aura una favola antica

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Associazione Culturale DinamicaMente www.dinamicamente.net Materiali didattici a cura Materiali didattici a cura Materiali didattici a cura Materiali didattici a cura dell’Associazione Culturale Dinamicamente dell’Associazione Culturale Dinamicamente dell’Associazione Culturale Dinamicamente dell’Associazione Culturale Dinamicamente La favola Dell’aura La favola Dell’aura La favola Dell’aura La favola Dell’aura Questa è Una favola molto antica che, in chiave moderna, ti permette di comprendere la tua vera natura e il mondo delle energie che ti circonda

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Tantra mistico basta che riesco a scaricare qualcosa qui.

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Materiali didattici a curaMateriali didattici a curaMateriali didattici a curaMateriali didattici a cura

dell’Associazione Culturale Dinamicamente dell’Associazione Culturale Dinamicamente dell’Associazione Culturale Dinamicamente dell’Associazione Culturale Dinamicamente

La favola Dell’aura La favola Dell’aura La favola Dell’aura La favola Dell’aura

Questa è Una favola molto antica che, in chiave moderna, ti permette di comprendere la tua

vera natura e il mondo delle energie che ti circonda

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Dedichiamo questo libretto a tutti i bambini, ma soprattutto agli adulti che affiancano la loro strada, perché li possano aiutare a sviluppare quella sensibilità innata, che si tende a limitare costantemente. Imparando a dirigere i nostri pensieri verso la globalità dell’essere, ci avviciniamo all’armonia che la natura ci ha donato, semplificando la strada attraverso la luce.

Questa favola ha inizio in una serena giornata, in cui due bambini, Eli e Giò, molto amici tra di loro, semplicemente giocando a nascondino, diedero inizio ad una splendida avventura, di cui furono protagonisti. Giò , trasgredendo le regole fissate, per rendere più complicata la ricerca, decise di nascondersi in soffitta della grande casa di Eli, salendo di corsa sulla scala di legno alquanto rumorosa. Fu proprio per questi strani scricchiolii che Eli si accorse del nascondiglio di Giò. “Ti ho beccato! Lo sai che le regole che avevamo stabilito non ci permettevano di nasconderci in casa!” commentò Eli, e sbuffando si accovacciò su una pila di libri impolverati. “Attenzione!……” gridò Giò uscendo dal suo nascondiglio “stai buttando giù tutti i libri !” e subito dopo si sentì un gran frastuono. Tra un colpo di tosse e l’altro, per la nuvola di polvere alzata, i bambini tentarono di rimettere tutto in ordine, quando a Eli venne in mano una cosa alquanto curiosa. “Guarda Giò, qui ci sono dei fogli ingialliti tenuti insieme da un cordino…………… dev’essere il diario di mia nonna quand’era piccola !” “Che bello! Dai, leggiamolo dev’essere interessante!” disse entusiasta Giò. E i due incominciarono a leggere a turno, dopo essersi accomodati in salotto, quel diario che sembrava molto interessante. E lo era, ve lo garantisco! Per questo abbiamo deciso di illustrarlo, pagina per pagina , tale e quale. _______________________________________________________________ Caro diario, oggi voglio raccontarti ciò che penso, che vedo, che sento: mi hanno insegnato che il mio corpo va curato, lavato e rispettato; è lui che mi permette di giocare, correre, pensare. A scuola ne ho studiato le diverse parti: l’apparato digerente, quello riproduttivo ecc….., so che i muscoli mi permettono di muovermi,che lo scheletro è un impalcatura che mi sostiene, che il mio corpo è attraversato da moltissime vene ed alcune arterie attraverso cui scorre il sangue, ma nessuno mai mi ha parlato dell’aura, quel fascio di luce colorata composta da sette strati, che poche persone riescono a vedere, ma che tutti con un po’ di pratica possiamo riuscire a sentire. Esso va curato e rispettato come il nostro corpo, poiché è una fonte illimitata di energia, che ci permette di ricaricare il nostro corpo, la nostra mente. Così come un burattino senza fili, rimane pur sempre un burattino,, ma senza il movimento, il corpo fisico senza energia avvolgente dell’aura, sarebbe un corpo senza vita. Questa è la nostra aura. L’abbiamo tutti, piccoli e grandi, fin dalla nascita. E’ come un grande mantello morbido dai mille colori , che esprime le nostre emozioni, mediante una tenue o brillante tinteggiatura, a secondo del nostro stato d’animo. Ma il suo prezioso lavoro è quello di rigenerare continuamente l’energia sporcata da un bisticcio o da un brutto voto, trasformandola in nuova energia pulita, di cui noi possiamo servirci in ogni momento. Ogni colore dell’aura corrisponde ad un particolare sentimento, o ad un particolare stato mentale, o si riferisce ad uno scompenso fisico , oppure ancora indica un malessere irrisolto a secondo dello strato a cui appartiene. Questa meravigliosa sfera che ci avvolge, trasmette le nostre sensazioni, anche all’aura delle persone con cui

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comunichiamo. Abbiamo già avuto tutti modo di verificare quando i complimenti possono scaturire in noi sensazioni stupende, oppure soltanto belle, o nauseante. Eppure il complimento è sempre lo stesso, le parole sempre uguali, ma l’aura, che non sa mentire, usa diversi colori, per dimostrare i veri sentimenti, quelli che risiedono nel nostro pensiero, i quali non sono sempre uguali a ciò che esprimiamo con le parole.

Anche se non vediamo i colori dell’aura, ci è lo stesso permesso di sentire, ma non con le orecchie, che in questo caso non c’entrano nulla. La nostra stessa aura in questo caso, funziona come un radar, captando le informazioni reali a noi destinate.

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Invece, quando nella nostra aura si sono formate delle nuvolette, è segno che una malattia ci chiede di fermarci per un po’, ( un buon modo per riflettere su ciò che ci sta accadendo e perché) nella zona dove c’è il dolore le nuvolette grigie che ricoprono e confondono il colore reale dell’aura, saranno più dense e più scure. Questo è un campanellino d’allarme, per chi sa individuarle visivamente, che non deve essere trascurato, poiché è indice di un imminente scompenso a livello fisico. Quando la malattia è passata, le nuvolette si dissolvono, trasportate via dall’energia pulita che comincia di nuovo a circolare liberamente nella nostra aura.

Quando ci tagliamo, anche la nostra aura si taglia e, più il taglio sarà grande, più sarà difficile che il buco si richiuda da sé, proprio come succede al nostro corpo.

Quando siamo felici, la nostra aura lo dimostra con colori molto vivaci, la sua consistenza ha una densità superiore al normale. Quando siamo tristi, essa è decisamente ricurva

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verso il basso, con colori pallidi, pallidi. Ma non solo l’essere umano ha intorno a sé l’aura, questa è un bene di ogni essere vivente, sia esso animale, vegetale o minerale.

Certo, anche le piante, gli animali, i cristalli, la terra, la luna, le stelle il sole, possiedono il loro campo energetico vitale. Quindi, anche un animale, dimostra i propri sentimenti attraverso l’aura Le piante ammalate, avranno l’aura con colori più tenui e rivolta verso il basso.

Il sole, la luna e le stelle, irradiano energia attraverso la loro aura sempre brillante Ed ora voglio parlare di come io vedo i sette strati aurici degli esseri umani…….

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Il PRIMO ha all’incirca uno spessore di dieci centimetri, è IL Più vicino al corpo fisico e ci mostra la salute della persona, poiché in esso sono rappresentati tutti gli organi del corpo umano . In genere è di colore azzurro chiaro, che varia a secondo delle persone e del loro stato di salute. Può assomigliare ad una spuma color cielo.

Adiacente al primo strato aurico, segue il secondo, dove troviamo raffigurate, mediante i colori, tutte le emozioni che stiamo vivendo, o che abbiamo vissuto intensamente, oppure ancora che non siamo riusciti a “digerire”, per cui stagnano a quel livello aurico, creando un blocco. Esso in genere è più sottile del primo livello aurico, ma anche questo è relativo, poiché è in grado di cambiare continuamente dimensione ,essendo la sua energia continuamente in movimento. La sua densità è simile a quella dello yogurt, ed i suoi colori tenui assomigliano ad un vortice acquerellato.

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Il terzo strato aurico, è direttamente correlato alle proprie attività mentali, non solo intese come studio, ma anche come pensiero filosofico, o pensiero associato alla crescita interiore. Mediamente è di colore giallo, ed è lo strato aurico più semplice da vedere (chiaramente con un po’ di allenamento ), in quanto è luminosissimo. La sua consistenza è simile ad una nuvoletta, ed il suo colore è paragonabile al riflesso di una potente lampadina, su un parete bianca.

Il quarto è lo strato aurico più variopinto, in quanto, comunicando direttamente con lo stesso corpo astrale delle persone con cui veniamo in contatto, trasmette i propri sentimenti o pensieri attraverso i colori. Anch’esso, come il secondo strato, può avere rapidissime variazioni di colore, a secondo delle emozioni che vive la persona. Si può immaginare come del cotone coloratissimo, che ondeggiando continuamente sposta qua e là il suo arcobaleno.

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Il quinto strato aurico, evidenzia come il primo strato, tutti gli organi del corpo fisico e li rappresenta come il negativo di una fotografia. Anch’esso è correlato con il corpo fisico. La sua prerogativa è di “avvisare” la mente tramite impulsi energetici (i tipici: mi sento stanco o non ce la faccio più ), che qualcosa non funziona, richiedendo un cambiamento di direzione o meglio uno stacco. E’ composto da linee filamentose trasparenti, che si intravedono su uno sfondo azzurro-verde. Il complesso può assomigliare al negativo di una fotografia della tela di un ragno.

Il sesto strato aurico rappresenta la nostra spiritualità. Esso brilla di luce propria, creando così continuamente “ amore” per ogni cosa esistente sulla terra e oltre. Possiamo vedere , sia la sua composizione, sia il suo obbiettivo, assomigliare ai raggi solari, ampiamente colorati, ma con lo stesso amore nel donare energia indistintamente.

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Il settimo strato aurico , essendo l’ultimo, abbraccia l’aura con fili di luce dorata. L’insieme ha la forma di un uovo, la cui capacità è di interscambiare energia con l’universo, compito basilare per tener costantemente pulita la nostra aura, nonché il nostro fisico e donare limpidezza alla nostra mente. All’ esterno dell’uovo, vi sono molti raggi di luce colorata che permettono l’espansione della spiritualità. Questi sono i sette strati aurici dal mio punto di vista, ma il campo energetico , non comprende solo l’aura, esso è completato dai chakra, che io definisco i suoi polmoni. I chakra sono attraversati da un flusso continuo di energia e ruotano , alcuni in senso orario e altri in senso antiorario, proprio come un vortice, che permette un continuo scambio tra il corpo umano e l’aura. La loro forma è simile ad doppio cono collegato nella parte centrale (chakra anteriore e posteriore). I principali sono sette posti in diverse parti del corpo, a partire dal primo, situato tra l’organo genitale e l’ano, il secondo quattro dita sotto l’ombelico, il terzo quattro dita sopra l’ombelico, il quarto all’altezza del cuore, il quinto alla gola, il sesto tra gli occhi e il settimo al centro della testa. Gli unici due a non avere una parte anteriore ed una posteriore, sono il primo e il settimo, allineati e congiunti da un'unica linea eterica , che attraversa tutti gli altri chakra, in cui avviene un interscambio continuo tra l’energia tellurica assorbita dal primo chakra ancorato a terra e l’energia universale che il settimo chakra attira a sé. Nel corso della mia vita mi sono allenata, nel vedere la differenza dell’aura da persona a persona.

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Chi ha un’aura molto “spessa”, quasi gommosa, in genere, fa parte di una tipologia di persone che accetta l’esistenza delle energie, che le comprende. Invece, le persone che tendono a diventare subito tristi, come se ogni cosa che succeda loro pesi estremamente, hanno un’aura molto sottile. Perché tutto funzioni bene, i chakra devono essere “aperti”, un po’ come un fiore sbocciato e ruotare su se stessi; l’aura deve essere brillante e spumosa, le persone con questi requisiti, in genere affrontano ogni problema con buona fiducia in se stessi e con pensiero positivo. Poiché questo è possibile, (non è mai troppo tardi per cominciare), voglio illustrare gli esercizi che io faccio ogni giorno. Questo tipo di esercizi, li può fare anche chi non crede alle energie, favoriranno comunque il loro benessere fisico ed energetico. Ho notato che questo esercizio, ripetuto per otto volte, aiuta il primo chakra a mantenere il suo equilibrio energetico.

Questi movimenti invece lo rafforzano agevolando il suo radicamento alla terra, dove prende energia.

Questa forma, sviluppa e nutre il secondo chakra.

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Mentre quest’ultima lo aiuta ad espellere le tossine accumulate

Questo esercizio, esercita il suo potere sul terzo chakra, donandogli nuova energia

Mentre questo ne sviluppa la sua luminosità e facilita la rotazione

Questo semplice movimento rende armonico il quarto chakra

Mentre questo contribuisce all’espansione del chakra stesso

Questo metodo serve per “pulire” il quinto chakra e contribuisce al suo sviluppo In aggiunta a quello precedente, questo dona luminosità al suddetto chakra Questo gioco, invece rende armonico il sesto chakra

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Segue questa posizione che, eseguita con costanza, sviluppa l’apertura del terz’occhio

(Immagine sotto)

Quest’ultimo esercizio, agevola l’interscambio di energia che avviene tra il primo e il settimo chakra, attraverso il canale eterico con cui sono collegati.

Naturalmente tutti questi esercizi, vanno abbinati alla respirazione (con un primo movimento si inspira, con il secondo si espira).

Tutti sono sempre da ripetere per otto volte consecutive e da rifare tutti i giorni. “wow, che bello!” fu l’esclamazione di Eli, dopo aver terminato la lettura. “Non sapevo che mia nonna conoscesse così bene l’aura e i chakra” aggiunse “E non solo…..” continuò Giò “tua nonna vedeva queste energie!” “Sì….” Affermò Eli “ma lei ha scritto che tutti possiamo allenarci per sviluppare queste percezioni.

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Ci proviamo?” “Dai proviamoci! Andiamo a fare una passeggiata nel bosco, cominceremo ad allenarci, tentando di vedere l’aura delle foglie sugli alberi e camminando proveremo la respirazione!” esclamò Giò Così , insieme si avviarono nel sentiero del bosco, alla ricerca di un albero dalla folta chioma, che potesse, sia coprirli dal sole molto caldo, sia dargli la possibilità di sperimentare ciò che avevano appena appreso. Dopo una lunga camminata associata alla respirazione come forma di esercizio, Giò ed Eli trovarono un grande albero, che sembrava accomunare le loro aspettative, quindi, dopo uno sguardo di approvazione, decisero di sedersi. Con grande stupore, notarono che, i raggi del sole che filtravano tra le foglie, sembravano disegnare la loro aura, apparendo a loro come iridescenti fili di luce. “Non è poi difficile vedere l’aura” commentarono i ragazzi, ignari che quella visione fosse solo una parte fisica, che all’inizio dell’allenamento per arrivare a vedere l’aura e comunque non riuscivano a staccare lo sguardo dalle foglie, entusiasti di ciò che stavano guardando. Quando Eli distolse lo sguardo dal gigantesco albero, notò con grande stupore, che in fondo a quel sentiero, vi era una vecchia casa che non aveva mai visto. “Strano….” Disse “abbiamo percorso già molte volte questa strada, ma non avevo mai notato quella casa” Alle parole di Eli seguirono a ruota quelle di Giò “hai ragione Eli, sono sicuro anch’io di non averla mai vista, eppure sembra sia lì da un secolo. Ma, oggi è proprio una giornata strana ; prima il diario di tua nonna , ora questa casa che sembra essere piovuta dal cielo!” “Non so se possa centrare qualcosa……” rispose Eli “….ma mia nonna mi diceva sempre, che quando ti interessa qualche cosa e il desiderio parte dal profondo del tuo cuore, questa si realizza. Vieni, andiamo a vedere, forse là dentro c’è la risposta ai nostri dubbi riguardo a ciò che abbiamo scoperto!” E senza pensarci un attimo, i due ragazzi si incamminarono in direzione della casa. Quando giunsero di fronte all’uscio, ebbero un po’ di timore , ma fu soltanto il sentimento di un attimo, poi decisero di entrare. “E’ permesso?” chiese Eli con voce alquanto timorosa, ma visto che non sentì nessuna risposta, fu la volta di Giò : “possiamo entrare?” Ma anche questa volta nessuno rispose, quindi i due , dopo essersi guardati un momento negli occhi, decisero di entrare lo stesso all’interno della casa. Ma, appena entrati, li accolse la calorosa voce di un uomo che diceva: “che bisogno avete di risposte se la mia porta è aperta, non è già questo un segno che indica l’entrata?” Eli fece un salto indietro per lo spavento , mentre Giò prese il coraggio a due mani e andò a sedersi vicino all’anziana persona che aveva parlato. “Come ti chiami?” chiese Giò Il vecchio sorrise, accarezzando Giò sulla testa, intanto Eli, che era rimasta in piedi, vicino alla porta, fece due passi avanti e aggiunse: “Non hai nome ?” Il vecchio rispose: “Durante il corso della mia vita, mi hanno dato moltissimi soprannomi, tanto che quasi non ricordo più il nome che mi è stato dato alla nascita. Oggi voglio dare a voi la possibilità di chiamarmi come più vi ispira.”

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“Luna….. ti chiameremo Luna, perché anche se la tua età è avanzata, il tuo viso splende di felicità, tanto che sembra emanare un intensa luce, sei d ‘accordo Eli?” disse Giò. Eli annui con la testa, senza dire una parola, sfoderando un grande sorriso. “Grazie…..” continuò Luna “…..ma ora parliamo di voi . Come siete arrivati da queste parti ? Cosa vi ha portato da me?” “Noi eravamo in giro per il bosco nell’esercitarci a vedere l’aura degli alberi, quando abbiamo visto la tua casa in fondo al sentiero e ci ha incuriositi, quindi abbiamo deciso di venire fin qui.” Rispose Eli che ormai si era tranquillizzata e quindi sedeva dinanzi a Luna, poi continuò Giò : “ma tu sai che cos’è l’aura ?”

L’anziano uomo sorrise tra sé e sé, poi tornando serio disse: “bene ragazzi, mettetevi

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comodi, qui la cosa si fa lunga……..” Poi aggiunse: “sono contento che vi interessiate a questo discorso, poiché potrete apprendere con semplicità ciò che ci unisce all’universo, conoscendo l’interezza della persona. Ora voglio spiegarvi alcune cose: io vedo l’aura fin da quand’ero bambino, che mi ha dato modo di scoprire parecchie cose di me e delle altre persone….” “Anch’io vedo l’aura da quando sono nato!” lo interruppe Giò, poi Luna riprese: “Ho imparato , in tutto questo tempo a riconoscere le piccole bugie che servono a sentirsi importanti, si vedono nell’aura delle nuvolette di colore arancio scuro nei pressi del capo…..” Giò diventò rosso in viso, si accorse che a Luna non si poteva mentire. Chiese prontamente scusa, il vecchio annuì con un sorriso e continuò: “Forse qualcuno che crede alle tue bugie lo troverai, ma tu no, non potrai mai crederci, e allora le accumulerai in quel “serbatoio” di cose inutili, che in genere si tiene per tutta la vita, sperando un giorno di ripulirlo……….. ma più diventa grosso e pesante, più si avrà la sensazione di essere “ingombranti”. Meglio disfarsene subito.” E dopo un attimo di stacco in cui osservò l’attenzione dei ragazzi, continuò: “Comprendete di che recipiente parlo?” “No, però è molto bello sentirti parlare di cose che mai nessuno ci ha spiegato, quindi non ti abbiamo interrotto. Ce lo spieghi?” commentò Eli con occhi che sembravano sorridere. “Bene……” riprese Luna “dovete sapere che ognuno di noi, ha al centro del proprio corpo (chiaramente a livello aurico) una sfera che potrebbe assomigliare ad un lampioncino. Questo si “accende” al momento della nascita e si chiama “essere nucleo”. L’essere nucleo, è molto importante, poiché è il nostro IO……. Siamo noi in origine, rispecchia il nostro vero carattere, la nostra vera figura, sarà con noi per sempre. Accanto ad esso, c’è un piccolo serbatoio che ha la funzione di “bidone della spazzatura”, esso serve a buttare quegli episodi, quelle cose, che nel corso della propria vita sarebbero dannose da accumulare , insomma si tratta di un piccolo bidone di raccolta differenziata, in cui vengono depositati i brutti episodi. Naturalmente, è necessario svuotare il bidone periodicamente, proprio come una vera spazzatura. Tante, troppe volte ci si dimentica di farlo, e questo cresce, cresce fino a coprire l’essere nucleo, che dovrebbe sempre essere pulito e scoperto, altrimenti potremmo dimenticarci chi siamo realmente., qual è la nostra strada.” “Ma come faccio a svuotarla? E se io non mi accorgessi di quanto è colma , quindi non la svuoto?” chiese Giò. “Non puoi dimenticarti Giò….” continuò il vecchio “perché, quando il bidone comincia ad essere colmo, scatta il campanellino d’allarme che ci fa sentire pesanti, così pesanti, che a volte si sentono scivolare le lacrime dagli occhi, senza conoscerne apparentemente il motivo, oppure si diventa irritabili senza una precisa ragione, allora si deve svuotare il serbatoio. “Ma come possiamo fare?” ribadì Eli: riprese Luna: “Questo in genere avviene automaticamente, tramite il pianto, oppure sfocia in una crisi nervosa, oppure ancora purtroppo si tramuta in una malattia. Una delle maniere più semplici per prevenire tutto questo è il respiro come esercizio….” “Il respiro?” Lo interruppero in coro i ragazzi stupiti “Già…..” riprese il vecchio “le cose più semplici si sottovalutano sempre……… …..basta respirare concentrando la nostra attenzione dapprima sull’inspirazione, che apporta al nostro organismo energia pura, poi sull’espirazione, lasciando fluire all’esterno quell’energia sporca che contiene il serbatoio. Avete voglia di provare?” “Con molto piacere” risposero i ragazzi, e subito si concentrarono, chiudendo gli occhi. Luna li osservava con occhi amorevoli, provando immenso piacere nel vedere che la loro aura, aveva colori vivi, più brillanti del solito, mentre loro eseguivano la respirazione consapevole. Dopo alcuni minuti, Giò ed Eli si destarono. E’ vero, funziona! Mi sembra di sentirmi più leggera” commentò Eli Sì funziona, mi sembra di aver realmente svuotato il serbatoio, ho le idee più chiare mi sembra di aver riposato per più ore!” seguì Giò. Luna riprese a parlare, soddisfatto del risultato: “già funziona, io la eseguo ogni volta che mi accorgo di aver nutrito sentimenti sbagliati nei confronti di qualcuno, per fare

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in modo che non finiscano nel pensiero collettivo” Che cos’è il pensiero collettivo?” domandò Eli, sgranando i suoi occhioni per la curiosità. Il vecchio riprese la parola: “Il pensiero collettivo è quella grande vasca, dove finiscono tutti i pensieri delle persone, i quali possono essere belli o brutti, tristi o felici, in ogni modo, ognuno di noi, dona in ogni attimo, continui pensieri a questa vasca infinita che spazia nell’universo.” “Ma….” Pensò ad alta voce Giò “è possibile, e se è possibile, come facciamo, noi che siamo così piccoli a pescare da questa immensa vasca?” “Hai posto un buon quesito…” affermò Luna “Certo, è possibile, noi “peschiamo” da questa vasca, attraverso il settimo chakra, ed essendo ad un livello eterico, non esiste il problema della dimensione, né dello spazio. Il settimo chakra , permette il passaggio delle forme pensiero, che dalla vasca arrivano a noi o viceversa. E’ simbolico anche il luogo fisico in cui il settimo chakra è situato: il centro della testa; proprio nei pressi della fontanella, quell’apertura del cranio che è distinguibile dalla nascita fino all’anno di età all’incirca. Ma voglio farvi notare una cosa molto curiosa: alla nascita, come tutti sappiamo la fontanella è “aperta” . Sappiamo che corrisponde al settimo chakra il quale si collega direttamente all’universo, (luogo dal quale proveniamo), con il tempo si chiude e allo stesso tempo, dalla nascita, si sviluppa il primo chakra, che ci permette di “ancorarci” al terreno (il termine di sviluppo del primo chakra come ancoraggio alla terra, corrisponde al tempo di chiusura della fontanella ), luogo in cui abbiamo scelto di permanere, finché faremo parte di un corpo fisico.” “Ma allora si chiude anche il settimo chakra?” domandò Eli “No….” Continuò il vecchio “il settimo chakra rimane aperto, atto a mantenere il contatto con l’universo, da cui attingiamo energia. Ma ora torniamo alla grande vasca. Come dicevo, noi attraverso il settimo chakra, peschiamo i pensieri che ci sembrano migliori, a secondo della nostra coscienza, insomma , quelli che ci assomigliano di più e li facciamo nostri….” “Che bello, allora lo possiamo fare anche con i compiti!” lo interruppe Giò contentissimo “No” riprese Luna “non proprio, questi sono pensieri che assomigliano di più ai sentimenti, al nostro modo di vedere le cose.” “Peccato…..” commentò Giò sottovoce e continuò: “Ma almeno si può mandare un buon pensiero ad un amico quando si è distanti?” Il vecchio sorrise e disse: “Certamente Giò voi potete buoni pensieri a tutte le persone quando siete distanti, e se aprite bene le orecchie, non quelle fisiche s’intende, riuscirete anche a percepire il consenso e caso mai la risposta della persona che ha ricevuto il messaggio. Questo metodo è il vostro telefono invisibile.” “Ma….. cosa intendi dire?” domandò Eli “noi possiamo veramente sentire il nostro amico che ci saluta o la mamma che ci chiede di continuare i compiti senza distrarci?” “No, no, non è proprio così…..” commentò Luna “queste sono parole che possiamo sentire, quando le persone ci sono davanti. Quello a cui vi ho accennato, si chiama SENSO UDITIVO SOTTILE, che non implica il fatto che l’orecchio funzioni, anzi, oserei dire che le persone a cui manca l’udito, è più stimolato questo senso. Attraverso il senso uditivo sottile, si possono percepire quelle nuvolette che passano nel pensiero collettivo, ognuna con il suo chiaro significato, che poi noi esseri umani, mediante la mente, trasformiamo in parole. Ad esempio. : se un tuo amico non può parlarti, in una qualsiasi situazione che non glielo permette, il suo modo di dirti che ti vuole bene, sarà di comunicarti il messaggio mediante il pensiero collettivo, inviandoti il messaggio trasformato in una nuvoletta rosa, che verrà percepita da te come una sensazione di benessere, e sono sicuro che saprai subito identificare il mittente. Immediatamente, la tua mente,

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trasformerà quella sensazione in una parola: amore.” “E’ vero….” Disse Eli “mi è già successo con Giò, ma non riuscivo a capire, come potesse farmi voltare ogni volta che avesse qualcosa da dirmi, senza chiamarmi…. Bè senza chiamarmi con le parole!” “Già” riprese il vecchio “lui comunicava con te passando attraverso la vasca del pensiero collettivo. Giò prese la parola corrucciando la fronte: “Ho capito…..ma ora mi viene in mente un’altra cosa…. Oggi abbiamo trovato un vecchio diario della nonna di Eli, in cui parlava anche dei chakra, mi piacerebbe che anche tu ce li descrivessi, in modo da comprendere meglio l’argomento.” “Esaudisco volentieri questo tuo desiderio!” disse il vecchio, tentando di nascondere il riso dietro la sua folta barba, quindi cominciò: “Avete presente il cono di biscotto, che contiene il gelato?” “Certamente!” risposero in coro i ragazzi “Bene, i chakra hanno quella forma……” “Anche mia nonna li ha descritti così nel suo diario.” Lo interruppe Eli e poi continuò: “abbiamo letto che esistono i chakra anteriori e quelli posteriori, tutti, tranne il primo e il settimo, guarda te li disegno:

Ma in realtà a che cosa servono i chakra?” “Mi aspettavo questa domanda.” Affermò il vecchio, poi riprese: “Andiamo per ordine: vi parlerò del primo chakra. Egli è il primo a svilupparsi dopo la nascita, il suo scopo è l’ancoraggio alla terra. E’ un po’ come un albero, la cui fonte di nutrimento è la sua radice che lo tiene ancorato a terra. A noi esseri umani, è stata data la possibilità di nutrirsi dell’energia della terra, senza costringerci all’immobilità

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dell’albero, poiché questo meccanismo avviene etericamente….” “Ma…..” lo interruppe Eli “quando ad un albero si ammalano le radici muore. Può succedere lo stesso a noi, se il primo chakra si ammala?” “In una forma diversa Eli.” Riprese Luna “quando il primo chakra si ammala, cioè, non ruotando più adeguatamente, non assorbe la giusta quantità di energia tellurica da apportare al corpo fisico, l’uomo si sentirà stanco, tenderà a non curare più il suo corpo, non si preoccuperà più della pulizia della casa e in generale delle cose che lo legano alla terra in forma materiale. Anche questo è un po’ morire.” “Ma esiste un rimedio?” chiese preoccupato Giò “A tutto vi è rimedio…. Basta volerlo veramente!” seguì Luna “per mantenere in forma il primo chakra, il miglior esercizio è quello di fare una passeggiata a piedi nudi su un prato.” “Sul serio?” domandò Giò, poi i ragazzi commentarono insieme: “Ti ricordi, noi lo facevamo sempre da piccoli!” “sì , ricordo, ma quando i nostri genitori ci scoprivano, ci infilavano subito le scarpine.” Luna, finì di sorseggiare un bicchiere di acqua, poi riprese a parlare “Bè, loro si preoccupavano giustamente del pericolo che potevate incontrare a livello fisico!” “Ma allora ora che siamo cresciuti e facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi, possiamo correre nei prati a piedi nudi per mantenere in forma il primo chakra e non solo….. è anche molto divertente!!!! Mi chiedo perché non lo facciano tutti, essendo un metodo semplice e allo stesso tempo divertente….” Rimarcò Eli “Vedi Eli…” commentò il vecchio “certe cose vengono dal cuore e si possono sentire soltanto tramite le emozioni, cosa che quando si diventa adulti, si tende ad appiattire, perché in genere si è talmente assorti dalle cose materiali, quali la casa, i soldi, il lavoro. Cose a cui giustamente bisogna attribuire la loro importanza, senza però dimenticare che le nostre esigenze, comprendono anche, anzi, direi soprattutto le emozioni, le sensazioni, che non si nutrono di bei vestiti . Nutrire il nostro essere di emozioni, di energie, significa mantenere sana la nostra mente, che si sentirà gratificata, e il proprio corpo che rimarrà a lungo in salute.2 “IO voglio farlo!” affermò Giò seriamente “Anch’io, e lo insegnerò anche ai miei genitori!” continuò Eli Luna aggiunse: “benissimo, continuando a tenere la vostra mente aperta, potrete donare molto.”

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7°: SAHASRARA; mille petali; sommità del capo; violetto; epifisi e pineale; sintonizzarsi con l’universo

6°: AJNA ; centro del comando; centro della fronte; indaco; ipofisi e ipotalamo; riconoscere gli schemi

5°: VISHUDDA ; purificazione; gola; azzurro; tiroide e paratiroidi; autoespressione

4°: ANAHATA ; non colpito; centro del petto; verde; timo; conciliare gli opposti

3°: MANIPURA ; gemma luminosa; plesso solare, giallo; stomaco; pancreas; trasformazione, utilizzo della propria energia

2°: SVADHISTANA ; dolcezza, residenza del sé; ventre; arancione; gonadi; relazione, procreazione

1°: MULADHARA ; radice, sostegno; perineo; rosso; surrenali; sopravvivenza

Vi fu un attimo di silenzio, in cui sembrava che tutti apprezzassero con gioia quel momento, poi Luna riprese a parlare: “alle vostre camminate sull’erba, aggiungete la respirazione consapevole, come abbiamo provato prima, sarà come un buon bagno caldo!” I ragazzi sfociarono in una grande risata, che illuminava la stanza dove si trovavano. Poco dopo Eli si alzò, approfittando della breve pausa di Luna e sbirciando attorno a sé, rimase stupita nel vedere così pochi mobili, però devo dire, ben curati . Naturalmente prese il sopravvento la sua curiosità e chiese: “Perché tu hai nella tua casa solo questi vecchi mobili? Non provi il desiderio di cambiare il tuo arredamento? O forse il tuo primo chakra non funziona bene?" “Vedi Eli, se il mio primo chakra non funzionasse a dovere , i miei mobili sarebbero sudici….” Rispose il vecchio, poi continuò: “non cambio il mio arredamento, in quanto non è indispensabile. Quello di cui ho veramente bisogno, già lo possiedo, il resto andrebbe solo ad arricchire il mio ego, che non mostrerebbe più ciò che sono. Questo si aggancia a ciò che dicevo prima : pensare troppo alle cose materiali, significa cancellare o comunque coprire ciò che veramente sei tu.” “Già, è vero…… scusa per la domanda.” asserì Eli “Ma ora andiamo avanti…” continuò Luna “Il primo chakra si chiama MULADHARA ed è di colore rosso.

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Questo nome di origine indù , il cui significato è radice, gli fu attribuito migliaia di anni fa. Naturalmente il significato del suo nome è ricollegabile alla sua mansione. Vi è mai capitato di aprire l’armadio alla ricerca di un vestito dal colore rosso?” “Sì” risposero in coro i bambini “Bene, esiste una spiegazione……” riprese Luna “il vostro primo chakra è stanco e ha bisogno di quel colore per ricaricarsi…” “Ma come può un colore ricaricare un chakra?” domandò Giò Luna accomodò meglio la sua schiena sulla poltrona dove sedeva, poi rispose: “il colore è energia e in quanto tale, dispone di un immenso potere. Il rosso è un colore che stimola, che rende attivi per le sue proprietà. Esiste addirittura, un metodo di guarigione alternativa, che si chiama cromoterapia, in cui l’unico mezzo per “curare” è il colore. Giustamente, le cose più semplici sono le più efficaci, e poiché l’universo è semplice, ci offre efficaci mezzi curativi.” Il vecchio concluse la sua frase con uno sguardo al di là della finestra, regalando un’occhiata al sole che si ergeva alto nel cielo, poi commentò: “Guardate il sole…. Nessuno di noi ha mai pensato di aiutarlo, quando è coperto dalle nuvole, egli aspetta, usufruendo dei mezzi naturali dell’universo, in questo caso il vento. Egli svolge il suo lavoro, lasciandosi trasportare dalla legge universale, che detta l’intercorrere tra la luce e il buio, tra il sereno e il tempestoso, tra il calore e il gelo, in modo equivalente. Pur essendo fonte illimitata di energia, il sole si avvale di mezzi semplici.” Dopo questa affermazione, era inevitabile una pausa di riflessione, in cui i ragazzi assimilarono pienamente il significato di quelle parole, poi Giò riprendendo fiato chiese: “Ci parli del secondo chakra?” “Bene,” riprese Luna “il secondo chakra si chiama SVADHISTANA, che significa dolcezza ed è di colore arancione. E’ il chakra che ci permette di intraprendere rapporti di amicizia con persone dell’altro sesso e, quando sarete grandi, farà da completamento nell’amore.” “Che cosa vuol dire?” chiese Eli incuriosita

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“Quando due persone si amano, si uniscono in un gesto d’amore, in quel momento diventano una cosa sola…… l’unione delle loro menti rappresenta l’armonia dell’universo, la massima ispirazione dell’essere umano. Noi chiamiamo quest’insieme di cose Amore, e l’amore ha bisogno di vitalità che assorbe dal secondo chakra. Devo dire che il compito di Svadhistana, è molto grande e pochi lo sanno usare pienamente….” “In che senso?” domandò Giò “Bè…..” riprese il vecchio “tutti parlano dell’amore, ma pochi hanno realmente appreso il significato di questa preziosa parola. Amore vuol dire comprensione, attenzione, aiuto, vuol dire essere nell’altra persona al momento del bisogno…….” “Allora l’amore è come l’universo!” esclamo Eli e poi osservò Giò, cercando uno sguardo di approvazione.

“Sì Eli….hai detto bene” commentò Luna “l’amore è il regalo che ogni giorno l’universo ci offre e si vede compiuto nei prati, nel sole, nella luna, nel cielo…… il nostro compito, invece è di applicarlo indistintamente con le persone con cui ci rapportiamo. Provate a pensare se l’universo si comportasse come gli esseri umani: una mattina si arrabbia (e ne avrebbe di motivi!) e decide di toglierci i prati o qualsiasi altro dispetto, anche solo per poche ore…” “Che brutto!” mormorò Giò “Ma non lo farà………” esclamò Eli “Già, non lo farà…….” Continuò il vecchio “perché l’universo sa amarci e rispettarci e ci dona la possibilità di sbagliare…….. dovremmo prendere esempio da lui….” Luna, esitò un attimo, poiché intendeva sottolineare l’importanza del concetto, poi riprese: “l’universo usa bene il suo potere, esso mette a disposizione la sua energia a chiunque ne voglia disporre . intendo allacciare questo discorso al terzo chakra. Il suo nome è MANIPURA, che significa gemma rilucente, il suo colore è il giallo, la sua mansione presuppone il “potere personale. Come potete notare, mentre l’universo si occupa del potere vitale della terra e oltre,

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gli esseri viventi, dovrebbero occuparsi di svolgere al meglio, il loro compito sulla terra, usufruendo di queste energie e facendo buon uso del potere personale.” “Ma con il potere personale, si possono sottomettere le persone più deboli, non mi sembra una cosa corretta!” esclamò Giò preoccupato “Questa è la forma sbagliata di usare il terzo chakra, nonché il potere personale…” continuò il vecchio “e in genere avviene quando il terzo chakra funziona irregolarmente. L’uomo, essendo materia, tende ad associare il potere alle cose materiali, ai soldi, ecco quando si può usare in modo scorretto il potere personale. Quando invece Manipura funziona regolarmente, il potere personale è intenso e praticato nel giusto modo. Questo significa che l’essere umano, svolge il proprio compito sulla terra, qualsiasi esso sia, con la sicurezza delle azioni, con l’amore e la determinazione nel portarle a termine. Ma questo non è l’unico compito di Manipura……..esso viene anche chiamato “il chakra delle emozioni”, poiché si nutre di queste….” “Allora, quando io esprimo il mio amore a qualcuno, il mio terzo chakra si nutre?” domandò Eli con aria piuttosto stupita “E’ esattamente così.” Rispose Luna “se il tuo sentimento è sincero, la nuvola intensa di energia colorata, passa attraverso Manipura, nutrendolo e pulendolo, la stessa cosa avviene anche alla persona che lo riceve. Naturalmente, se il terzo chakra è ben consolidato, è in grado di ricevere sentimenti spiacevoli, senza danni, ma indicando la riflessione.” “Quindi questo chakra comincia a nutrirsi fin dalla nostra nascita, quando l’amore della mamma è intenso…….” Pensò Eli ad alta voce “Sì Eli, questo è il cibo eterico del neonato!” dichiarò prontamente il vecchio “mentre il fisico si nutre di latte, e l’aura sviluppa le sue prestazioni, anche i chakra cominciano a nutrirsi, per potersi sviluppare al meglio. Un neonato, si rapporta con il mondo circostante usando le emozioni, è il suo unico modo di comunicare , è in questo modo che cresce!” “Ma perché queste cose non le insegnano a scuola?” chiese Giò sconcertato “Poiché tutti siamo stati educati nel vedere con gli occhi fisici, nel constatare gli avvenimenti che si possono toccare con mano, visi insegna a scuola il metodo base, quello con cui l’essere umano comunemente si rapporta. E’ compito di chi poi vorrà proseguire la strada, scegliere di ampliare l’argomento, includendo anche quella parte che spesso si percepisce , senza capire di cosa si tratta. Questo non è ancora un argomento alla portata di tutti , poiché il genere umano, manca di consapevolezza.” Rispose il vecchio, con aria dispiaciuta. “Cos’è la consapevolezza?” chiese Eli “Oh….è una grande cosa” rispose Luna “è il capire profondamente le cose….” “Spiegati meglio!” dissero quasi in coro i ragazzi “Bene, vi farò un esempio…” seguì il vecchio “io so che il male ai denti è una brutta cosa, perché ne ho sentito parlare. Io non ho la consapevolezza del male ai denti, perché non l’ho vissuto. Posso tentare di immaginarlo , ma non sono mai entrato a fare parte di lui e lui di me. Non sono consapevole di una cosa, finché non ne faccio parte profondamente. Chiaramente questo non vale per ogni cosa……se noi vogliamo conoscere consapevolmente il “male” del mondo, non è necessario entrare a far parte del male, in questo caso basta sapere che esiste, sommergendolo di “luce” mediante le forme pensiero…..” “Che cosa vuol dire?” domandò Eli “Dovete “lavarlo” allo stesso modo in cui lavate i vostri indumenti sporchi. Immaginate l’acqua che scorre sulla maglietta sporca e lentamente scioglie le impurità………ecco, al posto della maglietta, immaginate la brutta situazione, qualsiasi sia e lasciate che l’acqua la pulisca, naturalmente a livello energetico. Contribuirete così a pulire il mondo dalle brutte energie.” Ci fu un attimo di silenzio, poi Giò ricordando un avvenimento , disse: “Quando ci hai fatto l’esempio del male ai denti, mi è venuta in mente una cosa…….

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A scuola, quando studiavamo le querce, io mi annoiavo, sembrava che l’argomento non mi interessasse . Poi, la maestra, ha di nuovo spiegato la stessa cosa, in gita, di fronte ad un albero di quercia . Lì ho sentito l’albero vivo e ho compreso la spiegazione.” “Già….” Replicò il vecchio “hai avuto la consapevolezza di quello che prima rimaneva pura teoria.” Di nuovo un attimo di silenzio, in cui, si capiva benissimo, i ragazzi avevano compreso un’altra cosa…….poi Luna riprese a parlare: “Riuscire invece ad avere la consapevolezza dell’aura, dei chakra, non è una cosa semplice, poiché siamo stati abituati a comprendere una parte sola di noi, quella fisica. Ci vorrà molto tempo prima che tutti si aprano a questi argomenti, bisognerà lavorare per eliminare l’incertezza, la paura, l’incredulità.” “Vuoi dire che i nostri amici non ci crederanno, quando torneremo a casa e racconteremo ciò che ci hai spiegato?” domandò Eli Il vecchio sorrise, poi rispose: “Qualcuno potrà credervi, qualcuno vi prenderà in giro, altri faranno solo finta, perché ogni essere umano è diverso e così il loro modo di pensare. Una cosa è certa : dipenderà molto da voi, quando lo racconterete. Più sarete convinti di quello che direte, più il terzo chakra espanderà amore utile alla comprensione.” Nel guardare i visi dei ragazzi, Luna capì che questo discorso l’avevano compreso , poiché faceva già parte di loro fin dalla nascita……forse anche da prima. “Andiamo avanti,” disse il vecchio “poiché mancano poche ore al calare del sole. Ora proverò a parlarvi del quarto chakra. Il suo nome è ANAHATA che significa: suono che viene prodotto senza che due oggetti si colpiscano, il suo colore è il verde: Esso è definito il chakra del cuore e la parola “cuore” è direttamente associata alla parola “Amore” con la A maiuscola: La sua posizione (Il centro del corpo), raffigura il valore dell’amore, che dovrebbe essere anch’egli al centro dei nostri pensieri, delle nostre azioni…….” “E’ un chakra molto importante! Esistono degli esercizi che mantengano “vivo” questo chakra?” domandò Eli “Il miglio esercizio è il rispetto per se stessi e per gli altri…….è l’amore incondizionato.” Rispose il vecchio “Non è poco!” pensò ad alta voce Giò, poi riprese: “ieri ho regalato un quaderno nuovo ad Eli, senza pretendere nulla in cambio…..può essere un gesto d’amore?” “Naturalmente……” rispose Luna che fu subito interrotto da Eli : “l’hai fatto perché noi siamo molto amici. L’avresti regalato ad Emi , che ti è antipatica?” “Hai ragione…..forse no.” Dichiarò Giò con aria sconfitta “Già,” riprese il vecchio “bisognerebbe riuscire a compiere gesti amorevoli, senza distinzioni, ma non ti scoraggiare Giò…… riconoscere di avere sbagliato è già un gesto d’amore. Fate tesoro di ogni errore, vi insegnerà a non commettere di nuovo lo stesso sbaglio. Comunque, non dimenticate un’altra regoletta che funziona di pari passo con il chakra del cuore : ognuno deve guadagnare onestamente ciò che desidera……” “Ma noi non possiamo lavorare!” disse Giò , disturbato dalla regoletta Luna, sorridendo , rispose: “per guadagnare ciò che desiderate, non esiste solo il lavoro, vi sono anche altri sistemi…..” “Ad esempio?” chiese Eli “Ad esempio,” continuò Luna “chiedete solo se ne avete veramente bisogno, questo è il primo modo per guadagnare una cosa, altrettanto importante è saper rispettare ciò che vi è stato donato e all’opportunità donare a vostra volta. Poi esistono alcune situazioni, nonché alcune persone in particolari momenti della propria vita, a cui è un bene non regalare nulla, poiché hanno bisogno di apprendere una lezione per crescere. A queste persone saremo di aiuto, sapendo pronunciare “no”. Questo “no” diventa un dono d’amore.” “E’ difficile pensare di donare amore dicendo di no, e poi….. io non sarei contenta!”

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sbuffò Eli “Donare amore,” commentò Luna “significa anche insegnare il rispetto, che sta alla base di ogni buon rapporto. E poi, qualsiasi insegnamento che comprenda il “no”, non implica che la persona ricevente debba essere contenta e subito capire, alcune persone hanno bisogno di più tempo, ma non per questo valgono meno di altre.” Luna fu interrotto dal cigolio della porta che lentamente si apriva…….era Melly! La cagnolina, che condivideva la casa con Luna. Melly, entrò manifestando la sua contentezza nel vedere i ragazzi, i quali si alzarono condividendo l’allegria. Inserire la foto di una cagnolina Luna lasciò spazio ai tre, perché facessero conoscenza …….. in quest’occasione Eli chiese: “Non hai paura che si perda o che si possa far male il tuo cane là fuori?” “Vedi Eli…..” rispose Luna “Melly è un cane vivace e gioioso, che non ama stare tra le pareti domestiche, ne soffrirebbe moltissimo…….. come potrei chiuderla in casa, solo perché io ho paura?” “E’ vero , riprese Eli….. questo sarebbe egoismo!” “Approvo Eli” ribadì il vecchio “si tratterebbe di mettere al primo posto la mia tranquillità, tralasciando i desideri di Melly. Il mio amore, nei suoi confronti, presuppone che lei sia felice, per questo non posso proibirle di uscire………l’importante non è vietare, ma insegnare che esiste il pericolo e come evitarlo…..tutto ciò possiamo chiamarla prevenzione.” “Questo si può applicare anche con noi esseri umani?” chiese incuriosito Giò “Direi….” Rispose Luna “che questo sta alla base dell’educazione. Come potete crescere voi ragazzi se non sperimentate? La sperimentazione, è a sua volta alla base della conoscenza…… certo devono essere chiari i limiti entro cui stare e questo deve preoccuparsi l’adulto di insegnarlo.” “Ci sono dei miei compagni di classe che , anche se conoscono bene le regole che detta la maestra, non le rispettano, anzi tentano di mettere in mostra il fatto che loro sono scorretti…. Perché?” chiese Eli Luna riprese la parola: “Questi tuoi compagni, stanno chiedendo aiuto….. evidenziano il fatto che loro non sanno comprendere le regole apertamente, facendo in modo che tutti li notino….. forse non hanno usato le parole, ma stanno urlando la loro richiesta con il loro comportamento. Non tutti sappiamo esprimerci verbalmente allo stesso modo e alle volte gli adulti sanno cogliere la richiesta solo se è evidente, tramite comportamenti scorretti, le parole scivolano, come se fossero inesistenti. Se voi poteste vedere l’aura, notereste che queste persone, tentano di espandere la loro energia il più possibile , perché possa toccare l’aura altrui, quindi farsi notare.” Vi fu qualche minuto di silenzio, poi ancora una volta il vecchio ruppe il silenzio: “Bene, passiamo al quinto chakra. Il suo nome è VISUDDHA, che significa purificazione ed è di colore azzurro. A questo chakra, viene associata la “parola”, ma non solo, quando è ben funzionante esso sviluppa la telepatia.” “Cos’è la telepatia?” domandò Giò “Oh, di sicuro già la conoscete, ma non sapevate che si chiamasse così. Telepatia è la parola che io ti dico senza parlare e che tu intuisci……..” “A me è già successo molte volte con Giò!” esclamò Eli “E’ vero, a volte ci telefoniamo e , nello stesso istante diciamo la stessa cosa!” seguì Giò “Ecco…” aggiunse il vecchio “questa è senz’altro una prova che dimostra l’esistenza dell’energia, che va al di là delle cose che noi sentiamo con le nostre orecchie, o che tocchiamo con le nostre mani, o che vediamo con i nostri occhi. Questo vuol essere anche un metodo di comunicazione con gli animali, purchè trasmettiate veramente ciò che volete dire. Ma indubbiamente per voi ragazzi, a volte è più difficile la comunicazione verbale che la telepatia.” “Ma tutte e due sono importanti allo stesso modo vero Luna?” bisbigliò Eli “Certo……..” continuò il vecchio “come potrei spiegarvi tutte queste cose altrimenti?”

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“Peccato che a scuola, quando sono interrogato non sappia usarla così bene….” Lo interruppe Giò Eli rise nel vedere l’espressione buffa del viso di Giò e Luna, sorridendo commentò: “Credo che sia successo a tutti di fare cilecca in un interrogazione! Il timore altera i chakra, in questo caso è direttamente colpito il quinto, poiché il suo compito è la comunicazione.” “Cosa si può fare perché questo non avvenga?” chiese Eli alquanto preoccupata “Dobbiamo convincere noi stessi che la paura è un sentimento che si può allontanare facilmente. Vi mostrerò un esercizio semplice semplice, da ripetere ogni volta che sentite in voi la paura prendere il sopravvento.” Propose il vecchio subito Giò domandò: “lo possiamo fare insieme?” “Certamente!” seguì Luna “Alzatevi, venite qui vicino a me……bene, ora , in piedi, manteniamo la schiena diritta e alziamo le braccia al cielo con le mani aperte inspirando……….lentamente abbassiamo le braccia portando i pugni chiusi alle spalle…… qui tratteniamo un attimo il respiro, subito dopo apriamo i pugni e, lasciando andare le braccia e il busto verso il basso espiriamo. Bene, ora ognuno con il suo ritmo, ripetiamo l’esercizio per otto volte.” Mentre i ragazzi, insieme a Luna, si dedicavano completamente a quell’esercizio, l’aria sembrava farsi più leggera, sgombra di tutti i pensieri pesanti………… “Benissimo…. Come vi sentite ora che abbiamo terminato?” domandò Luna al “risveglio” “Io direi più leggera!” esclamò Eli “Sì è vero come un palloncino” seguì Giò “ma sei sicuro che funzioni anche per le interrogazioni?” “Vedi Giò….” Sospirò il vecchio “ certo, in questo caso, mentre espirate, immaginate di lasciar scorrere via, insieme al respiro le vostre paure…. E poi se le cose sono fatte sul serio, funzionano sul serio, così come, se io desidero intensamente qualcosa, questo avverrà…… naturalmente se serve a farmi crescere!” “In che senso crescere?” domandò Eli “Evolvere con la ricerca nel cammino……….” Seguì Luna, allungando una mano di fronte a sé , come per indicare la strada “l’evoluzione, non è una tappa preordinata, bensì il cammino della nostra mente, il progresso continuo delle nostre idee al raggiungimento di un obbiettivo, o per caso , a seguito di un avvenimento inaspettato. E dire, che noi non ci accorgiamo di questi continui processi di crescita che avvengono in noi, finche non ci capita per caso di affrontare la stessa cosa di qualche tempo prima…….solo allora, ci rendiamo conto che la vediamo con occhi diversi…..sosteniamo la situazione con un diverso spirito.” Un altro attimo di silenzio si interpose tra loro, segno anch’esso di crescita, poi Luna riprese: “Ora torniamo a noi. La comunicazione verbale con comprende soltanto ciò che esprimiamo come “chiacchierata”. Comunicare, significa, esprimere a parole ciò che si prova, regalando alla persona con cui parliamo, i sentimenti presenti al momento. Questo è molto complicato, poiché, in genere le persone adulte, tendono a soffocare i sentimenti per paura di ferirsi…… anche questa volta è presente di fondo la “paura”, che è alla base dei nostri errori, ecco perché è importante riconoscerla e “scaricarla”. Non ci dobbiamo quindi stupire, se la maggioranza dei discorsi che sentiamo, sono improntati su argomenti che non tocchino i sentimenti, tipo : “che bel tempo oggi” o “cosa fai di bello?”.” “Ci piacerebbe molto far capire questo agli adulti, ma come possiamo fare?” domandò Eli “Chiunque voglia dare il buon esempio, è in grado di farlo, semplicemente dicendo la verità, o dimostrandolo praticamente…” aggiunse il vecchio che fu subito interrotto da Giò :

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“La verità? In che senso?” “La verità di ognuno di noi, non è nient’altro che il nostro pensiero reale. Se i nostri discorsi fossero l’espressione del nostro pensiero, le persone a cui li rivolgiamo, sarebbero stimolate a fare altrettanto” rispose Luna “Ci puoi fare un esempio pratico?” chiese Eli “Certamente….” Riprese il vecchio “se , invece della solita retorica, io incontrandoti, ti dicessi : “è successo qualche cosa Eli? I tuoi occhi infondono tristezza!”, tu non potresti rispondermi : “Oggi c’è il sole” oppure “sto andando al mercato”……….” “Ma se è un adulto ad incominciare il discorso con il solito “Hai visto che brutto tempo?” , come possiamo fare?” commentò Giò “Bè….” Continuò Luna “ se percepite che il brutto tempo è soltanto una scusa, potreste sempre allacciare il discorso, aggiungendo un ideologia….. ad esempio , in questo caso dicendo che ogni cosa considerata brutta dall’essere umano, ha il suo verso positivo, così darete spunto all’altra persona di continuare il dialogo in un altro senso……. Sviluppare il dialogo, serve a mantenere in armonia il quinto chakra!” “Io ci proverò!” esclamò Eli entusiasta e a ruota seguì Giò: “sicuramente anch’io….” E poi cambiò argomento “come possiamo sviluppare la telepatia?” “La telepatia è un ottimo strumento …….” Riprese Luna “e si può ampliare eseguendo costantemente degli esercizi che ora vi mostrerò….. venite qui….tu Eli pensa ad un colore fra giallo, rosso, verde, e blu, ma pensa solo a quello, non lasciarti distrarre da niente, e tu Giò siediti poco distante da Eli, chiudi gli occhi e guarda, con la tua mente, il colore che aleggia nel pensiero di Eli…… in silenzio….” Passarono pochi secondi, poi Giò disse: “è il giallo!” “E’ vero !” rispose Eli, poi riprese Giò: “quando ho chiuso gli occhi, ho immaginato di vedere la mente di Eli, che continuava ad apparirmi gialla, ecco perché ero così sicuro!” “Benissimo Giò…..” disse Luna “sei riuscito semplicemente, ad allacciarti all’aura di Eli, che ti ha comunicato , attraverso le percezioni, la soluzione. Riprovando molte volte questo esercizio, stimolerete ad un più ampio funzionamento le vostre percezioni sottili. Ma ora passiamo al sesto chakra: il suo nome è AJNA, che significa conoscere, percepire, ed è di colore viola. Esso si trova tra i nostri occhi fisici, per questo viene chiamato “terz’occhio”.” “Terz’occhio?” ripetè stupito Giò

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“Che buffi saremo con tre occhi!” affermò Eli sorridendo “E sapete perché il Terz’occhio è chiamato così oltre al fatto che risiede tra i due occhi?” seguì Luna “l’embrione in via di formazione, allo stadio iniziale, ossia il bambino all’inizio della gravidanza, ha un po’ l’aspetto di un pesciolino. Questo simpatico pesciolino, sotto la fronte, ha tre coni, due dei quali diventeranno occhi, il terzo, quello centrale, rimarrà così com’è, all’interno della nostra testa , esattamente dove, in forma eterica si trova il terz’occhio…..” “In realtà dovevano svilupparsi tre occhi?” domandò Eli “In realtà si sono sviluppati tre occhi!” sottolineò il vecchio “due fisici e il terzo eterico. Chi è in grado di usarlo, può vedere l’aura, i chakra , può comunicare con il pensiero collettivo quando lo desidera. Alcune persone nascono già con queste facoltà, poiché il loro compito sulla terra è quello, altri invece ce la dovranno mettere tutta, per riuscire a percepirli.” “Perché non nasciamo tutti con il terz’occhio attivo?” chiese Giò “In realtà….” Seguì il vecchio “il sesto chakra, alla nascita è attivo per tutti, poi più aumenteranno le nostre facoltà fisiche, meno ci sembrerà che quelle eteriche debbano servire, a meno che , come dicevo prima non sia già un compito della nostra vita, ed ecco, quindi che il terz’occhio diventa meno rilevante. Poi comunque, ritengo che vedere i corpi sottili sia una grossa responsabilità, poiché l’essere umano diventa trasparente a questi occhi!” “Cioè?” chiese Eli “Cioè attraverso l’aura si può vedere tutto ciò appartiene alla persona che l’avvolge, sia in senso fisico (stato dei vari organi), sia in senso psicologico (pensieri, sentimenti traducibili dai colori), sia in senso eterico (energie statiche o dinamiche che interagiscono con il corpo e la mente)……ecco perché chi la vede, deve anche sapere come “curarla” ed avere un comportamento etico, un po’ come un medico!” “E’ vero!” esclamarono in coro i ragazzi, poi Eli domandò : “Esistono degli esercizi che aiutino a sviluppare queste percezioni?” “Oh si” disse Luna sorridendo tra sé e sé “Ve ne sono moltissimi, ma ciò che si addice di più al sesto chakra è la meditazione.” “Che cos’è la meditazione?” chiese Eli Luna esitò un attimo, poiché si rendeva conto che sarebbe stato più semplice provarla che spiegarla, quindi disse: “Volete sapere che cos’è la meditazione?…… Bene, per prima cosa la proveremo.

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Una cosa importante è la posizione: potete sistemarvi come volete…..seduti su una sedia, oppure in ginocchio, ma la schiena deve sempre essere dritta, poiché il canale eterico che collega i chakra tra di loro, deve essere allineato. Vedo con piacere che vi siete già sistemati a gambe incrociate….. bene, ora appoggiate le mani ben aperte sulle ginocchia e chiudete gli occhi. Da ora ha inizio la meditazione…….. lasciate scorrere le immagini e i pensieri che vi passano dinnanzi e rilassate tutti i muscoli del corpo. Quando sentirete il suono della campanella, aprite lentamente gli occhi.” Forse passarono quindici minuti, forse più o forse meno, ma la cosa sicura era che Luna gioiva, nel vedere i due ragazzi impegnati sinceramente nel provare quel tipo di meditazione, che, seppur semplice era basilare per chiunque volesse comprenderla. Quando Luna fece suonare la campanella, Giò ed E li , tornarono lentamente alla realtà. “Che bello!” commentò Eli dopo aver aperto gli occhi “è come se avessi aperto gli occhi dentro me…………ho scoperto che esiste un mondo meraviglioso, di cui tutti facciamo parte, senza esserne al corrente!” “E’ vero” proseguì Giò “è come un treno che viaggia nei tuoi pensieri, scopri chi sei veramente , dietro i tuoi vestiti!” “Sono contento…” riprese il vecchio “…che abbiate subito colto l’essenza! Questo che abbiamo provato, è un esercizio di meditazione tra i più semplici, poi ne esistono un infinità. Potete ripeterlo quando volete, a patto che con voi ci sia qualcuno che si occupi del “risveglio” al momento opportuno, con un campanellino o un altro suono dolce. Questo è uno dei tanti esercizi che servono a sviluppare le percezioni, ma il sesto chakra è associato anche alla “conoscenza”, come fonte di apprendimento….. un po’ quello che stiamo facendo noi oggi.” Luna, si fermò un attimo per bere un bicchiere di acqua, poi seguì a parlare: “Passiamo ora al settimo chakra. Egli si chiama SAHASRARA, che significa millefoglie, poiché è stato raffigurato come un fiore di loto dai mille petali. Esso rappresenta la nostra coscienza, il nostro essere in rapporto con l’evoluzione dello spirito.” “Per cortesia Luna, potresti spiegarti meglio? Mi è difficile capirti!” asserì Giò “scusatemi ragazzi, non ho usato un linguaggio dei più semplici. Tenterò di essere più chiaro.” Riprese Luna “Il nostro essere allo stato puro è ciò che siamo realmente, non ciò che dobbiamo essere, imponendoci un immagine da mostrare…….. per esempio, se io mi vesto alla moda, non indosso ciò che mi piace realmente, con il colore che preferisco, ma uso ciò che impone la moda di quel momento. Questa è una piccola “non scelta” che comincia a gettare i presupposti per chiudere il proprio essere in una scatola, chiedendogli di tacere. Il nostro essere siamo noi, il rapporto con l’evoluzione dello spirito, non è nient’altro che il nostro rapporto con le energie sottili, con quell’essenza che fa parte di noi. Del resto la nostra evoluzione spirituale, comincia proprio dal comprendere la nostra essenza, ne fare parte della nostra coscienza.” “Ora ho capito…… che compito ha la nostra coscienza?” chiese Giò, che sembrava non saziare la sua sete di sapere. “La nostra coscienza, ha il compito di comprendere la informazioni, di consapevolizzarle.” Rispose Luna e poi riprese : “ vi sono due tipi di coscienza…. La prima, quella più superficiale, ha il compito di mettere in ordine le informazioni ed è definita coscienza ragionata, mentre la seconda, ha un compito più profondo…..quello di comprendere le informazioni, come dicevo prima, questa è la coscienza vera e propria. Non è difficile….tutto questo è come un computer: prima dispongo in ordine le informazioni, poi gli chiedo di memorizzarle. Solo allora le informazioni faranno

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parte della memoria del computer , entreranno a far parte di lui.” Il vecchio prese fiato, poi ricominciò: “Bene, ora torniamo al chakra della corona….” “Chakra della corona?” replicò Eli, non sapendo di cosa si trattasse “Si,” continuò Luna “si chiama anche così il settimo chakra, poiché si trova al centro della testa. Esso, proprio per la sua posizione, va a collegare tutti i chakra, mediante un canale eterico, come vi ho già detto all’inizio. Anche Sahasrara è collegato con il pensiero, e il miglior modo per pulirlo è il silenzio.” “Il silenzio?” domandò stupita Eli “Si Eli” ribadì il vecchio “il silenzio, che per la mente significa riposo………..approfittando della quiete, esso si ripulisce dalle energie sporche, ricaricandosi. Sahasrara, viene anche definito il controllore della mente, colui che conosce.” “Stupendo…..” esclamò Giò “allora è anche in grado di aiutarci ad eliminare i pensieri negativi!” “Si…..” rispose Luna “è anche in grado di fare questo, quando funziona bene…..” “Ma quanto tempo bisogna stare in silenzio e per quante volte, per aiutarlo nel suo funzionamento?” domandò Eli preoccupata, in quanto si trattava di una ragazzina piuttosto vivace. “Non è necessario che tu lo prenda come un compito Eli” continuò il vecchio, accennando ad un sorriso “il più delle volte, questo esercizio lo facciamo senza rendercene conto, poiché questo tipo di necessità viene dal profondo, senza neanche passare per il pensiero. Può anche succedere che noi ne sentiamo la necessità a livello cosciente , allora basterà andare in una stanza in cui non ci sia nessuno e provare ad ascoltare il silenzio.” Giò approvò, forse in modo più sentito, questo tipo di esercizio, poiché per lui non era un problema stare in silenzio. Eli, che non amava il silenziò, sfrutto l’attimo di pausa per cambiare discorso , quindi domandò: “L’aura ha qualche relazione con i chakra?” “L’aura racchiude in sé i chakra , come il nostro fisico racchiude in sé gli organi interni. Io definirei i chakra “polmoni eterici”, poiché il loro lavoro di interscambio energetico , è compensativo al lavoro aurico.” “Mia nonna…” riprese Eli “nel suo diario, ha scritto che l’aura è divisa in sette strati. Ci puoi spiegare perché?” “Ognuno dei sette strati,” continuò il vecchio “ha un compito ben preciso, anche se non vi è una netta suddivisione tra gli strati aurici. E’ per comodità di studio dell’essere umano che si definiscono così. Ora vi parlerò del primo: esso è formato da energia celeste e riflette tutti gli organi fisici. Una persona in grado di vederlo, può descrivere esattamente che cosa avviene nel corpo umano. Il primo strato è lo specchio del corpo fisico in forma energetica……. Esso è direttamente correlato con il nostro corpo….insomma uno senza l’altro non potrebbero vivere.” “In che senso?” domandò Giò “Il nostro corpo fisico senza aura,” seguì Luna “è come l’impianto dell’acqua senza il collegamento alla fonte…… vi saranno i rubinetti, ma non potrà scorrervi l’acqua. Un corpo senza energia, non ha vita.” “Allora , colei che ci dà la vita è l’energia?” l’interrogò Eli “E’ un insieme di fattori” disse il vecchio “l’energia senza corpo fisico, rimane senza materia, rimane quindi corpo di luce, così come il corpo fisico senza energia è un corpo morto. Ecco perché l’uno all’altro sono strettamente correlati per dare inizio alla vita in terra……….

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Ora torniamo al primo strato aurico. Esso è indubbiamente il più semplice anche da percepire con la sensibilità tattile, essendo soffice, emana delle onde energetiche simili ad una soffice nuvola. Se avete voglia possiamo provare un esercizio, che ripetuto, aumenta la sensibilità tattile…..” I ragazzi non lo fecero neanche finire di parlare, che erano già vicino a Luna pronti per l’esperimento: “Che cosa dobbiamo fare?” chiese Eli “Giò, sdraiati, faremo prima provare Eli…” riprese il vecchio “ecco Eli, vieni qui…..ora, incominciando dalla testa, andando verso i piedi, con le mani vicine, fai conto di accarezzare il corpo di Giò, mantenendo però le mani distaccate da esso di almeno dieci centimetri……….procedi molto lentamente, poiché questo è un esercizio di sensibilità………quando hai finito stacca le tue mani e scuotile verso l’alto.” Passarono alcuni minuti, poi Eli quando finì, disse: “qualcosa ho sentito…..mi sembrava di accarezzare del leggero vento tiepido, in certi punti era più freddo e in altri, vi era addirittura come un vortice, che mi attraversava le mani…..” “Bene Eli, per essere la prima volta, hai percepito intensamente l’energia…..ora tocca a te Giò” lo richiamò Luna E anche questa volta, l’esercizio si svolse nel silenzio più completo, poiché i ragazzi prendevano la cosa con estrema serietà ed impegno. Quando anche Giò finì, disse: “a me è sembrato di sentire dei continui movimenti di aria fredda, che si alternavano con aria calda, ma dovevo tenere le mani almeno a venti centimetri dal corpo di Eli, per sentire qualcosa!” “Benissimo Giò, anche tu sei riuscito a percepire l’energia, naturalmente sotto un altro aspetto, poiché non siamo tutti uguali…. Anche l’aura è diversa a secondo delle persone e può variare anche di dimensione. Questo esercizio ci ha dato modo di capire che la corrente energetica , all’interno dell’aura può variare a secondo dello stato (fisico in questo caso, perché stiamo parlando di primo strato) della persona e delle sensazioni dell’ operatore, ecco perché un buon operatore per essere ben preparato, e per non confondere le sue sensazioni con quelle dell’aura della persona che sta trattando, deve essere sempre centrato, ossia deve praticare continuamente degli esercizi che lo mantengano in equilibrio con se stesso e con il mondo, per saper discernere le cose…… ma di questo ve ne parlerò dopo.” Luna prese fiato, intanto si accomodò meglio sulla poltrona dove era seduto, mentre i ragazzi, aspettavano che riprendesse a parlare: “Ora passiamo al secondo strato aurico: esso riflette, servendosi dei suoi molteplici colori, la sfera emotiva……” “Sfera emotiva?” replicò Giò “mi dà l’idea che sia un palloncino che racchiuda le emozioni!” “La tua spiegazione è molto simile alla realtà” seguì Luna “il secondo strato aurico , avvolge per intero il primo e ha in sé molti colori, che corrispondono alle diverse emozioni che viviamo al momento.” “Allora, quando io ti ho detto che vedevo l’aura, ti sei accorto della mia bugia, osservando il mio secondo strato aurico?” domandò Giò “Esattamente Giò” commentò il vecchio “se io, provo amore per te, i colori del mio secondo strato aurico si tingeranno prevalentemente di rosa, così come se io mi arrabbiassi con te, il colore dominante, sarebbe il rosso scuro e così via……” “Dev’essere bellissimo vedere l’aura!” commentò Eli con un respiro profondo “Sì, è molto bello, ti insegna a crescere con umiltà, mettendo sempre in primo piano il rispetto….”

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“In che senso?” domandò Eli “pur vedendo chiaramente scorrere attraverso i colori, determinati sentimenti, non puoi permetterti di giudicare………non puoi prenderti cura di una persona a tutti i costi, pur vedendo i suoi mali, se questo non vuole, non puoi fare finta di non vedere ciò che succede al tuo amico!” “Come ci si può esercitare per vederla?” chiese Eli “Ci sono moltissimi modi per provare…..” continuò Luna “uno di questi consiste nell’eseguire un esercizio semplice semplice: uno di voi si sistemi di fronte ad un muro completamente bianco, con luci soffuse, mentre l’altro si allena nel vederla, tenendo gli occhi leggermente socchiusi. Un secondo esercizio, insegna a vedere l’aura in modo parziale: si pone sul tavolo un telo bianco e si muove lentamente una mano, avvicinandola ed allontanandola dai nostri occhi in direzione del tavolo, naturalmente gli occhi saranno semi-chiusi. Ma il metodo migliore, rimane quello di sviluppare il terz’occhio. Solo seguendo la strada, senza fretta di arrivare, si potrà imparare e crescere in armonia, stimolando il sesto chakra tramite esercizi pratici e di meditazione, ma soprattutto lasciando spaziare liberamente il nostro amore.” Le parole di Luna, riuscivano sempre a creare una tacita conferma di approvazione da parte dei ragazzi, e mano mano che passavano le ore erano sempre più felici di aver incontrato una persona così. “Naturalmente,” riprese Luna “ l’aspirazione massima di ognuno di noi è di “vedere” l’aura…… può capitare di non riuscire in questo intento, anche dopo numerosi esercizi, ma di riuscire invece a percepirla benissimo, attraverso la percezione tattile sottile, oppure ancora potreste “sentirla” usando la percezione uditiva sottile. Se accadesse ciò, non sentitevi delusi, poiché risalgono alla luce solo le nostre doti migliori, trovando libero accesso dal nostro istinto.” “Aiuto!” esclamò Giò “non ci capisco più nulla! Che cosa significa istinto e cosa sono tutte quelle percezioni di cui ci hai parlato?” Il vecchio rise, poiché Giò aveva un’aria buffa e un po’ spaventata da quelle parole che lui non conosceva, ma Luna sapeva che a livello di sensazioni, i ragazzi avevano già compreso il suo discorso……. E la conferma gliela diede Eli con l’affermazione che segue: “Sono parole che non ho mai sentito, di cui non conosco il significato, ma ho la sensazione che non siano nuove……” “Già, non sono nuove…..” commentò Luna “poiché, voi come tutti i ragazzi, avete spiccati questi sensi…….questi “radar” nella vostra aura, sono ancora puliti e riescono a percepire, ciò che sta dietro alle parole. Ma, visto che le parole, per noi esseri umani sono il mezzo più semplice per raggiungere la consapevolezza, ora le userò ancora, per spiegarvi ciò che volevo dirvi………… l’istinto è quel meccanismo per cui si agisce senza sapere il perché, senza passare attraverso il ragionamento…… gli animali, per esempio usano prevalentemente l’istinto, oltrepassando la barriera della mente, che spesso mente. Per percezione tattile sottile, s’intende la percezione delle energie attraverso la sensibilità delle mani…… così come tocchiamo una persona fisicamente, lo possiamo fare anche etericamente, ma questo argomento voi lo conoscete già, anche praticamente, poiché abbiamo potuto verificarlo tramite l’esercizio di accarezzamento dell’aura. Questo metodo, non è meno importante della visione aurica, poiché consente di analizzare sotto un altro aspetto le variazioni energetiche che ci possono essere nell’aura o nei chakra. Per percezione uditiva sottile, s’intende “sentire” i movimenti energetici dell’aura,

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sotto forma di “pulsazioni” o addirittura può essere una sensazione traducibile in una “melodia”……” “L’aura ha un suono?” chiese Giò incuriosito “oh si….” Continuò Luna “l’energia aurica ha un suono percepibile con l’udito sottile, così come ogni organo del nostro corpo ha una pulsazione, che corrisponde mediamente ad una nota musicale, in armonia con l’energia superiore……” “Gli organi pulsano?” domandò Eli “Certo….” Proseguì il vecchio “il suono pulsante degli organi del nostro corpo, può assomigliare ad un tamburo in lontananza, sottolineato da una nota musicale…… ma per poter sentire questo ci va moltissimo tempo di pratica…..” “E come si impara?” chiese Eli interessatissima “Ve lo insegnerò con la pratica!” esclamò Luna “Ora sdraiatevi a terra supini, , chiudete gli occhi e rilassatevi.” I ragazzi, non esitarono un momento a mettere in pratica ciò che Luna diceva loro. Quindi il vecchio continuò: “Quando percepite sciolto il vostro corpo, ascoltate il silenzio….. esso ha un suono particolare, che assomigli ad una famiglia di grilli canterini……….una volta che l’avete raggiunto, siate parte di esso……….” Luna restò in silenzio, per permettere ai ragazzi di conoscere il silenzio, poi, leggendo nelle loro aure una tranquillità che si scioglieva con il silenzio, ricominciò a parlare lentamente con un tono di voce basso : “Ora pensate al primo organo del vostro corpo che vi viene in mente…….. ora provate ad essere lui……. Quindi ascoltatene le pulsazioni…….” Di nuovo Luna restò in silenzio, che risuonava ovunque nella stanza , tanto da sembrare un canto melodioso…..lasciò passare ancora qualche minuto, poi con il suono di una campanella, risvegliò i ragazzi . Eli fu la prima ad aprire gli occhi, accompagnata dalla melodia intonata da un passerotto, appostato appena dietro la finestra. Passarono alcuni secondi, poi dopo essersi guardata intorno , come per ritrovare il proprio posto nella stanza, disse: “Hai ragione Luna…… basta volerlo, ed ecco che riesci ad ascoltare il silenzio….. mi sembra tutto così strano! Sentirsi parte del silenzio, è come volare a mezz’aria, avvolti da una morbida nuvola……. Poi ho provato ad entrare a far parte del mio cuore, ma non sono riuscita ad ascoltarlo.” “Probabilmente,” riprese il vecchio “è solo sembrato alla tua mente, di essere parte del tuo cuore, ma tu veramente, non lo eri, altrimenti ne avresti percepito le pulsazioni, come hai sentito il silenzio. A volte la mente gioca degli strani scherzi, bisogna sempre accertarsi che non prevalga la nostra immaginazione. Questo è facile da comprendere : quando, durante la meditazione, ci si sente parte integrante di essa, e quando la si racconta, le parole scivolano fuori, mediante la voce, ma arrivano dal profondo, allora siamo veramente entrati in contatto con l’energia, altrimenti, abbiamo davanti ai nostri occhi un bel film, facile da decifrare, ma privo di energia.” “Io ho “sentito” le mie orecchie!” esclamò Giò contentissimo. “Precisamente, ho sentito il mio timpano che lavorava per ascoltare il silenzio….. la sua melodia era ripetuta ad intervalli regolari e assomigliava al soffio del vento tiepido di primavera." “Sei riuscito, oltre al normale udito Giò, come Eli nell’ascolto del silenzio…….” Seguì Luna “Ero sicuro che sareste riusciti, voi ragazzi avete innate capacità, ma tu ed Eli, avete qualcosa in più……. le state adoperando e questo è meraviglioso .” I ragazzi, sembravano compiaciuti di un così grande complimento, ma erano allo

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stesso tempo così coinvolti da quella intensa giornata, da scordarsi completamente, che il tempo stava scorrendo veloce e il momento in cui sarebbe calato il sole, si stava avvicinando. “Bene ragazzi, proseguiamo!” disse Luna “tutte le sensazioni che provate, passano attraverso il secondo strato aurico, che ha il potere di “pulirle”, perché siano visibili, non solo ai vostri occhi, (percezione visiva sottile ) come abbiamo potuto appurare con l’esercizio che abbiamo appena provato. Chiaramente, poi noi traduciamo queste sensazioni a livello fisico, prima con il pensiero, poi con le parole. Passiamo al terzo strato aurico che è di per sé molto luminoso; la sua visione può assomigliare all’alone che crea una lampadina accesa . Esso è il riflesso dell’uso della nostra mente.” “In che senso? Si può vedere quando noi studiamo?” domandò Giò preoccupato “Non è proprio così….” Seguì il vecchio “certo, anche studiare ha la sua influenza, poiché amplia le vedute della mente…… ma quella che intendevo io , è la mente in senso più ampio, che sì, comprende lo studio, ma anche la riflessione, la capacità di autocritica, la consapevolezza, fino a raggiungere la completezza della visione di sé e del mondo. Questo è ciò che riflette il terzo strato aurico….. “Che cos’è l’autocritica?” lo interruppe Giò “E’ uno degli obbiettivi che l’uomo dovrebbe porsi ogni giorno…….” Sottolineò Luna in senso critico, poi continuò “è quella domandina che sarebbe meglio porre a noi stessi, ogni qual volta ci sembra di esserci comportati male ; insomma, è una revisione delle nostre azioni, che ci permette di crescere, di evolvere, consentendoci di correggere i punti dolenti dei nostri comportamenti.” In una breve pausa, Luna cambiò posizione sulla sua poltrona e i ragazzi sorseggiarono un po’ d’acqua, assorti dai loro pensieri, i quali stavano tirando le somme dell’ultima spiegazione , poi Eli continuò: “La cosa più buffa è che ho come la sensazione di aver già avuto la visione completa del mondo, forse quando ero molto, molto piccola….” “Già” riprese Luna “ i neonati, che non hanno ancora costruito la mente razionale e non hanno ancora ben sviluppato il primo chakra, hanno l’essere nucleo ben visibile, questo gli permette di spaziare in una dimensione che possiede la visione completa del mondo, poiché non è strutturata all’interno dei confini della mente, ma tutto ciò, per fortuna o per sfortuna, non ci è permesso di ricordarlo, se non con le sensazioni di cui hai parlato tu Eli.” “Perché non ci è permesso di mantenere le stesse sensazioni da grandi?” domandò Giò “Si possono riacquisire naturalmente….. basta volerlo, anche se ciò comporta molta fatica, poiché, quando ci si appropria dell’uso della parola, della razionalità, si tende a limitare, l’istintualità, le emozioni, credendo di non poterci esprimere a sufficienza. Uno dei compiti di ognuno di noi, è proprio quello di amare, ed insegnare ad amare, lasciando emergere ciò che ognuno di noi ha dentro sé, poiché la totalità del mondo abita all’interno dei nostri cuori. Il terzo strato aurico, si occupa proprio di ampliare le visioni delle persone, offrendo l’opportunità di accettare la globalità dell’essere. Esso è luminosissimo, per cui si presta molto bene agli esercizi di sviluppo per la visione aurica….. con un po’ di pratica è possibile che lo vediate, se non nella sua interezza, almeno potrete

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delinearne i contorni .” Luna bloccò il discorso per un attimo e andò a prendere una torta fumante, nel vecchio forno a legna…. “Prendiamoci un attimo di pausa ragazzi…. Anche il nostro corpo fisico ha bisogno di ricarica!” disse il vecchio, con a seguito un buon profumo di torta al limone, che avrebbe persuaso chiunque, a rimandare il più interessante degli argomenti. Giò ed Eli si catapultarono sul dolce, che divorarono letteralmente in qualche minuto, lasciando intorno a loro un cumulo di briciole, che ripulì Melly. “Ora, sono sicuro che riuscirete a seguirmi meglio!” furono le parole di Luna finita la merenda “Sicuramente, dopo una torta così squisita!” esclamò Eli, pulendosi la bocca con la manica della camicia, mentre Giò, che stava finendo l’ultimo boccone, fece un solo gesto di approvazione con il capo. Luna rincominciò quindi a parlare: “ora passiamo al quarto strato aurico. Egli rispecchia la comunicazione dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni alle altrui persone….” “Intendi la comunicazione competa di emozioni, ciò che dicevi prima?” lo interruppe Giò “Esattamente,” riprese il vecchio “l’unica piccola differenza, è che questo strato aurico, rispecchia sempre il nostro pensiero reale, comunicandolo direttamente all’aura delle persone interessate attraverso i colori, senza passare per la nostra mente. Esso è l’espressione colorata del nostro essere. Potete immaginarlo come una grossa nuvola spumosa, dai colori dell’arcobaleno, che con la sua morbidezza, avvolge interamente il terzo strato aurico. Un altro suo grande “lavoro” è quello di funzionare da ponticello….” “Ponticello? In che senso?” lo interruppe Eli “Immaginate un ponte che collega una strada all’altra….” riprese il vecchio “bene, esso ha la stessa funzione: collega i tre strati aurici inferiori, che si allacciano prettamente agli stadi fisici, ai tre superiori, che rispecchiano e si allacciano al piano astrale.” “ Che cos’è il piano astrale?” domandò Giò “Il piano astrale,” rispose Luna “è quella parte di noi, in grado di esistere, anche senza il corpo fisico, è una parte del nostro essere nucleo e allo stesso tempo anche una parte dell’universo……. È ciò che l’essere umano non dovrebbe mai dimenticare di essere.” “Ho la mente confusa….” disse Eli “vuoi dire che il nostro essere nucleo, cioè noi, anche dopo la morte continuiamo a vivere?” “In un certo senso…..” seguì il vecchio “dopo la morte fisica, noi diventiamo energia, entriamo in diretto contatto con l’universo……… ma non la definirei propriamente “morte”, poiché, passando in un'altra dimensione, non facciamo altro che spogliarci della veste che utilizziamo sulla terra: il nostro corpo. Forse, quando buttiamo un vecchio vestito ormai consunto, è finita la nostra esistenza? O soltanto mettiamo un nuovo vestito?” “Ma come è possibile?” domandò stupito Giò “Vi farò un esempio….” continuò Luna “Giò, prendi quella bottiglia vuota sul davanzale, riempila d’acqua e portala qua.” Giò eseguì ciò che Luna gli aveva chiesto, anche se un po’ perplesso. “Bene, grazie Giò” sussurrò il vecchio prendendo la bottiglia tra le mani, poi cominciò:

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“questa è una bottiglia: il contenitore…….. al suo interno vi è l’acqua: il contenuto, la quale ha preso una forma, quella del contenitore, in questo caso la bottiglia.Ora io rompo la bottiglia…..” In quel momento l’acqua prese a viaggiare libera sul pavimento, il vecchio lasciò che i ragazzi osservassero l’accaduto, poi riprese: “dunque il contenitore non c’è più, ma il contenuto è rimasto, ha soltanto preso un'altra forma. Ciò è paragonabile al nostro corpo fisico (contenitore) e l’essere nucleo (contenuto). Il primo ci consente di usufruirne fino a che il nostro compito sulla terra non sia terminato, facendo da involucro al nostro essere nucleo.” I ragazzi, con lo sguardo ancora posato sullo scorrere lento dell’acqua sul pavimento, avevano appreso appieno il concetto. Dopo un breve silenzio, Luna riprese a parlare: “Ecco, ora riuscite sicuramente a capire qual è il grande compito del quarto strato aurico….. esso, funzionando come un ponticello, al momento in cui saremo pronti a lasciare il corpo fisico, essendo già allacciato con le energie sottili dell’universo, ci agevolerà la strada.” “Ed ora che siamo sulla terra, a che cosa serve il ponticello?” chiese Eli “Sebbene sia racchiuso in un corpo fisico, il nostro essere nucleo si “ciba” di energia sottile, che può avere soltanto dagli strati aurici alti collegati direttamente all’universo, i quali la donano a noi, passando attraverso il ponticello. Ora passiamo al quinto strato aurico…… esso rispecchia il coro fisico….” “Come il primo?” domandò Eli “non esattamente” seguì il vecchio “ mentre il primo mostra gli organi del corpo fisico in correlazione tra di loro e in funzione del proprio corpo, il quinto mette in correlazione, il rapporto di ogni organo sul piano astrale con le energie, ossia l’interscambio eterico del nostro fisico con il piano sottile. Lo possiamo immaginare come il negativo di una fotografia, in cui vengono illustrati, attraverso delle linee filamentose, gli organi del nostro corpo.” “Quindi se tutto funziona bene in questo strato aurico, non ci si dovrebbe più ammalare?” pensò ad alta voce Giò “E’ vero Giò..” continuò il vecchio “quando il rapporto con noi stessi e con il mondo circostante è ottimo e allo stesso modo è il nostro rapporto con l’universo, non ci si può ammalare. La malattia si presenta come “rimedio” ai nostri conflitti da risolvere, se continuiamo a sottovalutarli………. In questo caso la malattia ci sta chiedendo di “fermarci” per un attimo e valutare la situazione che stiamo vivendo, se si tratta di un conflitto presente, oppure andare a ricercare cosa ci fa stare male del passato, quindi sciogliere i nodi irrisolti. Naturalmente, se non ve la sentite di fare un lavoro così grande da soli, poiché è sempre molto difficile essere obbiettivi con se stessi, potete chiedere aiuto a chi vi sta più vicino.” “Questo è più impegnativo di una verifica di matematica!” esclamò Eli Giò e Luna scoppiarono in una risata, quindi Luna aggiunse: “Naturalmente, spiegato così, sembra un lavoro quasi impossibile, ma vi assicuro che l’istinto, che predomina quasi sempre durante una malattia, vi guiderà senza fatica al problema irrisolto.” “La maggior parte delle persone che conosco, cura le malattie con le medicine, senza preoccuparsi di ciò che ci hai appena spiegato, e guariscono lo stesso. Come mai?” chiese Eli un po’ perplessa

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“Sembra proprio così Eli…” rispose il vecchio “ma non lo è, poiché queste persone, non fanno che curare soltanto i loro problemi fisici, ossia, cancellare con una spugna ciò che la malattia vorrebbe sottolineare……….questi problemi, torneranno sotto un'altra veste, poiché l’aspetto psicologico ed energetico, non è risolto, senza contare che, anche quello fisico, è schiacciato…………. È molto importante curare il proprio corpo fisico, ognuno con il tipo di medicina che ritiene più opportuna, ma senza sottovalutare i corpi sottili e la nostra mente, altrimenti finiremo per dividere il nostro essere in tre parti, il quale, avendone ottimizzato soltanto una di queste, risulterà inefficiente.” “Esistono molte persone che la pensano così?” domandò Giò “Più di quante voi possiate credere….. esistono degli specialisti che , oltre a portare avanti il discorso, ne studiano la valenza , comprovando i diversi metodi. Inoltre, alcuni di questi medici, hanno dedotto che ogni organo del corpo, riflette sempre una situazione, che va migliorata in caso di “malattia”.” “Spiegati meglio!” disse Eli “vi farò alcuni esempi….” continuò il vecchio “avete mai sentito parlare di una situazione difficile da digerire, quando questa è risultata pesante da affrontare o inaspettata?” I ragazzi annuirono con il capo, allora Luna seguì “sebbene questa frase di uso comune, sia presa in genere come paragone, non nasconde l’evidenza. Lo stomaco, come organo fisico, è il primo posto dove il cibo si deposita, dall’ingestione. Esso è quindi la prima accoglienza. Se per noi, in quel particolare momento, il cibo è pesante, diremmo che ci è “rimasto sullo stomaco”. Così come il cibo, le situazioni difficili, creano un accumulo di energie stagnanti, che si condensano in questo caso, in prossimità del terzo chakra, là dove risiede anche lo stomaco, organo direttamente colpito dalla situazione, il quale avrà difficoltà di digestione. In questo caso, sarebbe meglio chiedersi, quale situazione ci è risultata così pesante, da non poterla “digerire”, consapevolizzandola…….. solo così porremmo fine ai nostri problemi di digestione. Ogni malattia serve per crescere, nulla viene mai per caso! “Se noi non avessimo conflitti, se non vivessimo nessuna situazione come “pesante”, allora potremmo evitare le malattie?” chiese Eli “Impossibile, poiché la perfezione non è dell’essere umano…..” commentò Luna, poi seguì a parlare “la malattia si manifesta ogni qual volta vi sia qualcosa da ricostruire…….. scomparirà del tutto soltanto facendo chiarezza sulla direzione da seguire, ottimizzando quindi il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri, sul filo di un pensiero d’amore.” “Ne ha di lavoro l’aura!” esclamò Giò “Già…” riprese il vecchio “un essere umano è sempre in costante evoluzione e l’aura è il suo specchio…….. se noi imparassimo veramente a guardarci allo specchio, intendo andare oltre alla nostra immagine riflessa, saremmo in grado di ascoltare anche i suoi campanellini d’allarme….. per esempio quando , attraverso le energie in diminuzione rispetto alla normalità, essa ci trasmette che è ora di prenderci una pausa. Questo è un lavoro molto importante, a cui fa fronte il quinto strato aurico. Bene, ora passiamo al sesto strato aurico: a me ricorda un po’ l’alone creato dal sole, quando, alto nel cielo, manifesta la sua energia, tramite luce e calore. Insomma, questo strato aurico, dona ai miei occhi una visione celestiale!” “Celestiale? Questa parola mi fa ricordare gli angeli!” sussurrò Eli

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Il vecchio sorrise, poi continuò: “Giustamente, anche il melodioso canto degli angeli, può ricordare la luce che questo livello aurico diffonde, in quanto esso indica la nostra spiritualità……..” “E’ una parola molto profonda, ma cosa significa esattamente?” domandò Giò con voce sottile “Spiritualità, è il “non attaccamento alla materia”…….” Spiegò Luna “in che senso?” lo interrogò Eli “diciamo che la materia, è rappresentata da tutto ciò che si può vedere con gli occhi fisici e toccare con le nostre mani. Essa deve essere considerata un bene di cui possiamo servirci al momento del bisogno, essendo anche noi “materia”, ma con cui non possiamo nutrire il nostro spirito. La spiritualità, non possiamo comprarla, non possiamo accumularla. E’ un bene caro a cui si può accedere soltanto spogliando le nostre menti dalla presunzione del sapere.” “E’ per questo che sento spesso dire che la felicità non si compra?” domandò Eli “Certo….” Seguì il vecchio “noi, con il denaro, possiamo comperare soltanto ciò che verrà dissolto con il tempo, ciò che rimarrà su questa terra: i mobili, i vestiti, la casa, ciò che ha una fine…… e più l’essere umano mostrerà attaccamento ai beni materiali, meno sarà la sua evoluzione spirituale. Il sesto strato aurico, mostra l’equilibrio che l’uomo raggiunge, tra materia e spiritualità e lo indica brillando con un intensa luce raggiata, dai colori dell’arcobaleno.” “E se un uomo si dedicasse completamente alla spiritualità?” fu la domanda di Giò, con aria pensierosa e lo sguardo rivolto alla finestra, là dove si intravedeva una fetta di cielo…….. “Io credo,” rispose Luna “che la totale dedizione alla spiritualità, non possa esistere nell’essere umano, poiché quest’ultimo è materia e come tale, deve poter curare anche la parte materiale, che contribuisce alla sua esistenza. Ricordate ragazzi che gli estremismi sono sempre pericolosi. Se estremista è una persona che ha la sua ragione di vita improntata sul materiale, lo è anche chi fa della sua vita una fonte totalmente spirituale. Il giusto equilibrio sta sempre nella via di mezzo……….. è l’equilibrio che permette alle persone di conoscere il significato del rispetto, dell’amore in senso ampio, poiché se ognuno ritrova dentro sé il giusto equilibrio, sta bene con se stesso e può iniziare la sua strada, con e attraverso il mondo. Questo è il grande compito del nostro sesto strato aurico. Dopo una giusta pausa, consumata di fronte ad un bicchiere di latte, il vecchio riprese a parlare: “bene ragazzi, non ci rimane che parlare del settimo strato aurico, l’ultimo appartenente all’aura umana……. Esso assomiglia ad un grosso uovo ed avvolge tutti gli altri strati aurici, proprio come se volesse proteggerli. Se mi fosse concesso lo potrei definire Divino, in quanto esso è l’illuminazione diretta dell’universo. Lo dimostra il fatto che si ponga tra noi e l’immensità celestiale, donandoci energia da cui traiamo beneficio. E come se non bastasse anche il suo colore dimostra il massimo dell’elevazione…….esso è strutturato da un immensità di fili dorati che si intersecano

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l’uno all’altro…….” Dopo una breve pausa Luna riprese: “la sua visione è quanto di più profondo possa illuminare le nostre menti, la sua percezione dona intense emozioni, traducibili da noi esseri umani, come amore incondizionato. Questo avviene, poiché entrandoci in contatto, noia accediamo alla spiritualità, facente parte della dimensione sottile.” diamo alla spiritualità, facente parte della dimensione sottile." "M? come si puo’ raggiungere un simile livello?" domandò Eli, il cui viso lasciava trasparire un notevole stupore "Naturalmente," commentò il vecchio "premetto che ci vogliono anni di pratica e di esperienza per poter raggiungere tale illumina-zione, ma non rammaricatevi, gli esercizi sono alquanto semplici,....." "Quali sono?" lo interruppe Giò, la cui curiosità aveva superato ogni limite "Direi che servono molto gli esercizi di meditazione e di respirazione, eseguiti insieme a persone che vi guidino in questa fase, ma 1'esercizio preliminare è 1'applicazione dei vostri pensieri, della meditazione, nella vita." "Allora è semplice!" esclamò Eli "Meno di quanto tu pensi...." continuò il vecchio "Vedi Eli vi sono molte persone che predicano 1'amore, molte che studiano importanti concetti filosofici indiscutibili, ma sembra quasi che appena finito di parlare, appena chiuso il libro, questi si dimentichino i concetti. Il loro modo di vivere è completamente diverso dalle loro prediche e ciò non ha senso. Ora siete ancora piccoli, quindi la vostra mente è ancora grande, per voi è semplice applicarne i concetti senza ridicole discriminazioni, ma quando diventerete grandi, dovrete impegnarvi di più, poiché sembra incredibile, il mondo tende a scartare chi porta con sé il primordiale concetto d'amore, per giustificare coloro che sono totalmente presi dalla materia." "........difficilissimo........" sussurrò Giò dopo un lungo respiro "Oh no Giò...." lo rassicurò Luna "dipende solo dalla tua volontà, saper creare una tua vita basata sulla comprensione, sull' amore, poiché questi concetti, vissuti concretamente, danno luogo al pensiero collettivo in astrale e agli esseri umani in termini fisici, di poter ampliare le loro menti." il vecchio si strofinò la bianca barba tra le mani in una breve pausa, poi finì il suo latte, mentre Eli lo guardava dolcemente, tentando di capire da dove venisse , quindi gli domandò : "Ci avevi detto che gli ultimi tre strati aurici perdurano anche dopo la morte fisica, che il nucleo essere diventa fonte di luce, ma allora, perché la maggior parte delle persone ha paura di questo distacco, o lo vede come la "fine"?" "Si ha paura delle cose che non si conoscono Eli……” rispose il vecchio "e la morte è sempre stato un argomento su cui molti fanno ipotesi, talvolta anche bizzarre, ma nessuno è ancora stato in grado di dare certezze (meno male!) . E' per questo che si ha paura di lasciare il proprio corpo fisico, esso e 1'unica certezza della nostra vita." "Come fai allora, ad essere certo che il nostro essere nucleo permanga dopo la morte? " domandò Giò un pò disturbato "Nella mia lunga esistenza sulla terra," seguì Luna "ho visto molte persone abbandonare il loro corpo fisico, e con loro ho visto dissolver si nei primi tre giorni, i tre strati aurici più vicini al loro corpo. Ho avuto in dono di

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poter aiutare la loro essenza prendere forma nella nuova dimensione, così li ho visti aleggiare nello spazio, creando nuova luce intorno a noi. Per questo sono oggi in grado di raccontarvi tutto ciò." Nella stanza ci fu silenzio. Luna era riuscito a donare con le parole la sua profonda emozione . Fu Eli, dopo qualche minuto ad interrompere il silenzio con una domanda: "Come si può aiutare coloro che stanno lasciando il 1oro corpo fisico?" "Basta parlargli....." riprese il vecchio "parlargli usando la voce, oppure anche solo con il pensiero, loro ci sentiranno lo stesso. Ci sono persone, che hanno molta paura al momento del trapasso, noi li possiamo aiutare formulando pensieri positivi, spiegandogli che loro si trovano in un momento di transizione che li condurrà alla loro essenza. Questo lo si può fare, anche a distanza, ovvero se non siamo presenti, accanto a loro. " Eli e Giò non distolsero lo sguardo da Luna, che in quel momento aveva terminato la spiegazione, come assorti in una fiaba senza tempo. Eli prese la parola: "Mi sembra che la tua casa, tu, le tue parole, facciate parte di un altro mondo, in cui mi sento a mio agio,...." "E' vero" seguì a ruota Giò Luna sorrise accarezzando 1'aura dei ragazzi in prossimità del capo, poi Eli domandò : "Siamo arrivati al settimo strato aurico, tu ci hai descritto di ognuno il compito, i colori, la struttura, ma non ci hai detto da che cosa sono suddivisi....." "Non vi è una netta suddivisione tra gli strati aurici..." commentò Luna "essi sono stati così suddivisi per comodità di studio dell’uomo. Immaginate una pianta e la sua radice, la prima non è divisibile dalla seconda, anche se 1'uomo le descrive separatamente Ogni livello ha il suo compito, benché siano un unica cosa." "Esistono altri strati oltre al settimo?" domandò Giò "Sì Giò...." sospirò Luna "ma non si possono definire nostri in quanto sono parte dell'energia universale." “a cosa servono?” chiese Eli "Essi ricaricano la nostra aura di energie sottili funzionando da tramite tra noi e l’universo..." "Perché abbiamo bisogno di un tramite?" lo interruppe Eli "Ti farò un esempio Eli :" seguì il vecchio "parliamo della corrente elettrica : in una comune casa la sua potenza è di 220 volt, ma se la nostra radiolina può funzionare solo con una massima potenza di 12 volt, ci troveremo costretti a porre un intermediario tra la corrente e la radiolina; questo si chiama trasformatore. La stessa cosa si verifica tra noi e le energie sottili . Noi, in quanto materia, non potremmo sopportare di ricevere direttamente dall’universo l’energia, abbiamo bisogno del nostro trasformatore, che in questo caso è l’aura. Immaginate una pianta e la sua radice, la prima non è divisibile dalla seconda, anche se 1'uomo le descrive separatamente. Ogni livello ha il suo compito, benché siano un unica cosa." "Esistono altri strati oltre al settimo?" domandò Giò "Sì Giò...."

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sospirò Luna "ma non si possono definire nostri, in quanto sono parte dell'energia universale." "E a cosa servono?" aggiunse Eli "Essi ricaricano la nostra aura di energie sottili funzionando da tramite tra noi e 1'universo.. . " "Perché abbiamo bisogno di un tramite?" lo interruppe Eli "Ti farò un esempio Eli :" seguì il vecchio " Eli pensò un attimo, poi intervenne: "A scuola abbiamo studiato le fasi di crescita del bambino prima della nascita. Ricordo che la maestra spiegava come il bambino si alimenta : egli assorbe il nutrimento necessario dalla mamma che lo trasforma e glielo passa attraverso il cordone ombelicale. Non è la stessa cosa?" "Esattamente Eli. . . . " rispose Luna "gli strati aurici superiori, hanno la stessa funzione, in questo caso noi possiamo godere del nutrimento dateci dall'universo." "Tutto questo è stupendo...." disse Giò con aria sbalordita "ho la vaga sensazione di sapere già ciò che tu mi dici.... è come se il tuo compito, fosse quello di rinfrescarci la memoria " "Chiaramente Giò," ribadì il vecchio "tutte queste cose ci appartengono, esse hanno dimora nel nostro essere, quindi se ci vengono dette, non possiamo che avere la dolce sensazione del risveglio...... e il risveglio ha un meraviglioso profumo sottile, che assomiglia alla primavera, quando, i ghiacci si sciolgono, per lasciare spazio al fiorire della natura.” “sono d’accordo provo anche io la stessa sensazione” aggiunse Eli e poi, insieme a Giò sorrisero, mostrando al vecchio la loro gratitudine, poiché Luna, per loro rappresentava la primavera. Poco dopo Eli domandò : "Ma 1'aura, si può ammalare?" "Certo....." riprese il vecchio "se, ad esempio i nostri pensieri sono prevalentemente tristi, creeranno un alone grigio in alcuni livelli dell'aura, che porterà a non agevolare lo scambio energetico che normalmente avviene con 1'universo." "Che cosa può succedere se noi non facciamo nulla per allontanare dai nostri pensieri la tristezza?" domandò Giò “Bhe ………..” continuò Luna "come tutti gli stati d'animo negativi, la tristezza non soffiata via, si radica nei nostri pensieri , così da compromettere, a lungo andare, addirittura la nostra salute fisica. E credetemi, moltissime persone soffrono di questa malattia, senza rendersene conto. Il peggio avviene dopo qualche tempo, poiché, viene a loro spontaneo credere che la vita gli doni soltanto sofferenze, e così facendo mascherano e racchiudono il loro nucleo essere in una scatola nera. E ' chiaramente inevitabile il danno che loro stessi si procurano.” "Come si può aiutare queste persone?" chiese Eli

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"Inviate loro pensieri positivi, così che possano capire che non esista soltanto il male." sottolineò Luna, evidenziando la sua risposta con un tono di voce marcato "Esistono persone che curano 1'aura, così come il medico cura il fisico?" domandò Eli "Certamente..." seguì il vecchio "sono persone, che dopo aver eseguito un enorme lavoro su di sé, possono dirsi operatori energetici." "Ci puoi dire qual'è il lavoro che bisogna eseguire su se stessi?" chiese Giò un pò smarrito "Oh è un grande lavoro....." continuò Luna "si tratta di crescita spirituale......" "Crescita spirituale?" ripeterono in coro i ragazzi “Già” confermò il vecchio e seguì con un esempio: "Se io devo avvitare una lampadina al portalampada che si trova al soffitto, non potrò che farlo, usufruendo di una scala; quindi salirò al livello del portalampada, per ottenere il collegamento. La stessa cosa, vale per un terapeuta energetico. Se egli vuole operare con 1' energia del primo strato aurico, dovrà entrare a farne parte, altrimenti, potrà solo immaginare di lavorarci, in quanto sarà a terra e non sulla scala. per raggiungere questo scopo, bisogna conoscere 1'energia ( e non soltanto a parole ), conoscere se stessi, e sopratutto conoscere profondamente L’UNICITA’ che è parte integrante del sistema energetico universale. Le persone che intendono diventare operatori energetici, dovranno quindi imparare ad essere, al momento del lavoro , tutt'uno con le energie stesse, seguendo un processo di evoluzione, mediante meditazioni, respirazioni, ed altre tecniche, chiaramente seguiti da un buon maestro. Essi saranno in seguito,dopo un tempo che non si può definire, poiché varia da persona a persona, di "operare" sull' aura." "Ma queste persone, vedono l'aura?" domandò Eli "Alcune la vedono, altre la percepiscono attraverso il tatto, oppure mediante l'udito, ma in entrambi i casi, questi terapeuti, operano sul campo energetico in ugual modo." rispose Luna, poi subito lo interrogò Giò un po’ perplesso: "Esistono persone che fingono di vedere l'aura, e quindi fingono di essere terapeuti?" "Questa è una buona domanda Giò....." rispose il vecchio "Dovete sapere che, in questi anni sono di moda le cosi dette "cure alternative", ed è proprio per questo che vi è sull'argomento molta confusione . Alcune persone, probabilmente in buona fede, credono di vedere l'aura nella sua interezza e, proprio perché non la conoscono, non vi entrano in contatto; esse sono prigioniere delle illusioni della propria mente . Ma il male più grande avviene quando queste persone si auto promuovono terapeuti, poiché, non sapendo "operare",creano confusione sul campo. Chiaramente questi ultimi, avrebbero bisogno di lavorare ancora molto su se stessi, prima di dichiararsi "operatori energetici per rendere accessibile a loro stessi, una vera valutazione obbiettiva di tutto il campo energetico. " "E' come se il medico si dichiarasse tale molto prima di finire gli studi?" domandò Eli "Giustamente Eli......" rispose Luna "è proprio così, poi vi sono persone a cui piace porsi dinnanzi a tutti, usano il proprio potere per apparire e, siccome vedere 1'aura non è da tutti, questi usano la singolarità della terapia, proprio per porre in evidenza il loro essere, da cui traggono innumerevoli gratificazioni. Senza contare gli individui che inscenano effetti speciali, per attrarre 1'attenzione su di sé. "Ma allora, come si fa a distinguere un vero terapeuta, da uno che si mostra come tale solo in apparenza?"

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chiese Giò un pò spaventato seguì il vecchio "innanzi tutto dobbiamo imparare a fidarci del nostro istinto, che ci dirà con chi abbiamo a che fare ; sarà proprio 1'istinto ad insegnarci a distinguere 1'amore, che un terapeuta sa diffondere , dall'apparenza, accompagnata da un ambiente pressoché sterile." "In che senso?" domandò Eli arruffando il naso "Oh.... è molto semplice.... " ribadì Luna sorridendo "in altre parole, chi sa tace, non si mette in mostra, poiché non si deve nutrire della gratificazione regalata dalle altre persone, egli si nutre della sua sapienza, che cresce con lui, mentre, chi non sa, continuerà a mettere in evidenza la sua bravura, per compensare la sua mancanza. Diffidate quindi di coloro ,che esibendosi continuamente, si rifiutano di crescere." "Grazie Luna, sei stato molto chiaro." commentò Eli, ma subito dopo Giò, un pò perplesso disse: "Ma un vero terapeuta, quando opera sull'aura di un'altra persona, usa le sue energie? E non rischia di ammalarsi?" "Oh, no Giò...." seguì il vecchio "un terapeuta, quando opera, non attinge mai dalle proprie energie, bensì da quelle universali, oppure usa quelle tèlluriche, poiché queste sono una fonte illimitata, e come tali, non potranno scaricarsi . Le energie "sporche", che vengono asportate dall’ aura, vengono fatte riassorbire dall’ universo, attraverso una semplice gèstualità (la mano aperta verso 1'alto), quindi 1'operatore energetico non corre il rischio di ammalarsi." "E se 1'operatore energetico è ammalato, può fare qualcosa per se stesso?" domandò Eli "Indubbiamente, tutto ciò che si può fare agli altri, lo si può fare per se stessi....." rispose Luna "In questo caso, se il terapeuta è sufficientemente preparato, potrà eseguire su di sé alcuni trattamenti, senza usare le sue mani. Egli "pulirà la sua aura, tramite il pensiero, durante una meditazione" "Ma allora, quando si usa l'energia propria?" domandò Giò "La nostra energia," commentò il vecchio "la usiamo tutti i giorni : per camminare, per fare i compiti, per giocare ecc......." Eli lo interruppe : "Di sera molte volte, quando devo finire i compiti , mi sembra di non capire più nulla, è la mia energia stanca?" "Il tuo campo energetico è quasi scarico, ecco perché hai questa impressione...." continuò Luna "e ha bisogno immediato di ricaricarsi, questo bisogno, viene mediamente soddisfatto di notte, durante il sonno. Dalla sera alla mattina,noi permettiamo al nostro fisico di riposarsi, e così anche alla nostra mente, quindi ricarichiamo il nostro campo energetico. Questo è un processo automatico, poiché 1'energia, come forma intelligente, va a colmare i vuoti creati durante le nostre attività giornaliere. Vi è addirittura un detto popolare, che si riferisce ai problemi che vengono a crearsi : "dormici sopra, la soluzione verrà da sé". In poche parole questo sta ad indicare che una mente ricaricata energeticamente, funziona meglio. Durante la notte 1'energia fluisce indisturbata, poiché, non essendo vigili, lasciamo che il nostro nucleo essere prevalga, abbassando le tipiche barriere di difesa. " "Che cosa sono le barriere di difesa?" domandò Giò, guardando Luna con gli occhioni spalancati "Sono le "difese che la nostra mente crea per non soffrire.”..... o almeno, così pensa...." commentò Luna "Non ho capito....."

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intervenne Eli "Vi farò un esempio....." continuò il vecchio "In genere, quando un uomo si innamora di una donna, non trova subito il coraggio di proporsi, questo perché ha paura di venire rifiutato. In questo caso, il rifiuto, è paragonabile alla sofferenza, attraverso cui la mente umana si rifiuta di passare, poiché non riesce a vederla come crescita, ma come sofferenza fine a se stessa. L'essere umano, vorrebbe avere il potere, di non avere nessuna reazione di fronte ad un rifiuto, così da non stare male. E qui avviene la tragedia : egli crede di non aver sofferto, in quanto le difese gli hanno permesso di non sentirla, in realtà, questa è "spazzatura" che si accumula e che prima o poi verrà fuori chiaramente ingigantita. La sofferenza aiuta a risolvere veramente i problemi, che scompariranno per sempre, senza lasciare traccia." I ragazzi annuirono, dimostrando stupore per quante cose sbagliate, loro davano per scontato, Dopo un attimo di condivisione, mediante il silenzio, Eli prese la parola : "Nel giardino di casa mia c'è un alta staccionata, che segna i confini del mio prato. Io in genere, non riesco a saltarla, ma una volta, mi è successo di essere spaventata da una vespa che mi inseguiva e con un solo balzo 1'ho saltata. Quando mi sono resa conto di ciò che ero riuscita a fare, mi sono stupita. In questo caso, ho avuto una ricarica immediata di energie?" "No Eli, in questo caso si tratta di KI. " rispose il vecchio i ragazzi chiesero in coro "Che cosa vuoi dire?" domandò Eli, quindi Luna riprese a parlare : "KI, è una parola giapponese che significa "energia propria"..........è 1'arte di sfruttare a fondo le proprie capacità." "In che senso?" lo interruppe Giò "Ora vi spiego...." continuò il vecchio "noi esseri umani,non usufruiamo mai totalmente le nostre energie, poiché oggi, non vi sono più problemi legati alla sopravvivenza. Molto tempo fa,(e ancor oggi per alcune specie animali ) 1'uomo era costretto a contare solo sulle sue capacità se voleva nutrirsi, difendersi dal freddo,e non solo: doveva sempre mantenere allerta il proprio istinto, che usava in caso di attacchi improvvisi. Egli conosceva ed usava il KI. Nel tempo presente, noi usiamo il ki, solo in casi di reale pericolo, che (meno mele)è notevolmente diminuito. Ecco perché, usando poco la nostra parte istintuale, ci stupiamo di noi stessi, quando in casi estremi, compiamo azioni, che altrimenti non saremmo mai capaci di compiere." "Esistono esercizi per riscoprire il ki?" chiese Eli incuriosita "Certamente.. . . " riprese il vecchio "in alcune arti marziali, come ad esempio l'aikido, viene evidenziato e ripreso il contatto con il ki, che avevamo dimenticato. Tipico esercizio dimostrativo, è "il braccio che non si piega", praticato in genere da esperti nel campo, ma che con un po’ di allenamento, può essere svolto da chiunque. In questo esercizio, la persona che lo esegue, tende il braccio verso 1'esterno, su cui ci si appende una seconda persona a peso morto. Egli, non usando forza muscolare, non esercita il minimo sforzo, resistendo impassibile al peso. Chi riesce a vedere le energie, può notare, che esiste un filo diretto tra il suo punto d'equilibrio (HARA), che andrà a comunicare direttamente sia con la terra che con

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1'universo, e la propria energia (KI). Chiunque sia in grado di praticare esercizi simili, sa usufruire pienamente il suo ki." "Hai parlato di hara. Che cos'è?" domandò Giò sistemandosi meglio sulla sedia. Il vecchio pose per un attimo il suo sguardo al di là della finestra, scrutando attentamente la posizione del sole, che direzionandosi lentamente dietro le montagne, lasciava ormai poco tempo alle sue parole, ma non accellerò i suoi discorsi, ne pose il limite alle domande dei ragazzi : "Hara è un piccolo nucleo eterico a forma di uovo, posto all'incirca quattro dita sotto l’ombellico, ed ha la funzione di donare equilibrio sia al fisico, sia alla mente. Esso è collegato, attraverso un filo eterico che va verso il basso, all’energia tellurica e attraverso un altro che va verso l'alto all’energia universale. Termina nel primo caso, affondando nella terra, e nel secondo, a circa un metro dalla nostra testa, con un"cappellino" a forma di piccolo imbuto." "Si può ammalare Hara?" chiese Giò "Può essere in disequilibrio...." proseguì il vecchio "In che senso?" lo interruppe Eli "Abbiamo detto che da hara, partono due fili eterici.... .bene, questi possono "scollegarsi", dando inizio al disequilibrio della persona. Inoltre vi sarà solo parzialmente quello scambio che deve avvenire regolarmente, per apportare il giusto bilanciamento energetico." "Esistono esercizi per sistemare questi fili?" domandò Giò, "Certamente..." rise il vecchio, "per ogni cosa esiste una soluzione. Venite accanto a me, ne proveremo uno insieme." I ragazzi fecero un solo balzo e si trovarono già allineati dinnanzi a Luna, felicissimi di poter provare un esercizio insieme . Quindi Luna cominciò la descrizione : "Aprite le gambe, in modo che i piedi si trovino all'incirca alla stessa altezza delle spalle..... bene, ora piegatevi, come se doveste sedervi su una sedia immaginaria....... dopo di che, rimanete immobili e cominciate la respirazione consapevole....... ora portate 1e vostre mani giunte sopra alla testa inspirando, poi lentamente espirate portando le mani giunte verso il basso, fino ad arrivare ad hara.......... ripetete questo per otto volte." II vecchio smise di parlare, per concedere ai ragazzi il silenzio che da luogo al .rilassamento e aspettò che i due terminassero ’ esercizio Fu Eli a rompere il silenzio: "E' come se avessi più...... più sprint" e Giò ribattè: 'Io mi sento più tranquillo......non mi sentivo così da tempo " "E' questione di riequilibrio , ragazzi......" confermò il vecchio "è il vostro equilibrio che riaffiora, poiché tramite questo esercizio, i fili eterici sono stati ricollegati ad hara........ ed ora fate questo esperimento prettamente fisico: alzatevi in piedi e provate a mantenere 1'equilibrio su una gamba sola: prima poggiate il vostro peso completamente sulla destra, poi provate con la sinistra....." I ragazzi dimostravano, come sempre grande interesse per queste prove, che sperimentavano alll'istante con grande emozione. Al fine di questo esercizio Eli prese la parola: "Riesco a mantenere 1'equilibrio sia su una gamba che sull’ altra con estrema facilità” poi continuò Giò: "Anch'io ci riesco con tutte e due le gambe, non ci ero mai riuscito con la sinistra!" "Questo," confermò il vecchio "comprova la teoria dell'equilibrio, anche a livello fisico....... inoltre, è un ottimo

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esperimento , da fare provare a chi avesse qualche perplessità sull'esercizio....." Dopo un lungo respiro Eli affermò: "Saranno molte le cose che avremo da dire e da fare, quando usciremo di qui, grazie a tè Luna !!" "Oh no Eli....." commentò Luna "grazie al vostro ascolto e alla vostra volontà di apprendimento......" E in un attimo, il ringraziamento espresso a parale, fu comunicato dai tre anche attraverso i sentimenti, visibili nei colori dell'aura. Fu quasi una preghiera di ringraziamento all' universo per 1'avvenuto incontro. Giò prese la parola : "Esiste una tecnica che ci dia la possibilità di poter usufruire dell'energia universale, quando ne sentiamo il bisogno?" "Certamente Giò...." riprese il vecchio "una di queste tecniche, porta il nome di reiki." "Reiki?" replicò Giò "che cos'è?" "E' una tecnica molto semplice...." seguì Luna "basta partecipare ad un seminario di due giorni, in cui il maestro, mediante quattro armonizzazioni "pulisce" il canale eterico, attraverso cui fluirà l'energia. Dopo questi due giorni, ognuno, avrà la possibilità di usare il Reiki, quando ne sentirà la necessità per sé e per gli altri.” "Mi sembra troppo semplice..... funziona?" domandò Eli "A volte, le cose troppo semplici, vengono scartate. . . . . " commentò Luna "proprio perché l'essere umano, non è più abituato ad essere semplice.......ad ascoltarsi. Sempre più spesso, si attribuiscono significati complessi al fluire dei pensieri, si scusano azioni mostruose, si cercano placebo pur di dormire tranquilli, evitando così il meccanismo che ci ha fatto nascere: la semplicità...... Il Reiki è un dono grandissimo, che ci da 1'opportunità di crescere, di migliorarci, di "guarirci". " "Quindi il Reiki può guarire?" chiese Giò il vecchio rispose : "II Reiki ha il potere. essendo energia, di riequilibrare i nostri scompensi energetici, che la maggior parte delle volte, si ripercuotono sul fisico sotto forma di malattia. Chiaramente ricaricando 1'aura energeticamente, anche il fisico starà meglio." "Ma siamo sicuri che Reiki non sia magia?" sussurrò Eli tra sé e sé "E' forse per magia che il sole sorge ogni giorno?" domandò il vecchio rimarcando la frase con tono di voce più alto, poi continuò: "Il maestro di Reiki, pulisce il canale usando dei simboli, un pò come noi usiamo le chiavi per aprire la porta, come il chirurgo usa il bisturi per operare. Questa non è magia.. . . . ,é semplicità." "Quindi possiamo partecipare ad un seminario anche noi bimbi?" domandò Eli "Certamente...." commentò il vecchio "non esistono controindicazioni per 1'energia che ci ha fatto nascere......" Luna si interruppe, guardò fuori e con grande rammarico, vide che il sole era giunto quasi al tramonto, quindi si rivolse ai ragazzi: "E' ora che voi torniate alle vostre case, si sta facendo buio. " "Dobbiamo già lasciarci?" chiese Giò con voce cupa e altrettanto dispiaciuta continuò Eli : "Possiamo rivederci?" Il vecchio, con voce posata , da cui traspariva profonda emozione rispose: "Chiamatemi con la mente ogni volta che ne sentite il bisogno, ma sono sicuro che troverete le risposte ai vostri dubbi dentro di voi."

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Giò ed Eli si alzarono, rimisero al loro posto le sedie, e dopo essersi avvicinati timidamente a Luna, lo abbracciarono calorosamente. Egli fu felice di ricambiare 1'abbraccio, poi di nuovo li invitò al distacco. I ragazzi si avviarono verso 1'uscio, quindi Eli disse: "Grazie Luna, sarai sempre nel mio cuore.. . . . " e Giò continuò : "Grazie Luna, ci hai insegnato molto, torneremo a trovarti....." "Arrivederci ragazzi. . . . " li salutò Luna "non dimenticate che le parole, hanno il semplice scopo di innescare la riflessione, l'attuazione, rende visibile i nostri pensieri....... dimostrate praticamente ciò che avete appreso." E con queste ultime parole di Luna, che ancora aleggiavano nell'aria, i ragazzi uscivano dalla sua casa e si avviavano per il sentiero del bosco, da dove erano arrivati. "Ho l'impressione che questa strada sia diversa." disse Giò “Già………….”continuò Eli , le cose che abbiamo appreso oggi ci permettono di vederla sotto un altro punto di vista...." e poi tutti e due, sorridendo, si presero per mano, continuando a camminare verso la loro casa. Avevano percorso quasi tutto il sentiero, quando in lontananza videro le loro mamme..... "Ciao mamma !" salutarono in coro i ragazzi "Dove siete stati?" chiese Laura, la mamma di Giò preoccupata "Stavamo venendo a cercarvi !" continuò Lina, la mamma di Eli "Siamo stati da Luna, che ci ha insegnato moltissime cose....." disse Eli, correndo a loro incontro "Da Luna? e chi è?" domandò Laura "Luna è il vecchio che abita in quella casa, in fondo a questo sentiero...." rispose Eli, indicando con il dito la strada le due mamme si guardarono stupite, poi Lina disse: "Non ho mai visto una casa in fondo a questo sentiero , e tanto meno ho mai sentito parlare di Luna !" "Non ci credete?" domandò Giò "Bene, domani vi ci porteremo !" E così, 1'indomani, i due ragazzi pregarono le rispettive mamme di seguirli nel bosco. Erano entrambi eccitati all’idea che anche loro potessero conoscere Luna, per questo non fu propriamente una passeggiata, ma quasi una corsa. Arrivati al fondo del sentiero, là dove il giorno antecedente vi era la casa di Luna, non vi era che il prato, che sembrava, proprio in quel punto, essere di un verde più brillante, rispetto al resto dell'erba. I due ragazzi, piuttosto imbarazzati, si guardarono reciprocamente negli occhi, mentre ascoltavano i commenti delle loro mamme : "Sono ragazzi, avranno giocato...." diceva Laura e Lina rispose : "Certo, forse dovremmo dedicargli più tempo....." Giò ed Eli, non insistettero, lentamente si appartarono, cercando di nascondere le loro emozioni, poi Giò disse sottovoce: "Sarà stato un angelo disceso dal ci e lo, o era soltanto una nostra visione?" "Non importa Giò...." commentò Eli "qualsiasi cosa fosse, ci ha permesso di apprendere un sacco di cose, che cresceranno con noi....." Quindi tornarono accanto alle loro mamme, che coinvolsero, sulla strada di ritorno

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nell'esercizio della respirazione consapevole, spiegando loro esattamente a cosa servisse. Una volta giunti a casa, Lina invitò Laura a prendere una tazza di the, quindi le disse : "Sai Laura dopo questo esercizio mi sento meglio, è come se avessi scaricato molti problemi per il sentiero del bosco...... forse dovremmo affidarci di più ai giochi istintivi dei nostri figli! " "E' vero....." commentò Laura "ho anch'io la stessa sensazione.” Giò ed Eli, che dalla stanza vicina avevano ascoltato tutto, risero, poi Eli disse: "Hai sentito Giò, loro che sono adulti, li chiamano giochi, noi bimbi la chiamiamo "respirazione consapevole"..... non è buffo?" "E' vero......" continuò Giò "ma che importa se una respirazione viene chiamata gioco....... il fine rimane lo stesso!” insieme, guardarono verso l'alto ringraziando Luna.