giuliaviva anno ii n.5 de 10 marzo 2012

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Anno II numero 5 del 10 marzo 2012 GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie A un anno dall’alluvione nessun intervento per le sponde di Salinello e Tordino. E il rischio cresce... articolo a pag. 6

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GiuliaViva anno II n.5 de 10 marzo 2012

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Page 1: GiuliaViva anno II n.5 de 10 marzo 2012

Anno II numero 5 del 10 marzo 2012GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

CHI FERMA LA PIENA ?A un anno dall’alluvione nessun intervento per le sponde di Salinello e Tordino. E il rischio cresce... articolo a pag. 6

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Istantanee giuliesiGiuliaViva anno II n.5 3

Il Tritone non si toccaChiare, fresche, dolci acque

Si avvicina la bella stagione e con essa si moltiplicano le occasioni per piacevoli passeggiate verso il mare. Così davvero in tanti, cittadini e turi-sti, avremo modo di passare davanti al cantiere sequestrato che incombe sul “salotto buono” della città, a ridos-so del palazzo Kursaal, ed in parecchi ci troveremo a riflettere su quanto è importante che le decisioni am-ministrative vengano assunte con responsabilità e nel rispetto delle re-gole; diversamente gli effetti negativi restano, permanenti, sotto gli occhi di tutti. Ma la battaglia per la tutela del bene comune Kursaal è ancora aperta ed è una battaglia per il buon governo e per l’affermazione di un turismo di qualità! Intanto ci sono sviluppi in uno dei filoni giudiziari aperti sul caso. Ricordate? Secondo il Comune a presentare irregolarità sa-rebbe stato il condominio Tritone (l’e-

dificio che si trova a nord del cantiere sequestrato) sollecitamente raggiun-to da una ordinanza comunale di de-molizione e ripristino dello stato dei luoghi. Naturalmente i condomini del Tritone hanno proposto ricorso davanti al TAR per l’Abruzzo contro il Comune di Giulianova ed il TAR, il giorno 20.02.2012, in una udienza che ha visto contrapposti da un lato i ricorrenti e dall’altro il Comune e la Gavioli Arte srl, ha accolto la doman-da cautelare del Tritone ed ha sospe-so il provvedimento di demolizione, rinviando per trattare il merito della vicenda al febbraio 2013.

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Con l’accattivante nome di Giulia-nova acque libere, il progetto ideato dall’assessore Forcellese, avrebbe dovuto punteggiare la città di distri-butori automatici (e soprattutto gra-tuiti), di acqua proveniente dall’ac-quedotto del Ruzzo, addirittura con la possibile scelta fra liscia, gassata e refrigerata. A beneficiarne non solo le gole assetate, ma soprattutto le ta-sche delle famiglie giuliesi, sollevate da una spesa per le acque minerali commerciali stimabile (parole del sindaco) in 200-250 euro annui per ciascun nucleo. L’annuncio risale agli inizi di aprile 2010, le prime critiche alla mancata comparsa dei distribu-tori miracolosi al successivo mese di agosto. A quelle critiche l’assessore Forcellese rispose piccato che non solo il progetto andava avanti, ma che la Ruzzo Reti, entusiasta dell’idea, intendeva estenderla all’intera pro-vincia, con conseguente dilatazione dei tempi di realizzazione. “Indubbia-mente mi sarebbe piaciuto dare a giu-liesi e turisti, per questa estate (2010, ndr), il punto acqua” citiamo testual-mente “Ma visto che il progetto ha as-sunto una valenza ancora più ampia, è accettabile aspettare un po’ di più”. All’avvicinarsi di una nuova estate (la terza), è davvero troppo chiedere quanto?

Una visita per verificare di persona lo stato della ormai dismessa discarica di Grasciano e del polo tecnologico del Cirsu, inattivo da anni e ormai ri-dotto a cimitero di macchinari inuti-lizzati e deposito di pattume. A farne richiesta, lo scorso 25 febbraio, 10 consiglieri di minoranza dei Comuni soci (per Giulianova, Franco Arbo-retti de “Il Cittadino Governante per cambiare” e Gianfranco Francioni di “Progresso Giuliese”), intenzionati a sciogliere i dubbi sulla presenza di rifiuti pericolosi e sul rischio “sversa-menti” di sostanze, anche tossiche,

I consiglieri a Grascianoin prossimità delle falde acquifere. Riusciranno a sollevare almeno uno dei tanti veli che avvolgono da tem-po il Consorzio e la sua gestione?

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Fatti ... 4 GiuliaViva anno II n.5

“La libertà è partecipazione” di Andrea Palandrani

l’intitolazione di una via o di una piaz-za. Non appare corretto, invece, inter-pellare i cittadini per chiedere quali beni comuni vendere, dopo aver ag-gravato una crisi finanziaria che avrà anche cause sovracomunali, ma che altresì deriva da spese eccessive ed inspiegabili mancati introiti e quindi da una irresponsabile gestione del bilancio pubblico. L’amministrazione che ha deciso a priori di procedere alla vendita di alcuni beni, ora vor-rebbe interpellare la cittadinanza per chiedere in quale ordine venderli.Il Sindaco Mastromauro e l’assessore Forcellese in primis (ma si presume in accordo con tutti gli altri assessori, i consiglieri di maggioranza e le forze politiche in giunta: Pd, Sel, Idv, Udc), prendendo a pretesto il rispetto del patto di stabilità, chiedono una legit-timazione per continuare a spendere al di sopra delle proprie possibilità,

La primaria forma di partecipazione in un sistema democratico è il voto che, a livello locale, determina la formazio-ne del Consiglio comunale, principa-le organo di decisione, di controllo e di confronto. Ogni ulteriore forma di partecipazione attiva e consapevo-le, nella misura in cui consolida quello che è un diritto, è salutata con favore da ogni forza politica e democratica, per cui nulla da eccepire sullo stru-mento del sondaggio deliberativo. Tuttavia vi sono alcune questioni in cui occorrono competenze specifiche e conoscenze dettagliate, altre in cui sono sufficienti il senso civico, il gusto e la ragionevolezza. Un sondaggio può essere opportuno per valutare, ad esempio, i bisogni di una zona, per conoscere le opinioni su argomenti quali il posizionamento di un’area ricreativa, la scelta del gior-no migliore per svolgere un mercato,

senza tener conto che le potenzialità non sono infinite e che, alienazione dopo alienazione, tali risorse si esau-riscono inevitabilmente.Certo, una democrazia sostanziale ha bisogno di informazione, comunica-zione e consenso della società civile, quindi anche di sondaggi delibera-tivi ben utilizzati. Si dia vita ai dibat-titi, alle discussioni su temi pubblici, alla prevalenza della condivisione di un interesse collettivo che attiene al bene comune; tuttavia su tematiche finanziarie lo strumento partecipativo appropriato è il “Bilancio Partecipato”, sulla cui strada si è incamminata per ora soltanto l’Associazione Il Cittadino Governante. Infatti, attraverso pubbli-ci incontri esplicativi, i cittadini e gli amministratori possono discutere, approvare e correggere le entrate e le uscite, le priorità ed il superfluo.Il Comune di Giulianova ha speso ne-gli ultimi quattro anni una cifra che supera i 90 milioni di euro, e non sono pochi, con notevoli incrementi annui. La “patata bollente” di come far fronte alla pessima gestione finanziaria vie-ne scaricata sul sondaggio delibera-tivo e sugli incolpevoli organizzatori e cittadini che lo animeranno. Come se un capofamiglia che spende tanto (l’amministrazione ha speso oltre 24 milioni di euro nel 2011) interpellasse i familiari per chiedere cosa vendere per continuare a spendere tanto.

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in primo piano GiuliaViva anno I I n.5 5

Una ragionevole domanda viene spontanea: perché non si cura-no attentamente tutte le entrate spettanti spendendo, al contem-po, meglio e meno? Vedi la costosa gestione dei rifiuti, vedi lo sperpero dello spiaggiato, vedi le mancate spettanze del PRUSST dell’ex-Sadam, vedi le spese di consulenza per la ven-dita della farmacia comunale, vedi la scuola Acquaviva svenduta, vedi cor-so Garibaldi e piazza Buozzi in con-tinuo rifacimento, vedi i tanti lavori che finiscono e ricominciano subito dopo, i semafori al paese installati e rimossi, etc. Induce alcune riflessioni quello che è accaduto al sondaggio realizzato a Torino nel 2007 in cui il campione rappresentativo discusse a proposito del diritto di voto da conce-

dere agli immigrati non comunitari e sul tema dell’Alta Velocità. Non sem-bra possano essere enfatizzati i dati di questa esperienza definita “significa-tiva” dal momento che sul campione individuato di 1690 cittadini, avevano risposto favorevolmente in 463 e si presentarono agli incontri solo 182 persone! Non vengono esplicitati l’e-sito del dibattito, le conseguenze a livello politico e neanche si dichiara come quella fosse una attività pura-mente accademica. Nemmeno ammirevole e pedagogi-co è il modo utilizzato per lusingare gli ignari cittadini che apporranno il loro nome sulla vendita di beni pub-blici, cioè offrire un premio ad effetto di 500 euro ad un fortunato estratto tra i partecipanti e, alla fine del per-

corso, una serata di “ta-rallucci e vino” per festeggia-re. Premesso che dovrebbe essere un dirit-to partecipare ed un onore rappresentare tutta la cittadi-nanza, tuttavia non sarebbe meglio divide-re la somma stanziata in

gettoni di presenza a titolo di rimbor-so spese?La si chiama “prima esperienza di democrazia” nella storia della città dimenticando l’esistenza dei comi-tati di quartiere voluti e realizzati dalla Sinistra tra gli anni ’70 ed ’80. Sembrava, a tal proposito, voler an-dare in questa direzione il Program-ma del Sindaco, ma dopo annunci e sbandieramenti, tutto è ancora fermo al livello di vaghe promes-se, mentre in poche settimane si vuol sbrigativamente mettere in atto un sondaggio deliberativo. In contemporanea con tale pensata, alcuni residenti del centro storico si autoconvocano per discutere temi, questi sì di pertinenza della colletti-vità, come la sicurezza, la viabilità e i parcheggi. Come è possibile notare, in democrazia se gli spazi non ven-gono forniti, (vedi i latitanti Consigli di quartiere) i cittadini si riuniscono, da soli e comunque, per esaminare e presentare proposte.Se si vuole favorire la partecipazio-ne, la consapevolezza e la condivi-sione, gli strumenti più appropriati e formativi sono i Consigli di quar-tiere e le Assemblee pubbliche in un clima di trasparenza e di piena informazione, senza mutilare quelle libertà di giudizio e di espressione che ogni forma di sana e corretta partecipazione rafforza.

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“ Se si vuole favorire la partecipazione, la consapevolezza e la condivisione, gli strumenti più appropriati e formativi sono i Consigli di quartiere e le Assemblee pubbliche “

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Interventi mARGINali di Paolo Innocenti

Marzo 2011: un’ondata torrenziale di pioggia trascina via intere porzioni degli argini del Tordino e del Salinello, invadendo per decine e decine di me-tri i terreni limitrofi.Marzo 2012: la situazione è assoluta-mente identica. Le medesime zone sono pressoché prive di protezione, con le possibili piene dei due fiumi a pendere come spade di Damocle sull’incolumità delle persone e l’inte-grità del territorio. Dodici mesi non sono stati sufficienti non diciamo a risolvere, ma neppu-re a tamponare una situazione la cui pericolosità è evidente al di là di qua-lunque dubbio. La storia è sempre la stessa: tutelare l’ambiente conta mol-to, ma “tira” assai poco, soprattutto nel computo dei calcoli elettorali. Le opere a difesa del territorio sono per lo più costose e malauguratamente poco visibili: per rimanere in tema, la pulizia degli alvei fluviali è un’attivi-tà fondamentale, ma i cui effetti non stanno quotidianamente sotto gli oc-

chi di tutti. Molto meglio l’inaugurazione in pompa magna di una qualunque “operetta” pubblica, ma-gari pure malfatta, piutto-sto che interventi fonda-mentali per la comunità, ma di scarso effetto pro-pagandistico.È solo nell’emergenza (quando non nella tra-gedia, fortunatamente

scampata dodici mesi or sono) che la salvaguardia del territorio torna alla ribalta, allorquando anni di incuria sfociano in calamità che esclusiva-mente “naturali” non sono affatto.Eclatante l’immobilismo dell’ammini-strazione provinciale, che prevede nel proprio regolamento per la manuten-zione degli alvei fluviali i cosiddetti “interventi in caso di somma urgenza” (peraltro introdotti da una legge del-lo stato fin dal 1999), ma evita accu-ratamente di farvi ricorso quando se ne presenta la necessità: non bastano danni per centinaia di migliaia di euro e rischi ancor più elevati per il futuro per parlare di “somma urgenza”, e stornare dai bilanci cifre già destinate a scopi di impellenza assai minore? Sintomatico anche quanto ac-caduto a Giulianova, quando all’indomani dell’alluvione del marzo 2011 il Consiglio comu-nale approvò all’unanimità una proposta di Franco Arboretti,

consigliere de “Il Cittadino Governan-te per cambiare”, per dedicare una se-duta consiliare al rischio idrogeologi-co, alle cause degli allagamenti ed ai rimedi da adottare: quella seduta non venne mai convocata.Certo, è in capo alla Provincia che ri-cade la competenza degli alvei flu-viali, ma crediamo che a chi ha visto ieri (o rischia di vedere domani) le proprie abitazioni o le proprie attività sommerse dalle piene, poco importi delle questioni di competenza. Il Co-mune può e deve fare la sua parte: l’occasione può essere data dai 176 milioni destinati alla regione Abruzzo dal Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS), per interventi sull’ambiente e sul territorio. Nel consiglio comuna-le dello scorso 29 febbraio è stata rivolta alla Provincia, ancora da Fran-co Arboretti, la richiesta che parte di quei fondi vengano utilizzati per il ripristino urgente degli argini del Salinello e del Tordino. Il consenso è stato pressoché unanime: serve ora la tempestività e la determinazione a sostenerlo coi fatti.

Fatti ...

6 GiuliaViva anno II n.5 Fatti ...

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Ennesimo passaggio in Consiglio co-munale per il Piano Chioschi: dopo ben tre passaggi in poco più di sei anni con risultati grami (dei quindici chioschi pre-visti e assegnati solo tre sono stati aperti; delle delocalizzazioni necessarie nem-meno una fatta) ci si aspettava, in que-sto quarto passaggio, una revisione del Piano che, sulla base di quanto accaduto finora, desse indicazioni per nuovi servizi commerciali di qualità nel rispetto delle caratteristiche dei luoghi e correggesse le ubicazioni inopportune già esistenti. Ma, valutando quello che è stato appro-vato, la variante del piano chioschi non pare raggiungere questi obiettivi. Quat-tordici sono i nuovi chioschi previsti e quattro le delocalizzazioni. Sono state aumentate le dimensioni dei chioschi per la somministrazione di alimenti (40 mq + 20 mq esterni). Molto atteso in città era lo spostamento del chiosco ubicato all’inizio del Lungomare monumentale ma, sorprendentemente, non risulta tra le delocalizzazioni elencate, mentre vi fi-gura, incredibilmente, quella riguardante l’edicola di Piazza Roma che pochi mesi

fa aveva ottenuto l’autorizza-zione per realizzare una nuova struttura. La discussione con-siliare si è soffermata molto sul tema delle ubicazioni dei chioschi. Nella delicata area tra Piazza Dalmazia, inizio del Lungomare monumentale e ingresso del porto oltre alla conferma del chiosco conti-guo alla prima colonna del

lungomare monumentale sono previsti la realizzazione di un nuovo chiosco per la vendita dei prodotti ittici e lo sposta-mento dell’edificio chiuso dello spedi-zioniere doganale nei pressi della sbarra mobile del varco del molo nord. Il grup-po consiliare de Il Cittadino Governante ha chiesto il rispetto del lungomare mo-numentale e della pineta delle gelaterie e il recupero della vista sul mare e sul por-to. Ha avanzato, a tal fine, la proposta di spostare il chiosco degli hot-dog nell’a-rea dell’ex Golf Bar, debitamente ripian-tumata, consentendovi anche il ritorno dello stand dei libri; ha, altresì, suggerito di rinfoltire la pineta aggiungendovi pan-chine per la sosta; ha, chiesto di ubicare il chiosco per la vendita del pesce nelle strutture già realizzate sul molo dall’Ente Porto (che vi ha investito 120.000 euro) e mai utilizzate, auspicando anche l’abbat-timento della barriera in cemento arma-to che le occulta; ha chiesto, infine, che la necessaria dislocazione del vecchio manufatto dello spedizioniere marittimo non vada ad oscurare ulteriormente la vista (da Piazza Dalmazia) verso il porto,

GiuliaViva anno II n.4 7

Il Ristorante nel Parco di Franco Arboretti

giacchè lì sarebbe auspicabile (con op-portuna traslazione dei manufatti già esi-stenti) la riapertura completa della vista sul porto. Nel Parco Franchi il Piano pre-vede un chiosco per la somministrazione di alimenti delle dimensioni di 40 mq. con l’aggiunta di strutture ombreggianti di ulteriori 20 mq: di fatto un ristorantino nel parco di 60 mq con 30-40 posti sen-za nemmeno il pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico (è stato Il Cittadino Governante a farlo notare). Ma a parte la reintroduzione di questa tassa per i chioschi all’interno dei parchi (ristabilendo l’equità, visto che la paga-no tutti i commercianti che occupano il suolo pubblico), accettata dal PD, niente altro è stato preso in considerazione dal-la solita, irragionevole chiusura a riccio della maggioranza (che appare, comun-que, sempre più sfilacciata). Ignorate le proposte per i dintorni di Piazza Dalma-zia; ignorata anche la richiesta di evitare la previsione di un ristorante nel Parco Franchi. Eppure le argomentazioni che sono state usate hanno una loro logicità. Parco Franchi, ad esempio, deve restare un parco, e per questo andrebbe solo arricchito di prati, arbusti, siepi, alberi e panchine e dotato dei necessari bagni pubblici per poter ospitare degnamente i frequentatori. Il giorno in cui dovesse iniziare il conflitto tra i bimbi che hanno tutto il diritto di giocare e gli avventori del ristorante che si vedono arrivare il pallone sul tavolo attorno a cui stanno mangiando, quel parco non cesserebbe di essere un parco?

GiuliaViva anno II n.5 7in primo piano

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Interferenze artistiche8 GiuliaViva anno II n.5

Arte rivoluzioni GiuliaViva e fiamme di Antonio D’Eugenio

C’è chi, leggendo questo numero di GiuliaViva, resterebbe sorpreso dall’apertura di una nuova rubrica dedicata all’arte e alla cultura, in una società in cui non c’è spazio per argomentazioni definite, dai tempi che corrono, superflue. Chi, si sba-glierebbe. Le difficoltà che il nostro Paese, e di conseguenza province e comuni, sono chiamate ad arginare, devono necessariamente passare attraverso i risvolti culturali e artisti-ci che in ogni periodo di debolezza economica hanno caratterizzato la storia di ciascuna nazione. Si pen-si alla grande crisi post bellica che alla fine degli anni ’50 portò alla (ri)nascita del cinema italiano con la conseguente consacrazione della commedia all’italiana esportata in tutto il mondo, ed ora rimpianta in tempi di magra. In America, dal-le ceneri della grande depressione

degli anni ’70, si creò la consacrazione di Hollywood, con pelli-cole come Taxi Driver di Martin Scorsese e Nashville di Robert Altman, mentre la dit-tatura cinese che af-flisse il Paese fino agli anni ’70, fu il pretesto di una rinascita cultu-rale che esplose negli ’80 con la caduta di

Mao Tse-tung e la banda dei quat-tro. Il fatto che l’arte possa essere di grande aiuto alla conoscenza dei mali che affliggono un periodo sto-rico, viene dalla voglia di evasione di uno spettatore inerme alle con-seguenze disastrose che, nel perio-do in cui vive, dettano abitudini e condizionamenti economici e psi-cologici. La dimostrazione non è tardata ad arrivare. Il mese scorso, infatti, la novità cul-turale ha preso il nome di Leonardo Live, creando un connubio artistico tra due forme apparentemente di-stanti: pittura e cinema. Anzi, pittu-ra al cinema. Se già negli anni ’40 il critico Carlo Ludovico Ragghianti, si serviva della forma cinema per sviscerare la forma pittura, con i suoi articoli di “critofilm”, questa tendenza lo scorso 16 febbraio è tornata in auge in occasione del-

la mostra dedicata a Leonardo da Vinci inaugurata presso la National Gallery di Londra. Grazie alla Nexo Digital è stata diffusa nei cinema di tutto il mondo e trasformata in una sorta di visita guidata multimedia-le a cui ha potuto assistere anche chi, a Londra, non c’era. E scavando ancora all’indietro, scopriremmo che questa forma di gemellaggio artistico non è il primo, ma che ne-gli anni ’80 il regista Peter Greena-way portò al cinema la sua visione de Il cenacolo, sempre del maestro di Vinci. Se i corsi e ricorsi storici sono lo specchio di una contro-tendenza culturale dalla quale si sviluppa un cambiamento politico, come lo sono stati il crollo del na-zismo in Italia, l’avvento di Reagan in America o il crollo della dittatura comunista in Cina, sembra che que-sto processo stia maturando grazie alle nuove tecnologie che ispirano l’arte e di conseguenza rompono quegli specchi bramosi di illusioni in cui si riflettono i grandi della sto-ria contemporanea. Speriamo solo che l’uscita dalle sabbie mobili, in cui veniamo giornalmente sprofon-dati, non tardi a ripristinare il col-legamento tra la cultura, l’arte e la realtà, quest’ultima, troppo spesso deludente. Nel frattempo, continuiamo a leg-gere GiuliaViva.

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GiuliaViva anno II n.5 9

In memoria di Don Franco di Erminia Tancredi

sabato e la domenica, via via che trascor-revano gli anni del Seminario; vedevo approfondirsi il rapporto con don Ennio in un modo che, spiritualmente, credo abbia cambiato entrambi in maniera ir-reversibile. E finalmente il giorno tanto atteso: il vescovo mons. Nuzzi lo ordina sacerdote il 6 luglio del 2001. È stato un evento eccezionale per tutta la parroc-chia: tutti abbiamo partecipato con tra-sporto perché tutti amavamo già quel giovane serio, composto, sorridente, pieno di Amore puro per Dio, che traspa-riva persino dai ricordini distribuiti che riportavano ardenti parole di “dilezione” per Gesù dell’amata santa Caterina da Siena. Il suo sacerdozio è stato un dono per la diocesi tutta ed in particolare per i suoi parrocchiani di Abetemozzo. Alme-no una volta a settimana però, veniva a celebrare la santa Messa delle 7 nella chiesa della Natività: tutti restavamo inti-mamente commossi da questa s. Messa così sentita! Una di queste celebrazioni è stato il mio ultimo incontro con don Franco: era pallido, dimagrito, provato; ci salutò perché sarebbe partito in mattina-ta per Perugia: mai avremmo pensato di non rivederlo più! Abbiamo seguito con commossa partecipazione, con affetto e con la preghiera sentita l’evolversi della malattia, ammirati per ciò che la Grazia di Dio ha compiuto in lui: dal suo letto di dolore ci ha insegnato la Speranza, la ferma certezza che Dio è Amore, che

Il ricordo di don Franco è per me ormai un’abitudine quotidiana, così tanto la sua vita, ed in particolare la sua malattia e la sua morte, hanno inciso indelebilmente il mio cuore. Per nulla diverso nella fanciul-lezza dagli altri bambini, ha manifestato sin da piccolo una delicata attenzione per gli altri: in famiglia, in particolare con l’amata nonna Lidia, con la sorella, con gli amici. Sono arrivati poi gli anni del suo impegno come chierichetto, sempre pre-ciso e puntuale e quelli del Liceo in cui si è distinto come studente modello, ma anche come compagno di scuola leale, sempre disponibile: raccontava che spes-so i suoi compagni si confidavano con lui rassicurati dalla sua naturale, composta riservatezza, confortati dalla sua precoce saggezza. Anche durante gli anni del Seminario don Franco si è distinto per la capacità culturale, la compostezza ma, soprattut-to per l’affinamento spirituale. Lo ricordo sempre più impegnato in parrocchia il

Noi allo specchio

possiamo abbandonarci a Lui anche se non comprendiamo, perché “le tue vie, Signore, non sono le nostre vie”. “In lumi-ne Stellae!”. Questa esclamazione è cita-ta nel testamento, sorprendentemente profetico, di don Franco, in cui afferma: - Nella Luce di Cristo voglio che sia tut-ta la mia vita. - Sì, - chi lo ha conosciuto, chi gli è stato accanto, chi ha condiviso con lui la strada della fede può afferma-re che ha veramente vissuto la sua vita in pienezza evangelica - ha detto il ve-scovo mons. Seccia nell’omelia della s. Messa esequiale, celebrata in una chie-sa, quella di s. Pietro, che non ha potuto contenere l’immensa folla accorsa a dar-gli l’ultimo saluto. Così, ora che un anno è oramai trascor-so, comprendo quanto la malattia e la morte di don Franco, insieme alla sua vita di uomo e sacerdote, siano stati per tutti noi momenti altissimi di Grazia su cui riflettere e meditare specialmente in questo tempo di Quaresima: abbiamo avuto il privilegio di incontrare un San-to! È per questo che la presenza di don Franco è più viva che mai: viva nel cuore di ogni parrocchiano, dei suoi confra-telli, dei suoi familiari, dei suoi colleghi e degli alunni: si, è proprio vero, “il chic-co di grano caduto in terra, se muore, produce molto frutto”. Grazie, Signore per avercelo donato, sia pure per poco; ascolta la sua preghiera ogni volta che, come siamo sicuri, intercederà per noi.

Venerdi 23 marzo, alle ore 18,00 presso la Chiesa San Pietro, il Vescovo Mons. Seccia presenzierà la concelebrazione di una Santa Messa commemorativa in occasione della ricorrenza del primo anno dalla scomparsa di Don Franco Marcone

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La pagina della cultura10 GiuliaViva anno II n.5

Nella memoria degli anziani, il 19 marzo a Colleranesco risuona come la prima festa patronale dell’anno, la prima occasione per mettere il vesti-to più bello. Compiamo un balzo fino agli inizi, ai primi festeggiamenti che seguirono di qualche mese l’inaugu-razione della novella Chiesa. Giusep-pe Trifoni donò gratuitamente il terre-no il 22 ottobre 1949, offrendo la base di quella social catena della coopera-zione e dell’entusiasmo, della speran-za e della dedizione a cui, ciascuno a suo modo, offrì il proprio contributo. La Chiesa avrebbe consentito agli abi-tanti della piccola frazione di assistere regolarmente alle Sante Messe, sino ad allora celebrate solo nelle ricorren-ze più significative nella piccola cap-pella privata dei Giordani, poi Paoloni, nella chiesetta rurale di Santa Lucia dei Cerulli o in quella di villa Trifoni.La Chiesa di San Giuseppe, progettata dall’ingegner Giuseppe Iannetti, mo-stra, in stile romanico, una struttura ad unica navata con una ritmicità dello spazio data dalle ripetute finestre in-

cassate ai lati e dal rosone centra-le all’entrata recante il simbolo di Monsignor Gremigni; la parete ter-minale espone un vetro istoriato raffigurante San Giuseppe con in braccio il bambino Gesù, ai lati due nicchie che andranno a contenere le statue del Santo Patrono e della Madonna. La pianta si estende in un unico e lungo volume longitu-dinale; l’impatto visivo è dato dalla

massiccia facciata in mattoni con un portone in legno incorniciato da mat-toni incassati e in rilievo, e poco più in alto, domina il rosone centrale.All’ombra del Gran Sasso, in odore di salsedine e sotto lo sguardo assopito del “gigante addormentato”, c’erano davvero pochi insediamenti in quella campagna prospera e gravida di nuo-vi eventi: era il 1951 quando la buona volontà ed il sacrificio dei primi abi-tanti della zona riponevano le loro speranze e la loro Colleranesco sotto la protezione e la buona luce di San Giuseppe. Nel mese di settembre ci fu la visita del Vescovo con la cerimonia dell’atto di benedizione e d’apertura al culto dell’edificio; il rituale religio-so vide la consacrazione della pietra dell’altare e della campana alla pre-senza dell’icona della Madonna dello Splendore, pellegrina per tutto il ter-ritorio di Giulianova. Nei primi tempi l’Arciprete di San Flaviano inviava oc-casionalmente alcuni frati a dir mes-sa ed il primo cappellano ufficiale fu il compianto Padre Serafino, mentre il primo Sacerdote mandato stabil-

San Giuseppe a Colleranesco di Andrea Palandrani

mente dalla Diocesi fu don Giovanni Nello Leonardi. Emozione, fermento e gioiosa attesa riempivano l’aria della prima onorificenza sotto i raggi di un tiepido sole primaverile, quello del 19 marzo 1952. Nelle menti in cui sono orgogliosamente conservati i ricor-di di quella giornata si rincorrono le iniziative religiose e sociali: i fuochi d’artificio all’uscita del Santo dalla Chiesa e la processione per il paese accompagnata dalla banda. La festa divenne, con il tempo, l’occasione per richiamare i parenti lontani, una usan-za per rivedersi e pranzare assieme in allegria, assistere alla classica gara di biciclette, alla salita sui “pali della cuc-cagna” eretti con tanto di prosciutto in cima; tante la bancarelle allestite con lupini, noccioline, palloncini, gi-relle e stecche di liquirizia, oltre alla carruba ed alle sigarette vendute ad un soldo l’una!Progressivamente il palinsesto si è arricchito di ulteriori iniziative ludico-ricreative: i balli ed i giochi in piazza, cabarettisti e cantanti noti, mostre e raduni, gincana e teatro, orchestre e musical, esibizioni ed intrattenimenti per tutte le età, non ultima l’esilarante corrida. A partire dal 1997 il Comitato festa ha proposto una rivista conte-nente, al di là del Programma e de-gli sponsor, inedite ricerche di storia locale a cura di Sandro Galantini pri-ma, del sottoscritto poi, un’iniziativa editoriale, questa, che ha progressi-vamente assunto spessore storico e riconoscenza popolare.

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Dove Cosa Quando GiuliaViva anno II n.5 11

Al Moderno Multiscreen spettacoli in prima visione

Pubblica utilità

Farmacie di turno 10/11 marzo Farmacia Comunale 12/18 marzo Farmacia Del Vomano 19/23 marzo Farmacia MarcelliGuardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366118 085.8020442 / 085.8020373Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020281Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)

Concerti mostre ed eventi

Sabato 10 e domenica 11 marzo La Compagnia dei Merli Bianchi ospita nella nuova sede di Via Matteotti 115 a Giulianova Lidole opere di Pasquale Tarquini e Ros-sano Farabbi. L’ingresso è libero. Info 3406072621 [email protected] .

What Art Insidefotografia e arte in mostra

Duo Rachlin - Golan in concerto a Teramo

Caparezza torna a suo-nare al Palaroma di Montesilvano, complice anche il successo otte-nuto nella data dell’apri-le 2011. Il nuovo appun-tamento è fissato per

il 17 marzo alle ore 21 , nell’ambito del Festival Onde Sonore, di cui il concerto di Caparezza rap-presenta una delle anteprime.“ Info: www.onde-sonorefestival.it 392 0161085, 393 9675395

Il circolo “Il Nome della Rosa”Sabato 10 marzo ORE 21,30

POESIA “E NON SAPETE CHE DIO È WINNIE POOH?””Giovedì 15 marzo ORE 21,30

Giornalisti in Calabria contro la ‘NdranghetaVenerdì 16 marzo ORE 21,30

“IL SEGRETO DEL MONDIALISMO - Yann Moncomble”Domenica 18 marzo ORE 21,45

CINEMA “NESSUN MESSAGGIO IN SEGRETERIA”Venerdì 23 marzo ORE 21,30

“IL BUCO NERO” La lunga tragedia de L’Aquila

Julian Rachlin violino e Itamar Golan pianofortesabato 17 marzo 2012 ore 21:00 presso la Sala Polifunzionale di Te-ramo. Julian Rachlin è indiscutibilmente uno dei più carismatici ed entusia-smanti artisti dei nostri giorni. Itamar Golan ha accom-pagnato i più importanti musicisti del nostro tempo, sui più prestigiosi palcoscenici del mondo.

Carlo Verdone LA CASA SOPRA I PORTICIEditore: BOMPIANI Collana: OVERLOOKPagine: 288 Prezzo: 18,00 EURO

Carlo Verdone si racconta per la prima volta in un flusso di ricordi ricco, sorpren-dente, tenero ed esilarante. Si parte dalla giovinezza e dal vissuto nella mitica casa paterna, grande protagonista del libro: l’incontro con Vittorio De Sica, il rapporto con i genitori e i fratelli, gli scherzi (tanti, fulminanti), le prime esperienze senti-mentali ma anche i drammi famigliari. E poi il cinema: i primi passi al Centro Spe-rimentale sotto la guida di Roberto Ros-

sellini, la genesi dei film, i retroscena, gli aneddoti più inediti e divertenti, il rap-porto con gli attori. Quindi le amicizie che hanno segnato la sua vita: Sergio Leone, Federico Fel-lini e Massimo Troisi.

Novità in libreria

Caparezza al Palaroma

Posti in piedi in paradiso

Genere: CommediaRegia: Carlo VerdoneCarlo Verdone, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Micaela Ramazzotti, Nicoletta Ro-manoff, Nadir Caselli, Diane FleriIn programmazione dal 9 Marzo

“Mi chiedete di parlare...” con Monica Guerritore

L’Officina, L’Arte e i mestieriPiazza Dante Giulianova Alta

Venerdi 16 marzoore 22:30VINCENZO FASANO

Venerdi 23 marzoore 22:30SALSAPARILLA

Ti stimo fratello

Genere: CommediaRegia: Paolo Uzzi, Giovanni VerniaGiovanni Vernia, Maurizio Micheli, Diego Abatantuono, Susy Laude, Stella Egitto, Car-mela Vincenti, Bebo StortiIn programmazione dal 9 marzo

Rassegna Film D’Essai

(spettacolo unico ore ventuno)ingresso € 4,00

Martedì 20Mercoledì 21Giovedì 22 marzo

Emotivi anonimi

Pina

Martedì 13Mercoledì 14Giovedì 15 marzo

Dopo il grande successo al Festival di Spoleto, Monica Guerritore interpreta la figura di Oriana Fallaci al Teatro Co-munale di Teramo.Martedì 13 marzo 2012 - ore 21.00, mercoledì 14 marzo

2012 - ore 21.00 e giovedì 15 marzo 2012 alle ore 17.00

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Crudo sì, ma in sicurezza di Andrea Beccaceci

pesce a bordo, butta le frattaglie in mare.Come affrontare que-sto problema? La so-luzione più semplice sarebbe quella di cu-cinare sempre il pesce, perché l’anisakis muo-re e diventa inoffen-sivo con temperature superiori ai 65°; ma ciò

ci priverebbe del piacere di gustare il pesce crudo ed è limite non da poco. I rimedi più praticabili, invece, sono essenzialmente due: massima cura nell’acquisto e nella pulizia del pesce e l’abbattimento della temperatura. Il parassita, come detto, ha il suo habitat naturale nelle viscere dei pesci ma, se appena il pesce viene catturato muo-re, l’anisakis continua a vivere e dopo un tempo relativamente breve, inizia a trarre sostentamento trasferendo-si nelle carni dell’animale: si capisce, allora, perché la freschezza e la totale asportazione delle viscere diventano un particolare di rilevanza decisiva. Altro sistema è l’abbattimento della temperatura: tenendo il pesce per al-meno 24 ore a -20° vengono elimina-te diverse contaminazioni, non ultima quella che stiamo trattando. L’abbat-titore di temperatura è una macchina presente ormai nella stragrande mag-gioranza dei ristoranti e permette, in poche ore, di portare la temperatura di un alimento da quella ambientale

Primo e secondo12 GiuliaViva anno II n.5

È arrivato da qualche tempo sul mer-cato del pesce un ospite davvero sgradito, l’anisakis: un parassita che vive e si riproduce nell’intestino di alcuni pesci e può trasmettersi all’es-sere umano attraverso l’ingestione di prodotti ittici crudi o poco cotti, pro-vocando non pochi problemi di sa-lute, in alcuni casi anche molto gravi. Questo parassita, dall’aspetto simile ad un vermiciattolo di colore preva-lentemente bianco, è visibile a occhio nudo, misura dai 1 ai 3 cm, è sottile e tende a presentarsi arrotolato su se stesso. Dicevamo che l’anisakis si tro-va nelle viscere dei pesci, in particola-re alici, sgombri, tonni, palamiti, na-selli, rane pescatrici, rombi e tanti altri. Probabilmente è sempre stato pre-sente nell’Adriatico, ma non causava problemi perché i nostri antenati non usavano consumare il pesce crudo; è pur vero, però, che negli ultimi anni si è ulteriormente diffuso anche a causa della cattiva abitudine di parte della marineria che, dopo aver eviscerato il

a -30°. Nelle case private, non avendo questa tecnologia a disposizione, di-venta buona norma far sostare il pe-sce qualche giorno nel congelatore prima di consumarlo crudo. Agli avventori dei ristoranti conviene accertarsi che sul menu, accanto alla dicitura “crudo”, ci sia scritto, come im-pone la legge, che il pesce sommini-strato è stato preventivamente abbat-tuto. Ai sapori ancestrali del mare e di casa mia dedichiamo questa ricetta: “Carpaccio di pesce e salsa verde di Beccaceci”

CARPACCIO DI PESCE E SALSA VERDE Di Beccaceci

Il carpaccio non ha bisogno di grandi la-vorazioni: il pesce (ricciola, tonno, pesce spada, spigola e tanti altri) va tagliato sottilmente, va salato, pepato, ed irrora-to con una vinaigrette di olio e limone (o aceto). Si lascia riposare qualche ora, rigirando le fettine di tanto in tanto.Per preparare la salsa verde :Ingredienti:1 kg di prezzemolo0,3 kg di tonno sott’olio8 alici sotto sale10 capperi sotto sale2 spicchi d’aglio1 peperone sott’aceto0.5 lt olio di semi0,5 lt olio extra vergine di olivaFrullare tutti gli ingredienti fino a rag-giungere la consistenza desiderata ed insaporire alla fine con aceto e sale a se-conda del proprio gusto.

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A tutto sport GiuliaViva anno II n.5 13

Nordic Walking, trekking senza frontiere di Giancarlo De Falco

primi anni ‘90 guidate da due giovani sin-daci : Franco Gerardini, che fece installare nei parchi cittadini e in zone di campa-gna il “percorso della salute”, con stazioni ginniche figurate, e Franco Arboretti che riuscì a realizzare con fondi regionali un parco di 70.000mq , che avvolge il campo Castrum nel quartiere dell’ Annunziata . Le successive amministrazioni non han-no mai realizzato nel parco gli orti urbani e il laghetto già progettati, anzi lo han-no ridotto, costruendo al suo interno un centro sociale. L’auspicio è che l’attuale amministrazione Mastromauro, accolga il progetto presentato dall’associazione Nordic Walking Abruzzo in collaborazio-ne con il dottor Paolo De Cristofaro, che prevede, sempre all’ interno del parco dell’ Annunziata, la realizzazione di un “walking park” per bambini ed adulti.

La camminata nordica (nordic walking) è una pratica sportiva che sta diventando sempre più popolare tra gli amanti della vita all’aperto e in stretto contatto con la natura. Adottando la corretta tecnica, si riesce ad avere, con l’ausilio di appositi bastoncini, un coinvolgimento elevato di muscoli ed un efficace impegno car-dio-respiratorio con conseguenti bene-fici per la propria salute. Da alcuni anni, nella nostra città, si incontrano gruppi di

appassionati, coordinati ed assistiti dal professor Sandro Brandimarte, che ha costituito una associazione sportiva di-lettantistica: la ”Nordic Walking Abruzzo“. Il programma sportivo prevede due se-dute settimanali ed una uscita domeni-cale per conoscere ed ammirare i sentieri delle colline limitrofe e dei monti della Laga. Per promuovere questo tipo di atti-vità sportiva, l’ associazione organizza le-zioni a Pescara in collaborazione con Gaia (associazione di donne operate al seno presso l’ ospedale di Ortona) ed a Giulia-nova con la scuola media dell Annunzia-ta dove gli alunni , all’ interno del parco del quartiere, concretizzano il progetto “Nordic Walking e Natura “ che prevede anche lo studio e la classificazione delle piante. A questo proposito, è giusto ri-cordare le amministrazioni comunali dei

Vergogna! di Daniele Adriani

La parola che i tifosi utilizzano per com-mentare gli ultimi accadimenti del Giulia-nova Calcio è proprio questa: Vergogna! Non certo per i colori giallorossi, né tanto meno per la storia che ha infiammato una intera comunità cittadina, che spesso si è ritrovata a gioire (e talvolta anche patire) per i risultati ottenuti. Ciò che si ritiene disonorevole è l’aver compiuto una serie

progressiva di errori a vari livelli che, dap-prima hanno determinato un allontana-mento volontario di tanti tifosi che in pre-cedenza seguivano la squadra anche nelle trasferte più lontane, ora l’impedimento addirittura all’ingresso nelle partite casa-linghe. L’amarezza è infinita nel descrivere tutto questo e francamente i risultati sul campo non ci suscitano nessuna gioia o preoccupazione, poiché ormai in tanti evocano uno spettro che quasi diventa una liberazione: il fallimento. Come pos-siamo accogliere con entusiasmo tale pro-spettiva? Ma cosa c’è in effetti da salvare? Il settore giovanile? L’avvento di una nuova proprietà che gestisse in modo più “pro-fessionale” questo importante (per non dire fondamentale) aspetto, si è rivelato al

momento negativo dal punto di vista dei risultati ottenuti dalle squadre Berretti, Al-lievi e Giovanissimi. Nel quadro nero appena fatto, uno squar-cio di luce lo può portare solo l’arrivo di una nuova proprietà che abbia la solidità, la passione e la competenza che purtrop-po attualmente mancano. Pare che più di altre volte ci sia una concreta possibilità di cambio al vertice, ma le tante fumate nere impongono di essere molto cauti. In pochi meritano di essere esclusi da giudizi negativi, tra questi sicuramente c’è De Pa-tre, che è riuscito a tenere vivo e unito un gruppo che, si spera attraverso la salvezza da conquistare sul campo, riesca a dare uno schiaffo morale a chi vorrebbe il Giu-lianova fuori dal calcio che conta.

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GiuliaVivaRegistrazione al Tribunale di Teramo

n. 647 del 07 06 2011Direttore Responsabile

Antonio D’[email protected]

Editrice: Associazione “Giulianova Media & Communications”Redazione e Amministrazione64021 Giulianova Piazza Buozzi 22 tel. 3461035861 fax. [email protected]@giuliaviva.it tel.3473612374

stampato da Tipolitografia LA RAPIDAVia G. Galilei Giulianova Lido

Tutto in un click14 GiuliaViva anno II n.5

Farmacia sì, farmacia no

Gentile redazione, nei giorni scorsi la stampa ha annuncia-to la decisione dell’amministrazione di centrodestra di Roseto di procedere alla vendita della farmacia comunale, solle-vando, fra gli altri, le ire dell’opposizione di centrosinistra. Solo pochi mesi or sono la medesima situazione si era verificata, a ruoli in-vertiti, a Giulianova: a voler vendere la farmacia era stata la maggioranza di centrosinistra e ad opporsi, fra gli altri, la minoranza di centrodestra.Tanta è l’ipocrisia di questi signori, da essere contrari, laddove sono all’opposi-zione, alle stesse cose che invece appro-vano laddove governano?

C. T.

Inviateci le vostre lettere, segnala-zioni o foto a: [email protected] Cosa lasceremo ai

cittadini di domani?Cara Giuliaviva,E così ancora tanti chioschi (ma per chi?) e per noi tanto cemento e sempre meno alberi. Vorrei essere un moscerino e sen-tire di cosa parlano, in “camera caritatis” i nostri buoni padri di famiglia. Sicura-mente nei loro pensieri non ci sono né i cittadini di oggi né, tanto meno, quelli di domani. Altro che Giulianova 2020!!! Noi cittadini chiediamo una città pulita, efficiente, che non spreca risorse, né eco-nomiche né ambientali, né storiche né di qualsiasi altra natura; vorremmo la città che abbiamo e un’amministrazione capa-ce di ascoltare le nostre vere esigenze: ne abbiamo le tasche piene di inaugurazio-ni, di pro-messe mancate, di lavori rifatti due, tre, quattro volte, di fumo venduto come grandi soluzioni, di colate di ce-mento in mezzo al verde, di case inutili, di menomazioni e sparizioni del verde, ed ora altri chioschi: ma che idea è, a chi servono?! E adesso devo sentirmi citta-dino privilegiato perché con Il sondag-gio deliberativo (nulla da dire tecnica-mente) hanno deciso che devo morire (si devono vendere i nostri beni,,,. Fare delle economie, delle attenzioni, dei rispar-mi: NO) ma mi lasciano scegliere come (posso scegliere cosa vendere).E’ una bella democrazia, così potrò sen-tirmi colpevole di quanto la città andrà inesorabil-mente a perdere. Però, c’è da dire che avremo qualcosa da lasciare ai nostri figli: una bella serie di chio-schi, qualche albero salvato perchè sfuggito alla Giulianova Patrimonio e cemento e case, e case e cemento. Vuoi mettere la differenza con una pineta, la veduta del mare in un paese di mare, una piazza del

Piazza Buozzi tutto da rifare

‘400, una collina spettacolare ...!!! Si potrebbe fare un lunghissimo elenco di ciò che abbiamo già perso, che andia-mo perdendo e che nessuno potrà mai ridarci. Che possiamo fare per fermare tutto questo? Che possiamo fare per fermare tutto questo? Lucilla

Spettabile redazione,sono un residente del centro storico e vi seguo con entusiasmo dall’inizio, quan-do in Piazza Buozzi avete presentato GiuliaViva. Vorrei contribuire con una foto che testimonia lo sperpero di denaro pubblico e lo sfregio che si stà compien-do in Piazza Buozzi. Oggetto di un discu-tibile intervento costato quasi un milione di euro la piazza ha iniziato da subito a perdere pezzi, si staccavano infatti le la-stre in porfido, lavori fatti male? La ditta che ha realizzato i lavori si è ben presto defilata e si è pensato di sostituire le la-stre che via via si staccavano con orrende chiazze di cemento a mò di toppa. Ora ho saputo che la Piazza ed il Corso dovran-no essere completamente rifatte, e come al solito saremo sempre noi cittadini a dover pagare, e a subirne i disagi.

lettera pervenuta via mail

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Aiuti per le famiglie numerose

Il Comune di Giulianova ha aderito all’Avviso Pub-blico “Interventi a favore delle famiglie numerose in difficoltà economica” emanato dalla Regione Abruzzo. Il bando per le famiglie numerose ha per oggetto agevolazioni per le spese sostenute dai nuclei familiari numerosi in difficoltà economiche nel corso dell’anno 2011. Sono destinatari del con-tributo economico le famiglie residenti nel territo-rio del Comune di Giulianova appunto con numero di figli pari o superiori a 3. Le istanze, debitamente firmate, devono essere presentate direttamente all’Ufficio protocollo del Comune di Giulianova (Corso Garibaldi n. 109) o spedite tramite racco-mandata postale a/r e pervenire entro il 15 marzo 2012. Farà fede la data del protocollo del Comune di Giulianova. La mancanza della firma in calce alla domanda è causa di esclusione. I moduli sono disponibili presso il Segretariato So-ciale del Comune in Viale Orsini a Giulianova Lido (tel. 085- 802.12.14), presso il Consorzio Ambito So-ciale Tordino in Via Cavour, 2 a Giulianova Alta (tel. 085-800.92.40) o possono esser scaricati dal sito web del Comune (www.comune.giulianova.te.it)

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