revolution rock 11

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la webzine gratuita della Diavoletto Netlabel

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Page 1: REvolution Rock 11

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Page 2: REvolution Rock 11

EDITORIALETra un mese Revolution compie un anno, chi l’avrebbe mai detto! In un anno siamo cresciuti tantissimo, abbiamo sperimentato, ci siamo appassionati e tutto questo grazie a voi che ci seguite, che condividete e fate girare la webzine.Da oggi la nostra famiglia cresce con Antonio Mattia Vazza, la grafica passerà sotto le sue sapienti mani e animerà gli articoli delle nostre Rubriche sempre più solide.Questo mese vi regaliamo il Disco della Scentifica, una delle band più promettenti del panorama Lucano, parleremo del Vulcanica con interviste esclusive ai protagonisti del festival ,vi faremo rivivere il concerto dei Radiohead e vi porteremo indietro nel tempo senza dimenticarci del presente, ben rappresentato dal protagonista della nostra copertina, Xabier Iriondo uno dei più grandi chitarristi italiani che insieme a noi ha fatto due chiacchiere sulla sua carriera e sul suo nuovo disco.Che dirvi, buona lettura e tenetevi pronti , la Diavolettonetlabel ha in serbo tantissime soprese per voi.

STAY ROck, STAY REvolution

Di Francesco Volonnino

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Page 3: REvolution Rock 11

Ideato daGiando Carbone

Diretto daFrancesco Volonnino

CaporedazioneGiando Carbone

RedazioneAntonio Asquino

Alessandro RomanoCinzia Ficco

Giordano CriscuoloLuca CardoneMauro SavinoManuela Tolve

Mirko FagnocchiSabrina Tolve

GraficaAntonio Mattia Vazza

CollaboratoriAndrea QuarantaGiovanni Marino

Segreteria di [email protected]

Ufficio Stampa e [email protected]

Giando Carbone

Diretto daFrancesco Volonnino

CaporedazioneGiando Carbone

RedazioneAntonio Asquino

Alessandro RomanoCinzia Ficco

Giordano CriscuolLuca CardoneMauro SavinManuela

Mirko FagnocchiSabrina

Antonio Mattia Vazza

CollaboratorAndrea QuarantGiovanni Marin

Segreteria di [email protected]

Ufficio Stampa e [email protected]

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Page 4: REvolution Rock 11

IndiceEDITORIALEdi Francesco Volonnino

DISCO DEL MESELa Scentifica - Vivo nel mondo delle caramelle a molla

XABIER IRIONDOIntervista di Manuela Tolve

MED IN ITALIIntervista di Mirko Fagnocchi.

RADIOHEADReportage di Alessandro Romano

VULCANICA FESTIVAL 2012Reportage di Antonio Asquino

MUSICA NUDAIntervista di Antonio Asquino.

BRUNORI SASIntervista di Antonio Asquino

LOCOMITIVAIntervista di Antonio Asquino

JOE STRUMMER/FRANK ZAPPAIllustrazioni di Roberto Cavone

IL MONSIGNOREdi Mauro Savino

TIPI TOSTI di Cinzia Ficco

LOVE AFFAIRdi Giordano Criscuolo

REPLAYERdi Antonio Asquino

RE_VERIEdi Sabrina Tolve

SERIE B.CIdi Luca Cardone

22XABIER IRIONDOIntervista di Manuela Tolve

MED IN ITALIIntervista di Mirko Fagnocchi.

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6XABIER IRIONDO6XABIER IRIONDOIntervista di Manuela Tolve6Intervista di Manuela Tolve

8MED IN ITALI8MED IN ITALIIntervista di Mirko Fagnocchi.8Intervista di Mirko Fagnocchi.

IndiceEDITORIALEdi Francesco Volonnino

DISCO DEL MESELa Scentifica - Vivo nel mondo delle caramelle a molla

25La Scentifica - Vivo nel mondo delle caramelle a molla5La Scentifica - Vivo nel mondo delle caramelle a molla

2EDITORIALE2EDITORIALEdi Francesco Volonnino2di Francesco Volonnino

5DISCO DEL MESE5DISCO DEL MESELa Scentifica - Vivo nel mondo delle caramelle a molla5La Scentifica - Vivo nel mondo delle caramelle a molla

Indice22 Indice22

RADIOHEADReportage di Alessandro Romano

VULCANICA FESTIVAL 2012Reportage di Antonio Asquino

MUSICA NUDAIntervista di Antonio Asquino.

BRUNORI SASIntervista di Antonio Asquino

LOCOMITIVAIntervista di Antonio Asquino

10Reportage di Alessandro Romano10Reportage di Alessandro Romano

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10RADIOHEAD10RADIOHEADReportage di Alessandro Romano10Reportage di Alessandro Romano

14VULCANICA FESTIVAL 201214VULCANICA FESTIVAL 2012Reportage di Antonio Asquino14Reportage di Antonio Asquino

16MUSICA NUDA16MUSICA NUDAIntervista di Antonio Asquino.16Intervista di Antonio Asquino.

20BRUNORI SAS20BRUNORI SASIntervista di Antonio Asquino20Intervista di Antonio Asquino

26LOCOMITIVA26LOCOMITIVAIntervista di Antonio Asquino26Intervista di Antonio Asquino

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26JOE STRUMMER/FRANK ZAPPAIllustrazioni di Roberto Cavone

IL MONSIGNOREdi Mauro Savino

di Cinzia Ficco

LOVE AFFAIRdi Giordano Criscuolo

di Antonio Asquino

di Sabrina Tolve

di Luca Cardone

29JOE STRUMMER/FRANK ZAPPA29JOE STRUMMER/FRANK ZAPPA

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29JOE STRUMMER/FRANK ZAPPA29JOE STRUMMER/FRANK ZAPPAIllustrazioni di Roberto Cavone29Illustrazioni di Roberto Cavone

31IL MONSIGNORE31IL MONSIGNOREdi Mauro Savino31di Mauro Savino

34TIPI TOSTI 34TIPI TOSTI di Cinzia Ficco34di Cinzia Ficco

36LOVE AFFAIR36LOVE AFFAIRdi Giordano Criscuolo36di Giordano Criscuolo

37REPLAYER37REPLAYERdi Antonio Asquino37di Antonio Asquino

40RE_VERIE40RE_VERIEdi Sabrina Tolve40di Sabrina Tolve

42SERIE B.CI42SERIE B.CIdi Luca Cardone42di Luca Cardone

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LA SCeNTIFICA è un gruppo di impianto rock che si costituisce a Potenza dalla costola di un progetto musicale rivolto esclusivamente a sperimentazioni in sessioni totalmente improvvisate, intrise di psichedelia e di una spiccata vena avanguardistica, che arrivavano ad avere per protagonisti fino a più di dieci musicisti.Nel 2000 quattro dei protagonisti di questo progetto, conservando l’attitudine spontanea della creazi-one estemporanea, iniziano a produrre composizioni di carattere strumentale, contraddistinte da strut-ture progressive in un clima di estrema libertà condito da non rari sprazzi di ironia.Dal 2005 nei lavori de LA SCeNTIFICA compare la voce, utilizzata però anch’essa, in linea di massima, come strumento musicale e non solo verbale.

Vivo nel mondo delle caramelle a molla

1. Egregio Grigio Dott. Remigio 2. Benvenuto 3. Pidù’s Real Knowledge 4. El Zorro 5. Vivo nel mondo delle caramelle a molla 6. [untitled track]Tr

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http://www.diavolettolabel.com/drevolution/ott12.zipdownloadonckottobre2012

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Page 6: REvolution Rock 11

Xabier è da pochissimo uscito il tuo primo album da solista, che effetto fa essere totalmente responsabile di un disco, curarne da soli ogni minimo aspetto?

E’ una responsabilita’ che non avevo mai provato prima e che volevo raggiungere … anche perche’ da sempre sono un sostenitore del “do-it yourself”, … registro e mixo con i miei mezzi, mi occupo delle grafiche e di tutti gli aspetti legati alla stampa dei dischi che realizzo, cercando di spendere il meno possibile mantenendo uno standard qualitativo alto … con IRRINTZI sono riuscito a fare tutto questo pensando a tutto da solo (o comunque con l’aiuto di amici stretti e fidati).

Il tuo nuovo album vanta diverse collaborazioni come Paolo Tofani degli storici e senza tempo Area, e del tuo babbo come è stato collaborare con lui? e quale, tra tutti gli artisti che hanno contribuito al tuo capolavoro, hai desiderato fortemente e perché?

Collaborare con diversi artisti e’ per me, da sempre, un grande piacere. Ho desiderato fortemente tutti coloro che hanno partecipato ad IRRINTZi, nessuno escluso. Ognuno ha una grande personalita’ ed ho cercato di valorizzare al massimo i loro contributi, perche’ unici e preziosi. Usare la voce di mio padre per narrare la barbarie della guerra (con la sua testimonianza del bombardamento di Gernika) e’ stato molto, molto, emozionante.

A proposito di tuo padre, c’è molta “baschità” in Irrintzi le tue radici emergono senza veli e senza preamboli, a partire dal titolo (che ho letto significa URLO) fino alla storia di un detenuto politico basco (Itziar en semea). Quanto fa parte di te la storia di quel territorio e quanto ti senti politicamente coinvolto?

Sono per meta’ basco e per meta’ italiano … amo la storia di Euzkadi, le particolarita’ di un popolo unico nel suo genere sia sotto il profilo culturale/politico che sotto quello linguistico. Sono cresciuto ascoltando la musica folk basca ed il rock radikal basco (il movimento punk-rock basco della seconda meta’ degli anni ottanta).

XABIERIRIONDO

di Manuela Tolve

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La gestazione di quale brano è stata la più difficile e travagliata? E, al contrario, se vi è, quale brano si è sviluppato senza troppe difficoltà?

The Hammer dei Motorhead e’ stata registrata di getto insieme a Stefania Pedretti e Bruno Dorella … la terza o quarta take … il mash-up tra Francesco Curra’ e Lucio Battisti e’ stato invece complicato e molto cerebrale. Senza l’aiuto di Roberto Bertacchini (gia’ negli Starfuckers) e Cristiano Calcagnile sarebbe stato impossibile realizzare questo brano.

Il ritorno negli Afterhours dopo 10 anni, come è stato ricominciare a suonare con loro?

Molto spontaneo, … prima di suonarci dal 1992 al 2001 sono stato un fan della band,sin dal 1988. Tornare a suonare la chitarra con loro dal vivo ed a comporre nuovi brani e’ stato naturale, spontaneo e bello, soprattutto perche’ la formazione attuale e’ la migliore che gli Afterhours abbiano mai avuto.

Ho letto che è frutto della “joint venture” di sei etichette indipendenti , da cosa è scaturita questa scelta?

Far girare in ambiti diversi il disco e’ stata sin dall’inizio una mia prerogativa, le etichette coinvolte sono gestite tutte da amici che conosco direttamente, Mirko di Wallace Records, Fabrizio di Long Song Records, Mauro di Brigadisco, Valentina di Paintvox, Simone di Santeria … e’ grazie a loro che IRRINTZI esiste!

A proposito di etichette indipendenti, cosa ne pensi delle licenze creative commons e affini promossa dalle netlabel? Credi sia possibile un mondo totalmente copyleft in ogni campo artistico? Perché?

E’ una bella utopia, non credo pero’ che a breve diventera’ lo standard in tutti i campi artistici … forse ci sono delle possibilita’ nell’ambito musicale.

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MED in ITALICosa c'e' di sicuro in questa intervista , la purezza e l'originalita' di una BAND come i MED IN ITALI ...ebbene si

perche' voi siete nati come formazione all'estero nella capitale irlandese DUBLINO, raccontateci un po’ la vostra esperienza da BUSKERS?

Il nome della band viene proprio italianizzato , o meglio pronunciato come lo si dice ....usato per sottolineare forse la vostra spontaneita' , per dare un contenuto diretto del vostro album ultimo COLTIVARE

PIANTE GRASSE ?

Dopo due EP , ora la realizzazione di questo bellissimo album "FUNKEGGIANTE ACUSTICO" davvero un ensemble corretto , cadenzato da una ritmica incessante ...un disco e un sound da CLUB , nonostante la

provenienza dall' INDIE /STYLE, grandi collaborazioni da Josh Sanfelici a Luca Begonia, in questi cinque anni avete lavorato sodo...e il prodotto lo si sente.

Tematiche sociali , anche voi cantate la precarieta' ...il paese sta per affondare ma il nostro amore puo' sopravvivere... schiava di un'idea , canzone stupenda che al primo ascolto ti avvolge, quale oltre al nuovo

singolo " 7 Fiori" per voi ritenete song hit dell'album?

Innanzi tutto grazie mille per i complimenti. E' tutto corretto siamo nati a Dublino e tutto è nato come un gioco, l'obiettivo era quello di fare una vacanza in cui si potesse suonare. Così ci siamo attrezzati di chitarra e basso acustici, batteria giocattolo e siamo partiti alla volta della capitale irlandese che sapevamo essere una bella città per suonare in strada. Abbiamo continuato poi in Italia con l'esperienza di buskers facendo un giro in centro Italia e infine proseguendo separatamente: io (Niccolò) come chitarrista in una blues-jazz mini street band e Matte (batterista) come percussionista in un duo di acrobati australiani.

Ci sono varie motivazioni dietro alla genesi del nome, uno è quello che hai scritto tu, in realtà però anche il nome è nato in Irlanda, voleva essere un modo per prendere in giro l'italiano che usa termini stranieri di cui spesso non conosce bene né il significato, né come si scrive.

Grazie mille. In effetti all'interno del disco ci sono cinque anni di lavoro, a partire dall'esperienza irlandese fino ad arrivare ad oggi. E' stato un percorso fondamentale per la nostra musica e per sviluppare un disco così vario. C'è da dire che nel disco si sente anche la presenza di molti musicisti che hanno militato tra le fila dei Med e che per diversi motivi hanno dovuto passare la palla. Un doveroso grazie va anche a loro!

a cura di Mirko Fagnocchi

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MED in ITALI Provenote da Torino citta' davvero in fermento riguardo la scena la cattiva musica?

Bellissima la citazione che appoggiate di Ellington : che la musica non ha generi , ma si distingue tra la BUONA e la CATTIVA...ora discussione davvero critica in quel che penso sia anche il mio pensiero: Qual'e' considerata secondo voi

Dall'autoproduzione alle prime etichette..anche voi un percorso di gran lavoro per autoprodurre un album completo!? Come avvicina una band al giorno d'oggi abbandonare l'autoproduzione ed arrivare alle etichette discografiche, dopo una notorieta' in cui le stesse notano le BANDS? Proprio come noi di DIAVOLETTO stiam facendo con voi in questo momento?!

Non vediamo l'ora di ascoltarvi dal vivo e quindi perche' no sottolineare qualche prossima data per i lettori di RE volution Rock , cosi ' possono venire a conoscervi in una situazione LIVE?

Un grazie davvero di essere stati con noi in questa intervista dal sapore tinto di "UNDERGROUND" come il nostro modo di essere essenza di una vita che se non fosse cosi' ricca di emozioni vere , questo anche grazie a voi che producete la

BUONA MUSICA , cosi come citavamo prima.... alla prossimo incontro cari MED IN ITALI , una vostra ultima citazione per il popolo Diavoletto , thanks in R’n’R

Avendo avuto una gestazione così lunga, siamo molto affezionati a tutte le canzoni nel disco, forse però oltre a "7 fiori" le altre 3 canzoni che aprono il disco sono probabilmente le più radiofoniche: "Piante grasse", oltre a trattare un tema molto attuale come l'inquinamento ha anche un ritornello molto orecchiabile; "Perle umide" ha una strofa grintosa con un motivo facilmente canticchiabile; infine "Non mi stanco", classica ballata acustica con un testo che parla d'amore.

indipendente...in una delle mie ultime visite mi ricordo i "MURAZZI" posto dove si incontrano anime musicali e realta' davvero raggianti riguardo location e Movide giovanili a riguardo...Torino - Dublino , si assomigliano o avete trovato differenze? L'Irlanda patria del Folk/Acoustic questo siete forse andati a cercare per importare qui in terra INDIE chiamata MED IN ITALI?

Eh eh, difficile a dirsi, penso che alla base di questa divisione ci sia una buona dose di soggettività.

Siamo molto contenti di essere entrati nel roster di Libellula Music che è una realtà giovane, dinamica e in crescita. Naturalmente prima di arrivare dove siamo ora, abbiamo fatto un enorme lavoro di studio e abbiamo spesso sbattuto la testa. Ora probabilmente non siamo da nessuna parte, di fatto non viviamo di musica, ma al giorno d'oggi avere una buona promozione, un booking e qualcuno che ti sostiene alle spalle è fondamentale, affrontare il mercato musicale in solitaria è un'esperienza massacrante e che difficilmente porta a risultati.

Il tour è in costante via di definizione. A novembre saremo a Mantova all'Arci Dallò (18 novembre) e a Milano al Biko (22 novembre).

Bè grazie mille a voi per i complimenti, ma soprattutto per lo splendido lavoro che fate, ce ne fossero di persone come voi! Siccome Duke Ellington è già stato chiamato in causa non lo scomoderei nuovamente, ma ruberei ad un altro grande artista delle vostre zone che ha raccontato in modo magistrale l'attuale mondo musicale: "E chi se ne frega della musica!".

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RADIOHEADOnce in a lifetime

di Alessandro Romano

Dopo 15 anni di assenza dai palchi capitolini e dopo aver di fatto costretto noi di base a Roma a veri e propri pellegrinaggi in giro per l'Italia per i loro concerti, i Radiohead sono tornati.

Durante questo lasso di tempo sono accadute un paio di cose. La prima: dal promettente gruppo di ragazzi sbucato fuori da quell'enorme calderone che era il brit-pop dei primi anni 90' sono diventati la band più importante ed in!uente del pianeta. Un gruppo capace di rappresentare una generazione, e di incarnarne l'attualità. Provate a pensare, cercando di andare un poco oltre le preferenze personali, a chi altro potrebbe ricoprire un ruolo del genere tra le formazioni odierne.

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RADIOHEAD

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La seconda: sono diventati la band più importante del pianeta percorrendo un percorso musicale impervio, assolutamente non-confortevole, discontinuo e spigoloso ma eccezionalmente avventuroso. Un'evoluzione stilistica che avrebbe annientato anche i sostenitori più fanatici della quasi totalità delle band coeve e che invece ha portato nuovo pubblico e nuova linfa vitale alla band. E questo, a parer mio, costituisce un precedente luminoso ed incoraggiante per sopravvivere ai tempi bui che il mondo musicale sta attraversando, infestato com'è dai revival più indicibili.

Tolto dal campo l'ingombrante fardello riguardo ai loro meriti, la tournée del 2012 dei Radiohead o!re forse lo show più coinvolgente e tecnologicamente evoluto a cui mi sia mai capitato di assistere in un concerto di rock n' roll. Non sono mai stato un grande estimatore dei botti di capodanno e dei pupazzi di cartapesta sul palco, ma devo riconoscere che un dispendio di risorse del genere è stato impostato in modo così funzionale alla musica tanto da non risultare mai eccessivo o peggio fonte di distrazione. Il sistema di schermi, sia quelli montati in cima alla struttura sia quelli che vengono fatti calare letteralmente sulla testa dei musicisti, o!rono dettagli preziosi raccolti di volta in volta dal palco, o!rendo un colpo d'occhio generale davvero mozza"ato.

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La band sale sul palco aprendo le danze (per chi ricorda il video è il caso di dirlo) con Lotus Flower, dal The king of limbs. Il suono appare subito più concreto e compatto rispetto a quello più introverso e sibillino che caratterizza il loro ultimo lavoro in studio; anche per gli altri episodi rimarrà la stessa precisa sensazione, a cominciare dalla successiva Bloom che, ossessiva e sghemba, si avvicina alle cadenze di Flying Lotus. Yorke e compagni sono davvero in forma, splendidamente a loro agio sul palco, leggeri e disinvolti nel districarsi tra le gemme del loro repertorio recente (15 steps, Weird !shes/Arpeggi) e di quello "classico" come la scarna Pyramid Song e la assolutamente inaspettata Kid A. Il balzo all'indietro più grande nel tempo è compiuto con Planet telex. Al loro primo rientro, dopo aver in!ammato Capannelle con un' apocalittica Idioteque, dal silenzio più assoluto e oltre il muro di Iphone che ci sovrasta, arrivano i "ebili accordi iniziali di Exit Music, il frangente più raccolto e toccante dell'intero concerto. Seguono Myxomatosis, che esplode nel muro di suono più impressionante che io ricordi ed il pogo coatto scatenato sul ritornello di Paranoid Android. Il !nale è a#dato ad una meravigliosa e liberatoria Everything in its right place, che riesce ad emozionare anche dopo due ore di concerto. Assente ogni tipo di autocelebrazione, anche in uno spettacolo progettato !no ai piccoli dettagli, anche dopo un’esecuzione impeccabile e assolutamente trascinante. Sarebbe bastato inanellare un paio di super-classici in più in scaletta per evitare di far mugugnare quelli che erano venuti per ascoltare Karma Police. Non lo hanno fatto. Gli siamo grati anche per questo.

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VULCANICA FESTIVAL 2012Di Antonio Asquino

Cominciamo col dire che questo breve reportage non sarà propriamente obiettivo,essendo il sottoscritto,uno dei membri dell'Associazione Culturale Vulcanica fin dalla sua fondazione, nonché un membro dello staff del festival fin dal primo anno, ma la sicurezza di non dire falsità sull'importanza e sulla resa di questa manifestazione storica dell'estate lucana, me la dà il fatto che chiunque abbia assistito ai quattro giorni di quest'anno non potrebbe non convenire con me che è stata una edizione memorabile sotto tutti i punti di vista. Il Vulcanica Live Festival è una esperienza unica,da anni dà la possibilità di fruire di concerti di artisti che altrimenti ,in una regione schiava dell'indifferenza verso la cultura della musica meno mediaticamente appetibile come la Basilicata, non verrebbero mai.

E' una specie di “guerra” vinta ogni anno(anche se a fatica) contro la grettezza di parte delle istituzioni politiche, contro l'egemonia “culturale” regionale che si limita a proporre tremende sagre enogastronomiche in ogni dove, spacciando un panino con la frittata come retaggio culturale per giustificare un giro di soldi e di finanziamenti clientelare e superficiale. Per la durata del festival, la sensazione è quella di trovarsi in un'oasi che quasi non sembra in Basilicata,un luogo dove al primo posto viene l'arte,la qualità,la voglia di sottolineare e di dare spazio a tutte quelle cose che arricchiscono e che fanno la differenza quando si tratta di nutrire la nostra parte più sensibile e intellettivamente più sviluppata.

Nella cornice del Palazzo Giustino Fortunato,palazzo sito a Rionero in Vulture storicamenteutilizzato poco e male dalle varie amministrazioni comunali e dalle varie associazioni cialtronesche che popolano il paese,quest'anno l'Associazione Culturale Vulcanica ha offerto una manifestazione all'altezza delle altre edizioni e forse anche migliore,sicuramente più varia. Tre concerti in tre luoghi diversi all'interno dal palazzo:il gruppo emergente dei Locomitiva, nel chiostro il primo giorno,energici e capaci sul palco,l'ottimo cantautore Brunori Sas, nel giardino, trascinante e ironico con un gruppo in stato di grazia e per ultimo il gran finale di eccelso livello con i Musica Nuda, nell'ampio piazzale d'ingresso del palazzo, concerto di rara intensità,perizia e bellezza. Tre eventi di indiscutibile spessore musicale e culturale che hanno entusiasmato il numeroso pubblico presente e ricordato a noi tutti che, nonostante l'apatia e la superficialità che attanagliano le nostre zone e buona parte delle nostre genti, la qualità paga sempre.

Foto G. Marino/Vulcanica

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Ai concerti,storicamente punto imprescindibile della manifestazione, quest'anno si sono aggiuntiuna mostra fotografica,una esposizione di quadri,uno spettacolo teatrale e la presentazione del libro di poesie “raccolti di fiori” della scrittrice emergente Francesca Romano.Quest'ultimo evento(tenuto nel chiostro del palazzo) ha aperto questa edizione in modo apprezzabile e originale,mischiando alla lettura delle poesie e ai vari interventi a cura di critici ed appassionati di poesia ,anche delle coreografie ad indicare come la compenetrazione delle arti possa ridisegnare i nostri confini e trasportarci in un viaggio unico e personalissimo,nutrendo lo spirito e il cervello.

E' da giudicare riuscito anche l'esperimento teatrale a cura dell'Associazione “L'Albero Di Minerva”,una rivisitazione in chiave moderna e schizofrenica del classico “Alice nel Paese Delle Meraviglie” di Lewis Carroll,dal titolo “Non hiamarmi Alice” per l'appunto. La messa in scena,itinerante e allestita all'aperto in un quartiere del paese, risulta originale e suggestiva,gli attori molto credibili e capaci di catturare l'attenzione,l'unica piccolissima pecca è il testo che in merito all'idea di partenza poteva essere sfruttato forse in modo più originale ma il risultato resta comunque apprezzabile.

Questa edizione del Vulcanica Live Festival è stata un vero,piccolo gioiello ed è giusto sottolineare che tutto questo non sarebbe stato possibile senza l'impegno di chi appare meno sulla ribalta e di tutti i ragazzi che hanno collaborato alla sua riuscita,sarebbe bello raccontare anche del backstage e del divertimento che c'è dietro, oltre al duro lavoro ma lo spazio è tiranno,magari la prossima volta... Infine una considerazione:visto che il festival quest'anno ha avuto anche una risonanza pubblicitaria senza precedenti,oltre alla ottima affluenza di pubblico, fa ben sperare per il futuro,magari con maggiore attenzione e sostegno da parte delle istituzioni potrebbe ulteriormente crescere fino a diventare un esempio su scala nazionale e un richiamo fisso per la nostra regione sempre più abbandonata a se stessa,speriamo che la splendida esperienza di quest'anno,nonostante sia la quattordicesima edizione, rappresenti solo l'inizio.

Ora vi lascio alle interviste con i Locomitiva, Brunori Sas e Musica Nuda, volevo solo ringraziareper il lavoro svolto con me Giulio Di Lucchio che ha ripreso e registrato tutti gli incontri.

onckottobre2012

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VULCANICA FESTIVAL 2012

Cominciamo col dire che questo breve reportage non sarà propriamente obiettivo,essendo il sottoscritto,uno dei membri dell'Associazione Culturale Vulcanica fin dalla sua fondazione, nonché un membro dello staff del festival fin dal primo anno, ma la sicurezza di non dire falsità sull'importanza e sulla resa di questa manifestazione storica dell'estate lucana, me la dà il fatto che chiunque abbia assistito ai quattro giorni di quest'anno non potrebbe non convenire con me che è stata una edizione memorabile sotto tutti i punti di vista. Il Vulcanica Live Festival è una esperienza unica,da anni dà la possibilità di fruire di concerti di artisti che altrimenti ,in una regione schiava dell'indifferenza verso la cultura della musica meno mediaticamente appetibile come la Basilicata, non verrebbero mai.

E' una specie di “guerra” vinta ogni anno(anche se a fatica) contro la grettezza di parte delle istituzioni politiche, contro l'egemonia “culturale” regionale che si limita a proporre tremende sagre enogastronomiche in ogni dove, spacciando un panino con la frittata come retaggio culturale per giustificare un giro di soldi e di finanziamenti clientelare e superficiale. Per la durata del festival, la sensazione è quella di trovarsi in un'oasi che quasi non sembra in Basilicata,un luogo dove al primo posto viene l'arte,la qualità,la voglia di sottolineare e di dare spazio a tutte quelle cose che arricchiscono e che fanno la differenza quando si tratta di nutrire la nostra parte più sensibile e intellettivamente più sviluppata.

Nella cornice del Palazzo Giustino Fortunato,palazzo sito a Rionero in Vulture storicamenteutilizzato poco e male dalle varie amministrazioni comunali e dalle varie associazioni cialtronesche che popolano il paese,quest'anno l'Associazione Culturale Vulcanica ha offerto una manifestazione all'altezza delle altre edizioni e forse anche migliore,sicuramente più varia. Tre concerti in tre luoghi diversi all'interno dal palazzo:il gruppo emergente dei Locomitiva, nel chiostro il primo giorno,energici e capaci sul palco,l'ottimo cantautore Brunori Sas, nel giardino, trascinante e ironico con un gruppo in stato di grazia e per ultimo il gran finale di eccelso livello con i Musica Nuda, nell'ampio piazzale d'ingresso del palazzo, concerto di rara intensità,perizia e bellezza. Tre eventi di indiscutibile spessore musicale e culturale che hanno entusiasmato il numeroso pubblico presente e ricordato a noi tutti che, nonostante l'apatia e la superficialità che attanagliano le nostre zone e buona parte delle nostre genti, la qualità paga sempre.

MUSICA NUDAINTERVISTA

Foto G. Marino/Vulcanica

Ascoltando il vostro repertorio che comunque comprende una larga fetta della musicasia antica che contemporanea,volevo chiedervi la differenza di approccio che avete nelriarrangiare brani antichi piuttosto che brani moderni,che cosa cambia?(insieme):Niente(ridono)(Ferruccio): Bisogna avere la faccia tosta sia per affrontare la musica seria,chiamiamolacosi',che la musica più allegra come può essere “non ho l'età” piuttosto che il “tucatuca”,per cui, a volte ,il tuca tuca lo trasformiamo in un blues ed io lo suono come se fosseun blues di Charlie Parker, allo stesso modo se facciamo dei pezzi più “seri,”di Sting, deiBeatles ci ispiriamo a dei modelli che ci piacciono,ad esempio Petra può usare la voce inuna maniera più lirica e io usare l'archetto quindi non c'è una regola nella nostra manieradi arrangiare(Petra): E anche per quello che riguarda quei pezzi che fanno parte del repertorio dimusica antica piuttosto che lirica o quello che è,le trattiamo come se fossero delle canzoni.Sai,il fatto di essere contrabbasso e voce per forza di cose amalgama tutto quello chesuoniamo,rende uniforme la schizofrenia del nostro repertorio quindi sia che suoniamo iBeatles o un pezzo nostro o un pezzo di Monteverdi,il fatto di avere un determinato suonoche è il nostro,non rende queste scelte cosi' dispersive anzi l'unione di tutta questa musicaapparentemente lontana, viene proprio dal fatto di essere suonata dal suo contrabbasso edalla mia voce. Questo con una formazione più canonica sarebbe veramente schizofrenico epiù dispersivo.Si percepisce dall'ascolto della vostra musica che buona parte dell'arrangiamento è ilsilenzio,sono le pause e volevo farvi questa domanda forse un po' strana,come si suonail silenzio?(F): Si suona creandolo. Spesso su uno spartito ci sono le pause come notazione musicale,il

silenzio fa parte della musica,per cui,nello stesso modo,per assurdo,anche io colcontrabbasso potrei suonare e riempire molto di più l'arrangiamento essendo l'unicostrumento in scena o sul disco mentre invece spesso ,appunto,cerco di andare persottrazione e fare un po' quello che ho imparato sentendo i dischi di Charlie Hadenpiuttosto che di Scott La Faro,dove con una nota sola puoi sintetizzare tutta l'armonia di unbrano,in questo modo esce ancora di più fuori Petra e anche il testo di una canzone,infattiuno dei complimenti più belli che ci fanno a fine concerto è “finalmente abbiamo capito iltesto di “prendila cosi' “ piuttosto che di una canzone dei Beatles perché siamo abituati asentirla con sovraincisioni infinite(P): Poi il silenzio è anche il silenzio che si crea quando si ascolta o si vuole ascoltare o sisa ascoltare e oggigiorno la musica ha perso valore forse anche perché è troppadappertutto e anche in posti male adeguati,dal parrucchiere,in autobus,negliascensori,indipendentemente dalla qualità, non essendo posti dove uno può ascoltareperché è impegnato a fare altro, diventa solo un umore che copre altro rumore,in questomodo non c'è più la meraviglia quando si ascolta la musica. Quando la musica non erapossibile registrarla e c'era solo dal vivo,dappertutto,in un paese ma anche in una cittàsentivi la musica e ti fermavi incantato perché la nostra musica fa parte della nostra vitama quando noi non siamo più abituati,non ci facciamo più caso ecco che la musica perdevalore,ecco che non c'è più il silenzio e quando uno suona e difficile che qualcuno si fermiad ascoltarlo,questo è un peccato e la nostra musica,in particolare,non può essere unamusica di sottofondo,va ascoltata per capire quello che stiamo facendo altrimenti non haproprio senso quello che facciamoHo visto che avete registrato in Francia un disco live e volevo chiedervi a parte ladifferenza che c'è nell'ascoltatore francese rispetto all'italiano ,dell'educazione allamusica e all'ascolto che forse in Italia è un po' carente e forse in Francia è più presentenon solo per quello che fate voi ma anche in generale e poi la vostra esperienzapersonale(P): Noi abbiamo suonato in moltissimi paesi del mondo e con molto piacere abbiamo vistoche non ci sono grandi differenze di reazioni cioè alla fine nonostante tutte le differenzeculturali che ci sono,differenze ovviamente dovute alla geografia,al clima,alla cucina,allastoria,in realtà poi si vive per le stesse cose,si piange per le stesse cose,ci si emoziona perle stesse cose e questo è molto bello,vedere che la nostra musica crea nelle persone glistessi entusiasmi,le stesse reazioni e nello stesso tempo ci siamo accorti di quanto neglistessi paesi un po' invidiano il talento italiano e di quanto invece questo talento italiano siapoco aiutato,poco incentivato nel nostro paese perché in Francia ci sono delle opportunitàper chi vuole fare musica,per chi vuole fare arte o per chi vuole fare qualsiasi cosa e sonosuperiori a quelle che abbiamo noi,questo da un lato ,forse in questo caso,in realtà,aiutanello stesso tempo a farsi ancora più creativo(F): Io volevo aggiungere che ci sono delle radio in più e delle televisioni,ma parliamosempre di due tre emittenti,non è che in Francia è il paese dei balocchi che accendi la radioe non senti anche della musica orrenda però ci sono quelle due-tre radio e due-tretelevisioni che ti assicurano per lo meno una alternativa alla musica commerciale o banalecon cui spesso ci bombardano anche qui in Italia(P): Quindi danno anche agli ascoltatori la possibilità di scegliere mentre invece se accendila radio e in ogni radio c'è sempre la stessa canzone non ti viene neanche in mente che c'èaltro e quindi non crei cultura,non apri la mente alla persone che poi,giustamente possonoascoltare questo o quello,Laura Pausini o Ares Tavolazzi ,però almeno gli dai la possibilitàdi scegliereE in questo come ritenete la diffusione del web,dal punto di vista della scelta?(P): Il web è uno strumento importante perché è uno spazio dove ci si può far vedere,noi,adesempio,ci siamo conosciuti proprio in un periodo dove stavano venendo fuori queste

possibilità, per noi è stato ed è tuttora importantissimo uno strumento come You Tubeperché oggi senti il nome di un artista e immediatamente puoi andare a vedere. Per noi èstato importantissimo,tanta gente che sentiva parlare di noi poi vedeva il video su You Tubee anche per quanto riguarda il farsi conoscere, un appassionato scrive di noi su suo blog ecosi' divulga questo tipo di progetto ma cosi' come tanti altri(F): Pensa che in Russia siamo arrivati grazie al web perché l'organizzatore ci ha visti suYou Tube e si è innamorato di noi ma allo stesso tempo,io personalmente sonocompletamente contrario allo scaricamento illegale perché per me uno può vedere tuttoquello che vuole ma scaricarlo no,fra l'altro proprio in questi mesi stiamo registrando ilnostro nuovo disco,che uscirà a Gennaio dell'anno prossimo ed è un disco costosissimo intutti i sensi, non solo in quello economico ma anche come fatica ed energia perché ci sarà ilcoinvolgimento di un'orchestra di cinquanta elementi,abbiamo un arrangiatore per laprima volta e l'idea che a Gennaio un ragazzo faccia clic e si scarica tutto questo in trentasecondi mi fa leggermente innervosire(P): Noi abbiamo fatto questa scelta di fare questo disco molto diverso dai precedentiperché i precedenti sono sempre stati molto immediati,con questo invece vogliamocelebrare i dieci anni dal nostro incontro e volevamo fare questo disco di musica un po' piùvestita a festa(ridiamo)e quindi ci siamo concessi questo sfizioPotete dirmi di più sulla lavorazione di questo disco?(P): Sono quasi tutti brani inediti,ogni brano ha una storia a sé,in qualche brano siamosolamente in trio,io,lui e Daniele Di Gregorio,un collaboratore di Paolo Conte da tantianni,suona la marimba piuttosto che le percussioni piuttosto che la batteria,in altri brani cisaranno i fiati,in altri brani un orchestra intera quindi a seconda del brano c'è unarrangiamento ad hoc e questo ha comportato,oltre allo sforzo economico uno sforzoproprio di costruzione dei brani che non è quello a cui siamo abituati io e lui perché io e luiprendiamo una canzone la suoniamo ed è fatta non è che stiamo a ragionare sugliarrangiamenti(F): E' un lavoro che è partito a Gennaio del duemiladodici e terminerà,si spera,il dieciOttobre del duemiladodiciOra vorrei fare una domanda sulla vostra attitudine che io oserei definire,se non è unabestemmia,quasi punk nell'approccio,sia nei live che in molte registrazioni che avetefatto,una istintività che si percepisce sia nell'approccio allo strumento chenell'approccio vocale(P): Io penso che non ci si po' improvvisare musicisti cosi' come non ci si può improvvisarechirurghi ma neanche muratori,cioè ogni lavoro ha bisogno di una sua preparazione e di unsuo studio,quindi per fare il musicista o la cantante è necessario studiare non solo latecnica del proprio strumento ma anche il repertorio,conoscere il più possibile la musica intutta le sue forme però se sei troppo o se sei solo tecnico alla fine non racconti nientequindi si arriva a un punto in cui poi tutto quello che hai studiato lo digerisci e ci mettiquello che sei. In questo caso, per quanto mi riguarda, c'è una grossa componenteistintiva,io quando canto non è che penso alla tecnica,anzi me la dimentico proprio e avolte faccio delle cose che sono il contrario di quello che ho studiato, però in quel momentoli' mi servono perché voglio esprimere o sottolineare quel significato .(F): Io non sono un grande ascoltatore di musica punk però non è la prima volta che ce lodicono e er me più cose siamo e meglio è cosi' poi quando vai in un negozio di dischi nonsai mai se il nostro disco è nel jazz,nel pop,nella musica d'autore,nella world music quindimi fa piacere essere anche un musicista punk(ridiamo)(P): Forse perché è l'energia che viene fuori,sicuramente il fatto di vedere due persone allafine senza grandi...anzi senza nessun effetto speciale,giusto qualche luce..oggi siamoabituati a vedere concerti con maxi schermi,centomila strutture,travestimenti e chi più neha più ne metta quindi forse vedere solo l'energia di due persone alla fine può essere vistocome punkAvete inciso per la Blue Note,etichetta storica di una certa rilevanza,come vedete ilfuturo del mercato discografico?(F): Non è un caso che negli ultimi anni i discografici si stanno inventando anche manager

degli artisti piuttosto che agenzie di booking per trovare date agli artisti, purtropporitorniamo a quello che dicevo prima un po' anche errori fatti dalle case discografichepraticamente ci stanno portando oggi alla chiusura di queste major,infatti parecchie si sonofuse anche in quest'ultimo anno. Noi speriamo ,nel nostro piccolo, che non scompaianoperché comunque ,come dici tu, la Blue Note é un marchio cosi' come per assurdo anche laSony ,penso anche ai dischi della Emi dei Beatles quindi speriamo che non scompaiano deltutto. Ci sarà sicuramente una trasformazione totale degli oggetti,come siamo passati dalvinile al cd,dal cd ora non so a cosa passeremo a i tunes, a internet,noi continueremo peròa fare i dischi anche solo per il piacere di venderli ai concerti perché secondo noi è unacosa bellissima che la gente dopo il concerto compra un disco e se ne vendiamo tanti vuoldire che la musica che abbiamo fatto è stata buona e la gente ha gradito(P): Io penso che mentre per un lungo tempo si è pensato al disco come a un prodotto davendere,il disco deve tornare ad essere quello che era in origine,cioè un opera d'arte che nevendi dieci o ne vendi mille...meglio se ne vendi mille per carità, però mentre lo fai devipensare che è una cosa che rimane e che ti deve rappresentare,quindi è inutile fare i dischicon due pezzi belli e il resto messo li' per riempire o per avere la SIAE,il disco deve avereuna sua unità,deve avere una sua concezione e soprattutto devi pensare che li' dentro fraduecento anni ci siamo noi due,io la vedo cosi',dargli importanza in questo senso,nonnell'immediato ma proprio nel futuro ed è per questo che dei nostri ultimi due albumabbiamo fatto anche il vinile perché pensiamo che poi in futuro il cd tenderà a sparire,ilconsumo di musica usa e getta sarà in mp3 ma penso che i veri appassionati di musicatorneranno al vinile come un oggetto,un'opera d'arte,come una cosa che però ha un valoreUltimissima domanda:cosa state ascoltando in questo momento?(P): In questo momento il nostro disco perché dobbiamo lavorare e poi devo dire cheultimamente ho ascoltato molto “InventaRio” il disco che ha fatto Ferruccio con Ivan Lins,un progetto italobrasiliano che merita(F): Io sto ascoltando un disco collezione di Billy Joel e ongi volta che ascolto un pezzodico “caspita!ha scritto pure questa”, una successione di brani uno più bellodell'altro,alcuni non sapevo neanche che erano suoi(P): tipo “Just the way you are” ?(F):eh... i titoli non li so (ridiamo)

ottobre2012

#undici ottobre2012

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Ai concerti,storicamente punto imprescindibile della manifestazione, quest'anno si sono aggiuntiuna mostra fotografica,una esposizione di quadri,uno spettacolo teatrale e la presentazione del libro di poesie “raccolti di fiori” della scrittrice emergente Francesca Romano.Quest'ultimo evento(tenuto nel chiostro del palazzo) ha aperto questa edizione in modo apprezzabile e originale,mischiando alla lettura delle poesie e ai vari interventi a cura di critici ed appassionati di poesia ,anche delle coreografie ad indicare come la compenetrazione delle arti possa ridisegnare i nostri confini e trasportarci in un viaggio unico e personalissimo,nutrendo lo spirito e il cervello.

E' da giudicare riuscito anche l'esperimento teatrale a cura dell'Associazione “L'Albero Di Minerva”,una rivisitazione in chiave moderna e schizofrenica del classico “Alice nel Paese Delle Meraviglie” di Lewis Carroll,dal titolo “Non hiamarmi Alice” per l'appunto. La messa in scena,itinerante e allestita all'aperto in un quartiere del paese, risulta originale e suggestiva,gli attori molto credibili e capaci di catturare l'attenzione,l'unica piccolissima pecca è il testo che in merito all'idea di partenza poteva essere sfruttato forse in modo più originale ma il risultato resta comunque apprezzabile.

Questa edizione del Vulcanica Live Festival è stata un vero,piccolo gioiello ed è giusto sottolineare che tutto questo non sarebbe stato possibile senza l'impegno di chi appare meno sulla ribalta e di tutti i ragazzi che hanno collaborato alla sua riuscita,sarebbe bello raccontare anche del backstage e del divertimento che c'è dietro, oltre al duro lavoro ma lo spazio è tiranno,magari la prossima volta... Infine una considerazione:visto che il festival quest'anno ha avuto anche una risonanza pubblicitaria senza precedenti,oltre alla ottima affluenza di pubblico, fa ben sperare per il futuro,magari con maggiore attenzione e sostegno da parte delle istituzioni potrebbe ulteriormente crescere fino a diventare un esempio su scala nazionale e un richiamo fisso per la nostra regione sempre più abbandonata a se stessa,speriamo che la splendida esperienza di quest'anno,nonostante sia la quattordicesima edizione, rappresenti solo l'inizio.

Ora vi lascio alle interviste con i Locomitiva, Brunori Sas e Musica Nuda, volevo solo ringraziareper il lavoro svolto con me Giulio Di Lucchio che ha ripreso e registrato tutti gli incontri.

MUSICA NUDA MUSICA NUDAINTERVISTA

Ascoltando il vostro repertorio che comunque comprende una larga fetta della musicasia antica che contemporanea,volevo chiedervi la differenza di approccio che avete nelriarrangiare brani antichi piuttosto che brani moderni,che cosa cambia?(insieme):Niente(ridono)(Ferruccio): Bisogna avere la faccia tosta sia per affrontare la musica seria,chiamiamolacosi',che la musica più allegra come può essere “non ho l'età” piuttosto che il “tucatuca”,per cui, a volte ,il tuca tuca lo trasformiamo in un blues ed io lo suono come se fosseun blues di Charlie Parker, allo stesso modo se facciamo dei pezzi più “seri,”di Sting, deiBeatles ci ispiriamo a dei modelli che ci piacciono,ad esempio Petra può usare la voce inuna maniera più lirica e io usare l'archetto quindi non c'è una regola nella nostra manieradi arrangiare(Petra): E anche per quello che riguarda quei pezzi che fanno parte del repertorio dimusica antica piuttosto che lirica o quello che è,le trattiamo come se fossero delle canzoni.Sai,il fatto di essere contrabbasso e voce per forza di cose amalgama tutto quello chesuoniamo,rende uniforme la schizofrenia del nostro repertorio quindi sia che suoniamo iBeatles o un pezzo nostro o un pezzo di Monteverdi,il fatto di avere un determinato suonoche è il nostro,non rende queste scelte cosi' dispersive anzi l'unione di tutta questa musicaapparentemente lontana, viene proprio dal fatto di essere suonata dal suo contrabbasso edalla mia voce. Questo con una formazione più canonica sarebbe veramente schizofrenico epiù dispersivo.Si percepisce dall'ascolto della vostra musica che buona parte dell'arrangiamento è ilsilenzio,sono le pause e volevo farvi questa domanda forse un po' strana,come si suonail silenzio?(F): Si suona creandolo. Spesso su uno spartito ci sono le pause come notazione musicale,il

silenzio fa parte della musica,per cui,nello stesso modo,per assurdo,anche io colcontrabbasso potrei suonare e riempire molto di più l'arrangiamento essendo l'unicostrumento in scena o sul disco mentre invece spesso ,appunto,cerco di andare persottrazione e fare un po' quello che ho imparato sentendo i dischi di Charlie Hadenpiuttosto che di Scott La Faro,dove con una nota sola puoi sintetizzare tutta l'armonia di unbrano,in questo modo esce ancora di più fuori Petra e anche il testo di una canzone,infattiuno dei complimenti più belli che ci fanno a fine concerto è “finalmente abbiamo capito iltesto di “prendila cosi' “ piuttosto che di una canzone dei Beatles perché siamo abituati asentirla con sovraincisioni infinite(P): Poi il silenzio è anche il silenzio che si crea quando si ascolta o si vuole ascoltare o sisa ascoltare e oggigiorno la musica ha perso valore forse anche perché è troppadappertutto e anche in posti male adeguati,dal parrucchiere,in autobus,negliascensori,indipendentemente dalla qualità, non essendo posti dove uno può ascoltareperché è impegnato a fare altro, diventa solo un umore che copre altro rumore,in questomodo non c'è più la meraviglia quando si ascolta la musica. Quando la musica non erapossibile registrarla e c'era solo dal vivo,dappertutto,in un paese ma anche in una cittàsentivi la musica e ti fermavi incantato perché la nostra musica fa parte della nostra vitama quando noi non siamo più abituati,non ci facciamo più caso ecco che la musica perdevalore,ecco che non c'è più il silenzio e quando uno suona e difficile che qualcuno si fermiad ascoltarlo,questo è un peccato e la nostra musica,in particolare,non può essere unamusica di sottofondo,va ascoltata per capire quello che stiamo facendo altrimenti non haproprio senso quello che facciamoHo visto che avete registrato in Francia un disco live e volevo chiedervi a parte ladifferenza che c'è nell'ascoltatore francese rispetto all'italiano ,dell'educazione allamusica e all'ascolto che forse in Italia è un po' carente e forse in Francia è più presentenon solo per quello che fate voi ma anche in generale e poi la vostra esperienzapersonale(P): Noi abbiamo suonato in moltissimi paesi del mondo e con molto piacere abbiamo vistoche non ci sono grandi differenze di reazioni cioè alla fine nonostante tutte le differenzeculturali che ci sono,differenze ovviamente dovute alla geografia,al clima,alla cucina,allastoria,in realtà poi si vive per le stesse cose,si piange per le stesse cose,ci si emoziona perle stesse cose e questo è molto bello,vedere che la nostra musica crea nelle persone glistessi entusiasmi,le stesse reazioni e nello stesso tempo ci siamo accorti di quanto neglistessi paesi un po' invidiano il talento italiano e di quanto invece questo talento italiano siapoco aiutato,poco incentivato nel nostro paese perché in Francia ci sono delle opportunitàper chi vuole fare musica,per chi vuole fare arte o per chi vuole fare qualsiasi cosa e sonosuperiori a quelle che abbiamo noi,questo da un lato ,forse in questo caso,in realtà,aiutanello stesso tempo a farsi ancora più creativo(F): Io volevo aggiungere che ci sono delle radio in più e delle televisioni,ma parliamosempre di due tre emittenti,non è che in Francia è il paese dei balocchi che accendi la radioe non senti anche della musica orrenda però ci sono quelle due-tre radio e due-tretelevisioni che ti assicurano per lo meno una alternativa alla musica commerciale o banalecon cui spesso ci bombardano anche qui in Italia(P): Quindi danno anche agli ascoltatori la possibilità di scegliere mentre invece se accendila radio e in ogni radio c'è sempre la stessa canzone non ti viene neanche in mente che c'èaltro e quindi non crei cultura,non apri la mente alla persone che poi,giustamente possonoascoltare questo o quello,Laura Pausini o Ares Tavolazzi ,però almeno gli dai la possibilitàdi scegliereE in questo come ritenete la diffusione del web,dal punto di vista della scelta?(P): Il web è uno strumento importante perché è uno spazio dove ci si può far vedere,noi,adesempio,ci siamo conosciuti proprio in un periodo dove stavano venendo fuori queste

possibilità, per noi è stato ed è tuttora importantissimo uno strumento come You Tubeperché oggi senti il nome di un artista e immediatamente puoi andare a vedere. Per noi èstato importantissimo,tanta gente che sentiva parlare di noi poi vedeva il video su You Tubee anche per quanto riguarda il farsi conoscere, un appassionato scrive di noi su suo blog ecosi' divulga questo tipo di progetto ma cosi' come tanti altri(F): Pensa che in Russia siamo arrivati grazie al web perché l'organizzatore ci ha visti suYou Tube e si è innamorato di noi ma allo stesso tempo,io personalmente sonocompletamente contrario allo scaricamento illegale perché per me uno può vedere tuttoquello che vuole ma scaricarlo no,fra l'altro proprio in questi mesi stiamo registrando ilnostro nuovo disco,che uscirà a Gennaio dell'anno prossimo ed è un disco costosissimo intutti i sensi, non solo in quello economico ma anche come fatica ed energia perché ci sarà ilcoinvolgimento di un'orchestra di cinquanta elementi,abbiamo un arrangiatore per laprima volta e l'idea che a Gennaio un ragazzo faccia clic e si scarica tutto questo in trentasecondi mi fa leggermente innervosire(P): Noi abbiamo fatto questa scelta di fare questo disco molto diverso dai precedentiperché i precedenti sono sempre stati molto immediati,con questo invece vogliamocelebrare i dieci anni dal nostro incontro e volevamo fare questo disco di musica un po' piùvestita a festa(ridiamo)e quindi ci siamo concessi questo sfizioPotete dirmi di più sulla lavorazione di questo disco?(P): Sono quasi tutti brani inediti,ogni brano ha una storia a sé,in qualche brano siamosolamente in trio,io,lui e Daniele Di Gregorio,un collaboratore di Paolo Conte da tantianni,suona la marimba piuttosto che le percussioni piuttosto che la batteria,in altri brani cisaranno i fiati,in altri brani un orchestra intera quindi a seconda del brano c'è unarrangiamento ad hoc e questo ha comportato,oltre allo sforzo economico uno sforzoproprio di costruzione dei brani che non è quello a cui siamo abituati io e lui perché io e luiprendiamo una canzone la suoniamo ed è fatta non è che stiamo a ragionare sugliarrangiamenti(F): E' un lavoro che è partito a Gennaio del duemiladodici e terminerà,si spera,il dieciOttobre del duemiladodiciOra vorrei fare una domanda sulla vostra attitudine che io oserei definire,se non è unabestemmia,quasi punk nell'approccio,sia nei live che in molte registrazioni che avetefatto,una istintività che si percepisce sia nell'approccio allo strumento chenell'approccio vocale(P): Io penso che non ci si po' improvvisare musicisti cosi' come non ci si può improvvisarechirurghi ma neanche muratori,cioè ogni lavoro ha bisogno di una sua preparazione e di unsuo studio,quindi per fare il musicista o la cantante è necessario studiare non solo latecnica del proprio strumento ma anche il repertorio,conoscere il più possibile la musica intutta le sue forme però se sei troppo o se sei solo tecnico alla fine non racconti nientequindi si arriva a un punto in cui poi tutto quello che hai studiato lo digerisci e ci mettiquello che sei. In questo caso, per quanto mi riguarda, c'è una grossa componenteistintiva,io quando canto non è che penso alla tecnica,anzi me la dimentico proprio e avolte faccio delle cose che sono il contrario di quello che ho studiato, però in quel momentoli' mi servono perché voglio esprimere o sottolineare quel significato .(F): Io non sono un grande ascoltatore di musica punk però non è la prima volta che ce lodicono e er me più cose siamo e meglio è cosi' poi quando vai in un negozio di dischi nonsai mai se il nostro disco è nel jazz,nel pop,nella musica d'autore,nella world music quindimi fa piacere essere anche un musicista punk(ridiamo)(P): Forse perché è l'energia che viene fuori,sicuramente il fatto di vedere due persone allafine senza grandi...anzi senza nessun effetto speciale,giusto qualche luce..oggi siamoabituati a vedere concerti con maxi schermi,centomila strutture,travestimenti e chi più neha più ne metta quindi forse vedere solo l'energia di due persone alla fine può essere vistocome punkAvete inciso per la Blue Note,etichetta storica di una certa rilevanza,come vedete ilfuturo del mercato discografico?(F): Non è un caso che negli ultimi anni i discografici si stanno inventando anche manager

degli artisti piuttosto che agenzie di booking per trovare date agli artisti, purtropporitorniamo a quello che dicevo prima un po' anche errori fatti dalle case discografichepraticamente ci stanno portando oggi alla chiusura di queste major,infatti parecchie si sonofuse anche in quest'ultimo anno. Noi speriamo ,nel nostro piccolo, che non scompaianoperché comunque ,come dici tu, la Blue Note é un marchio cosi' come per assurdo anche laSony ,penso anche ai dischi della Emi dei Beatles quindi speriamo che non scompaiano deltutto. Ci sarà sicuramente una trasformazione totale degli oggetti,come siamo passati dalvinile al cd,dal cd ora non so a cosa passeremo a i tunes, a internet,noi continueremo peròa fare i dischi anche solo per il piacere di venderli ai concerti perché secondo noi è unacosa bellissima che la gente dopo il concerto compra un disco e se ne vendiamo tanti vuoldire che la musica che abbiamo fatto è stata buona e la gente ha gradito(P): Io penso che mentre per un lungo tempo si è pensato al disco come a un prodotto davendere,il disco deve tornare ad essere quello che era in origine,cioè un opera d'arte che nevendi dieci o ne vendi mille...meglio se ne vendi mille per carità, però mentre lo fai devipensare che è una cosa che rimane e che ti deve rappresentare,quindi è inutile fare i dischicon due pezzi belli e il resto messo li' per riempire o per avere la SIAE,il disco deve avereuna sua unità,deve avere una sua concezione e soprattutto devi pensare che li' dentro fraduecento anni ci siamo noi due,io la vedo cosi',dargli importanza in questo senso,nonnell'immediato ma proprio nel futuro ed è per questo che dei nostri ultimi due albumabbiamo fatto anche il vinile perché pensiamo che poi in futuro il cd tenderà a sparire,ilconsumo di musica usa e getta sarà in mp3 ma penso che i veri appassionati di musicatorneranno al vinile come un oggetto,un'opera d'arte,come una cosa che però ha un valoreUltimissima domanda:cosa state ascoltando in questo momento?(P): In questo momento il nostro disco perché dobbiamo lavorare e poi devo dire cheultimamente ho ascoltato molto “InventaRio” il disco che ha fatto Ferruccio con Ivan Lins,un progetto italobrasiliano che merita(F): Io sto ascoltando un disco collezione di Billy Joel e ongi volta che ascolto un pezzodico “caspita!ha scritto pure questa”, una successione di brani uno più bellodell'altro,alcuni non sapevo neanche che erano suoi(P): tipo “Just the way you are” ?(F):eh... i titoli non li so (ridiamo)

onckottobre2012

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VULCANICA FESTIVAL 2012MUSICA NUDA

INTERVISTA

Ascoltando il vostro repertorio che comunque comprende una larga fetta della musicasia antica che contemporanea,volevo chiedervi la differenza di approccio che avete nelriarrangiare brani antichi piuttosto che brani moderni,che cosa cambia?(insieme):Niente(ridono)(Ferruccio): Bisogna avere la faccia tosta sia per affrontare la musica seria,chiamiamolacosi',che la musica più allegra come può essere “non ho l'età” piuttosto che il “tucatuca”,per cui, a volte ,il tuca tuca lo trasformiamo in un blues ed io lo suono come se fosseun blues di Charlie Parker, allo stesso modo se facciamo dei pezzi più “seri,”di Sting, deiBeatles ci ispiriamo a dei modelli che ci piacciono,ad esempio Petra può usare la voce inuna maniera più lirica e io usare l'archetto quindi non c'è una regola nella nostra manieradi arrangiare(Petra): E anche per quello che riguarda quei pezzi che fanno parte del repertorio dimusica antica piuttosto che lirica o quello che è,le trattiamo come se fossero delle canzoni.Sai,il fatto di essere contrabbasso e voce per forza di cose amalgama tutto quello chesuoniamo,rende uniforme la schizofrenia del nostro repertorio quindi sia che suoniamo iBeatles o un pezzo nostro o un pezzo di Monteverdi,il fatto di avere un determinato suonoche è il nostro,non rende queste scelte cosi' dispersive anzi l'unione di tutta questa musicaapparentemente lontana, viene proprio dal fatto di essere suonata dal suo contrabbasso edalla mia voce. Questo con una formazione più canonica sarebbe veramente schizofrenico epiù dispersivo.Si percepisce dall'ascolto della vostra musica che buona parte dell'arrangiamento è ilsilenzio,sono le pause e volevo farvi questa domanda forse un po' strana,come si suonail silenzio?(F): Si suona creandolo. Spesso su uno spartito ci sono le pause come notazione musicale,il

silenzio fa parte della musica,per cui,nello stesso modo,per assurdo,anche io colcontrabbasso potrei suonare e riempire molto di più l'arrangiamento essendo l'unicostrumento in scena o sul disco mentre invece spesso ,appunto,cerco di andare persottrazione e fare un po' quello che ho imparato sentendo i dischi di Charlie Hadenpiuttosto che di Scott La Faro,dove con una nota sola puoi sintetizzare tutta l'armonia di unbrano,in questo modo esce ancora di più fuori Petra e anche il testo di una canzone,infattiuno dei complimenti più belli che ci fanno a fine concerto è “finalmente abbiamo capito iltesto di “prendila cosi' “ piuttosto che di una canzone dei Beatles perché siamo abituati asentirla con sovraincisioni infinite(P): Poi il silenzio è anche il silenzio che si crea quando si ascolta o si vuole ascoltare o sisa ascoltare e oggigiorno la musica ha perso valore forse anche perché è troppadappertutto e anche in posti male adeguati,dal parrucchiere,in autobus,negliascensori,indipendentemente dalla qualità, non essendo posti dove uno può ascoltareperché è impegnato a fare altro, diventa solo un umore che copre altro rumore,in questomodo non c'è più la meraviglia quando si ascolta la musica. Quando la musica non erapossibile registrarla e c'era solo dal vivo,dappertutto,in un paese ma anche in una cittàsentivi la musica e ti fermavi incantato perché la nostra musica fa parte della nostra vitama quando noi non siamo più abituati,non ci facciamo più caso ecco che la musica perdevalore,ecco che non c'è più il silenzio e quando uno suona e difficile che qualcuno si fermiad ascoltarlo,questo è un peccato e la nostra musica,in particolare,non può essere unamusica di sottofondo,va ascoltata per capire quello che stiamo facendo altrimenti non haproprio senso quello che facciamoHo visto che avete registrato in Francia un disco live e volevo chiedervi a parte ladifferenza che c'è nell'ascoltatore francese rispetto all'italiano ,dell'educazione allamusica e all'ascolto che forse in Italia è un po' carente e forse in Francia è più presentenon solo per quello che fate voi ma anche in generale e poi la vostra esperienzapersonale(P): Noi abbiamo suonato in moltissimi paesi del mondo e con molto piacere abbiamo vistoche non ci sono grandi differenze di reazioni cioè alla fine nonostante tutte le differenzeculturali che ci sono,differenze ovviamente dovute alla geografia,al clima,alla cucina,allastoria,in realtà poi si vive per le stesse cose,si piange per le stesse cose,ci si emoziona perle stesse cose e questo è molto bello,vedere che la nostra musica crea nelle persone glistessi entusiasmi,le stesse reazioni e nello stesso tempo ci siamo accorti di quanto neglistessi paesi un po' invidiano il talento italiano e di quanto invece questo talento italiano siapoco aiutato,poco incentivato nel nostro paese perché in Francia ci sono delle opportunitàper chi vuole fare musica,per chi vuole fare arte o per chi vuole fare qualsiasi cosa e sonosuperiori a quelle che abbiamo noi,questo da un lato ,forse in questo caso,in realtà,aiutanello stesso tempo a farsi ancora più creativo(F): Io volevo aggiungere che ci sono delle radio in più e delle televisioni,ma parliamosempre di due tre emittenti,non è che in Francia è il paese dei balocchi che accendi la radioe non senti anche della musica orrenda però ci sono quelle due-tre radio e due-tretelevisioni che ti assicurano per lo meno una alternativa alla musica commerciale o banalecon cui spesso ci bombardano anche qui in Italia(P): Quindi danno anche agli ascoltatori la possibilità di scegliere mentre invece se accendila radio e in ogni radio c'è sempre la stessa canzone non ti viene neanche in mente che c'èaltro e quindi non crei cultura,non apri la mente alla persone che poi,giustamente possonoascoltare questo o quello,Laura Pausini o Ares Tavolazzi ,però almeno gli dai la possibilitàdi scegliereE in questo come ritenete la diffusione del web,dal punto di vista della scelta?(P): Il web è uno strumento importante perché è uno spazio dove ci si può far vedere,noi,adesempio,ci siamo conosciuti proprio in un periodo dove stavano venendo fuori queste

possibilità, per noi è stato ed è tuttora importantissimo uno strumento come You Tubeperché oggi senti il nome di un artista e immediatamente puoi andare a vedere. Per noi èstato importantissimo,tanta gente che sentiva parlare di noi poi vedeva il video su You Tubee anche per quanto riguarda il farsi conoscere, un appassionato scrive di noi su suo blog ecosi' divulga questo tipo di progetto ma cosi' come tanti altri(F): Pensa che in Russia siamo arrivati grazie al web perché l'organizzatore ci ha visti suYou Tube e si è innamorato di noi ma allo stesso tempo,io personalmente sonocompletamente contrario allo scaricamento illegale perché per me uno può vedere tuttoquello che vuole ma scaricarlo no,fra l'altro proprio in questi mesi stiamo registrando ilnostro nuovo disco,che uscirà a Gennaio dell'anno prossimo ed è un disco costosissimo intutti i sensi, non solo in quello economico ma anche come fatica ed energia perché ci sarà ilcoinvolgimento di un'orchestra di cinquanta elementi,abbiamo un arrangiatore per laprima volta e l'idea che a Gennaio un ragazzo faccia clic e si scarica tutto questo in trentasecondi mi fa leggermente innervosire(P): Noi abbiamo fatto questa scelta di fare questo disco molto diverso dai precedentiperché i precedenti sono sempre stati molto immediati,con questo invece vogliamocelebrare i dieci anni dal nostro incontro e volevamo fare questo disco di musica un po' piùvestita a festa(ridiamo)e quindi ci siamo concessi questo sfizioPotete dirmi di più sulla lavorazione di questo disco?(P): Sono quasi tutti brani inediti,ogni brano ha una storia a sé,in qualche brano siamosolamente in trio,io,lui e Daniele Di Gregorio,un collaboratore di Paolo Conte da tantianni,suona la marimba piuttosto che le percussioni piuttosto che la batteria,in altri brani cisaranno i fiati,in altri brani un orchestra intera quindi a seconda del brano c'è unarrangiamento ad hoc e questo ha comportato,oltre allo sforzo economico uno sforzoproprio di costruzione dei brani che non è quello a cui siamo abituati io e lui perché io e luiprendiamo una canzone la suoniamo ed è fatta non è che stiamo a ragionare sugliarrangiamenti(F): E' un lavoro che è partito a Gennaio del duemiladodici e terminerà,si spera,il dieciOttobre del duemiladodiciOra vorrei fare una domanda sulla vostra attitudine che io oserei definire,se non è unabestemmia,quasi punk nell'approccio,sia nei live che in molte registrazioni che avetefatto,una istintività che si percepisce sia nell'approccio allo strumento chenell'approccio vocale(P): Io penso che non ci si po' improvvisare musicisti cosi' come non ci si può improvvisarechirurghi ma neanche muratori,cioè ogni lavoro ha bisogno di una sua preparazione e di unsuo studio,quindi per fare il musicista o la cantante è necessario studiare non solo latecnica del proprio strumento ma anche il repertorio,conoscere il più possibile la musica intutta le sue forme però se sei troppo o se sei solo tecnico alla fine non racconti nientequindi si arriva a un punto in cui poi tutto quello che hai studiato lo digerisci e ci mettiquello che sei. In questo caso, per quanto mi riguarda, c'è una grossa componenteistintiva,io quando canto non è che penso alla tecnica,anzi me la dimentico proprio e avolte faccio delle cose che sono il contrario di quello che ho studiato, però in quel momentoli' mi servono perché voglio esprimere o sottolineare quel significato .(F): Io non sono un grande ascoltatore di musica punk però non è la prima volta che ce lodicono e er me più cose siamo e meglio è cosi' poi quando vai in un negozio di dischi nonsai mai se il nostro disco è nel jazz,nel pop,nella musica d'autore,nella world music quindimi fa piacere essere anche un musicista punk(ridiamo)(P): Forse perché è l'energia che viene fuori,sicuramente il fatto di vedere due persone allafine senza grandi...anzi senza nessun effetto speciale,giusto qualche luce..oggi siamoabituati a vedere concerti con maxi schermi,centomila strutture,travestimenti e chi più neha più ne metta quindi forse vedere solo l'energia di due persone alla fine può essere vistocome punkAvete inciso per la Blue Note,etichetta storica di una certa rilevanza,come vedete ilfuturo del mercato discografico?(F): Non è un caso che negli ultimi anni i discografici si stanno inventando anche manager

degli artisti piuttosto che agenzie di booking per trovare date agli artisti, purtropporitorniamo a quello che dicevo prima un po' anche errori fatti dalle case discografichepraticamente ci stanno portando oggi alla chiusura di queste major,infatti parecchie si sonofuse anche in quest'ultimo anno. Noi speriamo ,nel nostro piccolo, che non scompaianoperché comunque ,come dici tu, la Blue Note é un marchio cosi' come per assurdo anche laSony ,penso anche ai dischi della Emi dei Beatles quindi speriamo che non scompaiano deltutto. Ci sarà sicuramente una trasformazione totale degli oggetti,come siamo passati dalvinile al cd,dal cd ora non so a cosa passeremo a i tunes, a internet,noi continueremo peròa fare i dischi anche solo per il piacere di venderli ai concerti perché secondo noi è unacosa bellissima che la gente dopo il concerto compra un disco e se ne vendiamo tanti vuoldire che la musica che abbiamo fatto è stata buona e la gente ha gradito(P): Io penso che mentre per un lungo tempo si è pensato al disco come a un prodotto davendere,il disco deve tornare ad essere quello che era in origine,cioè un opera d'arte che nevendi dieci o ne vendi mille...meglio se ne vendi mille per carità, però mentre lo fai devipensare che è una cosa che rimane e che ti deve rappresentare,quindi è inutile fare i dischicon due pezzi belli e il resto messo li' per riempire o per avere la SIAE,il disco deve avereuna sua unità,deve avere una sua concezione e soprattutto devi pensare che li' dentro fraduecento anni ci siamo noi due,io la vedo cosi',dargli importanza in questo senso,nonnell'immediato ma proprio nel futuro ed è per questo che dei nostri ultimi due albumabbiamo fatto anche il vinile perché pensiamo che poi in futuro il cd tenderà a sparire,ilconsumo di musica usa e getta sarà in mp3 ma penso che i veri appassionati di musicatorneranno al vinile come un oggetto,un'opera d'arte,come una cosa che però ha un valoreUltimissima domanda:cosa state ascoltando in questo momento?(P): In questo momento il nostro disco perché dobbiamo lavorare e poi devo dire cheultimamente ho ascoltato molto “InventaRio” il disco che ha fatto Ferruccio con Ivan Lins,un progetto italobrasiliano che merita(F): Io sto ascoltando un disco collezione di Billy Joel e ongi volta che ascolto un pezzodico “caspita!ha scritto pure questa”, una successione di brani uno più bellodell'altro,alcuni non sapevo neanche che erano suoi(P): tipo “Just the way you are” ?(F):eh... i titoli non li so (ridiamo)

ottobre2012

#undici ottobre2012

#undici18onck

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MUSICA NUDA MUSICA NUDAINTERVISTA

Ascoltando il vostro repertorio che comunque comprende una larga fetta della musicasia antica che contemporanea,volevo chiedervi la differenza di approccio che avete nelriarrangiare brani antichi piuttosto che brani moderni,che cosa cambia?(insieme):Niente(ridono)(Ferruccio): Bisogna avere la faccia tosta sia per affrontare la musica seria,chiamiamolacosi',che la musica più allegra come può essere “non ho l'età” piuttosto che il “tucatuca”,per cui, a volte ,il tuca tuca lo trasformiamo in un blues ed io lo suono come se fosseun blues di Charlie Parker, allo stesso modo se facciamo dei pezzi più “seri,”di Sting, deiBeatles ci ispiriamo a dei modelli che ci piacciono,ad esempio Petra può usare la voce inuna maniera più lirica e io usare l'archetto quindi non c'è una regola nella nostra manieradi arrangiare(Petra): E anche per quello che riguarda quei pezzi che fanno parte del repertorio dimusica antica piuttosto che lirica o quello che è,le trattiamo come se fossero delle canzoni.Sai,il fatto di essere contrabbasso e voce per forza di cose amalgama tutto quello chesuoniamo,rende uniforme la schizofrenia del nostro repertorio quindi sia che suoniamo iBeatles o un pezzo nostro o un pezzo di Monteverdi,il fatto di avere un determinato suonoche è il nostro,non rende queste scelte cosi' dispersive anzi l'unione di tutta questa musicaapparentemente lontana, viene proprio dal fatto di essere suonata dal suo contrabbasso edalla mia voce. Questo con una formazione più canonica sarebbe veramente schizofrenico epiù dispersivo.Si percepisce dall'ascolto della vostra musica che buona parte dell'arrangiamento è ilsilenzio,sono le pause e volevo farvi questa domanda forse un po' strana,come si suonail silenzio?(F): Si suona creandolo. Spesso su uno spartito ci sono le pause come notazione musicale,il

silenzio fa parte della musica,per cui,nello stesso modo,per assurdo,anche io colcontrabbasso potrei suonare e riempire molto di più l'arrangiamento essendo l'unicostrumento in scena o sul disco mentre invece spesso ,appunto,cerco di andare persottrazione e fare un po' quello che ho imparato sentendo i dischi di Charlie Hadenpiuttosto che di Scott La Faro,dove con una nota sola puoi sintetizzare tutta l'armonia di unbrano,in questo modo esce ancora di più fuori Petra e anche il testo di una canzone,infattiuno dei complimenti più belli che ci fanno a fine concerto è “finalmente abbiamo capito iltesto di “prendila cosi' “ piuttosto che di una canzone dei Beatles perché siamo abituati asentirla con sovraincisioni infinite(P): Poi il silenzio è anche il silenzio che si crea quando si ascolta o si vuole ascoltare o sisa ascoltare e oggigiorno la musica ha perso valore forse anche perché è troppadappertutto e anche in posti male adeguati,dal parrucchiere,in autobus,negliascensori,indipendentemente dalla qualità, non essendo posti dove uno può ascoltareperché è impegnato a fare altro, diventa solo un umore che copre altro rumore,in questomodo non c'è più la meraviglia quando si ascolta la musica. Quando la musica non erapossibile registrarla e c'era solo dal vivo,dappertutto,in un paese ma anche in una cittàsentivi la musica e ti fermavi incantato perché la nostra musica fa parte della nostra vitama quando noi non siamo più abituati,non ci facciamo più caso ecco che la musica perdevalore,ecco che non c'è più il silenzio e quando uno suona e difficile che qualcuno si fermiad ascoltarlo,questo è un peccato e la nostra musica,in particolare,non può essere unamusica di sottofondo,va ascoltata per capire quello che stiamo facendo altrimenti non haproprio senso quello che facciamoHo visto che avete registrato in Francia un disco live e volevo chiedervi a parte ladifferenza che c'è nell'ascoltatore francese rispetto all'italiano ,dell'educazione allamusica e all'ascolto che forse in Italia è un po' carente e forse in Francia è più presentenon solo per quello che fate voi ma anche in generale e poi la vostra esperienzapersonale(P): Noi abbiamo suonato in moltissimi paesi del mondo e con molto piacere abbiamo vistoche non ci sono grandi differenze di reazioni cioè alla fine nonostante tutte le differenzeculturali che ci sono,differenze ovviamente dovute alla geografia,al clima,alla cucina,allastoria,in realtà poi si vive per le stesse cose,si piange per le stesse cose,ci si emoziona perle stesse cose e questo è molto bello,vedere che la nostra musica crea nelle persone glistessi entusiasmi,le stesse reazioni e nello stesso tempo ci siamo accorti di quanto neglistessi paesi un po' invidiano il talento italiano e di quanto invece questo talento italiano siapoco aiutato,poco incentivato nel nostro paese perché in Francia ci sono delle opportunitàper chi vuole fare musica,per chi vuole fare arte o per chi vuole fare qualsiasi cosa e sonosuperiori a quelle che abbiamo noi,questo da un lato ,forse in questo caso,in realtà,aiutanello stesso tempo a farsi ancora più creativo(F): Io volevo aggiungere che ci sono delle radio in più e delle televisioni,ma parliamosempre di due tre emittenti,non è che in Francia è il paese dei balocchi che accendi la radioe non senti anche della musica orrenda però ci sono quelle due-tre radio e due-tretelevisioni che ti assicurano per lo meno una alternativa alla musica commerciale o banalecon cui spesso ci bombardano anche qui in Italia(P): Quindi danno anche agli ascoltatori la possibilità di scegliere mentre invece se accendila radio e in ogni radio c'è sempre la stessa canzone non ti viene neanche in mente che c'èaltro e quindi non crei cultura,non apri la mente alla persone che poi,giustamente possonoascoltare questo o quello,Laura Pausini o Ares Tavolazzi ,però almeno gli dai la possibilitàdi scegliereE in questo come ritenete la diffusione del web,dal punto di vista della scelta?(P): Il web è uno strumento importante perché è uno spazio dove ci si può far vedere,noi,adesempio,ci siamo conosciuti proprio in un periodo dove stavano venendo fuori queste

possibilità, per noi è stato ed è tuttora importantissimo uno strumento come You Tubeperché oggi senti il nome di un artista e immediatamente puoi andare a vedere. Per noi èstato importantissimo,tanta gente che sentiva parlare di noi poi vedeva il video su You Tubee anche per quanto riguarda il farsi conoscere, un appassionato scrive di noi su suo blog ecosi' divulga questo tipo di progetto ma cosi' come tanti altri(F): Pensa che in Russia siamo arrivati grazie al web perché l'organizzatore ci ha visti suYou Tube e si è innamorato di noi ma allo stesso tempo,io personalmente sonocompletamente contrario allo scaricamento illegale perché per me uno può vedere tuttoquello che vuole ma scaricarlo no,fra l'altro proprio in questi mesi stiamo registrando ilnostro nuovo disco,che uscirà a Gennaio dell'anno prossimo ed è un disco costosissimo intutti i sensi, non solo in quello economico ma anche come fatica ed energia perché ci sarà ilcoinvolgimento di un'orchestra di cinquanta elementi,abbiamo un arrangiatore per laprima volta e l'idea che a Gennaio un ragazzo faccia clic e si scarica tutto questo in trentasecondi mi fa leggermente innervosire(P): Noi abbiamo fatto questa scelta di fare questo disco molto diverso dai precedentiperché i precedenti sono sempre stati molto immediati,con questo invece vogliamocelebrare i dieci anni dal nostro incontro e volevamo fare questo disco di musica un po' piùvestita a festa(ridiamo)e quindi ci siamo concessi questo sfizioPotete dirmi di più sulla lavorazione di questo disco?(P): Sono quasi tutti brani inediti,ogni brano ha una storia a sé,in qualche brano siamosolamente in trio,io,lui e Daniele Di Gregorio,un collaboratore di Paolo Conte da tantianni,suona la marimba piuttosto che le percussioni piuttosto che la batteria,in altri brani cisaranno i fiati,in altri brani un orchestra intera quindi a seconda del brano c'è unarrangiamento ad hoc e questo ha comportato,oltre allo sforzo economico uno sforzoproprio di costruzione dei brani che non è quello a cui siamo abituati io e lui perché io e luiprendiamo una canzone la suoniamo ed è fatta non è che stiamo a ragionare sugliarrangiamenti(F): E' un lavoro che è partito a Gennaio del duemiladodici e terminerà,si spera,il dieciOttobre del duemiladodiciOra vorrei fare una domanda sulla vostra attitudine che io oserei definire,se non è unabestemmia,quasi punk nell'approccio,sia nei live che in molte registrazioni che avetefatto,una istintività che si percepisce sia nell'approccio allo strumento chenell'approccio vocale(P): Io penso che non ci si po' improvvisare musicisti cosi' come non ci si può improvvisarechirurghi ma neanche muratori,cioè ogni lavoro ha bisogno di una sua preparazione e di unsuo studio,quindi per fare il musicista o la cantante è necessario studiare non solo latecnica del proprio strumento ma anche il repertorio,conoscere il più possibile la musica intutta le sue forme però se sei troppo o se sei solo tecnico alla fine non racconti nientequindi si arriva a un punto in cui poi tutto quello che hai studiato lo digerisci e ci mettiquello che sei. In questo caso, per quanto mi riguarda, c'è una grossa componenteistintiva,io quando canto non è che penso alla tecnica,anzi me la dimentico proprio e avolte faccio delle cose che sono il contrario di quello che ho studiato, però in quel momentoli' mi servono perché voglio esprimere o sottolineare quel significato .(F): Io non sono un grande ascoltatore di musica punk però non è la prima volta che ce lodicono e er me più cose siamo e meglio è cosi' poi quando vai in un negozio di dischi nonsai mai se il nostro disco è nel jazz,nel pop,nella musica d'autore,nella world music quindimi fa piacere essere anche un musicista punk(ridiamo)(P): Forse perché è l'energia che viene fuori,sicuramente il fatto di vedere due persone allafine senza grandi...anzi senza nessun effetto speciale,giusto qualche luce..oggi siamoabituati a vedere concerti con maxi schermi,centomila strutture,travestimenti e chi più neha più ne metta quindi forse vedere solo l'energia di due persone alla fine può essere vistocome punkAvete inciso per la Blue Note,etichetta storica di una certa rilevanza,come vedete ilfuturo del mercato discografico?(F): Non è un caso che negli ultimi anni i discografici si stanno inventando anche manager

degli artisti piuttosto che agenzie di booking per trovare date agli artisti, purtropporitorniamo a quello che dicevo prima un po' anche errori fatti dalle case discografichepraticamente ci stanno portando oggi alla chiusura di queste major,infatti parecchie si sonofuse anche in quest'ultimo anno. Noi speriamo ,nel nostro piccolo, che non scompaianoperché comunque ,come dici tu, la Blue Note é un marchio cosi' come per assurdo anche laSony ,penso anche ai dischi della Emi dei Beatles quindi speriamo che non scompaiano deltutto. Ci sarà sicuramente una trasformazione totale degli oggetti,come siamo passati dalvinile al cd,dal cd ora non so a cosa passeremo a i tunes, a internet,noi continueremo peròa fare i dischi anche solo per il piacere di venderli ai concerti perché secondo noi è unacosa bellissima che la gente dopo il concerto compra un disco e se ne vendiamo tanti vuoldire che la musica che abbiamo fatto è stata buona e la gente ha gradito(P): Io penso che mentre per un lungo tempo si è pensato al disco come a un prodotto davendere,il disco deve tornare ad essere quello che era in origine,cioè un opera d'arte che nevendi dieci o ne vendi mille...meglio se ne vendi mille per carità, però mentre lo fai devipensare che è una cosa che rimane e che ti deve rappresentare,quindi è inutile fare i dischicon due pezzi belli e il resto messo li' per riempire o per avere la SIAE,il disco deve avereuna sua unità,deve avere una sua concezione e soprattutto devi pensare che li' dentro fraduecento anni ci siamo noi due,io la vedo cosi',dargli importanza in questo senso,nonnell'immediato ma proprio nel futuro ed è per questo che dei nostri ultimi due albumabbiamo fatto anche il vinile perché pensiamo che poi in futuro il cd tenderà a sparire,ilconsumo di musica usa e getta sarà in mp3 ma penso che i veri appassionati di musicatorneranno al vinile come un oggetto,un'opera d'arte,come una cosa che però ha un valoreUltimissima domanda:cosa state ascoltando in questo momento?(P): In questo momento il nostro disco perché dobbiamo lavorare e poi devo dire cheultimamente ho ascoltato molto “InventaRio” il disco che ha fatto Ferruccio con Ivan Lins,un progetto italobrasiliano che merita(F): Io sto ascoltando un disco collezione di Billy Joel e ongi volta che ascolto un pezzodico “caspita!ha scritto pure questa”, una successione di brani uno più bellodell'altro,alcuni non sapevo neanche che erano suoi(P): tipo “Just the way you are” ?(F):eh... i titoli non li so (ridiamo)

onckottobre2012

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Ascoltando il vostro repertorio che comunque comprende una larga fetta della musicasia antica che contemporanea,volevo chiedervi la differenza di approccio che avete nelriarrangiare brani antichi piuttosto che brani moderni,che cosa cambia?(insieme):Niente(ridono)(Ferruccio): Bisogna avere la faccia tosta sia per affrontare la musica seria,chiamiamolacosi',che la musica più allegra come può essere “non ho l'età” piuttosto che il “tucatuca”,per cui, a volte ,il tuca tuca lo trasformiamo in un blues ed io lo suono come se fosseun blues di Charlie Parker, allo stesso modo se facciamo dei pezzi più “seri,”di Sting, deiBeatles ci ispiriamo a dei modelli che ci piacciono,ad esempio Petra può usare la voce inuna maniera più lirica e io usare l'archetto quindi non c'è una regola nella nostra manieradi arrangiare(Petra): E anche per quello che riguarda quei pezzi che fanno parte del repertorio dimusica antica piuttosto che lirica o quello che è,le trattiamo come se fossero delle canzoni.Sai,il fatto di essere contrabbasso e voce per forza di cose amalgama tutto quello chesuoniamo,rende uniforme la schizofrenia del nostro repertorio quindi sia che suoniamo iBeatles o un pezzo nostro o un pezzo di Monteverdi,il fatto di avere un determinato suonoche è il nostro,non rende queste scelte cosi' dispersive anzi l'unione di tutta questa musicaapparentemente lontana, viene proprio dal fatto di essere suonata dal suo contrabbasso edalla mia voce. Questo con una formazione più canonica sarebbe veramente schizofrenico epiù dispersivo.Si percepisce dall'ascolto della vostra musica che buona parte dell'arrangiamento è ilsilenzio,sono le pause e volevo farvi questa domanda forse un po' strana,come si suonail silenzio?(F): Si suona creandolo. Spesso su uno spartito ci sono le pause come notazione musicale,il

silenzio fa parte della musica,per cui,nello stesso modo,per assurdo,anche io colcontrabbasso potrei suonare e riempire molto di più l'arrangiamento essendo l'unicostrumento in scena o sul disco mentre invece spesso ,appunto,cerco di andare persottrazione e fare un po' quello che ho imparato sentendo i dischi di Charlie Hadenpiuttosto che di Scott La Faro,dove con una nota sola puoi sintetizzare tutta l'armonia di unbrano,in questo modo esce ancora di più fuori Petra e anche il testo di una canzone,infattiuno dei complimenti più belli che ci fanno a fine concerto è “finalmente abbiamo capito iltesto di “prendila cosi' “ piuttosto che di una canzone dei Beatles perché siamo abituati asentirla con sovraincisioni infinite(P): Poi il silenzio è anche il silenzio che si crea quando si ascolta o si vuole ascoltare o sisa ascoltare e oggigiorno la musica ha perso valore forse anche perché è troppadappertutto e anche in posti male adeguati,dal parrucchiere,in autobus,negliascensori,indipendentemente dalla qualità, non essendo posti dove uno può ascoltareperché è impegnato a fare altro, diventa solo un umore che copre altro rumore,in questomodo non c'è più la meraviglia quando si ascolta la musica. Quando la musica non erapossibile registrarla e c'era solo dal vivo,dappertutto,in un paese ma anche in una cittàsentivi la musica e ti fermavi incantato perché la nostra musica fa parte della nostra vitama quando noi non siamo più abituati,non ci facciamo più caso ecco che la musica perdevalore,ecco che non c'è più il silenzio e quando uno suona e difficile che qualcuno si fermiad ascoltarlo,questo è un peccato e la nostra musica,in particolare,non può essere unamusica di sottofondo,va ascoltata per capire quello che stiamo facendo altrimenti non haproprio senso quello che facciamoHo visto che avete registrato in Francia un disco live e volevo chiedervi a parte ladifferenza che c'è nell'ascoltatore francese rispetto all'italiano ,dell'educazione allamusica e all'ascolto che forse in Italia è un po' carente e forse in Francia è più presentenon solo per quello che fate voi ma anche in generale e poi la vostra esperienzapersonale(P): Noi abbiamo suonato in moltissimi paesi del mondo e con molto piacere abbiamo vistoche non ci sono grandi differenze di reazioni cioè alla fine nonostante tutte le differenzeculturali che ci sono,differenze ovviamente dovute alla geografia,al clima,alla cucina,allastoria,in realtà poi si vive per le stesse cose,si piange per le stesse cose,ci si emoziona perle stesse cose e questo è molto bello,vedere che la nostra musica crea nelle persone glistessi entusiasmi,le stesse reazioni e nello stesso tempo ci siamo accorti di quanto neglistessi paesi un po' invidiano il talento italiano e di quanto invece questo talento italiano siapoco aiutato,poco incentivato nel nostro paese perché in Francia ci sono delle opportunitàper chi vuole fare musica,per chi vuole fare arte o per chi vuole fare qualsiasi cosa e sonosuperiori a quelle che abbiamo noi,questo da un lato ,forse in questo caso,in realtà,aiutanello stesso tempo a farsi ancora più creativo(F): Io volevo aggiungere che ci sono delle radio in più e delle televisioni,ma parliamosempre di due tre emittenti,non è che in Francia è il paese dei balocchi che accendi la radioe non senti anche della musica orrenda però ci sono quelle due-tre radio e due-tretelevisioni che ti assicurano per lo meno una alternativa alla musica commerciale o banalecon cui spesso ci bombardano anche qui in Italia(P): Quindi danno anche agli ascoltatori la possibilità di scegliere mentre invece se accendila radio e in ogni radio c'è sempre la stessa canzone non ti viene neanche in mente che c'èaltro e quindi non crei cultura,non apri la mente alla persone che poi,giustamente possonoascoltare questo o quello,Laura Pausini o Ares Tavolazzi ,però almeno gli dai la possibilitàdi scegliereE in questo come ritenete la diffusione del web,dal punto di vista della scelta?(P): Il web è uno strumento importante perché è uno spazio dove ci si può far vedere,noi,adesempio,ci siamo conosciuti proprio in un periodo dove stavano venendo fuori queste

possibilità, per noi è stato ed è tuttora importantissimo uno strumento come You Tubeperché oggi senti il nome di un artista e immediatamente puoi andare a vedere. Per noi èstato importantissimo,tanta gente che sentiva parlare di noi poi vedeva il video su You Tubee anche per quanto riguarda il farsi conoscere, un appassionato scrive di noi su suo blog ecosi' divulga questo tipo di progetto ma cosi' come tanti altri(F): Pensa che in Russia siamo arrivati grazie al web perché l'organizzatore ci ha visti suYou Tube e si è innamorato di noi ma allo stesso tempo,io personalmente sonocompletamente contrario allo scaricamento illegale perché per me uno può vedere tuttoquello che vuole ma scaricarlo no,fra l'altro proprio in questi mesi stiamo registrando ilnostro nuovo disco,che uscirà a Gennaio dell'anno prossimo ed è un disco costosissimo intutti i sensi, non solo in quello economico ma anche come fatica ed energia perché ci sarà ilcoinvolgimento di un'orchestra di cinquanta elementi,abbiamo un arrangiatore per laprima volta e l'idea che a Gennaio un ragazzo faccia clic e si scarica tutto questo in trentasecondi mi fa leggermente innervosire(P): Noi abbiamo fatto questa scelta di fare questo disco molto diverso dai precedentiperché i precedenti sono sempre stati molto immediati,con questo invece vogliamocelebrare i dieci anni dal nostro incontro e volevamo fare questo disco di musica un po' piùvestita a festa(ridiamo)e quindi ci siamo concessi questo sfizioPotete dirmi di più sulla lavorazione di questo disco?(P): Sono quasi tutti brani inediti,ogni brano ha una storia a sé,in qualche brano siamosolamente in trio,io,lui e Daniele Di Gregorio,un collaboratore di Paolo Conte da tantianni,suona la marimba piuttosto che le percussioni piuttosto che la batteria,in altri brani cisaranno i fiati,in altri brani un orchestra intera quindi a seconda del brano c'è unarrangiamento ad hoc e questo ha comportato,oltre allo sforzo economico uno sforzoproprio di costruzione dei brani che non è quello a cui siamo abituati io e lui perché io e luiprendiamo una canzone la suoniamo ed è fatta non è che stiamo a ragionare sugliarrangiamenti(F): E' un lavoro che è partito a Gennaio del duemiladodici e terminerà,si spera,il dieciOttobre del duemiladodiciOra vorrei fare una domanda sulla vostra attitudine che io oserei definire,se non è unabestemmia,quasi punk nell'approccio,sia nei live che in molte registrazioni che avetefatto,una istintività che si percepisce sia nell'approccio allo strumento chenell'approccio vocale(P): Io penso che non ci si po' improvvisare musicisti cosi' come non ci si può improvvisarechirurghi ma neanche muratori,cioè ogni lavoro ha bisogno di una sua preparazione e di unsuo studio,quindi per fare il musicista o la cantante è necessario studiare non solo latecnica del proprio strumento ma anche il repertorio,conoscere il più possibile la musica intutta le sue forme però se sei troppo o se sei solo tecnico alla fine non racconti nientequindi si arriva a un punto in cui poi tutto quello che hai studiato lo digerisci e ci mettiquello che sei. In questo caso, per quanto mi riguarda, c'è una grossa componenteistintiva,io quando canto non è che penso alla tecnica,anzi me la dimentico proprio e avolte faccio delle cose che sono il contrario di quello che ho studiato, però in quel momentoli' mi servono perché voglio esprimere o sottolineare quel significato .(F): Io non sono un grande ascoltatore di musica punk però non è la prima volta che ce lodicono e er me più cose siamo e meglio è cosi' poi quando vai in un negozio di dischi nonsai mai se il nostro disco è nel jazz,nel pop,nella musica d'autore,nella world music quindimi fa piacere essere anche un musicista punk(ridiamo)(P): Forse perché è l'energia che viene fuori,sicuramente il fatto di vedere due persone allafine senza grandi...anzi senza nessun effetto speciale,giusto qualche luce..oggi siamoabituati a vedere concerti con maxi schermi,centomila strutture,travestimenti e chi più neha più ne metta quindi forse vedere solo l'energia di due persone alla fine può essere vistocome punkAvete inciso per la Blue Note,etichetta storica di una certa rilevanza,come vedete ilfuturo del mercato discografico?(F): Non è un caso che negli ultimi anni i discografici si stanno inventando anche manager

degli artisti piuttosto che agenzie di booking per trovare date agli artisti, purtropporitorniamo a quello che dicevo prima un po' anche errori fatti dalle case discografichepraticamente ci stanno portando oggi alla chiusura di queste major,infatti parecchie si sonofuse anche in quest'ultimo anno. Noi speriamo ,nel nostro piccolo, che non scompaianoperché comunque ,come dici tu, la Blue Note é un marchio cosi' come per assurdo anche laSony ,penso anche ai dischi della Emi dei Beatles quindi speriamo che non scompaiano deltutto. Ci sarà sicuramente una trasformazione totale degli oggetti,come siamo passati dalvinile al cd,dal cd ora non so a cosa passeremo a i tunes, a internet,noi continueremo peròa fare i dischi anche solo per il piacere di venderli ai concerti perché secondo noi è unacosa bellissima che la gente dopo il concerto compra un disco e se ne vendiamo tanti vuoldire che la musica che abbiamo fatto è stata buona e la gente ha gradito(P): Io penso che mentre per un lungo tempo si è pensato al disco come a un prodotto davendere,il disco deve tornare ad essere quello che era in origine,cioè un opera d'arte che nevendi dieci o ne vendi mille...meglio se ne vendi mille per carità, però mentre lo fai devipensare che è una cosa che rimane e che ti deve rappresentare,quindi è inutile fare i dischicon due pezzi belli e il resto messo li' per riempire o per avere la SIAE,il disco deve avereuna sua unità,deve avere una sua concezione e soprattutto devi pensare che li' dentro fraduecento anni ci siamo noi due,io la vedo cosi',dargli importanza in questo senso,nonnell'immediato ma proprio nel futuro ed è per questo che dei nostri ultimi due albumabbiamo fatto anche il vinile perché pensiamo che poi in futuro il cd tenderà a sparire,ilconsumo di musica usa e getta sarà in mp3 ma penso che i veri appassionati di musicatorneranno al vinile come un oggetto,un'opera d'arte,come una cosa che però ha un valoreUltimissima domanda:cosa state ascoltando in questo momento?(P): In questo momento il nostro disco perché dobbiamo lavorare e poi devo dire cheultimamente ho ascoltato molto “InventaRio” il disco che ha fatto Ferruccio con Ivan Lins,un progetto italobrasiliano che merita(F): Io sto ascoltando un disco collezione di Billy Joel e ongi volta che ascolto un pezzodico “caspita!ha scritto pure questa”, una successione di brani uno più bellodell'altro,alcuni non sapevo neanche che erano suoi(P): tipo “Just the way you are” ?(F):eh... i titoli non li so (ridiamo)

VULCANICA FESTIVAL 2012BRUNORI SAS

INTERVISTA

Cominciamo parlando del Premio Ciampi e del premio Tenco entrambi premi che haivinto rispettivamente nel 2009 e nel 2010 ,premi che si danno al cantautorato e volevochiederti: quale pensi che sia il valore del cantautorato al giorno 'd'oggi nelventunesimo secolo rispetto al periodo in cui si è più sviluppato in Italia,cioè ,negli annisettanta,quando era più legato ad un certo tipo di impegno politico e sociale mentreoggi,ovviamente, non è più cosi'?

Ma...secondo me,in generale, al di là che si esprima col cantautorato o con altre formepenso che in determinati momenti storici ci sia la necessità da parte delle persone dicomunicare,poi che questa comunicazione avvenga in forma verbale o in altre forme è unanecessità che secondo me esce fuori,in particolar modo, quando il mondo che abbiamointorno non è esattamente quello che ci eravamo immaginati o che ,in qualche modo,pensavamo, ci avrebbero lasciato in eredità i nostri genitori quindi sicuramente ora laparola è molto più forte perchè,soprattutto in forma canzone,ha una rapidità che è legataanche al fatto che ,appunto, tu prima canti e la melodia ti dà la possibilità di andare ancheoltre il significato delle parole o anche non prenderle all'inizio e poi ,pian piano,recuperarequello che poteve essere il messaggio contenuto. Oggi magari c'è un'attitudine menopoetica ma perchè siamo noi cresciuti con attitudine meno ideologica e io di questo nefaccio un pregio,non sono amante delle ideologie,non credo in nessun tipo di ideologia népolitica né religiosa,penso che ,in generale, sia bene che le persone mantengano la propria

testa e quindi sicuramente si può essere curiosi,ascoltare,leggere ma personalmente non mivoglio incanalare in nessuna direzione e mantenere una visione quanto più possibile fluidadelle cose e in questo senso il nuovo cantauotrato forse è meno legato al discorso politicoma lo trovo ,in questo senso, una fortuna e penso che anche i cantautori di quellagenerazione si siano convinti con l'esperienza che è meglio non essere legati ,anche per unespressione artistica più genuinaPer quanto riguarda il tuo modo di scrivere,cosa prediligi raccontare, cosa ti riesce piùimmediato, fare una sorta di cronaca,affidarti ai ricordi personali oppure inventareanche delle storie? Io ad esempio ho notato nel primo disco una visione più intimista epersonale mentre nel secondo un occhio più rivolto a ciò che ti circondaA me capita di scrivere con pochissima premeditiazione,non sono uno che si mette atavolino e scrive una canzone,per cui non ti posso dire che c'è una ricetta. Nel primo discoha fatto più presa un vissuto personale perchè è stato un periodo particolare della miavita,in cui determinate cose dovevo tirarle fuori quindi io la canzone la vedo con uno scopoterapeutico,a volte mi dispiace che le persone siano affezionate a cose che,in qualchemodo, io ho voluto eliminare da me cantandole però mi rendo conto che è una cosa chefaccio anche io con altri quindi è un circolo vizioso,anche io mi affeziono ai rifiuti altruiper cui va bene cosi'(ridiamo). Tra primo e secondo album sicuramente c'è una differenzaspiccata che è proprio quella che,magari a livello di intenzione,seppur non completamenteconsapevole,c'era l'idea di non raccontarmi troppo anche perchè non ho avuto un vissutocosi' rock'n'roll da poterlo inserire in canzoni, la noia e tutta la mia adolescenza.'avevoben illustrata nel primo disco,sono contento quando posso raccontarmi raccontando lastoria di un altro perché la vedo un'ottica più distaccata dove per distacco intendo che conlucidità posso guardare da lontano una cosa e raccontarla meglio,se devo descrivere unpaesaggio preferisco essere sulla vetta che non essere proprio dentro il posto.Una domanda sull'elemento nostalgico che ha caratterizzato parte della tua primaproduzione, come le tue precedenti esperienze musicali si sono poi evolute in quella cheè la tua cifra stilistica attuale?Secondo me è facile e anche comodo per l'artista quando qualcuno ti etichetta in un modoall'inizio perché è più semplice per chi deve spiegare che cosa fa questo personaggio e vabene,in una prima fase è importante,è ovvio che per me quel disco è,come ogni disco,unacosa di quel momento,è come se io ti facessi leggere un tema che ho fatto alle scuolemedie,è Dario a tredici anni. Ogni disco parla di quel momento li' e in quel momento eronostalgico perché erano successe tante cose,ero tornato al paesello dopo tanti anni passatifuori,non ci ero tornato per motivi felici perché era venuto a mancare mio padre e in alcunimomenti la nostalgia...anche se io,in realtà,non sono nostalgico ,non sono un amante di chiguarda troppo al passato,preferisco rimanere ancorato qui e ora però ,appunto, in quelmomento ti ci coccoli,ti ci culli in certe sensazioni e quel disco è figlio di questo. Quandoritorni,tante cose che avevi vissuto in una certa età le rivedi e le vorresti come eranoquindici anni prima o come tu te le ricordi però è pur vero che il ricordo non è realtà,è tuttaimmaginazione. E' un disco che ,in quel senso, ha molta immaginazione,ripeto:è un po'consolatorio in quel senso però non sono un nostalgico anzi sono un uomo moderno,sono3.0.(ridiamo)Veniamo al vissuto della provincia rispetto al vissuto di città e le differenze,cosa tipiace e cosa non ti piace?Non posso dire le differenze perché non ho mai vissuto veramente in città,la città piùgrande che ho abitato è stata Siena quindi non stiamo parlando di una grandissima cittàperò io i primi dieci anni di vita li ho fatti in un paese che faceva quattrocento abitantiquindi molto più piccolo, penso che sia una buona palestra perché sono convinto che ilmicrocosmo di un paesino in qualche modo ricalchi le dinamiche anche del macrocosmo dicittà. Alla fine le città sono pur sempre piccoli paesi agglomerati, molta gente che vive incittà mi parla del quartiere come io posso parlare di Guardia. La cosa che ho sempre dettoe di cui sono ancora convinto è che il paese ti dà una percentuale di noia non indifferenteche o ti porta all'alienazione,che anche mi sembra una buona cosa,nel senso l'alienazioneda sostanze o perché ti butti in qualche cosa che ti appassiona e in questo senso per me lamusica è stata una droga perché dai dodici/tredici anni in poi sono stato davvero tantissimo...ero un chitarrista io,anche se ormai ho l'artrosi incipiente ma ero appassionatissimo,anziodiavo i cantautori,io volevo solo fare assoli,ero un amante dell' heavy metal,ma si è visto

ieri, sono l'Hetfield del cantautorato italiano(ridiamo).Quindi il paesino ti dà molta piùopportunità perché paradossalmente non ti dà niente quindi te la devi cercare tu,ti devisbattere e questa cosa ti fa crescere perché è una sorta di introversione cioè cerchi dirimboccarti le maniche,invece magari in città ci sono cosi' tante distrazioni che affidisempre a qualcun'altro il tuo divertimento però ripeto non ho vissuto in città magari non ècosi',me lo immagino.Per quanto riguarda il secondo disco ho notato una ricchezza e una fantasia negliarrangiamenti che mi è piaciuta molto,volevo chiederti come nasce il processo in studiodi arrangiamentoDevo dire la verità,è stata una cosa che con grande piacere ho delegato in buona parte aMirko Onofrio,il ragazzo dei fiati,che scrive da tantissimo tempo,che è un musicista verocome gli altri ragazzi,sono tutti musicisti veri che però purtroppo per motivi economici sidevono piegare a suonare canzonette ma è questo mondo del capitalismo. A me piace moltoil lavoro in studio,prima di scrivere facevo questo,mi piace anche l'aspetto artigianaledell'elaborazione delle canzoni. Quando ci siamo trovati in studio,a fronte di un primodisco molto spartano,registrato ,anche volutamente, con una idea di “buona la prima”perché le canzoni erano cosi' semplici . La produzione è una cosa che in Italia non sisottolinea abbastanza,invece è un aspetto fondamentale,non ci si rende mai tanto conto diquanto sia importante come suona un disco e di quanto conti,non a livello tecnico, ma èimportante che il sound proprio emotivamente ti colpisca. Molti nel primo disco mi hannodetto :“sembra che sei qua,a casa,a suonare sul divano”, perché è stato registrato in unamaniera molto semplice,molto spartana,senza molti artifici e questo si sente anche perchénel primo disco la band non c'era,nel secondo c'è e allora abbiamo pensato di fare un discoche suonava molto colorato,molto ricco senza esagerare perché si poteva scadere nelbaroccoIl secondo disco si apre con “La storia del giovane Mario”,una sorta di storia tragicama anche comica(io ho adorato l'idea di aprire con un pezzo del genere) . Si nota ,inmolti tuoi testi ,un immaginario molto cinematografico volevo farti una domanda sulcinema,cosa ti piace e in che modo magari ispira,anche inconsciamente,il tuo modo discrivere?Guarda io ho sempre difficoltà a citare le fonti perché non sono u metodico in questo,nonsono un curioso. Sul cinema devo dire che sono stato pigro e ottuso per molti anni perchéavevo una idea del cinema molto leggera, l'idea di vedere una pellicola in bianco e nero mimetteva il magone,c'era proprio un pregiudizio di pallosità invece poi nel corso deglianni,ho cominciato a scoprire delle cose meravigliose tipo il neorealismo italiano e ti possodire che in questa canzone rientra sicuramente delle visioni di film che abbiamo fatto grazieal buon Massimo Palermo,il batterista amante di cinema ,che in furgone,visto che facciamoviaggi mediamente di cinque-sei ore, partendo dalla Calabria per il mondo...poi sulla Salerno-Reggio Calabria......sulla Salerno-Reggio Calabria ci siamo fatti intere filmografie,(ridiamo) tutto ma propriotutto il neorealismo italiano,anche con delle pause per una rustichella in autogrill...quindisi', Monicelli sicuramente in quel brano come idea di base anche come cinismo,io un po'cinico sono,devo dire la verità,per cui quel quel brano è contemporaneamente un tendere lamano a un certo tipo di umanità ma anche riderne in maniera beffardaAscoltando “Lei,lui,Firenze” ho notato dei rifmandi anche alle colonne sonore anni'60/'70 italianeNel secondo disco c'era l'idea di fare qualcosa più,se vuoi,anche “standard”,volevoriprendere certe sonorità,quel pezzo si prestava bene e ci siamo scialati a fare archi comenelle canzoni che ci piacciono degli anni '60,riprendere gli arrangiamenti che ,secondo me,son meravigliosi e che erano fatti da personaggi come Morricone che ,senza problemi,passava da fare cose più impegnate a fare canzonette che avevano degli arrangiamentiincredibili per cui,ascoltarle fa bene e riproporle perché no,ripeto:senza voler fare sempreil fissato sul retrò però se c'è una cosa bella perché non riprenderla ?Assolutamente,infatti ho apprezzato anche il twist di “Con lo spray”...eh ma è li' che voglio andare a finire,non so se hai notato come mi muovo(ridiamo)...inrealtà sono nato per il ballo ma ci arriverò piano piano,sono lo Steve Lachance

dell'appenino meridionale(ridiamo)Legato al discorso della produzione,so che hai prodotto il secondo di Maria Antonietta,oltre a DiMartino,vorrei che parlassi un po' dell'esperienza di produttoreSecondo me l'esperienza di produttore andrebbe sempre fatta anche se magari tecnicamentenon ne hai le capacità ,però se riesci a trovare il modo di lavorare con altri artisti che tipiacciono,la cosa ti fa crescere. Riconosco nella mia attitudine una curiositàegocentrica,nel senso,volevo fare questa cosa per me però man mano che la fai ti rendiconto che metterti al servizio di altre persone ti fa crescere anche da quel punto di vista.Loro poi sono due artisti che hanno una dote essenziale rispetto a me,è che sonoassolutamente emozionali. Letizia in particolare,è una persona che canta per la sola gioiadi cantare senza uno scopo preciso,senza pensare la disco,io invece che sono di mentalitàimprenditoriale ho sempre la pianificazione un po' nella testa,per cui questa cosa mi hariportato verso una attitudine più spontanea e anche più legata al momento.Mi è piaciuta molto questa cosa sia in Letizia che anche in Antonio che ha una capacità discrittura incredibile,è proprio uno di quelli che scrive in un modo emozionante,non capiscotre quarti di quello che scrive(ridiamo)però mi piacciono lo stesso, è quell'amore che proviper una cosa incomprensibile ma è proprio questo che mi piace. Aver fatto con loro questidischi,al di là che abbiamo fatto dei bei lavori,per me è stata una crescita e mi ha fattoanche riflettere su come poi fare le cose mie,i tempi,i ritmi e non essere eccessivamentepreoccupato,io sono un po' ansioso di mio però questi lavori mi hanno riportato un po'verso una naturalezza nel fare quello che facciamoL'ultima domanda sul terzo disco,se hai già delle idee,come lo vedi,cosa cambierà?

Non ne ho idea non ho scritto niente e non mi voglio mettere a scrivere perché c'è necessitàsecondo me di un momento di stacco,di pausa, appunto per quello che ti dicevo primaperché se poi entri nel loop del mestiere,perché lo facciamo di mestiere è inutilenascondersi,però in quello che fai entra dopo un elemento inquinante che è la proiezione.Secondo me quando scrivi ,se vuoi veramente fotografare quello che ti sta accadendo,nonpuoi,anche se ci sono fulgidi esempi di autori che scrivono in maniera disciplinata,a menon viene fuori. Preferisco vivere normalmente le cose che mi possono capitare e sevengono fuori le canzoni e stanno bene insieme,facciamo un album. Io parlo cosi' poil'etichetta discografica...ora non c'è Zanobini quindi posso parlare liberamente(ridiamo),questa cosa è una libertà che mi illudo di avere ma fra un paio di mesi comincerò ad esseretempestato di telefonate però per il momento mi illudo che posso essere libero di guardareun albero ed aspettare,di vedere poi Zanobini sopra col fucile che mi minaccia(ridiamo)Ci sarà con lo spray?No,”con lo spray” l'abbiamo già inserita live in una versione digitale ed è una canzone chenon metterò mai in un disco perché profondamente me ne vergogno,è un brano che mi piaceda fare dal vivo perché ha un ritmo..poi metterla in un disco non lo so...Su questo non siamo d'accordo,io la adoroEh lo so ma appunto non la metto proprio per questo perché mi sei antipatico,te lo volevodire dall'inizio dell'intervista(ridiamo),se vuoi la puoi mettere tu in un disco tuoPosso?Vai tranquillo tanto io non ce la metterò maiSiamo d'accordo allora,grazie mille!Di niente,mi raccomando i diritti!(ridiamo)

ottobre2012

#undici ottobre2012

#undici20onck

Page 21: REvolution Rock 11

Ascoltando il vostro repertorio che comunque comprende una larga fetta della musicasia antica che contemporanea,volevo chiedervi la differenza di approccio che avete nelriarrangiare brani antichi piuttosto che brani moderni,che cosa cambia?(insieme):Niente(ridono)(Ferruccio): Bisogna avere la faccia tosta sia per affrontare la musica seria,chiamiamolacosi',che la musica più allegra come può essere “non ho l'età” piuttosto che il “tucatuca”,per cui, a volte ,il tuca tuca lo trasformiamo in un blues ed io lo suono come se fosseun blues di Charlie Parker, allo stesso modo se facciamo dei pezzi più “seri,”di Sting, deiBeatles ci ispiriamo a dei modelli che ci piacciono,ad esempio Petra può usare la voce inuna maniera più lirica e io usare l'archetto quindi non c'è una regola nella nostra manieradi arrangiare(Petra): E anche per quello che riguarda quei pezzi che fanno parte del repertorio dimusica antica piuttosto che lirica o quello che è,le trattiamo come se fossero delle canzoni.Sai,il fatto di essere contrabbasso e voce per forza di cose amalgama tutto quello chesuoniamo,rende uniforme la schizofrenia del nostro repertorio quindi sia che suoniamo iBeatles o un pezzo nostro o un pezzo di Monteverdi,il fatto di avere un determinato suonoche è il nostro,non rende queste scelte cosi' dispersive anzi l'unione di tutta questa musicaapparentemente lontana, viene proprio dal fatto di essere suonata dal suo contrabbasso edalla mia voce. Questo con una formazione più canonica sarebbe veramente schizofrenico epiù dispersivo.Si percepisce dall'ascolto della vostra musica che buona parte dell'arrangiamento è ilsilenzio,sono le pause e volevo farvi questa domanda forse un po' strana,come si suonail silenzio?(F): Si suona creandolo. Spesso su uno spartito ci sono le pause come notazione musicale,il

silenzio fa parte della musica,per cui,nello stesso modo,per assurdo,anche io colcontrabbasso potrei suonare e riempire molto di più l'arrangiamento essendo l'unicostrumento in scena o sul disco mentre invece spesso ,appunto,cerco di andare persottrazione e fare un po' quello che ho imparato sentendo i dischi di Charlie Hadenpiuttosto che di Scott La Faro,dove con una nota sola puoi sintetizzare tutta l'armonia di unbrano,in questo modo esce ancora di più fuori Petra e anche il testo di una canzone,infattiuno dei complimenti più belli che ci fanno a fine concerto è “finalmente abbiamo capito iltesto di “prendila cosi' “ piuttosto che di una canzone dei Beatles perché siamo abituati asentirla con sovraincisioni infinite(P): Poi il silenzio è anche il silenzio che si crea quando si ascolta o si vuole ascoltare o sisa ascoltare e oggigiorno la musica ha perso valore forse anche perché è troppadappertutto e anche in posti male adeguati,dal parrucchiere,in autobus,negliascensori,indipendentemente dalla qualità, non essendo posti dove uno può ascoltareperché è impegnato a fare altro, diventa solo un umore che copre altro rumore,in questomodo non c'è più la meraviglia quando si ascolta la musica. Quando la musica non erapossibile registrarla e c'era solo dal vivo,dappertutto,in un paese ma anche in una cittàsentivi la musica e ti fermavi incantato perché la nostra musica fa parte della nostra vitama quando noi non siamo più abituati,non ci facciamo più caso ecco che la musica perdevalore,ecco che non c'è più il silenzio e quando uno suona e difficile che qualcuno si fermiad ascoltarlo,questo è un peccato e la nostra musica,in particolare,non può essere unamusica di sottofondo,va ascoltata per capire quello che stiamo facendo altrimenti non haproprio senso quello che facciamoHo visto che avete registrato in Francia un disco live e volevo chiedervi a parte ladifferenza che c'è nell'ascoltatore francese rispetto all'italiano ,dell'educazione allamusica e all'ascolto che forse in Italia è un po' carente e forse in Francia è più presentenon solo per quello che fate voi ma anche in generale e poi la vostra esperienzapersonale(P): Noi abbiamo suonato in moltissimi paesi del mondo e con molto piacere abbiamo vistoche non ci sono grandi differenze di reazioni cioè alla fine nonostante tutte le differenzeculturali che ci sono,differenze ovviamente dovute alla geografia,al clima,alla cucina,allastoria,in realtà poi si vive per le stesse cose,si piange per le stesse cose,ci si emoziona perle stesse cose e questo è molto bello,vedere che la nostra musica crea nelle persone glistessi entusiasmi,le stesse reazioni e nello stesso tempo ci siamo accorti di quanto neglistessi paesi un po' invidiano il talento italiano e di quanto invece questo talento italiano siapoco aiutato,poco incentivato nel nostro paese perché in Francia ci sono delle opportunitàper chi vuole fare musica,per chi vuole fare arte o per chi vuole fare qualsiasi cosa e sonosuperiori a quelle che abbiamo noi,questo da un lato ,forse in questo caso,in realtà,aiutanello stesso tempo a farsi ancora più creativo(F): Io volevo aggiungere che ci sono delle radio in più e delle televisioni,ma parliamosempre di due tre emittenti,non è che in Francia è il paese dei balocchi che accendi la radioe non senti anche della musica orrenda però ci sono quelle due-tre radio e due-tretelevisioni che ti assicurano per lo meno una alternativa alla musica commerciale o banalecon cui spesso ci bombardano anche qui in Italia(P): Quindi danno anche agli ascoltatori la possibilità di scegliere mentre invece se accendila radio e in ogni radio c'è sempre la stessa canzone non ti viene neanche in mente che c'èaltro e quindi non crei cultura,non apri la mente alla persone che poi,giustamente possonoascoltare questo o quello,Laura Pausini o Ares Tavolazzi ,però almeno gli dai la possibilitàdi scegliereE in questo come ritenete la diffusione del web,dal punto di vista della scelta?(P): Il web è uno strumento importante perché è uno spazio dove ci si può far vedere,noi,adesempio,ci siamo conosciuti proprio in un periodo dove stavano venendo fuori queste

possibilità, per noi è stato ed è tuttora importantissimo uno strumento come You Tubeperché oggi senti il nome di un artista e immediatamente puoi andare a vedere. Per noi èstato importantissimo,tanta gente che sentiva parlare di noi poi vedeva il video su You Tubee anche per quanto riguarda il farsi conoscere, un appassionato scrive di noi su suo blog ecosi' divulga questo tipo di progetto ma cosi' come tanti altri(F): Pensa che in Russia siamo arrivati grazie al web perché l'organizzatore ci ha visti suYou Tube e si è innamorato di noi ma allo stesso tempo,io personalmente sonocompletamente contrario allo scaricamento illegale perché per me uno può vedere tuttoquello che vuole ma scaricarlo no,fra l'altro proprio in questi mesi stiamo registrando ilnostro nuovo disco,che uscirà a Gennaio dell'anno prossimo ed è un disco costosissimo intutti i sensi, non solo in quello economico ma anche come fatica ed energia perché ci sarà ilcoinvolgimento di un'orchestra di cinquanta elementi,abbiamo un arrangiatore per laprima volta e l'idea che a Gennaio un ragazzo faccia clic e si scarica tutto questo in trentasecondi mi fa leggermente innervosire(P): Noi abbiamo fatto questa scelta di fare questo disco molto diverso dai precedentiperché i precedenti sono sempre stati molto immediati,con questo invece vogliamocelebrare i dieci anni dal nostro incontro e volevamo fare questo disco di musica un po' piùvestita a festa(ridiamo)e quindi ci siamo concessi questo sfizioPotete dirmi di più sulla lavorazione di questo disco?(P): Sono quasi tutti brani inediti,ogni brano ha una storia a sé,in qualche brano siamosolamente in trio,io,lui e Daniele Di Gregorio,un collaboratore di Paolo Conte da tantianni,suona la marimba piuttosto che le percussioni piuttosto che la batteria,in altri brani cisaranno i fiati,in altri brani un orchestra intera quindi a seconda del brano c'è unarrangiamento ad hoc e questo ha comportato,oltre allo sforzo economico uno sforzoproprio di costruzione dei brani che non è quello a cui siamo abituati io e lui perché io e luiprendiamo una canzone la suoniamo ed è fatta non è che stiamo a ragionare sugliarrangiamenti(F): E' un lavoro che è partito a Gennaio del duemiladodici e terminerà,si spera,il dieciOttobre del duemiladodiciOra vorrei fare una domanda sulla vostra attitudine che io oserei definire,se non è unabestemmia,quasi punk nell'approccio,sia nei live che in molte registrazioni che avetefatto,una istintività che si percepisce sia nell'approccio allo strumento chenell'approccio vocale(P): Io penso che non ci si po' improvvisare musicisti cosi' come non ci si può improvvisarechirurghi ma neanche muratori,cioè ogni lavoro ha bisogno di una sua preparazione e di unsuo studio,quindi per fare il musicista o la cantante è necessario studiare non solo latecnica del proprio strumento ma anche il repertorio,conoscere il più possibile la musica intutta le sue forme però se sei troppo o se sei solo tecnico alla fine non racconti nientequindi si arriva a un punto in cui poi tutto quello che hai studiato lo digerisci e ci mettiquello che sei. In questo caso, per quanto mi riguarda, c'è una grossa componenteistintiva,io quando canto non è che penso alla tecnica,anzi me la dimentico proprio e avolte faccio delle cose che sono il contrario di quello che ho studiato, però in quel momentoli' mi servono perché voglio esprimere o sottolineare quel significato .(F): Io non sono un grande ascoltatore di musica punk però non è la prima volta che ce lodicono e er me più cose siamo e meglio è cosi' poi quando vai in un negozio di dischi nonsai mai se il nostro disco è nel jazz,nel pop,nella musica d'autore,nella world music quindimi fa piacere essere anche un musicista punk(ridiamo)(P): Forse perché è l'energia che viene fuori,sicuramente il fatto di vedere due persone allafine senza grandi...anzi senza nessun effetto speciale,giusto qualche luce..oggi siamoabituati a vedere concerti con maxi schermi,centomila strutture,travestimenti e chi più neha più ne metta quindi forse vedere solo l'energia di due persone alla fine può essere vistocome punkAvete inciso per la Blue Note,etichetta storica di una certa rilevanza,come vedete ilfuturo del mercato discografico?(F): Non è un caso che negli ultimi anni i discografici si stanno inventando anche manager

degli artisti piuttosto che agenzie di booking per trovare date agli artisti, purtropporitorniamo a quello che dicevo prima un po' anche errori fatti dalle case discografichepraticamente ci stanno portando oggi alla chiusura di queste major,infatti parecchie si sonofuse anche in quest'ultimo anno. Noi speriamo ,nel nostro piccolo, che non scompaianoperché comunque ,come dici tu, la Blue Note é un marchio cosi' come per assurdo anche laSony ,penso anche ai dischi della Emi dei Beatles quindi speriamo che non scompaiano deltutto. Ci sarà sicuramente una trasformazione totale degli oggetti,come siamo passati dalvinile al cd,dal cd ora non so a cosa passeremo a i tunes, a internet,noi continueremo peròa fare i dischi anche solo per il piacere di venderli ai concerti perché secondo noi è unacosa bellissima che la gente dopo il concerto compra un disco e se ne vendiamo tanti vuoldire che la musica che abbiamo fatto è stata buona e la gente ha gradito(P): Io penso che mentre per un lungo tempo si è pensato al disco come a un prodotto davendere,il disco deve tornare ad essere quello che era in origine,cioè un opera d'arte che nevendi dieci o ne vendi mille...meglio se ne vendi mille per carità, però mentre lo fai devipensare che è una cosa che rimane e che ti deve rappresentare,quindi è inutile fare i dischicon due pezzi belli e il resto messo li' per riempire o per avere la SIAE,il disco deve avereuna sua unità,deve avere una sua concezione e soprattutto devi pensare che li' dentro fraduecento anni ci siamo noi due,io la vedo cosi',dargli importanza in questo senso,nonnell'immediato ma proprio nel futuro ed è per questo che dei nostri ultimi due albumabbiamo fatto anche il vinile perché pensiamo che poi in futuro il cd tenderà a sparire,ilconsumo di musica usa e getta sarà in mp3 ma penso che i veri appassionati di musicatorneranno al vinile come un oggetto,un'opera d'arte,come una cosa che però ha un valoreUltimissima domanda:cosa state ascoltando in questo momento?(P): In questo momento il nostro disco perché dobbiamo lavorare e poi devo dire cheultimamente ho ascoltato molto “InventaRio” il disco che ha fatto Ferruccio con Ivan Lins,un progetto italobrasiliano che merita(F): Io sto ascoltando un disco collezione di Billy Joel e ongi volta che ascolto un pezzodico “caspita!ha scritto pure questa”, una successione di brani uno più bellodell'altro,alcuni non sapevo neanche che erano suoi(P): tipo “Just the way you are” ?(F):eh... i titoli non li so (ridiamo)

BRUNORI SAS BRUNORI SASINTERVISTA

Cominciamo parlando del Premio Ciampi e del premio Tenco entrambi premi che haivinto rispettivamente nel 2009 e nel 2010 ,premi che si danno al cantautorato e volevochiederti: quale pensi che sia il valore del cantautorato al giorno 'd'oggi nelventunesimo secolo rispetto al periodo in cui si è più sviluppato in Italia,cioè ,negli annisettanta,quando era più legato ad un certo tipo di impegno politico e sociale mentreoggi,ovviamente, non è più cosi'?

Ma...secondo me,in generale, al di là che si esprima col cantautorato o con altre formepenso che in determinati momenti storici ci sia la necessità da parte delle persone dicomunicare,poi che questa comunicazione avvenga in forma verbale o in altre forme è unanecessità che secondo me esce fuori,in particolar modo, quando il mondo che abbiamointorno non è esattamente quello che ci eravamo immaginati o che ,in qualche modo,pensavamo, ci avrebbero lasciato in eredità i nostri genitori quindi sicuramente ora laparola è molto più forte perchè,soprattutto in forma canzone,ha una rapidità che è legataanche al fatto che ,appunto, tu prima canti e la melodia ti dà la possibilità di andare ancheoltre il significato delle parole o anche non prenderle all'inizio e poi ,pian piano,recuperarequello che poteve essere il messaggio contenuto. Oggi magari c'è un'attitudine menopoetica ma perchè siamo noi cresciuti con attitudine meno ideologica e io di questo nefaccio un pregio,non sono amante delle ideologie,non credo in nessun tipo di ideologia népolitica né religiosa,penso che ,in generale, sia bene che le persone mantengano la propria

testa e quindi sicuramente si può essere curiosi,ascoltare,leggere ma personalmente non mivoglio incanalare in nessuna direzione e mantenere una visione quanto più possibile fluidadelle cose e in questo senso il nuovo cantauotrato forse è meno legato al discorso politicoma lo trovo ,in questo senso, una fortuna e penso che anche i cantautori di quellagenerazione si siano convinti con l'esperienza che è meglio non essere legati ,anche per unespressione artistica più genuinaPer quanto riguarda il tuo modo di scrivere,cosa prediligi raccontare, cosa ti riesce piùimmediato, fare una sorta di cronaca,affidarti ai ricordi personali oppure inventareanche delle storie? Io ad esempio ho notato nel primo disco una visione più intimista epersonale mentre nel secondo un occhio più rivolto a ciò che ti circondaA me capita di scrivere con pochissima premeditiazione,non sono uno che si mette atavolino e scrive una canzone,per cui non ti posso dire che c'è una ricetta. Nel primo discoha fatto più presa un vissuto personale perchè è stato un periodo particolare della miavita,in cui determinate cose dovevo tirarle fuori quindi io la canzone la vedo con uno scopoterapeutico,a volte mi dispiace che le persone siano affezionate a cose che,in qualchemodo, io ho voluto eliminare da me cantandole però mi rendo conto che è una cosa chefaccio anche io con altri quindi è un circolo vizioso,anche io mi affeziono ai rifiuti altruiper cui va bene cosi'(ridiamo). Tra primo e secondo album sicuramente c'è una differenzaspiccata che è proprio quella che,magari a livello di intenzione,seppur non completamenteconsapevole,c'era l'idea di non raccontarmi troppo anche perchè non ho avuto un vissutocosi' rock'n'roll da poterlo inserire in canzoni, la noia e tutta la mia adolescenza.'avevoben illustrata nel primo disco,sono contento quando posso raccontarmi raccontando lastoria di un altro perché la vedo un'ottica più distaccata dove per distacco intendo che conlucidità posso guardare da lontano una cosa e raccontarla meglio,se devo descrivere unpaesaggio preferisco essere sulla vetta che non essere proprio dentro il posto.Una domanda sull'elemento nostalgico che ha caratterizzato parte della tua primaproduzione, come le tue precedenti esperienze musicali si sono poi evolute in quella cheè la tua cifra stilistica attuale?Secondo me è facile e anche comodo per l'artista quando qualcuno ti etichetta in un modoall'inizio perché è più semplice per chi deve spiegare che cosa fa questo personaggio e vabene,in una prima fase è importante,è ovvio che per me quel disco è,come ogni disco,unacosa di quel momento,è come se io ti facessi leggere un tema che ho fatto alle scuolemedie,è Dario a tredici anni. Ogni disco parla di quel momento li' e in quel momento eronostalgico perché erano successe tante cose,ero tornato al paesello dopo tanti anni passatifuori,non ci ero tornato per motivi felici perché era venuto a mancare mio padre e in alcunimomenti la nostalgia...anche se io,in realtà,non sono nostalgico ,non sono un amante di chiguarda troppo al passato,preferisco rimanere ancorato qui e ora però ,appunto, in quelmomento ti ci coccoli,ti ci culli in certe sensazioni e quel disco è figlio di questo. Quandoritorni,tante cose che avevi vissuto in una certa età le rivedi e le vorresti come eranoquindici anni prima o come tu te le ricordi però è pur vero che il ricordo non è realtà,è tuttaimmaginazione. E' un disco che ,in quel senso, ha molta immaginazione,ripeto:è un po'consolatorio in quel senso però non sono un nostalgico anzi sono un uomo moderno,sono3.0.(ridiamo)Veniamo al vissuto della provincia rispetto al vissuto di città e le differenze,cosa tipiace e cosa non ti piace?Non posso dire le differenze perché non ho mai vissuto veramente in città,la città piùgrande che ho abitato è stata Siena quindi non stiamo parlando di una grandissima cittàperò io i primi dieci anni di vita li ho fatti in un paese che faceva quattrocento abitantiquindi molto più piccolo, penso che sia una buona palestra perché sono convinto che ilmicrocosmo di un paesino in qualche modo ricalchi le dinamiche anche del macrocosmo dicittà. Alla fine le città sono pur sempre piccoli paesi agglomerati, molta gente che vive incittà mi parla del quartiere come io posso parlare di Guardia. La cosa che ho sempre dettoe di cui sono ancora convinto è che il paese ti dà una percentuale di noia non indifferenteche o ti porta all'alienazione,che anche mi sembra una buona cosa,nel senso l'alienazioneda sostanze o perché ti butti in qualche cosa che ti appassiona e in questo senso per me lamusica è stata una droga perché dai dodici/tredici anni in poi sono stato davvero tantissimo...ero un chitarrista io,anche se ormai ho l'artrosi incipiente ma ero appassionatissimo,anziodiavo i cantautori,io volevo solo fare assoli,ero un amante dell' heavy metal,ma si è visto

ieri, sono l'Hetfield del cantautorato italiano(ridiamo).Quindi il paesino ti dà molta piùopportunità perché paradossalmente non ti dà niente quindi te la devi cercare tu,ti devisbattere e questa cosa ti fa crescere perché è una sorta di introversione cioè cerchi dirimboccarti le maniche,invece magari in città ci sono cosi' tante distrazioni che affidisempre a qualcun'altro il tuo divertimento però ripeto non ho vissuto in città magari non ècosi',me lo immagino.Per quanto riguarda il secondo disco ho notato una ricchezza e una fantasia negliarrangiamenti che mi è piaciuta molto,volevo chiederti come nasce il processo in studiodi arrangiamentoDevo dire la verità,è stata una cosa che con grande piacere ho delegato in buona parte aMirko Onofrio,il ragazzo dei fiati,che scrive da tantissimo tempo,che è un musicista verocome gli altri ragazzi,sono tutti musicisti veri che però purtroppo per motivi economici sidevono piegare a suonare canzonette ma è questo mondo del capitalismo. A me piace moltoil lavoro in studio,prima di scrivere facevo questo,mi piace anche l'aspetto artigianaledell'elaborazione delle canzoni. Quando ci siamo trovati in studio,a fronte di un primodisco molto spartano,registrato ,anche volutamente, con una idea di “buona la prima”perché le canzoni erano cosi' semplici . La produzione è una cosa che in Italia non sisottolinea abbastanza,invece è un aspetto fondamentale,non ci si rende mai tanto conto diquanto sia importante come suona un disco e di quanto conti,non a livello tecnico, ma èimportante che il sound proprio emotivamente ti colpisca. Molti nel primo disco mi hannodetto :“sembra che sei qua,a casa,a suonare sul divano”, perché è stato registrato in unamaniera molto semplice,molto spartana,senza molti artifici e questo si sente anche perchénel primo disco la band non c'era,nel secondo c'è e allora abbiamo pensato di fare un discoche suonava molto colorato,molto ricco senza esagerare perché si poteva scadere nelbaroccoIl secondo disco si apre con “La storia del giovane Mario”,una sorta di storia tragicama anche comica(io ho adorato l'idea di aprire con un pezzo del genere) . Si nota ,inmolti tuoi testi ,un immaginario molto cinematografico volevo farti una domanda sulcinema,cosa ti piace e in che modo magari ispira,anche inconsciamente,il tuo modo discrivere?Guarda io ho sempre difficoltà a citare le fonti perché non sono u metodico in questo,nonsono un curioso. Sul cinema devo dire che sono stato pigro e ottuso per molti anni perchéavevo una idea del cinema molto leggera, l'idea di vedere una pellicola in bianco e nero mimetteva il magone,c'era proprio un pregiudizio di pallosità invece poi nel corso deglianni,ho cominciato a scoprire delle cose meravigliose tipo il neorealismo italiano e ti possodire che in questa canzone rientra sicuramente delle visioni di film che abbiamo fatto grazieal buon Massimo Palermo,il batterista amante di cinema ,che in furgone,visto che facciamoviaggi mediamente di cinque-sei ore, partendo dalla Calabria per il mondo...poi sulla Salerno-Reggio Calabria......sulla Salerno-Reggio Calabria ci siamo fatti intere filmografie,(ridiamo) tutto ma propriotutto il neorealismo italiano,anche con delle pause per una rustichella in autogrill...quindisi', Monicelli sicuramente in quel brano come idea di base anche come cinismo,io un po'cinico sono,devo dire la verità,per cui quel quel brano è contemporaneamente un tendere lamano a un certo tipo di umanità ma anche riderne in maniera beffardaAscoltando “Lei,lui,Firenze” ho notato dei rifmandi anche alle colonne sonore anni'60/'70 italianeNel secondo disco c'era l'idea di fare qualcosa più,se vuoi,anche “standard”,volevoriprendere certe sonorità,quel pezzo si prestava bene e ci siamo scialati a fare archi comenelle canzoni che ci piacciono degli anni '60,riprendere gli arrangiamenti che ,secondo me,son meravigliosi e che erano fatti da personaggi come Morricone che ,senza problemi,passava da fare cose più impegnate a fare canzonette che avevano degli arrangiamentiincredibili per cui,ascoltarle fa bene e riproporle perché no,ripeto:senza voler fare sempreil fissato sul retrò però se c'è una cosa bella perché non riprenderla ?Assolutamente,infatti ho apprezzato anche il twist di “Con lo spray”...eh ma è li' che voglio andare a finire,non so se hai notato come mi muovo(ridiamo)...inrealtà sono nato per il ballo ma ci arriverò piano piano,sono lo Steve Lachance

dell'appenino meridionale(ridiamo)Legato al discorso della produzione,so che hai prodotto il secondo di Maria Antonietta,oltre a DiMartino,vorrei che parlassi un po' dell'esperienza di produttoreSecondo me l'esperienza di produttore andrebbe sempre fatta anche se magari tecnicamentenon ne hai le capacità ,però se riesci a trovare il modo di lavorare con altri artisti che tipiacciono,la cosa ti fa crescere. Riconosco nella mia attitudine una curiositàegocentrica,nel senso,volevo fare questa cosa per me però man mano che la fai ti rendiconto che metterti al servizio di altre persone ti fa crescere anche da quel punto di vista.Loro poi sono due artisti che hanno una dote essenziale rispetto a me,è che sonoassolutamente emozionali. Letizia in particolare,è una persona che canta per la sola gioiadi cantare senza uno scopo preciso,senza pensare la disco,io invece che sono di mentalitàimprenditoriale ho sempre la pianificazione un po' nella testa,per cui questa cosa mi hariportato verso una attitudine più spontanea e anche più legata al momento.Mi è piaciuta molto questa cosa sia in Letizia che anche in Antonio che ha una capacità discrittura incredibile,è proprio uno di quelli che scrive in un modo emozionante,non capiscotre quarti di quello che scrive(ridiamo)però mi piacciono lo stesso, è quell'amore che proviper una cosa incomprensibile ma è proprio questo che mi piace. Aver fatto con loro questidischi,al di là che abbiamo fatto dei bei lavori,per me è stata una crescita e mi ha fattoanche riflettere su come poi fare le cose mie,i tempi,i ritmi e non essere eccessivamentepreoccupato,io sono un po' ansioso di mio però questi lavori mi hanno riportato un po'verso una naturalezza nel fare quello che facciamoL'ultima domanda sul terzo disco,se hai già delle idee,come lo vedi,cosa cambierà?

Non ne ho idea non ho scritto niente e non mi voglio mettere a scrivere perché c'è necessitàsecondo me di un momento di stacco,di pausa, appunto per quello che ti dicevo primaperché se poi entri nel loop del mestiere,perché lo facciamo di mestiere è inutilenascondersi,però in quello che fai entra dopo un elemento inquinante che è la proiezione.Secondo me quando scrivi ,se vuoi veramente fotografare quello che ti sta accadendo,nonpuoi,anche se ci sono fulgidi esempi di autori che scrivono in maniera disciplinata,a menon viene fuori. Preferisco vivere normalmente le cose che mi possono capitare e sevengono fuori le canzoni e stanno bene insieme,facciamo un album. Io parlo cosi' poil'etichetta discografica...ora non c'è Zanobini quindi posso parlare liberamente(ridiamo),questa cosa è una libertà che mi illudo di avere ma fra un paio di mesi comincerò ad esseretempestato di telefonate però per il momento mi illudo che posso essere libero di guardareun albero ed aspettare,di vedere poi Zanobini sopra col fucile che mi minaccia(ridiamo)Ci sarà con lo spray?No,”con lo spray” l'abbiamo già inserita live in una versione digitale ed è una canzone chenon metterò mai in un disco perché profondamente me ne vergogno,è un brano che mi piaceda fare dal vivo perché ha un ritmo..poi metterla in un disco non lo so...Su questo non siamo d'accordo,io la adoroEh lo so ma appunto non la metto proprio per questo perché mi sei antipatico,te lo volevodire dall'inizio dell'intervista(ridiamo),se vuoi la puoi mettere tu in un disco tuoPosso?Vai tranquillo tanto io non ce la metterò maiSiamo d'accordo allora,grazie mille!Di niente,mi raccomando i diritti!(ridiamo)

onckottobre2012

#undici 21

Page 22: REvolution Rock 11

VULCANICA FESTIVAL 2012BRUNORI SAS

INTERVISTA

Cominciamo parlando del Premio Ciampi e del premio Tenco entrambi premi che haivinto rispettivamente nel 2009 e nel 2010 ,premi che si danno al cantautorato e volevochiederti: quale pensi che sia il valore del cantautorato al giorno 'd'oggi nelventunesimo secolo rispetto al periodo in cui si è più sviluppato in Italia,cioè ,negli annisettanta,quando era più legato ad un certo tipo di impegno politico e sociale mentreoggi,ovviamente, non è più cosi'?

Ma...secondo me,in generale, al di là che si esprima col cantautorato o con altre formepenso che in determinati momenti storici ci sia la necessità da parte delle persone dicomunicare,poi che questa comunicazione avvenga in forma verbale o in altre forme è unanecessità che secondo me esce fuori,in particolar modo, quando il mondo che abbiamointorno non è esattamente quello che ci eravamo immaginati o che ,in qualche modo,pensavamo, ci avrebbero lasciato in eredità i nostri genitori quindi sicuramente ora laparola è molto più forte perchè,soprattutto in forma canzone,ha una rapidità che è legataanche al fatto che ,appunto, tu prima canti e la melodia ti dà la possibilità di andare ancheoltre il significato delle parole o anche non prenderle all'inizio e poi ,pian piano,recuperarequello che poteve essere il messaggio contenuto. Oggi magari c'è un'attitudine menopoetica ma perchè siamo noi cresciuti con attitudine meno ideologica e io di questo nefaccio un pregio,non sono amante delle ideologie,non credo in nessun tipo di ideologia népolitica né religiosa,penso che ,in generale, sia bene che le persone mantengano la propria

testa e quindi sicuramente si può essere curiosi,ascoltare,leggere ma personalmente non mivoglio incanalare in nessuna direzione e mantenere una visione quanto più possibile fluidadelle cose e in questo senso il nuovo cantauotrato forse è meno legato al discorso politicoma lo trovo ,in questo senso, una fortuna e penso che anche i cantautori di quellagenerazione si siano convinti con l'esperienza che è meglio non essere legati ,anche per unespressione artistica più genuinaPer quanto riguarda il tuo modo di scrivere,cosa prediligi raccontare, cosa ti riesce piùimmediato, fare una sorta di cronaca,affidarti ai ricordi personali oppure inventareanche delle storie? Io ad esempio ho notato nel primo disco una visione più intimista epersonale mentre nel secondo un occhio più rivolto a ciò che ti circondaA me capita di scrivere con pochissima premeditiazione,non sono uno che si mette atavolino e scrive una canzone,per cui non ti posso dire che c'è una ricetta. Nel primo discoha fatto più presa un vissuto personale perchè è stato un periodo particolare della miavita,in cui determinate cose dovevo tirarle fuori quindi io la canzone la vedo con uno scopoterapeutico,a volte mi dispiace che le persone siano affezionate a cose che,in qualchemodo, io ho voluto eliminare da me cantandole però mi rendo conto che è una cosa chefaccio anche io con altri quindi è un circolo vizioso,anche io mi affeziono ai rifiuti altruiper cui va bene cosi'(ridiamo). Tra primo e secondo album sicuramente c'è una differenzaspiccata che è proprio quella che,magari a livello di intenzione,seppur non completamenteconsapevole,c'era l'idea di non raccontarmi troppo anche perchè non ho avuto un vissutocosi' rock'n'roll da poterlo inserire in canzoni, la noia e tutta la mia adolescenza.'avevoben illustrata nel primo disco,sono contento quando posso raccontarmi raccontando lastoria di un altro perché la vedo un'ottica più distaccata dove per distacco intendo che conlucidità posso guardare da lontano una cosa e raccontarla meglio,se devo descrivere unpaesaggio preferisco essere sulla vetta che non essere proprio dentro il posto.Una domanda sull'elemento nostalgico che ha caratterizzato parte della tua primaproduzione, come le tue precedenti esperienze musicali si sono poi evolute in quella cheè la tua cifra stilistica attuale?Secondo me è facile e anche comodo per l'artista quando qualcuno ti etichetta in un modoall'inizio perché è più semplice per chi deve spiegare che cosa fa questo personaggio e vabene,in una prima fase è importante,è ovvio che per me quel disco è,come ogni disco,unacosa di quel momento,è come se io ti facessi leggere un tema che ho fatto alle scuolemedie,è Dario a tredici anni. Ogni disco parla di quel momento li' e in quel momento eronostalgico perché erano successe tante cose,ero tornato al paesello dopo tanti anni passatifuori,non ci ero tornato per motivi felici perché era venuto a mancare mio padre e in alcunimomenti la nostalgia...anche se io,in realtà,non sono nostalgico ,non sono un amante di chiguarda troppo al passato,preferisco rimanere ancorato qui e ora però ,appunto, in quelmomento ti ci coccoli,ti ci culli in certe sensazioni e quel disco è figlio di questo. Quandoritorni,tante cose che avevi vissuto in una certa età le rivedi e le vorresti come eranoquindici anni prima o come tu te le ricordi però è pur vero che il ricordo non è realtà,è tuttaimmaginazione. E' un disco che ,in quel senso, ha molta immaginazione,ripeto:è un po'consolatorio in quel senso però non sono un nostalgico anzi sono un uomo moderno,sono3.0.(ridiamo)Veniamo al vissuto della provincia rispetto al vissuto di città e le differenze,cosa tipiace e cosa non ti piace?Non posso dire le differenze perché non ho mai vissuto veramente in città,la città piùgrande che ho abitato è stata Siena quindi non stiamo parlando di una grandissima cittàperò io i primi dieci anni di vita li ho fatti in un paese che faceva quattrocento abitantiquindi molto più piccolo, penso che sia una buona palestra perché sono convinto che ilmicrocosmo di un paesino in qualche modo ricalchi le dinamiche anche del macrocosmo dicittà. Alla fine le città sono pur sempre piccoli paesi agglomerati, molta gente che vive incittà mi parla del quartiere come io posso parlare di Guardia. La cosa che ho sempre dettoe di cui sono ancora convinto è che il paese ti dà una percentuale di noia non indifferenteche o ti porta all'alienazione,che anche mi sembra una buona cosa,nel senso l'alienazioneda sostanze o perché ti butti in qualche cosa che ti appassiona e in questo senso per me lamusica è stata una droga perché dai dodici/tredici anni in poi sono stato davvero tantissimo...ero un chitarrista io,anche se ormai ho l'artrosi incipiente ma ero appassionatissimo,anziodiavo i cantautori,io volevo solo fare assoli,ero un amante dell' heavy metal,ma si è visto

ieri, sono l'Hetfield del cantautorato italiano(ridiamo).Quindi il paesino ti dà molta piùopportunità perché paradossalmente non ti dà niente quindi te la devi cercare tu,ti devisbattere e questa cosa ti fa crescere perché è una sorta di introversione cioè cerchi dirimboccarti le maniche,invece magari in città ci sono cosi' tante distrazioni che affidisempre a qualcun'altro il tuo divertimento però ripeto non ho vissuto in città magari non ècosi',me lo immagino.Per quanto riguarda il secondo disco ho notato una ricchezza e una fantasia negliarrangiamenti che mi è piaciuta molto,volevo chiederti come nasce il processo in studiodi arrangiamentoDevo dire la verità,è stata una cosa che con grande piacere ho delegato in buona parte aMirko Onofrio,il ragazzo dei fiati,che scrive da tantissimo tempo,che è un musicista verocome gli altri ragazzi,sono tutti musicisti veri che però purtroppo per motivi economici sidevono piegare a suonare canzonette ma è questo mondo del capitalismo. A me piace moltoil lavoro in studio,prima di scrivere facevo questo,mi piace anche l'aspetto artigianaledell'elaborazione delle canzoni. Quando ci siamo trovati in studio,a fronte di un primodisco molto spartano,registrato ,anche volutamente, con una idea di “buona la prima”perché le canzoni erano cosi' semplici . La produzione è una cosa che in Italia non sisottolinea abbastanza,invece è un aspetto fondamentale,non ci si rende mai tanto conto diquanto sia importante come suona un disco e di quanto conti,non a livello tecnico, ma èimportante che il sound proprio emotivamente ti colpisca. Molti nel primo disco mi hannodetto :“sembra che sei qua,a casa,a suonare sul divano”, perché è stato registrato in unamaniera molto semplice,molto spartana,senza molti artifici e questo si sente anche perchénel primo disco la band non c'era,nel secondo c'è e allora abbiamo pensato di fare un discoche suonava molto colorato,molto ricco senza esagerare perché si poteva scadere nelbaroccoIl secondo disco si apre con “La storia del giovane Mario”,una sorta di storia tragicama anche comica(io ho adorato l'idea di aprire con un pezzo del genere) . Si nota ,inmolti tuoi testi ,un immaginario molto cinematografico volevo farti una domanda sulcinema,cosa ti piace e in che modo magari ispira,anche inconsciamente,il tuo modo discrivere?Guarda io ho sempre difficoltà a citare le fonti perché non sono u metodico in questo,nonsono un curioso. Sul cinema devo dire che sono stato pigro e ottuso per molti anni perchéavevo una idea del cinema molto leggera, l'idea di vedere una pellicola in bianco e nero mimetteva il magone,c'era proprio un pregiudizio di pallosità invece poi nel corso deglianni,ho cominciato a scoprire delle cose meravigliose tipo il neorealismo italiano e ti possodire che in questa canzone rientra sicuramente delle visioni di film che abbiamo fatto grazieal buon Massimo Palermo,il batterista amante di cinema ,che in furgone,visto che facciamoviaggi mediamente di cinque-sei ore, partendo dalla Calabria per il mondo...poi sulla Salerno-Reggio Calabria......sulla Salerno-Reggio Calabria ci siamo fatti intere filmografie,(ridiamo) tutto ma propriotutto il neorealismo italiano,anche con delle pause per una rustichella in autogrill...quindisi', Monicelli sicuramente in quel brano come idea di base anche come cinismo,io un po'cinico sono,devo dire la verità,per cui quel quel brano è contemporaneamente un tendere lamano a un certo tipo di umanità ma anche riderne in maniera beffardaAscoltando “Lei,lui,Firenze” ho notato dei rifmandi anche alle colonne sonore anni'60/'70 italianeNel secondo disco c'era l'idea di fare qualcosa più,se vuoi,anche “standard”,volevoriprendere certe sonorità,quel pezzo si prestava bene e ci siamo scialati a fare archi comenelle canzoni che ci piacciono degli anni '60,riprendere gli arrangiamenti che ,secondo me,son meravigliosi e che erano fatti da personaggi come Morricone che ,senza problemi,passava da fare cose più impegnate a fare canzonette che avevano degli arrangiamentiincredibili per cui,ascoltarle fa bene e riproporle perché no,ripeto:senza voler fare sempreil fissato sul retrò però se c'è una cosa bella perché non riprenderla ?Assolutamente,infatti ho apprezzato anche il twist di “Con lo spray”...eh ma è li' che voglio andare a finire,non so se hai notato come mi muovo(ridiamo)...inrealtà sono nato per il ballo ma ci arriverò piano piano,sono lo Steve Lachance

dell'appenino meridionale(ridiamo)Legato al discorso della produzione,so che hai prodotto il secondo di Maria Antonietta,oltre a DiMartino,vorrei che parlassi un po' dell'esperienza di produttoreSecondo me l'esperienza di produttore andrebbe sempre fatta anche se magari tecnicamentenon ne hai le capacità ,però se riesci a trovare il modo di lavorare con altri artisti che tipiacciono,la cosa ti fa crescere. Riconosco nella mia attitudine una curiositàegocentrica,nel senso,volevo fare questa cosa per me però man mano che la fai ti rendiconto che metterti al servizio di altre persone ti fa crescere anche da quel punto di vista.Loro poi sono due artisti che hanno una dote essenziale rispetto a me,è che sonoassolutamente emozionali. Letizia in particolare,è una persona che canta per la sola gioiadi cantare senza uno scopo preciso,senza pensare la disco,io invece che sono di mentalitàimprenditoriale ho sempre la pianificazione un po' nella testa,per cui questa cosa mi hariportato verso una attitudine più spontanea e anche più legata al momento.Mi è piaciuta molto questa cosa sia in Letizia che anche in Antonio che ha una capacità discrittura incredibile,è proprio uno di quelli che scrive in un modo emozionante,non capiscotre quarti di quello che scrive(ridiamo)però mi piacciono lo stesso, è quell'amore che proviper una cosa incomprensibile ma è proprio questo che mi piace. Aver fatto con loro questidischi,al di là che abbiamo fatto dei bei lavori,per me è stata una crescita e mi ha fattoanche riflettere su come poi fare le cose mie,i tempi,i ritmi e non essere eccessivamentepreoccupato,io sono un po' ansioso di mio però questi lavori mi hanno riportato un po'verso una naturalezza nel fare quello che facciamoL'ultima domanda sul terzo disco,se hai già delle idee,come lo vedi,cosa cambierà?

Non ne ho idea non ho scritto niente e non mi voglio mettere a scrivere perché c'è necessitàsecondo me di un momento di stacco,di pausa, appunto per quello che ti dicevo primaperché se poi entri nel loop del mestiere,perché lo facciamo di mestiere è inutilenascondersi,però in quello che fai entra dopo un elemento inquinante che è la proiezione.Secondo me quando scrivi ,se vuoi veramente fotografare quello che ti sta accadendo,nonpuoi,anche se ci sono fulgidi esempi di autori che scrivono in maniera disciplinata,a menon viene fuori. Preferisco vivere normalmente le cose che mi possono capitare e sevengono fuori le canzoni e stanno bene insieme,facciamo un album. Io parlo cosi' poil'etichetta discografica...ora non c'è Zanobini quindi posso parlare liberamente(ridiamo),questa cosa è una libertà che mi illudo di avere ma fra un paio di mesi comincerò ad esseretempestato di telefonate però per il momento mi illudo che posso essere libero di guardareun albero ed aspettare,di vedere poi Zanobini sopra col fucile che mi minaccia(ridiamo)Ci sarà con lo spray?No,”con lo spray” l'abbiamo già inserita live in una versione digitale ed è una canzone chenon metterò mai in un disco perché profondamente me ne vergogno,è un brano che mi piaceda fare dal vivo perché ha un ritmo..poi metterla in un disco non lo so...Su questo non siamo d'accordo,io la adoroEh lo so ma appunto non la metto proprio per questo perché mi sei antipatico,te lo volevodire dall'inizio dell'intervista(ridiamo),se vuoi la puoi mettere tu in un disco tuoPosso?Vai tranquillo tanto io non ce la metterò maiSiamo d'accordo allora,grazie mille!Di niente,mi raccomando i diritti!(ridiamo)

ottobre2012

#undici ottobre2012

#undici22onck

Page 23: REvolution Rock 11

BRUNORI SAS BRUNORI SASINTERVISTA

Cominciamo parlando del Premio Ciampi e del premio Tenco entrambi premi che haivinto rispettivamente nel 2009 e nel 2010 ,premi che si danno al cantautorato e volevochiederti: quale pensi che sia il valore del cantautorato al giorno 'd'oggi nelventunesimo secolo rispetto al periodo in cui si è più sviluppato in Italia,cioè ,negli annisettanta,quando era più legato ad un certo tipo di impegno politico e sociale mentreoggi,ovviamente, non è più cosi'?

Ma...secondo me,in generale, al di là che si esprima col cantautorato o con altre formepenso che in determinati momenti storici ci sia la necessità da parte delle persone dicomunicare,poi che questa comunicazione avvenga in forma verbale o in altre forme è unanecessità che secondo me esce fuori,in particolar modo, quando il mondo che abbiamointorno non è esattamente quello che ci eravamo immaginati o che ,in qualche modo,pensavamo, ci avrebbero lasciato in eredità i nostri genitori quindi sicuramente ora laparola è molto più forte perchè,soprattutto in forma canzone,ha una rapidità che è legataanche al fatto che ,appunto, tu prima canti e la melodia ti dà la possibilità di andare ancheoltre il significato delle parole o anche non prenderle all'inizio e poi ,pian piano,recuperarequello che poteve essere il messaggio contenuto. Oggi magari c'è un'attitudine menopoetica ma perchè siamo noi cresciuti con attitudine meno ideologica e io di questo nefaccio un pregio,non sono amante delle ideologie,non credo in nessun tipo di ideologia népolitica né religiosa,penso che ,in generale, sia bene che le persone mantengano la propria

testa e quindi sicuramente si può essere curiosi,ascoltare,leggere ma personalmente non mivoglio incanalare in nessuna direzione e mantenere una visione quanto più possibile fluidadelle cose e in questo senso il nuovo cantauotrato forse è meno legato al discorso politicoma lo trovo ,in questo senso, una fortuna e penso che anche i cantautori di quellagenerazione si siano convinti con l'esperienza che è meglio non essere legati ,anche per unespressione artistica più genuinaPer quanto riguarda il tuo modo di scrivere,cosa prediligi raccontare, cosa ti riesce piùimmediato, fare una sorta di cronaca,affidarti ai ricordi personali oppure inventareanche delle storie? Io ad esempio ho notato nel primo disco una visione più intimista epersonale mentre nel secondo un occhio più rivolto a ciò che ti circondaA me capita di scrivere con pochissima premeditiazione,non sono uno che si mette atavolino e scrive una canzone,per cui non ti posso dire che c'è una ricetta. Nel primo discoha fatto più presa un vissuto personale perchè è stato un periodo particolare della miavita,in cui determinate cose dovevo tirarle fuori quindi io la canzone la vedo con uno scopoterapeutico,a volte mi dispiace che le persone siano affezionate a cose che,in qualchemodo, io ho voluto eliminare da me cantandole però mi rendo conto che è una cosa chefaccio anche io con altri quindi è un circolo vizioso,anche io mi affeziono ai rifiuti altruiper cui va bene cosi'(ridiamo). Tra primo e secondo album sicuramente c'è una differenzaspiccata che è proprio quella che,magari a livello di intenzione,seppur non completamenteconsapevole,c'era l'idea di non raccontarmi troppo anche perchè non ho avuto un vissutocosi' rock'n'roll da poterlo inserire in canzoni, la noia e tutta la mia adolescenza.'avevoben illustrata nel primo disco,sono contento quando posso raccontarmi raccontando lastoria di un altro perché la vedo un'ottica più distaccata dove per distacco intendo che conlucidità posso guardare da lontano una cosa e raccontarla meglio,se devo descrivere unpaesaggio preferisco essere sulla vetta che non essere proprio dentro il posto.Una domanda sull'elemento nostalgico che ha caratterizzato parte della tua primaproduzione, come le tue precedenti esperienze musicali si sono poi evolute in quella cheè la tua cifra stilistica attuale?Secondo me è facile e anche comodo per l'artista quando qualcuno ti etichetta in un modoall'inizio perché è più semplice per chi deve spiegare che cosa fa questo personaggio e vabene,in una prima fase è importante,è ovvio che per me quel disco è,come ogni disco,unacosa di quel momento,è come se io ti facessi leggere un tema che ho fatto alle scuolemedie,è Dario a tredici anni. Ogni disco parla di quel momento li' e in quel momento eronostalgico perché erano successe tante cose,ero tornato al paesello dopo tanti anni passatifuori,non ci ero tornato per motivi felici perché era venuto a mancare mio padre e in alcunimomenti la nostalgia...anche se io,in realtà,non sono nostalgico ,non sono un amante di chiguarda troppo al passato,preferisco rimanere ancorato qui e ora però ,appunto, in quelmomento ti ci coccoli,ti ci culli in certe sensazioni e quel disco è figlio di questo. Quandoritorni,tante cose che avevi vissuto in una certa età le rivedi e le vorresti come eranoquindici anni prima o come tu te le ricordi però è pur vero che il ricordo non è realtà,è tuttaimmaginazione. E' un disco che ,in quel senso, ha molta immaginazione,ripeto:è un po'consolatorio in quel senso però non sono un nostalgico anzi sono un uomo moderno,sono3.0.(ridiamo)Veniamo al vissuto della provincia rispetto al vissuto di città e le differenze,cosa tipiace e cosa non ti piace?Non posso dire le differenze perché non ho mai vissuto veramente in città,la città piùgrande che ho abitato è stata Siena quindi non stiamo parlando di una grandissima cittàperò io i primi dieci anni di vita li ho fatti in un paese che faceva quattrocento abitantiquindi molto più piccolo, penso che sia una buona palestra perché sono convinto che ilmicrocosmo di un paesino in qualche modo ricalchi le dinamiche anche del macrocosmo dicittà. Alla fine le città sono pur sempre piccoli paesi agglomerati, molta gente che vive incittà mi parla del quartiere come io posso parlare di Guardia. La cosa che ho sempre dettoe di cui sono ancora convinto è che il paese ti dà una percentuale di noia non indifferenteche o ti porta all'alienazione,che anche mi sembra una buona cosa,nel senso l'alienazioneda sostanze o perché ti butti in qualche cosa che ti appassiona e in questo senso per me lamusica è stata una droga perché dai dodici/tredici anni in poi sono stato davvero tantissimo...ero un chitarrista io,anche se ormai ho l'artrosi incipiente ma ero appassionatissimo,anziodiavo i cantautori,io volevo solo fare assoli,ero un amante dell' heavy metal,ma si è visto

ieri, sono l'Hetfield del cantautorato italiano(ridiamo).Quindi il paesino ti dà molta piùopportunità perché paradossalmente non ti dà niente quindi te la devi cercare tu,ti devisbattere e questa cosa ti fa crescere perché è una sorta di introversione cioè cerchi dirimboccarti le maniche,invece magari in città ci sono cosi' tante distrazioni che affidisempre a qualcun'altro il tuo divertimento però ripeto non ho vissuto in città magari non ècosi',me lo immagino.Per quanto riguarda il secondo disco ho notato una ricchezza e una fantasia negliarrangiamenti che mi è piaciuta molto,volevo chiederti come nasce il processo in studiodi arrangiamentoDevo dire la verità,è stata una cosa che con grande piacere ho delegato in buona parte aMirko Onofrio,il ragazzo dei fiati,che scrive da tantissimo tempo,che è un musicista verocome gli altri ragazzi,sono tutti musicisti veri che però purtroppo per motivi economici sidevono piegare a suonare canzonette ma è questo mondo del capitalismo. A me piace moltoil lavoro in studio,prima di scrivere facevo questo,mi piace anche l'aspetto artigianaledell'elaborazione delle canzoni. Quando ci siamo trovati in studio,a fronte di un primodisco molto spartano,registrato ,anche volutamente, con una idea di “buona la prima”perché le canzoni erano cosi' semplici . La produzione è una cosa che in Italia non sisottolinea abbastanza,invece è un aspetto fondamentale,non ci si rende mai tanto conto diquanto sia importante come suona un disco e di quanto conti,non a livello tecnico, ma èimportante che il sound proprio emotivamente ti colpisca. Molti nel primo disco mi hannodetto :“sembra che sei qua,a casa,a suonare sul divano”, perché è stato registrato in unamaniera molto semplice,molto spartana,senza molti artifici e questo si sente anche perchénel primo disco la band non c'era,nel secondo c'è e allora abbiamo pensato di fare un discoche suonava molto colorato,molto ricco senza esagerare perché si poteva scadere nelbaroccoIl secondo disco si apre con “La storia del giovane Mario”,una sorta di storia tragicama anche comica(io ho adorato l'idea di aprire con un pezzo del genere) . Si nota ,inmolti tuoi testi ,un immaginario molto cinematografico volevo farti una domanda sulcinema,cosa ti piace e in che modo magari ispira,anche inconsciamente,il tuo modo discrivere?Guarda io ho sempre difficoltà a citare le fonti perché non sono u metodico in questo,nonsono un curioso. Sul cinema devo dire che sono stato pigro e ottuso per molti anni perchéavevo una idea del cinema molto leggera, l'idea di vedere una pellicola in bianco e nero mimetteva il magone,c'era proprio un pregiudizio di pallosità invece poi nel corso deglianni,ho cominciato a scoprire delle cose meravigliose tipo il neorealismo italiano e ti possodire che in questa canzone rientra sicuramente delle visioni di film che abbiamo fatto grazieal buon Massimo Palermo,il batterista amante di cinema ,che in furgone,visto che facciamoviaggi mediamente di cinque-sei ore, partendo dalla Calabria per il mondo...poi sulla Salerno-Reggio Calabria......sulla Salerno-Reggio Calabria ci siamo fatti intere filmografie,(ridiamo) tutto ma propriotutto il neorealismo italiano,anche con delle pause per una rustichella in autogrill...quindisi', Monicelli sicuramente in quel brano come idea di base anche come cinismo,io un po'cinico sono,devo dire la verità,per cui quel quel brano è contemporaneamente un tendere lamano a un certo tipo di umanità ma anche riderne in maniera beffardaAscoltando “Lei,lui,Firenze” ho notato dei rifmandi anche alle colonne sonore anni'60/'70 italianeNel secondo disco c'era l'idea di fare qualcosa più,se vuoi,anche “standard”,volevoriprendere certe sonorità,quel pezzo si prestava bene e ci siamo scialati a fare archi comenelle canzoni che ci piacciono degli anni '60,riprendere gli arrangiamenti che ,secondo me,son meravigliosi e che erano fatti da personaggi come Morricone che ,senza problemi,passava da fare cose più impegnate a fare canzonette che avevano degli arrangiamentiincredibili per cui,ascoltarle fa bene e riproporle perché no,ripeto:senza voler fare sempreil fissato sul retrò però se c'è una cosa bella perché non riprenderla ?Assolutamente,infatti ho apprezzato anche il twist di “Con lo spray”...eh ma è li' che voglio andare a finire,non so se hai notato come mi muovo(ridiamo)...inrealtà sono nato per il ballo ma ci arriverò piano piano,sono lo Steve Lachance

dell'appenino meridionale(ridiamo)Legato al discorso della produzione,so che hai prodotto il secondo di Maria Antonietta,oltre a DiMartino,vorrei che parlassi un po' dell'esperienza di produttoreSecondo me l'esperienza di produttore andrebbe sempre fatta anche se magari tecnicamentenon ne hai le capacità ,però se riesci a trovare il modo di lavorare con altri artisti che tipiacciono,la cosa ti fa crescere. Riconosco nella mia attitudine una curiositàegocentrica,nel senso,volevo fare questa cosa per me però man mano che la fai ti rendiconto che metterti al servizio di altre persone ti fa crescere anche da quel punto di vista.Loro poi sono due artisti che hanno una dote essenziale rispetto a me,è che sonoassolutamente emozionali. Letizia in particolare,è una persona che canta per la sola gioiadi cantare senza uno scopo preciso,senza pensare la disco,io invece che sono di mentalitàimprenditoriale ho sempre la pianificazione un po' nella testa,per cui questa cosa mi hariportato verso una attitudine più spontanea e anche più legata al momento.Mi è piaciuta molto questa cosa sia in Letizia che anche in Antonio che ha una capacità discrittura incredibile,è proprio uno di quelli che scrive in un modo emozionante,non capiscotre quarti di quello che scrive(ridiamo)però mi piacciono lo stesso, è quell'amore che proviper una cosa incomprensibile ma è proprio questo che mi piace. Aver fatto con loro questidischi,al di là che abbiamo fatto dei bei lavori,per me è stata una crescita e mi ha fattoanche riflettere su come poi fare le cose mie,i tempi,i ritmi e non essere eccessivamentepreoccupato,io sono un po' ansioso di mio però questi lavori mi hanno riportato un po'verso una naturalezza nel fare quello che facciamoL'ultima domanda sul terzo disco,se hai già delle idee,come lo vedi,cosa cambierà?

Non ne ho idea non ho scritto niente e non mi voglio mettere a scrivere perché c'è necessitàsecondo me di un momento di stacco,di pausa, appunto per quello che ti dicevo primaperché se poi entri nel loop del mestiere,perché lo facciamo di mestiere è inutilenascondersi,però in quello che fai entra dopo un elemento inquinante che è la proiezione.Secondo me quando scrivi ,se vuoi veramente fotografare quello che ti sta accadendo,nonpuoi,anche se ci sono fulgidi esempi di autori che scrivono in maniera disciplinata,a menon viene fuori. Preferisco vivere normalmente le cose che mi possono capitare e sevengono fuori le canzoni e stanno bene insieme,facciamo un album. Io parlo cosi' poil'etichetta discografica...ora non c'è Zanobini quindi posso parlare liberamente(ridiamo),questa cosa è una libertà che mi illudo di avere ma fra un paio di mesi comincerò ad esseretempestato di telefonate però per il momento mi illudo che posso essere libero di guardareun albero ed aspettare,di vedere poi Zanobini sopra col fucile che mi minaccia(ridiamo)Ci sarà con lo spray?No,”con lo spray” l'abbiamo già inserita live in una versione digitale ed è una canzone chenon metterò mai in un disco perché profondamente me ne vergogno,è un brano che mi piaceda fare dal vivo perché ha un ritmo..poi metterla in un disco non lo so...Su questo non siamo d'accordo,io la adoroEh lo so ma appunto non la metto proprio per questo perché mi sei antipatico,te lo volevodire dall'inizio dell'intervista(ridiamo),se vuoi la puoi mettere tu in un disco tuoPosso?Vai tranquillo tanto io non ce la metterò maiSiamo d'accordo allora,grazie mille!Di niente,mi raccomando i diritti!(ridiamo)

onckottobre2012

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Cominciamo parlando del Premio Ciampi e del premio Tenco entrambi premi che haivinto rispettivamente nel 2009 e nel 2010 ,premi che si danno al cantautorato e volevochiederti: quale pensi che sia il valore del cantautorato al giorno 'd'oggi nelventunesimo secolo rispetto al periodo in cui si è più sviluppato in Italia,cioè ,negli annisettanta,quando era più legato ad un certo tipo di impegno politico e sociale mentreoggi,ovviamente, non è più cosi'?

Ma...secondo me,in generale, al di là che si esprima col cantautorato o con altre formepenso che in determinati momenti storici ci sia la necessità da parte delle persone dicomunicare,poi che questa comunicazione avvenga in forma verbale o in altre forme è unanecessità che secondo me esce fuori,in particolar modo, quando il mondo che abbiamointorno non è esattamente quello che ci eravamo immaginati o che ,in qualche modo,pensavamo, ci avrebbero lasciato in eredità i nostri genitori quindi sicuramente ora laparola è molto più forte perchè,soprattutto in forma canzone,ha una rapidità che è legataanche al fatto che ,appunto, tu prima canti e la melodia ti dà la possibilità di andare ancheoltre il significato delle parole o anche non prenderle all'inizio e poi ,pian piano,recuperarequello che poteve essere il messaggio contenuto. Oggi magari c'è un'attitudine menopoetica ma perchè siamo noi cresciuti con attitudine meno ideologica e io di questo nefaccio un pregio,non sono amante delle ideologie,non credo in nessun tipo di ideologia népolitica né religiosa,penso che ,in generale, sia bene che le persone mantengano la propria

testa e quindi sicuramente si può essere curiosi,ascoltare,leggere ma personalmente non mivoglio incanalare in nessuna direzione e mantenere una visione quanto più possibile fluidadelle cose e in questo senso il nuovo cantauotrato forse è meno legato al discorso politicoma lo trovo ,in questo senso, una fortuna e penso che anche i cantautori di quellagenerazione si siano convinti con l'esperienza che è meglio non essere legati ,anche per unespressione artistica più genuinaPer quanto riguarda il tuo modo di scrivere,cosa prediligi raccontare, cosa ti riesce piùimmediato, fare una sorta di cronaca,affidarti ai ricordi personali oppure inventareanche delle storie? Io ad esempio ho notato nel primo disco una visione più intimista epersonale mentre nel secondo un occhio più rivolto a ciò che ti circondaA me capita di scrivere con pochissima premeditiazione,non sono uno che si mette atavolino e scrive una canzone,per cui non ti posso dire che c'è una ricetta. Nel primo discoha fatto più presa un vissuto personale perchè è stato un periodo particolare della miavita,in cui determinate cose dovevo tirarle fuori quindi io la canzone la vedo con uno scopoterapeutico,a volte mi dispiace che le persone siano affezionate a cose che,in qualchemodo, io ho voluto eliminare da me cantandole però mi rendo conto che è una cosa chefaccio anche io con altri quindi è un circolo vizioso,anche io mi affeziono ai rifiuti altruiper cui va bene cosi'(ridiamo). Tra primo e secondo album sicuramente c'è una differenzaspiccata che è proprio quella che,magari a livello di intenzione,seppur non completamenteconsapevole,c'era l'idea di non raccontarmi troppo anche perchè non ho avuto un vissutocosi' rock'n'roll da poterlo inserire in canzoni, la noia e tutta la mia adolescenza.'avevoben illustrata nel primo disco,sono contento quando posso raccontarmi raccontando lastoria di un altro perché la vedo un'ottica più distaccata dove per distacco intendo che conlucidità posso guardare da lontano una cosa e raccontarla meglio,se devo descrivere unpaesaggio preferisco essere sulla vetta che non essere proprio dentro il posto.Una domanda sull'elemento nostalgico che ha caratterizzato parte della tua primaproduzione, come le tue precedenti esperienze musicali si sono poi evolute in quella cheè la tua cifra stilistica attuale?Secondo me è facile e anche comodo per l'artista quando qualcuno ti etichetta in un modoall'inizio perché è più semplice per chi deve spiegare che cosa fa questo personaggio e vabene,in una prima fase è importante,è ovvio che per me quel disco è,come ogni disco,unacosa di quel momento,è come se io ti facessi leggere un tema che ho fatto alle scuolemedie,è Dario a tredici anni. Ogni disco parla di quel momento li' e in quel momento eronostalgico perché erano successe tante cose,ero tornato al paesello dopo tanti anni passatifuori,non ci ero tornato per motivi felici perché era venuto a mancare mio padre e in alcunimomenti la nostalgia...anche se io,in realtà,non sono nostalgico ,non sono un amante di chiguarda troppo al passato,preferisco rimanere ancorato qui e ora però ,appunto, in quelmomento ti ci coccoli,ti ci culli in certe sensazioni e quel disco è figlio di questo. Quandoritorni,tante cose che avevi vissuto in una certa età le rivedi e le vorresti come eranoquindici anni prima o come tu te le ricordi però è pur vero che il ricordo non è realtà,è tuttaimmaginazione. E' un disco che ,in quel senso, ha molta immaginazione,ripeto:è un po'consolatorio in quel senso però non sono un nostalgico anzi sono un uomo moderno,sono3.0.(ridiamo)Veniamo al vissuto della provincia rispetto al vissuto di città e le differenze,cosa tipiace e cosa non ti piace?Non posso dire le differenze perché non ho mai vissuto veramente in città,la città piùgrande che ho abitato è stata Siena quindi non stiamo parlando di una grandissima cittàperò io i primi dieci anni di vita li ho fatti in un paese che faceva quattrocento abitantiquindi molto più piccolo, penso che sia una buona palestra perché sono convinto che ilmicrocosmo di un paesino in qualche modo ricalchi le dinamiche anche del macrocosmo dicittà. Alla fine le città sono pur sempre piccoli paesi agglomerati, molta gente che vive incittà mi parla del quartiere come io posso parlare di Guardia. La cosa che ho sempre dettoe di cui sono ancora convinto è che il paese ti dà una percentuale di noia non indifferenteche o ti porta all'alienazione,che anche mi sembra una buona cosa,nel senso l'alienazioneda sostanze o perché ti butti in qualche cosa che ti appassiona e in questo senso per me lamusica è stata una droga perché dai dodici/tredici anni in poi sono stato davvero tantissimo...ero un chitarrista io,anche se ormai ho l'artrosi incipiente ma ero appassionatissimo,anziodiavo i cantautori,io volevo solo fare assoli,ero un amante dell' heavy metal,ma si è visto

ieri, sono l'Hetfield del cantautorato italiano(ridiamo).Quindi il paesino ti dà molta piùopportunità perché paradossalmente non ti dà niente quindi te la devi cercare tu,ti devisbattere e questa cosa ti fa crescere perché è una sorta di introversione cioè cerchi dirimboccarti le maniche,invece magari in città ci sono cosi' tante distrazioni che affidisempre a qualcun'altro il tuo divertimento però ripeto non ho vissuto in città magari non ècosi',me lo immagino.Per quanto riguarda il secondo disco ho notato una ricchezza e una fantasia negliarrangiamenti che mi è piaciuta molto,volevo chiederti come nasce il processo in studiodi arrangiamentoDevo dire la verità,è stata una cosa che con grande piacere ho delegato in buona parte aMirko Onofrio,il ragazzo dei fiati,che scrive da tantissimo tempo,che è un musicista verocome gli altri ragazzi,sono tutti musicisti veri che però purtroppo per motivi economici sidevono piegare a suonare canzonette ma è questo mondo del capitalismo. A me piace moltoil lavoro in studio,prima di scrivere facevo questo,mi piace anche l'aspetto artigianaledell'elaborazione delle canzoni. Quando ci siamo trovati in studio,a fronte di un primodisco molto spartano,registrato ,anche volutamente, con una idea di “buona la prima”perché le canzoni erano cosi' semplici . La produzione è una cosa che in Italia non sisottolinea abbastanza,invece è un aspetto fondamentale,non ci si rende mai tanto conto diquanto sia importante come suona un disco e di quanto conti,non a livello tecnico, ma èimportante che il sound proprio emotivamente ti colpisca. Molti nel primo disco mi hannodetto :“sembra che sei qua,a casa,a suonare sul divano”, perché è stato registrato in unamaniera molto semplice,molto spartana,senza molti artifici e questo si sente anche perchénel primo disco la band non c'era,nel secondo c'è e allora abbiamo pensato di fare un discoche suonava molto colorato,molto ricco senza esagerare perché si poteva scadere nelbaroccoIl secondo disco si apre con “La storia del giovane Mario”,una sorta di storia tragicama anche comica(io ho adorato l'idea di aprire con un pezzo del genere) . Si nota ,inmolti tuoi testi ,un immaginario molto cinematografico volevo farti una domanda sulcinema,cosa ti piace e in che modo magari ispira,anche inconsciamente,il tuo modo discrivere?Guarda io ho sempre difficoltà a citare le fonti perché non sono u metodico in questo,nonsono un curioso. Sul cinema devo dire che sono stato pigro e ottuso per molti anni perchéavevo una idea del cinema molto leggera, l'idea di vedere una pellicola in bianco e nero mimetteva il magone,c'era proprio un pregiudizio di pallosità invece poi nel corso deglianni,ho cominciato a scoprire delle cose meravigliose tipo il neorealismo italiano e ti possodire che in questa canzone rientra sicuramente delle visioni di film che abbiamo fatto grazieal buon Massimo Palermo,il batterista amante di cinema ,che in furgone,visto che facciamoviaggi mediamente di cinque-sei ore, partendo dalla Calabria per il mondo...poi sulla Salerno-Reggio Calabria......sulla Salerno-Reggio Calabria ci siamo fatti intere filmografie,(ridiamo) tutto ma propriotutto il neorealismo italiano,anche con delle pause per una rustichella in autogrill...quindisi', Monicelli sicuramente in quel brano come idea di base anche come cinismo,io un po'cinico sono,devo dire la verità,per cui quel quel brano è contemporaneamente un tendere lamano a un certo tipo di umanità ma anche riderne in maniera beffardaAscoltando “Lei,lui,Firenze” ho notato dei rifmandi anche alle colonne sonore anni'60/'70 italianeNel secondo disco c'era l'idea di fare qualcosa più,se vuoi,anche “standard”,volevoriprendere certe sonorità,quel pezzo si prestava bene e ci siamo scialati a fare archi comenelle canzoni che ci piacciono degli anni '60,riprendere gli arrangiamenti che ,secondo me,son meravigliosi e che erano fatti da personaggi come Morricone che ,senza problemi,passava da fare cose più impegnate a fare canzonette che avevano degli arrangiamentiincredibili per cui,ascoltarle fa bene e riproporle perché no,ripeto:senza voler fare sempreil fissato sul retrò però se c'è una cosa bella perché non riprenderla ?Assolutamente,infatti ho apprezzato anche il twist di “Con lo spray”...eh ma è li' che voglio andare a finire,non so se hai notato come mi muovo(ridiamo)...inrealtà sono nato per il ballo ma ci arriverò piano piano,sono lo Steve Lachance

dell'appenino meridionale(ridiamo)Legato al discorso della produzione,so che hai prodotto il secondo di Maria Antonietta,oltre a DiMartino,vorrei che parlassi un po' dell'esperienza di produttoreSecondo me l'esperienza di produttore andrebbe sempre fatta anche se magari tecnicamentenon ne hai le capacità ,però se riesci a trovare il modo di lavorare con altri artisti che tipiacciono,la cosa ti fa crescere. Riconosco nella mia attitudine una curiositàegocentrica,nel senso,volevo fare questa cosa per me però man mano che la fai ti rendiconto che metterti al servizio di altre persone ti fa crescere anche da quel punto di vista.Loro poi sono due artisti che hanno una dote essenziale rispetto a me,è che sonoassolutamente emozionali. Letizia in particolare,è una persona che canta per la sola gioiadi cantare senza uno scopo preciso,senza pensare la disco,io invece che sono di mentalitàimprenditoriale ho sempre la pianificazione un po' nella testa,per cui questa cosa mi hariportato verso una attitudine più spontanea e anche più legata al momento.Mi è piaciuta molto questa cosa sia in Letizia che anche in Antonio che ha una capacità discrittura incredibile,è proprio uno di quelli che scrive in un modo emozionante,non capiscotre quarti di quello che scrive(ridiamo)però mi piacciono lo stesso, è quell'amore che proviper una cosa incomprensibile ma è proprio questo che mi piace. Aver fatto con loro questidischi,al di là che abbiamo fatto dei bei lavori,per me è stata una crescita e mi ha fattoanche riflettere su come poi fare le cose mie,i tempi,i ritmi e non essere eccessivamentepreoccupato,io sono un po' ansioso di mio però questi lavori mi hanno riportato un po'verso una naturalezza nel fare quello che facciamoL'ultima domanda sul terzo disco,se hai già delle idee,come lo vedi,cosa cambierà?

VULCANICA FESTIVAL 2012BRUNORI SAS

Non ne ho idea non ho scritto niente e non mi voglio mettere a scrivere perché c'è necessitàsecondo me di un momento di stacco,di pausa, appunto per quello che ti dicevo primaperché se poi entri nel loop del mestiere,perché lo facciamo di mestiere è inutilenascondersi,però in quello che fai entra dopo un elemento inquinante che è la proiezione.Secondo me quando scrivi ,se vuoi veramente fotografare quello che ti sta accadendo,nonpuoi,anche se ci sono fulgidi esempi di autori che scrivono in maniera disciplinata,a menon viene fuori. Preferisco vivere normalmente le cose che mi possono capitare e sevengono fuori le canzoni e stanno bene insieme,facciamo un album. Io parlo cosi' poil'etichetta discografica...ora non c'è Zanobini quindi posso parlare liberamente(ridiamo),questa cosa è una libertà che mi illudo di avere ma fra un paio di mesi comincerò ad esseretempestato di telefonate però per il momento mi illudo che posso essere libero di guardareun albero ed aspettare,di vedere poi Zanobini sopra col fucile che mi minaccia(ridiamo)Ci sarà con lo spray?No,”con lo spray” l'abbiamo già inserita live in una versione digitale ed è una canzone chenon metterò mai in un disco perché profondamente me ne vergogno,è un brano che mi piaceda fare dal vivo perché ha un ritmo..poi metterla in un disco non lo so...Su questo non siamo d'accordo,io la adoroEh lo so ma appunto non la metto proprio per questo perché mi sei antipatico,te lo volevodire dall'inizio dell'intervista(ridiamo),se vuoi la puoi mettere tu in un disco tuoPosso?Vai tranquillo tanto io non ce la metterò maiSiamo d'accordo allora,grazie mille!Di niente,mi raccomando i diritti!(ridiamo)

INTERVISTA

Sentendovi e vedendovi dal vivo viene spontaneo chiedervi: come neasce il processocompositivo?(Enzo):Generalmente comincio io a casa a scrivere i primi accordi e il testo, poi si va instudio con tuttio il gruppo e si arrangia e si evolve pure,c'è una evoluzione melodica e lacanzone viene ,praticamente,costruita ma le basi iniziali sono il testo che nasce con i primiaccordi nella mia cameretta,in genre col computer acceso,non scrivo mai con la penna. Inalcuni casi ci sono canzoni che nascono in sala e ho scritto il testo successivamente, è ilcaso ad esempio di “Finitudine”.Il lavoro sul disco presenta una ricercatezza degli arrangiamenti,ve lo siete posti comeobiettivo? Come avete lavorato registrando il disco?(E):Abbiamo lavorato con l'obiettivo di fare un disco che doveva sentirsi bene al punto diessere già pronto,eventualmente,per essere distribuito cioè non demo ma un disco con unsuo sound,autoprodotto poi siamo riusciti a farlo perchè Michele,il chitarrista del gruppoha un suo studio ben attrezzato,abbiamo chiamato un fonico molto bravo,Antonio Polidoroe abbiamo fatto il missaggio e la masterizzazione a Milano. Abbiamo investito un po' disoldi e cerchiamo di arrivare ad un obbiettivo sonoro compiuto,in questo disco c'èveramente la somma di tutti e quattro i componenti del gruppo con quattro visoni che nonsono sempre uguali.(Giovanni): D'ora in poi cinque,abbiamo il nuovo tastierista Carmine(Michele): Però c'è da dire che gli arrangiamenti arrivano in studio già completi,qualcheassolo è stato improvvisato però andiamo in studio con le idee chiarissime anche dal punto

di vista dei suoni,abbiamo usato tantissimi ampli,tantissime chitarre ma avevamo giàbenissimo le idee chiare(G): Siamo molto soddisfatti del sound del disco,è quello che volevamo(E): C'è stata una gestazione molto lunga perchè noi avevamo preventivato di registrare inun periodo poi la cosa è slittata per varie esigenze e problemi personali di 5-6 mesi eabbiamo provato tante di quelle volte che siamo arrivati in sala davvero pronti perregistrare le otto canzoni che poi stanno nel disco,però poche cose sono nate in sala peròinteressanti soprattutto sulla voce(M): Qualche armonizzazione di voce, abbiamo lavorato anche sugli archi,a Milanoabbiamo un'amica in comune che fa questo di professione e abbiamo inserito degli archi eli' c'è stata una sorta di improvvisazione in studio,alcune parti di chitarra le abbiamoaffidate agli archi per una questione di sonorità(E): E poi c'è stata la collaborazione nella scrittura degli archi ,in alcune canzoni ,delprofessor Pino Lioy,un professore di musica molto bravo che ha scritto delle belle partitureVeniamo al nuovo tastierista,il lavoro sulle tastiere è avvenuto successivamente suibrani già incisi,come hai lavorato?(Carmine): Io conosco loro da una vita,mi piace ciò che suonano ,sono stato contattato daMichele e ho accettato. Il lavoro è al sessanta per cento ancora, proprio in virtù di questaserata,non è come vorrei suonare(G): Una settimana fa gli abbiamo detto che avremmo suonato qui,l'abbiamo un po'schiavizzato(ridono)(E):La difficoltà è stata questa,noi non vogliamo riprodurre gli archi che comunque dalvivo non abbiamo,stiamo cercando di riarranhgiare una tastiera che sia tastiera(C):Andiamo alla ricerca di suoni nuovi,innovativi e speriamo di riuscirciParliamo delle situazioni in cui vi siete trovati a suonare in Basilicata,vi hannosoddisfatto?(G): Diciamo che abbiamo avuto un grande riscontro soprattutto da parte del pubblico,poiil parere dei tecnici no nci interessa. Abbiamo partecipato anche ad altri concorsdi al difuori della Basilicatat e anche li' siamo stati apprezzati dal pubblico.Vorremmo essere unabuona live band poi in studio chiunque può far miracoliQuanto vi rispecchiate come persone in quello che suonate e cantate?(G): Io direi quasi totalmente,diciamo che ognuno di noi ha fatto tutto quello che era giustofare(M): Nessuna imposizione da parte di nessuno,io sono abbastanza soddisfatto soprattuttodal punto di vista del sound più che dell'esecuzione, è un lavoro catalogabile in un certomodo,non è free jazz o black metal(G):Due cose dobbiamo sottolineare,il fatto che non suoniamo questo indie pop che a voltescrivono per definirci che poi non sappiamo neanche bene cos'è e poi sul nome ,moltisbagliano e ci chiamano “i locomotiva”siamo i locoMItiva non la locomotiva(E):Quello lo risolvi quando diventi famoso(ride). Il problema è che locomotiva è untermine molto evocativo ,pensi a Guccini o alla locomotiva se ti piacciono i treni,inveceLocomitiva è un neologismo,non esiste.(G): Il nome inizialmente era Locomitiva Brigante perchè all'interno della nostra storiaavevamo arrangiato un pezzo che si chiamava “briganti precari” sulla canzone famosa deibriganti però quello che voleva significare era una comitiva del posto,quattro amici chesuonano.(E):Io mi rispecchio comunque in tutti i testi, compreso “Un giro” il cui testo è stato scrittoda Benedetto Guadagno,un mio carissimo amico con cui condivido anche altro,è già mi cirispecchio alla grande figuriamoci gli altri che sono i miei e specialmente “Con unacanzone” che è la canzone che sotto un certo aspetto ha raccolto meglio una forma didisperazione speranzosa che mi appartiene in questo momento,di quello che vivoChe musica ascoltate singolarmente,a cosa vi ispirate?(E):Io amo molto la musica italiana,pur amando il rock,il mio background è quello deicantautori,ho aprezzato anche l'evoluzione rock italiana degli anni '90 e credo che,un po'magari si sente qualche riferimento qui e li'(Davide): Io non penso molto alla canzone perchè ascolto quasi tutto,se penso alla batteriapenso a musicisti di un certo livello tipo Gavin Harrison e la Dave Matthews Band(M) :Io faccio prima a dire cosa non ascolto,non ascolto la musica house

(e fai molto bene) la disco anni '70 ha anche i suoi pregi,ma la musica house anzi lahouse perchè non è musica,non la sopporto veramente(G):come Michele io ascolto un po' di tutto,sono poche le cose che non mi piacciono,ladisco anni'70 la amo perchè sul basso è bellissima da suonare però la scuola cantautoraleitaliana mi piace molto,uno dei mie artisti preferiti è Gaber ,mi piace molto la musicaamericana,i Led Zeppelin,l'hard rock anni '70 ',la Dave Matthews band,i Dream Theater(C): Io ascolto tutta la musica fatta bene,non quella costruita perchè c'è un format,tutta lamusica spontanea,che può essere un valzer,può essere un pezzo rock,può essere musicaclassica,poi vengo dal conservatorio...c'è un gruppo i Dream Theater che mi ha fattoimpazzire,i primi Dream Theater fino al '99(E): Che a me non piacciono molto,a me piace Bobo Rondelli ,perchè per me rappresent5aun mistero oppure la certezza che siamo davvero un paese strano oppure che è stranolui...in questi ultimi anni c'è un fenomeno che è molto forte che è quello della costruzione exnovo di situazioni musicali attraverso il mezzo televisivo quindi che succede:non è che tuhai un artista che ha un suo percorso o che viene dalla gavetta,tu hai delle persone chemagari hanno anche una bella voce ma vengono messi là e diventano personaggitelevisivi,in Italia o in Basilicata esistono delle realtà interessanti,gente che scrivebene,che fa ricerca però resta lì perchè non si concilia con il meccanismo di produzione.Abbiamo una diffusione della musica che è molto frammentata nel web,non esiste piùl'album,prima era un oggetto a cui davi valore ,lo ascoltavi per due mesi,leggevi itesti,adesso vai su internet scarichi e ascolti canzoni e non capisci un cazzoCantate “c'è bisogno di politica”,portiamola in Basilicata,c'è bisogno di politica inBasilicata e se si' di che politica?(E): In Basilicata c'è bisogno di politica sicuramente se la politica viene intesa come ilmomento in cui si esce fuori dall'individualismo contemporaneo unito al familismo amoraleche ha fatto di questa regione,una regione totalmente organizzata dal punto di vista delconsenso,questa è una regione in cui un centinaio di persone che sono politici,medici oconsigleri regionali che hanno in mano tutta la ricchezza e la utilizzano esclusivamente inmodo clientelare senza capacità progettuale e quindi il bisogno di politica è il bisogno ditrovare un a dimensione di cooperazione,di collaborazione in questa scissione totalerispetto ai bisogni umaniUltima domanda:se voi doveste dire che cosa rende speciali,unici i Locomitiva rispettoa qualsiasi altro gruppo,una cosa che vi rende diversi?(G):Il fatto che veniamo da culture musicali leggermente diverse che insieme creanoquacosa che magari non hai mai ascoltato(E): Io in questo momento non credo che i Locomitiva siano un gruppo unico,noi facciamodelle canzoni utilizzando un linguaggio rock unito a una tradizionje molto italiana che èquella del cantautorato,speriamo di essere unici in futuro arrivando a una idea di unione diquesti fattori che sia un po' diverso da quello che comunque cìè già stato in Italia da questopunto di vista ma speriamo di riuscirlo fare in modo originale, comunque ce lo dirà lagente.

ottobre2012

#undici ottobre2012

#undici24onck

Page 25: REvolution Rock 11

Cominciamo parlando del Premio Ciampi e del premio Tenco entrambi premi che haivinto rispettivamente nel 2009 e nel 2010 ,premi che si danno al cantautorato e volevochiederti: quale pensi che sia il valore del cantautorato al giorno 'd'oggi nelventunesimo secolo rispetto al periodo in cui si è più sviluppato in Italia,cioè ,negli annisettanta,quando era più legato ad un certo tipo di impegno politico e sociale mentreoggi,ovviamente, non è più cosi'?

Ma...secondo me,in generale, al di là che si esprima col cantautorato o con altre formepenso che in determinati momenti storici ci sia la necessità da parte delle persone dicomunicare,poi che questa comunicazione avvenga in forma verbale o in altre forme è unanecessità che secondo me esce fuori,in particolar modo, quando il mondo che abbiamointorno non è esattamente quello che ci eravamo immaginati o che ,in qualche modo,pensavamo, ci avrebbero lasciato in eredità i nostri genitori quindi sicuramente ora laparola è molto più forte perchè,soprattutto in forma canzone,ha una rapidità che è legataanche al fatto che ,appunto, tu prima canti e la melodia ti dà la possibilità di andare ancheoltre il significato delle parole o anche non prenderle all'inizio e poi ,pian piano,recuperarequello che poteve essere il messaggio contenuto. Oggi magari c'è un'attitudine menopoetica ma perchè siamo noi cresciuti con attitudine meno ideologica e io di questo nefaccio un pregio,non sono amante delle ideologie,non credo in nessun tipo di ideologia népolitica né religiosa,penso che ,in generale, sia bene che le persone mantengano la propria

testa e quindi sicuramente si può essere curiosi,ascoltare,leggere ma personalmente non mivoglio incanalare in nessuna direzione e mantenere una visione quanto più possibile fluidadelle cose e in questo senso il nuovo cantauotrato forse è meno legato al discorso politicoma lo trovo ,in questo senso, una fortuna e penso che anche i cantautori di quellagenerazione si siano convinti con l'esperienza che è meglio non essere legati ,anche per unespressione artistica più genuinaPer quanto riguarda il tuo modo di scrivere,cosa prediligi raccontare, cosa ti riesce piùimmediato, fare una sorta di cronaca,affidarti ai ricordi personali oppure inventareanche delle storie? Io ad esempio ho notato nel primo disco una visione più intimista epersonale mentre nel secondo un occhio più rivolto a ciò che ti circondaA me capita di scrivere con pochissima premeditiazione,non sono uno che si mette atavolino e scrive una canzone,per cui non ti posso dire che c'è una ricetta. Nel primo discoha fatto più presa un vissuto personale perchè è stato un periodo particolare della miavita,in cui determinate cose dovevo tirarle fuori quindi io la canzone la vedo con uno scopoterapeutico,a volte mi dispiace che le persone siano affezionate a cose che,in qualchemodo, io ho voluto eliminare da me cantandole però mi rendo conto che è una cosa chefaccio anche io con altri quindi è un circolo vizioso,anche io mi affeziono ai rifiuti altruiper cui va bene cosi'(ridiamo). Tra primo e secondo album sicuramente c'è una differenzaspiccata che è proprio quella che,magari a livello di intenzione,seppur non completamenteconsapevole,c'era l'idea di non raccontarmi troppo anche perchè non ho avuto un vissutocosi' rock'n'roll da poterlo inserire in canzoni, la noia e tutta la mia adolescenza.'avevoben illustrata nel primo disco,sono contento quando posso raccontarmi raccontando lastoria di un altro perché la vedo un'ottica più distaccata dove per distacco intendo che conlucidità posso guardare da lontano una cosa e raccontarla meglio,se devo descrivere unpaesaggio preferisco essere sulla vetta che non essere proprio dentro il posto.Una domanda sull'elemento nostalgico che ha caratterizzato parte della tua primaproduzione, come le tue precedenti esperienze musicali si sono poi evolute in quella cheè la tua cifra stilistica attuale?Secondo me è facile e anche comodo per l'artista quando qualcuno ti etichetta in un modoall'inizio perché è più semplice per chi deve spiegare che cosa fa questo personaggio e vabene,in una prima fase è importante,è ovvio che per me quel disco è,come ogni disco,unacosa di quel momento,è come se io ti facessi leggere un tema che ho fatto alle scuolemedie,è Dario a tredici anni. Ogni disco parla di quel momento li' e in quel momento eronostalgico perché erano successe tante cose,ero tornato al paesello dopo tanti anni passatifuori,non ci ero tornato per motivi felici perché era venuto a mancare mio padre e in alcunimomenti la nostalgia...anche se io,in realtà,non sono nostalgico ,non sono un amante di chiguarda troppo al passato,preferisco rimanere ancorato qui e ora però ,appunto, in quelmomento ti ci coccoli,ti ci culli in certe sensazioni e quel disco è figlio di questo. Quandoritorni,tante cose che avevi vissuto in una certa età le rivedi e le vorresti come eranoquindici anni prima o come tu te le ricordi però è pur vero che il ricordo non è realtà,è tuttaimmaginazione. E' un disco che ,in quel senso, ha molta immaginazione,ripeto:è un po'consolatorio in quel senso però non sono un nostalgico anzi sono un uomo moderno,sono3.0.(ridiamo)Veniamo al vissuto della provincia rispetto al vissuto di città e le differenze,cosa tipiace e cosa non ti piace?Non posso dire le differenze perché non ho mai vissuto veramente in città,la città piùgrande che ho abitato è stata Siena quindi non stiamo parlando di una grandissima cittàperò io i primi dieci anni di vita li ho fatti in un paese che faceva quattrocento abitantiquindi molto più piccolo, penso che sia una buona palestra perché sono convinto che ilmicrocosmo di un paesino in qualche modo ricalchi le dinamiche anche del macrocosmo dicittà. Alla fine le città sono pur sempre piccoli paesi agglomerati, molta gente che vive incittà mi parla del quartiere come io posso parlare di Guardia. La cosa che ho sempre dettoe di cui sono ancora convinto è che il paese ti dà una percentuale di noia non indifferenteche o ti porta all'alienazione,che anche mi sembra una buona cosa,nel senso l'alienazioneda sostanze o perché ti butti in qualche cosa che ti appassiona e in questo senso per me lamusica è stata una droga perché dai dodici/tredici anni in poi sono stato davvero tantissimo...ero un chitarrista io,anche se ormai ho l'artrosi incipiente ma ero appassionatissimo,anziodiavo i cantautori,io volevo solo fare assoli,ero un amante dell' heavy metal,ma si è visto

ieri, sono l'Hetfield del cantautorato italiano(ridiamo).Quindi il paesino ti dà molta piùopportunità perché paradossalmente non ti dà niente quindi te la devi cercare tu,ti devisbattere e questa cosa ti fa crescere perché è una sorta di introversione cioè cerchi dirimboccarti le maniche,invece magari in città ci sono cosi' tante distrazioni che affidisempre a qualcun'altro il tuo divertimento però ripeto non ho vissuto in città magari non ècosi',me lo immagino.Per quanto riguarda il secondo disco ho notato una ricchezza e una fantasia negliarrangiamenti che mi è piaciuta molto,volevo chiederti come nasce il processo in studiodi arrangiamentoDevo dire la verità,è stata una cosa che con grande piacere ho delegato in buona parte aMirko Onofrio,il ragazzo dei fiati,che scrive da tantissimo tempo,che è un musicista verocome gli altri ragazzi,sono tutti musicisti veri che però purtroppo per motivi economici sidevono piegare a suonare canzonette ma è questo mondo del capitalismo. A me piace moltoil lavoro in studio,prima di scrivere facevo questo,mi piace anche l'aspetto artigianaledell'elaborazione delle canzoni. Quando ci siamo trovati in studio,a fronte di un primodisco molto spartano,registrato ,anche volutamente, con una idea di “buona la prima”perché le canzoni erano cosi' semplici . La produzione è una cosa che in Italia non sisottolinea abbastanza,invece è un aspetto fondamentale,non ci si rende mai tanto conto diquanto sia importante come suona un disco e di quanto conti,non a livello tecnico, ma èimportante che il sound proprio emotivamente ti colpisca. Molti nel primo disco mi hannodetto :“sembra che sei qua,a casa,a suonare sul divano”, perché è stato registrato in unamaniera molto semplice,molto spartana,senza molti artifici e questo si sente anche perchénel primo disco la band non c'era,nel secondo c'è e allora abbiamo pensato di fare un discoche suonava molto colorato,molto ricco senza esagerare perché si poteva scadere nelbaroccoIl secondo disco si apre con “La storia del giovane Mario”,una sorta di storia tragicama anche comica(io ho adorato l'idea di aprire con un pezzo del genere) . Si nota ,inmolti tuoi testi ,un immaginario molto cinematografico volevo farti una domanda sulcinema,cosa ti piace e in che modo magari ispira,anche inconsciamente,il tuo modo discrivere?Guarda io ho sempre difficoltà a citare le fonti perché non sono u metodico in questo,nonsono un curioso. Sul cinema devo dire che sono stato pigro e ottuso per molti anni perchéavevo una idea del cinema molto leggera, l'idea di vedere una pellicola in bianco e nero mimetteva il magone,c'era proprio un pregiudizio di pallosità invece poi nel corso deglianni,ho cominciato a scoprire delle cose meravigliose tipo il neorealismo italiano e ti possodire che in questa canzone rientra sicuramente delle visioni di film che abbiamo fatto grazieal buon Massimo Palermo,il batterista amante di cinema ,che in furgone,visto che facciamoviaggi mediamente di cinque-sei ore, partendo dalla Calabria per il mondo...poi sulla Salerno-Reggio Calabria......sulla Salerno-Reggio Calabria ci siamo fatti intere filmografie,(ridiamo) tutto ma propriotutto il neorealismo italiano,anche con delle pause per una rustichella in autogrill...quindisi', Monicelli sicuramente in quel brano come idea di base anche come cinismo,io un po'cinico sono,devo dire la verità,per cui quel quel brano è contemporaneamente un tendere lamano a un certo tipo di umanità ma anche riderne in maniera beffardaAscoltando “Lei,lui,Firenze” ho notato dei rifmandi anche alle colonne sonore anni'60/'70 italianeNel secondo disco c'era l'idea di fare qualcosa più,se vuoi,anche “standard”,volevoriprendere certe sonorità,quel pezzo si prestava bene e ci siamo scialati a fare archi comenelle canzoni che ci piacciono degli anni '60,riprendere gli arrangiamenti che ,secondo me,son meravigliosi e che erano fatti da personaggi come Morricone che ,senza problemi,passava da fare cose più impegnate a fare canzonette che avevano degli arrangiamentiincredibili per cui,ascoltarle fa bene e riproporle perché no,ripeto:senza voler fare sempreil fissato sul retrò però se c'è una cosa bella perché non riprenderla ?Assolutamente,infatti ho apprezzato anche il twist di “Con lo spray”...eh ma è li' che voglio andare a finire,non so se hai notato come mi muovo(ridiamo)...inrealtà sono nato per il ballo ma ci arriverò piano piano,sono lo Steve Lachance

dell'appenino meridionale(ridiamo)Legato al discorso della produzione,so che hai prodotto il secondo di Maria Antonietta,oltre a DiMartino,vorrei che parlassi un po' dell'esperienza di produttoreSecondo me l'esperienza di produttore andrebbe sempre fatta anche se magari tecnicamentenon ne hai le capacità ,però se riesci a trovare il modo di lavorare con altri artisti che tipiacciono,la cosa ti fa crescere. Riconosco nella mia attitudine una curiositàegocentrica,nel senso,volevo fare questa cosa per me però man mano che la fai ti rendiconto che metterti al servizio di altre persone ti fa crescere anche da quel punto di vista.Loro poi sono due artisti che hanno una dote essenziale rispetto a me,è che sonoassolutamente emozionali. Letizia in particolare,è una persona che canta per la sola gioiadi cantare senza uno scopo preciso,senza pensare la disco,io invece che sono di mentalitàimprenditoriale ho sempre la pianificazione un po' nella testa,per cui questa cosa mi hariportato verso una attitudine più spontanea e anche più legata al momento.Mi è piaciuta molto questa cosa sia in Letizia che anche in Antonio che ha una capacità discrittura incredibile,è proprio uno di quelli che scrive in un modo emozionante,non capiscotre quarti di quello che scrive(ridiamo)però mi piacciono lo stesso, è quell'amore che proviper una cosa incomprensibile ma è proprio questo che mi piace. Aver fatto con loro questidischi,al di là che abbiamo fatto dei bei lavori,per me è stata una crescita e mi ha fattoanche riflettere su come poi fare le cose mie,i tempi,i ritmi e non essere eccessivamentepreoccupato,io sono un po' ansioso di mio però questi lavori mi hanno riportato un po'verso una naturalezza nel fare quello che facciamoL'ultima domanda sul terzo disco,se hai già delle idee,come lo vedi,cosa cambierà?

BRUNORI SASNon ne ho idea non ho scritto niente e non mi voglio mettere a scrivere perché c'è necessitàsecondo me di un momento di stacco,di pausa, appunto per quello che ti dicevo primaperché se poi entri nel loop del mestiere,perché lo facciamo di mestiere è inutilenascondersi,però in quello che fai entra dopo un elemento inquinante che è la proiezione.Secondo me quando scrivi ,se vuoi veramente fotografare quello che ti sta accadendo,nonpuoi,anche se ci sono fulgidi esempi di autori che scrivono in maniera disciplinata,a menon viene fuori. Preferisco vivere normalmente le cose che mi possono capitare e sevengono fuori le canzoni e stanno bene insieme,facciamo un album. Io parlo cosi' poil'etichetta discografica...ora non c'è Zanobini quindi posso parlare liberamente(ridiamo),questa cosa è una libertà che mi illudo di avere ma fra un paio di mesi comincerò ad esseretempestato di telefonate però per il momento mi illudo che posso essere libero di guardareun albero ed aspettare,di vedere poi Zanobini sopra col fucile che mi minaccia(ridiamo)Ci sarà con lo spray?No,”con lo spray” l'abbiamo già inserita live in una versione digitale ed è una canzone chenon metterò mai in un disco perché profondamente me ne vergogno,è un brano che mi piaceda fare dal vivo perché ha un ritmo..poi metterla in un disco non lo so...Su questo non siamo d'accordo,io la adoroEh lo so ma appunto non la metto proprio per questo perché mi sei antipatico,te lo volevodire dall'inizio dell'intervista(ridiamo),se vuoi la puoi mettere tu in un disco tuoPosso?Vai tranquillo tanto io non ce la metterò maiSiamo d'accordo allora,grazie mille!Di niente,mi raccomando i diritti!(ridiamo)

Sentendovi e vedendovi dal vivo viene spontaneo chiedervi: come neasce il processocompositivo?(Enzo):Generalmente comincio io a casa a scrivere i primi accordi e il testo, poi si va instudio con tuttio il gruppo e si arrangia e si evolve pure,c'è una evoluzione melodica e lacanzone viene ,praticamente,costruita ma le basi iniziali sono il testo che nasce con i primiaccordi nella mia cameretta,in genre col computer acceso,non scrivo mai con la penna. Inalcuni casi ci sono canzoni che nascono in sala e ho scritto il testo successivamente, è ilcaso ad esempio di “Finitudine”.Il lavoro sul disco presenta una ricercatezza degli arrangiamenti,ve lo siete posti comeobiettivo? Come avete lavorato registrando il disco?(E):Abbiamo lavorato con l'obiettivo di fare un disco che doveva sentirsi bene al punto diessere già pronto,eventualmente,per essere distribuito cioè non demo ma un disco con unsuo sound,autoprodotto poi siamo riusciti a farlo perchè Michele,il chitarrista del gruppoha un suo studio ben attrezzato,abbiamo chiamato un fonico molto bravo,Antonio Polidoroe abbiamo fatto il missaggio e la masterizzazione a Milano. Abbiamo investito un po' disoldi e cerchiamo di arrivare ad un obbiettivo sonoro compiuto,in questo disco c'èveramente la somma di tutti e quattro i componenti del gruppo con quattro visoni che nonsono sempre uguali.(Giovanni): D'ora in poi cinque,abbiamo il nuovo tastierista Carmine(Michele): Però c'è da dire che gli arrangiamenti arrivano in studio già completi,qualcheassolo è stato improvvisato però andiamo in studio con le idee chiarissime anche dal punto

di vista dei suoni,abbiamo usato tantissimi ampli,tantissime chitarre ma avevamo giàbenissimo le idee chiare(G): Siamo molto soddisfatti del sound del disco,è quello che volevamo(E): C'è stata una gestazione molto lunga perchè noi avevamo preventivato di registrare inun periodo poi la cosa è slittata per varie esigenze e problemi personali di 5-6 mesi eabbiamo provato tante di quelle volte che siamo arrivati in sala davvero pronti perregistrare le otto canzoni che poi stanno nel disco,però poche cose sono nate in sala peròinteressanti soprattutto sulla voce(M): Qualche armonizzazione di voce, abbiamo lavorato anche sugli archi,a Milanoabbiamo un'amica in comune che fa questo di professione e abbiamo inserito degli archi eli' c'è stata una sorta di improvvisazione in studio,alcune parti di chitarra le abbiamoaffidate agli archi per una questione di sonorità(E): E poi c'è stata la collaborazione nella scrittura degli archi ,in alcune canzoni ,delprofessor Pino Lioy,un professore di musica molto bravo che ha scritto delle belle partitureVeniamo al nuovo tastierista,il lavoro sulle tastiere è avvenuto successivamente suibrani già incisi,come hai lavorato?(Carmine): Io conosco loro da una vita,mi piace ciò che suonano ,sono stato contattato daMichele e ho accettato. Il lavoro è al sessanta per cento ancora, proprio in virtù di questaserata,non è come vorrei suonare(G): Una settimana fa gli abbiamo detto che avremmo suonato qui,l'abbiamo un po'schiavizzato(ridono)(E):La difficoltà è stata questa,noi non vogliamo riprodurre gli archi che comunque dalvivo non abbiamo,stiamo cercando di riarranhgiare una tastiera che sia tastiera(C):Andiamo alla ricerca di suoni nuovi,innovativi e speriamo di riuscirciParliamo delle situazioni in cui vi siete trovati a suonare in Basilicata,vi hannosoddisfatto?(G): Diciamo che abbiamo avuto un grande riscontro soprattutto da parte del pubblico,poiil parere dei tecnici no nci interessa. Abbiamo partecipato anche ad altri concorsdi al difuori della Basilicatat e anche li' siamo stati apprezzati dal pubblico.Vorremmo essere unabuona live band poi in studio chiunque può far miracoliQuanto vi rispecchiate come persone in quello che suonate e cantate?(G): Io direi quasi totalmente,diciamo che ognuno di noi ha fatto tutto quello che era giustofare(M): Nessuna imposizione da parte di nessuno,io sono abbastanza soddisfatto soprattuttodal punto di vista del sound più che dell'esecuzione, è un lavoro catalogabile in un certomodo,non è free jazz o black metal(G):Due cose dobbiamo sottolineare,il fatto che non suoniamo questo indie pop che a voltescrivono per definirci che poi non sappiamo neanche bene cos'è e poi sul nome ,moltisbagliano e ci chiamano “i locomotiva”siamo i locoMItiva non la locomotiva(E):Quello lo risolvi quando diventi famoso(ride). Il problema è che locomotiva è untermine molto evocativo ,pensi a Guccini o alla locomotiva se ti piacciono i treni,inveceLocomitiva è un neologismo,non esiste.(G): Il nome inizialmente era Locomitiva Brigante perchè all'interno della nostra storiaavevamo arrangiato un pezzo che si chiamava “briganti precari” sulla canzone famosa deibriganti però quello che voleva significare era una comitiva del posto,quattro amici chesuonano.(E):Io mi rispecchio comunque in tutti i testi, compreso “Un giro” il cui testo è stato scrittoda Benedetto Guadagno,un mio carissimo amico con cui condivido anche altro,è già mi cirispecchio alla grande figuriamoci gli altri che sono i miei e specialmente “Con unacanzone” che è la canzone che sotto un certo aspetto ha raccolto meglio una forma didisperazione speranzosa che mi appartiene in questo momento,di quello che vivoChe musica ascoltate singolarmente,a cosa vi ispirate?(E):Io amo molto la musica italiana,pur amando il rock,il mio background è quello deicantautori,ho aprezzato anche l'evoluzione rock italiana degli anni '90 e credo che,un po'magari si sente qualche riferimento qui e li'(Davide): Io non penso molto alla canzone perchè ascolto quasi tutto,se penso alla batteriapenso a musicisti di un certo livello tipo Gavin Harrison e la Dave Matthews Band(M) :Io faccio prima a dire cosa non ascolto,non ascolto la musica house

(e fai molto bene) la disco anni '70 ha anche i suoi pregi,ma la musica house anzi lahouse perchè non è musica,non la sopporto veramente(G):come Michele io ascolto un po' di tutto,sono poche le cose che non mi piacciono,ladisco anni'70 la amo perchè sul basso è bellissima da suonare però la scuola cantautoraleitaliana mi piace molto,uno dei mie artisti preferiti è Gaber ,mi piace molto la musicaamericana,i Led Zeppelin,l'hard rock anni '70 ',la Dave Matthews band,i Dream Theater(C): Io ascolto tutta la musica fatta bene,non quella costruita perchè c'è un format,tutta lamusica spontanea,che può essere un valzer,può essere un pezzo rock,può essere musicaclassica,poi vengo dal conservatorio...c'è un gruppo i Dream Theater che mi ha fattoimpazzire,i primi Dream Theater fino al '99(E): Che a me non piacciono molto,a me piace Bobo Rondelli ,perchè per me rappresent5aun mistero oppure la certezza che siamo davvero un paese strano oppure che è stranolui...in questi ultimi anni c'è un fenomeno che è molto forte che è quello della costruzione exnovo di situazioni musicali attraverso il mezzo televisivo quindi che succede:non è che tuhai un artista che ha un suo percorso o che viene dalla gavetta,tu hai delle persone chemagari hanno anche una bella voce ma vengono messi là e diventano personaggitelevisivi,in Italia o in Basilicata esistono delle realtà interessanti,gente che scrivebene,che fa ricerca però resta lì perchè non si concilia con il meccanismo di produzione.Abbiamo una diffusione della musica che è molto frammentata nel web,non esiste piùl'album,prima era un oggetto a cui davi valore ,lo ascoltavi per due mesi,leggevi itesti,adesso vai su internet scarichi e ascolti canzoni e non capisci un cazzoCantate “c'è bisogno di politica”,portiamola in Basilicata,c'è bisogno di politica inBasilicata e se si' di che politica?(E): In Basilicata c'è bisogno di politica sicuramente se la politica viene intesa come ilmomento in cui si esce fuori dall'individualismo contemporaneo unito al familismo amoraleche ha fatto di questa regione,una regione totalmente organizzata dal punto di vista delconsenso,questa è una regione in cui un centinaio di persone che sono politici,medici oconsigleri regionali che hanno in mano tutta la ricchezza e la utilizzano esclusivamente inmodo clientelare senza capacità progettuale e quindi il bisogno di politica è il bisogno ditrovare un a dimensione di cooperazione,di collaborazione in questa scissione totalerispetto ai bisogni umaniUltima domanda:se voi doveste dire che cosa rende speciali,unici i Locomitiva rispettoa qualsiasi altro gruppo,una cosa che vi rende diversi?(G):Il fatto che veniamo da culture musicali leggermente diverse che insieme creanoquacosa che magari non hai mai ascoltato(E): Io in questo momento non credo che i Locomitiva siano un gruppo unico,noi facciamodelle canzoni utilizzando un linguaggio rock unito a una tradizionje molto italiana che èquella del cantautorato,speriamo di essere unici in futuro arrivando a una idea di unione diquesti fattori che sia un po' diverso da quello che comunque cìè già stato in Italia da questopunto di vista ma speriamo di riuscirlo fare in modo originale, comunque ce lo dirà lagente.

onckottobre2012

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Sentendovi e vedendovi dal vivo viene spontaneo chiedervi: come neasce il processocompositivo?(Enzo):Generalmente comincio io a casa a scrivere i primi accordi e il testo, poi si va instudio con tuttio il gruppo e si arrangia e si evolve pure,c'è una evoluzione melodica e lacanzone viene ,praticamente,costruita ma le basi iniziali sono il testo che nasce con i primiaccordi nella mia cameretta,in genre col computer acceso,non scrivo mai con la penna. Inalcuni casi ci sono canzoni che nascono in sala e ho scritto il testo successivamente, è ilcaso ad esempio di “Finitudine”.Il lavoro sul disco presenta una ricercatezza degli arrangiamenti,ve lo siete posti comeobiettivo? Come avete lavorato registrando il disco?(E):Abbiamo lavorato con l'obiettivo di fare un disco che doveva sentirsi bene al punto diessere già pronto,eventualmente,per essere distribuito cioè non demo ma un disco con unsuo sound,autoprodotto poi siamo riusciti a farlo perchè Michele,il chitarrista del gruppoha un suo studio ben attrezzato,abbiamo chiamato un fonico molto bravo,Antonio Polidoroe abbiamo fatto il missaggio e la masterizzazione a Milano. Abbiamo investito un po' disoldi e cerchiamo di arrivare ad un obbiettivo sonoro compiuto,in questo disco c'èveramente la somma di tutti e quattro i componenti del gruppo con quattro visoni che nonsono sempre uguali.(Giovanni): D'ora in poi cinque,abbiamo il nuovo tastierista Carmine(Michele): Però c'è da dire che gli arrangiamenti arrivano in studio già completi,qualcheassolo è stato improvvisato però andiamo in studio con le idee chiarissime anche dal punto

di vista dei suoni,abbiamo usato tantissimi ampli,tantissime chitarre ma avevamo giàbenissimo le idee chiare(G): Siamo molto soddisfatti del sound del disco,è quello che volevamo(E): C'è stata una gestazione molto lunga perchè noi avevamo preventivato di registrare inun periodo poi la cosa è slittata per varie esigenze e problemi personali di 5-6 mesi eabbiamo provato tante di quelle volte che siamo arrivati in sala davvero pronti perregistrare le otto canzoni che poi stanno nel disco,però poche cose sono nate in sala peròinteressanti soprattutto sulla voce(M): Qualche armonizzazione di voce, abbiamo lavorato anche sugli archi,a Milanoabbiamo un'amica in comune che fa questo di professione e abbiamo inserito degli archi eli' c'è stata una sorta di improvvisazione in studio,alcune parti di chitarra le abbiamoaffidate agli archi per una questione di sonorità(E): E poi c'è stata la collaborazione nella scrittura degli archi ,in alcune canzoni ,delprofessor Pino Lioy,un professore di musica molto bravo che ha scritto delle belle partitureVeniamo al nuovo tastierista,il lavoro sulle tastiere è avvenuto successivamente suibrani già incisi,come hai lavorato?(Carmine): Io conosco loro da una vita,mi piace ciò che suonano ,sono stato contattato daMichele e ho accettato. Il lavoro è al sessanta per cento ancora, proprio in virtù di questaserata,non è come vorrei suonare(G): Una settimana fa gli abbiamo detto che avremmo suonato qui,l'abbiamo un po'schiavizzato(ridono)(E):La difficoltà è stata questa,noi non vogliamo riprodurre gli archi che comunque dalvivo non abbiamo,stiamo cercando di riarranhgiare una tastiera che sia tastiera(C):Andiamo alla ricerca di suoni nuovi,innovativi e speriamo di riuscirciParliamo delle situazioni in cui vi siete trovati a suonare in Basilicata,vi hannosoddisfatto?(G): Diciamo che abbiamo avuto un grande riscontro soprattutto da parte del pubblico,poiil parere dei tecnici no nci interessa. Abbiamo partecipato anche ad altri concorsdi al difuori della Basilicatat e anche li' siamo stati apprezzati dal pubblico.Vorremmo essere unabuona live band poi in studio chiunque può far miracoliQuanto vi rispecchiate come persone in quello che suonate e cantate?(G): Io direi quasi totalmente,diciamo che ognuno di noi ha fatto tutto quello che era giustofare(M): Nessuna imposizione da parte di nessuno,io sono abbastanza soddisfatto soprattuttodal punto di vista del sound più che dell'esecuzione, è un lavoro catalogabile in un certomodo,non è free jazz o black metal(G):Due cose dobbiamo sottolineare,il fatto che non suoniamo questo indie pop che a voltescrivono per definirci che poi non sappiamo neanche bene cos'è e poi sul nome ,moltisbagliano e ci chiamano “i locomotiva”siamo i locoMItiva non la locomotiva(E):Quello lo risolvi quando diventi famoso(ride). Il problema è che locomotiva è untermine molto evocativo ,pensi a Guccini o alla locomotiva se ti piacciono i treni,inveceLocomitiva è un neologismo,non esiste.(G): Il nome inizialmente era Locomitiva Brigante perchè all'interno della nostra storiaavevamo arrangiato un pezzo che si chiamava “briganti precari” sulla canzone famosa deibriganti però quello che voleva significare era una comitiva del posto,quattro amici chesuonano.(E):Io mi rispecchio comunque in tutti i testi, compreso “Un giro” il cui testo è stato scrittoda Benedetto Guadagno,un mio carissimo amico con cui condivido anche altro,è già mi cirispecchio alla grande figuriamoci gli altri che sono i miei e specialmente “Con unacanzone” che è la canzone che sotto un certo aspetto ha raccolto meglio una forma didisperazione speranzosa che mi appartiene in questo momento,di quello che vivoChe musica ascoltate singolarmente,a cosa vi ispirate?(E):Io amo molto la musica italiana,pur amando il rock,il mio background è quello deicantautori,ho aprezzato anche l'evoluzione rock italiana degli anni '90 e credo che,un po'magari si sente qualche riferimento qui e li'(Davide): Io non penso molto alla canzone perchè ascolto quasi tutto,se penso alla batteriapenso a musicisti di un certo livello tipo Gavin Harrison e la Dave Matthews Band(M) :Io faccio prima a dire cosa non ascolto,non ascolto la musica house

(e fai molto bene) la disco anni '70 ha anche i suoi pregi,ma la musica house anzi lahouse perchè non è musica,non la sopporto veramente(G):come Michele io ascolto un po' di tutto,sono poche le cose che non mi piacciono,ladisco anni'70 la amo perchè sul basso è bellissima da suonare però la scuola cantautoraleitaliana mi piace molto,uno dei mie artisti preferiti è Gaber ,mi piace molto la musicaamericana,i Led Zeppelin,l'hard rock anni '70 ',la Dave Matthews band,i Dream Theater(C): Io ascolto tutta la musica fatta bene,non quella costruita perchè c'è un format,tutta lamusica spontanea,che può essere un valzer,può essere un pezzo rock,può essere musicaclassica,poi vengo dal conservatorio...c'è un gruppo i Dream Theater che mi ha fattoimpazzire,i primi Dream Theater fino al '99(E): Che a me non piacciono molto,a me piace Bobo Rondelli ,perchè per me rappresent5aun mistero oppure la certezza che siamo davvero un paese strano oppure che è stranolui...in questi ultimi anni c'è un fenomeno che è molto forte che è quello della costruzione exnovo di situazioni musicali attraverso il mezzo televisivo quindi che succede:non è che tuhai un artista che ha un suo percorso o che viene dalla gavetta,tu hai delle persone chemagari hanno anche una bella voce ma vengono messi là e diventano personaggitelevisivi,in Italia o in Basilicata esistono delle realtà interessanti,gente che scrivebene,che fa ricerca però resta lì perchè non si concilia con il meccanismo di produzione.Abbiamo una diffusione della musica che è molto frammentata nel web,non esiste piùl'album,prima era un oggetto a cui davi valore ,lo ascoltavi per due mesi,leggevi itesti,adesso vai su internet scarichi e ascolti canzoni e non capisci un cazzoCantate “c'è bisogno di politica”,portiamola in Basilicata,c'è bisogno di politica inBasilicata e se si' di che politica?(E): In Basilicata c'è bisogno di politica sicuramente se la politica viene intesa come ilmomento in cui si esce fuori dall'individualismo contemporaneo unito al familismo amoraleche ha fatto di questa regione,una regione totalmente organizzata dal punto di vista delconsenso,questa è una regione in cui un centinaio di persone che sono politici,medici oconsigleri regionali che hanno in mano tutta la ricchezza e la utilizzano esclusivamente inmodo clientelare senza capacità progettuale e quindi il bisogno di politica è il bisogno ditrovare un a dimensione di cooperazione,di collaborazione in questa scissione totalerispetto ai bisogni umaniUltima domanda:se voi doveste dire che cosa rende speciali,unici i Locomitiva rispettoa qualsiasi altro gruppo,una cosa che vi rende diversi?(G):Il fatto che veniamo da culture musicali leggermente diverse che insieme creanoquacosa che magari non hai mai ascoltato(E): Io in questo momento non credo che i Locomitiva siano un gruppo unico,noi facciamodelle canzoni utilizzando un linguaggio rock unito a una tradizionje molto italiana che èquella del cantautorato,speriamo di essere unici in futuro arrivando a una idea di unione diquesti fattori che sia un po' diverso da quello che comunque cìè già stato in Italia da questopunto di vista ma speriamo di riuscirlo fare in modo originale, comunque ce lo dirà lagente.

ottobre2012

#undici ottobre2012

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Sentendovi e vedendovi dal vivo viene spontaneo chiedervi: come neasce il processocompositivo?(Enzo):Generalmente comincio io a casa a scrivere i primi accordi e il testo, poi si va instudio con tuttio il gruppo e si arrangia e si evolve pure,c'è una evoluzione melodica e lacanzone viene ,praticamente,costruita ma le basi iniziali sono il testo che nasce con i primiaccordi nella mia cameretta,in genre col computer acceso,non scrivo mai con la penna. Inalcuni casi ci sono canzoni che nascono in sala e ho scritto il testo successivamente, è ilcaso ad esempio di “Finitudine”.Il lavoro sul disco presenta una ricercatezza degli arrangiamenti,ve lo siete posti comeobiettivo? Come avete lavorato registrando il disco?(E):Abbiamo lavorato con l'obiettivo di fare un disco che doveva sentirsi bene al punto diessere già pronto,eventualmente,per essere distribuito cioè non demo ma un disco con unsuo sound,autoprodotto poi siamo riusciti a farlo perchè Michele,il chitarrista del gruppoha un suo studio ben attrezzato,abbiamo chiamato un fonico molto bravo,Antonio Polidoroe abbiamo fatto il missaggio e la masterizzazione a Milano. Abbiamo investito un po' disoldi e cerchiamo di arrivare ad un obbiettivo sonoro compiuto,in questo disco c'èveramente la somma di tutti e quattro i componenti del gruppo con quattro visoni che nonsono sempre uguali.(Giovanni): D'ora in poi cinque,abbiamo il nuovo tastierista Carmine(Michele): Però c'è da dire che gli arrangiamenti arrivano in studio già completi,qualcheassolo è stato improvvisato però andiamo in studio con le idee chiarissime anche dal punto

di vista dei suoni,abbiamo usato tantissimi ampli,tantissime chitarre ma avevamo giàbenissimo le idee chiare(G): Siamo molto soddisfatti del sound del disco,è quello che volevamo(E): C'è stata una gestazione molto lunga perchè noi avevamo preventivato di registrare inun periodo poi la cosa è slittata per varie esigenze e problemi personali di 5-6 mesi eabbiamo provato tante di quelle volte che siamo arrivati in sala davvero pronti perregistrare le otto canzoni che poi stanno nel disco,però poche cose sono nate in sala peròinteressanti soprattutto sulla voce(M): Qualche armonizzazione di voce, abbiamo lavorato anche sugli archi,a Milanoabbiamo un'amica in comune che fa questo di professione e abbiamo inserito degli archi eli' c'è stata una sorta di improvvisazione in studio,alcune parti di chitarra le abbiamoaffidate agli archi per una questione di sonorità(E): E poi c'è stata la collaborazione nella scrittura degli archi ,in alcune canzoni ,delprofessor Pino Lioy,un professore di musica molto bravo che ha scritto delle belle partitureVeniamo al nuovo tastierista,il lavoro sulle tastiere è avvenuto successivamente suibrani già incisi,come hai lavorato?(Carmine): Io conosco loro da una vita,mi piace ciò che suonano ,sono stato contattato daMichele e ho accettato. Il lavoro è al sessanta per cento ancora, proprio in virtù di questaserata,non è come vorrei suonare(G): Una settimana fa gli abbiamo detto che avremmo suonato qui,l'abbiamo un po'schiavizzato(ridono)(E):La difficoltà è stata questa,noi non vogliamo riprodurre gli archi che comunque dalvivo non abbiamo,stiamo cercando di riarranhgiare una tastiera che sia tastiera(C):Andiamo alla ricerca di suoni nuovi,innovativi e speriamo di riuscirciParliamo delle situazioni in cui vi siete trovati a suonare in Basilicata,vi hannosoddisfatto?(G): Diciamo che abbiamo avuto un grande riscontro soprattutto da parte del pubblico,poiil parere dei tecnici no nci interessa. Abbiamo partecipato anche ad altri concorsdi al difuori della Basilicatat e anche li' siamo stati apprezzati dal pubblico.Vorremmo essere unabuona live band poi in studio chiunque può far miracoliQuanto vi rispecchiate come persone in quello che suonate e cantate?(G): Io direi quasi totalmente,diciamo che ognuno di noi ha fatto tutto quello che era giustofare(M): Nessuna imposizione da parte di nessuno,io sono abbastanza soddisfatto soprattuttodal punto di vista del sound più che dell'esecuzione, è un lavoro catalogabile in un certomodo,non è free jazz o black metal(G):Due cose dobbiamo sottolineare,il fatto che non suoniamo questo indie pop che a voltescrivono per definirci che poi non sappiamo neanche bene cos'è e poi sul nome ,moltisbagliano e ci chiamano “i locomotiva”siamo i locoMItiva non la locomotiva(E):Quello lo risolvi quando diventi famoso(ride). Il problema è che locomotiva è untermine molto evocativo ,pensi a Guccini o alla locomotiva se ti piacciono i treni,inveceLocomitiva è un neologismo,non esiste.(G): Il nome inizialmente era Locomitiva Brigante perchè all'interno della nostra storiaavevamo arrangiato un pezzo che si chiamava “briganti precari” sulla canzone famosa deibriganti però quello che voleva significare era una comitiva del posto,quattro amici chesuonano.(E):Io mi rispecchio comunque in tutti i testi, compreso “Un giro” il cui testo è stato scrittoda Benedetto Guadagno,un mio carissimo amico con cui condivido anche altro,è già mi cirispecchio alla grande figuriamoci gli altri che sono i miei e specialmente “Con unacanzone” che è la canzone che sotto un certo aspetto ha raccolto meglio una forma didisperazione speranzosa che mi appartiene in questo momento,di quello che vivoChe musica ascoltate singolarmente,a cosa vi ispirate?(E):Io amo molto la musica italiana,pur amando il rock,il mio background è quello deicantautori,ho aprezzato anche l'evoluzione rock italiana degli anni '90 e credo che,un po'magari si sente qualche riferimento qui e li'(Davide): Io non penso molto alla canzone perchè ascolto quasi tutto,se penso alla batteriapenso a musicisti di un certo livello tipo Gavin Harrison e la Dave Matthews Band(M) :Io faccio prima a dire cosa non ascolto,non ascolto la musica house

(e fai molto bene) la disco anni '70 ha anche i suoi pregi,ma la musica house anzi lahouse perchè non è musica,non la sopporto veramente(G):come Michele io ascolto un po' di tutto,sono poche le cose che non mi piacciono,ladisco anni'70 la amo perchè sul basso è bellissima da suonare però la scuola cantautoraleitaliana mi piace molto,uno dei mie artisti preferiti è Gaber ,mi piace molto la musicaamericana,i Led Zeppelin,l'hard rock anni '70 ',la Dave Matthews band,i Dream Theater(C): Io ascolto tutta la musica fatta bene,non quella costruita perchè c'è un format,tutta lamusica spontanea,che può essere un valzer,può essere un pezzo rock,può essere musicaclassica,poi vengo dal conservatorio...c'è un gruppo i Dream Theater che mi ha fattoimpazzire,i primi Dream Theater fino al '99(E): Che a me non piacciono molto,a me piace Bobo Rondelli ,perchè per me rappresent5aun mistero oppure la certezza che siamo davvero un paese strano oppure che è stranolui...in questi ultimi anni c'è un fenomeno che è molto forte che è quello della costruzione exnovo di situazioni musicali attraverso il mezzo televisivo quindi che succede:non è che tuhai un artista che ha un suo percorso o che viene dalla gavetta,tu hai delle persone chemagari hanno anche una bella voce ma vengono messi là e diventano personaggitelevisivi,in Italia o in Basilicata esistono delle realtà interessanti,gente che scrivebene,che fa ricerca però resta lì perchè non si concilia con il meccanismo di produzione.Abbiamo una diffusione della musica che è molto frammentata nel web,non esiste piùl'album,prima era un oggetto a cui davi valore ,lo ascoltavi per due mesi,leggevi itesti,adesso vai su internet scarichi e ascolti canzoni e non capisci un cazzoCantate “c'è bisogno di politica”,portiamola in Basilicata,c'è bisogno di politica inBasilicata e se si' di che politica?(E): In Basilicata c'è bisogno di politica sicuramente se la politica viene intesa come ilmomento in cui si esce fuori dall'individualismo contemporaneo unito al familismo amoraleche ha fatto di questa regione,una regione totalmente organizzata dal punto di vista delconsenso,questa è una regione in cui un centinaio di persone che sono politici,medici oconsigleri regionali che hanno in mano tutta la ricchezza e la utilizzano esclusivamente inmodo clientelare senza capacità progettuale e quindi il bisogno di politica è il bisogno ditrovare un a dimensione di cooperazione,di collaborazione in questa scissione totalerispetto ai bisogni umaniUltima domanda:se voi doveste dire che cosa rende speciali,unici i Locomitiva rispettoa qualsiasi altro gruppo,una cosa che vi rende diversi?(G):Il fatto che veniamo da culture musicali leggermente diverse che insieme creanoquacosa che magari non hai mai ascoltato(E): Io in questo momento non credo che i Locomitiva siano un gruppo unico,noi facciamodelle canzoni utilizzando un linguaggio rock unito a una tradizionje molto italiana che èquella del cantautorato,speriamo di essere unici in futuro arrivando a una idea di unione diquesti fattori che sia un po' diverso da quello che comunque cìè già stato in Italia da questopunto di vista ma speriamo di riuscirlo fare in modo originale, comunque ce lo dirà lagente.

LOCOMITIVA LOCOMITIVAINTERVISTA

Sentendovi e vedendovi dal vivo viene spontaneo chiedervi: come neasce il processocompositivo?(Enzo):Generalmente comincio io a casa a scrivere i primi accordi e il testo, poi si va instudio con tuttio il gruppo e si arrangia e si evolve pure,c'è una evoluzione melodica e lacanzone viene ,praticamente,costruita ma le basi iniziali sono il testo che nasce con i primiaccordi nella mia cameretta,in genre col computer acceso,non scrivo mai con la penna. Inalcuni casi ci sono canzoni che nascono in sala e ho scritto il testo successivamente, è ilcaso ad esempio di “Finitudine”.Il lavoro sul disco presenta una ricercatezza degli arrangiamenti,ve lo siete posti comeobiettivo? Come avete lavorato registrando il disco?(E):Abbiamo lavorato con l'obiettivo di fare un disco che doveva sentirsi bene al punto diessere già pronto,eventualmente,per essere distribuito cioè non demo ma un disco con unsuo sound,autoprodotto poi siamo riusciti a farlo perchè Michele,il chitarrista del gruppoha un suo studio ben attrezzato,abbiamo chiamato un fonico molto bravo,Antonio Polidoroe abbiamo fatto il missaggio e la masterizzazione a Milano. Abbiamo investito un po' disoldi e cerchiamo di arrivare ad un obbiettivo sonoro compiuto,in questo disco c'èveramente la somma di tutti e quattro i componenti del gruppo con quattro visoni che nonsono sempre uguali.(Giovanni): D'ora in poi cinque,abbiamo il nuovo tastierista Carmine(Michele): Però c'è da dire che gli arrangiamenti arrivano in studio già completi,qualcheassolo è stato improvvisato però andiamo in studio con le idee chiarissime anche dal punto

di vista dei suoni,abbiamo usato tantissimi ampli,tantissime chitarre ma avevamo giàbenissimo le idee chiare(G): Siamo molto soddisfatti del sound del disco,è quello che volevamo(E): C'è stata una gestazione molto lunga perchè noi avevamo preventivato di registrare inun periodo poi la cosa è slittata per varie esigenze e problemi personali di 5-6 mesi eabbiamo provato tante di quelle volte che siamo arrivati in sala davvero pronti perregistrare le otto canzoni che poi stanno nel disco,però poche cose sono nate in sala peròinteressanti soprattutto sulla voce(M): Qualche armonizzazione di voce, abbiamo lavorato anche sugli archi,a Milanoabbiamo un'amica in comune che fa questo di professione e abbiamo inserito degli archi eli' c'è stata una sorta di improvvisazione in studio,alcune parti di chitarra le abbiamoaffidate agli archi per una questione di sonorità(E): E poi c'è stata la collaborazione nella scrittura degli archi ,in alcune canzoni ,delprofessor Pino Lioy,un professore di musica molto bravo che ha scritto delle belle partitureVeniamo al nuovo tastierista,il lavoro sulle tastiere è avvenuto successivamente suibrani già incisi,come hai lavorato?(Carmine): Io conosco loro da una vita,mi piace ciò che suonano ,sono stato contattato daMichele e ho accettato. Il lavoro è al sessanta per cento ancora, proprio in virtù di questaserata,non è come vorrei suonare(G): Una settimana fa gli abbiamo detto che avremmo suonato qui,l'abbiamo un po'schiavizzato(ridono)(E):La difficoltà è stata questa,noi non vogliamo riprodurre gli archi che comunque dalvivo non abbiamo,stiamo cercando di riarranhgiare una tastiera che sia tastiera(C):Andiamo alla ricerca di suoni nuovi,innovativi e speriamo di riuscirciParliamo delle situazioni in cui vi siete trovati a suonare in Basilicata,vi hannosoddisfatto?(G): Diciamo che abbiamo avuto un grande riscontro soprattutto da parte del pubblico,poiil parere dei tecnici no nci interessa. Abbiamo partecipato anche ad altri concorsdi al difuori della Basilicatat e anche li' siamo stati apprezzati dal pubblico.Vorremmo essere unabuona live band poi in studio chiunque può far miracoliQuanto vi rispecchiate come persone in quello che suonate e cantate?(G): Io direi quasi totalmente,diciamo che ognuno di noi ha fatto tutto quello che era giustofare(M): Nessuna imposizione da parte di nessuno,io sono abbastanza soddisfatto soprattuttodal punto di vista del sound più che dell'esecuzione, è un lavoro catalogabile in un certomodo,non è free jazz o black metal(G):Due cose dobbiamo sottolineare,il fatto che non suoniamo questo indie pop che a voltescrivono per definirci che poi non sappiamo neanche bene cos'è e poi sul nome ,moltisbagliano e ci chiamano “i locomotiva”siamo i locoMItiva non la locomotiva(E):Quello lo risolvi quando diventi famoso(ride). Il problema è che locomotiva è untermine molto evocativo ,pensi a Guccini o alla locomotiva se ti piacciono i treni,inveceLocomitiva è un neologismo,non esiste.(G): Il nome inizialmente era Locomitiva Brigante perchè all'interno della nostra storiaavevamo arrangiato un pezzo che si chiamava “briganti precari” sulla canzone famosa deibriganti però quello che voleva significare era una comitiva del posto,quattro amici chesuonano.(E):Io mi rispecchio comunque in tutti i testi, compreso “Un giro” il cui testo è stato scrittoda Benedetto Guadagno,un mio carissimo amico con cui condivido anche altro,è già mi cirispecchio alla grande figuriamoci gli altri che sono i miei e specialmente “Con unacanzone” che è la canzone che sotto un certo aspetto ha raccolto meglio una forma didisperazione speranzosa che mi appartiene in questo momento,di quello che vivoChe musica ascoltate singolarmente,a cosa vi ispirate?(E):Io amo molto la musica italiana,pur amando il rock,il mio background è quello deicantautori,ho aprezzato anche l'evoluzione rock italiana degli anni '90 e credo che,un po'magari si sente qualche riferimento qui e li'(Davide): Io non penso molto alla canzone perchè ascolto quasi tutto,se penso alla batteriapenso a musicisti di un certo livello tipo Gavin Harrison e la Dave Matthews Band(M) :Io faccio prima a dire cosa non ascolto,non ascolto la musica house

(e fai molto bene) la disco anni '70 ha anche i suoi pregi,ma la musica house anzi lahouse perchè non è musica,non la sopporto veramente(G):come Michele io ascolto un po' di tutto,sono poche le cose che non mi piacciono,ladisco anni'70 la amo perchè sul basso è bellissima da suonare però la scuola cantautoraleitaliana mi piace molto,uno dei mie artisti preferiti è Gaber ,mi piace molto la musicaamericana,i Led Zeppelin,l'hard rock anni '70 ',la Dave Matthews band,i Dream Theater(C): Io ascolto tutta la musica fatta bene,non quella costruita perchè c'è un format,tutta lamusica spontanea,che può essere un valzer,può essere un pezzo rock,può essere musicaclassica,poi vengo dal conservatorio...c'è un gruppo i Dream Theater che mi ha fattoimpazzire,i primi Dream Theater fino al '99(E): Che a me non piacciono molto,a me piace Bobo Rondelli ,perchè per me rappresent5aun mistero oppure la certezza che siamo davvero un paese strano oppure che è stranolui...in questi ultimi anni c'è un fenomeno che è molto forte che è quello della costruzione exnovo di situazioni musicali attraverso il mezzo televisivo quindi che succede:non è che tuhai un artista che ha un suo percorso o che viene dalla gavetta,tu hai delle persone chemagari hanno anche una bella voce ma vengono messi là e diventano personaggitelevisivi,in Italia o in Basilicata esistono delle realtà interessanti,gente che scrivebene,che fa ricerca però resta lì perchè non si concilia con il meccanismo di produzione.Abbiamo una diffusione della musica che è molto frammentata nel web,non esiste piùl'album,prima era un oggetto a cui davi valore ,lo ascoltavi per due mesi,leggevi itesti,adesso vai su internet scarichi e ascolti canzoni e non capisci un cazzoCantate “c'è bisogno di politica”,portiamola in Basilicata,c'è bisogno di politica inBasilicata e se si' di che politica?(E): In Basilicata c'è bisogno di politica sicuramente se la politica viene intesa come ilmomento in cui si esce fuori dall'individualismo contemporaneo unito al familismo amoraleche ha fatto di questa regione,una regione totalmente organizzata dal punto di vista delconsenso,questa è una regione in cui un centinaio di persone che sono politici,medici oconsigleri regionali che hanno in mano tutta la ricchezza e la utilizzano esclusivamente inmodo clientelare senza capacità progettuale e quindi il bisogno di politica è il bisogno ditrovare un a dimensione di cooperazione,di collaborazione in questa scissione totalerispetto ai bisogni umaniUltima domanda:se voi doveste dire che cosa rende speciali,unici i Locomitiva rispettoa qualsiasi altro gruppo,una cosa che vi rende diversi?(G):Il fatto che veniamo da culture musicali leggermente diverse che insieme creanoquacosa che magari non hai mai ascoltato(E): Io in questo momento non credo che i Locomitiva siano un gruppo unico,noi facciamodelle canzoni utilizzando un linguaggio rock unito a una tradizionje molto italiana che èquella del cantautorato,speriamo di essere unici in futuro arrivando a una idea di unione diquesti fattori che sia un po' diverso da quello che comunque cìè già stato in Italia da questopunto di vista ma speriamo di riuscirlo fare in modo originale, comunque ce lo dirà lagente.

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Sentendovi e vedendovi dal vivo viene spontaneo chiedervi: come neasce il processocompositivo?(Enzo):Generalmente comincio io a casa a scrivere i primi accordi e il testo, poi si va instudio con tuttio il gruppo e si arrangia e si evolve pure,c'è una evoluzione melodica e lacanzone viene ,praticamente,costruita ma le basi iniziali sono il testo che nasce con i primiaccordi nella mia cameretta,in genre col computer acceso,non scrivo mai con la penna. Inalcuni casi ci sono canzoni che nascono in sala e ho scritto il testo successivamente, è ilcaso ad esempio di “Finitudine”.Il lavoro sul disco presenta una ricercatezza degli arrangiamenti,ve lo siete posti comeobiettivo? Come avete lavorato registrando il disco?(E):Abbiamo lavorato con l'obiettivo di fare un disco che doveva sentirsi bene al punto diessere già pronto,eventualmente,per essere distribuito cioè non demo ma un disco con unsuo sound,autoprodotto poi siamo riusciti a farlo perchè Michele,il chitarrista del gruppoha un suo studio ben attrezzato,abbiamo chiamato un fonico molto bravo,Antonio Polidoroe abbiamo fatto il missaggio e la masterizzazione a Milano. Abbiamo investito un po' disoldi e cerchiamo di arrivare ad un obbiettivo sonoro compiuto,in questo disco c'èveramente la somma di tutti e quattro i componenti del gruppo con quattro visoni che nonsono sempre uguali.(Giovanni): D'ora in poi cinque,abbiamo il nuovo tastierista Carmine(Michele): Però c'è da dire che gli arrangiamenti arrivano in studio già completi,qualcheassolo è stato improvvisato però andiamo in studio con le idee chiarissime anche dal punto

di vista dei suoni,abbiamo usato tantissimi ampli,tantissime chitarre ma avevamo giàbenissimo le idee chiare(G): Siamo molto soddisfatti del sound del disco,è quello che volevamo(E): C'è stata una gestazione molto lunga perchè noi avevamo preventivato di registrare inun periodo poi la cosa è slittata per varie esigenze e problemi personali di 5-6 mesi eabbiamo provato tante di quelle volte che siamo arrivati in sala davvero pronti perregistrare le otto canzoni che poi stanno nel disco,però poche cose sono nate in sala peròinteressanti soprattutto sulla voce(M): Qualche armonizzazione di voce, abbiamo lavorato anche sugli archi,a Milanoabbiamo un'amica in comune che fa questo di professione e abbiamo inserito degli archi eli' c'è stata una sorta di improvvisazione in studio,alcune parti di chitarra le abbiamoaffidate agli archi per una questione di sonorità(E): E poi c'è stata la collaborazione nella scrittura degli archi ,in alcune canzoni ,delprofessor Pino Lioy,un professore di musica molto bravo che ha scritto delle belle partitureVeniamo al nuovo tastierista,il lavoro sulle tastiere è avvenuto successivamente suibrani già incisi,come hai lavorato?(Carmine): Io conosco loro da una vita,mi piace ciò che suonano ,sono stato contattato daMichele e ho accettato. Il lavoro è al sessanta per cento ancora, proprio in virtù di questaserata,non è come vorrei suonare(G): Una settimana fa gli abbiamo detto che avremmo suonato qui,l'abbiamo un po'schiavizzato(ridono)(E):La difficoltà è stata questa,noi non vogliamo riprodurre gli archi che comunque dalvivo non abbiamo,stiamo cercando di riarranhgiare una tastiera che sia tastiera(C):Andiamo alla ricerca di suoni nuovi,innovativi e speriamo di riuscirciParliamo delle situazioni in cui vi siete trovati a suonare in Basilicata,vi hannosoddisfatto?(G): Diciamo che abbiamo avuto un grande riscontro soprattutto da parte del pubblico,poiil parere dei tecnici no nci interessa. Abbiamo partecipato anche ad altri concorsdi al difuori della Basilicatat e anche li' siamo stati apprezzati dal pubblico.Vorremmo essere unabuona live band poi in studio chiunque può far miracoliQuanto vi rispecchiate come persone in quello che suonate e cantate?(G): Io direi quasi totalmente,diciamo che ognuno di noi ha fatto tutto quello che era giustofare(M): Nessuna imposizione da parte di nessuno,io sono abbastanza soddisfatto soprattuttodal punto di vista del sound più che dell'esecuzione, è un lavoro catalogabile in un certomodo,non è free jazz o black metal(G):Due cose dobbiamo sottolineare,il fatto che non suoniamo questo indie pop che a voltescrivono per definirci che poi non sappiamo neanche bene cos'è e poi sul nome ,moltisbagliano e ci chiamano “i locomotiva”siamo i locoMItiva non la locomotiva(E):Quello lo risolvi quando diventi famoso(ride). Il problema è che locomotiva è untermine molto evocativo ,pensi a Guccini o alla locomotiva se ti piacciono i treni,inveceLocomitiva è un neologismo,non esiste.(G): Il nome inizialmente era Locomitiva Brigante perchè all'interno della nostra storiaavevamo arrangiato un pezzo che si chiamava “briganti precari” sulla canzone famosa deibriganti però quello che voleva significare era una comitiva del posto,quattro amici chesuonano.(E):Io mi rispecchio comunque in tutti i testi, compreso “Un giro” il cui testo è stato scrittoda Benedetto Guadagno,un mio carissimo amico con cui condivido anche altro,è già mi cirispecchio alla grande figuriamoci gli altri che sono i miei e specialmente “Con unacanzone” che è la canzone che sotto un certo aspetto ha raccolto meglio una forma didisperazione speranzosa che mi appartiene in questo momento,di quello che vivoChe musica ascoltate singolarmente,a cosa vi ispirate?(E):Io amo molto la musica italiana,pur amando il rock,il mio background è quello deicantautori,ho aprezzato anche l'evoluzione rock italiana degli anni '90 e credo che,un po'magari si sente qualche riferimento qui e li'(Davide): Io non penso molto alla canzone perchè ascolto quasi tutto,se penso alla batteriapenso a musicisti di un certo livello tipo Gavin Harrison e la Dave Matthews Band(M) :Io faccio prima a dire cosa non ascolto,non ascolto la musica house

(e fai molto bene) la disco anni '70 ha anche i suoi pregi,ma la musica house anzi lahouse perchè non è musica,non la sopporto veramente(G):come Michele io ascolto un po' di tutto,sono poche le cose che non mi piacciono,ladisco anni'70 la amo perchè sul basso è bellissima da suonare però la scuola cantautoraleitaliana mi piace molto,uno dei mie artisti preferiti è Gaber ,mi piace molto la musicaamericana,i Led Zeppelin,l'hard rock anni '70 ',la Dave Matthews band,i Dream Theater(C): Io ascolto tutta la musica fatta bene,non quella costruita perchè c'è un format,tutta lamusica spontanea,che può essere un valzer,può essere un pezzo rock,può essere musicaclassica,poi vengo dal conservatorio...c'è un gruppo i Dream Theater che mi ha fattoimpazzire,i primi Dream Theater fino al '99(E): Che a me non piacciono molto,a me piace Bobo Rondelli ,perchè per me rappresent5aun mistero oppure la certezza che siamo davvero un paese strano oppure che è stranolui...in questi ultimi anni c'è un fenomeno che è molto forte che è quello della costruzione exnovo di situazioni musicali attraverso il mezzo televisivo quindi che succede:non è che tuhai un artista che ha un suo percorso o che viene dalla gavetta,tu hai delle persone chemagari hanno anche una bella voce ma vengono messi là e diventano personaggitelevisivi,in Italia o in Basilicata esistono delle realtà interessanti,gente che scrivebene,che fa ricerca però resta lì perchè non si concilia con il meccanismo di produzione.Abbiamo una diffusione della musica che è molto frammentata nel web,non esiste piùl'album,prima era un oggetto a cui davi valore ,lo ascoltavi per due mesi,leggevi itesti,adesso vai su internet scarichi e ascolti canzoni e non capisci un cazzoCantate “c'è bisogno di politica”,portiamola in Basilicata,c'è bisogno di politica inBasilicata e se si' di che politica?(E): In Basilicata c'è bisogno di politica sicuramente se la politica viene intesa come ilmomento in cui si esce fuori dall'individualismo contemporaneo unito al familismo amoraleche ha fatto di questa regione,una regione totalmente organizzata dal punto di vista delconsenso,questa è una regione in cui un centinaio di persone che sono politici,medici oconsigleri regionali che hanno in mano tutta la ricchezza e la utilizzano esclusivamente inmodo clientelare senza capacità progettuale e quindi il bisogno di politica è il bisogno ditrovare un a dimensione di cooperazione,di collaborazione in questa scissione totalerispetto ai bisogni umaniUltima domanda:se voi doveste dire che cosa rende speciali,unici i Locomitiva rispettoa qualsiasi altro gruppo,una cosa che vi rende diversi?(G):Il fatto che veniamo da culture musicali leggermente diverse che insieme creanoquacosa che magari non hai mai ascoltato(E): Io in questo momento non credo che i Locomitiva siano un gruppo unico,noi facciamodelle canzoni utilizzando un linguaggio rock unito a una tradizionje molto italiana che èquella del cantautorato,speriamo di essere unici in futuro arrivando a una idea di unione diquesti fattori che sia un po' diverso da quello che comunque cìè già stato in Italia da questopunto di vista ma speriamo di riuscirlo fare in modo originale, comunque ce lo dirà lagente.

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Joe Strummer (1952 - 2002)Leader degli inglesi CLASH, attivi tra il 1976 ed il 1986, in grado di suonare vari generi: punk, funky, reggae, dub, rockabilly, eseguiti in sette album intensi.Fortemente politicizzati e travolgenti nelle esibizioni dal vivo, legavano la loro identità alla condizione proletaria inglese, denunciando il sopruso dell’uomo bianco in difesa delle minoranze. La rivista Rolling Stones li de!nì: “The only band that matters” ( L’unico gruppo che conta).

Roberto Cavone: [email protected] - Mi trovi anche su FBonckottobre2012

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Frank Zappa(1940-1993)Componente del gruppo The Mothers of Invention che sconvolsse il mondo con l’uscita del disco Freak out! ironico e geniale ha collaborato con i più grandi artisti mondiali il suo genere è indefinibile spazia dal rock al jazz fino al teatro dell’assurdo.La sua frase più celebre è: Gli Stati Uniti sono una nazione di leggi scritte male e applicate a caso.

Roberto Cavone: [email protected]

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SE UN GIORNO DUE RAGAZZI DI PROVINCIA.GLI ANNI ’90 DEGLI 883Internet era appena arrivato in Italia, giravano ancora le musicassette e i pomeriggi si passavano al bar o ad ascoltare dischi a casa di questo o quell’amico perché scaricare musica dal web non era ancora diventato un fenomeno di massa. Esistevano ancora gli operai da un milione e sei al mese, le ferie, i motorini a pedale, la Ritmo, le sale giochi e la solita irraggiungibile bonona del quartiere che viveva i suoi quattro-cinque anni di celebrità prima di mettersi a fare la parrucchiera o di trovare marito. Intanto sgambettava in discoteca turbando i sogni di adolescenti più ingenui ma meno confusi di oggi. Kurt Cobain aveva scritto il manifesto di un’epoca mentre l’economia di mercato cominciava a mostrare il suo lato oscuro ad una generazione cresciuta col miraggio del sogno americano – che di lì a poco si sarebbe schiantato sulle Twin Towers – le radio pirata, il senso del gruppo e tanta provincia.E vennero gli 883, con l’immancabile popman Claudio Cecchetto. La televisione aveva ancora il monopolio dell’informazione e un potere luccicoso sugli adolescenti che aspettavano i Festivalbar di patron Salvetti dopo l’ultima corsa di Reno Raines e della sua Harley, che dipingevano graffiti americani che nessuno avrebbe poi cancellato dai ricordi di quei sedicenni liberi dalla scuola e dalla sveglia delle sette per andare a prendere l’autobus.

il Monsignore di Mauro Savino rubriche in revolution

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SE UN GIORNO DUE RAGAZZI DI PROVINCIA.

Senza tutto questo il successo degli 883, che particolarmente belli a vedersi non erano, nemmeno scenograficamente, né avevano studi musicali alle spalle, non sarebbe spiegabile in quegli anni di nascente berlusconismo in politica – i liceali e gli universitari si iscrivevano a Forza Italia convinti di aver a che fare con un emulo di Einaudi, quando non si avvolgevano nella kefia convinti che i palestinesi fossero nient’altro che dei poveri oppressi a volte succubi degli ambigui scrupoli di Arafat – e ancor vivi pudori sessuali tra adolescenti che si scoprivano quando proprio non potevano coprirsi con maglioni a collo alto sempre troppo grandi.

Fu il successo del racconto della vita di provincia, cioè di tanta Italia, dell’eco di tutto ciò che era grande ed esotico e spesso solo nella testa di chi lo sognava.Italiani medi che fecero fortuna parlando di italiani medi, cioè della maggior parte della popolazione: questo furono gli 883 negli anni ’90. L’ Italia che guardava Baywatch alle due del pomeriggio – i documentari di Piero Angela erano già un’anticaglia della tv educativa degli anni ’80 – era un’Italia di gente comune, che lavorava, dormiva e tornava a lavorare. Gente comune che non esiste più, perché quella di adesso non lavora e non dorme. Adolescenti che si muovevano in gruppo verso le sale giochi e che parlavano tra loro a voce o dal telefono a gettoni. Tutte cose che non ci sono più. E’ anche vero che c’erano ovunque i telefoni a gettoni, il punto è che il telefono a gettoni di una cittadina di provincia non era il telefono a gettoni di una metropoli. Una cabina telefonica in una strada del centro vuota come un deserto già a mezzanotte nelle sere invernali era ed è impossibile a Milano in ogni stagione.

il Monsignore di Mauro Savinorubriche in revolution

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il Monsignore di Mauro Savino rubriche in revolution

E poi i bar-cenacolo di tipi normali dalla faccia eccezionale avevano una valenza sociale ben diversa rispetto a oggi. Tane, ritrovi, luoghi iniziatici: l’ultima roccaforte del vangelo laico della provincia. Le canzoni degli 883 tiravano in mezzo tutto ciò, perciò si fissavano nella testa di molti e anche di quelli di palato più fine, come è sempre accaduto con quelle che in tempi di avanspettacolo erano definite canzonette.

Perché il punto non è se fossero bravi o meno. Fotografavano una realtà cui molti oggi, per ragioni anagrafiche, guardano con nostalgia ma anche con rimpianto per tutto ciò che rimase chiuso in un cassetto, dopo che l’ adolescenza e la gioventù, queste due grandi simulatrici di immortalità, fecero il loro corso e arrivarono le allora otto ore impiegatizie o metalmeccaniche.Le ansie e le delusioni di una generazione che si sballava con più o meno cautela sono nelle canzoni dei due pavesi. C’è anche un eterno non voler crescere. Che ha i connotati di una resistenza di provincia ai ruoli stabiliti dalla provincia stessa: matrimonio non oltre i 30-lavoro stabile-figli-pensioni-feste comandate tutti insieme in famiglia-mutuo-pensione. E morte. La morte dei vecchi al bar, appunto. Se questa era l’alternativa tanto valeva tirare a far tardi, in un modo o nell’altro, recuperare i soldi per divertirsi, in un modo o nell’altro, scopare, in un modo o nell’altro, sognare, in un modo o nell’altro. Né ciò fu solo proprio della provincia o solo di quell’epoca. Ma erano i toni, i modi, l’atmosfera, a cambiare. Gli 883 tratteggiarono la superficie liscia della gioventù italiana di allora. Che aveva smaltito la caduta del muro di Berlino ma non sapeva bene cosa aspettarsi dal nuovo millennio. E se lo chiedeva sui muretti, la gioventù. Con in tasca la paghetta e il motorino elemosinato all’amico per giocare a Steve MacQueen. Gli 883 offrirono una filologia facile a tutti di quello che accadeva ai più. E siccome la provincia è provincia sempre e comunque, nelle orecchie di quelli che si ritrovano a riascoltare oggi quelle canzoni di metà anni ’90, oltre all’inevitabile nostalgia – della propria gioventù, non tanto delle canzoni – risuona, nonostante facebook, come l’impressione che tanto di quel mondo ci sia ancora. Nei modi di dire e di fare di quella provincia che credeva ai miracoli nell’Italia piccola piccola di sempre, nel bene e nel male.

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Page 34: REvolution Rock 11

EZIO E I PIRATI DELLA RADIO

L’idea è venuta ad Ezio Antonacci, nato in Puglia, nel ’91, oggi iscritto alla Luiss di Roma e a cinque suoi amici: Roberto Cupertino, Davide Morelli, Mariano Intini, Rossella Iacovelli e Zante Taccone, di età compresa fra i 17 e i 25 anni.

Hanno cominciato alcuni mesi fa e già vantano ospiti di rilievo. Tra breve, infatti, intervisteranno un artista di fama internazionale. Il nome, ovvio, è ancora top secret.

Più che tosti, i sei si sentono avventurieri, “perché – fanno sapere – hanno osato”. La loro mise ne è una conferma. Sono, infatti, vestiti da pirati. E, riprendendo Miguel De Cervantes, annunciano: “Alle nostre idee non poniamo alcun limite, eccetto il cielo”.“Iniziare non è stato facile – chiarisce Ezio, che si è fatto le ossa a Radio Luiss – ma, facendo esperienza nella Capitale, ho capito che la radio ha enormi potenzialità e quindi siamo partiti. E’ stata una sfida nei confronti di noi stessi. Pochi mezzi a disposizione e nello stesso tempo, la complessità di un mezzo, come appunto la radio, parecchio affascinante. Sappiamo che da questa esperienza potremo crescere e far crescere anche la nostra piccola comunità.

Perché dice questo?

Beh, una radio fa informazione, crea relazioni, promuove gruppi emergenti. Insomma, può far arricchire tutti. Sta a noi sviluppare questo potenziale. Questo me lo disse anche il direttore generale della Luiss, intervistato dalla nostra radio a Roma. Ci spiegò che la radio ti insegna a fare gruppo, a lavorare in équipe. E questo non lo impari certo sui manuali universitari. E’ un’esperienza formativa. Non solo. La radio per funzionare ha bisogno di tante figure professionali: speakers, tecnici, marketing, che impari agevolmente a conoscere. Al di là di tutto, comunque, la nostra avventura rappresenta una sfida ai cervelli e alle coscienze sopiti dalla rassegnazione. La nostra radio darà la sveglia ai disfattisti, alle anime morte. Perché il messaggio è uno: crescere e farlo insieme. Si può. Partiamo da un dato: rispetto ai nostri genitori siamo fortunati, possiamo fare sicuramente molto di più per far cambiare le tante cose che non vanno. E’ solo che spesso non ci pensiamo. E ci prende lo sconforto. Sappiamo che con i nostri palinsesti, ancora allo studio, ce la faremo. Siamo pieni di entusiasmo.

Un po’ ambizioso il vostro progetto. Siete pochi e non avete molte risorse!

Nessuno fa miracoli. Ma crediamo che possiamo “stuzzicare” i nostri concittadini, trasmettendo un messaggio: ‘Si può fare di più. Non creeremo posti di lavoro, ma di sicuro faremo sognare e riempiremo i nostri ascoltatori dello stesso entusiasmo che anima noi e il nostro progetto.

Intanto può spiegare in due parole cos’è una web radio e a chi vi siete ispirati?

Partiamo dal basso: nessun modello. Ci appoggiamo alle nostre esperienze, la mia e quella di Mariano. Credo che questo sia sicuramente insufficiente. Abbiamo tanta ammirazione per la realtà radiofonica italiana e un po’ di praticità con internet, ma nessun modello ci sta guidando nelle scelte. Passo dopo passo abbiamo costruito la radio su quelli che erano i nostri desideri, scegliendo, di volta in volta, le opzioni che ritenevamo migliori. Faccio un esempio: per la strumentazione ci sono voluti due mesi di prove e tentativi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Una webradio non si discosta tanto da una normale radio: ci sono gli speaker, i microfoni e i suoi tecnici – se vogliamo anche le luci soffuse. A differenziarla dalle radio che trasmettono via Etere è proprio il mezzo che permette agli ascoltatori di ricevere il segnale. Invece di accendere uno stereo, c’è da aprire il browser e cercare la nostra pagina facebook http://www.facebook.com/pages/Radio-Juso-Pirata/398410960224983.Ora trovate solo puntate registrate, buona musica, qualche notizia e tanta bella gente, ma a breve arriverà anche il live, il cosiddetto streaming. Creeremo un palinsesto eterogeneo e quotidiano.

Come è stato accolto il vostro progetto a Putignano?

Non ci siamo tanto sponsorizzati, stiamo cercando di avere un profilo basso. Di conseguenza credo che l’evento sia passato quasi del tutto inosservato. Il nostro attuale concorrente è rappresentato da una radio storica, che ha la sua frequenza fm e i suoi programmi. Credo che, diversificandoci, non potremo che crescere insieme. Siamo rivali, ma non ci escludiamo.

Quanto è costato mettere su il progetto? Chi vi ha aiutati?

Il grosso del lavoro lo abbiamo svolto da soli, informandoci e documentandoci. Abbiamo trovato la soluzione migliore e al tempo stesso più economica per le varie difficoltà che si sono presentate. Avevo dei contatti con altre realtà radiofoniche, che ci hanno consigliato su come muovere i primi passi e quindi su quali programmi usare, quale strumentazione reperire: podcast o streaming. Le risposte si vedono: la radio è una realtà, piccola, ma concreta. Non abbiamo mai pensato di chiedere aiuto alle istituzioni. Ci siamo differenziati. Vogliamo andare avanti con le nostre gambe. Ora siamo alla ricerca di un locale, uno juso, termine dialettale, che indica una sorta di pied à terre. Di qui il nome della radio.

Cosa vorreste che diventasse la vostra radio?

Una presenza stabile sul nostro territorio. Ed una sorta di faro.

Perché quando siete in radio vi vestite da pirati?

Perché la radio è per noi un’avventura, non sappiamo come andrà a finire. Di sicuro, ce la metteremo tutta. Il nostro spazio sarà senza dio e senza maestri. La radio è uno spazio libero, tutto da costruire, da modificare, da surfare. E poi le tutine leopardate erano finite!Il nostro sarà tutto volontariato, tanto olio di gomito e qualche bicchiere di buon vino.

Vi sentite avventurieri?

Sì. Noi esploriamo spazi nuovi, sperando che in seguito qualcuno si unisca al nostro viaggio. Puntiamo a creare una ciurma entusiasta e coraggiosa.

Do it Yourself!

Tipi Tosti di Cinzia Ficco rubriche in revolution

Una web radio per non far addormentare le coscienze di Putignano, una cittadina nel Barese.

ottobre2012

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Page 35: REvolution Rock 11

EZIO E I PIRATI DELLA RADIO

L’idea è venuta ad Ezio Antonacci, nato in Puglia, nel ’91, oggi iscritto alla Luiss di Roma e a cinque suoi amici: Roberto Cupertino, Davide Morelli, Mariano Intini, Rossella Iacovelli e Zante Taccone, di età compresa fra i 17 e i 25 anni.

Hanno cominciato alcuni mesi fa e già vantano ospiti di rilievo. Tra breve, infatti, intervisteranno un artista di fama internazionale. Il nome, ovvio, è ancora top secret.

Più che tosti, i sei si sentono avventurieri, “perché – fanno sapere – hanno osato”. La loro mise ne è una conferma. Sono, infatti, vestiti da pirati. E, riprendendo Miguel De Cervantes, annunciano: “Alle nostre idee non poniamo alcun limite, eccetto il cielo”.“Iniziare non è stato facile – chiarisce Ezio, che si è fatto le ossa a Radio Luiss – ma, facendo esperienza nella Capitale, ho capito che la radio ha enormi potenzialità e quindi siamo partiti. E’ stata una sfida nei confronti di noi stessi. Pochi mezzi a disposizione e nello stesso tempo, la complessità di un mezzo, come appunto la radio, parecchio affascinante. Sappiamo che da questa esperienza potremo crescere e far crescere anche la nostra piccola comunità.

Perché dice questo?

Beh, una radio fa informazione, crea relazioni, promuove gruppi emergenti. Insomma, può far arricchire tutti. Sta a noi sviluppare questo potenziale. Questo me lo disse anche il direttore generale della Luiss, intervistato dalla nostra radio a Roma. Ci spiegò che la radio ti insegna a fare gruppo, a lavorare in équipe. E questo non lo impari certo sui manuali universitari. E’ un’esperienza formativa. Non solo. La radio per funzionare ha bisogno di tante figure professionali: speakers, tecnici, marketing, che impari agevolmente a conoscere. Al di là di tutto, comunque, la nostra avventura rappresenta una sfida ai cervelli e alle coscienze sopiti dalla rassegnazione. La nostra radio darà la sveglia ai disfattisti, alle anime morte. Perché il messaggio è uno: crescere e farlo insieme. Si può. Partiamo da un dato: rispetto ai nostri genitori siamo fortunati, possiamo fare sicuramente molto di più per far cambiare le tante cose che non vanno. E’ solo che spesso non ci pensiamo. E ci prende lo sconforto. Sappiamo che con i nostri palinsesti, ancora allo studio, ce la faremo. Siamo pieni di entusiasmo.

Un po’ ambizioso il vostro progetto. Siete pochi e non avete molte risorse!

Nessuno fa miracoli. Ma crediamo che possiamo “stuzzicare” i nostri concittadini, trasmettendo un messaggio: ‘Si può fare di più. Non creeremo posti di lavoro, ma di sicuro faremo sognare e riempiremo i nostri ascoltatori dello stesso entusiasmo che anima noi e il nostro progetto.

Intanto può spiegare in due parole cos’è una web radio e a chi vi siete ispirati?

Partiamo dal basso: nessun modello. Ci appoggiamo alle nostre esperienze, la mia e quella di Mariano. Credo che questo sia sicuramente insufficiente. Abbiamo tanta ammirazione per la realtà radiofonica italiana e un po’ di praticità con internet, ma nessun modello ci sta guidando nelle scelte. Passo dopo passo abbiamo costruito la radio su quelli che erano i nostri desideri, scegliendo, di volta in volta, le opzioni che ritenevamo migliori. Faccio un esempio: per la strumentazione ci sono voluti due mesi di prove e tentativi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Una webradio non si discosta tanto da una normale radio: ci sono gli speaker, i microfoni e i suoi tecnici – se vogliamo anche le luci soffuse. A differenziarla dalle radio che trasmettono via Etere è proprio il mezzo che permette agli ascoltatori di ricevere il segnale. Invece di accendere uno stereo, c’è da aprire il browser e cercare la nostra pagina facebook http://www.facebook.com/pages/Radio-Juso-Pirata/398410960224983.Ora trovate solo puntate registrate, buona musica, qualche notizia e tanta bella gente, ma a breve arriverà anche il live, il cosiddetto streaming. Creeremo un palinsesto eterogeneo e quotidiano.

Come è stato accolto il vostro progetto a Putignano?

Non ci siamo tanto sponsorizzati, stiamo cercando di avere un profilo basso. Di conseguenza credo che l’evento sia passato quasi del tutto inosservato. Il nostro attuale concorrente è rappresentato da una radio storica, che ha la sua frequenza fm e i suoi programmi. Credo che, diversificandoci, non potremo che crescere insieme. Siamo rivali, ma non ci escludiamo.

Quanto è costato mettere su il progetto? Chi vi ha aiutati?

Il grosso del lavoro lo abbiamo svolto da soli, informandoci e documentandoci. Abbiamo trovato la soluzione migliore e al tempo stesso più economica per le varie difficoltà che si sono presentate. Avevo dei contatti con altre realtà radiofoniche, che ci hanno consigliato su come muovere i primi passi e quindi su quali programmi usare, quale strumentazione reperire: podcast o streaming. Le risposte si vedono: la radio è una realtà, piccola, ma concreta. Non abbiamo mai pensato di chiedere aiuto alle istituzioni. Ci siamo differenziati. Vogliamo andare avanti con le nostre gambe. Ora siamo alla ricerca di un locale, uno juso, termine dialettale, che indica una sorta di pied à terre. Di qui il nome della radio.

Cosa vorreste che diventasse la vostra radio?

Una presenza stabile sul nostro territorio. Ed una sorta di faro.

Perché quando siete in radio vi vestite da pirati?

Perché la radio è per noi un’avventura, non sappiamo come andrà a finire. Di sicuro, ce la metteremo tutta. Il nostro spazio sarà senza dio e senza maestri. La radio è uno spazio libero, tutto da costruire, da modificare, da surfare. E poi le tutine leopardate erano finite!Il nostro sarà tutto volontariato, tanto olio di gomito e qualche bicchiere di buon vino.

Vi sentite avventurieri?

Sì. Noi esploriamo spazi nuovi, sperando che in seguito qualcuno si unisca al nostro viaggio. Puntiamo a creare una ciurma entusiasta e coraggiosa.

Do it Yourself!

Tipi Tosti di Cinzia Ficcorubriche in revolution

onckottobre2012 #undici 35

Page 36: REvolution Rock 11

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Love Affair di Giordano Criscuolo rubriche in revolutionPh

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“Non mi sento più le braccia”, pensò Robert quella mattina aprendo gli occhi. Dalla cucina l’odore del caffè imperlava l’intero condominio…

«Mamma mia che angoscia ‘sto libro.» Esclamai rigettandolo di scatto sulla bancarella arrugginita. «Imperlava. Imperlava. Come si può leggere un libro del genere?»Port’Alba, piena di gente e con i libri più polverosi del solito, profumava di giusto. Spulciando tra i frontespizi facevo pace con me stesso.

«Ho le dita nere, guarda qua.» Disse Rosita tirando dalla borsetta un paio di frescenclin gusto cocco.

Era il 7 Maggio del 2006 ed io ero felice. Alzando gli occhi al cielo pensai che Dio avesse creato il sole esclusivamente per Napoli e che solo in seguito, probabilmente per quella nota compassione che lo contraddistingue, avesse dirottato i raggi sul resto del pianeta.

Rosita aveva comprato testi incomprensibili sull’impero cinese e sulla globalizzazione (roba da studenti intellettuali un po’ esistenzialisti napoletani) che io, ovviamente, non degnai nemmeno di uno sguardo. Cioè, ce lo vedete uno come me, venuto su a Nirvana e camicie di flanella, a sfogliare libri del genere scritti da giornalisti dalle facce poco rassicuranti? È che ho sempre preferito il sogno puro di scrittori e poeti alla realtà modificata degli intellettuali.

A volte, ricordando ciò che avvenne quel giorno, mi vien da credere veramente che i luoghi e le città siano zone della mente, luoghi misteriosi che ognuno interpreta come meglio (o peggio) crede e le trasforma realmente plasmandole sul proprio punto di vista. Io ho sempre amato Napoli più di ogni altra città al mondo e non ho mai creduto a quegli stessi giornalisti dalle facce poco rassicuranti che, ogni giorno, la screditano vendendola al mondo per una puttana malata che a ogni bacio ti infetta o ti uccide. Non ho mai creduto a queste persone e Napoli, almeno con me, è stata sempre una bellissima principessa “senza braccia” che mi ha abbracciato ogni volta che ne avevo bisogno.

Quella sera, poco prima che io e Rosita obliterassimo il biglietto per tornare a Campi Flegrei, mi accorsi di non avere più con me il telefonino e subito ricordai di averlo dimenticato sul bancone di un bar a Pignasecca. «Inutile tornarci,» dissi, «figurati se il cellulare è ancora là.». Rosita, invece, insistette e, senza speranza, ritornai con lei sul luogo dello smarrimento. La cassiera, anziana ma tosta come tutti gli anziani napoletani, appena mi vide esclamò: «uaglio’, arape ll’uocchje, ‘o telefonino.» Io ero senza parole perché, ancora una volta, ero prevenuto. Ancora una volta stavo nel torto. «Lo hanno preso i ragazzini che giocavano a biliardino e mi hanno detto di conservartelo.»

Sembrano parole banali di un raccontino superficiale, vero? In questo caso avreste ragione, sarei davvero un pessimo inventore di storielle. E invece? Invece la realtà è che Partenope, quando al tramonto profuma la città di schiuma di mare e dipinge il cielo di pomodoro, è la scrittrice più grande, la poetessa più alta e io, amante incapace e appagato, mi godo quelle poesie che i giornalisti non leggeranno mai.

I Giornalisti

ottobre2012

#undici ottobre2012

#undici36onck

Page 37: REvolution Rock 11

RePlayer di Antonio Asquino rubriche in revolution

Ramones (1976)RAMONESCome si inventa un genere musicale? Come si porta la rivoluzione nella musica senza tante chiacchiere,manifesti programmatici ,sperimentazioni innovative o suoni mai sentiti? Come si inventa uno stile e un look tutto nuovo che ha fatto la storia e ha fatto da scuola per intere generazioni di musicisti e ascoltatori? Come si descrivono e si rappresentano milioni di persone in tutto il mondo conosciuto per più di vent'anni, facendo canzoni di due-tre minuti e di tre accordi di media? Come si inventa un nuovo modo di essere,un nuovo modo di ribellarsi, mischiando l'ironia con i riferimenti alla cultura della strada e con quelli della cultura pop adolescenziale,i fumetti,i film horror, una spiccata tendenza al cazzeggio e al divertimento come nessuno aveva fatto prima? La risposta è una:essendo i Ramones. I quattro finti fratelli portoricani(in realtà tutti statunitensi, anzi newyorchesi per la precisione) hanno fatto tutto questo come nessun' altro nella storia della musica e il loro punto di partenza è stato proprio il disco meraviglioso ed unico di cui andiamo a parlare stavolta,l'omonimo della band americana registrato e fatto uscire nel 1976. Il gruppo deve il suo nome allo pseudonimo usato dai Beatles, che usavano il cognome Ramone quando viaggiavano in incognito,fu scelto dal bassista Douglas Colvin (DeeDee), che era un fan degli inglesi. In ventidue anni di concerti ufficiali, più di 2260 date ,quattordici album di studio,diversi dischi live,innumerevoli bootleg ,tanti libri,una enorme eredità artistica: i concerti inglesi hanno dato il via libera a gente come Sex Pistols e Clash (per citare i primi ma i nomi sarebbero letteralmente milioni) e quelli in California hanno inventato tutta la scena punk e hardcore di Los Angeles e San Francisco,insomma i Ramones hanno inventato il punk rock e non sbaglia neanche chi sostiene(e non sono pochi) che il gruppo sia stato la più pura incarnazione del rock'n'roll propriamente inteso. La band deve il successo soprattutto ai primi tre album, pubblicati fra il 1976 e il 1977,in cui vengono definiti i presupposti teorici e pratici dell'universo Ramones e dove viene messo in evidenza un nuovo modo di intendere la musica,dopo gli anni dei tromboni del progressive,del folk e del rock radiofonico agrodolce che tanto andava in America in quei tempi. I tre accordi dei Ramones segneranno un punto di non ritorno e da allora non hanno mai smesso di influenzare migliaia di musicisti in tutto il mondo. Il gruppo si formò nel 1974 tra quattro compagni di scuola: Joey (Jeffrey Hyman) alla voce,Johnny (Cummings) alla prima chitarra, il già citato Dee Dee (Douglas Calvin) al basso e Tommy (Tom Erdelyi) alla batteria. Joey e Dee dee erano autori di tutto il materiale.Dopo aver firmato per la Sire Records nella primavera del 1975, in quella estate del 1976 i quattro venivano da un centinaio di date allo storico CBGB's, il locale divenuto un vero e proprio monumento alla scena newyorkese e avevano appena pubblicato il capolavoro di cui stiamo parlando,la band iniziò la registrazione del suo primo album nell'inverno dello stesso anno molto in fretta e con un budget molto basso (6.000 ollari). Prodotto da Craig Leon, il disco fu registrato in 17 giorni.

onckottobre2012 #undici 37

Page 38: REvolution Rock 11

RePlayer di Antonio Asquinorubriche in revolution

In questo disco imprescindibile ci sono già contenute tutte le basi, compositive,testuali, stilistiche che poi i nostri svilupperanno in tutta la loro carriera: rock'n'roll primordiale, surf,garage,sixties-pop,protopunk,doo-woop e rockabilly suonati con frenesia e irruenza rari e che hanno fatto scuola, in brani della durata media di due minuti o poco più e con le parole a descrivere e riassumere,in pratica,tutto l'immaginario collettivo dell'adolescente medio americano dell'epoca,dai fumetti(primo amore dei nostri) all'esaltazione degli stupefacenti meno costosi(come la colla ad esempio),alle vicissitudini sentimentali,ai riferimenti volutamente ironici e superficiali al nazismo e alle guerre, agli amatissimi film horror e al messaggio politico meno approfondito ma più immediato in perenne dicotomia tra ribellione pura e semplice senza motivazioni e naturale propensione al divertimento ,il tutto caratterizzato alla perfezione finanche nel look,celebri e iconografici i giubbotti di pelle ,le t-shirt,i jeans strappati e le scarpe da tennis,come appare nello splendido scatto di copertina di questo capolavoro ad opera di Roberta Bayley,scatto che ritrae i quattro appoggiati al muro di un vicolo situato dietro al CBGB's,immagine cosi' potente e significativa da rimanere nella storia del rock e contribuire alla creazione del mito Ramones.Tredici brani autografi e una cover (“Let's dance”) che sono rimasti tutti nella storia,garage,surf e rockabilly a braccetto col rock'n'roll primigenio e il pop dei sixties tutto centrifugato in esecuzioni ruvide,energiche e veloci,in un clima di divertimento adolescenziale,definito da canzoni dai titoli geniali e dai testi quasi demenziali ,pieni di riferimenti alla cultura giovanile che da allora comincerà ad essere definita punk grazie proprio ai Ramones,che gettano le basi e definiscono caratteristiche e confini del genere proprio con questo primo disco e il successivo “Leave Home”. Il disco inizia con "Blitzkrieg Bop", batteria in quattro quarti,il riff di chitarra in cascata e la voce quasi monocorde a cantare di una sorta chiamata alle armi al grido di “Hey !Ho!Let's go!”contro il logorio del quotidiano e la noiosa scena musicale ,il titolo fu ideato da Dee Dee, le parole sono di Tommy che lo descrive come una lettera d'amore verso i fan e recitano: ”they're forming in straight line they're going through a tight wind/the kids are losing their minds/ the blitzkrieg bop”. E' l'inno assoluto e incontrastato di ogni fan dei Ramones che si rispetti,canzone leggendaria in ogni sua componente. Il secondo brano è "Beat On The Brat", batteria e chitarra che picchiano un ritmo,una melodia irresistibili, un basso lineare che farà storia con il testo virato verso il sarcasmo scritto da Joey.E' stata descritta da Dee Dee come una storia vera, «Joey vide una madre correre dietro al figlio impugnando una mazza da baseball e ci scrisse sopra una canzone».Il testo è tutto qua: “Beat on the brat/beat on the brat/beat on the brat with a baseball bat oh yeah,oh yeah,uh-oh/what can you do? What can you do?With a brat like that always on your ack/what can you do? (lose?)” La traccia numero tre è "Judy Is A Punk",è la più più corta dell'album ,appena 1 minuto e 30 di durata,un brano veloce e diretto,dedicato a due fans della band,, tali Jackie e Judy e si rivelerà tristemente profetica,infatti nel testo si dice che “forse moriranno”,cosa che avverrà davvero ,in seguito,a causa di un incidente aereo, Joey canta cosi: “Jackie is a punk Judy is a runt/they both went down to Berlin, joined the Ice Capades/and oh, I don't know why /oh, I don't know why/perhaps they'll die, oh yeah”.Il pezzo seguente è "I Wanna Be Your Boyfriend",scritta da Tommy,sia questo che “Judy is a punk” erano i due demo prodotti da Marty Thau (primo manager delle New York Dolls) che voleva però, apportare della modifiche per renderli più orecchiabili. Nella prima pensò di aggiungere addirittura un pianoforte(proposta ovviamente bocciata) e per questa,cercò di far modificare il testo per renderla più "dolce". I Wanna Be Your Boyfriend e` una presa in giro delle canzoni radiofoniche d'amore classiche per teenager, è la canzone più calma del disco,una melodia che rimanda direttamente alla bubblegum music e al pop cristallino dei sixties,influenza sempre molto viva nella band.Il testo dice: “Hey, little girl/I wanna be your boyfriend/sweet little girl/I wanna be your boyfriend/do you love me babe?What do you say?/Do you love me babe?/What can I say?/Because I wanna be your boyfriend .Melodia immediata che rimane impressa al primo ascolto con tanto di coretti,piccolo grande gioiello.Il brano numero cinque rimanda direttamente alle passioni cinematografiche dei nostri eroi, già dal titolo: "Chain Saw", infatti è stata scritta da Joey dopo aver visto il film "The Texas Chain Saw Massacre" di Tobe Hooper(“Non aprite quella porta” in italiano).Comincia con un suono di motosega(o qualche altro utensile del genere),utilizzato come nel film per qualche inquietante operazione. Tra cori anni '50 ,chitarre taglienti e “Oh no!”,Joey canta cosi' :”Oh, oh, oh, oh, oh, wohoho/oh, oh, oh, oh, oh, wohoho/ sitting here with nothin' to do/sitting here thinkin' only of you/but you'll never get out of there/she'll never get out of there “,anche in queste scelte tematiche e questo modo di musicarle c'è la genialità dei Ramones. Ed ecco che arriva quello che è in assoluto il mio brano preferito del disco"Now I Wanna Sniff Some Glue" ,canzone splendida dal testo che parla dei ragazzi nullafacenti del Queens che sniffavano colla per ammazzare la noia "now I wanna sniff some glue / now I wanna have somethin' to do/all the kids wanna sniff some glue/all the kids want somethin' to do". Batteria a scandire un tempo mozzafiato,stop & go strumentali e un crescendo tra i più memorabili della storia del rock,è anche il brano più lungo di tutto l'album, con i suoi 2minuti e 38 secondi..

In questo disco imprescindibile ci sono già contenute tutte le basi, compositive,testuali, stilistiche che poi i nostri svilupperanno in tutta la loro carriera: rock'n'roll primordiale, surf,garage,sixties-pop,protopunk,doo-woop e rockabilly suonati con frenesia e irruenza rari e che hanno fatto scuola, in brani della durata media di due minuti o poco più e con le parole a descrivere e riassumere,in pratica,tutto l'immaginario collettivo dell'adolescente medio americano dell'epoca,dai fumetti(primo amore dei nostri) all'esaltazione degli stupefacenti meno costosi(come la colla ad esempio),alle vicissitudini sentimentali,ai riferimenti volutamente ironici e superficiali al nazismo e alle guerre, agli amatissimi film horror e al messaggio politico meno approfondito ma più immediato in perenne dicotomia tra ribellione pura e semplice senza motivazioni e naturale propensione al divertimento ,il tutto caratterizzato alla perfezione finanche nel look,celebri e iconografici i giubbotti di pelle ,le t-shirt,i jeans strappati e le scarpe da tennis,come appare nello splendido scatto di copertina di questo capolavoro ad opera di Roberta Bayley,scatto che ritrae i quattro appoggiati al muro di un vicolo situato dietro al CBGB's,immagine cosi' potente e significativa da rimanere nella storia del rock e contribuire alla creazione del mito Ramones.Tredici brani autografi e una cover (“Let's dance”) che sono rimasti tutti nella storia,garage,surf e rockabilly a braccetto col rock'n'roll primigenio e il pop dei sixties tutto centrifugato in esecuzioni ruvide,energiche e veloci,in un clima di divertimento adolescenziale,definito da canzoni dai titoli geniali e dai testi quasi demenziali ,pieni di riferimenti alla cultura giovanile che da allora comincerà ad essere definita punk grazie proprio ai Ramones,che gettano le basi e definiscono caratteristiche e confini del genere proprio con questo primo disco e il successivo “Leave Home”. Il disco inizia con "Blitzkrieg Bop", batteria in quattro quarti,il riff di chitarra in cascata e la voce quasi monocorde a cantare di una sorta chiamata alle armi al grido di “Hey !Ho!Let's go!”contro il logorio del quotidiano e la noiosa scena musicale ,il titolo fu ideato da Dee Dee, le parole sono di Tommy che lo descrive come una lettera d'amore verso i fan e recitano: ”they're forming in straight line they're going through a tight wind/the kids are losing their minds/ the blitzkrieg bop”. E' l'inno assoluto e incontrastato di ogni fan dei Ramones che si rispetti,canzone leggendaria in ogni sua componente. Il secondo brano è "Beat On The Brat", batteria e chitarra che picchiano un ritmo,una melodia irresistibili, un basso lineare che farà storia con il testo virato verso il sarcasmo scritto da Joey.E' stata descritta da Dee Dee come una storia vera, «Joey vide una madre correre dietro al figlio impugnando una mazza da baseball e ci scrisse sopra una canzone».Il testo è tutto qua: “Beat on the brat/beat on the brat/beat on the brat with a baseball bat oh yeah,oh yeah,uh-oh/what can you do? What can you do?With a brat like that always on your ack/what can you do? (lose?)” La traccia numero tre è "Judy Is A Punk",è la più più corta dell'album ,appena 1 minuto e 30 di durata,un brano veloce e diretto,dedicato a due fans della band,, tali Jackie e Judy e si rivelerà tristemente profetica,infatti nel testo si dice che “forse moriranno”,cosa che avverrà davvero ,in seguito,a causa di un incidente aereo, Joey canta cosi: “Jackie is a punk Judy is a runt/they both went down to Berlin, joined the Ice Capades/and oh, I don't know why /oh, I don't know why/perhaps they'll die, oh yeah”.Il pezzo seguente è "I Wanna Be Your Boyfriend",scritta da Tommy,sia questo che “Judy is a punk” erano i due demo prodotti da Marty Thau (primo manager delle New York Dolls) che voleva però, apportare della modifiche per renderli più orecchiabili. Nella prima pensò di aggiungere addirittura un pianoforte(proposta ovviamente bocciata) e per questa,cercò di far modificare il testo per renderla più "dolce". I Wanna Be Your Boyfriend e` una presa in giro delle canzoni radiofoniche d'amore classiche per teenager, è la canzone più calma del disco,una melodia che rimanda direttamente alla bubblegum music e al pop cristallino dei sixties,influenza sempre molto viva

Il testo dice: “Hey, little girl/I wanna be your boyfriend/sweet little girl/I wanna be your boyfriend/do you love me babe?What do you say?/Do you love me babe?/What can I say?/Because I wanna be your boyfriend .Melodia immediata che rimane impressa al primo ascolto con tanto di coretti,piccolo grande gioiello.Il brano numero cinque rimanda direttamente alle passioni cinematografiche dei nostri eroi, già dal titolo: "Chain Saw", infatti è stata scritta da Joey dopo aver visto il film "The Texas Chain Saw Massacre" di Tobe Hooper(“Non aprite quella porta” in italiano).Comincia con un suono di motosega(o qualche altro utensile del genere),utilizzato come nel film per qualche inquietante operazione. Tra cori anni '50 ,chitarre taglienti e “Oh no!”,Joey canta cosi' :”Oh, oh, oh, oh, oh, wohoho/oh, oh, oh, oh, oh, wohoho/ sitting here with

ottobre2012 #undici ottobre2012 #undici38onck

Page 39: REvolution Rock 11

RePlayer di Antonio Asquino rubriche in revolution

La numero sette è "I Don't Wanna Go Down To The Basement",anche qui il riferimentoesplicito è ai film b movies horror e alla paura di scendere giù in cantina dove potrebbeesserci qualcosa o qualcuno di pericoloso, scritta da Johnny ,recita:”Hey, daddy-o/i don'twanna go down to the basement/there's somethin' down there “.Questo brano chiudeva illato a dell'edizione originale di “Ramones”.Il lato b si pare con "Loudmouth" ,anche questa parla dei ragazzi del Queens e dei Ramones stessi,della loro difficoltà nel parlare e anche nell'ascoltare di cose non appart-enenti al loro universo, come soldi, macchine e donne. Scritta da Dee Dee e Johnny, che sottolineava di come il gruppo parlasse solo di cose che conosceva bene essendo come quei ragazzi,il riff e la melodia le ritroveremo riprese e più o meno trasformate in tanti brani punk,hardcore e anche grunge a venire. Il testo è tutto qui: "you're a loudmouth baby/you better shut it up/i'm gonna beat you up/ 'cause you're a loudmouth babe".“Havana Affair” è la traccia numero nove,canzone dal testo molto particolare edivertente,quasi tendente al demenziale che parla di un agente Cia,in missione segretaall' Havana,che si lascia coinvolgere a tal punto da essere conquistato dal posto e veniretravolto dal mambo e dalla follia, fino a parteggiare apertamente per il paese "baby, baby,make me loco/ baby, baby, make me mambo" e "pickin' the banana/ hooray forHavana".Geniali tendenti al demenziale,canzone,travolgente."Listen To My Heart" invece ci riporta su temi più da canzone d'amore,sentimenti semplicicome gli autori che ne cantano :”Next time i'll listen to my heart/next time, we'll besmart/that girl could still be mine/but I'm tired of the hurt ...”. Diritta e orecchiabile,purostile Ramones.Il pezzo che segue invece è un rimando alle esperienze di prostituzione giovanili del bassista Dee Dee,per esigenze legate alla sua dipendenza. "53rd & 3rd" è la strada dove i ragazzi si svendevano,è una canzone tra le più celebri della band. Le parole scritte da Dee Dee sono efficaci e perfettamente descrittive di stati d'animo,disagio e reazioni di chi vende il proprio corpo,la strofa finale,cantata proprio dallo stesso bassista, racconta di quando accoltellò un cliente solo per provare a se stesso di essere,nonostante tutto, ancora un uomo:"then i took my razor blade / then i did what God forbade / now the cops are after me / but i proved that i'm not sissy". Canzone indimenticabile,dura ma anche molto profonda,più di quanto un ascolto superficiale potrebbe far intendere.I Ramones fin dal primo disco (e poi per tutta la carriera) hanno proposto cover di vecchibrani rock'n'roll anni '50,anche a testimonianza diretta delle loro origini, il brano inquestione è "Let's Dance" ,scritta da Jim Lee e coverizzata anche dai Beatles,nel lorofamoso tour ad Amburgo.La traccia numero tredici è "I Don't Wanna Walk Around You" scritta da Joey,che ripeteossessivamente "I don't wanna walk around with you/ so why you wanna walk around withme/ I don't wanna walk around with you".La musica è riconducibile certamente ai primiesperimenti tra garage e proto-punk degli Stooges e degli MC5 (per ammissione dellostesso autore).

L'ultima canzone è il capolavoro "Today Your Love Tomorrow The World" aspra-mente criticata per il verso "I'm a nazi schatze / y'know I fight for fatherland" che fece gridare alcuni imbecilli allo scandalo e il gruppo fu tacciato di simpatie naziste al punto che,la casa discografica chiese loro di cambiare il testo. In realtà fu ispirata a Johnny ancora una volta dalla passione per il cinema e in particolare per i vecchi film sulla seconda guerra mondialee a Dee Dee dalla sua adolescenza passata in Germania, e i riferimenti al nazismo, assolutamente sarcastici e ironici, ritorneranno anche in brani successivi (come la splendida “Commando”,contenuta in “Leave Home” ad esempio). La canzone è un concentrato di energia e melodia,una chitarra e un basso martel-lante ci conducono fino all'aperturamemorabile del ritornello introdotto dal celebre “one,two,three,four”: “today your love,tomorrow the world!” e dispiace che la canzone finisca subito dopo. In chiusura si può dire che li hanno presi entrambi,sia il nostro amore che anche il mondo.Da un punto di vista strettamente tecnico e musicale ,il gruppo ha probabilmente offerto prove più variegate di questo disco (da recuperare per credere quello splendore di disco prodotto da Phil Spector che si chiama“End Of The Century”),ma la storia è già tutta qui e i semi qui contenuti hanno generato in pratica più di trent'anni di musica punk, rock'n'roll, hardcore,surf e chi più ne ha più ne metta,davvero vogliamo essere cosi' ignoranti e limitati da concentrarci sulle quisquiglie tecniche?

onckottobre2012

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Page 40: REvolution Rock 11

NON E' SOLO BOLOGNA LA CITTA' MORTARoberto Roversi: il lutto

RE_Verie di Sabrina Tolve rubriche in revolution

Di Sabrina Tolve

ottobre2012

#undici ottobre2012

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Page 41: REvolution Rock 11

Mi fermo un momento a guardare – R. Roversi

Non correre. Fermati. E guarda.Guarda con un solo colpo dell’occhiola formica vicino alla ruota dell’auto veloceche trascina adagio adagio un chicco di panee così cura paziente il suo inverno.Guarda. Fermati. Non correre.Tira il freno alza il pedaleabbassa la serranda dell’inferno.Guarda nel campo fra il granolento e bianco il fumo di un caminocon la vecchia casa vicina al grande noce.Non correre veloce. Guarda ancora.Almeno per un momento.Guarda il bambino che passa tenendo la madre per manoil colore dei muri delle casele nuvole in un cielo solitario e saggiole ragazze che transitano in un raggio di soleil volto con le vene di mille annidi una donna o di un uomo venuti come Ulisse dal mare.Fermati. Per un momento. Prima di andare.Ascoltiamo le grida d’amoreo le grida d’aiutoil tempo trascinato nella polvere del mondose ti fermi e ascolti non sarai mai perduto.

RE_Verie di Sabrina Tolverubriche in revolution

Credo sia un lutto che sentiamo tutti.

Se Bologna ha donato all'Italia uno dei più grandi intellettuali del Novecento, non è solo Bologna a subirne il lutto e a chinare il capo in rispettoso silenzio.

Dovremmo farlo tutti.

C'è poco da dire che non sia già stato detto, su Roberto Roversi.

Nel 1943 diventa partigiano, dirige Lotta Continua, fonda due riviste letterarie, una con Pasolini, Officina.

Drammaturgo, poeta, filosofo. Roberto Roversi è stato uno dei pochi italiani ad essere tutt'uno con l'arte e a fare di ogni vanto un qualcosa di personalissimo. Sempre in ombra, per scelta.

Dal 1946 al 2006 ha lavorato come librario antiquario alla sua Palmaverde, in via de' Poeti. E quando le case editrici gli proponevano pubblicazioni, lui usava il ciclostile per pubblicare da sé e regalare le sue opere ai “veri interessati”.

La passione per la carta scritta, per l'odore dei libri, la venerazione e l'amore per ogni parola degna di chiamarsi tale, tutto questo, per Roversi, era spinta alla vita.

Ho pensato molto a cosa scrivere su di lui, eppure credo che vi sia ben poco da dire o da definire.

Quello che ha fatto e ha scritto, si commenta da sé.

La sua continua attenzione alla politica, il suo sguardo disincantato eppure in perenne attesa, su un Italia allo sbando, gli ha concesso di scrivere i versi più belli che siano stati mai scritti nello scorso secolo, alcuni sparsi nei meandri degli album di Lucio Dalla, che con lui collaborò per tre dischi: Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa, Automobili.

Ha scritto finché ha potuto, finché ha avuto qualcosa da dire, fino ai suoi 88 anni. Il 2011 è stato l'anno della sua ultima opera.

Il 2012 l'anno del suo ultimo respiro.

E ripeto, non solo Bologna si veste a lutto. O meglio, non solo Bologna dovrebbe vestirsi a lutto.

Dovremmo farlo tutti.

I giganti su cui avremmo dovuto salire sulle spalle, per guardare il mondo con altri occhi, con occhi nuovi, stanno cedendo uno ad uno sotto il peso della vita (e della morte) e ben presto dovremmo osservare in piedi solo sulle nostre gambe.

E lo spettacolo non sarà bello a vedersi.

onckottobre2012 #undici 41

Page 42: REvolution Rock 11

Rispondete senza pensare ... cos’è un ciclista? ….. Con la sola forza della mente voglio indovinare la vostra ris-posta ….. veedo .. veedo .. veedo .. UNO SPORTIVO!!!Io avrò indovinato nel 99% dei casi .. voi avrete dato una risposta giusta a metà (forse pure meno).Si .. perché se il ciclismo fosse SOLO UNO SPORT, si potrebbe dire lo stesso anche dell’automobilismo (soprattutto guardando quegli aspiranti ASSASSINI che credono che la strada sia un circuito) .. e allora sarebbe come dire che tutti gli automobilisti sono sportivi .. e dillo a quello che pesa più della sua city car o a quell’altro che se tira vento, vola prima che si chiuda lo sportello del suo SUV.

phot

o yv

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Serie B.Ci di Luca Cardone rubriche in revolution

Real urban cyclists

ottobre2012

#undici ottobre2012

#undici42onck

Page 43: REvolution Rock 11

Non so parlarvi troppo del CICLISTA SPORTIVO .. Giro, Tour e Vuelta me li gusto di più con una birra gelata sul divano che in mezzo al gruppone in volata .. il Ciclo-cross è spettacolare ma devi saper conservare i denti .. il Mountain biking è libertà su due ruote ma non è che ogni giorno possa andare per boschi e montagne.

Non voglio parlarvi del CICLOTURISTA perché è chi-unque viaggi in bici che dovrebbe raccontarci qualcosa!E allora, già che siamo qua, vi parlo di una razza parti-colare di ciclista .. il CICLISTA URBANO .. FIGURINA tipica dell’Album dei Personaggi Coraggiosi (ma per amore del decoro urbano .. NON APPICCICATELO su muri, asfalto, pali e cartellonis-tica varia!!).

Il ciclista urbano può essere chiunque sappia pedalare e conosca (E RISPETTI) il Codice della Strada. E’ Gianni, che in bici ci va a lavoro .. è Anna, che va a lezione di taek-wondo .. è Flavio, che segue Economia .. è sua zia, che nel cestino ci mette la spesa di oggi .. è Marco che cer-cava lavoro e ora fa consegne-fast in bici (GREAT). Gente comune, più o meno lontana dall’idea di farsi il !sico (che magari non è proprio a prova di costume) ma che di testa propria, ha capito la MERAVIGLIA della bici: un mezzo di trasporto, un veicolo che però E’ PARTE DI TE!! .. tu sei il suo motore .. lei si piega sotto il peso del tuo corpo .. tu sei carico e lei va veloce ma se non ce la fai ti aspetta.

Il marchio #salvaiciclisti è rilasciato sotto licenza Creative Commons e può essere utilizzato per tutte le attività attinenti la promozione della ciclabilità a scopo non

commerciale senza il bisogno di alcun permesso.

phot

o kr

edki

L’Italia non è la Cina, il Giappone o i Paesi Bassi ma è bello vedere che le MILLEMILA DIFFICOLTA’ del Bel-paese (??) non ostacolano un piccolo esercito sparso .. ciascun soldato, ogni momento, ogni giorno, anche mentre io scrivo e voi leggete, si riappropria di qualche chilometro di asfalto percorrendolo avanti e indietro, imparando a conoscerne ogni crepa e buca, facendolo diventareLA SUA PISTA CLANDESTINA.

La CRISI è brutta .. e la bicicletta è il mezzo di trasporto più economico tra quelli disponibili .. ok .. sicuramente nei paesi non proprio ricchi facciamo di necessità virtù e il ciclismo urbano aumenta .. ma non facciamo i GU-FACCI!! .. Guardiamo ai paesi migliori!! dove le persone SCELGONO la bici non per bisogno ma perché la piani-!cazione urbanistica e la programmazione commer-ciale “pedalano” nella stessa direzione.

Adesso ci stiamo sacri!cando ma il pressing lo sappi-amo fare .. e molto presto ogni pista clandestina sarà segnata bene e il lucchetto si staccherà dal palo per chiudersi sulla rastrelliera .. e sarà solo l’INIZIO!!

E allora .. guidati dallo spirito di Brancaleone da Norcia .. noi - indigenti cavalieri da lo CULO IN FIAMME – che lo ferreo arnese, di CAVALLO prendiamo a guisa – siamo PIONIERI di cammini che solo lo pensiero figura – et de lo APERTO PORTELLO facciamo nimico – Uniti, ALLA PUGNA QUOTIDIANA MOVIAMO!!”

SCELTA DI VITA (fatichi, sudi, rischi la vita .. ma la bici ti comanda: “non vorrai altro mezzo all’infuori di me”)

FUNZIONALITÀ (quando capisci che la tua bici non è solo un pratico veicolo ma è parte di te, potrai farci di tutto)

EQUIPAGGIAMENTO (si .. con la bici puoi fare di tutto ma quando serve l’accessorio giusto non bisogna farsi trovare impreparati .. che soddisfazione dire “ce l’ho”.. pollice in su per una bici ben equipaggiata .. per chi non deve chiedere mai!!)

ESEMPIO (anche se ti sembra di essere uno dei pochi ciclisti urbani, non abbandonare i pedali .. anzi sentiti un pioniere .. e quando (in un futuro prossimo) una massa di gente seguirà il tuo esempio, sentiti fiero.

SMART PRESSING (per ottenere i ciclo-servizi bisogna insistere .. ma chi urla fa solo casino .. il pressing deve essere costante ma intelligente).

Serie B.Ci di Luca Cardonerubriche in revolution

onckottobre2012

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