sharing life - annual report 2009

46
INSIEME PER CONDIVIDERE onlus ANNUAL REPORT 2009

Upload: alberto-riolfo

Post on 11-Mar-2016

215 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Sharing Life - Annual Report 2009

TRANSCRIPT

Page 1: Sharing Life - Annual Report 2009

I N S I E M E P E R C O N D I V I D E R E

onlus

ANNUAL REPORT 2009

Page 2: Sharing Life - Annual Report 2009

I N S I E M E P E R C O N D I V I D E R E

onlus

Page 3: Sharing Life - Annual Report 2009

INDEX- Obiettivo pg. 06- Principi di elaborazione del bilancio pg. 08- Discorso alla Nazione Dicembre 2008, Barack Obama pg. 10- Lettera aperta: Paolo Marandola pg. 12- Mission pg. 14- Storia pg. 16- Le domande pg. 21- accreditamenti e coordinamenti pg. 22- collaborazioni strategiche pg. 23- partner e strumenti operativi pg. 24- Il modello di Governance pg. 25- organigramma societario pg. 26- Perchè un bilancio sociale nel 2009? pg. 28- Il consiglio di amministrazione italiano pg. 29- La Scuola pg. 30- 1.KAMAILA FOREST SCHOOL pg. 32- 2. PARTNERSHIP TRA SHARING LIFE E L’HEALTH JOURNAL OF ZAMBIA pg. 35- 3. UNITA’ DI RIPRODUZIONE PROTETTA ED ASSISTITA (URIPA) pg. 36- 4. FOREST NURSERY SCHOOL pg. 39- 5. SCUOLA DI KAVALAMANJA pg. 40- MIGLIORARE L’AMBIENTE PER MIGLIORARE LA VITA pg. 42- IMPATTO SUL TERRITORIO pg. 45

Page 4: Sharing Life - Annual Report 2009

Sharing Life onlus (D.Lgs. 460/97)Via della Tecnica 2/B27010 Cura Carpignano (PV)C.F. 90007520183www.sharinglife.it

Sede MissioneSharing Life ngo ZambiaClay Building - ShowgroundGreat East RoadP. O. Box 38828 Lusaka (Zambia)Tel +260 979 4522 223Email [email protected]

Sede OperativaSharing Life onlusVia Savona 9720144 MilanoTel +39 02 8324 1655Fax +39 02 8320 0679Email [email protected] 800 134 912

BILANCIO SOCIALE SL 1999-2009

Redazione/Editing: Staff Sharing Life OnlusTraduzione: Luisa LiberaleSupervisione: Ivan MarandolaAssistenza Metodologica: Urbana Coop OnlusGrafi ca e Stampa: Azero Srl -stampato su carta ecologica-

FOTO: Archivio storico Sharing LifeSi ringraziano inoltre per le foto raccolte negli ultimi 10 anni:Isabella Raso, Michel Scarantino, Raz De Gan, Anwar Maggi, Giada Raimondo, Adriana Giotta, Alessandro Ricci, Leonardo Formigli, Daniele Calasso, Alfonso Laratta, Sanga YakulaSanga,Paul Ngoma, Thomas Lungu, Jackie Rundquist, Sylvia Aparicio, Enrico Labriola.

DONAZIONIIBAN Banca Prossima > IT45N0335901600100000002135 C/C Postale 70175773ONLINE > www.sharinglife.it

I N S I E M E P E R C O N D I V I D E R E

onlus

Page 5: Sharing Life - Annual Report 2009

Al Consiglio Direttivodi Sharing Life Onlus

Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio di esercizio dell’Associazione Sharing Life Onlus costituito dallo stato patrimoniale, dal rendiconto della gestione della nota integrativa chiuso al 31 Dicembre 2008. Tale bilancio, è stato redatto secondo i principi contabili ed i criteri illustrati nella nota integrativa nei paragrafi “struttura e contenuto del bilancio” e “principi contabili e criteri di valutazione. La responsabilità della redazione del bilancio compete agli amministratori dell’Associazione. E’ nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione contabile.La presente relazione non è emessa ai sensi di legge stante il fatto che il controllo legale dei conti, come previsto dall’art. 20 bis DPR 600/73 ultimo comma come modifi cato dall’art. 25 del D.lgs 460/97, è esercitato da altro soggetto, diverso dallo scrivente collegio dei sindaci.Il nostro esame è stato condotto secondo gli statuiti principi di revisione.In conformità ai predetti principi la revisione è stata pianifi cata e svolta al fi ne di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio d’esercizio sia viziato da errori signifi cativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base di verifi che a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel bilancio, nonchè la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli Amministratori.Per il giudizio relativo al bilancio d’esercizio precedente (2007), i cui dati sono presentati ai fi ni comparativi, si fa riferimento alla relazione da noi emessa in data 23 Maggio 2008.A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio dell’Associazione Sharing Life Onlus al 31 Dicembre 2008 è conforme ai principi ed ai criteri richiamati al paragrafo 1; esso, pertanto, è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e fi nanziaria e il risultato gestionaledell’Associazione.

Milano 14 Maggio 2009.

Il Presidente del Collegio Sindacale Dott. Gaetano Petraglia

RELAZIONE DEI REVISORI DEI CONTI

5

Page 6: Sharing Life - Annual Report 2009

Il Bilancio Sociale SHARING LIFE (SH) Italia 2009 rappresenta il primo sforzo verso la rendicontazione della sostenibilità sociale da parte dell’organizzazione e si riferisce all’anno solare 2008 (1 gennaio-31 dicembre); in alcuni casi si è fatto riferimento a dati relativi all’esercizio solare 2007/2006 con l’obiettivo di restituire un’immagine dinamica dell’organizzazione.Il Bilancio Sociale SH 2008 verà stampato in 250 copie utilizzate per la presentazione Uffi ciale del Modello TPHI che si terrà a Roma presso la sede dell’Ambasciata dello Zambia in Italia il 15 settembre 2009. Verranno inoltre utilizzate le rimanenti copie per l’invio ai rappresentanti dei maggiori stakeholder e parti sociali interessate. Una sintesi di bilancio verrà inoltre spedita in 25.000 copie attraverso il periodico “Newsletter Condividendo Insieme Per la Vita” ai donatori e sostenitori attivi di SH Italia.

Il bilancio è disponibile in internet, in formato PDF nella pagina del sito web:www.sharinglife.it/bilanciosociale.php

Ulteriori informazioni relative allo stesso possono essere richieste all’indirizzo email: [email protected]

ObieNOTA METODOLOGICA

Page 7: Sharing Life - Annual Report 2009

La Salutedella Coppia

Aziendesostenitrici

DonatoriPrivati

MediaPartners

OngPartners

Governi LocaliM.A.E.

Comuni e Scuolelocali

Big Donors(Fondazioni

BancariePrivate)

U.N. / WorldBank / Global

FundPresso la sede sono inoltre disponibili per varie informazioni di carattere sociale i referenti:Claudia De Paoli: Responsabile Amministrazione e ControlloVicenzo Cuffaro: Responsabile Relazione con i Donatori

I PORTATORI DI INTERESSE (Gli Stake Hodelrs)

Il processo di redazione del Bilancio Sociale SH 2008, il primo della storia di SHARING LIFE Onlus Italia, ha avuto inizio dall’identifi cazione degli stakeholders (portatori di interesse) maggiormente rilevanti per l’associazione.Il percorso, costruito a partire dalla centralità della salute della coppia, ha coinvolto i rappresentanti delle maggiori funzioni pedagogiche e scientifi che e cliniche ai quali è stato distribuito un questionario che ha permesso l’elaborazione di questa mappa percettiva al fi ne di meglio comprendere lo scenario di interlocutori, di partner e sponsor potenziali a cui rivolgere il nostro messaggio.La fase di preparazione del Bilancio Sociale iniziata a Gennaio 2009, ha portato all’identifi cazione di alcuni portatori d’interesse di particolare importanza che attraverso questo documento si vogliono coinvolgere:

ettivo

7

Page 8: Sharing Life - Annual Report 2009

Principi di Elaborazione del Bilancio

BILANCIO SOCIALE SH 2009

8

Page 9: Sharing Life - Annual Report 2009

Essendo questo il primo bilancio sociale di Sharing Life Onlus non è stato possibile fare una comparazione con l’esercizio precedente per tutti gli indicatori.Gli indicatori emanati dai tre organismi sopra citati e utilizzati per l’elaborazione di questo documento sono riassunti al termine dello stesso.Sharing Life rispetta i principi guida del Global Compact derivati dalla:

Nel processo di elaborazione del Bilancio Sociale TDH 2007 sono state applicate le indicazioni di massima di 3 organismi:

Il bilancio sociale, ispirandosi ai principi cardine del GBS, risulta essere:

i principi guida del GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale);i principi emanati dal progetto CSR-SC (Corporate Social Responsability-Social Commitment) promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali;le indicazioni del GRI (Global Reporting Iniziative).

••

trasparente in quanto tutti i destinatari sono posti in condizione di comprendere il procedimento logico di rilevazione, riclassifi cazione e formazione, nelle sue componenti procedurali e tecniche e riguardo agli elementi discrezionali adottati;inclusivo in quanto dà voce direttamente o indirettamente a tutti gli stakeholder identifi cati;coerente in quanto fornisce una descrizione esplicita della conformità delle politiche e delle scelte del management ai valori dichiarati;neutrale - il bilancio sociale è imparziale ed indipendente da interessi di parte o da particolari coalizioni;prudente in quanto gli effetti sociali positivi e negativi sono rappresentati in modo tale da non sopravvalutare il quadro della realtà aziendale e della sua rappresentazione. Quelli che si riferiscono a valori contabili sono indicati in base al costo;comprensibile e chiaro;omogeneo - tutte le espressioni quantitative monetarie devono essere espresse nell’unica moneta di conto;verifi cabile nell’informazione;attendibile - le informazioni desumibili dal bilancio sociale si ritengono scevre da errori.

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo (1948)Dichiarazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui principi e i Diritti Fondamentali nel Lavoro (1998)Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo (1992)Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (2000)Nel suo operato si attiene ai principi espressi dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989).Come Organizzazione Non Governativa riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri nella Repubblica dello Zambia, e vista la missione e scopo sociale e le aree d’intervento di pertinenza, SH è tenuta a rispettare i principi guidati stilati nella carta dei Diritti del Global Allied Fund delle Nazioni Unite.

9

Page 10: Sharing Life - Annual Report 2009

“Change we can!

Any revolutionary change

must be preceded by a

passive, affermative, non

challenging attitude towa

change among the mass

our people”.

Discorso alla Nazione Dicembre 2008, Barack Obama10

Page 11: Sharing Life - Annual Report 2009

n wards ss of

Vale qui la pena di riportare una signifi cativa affermazione del Presidente degli Stati Uniti di America, Barack Obama :

“ Qualsiasi cambiamento rivoluzionario deve essere preceduto da comportamenti passivi, affermativi, non confl ittuali, verso un cambiamento di massa della nostra gente”,

concetto che era alla base dell’ormai popolare e vincente slogan “Change WE CAN”, che corrisponde perfettamente allo slogan zambiano “UMODZI PAMODZI” che signifi ca “ Uno per Tutti“ una “coppia sana, libera di esercitare un sesso sicuro, al di là del condom, dell’astinenza e della fedeltà, imposte dall’alto.

La nostra mission potrà avere successo solo se le comunità di popoli e i loro governanti diventano parte attiva del complesso e lungo processo.

11

Page 12: Sharing Life - Annual Report 2009

Il 2009 segna un momento di grande soddisfazione per il lavoro portato a termine in modo silenzioso e umile anche se estremamente complesso e faticoso.

La gente comune e ancora di più il donatore abituale, vede l’attività di una ONLUS-ONG con le immagini stereotipate di fare vaccinazioni, distribuire cibo nei villaggi, costruire una scuola, scavare un pozzo, adottare dei bambini.Perchè una Onlus dovrebbe dedicare gran parte delle sue poche risorse alla elaborazione di una strategia della salute e di contrasto all’HIV/AIDS, compito che dovrebbe toccare ai Governi e alle agenzie dell’ONU?

Non essendo degli sprovveduti, dal 2005, basandoci sull’analisi dei dati epidemiologici delle STI ci siamo posti il problema e abbiamo avviato uno studio mirato a defi nire nuovi strumenti di controllo e prevenzione dell’HIV; ma la decisione di imprimere una forte accelerazione al lavoro già in atto, sulla strada della ricerca di una nuova strategia, è venuta dopo aver ascoltato il messaggio del Presidente Bush nel 2007, al Congresso Mondiale sull’HIV, a Melbourne “We have lost the war against HIV-AIDS”, “Abbiamo perso la guerra contro l’HIV/AIDS”.

Questo storico annuncio del Presidente che, da solo, metteva a disposizione della guerra all’HIV-AIDS, 15 miliardi di dollari, non era solo una onesta ammissione di impotenza, ma un chiaro appello al mondo scientifi co della ricerca e agli operatori della solidarietà, di cercare nuove strade e nuove visioni.

Sapevamo che i centri di ricerca universitaria, oltre ad essere lenti, erano orientati alla ricerca di vaccini non più preventivi, ma terapeutici, i laboratori di ricerca delle case farmaceutiche orientati a trovare farmaci più effi caci e meno tossici, i centri di ricerca specializzati e fi nanziati erano, invece, orientati allo studio dei meccanismi di interazione tra virus e cellula.

Sapevamo che tutte queste ricerche non si svolgevano in Africa, ma nei paesi ricchi. Sapevamo anche, alla fi ne, che nessuno concentrava la propria ricerca sulla gente africana, che, in fondo, era il vero attore-vittima del disastro.

A nostro giudizio la causa principale del fallimento della lotta all’HIV, risiede nella totale mancanza di comunicazione e interazione tra coloro che hanno fatto ricerca in occidente - per lo più virologi e immunologi – e i medici clinici (per lo più internisti, ginecologi e urologi) che erano e sono impegnati quotidianamente sul campo, in Africa, a fronteggiare il disastro umanitario.La situazione era simile a quella di molte guerre in cui gli eserciti si scontrano e uccidono, senza tener conto delle vittime civili, che, quindi, pagano il prezzo più pesante.

Abbiamo fatto, noi medici sul campo, un ragionamento di buon senso, utilizzando una logica da casalinga:

• In Africa, il 99,9% della trasmissione del virus HIV avviene attraverso rapporti etero-sessuali e, verosimilmente, la coppia etero-sessuale africana subisce la stessa intensità di trasmissione della coppia omosessuale in occidente!

• Quindi, il problema sta nella modalità del rapporto sessuale!

• Vi sono, in Africa, medici responsabili della sessualità maschile e femminil? e NO !

• Certamente nessuno dei ricercatori impegnati a trovare soluzioni in laboratorio ha avuto mododi vedere le devastazioni dell’apparato genitale maschile e femminile, causate dalle infezioni a trasmissione sessuale ( STI), di cui e’ portatore cronico l’80% della popolazione rurale e suburbana africana

• I ginecologi e gli urologi sono coloro che si prendono cura, giornalmente, di tutte le disfunzioni e le patologie che interessano gli apparati genitali. Ma essi,inspiegabilmente, non sono mai stati coinvolti, a livello internazionale, nella elaborazione dei programmi di lotta all’HIV.

• Era ora, percio’, che ci assumessimo in proprio le nostre responsabilità: nostro dovere era non solo di prestare il nostro quotidiano servizio al malato, ma anche quello, ancora più impegnativodi trovare, sul campo, e nel vivo della sofferenza e della morte dei nostri pazienti, le soluzioni più idonee per porre fi ne ad un genocidio che si consuma ogni giorno davanti ai nostri occhi.

Non avendo altri strumenti, abbiamo deciso, convinti di essere sulla strada giusta, di utilizzare una ONG-ONLUS per coordinare e sostenere il lavoro di studio e di verifi ca per mettere a punto una strategia vincente.

Paolo Marandola

Page 13: Sharing Life - Annual Report 2009

13

Page 14: Sharing Life - Annual Report 2009

MISSION

14

Page 15: Sharing Life - Annual Report 2009

Come ogni altra associazione no-profi t,anche Sharing Life ha seguito, fi no al2005, il trend generale indicato dalleagenzie umanitarie delle NazioniUnite, dedicandosi a interventi sanitari ealimentari, tesi a migliorare le condizionidi vita di un gruppo di popolazione diseredatae disconosciuta anche dal proprioGoverno.

Poi, utilizzando lo studio già avviato e laloro lunga e intensa esperienza sul campo,i medici di Sharing Life, preserocoscienza che i dati internazionali relativiall’HIV dimostravano, senza ombradi dubbio, che la strategia basata fondamentalmentesulla terapia, fosse defi nitivamente fallita.

Perciò arrivarono alla decisione, da una parte,di dare risposte inoppugnabili ai tanti“perchè” l’HIV si presentasse in formapandemica solo nei paesi subsaharianie dall’altra, a trovare una nuova strategia,idonea a garantire una continuitàgenerazionale e una vita esente daquesta infezione mortale alle prossimegenerazioni.

La mission è di creare nuovi modelli diintervento, destinati al singolo individuoe alla coppia, cominciando dalla nascita,con strumenti medici, educativi e informazionali.

Page 16: Sharing Life - Annual Report 2009

STO

RIA

1999

Sharing Life è uffi cialmente natanel 1999 nell’area della foresta diKarubwe, nel distretto di Chibombo,Zambia, con la costituzionedi un “Joint Committee forthe management of Karubwe &Chisamba Forests”, tra SharingLife e i rappresentanti locali delGoverno e dell’autorità tribale.Il Comitato Congiunto aveva comescopo il controllo e la pianifi cazionedell’uso delle foreste edegli animali selvatici da partedegli occupanti abusivi che avevanogià fatto nascere il villaggiodi Katete e di nuovi arrivati che siinsediavano in modo incontrollatoin ogni angolo delle foreste.Poichè le uniche attività di questapopolazione erano, innanzituttola produzione di carbonella,la vendita di sabbia per l’ediliziae la caccia di frodo, in pochi anni,la foresta era stata completamentedistrutta, nonostante laminaccia del Governo centrale diinviare l’esercito e i numerositentativi della Sharing Life di fareapprovare un piano di sfruttamentosostenibile del grande patrimonioesistente.Di fronte all’impotenza del governoe al contenzioso tra esso ela capo tribù Mungule, SharingLife ha spostato la sua attenzione

verso l’educazione e l’assistenzasanitaria della popolazioneche aveva occupato i 20.000ettari di foreste e di quella chelavorava nelle numerose fattoriecircostanti.La vecchia e cadente scuolaelementare e secondaria di Kamailae il villaggio di Katete divennerol’obiettivo della SharingLife, con interventi educativi edalimentari, soprattutto nel periododella siccità del 2002-2003.Fallito il “Comitato di gestionecongiunta”, nel 2003 l’Associazionevenne registrata in Italiacome prima come associazionedi volontariato e poi come “SharingLife Onlus” nel 2005 e inZambia nel 2006 come “SharingLife-NGO, Zambia”.Con la nuova struttura, in considerazionedel peggioramento deidati epidemiologici assai preoccupantirelativi alla diffusione dell’HIV,il Prof. Marandola, in collaborazionecon il Prof. Labib, urologo,il Prof. Kasonga,ginecologo,il dr. Yassa, specialista dellemalattie a trasmissione sessuale(STI) e la d.ssa Mulundu, virologa,decise di avviare uno studiosul rapporto STI-HIV.

Nasce il comitato

locale Sharing

Life

Page 17: Sharing Life - Annual Report 2009

2002

2005

2006

Contemporaneamentela Onlus cominciò unacampagna di raccolta fondi inItalia per continuare a sostenereinterventi alimentari, scolastici esanitari e coprire i costi dellostudio di STI e HIV.

I soci di Sharing Life, avendo realizzato che tanti interventi a pioggia, scoordinati e insuffi cienti risultavano, alla fi ne, ineffi caci per la riduzione dell’incidenza dellegrandi pandemie (HIV, tubercolosi, malaria), decisero per una politicadi cooperazione diretta conil Governo zambiano, per cuiavendo modifi cato drasticamentemissione e obiettivi aprirono un uffi cio prima a Milano e poi a Lusaka

Nasce Sharing Life Onlus a Paviacon la volontà di mettere apunto un modello strategico etrasversale per la lotta alle MTS,applicabile a livello organico intutti i Paesi colpiti dalla pandemiadell’AIDS, partendo dallo Zambia,scelto come Paese Pilota.

SL Zambia viene riconosciutaOrganizzazione Non Governativadalla Zambian Chamber of Society e dal Zambian National Aids Council (NAC) e dal Zambia Integrated Health Programme(ZIHP).

Inizia cosi l’avvio dei lavoridi concordato con il GovernoZambiano, nella fattispece con ilMinistero dell’Educazione e dellaSanità.

L’annodella

svoltaSharing Life

N.G.O.

17

Page 18: Sharing Life - Annual Report 2009

2008

2009

Con l’urologo Prof. MohamedLabib, la virologa Prof.ssa GinaMulundu e l’esperto di malattie atrasmissione sessuale (STI) Dr. Pierre Yassa,il Prof. Marandolaavviò un dibattito che, presto, sitrasformò in ricerca per dare risposte a questioni fondamentaliper il destino di milioni di africani

SL decide di implementare con laCELIM ONG il primo progetto pilota sul territorio suddiviso in 4aree d’intervento; Kamaila, Kavalamanja,Lusitu e Lilanda

Si completa la stesura del modello TPHI

che viene defi nitivamenteapprovato dal

Governodello Zambia

Per capire ilproblema

bisogna soffermarsisul bisogno

Page 19: Sharing Life - Annual Report 2009
Page 20: Sharing Life - Annual Report 2009

600Su 600 ONG

attive in Zambia,oltre 450

si occupano diprogrammi di intervento su

HIV/AIDSdi cui il 70%

per i già contagiati

“Non c’è stato giorno che non vifosse una richiesta di aiuto perlasciare il lavoro e recarsi pressouna famiglia in lutto. Questo “luttocollettivo” e l’esperienza del Prof.Marandola presso l’OspedaleUniversitario (U.T.H.) di Lusaka,dove svolgeva il ruolo di Professoreonorario di Urologia, sonostati i fattori che hanno cambiatola missione e gli obiettivi dell’Associazione.La decisione di fermarsia rifl ettere sul perchè ditante migliaia di morti, fu presaun giorno, quando il Prof. Marandolascattò delle foto, impubblicabili,di cadaveri trasportati sucarriole dal reparto di urgenzadell’UTH alla sala mortuaria.”

20

Page 21: Sharing Life - Annual Report 2009

Perchè l’Africa Sub Equatoriale?

Perché la pandemia si diffondesolo nei Paesi al Sud del Sahara?

Perchè, nonostante gli enormi investimenti, la guerra all’ HIV/AIDS è stata persa, come dirà, nel 2007, al Congresso Mondiale sull’HIV, lo stesso Presidente degli Stati Uniti?

Perchè la disponibilità a bassocosto dei farmaci antiretrovirali(ARV) non ha modifi cato, in modosignifi cativo, l’incidenza dell’HIV?

Perchè si nasconde al mondola vera realtà di un disastro umanitarioannunciato?

“Non avendo trovato risposteesaustive ai tanti “perchè”, abbiamocapito che la medicina, dasola, non sarebbe stata suffi ciente.Essa doveva allearsi conl’Educazione, l’Informazione e laComunicazione. Abbiamo, perciòtrovato nei medici, nei docenti discuola, nei pedagoghi, negliesperti di info-comunicazione,degli alleati preziosi, senza i qualinon saremmo andati da nessunaparte.

A tutti loro va il merito di averprodotto un documento di eccezionalevalore per la vita dellefuture generazioni di africani.Sono certo che sentiranno lo stessomio orgoglio per aver partecipatoa questo lavoro.Altrettanto importanti, se non essenziali,sono stati i nostri donatori,quelli molto generosi che,anche con 5 euro, hanno volutopartecipare; gli alunni, i docenti ei dirigenti delle scuole italiane,che meravigliosamente, hannosostenuto il nostro impegno.”

Le domande che ci siamo

posti:

Page 22: Sharing Life - Annual Report 2009

accreditamentie coordinamenti

Sharing Life-Italia è una Onlus registrata in Italia il 12.5.2005 .all’atto n. 192/132 di repertorio numero192 e iscritta al consiglio delleONG in Zambia, Sharing Life è in attesa di certifi cazione per:

NGOCC-Zambia (NongovernamentalOrganisation Coordinating Council)

Riconoscimento e registrazione da parte del Ministero degli Affari Esteri,Direzione Generale Cooperazioneallo Sviluppo

Riconoscimento di partnershipcon ECHO (Uffi cio della Commissione Umanitaria Europea)

Registrazione presso l’Albo della Commissione dell’Unione Europea, Uffi cioCooperazione-Europe Aid.

Riconoscimento da parte del CONCORD, organizzazione di collegamentotra le ONG e l’Unione Europea.

22

Page 23: Sharing Life - Annual Report 2009

collaborazioni strategiche

Sharing Life ha stabilito solide e permanenti relazioni con le seguenti organizzazioni:

CELIM (Centro Laici Italiani per le Missioni)con questa ONG Milanese si sta preparando la presentazionedel progetto al Ministero degli Affari Esteri a Roma, relativamenteall’implementazione del progetto nell’area di Kamaila.Con la stessa è stato sottoscritto un accordo di collaborazioneper lo sviluppo e l’implementazione in altri Paesidel modello Sharing Life.

U.N.Z.A. (Università della Zambia) sono stati sottoscrittiveri protocolli di collaborazione, soprattutto nel settoredell’educazione e della virologia.Il Policlinico Universitario di Lusaka (UTH, UniversityTeaching Hospital) ha messo a disposizione di Sharing Lifeun’area di 10.000 m2 per la costruzione dell’Istituto per laSalute della coppia (The Two Partners in Health Institute).

Il Ministero del Turismo e della Foresta ha datoin concessione a Sharing Life, nell’area di Kamaila:

- un edifi cio da trasformare in Centro Medico (Clinic).- un edifi cio da ristrutturare e adibire a Casa degli Ospiti per i donatori e i volontari che arrivano dall’Italia.- un terreno di 3000 m2 per la costruzione della scuola materna nel villaggio di Katete.- un terreno di 1000 m2 nel villaggio Katete per costruire i bagni pubblici.- un terreno di 10.000 m2, presso la scuola di Kamaila per costruire le case degli insegnanti. 23

Page 24: Sharing Life - Annual Report 2009

partner estrumenti operativiW

omen

for C

hang

e

Afri

ca H

ope

The

Hea

lth J

ourn

al

Min

iste

ro S

ani

tà Z

am

biaE’ una ONG zambiana

di grande prestigiodedicata allepari opportunità, soprattuttonel campodell’educazione deibambini e delle donne.Il Memorandum diIntesa con SharingLife permetterà a“Women for Change”di applicare il“Modello” nelle numerosecomunità escuole da essa gestitae trasferire il modelloin altri paesi.

Si tratta di una ONGamericana che hacreato e gestisce unascuola-orfanotrofi o(Upeme School) nellaforesta di Kamaila,a 5 km dalla scuoladi Kamaila.Il Memorandum diIntesa con la SharingLife permetterà ditrasformare la Scuolaco-gestita in scuoladedicata ai bambinisvantaggiati e vulnerabilicon l’inserimentodel “Modello”.

E’l’unica pubblicazione(mensile) dedicatainteramente alleproblematiche sanitarie,Grazie a un memorandumdi intesa, ilgiornale è diventatola voce di SharingLife per la promozionedei concetti del“Modello”.

Il Ministero della Sanità,attraverso l’UTH e i distrettisanitari di riferimentodelle 3 aree pilota– Chibombo, Lusaka eLuangwa – dopo averapprovato il “Modello”,ha autorizzato la costruzionedi un Health Center(Clinic) a Kamaila el ’ut i l izzazione degl iHealth Center pubblici diLilanda e Kavalamanjaper l’esecuzione delprogetto.Il Ministero dei LavoriPubblici ha messo a disposizionegli architettiper la preparazionedei disegni e lavalutazione dei costidi tutte le struttureattinenti al progetto.

24

Page 25: Sharing Life - Annual Report 2009

Il modello di Governance

Assemblea deiSoci in Italia

Il revisoredei conti

Il ConsiglioDirettivo in

Italia

Il ConsiglioDirettivo in

Zambia

7 Soci FondatoriP. Marandola,I. Marandola,C.Marandola,P.Donetti,L. Mangione,L.Formigli,A.Setti

15 Soci SostenitoriDott. D. Bokun,Dr. T. D’Errico, Avv. E.Gastini,Sig.ra F. Imbriglio, Dr. S. Marandola, Rag. S. Muda, G.Priano, Dott. A.Ricci, Dr. M. Scarantino

3 Soci Onorari- S.E. U. Plaja (Ambasciatore)- Dr. D. Gorgoglione (ex prefetto di Pavia)- Dr. V Portaccio (ex Prefetto)

1 ItaliaDott. GaetanoPetraglia, Revisoreiscritto all’albo.

1 ZambiaRobertKamwendo,Commercialistae Revisore

6 MembriPresidentePaolo Marandola

Vice PresidenteLuciano Mangione

Segr. GeneraleIvan Marandola

Consiglieri- Paolo Donetti- Antonio Setti Pres.Onorario- S.E. U. Plaja (Ambasciatore)

8 Membri

PresidentePaolo Marandola

Vice Presidente VicarioMichelle Bobo Banda

Segr. GeneraleCandy Marandola

TesoriereRomeo Kasengele

Consiglieri- Peter Lambart- Georgina Mulund- Pierre Yassa- Jones Nkole

Il sistema di controllo.A garanzia della continuitàcon la missione storica, controlloedi gestione e quindiuna struttura operativa snellae antiburocratica sonoprevisti 2 consigli direttivi,autonomi, nominati dall’Assembleadei Soci fondatoriin Italia.Per garantire il massimo ditrasparenza verso i donatori,Sharing Life ha inseritonel suo programma, da realizzareentro il 2009, una“guest house” con la ristrutturazionedi una casanell’area di Kamaila, messaa disposizione dal GovernoZambiano, per ospitare idonatori che volessero visitarela Zambia, per verifi carel’utilizzo dei propriedonazione e stabilire unrapporto diretto con la gentedei villaggi e visitare lecascate Vittoria e i parchinazionali della Zambia.Per garantire la piena adesionealle politiche di sviluppoe alla cultura locale,Sharing life Italia ha costituitoe registrato un Consigliodi Amministrazione dellaSharing Life Zambia, costituitoin larga parte daprofessionisti zambiani.

25

Page 26: Sharing Life - Annual Report 2009

Assemblea dei Soci /Founders BoardConsiglio Direttivo / Board of DirectorsChairman > Paolo Marandola

Cons. Delegato / Secretary General> Ivan Marandola

Sostegno a distanza Child SponsorshipResp/Head > Isabella Raso

Gestione Progetti / Project Management

Comunicazione e raccolta fondi /Marketing & Fund Raising

Amministrazione e Controllo /Administration & Accountability

Responsabile/ Head> Giada Raimondo

Responsabile/Head> Paolo Donetti

Rervisore dei conti / Auditor> Gaetano Petraglia

Aziende/Corporate > Ivan MarandolaCampagne > MariaGrazia Zollo IDMC SrlWeb / Eventi > Vincenzo CuffaroDonors Management > Stage/Intern

Gestione Contabilità /Accounting Supervisor> Vincenza Mancini Urbana Coop Arl

Strategia e Uffi cio StMktg & Press Offi ce> Giusi MartarelliComunicazioni Socia

Amministrazione & RG&A and Human Res> Claudia De Paoli

Consulenza Legale/ A& Legal Advise> Carlo Mazzini

Country: Zambia - Uganda- TPHI- KAMAILA- LILANDA- KAVALAMANJA- LUSITO- CHKUMBI- URIPA

ZambiaDelegati Paese/ Coun> Candy Marandola> Jackie Rundquist> Bobo Banda> Pierre Yassa> Gina Mulundu> Jones Nkole> Romeo Kasengele> T.K. Lambart

Segreteria/ Secreteriat> Aline Teboul

Gestione uffi cio e sicurezza/ Duty Offi cer> William Modanesi

Sharing Life N.G.O. ZambiaConsiglio Direttivo/Board of DirectorsChairman> Paolo Marandola

26

Page 27: Sharing Life - Annual Report 2009

organigrammasocietario

ampa /

ali Srl

Risorse Umane/sources

Advocacy

Relazione Istituzionali/ Grant Application> Giada Raimondo> Stage / Intern

Contabilità Progetti Zambia/Zambia Project Accounting> Thomas Lungu

ntry Representatives Comitati Scientifi ci / Scientifi c andtechnical Commitees:> Sanità (Health)> Istruzione (Education)> Supporto Psicologico> Ubanistica (House Planning)> Infrastrutture (Building)> Comunicazione (Comunication)

Page 28: Sharing Life - Annual Report 2009

Perchè un bilanciosociale nel 2009?

Il lettore e il donatore si chiederanno perchè il Consiglio di Amministrazione (CdA) di Sharing Life ha “improvvisamente” deciso di pubblicare il suo primo bilancio sociale nel 2009.

La risposta la troveranno nel contesto stesso del documento, ma mi sembra utile riassumerneil senso in poche righe. Quest’anno ricorre il primo decennale di vita della Onlus e questo potrebbe già essere un buon motivo per fare un bilancio di questi lunghi anni di sacrifi ci, tuttavia questo è l’ultimo dei motivi. Il 2009, e precisamente il 2 Febbraio 2009, segna la fi ne di 4 anni di studi e ricerche e l’inizio della fase operativa. Il Bilancio sociale vuole condensare in poche parole e qualche cifra, il lavoro svolto da oltre 50 esperti dal 2005 ad oggi, alla ricerca di una nuova e più effi cace strategia di lotta all’HIV/AIDS.

Dal 1999 al 2005, l’Associazione, nata in Zambia da un piccolo gruppo di medici e imprenditori, e senza alcun legame con parrocchie o gruppi organizzati di donatori, aveva svolto, come qualsiasi altra Onlus o ONG, attività solidali nell’area di Kamaila-Katete, nel distretto di Chibombo, Provincia Centrale, di cui è capitale Lusaka. Fornendo alla scuola e al villaggio, di volta in volta, cibo, sussidi scolastici, sostegni all’aratura dei campi, piccole adozioni, organizzazione di attività sportive, fornitura di sementi e acquisto di prodotti locali.

L’attività medica era sostanzialmente basata sulla fornitura gratuita di farmaci e preservativi, su visite mediche e accompagnamento dei malati o delle gestanti negli ospedali o cliniche della città. Il 2008 segna anche una forte crescita della raccolta fondi totale (+25,9%) che ha avviato una salutare diversifi cazione sia dei donatori pubblici che di quelli privati ormai consolidati a circa 47.000 donatori sostenitori con una donazione media di 12,8 € a testa. Un dato rilevante questo soprattutto in un momento di grandi crisi del non-profi t a livello mondiale dove solo progetti ad alta innovazione e valore aggiunto dimostrano di poter essere sostenibili.

Abbiamo avuto un incremento del 18,9% della raccolta da parte di enti e scuole pubbliche a fronte di una spesa per comunicazione e marketing, che si attesta nei valori di riferimento.

Ivan Marandola Segretario Generale

28

Page 29: Sharing Life - Annual Report 2009

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

ITALIANOEsso ha tutti i poteri di ordinariae straordinaria amministrazionee, inoltre, quello di nominare ilCdA in Zambia.

Presidente: Paolo Marandola,Professore di Urologiapresso l’Università diPavia e professore ordinariodi Urologia nelle Università diPechino e di Lusaka.

Ha trascorso 15 anni, comecapo missione medica, nellaCooperazione Internazionale,insegnando nelle Universitàdi Makerere (Uganda),Mogadiscio (Somalia), UNZA(Zambia) e Medunsa(Sud Africa). E’ Membro dei“Flying Angels” di Johannesburg,con i quali ha fatto piùdi 500 ore di volo per operarenelle aree più inaccessibilidell’Africa del Sud.

E’ Presidente della Fondazionescientifi ca Scarpa-Gaia.

Segretario Generale:Ivan Marandola,nato nel 1979 a Lusaka.

Laureato in Scienze diplomatichee Finanza Internazionale.Ha frequentato il 4° LiceoScientifi co nella Scuola diOak Harbor (USA). Dopo unmaster a Boston , allaHarward School di Economia,si è dedicato alla gestionedella Medicina dellaSalute e allo Sviluppo e CooperazioneInternazionale,apportando alla Sharing Lifeuna ventata di dinamismo edeffi cienza.

Vice Presidente: Luciano Mangione.

Grande dirigenteaziendale di Milano, è riuscitoa dedicare passione etempo alla buona gestionedell’Associazione apportandoi criteri di una sana e modernagestione.

Tesoriere: Antonio Setti.

Ex direttore di banca, ha organizzatoil controllo e la registrazionedella rendicontazione,sacrifi cando moltotempo alla sua vita privata.

Paolo Donetti,imprenditore ed agente di informatica. Ha dedicato il suo tempo a gestirele iniziative di fund raising,diventando lo stimolatore perl’organizzazione di eventi. 29

Page 30: Sharing Life - Annual Report 2009

CONTESTOGENERALE

L’educazione

scolastica ed alla

salute sono le armi più

potenti per

combattere la

pandemia HIV-AIDS

Esiste un legame molto stretto tra educazione, sanità e sviluppo. La mancanza di presidi medici e didattici sono alla base della povertà di un paese.

Nondimeno importanti sono le risorse idriche, strettamente connesse alla salute della comunità: diverse patologie sono legate al consumo di acqua inquinata (il tasso percentuale di decessi di bambini per diarrea è altissimo), ma non dimentichiamo che la carenza d’acqua potabile va a deteriorare fortemente le condizioni igieniche della popolazione.

In particolare gli apparati genitale e intestinale sono soggetti a molteplici infezioni e malattie a trasmissione sessuale (MTS) chediventano un ulteriore porta d’accesso privilegiata alla diffusione del virus HIVAIDS.

Per comprendere bene il ruolo strategico che oggi bisogna assegnare all’Istruzione, primaria o secondaria, in Africa, è necessario richiamare alcune note socio-culturali sulle cosiddette “Comunità svantaggiate” dei Paesi poveri: alle relazioni tra i sessi, al rapporto tra le età e ai nessi tra educazione e malattie.

Scorrendo la vasta letteratura disponibile tra HIV-AIDS e scolarizzazione, osserviamo che, mentre tra il 1984 e il 1995 l’incidenza dei nuovi casi di HIV tra persone con elevato grado d’istruzione, soprattutto giovani, era comparabile a quella delle persone non scolarizzate e povere, negli ultimi 10 anni si è verifi cato un netto cambiamento.

Le persone con un più alto grado di istruzione hanno modifi cato il loro comportamento ed esercitano scelte individuali volte a preservare se stessi, i loro partners ed i fi gli. Ciò è naturalmente dovuto ad un più facile e completo accesso all’informazione ed alla messa in atto di strategie difensive.

Nonostante il gravissimo indebitamento della Zambia (161% del PIL), il Paese difende con ogni mezzo i programmi educativi e può vantare una relativa alta proporzione di giovani iscritti alla Scuola.

Tuttavia la crisi economica, causata da una gestione approssimativa della cosa pubblica a tutti i livelli, ma anche dalle norme di contenimento della spesa pubblica imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, fa sì che il Paese debba affrontare i problemi della sopravvivenza giorno per giorno, a livello sia collettivo che familiare. In questo contesto si accumulano, esponenzialmente, gravi ostacoli allo sviluppo e al mantenimento del sistema scolastico – educativo, come vedremo parlando del progetto Scuola di Kamaila.30

Page 31: Sharing Life - Annual Report 2009

La Scuola, quindi, è al centro dell’intera promozione sociale, sia a livelloindividuale che di gruppo o comunità.

31

Page 32: Sharing Life - Annual Report 2009

1

La Scuola era costituita da un blocco di 2 classi costruite nel 1952 e un blocco adiacente di 2 classi, costruito nel 1985.

Il pavimento non esisteva, essendo in parte in cemento e in parte di terra battuta. Non vi erano né porte, né fi nestre.

Il tetto era pericolante con molti buchi aperti alla pioggia.

C’erano a diposizione solo 15 banchi e 2 scrivanie. Nessuna toilette. Niente acqua né luce elettrica, nonostante i pali dell’elettricitàfossero a 5 metri dall’edifi cio.

Vi sono 15 case per i maestri, costruite dagli inglesi nel 1952, solo 10 con elettricità e tutte senza acqua.

L’Utenza è costituita da circa 1500 bambini di cui, in ognuno dei 3 turni giornalieri, almeno 400 bambini sedevano (e tuttora alcuni siedono) per terra.

Le classi vanno dal grado 1° al grado 9°, l’obiettivo è quello di portarlo al 12°. La media distanza da percorrere è di 10 km all’andata e 10 km al ritorno, senza alcun mezzo di trasporto.

I bambini provengono dai villaggi e dalle fattorie circostanti le foreste nazionali di Karubwe e Chisamba.

L’economia di sussistenza della maggior parte dei villaggi è basata sull’abbattimento illegale di alberi per la produzione di carbone per la capitale.

I bambini più piccoli spesso rimangono a casa.

Non vi sono centri medici nell’intera area. Il I° ambulatorio, privo di medici e di medicine, si trova presso la Scuola di Chikumbi, a 30 km di distanza, a sud-ovest, mentre la Scuola di Katuba a è 35 km a Sud.

Non vi sono mense scolastiche

KAMAILA FOREST SCHOOL

CONTESTOORIGINARIO

Page 33: Sharing Life - Annual Report 2009

- Creazione di un comitato composto da genitori ed insegnanti atto a discutere i problemi e deliberare: la PTA (Parents Teachers Association) composta da 7 membri: 3 maestri, 3 genitori e il preside.

- Costruzione di un intero nuovo edifi cio con 3 classi più una sala professori

- Acquisto materiale e presidi didattici

- Acquisto di 60 nuovi e comodissimi banchi

- Ristrutturazione tetti

- Costruzione 3 pompe ad acqua

- Organizzazione corsi formativi e di sensibilizzazione per mamme e bambini

- Acquisizione di nuovo Referente, Insegnante Isabella Raso, per l’attività di Coordinamento Didattico con le scuole del Comune di Caserta.

- Lancio del nuovo progetto web con portale interattivo e piattaforma di gestione dinamica del database dei soci

- La Maison Cavalli ha sostenuto i progetti di Sharing Life mettendo a disposizione il locale Just Cavalli nel cuore del parco Sempione a Milano e sostenendo l’evento di benefi cenza “Just 4 Sharing” Natale 2006. All’evento hanno partecipato personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, sono intervenute circa 200 persone ed è stata battuta una divertente Asta del Cuore per raccogliere fondi destinati ai progetti educativi.

- Il Circolo didattico di Roccamonfi na e Galluccio (CE) da anni sostengono Sharing Life. Quest’anno sono stati coinvolti diversi insegnanti, dirigenti scolastici, famiglie, enti comunali e studenti nell’organizzazione di un evento istituzionale di raccolta fondi. Durante l’anno scolastico sono state promosse varie iniziative di sensibilizzazione, culminate in un evento che ha visto come protagonisti proprio i bambini, le famiglie e i docenti.

L’insegnante Isabella Raso è partita nel mese di agosto per visitare la scuola di Kamaila in Zambia ed ha presenziato all’inaugurazione delle nuove aule.

OBBIETTIVIRAGGIUNTI

L’Istruzione come chiave per un futuro migliore 33

Page 34: Sharing Life - Annual Report 2009

- Costruzione altri 3 edifi ci a Kamaila

- Implementazione modello educativo-sanitario di Kamaila presso la scuola di Kavalamanjia sul fi ume Zambesi

- Costruzione di una mensa a Kamaila

- Ristrutturazione case maestri a Kamaila

- Acquisto 2 Scuola Bus

- Organizzazione corsi di igiene ed educazione sessuale per studenti di tutte le età, per genitori, insegnanti, assistenti sociali e tutta la comunità di adulti coinvolta nella crescita del bambino.

- Portare il curriculum scolastico al 12°

- Costruzione di una piccola clinica per il distretto di Chisamba

- Costruzione Guest House per soci donatori

- Implementazione uffi cio operativo in Lusaka (con 3 persone a tempo pieno) in collaborazione con Uffi cio Redazione della giornale “health Journal”

- Acquisizione di nuove risorse umane per competenze specifi che per la sede operative Milanese.

OBBIETTIVIDA RAGGIUNGERE

34

Page 35: Sharing Life - Annual Report 2009

2Durante l’ultima missione compiuta dall’associazione nel mese di agosto, si èstabilito un accordo con un importante giornale di settore: l’Health Journal ofZambia. Questo mensile può diventare uno strumento incredibilmente effi caceper veicolare messaggi, informare e sensibilizzare la popolazione ed il governo.La casa editrice è favorevole ed entusiasta di diventare la vera voce di SharingLife Onlus. Una campagna d’informazione a più ampio spettro sarà organizzatapiù avanti: campagna che comprenderà l’utilizzo di altri mezzi di comunicazionefruibili a diversi livelli (radio, tv, eventi). Il giornale sopravvive con pochi fondi, perquesto diventa importante provvedere alle spese relative la stampa in cambio diquesto prezioso spazio grazie al quale potremo raggiungere e coinvolgere lacomunità e le organizzazioni internazionali a vari livelli. Si parla di una verastrategia di marketing virale: il giornale viene infatti distrubuito in molticompounds e nelle aree più povere della città assumendo un ruolo fondamentaleper coinvolgere larghe fasce di popolazione, nello specifi co le più bisognose.

PARTNERSHIP TRA SHARING LIFE E L’HEALTH JOURNAL OF ZAMBIA

Page 36: Sharing Life - Annual Report 2009

3

Una Società devastata da grandi epidemie quali la malaria, la tubercolosi e l’HIV-AIDS, non è in condizioni di crescere. Una Società priva di istruzione non ha accesso alla conoscenza e all’informazione: strumenti fondamentali per la difesa della Salute del singolo e della Comunità.

L’analisi dei dati della Zambia relativi allo stato dell’istruzione e della salute ha messo in evidenza:

1) Un’allarmante carenza dell’informazione, più grave nella fascia di età 14 – 24 anni, soprattutto per quanto concerne le malattie a trasmissione sessuale (MTS) e le modalità di prevenzione;

2) La prevalenza dell’HIV che rimane molto alta: circa 18 – 20%;

3) Una percentuale molto alta di trasmissione del virus HIV tra coppie discordanti e tra madre e bambino;

4) Più di 1 su 4 adulti che vivono nelle città della Zambia è sieropositivo, e più di 1 su 7 lo è nelle aree rurali;

5) La percentuale di ragazze, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, in stato interessante sieropositive a Lusaka, si è quasi dimezzata negli ultimi 10 anni. La percentuale di nubili, sessualmente attiva è scesa dal 52% al 35% tra il 1990 e il 2000. Due dati positivi che indicano una inversione di tendenza nei comportamenti sessuali a rischio.

6) Uno studio zambiano ha dimostrato che in un ospedale i decessi tra i lavoratori del settore sanitario è aumentata di 13 volte nei 10 anni tra il 1990 e il 2000, a causa dell’AIDS.

7) Il numero di pazienti HIV-AIDS trattati con antiretrovirali è, nel 2005, di circa 25.000 individui, rispetto a 1.250.000 malati di HIVAIDS che necessitano una terapia salvavita.

8) Una percentuale preoccupante di malattie a trasmissione sessuale: gonorrea, sifi lide, clamidia, ureaplasma - che nella fascia 16 – 35 anni costituiscono, a nostro giudizio, il fattore di rischio più importante per la trasmissione del virus HIV.

UNITA’ DI RIPRODUZIONE PROTETTA ED ASSISTITA (URIPA) PRESSO L’UNIVERSITY TEACHING HOSPITAL (UTH) DI LUSAKA

36

Page 37: Sharing Life - Annual Report 2009

La nostra risposta a questo fl agello è la costruzione dell’Istituto per la Salute della Coppia. Si tratta di una struttura integrata dove alla cura e alla prevenzione dell’HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili si affi ancherà un continuo processo di educazione, informazione e formazione per ciò che concerne i comportamenti sessuali.

L’Istituto è l’obiettivo principale del progetto Sharing Life Zambia. Esso dovrà rappresentare un modello adottabile in altri Paesi, per il controllo delle malattie trasmesse sessualmente, in particolar modo l’HIV, visto che il 92% delle infezioni HIV in Africa si verifi cano attraverso i rapporti eterosessuali. I progressi dell’ultimo anno ci fanno vedere il nostro obiettivo più vicino: Sharing Life ha fi rmato un accordo con il Governo della Zambia per costruire, nel perimetro dell’Ospedale Universitario di Lusaka, l’Istituto per la Salute della Coppia.

Nell’ultimo anno sono stati fi rmati gli accordi tra la nostra ONG, l’University Teaching Hospital (UTH) e il Ministero dell’Educazione, accordi grazie ai quali l’ospedale ha concesso un’area su cui costruire l’Istituto per la Coppia.

Oltre alla concessione del sito questi accordi ci permettono di avere il patrocinio a livello nazionale, un contatto con il Governo locale per far si che il progetto venga adottato come modello prioritario a livello nazionale, assistenza medica e tecnica e accesso ai servizi già in possesso dell’UTH.

Il Progetto “The Two Partners in Health Institute” ha preso il via nel mese di Agosto 2007. L’impresa è colossale, il Comitato Medico-Scientifi co Internazionale, che ha messo a punto il programma è sicuro di produrre il risultato promesso, ma Sharing Life, da sola, non potrà mettere insieme l’enorme quantità di denaro necessario per costruire e gestire l’operazione.

CONTESTOGENERALE

Page 38: Sharing Life - Annual Report 2009

OBBIETTIVIRAGGIUNTI

Nell’attesa che si reperiscano i fondi necessari per portare a termine lacostruzione dell’ Istituto di Salute per la Coppia, modello di prevenzione del virusHIV-AIDS e progetto cardine dell’associazione Sharing Life, abbiamo ritenutoimportante importante alcune delle misure di intervento per diminuire l’incidenzadell’HIV in Zambia. Sono molteplici le richieste di aiuto da parte del Governo edella popolazione. Si è scelto di avviare negli spazi concessi dall’UniversityTeaching Hospital (UTH) di Lusaka, l’Unità di Riproduzione Protetta edAssistita (URIPA). Queste tecnologie, assolutamente innovative per il paese inoggetto, giocano un ruolo fondamentale nella salvaguardia della salute delnascituro e della coppia stessa (ci riferiamo soprattutto a coppie discordanti perHIV). Nel rispetto dei valori della famiglia è fondamentale far si che coppiedesiderose di prole (discordanti per HIV o entrambi sieropositivi) possanoconcepire senza infi ciare la salute del bambino ed evitando di contagiare ilpartner sano. Ci riferiamo in particolare all’auto inseminazione, al lavaggio dellosperma, all’inseminazione in vitro ed alla prevenzione delle Malattie aTrasmissione Sessuale (MTS) che sono la vera via di accesso al virus HIV.

Realizzazione progetto architettonico da parte del Ministero dei Lavori Pubblici

Firma accordi uffi ciali di collaborazione tra Sharing Life Onlus, l’UTH e il Ministero della Sanità

4

CONTESGENERA

una moltitudine di bambini in età scolare non frequenta la scuola in quanto la famiglia è troppo povera per permettersi di pagare la retta scolastica,se pur minimale;

bambine che vengono delegate alla sorveglianza dei fratelli più piccoli o dei cugini, per permettere alle mamme di poter lavorare, non ricevono nessuna istruzione;

bambini orfani di entrambi i genitori ( causa maggiore morte per AIDS ) non hanno la possibilità di frequentare la scuola; i più fortunati sono accolti, dove ci sono, in comunità che si occupano di questi bambini più sfortunati;

bambini che vivono nei villaggi ubicati all’interno della foresta troppo distanti dall’edifi cio scolastico non hanno la possibilità di andare a scuola perché il percorso da fare a piedi è troppo oneroso per la loro giovane età, o comunque iniziano a frequentare quando sono troppo grandi ( anche a 12 anni )

Questa realtà è presente anche nel Comprensorio di Kamaila. Alla luce di suddetta situazione, Sharing Life ha sentito l’esigenza di aprire una scuola che accolga i bambini in età prescolare e i bambini in età scolare del I grado. In questo modo le mamme lavoratrici potranno mandare i loro fi gli nella scuola di Kamaila mentre i piccolini saranno affi dati ad una maestra nella nuova scuola materna ; per i bambini che vivono troppo distanti dalla scuola di Kamaila, si è pensato di formare una classe Grade I, quale complesso distaccato di Kamaila, all’interno della stessa Scuola Materna .

38

Page 39: Sharing Life - Annual Report 2009

ristrutturare uno stabile e adibirlo a scuola materna

assumere un insegnante e un assistente per i piccoli

4Lo stabile preso in considerazione è una struttura messa a disposizione dallafattoria “Ivandale” e che Sharing Life si ripropone di ristrutturare. Lo stabile sitrova vicino ad un villaggio e due fattorie, quindi facilmente raggiungibile daibambini. E’composto da tre ampi locali antistanti l’edifi cio e tre locali sul retrodello stesso. Un ampio spazio di giardino lo circonda.

SCUOLA MATERNA – FOREST NURSERY SCHOOLNUOVO PROGETTO

STOALE OBBIETTIVI

DA RAGGIUNGERE

Page 40: Sharing Life - Annual Report 2009

5SCUOLA DI KAVALAMANJA FIUME ZAMBESINUOVO PROGETTO

Sharing Life ha identifi cato una nuova scuola, sulle rive del fi ume Zambesi, che necessita d’interventi per migliorare le diffi cili condizioni dei bambini che gravitano nell’area. Si tratta di circa 400, di cui più della metà orfani di padre e di madre a causa del virus HIV-AIDS.

Mai come in un contesto simile diventa prioritario intervenire, soprattutto per proporre il modello educativo di Sharing Life ed inserire corsi di igiene ed educazione alla sessualità per proteggere questa generazione di bambini incredibilmente svantaggiata.

La struttura è in buono stato, e la comunità è ben predisposta a collaborare. I maggiori problemi riguardano la mancanza di case per I maestri che abitano in capanne, la mancanza di energia elettrica e di un pozzo.

Page 41: Sharing Life - Annual Report 2009
Page 42: Sharing Life - Annual Report 2009

MIGLIORARE L’AMBIENTE PER MIGLIORARE LA VITA

L’impegno di Sharing Life si allarga anche in campo ambientale.

Nel desiderio di riabilitare l’area di Kamaila è fondamentale comprendere le problematiche del territorio e della popolazione che lo abitano ed intervenire in campo legislativo (in collaborazione col governo), ambientale ed agricolo. La situazione in quest’area è disastrosa.

Il Governo se ne disinteressa ed ha lasciato la zona in stato di anarchia ad autogestirsi. I soldi e gli aiuti promessi non arrivano mai, tanto meno il personale necessario a controllare un area di circa 10.000 ettari. Ne risulta un incontrollato abuso edilizio (costruzione case all’interno della foresta protetta), distribuzione illegale e non regolamentata delle terre, corruzione, traffi co di legname, caccia non regolamentata, deforestazione incontrollata, attività illegali, insensibilità ambientale, scomparsa degli animali e totale incapacità di praticare un’agricoltura sostenibile.

Manca il volere politico di proteggere l’ambiente, per questo è necessaria una forte collaborazione tra governo, ONG ed autorità locali. Nelle due foreste nell’area di Kamaila, gli interventi umani lesivi all’ambiente sono visibili ovunque. Se non si interviene nell’immediato si andrà incontro a problemi ambientali molto seri.

Il primo passo per invertire questa tendenza è quella di organizzare grandi campagne di sensibilizzazione all’interno delle comunità locali. E’ importante spronare le persone a riforestare, fornir loro semi per piantare, proporre soluzioni alternative e diverse fonti di sostentamento.

42

Page 43: Sharing Life - Annual Report 2009
Page 44: Sharing Life - Annual Report 2009
Page 45: Sharing Life - Annual Report 2009

Avendo a disposizione elementi fondamentali per la sopravvivenza quali l’acqua e il cibo, la Scuola, nell’accezione più larga, rimane di fatto l’unica frontiera contro le epidemie. Un luogo per apprendere, modifi care le attitudini scorrette, crescere e promuovere lo sviluppo di un paese.

L’accesso all’acqua pulita migliorerà sensibilmente le condizioni di vita della comunità interessata.Ogni singolo individuo disporrà, non distante da casa, di minimo 20/25 litri d’acqua al giorno (rispetto ai 5/10 attuali).

La fornitura d’acqua aiuterà la produzione di cibo, la coltivazione degli orti e quindi promuoverà una agricoltura sostenibile per gli anni a seguire. Ma ancora di più renderà possibile la messa in pratica dei consigli derivanti dai corsi di igiene ed educazione sessuale. Il focus sull’educazione scolastica e sanitaria miglioreranno fortemente le condizioni di salute e fermeranno la trasmissione di malattie infettive, ma soprattutto ridurrano il tasso di mortalità infantile.

I corsi di formazione alla comunità garantiranno il proseguimento e la sostenibilità dei progetti. Ad un livello più ampio l’educazione rimane il nostro ultimo investimento per formare delle generazioni di giovani istruiti e consapevoli.

Educare signifi ca erigere una barriera tra queste generazioni e la pandemia del virus HIV-AIDS.

IMPATTO SUL TERRITORIO

45

Page 46: Sharing Life - Annual Report 2009

Per informazioni si prega contattare:

Paolo Marandola Giada RaimondoSharing Life O.n.l.u.s Sharing Life OnlusChairman Project Manager T. 02/83241655 T. 02/83241655F. 02/83200679 V. 800 134 [email protected] [email protected]

I N S I E M E P E R C O N D I V I D E R E

onlus