o di associazioni di volontariato. Preoccupano

anche i dati che sul numero di vaccinazioni

2 Agosto 2013

MILANO - Il 31 per cento dei bambini figli di immigrati è seguito solo dal pronto

soccorso. Un altro 15 per cento è monitorato da medici volontari o di associazioni di

volontariato. Sono i numeri che il Naga ha presentato alla Commissione sanità di Regione

Lombardia, nel corso di un'audizione a cui ha partecipato grazie all'invito del gruppo

consiliare Patto civico. Preoccupano anche i dati che sul numero di vaccinazioni: il 24 per

cento dei bambini presi in carico dal Naga non ne ha mai fatte e per un altro 17 per cento

è impossibile stabilirlo.

Insieme al Naga, sono presenti Caritas, Avvocati per niente, gruppo Gris e Asgi. Oggetto

della Commissione la tutela della salute degli immigrati, a seguito della polemica esplosa

due settimane fa, quando l'aula ha votato contro la mozione di Patto civico per l'iscrizione

dei figli di immigrati irregolari alle liste dei pediatri. Una norma stabilita dalla Convenzione

Stato Regioni del dicembre 2012 e votata anche dalla Lombardia. Ora, però, non può più

tornare sui suoi passi. Spiega il capogruppo Umberto Ambrosoli: "Il testo è già cogente.

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Ora rischiamo che a settembre ci sia un provvedimento giudiziario per farci applicare la

norma". Un evento che il gruppo consiliare cerca di evitare riproponendo il testo in un

progetto di legge di cinque articoli, copiato dal Friuli Venezia Giulia: "Normativa per

l'assistenza sanitaria della popolazione straniera da parte di Regione Lombardia". Gli

articoli altro non sono che una ratifica di quanto stabilito già dalla Convenzione. "La legge

non sarebbe necessaria da un punto di vista della procedura, ma per un gruppo consiliare

non c'è altro modo di chiedere la ratifica", precisa Ambrosoli. E se la maggioranza

regionale vota contro le mozioni, la proposta di legge resta l'ultimo strumento normativo

per far valere la propria posizione.

Il problema dell'accesso alle cure del pediatra grava anche per i bilanci di Regione

Lombardia. Tutte le associazioni intervenute, racconta Ambrosoli, hanno sottolineato

quanto un sistema sanitario che si basa sulle cure in pronto soccorso costi molto di più di

uno dove è garantito il continuo monitoraggio di un medico specialista. Anche perché in

questo modo diventa impossibile seguire l'evolversi di una malattia o addirittura prevenirla.

"Lo sanno anche negli altri gruppi consiliari", confessa Ambrosoli che proprio su questo

punto lancia la sfida all'assessore alla Sanità Mario Mantovani, che in realtà si era reso

disponibile fin dalla mozione di metà luglio a ratificare la convenzione. Tra due giorni il

progetto di legge tornerà in aula e a quel punto la palla tornerà alla maggioranza. "È stato

uno sbaglio dell'aula, ma quell'errore non può più durare oltre", conclude l'avvocato

Ambrosoli.

(fonte www.redattoresociale.it)

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"Io, disabile, lasciato a terra da Trenitalia:

la sedia a rotelle non passa dalla porta"

2 Agosto 2013

Biglietto Taranto-Lecce prenotato e pagato (in foto ) in una agenzia di

viaggi attraverso il servizio dedicato delle Ferrov ie. La denuncia di un

ragazzo di 20 anni: "Sono abituato alle pedane che si bloccano e a

viaggiare tra un vagone e l'altro, ma questa le ha superate tutte". La

precisazione

dell'azienda

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Da Taranto a Lecce con Trenitalia? Impossibile, per un disabile. Lo ha sperimentato sulla

propria pelle Domenico Cardone, 20enne di Grottaglie, nel Tarantino, su una sedia a

rotelle da quando ne aveva due per una atrofia spinale. Aveva un regolare biglietto

prenotato e pagato in una agenzia di viaggi il 7 luglio scorso, rilasciato dal Servizio clienti

diversamente abili di Trenitalia, ufficio di Bari. Due giorni dopo, arrivato in stazione a

Taranto ha scoperto che il treno che avrebbe dovuto ospitarlo non era accessibile alla sua

carrozzina

"Sono dovuto tornare a casa - racconta - senza più partire. E senza nemmeno un minimo

di scuse per il disservizio o meglio per il diritto negato alla mobilità". "Alle spalle ho una

lunga esperienza di pedane che si bloccano, di viaggi sui regionali assolutamente non

attrezzati che mi costringono a sostare nello spazio d'accesso dei passeggeri fra un vagone

e l'altro, ma questa le ha superate tutte: il portone era troppo piccolo e la sedia non ci

entrava". Scuse che sono arrivate oggi, dopo la denuncia pubblica del caso. Con la

precisazione che l'episodio è stato provocato da un guasto e che Trenitalia ha cercato

comunque di offrire soluzioni alternative: risalire fino a Bari da Taranto per poi ripartire

verso sud in direzione Lecce, o raggiungere il Salento in taxi. Soluzione che Domenico non

ha accettato.

Più rabbia che umiliazione, o forse tutt'e due. Le difficoltà con cui fa i conti tutti i giorni lo

hanno temprato; più che demoralizzarsi Domenico combatte, anche attraverso la pagina

Facebook che ha creato per denunciare i quotidiani soprusi. Il nome: "La stupidità non è

considerata una disabilità, parcheggia altrove". Guerra aperta, insomma, a chi occupa con

la propria auto gli scivoli per disabili e gli stalli riservati, con tanto di inoppugnabile

documentazione fotografica che non risparmia neanche le vetture delle forze dell'ordine.

Una quotidianità complicata, nella quale il 20enne si districa facendo appello alla pazienza

ma anche alla lucida consapevolezza dei propri diritti. Le vicissitudini legate ai viaggi in

treno sono per lui una intollerabile consuetudine, ma quello che gli è accaduto il 9 luglio

scorso non gli era mai successo prima. Per affrontare un viaggio in treno, una persona

diversamente abile non deve solo fare il biglietto e andare in stazione, la procedura è molto

più complessa. "Tre o quattro giorni prima di partire mi rivolgo alla mia agenzia viaggi, che

a sua volta inoltra richiesta alla 'Sala blù di Bari con il mio codice, per assicurarmi

l'assistenza necessaria. Anche questa volta ho seguito la prassi, pagato il ticket di 7 euro, e

quella mattina mi sono presentato a Taranto in stazione". La sorpresa è arrivata al

momento di partire: "La porta era troppo stretta per la mia sedia a rotelle, non c'è stato

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nulla da fare". Un treno impossibile, prenotato e pagato. Protestare non è servito,

l'assistente di viaggio riservata al 20enne ha tentato di mettersi in contatto con i

responsabili regionali di Trenitalia. "Me li ha passati al telefono - racconta Domenico -

ma dall'altro capo del ricevitore mi è stato risposto che l'azienda si scusava per il disagio:

nessuno era riuscito a mandare un treno adeguato".

L'episodio, particolarmente grave, ha meritato la censura del coordinatore provinciale del

Pd nel capoluogo jonico Luciano Santoro, responsabile dei Trasporti pubblici per conto

del partito che ha deciso di denunciare pubblicamente la vicenda. "Ai servizi carenti erogati

da Trenitalia nella nostra provincia siamo abituati da tempo", sbotta il segretario, "pochi

treni a lunga percorrenza, macchine inadeguate, collegamenti scarsi per tutta la tratta

Jonica-adriatica. Adesso a tutto ciò va aggiunto il caso incredibile di cui è stato vittima un

ragazzo disabile di Grottaglie che aveva avuto l'audace idea di prendere il treno per Lecce

da Taranto", ha chiosato il segretario. Il giovane disabile cui è toccata l'ennesima

disavventura si è adesso rivolto all'avvocato Francesco Piergianni, per rivendicare il

proprio diritto alla mobilità, per mezzo di una formale denuncia all'autorità giudiziaria.

LA PRECISAZIONE DI TRENITALIA

Questa la nota diffusa dall'azeinda:

"In relazione all’episodio accaduto al Sig. Cardone lo scorso 9 luglio, Trenitalia precisa che

a causa di un guasto al treno purtroppo non è stato possibile garantire, per il collegamento

in partenza da Taranto alle 14.22, un convoglio attrezzato per il trasporto di persone

disabili. Per supplire all’inconveniente sono state proposte al Sig. Cardone due soluzioni

alternative per il viaggio. "La prima: arrivare a Bari con il treno REG 12644 e proseguire

per Lecce con il Frecciabianca 9807 dove sarebbe arrivato alle 18.43, proposta che il

viaggiatore ha ritenuto di non poter accettare temendo di arrivare in ritardo ad un

appuntamento. La seconda di viaggiare in taxi da Taranto a Lecce. Il viaggiatore ha

declinato anche questa seconda soluzione dichiarando che avrebbe provveduto in maniera

autonoma."Trenitalia, impegnata ad offrire ai clienti con disabilità servizi efficienti, è

dispiaciuta per quanto accaduto al Sig. Cardone al quale rivolge le più sentite scuse.

(fonte http://bari.repubblica.it)

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LAZIO: CIMINIELLO, CON

OSSERVATORIO PARI OPPORTUNITÀ

IMPORTANTE PASSO IN AVANTI

2 Agosto 2013

Roma - “Con l’approvazione, da parte della Giunta Zingaretti, della delibera che istituisce

l’Osservatorio regionale sulle Pari Opportunità, abbiamo fatto un importante passo in

avanti nella nostra sfida per i diritti e contro ogni forma di discriminazione.”

Ha dichiarato l’assessore alle Pari Opportunità della Regione Lazio, Concettina Ciminiello.

L’Osservatorio pensato come uno strumento in grado di ridefinire lo stesso significato

delle politiche di genere e del sistema di welfare lavorerà in collaborazione con

l’Assessorato alle Pari Opportunità, il consigliere di Parità regionale e la consulta femminile

regionale per le Pari Opportunità.

“Grazie al lavoro, di studio e ricerca, che svolgerà l’Osservatorio – spiega Ciminiello -

avremo presto modo di elaborare e analizzare nuove informazioni, che ci permetteranno di

mettere in campo azioni positive per migliorare le condizioni di vita e ridurre le

disuguaglianze sul nostro territorio: dalla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla

cura parentale, alla parità di trattamento economico tra uomini e donne, alla promozione

dell’imprenditoria femminile, a proposte innovative per promuovere la parità su tutti i

settori della vita”. “Il compito della Regione – conclude Ciminiello - è quello di garantire

l’uguaglianza nelle opportunità, il riconoscimento dei diritti di tutti e promuovere interventi

di prevenzione, emersione e contrasto del fenomeno della violenza di genere, riducendo il

gap, culturale e politico, che ci vede ancora molto distanti dagli atri Paesi Europei”.

(fonte AGENPARL)

Page 13: Rassegna settimanale 2 agosto 2013

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Gay: Mancuso (Equality), rischioso andare

in Russia

Ministero Esteri aggiunga Mosca tra i paesi ad alto rischio

2 Agosto 2013

Dopo l'approvazione della legge che "in pratica vieta qualsiasi tipo di libera espressione

delle organizzazioni lgbt e di manifestazione pubblica da parte delle persone gay del

proprio orientamento sessuale, e' divenuto pericoloso anche per i gay stranieri recarsi in

Russia per turismo o studio". Lo afferma Aurelio Mancuso, presidente Equality Italia.

"L'avversione delle istituzioni russe nei confronti dei gay e' talmente aperta e attiva che

proseguono pestaggi da parte della polizia, retate anche in feste private, licenziamenti, e

diverse forme di discriminazioni in ambito lavorativo e sociale. Il clima insomma e'

pesantissimo, e sono gia' stati segnalati episodi in cui sono stati fermati gay stranieri fermati

e multati, perche' intenti a produrre materiali audiovisivi per documentare cio' che sta

avvenendo", prosegue la nota.

"Sarebbe utile, che al pari di quanto avviene per altri Paesi ritenuti ad alto rischio, il

ministero degli Esteri aggiungesse in questa lista anche la Russia. Intanto per aiutare le

associazioni lgbti russe sopravvivere e proseguire nel loro prezioso lavoro l'Associazione

Radicale Certi Diritti, Agedo, Arcigay, Famiglie Arcobaleno, Equality Italia, ArciLesbica,

Rete Genitori Rainbow, hanno deciso di dare il via a una corsa di solidarieta' nazionale per

raggiungere entro fine agosto la somma di almeno 10mila euro", conclude Mancuso.

(fonte ANSA).

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“Razzismo Stop”: esposto in PRocura su

nuovo caso Kyenge L’annuncio di Aurora D’Agostino, avvocato dell’associazione dopo il post offensivo

condiviso dall’assessore di Montagnana

1 Agosto 2013

PADOVA - «Sul caso Draghi stiamo preparando un fascicolo, anche se ci auguriamo che,

come già accaduto, anche la Procura decida di muoversi autonomamente». Aurora

D'Agostino, avvocato di Razzismo Stop e Giuristi Democratici, ha annunciato che entro

un paio di giorni consegnerà in procura un fascicolo sul caso di Andrea Draghi, l'assessore

leghista del comune di Montagnana (Padova) che nei giorni scorsi ha postato su Facebook

un'immagine del ministro Cécile Kyenge con la scritta «Dino,

dammi un Crodino», in riferimento al gorilla di una nota

pubblicità. L'ipotesi di reato secondo l'avvocato sarebbe

«istigazione all'odio razziale» o altre fattispecie di reato

previste dalla legge Mancino.

(fonte http://mattinopadova.gelocal.it/)

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DRAGHI ORA CHIEDE SCUSA ALLA

KYENGE: «È STATA UNA LEGGEREZZA» L’assessore scrive alla ministra, alla Degani e al sindaco di Montagnana

«Non avevo alcun intento denigratorio, io lotto contro ogni forma di

pregiudizio»

1 Agosto 2013

PADOVA - «Chi mi conosce sa che ho sempre lottato contro qualsiasi forma di violenza,

fisica e verbale, contro ogni pregiudizio, in particolare quello odioso legato all'idea di

“razza”. Mi sento quindi particolarmente rattristato e umiliato di trovarmi nella condizione

di dover chiedere scusa, ma lo faccio senza remore, per un “post” offensivo della dignità

del ministro Cécile Kyenge apparso sul mio profilo Facebook, ma che non corrisponde in

alcun modo al mio pensiero, né politico né ideologico».

Lo dice l’assessore leghista Andrea Draghi (e lo scrive allo stesso ministro, al presidente

della Provincia, Barbara Degani e al sindaco di Montagnana), indagato per diffamazione

aggravata dal pm Sergio Dini e dall’aggiunto Matteo Stuccilli per aver offeso il ministro di

colore Kyenge. «Mai in passato ho espresso opinioni di disprezzo razziale né in pubblico

né in privato e lo dimostra anche questo episodio del tutto casuale e fortuito.

Inavvertitamente ho scaricato sul mio palmare, tra le tante altre cose, anche il “post”

incriminato ma senza alcun intento denigratorio, tanto è vero che non vi è commento

alcuno da parte mia, proprio perché non avevo nulla da commentare o da condividere.

Non cerco scuse a quella che in ogni caso è stata una leggerezza da parte mia, per quel che

ho potuto, ho cercato di rimediare rimuovendo il “post” appena me ne sono accorto, ma

purtroppo non è stato sufficiente. Se chi sbaglia paga, posso dire che lo sto già facendo, e

lo si può comprendere anche solo guardando gli insulti che sto ricevendo in Facebook.

Non voglio aggiungere altro, se non ribadire in primo luogo al ministro, e quindi anche a

tutti gli italiani, il mio più profondo rammarico per l'accaduto che ripeto, del tutto casuale e

non frutto di volontà di ledere alcuno». Draghi, in questi giorni in vacanza, è difeso

dall’avvocato Stefano Fratucello. L’azione del leghista era stata portata alla luce dalla

deputata Pd Giulia Narduolo che ieri ha manifestato solidarietà in aula alla Kyenge. «Per

quello che ho fatto sono stata bersagliata da insulti su Facebook» ribatte la parlamentare

«alcuni irripetibili».

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( http://mattinopadova.gelocal.it)

BLOG RAZZISTA, ASSOCIAZIONE A

DELINQUERE

1 Agosto 2013

Il blog razzista è un'associazione per delinquere. Per la Corte di Cassazione le pene per i

reati associativi, previsti dalla legge 654/1975 in linea con la Convenzione di New York

(modificata dalla legge 205/1993) sono estensibili alle comunità virtuali, dalle chat ai social

network, che incitano all'odio razziale. Messaggi tanto più efficaci proprio perché affidati

alla forza comunicativa delle nuove tecnologie.

La Suprema corte (sentenza 33179, depositata ieri) respinge il ricorso del coordinatore di

un sito internet finalizzato a ingrossare le fila dei sostenitori della superiorità della razza.

L'imputato chiedeva di essere assolto in nome della libertà di pensiero e negava la

giurisdizione del giudice italiano perché il sito-madre era stato costituito negli Stati Uniti e

operava su un server estero. Inoltre rivendicava il diritto ad essere trattato al pari di un

direttore di giornale.

Contestazioni che la Cassazione non ha difficoltà a smontare. Il collegio della III sezione

specifica che il giudice italiano è competente a esprimersi sulla diffamazione aggravata

dall'odio razziale, anche nel caso in cui il sito web sia stato registrato all'estero, purché

l'offesa sia stata percepita dai fruitori che si trovano in Italia.

Nel caso esaminato l'attività del ricorrente e dei suoi supporter aveva diversi scopi: fare

proseliti, istigare a compiere azioni dimostrative nel territorio italiano, raccogliere fondi per

la "causa" e dare giudizi sulle persone o sugli episodi. Uno dei punti forti degli

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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"opinionisti" era quello di bollare come "traditori" e "delinquenti italiani" i sostenitori

dell'uguaglianza e dell'integrazione con gli immigrati. Cade naturalmente anche la pretesa di

avere la tutela costituzionale che garantisce la libera manifestazione del pensiero e di

associazione: entrambe vengono meno quando la libertà viene male usata per istigare alla

discriminazione. Nessuna possibilità per il ricorrente di essere assimilato al direttore di un

giornale: in primo luogo, perché era stata riconosciuta la sua responsabilità come

organizzatore e moderatore del blog incriminato, poi perché la stessa Cassazione ha

chiarito (sentenza 23230/2012) che il blog non rientra nella definizione di «stampato».

Per finire, i requisiti di stabilità e di organizzazione propri di un sito internet, rendono la

comunità virtuale idonea a configurare l'associazione per delinquere. «Il minimum

organizzatorio necessario a integrare l'associazione a delinquere nelle diverse sfaccettature

analizzate dalla giurisprudenza si modula in maniera specifica per le realtà associative

cosiddette "in rete", le quali utilizzano le nuove tecnologie, privilegiando l'uso dei blog,

chat o virtual communities in internet, non potendosi per tali strutture ricercare quella

fisicità di contatti tra i partecipi, tipica dell'associazione a delinquere di tipo, per così dire

classico».

(fonte http://www.ilsole24ore.com)

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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Twitter introduce il bottone anti

abusi, il social network fa sul serio

1 Agosto 2013

Ecco come Twitter combatte l'odio e la violenza dilaganti: un nuovo

bottoncino fa la sua comparsa sul social network

Era ora che Twitter si desse una mossa e iniziasse a contrastare con efficiacia gli attacchi

verbali e le persecuzioni ai danni di chi la pensa in maniera diversa dalla propria; sul social

network finora ne sono successe di ogni, da episodi di discriminazione razziale (basti

pensare alla vicenda che ha coinvolto gli ebrei) a episodi di minacce di morte e di stupro.

Tra questi ultimi rientra il caso di una donna, una giovane blogger britannica, che ha ideato

una campagna per chiedere di mettere l’effige di Jane Austen sulle banconote da dieci

sterline: si chiama Caroline Criado-Perez e, una volta ottenuto un grandissimo successo

con la sua iniziativa a sostegno dell’autrice di Orgolio e pregiudizio, è stata surclassata da

insulti e attacchi di qualsiasi tipo (a tal punto che un ventunenne di Manchester è stato

persino arrestato per molestie verbali).

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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Era ovvio, insomma, che la società avrebbe provveduto, prima o poi, a migliorare la

situazione con uno strumento molto più efficace rispetto a quelli di cui dispone

attualmente: si tratta di un pulsantino che permette di segnalare gli abusi non soltanto dalla

versione desktop ma anche da quella mobile, dove è disponibile, solo per il momento però,

su iPhone; dovrebbe arrivare ben presto, per fortuna, anche su tutte le altre piattaforme.

Per fortuna, non è scappato il morto: speriamo che la prossima volta un social network

così seguito sappia intervenire tempestivamente su casi che, effettivamente, non possono

essere risolti in mesi e mesi.

(fonte http://www.downloadblog.it)

“18 ANNI… IN COMUNE”

ANCHE AD ANDRIA LA CAMPAGNA PROMOSSA DA ANCI,

SAVE THE CHILDREN E RETE G2 SI RIVOLGE AI

NEOMAGGIORENNI FIGLI DI IMMIGRATI

1 Agosto 2013

In un momento come quello attuale nel quale ogni giorno si assiste a gesti e manifestazioni

a sfondo razzista che stanno interessando la Ministra per l’integrazione Cécile Kyenge, a

dimostrazione del fatto che sul versante del pieno riconoscimento dei diritti vi sono ancora

grandi passi da compiere, in tutta Italia tanti cittadini hanno apposto la propria firma per le

due proposte di legge di iniziativa popolare lanciate dal comitato “L’Italia sono anch’io”

che prevedevano nuove norme sulla cittadinanza e norme per la partecipazione politica e

amministrativa e per il diritto di elettorato senza discriminazioni di cittadinanza e di

nazionalità. Anche il Circolo di Sel di Andria, in collaborazione con il “Comitato l’Italia

sono anch’io” cittadino, ha cercato di allinearsi con la mobilitazione nazionale e comunica

che ha incontrato positivamente l’Assessore alle Politiche Giovanili Giuseppe Chieppa che

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ha assunto l’impegno ad implementare tutte le iniziative volte alla realizzazione degli

obiettivi della Campagna “18 anni… in comune”. L’obiettivo è quello di informare

tempestivamente i minori nati sul territorio comunale da genitori stranieri sulle modalità di

acquisizione della cittadinanza italiana al compimento della maggiore età: già nell’attuale

sistema normativo essi possono diventare a tutti gli effetti cittadini italiani e devono

presentare una richiesta al Comune di residenza entro il diciannovesimo anno di età. Un

passo fondamentale per il raggiungimento della pari dignità e tutela della persona contro la

discriminazione razziale.

(fonte http://www.domaniandriese.it)

AL VIA PROGETTO PER L'INCLUSIONE E

L'INTEGRAZIONE DEI BAMBINI ROM Il progetto ha la durata dell'anno scolastico 2013/2014. Le proposte, che

saranno selezionate da un'apposita commissione, dovranno essere

presentate con la documentazione richiesta al protocollo generale del

Comune di Catania, in piazza Duomo, entro le ore 12.00 del 19 Agosto 2013

1 Agosto 2013

"Includere e integrare nel contesto sociale

cittadino i bambini rom, sinti e caminanti con

i loro nuclei familiari e garantire l’accesso a

una istruzione di qualità e ai servizi sanitari,

salvaguardando la valorizzazione delle

caratteristiche di genere, culturali ed etniche".

Questi gli obiettivi che l'Amministrazione

comunale, con l'assessorato all'Armonia

sociale e al Welfare retto da Fiorentino Trojano, si pone nell'ambito di un progetto

nazionale che la vede al Tavolo di coordinamento politico insieme ad altre 11 città

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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riservatarie, in attuazione di precisi impegni che il governo italiano ha assunto in sede

nazionale, europea e internazionale.

Per la realizzazione delle attività del progetto di inclusione e integrazione dei bambini rom,

sinti e caminanti, il Comune, sulla base di un protocollo sottoscritto in passato con

il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si avvarrà di proposte da parte di

organismi del terzo settore, mettendo a disposizione un contributo ministeriale di euro

48.500,00 quale rimborso spese.

Il progetto ha la durata dell'anno scolastico 2013/2014. Le proposte, che saranno

selezionate da un'apposita commissione, dovranno essere presentate con la

documentazione richiesta al protocollo generale del Comune di Catania, in piazza

Duomo, entro le ore 12.00 del 19 Agosto 2013. L'avviso è pubblicato all'albo pretorio e

sul sito istituzionale del Comune.

(fonte http://www.cataniatoday.it)

FRANCIA: LE PEN E SINDACO NIZZA

DENUNCIATI PER FRASI SU ROM

'Urticanti' e da 'domare'. Sos Racisme, provocazione a odio

1 Agosto 2013

PARIGI- Denuncia di Sos Racisme contro Jean-Marie Le Pen, presidente onorario del

Fronte Nazionale (estrema destra), e Christian Estrosi, il sindaco di centrodestra di Nizza,

per le loro parole sui Rom. Entrambi sono stati denunciati, tra l'altro, per ''provocazione

all'odio e alla discriminazione etnica''. Interrogato sull'occupazione illegale di terreni da

parte dei nomadi a Nizza, Estrosi aveva promesso, a inizio luglio, di voler ''domare'' gli

zingari, bollando come ''delinquente'' chi parcheggia i propri caravan in luoghi non

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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autorizzati. E, denunciando un costo per ''i contribuenti francesi'', aveva promesso a tutti i

sindaci di Francia delle ''istruzioni per l'uso'' per combattere i nomadi.

Da parte sua, Le Pen, che il 4 luglio era andato a Nizza per presentare i candidati delle

elezioni municipali del 2014, ha definito invece la presenza dei Rom in citta' ''urticante'' e

''odorante'' e ha predetto che nel 2014 ''50.000 Rom'' arriveranno in citta'.

(fonte ANSA).

IL PIANO ANTIRAZZISMO DEL MINISTRO

KYENGE

Il ministro all'integrazione presenta oggi lo schema del suo Piano contro il

razzismo. E invita la Lega a mettere un freno ai suoi attacchi, chiamando in causa

Maroni

31 Luglio 2013

Caro Maroni, ferma i tuoi. Dopo l’orango, le banane e l’abbandono della sala del Consiglio

comunale di Cantù, il ministro Kyenge chiede un freno ai leghisti. Lo ha fatto oggi nel

presentare lo schema del Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la xenofobia e

l’intolleranza. «La mia disponibilità al dialogo è sempre stata piena e convinta, non

rifuggendo a nessun confronto, anche aspro, ma sempre nel pieno rispetto dell’altro», ha

detto. «Con questo spirito ho accettato volentieri di confrontarmi con il Governatore Zaia

alla festa della Lega Nord dell’Emilia Romagna a Milano Marittima il prossimo 3

Agosto. Ma ritengo che io possa mantenere questo impegno solo se fin da subito, il

Segretario Nazionale della Lega Nord, Roberto Maroni faccia appello ai suoi

militanti, ai suoi dirigenti affinché cessino immediatamente questi continui

attacchi alla mia persona, attacchi che oltre a ferire la sottoscritta, feriscono la coscienza

civile della maggioranza di questo paese».

IL PIANO

Cinque ambiti: lavoro, casa, scuola, mass media e sport, sicurezza. Sono questi gli

assi portanti su cui si svilupperà il Piano Nazionale d’azione contro il razzismo, la

xenofobia e l’intolleranza per il triennio 2013-2015, presentato oggi dal ministro Cècile

Kyenge insieme al viceministro Cecilia Guerra.

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Lo schema è stato predisposto avvalendosi dell'UNAR, secondo un approccio integrato e

multidisciplinare che possa garantire una risposta efficace al crescente fenomeno del

razzismo in Italia. A lavorarci sarà soprattutto il GNL-Gruppo Nazionale di Lavoro, a

cui appartengono 85 associazioni. Il Piano rappresenta il primo esempio nazionale di

una risposta dinamica e coordinata delle istituzioni e della società civile al razzismo.

L’obiettivo è quello di pervenire a una strategia che possa essere di supporto alle politiche

nazionali e locali in materia di prevenzione e contrasto del razzismo, della xenofobia e

dell’intolleranza, con l’obiettivo finale di valorizzare una società multietnica e

multiculturale, aperta e democratica.

CASI IN CRESCITA

Per l’individuazione degli “assi prioritari”, si è tenuto conto non solo dei dati statistici sui

casi di discriminazione rilevati dal Contact center dell’Unar, ma anche dei principali ambiti

di intervento individuati dall’Unione europea per il contrasto e la rimozione delle

discriminazioni.

I casi di discriminazione per motivi razziali sono in aumento: nel corso del 2012

sono stati segnalati in totale all’Unar 1.283 casi di discriminazione pertinenti per le

diverse forme di discriminazione (disabilità, età, etnia/razza, genere, orientamento

sessuale, religione), con un +61% rispetto all’anno precedente. Ciò non vuol dire

solo che il fenomeno della discriminazione in generale è in crescita nel nostro Paese, ma

anche che, grazie alla campagne di sensibilizzazione e comunicazione, si sta sviluppando

anche una maggiore attitudine al reporting e alla denuncia, anche da parte di testimoni, che

ne favorisce la emersione. Nello specifico delle discriminazioni per motivi razziali, l’Unar

ha registrato 659 casi, pari al 51,4% del totale dei casi di discriminazione trattati nell’anno.

Il 40,9% delle segnalazioni sono state effettuate dalle vittime, il 35,7% da parte dei

testimoni.

CHI

L’elemento innovativo offerto dal Piano risiede nella sua multisettorialità, vale a dire

nell’ampliamento del target dei destinatari. Il Piano, infatti, non riguarderà, solo i

cittadini stranieri che vivono in Italia, ma anche i cittadini italiani di origine

straniera, tra i quali le seconde e terze generazioni, con un focus specifico sulle

seconde generazioni che hanno acquisito la cittadinanza italiana dopo i 18 anni. Un

approfondimento, inoltre, sarà dedicato alla discriminazione basata sul colore della pelle. Il

Piano riguarderà, infine, anche le persone appartenenti alle minoranze religiose ed etnico-

linguistiche.

( Fonte: www.vita.it )

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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CRESCE LA DENUNCIA DELLA

DISCRIMINAZIONE RISPETTO AL 2012 SEGNALATO +61% DI CASI 31 Luglio 2013

Uno studio del ministero mostra come siano aumentate le situazioni di discriminazione

razziale e religiosa, ma cresce anche la consapevolezza a non tacere davanti ai soprusi

Crescono le segnalazioni di casi di discriminazione, soprattutto razziale, all'Unar, l'Ufficio

nazionale che si occupa proprio di questo fenomeno. In un anno, dal 2011 al 2012, c'è

stato un incremento del 61%. Da una parte gli episodi sono in crescita, dall'altra cresce la

sensibilità: chi assiste a episodi di intolleranza è meno disposto a tollerare e più propenso a

denunciare.

I dati divulgati sono un anticipo della Relazione al Parlamento dell'Ufficio

antidiscriminazioni razziali, frutto di un piano triennale, nato dalla collaborazione tra il

ministro per l'integrazione Cecile Kyenge e ilviceministro del lavoro e delle politiche

sociali, Cecilia Guerra, e che verrà presentato in Consiglio dei ministri a novembre.

Odio razziale nel mirino - Un focus particolare sarà dedicato "all'odio razziale via

Internet che sta aumentando" ha detto Cecile Kyenge, vittima in prima persona di attacchi

di stampo razzista dentro e fuori dal web (uno degli utlimi quello da parte di un uomo

di Verona che su Facebook ha minacciato di far uso delle armi contro di lei). Ma il

piano riguarderà sia le discriminazioni basate sulla razza che sul colore della pelle,

sull'origine etnica, sulle convinzioni religiose.

Gli indicatori su cui si baserà lo studio saranno: occupazione, alloggio, istruzione, mass

media e sport, sicurezza. L'Unar ha registrato nel 2012 659 casi di discriminazione per

motivi etnico-razziali, pari al 51,4% del totale dei casi trattati nell'anno. Il 40,9% delle

segnalazioni sono state effettuate dalle vittime e il 35,7% da parte di testimoni della

discriminazione. Nel complesso, si è registrata una maggiore propensione alla denuncia sia

da parte delle vittime (+10,9%) che dei testimoni (+14,7%).

A livello regionale, il maggior numero di casi di discriminazione segnalati provengono

dalla Lombardia (19,6%) e dal Lazio (14,4%): ciò dipende dal fatto che in queste due

regioni sono presenti le maggiori città italiane, Milano e Roma, dove vivono numerose

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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comunità di immigrati. Seguono l'Emilia Romagna, il Veneto, la Toscana e

il Piemonte.

Nel complesso, il Nord contribuisce con il 53,6% del totale dei casi segnalati nel 2012; il

Centro per il 27,6% e il Sud per il 14% dei casi. Uomini e donne sono presenti in ugual

misura tra le vittime, che invece tendono a essere più giovani dei testimoni:quasi il 40%

delle persone che hanno denunciato di essere state oggetti di discriminazioni etnico-razziali

ha meno di 35 anni. La nazionalità delle vittime è prevalentemente straniera (63,7%),

mentre i testimoni sono prevalentemente nati in Italia . Gli episodi denunciati si sono

verificati nel 19,6% dei casi nell'ambito dei mass media, il 18,2% ha invece riguardato il

lavoro e il 17% la vita pubblica. Il 30,1% ha riguardato episodi veicolati attraverso Internet.

( Fonte: www.tgcom24.mediaseta.it )

CONTRO I POST DELL'ODIO, DA

TWITTER A KYENGE

Il pulsante per la segnalazione degli abusi anche in ambiente iOS: lo si deve a minacce di violenza ad un

account femminista. Mentre il ministro italiano all'Integrazione Cecile Kyenge pensa a leggi speciali per il

web

31 Luglio 2013

Roma - Il caso è deflagrato dopo una serie di minacciosi cinguettii indirizzati all'attivista

femminista Caroline Criado-Perez, giornalista freelance e co-fondatrice di alcuni

movimentiper il potenziamento delle quote rosa nei media. Micropost inquietanti veicolati

dal tecnofringuello, dove Criado-Perez è stata minacciata di stupro e violenza a causa

di una sua campagna per l'inserimento della figura di Jane Austen sulla banconota da 10

sterline rilasciata dalla banca centrale di Londra.

"Abbiamo fatto cambiare idea alla Banca d'Inghilterra, possiamo farlo con Twitter", ha

cinguettato Criado-Perez dopo i messaggi violenti. Sulla piattaforma Change.org, una

petizione online ha raccolto oltre 70mila firme per chiedere ai responsabili britannici di

Twitter una significativa modifica delle policy in materia di segnalazione degli abusi,

attualmente contenute nel paragrafo Twitter Rules nel centro assistenza del social network

in 140 caratteri.

Dopo la proliferazione in Francia di micropost anti-semiti, il sito statunitense è tornato nel

mirino dell'opinione pubblica per i suoi strumenti di sicurezza digitale, che ad oggi

prevedono la compilazione di un modulo online per la segnalazione dei micropost violenti

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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o votati all'odio religioso piuttosto che razziale. General manager di Twitter UK, Tony

Wang haribadito che la questione sicurezza è presa molto seriamente dai responsabili della

piattaforma di microblogging. A parte la sospensione degli account in violazione delle

policy, la petizione di Change.org - così come la stessa Criado-Perez - ha chiesto

l'introduzione di strumenti più immediati e rapidi per denunciare i molestatori digitali. Del

Harvey, senior director alla divisione Trust & Safety del social network, ha

perciò annunciato che lo specifico pulsante di segnalazione disponibile su iPhone verrà

presto introdotto anche per altri ecosistemi operativi mobile oltre che sulla versione

web-based del sito.

Mentre continuano in Italia gli insulti razzisti al ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge -

un 61enne veronese è stato denunciato dalla Digos della Questura di Verona per alcune

minacce sul suo profilo Facebook - torna in voga l'ipotesi di inasprimento delle leggi

(Mancino) per evitare la proliferazione incontrollata di messaggi violenti o votati all'odio.

Lo stesso ministro Kyenge è pronto a spiegare il suo piano anti-razzismo che segnerà una

cesura culturale in Italia: "bisogna recuperare vent'anni di ritardo, in cui il dibattito politico

ha ignorato diritti e doveri dei migranti, impedendone l'integrazione", ha spiegato Kyenge.

Se il cittadino veronese è stato individuato e perquisito, non si sente certo il bisogno di

nuove direttive legislative contro l'espressione digitale, specie se le singole piattaforme

adotteranno strumenti più rapidi ed efficaci per la segnalazione e la sospensione degli

account.

( Fonte: www.punto-informatico.it )

VERONA: ANCORA MINACCE SU

FACEBOOK CONTRO LA KYENGE

31 Luglio 2013

Rintracciato un giovane di 19 anni che lo scorso sabato aveva

commentato sul social network: ''A Cervia le banane, a Verona le

bombe a mano''

Verona - I servizi preventivi che sta svolgendo la Digos scaligera in occasione dell'arrivo a

Verona del ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge non si sono fermati con il

deferimento all'Autorita' Giudiziaria di un veronese di oltre sessanta anni, che era stato

immediatamente individuato e perquisito per aver prima ''postato'' su Fb una foto di una

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stanza piena di armi dicendosi pronto ''a festeggiare l'arrivo della ministra negra''

accompagnando il messaggio con la scritta ''le banane, la prossima volta... infiliamogliele...''

Nella giornata di ieri la Digos ha rintracciato un giovane di 19 anni, residente in provincia

di Verona, privo di precedenti penali, frequentatore della curva sud dell'Hellas Verona ma

mai evidenziatosi prima nel corso di manifestazioni politiche o per militare in particolare

frange estremistiche. Il ragazzo, sempre nel noto social network, nel commentare un

documento di critica alle politiche di integrazione promosse dalla cMinistra, lo scorso

sabato aveva cosi' commentato: ''A Cervia le banane, a Verona le bombe a mano''.

La Digos veronese ha perquisito l'abitazione del ragazzo rinvenendo non armi ma

l'apparecchio informatico da lui adoperato per minacciare dal web la ministra Kyenge,

come per altro confessato dallo stesso diciannovenne il quale e' stato percio' denunciato in

stato di liberta' per minaccia aggravata ad un Corpo Politico dello Stato. In continuo

accordo con la Procura della Repubblica, proseguono senza sosta le attivita' volte a

reprimere simili odiosi reati, anche per le finalita' preventive disposte per la tutela

dell'ordine pubblico.

(fonte www.stranieriinitalia.it)

AVELLINO, IL QUOTIDIANO ON LINE

IL CIRIACO FA CHIUDERE PAGINA FB

RAZZISTA: PUTIFERIO SUL WEB

Dopo gli insulti alle vittime della strage sull'A 16 proseguono le ingiurie on line di

Average Italian Guy

31 Luglio 2013

Al peggio non c’è mai fine. E dopo le note vicissitudini del ministro Kyenge, alle prese con

attacchi razzisti di bassissima Lega, mai avremmo immaginato che persino le vittime della

strage sull’A 16 potessero essere oggetto di penose battute. Puntualmente smascherate dal

quotidiano on line di Avellino "Il Ciriaco", in un crescendo di colpi di scena on line che

nella giornata del lutto e del dolore per le vittime ha tinto tristemente di grottesco una

tragedia che merita solo rispetto, E silenzio.

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Tra le frasi dello sciacallaggio razzista deprecate dal Ciriaco: «Precipita pullman vicino

Avellino, 40 morti tra cui nessun italiano», o: «Siete andati in pellegrinaggio da padre Pio?

Ora vi premio con un bel volo dal viadotto». A scriverle, compiacendosi con una

stupefacente media di oltre 600 "mi piace" a provocazione, una pagina Facebook la cui

trivialità (condivisa purtroppo da oltre 60mila contatti) è sintetizzata sin dal titolo:

«Average Italian Guy».

Anglicismo che vorrebbe adombrare il tipo italiano medio e invece attizza solo i più biechi

istinti italioti, con tanto di foto di copertina del bimbo Giosué (protagonista del film di

Benigni «La vita è bella») davanti alla scritta fascista e antisemita «Vietato l’ingresso ai cani

e agli ebrei».

Non solo. "Il Ciriaco", ieri, non ha semplicemente stanato per primo le ingiurie

antimeridionali a danno dei poveri morti del viadotto di Monteforte, stigmatizzando «la

stupidità allo stato puro» che troppo spesso alligna sul social network. Ma è riuscito, in un

crescendo di indignazione sul web, a far cancellare la pagina incriminata. Purtroppo, non è

finita qui. Per tutta risposta, l’amministratore recidivo ne ha infatti create altre, sempre con

l'omino (rigorosamente nero) con nuovi insulti stavolta all’indirizzo del Ciriaco, dal titolo:

«AIG bannata dai napoletani moralisti del Ciriaco», e giù volgarità a profusione. Con il

compiacimento dell'anonimo amministratore dell'AIG il quale, in una sedicente intervista

sul web, ha dichiarato che i suoi fan "risultano divertenti quando abboccano ad una

provocazione, per questo adoro i napoletani adirati".

Come quelli, si suppone, che hanno sostenuto la condanna del Ciriaco, che ha non a caso

incassato la solidarietà di molti. Napoletani, irpini e non. Ma non è la provenienza

geografica a contare in questa triste storia, quanto il clima davvero povero di spirito che

continua ad affliggere l'Italia intera.

E forse, occorrerebbe davvero un freno maggiore a certo sedicente «black humour» on

line: che di divertente non ha proprio nulla, mentre di nero ha un abisso.

( Fonte: www.ilmattino.it )

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Camera: insulti omofobi dalla Lega, Sel lascia l’Aula

Il deputato Buonanno: "Siete sodomia ecologia libertà". I parlamentari

vendoliani escono per protesta

31 Luglio 2013

Sodomia ecologia libertà atto secondo. A meno di un mese di distanza, il deputato leghista

Gianclua Buonanno torna a ironizzare sull’acronimo di Sel e la sua difesa degli omosessuali

e per tutti risposta i parlamentari vendoliani lasciano l’Aula di Montecitorio, dove è in

discussione la conversione del dl ecobonus. Già in mattinata l’esponente del Carroccio

aveva attaccato i deputati di Sel per il voto contrario ad alcuni emendamenti della Lega:

“Ma andate a Pechino a prendere lezione”, “Non difendete più i deboli, l'unico comunista

qui sono io”, le sue parole. Così, quando nel pomeriggio Buonanno, come già lo scorso 3

luglio, nell’ennesimo intervento è tornato a definire il partito del governatore pugliese

“Sodomia ecologia libertà”, i parlamentari di Sel decidono di uscire. Tutti si ritrovano in

Transatlantico in uno dei due maxischermi che trasmette la diretta per seguire la

prosecuzione dei lavori. “Ma se qualcuno li chiamasse ‘Sega nord’, loro come si

sentirebbero?”, la domanda retorica rivolta da un deputato al capannello di colleghi.

“Chiediamo alla presidenza di garantire il nostro diritto a stare in Aula, non è possibile

subire continuamente ingiurie”, interviene la deputata Titti Di Salvo, l’unica a non essere

uscita. Per la conduzione dei lavori nel mirino di Sel finisce anche il vicepresidente Luigi

Di Maio, “reo” di non aver subito sospeso i lavori. La richiesta, avanzata solo in un

secondo momento dal socialista Marco Di Lello, viene accolta dalla presidenza, dando così

modo ai deputati di Sel di rientrare alla fine della “pausa”, soddisfatti del riconoscimento

del loro “atto politico”.

( Fonte: www.ilvelino.it )

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SARDEGNA, LO SPORT PRENDE A “PALLONATE”

L’OMOFOBIA: VIDEO VIRALI SU YOUTUBE

31 Luglio 2013

Il Movimento omosessuale sardo di Sassari ha lanciato una campagna online coinvolgendo

diverse squadre professionistiche anche del calcio, "notoriamente a forte prevalenza

machista". Il presidente Mele: "La condanna sociale e la solidarietà attiva delegittimano più

di una multa o di una sospensione”

Pallonate – simboliche – contro gli omofobi. Pallonate che provengono anche da un

campo di calcio, che rappresenta un mondo solitamente poco incline alle manifestazioni di

solidarietà nei confronti della comunità gay, lesbica, bisessuale e transgender. È quello che

capita nei tre nuovi video realizzati dal Movimento omosessuale sardo di Sassari, una

delle principali associazioni gay della Sardegna. “Fai squadra contro l’omofobia” è il nome

della campagna, che vede, per la prima volta in Italia, la partecipazione di alcune squadre

professionistiche in una campagna per la sensibilizzazione dei giovani e giovanissimi. Così,

la Dinamo Basket, la Torres Calcio 1903 e l’HC Città dei candelieri (pallamano

femminile) si sono prestate volentieri alla realizzazione dei video, che stanno diventando

virali su YouTube e che verranno mostrate agli alunni delle scuole sarde, ma non solo, dal

Gruppo Scuola del Mos.

Massimo Mele, ex presidente dell’associazione e ora responsabile del gruppo, spiega al

fattoquotidiano.it: “L’idea di coinvolgere il mondo dello sport nasce, oltre che dalla ricerca

di testimonial con un forte ascendente sulla popolazione ed in particolare sulle fasce più

giovani, dalla constatazione di come lo sport sia lo specchio fedele di una società in cui

sempre più spesso la violenza diventa la valvola di sfogo della disperazione e delle

frustrazioni individuali e collettive, con derive razziste, omofobe e sessiste sempre più

marcate”. Lo sport, insomma, come vetrina e anche come “luogo” in cui sperimentare

nuove forme di convivenza.

La trama del video è proprio tutta incentrata sull’agonismo, sulla lealtà in campo e sui

valori delle discipline sportive. Una coppia gay cammina mano nella mano per le vie del

centro storico di Sassari e viene presa di mira da un gruppo di ragazzi che, quando i due si

fermano per darsi un bacio, li aggrediscono e li costringono alla fuga. Parallelamente

procedono gli allenamenti delle tre principali squadre sportive cittadine. Quando la coppia

si trova spalle al muro e sembra avere la peggio, ecco che i palloni lanciati dagli atleti

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 29/7 – 2/08/2013

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durante l’allenamento irrompono sulla scena e mettono in fuga gli omofobi. La chiusa è

degli stessi atleti, nelle tre diverse versioni dello spot, che invitano a uscire dall’indifferenza

e a combattere l’omofobia. La campagna coinvolge pure il calcio, “sport notoriamente a

forte prevalenza machista”, aggiunge Mele. Resta da capire, ora, se l’esempio che arriva da

Sassari possa essere preso come modello da altre squadre calcistiche nel resto del territorio

nazionale.

“Lo spot che abbiamo voluto realizzare non è incentrato sui bulli e sulla motivazione della

loro omofobia, ideologica o patologica che sia. Ma neanche propone una sorta di rilettura

positiva dell’omosessualità così come in tante campagne istituzionali, poiché non pensiamo

sia necessario sottolineare ancora la naturalità dell’orientamento sessuale”, continua. “Il

significato dello spot è racchiuso nello slogan ‘Fai squadra contro l’omofobia’, che,

utilizzando una terminologia di derivazione sportiva, indica come solo facendo fronte

comune e abbandonando quell’atteggiamento di indifferenza, spesso complice dell’odio e

della violenza, si può pensare di isolare i bulli e i violenti e combattere realmente tutte le

forme di discriminazione. La condanna sociale e la solidarietà attiva possono isolare e

delegittimare omofobi e razzisti molto più di una multa o di una sospensione”. Le società

che, nel complesso, hanno aderito al progetto sono la Dinamo Basket Banco di Sardegna

(basket maschile), la H.C. Città dei candelieri (pallamano femminile), la Jchnusa Pallamano

Sassari (pallamano maschile), la Basket S.Orsola (basket femminile), la S.E.F. Torres 1903

(calcio maschile) e la A.S.D. Torres (calcio femminile).

( Fonte: www.ilfattoquotidiano.it )

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STORIA DI ANDREA, “LA TRANS DI TERMINI” MASSACRATA ALLA STAZIONE – VIDEO

La mattina del 29 luglio il suo corpo pieno di lividi e ferite è stato trovato

abbandonato al binario 10. Andrea aveva solo 28 anni. Sei giorni prima di morire ci

aveva raccontato le sue paure e le sue speranze. Nonostante tutto

31 Luglio 2013

Chissà a cosa pensava Andrea ogni notte prima di addormentarsi sopra il suo cartone

davanti alla stazione Termini di Roma. Forse pensava alla famiglia in Colombia, a sua

madre e a suo padre lasciati quattro anni fa per trovare fortuna in Italia. Forse avrebbe

voluto chiamarli, dirgli che la vita non era esattamente come aveva sognato da bambino,

quando era ancora un maschio, raccontargli delle botte prese, del braccio rimasto

paralizzato, della gamba che si muove a fatica. O forse semplicemente sprofondava subito

nel sonno. Era troppo stanca e delusa per pensare.

Certo, non immaginava di morire da sola, ammazzata a bastonate e forse a coltellate nella

stazione che era diventata la sua casa. Andrea aveva solo 28 anni. La mattina del 29 luglio il

suo corpo pieno di lividi e ferite è stato trovato abbandonato al binario 10.

Tra i viaggiatori che ogni giorno correvano a prendere il treno alla stazione pochi facevano

caso a lei. Per tutti era la trans di Termini, quella che passava le sue giornate lungo i binari

o davanti all’ingresso della stazione a raccogliere le cicche nei portacenere per racimolare

un po’ di tabacco. Un’altra disperata senza nome e senza storia che andava a riempire le

file del popolo dei senzatetto della stazione.

Non parlava con chiunque Andrea, non dava confidenza facilmente. La maggior parte del

tempo se ne stava seduta a fissare il vuoto. Oppure si trascinava, un passo alla volta, stando

attenta a non perdere l’equilibrio, verso la pensilina dell’autobus 714 che l’avrebbe portata

alla mensa della Caritas di Colle Oppio a consumare il primo pasto della giornata.

Quando capiva di potersi fidare, però, cambiava espressione, il suo volto bruciato dal sole

che dimostrava più anni di quelli che aveva, si illuminava. Così, sei giorni prima di morire

ci ha raccontato la sua storia: “La mia casa è Termini, dormo qui da quattro anni. La notte

ho paura che qualcuno mi metta le mani addosso”, ci aveva confidato. Andrea era stata

aggredita più volte, le avevano rubato il cellulare e il passaporto. “A Ostia un ragazzo mi ha

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picchiata. Sono stata sette mesi in coma”. Sul suo corpo era rimasto indelebile il ricordo di

tutte le botte e i soprusi subiti.

Avrebbe voluto trovare un lavoro ma sapeva che senza documenti, con un braccio

paralizzato e una gamba fuori uso, nessuno l’avrebbe mai assunta. Forse è stata proprio la

disperazione a spingerla in qualche giro poco raccomandabile di droga o di prostituzione,

come ipotizza la polizia. Forse ha chiesto aiuto alle persone sbagliate.

Mentre sorrideva davanti alla telecamera e domandava ridendo se in video veniva bene,

Andrea non pensava alla morte. Non pensava di morire pochi giorni dopo con addosso la

sua gonna rosa e le sue scarpe da ginnastica. Lei pensava al futuro perché nonostante tutto

non aveva perso la speranza. “Vorrei incontrare un ragazzo con tanti soldi che mi faccia

lasciare la strada perché è troppa brutta”, ci aveva detto. A ricordare il suo sorriso triste, la

sua storia, la sua vita, oggi ci sono solo due o tre senzatetto della stazione, i suoi compagni

di viaggio e nessun altro. (Gabriella Lanza)

GUARDA IL VIDEO

http://www.redattoresociale.it/Multimedia/Video/Dettaglio/442855/Storia-di-Andrea-la-

trans-di-Termini-massacrata-alla-stazione

(fonte www.redattoresociale.it)

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Razzismo: Kyenge, a novembre il piano

nazionale in Consiglio ministri 30 Luglio 2013

(ASCA) - Roma, 30 lug - Il piano nazionale d'azione

contro il razzismo, la xenofobia e l'intolleranza

dovrebbe arrivare entro novembre in Consiglio dei

ministri''. Lo ha detto il ministro dell'Integrazione

Cecile Kyenge che, insieme al viceministro del

Lavoro Cecilia Guerra, ha presentato la bozza di

piano in una conferenza stampa. ''Il piano che

stiamo elaborando - ha aggiunto Kyenge - dovra'

arrivare in Cdm proprio per l'urgenza dei problemi

che affronta, visti gli atti e la violenza con cui

avvengono. Credo - ha continuato - che sia il momento di applicare gli strumenti legislativi

che abbiamo: prima di fare nuove leggi, iniziamo ad applicare quelle che abbiamo''. In

secondo luogo, secondo Kyenge, ''va affrontato il problema del razzismo via internet e

bisogna agire sulla comunicazione e sui giovani: abbiamo il dovere di far crescere i nostri

figli con una cultura diversa'', ha concluso il ministro.

Kyenge, appello a Maroni: ‘Stop ad attacchi razzisti da parte dei leghisti ‘

30 Luglio 2013

La pazienza ha sempre il suo limite e così dal ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge,

è arrivato un ultimatum diretto a Roberto Maroni e in generale ai leghisti, colpevoli di

continui attacchi razzisti. “Se Maroni non fermerà gli attacchi dei militanti della Leganon

parteciperò alla conferenza prevista in occasione della Festa della Lega a Milano Marittima ad

agosto“.

L’avvertimento arriva dopo le sceneggiate e gli insulti messi in campo ieri da due

consiglieri della Lega Nord, Alessandro Brianza e Edgardo Arosio, e l’ex

leghista Giorgio Masocco, che alla presenza della Kyenge sono usciti per protesta

dall’aula del Consiglio comunale di Cantù, dove il ministro era stato invitato.

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La ministra ha dunque ricordato oggi, in occasione della presentazione del Piano nazionale

d’azione contro il razzismo, che “pur avendo idee diverse” esiste il “confronto sulle idee” e non

l’insulto. Quindi ha giudicato “intollerabili” gli episodi che si verificano da parte dei leghisti.

Dunque la ministra, che sottolinea la sua disponibilità al dialogo “sempre piena e convinta”

e ”sempre nel pieno rispetto dell’altro” ribadisce e mette in chiaro il suo sdegno. Poi prosegue

confermando che manterrà l’impegno preso per il prossimo 3 agosto a Milano Marittima

“solo se fin da subito il segretario nazionale della Lega Nord, Roberto Maroni, faccia appello ai suoi

militanti, ai suoi dirigenti affinché cessino immediatamente questi continui attacchi alla mia persona,

attacchi che oltre a ferire la sottoscritta, feriscono la coscienza civile della maggioranza di questo Paese“.

( Fonte: www.theblazonedpress.it )

SVASTICHE E INGIURIE SU CARTELLI ANTI-RAZZISMO NEL CREMONESE

30 Luglio 2013

Svastiche e pesanti ingiurie contro gli stranieri sono apparse sui cartelli anti-razzismo

collocati dal Comune di Pessina Cremonese in paese. Il raid e’ stato messo a segno nella

frazione di Stilo de’ Mariani ed e’ stato segnalato ai carabinieri

Cremona, 29 luglio 2013 - Svastiche e pesanti ingiurie contro gli stranieri sono apparse

sui cartelli anti-razzismo collocati dal Comune di Pessina Cremonese in paese. Il raid e’

stato messo a segno nella frazione di Stilo de’ Mariani ed e’ stato segnalato ai

carabinieri.

Gli autori, che per il momento rimangono ignoti, hanno imbrattato con le bombolette

spray i due cartelli che campeggiano agli ingressi dell’abitato, messaggi con cui il Comune si

dichiara "libero dai pregiudizi razziali" e ricorda a tutti di essere stato insignito della

menzione speciale del "Premio della pace 2010" dalla Regione Lombardia, un

riconoscimento legato alla decisione di accogliere il tempio sikh piu’ grande d’Europa.

Il gesto e’ stato condannato duramente dal sindaco Dalido Malaggi che ha espresso

sdegno parlando di "episodio grave", anche se insieme alla sua giunta ha deciso di non

sostituire i cartelli, "per lasciare che ognuno faccia le proprie riflessioni".

( Fonte: www.ilgiorno.it )

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Kyenge parla in Comune Cantù, leghisti

escono

30 Luglio 2013

Insulti e minacce a uso armi contro il ministro su FB, denunciato un veronese di 61 anni

CANTU' (COMO) - Nuova polemica leghista con il ministro dell'Integrazione Cecile

Kyenge,ospite di una seduta del Consiglio comunale di Cantù su invito del sindaco Claudio

Bizzozero. Prima che il ministro fosse accolto nell'aula, i due consiglieri della Lega Nord

Alessandro Brianza e Edgardo Arosio, con l'ex leghista Giorgio Masocco, sono usciti per

protesta. Ai giornalisti i consiglieri hanno spiegato di non aver ottenuto il diritto di replica

a quello che avrebbe detto Kyenge. Questa sera il ministro Kyenge avrà il primo confronto

pubblico con un dirigente della Lega Nord sul tema dell'immigrazione. Dopo il suo

discorso al Consiglio comunale di Cantù, è infatti attesa dall'altra parte del paese brianzolo

per un intervento alla festa lombarda del Pd, dove in serata avrà appunto un dibattito in

pubblico con il sindaco di Varese, Attilio Fontana.

''Neanche un secondo'': così il ministro dell'Integrazione Kyenge ha risposto ai giornalisti

che, durante una sua visita al Comune di Cantù, le hanno chiesto se abbia mai pensato di

lasciare il suo incarico per i numerosi insulti e provocazioni.

''La libertà è sacra'': così il ministro Cecile Kyenge ha commentato l'uscita dei consiglieri

leghisti durante il suo discorso al Consiglio comunale di Cantù, rispondendo ai giornalisti

prima del dibattito col leghista Attilio Fontana alla festa del Pd lombardo.

Un 61enne veronese e' stato denunciato dalla Digos della Questura scaligera perché sul suo

profilo di Facebook ha insultato e minacciato di far uso delle armi contro il ministro Cecile

Kyenge che parteciperà il 4 agosto all'inaugurazione di "African Summer School".

La casa è stata perquisita e non sono state trovate armi. In vista dell'arrivo del ministro, la

polizia sta svolgendo servizi di prevenzione, nel corso dei quali e' stata fatta una

perquisizione nell'abitazione di D.S., 61 anni. Sul proprio profilo di Facebook, l'uomo,

secondo quanto riscontrato dalla Digos, il 26 luglio aveva "postato" un messaggio in cui

dichiarava di essere pronti ad accogliere la "ministra negra" con delle armi. Stamani,

inoltre, sempre sullo stesso account del social network, "condividendo" una foto

raffigurante la ministra seguita dalla frase "Kyenge? No grazie!", era stato inserito un

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ulteriore messaggio offensivo e minaccioso. Gli accertamenti dalla Digos hanno così

permesso di individuare nel 61enne colui chi aveva lanciato in rete le minacce. Pertanto la

polizia, coordinata dalla locale Procura della Repubblica scaligera, ha rintracciato sul luogo

di lavoro l'indagato perquisendolo. Gli è stato inoltre trovato addosso l'Iphone utilizzato

per scrivere sul web le minacce contro la parlamentare. L'uomo, alla presenza del suo

legale, ha giustificato il proprio gesto collegandolo ad un recente furto nella sua abitazione

che avrebbe detto essere stato compiuto da cittadini extracomunitari. Avendo ammesso le

proprie colpe e non avendo trovato armi nella sua abitazione, l'uomo è stato denunciato

per diffamazione e minacce pluriaggravate, anche dalla discriminazione razziale.

(fonte ANSA) -

Kyenge a Cantù, ancora insulti e

razzismo. “Lancio banane? Meglio che

noci cocco”

30 Luglio 2013

Il ministro era stato invitato dal sindaco della città brianzola. Due esponenti del Carroccio

e un ex se ne vanno "per protesta". A Verona denunciato a piede libero un sessantunenne

che su Facebook aveva scritto di voler "accogliere con le armi la ministra negra"

Non si fermano in Veneto gli attacchi della Lega al ministro per l’integrazione Cecile

Kyenge. Dopo le esternazioni dell’assessore veneto Daniele Stival, criticato dal presidente

Luca Zaia, e della consigliera di quartiere padovana Dolores Valandro, condannata per le

sue frasi choc a un anno e un mese con la sospensione della pena, tocca ora all’assessore

alla sicurezza di Montagnana e consigliere provinciale, Andrea Draghi. Lo denuncia una

deputata del Pd, Giulia Narduolo, diffondendo la foto del post di qualche giorno fa sulla

pagina Facebook, in cui l’esponente del Carroccio paragona l’esponente del governo ad un

gorilla, copiando lo slogan di una pubblicità televisiva (“Dino dammi un crodino”).

Offese che si aggiungono alla denuncia per diffamazione da parte della Digos di Verona di

un uomo di 61 anni che sul medesimo social network ha insultato la “ministra negra”,

domenica nel veronese, aggiungendo la minaccia di far uso delle armi contro di lei. Agli

investigatori si è giustificato dicendo di essersi sfogato scompostamente per un furto

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subito nella sua abitazione ad opera di extracomunitari. L’assessore Draghi per ora tace. Il

suo cellulare risulta staccato: “E’ all’estero” spiega laconicamente il sindaco e collega di

partito, Loredana Borghesan, a cui è stato chiesto di ritirare le deleghe. “E’ partito ieri –

aggiunge – . Appena riuscirò a sentirlo chiarirò la questione con lui”. A prendere

immediatamente le distanze da Draghi e il governatore Zaia. “Un atto che, se confermato

– taglia corto -, è da condannare senza se e senza nella maniera più assoluta.

Questo signore si scusi e tolga la foto dal suo profilo. Il partito prenda immediatamente le

distanze e i provvedimenti del caso”. Dello stesso avviso il segretario padovano del

Carroccio, Roberto Marcato. “Sono davvero stanco di questi leghisti da Facebook che

stanno vanificando il lavoro che sta facendo il nostro segretario Roberto Maroni e le

nostre battaglie. La condanna – sentenzia – è senza attenuanti”.

“Sono insulti razzisti inaccettabili, espressioni di inciviltà lontani anni luce dallo spirito di

accoglienza della nostra regione – bolla la questione il deputato Udc Antonio De Poli -.

Queste affermazioni lasciano esterrefatti. La Lega continua a danneggiare l’immagine del

Veneto”.

( Fonte: www.ilfattoquotidiano.it )

Condannato il Miur per scarsa

assistenza agli alunni con disabilità

30 Luglio 2013

Il tribunale di Milano ha condannato il ministero dell'Istruzione per discriminazione ai

danni di studenti con disabilità. La motivazione: "Ha previsto una dotazione di insegnanti

di sostegno inferiore a quella necessaria". E' quanto fanno sapere da Ledha, la Lega per i

diritti delle persone con disabilità, in un comunicato nel quale parla di "vittoria per le

famiglie di 16 ragazzi con disabilbilità che nel corso dell'anno scolastico 2012-2013 si erano

visti assegnare un numero di ore di sostegno inferiore alle loro esigenze". La condanna è

stata stabilita da giudice della prima sezione civile del tribunale di Milano". Soddisfatto il

presidente di Ledha, Franco Bomprezzi, "per il contenuto di questa sentenza che si

inserisce splendidamente nel filone giurisprudenziale del rispetto del principio di non

discriminazione".

Oggetto del ricorso (presentato da Ledha e da 16 famiglie) i provvedimenti adottati dal

Miur tra l'aprile 2010 e il luglio 2012 con cui si è determinata una riduzione del numero di

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insegnanti di sostegno a fronte di un incremento del numero di studenti con disabilità.

"Leggendo le motivazioni addotte a difesa, da parte delle istituzioni scolastiche e del

ministero non posso non rilevare con preoccupazione il continuo riferimento alla necessità

di contenere i costi e la convinzione di poter agire in un quadro normativo di grande

discrezionalità - rimarca Bomprezzi - Ecco perché ancora una volta si deve chiedere alla

magistratura di intervenire per ristabilire la qualità del diritto all'inclusione scolastica".

L'auspicio di Ledha è che simili episodi discriminatori non si ripetano più nel prossimo

anno scolastico.

"Il giudice, per evitare possibili ripetizioni delle condotte discriminatorie accertate, ha

ordinato che per il prossimo anno scolastico l'amministrazione fornisca tutte le ore che

verranno indicate nel Piano educativo individualizzato per gli alunni che hanno promosso

l'azione", aggiunge l'avvocato Livio Neri.

È quello che nel diritto antidiscriminatorio viene chiamato piano di rimozione: "Ovvero

una misura per evitare nel futuro il reiterarsi della discriminazione accertata".

( Fonte: www.aetnanet.org )

Sassari, aggressione omofoba. Caccia al "branco" di teenager

30 Luglio 2013

E' caccia al "branco" di giovanissimi che a Sassari è stato protagonista di un'aggressione in stile "Arancia

Meccanica" a sfondo razzista e omofobo.

In pieno centro storico, nella notte tra sabato e domenica, due sassaresi di 34 anni sono

stati colpiti con calci e pugni, mentre gli aggressori urlavano frasi contro gli omosessuali ed

i neri.

Un grave episodio che è stato subito stigmatizzato dal sindaco di Sassari, Gianfranco

Ganau. "Un vile atto discriminatorio che deve essere condannato con forza da tutta la

comunità cittadina. Sassari non è mai stata una città intollerante, né irrispettosa nei

confronti del prossimo - ha detto Ganau - ecco perché è necessario condannare ed isolare

chi compie atti di questo tipo".

Il ferito più grave è ancora ricoverato in ospedale con un trauma cranico e facciale, l'altro

ha avuto 15 giorni di cure e ieri mattina, appena uscito dall'ospedale, si è presentato dalle

forze dell'ordine per presentare la denuncia.

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L'aggressione sabato notte, intorno alle 3,30. I due trentaquattrenni, dopo una festa

trascorsa a casa di amici, si sono diretti verso piazza d'Italia per una passeggiata prima di

fare rientro a casa. Al loro passaggio, un gruppo di giovanissimi ha cominciato a urlare

insulti. In piazza Tola, i due amici si sono seduti su una panchina per fumare una sigaretta

e continuare a chiacchierare. Poco dopo è scattata la follia del "branco". Prima una

cinghiata in faccia, poi calci e pugni mentre era a terra, stordito e in un lago di sangue. Non

si è neppure reso conto di quello che accadeva all'amico, colpito più volte con calci e

pugni. Gli aggressori si sono fermati e sono scappati via solo quando da uno dei bar che si

affacciano su piazza Tola sono uscite due persone richiamate dalle urla disperate delle

vittime. E' scattato l'allarme, subito sono arrivate le ambulanze del 118 e le forze

dell'ordine. La speranza degli investigatori è che un aiuto per risalire ai responsabili possa

giungere dalle telecamere di videosorveglianza recentemente installate dal Comune.

( Fonte: www.unionesarda.it )

A Favignana la Summer school su “Migranti, Diritti umani e Democrazia”

30 Luglio 2013

Si terrà a Favignana, dal 9 al 14 settembre, la 7ª edizione della scuola estiva di studi

avanzati “Racism, Xenophobia, Social Exclusion”, promossa dall’Università degli Studi di

Palermo.

Il Corso ha la durata di una settimana full-time. Possono partecipare i candidati in possesso

almeno di una laurea triennale. Sono altresì ammessi coloro i quali siano in possesso di

titolo di studio, anche conseguito presso università straniere, ritenuto equipollente.

Bisognerà iscriversi entro il 2 settembre. La Summer school, giunta alla settima edizione,

intende fornire ai propri iscritti, avanzate conoscenze specialistiche di carattere

metodologico, culturale e professionale, di teoria generale e di applicazione concreta delle

problematiche inerenti l’ambito tematico relativo al razzismo, xenofobia, esclusione

sociale.

Il corso propone, oltre alle attività d’aula, laboratori tematici in cui esporre lavori di ricerca

o casi-studio. Il programma della Summer School sarà volto all’approfondimento dei

seguenti topics: Razzismo, xenofobia e contesti di vita; Donne immigrate, violenza e

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prostituzione; Esclusione/inclusione sociale; Mercato del lavoro e schiavitù; I servizi e

l’abitare.

Info: [email protected] +39 091/23897004 – Elisabetta Di Giovanni, Ricercatore e

Docente di Antropologia (BHA, PhD, Post-Doc) Facoltà di Scienze della Formazione

Università degli Studi di Palermo – via Pascoli 6 – 90145 Palermo (Italy) – 0039 091

23897007(tel) – 0039 091 23860804(fax) – 0039 328 8288503 (mobile).

( Fonte: www.younipa.it )

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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI

unar.it