il giornale italiano di spagna n. 22

24
22/2009 www.ilgiornaleitaliano.net Settimanale Gratuito LORENZO QUINN: LORENZO QUINN: “La parte più bella della scultura è l’idea” “La parte più bella della scultura è l’idea”

Upload: giulio-rosi

Post on 20-Mar-2016

228 views

Category:

Documents


6 download

DESCRIPTION

Il Giornale Italiano di Spagna, giornale in lingua italiana per gli italiani residenti in Spagna.

TRANSCRIPT

Page 1: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

22/2009www.ilgiornaleitaliano.net

Settimanale Gratuito

LORENZO QUINN:LORENZO QUINN:“La parte più bella della scultura è l’idea”“La parte più bella della scultura è l’idea”

Page 2: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 2 22/2009

L O R E N Z O Q U I N N , L E S U E S C U LT U R E N E L M O N D O PA R L A N O D I L U Idi Paola Pacifici

Intervista a Lorenzo Quinn.

Lorenzo Quinn, perché la scultu-ra? Perché prima ero una persona tridimensionale a desso sono di-ventato quadrimensionale, nel sen-so che avevo iniziato anni fa con la pittura. Però mi mancava questa cosa del tatto. Per me il tatto è molto importante. Ero e sono un seguace delle opere di Dalì, mi chiamavano “il giovane Dalì”. Sono arrivato ad-dirittura ad interpretarlo in un film, lì ho capito che ovviamente di Dalì ce ne era solo uno e che ero solo una brutta copia, come artista dovevo creare uno stile proprio. Ho iniziato con le sculture e non ho più smesso.Quali materiali preferisci? Preferi-sco il bronzo, però attualmente sto lavorando anche con dei nuovi ma-teriali come alluminio, acciaio. Le mie sculture sono abbastanza clas-siche, sono un artista figurativo. Mi piace spiegare qualcosa attraverso le sculture, non devono essere solo de-corative. Sono simboliche, ognuna ha la sua storia. Il bronzo ha un suo calore, con la sua patina rappresenta il tempo che passa, mi attira molto perché praticamente sono rimaste invariate le modalità di uso da ormai migliaia di anni. L’alluminio e l’ac-ciaio invece rendono moderna una scultura che potrebbe essere vista come una opera classica. Pertanto posso sviluppare e seguire vari inte-ressi utilizzando questi due materia-li, ci sono sculture che vi si adattano ed altre che preferiscono il bronzo. Ultimamente sto combinando mate-riali diversi, ne ho una che mi piace moltissimo e credo che sarà una del-le mie opere più importanti. Un arti-sta, se ha dieci opere maestre è for-tunato, è conosciuto sempre per quel particolare, o quei particolari quadri o sculture, che lo hanno reso cele-bre. L’ultima opera che sto facendo “What came first” cioè “Cosa venne prima”, è una scultura che combina il marmo, il bronzo e l’acciaio.Quale di questi materiali senti ve-ramente tuo? Non è né il bronzo, né l’alluminio, né l’acciaio, quello che veramente sento è l’argilla, la-voro l’argilla e poi le sculture ven-gono riprodotte nei vari materiali. Dove veramente metto le mani, ciò che veramente tocco e plasmo è l’argilla. Sei veramente il creatore,

una sensazione bellissima, ti im-magini in quel momento di creare Adamo ed Eva, vedi e senti la cre-atura nascere sotto le dita. L’argilla ha vari fasi di lavorazione, da quella iniziale che è morbida tipo fango, a quando si indurisce e la puoi cuoce-re. Ogni fase ha un suo fascino.Per te è più emozionante vedere l’opera in argilla o nel materiale finale? Dipende. La scultura che sto facendo, “Cosa venne prima”, non la posso vedere finita in argilla in quanto il marmo viene da Carrara. È un uovo con una base in acciaio che viene realizzata da uno specia-lista su mie istruzioni. Faccio l’ori-ginale della scultura, che poi andrà dentro questo uovo con una figura di bronzo. Anche se sono un artista figurativo, non faccio proprio scul-ture classiche, come può essere una donna seduta o un uomo in piedi. Le mie opere hanno una parte moderna con elementi che in argilla non pos-so realizzare. Ho fatto una scultura molto grande che ricorda il “Pensa-tore “ di Rodin, che è uno degli artisti che adoro, mi ispiro a lui, a Miche-langelo, a Lorenzo Buonarroti e a Carpo, sono per me i quattro grandi

maestri. Questa “Mano di Dio” di 5 metri contiene un uomo a dimensio-ne naturale seduto nel suo palmo. È stato bellissimo lavorarla, mi ricor-dava “Il Torso del Belvedere” che è nel Vaticano, una superba scultura in marmo di Apollonio di Atene del primo secolo avanti Cristo, che mi ha fortemente influenzato.Tu sei italiano, coma mai hai scel-to la Spagna? Veramente con mia moglie Giovanna, italianissima di Venezia, eravamo venuti per starci sei mesi, per far nascere il secondo figlio, in quanto il primo era nato a New York in un famoso ospedale,

ma la loro freddezza ci aveva cre-ato varie difficoltà, basti pensare che il giorno in cui doveva nascere, il medico stava giocando a golf, lo aveva seguito per sette mesi e quel giorno non c’era. Quindi mai più. Ci avevano parlato di un grande medi-co di Barcellona, Santiago Dexeus, che poi si è confermato tale durante la nascita del nostro secondo figlio. Nel frattempo, ci siamo innamora-ti di questa città, conoscevo un po’ la Spagna come attore e poi per un tour con le mie sculture a Barcello-na, dove in trenta giorni sono arrivati 17 mila visitatori. Poi a Marbella nel Museo del Grabado, a Santiago de Compostela nel museo del Pueblo Gallego e a Madrid. Durante il giro ho visto che gli spagnoli apprezza-vano le mie sculture, quindi pensai che c’era un mercato. Inoltre il cli-ma, il mare. La professione è mol-to cara, non è come un pittore che può dipingere anche in una soffitta o in un appartamentino. Lo sculto-re ha bisogno di spazio anche per il trasporto. A New York tutto era più difficile e più caro. Avrei do-vuto lavorare dieci volte di più per guadagnare venti volte di meno.

Qui la vita era facile e la sua qualità molto buona, ho trovato spazi ade-guati a prezzi incredibili e potevo fare buoni affari, quindi rimanem-mo per un periodo e adesso sono 13 anni. Ritorneremo a New York perché la galleria madre “Halcjon” che mi rappresenta a Londra da 10 anni, mettendomi su un alto gradino sul piano internazionale inaugura la sua nuova sede a New York, ed io sarò presente come ho fatto sempre quando ha aperto i suoi prestigiosi spazi espositivi.Che differenza di mercato c’è tra la Spagna e le altre nazioni? Non vendo niente in Spagna, proprio zero. Il mio mercato è internazio-nale. Gli spagnoli comprano le mie opere all’estero soprattutto a Lon-dra. In Italia, dove sono stato un anno, la gente compra per dire io ho “un ...” ma io non ero ancora famo-so e quindi non compravano. Ades-so mi comprerebbero, ma in Italia non ho rappresentante. In Spagna hanno paura, mi dispiace dirlo, lo spagnolo non ha coraggio, non gli piace scoprire il talento, vuole che lo facciano gli altri e poi si associa. Tutti gli artisti importanti spagnoli, dico tutti, nel presente e nel passato, sono diventati famosi fuori, nessu-no in Spagna. Anche lo stesso An-toni Tápies,diventato famoso alla Fiera Internazionale di Parigi, an-che Miguel Barcelò divento famo-so a New York nella galleria di Leo Castelli, per non parlare di Picasso e Dalì. Il caso mio è ancora più ati-pico perché non sono spagnolo.Che cos’è che ti ispira di più? La vita in generale. Non ho nessuna formula. La parte più bella della scultura è l’idea. Ti entra un’alle-

gria, hai i brividi per tutto il corpo e dici: ecco ho trovato! Ci sono arti-sti, come Picasso, che rispetto mol-tissimo e forse è stato il più grande, che dicono che l’ispirazione avvie-ne attraverso la traspirazione, ossia attraverso il lavoro. Io non sono così. Prima deve venirmi l’ispira-zione e poi mi metto a lavorare. La parte della realizzazione è forse la più noiosa perché l’opera è già cre-ata in testa, però mi rimane di farla vedere al mondo. È un problema, a volte non mi riesce di realizzare quello che ho pensato. Una delle cose più difficili per me è lavora-re su incarico. Visualizzo quello che voglio fare e vorrei che mi la-sciassero farlo, ma loro vogliono il disegno, il bozzetto, il plastico, lo faccio, ma è un processo rallenta e ammazza la parte creativa.Chi sono i tuoi clienti? Società e persone agiate. Su dieci persone importanti e ricche nel mondo, tre hanno sculture mie.A novembre farò una bellissima e importante mostra a Valencia, all’ IVAM (Institut Valenciá d’Art Mo-dern), non posso dire di più sarà una grande sorpresa. Ê un anno splendido, ho già fatto una mostra ad Andorra alla bella galleria Art al Set, ho una presenza costante a Londra. Sarò a Nuova Delhi e Bombay, poi Puerto Rico al Museo Contemporaneo e in una galleria importantissima. Poi terrò una mo-stra nel Qatar a Doha, a New York e per finire a Los AngelesCome nasce l’idea di una mostra? Dal gallerista o da me stesso. Sono un po’ atipico, molti artisti hanno bi-sogno di qualcuno che li rappresenti, io mi propongo da solo, parlo con le

Lorenzo Quinn e la sua bella famiglia

La “Mano di Dio”

Lorenzo (con suo padre Anthony Quinn) è nato dal matrimonio del famoso attore americano con l’italiana Jolanda Addolori, con la quale ha avuto un’altro figlio, Danny

Page 3: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 322/2009

gallerie, faccio sia la parte creativa sia la parte amministrativa.Un opera è una autobiografia? Si, assolutamente. Conosciamo Miche-langelo attraverso le sue opere, tanto per paragonarmi come semplice ana-logia. La gente mi conosce attraverso le mie opere e sono molto attento a cosa lascio. Ovviamente anche io ho fatto i miei sbagli, e sono rappresen-tati attraverso le mie opere meno riu-scite. Però rimangono parte della mia storia così come quelle più belle.In quale museo vorresti vedere espo-sta una tua opera e quale, fra quelle già fatte o una che farai? Ho diverse sculture che sono state commercial-mente valide, però non da museo. Ne ho due o tre, che come qualità e ob-biettivamente parlando, potrebbero essere accolte in un museo, come la “Mano di Dio” e “Dare e Avere” che, proprio per la sua semplicità, raccon-ta tutto attraverso il semplice gesto di due mani. Oppure l’opera che sto facendo adesso. Come museo prefe-rirei il Metropolitan al MoMAE in Italia? In Italia ho mia madre e mio fratello. Probabilmente riceverò la bellissima notizia che per il 2010 mi offrono il Museo dei Fori Impe-riali, ai Mercati Traiani a Roma. Sarà per me una grandissima soddisfazio-ne perché significa arrivare in Italia in maniera trionfale. L’ultima scultura che ho visto e dalla quale mi è venuta l’idea di farlo, è stata quella di Igor Mitorai. Adesso anch’io sono pronto ad affrontare questo passo, perché ho delle sculture molto grandi che trove-ranno a Roma lo spazio ideale.Qual’è il tuo carattere? Se voglia-mo parlare di segni, sono un toro con ascendente bilancia, per cui parto a testa bassa con forza e co-raggio, ma il mio ascendente bilan-cia mi da equilibrio e creatività. Mi appoggio alla mia famiglia, ascolto i giudizi dei miei cari , sono i miei critici più sinceri. Mia moglie, che proviene dai corsi delle Belle Arti con indirizzo direzione dei musei, ha un bellissimo senso dell’equili-brio e dell’estetica, un dono innato, vede le cose molto prima di me e mi aiuta molto. Se mi dice qualco-

sa che non le piace, per il novanta per cento la ascolto, se si tratta di obiezioni reali e non di gusto. In questo caso decido da solo perché in fondo l’artista sono io. A volte ho ragione a volte no. Mia moglie ha lasciato gli studi all’ultimo anno e si dedica alla famiglia, abbiamo tre figli maschi, Christopher, Nicho-las e Anthony. Non ho chiamato i miei primi due figli con il nome di mio padre, perché era ancora vivo. Ma per il terzo, essendo mio padre morto ho pensato che era una bella cosa ricordare suo nonno che non ha conosciuto. Abbiamo anche un a cane, Golden Retrival, maschio.E se uno dei tuoi figli volesse fare lo sculture che cosa gli consiglie-resti? Qualcosa di artistico faranno sicuramente, uno di loro potrebbe diventare un bravissimo scrittore. Comunque come artista ci vuole immaginazione. Quello dello scul-tore è un lavoro difficile, quindi non glielo auguro, sono anni di sof-ferenza. Ho avuto sempre la spada di Damocle di mio padre, se loro di-ventassero scultori sarebbe lo stes-so. Però come mio padre che non mi ha mai fermato in quello che vo-levo fare non li fermerò neanch’io , anche se spero che facciano altro. Nel momento che dici ad un figlio di non fare una cosa lui la fa. Il più grande potrebbe fare anche l’attore perché è bravissimo e ha voglia.Tu perché hai smesso di fare l’at-tore? Come dicono gli spagnoli “no me llenava”, non mi gratificava ab-bastanza. Il cinema mi piaceva solo per motivi sbagliati, per la fama, per la parte superficiale. Quello che veramente odiavo era che tu non lo controllavi, eri un “muñeco”, un pu-pazzo, una marionetta nelle mani di altri. Per esempio è già più bello e diretto il teatro, dove hai un rapporto diretto con il pubblico. Il cinema è freddo, distante, magari giri una sce-na dieci volte per essere ripreso da differente angolazione, può durare anche due giorni, poi viene mon-tata, cambiata, doppiata. Come se Sinatra venisse a cantare e Serrat lo doppiasse. Il pubblico e l’artista non

l’accetterebbero. È molto più diffici-le fare un buon film che una buona scultura. Nel film ci sono una serie di combinazioni di talenti, invece la scultura è solo una cosa tua.Che hobby hai? Fare sport, li fac-cio tutti, bici, tennis, moto, moto in montagna; in acqua faccio di tutto, immersioni con i figli, windsurf. Sono molto attivo e poi leggo, in inglese. Mi piacciono i romanzi epici perché mi diverto e imparo qualcosa. Attualmente sto leggen-do “The Kite Runner”.Un’opera che sogni di realizzare? Da 12 anni sto realizzando un ope-ra che si chiama “Umanidad”, una scultura che è una enciclopedia tri-dimensionale, con una forma a sfe-ra che rappresenta il mondo (tipo la Colonna Traiana che racconta la storia), attraverso delle placche col-locate a spirale e riferite ai 100 mo-menti più importanti della storia del-la umanità, non da un punto di vista occidentale od orientale, ma relative all’avanzamento ed alle conquiste, partendo dal Big Bang fino ad oggi. Tengo moltissimo a questa scultura, perché poi sarà fatta da cento opere. Ogni cosa a suo tempo, dieci anni fa avevo una conoscenza dell’arte e adesso ne ho una superiore anche se prima ero più libero, meno condizio-nato nel creare. Adesso è inclusa in un megaprogetto di 1500 milioni di euro che sto curando per un cliente.Che differenza c’è tra uno scultore di oggi e uno del passato? È una bel-la domanda. Credo che continuiamo a soffrire, magari in modo diverso. Erano dei grandi maestri, molto più grandi di noi, sicuramente tecnica-mente. Si dedicavano completamen-te a questo fin da bambini, lavorando nelle botteghe, tutto era finalizzato all’arte ed è così che Michelangelo a ventitrè anni realizzò la sua stupen-da “Pietà”. Oggi questi artisti non ci sono più. Noi non andiamo nei cimi-teri a prendere i cadaveri per studia-re l’anatomia, abbiamo i libri. Oggi qualsiasi persona si crede capace di essere artista, ma io ritengo che come un architetto deve sapere come si fan-no le fondamenta anche uno scultore debba avere delle solide basi, poi può creare quello che vuole. Lo spiego sempre ai miei figli, ai quali come a tutti i bambini la scuola pesa molto, e gli dico “guardate che la scuola sono la fondamenta. Poi deciderai quello che vuoi, se vuoi fare un piano va bene ma se devi fare un grattacielo devi avere delle basi”.Se non fossi Lorenzo Quinn chi avresti voluto essere? Uno dei quattro che ti ho nominato, ma forse più Michelangelo.La prossima volta che ti farò un’intervista sarà per la mostra di Roma, e per una tua opera esposta al museo Metropolitan? Èh, eh ve-diamo... certo sarebbe bello.Rimaniamo così, ci diamo que-sti appuntamenti. Sono due in uno, nel senso che nello stesso momento in cui sarai ai Fori Imperiali sarai anche al Metro-politan. Te lo auguro. Ride e mi dice “bello, mi piacerebbe”

Page 4: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 4 22/2009I T A L I A I N S PA G N A

Intervista a Gian Francesco Lupattelli, presidente della ACES (Associazione Capitali Europee dello Sport)

Come è nata l’Associazione? È cominciata negli anni 2000, anzi nel 1989 quando ero a pranzo con il Sindaco di Madrid Alvarez del Manzano , il quale mi disse “Vorrei candidare Madrid per le Olimpiadi del 2012, cerca di trovare qualcosa per l’immagine di Madrid.” Risposi che ci avrei pensato e che ci saremmo visti il giorno dopo. Durante la notte ci pensai e mi sono chiesto come mai esisteva la Capitale Euro-pea della Cultura e non esisteva quella dello sport. Il giorno dopo gli dissi “Con Madrid potremmo iniziare come Capitale Europea dello Sport, visto che è l’unica Capitale in Europa che gestisce direttamente 90 impianti del Co-mune con più di 3000 dipenden-ti, permettendo a 300 mila ma-drileni di fare attività sportiva, quindi il Comune gestisce per benessere, non concede impianti in gestione ai privati, ma fa una operazione di grande politica sportiva. Riteniamo che Madrid possa essere la Prima Capita-le Europea dello Sport”. Così è nata. Dopo Madrid c’è stata Stoccolma, poi Glasgow, Ali-cante, Rotterdam, Copenhagen, Stoccarda, Varsavia e quest’an-no Milano, il prossimo anno è Dublino. Milano come Capitale Europea dello Sport del 2009, ha preparato un grande programma per il semplice motivo che si è aggiudicata anche l’EXPO del 2015, basando il tutto sul di-scorso dell’alimentazione, con un importante convegno dall’1 al 3 di dicembre sul tema “L’ali-mentazione nello sport” al qua-le il GIORNALE ITALIANO de España è fin da ora invitato.

La sindachessa di Valencia Rita Barberá, vuole candidarsi Ca-pitale Europea dello Sport del 2011. Altre città candidate sono Budapest e Marsiglia e aspettia-mo le indicazioni di altre can-didature in quanto una città che diventa capitale può candidarne altre. Per cui Letizia Moratti,

IL PRESIDENTE LUPATTELLI “PIÙ SPENDI NELLO SPORT, MENO SPENDI IN SANITÀ”

sindaco di Milano, potrà candi-dare un’altra città. Le finaliste saranno quattro e nel convegno di dicembre sarà decisa la Capi-tale Europea del 2011.Come avviene una candidatu-ra? Attraverso la sottoscrizione da parte del sindaco di un docu-mento, un manifesto sul valore dello sport, sul desiderio di svol-gere una attività sportiva per il benessere dei cittadini. A noi non interessano i grandi even-ti, ma riteniamo più importante quello che si fa per la gente, la politica sportiva per la salute, per i disabili, le donne, per gli anziani, per l’integrazione con-tro il razzismo. Fare una attività dove lo sport sia effettivo. Più si spende nello sport e meno si spende nella sanità. Se tutti i Comuni capissero che se i citta-dini fanno sport stanno meglio, si spenderebbero meno soldi in

medicine. Questo è il nostro im-pegno con le Capitali. Nel 2007 l’Unione Europea ci ha detto di cercare di coinvolgere più città ed è nata l’idea di fare un pre-mio per le città più piccole, al di sotto dei 500 mila abitanti sono nate le Città Europee dello Sport. Per la Spagna è stata Bo-

adilla del Monte, per l’Italia Pa-lermo, per l’Austria Innsbruck, poi nel 2008 ancora la Spagna Lleida, poi Rimini, Leistadt. Quest’anno le città sono Vare-se, Marbella, Biarritz e Cardiff. Se ne possono fare fino a nove. L’Europa è divisa in nove com-missioni ACES. Praticamente le 27 capitali degli Stati Membri di Europa possono candidar-si anche se hanno meno di 500 mila abitanti, come accade per la Lituania e l’Estonia, perché le loro sono già capitali di un pae-se. Unico requisito è la volontà e presentare un progetto a favore dei cittadini, accogliendo quanto indicato dal Libro Bianco dello Sport.Cosa fa l’Unione Europea? La cosa importante è che lo sport fino ad oggi non è previsto nei bilanci dell’Unione Europea. Con il trattato di Lisbona, quan-do passerà ci sarà la voce relati-va allo sport e quindi potrà de-liberare in merito e stabilire dei finanziamenti adeguati.Perché sei a Marbella? Con Marbella ho un legame mio per-sonale che risale al 1974, quando ci venni per la prima volta sco-prendo la Marbella di Alfonso de Hohenlohe.,Porto Banus si stava costruendo. Me ne innamorai e in ventiquattro ore comprai un appartamento. L’idea di Marbel-la Città dello Sport è nata perché si è presentata con un program-ma sulle nuove tecnologie, che penso costituiscano il futuro an-che per lo sport. È encomiabile l’impegno che hanno messo, con interessanti tavole rotonde e conferenze che probabilmente verranno riportate su di un libro per evidenziare i lavori di questo convegno. In una recente riunio-ne abbiamo deciso di stabilire un coordinamento specifico per le città europee dello sport del mare, in quanto hanno delle te-

matiche differenti. Ne abbiamo già tante come Palermo, Rimini, Marbella, Alicante, Rotterdam e Biarritz. Abbiamo detto alla sin-daca di Marbella di coordinare tutte queste città per impostare programmi sullo sport del mare. Che cos’è oggi lo sport? Oggi è frainteso perché non è il risultato per arrivare a vincere medaglie. Lo sport deve essere benessere, salute, perché se una persona vuol stare bene deve fare attività fisica Quindi la mia associazio-ne ed i 24 comuni che ne fanno parte e che sono amministrazio-ni importanti in tutta l’Europa, si impegnano per attività motorie e sportive per i cittadini cercando sempre di migliorare le modali-tà. Per esempio abbiamo copiato un sistema da Glasgow per le città italiane e spagnole, consi-stente nel fatto che il medico di famiglia obbliga nelle sue pre-scrizioni, ai suoi pazienti, di pra-ticare attività sportiva altrimenti gli tolgono l’assistenza.Il desiderio della ACES è di far diventare lo sport una fonte di benessere e salute. Poi i comitati olimpici faranno i discorsi ago-nistici. A noi interessa il 90% degli europei e a loro il 4% che fanno le gare. Pertanto non c’è concorrenza fra noi e loro. Vor-rei vedere realizzato che lo sport venga gestito in ciascuno dei 200 mila comuni di Europa, da 200 mila professionisti dello sport non da amministratori pubblici che non sono del settore , con finanziamenti e gestito in modo professionale. In Cina tutte le domeniche portano i cittadini a fare ginnastica, non dico che dobbiamo imitare loro, ma per esempio si potrebbero aumenta-re le ore dedicate all’educazione fisica che nelle scuole italiane sono inferiori a quelle dei paesi nord europei.

Giulio Rosi

Page 5: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 522/2009

Presentato presso la Cancelleria Consolare dell’Ambasciata d’Italia il primo Master Universitario Europeo di II Livello in Fitoterapia

Il Master, riservato all’area sanitaria, è frutto della colla-borazione tra l’Università di Cagliari e l’Università Com-plutense di Madrid ed è rivolto esclusivamente a medici e farmacisti. Fornirà un titolo di specializzazione ricono-sciuto in tutti i paesi dell’Unione Europea. L’alto profilo dei docenti, il rigore scientifico con cui è stato definito il percorso di formazione, lo svolgersi delle lezioni previste nelle diverse sedi con un totale di oltre 270 ore comples-sive con parti teoriche e pratiche, rendono questo Master assolutamente unico nel panorama europeo. Esso pertan-to costituisce un’ ulteriore tappa evolutiva nel percorso di accreditamento scientifico della fitoterapia a livello inter-nazionale. Il Master europeo in fitoterapia rappresenta un modello di cooperazione tra Atenei, aziende leader del set-tore con forte tendenza all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica e le realtà delle professioni sanitarie. Il mondo accademico e quello produttivo più evoluto manife-stano così grande sensibilità rispetto alle nuove esigenze di conoscenza dei medici e dei farmacisti la cui preparazione riveste un’importanza strategica per il futuro scientifico del settore naturale. Per ulteriori informazioni consultare il sito web www.masterfitoterapia.eu

I T A L I A I N S PA G N A

Si è svolta all’Istituto Italiano di Cultura (Orga-nizzatore dell’evento) la presentazione del libro dedi-cato all’opera completa del celebre pittore Ribera. Il volume, che comprende pregevoli immagini dei qua-dri del Riviera, è stato realizzato dal Prof. Spinosa, Direttore della Soprintendenza per il Polo Museale di Napoli. Alla presentazione, presieduta dall’Am-basciatore in Spagna, Pasquale Terracciano erano presenti, oltre all’autore del libro, il Sr. Juan Abello, Presidente della Fundacion Arte Hispanico (presti-gioso ente che ha curato la pubblicazione dell’opera) e il Sr. Juan Miguel Villar Mir, Presidente del Gruppo Villar Mir e del Gruppo OHL (Patrocinatori del Vo-lume). Tra i relatori segnaliamo la presenza del Di-rector Adjunto de Conservacion e Investigacion del Museo nacional del Prado, Gabriele Finaldi e della esperta Encarnacion Sanchez García. Il volume rive-ste particolare importanza come strumento di studio e promozione del patrimonio artistico spagnolo, rela-tivo a uno dei più rilevanti esponenti della corrente pittorica ispirata all’opera del Caravaggio.

Gentile Direttore,

giorno dopo giorno cresce la mia sensazione che il Pais stia perseguendo, non so quanto consapevolmente, una campa-gna di demolizione sistematica dell’immagine dell’Italia.

Io credo che siano tanti gli Spagnoli che continuano ad ap-prezzare l’Italia, eppure da tempo il Suo giornale offre spa-zio solo a voci critiche, spagnole come italiane. Voci che ri-corrono sempre più all’iperbole. Ad esempio, Felix de Azua ha definito il Presidente del Consiglio, nonostante sia stato eletto democraticamente per la terza volta in quindici anni dalla maggioranza degli italiani, “uno de los más siniestros dirigentes europeos, sólo comparable con los de algunos en-claves balcánicos” e il sistema giuridico italiano simile a “las satrapias latinoamericanas”.

Non capisco a quali satrapie o enclavi si faccia riferimento. Se invece si tratta di applicare un cliché, da italiano prima ancora che da Ambasciatore d’Italia mi sento offeso da simili afferma-zioni che, per la loro vaghezza, hanno il sapore dell’insulto.

Non credo che la grandissima maggioranza dei miei conna-zionali – indipendentemente dal loro orientamento politico - possa riconoscersi nelle descrizioni deformanti e offensive che leggo sul suo giornale, in assenza di qualsiasi opinione in dissenso.

Tutto questo mi preoccupa perché una campagna così dura, oltraggiosa e a senso unico rischia di avere effetti negativi sull’amicizia e sulla simpatia che tradizionalmente caratte-rizzano i rapporti tra i nostri due popoli.

Le sarò molto grato se vorrà pubblicare questa mia lettera sul suo giornale e Le invio cordiali saluti,

Pasquale TerraccianoAmbasciatore d’Italia

Questa la lettera del nostro rappresentante diplomatico a Madrid inviata al Direttore de EL PAIS contro i continui ed ingiustificati attacchi al nostro Paese

L’Ambasciatore Terracciano

Page 6: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 6 22/2009

Intervista a Emanuele Fiorilli, corrispondente RAI per la Pe-nisola Iberica

Emauele, come è cambiato e che ruolo ha oggi un corrisponden-te della RAI in Spagna? Il ruolo è cambiato molto, la Spagna è un paese che attira l’Italia, soprattutto per il costume e per le nuove leg-gi fatte dal Governo spagnolo che hanno interessato i giornali italiani. Quindi c’è molto lavoro, lavoria-mo moltissimo per le testate RAI, Tg1, TG2, TG3, RAI News 24, RAI International, la radio e per le reti Uno, Due e Tre. La sede RAI di Madrid lo scorso anno ha pro-dotto circa 1.010 servizi, di questi, 728 li ho fatti io e gli altri gli inviati che sono venuti come supporto in occasioni particolari, come l’inci-dente della Spanair o e le elezioni. Sono cambiati anche i mezzi di comunicazione, da quando c’era il bravissimo Vasile e si montava su pellicola, poi su beta e ora siamo la prima sede completamente digitale della RAI in Europa. L’abbiamo aperta nel giugno dell’anno scorso, sono 125 metri quadrati, una sede con uno studio di trasmissione, una regia, un montaggio digitale per la televisione e uno per la radio, anche le telecamere sono digitali. Siamo una sede all’avanguardia.La redazione come è composta? Ci sono io, unico corrispondente e poi due producer spagnoli, Javier Alva-ro e Noelia Vizcarra, che ho contat-tati ed assunti io stesso. Javier lavo-ra con me dal gennaio 2006 quando sono arrivato qui e Noelia dall’apri-le del 2007. Laureati in giornalismo a Madrid, ho preferito prendere due giovani per poterli forgiare in base alle mie necessità, si compensano fra di loro e vanno molto d’accor-do. Nei momenti di estremo bi-sogno sono molto bravi. Giorgio Spinelli e Sergio Segati sono stati assieme a Javier e a Tommaso Ma-gna, l’ingegnere, quelli che hanno realizzato la sede digitale. Abbiamo avuto un notevole risparmio anche sulla trasmissione dei servizi, con una fibra che ci ha permesso di ri-durre il costo di spedizione di ben 12 volte, sono cifre notevoli, un invio costa circa 700 euro, dividilo per 12 e moltiplicalo per il numero

EMANUELE FIORILLI, LA RAI A MADRID È UNA SEDE ALL’AVANGUARDIA

di servizi che abbiamo fatto e vedi che risparmio. Lo scopo è lavorare, risparmiare, ma senza togliere nulla al prodotto.Quali sono i servizi che ti chiedo-no dalla sede e che piacciono agli italiani? Sulla Spagna in generale. Gli italiani hanno una immagi-

ne distorta della Spagna come gli spagnoli dell’Italia. La prima vol-ta che venni nel 1972, era un’altra Spagna, nel 2006 ho trovato ancora un’altra Spagna. Non è vero che gli italiani e gli spagnoli sono due popoli uguali, sono completamen-te diversi. Soprattutto a Madrid lo spagnolo è molto più riconducibile come comportamento ad un au-striaco o a un tedesco, per l’ordine, le file. Gli spagnoli amano moltissi-mo fare le file. Ecco, la Spagna che io cerco di raccontare e di far capire è che siamo due paesi diversi, che loro hanno le proprie abitudini, il loro modo di vivere e di compor-tarsi e noi, altri. Adattarmi agli orari del mangiare delle 10 della notte e delle 2,30 del pomeriggio non ero abituato. Ecco, io cerco di far capi-re come vivono loro. Un momento difficile e un momento bello ed allegro durante questi anni? Un momento triste è stato quello del-la Spanair dove è morto anche un italiano. Poi i vari attentati terroristici dell’ETA, passaggio che noi in Italia, abbiamo avuto con le Brigate Rosse, anche se era un fenomeno completa-mente diverso dal terrorismo separa-tista. Un momento felice? Quando abbiamo aperto la sede, perché dopo molti anni la RAI tornava a Madrid, io l’ho aperta e ora c’é. Mi sembrava giusto che anche in Spagna ci fosse

una sede adeguata di questa nostra grande azienda. Ho ricevuto un gran-de appoggio dal direttore delle strut-ture degli uffici di corrispondenza, Ennio Chiodi, mi ha seguito nel fare una sede nuova che è diventata pilo-ta anche per le altre in Europa e nel mondo, adattando il modello Madrid alle rispettive esigenze delle altre. Ho cercato di risparmiare sui costi, ab-battendo quelli di produzione, pren-dendo operatori a giornata e pagando le cifre che paga la televisione spa-gnola come se fossi un occasionale. Siamo passati dai 400- 500 euro al giorno per un operatore ai 180 euro al giorno. Dai 150 euro all’ora del mon-taggio del 2006 ai 180 euro al giorno. Abbiamo adottato tutte le tecnologie, il sistema digitale “Avid” che ci per-mette di montare molti speciali. Per esempio la serie di inchieste per la trasmissione dei regionali chiamata “Buongiorno Europa”, sulle poste in

Spagna, sulla “ley de la dependencia “e sulla televisione spagnola, la di-scussione fra TVE e Telecinco, sul problema che hanno creato la Sexta e la Cuatro sul mercato pubblicitario spagnolo. Lavoro moltissimo per TG2.it, per la diretta del mattino alle 10 sulla seconda rete. Per esempio ho raccontato la storia delle suore di clausura che hanno messo un video su youtube e nel giro di una settimana hanno trovato una novizia che era ve-nuta dal Sud America. Racconto sto-rie che piacciono che non sono solo quella di Zapatero o di Rouco Varela, ma quelle di tutti i giorni. Per la rubri-ca del TG1 “Terra e sapori” ho parla-to della storia di un ragazzo siciliano che ha aperto una delle “pincerie” più belle di Madrid, dove puoi mangiare 150 tipi di “pinchos” (spiedini, n.d.r.). Certo che è faticoso fare 700 e passa servizi all’anno, non è poco. Questo tuo lavoro così professio-nale ed attento ti dà grandi soddi-sfazioni? Si, devo dire che l’azienda lo ha riconosciuto e mi ha promosso Capo Redattore. Questa è una bella esperienza, vengo da anni di invia-to speciale e quindi per me era una cosa tutta nuova, sono molto testar-do anche per le mie origini greco-pugliesi. Ho vissuto a Torino, ho iniziato lavorando a La Stampa nel 1973. A volte gli avvenimenti coin-volgono gli italiani, come l’incidente

della signora a Malaga, l’uccisione del capitano da parte dell’ufficiale di macchine in Galizia, la vicenda della ragazza massacrata sulla costa di Barcellona. Stiamo sempre attenti a quando vengono fuori nomi ita-liani, facendo delle verifiche, anche perché una cosa è scrivere su un giornale anche se nazionale, un’altra è entrare in diretta nelle case con il TG e comunicare che ti è morto un fratello, un cugino, un parente.Che cosa ha in più un giornalista corrispondente di uno che lavora in sede? L’esperienza di vita. Un collega che sta in sede non ha niente di meno di un corrispondente. Fare il corrispondente è come fare l’inviato permanente perché lavori 24 ore su 24. Madrid è una sede monocratica.Avendo fatto una grande esperienza, prima come inviato di cronaca poi di guerra, pensavo che questo fosse un lavoro di tutto riposo, ma mi sono sbagliato.Hai avuto mai paura facendo l’in-viato di guerra? La paura deve sem-pre accompagnare l’inviato, ma più che la paura il senso del pericolo. Molte volte hai anche paura. Siamo arrivati in Afganistan prima dei nostri militari, in Iraq quando hanno abbat-tuto il regime, siamo andati in Ruan-da, nel Burundi, in mezzo alle guerre civili, nella Sierra Leone e in tutta l’Africa orientale. La paura? Forse quando un soldato americano mi ha puntato il mitra. In un quartiere di Baghdad era scoppiato un deposito di armi, erano le otto del mattino, abbia-

mo sentito una esplosione e visto un gran fumo, siamo andati in direzione dello scoppio, dove gli americani avevano creato un cordone sanitario lasciando passare solo gli embeded, cioè gli accreditati al loro seguito. Noi avevamo un passi giordano e quindi non ci facevano passare. Parlai con il soldato insistendo continuamente per passare ma lui alla fine mi pun-tò il mitra armando l’otturatore. Ho pensato: meglio un giornalista vivo che un eroe morto. Quando è morto Fuentes, il collega del EL MUNDO, sono stati giorni bruttissimi. Lo ave-vo conosciuto in Macedonia. Con la moglie, anche lei collega dello stesso giornale, nel primo anniversario del-la morte siamo andati sulla strada di Jalalabad dove era stato ammazzato con la collega del Corriere della Sera, e lì abbiamo fatto una cerimonia as-sieme l’Ambasciatore italiano a Ka-bul, Domenico Giorgi. Questi sono i momenti più tristi della mia carriera da giornalista. I tuoi programmi? Per la parte la-vorativa sai che i giornalisti sono molto superstiziosi. L’unica cosa che spero è quella di tornare a vivere con mia moglie, sono tre anni che ci vediamo una volta al mese, anche lei è giornalista parlamentare della RAI, Octavia Brugger, si occupa dei telegiornali in lingua tedesca e vive a Roma. Indubbiamente, contraria-mente a quanto si pensi, è una vita di sacrificio. Sono tanti i Natali e le fe-ste che non abbiamo fatto insieme.

Paola Pacifici

Emanuele Fiorilli, con Pasquale Terracciano (Ambasciatore d'Italia) e Oktavia Brugger (mo-glie di Emanuele), riceve l’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine della “Stella Italiana”

Riunione in sede RAI, Fiorilli Noelia Vizcarra (producer) e Javier Álvaro (producer)

Emanuele Ferilli in collegamento con Dario Laruffa del TG2

Emanuele sta facendo una diretta telefonica per il TG3 durante la guerra Eritrea-Etiopia

Sergio Segati e Giorgio Spinelli, inge-niere RAI

Almerino Furlan (Presidente Intercomites) ed Emanuele Fiorilli

I T A L I A I N S PA G N A

Page 7: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 722/2009 I T A L I A I N S PA G N A

Buongiorno e benvenuti ad un nuovo appuntamento con la newsletter del Com.it.Es. di Madrid. Oggi è un giorno importante per il Com.It.Es.: dopo un'attenta opera di catalogazione del nostro archivio sto-rico di videocassette mettiamo a disposizione della collettività italia-na l'intero patrimonio, sotto forma di prestito gratutito della durata di una settimana. Già nella Home page del portale (www.comitesspagna.info ) è pre-sente il menù "servizi" attraverso il quale accedere alla nuova sezione. Si potrà così scaricare sul proprio computer un file excel contenente l'intera mole dell'archivio e, applicando i comodi filtri su regista anno o titolo film, si potrà selezionare facilmente l'opera cercata.Successivamente, compilando il comodo form on-line, sarà possibile prenotare la consegna della videocassetta.Si tratta di una collezione di più di 1000 titoli, tutto un ripercorrere la storia del grande cinema italiano.Ringraziamo la ricercatrice Beatrice Croce per l'opera di catalogazio-ne dell'archivio storico.Ringraziando per l'attenzione rimando al prossimo appuntamento con la newsletter del comites di Madrid.

Segreteria generale

Il Patronato ACLI, nas-ce in Italia nel 1945 per difendere e promuovere i diritti dei lavoratori e dei cittadini nei con-fronti dello Stato e degli Istituti di Previdenza e Assistenza. La stessa Corte Costituzionale ne ha riconosciuto il ruolo definendolo di pubblica utilitá. Nel 1946 viene istituito in Sede Centrale

a Roma il servizio per l’assistenza dei cittadini residenti all’estero. Oltre all’Italia siamo presenti in 18 Stati a forte emigrazione italiana per un totale di 75 sedi. Il Patronato ACLI, presente in Spagna dal 2004, si occupa di:

verifica dei contributi, dell’accertamento del diritto a pensione, • compilazione e inoltro delle domande di vecchiaia, anzianitá, in-validitá, reversibilitá, controllo e gestione della pensione;

assistenza per la compilazione e invio dei modelli RE·D INPS;•

verifica annuale dell’importo della pensione in pagamento;•

servizio ai cittadini italiani per il rilascio del codice fiscale;•

richiesta del modello E 121 per italiani residenti all’estero;•

Da lunedi 16 marzo siamo reperibili presso gli uffici del COM.IT.ES, in C/ Cristóbal Bordíu, 3 – 28003 Madrid, telefono: 91 533 433 7

Le nostre Emails:[email protected] e [email protected]

Gli orari di aperture al pubblico sono dal lunedí al venerdí dale 09.30 alle 12:30. Si riceve anche su appuntamento.

Il Patronato ACLI cambia sede

Visita della Ministra di Medio Ambiente, Medio Rural y Marino, Elena Espinosa, all'Area Italia. Da sinistra: Pasquale Terracciano, Ambasciatore d'Italia in Spagna; Marco Pizzi, Presidente della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna; Elena Espinosa; Giovanni Aricò, Segretario Generale della Camera di Commercio e Industria Italiana per la Spagna.

La Camera di Commercio Italiana di Spagna ha rea-lizzato uno spazio espositivo all’interno della fiera, deno-minato “Area Italia”, che ha visto la partecipazione di più di 20 imprese italiane pro-venienti da diverse regioni a forte tradizione enogastro-nomia. Ha appena chiuso le porte la XXIII edizione del Salone Internazionale del Club de Gourmets di Ma-drid, svoltosi nel quartiere fieristico di IFEMA. Questa edizione del Salone è stata un successo sorprendente di pubblico ed espositori, con numeri che presagiscono un considerevole momento di ripresa dalla crisi economica attuale: 24.000 m2 di superfi-cie espositiva, 1.311 esposi-tori presenti e più di 80.000 visitatori (tutti operatori del settore agroalimentare), per una vetrina importante per i prodotti enogastronomici italiani. Grazie al lavoro or-ganizzativo della Camera di Commercio e Industria Ita-liana per la Spagna, infatti, è stata creata una zona espositi-va denominata “Area Italia”, nella quale hanno esposto più di 20 imprese provenienti da differenti realtà territoriali italiane. In particolare, dalla regione Sardegna, presen-tando una grande varietà di pasta fresca e secca e un‘ac-qua minerale dalle importan-ti proprietà digestive; dalle province di Bologna e Mode-na, con prodotti che spazia-vano dal Pignoletto alla birra artigianale a base di marro-ni, dall’aceto balsamico agli affettati e formaggi tipici; produttori siciliani di ottime

Successo della gastronomia italiana al Salón Internacional del Club de Gourmets de Madrid

conserve a base di verdura e agrumi; un birrificio artigia-nale della provincia di Parma; produttori della provincia di Reggio Calabria, che hanno presentato una grande varietà di liquori, grappe, marmellate e conserve, oltre al rinomato olio extravergine e dell’ot-timo caffè. All’interno dell’ Area Italia sono state anche

organizzate delle degustazio-ni di prodotti italiani, abbina-ti con particolari tipologie di vino spagnolo, confermando che le eccellenze enogastro-nomiche di ciascuno dei due paesi possono combinarsi in modo sapiente. Il forte inte-resse che gli operatori locali hanno dimostrato nei con-fronti delle imprese italiane presenti, ha confermato che il prodotto italiano di qualità ha tutti i requisiti necessari per affermarsi in un mercato esi-gente e dalle forti potenziali-tà come quello spagnolo.

Camera di Commercio e Industria Italiana per la SpagnaGlorieta de Quevedo, 528015 MadridTeléfono 91.590.09.00 Fax [email protected]

Aula 2009: Reggio Calabria catalizza l’attenzione dei giovani madrileniSi Chiama “AULA 2009” ed è il Salone Internazionale dello Studente e dell’Offerta Educativa, la principale piattaforma di orientamento al servizio dello studente in Spagna. Si è svolto presso la fiera di Madrid, vi hanno partecipato oltre 200 espositori spagnoli, accompagnati dai principali centri educativi internazionali ed è stato visitato da oltre 150.000 persone. L’iniziativa investe sempre più risorse per trasformarsi in un punto di riferimento internazionale rispetto all’offerta educativa, dimostrando particolare interesse per i vicini europei. Nell’edizione appena conclusa, l’Italia partecipando come paese ospite, si converte in un invitato di lusso con l’opportunità di far conoscere più a fondo la propria offerta formativa. All’interno di questo contesto, si inserisce la partecipazione alla manifestazione da parte del Comune di Reggio Calabria, per la presentazione e promozione del progetto Todos a Italia, Passaporto per l’Europa.

Vista dell'Area Italia

Momento di degustazione presso l'Area Italia

Il presidente Marcello CaprarellaDA PAGINA 9 A PAGINA 17 LA

PASQUA IN ITALIA E LA PASQUA

IN SPAGNA, LE NOSTRE E LE LORO

TRADIZIONI

Page 8: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 8 22/2009S P A G N A - S P A G N A

ELEZIONI EUROPEEIn Spagna, le elezioni per il Parlamen-to Europeo, si celebrano domenica 7 giugno 2009. Vi potranno partecipare i cittadini dell'Unione Europea resi-denti in qualunque “Stato membro” di cui non abbiano la nazionalità. Per essere iscritto nel censimento elettora-le - e quindi avere il diritto a votare - è necessario che il cittadino comunita-rio sia censito e che abbia manifesta-to la sua volontà di votare in Spagna nelle elezioni al Parlamento Europeo. Le persone che hanno già manifesta-to, in precedente occasione, la propria intenzione di votare in Spagna nelle elezioni al Parlamento Europeo, fi-gurano già comprese nel censimento elettorale, avendo questa opzione ca-rattere permanente finché risiedono in Spagna, salvo disdetta formale. Es-sere censito, però, non significa avere automaticamente il diritto a votare, in quanto è necessario compilare "la dichiarazione formale", manifestando per scritto la volontà di votare. Per farlo, il cittadino europeo deve pre-sentarsi personalmente nel suo muni-cipio, generalmente al Dipartimento di Statistica, provare la sua identità e riempire il documento suddetto prima del 27 di aprile del 2009. Tra i 20 e 27 di aprile, il Municipio permette a tutti i cittadini di consultare il censimento nelle liste provvisorie. In questa ma-niera, i cittadini possono verificare se sono già censiti e se i suoi dati sono corretti. In caso contrario possono presentare reclamo nello stesso muni-cipio. Per compiere questo tramite il Municipio mette a disposizione di tut-ti il suo servizio di informazione. Sei cittadino europeo e vivi in Spagna, pertanto hai pieno diritto di scegliere come e dove votare.

Miguel Sebastián, Ministro dell’ In-dustria, Turismo e Commercio, Juan E. Iranzo, Decano-presidente della Scuola degli Economisti di Madrid ed Emilio Ontiveros, Direttore dei rivista “Economistas”, edita dal Collegio degli Economisti di Madrid, hanno presentato il numero straordinario della pubblicazione stessa, nel quale si fa una valutazione completa e globale dell’economia spagnola nell’anno 2008. Tra i settanta quattro autori che collaborano in questo numero della rivista - la 119 della serie finora pubblicata - figurano Antonio Beteta, Gerardo Díaz Ferrán, José Manuel González-Páramo, José Luis Brutto di Molina, Cristóbal Montoro, Fernando Restoy, José Mª Roldán, Pedro Solbes e José Viñals. Questo bilancio , tracciato dagli “Economisti” non si riferisce ad una delle prime revisioni dell’anno, ma come la più completa e pluralistica valutazione realizzata da settantaquattro veri e specialisti, fra i quali: Queste le dieci aree nelle quali si struttura la rivista, con i rispettivi coordinatori di settore: Panorama generale, Emilio Ontiveros; Ambiente internazional, José Antonio Alonso; Settori produttivi, Rafael Myro; Sistema finanziario, Ange-lo Berges e Francisco J. Valero; Settore pubblico, Manuel Lagares; Capitale umano ed impiego, Felipe Sáez; L’impresa, Álvaro Cuervo e Juan E. Iranzo; Infrastrutture ed ecosistema Ginés di Rus; Economia di Madrid, José Luis García Delgado; Panorama bibliografico, Mª Eugenia Callejón. Il numero speciale di “Economistas” contiene, oltre alle aree suddette, unaa sezione “Premio Nobel di Economia”, con la immagine dell’economista premiato nell’anno 2008 ed un completo riferimento bibliografico delle sue opere.

I.P.A. International Police AssociationNOTIZIARIO I.P.A .a cura di Sebastián Suárez - ([email protected])

I.P.A. AGRUPACION DE SALAMANCAXIII CONCURSO DE FOTOGRAFÍA

DÍA DE LA POLICÍA LOCAL

1º Podrán tomar parte cualquier miembro de los Cuerpos Policiales, en situa-ción de servicio activo en toda España.2º El tema de trabajo será libre, aunque relacionado con temas policiales, pudiendo presentar cada autor un máximo de cinco (5) fotografías. 3º Las fotografías podrán ser en Blanco y Negro o Color, y su tamaño será entre 18x24 cm. (mínimo) y 40x40 cm. (máximo). Se montarán sobre cartulina de 40x40 cm. o 40x50 cm. El título figurará en la parte inferior de la cartulina. Se adjuntará un sobre cerrado con el título de la obra y dentro constará el nombre y apellidos del autor, cuerpo policial al que pertenece y teléfono de contacto.4º Los trabajos se entregarán protegidos para evitar cualquier deterioro en la Je-fatura de la Policía Local de Salamanca (Plana Mayor). Avd. de Lasalle nº 114-116, 37008 Salamanca, bien por correo o personalmente en dicha oficina.5º El plazo de entrega de los trabajos finalizará el día 25 de Mayo de 2009.6º Con todas las obras se montará una exposición desde el día 7 hasta el día 14 de Junio de 2009 en la sala de Exposiciones del Casino de Salamanca, sito en la C/ Zamora nº 9-15.7º La organización designará a los miembros del Jurado, cuyos nombres serán dados a conocer oportunamente.8º El fallo será inapelable. Quedando las obras premiadas en propiedad de la International Police Association (I.P.A.) Sección Española, Delegación de Castilla y León, Agrupación de Salamanca.9º Se establecen los siguientes premios: Primer Premio: Valorado en 500 Euros por la “Revista Servicios de Policía Municipal”. Segundo Premio: Valorado en 180 Euros. Tercer Premio: Valorado en 120 Euros. Premio Especial: Valorado en 300 Euros. 10º La entrega de trofeos se realizará durante la recepción que presidirá el Ilmo. Sr. Alcalde de Salamanca, Dº Julián Lanzarote Sastre, el día 11 de Junio de 2009, festivi-dad de San Juan de Sahagún, Patrón de la ciudad de Salamanca y de la Policía Local. Los premiados deberán vestir el uniforme oficial del cuerpo al que pertenezcan.

José Bajo BajoSecretario del XIII Concurso de Fotografía “Día de la Policía Local”.Tlfno: 923-194440, Fax:: 923-279176

La Agrupación IPA Marbella comunica a sus Amigos Asocia-dos y Socios que: Se encuentra abierto el plazo de Cobro de la Cuota 2009. Que se puede hacer efectivo en persona, contactan-do con Ender Alberto Quero, actual tesorero, de Lunes a Jue-ves de 17.00 a 19.00 horas en la Cafetería de Policía Local. También se puede realizar un ingreso en la cuenta que tiene la Agrupación en Unicaja.

Unicajanº 2103-2072-28- 0030004066De igual manera queremos infor-maros que para Mayo se realizará el 18º Campeonato de Andalucía de Tiro Policial con arma Corta de fuego, y se realizarán varios eventos durante el mes de Mayo de 2009, en Junio el Campeona-to de Paint-ball, en Septiembre el Día del Socio, y otras pendientes de confirmar.Cuotas Socios 2009: Socios Nu-merarios 25 Euros; Socios Especiales 40 Euros, Socios Jubilados 5 Euros. Se comunica que están disponibles las carteras porta placas de la IPA, para todos los asociados al corriente de pago, que tendrán una subvención de la Agrupación para su adquisición. Es impre-scindible presentar el carné de socio para efectuar el pago de la cuota, ya que se entregarán los sellos de 2008 y 2009, teniendo que dejar copia de carné, con el de actualizar la base de datos.

El Presidente

INFORMACION: TEL 655 34 58 01www.defensaoriental.com - Email: [email protected]

Valentí Pich Rosell, presi-dente del Consiglio Generale degli Economisti e Salvatore Marín Hernández, presiden-te del Registro degli Economi-sti Esperti in Informazione Fi-nanziaria del Consiglio stesso, hanno presentato la relazione “L’Urgenza di un nuovo mo-dello industriale in Spagna”, elaborata per il Consiglio Ge-nerale del Collegio degli Eco-nomisti Spagnoli. L’esigenza nasce in concomitanza della crisi economica e finanziaria che, pur riguardando molte nazioni europee, ha colpito in misyra preoccupante tutte le atività imprenditoriali spa-gnole. La presentazione si è svolta nella sede del Consiglio Generale del Collegio degli Economisti, trattando i se-guenti punti: la carta strategi-ca dell’industria nella società; l’urgenza di un’attuazione a molto breve termine; l’urgen-za di definire un piano a mez-zo e lungo termine; l’attualità di una politica industriale con due vettori: orizzontale e set-torialle; la necessità di una “cultura industriale” e di con-senso; responsabilità delle di-stinte amministrazioni; misure che si stanno adottando in altri paesi; paragone con altri mo-delli industriali.

Il Consiglio dei Ministri spagnolo ha approvato la Nuova legge chiamata “Ley Concursal” che fra l’altro riguarda i fallimenti e il sovraindebitamen-to, cioè quella situazione patologica tipica delle situazioni di crisi econimica e finanziaria, determinata dall’impossibilità, non temporanea, di adempie-re regolarmente alle obbligazioni assunte attraverso il ricorso ai redditi, ai beni mobili e immobili di proprietà. In un incontro con la stampa, il dottor Raimon Casanellas, Presidente del Registro degli Economisti Forensi di Spagna (REFOR) - assieme agli esperti del REFOR, Gastón Letamendía (Vicepresidente) e Inés Landín (Directora) - ha analizzato puntualmente le riforme appena approvate dal Consiglio dei Ministri, prendendo in consi-derazione tutti gli aspetti di maggior interesse per imprese e lavoratori.

N O T I Z I E

PerchéMiss Italia

nel Mondo?Nacque dall’esigenza mora-le di valorizzare e far sentire meno isolati gli emigranti nei vari Paesi del mondo. Attra-verso le loro figlie avveniva un riscatto “sentimentale” che li legava alla loro patria, l’Italia.

MISS ITALIAIN SPAGNA

PER RAGAZZE ITALIANE O DI

ORIGINI ITALIANE

952 .469 .403647 .952 .382670 .030 .227

Page 9: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 922/2009

LA PASQUA IN ITALIA - LE NOSTRE TRADIZIONIa cura di Maria Rosselli

IL SIGNIFICATO DELLA LAVANDA DEI PIEDINel gesto della lavanda dei piedi da parte di Gesù è simbolica-mente rappresentato il completamento della sua missione. Il gesto riassume tutta la vita di Gesù, il quale “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per mol-ti”. Durante la sera gli apostoli si riunirono con Gesù stesso e co-minciarono le celebrazioni pasquali. Ognuno di loro desiderava un posto più onorifico e già nascevano le lamentele su chi di loro fosse il più grande fra i dodici. Dopo avre affermato che il più grande è colui che si renderà schiavo dei suoi fratelli, Gesù, preso un catino, cominciò a lavare i piedi ai discepoli dimostrando che il maestro era il più umile fra loro. La chiesa rivive il gesto della lavanda dei piedi da parte del Santo Padre, durante la liturgia del Giovedì santo, nella messa in Coena Domini.

GIOVEDÌ SANTONel calendario cristiano il Giovedì Santo ricorda l’Ultima Cena di Gesù con i suoi apostoli e il tradimento di Giuda. È l’ulti-mo giorno della Quaresima, con esso fi-nisce anche il digiuno quaresimale. Con esso inizia anche il Triduo pasquale dei tre giorni «Passionis et Resurrectionis Domi-ni», che si conclude con i secondi vespri della Domenica di Pasqua. Nella Chiesa cattolica è caratterizzato soprattutto dalla messa del Crisma e dalla messa in Cena

Domini. Il giovedì mattina si celebra nella cattedrale la Messa del Crisma, in cui il Vescovo consacra gli Olii Santi: il Crisma, l’Olio dei Catecumeni e l’Olio degli Infermi. Il crisma viene usato nel bat-tesimo, nella cresima e nell’ordinazione dei presbiteri e dei vesco-vi; l’Olio dei Catecumeni viene usato nel battesimo; l’Olio degli Infermi viene usato per l’Unzione degli infermi. Nella messa del crisma tutti i presbiteri rinnovano le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. La sera del giovedì invece si celebra la Messa in Cena Domini (Messa della Cena del Signore), che dà so-lenne inizio al Triduo Pasquale; in essa si fa memoriale dell’Ultima Cena consumata da Gesù prima della sua passione e si commemora-no l’istituzione dell’Eucarestia e del sacerdozio e il comandamento dell’amore. Durante questa Messa si svolge il rito della lavanda dei piedi, ripetendo quello che Gesù stesso fece dopo l’Ultima Cena. In serata, fino alla mezzanotte, i cristiani sono invitati a soffermarsi in adorazione dell’Eucaristia donata da Gesù in questa notte, e nella meditazione sulla sua agonia nel Getsemani e sul suo tradimento.

È difficile risalire alle origini del rito dei “Sepolcri”. Fino all’epo-ca carolingia nella giornata del giovedì si celebravano due messe: una per la fine della Quaresima e l’altra per l’inizio del Triduo Pasquale e successivamente si optò per l’unica messa “in Coena Domini” al termine della quale si esponeva il tabernacolo sull’ Al-tare della Reposizione, allestito per la sua venerazione. Non si sa quando si iniziò a chiamare “Sepolcri” questi altari ritenendoli im-propriamente la tomba di Cristo, sui quali vengono collocati il ta-volo simbolo del sacrificio e dell’ imminente Pasqua, il pane ed il vino, i tredici piatti degli apostoli e il tabernacolo dove è collocata la Eucaristia. Nel tardo pomeriggio del giovedì i fedeli iniziano la visita ai “sepolcri” dei quali è tradizione visitarne almeno tre.

GIOVEDI SANTO E’ TRADIZIONE VISITARE ALMENO TRE SEPOLCRI

VENERDI SANTO

La celebrazione del Venerdì santo ha origine nella Chiesa di Gerusalemme, che era solita rievocare la passione di Cristo nei luoghi dove essa era real-mente avvenuta. Dall’antichità questo giorno è stato privo della celebrazio-ne eucaristica. Il nucleo della celebra-zione è la celebrazione della Parola di Dio e, in modo particolare, la Pas-sione secondo Giovanni. Nel VIII-IX sec. i vescovi di Roma provenivano da quella tradizione. Portano con loro l’Adorazione della croce. Nell’Urbe si conservava un frammento del le-gno della Croce. Esso veniva portato in processione dalla Basilica di Santa Croce alla Basilica del Laterano. La processione veniva guidata dal papa che, scalzo come erano i vescovi orientali, portava il turibolo dell’in-censo davanti alla reliquia della Santa Croce. In questo senso entra anche il digiuno eucaristico. «Il Signore è as-sente dal mondo, allora i discepoli di-giunano».. L’unico mistero di questi tre giorni culmina nella celebrazione della Veglia Pasquale, e in particolare nell’Eucaristia. «Bramiamo, dunque, il pane celeste della Risurrezione di Cristo». Per la comunione nell’arco dei secoli gli usi sono stati diversi. Inizialmente nella celebrazione del papa non ci si comunicava: «Chi vuole comunicarsi vada nelle altre chiese consumando da ciò che è sta-to conservato dalla celebrazione del giovedì». Dal XIII secolo, però si comunica solo il pontefice. Il popolo, fino alla riforma del Vaticano II, non poteva ricevere il pane eucaristico. Oggi è stata introdotta la comunione dei fedeli. Anche l’adorazione della Croce, è stata semplificata. Viene ri-portato sull’altare il Santissimo, sen-za solennità e l’assemblea si scioglie in silenzio.

LA DOMENICA DELLE PALMENel calendario liturgico cristiano la Domenica delle Palme, chiamata anche Seconda Domenica di Passione, viene celebrata la domenica che precede la Pasqua. Con essa inizia la settimana santa, ultima della Quaresima, che terminerà con le celebrazioni del giovedì santo, in cui si darà inizio al Sacro Triduo Pasquale. Nella forma del rito romano viene definita domenica De Passione Domini. Questa festività è celebrata anche dagli Ortodossi e dai Protestanti. In questo giorno la Chiesa rievoca l’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme in sella a un asino, con la

folla che lo salutava. Il popolo, radunato dalle notizie dell’arrivo di Gesù, stese i mantelli a terra, mentre altri mozzavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, e agitandoli festosamente gli rendevano omaggio. In ricordo di questo, la liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo al di fuori della chiesa dove si radunano i fedeli e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. In alcune regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.In molte zone d’Italia, con le foglie di palma intrecciate vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.Nelle zone in cui non cresce l’ulivo i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate. Dal 1985, nella Domenica delle Palme i cattolici celebrano anche la “Giornata Mondiale della Gioventù”.

MISTERI E QUESITI DELL’ULTIMA CENA NEL DIPINTO DI LEONARDO

L’Ultima cena - detta anche il Cenacolo - è un dipinto di Leonardo da Vinci eseguito per il duca di Milano Lodovico Sforza. Si basa sul Vangelo di Giovanni nel quale Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi discepoli. L’opera misura 4,6 × 8,8 m e si trova nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Leonardo iniziò a lavorarvi nel 1495 e la completò nel 1498. Non c’erano agnello e pane sulla tavola dell’Ultima Cena dipinta da Leonardo, bensì anguille alla griglia guarnite con arance. Insomma, un classico della cucina rinascimentale, secondo quanto sostiene uno studio condotto da John Varriano pubblicato sulla rivista americana ‘Gastronomica’. Lo studio, intitolato At supper with Leonard, è il risultato di una serie di ingrandimenti del dipinto e di analisi dei piatti diffusi nell’Italia rinascimentale. Si dice che lo stesso Leonardo Da Vinci abbia voluto ritrarre sé nel quadro nel ruolo di un apostolo, più precisamente nel ruolo di Giuda Taddeo. La struttura del Cenacolo propone i cinque apostoli capeggiati da Pietro e i sette capeggiati da Giovanni, in una sorta di contrapposizione fra le cinque Chiese Pietrine, che rappresentavano la vita attiva, e le sette Chiese Giovannee che rappresentavano la vita contemplativa. In questa contrapposizione viene ad essere motivato l’atteggiamento di Pietro proprio nei confronti di Giovanni (mano minacciosa sulla spalla e coltello dietro alla schiena). Riguardo a questo, in una visione ingrandita del dipinto, sembra che Pietro in realtà fermi la mano che porta il coltello, ma non lo impugni lui stesso. Potrebbe trattarsi di un effetto visivo dovuto al fatto che il polso di Pietro è più scuro della mano, e ciò darebbe infatti l’illusione che si tratti di due mani differenti.

Page 10: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 10 22/2009

PASQUA!“Veglia della Notte Madre di tutte le ve-glie”: così S. Agosti-no definisce questa celebrazione. Essa si colloca al cuore dell’anno liturgico, al centro di ogni ce-lebrazione. Ad essa si preparavano i nuo-vi cristiani, in essa speravano i peccato-ri, tutti potevano di nuovo attingere dalla mensa ai «cancelli celesti». Essa rap-presenta il compen-dio dell’intero tri-duo, infatti in essa si celebrano non solo i fatti della risurrezio-

ne, ma anche quelli della passione di Cristo. I cristiani celebravano la risurrezione del Signore ogni domenica, ogni settimana. Oggi la celebrazione è stata semplificata nei riti. Consta di quattro momenti fondamentali: la liturgia della luce, la liturgia della Parola, la liturgia battesimale, la celebrazione eucaristica. La liturgia della luce, essen-do compiuta nelle ore notturne, ha ripristinato la sua simbologia. Il rito è stato semplificato: compiuta la benedizione del fuoco e del cero, l’assemblea fa rientro in chiesa con la triplice acclamazione del «Cri-sto, luce del mondo». La Liturgia della Parola è stata arricchita con le orazioni «a scelta», che rendono più facile la comprensione delle let-ture. Segue la Liturgia Battesimale. Il messale presenta due varianti: quando ci sono i battezzandi, oppure la sola benedizione dell’acqua lustrale. Qui vediamo una novità non indifferente: la rinnovazione delle promesse battesimali e l’aspersione dell’assemblea con l’acqua benedetta. I fedeli portano in mano la candela accesa col fuoco nuovo, che simboleggia l’attesa del Signore che ritorna alla fine dei tempi. Al termine la celebrazione prosegue con l’Eucaristia. Tutto il mondo risulta quindi rinnovato dal Mistero Pasquale. I neo-battezzati adulti per la prima volta si comunicano così assieme a tutti gli altri fedeli.

SABATO SANTOSabato santo è il giorno del gran-de silenzio – perché – come dice un’antica omelia, «il Re dorme. La terra tace perché il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormono». Le Chiese orientali celebrano la discesa di Cristo agli inferi. Egli, che rompe le porte dell’inferno, redime e libera i santi, che aspettavano da secoli la sua risurrezione. La Chiesa romana, oltre all’Ufficio del mattino e della sera, non ha però mai istituito alcuna celebrazione del Cristo nel sepolcro. E’ la celebrazione silenziosa del tempo sospeso, del riposo, ma non del nulla-fare. Sabato mattina veni-vano convocati i catecumeni per la pubblica professione di fede. Que-sto giorno era segnato da un severo digiuno fino alla celebrazione della Veglia. Purtroppo, per causa della sempre più anticipata celebrazione della Veglia, fino al punto di cele-brarla al mattino, si è perso il senso primitivo di questo giorno. Verso il XVI secolo, si cominciò con un’an-ticipazione della Vigilia alla mattina del Sabato Santo, forse perché non era consigliabile stare di notte fuori casa, ad ogni modo questa anticipa-zione al mattino del Sabato, è durata fino agli ultimi anni Cinquanta del XX secolo; la “Gloria” si “scioglie-va” verso le 10-11 del mattino del sabato, con il suono delle campane, appunto “sciolte” dai legami messi la sera del Giovedì Santo. Poi con la riforma liturgica Conciliare, tut-to è ritornato come alle origini e il Sabato ha ripreso il significato del giorno della meditazione e peniten-za; l’oscurità nelle chiese è totale, non vi sono celebrazioni liturgiche, né Sante Messe; è l’unico giorno dell’anno che non si può ricevere la S. Comunione, tranne nel caso di Viatico per gli ammalati gravi. Gra-zie alla riforma liturgica che riporta la Vigilia di Pasqua alla sera, viene restituito al sabato santo il signifi-cato originario. Il Sabato Santo è il secondo giorno del Triduo Pasqua-le. In tale giornata, come nel Ve-nerdì Santo, la Chiesa cattolica non offre il sacrificio della Messa fino alla Veglia Pasquale, che si svolge nella notte tra il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua; in molte chie-se rimane esposta la Croce servita per l’adorazione il Venerdì Santo; l’Eucaristia non è conservata nel Ta-bernacolo, le luci e tutte le candele sono spente. Il segno più tangibile dell’attesa è che le campane di tut-te le chiese tacciono, “sono legate”. Gli altari sono spogli, senza tovaglia né copritovaglia. Sui tabernacoli manca il conopeo. Questo è un gior-no di silenzio per la Chiesa cattolica, durante il quale i cristiani attendono il gioioso annuncio della Risurrezio-ne. E questo avverrà la domenica di Pasqua, quando finalmente vengono “sciolte” le campane.

LA BENEDIZIONE DELLE CASE E LE TRADIZIONALI PULIZIE DI PASQUAFra i riti, le tradizioni, gli eventi e le manifestazioni che caratterizzano il periodo pasquale c’è quello della “Benedizione delle Case” e delle “Pulizie di Pasqua” che coincidono con l’arrivo della primavera. Le pulizie si facevano per rendere la casa degna della visita del prete, il quale, assieme al chierichetto - armato di secchiello, aspersorio e bussolotto per le offerte - nei giorni precedenti alla festa veniva a benedire la casa e i suoi occupanti. Erano momenti solenni, di grande religiosità, di emozione. Quando arrivava il prete, la padrona di casa, curata e ben vestita per l’occasione, gli faceva fare il giro della casa e il curato benediceva le stanze. Alla fine si ritrovavano in cucina e sul tavolo apparecchiato c’era un cestino con le uova sode, che venivano benedette assieme al piatto di salame e alla torta pasquale. La palma, ossia il rametto d’ulivo benedetto dell’anno prima, ormai secco e polveroso, veniva devotamente bruciato, sostituito con quello nuovo e appeso nelle immagini sacre nella casa e sopra il letto. Oggi la benedizione delle case è praticamente scomparsa nelle città. Le ragioni di questa diminuzione possono essere molteplici, come il numero esiguo dei sacerdoti e l’eccessivo ampliamento delle città. Le parrocchie hanno raggiunto un numero elevatissimo di fedeli. Ma la tradizione della benedizione delle case continua nei piccoli paesi..

IL LUNEDÌ DELL’ANGELO, DETTO ANCHE LUNEDÌ DI “PASQUETTA”

Il lunedì dell’Angelo - detto anche lunedì di Pasqua, oppure Pasquet-ta - è il giorno dopo la Pasqua. In Italia è un giorno festivo, introdot-to dallo Stato italiano nel dopoguerra, per al-lungare la festa della Pa-squa, così come è avve-nuto per il 26 dicembre, indomani di Natale. In Spagna non esiste que-sta ricorrenza. Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l’incontro dell’angelo con le donne giunte al sepolcro. Il Vangelo rac-

conta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salome andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù. Vi trovarono il gran-de masso che chiudeva l’accesso alla tomba spostato; le tre donne era-no smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto”. E aggiunse: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli”, e si precipitarono a rac-contare l’accaduto agli altri. Il lunedì dell’Angelo è giorno dell’ottava di Pasqua, ma non è giorno di precetto per i cattolici, cosa che com-porterebbe l’obbligo di partecipare alla santa messa.

La celebre Pietà, simbolo del dolore e della morte di Cristo, è conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano di Roma ed è una delle prime opere marmoree di Michelangelo. È considerata all’unanimità una delle maggiori opere che l’arte occidentale abbia mai prodotto. I due personaggi principali sono estremamente levigati, a differenza del basamento, che risulta essere scolpito piuttosto grossolanamente. È in dubbio se Michelangelo abbia lasciato il basamento abbozzato per sua volontà oppure no, ma la tesi più accreditata è che lo abbia fatto di proposito, per esaltare ancor di più la divinità del Cristo e la santità della Madonna, e segnare una netta divisione tra umanità (terrena) e divinità. Nell’eseguire questa scultura Michelangelo dimostrò una abilità tecnica così eccezionale che cinquant’anni dopo Vasari ancora la celebrava, scrivendo: “Alla quale opera non pensi mai scultore né artefice raro potere aggiugnere di disegno né di grazia, né con fatica poter mai di finezza, pulitezza e di straforare il marmo tanto con arte, quanto Michelangelo vi fece, perché si scorge in quella tutto il valore e il potere dell’arte”.

LA PASQUA IN ITALIA - LE NOSTRE TRADIZIONIa cura di Fabio Vitali

Page 11: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 1122/2009

LA RICETTA DELLA COLOMBA PASQUALEPer 8 persone: 200 gr. di farina bianca, 130 gr. di zucchero semolato, 80 gr. di latte, 100 gr. di burro, 50 gr. di fecola di patate, 40 gr. di melassa, 10 mandorle, 2 uova, 1 bustina di vanillina, 1 bustina di lievito per dolci, 1 limone, zucchero a velo q.b., burro e farina per lo stampo, sale. In una terrina mescolate farina, fecola, 10 gr. di lievito, vanillina, 1 pizzico di sale, la scorza grattugiata del limone, lo zucchero semolato, il burro a pezzetti e mescolate il tutto; aggiungete la melassa e due uova intere e mescolata con la frusta elettrica fino ad ottenere un composto liscio e gonfio. Versate il composto ricavato in uno stampo a forma di colomba già imburrato e infarinato. Abbiate cura che il composto sia distribuito in maniera uniforme nello stampo, dodichè spolverate con le mandorle non sgusciate. Infornate in forno già caldo a 180° per circa 50 minuti. Gli ultimi 15 minuti di cottura coprite lo stampo con un foglio di alluminio per evitare che la superfice diventi troppo scura. Controllate la cottura durante i 50 minuti infilzando il composto con uno stuzzicadenti che se uscirà asciuttto indicherà l’avvenuta cottuta del dolce. Appena cotto fatelo raffreddare per 15 minuti e sformatelo su una gratella; Appoggiate al centro del dolce un bicchiere capovolto e spolverizzate con lo zucchero al velo; togliete il bicchiere e guarnite il cerchio privo di zucchero con dei fiorellini o dei confetti. Tempo stimato 90 minuti.

L’origine della colomba è legata a diverse leggende. La prima risale all’epoca medioevale, quando Re Alboino calò in Italia con le sue orde barbariche per assalire Pa-via. Dopo un assedio di tre anni, alla vigilia della Pasqua del 572, riuscì ad entrare in città, riceven-do in segno di sottomissione vari regali fra i quali anche dodici me-ravigliose fanciulle. Fu allora che un vecchio artigiano si presentò al re donandogli un dolce a forma di colomba, quale tributo di pace nel giorno di Pasqua. Questo dol-ce era così invitante che costrinse il sovrano alla promessa di pace, e di rispettare sempre le colombe simbolo della tua delizia. Quando il re interpellò le fanciulle dona-tegli, scoprì che il loro nome ri-spondeva a quello di “Colomba”. Alboino comprese il raggiro, ma rispettò la promessa fatta.La seconda leggenda è fatta risali-re al tempo di Federico Barbarossa e della Lega dei Comuni lombar-di, nel XII sec. Un condottiero del Carroccio, osservando durante la battaglia due colombi posarsi sopra le insegne lombarde, decise d’infon-dere ai suoi uomini il nobile spirito di quegli uccelli, facendo confezio-nare dai cuochi dei pani a forma di

LA COLOMBA PASQUALE SULLE NOSTRE TAVOLE

colomba. In realtà la colomba come prodotto industriale è una tradizio-ne nata da esigenze industriali, più che da tradizioni legate al territorio come la torta pasqualina o le sfrap-pole. La colomba come prodotto di massa nasce nei primi del Nove-cento, quando l’azienda milanese Motta decide di confezionare un prodotto simile al panettone, ma con un aspetto decisamente legato alla Pasqua. Nasce così la colomba moderna, un dolce con un impasto molto simile a quello del panettone, ma che si arricchisce di una coper-tura di amaretto. Nel 1930 la Motta commissiona all’artista Cassandre, un manifesto sulla colomba con lo slogan “Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di primavera”. La produzione della colomba è protetta da un decreto legge che fra l’altro dice: “La denominazione colomba e’ riservata al prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale da pasta aci-da, di forma irregolare ovale simile alla colomba, una struttura soffice ad alveolatura allungata, con glas-satura superiore e una decorazione composta da granella di zucchero e almeno il due per cento di mandorle, riferito al prodotto finito e rilevato al momento della decorazione.”

Fin dall’antichità, l’uovo è stato visto come simbolo di fertilità e quasi ma-gia. Le uova venivano considerate oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in sta-to interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuo-va casa. I Greci, i Cinesi ed i Persiani si scambiavano le uova come dono per le feste Primaverili. I filosofi egi-ziani vedevano nell’uovo il fulcro dei quattro elementi dell’universo. Nell’antico Egitto le uova decora-te erano scambiate all’equinozio di primavera, data di inizio del «nuovo anno», quando ancora l’anno si ba-sava sulle stagioni. Gli Israeliti ave-vano la consuetudine di portare le uova in dono agli amici o di regalarle a chi festeggiava il compleanno. Gli antichi romani usavano dire: «Omne vivum ex ovo» (Qualunque essere vivente deriva dall’uovo). Le uova con l’avvento del Cristianesimo di-vennero simbolo della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, Cristo uscì vivo dalla sua tomba. Si narra che Maria Maddale-na si presentò all’imperatore Tiberio per regalargli un uovo dal guscio ros-so, testimonianza della Resurrezione di Gesù e che Maria, Madre del Cristo, portò in omaggio a Ponzio Pilato un cesto dorato pieno di uova per implorare la liberazione di Suo Figlio. Pilato disse che ormai non c’era nulla da fare e Lei per il dolore lasciò cadere il canestro con tutte le uova che si dispersero rotolando in ogni angolo della Terra. Nella sim-bologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo. An-che nel Medioevo le uova venivano donate, insieme ad altri oggetti, a bambini e servitù per festeggiare il giorno della Resurrezione. L’usan-za di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta se-gnata una spesa di 18p. per 450 uova rivestite d’oro e decorate da donare

come regalo di Pasqua. Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle del maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.Oggi ritroviamo in molte tradizio-ni l’uso delle uova per celebrare la ricorrenza pasquale; i popoli slavi dipingono le uova per donarle come simbolo di buon auspicio, amore e fertilità e le case vengono addobbate con uova colorate. In Germania, per Pasqua, si nascondono uova colorate nel giardino o all’interno della abita-zione e si invitano i bimbi a cercarle, affermando che sono state lasciate dai leprotti. Anche in alcune regio-ni della Francia si nascondono nei giardini le uova dipinte e si narra ai bambini che sono state lasciate dal-le campane che la notte del Venerdì Santo hanno volato fino a Roma per prenderle. È per questo che nessuno le sente suonare durante la notte del-la Passione. Nei Paesi Scandinavi è tradizione compiere anche dei giochi con le uova sode. I più noti sono: far rotolare le uova da un dosso e vince chi ha lasciato quello che arriva più lontano con il guscio integro; un al-tro segno di abilità è tenere un uovo lesso in mano e cercare di rompere quello tenuto dall’avversario. Le uova assumono anche altre valenze in queste nazioni del nord. Andare in chiesa con in tasca un uovo nato il Giovedì Santo aiuta a smascherare le streghe! Un uovo, lasciato in ciascu-no dei quattro angoli del campo, nei solchi arati, aiuta invece ad avere un abbondante raccolto.Gli ortodossi celebrano la ricorren-za dei morti il venerdì successivo al giorno di Pasqua. In tale occasione qualcuno ancora colora le uova di rosso e le mette sopra le tombe, come augurio di felice vita ultraterrena per i loro cari che sono sepolti. Questa tra-dizione è legata ad una leggenda che narra di Maria: costei era abituata a far divertire Gesù Bambino con del-le uova colorate. Il giorno di Pasqua, tornata sul sepolcro, lo trova aperto e sul ciglio scorge delle uova rosse. Le uova come simbolo pasquale hanno origini molto antiche, legate soprat-tutto alla primavera, come stagione feconda ed hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Nell’iconogra-fia cristiana, l’uovo è il simbolo della Resurrezione. Per i pagani l’uovo è il simbolo della fertilità: l’eterno ritor-no alla vita. I Greci, i Cinesi ed i Per-siani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili. Per i filosofi egiziani l’uovo era il fulcro dei quat-tro elementi. Per gli israeliti un dono da portare agli amici o lo regalavano a chi festeggiava un compleanno. Nel Medioevo era tradizione rega-lare uova ai servitori. In Germania

le uova venivano donate ai bambini insieme ad altri regali pasquali. In al-cuni paesi, come la Gran Bretagna, ogni anno a Pasqua i bambini van-no a cercare in giardino, fra l’erba e i cespugli, le uova che il dispettoso coniglietto pasquale ha colorato e poi nascosto. In alcune regione del-la Francia si nascondono le uova colorate nei giardini e si racconta ai bambini che sono state lasciate dal-le campane che la notte del Venerdì Santo hanno volato fino a Roma per prenderle ed è per questo che nessu-no le sente suonare durante la notte della Passione. Nei Paesi Scandina-vi è tradizione anche fare dei giochi con le uova sode: farle rotolare le uova da un dosso senza romperne il guscio oppure tenere un uovo lesso in mano e cercare di rompere quello tenuto dall’avversario. La tradizione pasquale di colorare e decorare le uova nasce dalla leggenda secon-do cui dopo che Maria Maddalena aveva trovato era il sepolcro di Gesù vuoto, corse dai discepoli e annunciò la straordinaria notizia. Pietro, incre-dulo, disse: «Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse.» E subito le uova si colorarono di un rosso in-tenso! Ogni cultura ha sviluppato un proprio modo di decorare le uova. A volte si usano le uova sode, colorate con colori vegetali e alimentari se si intende mangiarle. Oppure si svuo-tano facendo un forellino con un ago ad ogni estremo dell’uovo, così si usa soltanto il guscio. In Grecia si usa scambiarsi uova rosse in onore del sangue di Cristo. In Germania e Austria si regalano uova verdi il Giovedi Santo. In Armenia si usa dipingere le uova con immagini di Gesù, della Madonna o con scene della Passione. Nei paesi dell’Eu-ropa orientale si utilizzano motivi stilizzati geometrici bicolore: blu e bianco, rosso e bianco. Una tecnica antica per decorare le uova consiste nell’attaccare piccole piante e foglie intorno alle uova e nel bollirle con colori vegetali. Staccando le piante, sul guscio rimangono delle impronte più chiare.

STORIA, CURIOSITÀ E ORIGINI DELL’UOVO DI PASQUA

Fabergé - Uovo Imperiale Terzo centenario dei Romanov, collezione Museo del Cremlino, 1913

LA PASQUA IN ITALIA - LE NOSTRE TRADIZIONIa cura di Claudio Testa

Page 12: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 12 22/2009

L E B U O N I S S I M E R I C E T T E T I P I C H E D E L L E R E G I O N I I T A L I A N EABRUZZOCapraalla Neretese

Ingredienti per venti persone: 1,500 kg di capra - 1 kg di po-modori - 1 kg di peperoni rossi - 1 bicchiere di olio d'oliva - 1 cipolla - 1 sedano - 2 chiodi di garofano - buccia di limone - ac-qua quanto bastaPreparazione: Tagliare a media grandezza la carne di capra e lavarla. Metterla a cuocere a fuoco medio in una pentola abbastanza larga, in cui si saranno già fatti rosolare la cipolla, l'olio, i chiodi di garofano e la buccia di mezzo limone, aggiungendo acqua perché la carne arrivi a metà cottura dopo circa un'ora e mezza. Ritiratasi l'acqua, far rosolare la carne e mettere i pomodori spezzati e altra acqua. La-sciar cuocere per un'altra ora e mezza e, a cottura quasi ultimata, mettere i peperoni già fritti a parte e lasciare insaporire per 2-3 minuti.

CALABRIAPittecon Niepita

Ingredienti per la pasta: 500 gr di farina - 100 gr di strutto - 150 gr di zuccheroIngredienti per il ripieno: 500 gr di marmellata d’uva - 50 gr di can-nella - 200 gr di zucchero - 250 gr di noci sgusciate e pestate - 2 bic-chieri di liquore - 200 gr di cacaoPreparazione: Questi dolci sono tradizionali delle feste pasquali ca-labresi. Bisogna preparare prima la pasta esterna, mescolando i vari ingredienti, lavorare la pasta otte-nuta, e stenderla fino a raggiungere uno spessore di circa 3 millimetri, poi con un bicchiere ritagliare tanti dischetti quanta è la pasta. Mesco-lare a parte i vari ingredienti del ripieno, e quando sono bel amalga-mati, metterne due cucchiai su ogni dischetto di pasta, ripiegare la pa-sta in modo da dargli una forma di mezzaluna, premere bene sui bordi, con le dita inumidite, in modo che i dolcetti non si aprano durante la cottura. Posizionare le “pitte” sulla lastra del forno infarinata, ed infor-nare. Si possono mangiare sia calde che fredde.

CAMPANIALa PastieraNapoletana

Ingredienti per sei persone: 500 g di pasta frolla surgelata - 500 g di ricotta - 200 g di zucchero - 220 g di grano cotto (si trova in scatola anche nei supermercati) - 40 g di cedro candito - 40 g di arancia can-dita - un pizzico di cannella - 2 dl di latte - 30 g di burro - 5 uova - 50 g di zucchero a velo - 1 limone - salePreparazione: Fate scongelare la pasta a temperatura ambiente, versa-te in una casseruola il grano, il latte, il burro e la scorza grattugiata di 1/2

limone; lasciate cuocere per 10 mi-nuti mescolando spesso. Passate al setaccio la ricotta e amalgamatevi lo zucchero semolato con la cannella, la rimanente scorza di limone grattu-giata, il sale e la frutta candita taglia-ta a dadini. Unite 4 tuorli, la crema di grano e 3 albumi montati a neve; mescolate bene. Imburrate una tor-tiera del diametro di cm 24 e fode-ratela con la pasta frolla che avrete steso con il mattarello allo spessore di circa 1/2 cm. Ritagliate la parte eccedente, ristendetela e ricavatene delle strisce. Versate il composto nella tortiera, livellatelo, ripiegate verso l’interno i bordi della pasta e decorate con strisce formando una grata che pennellerete con un tuorlo sbattuto. Infornate a 180° gradi per un’ora e mezzo; lasciate raffreddare e, prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo.

EMILIA ROMAGNALasagne Verdi

Ingredienti per sei persone:Per il sugo: 200 g di manzo maci-nato - 150 g di carne di maiale ma-cinata - 100 gr di fegatini di pollo - ½ cipolla - 1 carota - 1 gambo di sedano - 200 g di passata di pomo-doro - 30 g di burro - sale - pepePer le lasagne: 400 g di farina bianca - 2 uova - 250 g di spinaci - 5 dl di besciamella - 60 g di parmi-giano - 60 g di burro - 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva - salePreparazione: Per preparare il ragù, spellare, lavare e tritare insieme la cipolla, la carota e il sedano e soffriggerli in un pento-lino con il burro. Aggiungere le carni macinate ed i fegatini puliti e tritati. Quando tutto sarà ben rosolato, aggiungere la passata di pomodoro. Salare, pepare e cuocere a fuoco bassissimo con il coperchio per 1 ora e 30 mi-nuti, mescolando di tanto. Pulire gli spinaci e lavarli a lungo sotto l’acqua corrente, lessarli in poca acqua salata e scolarli ben bene. Strizzarli a fondo e sminuzzarli a pezzettini. Impastare la farina con le uova e gli spinaci, tritare la sfoglia molto sottile e tagliarla in rettangoli uguali. Cuocere le lasagne in acqua salata bollente, condita con un cucchiaio d’olio, in modo che le lasagne non si at-tacchino tra loro. Scolarle e sten-derle ad asciugare una accanto all’altra su un canovaccio. Im-burrare una teglia e riempirla con strati alternati di lasagne, ragù, formaggio grattugiato e bescia-mella. Sull’ultimo strato versare un po’ di besciamella e del burro in noci. Cuocere il tutto in forno a 160° per circa mezz’ora, finché la superficie sia ben abbrustolita. Servire caldo.

FRIULIPinza Pasqualealla Triestina

Ingredienti: 1 kg di farina - 6 uova e 2 albumi - 350 g di zucchero - 250 g di burro - 100 g di lievito di birra - 1/2 litro di latte - Rhum - vanigliaPreparazione: Impastare il lievi-to con un po’ di latte tiepido e di farina, lavorare con un cucchiaio di legno finché la pastella sia del-la giusta consistenza e lasciare lievitare in un luogo tiepido. Nel frattempo, preparare sulla tavola gli altri ingredienti, farina, uova, un pizzico di sale stemperato in acqua appena calda, lo zucchero ammorbidito in un po’ di latte tiepido, ed il burro sciolto. Me-scolare con un po’ di vaniglia ed un bicchierino di Rhum. Quando il panetto di lievito sarà cresciu-to abbastanza, unirlo al resto, e mano a mano che si lavora la pasta, aggiungere se serve, del latte. Quando la pasta è pronta, farla lievitare nuovamente, e poi passare al forno caldo.

LAZIOArrosto d’Agnellocon la Coratella

Ingredienti per otto persone: 1 carré d’agnello - 150 g di coratella d’agnello - un misto di salvia, ro-smarino, timo, maggiorana, aglio - rete di agnello (o di maiale) - 1 se-dano - 1 carota - 1 cipolla - 6 spicchi d’aglio - vino bianco secco - olio d’oliva - sale - pepe nero a granelliPreparazione: Tagliare la coratella a fette sottili e tenerla per 30 minuti sotto l’acqua corrente. Spolpare il carré d’agnello, salarlo e dividerlo in due pezzi uguali e sistemare tutta la coratella su una parte, cospargerla con il misto di odori, sale, pepe ma-cinato, il tutto in grande abbondan-za, e quindi appoggiarvi sopra l’altro pezzo di polpa, formando una specie di polpettone da avvolgere poi con la rete. Legarlo con lo spago bianco da cucina, metterlo in una pentola insieme alle ossa spolpate, condire il tutto con olio, sale, pepe e infornare a 200°, per 30 minuti, fino a quan-do la carne sia ben colorita. Scolare quindi tutto il grasso che si sarà for-mato, e mettere nella teglia una coda di sedano, una carotina, una cipolla media, il tutto a tocchi, poi gli spic-chi d’aglio non sbucciati, e bagnare con un dito di vino. Proseguire la cottura in forno ancora per un’ora circa. Al momento di servire, libe-rare l’arrosto di agnello dallo spago, tagliarlo a fette, irrorarlo con il sugo filtrato. Guarnire il piatto a piacere e servire immediatamente in tavola.

LIGURIATortaPasqualina

Ingredienti per la pasta: 400 g di farina bianca - 2

cucchiai d’olio extravergine d’oliva - sale - acquaIngredienti per il ripieno: 500 g di bieta - 200 g di ri-cotta (o di latte cagliato) - 50 g di burro fuso - 6 uova - 1 cucchiaio di maggiorana fre-sca (1 cucchiaino se essicca-ta) - 4 cucchiai di parmigia-no grattugiato - 4 cucchiai di pecorino grattugiato - 1 bic-chiere di latte - 1 bicchiere d’olio - sale e pepePreparazione: Impastare la farina con l’olio e il sale; aggiungere man mano tan-ta acqua tiepida quanto ba-sta per ottenere un impasto consistente e morbido; lavo-rarla finché si formino delle bollicine d’aria. Coprire con un tovagliolo umido e far riposare (chi lo volesse può usare pasta sfoglia surgela-ta). Stendere 6 sfoglie il più sottili possibile con un mat-tarello, perché questo piatto tradizionale ligure è tanto più buono quanto più sottili sono le sfoglie di pasta. Pulire la bieta, lavarla e cuocerla in una casseruola con poco sale, senz’altro. Cuocere a fuoco basso, e con il coperchio, per 6 minuti. Appena cotta striz-zarla bene, tritarla finemen-te e metterla in una ciotola grande. Aggiungere la ricotta sbriciolata (o il latte cagliato), 2 uova intere, il parmigiano grattugiato, metà pecorino e la maggiorana: se l’impasto è troppo solido, ammorbidire con il latte. Foderare con una sfoglia uno stampo apribile, unto d’olio, ungere la sfo-glia con un pennello intinto nell’olio e sovrapporne a una a una, le altre due, ungendo-le sempre con l’olio tranne l’ultima. Disporre il ripieno e con un cucchiaio scavare 4 incavature in cui si porranno le uova intere, crude. Salare e cospargere con il resto del pecorino. Chiudere con una sfoglia di pasta e sovrapporvi le altre due, sempre ungen-do con il pennello da cucina la superficie tra una e l’altra. Sigillare con i ritagli di pasta formando un cordone tutt’in-torno al bordo. Ungere la su-perficie con un po’ d’olio e perché risulti più dorata, con parte di un uovo intero bat-tuto; bucare la superficie con uno stuzzicadenti, facendo attenzione a non rompere le uova e infornare in forno già caldo, a 200°C, per 40 minu-ti. Si può servire tiepida, ma anche fredda, durante il pran-zo del lunedì di Pasqua.

LOMBARDIATorta Salatadi Paqua

Ingredienti per otto persone: 1 pollo da Kg 1,500 - 700 g di pasta sfoglia surgelata - 1 fetta di pro-sciutto di Praga per 250 g - 200 g di asparagi lessi - 3 scalogni - un uovo - prezzemolo - timo - par-migiano -estratto di carne - burro - brodo vegetale - vino bianco - olio d’oliva - sale - pepePreparazione: Scongelare la pasta sfoglia. Disossare il pol-lo, ridurre a bocconcini la polpa ottenuta e rosolarla in padella, a fuoco vivo, con burro e olio caldi e gli scalogni a spicchi; stemperare con un dito di vino, salare, pepare e portare a cottura, coperto, senza aggiungere alcun liquido. Cuocere per circa 25’ e, alla fine, togliere la carne dal sugo (che va conservato), farla raffreddare poi mescolarla con il prosciutto a cubetti, gli asparagi sminuzzati, di timo e prezze-molo tritati e 2 cucchiai di par-migiano grattugiato. Stendete la pasta sfoglia a mm 3 di spessore poi, con una parte, rivestire uno stampo a guscio d’uovo lascian-do la pasta debordare abbondan-temente. Versare nello stampo il misto di pollo e prosciutto, chiu-dere ripiegandovi sopra la pasta debordante, quindi sformare la torta a forma d’uovo, su una placca coperta da carta da forno; pennellarla con uovo sbattuto, guarnirla con un nastro di pa-sta, pennellare tutto ancora una volta e, infine, infornare a 200° per 40’ circa. Servire la torta ac-compagnata dal sugo di pollo, precedentemente allungato con un mestolo di brodo, e insaporito con un punta di estratto di carne e fatto ridurre a salsina.

MARCHEBrodetto Biancodi Portorecanati

Ingrediente per sei persone: 2 kg di pesce assortito per zuppa (triglie, sogliole, merluzzi, sep-pie, palombo, pescatrice, pan-nocchie) - 1 cipolla - 1 bicchiere d’olio extra vergine d’oliva -2 bustine di zafferano - 2 bicchieri di vino bianco secco - alcune fet-te di pane casereccio - brodo di pesce - sale - pepePreparazione: Pulire i pesci e tagliare a pezzi i più grossi. In una pentola soffriggere nell’olio la cipolla tagliata a velo. Aggiun-gere le seppie tagliate a pezzetti-ni e coprire con un filo di brodo di pesce (o acqua), in cui sarà stato sciolto lo zafferano. Sala-re, pepare e aggiungere gli altri pesci, in ordine di cottura (prima quelli che cuociono di più). Ba-gnare con il vino e cuocere per

LA PASQUA IN ITALIA - LE NOSTRE TRADIZIONI

Page 13: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 1322/2009

LA PASQUA IN ITALIA - LE NOSTRE TRADIZIONI15 minuti, muovendo di tanto in tanto la pentola, salare e pepa-re. Servire il brodetto su fette di pane abbrustolite, caldissime.

MOLISEInsalataBuona Pasqua

Ingredienti per sei persone: 1/2 cespo di lattuga romana - 1 man-go - 3 pomodori rossi e ben sodi - 150 g di fagiolini - 6 ovetti di quaglia - basilico - limone - olio extravergine d’oliva - sale - pepePreparazione: Tuffate i fagio-lini, mondati, in acqua bollente salata e lessateli per circa 5’. Rassodate le uova (per quelle di quaglia occorrono 4 o 5’). Mon-date intanto la lattuga, lavatela e sgocciolatela bene, quindi taglia-tene le foglie a pezzi non trop-po sottili. Sbucciate il mango, eliminate il nocciolo centrale e tagliate il frutto a dadi. Monda-te e fate a spicchi i pomodori. Scolate e raffreddate i fagiolini, quindi mescolate in una ciotola la verdura e la frutta. Unite qual-che foglia di basilico spezzettata a mano. Guarnite con le uova di quaglia sode, sbucciate e dimez-zate. Servite l’insalata condita con una salsa citronnette prepa-rata battendo quattro cucchiaiate di olio, con il succo filtrato del limone, sale e pepe.

PIEMONTEBrasato al Barolo Ingredienti per quattro

persone: 800 g di carne magra della coscia di manzo - 50 g di pancetta - 50 g di burro - una spruzzatina di brandy - farinaLa marinatura: 1 bottiglia di Barolo non molto invecchiato - 2 o 3 carote - 2 costole di sedano - 1 cipolla - le foglie di un rametto di rosmarino - 3 chiodi di garo-fano - 1 pizzico di timo - 1 spic-chio d’aglio - 1 foglia di alloro - 1 pezzetto di cannella - 3 grani di pepe raccolti in un sacchettino di garzaPreparazione: Steccate la carne con qualche listarella di pancet-ta, mettetela in una terrina con le verdure tagliate a pezzetti e il sacchettino con gli aromi e le spezie; versate il barolo, coprite con un piatto e lasciate marina-re (circa un giorno), coperto, in luogo fresco (non in frigo), rimescolando qualche volta. In una casseruola soffriggete nel burro la rimanente pancetta tri-tata, poi rosolate la carne scolata e leggermente infarinata, versate quindi tutta la marinata e portate a bollore; dopo una decina di mi-nuti togliere il sacchettino degli aromi, salate, coprite e portate a cottura a fuoco basso. Toglie-te quindi la carne e tenetela al caldo, passate il sugo nel passa-verdure, rimettetelo sul fuoco,

addensatelo, regolatelo di sale e spruzzatelo col brandy. Dopo qualche minuto di bollore versa-telo sulla carne affettata e servite con polenta o purè.

PUGLIALe Scarcelle Ingredienti: 300 g di

farina doppio zero - 2 uova - 2 cucchiai di olio - 100 g di zuc-chero - latte - sale - buccia di li-mone grattugiataPreparazione: Prendere la fari-na, ed impastarla con le uova, i due cucchiai di olio, lo zucchero, un po’ di latte, pochissimo sale e la buccia di limone grattugiata.Quando l’impasto sarà pronto, spianare la pasta riducendola a mezzo centimetro di altezza e ritagliare tre ovali, conservando i ritagli. Poggiare su una delle estremità un uovo col guscio, fis-sarlo con i ritagli, cospargerle di zucchero e di confettini colorati e metterle in forno dopo averle sistemate su una teglia appena unta. Controllare la cottura, la-sciare raffreddare e mangiare.

SARDEGNAPillus Ingredienti: 500 gr di

semolino - uova quanto bastano - olio - 1 cipolla - 1 carota - 300 g di carne - brodo - vino bianco - 100 g di prosciutto - prezzemolo - 50 g di burro - salsa di pomodoroPreparazione: Prendere il semolino ed aggiungere tante uova quante ne assorbe, e lavorare la pasta finché diventi uniforme e vellutata. Lascia-re riposare per più di un’ora e intanto far rosolare una cipolla tritata in olio abbondante, appena diventa dorata, aggiungere la carne tagliata a dadini, la carota tagliuzzata fine e far cuoce-re lentamente versandovi, di tanto in tanto, il brodo. Quando la carne è cot-ta, aggiungere il prosciutto tagliato a pezzetti, un po’ di prezzemolo tritato, il burro, un cucchiaino di concentrato di pomodoro sciolto in poca acqua tiepida, sale, ed infine aggiungere il vino bianco secco. Lasciare cuocere ancora, lentamente, poi prendere una casseruola, riempirla d’acqua salata e far bollire forte. Nel frattempo sten-dere la pasta col mattarello e farne delle sfoglie sottilissime, tagliarle a dischi della dimensione di un piatto. Far cuocere i dischi di pasta nell’ac-qua bollente, uno alla volta, e quando sono al dente scolarli con un mestolo forato, facendo attenzione che non si rompano. Preparare una teglia alta con dentro il sugo, il formaggio dolce grattugiato e disporre a strati i dischi di pasta, il sugo, il formaggio, fino alla fine degli ingredienti. Condire l’ultimo strato di pasta con sugo, for-maggio e fiocchetti di burro. Cuocere nel forno da campagna elettrico o a gas, lasciare dorare un poco la super-ficie e poi servire direttamente nel re-cipiente, possibilmente di pirofila.

SICILIAZuccotto Pasquale Ingredienti per lo zuc-

cotto: 1 pan di Spagna da cm 24 di diametro - 400 g di panna fresca - 40 g di cioccolato fondente - 40 g di canditi misti a dadini - acqua di fior d’arancio - Grand MarnierIngredienti per la glassa e per completare: 300 g di cioccolato fondente - pasta di mandorle (mar-zapane): 200 g gialla, 200 g verdePreparazione: Tagliate tutto il pan di Spagna in fette rettangolari di circa cm 1 di spessore, quindi divi-dete ogni fetta a metà, cioè in due triangoli. Pennellate di Grand Mar-nier uno stampo a forma d’uovo, e, successivamente, rivestitelo con le fette di pan di Spagna, sisteman-dole, una di seguito all’altra, con le punte convergenti rivolte al centro dello stampo. Spruzzatele quindi con una bagna preparata con acqua e Grand Marnier in parti uguali. Per la farcia, montate la panna, aroma-tizzatela con un cucchiaio di acqua di fior d’arancio quindi mescolatela con i dadini di canditi e con il cioc-colato fondente sminuzzato a mano. Versate la farcia nello stampo prepa-rato, coprite con altre fette di pan di Spagna, pennellate anche queste di bagna, quindi passate in frigo alme-no per 4 ore e, intanto, temperate il cioccolato: riscaldatelo a bagnoma-ria fino a 45° poi, mescolandolo, raffreddatelo fino a 27° e, infine, riportatelo a 30°. Con un filo di cioc-colato temperato, fatto uscire da un cornetto per decorare, guarnite con un disegno a griglia il dolce appena sformato. Spruzzate poche gocce di acqua fredda nel cioccolato rimasto, poi lavoratelo con una frusta per ren-derlo denso e cremoso; raccoglietelo in una tasca con bocchetta spezzata e decorate il centro dell’uovo con un nastro spesso, che chiuderete con il fiocco di marzapane verde.

TRENTINOPolpettinePasquali

Ingredienti: 600 g di polpa di agnel-lo macinata - 1 scalogno - rosmarino - prezzemolo - rete di maiale - aceto balsamico - vino bianco - brodo di dado - olio d’oliva - sale - pepePreparazione: Amalgamare la polpa macinata di agnello con un trito di prezzemolo, rosmarino, uno scalogno, sale, pepe. Prepa-rare con il composto 8 polpetti-ne. Allargate la rete di maiale, dividetela in 8 pezzi uguali e, in ciascuno, avvolgete una polpet-tina schiacciandola leggermen-te. Rosolate le 8 polpettine in un velo d’olio caldo e, quando saranno colorite, passatele nel forno a 200° per 10’. Sfornatele, toglietele dal fondo di cottura, sgrassate questo ultimo, ripor-tatelo sul fuoco, aggiungete un cucchiaio di aceto, g 60 di vino e un mestolino di brodo. Fate

ridurre la salsina poi versatela sulle polpettine e servitele: noi le abbiamo accompagnate con una teglia di patate fritte.

UMBRIAAgnelloTartufato

Ingredienti per sei persone: ½ kg di agnello tagliato a pezzetti - 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva - 1 spicchio d’aglio - 1 rametto di rosmarino - 5 dl di vino bianco secco - 150 g di tar-tufo nero - sale e pepePreparazione: Soffriggere l’aglio intero e il rosmarino, tritato gros-solanamente, in una padella di ferro con l’olio, mettere la carne, salare e pepare. Quando la carne sarà ben rosolata, bagnare con il vino bianco e cuocere a fuoco basso per 1 ora, con il coperchio. Trasferire l’agnello sul piatto da portata, aggiungere il tartufo ta-gliato a lamelle sottili, mescolare e lasciare riposare al caldo, co-perto, per qualche minuto prima di servire.

VALLE D’AOSTACresciadi Pasqua

Ingredienti per dodici persone: 820 g di farina bianca - 200 g di olio d’oliva - 200 g di parmigiano grattugiato - 90 g di lievito di bir-ra - 50 g di pecorino grattugiato - 6 uova - sale - pepe nero in grani - burro - farina per lo stampoPreparazione: In una ciotolina, con g 20 di lievito, g 50 di farina e g 100 di acqua tiepida, prepara-re una pastella e lasciare lievitare per 30’ coperto da un tovagliolo. Montare a neve gli albumi con la frusta rotonda, poi unire i tuorli e, sempre lavorando, aggiungere l’olio, il pecorino, il parmigia-no, il pastello lievitato, sale e una generosa macinata di pepe (a questo punto il composto di-venterà così liquido che l’aver montato inizialmente gli albumi, potrebbe sembrare un’operazio-ne superflua; invece è necessaria per dare una maggior morbidez-za all’impasto finale). Sostitu-ire la frusta rotonda con quella a gancio e, sempre lavorando, aggiungere g 400 di farina, g 70 di lievito sbriciolato e, poco per volta, la farina rimasta (g 400), proseguendo la lavorazione fin-ché la pasta risulterà morbida, omogenea, molto elastica e sul-la superficie compariranno delle bollicine d’aria. Imburrare e in-farinare abbondantemente uno stampo a chiusura mobile di cm 32 di diametro e trasferitevi la pasta che non dovrà riempirlo per più di due terzi. Tenere in luogo tiepido, coperto da un tovagliolo, finché la pasta lievitando colme-rà lo stampo; allora passare nel forno già a 180° per un’ora e 30’

circa, coprendo la crescia a metà cottura con un foglio di allumi-nio, per evitare che diventi trop-po scura in superficie. Prima di sfornare, provare la cottura con uno stecchino che, infilzato nella parte più alta della focaccia, do-vrà uscire perfettamente asciutto. La crescia si gusta tiepida o fred-da, tagliata a fette, con salame a grana grossa.

VENETOInsalatinaPasqualina

Ingredienti per otto persone: 1 kg di asparagi - 250 g di code di gamberetti già lessate e sgusciate - 120 g di olio extra vergine d’oli-va - 16 uova di quaglia - 1 uovo sodo - 1 cuore di lattuga - olive verdi snocciolate - prezzemolo - maggiorana - aceto - vino bianco secco - sale - pepe nero in graniPreparazione: Pelare gli asparagi raschiando i gambi ed eliminan-do la parte più legnosa. Lavarli, raccoglierli a mazzetto, lessarli in poca acqua bollente salata, scolar-li al dente, quindi tagliare le punte con un pezzetto di. Far rassodare le uova di quaglia, inizialmente in acqua fredda e lasciandole cuocere per 4 minuti dall’inizio del bollore; passarli subito dopo a raffreddare e sgusciateli. Lavate e sgocciolate molto bene il cuore di lattuga, ta-gliatelo a striscette sottili, che di-sporrete in un mucchietto al centro di un piatto da portata ovale, piutto-sto capiente. Sopra mettete le code di gamberetti e rondelle di uova (saranno sufficienti 4); intorno al piatto disponete le punte d’aspara-go tagliate per il lungo a fettine con un coltellino affilatissimo con lama molto sottile. Tra gli asparagi e l’in-sieme al centro del piatto, mettete gli ovetti rimasti, tagliati a metà, si-stemandoli tutti in giro. Al momen-to di servire, preparate una salsina frullando il tuorlo dell’uovo sodo insieme con l’olio, una decina di olive verdi, una cucchiaiata d’ace-to, una di vino, tre di acqua fredda, sale e una generosa macinata di pepe. Aromatizzate la salsina con un trito di prezzemolo e maggiora-na quindi versatela a filo sull’insa-lata che porterete immediatamente in tavola, mescolandola in presenza dei commensali.

LA REDAZIONE

auguraBUONA

PASQUA!

Page 14: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 14 22/2009

A Malaga, Siviglia e nelle altre città spagnole, durante il pas-saggio delle processioni la gente si accalca ai bordi della strada partecipando vistosamente, con emozione ed entusiasmo, al so-lenne rituale. Ma quanti di loro, senza togliere il merito di una spontanea ed a volte rudimentale devozione, ne conoscono i veri risvolti spirituali e religiosi? La religione Cattolica è unica in tut-to il mondo. Pertanto cerchiamo di capire le motivazioni religiose da cui partono le differenti for-me di celebrazione organizzate nel mondo. Che cosè in realtà la Settimana Santa? È la settimana nella quale il Cristianesimo ce-lebra gli eventi di fede correlati agli ultimi giorni di Gesù, com-prendenti in particolare la sua passione, morte e resurrezione. Gli ortodossi chiamano la stes-sa “grande settimana”, perché commemora le grandi opere di Dio per l’umanità. In molte città italiane e straniere si svolgono i Riti della Settimana Santa, come i misteri, le via crucis e le proces-

La celebrazione della Settimana Santa di Malaga ha iniziato il suo attuale percorso nel 1487, con la riconquista della città da parte del Re Cattolici. La conversione degli abitanti al cattolice-simo, assieme all’arrivo di nuovi abitanti dalla Castiglia, diede una nuova dimensione, dopo secoli di influenza musulmana, alla espressione religiosa del popolo Malaga. Durante il periodo ba-rocco le confraternite erano formate dalle nobili famiglie della città. I troni erano delle rudimentali piattaforme sulle quali veni-vano montate le immagini, trasportate a spalla da una decina di portatori. Fin da quei tempi, riuscire ad essere portatore, almeno per una volta, costituiva un grande onore e per ottenerlo c’era sempre una lunga fila d’attesa di anno in anno. Il corteo era com-posto dagli “Hermanos de Luz”, letteralmente fratelli di luce - trasportatori di candele che corrispondono agli attuali nazareni che accompagnano le processioni - e dagli “ Hermanos de Sangre “, letteralmente fratelli di sangue, penitenti che si flagellavano pubblicamente, suscitando orrore e ammirazione nella gente che assisteva alla processione. A quei tempi, la maggior parte dei membri delle confraternite erano mossi dal desiderio di ottenere

PER LA “SEMANA SANTA”, TUTTI GLI SPAGNOLI INSIEME CON E PER LA FEDE

sioni in cui le statue, dette anche troni o simboli, sono portate a spalla dai confratelli. Fra le cele-brazioni più particolari e belle in Italia figurano quelle di Taranto, di Polistena, di Catanzaro, San Fratello, Enna, Caltanissetta, Bi-tonto e Trapani. Tradizionalmen-te la settimana santa si apre con la Domenica delle Palme, nella quale si celebra l’entrata trion-fale di Gesù a Gerusalemme, ac-clamato come Messia e figlio di Davide. Nella liturgia cattolica viene letto il racconto della Pas-sione di Gesù secondo l’Evan-gelista corrispondente al ciclo liturgico che si sta vivendo. La tradizione risale a prima del IV secolo. Il lunedì, martedì e mer-coledì santo la Chiesa contempla in particolare il tradimento di Giuda per trenta denari. Durante la mattina del Giovedì santo non si celebra l’eucarestia nelle par-rocchie, perché viene celebrata un’unica Messa (detta Messa del Crisma) in ogni diocesi, nella chiesa cattedrale, presieduta dal vescovo insieme a tutti i suoi

presbiteri e diaconi. La sera invece si celebra la Messa in Cena Domini. Alla fine della messa i ministri cambiano il colore liturgico (as-sumendo il colore viola) ed ha luogo il rito della spoliazio-ne degli altari e la velatura delle croci. Gli altari restano senza ornamenti, le croci velate e le campane silenti. Il solenne Triduo pa-squale della passio-ne, morte e risurre-zione di Cristo inizia nel pomeriggio del giovedì santo. In ora serale si celebra la solenne Messa del-la cena del Signore, nella quale si ricor-da l’Ultima Cena di Gesù, la istituzione dell’Eucarestia e del sacerdozio ministe-riale, e si ripete il gesto simbolico del-la lavanda dei piedi effettuato da Cristo nell’Ultima Cena.Il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù sulla Croce. La chiesa celebra verso le tre del po-meriggio la solenne celebrazione della Passione. In molte città e paesi, è tra-

dizione effettuare per le strade il pio esercizio della Via Crucis. La chiesa cattolica pratica il digiu-no ecclesiastico e si astiene dalle carni come forma di partecipazio-ne alla passione e morte del suo Signore. Il Sabato Santo è tradi-zionalmente giorno senza litur-gia: non si celebra l’Eucaristia, e la comunione ai malati si por-ta solamente ai malati in punto di morte. Nella notte si celebra la solenne Veglia pasquale, che, nella chiesa cattolica, è la celebrazione più importante di tutto l’Anno Liturgico. La do-menica di Resurrezione torna a riecheggiare la gioia della ve-glia pasquale. Tale domenica è ampliata nell’Ottava di Pasqua: la Chiesa celebra la pienezza di questo evento fondamenta-le per la durata di otto giorni, concludendosi con la Seconda domenica di Pasqua, chiamata fin dall’antichità domenica in albis, che Giovanni Paolo II ha voluto dedicare al ricordo della divina Misericordia.

Gian Giacomo Bei

L A “ S E M A N A S A N TA ” ATTRAVERSO I SECOLI

un luogo sacro per il riposo eterno delle loro spoglie mortali.Con le invasioni napoleoniche le confraternite vennero saccheg-giate ed il loro patrimonio scomparve finendo in mani straniere. Nel 1921 è stata creata in associazione la “Settimana Santa di Malaga”, la cui funzione principale era ottenere il sostegno fi-nanziario per pagare le spese delle processioni. Ma in realtà di-venne subito molto popolare come attrazione turistica, trasfor-mandosi in una apprezzabile fonte di reddito per la città. Questa età dell’oro venne stroncata da motivi politici e sociali. Nella notte del 11 al 12 maggio 1931, con la Seconda Repubblica, gruppi di anarchici saccheggiarono i le chiese distruggendo tut-to ciò che contenevano. A seguito di questi eventi, il burrascoso clima sociale costrinse alla sospensione delle processioni, an-che se nel 1935 alcune confraternite, poi chiamate “dei corag-giosi”, sfilarono in piazza rischiando il piccolo patrimonio che erano riuscite a mettere insieme. Nel 1936, la guerra civile spa-gnola provoca un’altra ondata di cieca violenza antireligiosa, distruggendo quanto si era salvato dal precedente saccheggio. Alla fine della guerra i vincitori trasformano le processioni in una rivalsa sui nemici della fede cattolica, dandogli sfarzo ed aumentando la presenza di forze militari nelle manifestazioni. Da questo momento crescono le dimensioni dei troni, anche per evidenziare il desiderio di vittoria della fede cattolica sul bru-tale ateismo repubblicano e vengono introdotti nuovi elementi, che purtroppo stanno scomparendo, come i tinglaos, agili strut-ture metalliche per proteggere i troni in caso di maltempo. Ed arriviamo ai giorni nostri, in cui ormai coesistono due forme di vita e di interpretazione della Settimana Santa. Insieme con la scuola di pensiero sviluppata nel periodo post-bellico, fatta di troni enormi, sontuosità e di lusso, verso la fine degli anni ‘70 cominciarono ad apparire le nuove confraternite, fatte di spirito penitenziale e di una maggiore austerità nel suo rito. Il sacro si unisce armoniosamente al profano. E la “Semana Santa” di-venta anche un potente motivo per visitare Malaga, segnando clamorosamente l’inizio della primavera.

Maria Annunzia Lungarini

LA PASQUA IN SPAGNA - LE LORO TRADIZIONI

Page 15: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 1522/2009

La “Semana Santa de Mála-ga”, ossìa la Settimana Santa di Malaga, è un’antica tradi-zione che risale all’epoca dei Re Cattolici. Per tutto il perio-do la città di Malaga, capitale della Costa del Sol, coniuga perfettamente la modernità con la più resistente tradizio-ne, rappresentata appunto dal-la Settimana Santa, esuberante e suggestiva manifestazione religiosa, a metà fra la devo-zione, la liturgia e lo spettaco-lo culturale. Dal 1965 è stata dichiarata avvenimento di In-teresse Turistico Internaziona-le. Per assistervi la gente vie-ne da ogni parte del mondo. Il gusto per l’arte barocca delle 41 Confraternite dette Cofra-dias e Hermandades - poten-ti associazioni religiose che organizzano e danno vita alla manifestazione - e la grande quantità di materiale proces-sionale, costituiscono da seco-li il trionfo di un’arte da strada ridondante di pregiati orpelli e luminarie, piena di colore e di traboccante maestosità. Prota-gonisti della celebrazione sono i troni, immense e pesantissi-me macchine religiose porta-te a spalla dai membri delle rispettive confraternite, sulle quali troneggiano statue di impressionante impatto emo-zionale raffiguranti il Cristo o la Madonna, oppure scene della Passione di Gesù. Sono impalcature complesse, strut-ture di legno e metallo, nelle quali abbondano - ogni anno di più, quasi come una gara fra le confraternite - ricche lumi-narie d’argento, alimentate a gas o a batteria, pregiati broc-cati, raffinati tessuti, ricamati in oro e migliaia di candele. Il loro peso può raggiungere di-verse tonnellate e per portarle in processione, attraversan-do miracolosamente itinerari fatti anche di stretti vicoli e piazzette, sono necessari fino a 280 portatori. Tutti muoven-dosi in perfetto sincronismo, l’uno attaccato all’altro come

NON C’È SEMANA SANTA SENZA “PREGON OFICIAL”Come per altre cerimonie, anche la Semana Santa viene inaugurata col di-scorso (pregón) di un “pregonero” o di una “pregonera”, personaggi illustri che esprimono publicamente i propri sentimenti per l’evento che sta per ini-ziare. Quest’anno il Pregón Oficial della Semana Santa di Malaga 2009 è sta-to pronunciato dalla professoressa Ana Maria Flores Guerrero, alla presenza del sindaco Francisco de la Torre e del Vescovo Don Jesús Catalá. È interve-nuta la Banda de Música de la Archicofradía de la Expiración. Come vuole la tradizione, Ana Maria Flores Guerrero è stata presentata dal “pregonero” uscente del 2008, il giornalista Francisco García Muñoz.

LA “SEMANA SANTA” DI MALAGA

un corpo unico per distribuire uniformemente il peso del tro-no. Un errore può essere fatale. Nel loro incedere con il cosid-detto “passo marinaro”, tipico delle processioni di Malaga, imprimono alla macchina un andamento ondeggiante che fa muovere le vesti e drappeg-gi delle statue dandogli una impressionante sensazione di vita. Ogni trono è accompa-gnato da una serie di lugubri incappucciati chiamati naza-renos - penitenti che sorreg-gono una enorme candela ac-cesa - e quasi sempre, a meno che non si tratti di processioni silenziose, da una banda mu-sicale che ne marca solenne-mente il passo. Su tutto spicca la figura de Capataz, il quale comanda e sincronizza i movi-menti del portatori picchian-do in modo convenzionale su una campanella posta davanti al trono. A partire dalle prime ore della sera i cortei lascia-no lentamente i loro quartieri e si incrociano senza intral-ciarsi per le strade del centro, riempiendo l’aria di suoni e di inequivocabili effluvi. Per sette giorni a Malaga la festa è percepibile attraverso i cin-que sensi, snodandosi lungo un percorso fiancheggiato da una folla, immensa, festosa e

T U T T E L E C O N F R AT E R N I T E D I M A L A G APollinica, Lágrimas (Fusionadas), Huerto, Dulce Nombre, Salutación, Salud, Prendimiento, Humildad, Crucifixión, Columna, Dolores del Puente, Pasión, Estudiantes, Cautivo, Penas, Nueva Esperanza, Humillación, Rescate, Sentencia, Rocío, Salesianos, Fusionadas, Paloma, Rico, Sangre, Expiración, Santa Cruz, Cena, Viñeros, Mena, Misericordia, Zamarrilla, Esperanza, Dolores de San Juan, Descendimiento, Monte Calvario, Santo Traslado, Amor, Piedad, Sepulcro, Resucitado

plaudente allo stesso tempo. L’odore della cera, del fumo e dell’incenso satura l’aria rendendola densa e palpabi-le, alternandosi al profumo del biancospino e delle rose che decorano generosamente i troni. Ondate di calore gal-leggiano a mezz’aria, alimen-tate dalle migliaia di candele che gocciolano sull’asfalto lasciandovi uno strato di cera che per molti giorni farà stri-dere le gomme delle macchine. La liturgia religiosa si mesco-la senza contrasti al rituale pa-gano esaltandone la spettaco-larità. Di tanto in tanto, sem-pre su comando del Capataz, le processioni si fermano per accogliere in silenzio gli canti lamenti delle saetas. A Mala-ga, la Settimana Santa è molto diversa da quella celebrata in altri luoghi andalusi o spagno-li. Chi vi assiste per la prima volta ne rimane affascinato e sorpreso, perché non è vissuta con la meditazione e il silen-zio, ma è piena di felicità, di rumore, di allegria, di canti, di grida e di spontanei applausi. Con una religiosità viscerale, quasi confidenziale, al limite dell’irriverente, per esprime-re il proprio amore la gente si rivolge alla Vergine gridan-dole “Guapa!”, cioè bella. Per un andaluso è il massimo del complimento. Una delle tra-dizioni più suggestive, che si ripete ogni anno, è quella del-la liberazione di un recluso, prelevato a sorte dalla prigio-ne di Malaga, il quale viene graziato pubblicamente dopo essere sfilato incappucciato davanti al trono che rappre-senta la cattura di Gesù. Unica condizione, che non sia stato condannato per omicidio.

Come vuole una antica tradizione di Málaga, anche quest’anno la Cofradía de Nuestro Padre Jesús El Rico ha fatto liberare un carcerato dal penitenziario di Alhaurín de la Torre. Si tratta del muratore Manuel F.G., di 26 anni, célibe, condannato a sette anni di reclusione per lesioni. Ne aveva scontati solo due. Come regola, la liberazione del prigioniero avviene dopo averlo fatto sfilare incappucciato in testa alla processione.

Ancora oggi il Consiglio dei Ministri mantiene viva una tradizione voluta da Carlos III e collegata ad un’epidemia di peste che nel 1759 colpì gravemente Malaga, provocando molti morti e causando la sospensione delle processioni di Settimana Santa. Nessuno osava più uscire in strada per paura del contagio. Fu allora che i carcerati di Malaga chiesero al giudice il permesso di essere loro, a portare in processione l’immagine della quale si dichiaravano devoti. Il permesso gli venne negato. Allora scapparono dalla prigione e portarono a spalle il sacro trono per le strade della città con una lunga processione. Quando rientrarono volontariamente in cella, la mortale epidemia cessò di colpo. Questo miracolo impressionò Carlos III, il quale concesse questo privilegio, poi ratificato dal Re Juan Carlos I nel 1976. Quest’anno, oltre all’indulto a Manuel il Consiglio dei Ministri ha approvato anche la grazia parziale ad una reclusa, richiesta della Cofradía del Amor, la Caridad y San Juan Evangelista di Marbella.

La Legione sfila in “Semana Santa” con il Santo Patrono: “Cristo de la Buena Muerte”

LA PASQUA IN SPAGNA - LE LORO TRADIZIONIa cura di Alessandra Selvelli

Page 16: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 16 22/2009

TUTTE LE CONFRATERNITE DI SIVIGLIAAmargura, Carmen Doloroso, Cautivo de San Ildelfonso, Corpus Christi, Cristo de Burgos, Cristo de la Corona, Dulce Nombre, El Amor, El Baratillo, El Buen Fin, El Calvario, El Carmen Doloroso, El Cerro, El Museo, El Sol, El Valle, Especiales, Esperanza de Triana, Extraordinarias, Glorias, Gran Poder, Jesus Despojado, La Candelaria, La Carreteria, La Cena, La Estrella, La Exaltación, La Hiniesta, La Lanzada, La Macarena, La Milagrosa, La Mortaja, La O, La Paz, La Quinta Angustia, La Redención, La Resurreccion, La Sed, La Trinidad, Las Aguas, Las Cigarreras, Las Penas de San Vicente, Las Siete Palabras, Los Estudiantes, Los Gitanos, Los Javieres, Los Negritos, Los Panaderos, Los Servitas, Montesión, Montserrat, Otros lugares, Pasión, Pino Montano, Redención, San Benito, San Bernardo, San Esteban, San Gonzalo, San Isidoro, San Pablo, San Roque, Santa Cruz, Santa Genoveva, Santa Marta, Santo Angel, Santo Entierro, Semana Santa 2008, Soledad San Buenaventura, Soledad San Lorenzo, Varios, Vera-CruzLa Semana Santa di Siviglia, è

il più importante avvenimento della tradizione religiosa e fol-cloristica che si tiene nella città spagnola e precede di qualche settimana l’altro grande appun-tamento della vita sivigliana: la Fiera di Aprile. Assieme a quella di Malaga, è una delle più impor-tanti dell’intero panorama mon-diale. Grazie alla Settimana San-ta, Siviglia appartiene alle poche città spagnole in cui sopravvive l’artigianato: intagliatori, pitto-ri di statue di santi, ricamatori, argentieri, orafi, che all’ombra della cattedrale fanno lo stesso lavoro dignitoso come nel XVI e XVII secolo. Come in tutte le città della Spagna, ma certamen-te con un volume di lavoro no-tevole per la quantità di proces-sioni in programma, a Siviglia la Settimana Santa viene vissuta durante tutto l’anno, le confra-ternite lavorano giorno per gior-no attraverso quelli che vengono definiti i tre pilastri fondamentali del loro statuto: Formazione, Culto e Carità. Sono molteplici anche le opere assistenziali che le confraternite portano avanti in città ed in provincia. I riti della passione, insomma, rappresenta-

LA “SEMANA SANTA” DI SIVIGLIA

no solo il culmine delle attività che però, sebbene non visibili dal di fuori dell’ambiente, si pro-traggono per tutto l’anno, anche se i rituali veri e propri delle pro-cessioni sono i soli effettuati in ambiente esterno. Per disciplina-re le attività religiose e sociali di questi sodalizi, esiste un Consi-glio Generale delle Fratellanze e delle Confraternite, i cui membri sono eletti ogni quattro anni dai Confratelli Anziani delle distinte Fratellanze. Fra i suoi compiti ovviamente c’è anche quello di organizzare la Settimana Santa tramite accordi con le autorità pubbliche. A Siviglia la scarsità delle liturgie dopo il Concilio Va-ticano Secondo non ha nemme-no scalfito la confraternita della Settimana Santa. Duramente e con successo si sono battuti per difendere la loro identità baroc-ca e cittadina (che poi è una cosa sola), a cui sono rimasti fedeli sin dalla Controriforma. In fondo la “Settimana Santa” sfocia in una gigantesca festa della mamma, e per i Sivigliani è del tutto in-differente se Gesù sia il Figlio di Dio o dell’imperatore della Cina. L’importante è che si tratti del figlio della donna, della madre dolorosa, che lo segue lungo la Via Crucis con il volto rigato di lacrime. I gruppi di statue ven-gono portati avanti e indietro giorno e notte dalle parrocchie alla cattedrale dai “Nazarenos”, “Penitentes” e “Costaleros”; i quartieri riuniscono la gente locale, quello di Triana in par-ticolare diviene centro cerimo-niale della popolazione, con cerimonie sfarzose e una reto-rica teatrale, con tribune e ghir-lande, bandiere e croci; le scene vengono rappresentate come una costosa festa dei sensi, un percorso che può richiedere an-che 8 ore, con un peso per ogni portatore di 50-100 chili. Le li-

ste di attesa per essere accettati in una delle Confraternite della Settimana Santa sono lunghe, e spesso si avanza molto lenta-mente o addirittura per niente. Per l’abitante di Siviglia è una questione d’onore diventare un “capillita”, un membro di que-ste confraternite. Un “capillita” non si riconosce subito solo per-ché ha la sua Señora al braccio con la “mantilla”, ma soprattut-to per l’abito tipico: camicia di un bianco splendente, cravatta, doppiopetto blu marino, pos-sibilmente con bottoni dorati, pantaloni grigi marengo, scarpe lucide e capelli impomatati. Ap-partiene ad una specie particola-re che si trova solo in Andalusia, la terra della Santissima Maria. Oltre al vestito, l’anello alla cra-vatta e il distintivo sul revers il “capillita” si contraddistingue per le sue abitudini profonda-mente radicate. Tutto l’anno parla della “Settimana Santa” che, come tutti sanno, è la più grande del mondo. Vive per la sua confraternita, alla quale de-dica più tempo che alla famiglia. Si accompagna con i suoi pari e versa calde lacrime quando la mattina presto, per l’esattezza alle 2,45, vede passare la Ver-gine sul Calle Feria, che piange non solo Suo Figlio, ma ogni toro ucciso, oppure quando sen-te i canti di lamento vibrati, fer-vidi, quasi aggressivi, le saetas. O ancora quando alle 5 in punto in via Castellar con un “pss!” fa tacere uno straniero perché non gli fa sentire il paso racheado, il passo strascicato del portatore della confraternita El Gran Po-der con le sue scarpe di canapa. Il “capillita” è il cardine di que-sta tradizione. Forse questa città è rimasta così perché lui la tratta come se fosse una sua proprietà privata. Per quanto ci si sforzi di imitare Siviglia non ci si riesce.

LA PASQUA IN SPAGNA - LE LORO TRADIZIONI

Page 17: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 1722/2009

CALENDARIO DEI VENERDISANTO FINO ALL’ANNO 2018Semana Santa 2009 il Venerdì Santo cade il 10 aprile - Semana Santa 2010 il Venerdì Santo cade il 2 aprile - Semana Santa 2011 il Venerdì Santo cade il 22 aprile - Semana Santa 2012 il Venerdì Santo cade il 6 aprile - Semana Santa 2013 il Venerdì Santo cade il 29 marzo - Semana Santa 2014 il Venerdì Santo cade il 18 aprile - Semana Santa 2015 il Venerdì Santo cade il 3 aprile - Semana Santa 2016 il Venerdì Santo cade il 25 marzo - Semana Santa 2017 il Venerdì Santo cade il 14 aprile - Semana Santa 2018 il Venerdì Santo cade il 30 marzo.

C’è chi dice che vedere come una Confraternita scende in strada è già un’arte di per sé. Ed è vero. Molti infatti sono gli elementi ar-tistici concentrati nelle processioni della Settimana Santa. Si tratta di pregiati dettagli, vere opere d’arte, preziosi reperti di antica arte orafa e prodotti della più raffinata scuola del ricamo che, a volte, a causa del loro carattere artigianale, vengono sottovalutati. Vediamo i principali.

L’ARTE SCULTOREADal punto di vista scultorio, la città di Malaga, dopo la Riconquista di Re Cattolici, dipendeva dalla vicina città di Granada. Solo la figura dello scultore Pedro de Mena y Medrano (1628 - 1688) basterà per soddisfare con le sue opere tutto il suo secolo e il successivo. L’artista, originario di Granada, giunse a Malaga per realiz-zare le sedie del coro della cattedra-le di Malaga e si stabilì in città fino alla fine dei suoi giorni, realizzando un gran numero di opere religiose, alcune delle quali di fondamentale importanza, come il celebre Cristo de la Buena Muerte , purtroppo scomparso nel 1931, la cui qualità era tale che, ancora oggi, il popolo

La “Saeta” e un canto religioso spagnolo di venerazione, un lamento tragico risalente molti secoli addietro, generalmente improvvisato e senza accompagnamento, eseguito nelle processioni della Settimana Santa. Ha origine nel folclore andaluso. Si tratta di una melodia di esecuzione libera, piena di lirismo, di influenza araba. Attinge allo stile del cante jondo proprio della tradizione musicale del flamenco. Il testo è composto di vari versi ottonari e ha sempre un significato religioso che allude ai fatti e personaggi della Passione. Si canta in onore delle immagini sacre dei troni che sfilano in processione durante la Settimana Santa. La Saeta antigua probabilmente sorse dalla recitazione di salmi sotto l’influenza della musica liturgica. La Saeta è meglio conosciuta per il suo risvolto doloroso e luttuoso durante la Settimana Santa, quando dalla tradizione cattolica il canto è eseguito durante le processioni da religiosi confraternite che vanno per le strade di città e villaggi nel sud della Spagna. Possedendo una intensità emozionale nei lamenti, e pregnanza drammatica, la Saeta è cantata dal saetero o da una saetera, spesso da un balcone, e può essere indirizzata alla statua di Gesù sottostante, nella sua agonia lungo la Via Dolorosa, o a quella della sofferente madre Maria. L’immediata commovente risposta della Saeta, spesso di intensa contrizione, può essere la ragione del suo nome, poiché la parola saeta in spagnolo significa “freccia o freccetta” , o anche “germoglio di vite” o “lancetta di orologio” o “ago magnetico”. La Saeta è diventata un frutto artistico emozionante di molte culture. I Gitani di Spagna si sentono identificati con gli episodi della Passione e considerano Gesú come un fratello caduto in disgrazia, che soffre persecuzione e morte. In conclusione, la Saeta costituisce la sintesi antropologica dell’andaluso, fatta di profondità, plasticità, signoria e dolore metafisico, ma incoronata a santità. A Malaga e Siviglia si dice che gli Andalusi possono, anzi devono parlare a Dio durante la Settimana Santa, e loro lo fanno anche cantando la Saeta.

Albacete, José Manuel Martínez Martínez, Presidente de AJUSA - Alicante, Francisco Grau Vegara, Director de la Unidad de Música de la Guardia Real - Almería, Adolfo González Montes, Obispo de la Diócesis - Ávila, Antonio Cañizares, Cardenal primado de España y arzobispo de Toledo - Badajoz, José María Gil Tamayo, Canónigo y director del secretariado de la Comisión Social de la Conferencia Episcopal - Barcelona, Josep Joan Badia Ardanuy, Monje de Montserrat y exconsiliario de la Hermandad del Rocío de Barcelona - Bilbao, Joaquín Caparros, Entrenador del Athletic de Bilbao - Burgos, Miguel Ángel Velasco Puente, Director del semanario de información católica “Alfa y Omega” - Cáceres, Ceferino Martín Calbarro, Vicario general de la Diócesis - Cádiz, Antonio Bustos Rodríguez, Director de Temas Sevillanos - Castellón de la Plana, [...], [...] - Ceuta, Pedro Mariscal Rojas, Hermano Mayor de la Cofradía de la Encrucijada - Ciudad Real, Juan Luis Huertas, [...] - Córdoba, Inmaculada Luque, [...] - Cuenca, Javier Caruda, Presidente de la Junta de Cofradías entre 2001 y 2006 - Gerona, [...], [...] - Granada, José Manuel Rodríguez Viedma, Poeta - Guadalajara, Julián del Olmo, Sacerdote y periodista

director del programa de La 2 “Pueblo de Dios” - Huelva, Esther Bazán Gasch, Periodista - Huesca, Manuel Malo, Prior honorario de la Cofradía de la Vera Cruz - Jaén, Pío Aguirre Zamorano, Presidente de la Audiencia Provincial de Jaén - La Coruña, [...], [...] - Las Palmas de Gran Canaria, Juan Andrés Melián García, Miembro de la ejecutiva insular del PP y presidente de la Mesa Nacional de Turismo - León, Máximo Cayón Diéguez, Poeta - Lérida, Antonio Varo Pineda, Cofrade cordobés colaborador con diversos medios y pregonero de la Semana Santa de Córdoba en 1986 - Logroño, José Luis Moreno Martínez, Vicario general de la Diócesis - Lugo, Marta Rivera de la Cruz, Escritora - Madrid, José María Álvarez del Manzano y López del Hierro, Alcalde de Madrid de 1991 a 2003 y presidente de IFEMA - Málaga, Francisco García Muñoz, Periodista gerente de Punto Radio en Málaga - Melilla, Blas Jesús Imbroda Ortiz, Decado del Colegio de Abogados - Murcia, María José Díaz García, Periodista - Oviedo, Juan Antonio Martínez Camino, Obispo auxiliar de Madrid y secretario general de la Conferencia Episcopal - Orense, [...], [...] - Palma de Mallorca, Felipe Munar i Munar, Historiador, filólogo

PREGONEROS 2008 DEI CAPOLUOGHI SPAGNOLI y articulista - Pamplona, [...], [...] - Palencia, Mariano Valero, Periodista director del diario “Palencia Siete” - Pontevedra, [...], [...] - Salamanca, Florentino Gutiérrez, Vicario general de la Diócesis - San Sebastián, [...], [...] - Santander, Vicente Jiménez Zamora, Obispo de la Diócesis - Santa Cruz de Tenerife, Damián Iaguacen Borau, Obispo emérito de la Diócesis - Segovia, Ángel Rubio Castro, Obispo de la Diócesis - Sevilla, Antonio Burgos, Escritor y columnistas de ABC - Soria, Francisco Parra Palacios, Periodista - Tarragona, Rosa María Virolés, Magistrada del Tribunal Supremo - Teruel, Jesús Sanz Montes, Obispo de la Diócesis de Huesca y Jaca - Toledo, Fernando Aranda Alonso, Terciario Franciscano y miembro de la Cofradía Internacional de Investigadores - Valencia, Francisco Arnau, Consejero de Trabajo y Asuntos Sociales de España en Ginebra ante la Organización Internacional del Trabajo(OIT) - Valladolid, Antonio Pelayo, Periodista y sacerdote correspondal de Antena 3 en la Ciudad del Vaticano - Vitoria, Alberto González de Langarica, Sacerdote y doctor en Teología - Zamora, Ricardo Gómez Jambrina “Cario”, Profesor - Zaragoza, Manuel Ureña, Arzobispo de la Diócesis

LE TRE “PREZIOSITÀ” DELLE PROCESSIONI SPAGNOLEmalaghegno chiama la statua attuale (magnifica scultura di Palma Bur-gos) “il Cristo di Mena”. Il Venerdì Santo la statua viene solennemente portata a spalla dai “legionari”, di cui è Santo Patrono.

L’OREFICERIAI troni sono ora opere di orefice-ria minuziosa. L’arte di lavorare l’oro, l’argento e altri materiali preziosi è un elemento tipico del-la Settimana Santa. Dai gioielli delle stesse Immagini fino ai troni su cui sfilano in processione, pas-sando dagli oggetti che indossano alcuni penitenti in processione, sempre vi è un qualcosa di me-tallico con decorazione barocca. Nelle Vergini e nei loro troni l’ar-te dell’oreficeria mostra il massi-mo splendore, sia nei gioielli che decorano le Immagini - corone, pugnali, rosari - sia sul trono in generale - fori, candele, pedana. Utilità e decorazione si unisco-no. Tutti questi elementi sono in metallo, in particolare alpacca, oppure argento color argento o placcato oro. I nazzareni devono indossare un elemento metallico, come il bastone intarsiato.

PREZIOSI RICAMII ricami più caratteristici e finemen-te elaborati si trovano sui manti che possono raggiungere gli 8 metri di lunghezza e 5 di larghezza. Questa lavorazione, conosciuta in Andalu-sia da vari secoli, si è evoluta note-volmente nel tempo. Dagli antichi maestri ricamatori ai conventi di monache che si sono occupate dei ricami fino alla seconda metà del se-colo, fino ad arrivare agli atelier pro-fessionali di oggi. All’interno delle confraternite, il ricamo svolge senza dubbio un ruolo decisivo, visto che sia i maestri più veterani sia i giova-ni professionisti del mestiere hanno raggiunto un ottimo livello profes-sionale. Il che fa sì che questo tipo di arte possa evolversi e far crescere il numero e la qualità delle Confrater-nite giorno dopo giorno.

LA “SAETA”, ANTICO LAMENTO DI DISPERATA VENERAZIONE

LA PASQUA IN SPAGNA - LE LORO TRADIZIONIa cura di Maria Giulia Nuti

Page 18: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Cassetti tandemboxSponde acciaio inossidabi-le, retro metallo verniciato a estrazione totale. Estrazione totale 30 kg. Movimento silen-zioso, oltre 60.000 cicli di aper-tura/chiusura con richiamo au-

tomatico negli ultimi 4 cm.

StrutturaLa struttura dei pannelli è realizzata con particelle di legno nobilitato IDRO-REPELLENTE CLASSE E1 (materiale atossico con bas-so contenuto di formaldeide

sp. 18 mm.)

Fondo lavelloIl fondo base lavello é do-tato di un coprifondo in al-luminio anodizzato, che protegge il fondo dalla con-densa del sifone, perdite d’acqua e dalla corrosione

dei detersivi.

ZoccoliSono in materiale plastico rivestito in carte melamini-che o alluminio con guar-nizione in gomma per una perfetta aderenza al pavi-mento

AttaccaglieI pensili sono dotati di at-tacchi a parete regolabi-li dall’interno del mobile in due direzioni con copertura cromata.

RipianiCon pannello sp. 1,8 come la struttura stondato sul lato davanti. Dotati di bloccaggio normativa europea.

CerniereIn acciaio con riporto galva-nico di rame e nichel, dotate di tre regolazioni. Oltre 120.000 cicli di apertura/chiusura, apertura 110º di serie e 180º per una maggiore praticitá:

innesto rapido con clips.

Vuoto sanitarioTutte le basi e le colonne hanno lo schienale rientrato di cm.5 per facilitare il pas-saggio di tubi, cavi, ecc.

LA NOSTRA FILOSOFIAMassima disponibilitá con incontro preliminare, nell’orario a voi più

comodo, nella nostra esposizione o a casa vostra.

Studio e progettazione personalizzato nei minimi dettagli rispettando e ricercando i nostri tre valori per noi fondamentali quali qualità,

funzionalità e design.

Proposte sempre aggiornate alle ultime tendenze e ai nuovi materiali del made in italy.

Montaggio diretto dei nostri prodotti al fine di seguire la cura dei particolari, dei minimi dettagli in ogni aspetto dell’assemblaggio e finitura.

Trasporto montaggio e sgombero imballaggi incluso nel prezzo ed effettuato dal nostro personale specializzato.

Assistenza qualificata come solo chi ha realizzato riesce a dare.

Servizio di post vendita rapido ed efficace, non abbandonare i nostri clienti è la nostra migliore pubblicità.

Ritiro e smaltimento della vostra vecchia cucina.

Page 19: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

le interviste, i personaggi,la storia e le città

Lunedi 06 aprile9,30 Inizio programmi (Inno di Mameli) - 9,45 Parlando di Siena - 11,30 Intervista Gruppo Guarnieri su Accor-do Daihatsu - 13,30 Storia di Palma de Mayorca - 15,00 Intervista a Francesca Taino, di Aquabag - 17,00 Inter-vista professor Michele Carruba - 19,00 12 Ottobre Dia de la Hispanidad - 21,00 Intervista On.Marcello Sera, per una Libera Scuola - 22,00 Intervista Raffaella Re-sca Dirigente del Comites di Madrid - 23,00 Notiziario - 24,00 Fine programmi (Inno di Mameli)

Martedì 07 aprile9,30 Inizio programmi (Inno di Mameli) - 9,45 Intervista Mauro Rivoltella Presidente Harley Davidson Club Ita-lia - 11,30 Associazione Consulenti Politici - 13,30 Noti-zie Costa del Sol - 15,00 Intervista Elsa Ricchi Azienda Agricola Casale del Giglio - 17,00 Intervista Daniela Ciarlantini Assessora Cultura Comune Ladispoli - 19,00 Intervista al picolo violinista Carlo Allegri - 21,00 Simo-ne Airoldi: quando giocai con Maradona - 22,00 Incon-tro con la scrittrice Curri Valenzuela - 23,00 Notiziario - 24,00 Fine programmi (Inno di Mameli)

Mercoledì 08 aprile9,30 Inizio programmi (Inno di Mameli) - 9,45 Intervista Ambasciatore Moreno, Commissario Governativo Expo 2008 - 11,30 Intervista Dr.Salvatore Iannuzzi (Sindaco Valle dell’Angelo) - 15,00 Intervista con l’On.Claudio Scajola, Ministro dell’Economia - 17,00 La storia del Chupa Chus - 19,00 Anna Botella ama l’Italia - 21,00 Juancho Asenjo, giornalista spagnolo e ambasciatore dei vini italiani - 22,00 La notte di San Giovanni - 23,00 Notiziario - 24,00 Fine programmi (Inno di Mameli)

Giovedì 09 aprile9,30 Inizio programmi (Inno di Mameli) - 9,45 Piazza del Campo - 11,30 Incontro con Almerino Furlan, Pre-sidente del Comites di Madrid - 13,00 Intervista a Giu-seppina Vescovile, Ristorante La Luna, Cala de Mijas - 15,00 Intervista con Paolo Antonini, Direttore Com-merciale Vinicola Pitti - 17,00 La Moschea di Cordoba - 19,00 Notizie Costa del Sol - 21,00 Storia del Cuerpo de Policia Nacional - 22,00 Valencia, città forte - 23,00 Notiziario - 24,00 Fine programmi (Inno di Mameli)

Venerdì 10 aprile9,30 Inizio programmi (Inno di Mameli) - 9,45 Intervi-sta a Santiago Dominguez: una importante Marisqueria - 11,30 Almeria - 13,00 Intervista con Marta Viuncen-zi, sindaco di Genova - 15,00 Incontro con Nicoletta Negrini, i prodotti italiani fra storia e qualità - 17,00 Intervista con Dario Romito, industrale italiano in Asturia - 19,00 Due Giugno, storia del Tricolore - 21,00 Intervista con l’Avv. Terracciano, Ambasciatore d’Italia a Madrid - 22,00 Madrid - 23,00 Notiziario-- 24,00 Fine programmi (Inno di Mameli)

Sabato 11 aprile9,30 Inizio programmi (Inno di Mameli) - 9,45 Palazzo Pubblico - 11,30 La Lambrusqueria di Valenza - 13,00 Il Palau de la Musica di Barcellona - 15,00 Notizie Co-sta del Sol - 17,00 Studiare all’estero - 19,00 Incontro con Marco Mascherpa, Università Cattolica di Milano - 21,00 I Giganti e i Capoccioni - 22,00 Granada - 23,00 Notiziario - 24,00 Fine programmi (Inno di Mameli)

Domenica 12 aprile9,30 Inizio programmi (Inno di Mameli) - 9,45 La Pa-squa in Italia - 11,30 S.S. Messa di Pasqua - 13,00 Le tradizioni di Pasqua- 15,00 La Semana Santa - 17,00 Calcio femminile - 19,00 Che cos’è la FAES? - 21,00 Elcano, la nave scuola degli ufficiali spagnoli - 22,00 La Rotta del Crimine, di Giulio Rosi - 23,00 Notiziario - 24,00 Fine dei programmi (Inno di Mameli)

lunedì 13 aprile9,30 Inno di Mameli - 9,45 La storia di Siviglia - 11,30 Intervista ad Alvaro Silva, Giocatore del Malaga - 13,00 Intervista a Cristian Gnesi, fantino italiano in Spagna - 15,00 Intervista a Rufino, Direttore Istituto di Cultura - 17,00 Intervista a Carlo De Blasio, Conso-le a Las Palmas - 19,00 Intervista a Genes Melendez, selezionatore Under 17 spagnolo - 21,00 Intervista al Direttore Clinica Buchinger - 22,00 Notiziario Costa del Sol - 23,00 Motori - 24,00 Inno di Mameli

martedì 14 aprile9,30 Inno di Mameli - 9,45 Intervista a Miguel Cortes, campione spagnolo tiro al piattello - 11,30 Intervista a Gianni Suffredini, per la Divella Spagna - 13,00 Inter-vista a Raphael Cohen, Presidente Comunità Ebraica Marbella - 15,00 Intervista Ana Mata, Assessore Ugua-glianza - 17,00 Intervista a Mario Guarnieri - 19,00 Intervista a Roberto Bonardo, Presidente Arbitri sez. Roma - 21,00 Intervista a Ron - 22,00 Intervista al Dott. Aranda, traumatologo USP Marbella - 23,00 Intervista a Lopez, Fundacion Jale - 24,00 Inno di Mameli

MALAGA - MALAGA -MALAGA

In occasione della Semana San-ta, Bruno Filippone presenta nuovi menù della cucina italia-na, per pranzare o cenare in un ambiente “consacrato all’ospi-talità”, come indica il motto dell’impresa creata assieme

a sua moglie Giuseppina nel 1994. Impresa che conta già con cinque ristoranti in Marbella, diventati ormai una sosta abituale per stranieri residenti e di passaggio per la città. Attualmente Da Bruno è uno dei maggiori gruppi di ristorazione della Costa del Sol che, nonostante abbia ampliato il menù a livello internazio-nale, non ha mai abbandonato la cucina italiana come il classico piatto di spaghetti alle vongole veraci che offre ai suoi clienti.

Direttore: Giulio Rosi - Capo Redattore: Paola Pacifici

Grafica e impaginazione: Mauro Piergentili, Maria Giulia Nuti

Il Giornale Italiano de España - Direzione e redazione - +34 647952382/670030227 - [email protected]

Impreso por Corporación de Medios de Andalucia, S.A.D.L.: MA-884-2008

Presso il Club di Tennis “Manolo Santana” di Marbella, si è svol-to il Torneo delle Scuole Sportive Municipali, organizzato per la Fondazione Sportiva Municipale ed aperto a tutte le categorie giovanili. Alla presentazione dell’evento erano presenti, oltre a Manolo Santana, anche l'Assessore municipale allo Sport, An-gel Mora, il responsabile della competizione, Frank Cano, ed il membro dell’Assessorato allo Sport, Alejandro Núñez.

Il presidente del PP di Malaga, Elías Bendodo, si è incontrato col lea-der nazionale dei popolari, Mariano Rajoy, informandolo del la-voro intenso che hanno svolto i membri della direzione provinciale e gli altri incaricati pubblici, durante i suoi primi cento giorni come presidente provinciale. Bendodo ha sottolineato la riunificazione del centrodestra a Benalmádena e l’intenso lavoro svolto nei municipi delle zone interne, dalla quale si spera di ottenere buoni risultati, sia in Europa e sia in Spagna. Inoltre Bendodo ha informato Rajoy sul-la posizione mantenuta dal partito popolare a Malaga, in occasione della trattativa per la fusione tra Unicaja e Caja Castilla la Mancha.

Al CIOMIJASMonografico Di Pasticceria

dove vivono 12 mila ital iani COSTA DEL SOL

MARBELLA - MARBELLA

Frank e Dany, titolari del ristorante “La Trufa negra” di Fuengirola, un riferimento per tutti, con prezzi ragionevoli, un servizio squisito ed alcuni sapori delicati da degustare nel migliore ambiente. La specialità della casa è il tartufo, il diamante della cucina. La base della cucina uti-lizza la tecnica culinaria dell'indimenticabile e raffinato cuoco e scritto-re francese Georges Auguste Escoffer. Dopo essersi trasferiti dal Belgio da circa sei mesi, Frank e Dany, soci ed amici, ma anche maitre e chef, hanno deciso di realizzare un progetto in comune. Felicidades!

FUENGIROLA - FUENGIROLAMIJAS

Il Centro Andaluz de Formación Integral de las Industrias del Ocio, CIOMIJAS – che fa parte del Con-sorzio formato dall’Assessorato all’Impiego della Giunta di Anda-lusia e il Municipio di Mijas, ed è gestito da GDT e MS Hoteles - ha accolto 250 professionisti della Ristorazione e dell'Industria alber-ghiera, che hanno degustato delle vere delizie presentate da Tomás Calderón e José Montero, rispet-tivamente membri della squadra tecnica di Vandemoortele ed Uni-fine. L’evento è stato organizzato da Cohepa e si è svolto nella cucina dimostrazione di CIOMIJAS. I pre-senti hanno assaporato cocktail con semifreddi, come Kir Royal, Cam-pari Orange o Piña Colada, torte di San Felipe, Carioca o Corona di arance e fragole, o le degustazioni salate di Coca di verdure.

Page 20: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 20 22/2009

INVESTIGAZIONI CONSULTORIA DE SEGURIDAD

SPAGNA: Edif. Bic Euronova - P. Tecnológico de Andalucía - Avda. J. L. Peñalver, 21 - 29590 Málaga - Móvil +34 639413898 - Tel. +34 951010500 - Fax: +34 951010527

ITALIA: Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 5 - 10098 Rivoli (TO) - Tel +39 0119533906 - Fax +39 0119516237 - Cell. +39 3270866691

www.sigurconsult.com - [email protected]

Informazioni: proteggi la tua azienda•Controllo Dirigenti, Commerciali, Spionaggio, Frode, Fuga d’informazioni•

Progetti per la prevenzione rischi e la protezione di persone e beni•Litigation Support, servizi di supporto nei contenziosi giudiziari•

Assistenza alle imprese italiane in Spagna ed alle imprese spagnole in Italia•

HOLDING

AIUTIAMOLIUNICREDIT BANCA

IBAN: IT35N0 2008 10800 000 000 403899intestata a Children First onlus

Sede:Children First onlusVia Daniele Manin 7021100 VareseTel: [email protected]

POSTE ITALIANEIBAN: IT58Y 07601 10800 0000 72423569

intestata a Children First onlus

Page 21: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 2122/2009

"Università della Cucina"

apre i suoi"Ristoranti Italiani"

finalmente la vera cucina italiana aMarbella - Puerto Banus - Estepona - Sotogrande

Page 22: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 22 22/2009

LO PUOI TROVARE ANCHE AMADRIDACLIc/Santa Engracia, 147Gioielleria Angeles Fargac/Ortega y Gasset, 55Mangitaliac/Galileo, 73Prodotti Italiani "Vinos Y Conservas"P. Empresarial Alcalá de HenaresHeladeria Riccic/ Huertas, 9Heladeria Riccicentro Comercial C/ Alcalá 414Heladeria Riccic/ Cristo s/n - Villanueva CañadaHeladeria Riccic/ Dr. Ochoa, 8 - CosladaRistorante Per Bacco c/del prado 15 Ristorante Boccon divino c/castelló 81Ristorante Anima e Core c/Donados 2Ristorante Maruzzella c/R. Fernandez V. Nueva Ristorante Pulcinella c/Reguero 8La Cantina Pulcinella c/Reguero 9Ristorante Pummarola Avd. de Europa 17 Pozuelo de Alarcon

Ristorante Rigatoni ctr. B. del Monte MajadahondaRistorante Sicilia in Bocca P. de Yeserias 7Negozio e ristorante Acqua fredda c/Maldonado 15Ristorante Munich Plz. Iglesias 10 San. Sebastian de los ReyesCafeteria Miguelangel Avd. Circ. Loc. 4 - Torrejon de ArdozHotel NH NacionalPaseo del Prado 48Boutique Piel De Toro - Carlos RubioPaseo del Prado 42CORDOBAHeladeria RicciC/ Fuentes Bacanegra,7VALENCIAHeladeria RicciC/ Pintor Maella,32SEVILLARistorante San MarcoC/ Pintor Maella,32Chiosco PrensaParcheggio CentralPlaza ConcordiaDuo Dublos ElementsC/ Amor de Dios 14

MALAGAAsociación Empresarios de Hosteleria C/Marín García 9-4º Restaurante Adolfo Paseo Pablo Picasso, 12Grupo Guarnieri BMW e Mini Av. de Velázquez, 468Café Centrál Plaza Constitución, 11La Bodeguilla del Centrál Pasaje de Chinitas, 1Restaurante Marisqueria Jacinto Av. Obisco H. Oria, 7Restaurante Pizzeria Le Tre Galline Av. de las Amerìcas 9, loc. 22Restaurante El Trillo C/ D. J. Diaz 4Confiteria Pasteleria Anglada Puerta del Mar 3Edicola Aereoporto di MalagaTORREMOLINOSAyuntamiento de Torremolinos Plaza Blas Infante, 1Pizzorante Italiano El Panaro Av. Benyamina, 10Ristorante Pizza Mare Paseo Marítimo s/n (Fte. H. Melia)Restaurante Roma Av. P. del Mallorca, 5Cafeteria Snack Bar Luca Av. P. del Mallorca, s/nGuanteria Costa del Sol San Miguel, 2Pizzeria Bacio di Crema Plza.Unione Europea 13BENALMADENAAyuntamiento de Benalmadena Av. Juan Luis Peralta s/nRestaurante Mar de Alboran Av. Alay, 5 - Puerto MarinaRestaurante El Parador - Pizzeria Av. Juan Luis Peralta, 47Restaurante El Parador II Ctra. de Cadiz Km. 217,5Benalmadena CostaHotel Torrequebrada Benalmadena CostaFUENGIROLAOficina Turismo Av. Jesús Santo ReinPapeleria Marfil C/ San Pancracio s/nPapeleria Iberia Av. Ramón y Cajal, 2

Hotel Las Palmeras C/ Martinez Catena,4 Pizzeria La Campesina Av. Jesús Santo Rein,9Clinica Veterinaria Andalucia C/ Ruiz Vertedor, 3Space Call C/ Capitán, 3 Foto Rámos C/ Jacinto Benavente, 1 Peluquería Sabrina Av. Jesús Santos Rein, 9Ristorante Portofino Paseo Maritimo,29Bar Cafè Kuik Paseo MaritimoPizzería El Corte Paseo Maritimo,27Agencia de Viajes Maxy Paseo maritimo,26Heladeria Verdú Paseo Maritimo,25Pizzería Tricolore Paseo Maritimo,18Pub Bocaccio Paseo Maritimo,15Mia Concetta Pizzería Paseo Maritimo,13La Grotta - Pizzeria Ristorante Paseo Maritimo,12Dolce Vita Ristorante Italiano Paseo Maritimo,10Papeleria Elena Frente al AyuntamientoHostal Italia C/ de la Cruz,1Loteria y Apuestas de Estado Paseo Jesús Santo ReinPizzeria Ristorante O Mammamia C/ de la Cruz, 23Ristorante Adriatico Paseo MaritimoPlanofax Paseo Jesús Santo ReinLa Tahona Av. Jesús Santo ReinSolbank Avda.Clemente Diaz, 4Joyeria Vasco C/ Ramon y Cajal, 2Pizzeria Pueblo Paseo Maritimo, 45Mundo Personalizados 2 C/ España, 31

Heladeria Gelatissimo Paseo Maritimo - Edif. EL YATEHotel Florida C/ Dct. G. GinacheroLibreria Teseo Av. J. G. Juanito 15Casa de la Cultura Av. J. G. JuanitoVideo Myramar av. MiramarMatteo Carfora Pasteleria Italiana Paseo maritimo n 1/ bloque 6 loc.10Restaurante Paganini Ed. Riverina 108 - Paseo MaritimoPeña Nuevas Amistades Av. J.S. ReinBazar Marrakech Av. J. S. ReinCasa Gomez C/ San Pancracio 5Hotel Agur Av. Ramon y CajalEdicola Kositas Av. Ramon y CajalSalon Cauca Av. Ramon y CajalCalzature Verona Av. Ramon y CajalMIJASAyuntamiento de Mijas Plaza de AyuntamientoRestaurante - Asador Caretera de Fuengirola - Mijas km. 4CALA DE MIJASRistorante La Luna Cala de MijasVitania Residencial Boulevard La Cala - Calasol B Loc. 15CALA HONDACentro Medico El Campanario Av. de Espana 6Caffè Pasta e Pizza Mona Lisa Complejo C. LidlMARBELLA Oficina de Turismo Glorieta de la Fontanilla -Paseo Maritimo Rio Real Golf Urbanización Río Real S/NPity Boutique Borse- Articoli di pelle C/ Pedraza, 12 - Casco AntiguoRestaurante Villa Tiberio Carretera 340, Km 178,5Ristorante Oasis Toni Dalli Carretera de Cádiz, Km 176

Restaurante La Barca Paseo MarítimoRestaurante Sol d’Europa Paseo MarítimoRestaurante El Bodegón Paseo Marítimo Pizzeria Mamma Rosa Paseo MarítimoHeladeria "La Valenciana" Av.Duque de Ahumada- Edif.Eden Rock Churreria Chocolateria Ramon Paseo Marítimo Cafetería Carte d’Or Av. Puerta del Mar – Edif.Manila, 6Bar Rocco Paseo Marítimo, 8 Artigiana Gelati Paseo Marítimo Edif. HapimagHeladerias La Jijonenca Paseo Marítimo 7/8Boutique L.Roberto Terrazas Puerto DeportivoHeladeria Fiúl Av. Duque de Ahumada,16Kiosco Arte Terrazas Puerto Deportivo Boutique L.Roberto Edf. Eden Rock - Paseo MarítimoCañas y Tapas C/ Ramón Gómez de la Serna, 4Cervecería Simón C/ Pablo Casals,1 El Abuelo Melquiades C/ Pablo Casals,1Luigi’s Lucky Leprechaun Av. Arias Maldonado s/n Vitamina Lounge – "Da Ciccio" C/ Peral, 15 - Casco Antiguo - MarbellaUSP - Hospitales Av. S. Ochoa,22Gran Marisqueria Santiago Paseo Maritimo,5Ristorante da Pino Av. Gregorio MarañónRistorante da Bruno sul Mare Paseo MaritimoBar Ristorante Catering Italian Kitchen Av. R. Soriano, 45Restaurante La Axarquia Av. Duque de AhumadaBar La Pergola Playa Fontanilla - Av. D. de AhumadaRestaurante & Bar Blue Palm Paseo Maritimo,7

Restaurante El Platanero Paseo Maritimo, 1Churreria - Zumos Naturales Plaza AfricaAreté Restaurante C/ Mediterráneo, 1 - Paseo maritimoRistorante Italiano La Gioconda Paseo Maritimo, 16Ristorante Italiano I Mascalzoni Paseo Maritimo, 10-11Restaurante "La Red"Playa La Fontanilla- Paseo MaritimoRestaurante Italiano "Zafferano"C/ Gloria 11- Casco AntiguoNegozio di Borse FarinaC/ P. Francisco Echamendi, 2- Casco AntiguoBoutique MaristellaC/ Nueva 12- Casco AntiguoChurreria RamonPlaza de los NaranjosBoutique Uomo Spago C. C. Le Village - Ctra de IstanPUERTO BANUSPasta FactoryRestaurante Made in Sardinia Centro Comercial CristamarMomento ItalianoAv. Rotary Internacional Ed. Las Terra-zas de Banus, Local. 34LA CAÑADARistorante La Pappardella Centro Comercial La CañadaSAN PEDRO ALCANTARATenencia de Alcaldia Heladeria Carte d’Or C/ Dependiente, 6ESTEPONABar Gelateria "Il Colosseo" Av. España Cafeteria Cappuccino Imperiale Av. España, 100Pizzeria da Marco C/ Real, 2Pizzeria Di Più C/ MallorcaCentro Pilates & Care Av. España, 28Trattoria Il Pomodoro C/ Real, 78Ristorante Italiano Pizzeria Soleluna Av. España 22Ristorante Capriccio - Maurizio C.C. Mustang Loc. 14

"Il Giornale Italiano de España" distribuito in Spagna e nella Costa del Sol lo trovi a:

Nel 1989 mi trovavo nella splendi-da Malta con Alfio Luca per orga-nizzare un concerto di beneficien-za. Si parlava solo di musica e di artisti famosi, ma anche di artisti strani, mai visti in tv. Ci invitò a cena il fratello del Presidente di Malta, Padre Dionisio Donmin-toff, che stava costruendo il Labo-ratorio della Pace, una struttura per ragazzi bisognosi, domandandoci se fosse possibile devolvergli parte del ricavato. A cena c’era un per-sonaggio strano, parlava di Cuba, di produzione di foglie di tabacco: si presentò con il nome di Joseph Dugall, produttore di spezie. Si offrì di aiutarci per organizzare il concerto e gli dissi di sì. Dugall mi fece chiamare dalla sua segretaria per fissare un appuntamento. La sera dopo ci invitò a cena e pure ad andare a Cuba dal suo amico Vincent Ford, grande musicista. Io non sapevo chi fosse. Ci accol-se fraternamente a Cuba nella sua umile casa, mi sembrava di cono-scerlo da sempre. La stessa sera, in un locale tipico, suonarono fino alle sei del mattino canzoni scritte da Ford... Il giorno dopo mi svegliò

alle tre del pomeriggio il suono di una campana fatta con un proietti-le gigante di rame: A casa mia non si dorme! Svegliati e andiamo a pescare! Con una canna di bambù, fumando sigari fatti da lui, puzzo-lenti come ascelle sudate, mi chie-se il motivo per cui io fossi lì... Era come se fossi caduto da un albero! Spiegai che stavo organizzando un concerto di beneficienza a Malta e lui disse: E’ per me? Risi di gusto, pensando a dove ero andato a fi-nire... Mangiammo una zuppa di granchi giganti e parlando di mu-sica prese dalla tasca un libriccino nero, sgualcito e consunto. Mi diede i numeri di telefono di artisti di fama mondiale!!! Grazie all’im-pegno del Console Joseph Dugall della Sierra Leone ebbe luogo il concerto con oltre 25.000 spettato-ri. Ringrazio l’amico Vincent Ford per la sua grandezza e sensibilità.

Nando Garozzo

Ricordo di un grande amico. Vincent Ford

Lettera inviataci da un nostro lettore di Catania per rendere omaggio ad un suo grande amico

Vincent John Ford, nato a Kingston nel 1940, è stato un compositore e paroliere giamaicano. Divenne famoso quando nel 1975 scrisse la canzone No Woman, No Cry, portata al successo da Bob Marley nel 1975 e poi reincisa tre anni dopo dai Boney M. Tra le altre canzoni scritte da Ford per Marley vi sono Positive vibration, Roots, Rock, Reggae e Crazy baldheads (quest'ul-tima con il testo di Rita Marley), tutte e tre contenute nell'album Rastaman Vibration del 1976. Per Stephen "Ragga" Marley ha scritto Inna di red e Jah bless (entrambi con testi scritti dal secondogenito di Bob e Rita Marley). E' morto il 28 dicembre 2008 per complicazioni da diabete mellito dopo aver subito l'amputazione delle gambe.

Page 23: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22

Pag. 2322/2009

Page 24: Il Giornale Italiano di Spagna n. 22