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@rchiviando… I documenti raccontano l’assistenza ai bisognosi

Comuni Promotori

COMUNE DI CARPINETO DELLA NORA

COMUNE DI CIVITELLA CASANOVA

COMUNE DI VICOLI

COMUNE DI VILLA CELIERA

Ideazione, ricerca e allestimento

MARGHERITA CIAMMAICHELLA (archivista di “Archivi e Cultura”)

ANNALISA MASSIMI (archivista di “Archivi e Cultura”)

Coordinamento

ALBERTO LONGO (presidente associazione culturale Civita dell’Abbadia)

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Sommario

Presentazione

pag. 1

L’assistenza dalla beneficenza ai diritti sociali

,, 2

Le opere pie

,, 3

Consiglio generale degli ospizi e commissione amministrativa

,, 5

Congregazione di carità

,, 9

Ente comunale di assistenza

,, 11

Altre istituzioni pubbliche di beneficenza

,, 12

Enti di assistenza locali

,, 13

Documenti del Comune di Carpineto della Nora

,, 15

Documenti del Comune di Civitella Casanova

,, 18

Documenti del Comune di Vicoli

,, 21

Documenti del Comune di Villa Celiera

,, 25

Bibliografia - Sitografia

,, 27

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1

Presentazione

La mostra dedicata all’assistenza è frutto di un progetto proposto, nel 2006, dalla Comunità

Montana Vestina per il recupero e la valorizzazione degli archivi storici dei comuni appartenenti

al proprio comprensorio territoriale, da realizzare nell’ambito dei servizi associati.

Aderirono al progetto i comuni di Brittoli, Bussi sul Tirino, Carpineto della Nora, Castiglione a

Casauria, Civitaquana, Civitella Casanova, Farindola, Pescosansonesco, Pietranico e Villa

Celiera.

Nel 2007 le archiviste della società cooperativa Archivi e Cultura, iniziarono il lavoro di

censimento negli archivi comunali e il 19 gennaio 2008 presentarono, insieme all’Associazione

culturale Parallelo Vestino, gli inventari sommari elaborati, mostrando e illustrando alcuni dei

documenti rinvenuti. Successivamente, grazie al cofinanziamento della Provincia di Pescara -

Assessorato alla cultura - e all’impiego di fondi propri dei comuni aderenti, si è proceduto alla

seconda fase del progetto relativa alla schedatura, al riordino e alla inventariazione delle serie dei

registri, il cui risultato è stato presentato in un incontro tenuto il 14 novembre 2009 dal titolo

“@rchiviando…Fonti storiche per l’area vestina”, organizzato dalla Società Cooperativa

Archivi e Cultura e dall'Associazione culturale Civita dell'Abbadia.

I primi interventi di recupero del proprio archivio storico, inoltre, hanno consentito al Comune di

Civitella la realizzazione di due mostre documentarie in occasione delle manifestazioni estive del

2007 e del 2008, la prima dal titolo “Frammenti di storia civitellese tra il XVII e il XIX

secolo”, la seconda dal titolo “Polizia locale e Regolamenti comunali”.

In seguito alla riorganizzazione della Comunità Montana Vestina, i comuni di Carpineto della

Nora, Civitella Casanova, Vicoli e Villa Celiera hanno deciso, comunque, di continuare

nell’opera di valorizzazione della parte conosciuta dei propri archivi e, chiesto ed ottenuto

singolarmente contributi dalla Fondazione Pescarabruzzo, hanno deliberato di associarsi al fine

di mostrare alcuni documenti sulle istituzioni di beneficenza e assistenziali presenti nei vari

periodi storici nel territorio e illustrare l’evoluzione legislativa dell’assistenza sociale.

I documenti scelti appartengono agli enti comunali di assistenza pervenuti ai comuni dopo la loro

soppressione ma ci sono anche documenti tratti da antichi catasti, da catasti onciari e da catasti

napoleonici. Sono piccoli frammenti di storia locale da considerare uno stimolo per ampliare la

ricerca ed approfondire la conoscenza.

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2

L’assistenza dalla beneficenza ai diritti sociali

L’assistenza per molto tempo viene considerata solo come beneficenza attuata in maniera

volontaria e svolta prevalentemente dalla chiesa o da enti laici con motivazioni etico religiose. In

Italia la strada verso un intervento pubblico sull’assistenza si avvia nel periodo del governo

napoleonico, ma nonostante varie leggi successive abbiano regolato e ampliato tale intervento, a

lungo manca la concezione di assistenza come diritto sociale.

In Italia è solo nella Costituzione della Repubblica Italiana approvata dall’Assemblea costituente

il 22 dicembre 1947 e in vigore dal 1° gennaio 1948 che i diritti sociali vengono espressi

chiaramente tra i principi fondamentali negli articoli 2 e 3 e ribaditi negli artt. 32, 34, 38:

art. 2 - “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo

che nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri

inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

art. 3 - “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali

e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,

limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo delle

persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,

economica e sociale del paese”.

art. 32 - “La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse

della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un

determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun

caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Art. 34 - “La scuola è aperta a tutti, l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è

obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di

raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di

studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

Art. 38 - “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto

al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed

assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità o

vecchiaia, disoccupazione volontaria. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi

ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata è libera”.

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3

Le opere pie

La carità cristiana e l’assoluta mancanza dell’assistenza pubblica per i ceti più poveri e disagiati

è motivo della nascita di confraternite, associazioni laiche che fin dall’antichità si occuparono di

opere di carità e della cura e assistenza dei poveri. Inizialmente lo scopo delle confraternite era

quello di incrementare il culto e di dare assistenza spirituale e materiale ai confratelli e alle

consorelle in caso di necessità. Ogni confraternita aveva un proprio statuto, una propria

organizzazione e una propria amministrazione, possedeva un proprio gonfalone, un proprio

contrassegno e un proprio abito. Queste associazioni laiche o sodalizi si svilupparono

notevolmente in tutta Europa nel corso del Medioevo, assumendo sempre più una funzione

sociale assistendo e aiutando poveri, orfani, ammalati, infermi, incurabili, malati contagiosi,

condannati a morte, persone deviate e prostitute pentite e occupandosi della sepoltura dei morti.

Lasciti, donazioni, legati, formavano il loro patrimonio, grazie al quale le più ricche poterono

erigere chiese e oratori, fondare altri luoghi pii quali ospedali, orfanotrofi, conservatori per

ragazze a rischio, luoghi di sepoltura, scuole e biblioteche attaverso le quali contribuivano a

diffondere educazione religiosa e istruzione. Esse dotavano le loro sedi di sculture e dipinti e

favorivano la musica sacra contribuendo alla diffusione dell’arte.

Nel corso dei secoli le confraternite più prestigiose e ricche acquisirono una certa influenza sia

tra il clero che nelle istituzioni civili, dando origine ad una certa confittualità ma non si può non

tener conto che nei periodi in cui nessuna forma di assistenza veniva dai governi, la loro opera

mutualistica fu l’unica su cui i poveri potevano contare.

Le prime direttive generali sulle confraternite sono quelle del Concilio ecumenico di Trento

(1545-1564) che le sottoponeva alla giurisdizione dei vesovi diocesani.

Nei territori del Regno di Napoli erano presenti numerosi istituti di beneficenza, luoghi pii e

cappelle laicali, sia nelle città che nei vilaggi. In Abruzzo le confratrenite più diffuse furono

quelle del Monte dei morti, del Rosario, del Ss. Sacramento, del Suffragio, dello Spirito Santo,

oltre ad altre cappelle laicali intitolate a santi protettori e altri luoghi pii (ospedali, orfantrofi,

ricoveri per mendicanti, conservatori per ragazze, monti dei pegni, monti frumentari, monti dei

maritaggi, ecc.) intitolati a benefattori, tutti con un proprio statuto e una propria autonomia

amministrativa e contabile. La forte ingerenza del clero sulle istituzioni laicali che si occupavano

di beneficenza portò al concordato del 1741 tra la Santa Sede con Papa Benedetto XIV e il re di

Napoli Carlo III, nel quale si stabilirono i limiti della competenza ecclesiastica sugli istituti pii

laicali e si estese l’intervento dell’autorità civile sui luoghi pii ecclesiastici i cui beni dovevano

essere iscritti in catasto e assoggettati a pesi; si istituì un Tribunale misto con il compito di

vigilare sull’osservanza del Concordato, sull’amministrazione e sulla contabilità delle opere pie e

di decidere su eventuali controversie.

Seguirono nel 1796 nuove istruzioni sull’ amministrazione dei luoghi pii che rimasero in vigore

fino al 1806, quando con r.d. di Giuseppe Napoleone, re di Napoli e di Sicilia, si organizzò

l’amministrazione generale dei demani alla quale anche gli amministratori dei luoghi pii, delle

cappelle e delle fondazioni laicali dovevano rendere conto. Successivamente, con r.d. del 13

settembre1808 di Gioacchino Napoleone, re delle Due Sicilie, fu attribuita al Ministero

dell'Interno la competenza sulla vigilanza degli istituti di beneficenza amministrati da laici.

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4

Napoli, 13 settembre 1808

Decreto che attribuisce al Ministero dell'Interno la

competenza sulla vigilanza degli istituti di beneficenza

amministrati da laici.

A.S.CH, Collezione leggi e decreti

Napoli, 31 luglio 1806

Decreto con cui si organizza l’amministrazione generale dei demani che all’art. 3 dispone:

“Saran tenuti di render conto all’amministrazione generale de’ demanj tutti gli amministratori de’

luoghi pii, cappelle, e fondazioni laicali; essi continueranno nell’amministrazione di tali beni fino a

tutto il mese di dicembre prossimo, e se prima non son venduti a quest’epoca, saranno amministrati

come gli altri beni dello Stato”.

A.S.CH, Collezione leggi e decreti

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Consiglio generale degli ospizi e Commissione amministrativa di beneficenza (1809-1862)

Con r.d. del 16 ottobre 1809 di Gioacchino Napoleone, per la uniforme amministrazione degli

stabilimenti di beneficenza, viene istituito in ogni capoluogo di provincia del Regno un

Consiglio generale di amministrazione e, subordinate ad esso, le Commissioni amministrative

con il compito dell’amministrazione diretta dei beni e delle rendite degli stabilimenti di

beneficenza locali. I consigli generali di amministrazione o consigli degli ospizi, come in seguito

vennero denominati, erano presieduti dall’intendente e costituiti dal vescovo o da un suo

delegato ecclesiastico e da tre membri scelti tra i proprietari del capoluogo di provincia che si

distinguevano per carattere benefico. A loro spettava il compito di sorvegliare a tutti gi interessi

degli ospizi, degli ospedali e di altri stabilimenti che esistevano nei comuni e che erano destinati

al sollievo dei poveri, degli ammalati e dei proietti. Essi proponevano i luoghi in cui le

commisioni amministrative dovevano essere istituite.

Le Commissioni amministrative erano formate da tre cittadini, compreso il sindaco, domiciliati

nel medesimo luogo ove erano siti gli stabilimenti e si avvalevano dell’aiuto di un segretario, un

contabile e un cassiere, identificato di solito con il ricevitore comunale.

Il regio decreto 2 dicembre 1813 sottopose anche i luoghi pii laicali alla Commissione

amministrativa, considerata come una sezione dell’amministrazione municipale; prevedeva

anche la possibilità di riunire in un unico stabilimento i luoghi pii che avevano la stessa finalità.

Decreti successivi alla restaurazione riconfermano in linea di massima la legislazione

precedente. Le istruzioni del 20 maggio 1820 per l’amministrazione degli stabilimenti di

beneficenza e dei luoghi pii laicali del Regno delle due Sicilie, costituito da 158 articoli, stabiliva

che la sorveglianza, la tutela e la direzione degli enti suddetti esistenti nei comuni dovesse essere

affidata ai consigli degli ospizi stabiliti nel capoluogo delle rispettive province; chiariva che sotto

l’indicazione “Stabilimenti di beneficenza e luoghi pii laicali” si intendono gli ospedali, gli

orfanotrofi, i conservatori, i ritiri, i monti di elemosine, dei pegni, frumentari e dei maritaggi, le

arciconfraternite, le congregazioni, le cappelle laicali e tutte le istituzioni, i legati e le opere che

sotto qualunque denominazione e titolo sono addetti al sollievo degli infermi, degli indigenti e

dei proietti. L’art. 87 stabiliva la presenza di una commissione amministrativa comunale in ogni

comune, presieduta dal sindaco e composta da due amministratori delegati per tre anni. Compiti

delle commissioni amministrative comunali erano: il mantenimento dei proietti,

l’amministrazione dei luoghi pii, stabilimenti e cappelle che nel 1805 erano amministrati da

deputati e agenti comunali, delle istituzioni che nel 1805 erano governate da individui non

designati da testatori né garantiti nella loro amministrazione da statuti o da regio assenso e di

quelle istituzioni che mancavano di un legittimo corpo rappresentativo. Non erano di competenza

delle Commissioni amministrative: le arciconfraternite, le confraternite e le congregazioni le cui

regole erano munite di regio assenso, le istituzioni laicali e i luoghi pii laicali amministrati fino al

1805 da ecclesiastici, i conservatori e i ritiri che nel 1805 erano governati da particolari

amministratori laici.

Nella sezione dedicata ai soccorsi caritativi si disponeva che le somme del fondo elemosine

dovevano essere ripartite con rettitudine tenendo conto di coloro che mancavanono di mezzi e di

forza per chedere aiuti e che le elemosine non devevano essere distribuite a giorni fissi dell’anno

ma elargite nel momento del bisogno (art. 40). Si disponeva, inoltre, che gli amministratori locali

prima di assegnare le somme per le elemosine dovevano chiedere un attestato dei parroci che

garantisse sicurezza della povertà (art. 41).

Tra gli stabilimenti di beneficenza si citano anche i Monti di pietà, che si svilupparono

soprattutto nei centri urbani per evitare di cadere nella morsa dell’usura. Essi concedevano

piccoli prestiti su pegno ad un basso interesse. I monti di pietà si sono in seguito evoluti nelle

odierne Casse di Risparmio o nelle Banche del Monte.

Nei comuni rurali si svilupparono i Monti frumentari per il prestito delle sementi necessarie

per la semina ai contadini bisognosi , restituiti poi al momento del raccolto. In alcuni posti era

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6

usanza al momento del prestito, misurare le sementi “a raso”, rasando cioè con apposito

strumento la misura, al momento invece della restituzione la misurazione avveniva “a colmo”,

riempiendo cioè il recipiente oltre i bordi. Sembra che questa eccedenza rappresentasse un tasso

medio del 6%. I monti frumentari ancora esistenti furono successivamente convertiti in Casse

Rurali e Artigiane.

In vari comuni rurali esistevano anche I Monti Pecuniari che, con il ricavato della vendita dei

prodotti residui dei monti frumentari, concedevano ai contadini piccoli prestiti per far fronte alle

spese di raccolto ad un tasso di interesse che solitamente si aggirava intorno al 6%.

I monti dei maritaggi erano generalmente istituiti in seguito a disposizioni testamentarie di

benefattori per fornire doti di “maritaggio” a fanciulle povere ma oneste e rispettabili.

Le commissioni comunali furono soppresse dopo l’Unità d’Italia con la legge 3 agosto 1862 n.

753 che istituiva le Congregazioni di carità.

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Portici, 16 ottobre 1809

Decreto che prescrive l’uniforme amminitrazione degli stabilimenti di beneficenza in tutte le province del

Regno e istituisce il Consiglio generale di amministrazione in ogni capoluogo di provincia per la sorveglianza

degli interessi degli ospizi, ospedali e stabilimenti destinati al sollievo dei poveri, degli ammalati e dei proietti

(art. 1) e, localmente, la Commissione amministrativa per “L’amministrazione diretta dei beni e delle rendite

degli stabilimenti, l’esercizio dei loro diritti ed esazioni, la cura di assicurare le loro percezioni, di regolare le

loro spese in dettaglio” (art. 4).

A.S.CH, Collezione leggi e decreti

Napoli, 2 dicembre 1813

Decreto che prescrive un sistema per l’amministrazione dei beni dei luoghi pii laicali per

la dotazione delle parrocchie e per il mantenimento del culto. All’art. 5 stabilisce che “In

ogni Comune del Regno l’amministrazione de’ luoghi pii sarà considerata come una

sezione dell’amministrazione municipale, nel modo che si trova stabilito per gli ospizj

con nostro decreto del 30 aprile 1810”.

A.S.CH, Collezione leggi e decreti

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Napoli, 20 maggio 1820

Istruzioni per l’amministrazione degli stabilimenti di beneficenza e dei luoghi pii laicali del Regno delle

due Sicilie che sostanzialmente riconfermano le istituzioni e le competenze precedenti. L’art. 88 stabilisce

che alle commissioni comunali sono “affidati” tutti i luoghi pii, gli stabilimenti e le cappelle che nel 1805

erano amministrati da deputati o agenti comunali, gli stabilimenti che a quell’epoca erano amministrati da

individui non nominati da testatori né garantiti nella loro amminitrazione da regole e statuti forniti di regio

assenso e tutti quelli che mancavano di un legittimo corpo rappresentativo.

A.S.CH, Collezione leggi e decreti

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9

Congregazione di carità (1863-1937)

Con la legge del 3 agosto 1862 n. 753 del nuovo Regno d’Italia, dal titolo “Legge

sull’amministrazione delle opere pie”, in vigore dal 1° gennaio 1863, i vari sistemi di

beneficenza degli stati preunitari vengono sostituiti da un unico sitema nazionale. I consigli degli

ospizi e le commissioni comunali di beneficenza delle regioni meridionali vengono sostituiti

rispettivamente dalle deputazioni provinciali e dalle congregazioni di carità.

Si prevede una congregazione di carità in ogni comune dello Stato costituito da un presidente e

quattro membri nei comuni fino a 10.000 abitanti e di un presidente e 8 membri per i comuni con

numero di abitanti superiore a 10.000, in entrambi i casi eletti dal consiglio comunale. Per

decisione del prefetto poteva essere membro di una congregazione anche un benefattore che

faceva un dono o un lascito a favore della congregazione o una persona da questi designata. Le

congregazioni di carità amministravano tutti i beni destinati genericamente ai poveri in forza di

legge o quando nell’atto di fondazione non veniva determinata l’amministrazione, l’opera pia o

lo stabilimento a favore del quale dovevano essere destinati i beni, a meno che il consiglio

comunale non decidesse di nominare un amministrazione speciale.

La legge 17 luglio 1890, n. 6972 dal titolo “Legge sulle istituzioni pubbliche di beneficenza” è

considerata come la prima norma organica in materia di assistenza e beneficenza. Tra le altre

cose dispone la concentrazione nelle congregazioni di carità degli istituti elemosinieri.

Il r.d. 30 dicembre 1923 sostituì l’espressione “Istituzioni pubbliche di beneficenza” in

istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB).

Le Congregazioni di carità furono soppresse con legge 4 giugno 1937 n. 847 per essere sostituite

dagli Enti comunali di assistenza.

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Torino, 3 agosto 1862

Art. 34 della legge sull’amministrazione delle opere pie. I consigli

degli ospizi e le commissioni comunali di beneficenza delle regioni

meridionali vengono sostituiti dalle deputazioni provinciali e dalle

congregazioni di carità.

A.S.CH, Collezione leggi e decreti

Roma, 17 luglio 1890

Legge sulle istituzioni pubbliche di beneficenza

A.S.CH, Collezione leggi e decreti

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Ente comunale di assistenza (1937-1977)

La legge 4 giugno 1937 istituisce gli enti comunali di assistenza in sostituzione delle

congregazioni di carità. La legge conteneva disposizioni sulla costituzione, composizione, fonti

di finanziamento e funzioni degli ECA, previsti in ogni comune del Regno.

Le istituzioni elemosiniere che fino ad allora erano stati gestiti dalle Congregazioni di carità ma

avevano mantenuto statuti propri, personalità giuridica e patrimoni distinti, con la nuova legge

ricaddero sotto l’amministrazione dell’ECA con fusione dei patrimoni ed estinzione della

personalità. La legge prevedeva il distacco dall’ECA degli enti con scopi diversi dall’assistenza

generica, come ospedali, ricoveri di vecchi e inabili, orfanotrofi, al fine di garantirne la completa

autonomia amministrativa.

Al raggiungimento dei fini istituzionali l'ECA avrebbe provveduto con le rendite del suo

patrimonio e delle istituzioni pubbliche che amministrava, con i fondi stanziati annualmente dal

Ministero dell'Interno, con elargizioni della Provincia, del Comune e di altri enti pubblici e

privati e con gli addizionali sopra tributi erariali e locali.

Il compito dei nuovi enti era l’assistenza a persone e famiglie in condizioni di particolare

necessità con aiuti generici immediati e temporanei tramite soccorsi in denaro o in natura.

L’individuazione dei bisognosi avveniva attraverso la formazione di elenchi dei poveri ai quali si

veniva iscritti su richiesta.

Durante la seconda guerra mondiale venne delegata agli ECA anche l’assistenza ai profughi e ai

reduci e successivamente l’assistenza post bellica (1945-1963), il soccorso invernale agli

indigenti (1954-1963), l’assistenza agli invalidi civili e ai ciechi (1966-1975).

Inizialmente gli ECA erano amministrati da un comitato presieduto dal podestà; dal 1944 i

membri del comitato vennero eletti dalla giunta municipale e dal 1946 dal consiglio comunale: il

comitato a sua volta eleggeva il presidente. Per l'espletamento delle proprie funzioni, essi

potevano avere un proprio ufficio ma spesso si avvalevano della sede municipale e degli

impiegati del Comune.

Con il d.p.r. n. 616 del 24 luglio 1977 gli ECA furono soppressi e le loro funzioni di assistenza

pubblica furono attribuite al Comune.

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Altre istituzioni pubbliche di assistenza

Patronato scolastico

La legge n. 487 del 4 giugno 1911 prevedeva l'istiutuzione dei Patronati scolastici con

personalità giuridica in tutti i comuni, con compiti assistenziali nei confronti degli alunni delle

scuole elementari, al fine di assicurarne l'istruzione e di incentivare la frequenza scolastica. Era

loro compito l'istituzione della refezione scolastica, la concessione di sussidi per l'acquisto di

vestiario e calzature, la distribuzione di libri, quaderni ed altro materiale scolastico, la

fondazione di giardini ed asili d'infanzia, di biblioteche scolastiche, di scuole speciali per

l'emigrazione e per altre necessità locali. I patronati scolastici vennero soppressi con il r.d. 17

marzo 1930, n. 394 e le loro competenze passarono all'Opera Nazionale Balilla (ONB), creata

con legge del 3 aprile n. 2247 "per l'assistenza e l'educazione fisica e morale della gioventù" e,

infine, alla Gioventù Italiana del Littorio (GIL). Furono ricostituiti con il decreto legislativo del

Capo provvisorio dello Stato del 24 gennaio 1947, n. 457. Con la legge del 31 dicembre 1961 n.

1859 le competenze dei patronati scolastici furono estese alla scuola media. I Patronati scolastici

furono soppressi con decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977 n. 616.

Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia (ONMI)

La legge 10 dicembre 1925, n. 2277 prevedeva l'istituzione in ogni comune del Comitato di

patronato dell'Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia (ONMI) al quale

era attribuito il compito di provvedere alla protezione e all'assistenza della maternità e

dell'infanzia con ambulatori specializzati (ostetrici e pediatrici) i cui locali erano forniti e arredati

gratuitamente dal Comune. La legge 1° dicembre 1966, n. 1081 dettava nuove norme per

l'ordinamento dell'Opera nazionale per la protezione e assistenza della maternità e dell'infanzia a

livello nazionale, provinciale e locale e mutava la denominazione del "Comitato di patronato" in

"Comitato comunale". Con la legge 23 dicembre 1975, n. 698, le funzioni dell'ONMI vennero

trasferite alle regioni.

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ENTI DI ASSISTENZA LOCALI

Congregazione di carità, Ente comunale di assistenza di Carpineto della Nora

In base alle notizie ricavate dallo statuto approvato con regio decreto del 2 aprile 1905 e

dall'elenco delle "rendite dei fondi pubblici" allegato al bilancio del 1925, sappiamo che la

Congregazione di carità di Carpineto amministrava le Cappelle laicali sotto il titolo di Cappella

di san Francesco, Cappella del Purgatorio, Cappella del Sacramento, Cappella della Madonna

delle macchie, Cappella di san Rocco, Cappella dell'Annunziata, Cappella di santo Antonio,

Cappella del Rosario, Cappella di san Carlo, Cappella del Carmine. La Congregazione

amministrava anche il Monte frumentario, trasformato in Cassa di prestanze agrarie con regio

decreto del 3 ottobre 1893, e il “Legato de Camillis” disposto con testamento, datato 10 aprile

1889, dal fu arciprete Samuele de' Camillis a favore della Congregazione di carità. Il legato pio,

la cui accettazione fu autorizzata con regio decreto del 28 giugno 1892, aveva lo scopo di

somministrare ai poveri del paese le rendite derivanti da un capitale dovuto dai signori Rosini e

da un terreno sito in contrada Santa Lucia. Nel 1937, in seguito alla soppressione della

Congregazione, tutte le funzioni, i beni e i documenti furono ereditati dall’ECA.

Congregazione di carità, Ente comunale di assistenza di Civitella Casanova

La Congregazione di carità di Civitella Casanova amministrava le Cappelle laicali sotto il titolo

di Cappella delle grazie di Vestea, Cappella del Sacramento di Vestea, Cappella del Rosario di

Civitella, Cappella del Purgatorio di Civitella, Cappella del Suffragio di Celiera, Cappella della

Madonna di Loreto di Celiera oltre al Monte dei maritaggi e ai Monti frumentari di Vestea e di

Civitella. Nel 1937, la Congregazione venne soppressa e l’ECA ne ereditò le funzioni, i beni e la

documentazione.

Monte dei maritaggi Pulsoni

Il Monte dei maritaggi di Civitella Casanova, sotto il titolo di Monte Pulsoni, istituito con i beni

lasciati in eredità al Comune dal fu Lorenzo Pulsoni in forza di testamento olografo 10 agosto

1832, venne eretto in ente morale con regio decreto 21 luglio 1847 e in virtù della legge di

concentramento del 25 gennaio 1894 fu in seguito amministrato dalla Congregazione di carità.

La sua finalità era quella di conferire ogni anno tante dotazioni quante ne permetteva la propria

rendita a "giovinette nobili, povere ed oneste" nate e domiciliate nel comune di Civitella

Casanova e di impiegare la rendita residua per i poveri dello stesso comune. In seguito fu

amministrato dall'ECA. Gli atti presenti in archivio ne confermano l'esistenza ancora nel 1979.

Monte frumentario di Vestea

La proposta dell’istituzione di un Monte frumentario nella frazione Vestea è documentata da una

lettera, conservata nell’archivio comunale, datata 23 agosto 1860; l’approvazione all’istituzione

è confermata dalla copia di un’altra lettera datata 8 novembre 1860. La proposta di

trasformazione del Monte frumentario Vestino in Monte pecuniario Vestino, deliberata dalla

Congregazione di carità con decisione del 26 agosto 1896, venne approvata dalla giunta

provinciale amministrativa con delibera del 30 agosto 1899. Il nuovo statuto è del 24 ottobre

1899.

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Opere pie di Villa Celiera

Dati riportati nel catasto onciario del 1743, documentano la presenza nel territorio delle seguenti

opere pie: Cappella della Madonna di Loreto, Cappella del Rosario, Cappella di sant’Antonio da

Padova, Cappella di san Giovanni Battista protettore, Cappella del Purgatorio e del Suffragio,

Cappella del Santissimo, Cappella di san Sebastiano, Cappella dei santi Donato e Luca. Dalla

documentazione conservata presso l’archivio di Civitella Casanova risulta che la Cappella del

Suffragio e quella della Madonna di Loreto furono amministrate dalla Congregazione di carità

di Civitella, in quanto fino al 1913 “Celiera” era frazione di Civitella; con la legge n. 486 del 22

maggio 1913, essa viene distaccata dal comune di Civitella Casanova e costituita in comune

autonomo a partire dal 1° gennaio 1914 con denominazione “Villa Celiera”.

Cappelle ed Ente comunale di assistenza di Vicoli

Nel catasto antico del sec. XVII risulta la presenza nel territorio di varie capelle: Cappella di san

Rocco, Cappella di santa Croce, Cappella di san Silvestro, Cappella della Madonna della pietà,

Cappella della Madona delle Grazie, Cappella del Rosario, Cappella del Ss. Sacramento,

Cappella di sant’Atonio abate e sant’Antonio di Padova. Nei conti dell’ECA sono menzionate

rendite provenienti dalle precedenti cappelle del Rosario e Sacramento.

Page 18: Archiviando

15

Documenti del Comune di Carpineto della Nora

1925

Elenco delle rendite delle cappelle laicali di Carpineto

della Nora

ARCHIVIO COMUNE DI CARPINETO DELLA NORA, Fondo

ECA

sec. XIX

Foglio di mezzo del catasto provvisorio intestato alla Cappella

dell’Annunziata di Carpineto

ARCHIVIO COMUNE DI CARPINETO DELLA NORA

Page 19: Archiviando

16

sec. XIX

Fogli di mezzo del catasto provvisorio intestati alle cappelle di sant’ Antonio e di san Carlo

ARCHIVIO COMUNE DI CARPINETO DELLA NORA

Page 20: Archiviando

17

sec. XIX

Foglio di mezzo del catasto provvisorio intestato a

de Camillis Samuele

ARCHIVIO COMUNE DI CARPINETO DELLA NORA

3 ottobre 1893

Copia conforme del regio decreto per la trasformazione del Monte frumentario di Carpineto

della Nora in Cassa di prestanze agrarie

ARCHIVIO COMUNE DI CARPINETO DELLA NORA, Fondo ECA

Page 21: Archiviando

18

Documenti del Comune di Civitella Casanova

1840

Copia notarile non esecutiva dell'inventario di tutti i beni mobili dell'eredità di Lorenzo Pulsoni.

ARCHIVIO COMUNE DI CIVITELLA CASANOVA, Fondo ECA

Page 22: Archiviando

19

1855

Natale Antonio Pulsoni dichiara di ricevere

da Errico Granchelli, cassiere del Monte

Pecuniario cinque ducati in monete

d'argento, impegnandosi a restituire la stessa

somma entro il 10 dicembre dello stesso

anno con gli interessi del 6%.

ARCHIVIO COMUNE DI CIVITELLA

CASANOVA, Fondo Eca

1855

Coperta di “Registro delle Obbliganze a Favore del Monte

Pecuniario del Comune di Civitella Casanova per l'anno

1855”.

ARCHIVIO COMUNE DI CIVITELLA CASANOVA, Fondo Eca

Page 23: Archiviando

20

29 ottobre 1854

Domenico Perinetti dichiara di ricevere dai deputati del Monte Frumentario, Giuseppe

Granchelli e Antonio Colaiocco, un tomolo e sei stoppelli di grano “buono per uso di

semenza”, impegnandosi a restituire la stessa quantità nel mese di luglio dell'anno seguente,

con l'aumento di un decimo a tomolo.

ARCHIVIO COMUNE DI CIVITELLA CASANOVA, Fondo Eca

1854-1855

Coperta di “Registro delle obbliganze a favore De’ Monti

frumentari del Comune di Civitella Casanova per l’anno

colonico dal primo settembre 1854 a tutto agosto 1855”

ARCHIVIO COMUNE DI CIVITELLA CASANOVA, Fondo Eca

Page 24: Archiviando

21

Documenti del Comune di Vicoli

1686

Pagina di guardia del catasto antico

ARCHIVIO COMUNE DI VICOLI

Page 25: Archiviando

22

[II metà sec. XVII-I metà sec. XVIII]

Catasto antico. Elenco dei beni della chiesa

di sant’Andrea

ARCHIVIO COMUNE DI VICOLI

[II metà sec. XVII-I metà sec. XVIII]

Catasto antico. Elenco dei beni della Cappella

della Madonna delle Grazie

ARCHIVIO COMUNE DI VICOLI

Page 26: Archiviando

23

[II metà sec. XVII-I metà sec. XVIII]

Catasto antico. Elenco dei beni della Cappella del

Ss. Sacramento

ARCHIVIO COMUNE DI VICOLI

[II metà sec. XVII-I metà sec. XVIII]

Catasto antico. Elenco dei beni della

Cappella del Rosario

ARCHIVIO COMUNE DI VICOLI

Page 27: Archiviando

24

[II metà sec. XVII-I metà sec. XVIII]

Catasto antico. Elenco dei beni della Cappella

di sant’Antonio di Padova con sant’Antonio

Abbate

ARCHIVIO COMUNE DI VICOLI

[II metà sec. XVII-I metà sec. XVIII]

Catasto antico. Elenco dei beni delle

Cappelle Ss. Annunziata di Civitaquana,

Santa Croce di Brittoli, Madonna della pietà

ARCHIVIO COMUNE DI VICOLI

Page 28: Archiviando

25

Documenti del Comune di Villa Celiera

[II metà sec. XVIII]

Indice del Catasto onciario con l'elenco dei

Monasteri e luoghi Pii del Paese

ARCHIVIO COMUNE DI VILLA CELIERA

[II metà sec. XVIII]

Catasto onciario. Elenco dei beni della Cappella del Purgatorio

ARCHIVIO COMUNE DI VILLA CELIERA

Page 29: Archiviando

26

[II metà sec. XVIII]

Catasto onciario. Elenco dei beni della Cappella del Santissimo

ARCHIVIO COMUNE DI VILLA CELIERA

Villa Celiera, 1946

Libretto di assitenza a reduce dalla prigionia

ARCHIVIO COMUNE DI VILLA CELIERA, Fondo ECA

Villa Celiera, 20 maggio 1957

Richiesta di susidio al comitato ECA

ARCHIVIO COMUNE DI VILLA CELIERA, Fondo ECA

Page 30: Archiviando

27

Bibliografia

ARTURO LENTINI. UMBERTO FRAGOLA, Commenti alla legislazione sulle istituzioni pubbliche di

assistenza e beneficenza, Napoli, Eugenio Jovene, 1958, Biblioteca Soprintendenza Archivistica

Pesara

Istruzioni per l’amministrazione di beneficenza e luoghi pii laicali con tutte le diverse

disposizioni emanate a tutto il 30 luglo 1856, a cura di FILIPPO DE ROSSI, Napoli, Gaetano

Nobile,1856, Biblioteca Archivio di Stato Chieti

Sitografia

Le confraternite in Italia e nel mondo: http://www.confraternite.it/confraternite.asp

Origine delle confraternite: http://it.wikipedia.org/wiki/Misericordia_(confraternita)

Sistema informativo unificato per le Soprintendenze archivistiche:

http://siusa.archivi.beniculturali.it

MARIA GIOVANNA PIPINO, Istituzioni e assistenza pubblica in Italia tra fascismo e Repubblica.

Gli enti comunali di assistenza, http://www.instoria.it/home/assistenza_pubblica_italia_I.htm

PASQUALE DI CICCO, La pubblica beneficenza nel Mezzogiorno. Dalle opere pie all’Ente

comunale di assistenza,

http://www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/capitanata/1988_1993/1988_1993pdf/1988-

1993_01_73-84_DiCicco.pdf

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2011.