giornale italiano di tricologia numero 32°

36
Giornale italiano di tricologia - anno 18 n° 32 - Aprile 2014 .L'invecchiamento della pelle e dei capelli - pag. 5 Timochinone… e non solo - pag. 29 SOMMARIO EDIZIONI TricoItalia (Firenze) Direttore scientifico: Andrea Marliani Giornale Italiano di Tricologia anno 18 - n° 32 - Aprile 2014 Proprietà letteraria ed artistica riservata

Upload: societa-italiana-di-tricologia

Post on 04-Aug-2016

233 views

Category:

Documents


8 download

DESCRIPTION

Gli argomenti trattati sono: - L'invecchiamento della pella e dei capelli a cura del dott. Andrea Marliani e della dott.ssa Fiorella Bini.

TRANSCRIPT

Page 1: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

Gio

rnal

eital

iano

di tr

icolog

ia

-an

no

18 n

°32

- A

pri

le 2

014

.L'invecchiamento della pelle e dei capelli - pag. 5Timochinone… e non solo - pag. 29

SOMMARIO

EDIZIONI TricoItalia (Firenze)Direttore scientifico: Andrea Marliani

Giornale Italiano di Tricologiaanno 18 - n° 32 - Aprile 2014

Proprietà letteraria ed artistica riservata

Page 2: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°
Page 3: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

EDIZIONI TricoItalia(Firenze)

Giornale Italiano di Tricologiaanno 18 - n° 32 - Aprile 2014

Direttore Responsabile: Guido Vido TrotterDirettore Scientifico: Andrea Marliani

Tutti i diritti riservati©

Collaboratori:

Paolo GigliAlessia PiniTorello LottiFiorella BiniCarlo GrassiAldo MajaniAlfredo Rossi Fabio RinaldiPiero TesauroMorani PaoloAlfredo ReboraDaniele CampoAndrea CardiniFabrizio FantiniGloriana RondaCaterina FabroniRoberto d’OvidioFranco ButtafarroVincenzo GambinoAlessandro MinucciEkaterina Bilchugova

Page 4: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

SOMMARIO:

L'invecchiamento della pelle e dei capelli - pag. 5

Timochinone… e non solo - pag. 29

Page 5: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

5

Novembre 2014 - N° 32 - Giornale Italiano di Tricologia

L’INVECCHIAMENTOdella pelle e dei capelli

Andrea Marliani e Fiorella BiniFirenze

La pelle è un organo estremamente complessoche nasce, embriologicamente, insieme alsistema nervoso. La pelle contiene l’individuoe ne delimita l’interno dall’esterno; è il confi-ne dell’Io, lo specchio delle emozioni.Esistono malattie psichiatriche in cui la pelleè al centro delle manifestazioni: c’è chi siautoinfligge escoriazioni con le unghie, cre-dendo di essere infestato da parassiti e provo-candosi così dermatiti fittizie; c’è chi si strap-pa i capelli nella cosiddetta tricotillomania;c’è chi si gratta a sangue per un prurito ingiu-stificato. Infine, ci sono casi in cui è la malat-tia della pelle a generare vere e proprie turbepsichiche, soprattutto in una società come lanostra che dà troppa importanza all’apparire.Allo stesso tempo la pelle è organo di sensoche mette in contatto l’Io con il Mondo. Lapelle, quale organo di comunicazione, rappre-senta il confine tra l’Io più profondo, laSocietà ed il Mondo.Ma la pelle, come tutto l’organismo, con ilpassare degli anni invecchia: il decadimentodella pelle non lascia mai indifferenti e anchel’individuo più equilibrato è sempre infelicenel vedere il proprio declino.Con la pelle anche i capelli invecchiano. Icapelli, vane appendici cutanee, hanno sem-pre avuto grande importanza nella storia

dell’uomo con profondi significati simboliciattraverso epoche e culture; nella societàattuale, la capigliatura gioca un ruolo fonda-mentale nell’immagine di sé ed ha un consi-derevole rilievo nell’attrazione sessuale. Oggicome ieri, la perdita dei capelli è spesso vissu-ta come una punizione o come una condan-na. I capelli, osannati per la loro bellezza,lucentezza, quantità e denigrati se untuosi,esili, opachi, costituiscono una fonte di preoc-cupazione per un grande numero di indivi-dui.Se da un lato il tempo che passa ci arricchiscedi esperienze e ricordi, dall’altro ci va privan-do di quella freschezza dell’aspetto e diquell’energia caratteristiche della giovinezza.La pelle ed i capelli mostrano agli altri lanostra età ma anche quello che, con il tempo,abbiamo acquisito in esperienza ed autorevo-lezza. “L’anzianità fa grado”: dice un prover-bio. E poi non possiamo non invecchiare: ilsegreto della serenità sta nell’invecchiarebene.

Page 6: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

L’invecchiamento è un processo biologicoinfluenzato da fattori sia ambientali che gene-tici. Sin dai tempi più antichi l’essere umanoha cercato di contrastare i segni del temposulla pelle e sul fisico, ed oggi, più che mai,questo è diventato uno dei nostri obiettiviprioritari. È impossibile fermare l’orologiobiologico, è però possibile rallentare la forma-zione delle rughe e mascherare le imperfezio-ni che sono già in atto sulla nostra pelle.Possiamo avere una pelle invecchiata a 30anni, con quei segni caratteristici delle perso-ne di età più avanzata, e una pelle ancor gio-vane a 50 anni, idratata e tonica, in buonequilibrio. L’invecchiamento cutaneo è unprocesso evolutivo ed irreversibile, perchéfisiologico; esso si compone di un insieme dialterazioni che determinano la riduzionedell’idratazione cutanea, la comparsa dirughe, la perdita di elasticità, l’ispessimentoche produce le cheratosi e la formazione dichiazze pigmentate chiamate “macchie seni-li”. Tutto questo è il risultato di due eventiparalleli: l’invecchiamento cronologico (endo-geno) e l’invecchiamento da fattori ambienta-li (esogeno).

L’invecchiamento endogeno è fisiologico,assolutamente normale e dovuto alla nostragenetica e a processi metabolici e ormonaliche portano ad una progressiva atrofia delderma, dell’ipoderma e delle strutture disostegno. Ha inizio dopo i 25 anni, per mani-festarsi chiaramente dai 40 anni in poi. Lacute invecchiata si presenta più sottile, menoelastica, disidratata, con capillari dilatati emacchie scure. Diminuiscono i peli edaumenta la mobilità sui piani profondi.A livello della zona superficiale della pelle(epidermide) l’invecchiamento endogeno simanifesta con la riduzione della capacità rige-nerativa: le cellule dello strato basale si ripro-ducono meno rapidamente e di conseguenzal’epidermide si assottiglia. Diminuisce ilnumero delle cellule del sistema immunitariopresenti nell’epidermide (cellule diLangherans) così come si riduce l’attivitàdelle cellule deputate a produrre la melanina(melanociti) responsabile del colore dellapelle, dei capelli e dell’abbronzatura quandoci si espone al sole: la diminuzione della mela-nina determina una maggiore facilità ai dannie alle scottature durante l’esposizione alleradiazioni solari (ultraviolette). A livello dellazona profonda della pelle, nel derma, si ridu-cono il numero e la funzionalità delle celluledi sostegno, i fibroblasti: essi rispondono sem-pre meno ai fattori che ne stimolano l’attivitàproliferativa e la produzione di quelle macro-molecole che costituiscono la rete elastica pro-fonda della pelle, come il collagene e l’elasti-na, responsabili del tono e della elasticitàcutanea. È proprio a livello del collagene (cherappresenta il 70-80% del peso del derma) chei cambiamenti si notano maggiormente, e por-tano ad una riduzione del suo spessore dicirca il 6% ogni 10 anni di vita. Sempre a livel-lo del derma si riduce la produzione dei cosid-detti glucosamminoglicani, tra i quali l’acidoialuronico, responsabili della idratazione pro-

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

6

Page 7: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

fonda. Anche le ghiandole cutanee si modifi-cano, paradossalmente aumentando didimensioni e progressivamente riducendo lapropria attività, con la conseguente riduzionedel grasso di superficie e dell’idratazionecutanea. Anche le strutture che trasmettonola sensibilità alla pressione ed al tocco, i cor-puscoli di Pacini e Meissner, diminuiscono dinumero.L’invecchiamento esogeno è invece provocatoda molti fattori tra i quali citiamo: inquinantiambientali, caffè, alcol, droghe, smog, oltreall’ancora più nocivo fumo di sigaretta, chediversi studi hanno associato alla presenzadelle rughe periorali. Studi recenti suggeri-scono che, attraverso la formazione di moleco-le ossidanti, il fumo possa ridurre la sintesi dicollagene (e non solo intorno alle labbra)anche del 40%. Questi fattori esterni, esogeni,inducono la formazione di radicali liberidell’ossigeno e la riduzione delle sostanze chehanno la capacità di neutralizzarli (antiossi-danti). I radicali liberi sono molecole ossidan-ti molto reattive e molto tossiche che reagisco-no con le strutture cellulari provocandodanni al DNA, RNA, proteine e lipidi di mem-brana, cui consegue ispessimento e perdita dielasticità della pelle. La formazione di radica-li liberi determina il degradarsi della sostanzaintercellulare (matrice extracellulare) e lariduzione della produzione, da parte delle cel-lule del derma (fibroblasti) del collagene,principale responsabile della tonicità cuta-nea.Tra i fattori ambientali causa dell’invecchia-mento esogeno riveste un ruolo a parte, ma digrande rilievo, l’esposizione al sole: il cosid-detto fotoinvecchiamento (photoaging). I fat-tori che influenzano il grado di fotodanneg-giamento sono: il fototipo cutaneo (la pellechiara è più sensibile di quella olivastra), iltempo di esposizione al sole (se ci si esponesoltanto nel periodo estivo o durante tutto

l’anno, come ad esempio chi lavora all’aper-to), la latitudine (nelle zone tropicali i raggisolari hanno una energia elettromagneticapiù intensa), le misure di protezione solareattuate. L’esposizione alla luce determina uninvecchiamento precoce e diverso rispetto aquello dovuto all’età, e caratterizzato dallapresenza nel derma di fibre elastiche ispessitee danneggiate (elastosi) che determinano unparadossale ispessimento cutaneo mentre ilcollagene maturo, cui è legata la funzione disostegno, è ridotto. In generale il fotoinvec-chiamento è caratterizzato da una cute piùspessa, ruvida, lassa, solcata da rughe sottili;presenta macchie scure, capillari dilatati esuccessivamente cheratosi senili (lesioni pre-cancerose costituite da chiazzette di cutearrossata coperte di accumuli squamosi), edinfine formazioni francamente tumorali (epi-teliomi spinocellulare e basocellulare).

Comparsa delle rugheLe rughe sono il segno più evidente di invec-chiamento, soprattutto fotoindotto; hanno l’a-spetto di solchi permanenti, lineari e sottiliscavati nella pelle del viso e sulla fronte. Essesi distinguono in due tipi: quelle di espressio-ne e quelle di vecchiaia. Le rughe di espressione sono un riflesso dellamimica facciale: si manifestano anche su unvolto giovane e sono determinate dalle abitu-dini assunte quando si parla o si esprimono leemozioni attraverso l’espressione del volto.Le rughe di vecchiaia, invece, compaionofisiologicamente già intorno ai 30 anni, quan-do incomincia a venire meno quell’elasticitàche collagene ed elastina conferiscono allapelle giovane, il grasso sottocutaneo si atrofiz-za e la massa muscolare si rilassa. Nei voltidelle persone anziane questi solchi sono benevidenti; poi la pelle cade verso il basso trasci-nata dalla forza di gravità. Si assiste anche adun riassorbimento delle strutture ossee, spe-

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

7

Page 8: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

cie a livello dei mascellari, e dei processialveolari per caduta dei denti. Nel suo com-plesso, il terzo inferiore del volto subisce unaprogressiva riduzione di volume.

Facendo una panoramica generale di cosaavviene nel corso della vita si può dire che trai 30 ed i 40 anni le zone interessate dalla com-parsa delle rughe di vecchiaia sono le palpe-bre e le zone intorno agli occhi, il solco naso-labiale, gli angoli della bocca ed i segni oriz-zontali sulla fronte iniziano a manifestarsianche nella fase di riposo e non solo quandosi contraggono i muscoli.Tra i 40 ed i 50 anni le rughe della fronte edella glabella si accentuano, così come diven-gono più evidenti le cosiddette “zampe di gal-lina”; le labbra tendono ad assottigliarsi ed iltono delle guance si riduce drasticamente.Tra i 50 ed i 60 anni tutte queste manifesta-zioni si accentuano sempre di più e cominciaa cedere anche la pelle del collo.Tra i 60 ed i 70 anni il pannicolo di grassoche conferisce tono alle guance è ormai quasiassente ed il viso va incavandosi sempre più,finché, dopo i 70 anni, la pelle diviene sottilee fragile, i muscoli si rilassano ed il grassoresiduo si accumula ai lati e sotto il mento.

Come contrastare l’invecchiamento precoceSe con il passare degli anni la pelle va incon-tro ad una serie di modificazioni che ne deter-minano l’aspetto senescente, è fondamentalecomprendere in che cosa consistano questicambiamenti per una valutazione delle tera-pie anti invecchiamento cutaneo e per effet-tuare una scelta consapevole (o, come si usadire oggi, “informata”).

La conoscenza dei meccanismi con i quali simanifesta il decadimento cutaneo fornisce lebasi per la prevenzione, sia di quello esogenosia, per quanto possibile, anche dell’invec-

chiamento endogeno e per la scelta del tratta-mento dermocosmetico più efficace a questofine.

Contrastare la formazione delle rughe è ilrisultato di una strategia che potrebbe esserecosì schematizzata:- applicazione topica e somministrazione siste-mica di antiossidanti, molecole in grado di“catturare” e neutralizzare i radicali liberi,responsabili di danni irreversibili nei confron-ti della cute;- uso costante e continuativo di filtri chimici ofisici che schermino dai raggi UVA ed UVBper prevenire i danni indotti dalle radiazioniultraviolette;- utilizzo di molecole leviganti ed esfolianti,come gli alfa-idrossiacidi o l’acido retinoico,che stimolano la fisiologica rigenerazione cel-lulare, rendendo la pelle più morbida e piùluminosa;- applicazione di molecole depigmentanti, cheinibiscono la produzione della melanina,riducendo l’intensità delle macchie senili;- applicazione di peptidi miorilassanti ingrado di ridurre la perdita di elasticità e ditono cutaneo, mediante un’azione di bloccodella muscolatura che mima quello della tos-sina botulinica;- utilizzo di agenti soft-focus, sostanze ingrado di ridurre la visibilità dei solchi cutaneimediante un fenomeno di tipo ottico.- trattamenti medici ambulatoriali: peeling,biorivitalizzazione, impianto di filler, radio-frequenza, terapia fotodinamica, needling,fotobiomodulazione LED, luce pulsata, laser.

I cosmetici antietà rientrano nelle strategie diprevenzione delle rughe, svolgendo un ruolodi protezione della pelle dai fattori aggressiviesterni, apportando sostanze nutrienti e idra-tanti o eliminando lo strato più superficiale dicellule morte, che rendono la pelle ispessita e

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

8

Page 9: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

giallognola. Prima di applicare qualsiasicosmetico occorre sempre procedere ad unadetersione accurata e regolare della pelle delviso, al mattino e alla sera, in quanto la scarsaigiene è uno dei fattori che favoriscono l’in-vecchiamento cutaneo. Le cellule epidermi-che, infatti, si aggregano con lo sporco e ilsebo, interferendo con gli scambi cellulari cheavvengono negli strati sottostanti.

Descriviamo ora, più in dettaglio, le caratteri-stiche di alcune sostanze che trovano applica-zione nei prodotti cosmetici antinvecchiamen-to.

ANTIOSSIDANTI

- Vitamine antiossidanti: per ritardare l’invec-chiamento della pelle è indispensabile la pre-senza di vitamine, che devono essere introdot-te quotidianamente attraverso una alimenta-zione equilibrata e bilanciata e, nei casi dicarenza, integrate con l’assunzione farmaco-logica. Queste sostanze svolgono la loro azio-ne “anti-età” anche con l’applicazione locale.Le principali vitamine antiossidanti utilizzatein campo cosmetico si dividono in due grup-pi: quelle liposolubili, cioè solubili in oli ograssi, come la vitamina A e la vitamina E, equelle idrosolubili, come la vitamina C e lavitamina PP o B3.- Enzimi, coenzimi e sistemi antiossidanti.

Vitamine liposolubili

La vitamina A (retinolo) è un alcool a catenalunga che si trova in natura prevalentementesotto forma esterificata con acidi grassi in 16differenti isomeri di cui solo 6 sono noti. Èinsolubile in acqua, facilmente solubile inetere, cloroformio, acetone, grassi ed olii. Si

trova solo in prodotti di origine animale: oliodi fegato di pesce, fegato di mammiferi e, inminore quantità, in burro, latte, formaggio,uova

Le provitamine A o carotenoidi, di cui il rap-presentante più importante e conosciuto è ilbeta-carotene, si trovano soprattutto nei vege-tali a colorazione giallo-arancione e in quellia foglia. In laboratorio è possibile scindereesattamente una molecola di beta-carotene,fortemente liposolubile, in due di vitamina A.Questa divisione matematica non è peròattuabile dalle cellule della parete intestinaleche addirittura, solo in condizioni particolar-mente favorevoli, riescono ad ottenerne alme-no una; da qui la necessità di somministrarequantità di beta-carotene e carotenoidi assaipiù elevate rispetto alle apparenti necessitàteoriche.In cosmesi la vitamina A si può utilizzare invarie forme, tra le quali si distinguono il reti-nolo e le sue forme esterificate più stabili,come retinil-acetato, retinil-propionato e reti-nil-palmitato. Attraverso l’azione di alcunienzimi presenti sulla nostra pelle, questemolecole vengono convertite in acido trans-retinoico, che rappresenta la forma biologica-mente attiva della Vitamina A. Questa agiscea livello della cute attraverso vari meccanismi,primo fra tutti quello di influenzare la trascri-zione del DNA, stimolando l’espressione dialcuni enzimi specifici, alcuni dei qualihanno la funzione di migliorare lo spessorecutaneo, diminuendo così la profondità dellerughe. La sua azione determina di fatto unaproliferazione ed una differenziazione deicheratinociti (le cellule che vanno a costituirel’epidermide) ed aumenta la produzione dei

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

9

Page 10: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

Glucosamminoglicani (GAG), molecole ingrado di legare l’acqua migliorando l’idrata-zione cutanea. A livello del derma la vitaminaA agisce, invece, determinando un aumentodella produzione di collagene, con un conse-guente miglioramento di quella “struttura disostegno” che conferisce tono ed elasticitàalla pelle. La vitamina A, in tutte le sueforme, è però facilmente soggetta a degrada-zione se esposta alla luce e all’aria: è preferi-bile quindi impiegarla in creme notte. Lamolecola di acido retinoico è una particolareforma di vitamina A molto più efficace dellealtre nel trattamento dell’invecchiamento pre-coce ma, a causa della sua attività fortementecheratolitica e potenzialmente irritante, ne èconsentito l’uso solo in medicina dermatologi-ca.

Vitamina E è il termine generalmente utilizza-to per indicare i diversi tocoferoli. L’alfa-tocoferolo è quello che si trova maggior-mente in natura e con la più alta attività bio-logica

I diversi tocoferoli si distinguono fra loro peril numero e la posizione dei gruppi metilicipresenti nel nucleo.La vitamina E è insolubile in acqua, solubilenei grassi, negli olii, nei solventi organici(etere, acetone, cloroformio). È termostabile,resistente agli acidi e agli alcali, sensibileall’ossidazione e alla luce, in particolar modoai raggi ultravioletti. È presente negli alimentisotto forma di esteri del tocoferolo, viene idro-lizzata nell’intestino tenue ed assorbita, comele altre vitamine liposolubili, attraverso la

mucosa intestinale in presenza di sali biliari.Circa il 35% della vitamina ingerita passanella circolazione generale mentre il restoviene eliminato con le feci. Circola nel plasmalegata alla frazione beta delle lipoproteine(tasso plasmatico medio 0,7-1,6 mg/100 ml).All’interno dell’organismo la ritroviamo depo-sitata principalmente a livello del fegato (chene possiede una piccola scorta), del tessutoadiposo, dell’ipofisi, delle ghiandole surrena-li, dell’utero e dei testicoli.La vitamina E si trova soprattutto negli oliivegetali, nel burro, nell’uovo e nei cibi checontengono anche vitamina A con la qualeesercita un ruolo sinergico.

In cosmesi la vitamina E ed i suoi esteri pos-siedono un’elevata attività antiossidante, inquanto capaci di neutralizzare la reattività deiradicali liberi, bloccando la cascata di eventiche determinano lo stress ossidativo responsa-bile dei danni alle cellule. La Vitamina Etrova ampio impiego nei prodotti destinatiall’esposizione solare poiché è in grado diassorbire i raggi UV nei range di lunghezzad’onda che provocano gli effetti più dannosisulla fisiologia della pelle. Se applicata dopol’esposizione ai raggi solari, la vitamina E puòridurre l’eritema e l’edema indotti dal sole;inoltre, applicazioni topiche di vitamina Epossono migliorare l’idratazione cutanea alivello dello strato corneo dell’epidermide, ela capacità di trattenere acqua negli straticutanei. Le forme di Vitamina E maggiormen-te impiegate in cosmesi sono tocoferolo etocoferil acetato (un estere che, a livello dellacute, si idrolizza e libera α-tocoferolo). Il toco-ferolo ha una spiccata natura lipofilica ed èperciò particolarmente affine alle membranecellulari, dov’è in grado di contrastare effica-cemente l’eccesso di ROS (radicali liberidell’ossigeno), impedendo il processo di lipo-perossidazione. Quando ha svolto la sua fun-

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

10

Page 11: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

zione, il tocoferolo si ossida e diviene inattivo,ma la sua funzionalità può essere rigeneratadalla vitamina C, sotto forma di acido L-ascor-bico: il suo impiego nelle formulazioni cosme-tiche è quindi spesso accompagnato a quellodelle vitamine A e C, poichè la loro associazio-ne determina un potenziamento ed un pro-lungamento dell’azione antiossidante.

Vitamine idrosolubili

La Vitamina C, ampiamente distribuita nelmondo vegetale è la più popolare delle vitami-ne. È comunemente accettato che la vitaminaC acceleri la guarigione delle ferite ed ildecorso delle malattie infettive.

La vitamina C (acido ascorbico) ha peso mole-colare 176,1, è solubile in acqua, poco inalcool, insolubile in etere e cloroformio. Insoluzione acquosa rapidamente si ossida (siinattiva) in presenza di metalli, alcali, luce,ossigeno.

La vitamina C, vitamina idrosolubile notaanche come acido ascorbico, è un potenteantiossidante usato in campo cosmetico per lacapacità di contrastare gli effetti dell’invec-chiamento cutaneo sia intrinseco che estrin-seco. Questa capacità è riferibile, oltre chealle sue proprietà antiossidanti, anche ad unaspiccata attività fotoprotettiva.La vitamina C è presente sulla cute in quanti-tà molto bassa. Tra le sue innumerevoli fun-zioni spicca quella di schiarente cutaneo, invirtù della sua attività inibitrice nei confrontidella sintesi di tirosina, aminoacido precurso-re della melanina. Sono inoltre note le sueproprietà antiinfiammatorie, soprattutto neicasi di eritemi da prolungata esposizione alsole.

Nel combattere gli effetti dell’invecchiamen-to, la vitamina C interviene anche sul rilassa-mento cutaneo: gioca un ruolo chiave nelmantenere la densità ottimale del collagenenel derma. Studi biochimici hanno dimostra-to che agisce come cofattore per la lisina eprolina idrossilasi, due enzimi essenziali nellabiosintesi del collagene. L’idrossilazione delcollagene permette la formazione e la stabiliz-zazione della struttura a tripla elica, e delcross-linking del tropocollagene. Un aumentodella produzione di collagene si traduce in unmiglioramento della qualità della pelle perquanto riguarda l’elasticità ed il tono. Tuttiquesti usi e potenziali applicazioni sono peròfortemente limitati dalla bassa stabilità in pre-senza di acqua ed ossigeno. Varie sono le stra-tegie perseguite per evitare questa problema-tica, dall’esclusione di ossigeno mediantel’impiego di imballi impermeabili all’aria,fino all’utilizzo di sistemi di rilascio che pro-teggono la vitamina C dall’ossigeno, dall’ac-qua e dagli altri componenti della formulazio-ne cosmetica in cui è contenuta. Ad oggi, l’u-nica strategia davvero efficace ai fini della sta-

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

11

Page 12: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

bilizzazione della vitamina C, risulta esserel’utilizzo delle sue forme protette, come l’aci-do ascorbico-2-glucoside, l’ascorbil 2-fosfato ol’acido ascorbico 6-palmitato, anche se il loropotenziale antiossidante e la biodisponibilitàa livello cutaneo sono molto inferiori.

La Vitamina PP o B3 comprende due metabo-liti principali, l’acido nicotinico e la nicotina-mide (peso molecolare 122), ambedue stabilichimicamente e solubili in acqua ed alcool.

La dose quotidiana e necessaria di vitaminaPP è compresa fra 10 e 20 mg.In parte l’organismo è in grado di sintetizzar-la (dal triptofano), ma ne sono comunque ric-chi i lieviti, i cereali (la vitamina è tuttavia inquesto caso molto meno biodisponibile per-ché sotto forma di nicotinil-estere, non idro-lizzabile dall’organismo), ed è comunque benpresente nelle verdure, nella frutta fresca edanche secca, nelle carni e nel fegato, nelpesce, nel latte e nei formaggi.

Le forme più utilizzate in campo cosmeticosono: nicotinamide, acido nicotinico ed esteridell’acido nicotinico (come il tocoferil nicoti-nato ed il benzil nicotinato). La vitamina B3è il precursore di una famiglia di fattori checoadiuvano l’azione di molti enzimi: in parti-colare si formano il nicotinamide adenindinucleotide (NAD), il suo derivato fosforilato(NADP) e le rispettive forme ridotte (NADH eNADPH), dotate di proprietà antiossidanti.Questi cofattori partecipano a moltissime rea-

zioni enzimatiche che hanno luogo a livellodella cute.L’uso topico della vitamina B3 è responsabiledi molteplici attività a livello cutaneo, come lastimolazione della sintesi di sfingolipidi, acidigrassi liberi, colesterolo e ceramidi, che sonoparte integrante di quel film idrolipidico piùsuperficiale la cui riduzione comporta l’insor-genza della secchezza cutanea. L’applicazionedi vitamina B3 determina quindi un migliora-mento dell’effetto barriera dell’epidermide edun potenziamento della resistenza cutaneaagli insulti esterni. Altra funzione per cuitrova impiego nei trattamenti topici è la capa-cità di ridurre l’iperpigmentazione cutanea,poiché inibisce il trasferimento dei melanoso-mi (che sono vescicole contenenti melanina),dai melanociti ai cheratinociti. La vitaminaB3 è inoltre in grado di stimolare i fibroblastia produrre più collagene ed è quindi respon-sabile del miglioramento dell’elasticità e deltono cutaneo.

Enzimi antiossidanti

A questa categoria appartengono degli enzimidi origine biotecnologica, impiegati nei pro-dotti cosmetici allo scopo di ripristinare laforma enzimatica fisiologicamente presentesulla pelle umana. Tra questi il più importan-te è l’enzima Superossidodismutasi (SOD),diffuso in tutte le cellule che “consumano”ossigeno, nelle quali si comporta come “sca-venger”, cioè lega un radicale libero, dettoanione superossido, convertendolo in ossige-no ed acqua ossigenata. L’enzima SOD èquindi in grado di inibire la denaturazioneproteica, impedire la lipoperossidazione edevitare i danni al DNA provocati dall’esposi-zione ad agenti esogeni, come i raggi ultravio-letti. La sua azione è potenziata dalla presen-za di altri sistemi antiossidanti, come le vita-

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

12

Page 13: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

mine E e la vitamina A; inoltre, la superossi-dodismutasi è in grado di rigenerare la vita-mina E in seguito alla sua ossidazione.

Il glutatione (GSH) è un tripeptide ed il prin-cipale antiossidante naturale presente all’in-terno delle cellule ove svolge un ruolo crucia-le nel mantenere il normale bilancio tra lostato ossidato e quello ridotto, consentendocosì l’adeguata regolazione di molte funzionivitali della cellula stessa, come la sintesi e lariparazione del DNA, la sintesi delle proteinee l’attivazione e la regolazione degli enzimi.

Il Coenzima Q10, noto anche comeUbichinone, è un cofattore enzimaticoresponsabile del trasporto degli elettroniattraverso la membrana dei mitocondri (orga-nelli presenti in ogni cellula del nostro corpoe responsabili della produzione di energia uti-lizzabile dalla cellula stessa). Nella sua formaridotta l’ubichinone assume il nome di ubi-chinolo ed è in grado di svolgere la funzionedi antiossidante.

L’acido lipoico, noto anche come acido tiocti-co, è una piccola molecola lipofila particolar-mente efficace nel neutralizzare il radicale

idrossile; ripristina inoltre l’attività antiossi-dante delle vitamine C ed E.È un cofattore (coenzima) necessario, nell’uo-mo, al corretto funzionamento degli enzimideidrogenasi (indispensabili ad esempio perla sintesi ed il catabolismo della glicina, per lasintesi delle prostaglandine) e per l’ingressodei glucidi nel ciclo di Krebs, cioè per la sin-tesi di energia.

Può essere sintetizzato dall’organismo (soprat-tutto dal fegato, dai reni e dalla milza) conuna serie di reazioni poco conosciute e non sitratta quindi di una vitamina in senso strettoma l’apporto con gli alimenti (animali e vege-tali) è comunque indispensabile per coprire ilfabbisogno quotidiano. Anomalie funzionalidel metabolismo dell’acido lipoico determina-no acidosi lattica, aciduria e accumulo di ami-noacidi ramificati (leucinosi).

PROTEINE E AMINOACIDI

Anche un corretto apporto di proteine e ami-noacidi (di cui sono composte) è indispensabi-le per avere un aspetto giovane e sano. Il giu-sto mix di amminoacidi è come una cura rico-stituente che agisce dall’interno. Lo confer-mano ormai molti studi che dimostrano chia-ramente l’importanza degli amminoacidi,costituenti delle proteine, per avere capellisani e pelle tonica. Gli amminoacidi fornisco-no le sostanze vitali che nutrono i capelli, lapelle e le unghie dall’interno. Grazie a ciò iltessuto connettivo si rinforza, la pelle si man-tiene morbida ed elastica, le unghie sono più

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

13

Page 14: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

resistenti ed i capelli crescono forti e sani.

La creatina svolge un ruolo importante per lasalute della pelle. Essa si forma a partire dagliamminoacidi arginina e metionina: è natural-mente presente nell’organismo e ha un’impor-tanza fondamentale per il metabolismo ener-getico delle cellule. Una persona che pesa 70chili ha circa 120 grammi di creatina nelcorpo, presente soprattutto nei tessuti e nellecellule con un elevato livello energetico comei muscoli, il cervello e le cellule immunitarie.

Anche la pelle, che è l’organo più grande delcorpo, ha bisogno di creatina per il manteni-mento delle sue funzioni. La creatina forniscel’energia alle cellule favorendo così la forma-zione del tessuto connettivo. Inoltre, stimola ilmetabolismo della pelle e il rinnovamento cel-lulare. Infatti con l’aumentare dell’età rallen-ta la divisione cellulare; a partire dai 40 anni,le cellule dell’epidermide non si rinnovanopiù ogni 28 giorni, ma solo ogni 30-40 giorni.Ciò provoca una riduzione del numero dinuove cellule, quelle che conferiscono unaspetto giovane. Il numero delle fibre presentinei tessuti, come il collagene e l’elastina, siriduce già a partire dal venticinquesimo annodi età. I continui processi di creazione emorte cellulare rallentano fino al punto in cuiil numero di cellule che muoiono è maggiorerispetto al numero di nuove cellule. Inoltre,come abbiamo già detto, le cellule vengonodanneggiate dai raggi UV e dai radicali liberi.La conseguenza: il tessuto connettivo si inde-bolisce, la pelle perde elasticità e si formanole rughe.

La creatina sostiene le naturali funzioni dellapelle. Grazie ad essa le cellule vengono stimo-late a produrre più proteine, come il collage-ne e l’elastina. Le cellule rifornite di creatinasono in grado anche di riparare il patrimoniogenetico danneggiato. La creatina, inoltre,avvolge le cellule con un involucro d’acqua ele protegge così dalle sostanze dannose, ciòconsente un aumento del livello di idratazio-ne della pelle. La creatina stimola la produ-zione endogena di collagene, che tra le altreazioni aumenta la capacità della pelle diimmagazzinare acqua. Tutto ciò conferiscealla pelle un aspetto fresco, tonico e compattocon attenuazione delle rughe.

L’amminoacido glutammina è importante perla bellezza della pelle in quanto regola l’equi-librio acido-base. Il caffè, la nicotina e il con-sumo eccessivo di carne possono portare all’a-cidosi. Se ciò si verifica, il bilancio acido-baseperde il proprio equilibrio e questo porta alladistruzione di cellule e tessuti. Gli amminoa-cidi possono contribuire in modo significativoall’equilibrio acido-base poiché neutralizzanogli acidi. Col passare del tempo però diminui-sce la loro disponibilità e le riserve si riduco-no sempre più: fasci muscolari e la pelle per-dono elasticità, vengono favorite la caduta deicapelli e la formazione delle rughe. La glu-tammina è fondamentale per la regolazionedell’equilibrio acido-base, infatti esso liberanei reni la sostanza tossica ammoniaca, che silega ad un protone acido e viene espulsa. Ciòconsente da un lato di eliminarla dal corpo e

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

14

Page 15: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

dall’altro di risparmiare le riserve di bicarbo-nato di cui il corpo ha bisogno per la neutra-lizzazione endogena degli acidi. La glutammina viene sintetizzata dall’organi-smo, ma con l’aumentare dell’età non vienepiù prodotta in quantità sufficiente. Le conse-guenze sono gravi perché la glutammina èindispensabile per la formazione delle protei-ne. In caso di carenza di glutammina, l’orga-nismo preleva proteine dalla massa muscolaree le converte in glutammina e in energia. Inquesto modo si perdono le proteine muscola-ri, i fasci muscolari si assottigliano e la pellediventa più flaccida. La pelle che invecchiapuò essere paragonata ad una pianta che sisecca. La glutammina può rallentare questoprocesso. Per questo alcuni scienziati la defi-niscono come “fonte interna di giovinezza”.

Mano a mano che invecchiamo la quantità digrasso corporeo aumenta sempre di più. Perquesto motivo, per rimanere in forma èimportante fare sport. Anche la carnitina puòessere d’aiuto per mantenere la linea. Essaviene spesso definita “Fat burner” poichémigliora il trasporto degli acidi grassi nellecellule dove vengono bruciati: infatti facilitala trasformazione del grasso in energia.Associata all’attività fisica, la carnitina puòcontribuire ad una maggiore combustione deigrassi ed è perciò una componente essenzialedei programmi di fitness e wellness.

FILTRI SOLARIper prevenire il fotoinvecchiamento

I filtri solari o cosmetici solari sono stati crea-ti per proteggere dai danni del sole e delleradiazioni ultraviolette (UV) che non devonomai superare la Minima Dose che dà Eritema(MED). Se la MED non viene superata, il

corpo può lentamente provvedere alla sintesidi pigmenti che gli garantiscono una correttaprotezione.È possibile proteggersi in modo naturalefacendo attenzione a fattori come la latitudi-ne, l’altitudine, la capacità riflettente dellesuperfici e del terreno. Ai Tropici l’esposizio-ne solare è più pericolosa perché la radiazio-ne raggiunge la terra più velocemente. Inmontagna, dove l’atmosfera è più tersa, l’ener-gia radiante aumenta e la radiazione è piùforte. La neve riflette molto la radiazione sola-re, circa il 70%. La sabbia riflette circa il 20%dei raggi totali, mentre l’acqua soltanto il10% (per questo che ci si abbronza più rapida-mente sulla sabbia che sull’acqua).I filtri solari, che oggi sono inclusi in tutti icosmetici per il viso come creme, fondo tinta,fard, ciprie ecc, sono sostanze specifiche che,formulate in emulsioni cremose, vengonospalmate sulla pelle; sono costituiti da mole-cole che riescono ad assorbire la radiazioneUV, per poi rilasciarla sotto forma di calore,evitando che la pelle ne venga raggiunta inmodo eccessivo.I solari devono essere molto stabili, non devo-no essere irritanti, devono essere efficaci perogni tipo di radiazione UV ed avere alto valoredi “assorbanza”. L’Assorbanza identifica ilpotere schermante del filtro. Distinguiamo fil-tri fisici e filtri chimici. I Filtri Fisici sono ilBiossido di Titanio, l’Ossido di Zinco, il Talcoe il Caolino. I Filtri Chimici sono derivati delBenzofenone e derivati del Benzoilmetano(attivi su UVA), derivati di acidi amminoben-zoici, dell’acido salicilico, cinnamico e dellacanfora (attivi su UVB).

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

15

Page 16: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

IDROSSIACIDIleviganti ed esfolianti

Gli idrossiacidi più utilizzati in campo cosme-tico sono i cosiddetti α-idrossiacidi, come l’a-cido glicolico, l’acido citrico, l’acido malico el’acido tartarico. Tali acidi, anche detti acididella frutta per la loro origine naturale, seapplicati sulla pelle provocano un’esfoliazionechimica, poiché sono in grado di rompere ilegami che si creano tra i cheratinociti finoagli strati più profondi dell’epidermide.L’epidermide più superficiale, il corneo, ècostituita da vari strati di cellule morte: l’esfo-liazione di questi strati superficiali determinaun aumento della velocità del ricambio cellu-lare. Il risultato è una pelle più levigata e piùluminosa. Il loro effetto si può trovare anchea livello del derma, dove i fibroblasti sono sti-molati alla sintesi di collagene, elastina e glu-cosamminoglicani (GAG). Poiché gli idrossia-cidi, se usati ad alte concentrazioni, possonocausare forti fenomeni di irritazione, in ambi-to cosmetologico sono solitamente utilizzatifino alla concentrazione del 10%, percentualea cui solitamente sono ben tollerati.

DEPIGMENTANTIcontro l’aspetto “invecchiato”

Come accennato, l’invecchiamento cutaneoinduce una pigmentazione cutanea irregolare(discromie). I motivi che stanno alla base diquesto fenomeno sono svariati: vi sono mac-chie cutanee familiari, come lentiggini o nevi;possono essere dovute a disturbi ormonali oall’impiego di alcuni farmaci, come i contrac-cettivi orali; possono essere causate dall’uso disostanze fotosensibilizzanti. Spesso le discro-mie possono avere origine anche solo perun’esagerata esposizione al sole. Il fenomenodella pigmentazione cutanea ha indotto sem-pre più ad impiegare sostanze cosiddette“schiarenti”, per attenuare le macchie cuta-nee e rendere il più possibile omogeneo l’in-carnato.

Il colore della pelle è frutto della presenza divari pigmenti, tra cui il principale è la melani-na, che è prodotta dai melanociti, un partico-lare tipo di cellule localizzate al confine traderma ed epidermide. La melanina regola,mediante un complesso meccanismo, il coloredella pelle: ha origine dall’amminoacido tiro-sina, che viene trasformato prima in DOPA,poi in dopachinone ed infine in melanina.Esistono tre tipi di melanina: due tipi dieumelanina (pigmenti nero/marrone), che èla forma predominante nei fenotipi scuri, e la

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

16

Page 17: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

feo-melanina (pigmenti rossastri), che è asso-ciata al fenotipo capelli rossi. Individui concarnagioni scure possiedono una maggiorquantità di eumelanine e meno feomelanine,mentre l’opposto avviene nei soggetti con car-nagioni chiare. I melanociti, se stimolati dalleradiazioni UV, sono in grado di sintetizzare lamelanina e trasferire il pigmento ai cheratino-citi, dando così origine alla caratteristicaabbronzatura che appare in seguito all’esposi-zione solare, la cui attività è volta a proteggeredalle radiazioni UVA ed UVB. Schiarire lapelle significa fondamentalmente ridurre laquantità di melanina prodotta dai melanociti.Per fare questo, oltre a schermare la pelle dairaggi UV e svolgere un’azione esfoliante neiconfronti degli strati superficiali dell’epider-mide, vengono impiegate delle molecole ingrado di inibire la formazione della melaninaall’interno dei melanociti. Dal momento chela melanina deriva dalla trasformazione di unamminoacido chiamato tirosina e che tale tra-sformazione è operata da un enzima, chiama-to tirosinasi, l’inibizione della sintesi di mela-nina si ottiene bloccando l’attività dell’enzi-ma tirosinasi. Con questo meccanismo agisco-no la maggior parte delle molecole ad azioneschiarente, tra le quali si annoveral’Idrochinone, non ammesso per uso cosmeti-co, e l’Arbutina, un glicoside dell’idrochino-ne, ben tollerato dalla cute, che blocca la tiro-sinasi legandosi al suo sito d’azione. Essaviene impiegata a dosaggi che vanno dall’1%al 10%.

Un’altra molecola ad azione sbiancante èl’Acido Kojico, che blocca la tirosinasi legan-done lo ione rame, indispensabile per il pas-saggio dell’enzima nella sua forma attiva.L’acido kojico è solubile in acqua e si impiegaa dosaggi variabili tra l’1 ed il 3%. È legger-mente irritante subito dopo l’applicazionesulla pelle. L’acido Kojico dipalmitato è laforma liposolubile dell’acido kojico. Dopo lasua applicazione sulla pelle subisce l’idroliz-zazione ad opera di esterasi che liberanoacido kojico. È stabile e non irritante. Buoneproprietà sbiancanti sono state attribuiteanche all’acido azelaico, da tempo usato inprodotti antiacne ed antiseborrea, poichè agi-sce come inibitore competitivo della tirosina-si. La molecola ha una buona tollerabilitàcutanea su pelle integra. Il limite dell’acidoazelaico è la difficoltà ad incorporarlo nelleformulazioni: per questo motivo sono statisintetizzati dei suoi derivati idrosolubili che siimpiegano facilmente solubilizzandoli nellafase acquosa dell’emulsione. Oltre a queste edaltre molecole di origine sintetica, numerosisono anche gli estratti botanici ad attivitàschiarente, di cui spesso non è chiaro il mec-canismo d’azione o il principio attivo che svol-ge l’attività depigmentante.

PEPTIDI RIGENERANTI E MIORI-LASSANTIper ridurre la perdita di elasticità

Una strategia anti-aging di recente acquisizio-ne consiste nello stimolare direttamente alcu-ni enzimi presenti sulla cute attraverso l’im-piego di piccole sequenze di amminoacidi,chiamate peptidi. Essi si legano al sito attivo,mimando l’azione dell’enzima sul substrato.Un esempio di particolare interesse è rappre-sentato dal cosiddetto Matrixyl, una sequenza

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

17

Page 18: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

di 5 amminoacidi (Lysine-threonine-threoni-ne-lysine-serine) alla quale si lega la catena diacido palmitico (palmitoyl), un acido grassoche ne migliora la permeabilità cutanea. Talesequenza rappresenta il frammento di colla-gene umano con il quale vengono stimolati ifibroblasti a produrre più collagene. Il pepti-de biomimetico attiva il fattore di crescita tis-sutale TGFβ sostituendosi all’attivatore natu-rale, una proteina multifunzionale chiamataTrombospondina.Sullo stesso principio si basano le sostanzemiorilassanti che simulano l’effetto della tos-sina botulinica. Per spiegare la funzione diqueste sostanze è bene fare una piccola pre-messa. C’è un collegamento funzionale tracervello e muscoli: lo stimolo nervoso allacontrazione muscolare viene trasmesso attra-verso sostanze chiamate neurotrasmettitori: laliberazione di questi da parte della fibra ner-vosa induce nel muscolo una risposta funzio-nale che si traduce in una contrazione. Laneurotossina botulinica è una sostanza ingrado di bloccare l’azione di un neurotra-smettitore, l’acetilcolina, che regola la norma-le funzionalità dei muscoli; pertanto la pre-senza di questa neurotossina determina unaparalisi del muscolo nello stato di distensione.Dal 2004 si è pensato di sfruttare quest’azio-ne della neurotossina a scopo estetico, per

ridurre la mimica dei muscoli facciali, respon-sabile della formazione delle rughe di espres-sione. Il medico inietta in punti precisi delvolto piccolissime quantità di questa sostanzache inibendo il rilascio del neurotrasmettitoreacetilcolina induce il rilassamento dellamuscolatura facciale. Questo effetto persisteper alcuni mesi, poi si riduce e necessita diuna nuova iniezione per ripristinare l’effettodi distensione. In campo cosmetico la ricercaha sintetizzato dei nuovi peptidi che, unavolta applicati sulla pelle come una comunecrema, mimano l’effetto della neurotossinabotulinica: agendo come antagonisti recetto-riali reversibili, prevengono il legame dell’ace-tilcolina con il proprio recettore a livello dellamembrana postsinapsica, e quindi bloccanol’attività neuromuscolare: impediscono il pas-saggio degli ioni sodio e quindi la contrazionedel muscolo che rimane rilassato.

SOFT-FOCUSper mascherare otticamente le rughe

Il termine soft-focus effect indica un effettoottico che maschera, addolcisce le rughe agen-do sulla percezione visiva. In condizioni fisio-logiche, la luce che arriva sulla pelle viene inparte assorbita e in parte riflessa; quando rag-giunge i solchi della pelle del viso viene come“bloccata” con il risultato che la frazione diluce riflessa si riduce e l’area corrispondenteal solco cutaneo appare più scura rispettoall’area cutanea circostante. L’impiego di pol-veri con effetto soft-focus, quali il nitruro diboro, l’allumina, alcune silici e dei derivatisiliconici, come il polymethylsilsesquioxane oil polysilicone-11 agiscono aumentando lariflessione della luce. La luce che viaggiaattraverso le particelle viene riflessa in tutte ledirezioni all’interno del solco della ruga che

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

18

Page 19: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

viene percepita, da chi osserva, in modo piùuniforme al resto della cute.

TRATTAMENTIper riparare e ristrutturare la pelle

I trattamenti medici ambulatoriali in grado diriparare e ristrutturare la pelle prevedono l’u-tilizzo di peeling chimici, cioè l’applicazionedi sostanze capaci di esfoliare e rigenerare lacute. Possono essere superficiali, medi o pro-fondi a seconda che coinvolgano la sola epi-dermide o il derma superficiale o mediorispettivamente. Si possono usare alfa-idros-siacidi, acido salicilico e retinoico, TCA (acidotricloroacetico) a varie concentrazioni (dal 10al 35%), fenolo. Maggiore è l’aggressività dellasostanza, migliori saranno i risultati, maggio-ri gli effetti indesiderati nel post trattamento(arrossamento, crosticine…), che richiederan-no qualche giorno a scomparire.Una tecnica molto utile per il trattamento del-l’aging cutaneo è la biorivitalizzazione:migliora la trama e la compattezza tissutalema non aumenta i volumi del volto. Consistenell’iniettare nel sottocute una soluzione bio-logica contenente vitamine, aminoacidi,minerali, coenzimi, acidi nucleici indispensa-bili per una ristrutturazione del derma. Sipossono anche utilizzare preparati omeopati-ci nella cosiddetta omeo-mesoterapia.Per riempire rughe profonde o per ridisegna-re un’area del volto (ad esempio uno zigomosvuotato) si utilizzano i filler, cioè sostanze diorigine biologica o sintetica da impiantare

mediante iniezione. I filler non riassorbibili,dopo un periodo di ampio utilizzo, sono statiabbandonati per gli effetti collaterali che pre-sentavano (granulomi, spostamento di mate-riale…). I filler riassorbibili sono quindi dapreferire, al di là del fastidio di dover ripetereperiodicamente l’inoculazione, per la loroinnocuità, maneggevolezza e la naturalezzadel risultato estetico. Potremo scegliere, inbase all’inestetismo da trattare (rughe più omeno sottili, perdita di volume ecc) fra acidojaluronico a vario peso molecolare, collagene,idrossiapatite di calcio e acido polilattico. Untrattamento a parte è il lipofilling, che consi-ste nell’utilizzo di piccole quantità di grasso,prelevate dal paziente (addome o cosce) conuna cannula sottile, adeguatamente centrifu-gate e poi iniettate in determinate zone delvolto del paziente stesso.Fra le tecniche di ringiovanimento non invasi-ve si distingue oggi la radiofrequenza nonablativa, che è in grado di contrastare la lassi-tà cutanea del volto e del corpo. La metodicaconsiste nel trasmettere ai tessuti una energiache sviluppa calore: questo libera mediatorichimici nel derma che determinano sia ilrimodellamento del collagene esistente sia laneoformazione di nuovo collagene nel giro diqualche mese. Il trattamento non prevedel’uso di aghi e procura una sensazione decisa-mente piacevole. Per ottenere un risultatoottimale e duraturo è indispensabile affidarsiad un medico esperto in questa metodica.Recentemente è stata introdotta anche lamodalità frazionata, che coinvolge la cutenella sua interezza determinando un ringiova-nimento non solo del derma ma anche dell’e-pidermide.La luce pulsata (IPL) ha fatto la sua comparsasul finire degli anni ‘90 ed è una delle princi-pali metodiche per il trattamento esteticodelle lesioni vascolari (capillari ed eritrosi delvolto) e pigmentarie (macchie), e dei peli inde-

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

19

Page 20: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

siderati.I laser (Light Amplification by Stimulated ofRadiation) utilizzano luci monocromatiche,coerenti e collimate. Presentano una specifici-tà nei confronti di determinate strutture tissu-tali, che ne rappresentano il bersaglio: ognilaser cioè, a seconda della sua lunghezza d’on-da, interagisce con il suo target che prende ilnome di cromoforo, e che può essere rappre-sentato da emoglobina, melanina, acqua.Questo processo viene chiamato “fototermoli-si selettiva” e definisce e limita il campo diapplicazione per quel laser. Ad esempio, unlaser che ha come cromoforo l’emoglobina ola melanina sarà impiegato per trattare lelesioni vascolari o pigmentate, ma non serviràa distruggere una lesione cutanea, per laquale sarà necessario un laser il cui target èl’acqua (cioè il laser CO2).Oltre che per la rimozione di lesioni dermato-logiche benigne e maligne (fibropapillomi,cheratosi, verruche, tumori…) che sono piùfrequenti con l’avanzare dell’età, il laser trovaimpiego per cancellare capillari e macchie,ma anche per attenuare le rughe. Infatti vieneutilizzato con successo per il resurfacing delvolto, soprattutto nella modalità frazionata (ilraggio laser è scomposto in tanti piccoli fascidi energia che colpiscono la pelle lasciandofrapposte zone di cute indenne: in questomodo si ottiene un buon risultato esteticosenza compromettere l’integrità della pelle equindi consentendo la rapida ripresa delleattività quotidiane del paziente).La terapia fotodinamica, di recente introdu-zione, viene utilizzata per il trattamento dellecheratosi attiniche e degli epiteliomi, per iquali ha ottenuto l’approvazione della FDAAmericana. La metodica è relativamente sem-plice: si applica sulla cute una crema conte-nente una sostanza fotosensibilizzante (capa-ce cioè di reagire con la luce) che di solito èl’acido 5-aminolevulinico (5 ALA); si tratta di

una sostanza naturale presente anche nellavia metabolica che porta alla produzionedell’EME. La 5ALA penetra nelle cellule e siconcentra soprattutto in quelle malate o dan-neggiate: dopo un tempo variabile da 1 a 3 opiù ore la zona trattata viene esposta per alcu-ni minuti ad una particolare lampada. La luceche questa emette, in genere rossa o blu, rea-gisce con la sostanza fotosensibilizzante accu-mulata nelle cellule malate e le distruggeselettivamente. Le cellule sane invece sonocapaci di metabolizzare la 5ALA e quindi nonsono danneggiate.Non vi sono controindicazioni alla metodica:la sostanza fotosensibilizzante non è tossica,la luce è innocua, non si richiede ricoveroospedaliero, non residuano cicatrici. Inoltrepuò essere ripetuta più volte a seconda deltipo di lesione e del risultato ottenuto.La terapia fotodinamica è inserita fra i tratta-menti anti-aging ed ha rappresentato unasvolta poiché non solo elimina le cheratosiattiniche, distruggendo selettivamente le cel-lule malate e ripristinando la salute dellapelle, ma riduce anche macchie e dilatazionicapillari tipiche del fotoinvecchiamento. Altempo stesso migliora la qualità della cute chedopo il trattamento appare più vitale e sana,recuperando colorito, idratazione e tono.

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

20

Page 21: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

I CAPELLI

Per prima cosa, è necessario ricordare che lavita del capello è caratterizzata da un ciclo incui si riconoscono varie fasi: un periodo dinormale crescita attiva (anagen), della duratadi circa 3-7 anni, una fase di arresto della cre-scita (catagen, che si protrae per 2 settimane),una fase di riposo (telogen) della durata dicirca 3 mesi seguita da una fase di caduta(exogen). I cicli di crescita dei capelli nonsono sincroni; in condizioni normali il cuoiocapelluto contiene circa 100.000 capelli, dicui più del 90% in fase di crescita attiva, sal-damente ancorati al tessuto sottocutaneo edifficili da strappare.Col passare del tempo anche i capelli subisco-no, come la pelle di cui fanno parte, muta-menti fisiologici ed estetici inevitabili. Si assi-ste ad una progressiva riduzione del numerodei capelli, legato al naturale processo diinvecchiamento cutaneo: questo fenomenoinizia generalmente intorno all’età di 35 annie procede con tempi e gradi diversi da perso-na a persona. Microscopicamente è caratteriz-zato da alterazioni del ciclo di crescita dei fol-licoli: si assiste ad un progressivo accorcia-mento della fase anagen (di crescita attiva)con allungamento dell’intervallo tra la cadutadel capello e l’inizio della fase anagen succes-siva (kenogen). Queste alterazioni follicolaridanno luogo ad un assottigliamento e dirada-mento della capigliatura, che avviene inmaniera progressiva e uniforme su tutto ilcuoio capelluto. Oltre all’invecchiamento bio-logico e al photoaging, i capelli subiscono l’ag-gressione di fattori esterni (dalle tinture aglistress termici e meccanici, dovuti all’uso diphon, piastre e spazzole) che a tutte le altreparti del corpo vengono risparmiate. Nelladonna i cambiamenti ormonali tipici dellamenopausa influiscono moltissimo anchesulla capigliatura: la riduzione degli estroge-

ni, che si verifica intorno ai 40-45 anni, rendei capelli più sottili, diradati, con una cadutaspesso prematura, senza che possano raggiun-gere una lunghezza soddisfacente. Infine icapelli riflettono lo stato emotivo del soggetto,e risentono dei dolori, dei lutti, delle frustra-zioni, delle tensioni, dello stato di stress,insomma di qualunque squilibrio psicologi-co. A seconda dell’entità e della durata di que-sto, i capelli andranno incontro ad una cadu-ta violenta e massiva (un telogen effluvio oun’alopecia areata) o più sfumata nel tempo(effluvio cronico).Ma quali sono i segni della senescenza? Uncapello invecchiato è fragile, poroso, sfibrato,secco soprattutto sulle punte, spento ocomunque poco brillante, bianco. Tuttaviaquesti stessi segni possono presentarsi nonsolo a causa dell’età: infatti indipendentemen-te dal tempo e dall’impatto ormonale esistonoaltri fattori, solitamente temporanei, che pos-sono portare ad un invecchiamento dei capel-li alterandone il ciclo biologico e la rigenera-zione delle cellule a livello del cuoio capellu-to.Tra questi segnaliamo: una scorretta alimen-tazione o uno stile di vita disordinato, unostress psico-fisico, l’uso di farmaci contenentiprincipi attivi che possono interferire con ilciclo dei capelli o causarne ipopigmentazio-ne. Inoltre, man mano che il capello si allun-ga, aumentano le possibili aggressioni ester-ne: smog, trattamenti chimici, asciugaturecon phon, energici colpi di spazzola. Tuttequeste cause possono provocare un degradostrutturale dei capelli. È necessario ricordare che un capello “vergi-ne” e ben curato, anche se vecchio d’età, puòavere un aspetto più sano di un capello giova-ne ma sottoposto a molti trattamenti chimicie fisici.In seguito a stress il follicolo pilifero va incon-tro a disordini biochimici, interferenze nei

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

21

Page 22: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

messaggi ormonali e formazione di radicaliliberi che sono la conseguenza di questi dannimetabolici più o meno transitori. Come abbiamo imparato i radicali liberi pos-sono ossidare grassi, proteine, DNA, danneg-giando la struttura cellulare. I cheratinocitideputati alla produzione della cheratina e allaformazione del fusto del capello sono incostante attività di replicazione cellulare epossono risentire pesantemente dello stressossidativo da radicali liberi. Questi danneggia-no gli enzimi e le molecole del bulbo pilifero,scatenando una reazione a catena che neglianni provoca un accelerato invecchiamentodella struttura del capello. Anche il catagen,che è la fase più delicata del ciclo del capello,viene alterato e risulta imperfetto. Le cellulegerminative della matrice sono costrette adanticipare la loro morte ed entrano in apopto-si (morte cellulare programmata).

Comunque, al di là di tutte queste considera-zioni, nella mentalità comune l’invecchia-mento dei capelli si identifica con la canizie,cioè con il loro imbiancamento. La comparsadei capelli bianchi è un fenomeno fisiologicodovuto ad una riduzione della funzione deimelanociti legata al passare del tempo; l’età

media della comparsa dei primi capelli bian-chi è di 35 anni, partendo dalle tempie versoil vertice. Un gruppo di ricercatori francesi haeseguito uno studio dal quale risulta che all’e-tà di 50 anni la percentuale di capelli bianchiè compresa fra il 6 e il 23%. Per canizie pre-coce s’intende la comparsa attorno ai 20 annidei primi capelli bianchi e ha una trasmissio-ne ereditaria; può essere anche un segnale dimalattie autoimmunitarie (ad esempio la viti-ligine) o accompagnarsi a patologie come l’a-lopecia areata.Il colore dei capelli è determinato dalla mela-nina, un pigmento prodotto da cellule specifi-che chiamate melanociti situate all’apicedella papilla dermica.L’intera gamma dei colori dei capelli derivada due tipi di melanina: le eumelanine, chedanno capelli marroni o neri, e le feomelani-ne che danno capelli rossi (rutilismo).Una varietà di fattori genetici, metabolici,nutrizionali e disturbi acquisiti esitano incambiamenti di colore dei capelli. Quando ildifetto sottostante può essere corretto, il colo-re dei capelli di solito ritorna alla normalità.Mentre la melanina prodotta dai melanocitiepidermici protegge la cute umana dalleradiazioni ultraviolette nocive, il valore biolo-gico della pigmentazione dei capelli è menochiaro. Oltre a ruoli importanti nella comuni-cazione sociale e sessuale, un potenziale bene-ficio della pigmentazione dei capelli nell’uo-mo può essere la rapida escrezione dal corpodi metalli pesanti, sostanze chimiche, tossineattraverso il loro legame selettivo con la mela-nina.

I sistemi melanogenici del follicolo pilifero edell’epidermide sono sostanzialmente diversi.Mentre la produzione di melanina nell’epider-mide è continua, come del resto è continuo ilrinnovamento dei cheratinociti, nel follicolola melanogenesi è legata strettamente al ciclo

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

22

Page 23: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

di crescita dei capelli. Abbiamo un periodo diproliferazione di melanociti (durante le primefasi anagen), la loro maturazione (da metà afine anagen) e infine la morte per apoptosi(durante le prime fasi catagen ). Così, ogniciclo dei capelli è associato con la ricostruzio-ne di un’unità pilifera, follicolare e pigmenta-ria, che procede inalterata almeno per i primi10 cicli circa, cioè fino ai 40 anni di età.Successivamente compaiono i capelli bianchi,suggerendo un esaurimento geneticamenteregolato, correlato all’età, del potenziale pig-mentario di ogni singolo follicolo pilifero.L’invecchiamento dei melanociti può essereassociato con un danno al DNA nucleare emitocondriale mediato dalle forme reattivedell’ossigeno (radicali liberi) con conseguenteaccumulo di mutazioni con l’età; lo stress ossi-dativo è generato da una moltitudine di sfideambientali ed endogene come radiazioni,infiammazione, o stress psico-emotivo. Lostress ossidativo porta ad apoptosi selettiva ealla diminuzione delle cellule staminali deimelanociti, riducendo il ripopolamento deifollicoli in anagen di nuova formazione. Oltrealla produzione dei radicali liberi, si può ipo-tizzare il deterioramento dei meccanismiantiossidanti o uno squilibrio fra i fattori cheregolano l’apoptosi all’interno delle cellule.Mentre la percezione di “capelli grigi “ derivain gran parte dalla mescolanza di peli pigmen-tati e bianchi, è importante notare che talorasingoli follicoli piliferi possono esporre dilui-zione di pigmento o vero ingrigimento.Questa diluizione è dovuta ad una riduzionedell’attività della tirosinasi bulbare nei mela-nociti, ad interazioni sub-ottimali fra melano-citi e cheratinociti corticali, e alla migrazionedifettosa dei melanociti da un serbatoio dellaguaina esterna della radice superiore almicroambiente vicino alla papilla dermica delbulbo pilifero.La canizie precoce è una causa importante di

bassa autostima, spesso interferisce con larelazione sociale e pertanto deve essere stu-diata e compresa.L’incanutimento dei capelli è generalmenteprogressivo e permanente; nonostante la vastaricerca molecolare in corso per comprenderela patogenesi della canizie, non vi sono tratta-menti efficaci. Tuttavia ci sono segnalazionioccasionali di ripigmentazione di capelli bian-chi spontaneamente o in seguito a processiinfiammatori e dopo l’uso di farmaci; questieventi hanno suggerito la possibilità di reclu-tamento di melanociti dalla guaina esternadel bulbo pilifero indotto da citochine ehanno riacceso la speranza di trovare, in futu-ro, un farmaco efficace per il trattamentodella canizie precoce. Alcuni studi hannovalutato l’associazione di canizie con osteope-nia e malattie cardiovascolari ma i risultatisono stati discordi.

Passiamo ora in rassegna alcune considerazio-ni sui capelli bianchi.I capelli non pigmentati sono più spessi deicapelli scuri. Il tasso di crescita dei capellibianchi è anche significativamente superiorea quello dei capelli pigmentati. Tuttavia, ilmeccanismo alla base di questo fenomeno èin gran parte sconosciuto. Sembra che vi sia una correlazione fra fumoe capelli: risale al 1996 il primo studio secon-do il quale i fumatori di sesso maschile aveva-no una percentuale di alopecia maggiore deinon fumatori, mentre per le donne tale diffe-renza era troppo piccola per avere valorescientifico, ma comunque era a sfavore dellefumatrici. Più evidente è invece la connessio-ne fra fumo di sigaretta e canizie precoce:sembra che i capelli bianchi insorgano primadei 30 anni di età soprattutto se il soggetto èun fumatore, con una frequenza 2 volte emezzo superiore rispetto ai non fumatori. Inche modo le sigarette influirebbero negativa-

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

23

Page 24: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

mente sulla salute dei capelli? I meccanismiipotizzati sono molteplici e comprendono undanno alla microcircolazione della papilladermica, l’insulto al DNA del follicolo, lo sbi-lanciamento dell’equilibrio fra sintesi edegradazione delle proteine del capello, l’ossi-dazione di strutture follicolari con conseguen-te insorgenza di processi infiammatori e fibro-tici del bulbo. Infine si avrebbe la riduzionedell’effetto (protettivo) degli estrogeni, chedeterminerebbe un aumento relativo di quel-lo (sfavorevole) del testosterone.Come prevenire l’invecchiamento dei capelli? Anzitutto occorre fare attenzione a come litrattiamo e curiamo. - Il primo, indispensabile trattamento anti-età,è lo shampoo: deve essere scelto in base alcuoio capelluto e dosato in modo ottimale.Non dovrebbe contenere laurilsolfati bensìessere formulato con tensioattivi più delicati,come i sarcosinati o i sulfosuccinati. Si devo-no utilizzare prodotti anti-età per rinforzare,ricostruire, reidratare il capello restituendoglivolume e lucentezza. - Le colorazioni “fai da te” sono da evitare:un’applicazione errata può rovinare il capel-lo. - Il phon deve essere utilizzato con il diffuso-re, scegliendo temperature non troppo eleva-te. Devono essere evitate piastre e ferri arric-ciacapelli.- Utili le maschere nutrienti e/o a base di col-lagene da applicare una volta al mese.- Uno stile di vita sano è indispensabile pertutelare la salute e la bellezza dei capelli: anzi-tutto occorre eliminare il fumo e limitarealcolici e caffè.- È fondamentale una dieta corretta. Una ali-mentazione equilibrata deve favorire i cosid-detti cibi anti-età: verdura, frutta, cereali inte-grali, pesce azzurro, semi di lino, di zucca e digirasole, germogli di soia, di rabarbaro, cipol-la bianca e rossa.

Un elevato consumo di frutta e verduramigliora infatti la salute dei nostri capelli.Alcuni studi effettuati in Asia hanno dimo-strato che una dieta di tipo occidentale riccadi grassi di origine animale, povera di frutta,verdura e pesce è correlata con un peggiora-mento della calvizie. Il mangiare frutta e ver-dura permette all’organismo di introdurre levitamine e gli oligoelementi fondamentali peril funzionamento del follicolo pilifero e per ilsuo metabolismo. Nei paesi occidentali lecarenze vitaminiche sono dovute a uno stiledi vita non corretto in cui si consumanodurante la giornata cibi troppo raffinati epoveri delle vitamine più importanti. Anchela moda delle diete dimagranti provoca caren-ze di vitamine e di oligoelementi fondamenta-li per la salute del capello. Le vitamine delgruppo B insieme alla vitamina C sono le vita-mine dei capelli per antonomasia.

Tutte le vitamine del gruppo B agiscono insinergia tra loro per mantenere in equilibrioil metabolismo del follicolo pilifero e devonoessere introdotte nel nostro organismo costan-temente in quanto vengono scarsamente pro-dotte e immagazzinate dalle nostre cellule.Oltretutto il fumo di sigaretta, l’abuso di cibiraffinati, l’assunzione eccessiva di alcol, caffè,farmaci, disattivano la loro preziosa azione.La vitamina B1 o Tiamina è un indispensabi-le cofattore enzimatico che presiede all’utiliz-zo del glucosio, il carburante che permette alcapello di crescere sano e forte. Favorisceanche i processi digestivi e rende efficienti imuscoli, il cuore e il sistema nervoso. La vitamina B2 o riboflavina interviene neiprocessi metabolici e nella produzione dienergia sotto forma di ATP, una delle piùimportanti molecole energetiche del nostroorganismo. I cheratinociti del capello sono lecellule “operaie” in continua e incessanteproduzione di cheratina e qualsiasi fenomeno

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

24

Page 25: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

in grado di ritardare il loro funzionamentoprovoca alterazioni cutanee e del cuoio capel-luto. Una carenza di Riboflavina provocainfatti dermatite seborroica e secchezza dellacute. La vitamina PP o B3 o Niacina è una dellevitamine più importanti per la salute deicapelli in quanto è il principale cofattore enzi-matico nei processi di ossidoriduzione ed èindispensabile per la sintesi e la degradazionedi molte sostanze del nostro organismo, tracui gli ormoni sessuali (testosterone, diidrote-stosterone, estradiolo ecc), l’insulina e il corti-solo. La sua carenza, soprattutto agli inizi del900 nei paesi in cui c’era scarso apporto pro-teico, provocava la pellagra o sindrome delletre D: dermatite, disturbi digestivi, demenza. La vitamina B5 o acido pantotenico è semprestata considerata la vitamina anticaduta eanti incanutimento e qualsiasi lozione laannoverava tra i suoi componenti, anche peril suo forte potere idratante e emolliente.L’acido pantotenico è essenziale per il meta-bolismo degli acidi grassi, delle proteine edegli zuccheri. Permette un costante rinnova-mento cellulare, migliorando le condizionidei capelli. Contribuisce anche a rendere effi-cienti le ghiandole surrenali mantenendo inequilibrio la produzione di due ormoniimportanti anche per i capelli e lo stress: adre-nalina e cortisolo. Gli abusi di caffè, alcool efumo provocano carenze e i segnali più evi-denti sono disturbi digestivi, caduta dei capel-li, ipoglicemia. La vitamina B6 o Piridossina contribuisce amantenere integri e sani i capelli in quantofavorisce l’assimilazione e l’utilizzo degli acidigrassi e delle proteine. Interviene nella con-versione degli aminoacidi solforati costituentila cheratina dei capelli ed è anche un inibito-re della 5alfa-reduttasi contrastando la forma-zione del DHT. I principali sintomi della suacarenza sono caduta dei capelli, dermatiti,

stanchezza e nervosismo. La Vitamina H o biotina è utile per la salutedei capelli poiché contrasta e previene la der-matite seborroica, ottimizza il metabolismolipidico e delle proteine ed è coinvolta nellasintesi della vitamina C. L’alcool, il caffè, gliantibiotici e soprattutto il consumo eccessivodi albume d’uovo la disattivano provocandodermatite seborroica e secchezza cutanea. Ilfabbisogno giornaliero è di circa 20 mg/die. L’acido folico è coinvolto nella sintesi degliaminoacidi e degli acidi nucleici (DNA eRNA) e quindi fondamentale per la salute deicapelli in quanto mantiene costante la produ-zione della cheratina di cui sono fatti. Lacarenza cronica di questa vitamina provocatelogen effluvium e alterazioni della pelle e sipuò verificare durante la gravidanza, a segui-to dell’assunzione eccessiva di alcool oppuredurante una dieta dimagrante squilibrata neiprincipi nutritivi fondamentali.

Anche un adeguato apporto proteico è neces-sario per avere dei capelli belli. Bradfield hadimostrato, su volontari sani sottoposti a dietaaproteica, che il diametro del bulbo dei capel-li si riduce notevolmente dopo soli 11 giornicon marcata riduzione del pigmento melani-co verso il 14° giorno, seguita da atrofia e suc-cessivamente perdita delle guaine interna edesterna del pelo. È importante notare che lealterazioni del bulbo e poi dello stelo delcapello si verificano quando ancora non sonoevidenti segni ematici di carenza, quasi chel’organismo, finalisticamente, risparmiasse leproteine per le funzioni essenziali togliendolea tutte quelle sintesi di cui può fare a meno.Dopo una dieta aproteica una modesta trazio-ne sul capello provoca la rottura intrafollicola-re del fusto, che dimostra così una netta ridu-zione della sua resistenza alla trazione e dellasua tipica elasticità. In tutti i casi, aggiungen-do proteine alla dieta, le alterazioni sono rapi-

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

25

Page 26: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

damente reversibili.Distinguiamo una carenza proteica acuta eduna carenza proteica cronica.

Nella carenza proteica acuta (Kwashiorkor) lapercentuale dei capelli in anagen (cioè nellafase di crescita attiva che normalmente com-prende circa l’80% di tutta la capigliatura)scende al 26-30%. All’esame microscopico icapelli mostrano severi segni di atrofia evi-denziati dalla riduzione del diametro deibulbi, uguale ad 1/3 del normale (circa 25micron invece di 80) con presenza di una tipi-ca “strozzatura centrale” a clessidra, dallaperdita della guaina interna ed esterna, dallamarcata riduzione del pigmento.Inoltre la quantità di tessuto pilare prodottagiornalmente risulta ridotta a circa 1/10 e lavelocità di crescita in lunghezza ad 1/4 delnormale.

Nella carenza proteica cronica (marasma) l’or-ganismo tenta di adattarsi alla situazione dimalnutrizione conservando le proteine per lefunzioni essenziali alla sopravvivenza e le alte-razioni sul capello sono ancora più drammati-che.In uno studio di Bradfield in bambini affettida malnutrizione proteica cronica, troviamoche solo l’1% dei capelli era in anagen e appa-riva completamente privo della guaina ester-na ed interna. Il colore era nettamente altera-to, rossiccio, il diametro ridotto a meno di 30micron (i valori normali sono di 65/78micron). La velocità di crescita risultava ridot-ta ad 1/10 di centimetro al mese (normalmen-te è di circa 1 centimetro) e la crescita stessa,discontinua, dava al capello un aspetto a tipomoniletrix (cioè simile ad una collana diperle). La resistenza alla trazione era estrema-mente scarsa ed i capelli si rompevano congrande facilità. L’aspetto generale era quindiquello che si riscontra nella aplasia monilifor-

me o nella tricorressi nodosa congenita.Sempre da Bradfield sono stati osservati spe-rimentalmente mutamenti nel diametro delpelo in animali nella cui dieta erano contenu-ti tutti i fattori nutrienti conosciuti ad ecce-zione delle proteine: il ritmo di crescita delpelo era ritardato, la resistenza alla rotturadei peli era significativamente più bassaanche a parità di diametro, che del resto eraquasi sempre ridotto. Tutte queste alterazionierano reversibili reintroducendo le proteinenella alimentazione.Le recentissime scoperte sull’incanutimentohanno portato alla ribalta una pianta, laPueraria Lobata (nota come Kudzu) per i suoi

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

26

Page 27: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

effetti sulla formazione dell’enzima catalasi.Secondo alcuni studi questo sarebbe impor-tantissimo per scongiurare l’ossidazione deimelanociti da parte dell’H2O2 (perossido diidrogeno), allontanando in tal modo la depig-mentazione dei capelli. Quindi, può essereconsiderato come un possibile trattamentoper la prevenzione di capelli grigi.La pianta, originaria del Giappone, viene uti-lizzata in medicina orientale da 2500 anni.Questa leguminosa rampicante e infestanteha dei principi attivi capaci di contrastare ladipendenza da alcool e da cocaina. L’estrattodella pianta, l’inibitore della aldeide-deidroge-nasi-2 (ALDH2), è infatti in grado di agire suimeccanismi chimici che regolano il desideriodella sostanza stupefacente, interferendo sulrapporto tra l’ormone dopamina e i centri delpiacere del cervello. Le radici e i fiori sonostati usati per combattere emicrania e iper-tensione. Infine la Pueraria contiene isoflavo-ni e ha una funzione estrogenizzante.

Riferimenti bibliografici (la cute)

Bentley JP.: “Aging of collagen” J Invest Dermatol73:80, 1979.

Bowtell, J.L., Gelly, K., Jackman, M.L., Patel, A.,Simeoni, M., Rennie, M.J.: “Effect of oral glutami-ne on whole body carbohydrate storage duringrecovery from exhaustive exercise” Journal OfApplied Physiology, Volume 86, issue 6, (pp. 1770-1777), 1999.

Francès C. Smoker’s wrinkles: “epidemiologicaland pathogenic considerations” Clin Dermatol16:565, 1998.

Fantini F.: “Calvizie no grazie,” in press, TecnicheNuove, 2014.

Kligman LH.: “Photoaging. Manifestations, pre-vention, and treatment” Clin Geriatr Med 5:235,1989.

Evangeliou, A. & Vlassopoulos, D.: “CarnitineMetabolism and Deficit – When Supplementationis Necessary?” Current PharmaceuticalBiotechnology, Volume 4, issue 3, (pp. 211-219),2003.

Müller, D.M., Seim, H., Kiess, W., Löster, H. &Richter, T.: “Effects of Oral l-CarnitineSupplementation on In Vivo Long-Chain Fatty AcidOxidation in Healthy Adults Metabolism” Volume51, issue 11, (pp. 1389-1391), 2002.

Reda, E., D’Iddio, S., Nicolai, R., Benatti, P. &Calvani, M.: “The Carnitine System and BodyComposition” Acta Diabetol, issue 40, (pp. 106-103), 2003.

Saini, R. & Zanwar, A. A.: “Arginine Derived NitricOxide: Key to Healthy Skin” Bioactive DietaryFactors and Plant Extracts in Dermatology (pp. 73-82), 2013.

Smith L.: “Histhopathologic characteristics andultrastructure of aging skin” Cutis 43:414, 1989.

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

27

Page 28: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

Welbourne, T.C.: “Increased plasma bicarbonateand growth hormone after an oral glutamine load”The American Journal Of Clinical Nutrition,Volume 61, issue 5, (pp. 1058-1061), 1995.

Williams, J.Z., Abumrad, N. & Barbul, A.: “Effectof a Specialized Amino Acid Mixture on HumanCollagen Deposition Annals of Surgery” Volume236, issue 3, (pp. 369-375), 2002.

Massirone A.: “Trattato di Medicina Estetica”Piccin ed. Padova 2010

Salin M, Marliani A, Gigli P.: “introduzione allaMicroscopia tricologica in luce polarizzata” Ed.TricoItalia Firenze gennaio 1997.

Riferimenti bibliografici: i capelli

Seiberg M.: “Age-induced hair graying - the multi-ple effects of oxidative stress” Int J Cosmet Sci.Aug 28, 2013

Mohanty S, Kumar A, Dhawan J, Sharma VK,Gupta S.: “Depletion of CD200+ Hair Follicle StemCells in Human Prematurely Gray Hair Follicles” JCutan Aesthet Surg. 2013 Apr; 6(2): 90-2.

Wood JM, Decker H, Hartmann H, Chavan B,Rokos H, Spencer JD, Hasse S, Thornton MJ,Shalbaf M, Paus R, Schallreuter KU.: “Senile hairgraying: H2O2-mediated oxidative stress affectshuman hair color by blunting methionine sulfoxi-de repair” FASEB J. 2009 Jul; 23(7): 2065-75.

Schallreuter KU, Salem MA, Holtz S, Panske A.:“Basic evidence for epidermal H2O2/ONOO--mediated oxidation/nitration in segmental vitiligois supported by repigmentation of skin and eyelas-hes after reduction of epidermal H2O2 with topi-cal NB-UVB-activated pseudocatalase” PC-KUS.FASEB J. 2013 Aug; 27(8): 3113-22.

Choi HI, GI Choi, Kim EK, YJ Choi, Sohn KC, LeeY, Kim CD, Yoon TJ, Sohn HJ, Han SH, Kim S, JHLee, Lee YH.: “Hair greying is associated with acti-ve hair growth” Br J Dermatol. 2011

Dec;165(6):1183-9.

Zayed AA, Shahait AD, Ayoub MN, Yousef AM. :“Smokers’ hair: Does smoking cause prematurehair graying?” Indian Dermatol Online J. 2013Apr;4(2):90-2.

Pandhi D, Khanna D.: “Premature graying ofhair” Indian J Dermatol Venereol Leprol. 2013Sep-Oct; 79(5): 641-53.

N. Peng, JK Prasain, Y. Dai, R. Moore, A.Arabshahi, S. Barnes, S. Carlson, JM Wyss.:“Chronic Dietary Kudzu Isoflavones ImproveComponents of Metabolic Syndrome in Stroke-Prone Spontaneously Hypertensive Rats” -“Journal of Agricultural and Food Chemistry” -Volume 57, Issue 16, Pages 7268-7273,

Jo SJ, Shin H, Paik SH, Na SJ, Jin Y, Park WS, KimSN, Kwon OS.: “Efficacy and Safety of Puerarialobata Extract in Gray Hair Prevention: ARandomized, Double-Blind, Placebo-ControlledStudy” Ann Dermatol. 2013 May; 25(2): 218-22.doi: 10.5021/ad.2013.25.2.218. Epub 2013 May10.

Peters EM, Liezmann C, Spatz K, Ungethüm U,Kuban RJ, Daniltchenko M, Kruse J, Imfeld D,Klapp BF, Campiche R.: “Profiling mRNA of thegraying human hair follicle constitutes a promisingstate-of-the-art tool to assess its aging: an exemplaryreport” J Invest Dermatol. 2013 May; 133(5): 1150-60.

Panhard S, Lozano I, Loussouarn G.: “Greying ofthe human hair: a worldwide survey, revisiting the‘50’ rule of thumb” Br J Dermatol. 2012 Oct;167(4): 865-73.

Kaplan PD, Polefka T, Grove G, Daly S, JumbelicL, Harper D, Nori M, Evans T, Ramaprasad R,Bianchini R.: “Grey hair: clinical investigation intochanges in hair fibres with loss of pigmentation ina photoprotected population” Int J Cosmet Sci.2011 Apr; 33(2): 171-82.

Daly S, Bianchini R, Polefka T, Jumbelic L,

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

28

Page 29: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

Jachowicz J.: “Fluorescence and coloration of greyhair” Int J Cosmet Sci. 2009 Oct; 31(5): 347-59.

Pandhi D, Khanna D.: “Premature graying ofhair” Indian J Dermatol Venereol Leprol. 2013Sep-Oct;79(5):641-53. doi: 10.4103 / 0378 - 6323.116733.

Tobin DJ, Paus R.: “Graying: gerontobiology of thehair follicle pigmentary unit” Exp Gerontol. 2001Jan; 36(1): 29-54.

Van Neste D, Tobin DJ.: “Hair cycle and hair pig-mentation: dynamic interactions and changes asso-ciated with aging” Micron. 2004; 35(3): 193-200.

Arck PC, Overall R, Spatz K, Liezman C, HandjiskiB, Klapp BF, Birch-Machin MA, Peters EM.“Towards a free radical theory of graying”: mela-nocyte apoptosis in the aging human hair follicle isan indicator of oxidative stress induced tissuedamage. FASEB J. 2006 Jul; 20(9): 1567-9.

McDonough PH, Schwartz RA.: 2Premature hairgraying” Cutis. 2012 Apr;89(4):161-5.

Cline DJ.: “Changes in hair color” Dermatol Clin.1988 Apr; 6(2): 295-303.

Rosen CJ, Holick MF, Millard PS.: “Premature gra-ying of hair is a risk marker for osteopenia” J ClinEndocrinol Metab. 1994 Sep; 79(3): 854-7.

Gould L, Reddy CV, Oh KC, Kim SG, Becker W.:“Premature hair graying: a probable coronary riskfactor” Angiology. 1978 Nov;29(11):800-3.

Gutersohn T, Scheidegger EP.: “Is baldness bad forthe heart?” Dermatology. 2005;211(1): 72-4.

Rebora A.: “Baldness and coronary artery disease.the dermatologic point of view of a controversialissue” Arch Dermatol. 2001 Jul;137(7):943-7.

Marliani A, Bini F et al.: “Tricologia 2011”S.I.Tri., Firenze, 2011.

TIMOCHINONE… e non solo Paolo Morani

Roma

Una breve “passeggiata” tra nuove evidenze diattivi naturali antinfiammatori e componentiche stimolano la crescita dei capelli.

La ricerca tricologica degli ultimi anni hamesso in evidenza il ruolo del sistema immu-nitario e delle infiammazioni nello sviluppodelle più diffuse forme di alopecia come l’a-reata e, più di recente, l’androgenetica o cal-vizie comune. In particolare alcuni studihanno osservato che gli stessi cheratinocitidispongono di un corredo enzimatico idoneoalla sintesi di catecolamine e come, espostiall’azione di agenti patogeni, possono essereindotti a secernere citochine pro infiammato-rie. I recenti studi di Cotsarelis (Università diPennsylvania) pubblicati sulla rivista ScienceTranslational Medicine dal titolo:“Prostaglandin D2 Inhibits Hair Growth andIs Elevated in Bald Scalp of Men with

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

29

Page 30: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

Androgenetic Alopecia”, hanno evidenziatoun ruolo importante nella calvizie di tipoandrogenetico della prostaglandina infiam-matoria D2 (PGD2) . Considerando che adoggi non sono ancora disponibili farmaci spe-cifici in grado di inibire gli effetti della PGD2nella cura della alopecia androgenetica,divengono interessanti alcune evidenze relati-ve ad attivi naturali utili a contrastare emodulare i fattori infiammatori del cuoiocapelluto ponendo le premesse per un miglio-re trofismo dei follicoli piliferi coadiuvando ilripristino del naturale svolgimento del ciclodi crescita dei capelli.

Ecco dunque una rapida carrellata con laquale saranno descritti alcuni di questi attivii cui studi evidenziano proprietà antinfiam-matorie, rivolte anche verso le PGD2, e altreinteressanti proprietà costituite da fattori distimolo alla crescita dei capelli e azioni com-plementari e sinergiche nel contrasto dell’alo-pecia e delle principali affezioni ad essa spes-so collegate come l’eccesso di sebo, la derma-tite e la psoriasi. La prima tra queste sostan-ze, che ha già suscitato un particolare interes-se, è il timochinone contenuto nella Nigellasativa. Tra le sue caratteristiche quella diapparire in grado di inibire lo sviluppo deltumore al pancreas grazie alle sue proprietàprotettive e antiinfiammatorie. Tale scopertaè avvenuta grazie ad un team di scienziatidell’American Association for cancerResearch, che si sono concentrati sull’azionedel timochinone, che rappresenta il costituen-te principale dell’olio essenziale della pianta,ottenuto in corrente di vapore. Il timochinoneha un ruolo fondamentale nell’inibire l’attivi-tà di un particolare enzima, l’istone deacetila-si, responsabile degli stati infiammatori asso-ciati a questo tipo di tumori, che portano allaformazione di pancreatiti croniche. Durantequesta ricerca si è, perciò, comparata l’attività

antiinfiamatoria del timochinone con quelladella tricostatina A, altra sostanza inibitricedell’enzima durante gli stadi tumorali pan-creatici. Venendo ai nostri interessi tricologiciva segnalato come altri (e recenti) studi abbia-mo evidenziato una azione efficace del timo-chinone proprio sulla prostaglandina infiam-matoria D2 (PGD2). Il timochinone ha quin-di azione antiinfiammatoria specifica, oltre ainibire l’attivazione e la sintesi del fattore NF-kB, un fattore di trascrizione pro-infiammato-rio, coinvolto nelle forme di alopecia piùcomuni. Insomma, un insieme di fattori chespiegherebbero perché la nigella sia stata neisecoli ritenuta un rimedio e quindi adottataper moltissime patologie e stati infiammatori.Passiamo ora brevemente in rassegna unsecondo ed interessante attivo: la Quercetina,un flavonolo presente in molte specie vegetali(come la vite, la cipolla rossa, il the verde, ilmirtillo, la mela, il sedano e altre ancora) cheda recenti studi ha mostrato attività specificanella riduzione delle prostaglandine infiam-matorie e in particolare delle PGD2. LaQuercetina ha azione di inibizione versodiversi enzimi intracellulari: tirosin-chinasiTK, alcune proteine chinasi calcio-fosfolipidedipendenti PCKs, la 5-lipossogenasi, la fosfoli-pasi A2 che genera l’acido arachidonico dacui derivano le prostaglandine, l’ornitinadecarbossilasi. La Quercetina ha, peraltro,anche attività antiossidante in particolare

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

30

Page 31: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

contro l’anione superossido, la degradazionedella vitamina E (tocoferolo) e la produzionedi ossido nitrico indotta nelle infiammazioni.Volendo rafforzare ulteriormente la specificaazione antinfiammatoria di Nigella eQuercetina potremmo aggiungere laScutellaria (Scutellaria baicalensis) el’Eleuterococco (Eleutherococcus /Acanthopanax senticosus). La prima piantacontiene la baicalina, sostanza antinfiamma-toria che agisce sui macrofagi riducendone laproduzione indotta di citochine infiammato-rie, oltre ad altri composti con attività antista-minica; l’Eleuterococco è invece più notocome adattogeno (anti-stress). Un recente stu-dio mostra che l’abbinamento di queste duepiante ha effetti sinergici nell’inibire le pro-staglandine e in particolare le PGD2.Anche lo Zenzero (Zingiber officinale) svolgeun’azione antinfiammatoria (oltre che di ini-bizione della 5 alfa reduttasi, lo vedremo piùavanti) grazie al gingerolo e agisce in modoabbastanza specifico contrastando la produ-zione di prostaglandine e in particolare dellaD2. Lo Zenzero agirebbe, secondo recentistudi, anche come inibitore della 5 alfa redut-tasi rivelandosi tra i più efficaci a livello diprincipi attivi naturali.Una azione di questo tipo è peraltro possibileanche per la Trigonella fieno greco(Trigonella foenum graecum) il cui principaleattivo, la trigonellina, è un zwitterione, ossiauna molecola analoga a quelle sperimentatedi recente come antagoniste del recettoreCRTH2 delle prostaglandine D2. Ora divieneinteressante constatare come i recenti studirelativi al ruolo delle prostaglandine e deiloro recettori nella crescita dei capelli e nell’i-nibizione della stessa, oltre ad evidenziare chele PGD2 agiscono negativamente sulla cresci-ta, ribadirebbero il ruolo positivo di altre pro-staglandine, ossia le PGE2 e le PGF2 alfa dicui già si conosceva l’attività anabolica sulle

strutture pilifere. A questo proposito è utilesegnalare l’Alcool benzilico che da un recentestudio sul Litchi chinensis è risultato l’attivoche porta a un incremento delle PGE2.In tale ambito è interessante anchel’Apigenina, un flavonoide presente in nonaltissime quantità in vegetali comuni comesedano, prezzemolo e camomilla che ha effet-to di stimolo sulla crescita dei capelli, comeevidenziato in uno studio specifico che ne hamostrato l’attività sul TGF-beta1 un induttoredel catagen attivato dagli androgeni che èespresso in abbondanza nella papilla dermicadei follicoli soggetti ad alopecia androgeneti-ca (calvizie comune).Un altro gruppo di attivi naturali da prenderein considerazione in questo excursus è costi-tuito da quelle sostanze orientate a regolare ilmetabolismo ormonale dello scalpo riducen-do la trasformazione del testosterone in dii-drotestosterone (l’ormone più attivo nella cal-vizie comune) agendo sull’enzima 5 alfareduttasi.A questo proposito aggiungiamo allo Zenzero,

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

31

Page 32: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

citato precedentemente, l’interessante attivitàdell’estratto di foglie di Rosmarino(Rosmarinus officinalis L.), una pianta tradi-zionalmente utilizzata per i problemi cutanei,per il ringiovanimento della pelle e per lasalute della capigliatura. Proprio riguardo aicapelli sono stati di recente confermati eapprofonditi i meccanismi che maggiormen-te inibiscono l’enzima 5 alfa reduttasi indivi-duando gli attivi che si trovano particolar-mente concentrati proprio nell’estratto difoglie di Rosmarino.

Da alcuni anni in alcune delle più innovativepreparazioni per la cura dei capelli e per ilcontrasto della seborrea viene utilizzato l’aci-do oleanolico puro (oltre a quello che puòcontenere lo stesso esestratto di rosmarino),anche questo triterpenoide è considerato uninibitore della 5 alfa reduttasi. Infine citiamo la peoniflorina presente nellaPeonia (Peonia suffruticosa) e in particolarenel suo estratto. Questa, come alcune altresostanze naturali, ha dimostrato di poterincrementare l’aromatasi, un altro enzimaimportante per il trofismo dei capelli che tra-sforma principalmente il testosterone in estra-diolo a livello locale e che risulterebbe caren-

te nello scalpo affetto da calvizie maschile efemminile.Insomma, nonostante l’età moderna sembradecretare il primato della scienza e della tec-nica sulla natura, i rimedi naturali e le pianteche hanno soccorso l’uomo per migliaia dianni continuano a svelare la ricchezza delleloro proprietà offrendoci ancora i loro benefi-ci esattamente come quando, al tempo deiGreci, permaneva il primato della natura e il“farmaco” non era considerato ciò che guari-va ma piuttosto l’elemento che assecondava lanatura nel processo di guarigione.In conclusione, i rimedi naturali e le pianteche in molti casi sono stati per migliaia dianni le più affidabili fonti terapeutiche perl’umanità, continuano oggi a svelare la lororicchezza e le loro diverse proprietà soprattut-to grazie alla luce che viene dalla scienza edalla tecnologia attuali e possono in questomodo ritrovare il ruolo già rivestito in età clas-sica quando il “farmaco”, forse più corretta-mente, non veniva considerato come ciò cheguarisce, ma come l’elemento o l’insieme dielementi utili a favorire l’intero e complessoprocesso di guarigione.

Riferimenti

A. M. Kligman, “Pathologic Dynamics of HumanHair Loss: Telogen Effluvium,” Archives ofDermatology, Vol. 83, 1961, pp. 175-198.

J. T. Headington, “Telogen Effluvium,” Archives ofDerma- tology, Vol. 129, No. 3, 1993, pp. 356-363.

A. Rebora, “Telogen Effluvium: AnEtiopathogenetic Theory,” International Journalof Dermatology, Vol. 32, No. 5, 1993, pp. 339-340.

D. Whiting, S. F. Templeton and A. R. Solomon,“Disor- ders of Cutaneous Appendages,” In: R. L.Barnhill, Ed., Textbook of Dermatopathology,

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

32

Page 33: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

McGraw-Hill, New York, 1998, pp. 201-223.

G. Eudy and A. R. Solomon, “The Histopathologyof Noncicatricial Alopecia,” Seminars inCutaneous Medi- cine and Surgery, Vol. 25, No. 1,2006, pp. 35-40.

D. A. Whiting, “Chronic Telogen Effluvium:Increased Scalp Hair Shedding in Middle AgedWomen,” Journal of the American Academy ofDermatology, Vol. 35, No. 6, 1996, pp. 899-906.

P. C. Arck, A. Slominski, T. C. Theoharides, E. M.Peters and R. Paus, “Neuroimmunology of Stress:Skin Takes Center Stage,” Journal of InvestigativeDermatology, Vol. 126, No. 8, 2006, pp. 1697-1704.

N. Ito, T. Ito, A. Kromminga, A. Bettermann, M.Taki-gawa, F. Kees, R. H. Straub and R. Paus,“Human Hair Follicles Display a FunctionalEquivalent of the Hypo-thalamic-PituitaryadrenalAxis and Synthesize Cortisol,” FASEB Journal, Vol.19, No. 10, 2005, pp. 1332-1334.

E. M. Peters, P. C. Arck and R. Paus, “Hair GrowthInhi- bition by Psychoemotional Stress: A MouseModel for Neural Mechanisms in Hair GrowthControl,” Experi- mental Dermatology, Vol. 15, No.15, 2006, pp. 1-13.

A. Slominski, J. Wortsman, A. Pisarchik, B.Zbytek, E. A. Linton, J. E. Mazurkiewicz and E. T.Wei, “Cutaneous Expression of Corticotropin-Releasing Hormone (CRH), Urocortin, and CRHReceptors,” FASEB Journal, Vol. 15, No. 10, 2001,pp. 1678-1693.

X. Zhang, M. Yu, W. Yu, J. Weinberg, J. Shapiroand K. J. McElwee, “Development of AlopeciaAreata is Asso- ciated with Higher Central andPeripheral Hypotha- lamicpituitary-Adrenal Tonein the Skin Graft Induced C3H/HeJ MouseModel,” Journal of Investigative Der-matology, Vol.129, No. 6, 2009, pp. 1527-1538.

M. Baldari, M. Montinari, M. Guarrera and A.Rebora, “Trichodynia is a Distinguishing Symptom

of Telogen Effluvium,” Journal of the EuropeanAcademy of Derma- tology and Venereology, Vol.23, No. 6, 2009, pp. 733- 734.

Y. Q. Cao, P. W. Mantyh, E. J. Carlson, A. M.Gillespie, C. J. Epstein and A. I. Basbaum,“Primary Afferent Ta- chykinins Are Required toExperience Moderate to In- tense Pain,” Nature,Vol. 392, No. 6674, 1998, pp. 390- 394.

R. Amann, R. Schuligoi, P. Holzer and J.Donnerer, “The Non-Peptide NK1 ReceptorAntagonist SR140333 Produ- ces Long-LastingInhibition of Neurogenic Inflammation, But DoesNot Influence Acute Chemo- or Thermono- cicep-tion in Rats,” Naunyn-Schmiedeberg’s Archives ofPharmacology, Vol. 352, No. 2, 1995, pp. 201-205.

Y. Akasaka, K. Abe, T. Sato and H. Inoue,“Regulation of Neurokinin-1 Receptor MessengerRNA Expression in Synovial Fibroblasts of Patientswith Rheumatoid Arthri-tis,” Neuropeptides, Vol.39, No. 5, 2005, pp. 467-474.

S. Simeonidis, I. Castagliuolo, A. Pan, J. Liu, C. C.Wang, A. Mykoniatis, A. Pasha, L. Valenick, S.Sougioultzis, D. Zhao and C. Pothoulakis,“Regulation of the NK-1 Re- ceptor GeneExpression in Human Macrophage Cells via an NF-Kappa B Site on Its Promoter,” Proceedings of theNational Academy of Sciences of the United Statesof America, Vol. 100, No. 5, 2003, pp. 2957-2962.

P. C. Arck, B. Handjiski, E. Hagen, R. Joachim, B.F. Klapp and R. Paus, “Indications for a ‘Brain-Hair Follicle Axis (BHA)’: Inhibition ofKeratinocyte Proliferation and Up-Regulation ofKeratinocyte Apoptosis in Telogen Hair Follicles byStress and Substance P,” The EMBO Journal, Vol.5, No. 13, 2001, pp. 2536-2538.

Giornale Italiano di TricologiaAprile 2014 - N° 32 -

33

Page 34: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

Giornale Italiano di TricologiaSocietà Italiana di Tricologia

34

Page 35: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°
Page 36: Giornale Italiano di Tricologia numero 32°

Edizioni Tricoitalia