giuliaviva anno iii n.15 del 27 luglio 2013

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Anno III numero 15 del 27 luglio 2013 GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie copiagratuita Orgoglio giallorosso Franco Tancredi, Nicola Tribuiani e Giancarlo De Falco si raccontano in un’intervista esclusiva a GiuliaViva

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GiuliaViva anno III n.15 del 27 luglio 2013

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Page 1: GiuliaViva anno III n.15 del 27 luglio 2013

Anno III numero 15 del 27 luglio 2013GiuliaViva è anche on-line su www.giuliaviva.it

Quindicinale d’informazione giuliese distribuzione gratuita - tiratura 2500 copie

copia grat

uita

Orgoglio giallorosso

Franco Tancredi, Nicola Tribuiani e Giancarlo De Falco si raccontano in un’intervista esclusiva a GiuliaViva

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I

Istantanee giuliesi GiuliaViva anno III n.14 3

Era il 1° di apri-le del 2010 (data involontariamen-te significativa) quando l’assesso-re Forcellese an-nunciò in pompa magna l’installa-zione di postazio-ni automatiche per la distribuzio-ne gratuita dell’acqua. Con quasi tre anni e mezzo di ritardo, la scor-

Ditelo chiaramenteDi rinvio in rinvio, siamo arrivati in pie-na estate. Dovevano essere disponibili in primavera, ma sem-bra proprio che le buste per la raccolta differenziata saran-no in distribuzione soltanto alla fine di luglio, e limitata-mente a quelle riservate all’organico.

Cinque centesimi per l’acqua gratis

Ci sono volute Regione e Capita-neria di porto, per far sì che alme-no una delle iniziative promosse dall’associazione “Unica beach” an-dasse in porto. Proprio le banchi-ne portuali ospite-ranno infatti, do-menica 28 luglio, a partire dalle ore 19 “ConFido in UNICA BEACH : giochi di squadra tra cani”, evento autorizzato proprio dall’as-

E qualcuno, alla fine, autorizzòsessorato regionale ai trasporti e dall’ufficio circondariale marittimo di Giulianova. Per la soddisfazione de-

gli organizzatori (ed anche del sindaco Mastromauro, “pala-dino” pentito della spiaggia per cani) le questioni di ordine pubblico che impe-dirono i precedenti appuntamenti do-

vrebbero essere almeno questa volta scongiurate.

sa settimana è stata inaugurata la prima “casetta” che eroga acqua al costo di 5 centesimi al litro. Mendace sui costi, in ritardo nei tem-pi, l’Amministrazio-ne ha dimostrato di

vantare un’invidiabile precisione almeno in una cosa: il taglio del na-stro.

Per carta, plastica e lattine, nessuna notizia certa, ma visto l’andaz-zo se ne riparlerà chissà quando. E se, più cor-rettamente, ci dicesse-ro che all’approvvigio-namento dei sacchetti ecologici dobbiamo

provvedere da soli, come succede nei fatti da mesi e mesi?

A Colleranesco, tra la piazza “Tri-foni” e la scuola elementare, si trova un campetto polifunziona-le comunale, luogo di ricreazione e di sport all’aperto di genera-zioni di giovani. Da alcuni anni il fondo in cemento è stato sostitu-ito da una manto sintetico che ha di certo migliorato la fruibilità e ridotto i rischi da caduta. Tuttavia vi sono alcuni aspetti che potrebbero essere migliora-ti: da un lato porre mano all’in-curia sia dell’area di gioco (la recinzione è in numerosi punti divelta) che soprattutto di quel-la attigua (disseminata di rifiuti ed erbacce); vi è anche una tra-scuratezza nella gestione dei fari luminosi (alcune volte sono rimasti accesi tutta la notte) ed infine, una ingiusta “legge del più forte” spesso domina sull’u-so della struttura. Si potrebbe pensare di coinvol-gere il vicino centro anziani per gestire l’illuminazione ed even-tuali prenotazioni che permet-tessero a tutti di utilizzare in maniera corretta uno spazio co-mune.

Il campettodi Colleranesco

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Fatti ... 4 GiuliaViva anno III n.15

Quando, nell’estate del 1981, Enri-co Berlinguer rilasciò ad Eugenio

Scalfari la storica intervista sulla “que-stione morale” (pubblicata da “Repub-blica” il 28 luglio di quell’anno), diffi-cilmente avrebbe immaginato che, a distanza di trentadue anni, quasi ogni parola pronunciata allora potes-se conservare intatto il proprio peso.Profetico nel preconizzare la stagione di Tangentopoli, difficilmente però l’allora segretario del Pci avrebbe osa-to immaginare che i tre decenni suc-cessivi non solo non sarebbero bastati a risolvere quella “questione morale”, ma avrebbero addirittura condotto ad una stagione della politica nazio-nale ancor più fumosa e decadente.Paradossalmente la stagione di Tan-gentopoli anziché portare ad una nuova moralizzazione della politica, ha prodotto l’effetto opposto: corru-zione, clientelismo, connivenze, am-biguità albergano quotidianamente

in tutti i livelli delle istituzio-ni, insinuando ogni giorno di più nel sistema pubblico la convinzione che privilegi, corrutele, favoritismi e di-scriminazioni rappresentino la “normalità” nella gestione della cosa pubblica. Chi ri-copre cariche di qualunque livello dimostra sempre più spesso di considerarsi intoc-cabile, comportandosi di

conseguenza senza alcun rispetto del ruolo rivestito e della fiducia accordata-gli. La “discesa in politica” è sempre più considerata il mezzo per un carrierismo personale che inevitabilmente non può coincidere con l’interesse della comunità, mentre di pari passo diminuiscono com-petenza, senso di responsabilità, spirito di servizio.Altrettanto paradossalmente assistiamo sempre più spesso (e, purtroppo, anche con la complicità di mezzi d’informazio-ne conniventi), al tentativo di capovolge-re la realtà delle cose: chi invoca il rispetto delle regole, la tutela del bene pubblico, la salvaguardia dei beni di tutti viene spesso additato come nemico di fanto-matici interessi generali, che nascondono in realtà vantaggi e benefici particolari.Di questo stato di cose non dobbiamo, e non possiamo, addossare l’intera respon-sabilità alla sola classe politica che, oltre alle proprie colpe, ha comunque appro-fittato quantomeno di una sorta di “as-

suefazione” di ampia parte della socie-tà civile. Diceva Berlinguer in un altro passaggio della sua intervista: “Molti italiani, secondo me, si accorgono be-nissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoriti-smi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari do-vuti, ma ottenuti solo attraverso i ca-nali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più.”All’epoca Berlinguer lanciò un sasso, pesantissimo, nello stagno della politi-ca italiana: fare in modo che quel sasso non finisca a fondo inutilmente, senza scalfire privilegi, clientele, complici-tà della malapolitica è, oggi più di ieri, soprattutto un dovere individuale. Nel 1981 Berlinguer affermò che la questio-ne morale era il “centro del problema italiano”: trentadue anni dopo, purtrop-po, è ancora così.

L’attualità della questione morale di Paolo Innocenti

“Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un gran-de consenso, una grande credi-bilità politica e la capacità di col-pire esosi e intollerabili privilegi. Se questi elementi non ci sono, l’operazione non può riuscire.” (E. Berlinguer, dall'intervista a E. Scalfari, - http://www.metaforum.it/berlinguer/questionemorale.htm).

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... in primo piano GiuliaViva anno III n.15 5

Comitati di quartiere. La riflessione di un delegato. di Raffaele Di Marcello

Finalmente, dopo mesi di incontri, conditi da qualche polemica, i Comitati di Quar-

tiere sono stati formati. Un appuntamento elettorale che ha visto la partecipazione di una piccola parte della popolazione giuliese, un po’ per diffidenza, un po’ per disinteresse, un po’ per assuefazione al fallimento di ini-ziative simili, ma che ha raccolto anche l’en-tusiasmo e le speranze di gente che, ormai, aveva rinunciato a credere nella possibilità di un qualche cambiamento. Ad elezioni con-cluse, e a Comitati insediati, credo sia utile fare qualche considerazione, da cittadino, sul clima che ha accompagnato queste elezioni e sulle modalità di formazione dei Comitati. Premesso che ogni forma di partecipazione popolare, per quanto imperfetta possa es-sere, è sempre benvenuta, va anche detto che la volontà popolare è, comunque, sem-pre mediata da una qualche struttura. Infatti i pensieri, i bisogni e i desideri dei singoli, devono, necessariamente, confluire in una decisione che soddisfi la maggioranza, non garantendo, comunque, che tale decisione sia realmente quella più giusta per l’intera col-lettività. Quindi un conto è parlare di parte-cipazione popolare, intesa come possibilità,

per ogni singolo, di esprimere diret-tamente la propria opinione (e, negli ultimi anni, il web ed i social network hanno ampliato di molto questa possibilità), un conto è pensare che il popolo possa decidere, senza alcun vincolo, sul bene comune, in quan-to, comunque, tale decisione deve passare, necessariamente, attraver-so un qualche organismo che ga-

rantisca, nelle forme democratiche che tutti conosciamo, l’affermazione della volontà del-la maggioranza. Per questo l’enfasi sul fatto che i Comitati di Quartiere siano, finalmente, la vera forma di democrazia diretta, quasi al-ternativa a quella “istituzionale”, del Consiglio Comunale, fa sorridere, se si pensa che, sep-pure con modalità diverse, anche il Consiglio Comunale è un organo democraticamente eletto, da una maggioranza di cittadini, che non necessariamente ha espresso il suo voto nella speranza di ottenere un beneficio diret-to o indiretto o a seguito di promesse eletto-rali o manovre di partiti e gruppi di potere, come non necessariamente chi è chiamato a rappresentare i cittadini come Sindaco, As-sessore o Consigliere Comunale è un inetto, un malfattore, un profittatore. In Italia, da anni, l’antipolitica, o meglio, l’antipartitismo, è una moda in voga, soprattutto, tra coloro che, magari, nelle strutture di partito ci hanno vissuto per anni, a volte anche comodamen-te, ed ora, per i motivi più diversi, le rinnega, aiutato anche da un malcostume diffuso nella nostra classe politica. Ma delegittimare gli organismi istituzionali non è certo la solu-zione. E infatti i comitati di quartiere, seppu-

re, per funzionare al meglio, devono essere lontani dalle logiche di partito, non possono che esercitare un’azione politica, intesa come azione di popolo, supportando le decisioni delle istituzioni, senza sostituirsi a quest’ul-time o, peggio ancora, fungere da comodo capro espiatorio per questioni scomode o impopolari. Quindi, se ad oggi le istituzioni, forse anche opportunamente, si sono tenu-te distanti dalle dinamiche di formazione dei Comitati di Quartiere (almeno ufficialmen-te) ora è necessario che le voci che si sono alzate contro o a difesa di questi organismi popolari, spesso a sproposito, ora tacciano, lasciando che Sindaco, Giunta, Consiglieri di maggioranza e opposizione, dialoghino con i cittadini attraverso una struttura di fa-cilitazione quale è, e non può essere altro, il Comitato di Quartiere. Concludo questo mio intervento sottolineando che, nelle riu-nioni dei vari quartieri, la maggior parte dei problemi pratici che venivano rappresentati sono problemi che, da anni, aspettano solu-zione. E molti concittadini, alcuni anche con anni di esperienza sulle spalle, ci hanno con-fidato che avrebbero votato nella speranza che, finalmente, con i Comitati tali problemi sarebbero stati risolti. Mi auguro che ciò ac-cada e, personalmente, farò di tutto perché sia così. Ma, mi chiedo, per fare dei marciapie-di lungo una strada, sistemare un’area ver-de, mettere in sicurezza una scuola, erano necessari i Comitati di Quartiere? Oppure l’amministrazione, nella gestione ordinaria della cosa pubblica, dovrebbe conoscere i problemi dei suoi cittadini e del suo terri-torio? A voi la risposta.

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Giulianova Mon Amour

6 GiuliaViva anno III n.15

alimentato ad arte. Insomma se il sin-daco non ha mai pensato di lasciare anzitempo il Comune (per rispettare i cittadini e per non far arrivare il com-missario come va ora dicendo) aveva tutti gli strumenti per bloccare sul na-scere la messe di articoli che da mesi inondano i giornali. Perché non acca-de con Brucchi (sindaco di Teramo) o Pavone (sindaco di Roseto)? Perché evidentemente il problema non si pone e la stampa non ne parla infatti! Insomma, la verità è un’altra, il sindaco ha da tempo una gran voglia di auto-promuoversi sul terreno della carriera politica (ovviamente prescindendo completamente dal dovere di com-pletare il mandato popolare). Per cari-tà sarebbe anche legittimo ma allora ci si eviti questa pantomima dimissio-ni sì - dimissioni no ogni qualvolta si profila all’orizzonte un’elezione sovra-

Nella politica giuliese, ma non solo, le pa-

role hanno perso ormai il loro significato. Ven-gono sempre più usate senza che nella realtà dei fatti gli corrisponda niente di quello che esse vogliono dire. È, inoltre, in atto un costante im-bonimento - il cui costo è a carico dei soldi pub-blici - volto a favorire l’Amministrazione in carica.Ne sono una conferma fatti recenti della vita pubblica giuliese: la deci-sione del sindaco di completare il suo mandato e le elezioni dei Co-mitati dei Quartieri. Due fatti che sarebbero scontati in una città demo-cratica. Eppure sono stati utilizzati, artatamente, per orchestrare un’in-giustificata grancassa mediatica col fine di mettere in evidenza presunti straordinari meriti del sindaco (e di un suo assessore). Soffermiamoci sulle mancate di-missioni. Sono mesi che sui media campeggiano articoli che danno il sindaco Mastromauro ora candidato al Parlamento ora alla Regione. Tutti sanno che se un tema simile rima-ne per tanto tempo di attualità sulla stampa è perché non solo non ci sono decise smentite ma al contrario viene

comunale. Dalle cronache e da altre fonti ben informate abbiamo altresì appreso che il PD di Giulianova è stato prima spinto a richiedere al sindaco la candidatura alla Regione con un grande panegirico, e poi clamoro-samente è stato schiaffeg-giato pubblicamente dallo stesso con la rinuncia. Come si può trattare in maniera così offensiva un partito solo

per poter esibire la bella figura di chi non si dimette per rispetto dei citta-dini? È veramente poco commende-vole, soprattutto perché le mancate dimissioni pare dipendano da ben altro, e cioè: il numero dei consiglieri regionali eleggibili è stato diminuito; nella lista PD del collegio teramano ci saranno numerosi altri agguerriti candidati; il partito non garantisce l’elezione a nessuno di loro. Quindi, di fronte al rischio della mancata elezio-ne, il nostro eroe è tornato agli antichi lidi. Cercando di trasformare, una riti-rata strategica in un atto d’amore per la propria città al servizio dei cittadini. Non solo. Il sindaco ha detto anche di voler raccogliere l’invito a guidare il PD a livello locale e regionale perché lui sa cos’è il rinnovamento e come attuare il cambiamento. Queste parole sono impegnative e vanno riempite di con-

Parliamone di Franco Arboretti

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GiuliaViva anno III n.15 7 Parliamone di Franco Arboretti

I retroscena di una candidatura mancata

tenuti che non le tradiscano.A giudicare da quello che il sin-daco ha combinato alla guida del governo della città ci sarebbe da augurare al PD che non gli capiti questa sciagura, ma non vogliamo intrometterci in casa altrui.Oggi la città, dopo quattro dei cinque anni a disposizione della Giunta Mastromauro che promet-teva meraviglie con i suoi “talenti”, registra un declino ancora più marcato.• A tal proposito più che le paro-

le parlano i fatti. Ne ricordiamo qualcuno:

• l’economia, già in sofferenza per la crisi generale, è stata abbando-nata a se stessa per poi darle il col-po di grazia con l’aumento di IMU, TARSU e TOSAP;

• la costosa e dannosa Variante al PRG dopo ben 6 anni di gestazio-ne è stata tagliata abbondante-mente dagli enti sovracomunali perché sbagliata (unico frutto fi-nora: i cittadini illusi hanno dovu-to pagare l’ICI-IMU sui terreni che ora sono tornati inedificabili!);

• il Piano Demaniale Marittimo è ben lungi dall’essere operativo per il guazzabuglio delle scelte effettuate (per ora niente nuo-ve concessioni, le spiagge libere sono sempre meno e spesso spor-che, e la vista mare è sempre più

preclusa); • le opere pubbliche, ad eccezione

del nuovo depuratore (finanziato però dal Ruzzo e dalle bollette pa-gate dai cittadini), sono da dimen-ticare (vedi piazza Buozzi e piazza del Mare);

• l’ospedale è sempre più penalizzato; • il peculiare paesaggio e i beni cul-

turali giuliesi sono stati ulterior-mente maltrattati (vedi lo scem-pio di biblioteca e pinacoteca di palazzo Bindi);

• non un evento dell’estate giuliese è in grado di affacciarsi alla ribalta nazionale; è stato perso il cine-te-atro Ariston in assenza di un’alter-nativa adeguata;

• la pulizia della città lascia molto a desiderare come pure una con-creta attuazione della giusta stra-tegia Rifiuti Zero;

• la tanto sbandierata mobilità so-stenibile non ha prodotto né isole

pedonali né piste ciclabili degne di questo nome;

•nelle entrate del bilancio comu-nale mancano all’appello svariati milioni di euro di giuste spettan-ze ma questo poi comporta però una più alta tassazione locale, poco equa, nei confronti della gran parte dei cittadini;

•nella spesa comunale lo sperpero documentabile di denaro pubbli-co è ormai dell’ordine di milioni di euro;

• la pratica del clientelismo e dei fa-vori per pochi ha fatto carta strac-cia dei diritti per tutti;

• per la prima volta, in campo ur-banistico, si sono avuti avvisi di garanzia e sequestro di cantiere a causa di abusi edilizi autorizzati dal Comune.

Questa testata, tra l’altro, ha già spie-gato dettagliatamente quante risorse pubbliche sono finite ai media locali e come molti aspetti scottanti per l’am-ministrazione (come quelli appena elencati) non vengano, generalmen-te, raccontati dal quarto potere. Non ci torneremo quindi. A noi preme, solo, metter in guardia i cittadini dal-la propaganda che tenta di carpire, disperatamente, con colpi di teatro abilmente orchestrati, un immeritato consenso cercando di far dimenticare gli innumerevoli atti di malgoverno.

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Speciale Giulianova Calcio

Orgoglio Giallorosso 8 GiuliaViva anno III n.15

La storia del calcio giuliese spesso vie-ne accostata ai nomi di vari calciatori e

tecnici che con la loro capacità, il talento e l’abnegazione per il lavoro quotidiano, sono riusciti a calcare i palcoscenici più im-portanti del panorama calcistico nazionale ed internazionale. Tra questi, sicuramente, c’è Franco Tancredi, portiere nato calci-sticamente nel Giulianova e poi portiere di Milan e Roma e della Nazionale. Chi ha contribuito alla crescita, sportiva ed anche nel temperamento, fondamentale per ottenere i risultati, sono Nicola Tribuiani e Giancarlo De Falco. Ripercorrendo la storia dalle origini, come è stata la crescita nel set-tore giovanile del Giulianova calcio?(FT) Innanzitutto sono onorato per questo in-vito. Vivo fuori Giulianova da 35 anni ma pos-so tornare al passato, che per me è stato fon-damentale, sia con Giancarlo che con Nicola. Giocavo ala destra e Nicola ha avuto l’intuito di trasformarmi in portiere. Poi tutta la trafila nel settore giovanile, la 1a squadra, il Milan. La base per partire me l’hanno data questi signori assieme al presidente Orsini e ad un competente di calcio come Pierino Stacchiot-ti. Sono stato fortunato perché mi son trova-to in un mix di persone capaci che volevano bene al Giulianova calcio e alla città, dotate di grande passione. Finché ci sono stati loro i risultati son venuti, con tanti altri calciatori arrivati in serie A. Un’esperienza formativa sia per l’educazione che per la professione.Nicola e Giancarlo, un ricordo che possia-mo condividere, su Tancredi giovane?(NT) Alle parole espresse da Franco, vorrei aggiungere che manca una persona, Emilio Della Penna. La trasformazione da ala destra

a portiere avvenne un giorno in cui Franco faceva gare di salto in alto. A 12 anni saltava 1,55 e siccome la squadra doveva partecipa-re al 1° torneo NAG (che poi vincemmo), deci-demmo di provarlo in porta. Dimostrò di ave-re qualità eccezionali: scatto, presa naturale, istinto. Ci convinse subito. Nel 70/71, quando vincemmo il campionato, Franco giocava negli Allievi (dove giocò 3 anni) ma anche nelle categorie superiori, facendo la sfortuna di qualche compagno pur bravo (Piccioni), perché dimostrava di essere più pronto. La prima volta che andammo a Coverciano, re-sponsabile Juniores era Vicini. Che ne apprez-zò subito le qualità. (GDF) Nicola è davvero la memoria storica calcistica di Giulianova, peraltro insignito con un riconoscimento importante (il Semi-natore d’oro). Di Franco voglio ricordare tre momenti. Il primo è quello che diceva Nicola: il salto in alto di Franco era davvero notevole. Lui era l’acchiappa-rigori: nelle finali giova-nili, se ci giocavamo tutto ai rigori, eravamo tranquilli perché ci pensava lui. Il secondo momento con l’allenatore Dante Fortini, con cui collaboravo come preparatore atletico. In

ritiro a Fara SM aveva introdotto esercizi duri ma molto efficaci, e Franco voleva quasi tor-narsene a casa. Li utilizzai in seguito nelle gio-vanili e furono davvero utili nella preparazio-ne: ricordo una trasferta ad Olbia, ad allenare in spiaggia Franco col pallone medicinale. Il terzo momento, quando andammo alla visi-ta medica per il Milan. C’era il dott. Monti.(FT) Volevo aggiungere che mi sento orgo-glioso di essere giuliese. Poi, magari, il mio carattere schivo, un po’ orso, può trasmettere altre sensazioni. Mi fa piacere ricordare, oltre Nicola, un allenatore come Dante Fortini che ho sempre citato in tutte le interviste. Lui mi ha formato, anche con allenamenti pazze-schi: alle 7 del mattino si andava al campo ad allenarsi col pallone medicinale. Mi ha fatto superare la soglia della fatica, mi ha insegna-to tantissime cose e spronato, sempre. (GDF) Una serie di esercizi che, con Nicola, portammo anche a San Benedetto. Coccia, Deogratias, Musarra, Bonaiuti, tutti ragaz-zi che ne hanno beneficiato. Inoltre voglio aggiungere, in quanto a tradizione giuliese, che lui era il figlio di Lenin Tancredi (il nome dice tutto) e abitava dietro lo stadio, dietro la

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Speciale Giulianova Calcio GiuliaViva anno III n.15 9

Orgoglio Giallorossosul sito www.giuliaviva.it

il video completo dell’intervista

Intervista esclusiva con Franco Tancredi Nicola Tribuiani e Giancarlo De Falco di Daniele Adriani

curva ovest. Era un predestinato. E poi, pur essendo destro, calciava di sinistro natural-mente. (FT) Abbiamo ripercorso una parte impor-tante della mia carriera perché senza questi personaggi non avrei fatto la carriera che ho fatto. Per me è stato fondamentale l’approc-cio avuto al settore giovanile. Passare dalla realtà di Giulianova a quella di Milano e Roma, come è stata vissuta?(FT) Ho chiuso l’anno con le finali Juniores, che vincemmo a mani basse (in finale 4-0 all’Udinese). A fine partita però ero triste e chiesi a Nicola “perché devo andar via” ed andavo al Milan, non ad una squadretta. Lui mi fece un ragionamento facendomi capire che dovevo fare un salto di qualità. Negli spo-gliatoi ero felice del titolo, anche di andare al Milan, ma mi dispiaceva lasciare tanti com-pagni. A Milano è partita la mia carriera: 2 anni da riserva (c’era Albertosi, era durissima portargli via il posto), un anno in B a Rimini, e poi è iniziata la mia storia trentennale con la Roma. Metà della mia vita, con grandissime soddisfazioni e delusioni. I colori giallorossi mi sono entrati veramente dentro. Anche a Roma sono capitato con due grandissimi personaggi, Dino Viola, un padre, e un alle-natore (Liedholm) che ha avuto il coraggio di mettere in panchina il 12° della Nazionale, Paolo Conti, per far giocare me. Sono capita-to al momento giusto, con 12-13 fuoriclas-se, in una società serissima. Forse abbiamo vinto meno di quello che dovevamo vincere. Soprattutto la coppa dei campioni, una del-le delusioni più grandi. Ho poi fatto l’ultimo anno a Torino, divertente.

Poi sei passato da giocatore ad allenatore, come Nicola e Giancarlo. Quali differenze e quali stimoli hai trovato?(FT) Un ruolo diverso, certamente, sia a livello giovanile che di prima squadra. A livello giovanile mi sono divertito tantissi-mo perché i ragazzi assorbono gli insegna-menti, come spugne, ed abbiamo lavorato bene, facendo crescere ottimi portieri come Amelia e Curci. Soprattutto per me è stato molto formativo lavorare nel settore giova-nile. Penso che i più bravi allenatori devono stare nel settore giovanile perché è lì che si forma l’atleta. E’ ciò che avviene all’estero, diversamente dal nostro calcio. Ed andreb-bero pagati e valorizzati per come merita-no. Soprattutto in questo momento di crisi globale, bisogna lavorare moltissimo con istruttori bravi che sappiano far crescere i ra-gazzi. L’ultimo Europeo U21 ha confermato che materiale per poter lavorare, in Italia, c’è.Oggi a Giulianova c’è un problema nel settore giovanile. Secondo i dirigenti so-cietari c’è un proliferare di scuole calcio e giovanili che si sovrappongono e rendo-no difficile crescita e qualità.(FT) Non conosco bene la situazione attuale però è un peccato. In questa zona, nel nostro territorio, c’è un dna positivo, che meritereb-be di essere valorizzato mettendo le persone giuste al posto giusto. Giulianova è da sem-pre una fucina di talenti, perché gli istruttori sono stati sempre capaci di trovarli, quindi una realtà unica e forte renderebbe prolifico il lavoro e garantirebbe il “rifornimento” per la prima squadra. Ricordiamoci, solo a titolo di esempio, di Renato Curi, Pasquale Iachini.

(NT) In una cittadina come Giulianova, 22000 abitanti, se vediamo i ragazzi che si sono im-posti, possiamo dire che ne sono usciti tanti. Gli anni 70 sono stati molto prolifici. C’era la predi-sposizione della società a fare un certo tipo di lavoro e poi c’era la necessità, perché i dirigenti non erano grandi mecenati. La gestione veni-va pareggiata con la valorizzazione dei giova-ni di valore. (GDF) La svolta che portò a quei risultati fu l’in-tuizione di organizzare la preparazione estiva così come si fa con la prima squadra.(NT) Nel 72, infatti, a Fara SM portammo 40 giovani giocatori in ritiro, trattandoli come i più grandi.(FT) Capisco che il calcio di prima era diverso, però direi che tentare non costa niente. E’ im-portante mettere le persone al posto giusto. Se si vuol fare settore giovanile per arricchirsi, non si va da nessuna parte. Perché non ripro-vare a ripartire coinvolgendo le persone giu-ste, che a mio parere ci sono?(GDF) C’è un problema di fondo. Mentre prima

Segue a pag. 15

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10 GiuliaViva anno III n.15

Premi letterari a Giulianova. Progetto Poesia di Edda Piccioni

Alcune alunne che hanno fre-quentato il corso Progetto-Po-

esia, condotto dalla professoressa Edda Piccioni nella ex scuola statale “Bindi-Pagliaccetti” di Giulianova, si sono distinte al concorso lette-rario Valeria edizione straordinaria di Cittaducale (RI): Maria Vittoria Di Stefano, 2° premio con la poesia Versi Liberi; Maria Paola Bellucci, 5° premio con Il guerriero d’Abruzzo e Giorgia Di Bonaventura con La liber-tà, riuscita a rientrare tra i premiati. La premiazione è avvenuta il 27 aprile scorso presso il convento del-le suore benedettine di Cittaducale. Alla IX edizione del concorso lette-rario regionale di Tortoreto, Maria Paola Bellucci è risultata vincitrice

con la lirica I Trabocchi e Maria Vit-toria Di Stefano ha conquistato il 3° posto con Gente di mare in Abruzzo. A Civitella del Tronto, al concorso letterario nazionale Le Lunarie altri due alunni del Progetto-Poesia sono stati segnalati: Andrea Ciabattoni con le poesie Il lago, Il mio mondo speciale, Notte e, in precedenza, An-gelo Moscianese con Acqua, Aria, Dolce Silenzio. Proprio questi due ultimi ragazzi insieme all’alunna Maria Vittoria Di Stefano si sono im-pegnati a far brillare anche la scuola secondaria di 1° grado dell’Annun-ziata di Giulianova. Complimenti a tutti gli alunni che mantengono alto nel tempo, il vessillo della “Poesia”.

Versi LiberiScrivere su un fogliociò che vogliomi fa sentire liberadi pensare , di esprimermi…Sono come un gabbiano:intingo nel mare le alie affido all’aria,alle stelle i miei desideri. Maria Vittoria Di Stefano

La libertàDesidero soloun po’ di libertàdevo uscire dallospazio limitato che pian piano

Interferenze visive

si stringe intorno a me.M’imprigiona:devo aprire le alie volare vialontano dallatristezza e dalla pauraper gustarela più sana libertà. Giorgia Di Bonaventura

11a Edizione Premio Letterario Nazionale Valeria. Valeria Di Nardo, nata a Rieti il 17 settembre 1980, ha trascorso la sua breve esistenza inserendosi nel gruppo di catechesi parrocchiale e prestando volontariato all’UNITALSI. Ragazza allegra e piena di vita, sem-pre attiva in ambito sociale e uma-no, amava, inoltre, scrivere poesie in cui esprimeva il suo ricco mondo interiore caratterizzato dall’amore che nutriva verso il prossimo come la delusione di fronte alla crudeltà e indifferenza altrui. Dopo la scom-parsa di Valeria, i familiari hanno riu-nito le sue poesie in un libro intitola-to SKIZZO, un angelo tornato al cielo e, in sua memoria, per favorire e va-lorizzare il volontariato, il mondo dell’handicap e il mondo giovanile, è stato istituito il Premio Letterario a lei intitolato.

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Titolo: Una lunga trattativa Autore: Giovanni FasanellaCasa editrice: Chiarelettere Pagine: 222 Prezzo: € 13,00

Chiarelettere pubblica un nuovo interessantissimo libro su una questione spinosa di cui non si parla mai abbastanza: il rappor-to Stato italiano e mafia. A parlare di questo terribile intreccio è Giovani Fasa-nella (giornalista e scritto-re che da anni si interessa di questo argomento) in

Una lunga trattativa che ci esorta a non lasciare che una questione così importante rimanga chiu-sa nelle aule di giustizia perché in gioco c’è il nostro Stato e la nostra Repubblica. La mafia, purtroppo, è sempre stata una risorsa per lo Stato italiano: dai picciotti siciliani che nel 1860 aiutavano Garibaldi nella sua spedizione, agli omicidi impuniti di inizio secolo; dall’alleanza con il fascismo al patto con gli angloamericani per indirizzare la pace; dagli omi-cidi del dopoguerra perché la sinistra non trovasse appoggi al Sud, fino alle uccisioni di Falcone e Bor-sellino. La magistratura è costretta ad ammetterlo e ad andare avanti nelle sue indagini ma per farlo deve trovare l’appoggio della politica.

Dove Cosa Quando GiuliaViva anno III n.15 11

Prime visioni di Stefania Sacchini

Pubblica utilitàFarmacie di turno

29/4 agosto Farmacia Ielo5/11 agosto Farmacia Del Leone12/18 agosto Farmacia ComunaleGuardia Medica festiva e di urgenza Tel.: 085.8020362Ospedale Civile Via Gramsci 085.80201Pronto Soccorso 085.8020238 085.8020366118 085.8020442 / 085.8020373Croce Rossa Via Simoncini, 41/A 085.8007733Consultorio Familiare Via Ospizio Marino 085.8020816Polizia Veterinaria Pronto Intervento 085.8020818 (08.00-20.00)

Concerti mostre ed eventiGiuliesi in scena

La notte del giudizioAnno 2022, l’America è una nazione completamente rinnovata con nuove leggi e regolamentazioni. Una tra tutte la “purificazione”, ossia un intervallo di 12 ore all’anno, un periodo di tempo in cui tutto è permesso, i detenuti possono andare in giro tranquillamen-te e commettere i crimini più atroci, anche i civili possono fare ciò che vogliono, con la sola eccezione di non colpire i rappresentan-ti dell’ordine. Durante uno di questi intervalli, la famiglia di James Sandin dovrà proteggersi da un feroce attacco. La notte del giudi-zio è diretto da James De Monaco ed interpretato da Lena Headey, Ethan Hawke, Rhys Wakefield, Max Burkholder, Edwin Hodge, Tony Oller, Adelaide Kane, Tisha French, Tom Yi, Nathan Clarkson. In programmazione dal 1° agosto.

Una lunga trattativa

La compagnia te-atrale dialettale “Giuliesi in scena”, ripropone con nuo-vi dialoghi, sketch comici ed un rinno-vato cast la comme-dia gli “Squol’anti”, scritta e diretta da

Marco Luciani. L’appuntamento è per sabato 3 agosto in piazza Buozzi, nel centro storico di Giulianova, alle 21, costo del biglietto 5 euro. Il ricavato al netto delle spese verrà de-voluto in beneficienza.

Notte Alta a GiulianovaLa sera di sabato 27 i negozi e i musei restano aperti fino al mattino ma la città propo-ne anche stand gastrono-mici e tanta musica. Con dj set di Plonk dj, salsa e balli di gruppo con Tropicana e musica live con Maelisando,

uno spettacolo circense con il Circo della Luna, la mu-sica indie con “Il Niente”, la marching band Pink Puf-fers e alle 23.30 il concerto della band salentina Crifiu.

Dal 3 al 5 Ago-sto 2013 la Pro Loco di Mon-tone e il Pin Up Music presen-tano un festival dedicato alla musica e al vini-

le. Due piazze riservate ai concerti, una al mer-catino in vinile.Un seminario aperto a tutti gli appassionati del genere, alcune perfomance di dj con gli indi-menticabili piatti technics.Nelle vie del borgo, un percorso dedicato agli artisti di strada, alla birra artigianale Pin Up e agli stand gastronomici.

l’Associazione Culturale Teatro del Sì, organizza la prima edizione della rasse-gna di libri e cultura Fare Letteratura.Tre appuntamenti 17 - 30 luglio e 7 agosto nella terrazza dello storico palazzo Kur-saal, che apriranno le porte a tutti gli appassionati di letteratura.

La Notte e il vinile

Sagra del pecorino a FarindolaLa Pro Loco di Farindola organizza nei giorni 2 - 3 - 4 - 5 e 6 agosto 2013 la terza edizione della “ Sagra del pecorino di Farindola - i frutti del gregge” con la risco-

perta di altri prodotti tipici della gastronomia locale.La manifestazione avrà inizio alle ore 20.00 e si svolgerà lungo le vie e nelle piazzette del Centro Storico;

Teatro del SI a Giulianova

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12 GiuliaViva anno III n.15

Noi di sala di Paolo Di Gregorio

Primo e Secondo

Prendo spunto per questo articolo da un’associazione nata dalla mente vul-

canica di Alessandro Pipero e Giuseppe Palmieri, direttori di sala rispettivamente di “Pipero al Rex” di Roma e de “ L’osteria Francescana” di Modena, che si propon-gono di formare figure altamente specia-lizzate per il servizio in sala.Viviamo in un momento storico durante il quale tutti i mass-media pongono l’atten-zione sulla gastronomia, voglio dire che non esiste più un programma televisivo dove non si cucini una ricetta qualsiasi, da quelle della nonna a quelle più elaborate. Non mancano addirittura canali monote-matici sull’argomento cucina, si pensi ad esempio al “Gambero rosso channel” o a reality show dove alcuni famosi chef di-ventano vere e proprie star televisive.Tutto ciò non può che far bene alla filiera gastronomica: si aumentano le conoscen-ze e la cultura sui prodotti della terra e del mare e si affinano quelle dietro ai fornelli. Aumenta l’attenzione sul mondo “cucina” e come conseguenza i corsi a riguardo registrano forti crescite di iscrizioni, il ro-vescio della medaglia è la quasi completa disattenzione sul lavoro che si fa in sala.

Rana pescatrice, topinambur e mandorle tostate

Ingredienti per una persona1 rana pescatrice di 500 grammi2 topinambur2 patate viola50 grammi di mandorle tostate 1 spicchio d’aglioFumetto di pesce e vino bianco Sale e pepeProcedimentoTogliere la pelle e le interiora della rana pe-scatrice, lavarla in acqua corrente fredda. Cuocerla a fuoco lento in una padella con olio extra vergine ed uno spicchio d’aglio. Durante la cottura aggiungere un cucchia-io di fumetto di pesce e far sfumare un bic-chiere di vino bianco.Pulire il topinambur e le patate viola e lessarle in due pentole diverse in abbondante acqua salata, nel frattempo tostare le mandorle e sminuzzarle. Frullare il topinambur con il frul-latore ad immersione, ottenuta la giusta den-sità disporre la crema sul piatto di portata ed adagiare sopra i filetti di rana pescatrice. Ulti-mare la guarnitura del piatto con le mandorle tostate e dei cubetti di patate viola.

Insomma tra 5/10 anni avremo tanti chef disoc-cupati e molti ristoranti senza personale di sala.Anch’io, nel mio piccolo, ho molte più richieste di lavoro per figure di cu-cina che per ruoli di sala. Eppure l’accoglienza e il servizio sono impor-tantissimi per un locale

- a qualsiasi livello - dall’onesta trattoria di provincia al ristorante stellato.E’ ovvio che per un locale dove si som-ministra del cibo tutto ruota intorno alla cucina, ma il servizio ha un ruolo delica-tissimo e fondamentale. Quanto buono creato dallo chef può essere rovinato da un servizio troppo raffazzonato; oppure all’estremo contrario un piatto buono ma semplicepuò essere danneggiato da un servizio troppo pomposo. Nel momento in cui l’uomo di sala prende il piatto ha in mano la riuscita di quella ricetta.Non solo, quante volte vi siete trovati in alcuni locali dove si mangia benissimo ma siete stati accolti in maniera sgarbata o comunque non in linea con il locale? Gentilezza, compostezza ed educazione sono le cose basilari per un buon uomo o donna di sala accompagnate da un sorri-so sincero. Quindi una bella esperienza di una cena, di un pranzo e anche di un loca-le tout-court passano attraverso le mani delle persone che lavorano in sala come in quelle delle figure di cucina. Parafrasando il proverbio secondo cui dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, die-tro un grande chef c’è sempre - o si spera

che ci sia - un grande uomo di sala.Mi sento di consigliare questo lavoro! Certo: è faticoso, si lavora quando gli altri si divertono, gli orari sono lunghi e condi-zionano la vita privata. Ma le soddisfazioni sono molteplici, si conoscono tante perso-ne interessanti, si impara tantissimo ... e poi volete mettere la soddisfazione di vedere i propri clienti alzarsi dal tavolo e ringraziare di come sono stati accolti, accuditi e cibati?La ricetta che vi proponiamo è la rana pe-scatrice in abbinamento al topinambur e mandorle tostate. Un buon uomo di sala consiglierebbe in abbinamento un Fia-no d’Avellino con qualche anno di invec-chiamento.

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GiuliaViva anno III n.15 13 Qualche domanda a

La “passione” di una vita: Dante Di Pompeo di Irene Lattanzi

Dante è personaggio conosciutissi-mo a Giulianova e non solo; gli chie-

diamo di raccontarci un poco di sé.Sono nato, cresciuto e vivo a Giulianova. Da sempre sono stato attratto da tutto ciò che in qualche modo aveva a che fare con le scien-ze. Nel dopoguerra, quando ero poco più che bambino, mi bastava avere anche un solo pezzo di lente d’ingrandimento o un fram-mento di calamita per sentirmi emozionato, eccitato per le possibili scoperte. Se vedevo una stella cadente mi prendeva una grande emozione, avrei voluto prenderla tra le mani e sognavo, sognavo ad occhi aperti; pian piano la passione, le emozioni davanti a fenomeni e reperti sono cresciute con me e dentro di me.Davvero le sue emozioni, la sua passione si sentono dalla sua voce che esprime forte emozione. In seguito, come si è sviluppata, quale la scienza che l’ha affascinata per prima?La passione cresceva con me ma qui, a Giu-lianova, non trovavo nessuno che potesse guidarmi; fortunatamente conobbi Gianni D’Angelo che, con alcuni professori di Ascoli e Rimini, mi invitò a fare delle spedizioni nella zona del Furlo: territorio altamente fossilifero relativo soprattutto al giurassico e al triassico. Ho dato così inizio alla mia raccolta di ammo-niti ed altri reperti di quei periodi, alcuni davve-

ro interessanti; e ho potuto approfondire l’in-teresse per la paleontologia ed “attrezzarmi” sempre meglio. Durante una mareggiata in-vernale la mia attenzione fu attratta da una piccola roccia stranamente punteggiata; quando in un momento di bonaccia riuscii a raccoglierla e ad osservarla allo stereo-microscopio, riuscii a riconoscere nei punti gli agglomerati di foraminiferi. Aiutando-mi con testi di eminenti esperti e facendo riferimento al Laboratorio Marino che la dottoressa Giansante mi aveva messo a disposizione, ho dedicato sei anni di lavoro appassionato alla micro-paleontologia.Ma poi le sue passioni si sono ancora ac-cresciute...Infatti, nato in un posto di mare, è stato natu-rale appassionarsi alla malacologia; possie-do una collezione che definisco “scientifica“ in cui ho raccolto praticamente tutti i bivalvi presenti nel nostro mare a cominciare dal più piccolo. In seguito mi sono avvicinato anche all’antropologia: ho reperito dei “crani pietrificati”che, secondo quanto sono riusci-to a sapere, sono reperti piuttosto rari. Sono passato poi all’approfondimento della co-noscenza dei materiali cosmici da impatto, meteoriti e altro, che mi affascinano profon-damente, in un modo che non so descrivere. Come passa dalle scienze di cui è appas-sionato all’ufologia?Anche i cosiddetti “mondi paralleli” mi af-fascinano e cerco di seguire come meglio posso le ricerche che vengono fatte in tal senso. Qualche tempo fa ho assistito perso-nalmente ad un fenomeno ufologico. Certo davanti ad episodi che ritengo veritieri, altri sono solo costruzioni più fantastiche!Prima di terminare questa chiacchierata, ri-

volga un invito, soprattutto ai giovani, per attrarli alla conoscenza di queste sue passioniDevo riconoscere che mi fa piacere divulga-re quello che riesco a conoscere e vorrei che anche i giovani avessero la passione per le scienze. La mia è una malattia che ti corro-de, ti prende nel profondo ma non è conta-giosa: ho provato con i giovani, nelle scuole, a proporre la visione delle mie raccolte e il racconto delle mie conoscenze ma in pochi hanno risposto e dopo una prima volta, non hanno continuato a mostrare interesse. Forse perché queste passioni richiedono tem-po, sacrificio, pazienza, impegno e sicura-mente non c’è guadagno. Infatti avevo anche

pensato di scrivere delle mie scoperte ma la pubblicazione richiede un impegno economi-co difficile da sostenere. Comunque io invito sempre tutti a dedicare anche solo un piccolo tempo durante il giorno alle conoscenze che possono aiutarci a scoprire il nostro passato. Dico sempre che “ognuno è quello che sa”, quello che sa di questo mondo che è la no-stra casa. Ma se non c’è la volontà persona-le, la voglia di scoprire, sapere, conoscere, nessuno può costringerci a farlo.Allora le auguriamo che, dopo le sue parole, più di qualche giovane si incurio-sisca e magari la fermi per la strada e le chieda delle sue passioni emozionandosi e appassionandosi a sua volta.

sul nostro sito www.giuliaviva.itil filmato dell’intervista

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[email protected] GiuliaViva anno III n.15

Inviateci le vostre lettere, segnala-zioni o foto a: [email protected]

Si prega cortesemente i nostri gentili lettori di contenere in termini di spazio i loro contributi, al fine di garantire una più ampia partecipazione ed evitare spiacevoli tagli.

A chi la rimozione?

Gent.ma Redazione, sarei curiosa di sa-pere se la passerella ed il parco adiacenti il chiosco davanti a Pois sia ancora di uti-lizzo pubblico visto che, abitando nelle vicinanze, ho assistito più volte a litigi del proprietario che non vuole che gli utenti della mensa della Piccola Opera Charitas, che si recano giornalmente a ritirare i pa-sti, passino di lì. Inoltre, se è lecito che i ti-tolari possano letteralmente inchiodare ad un albero del parco (visti con i miei occhi) un canestro con cui i loro figli, nipoti ed amici si divertono fino a tarda notte urlan-do e schiamazzando a più non posso sotto le abitazioni dei cittadini malcapitati.Già che ci siamo, siccome la curiosità è femmina, vorrei sapere se è lecito che i signori possano apporre i loro tavolini nel parco e/o sulla passerella e banchet-tare allegramente come fossero in un giardino privato (una volta hanno anche gonfiato una piscina per il loro diletto) e parcheggiare indisturbati sempre lì le loro biciclette. Vedo gli operai comunali che ripuliscono il parco, quindi deduco che ci possa essere qualcosa che non quadra ma, altrimenti... potrei avere assegnato anch’io un pezzetto di quel parco per andarci a prendere il sole? Grazie per l’attenzione e buon lavoro Email firmata

Dal numero scorso

Gentile redazione, volevo intervenire su al-cuni articoli presenti sul numero 14, dove mi sembra che esagerate su alcune osserva-zioni che lasciano molti punti interrogativi. Su Istantanee giuliesi: fotografare un bido-ne della raccolta della plastica pieno dicen-do che qualcosa và storto sulla annunciata pulizia del porto.....quando basta passeg-giare sul lato ovest per vedere la differenza rispetto a prima sull’ordine e pulizia. Sulle email, quella “cittadini di serieB”:mi sembra dell’anno2012, anzi ringraziamo gli am-ministratori e operai del comune del buon lavoro sulle bellissime spiagge Libere zona sud e nord.Infine l’articolo di Irene Lattan-zi sulla “piazza”Dalla Chiesa definirla una macchia di verde predisposta ad essere bi-glietto da visita del nostro paese!!!!!!! forse meno della metà dei giuliesi sà dove si tro-va, un parcheggio con una ventina di pian-te. Buon lavoro. Daniele D.

Pubblico o Privato?

La foto del porto forse non è chiara (anche se non ci sembra), ma quello che il lettore de-finisce “bidone della raccolta della plastica pieno” è piuttosto una serie di cassonetti stra-colmi, sintomatici di una situazione che nei giorni successivi allo scatto è addirittura peg-giorata: se non è qualcosa di storto questo... Su Piazza Dalla Chiesa siamo assolutamen-te d’accordo: decenni di malgoverno hanno trasformato uno dei luoghi più suggestivi di Giulianova in un “parcheggio con una venti-na di piante”: i biglietti da visita bisogna vo-lerli e saperli valorizzare. Una (amara) con-siderazione finale: tanta è l’abitudine a vedere questa nostra città trascurata e maltrattata che per la semplice pulizia, dopo anni di in-curia, di due tratti di spiaggia libera ci si sen-te in dovere di ringraziare gli amministratori: quasi non fosse un atto dovuto e soprattutto pagato con i nostri soldi! La Redazione

Più di una volta ho notato la presenza nel parco Franchi di mucchi di immondizia che sembravano pronti per essere portati via, senza però che nessuno vi provvedesse. A chi spetta la rimozione della spazzatura dai parchi di Giulianova? Lettera firmata

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Orgoglio giallorosso

giocavamo sempre, oggi i ragazzi vanno a scuola calcio 2-3 volte la settimana e basta. Una società calcio che vuole distinguersi deve partire dalla capacità degli istruttori, con organizzazione adeguata e disponibilità di strutture.(FT) Potrebbe sembrare utopistico, ma non bisogna per forza es-sere in ostaggio del risultato. E’ possibile far capire alla gente che è importante creare qualcosa che poi possa portare nel tempo al risultato finale. Credo moltissimo nei giovani, non è facile, ma si può fare.(NT) Ciò che manca è la pazienza, e anche le idee per poter struttu-rare un settore giovanile funzionante. Vogliono i risultati subito ma la bacchetta magica non esiste. A quei tempi il miglioramento fu continuo, e lento. La squadra che vinse il campionato nel 70-71 che salì in C per la prima volta aveva, su 18-19 elementi, 16 del settore giovanile di cui 12 giuliesi (Vernisi, Angelo Tancredi, De Falco, Mau-rini, Palestini …). Non era un caso. Sergio Conte e Pasquale Tancre-di che andarono all’Inter. Negli anni 60 facemmo 10 anni di serie D, di duro lavoro, che furono la base che portò successivamente ai risultati.(FT) Capisco che in questo momento conta solo il risultato ma, ad esempio, il calcio tedesco è ripartito da principi come quelli che stiamo discutendo. Il Borussia Dortmund era fallito ed ora vedia-mo dov’è arrivato.(NT) E’ certamente cambiato il sistema, purtroppo. Si percorrono le strade più brevi, senza programmi tecnici. Giulianova in 4 anni ha distrutto ciò che s’era costruito in 60. Dopo Orsini, anche altri presidenti erano appassionati. Storicamente da Giulianova sono sempre usciti grandi giocatori, da Pasquale Mammì, Dante Pao-lini, Giannino Di Teodoro. Tutti giuliesi degli anni 40, e poi Braca, Piccioni, Ianni, Gerardini, Tancredi, Curi fino all’era Quartiglia, con i fratelli Del Grosso, Cozzolino, Antenucci. Il disastro è arrivato nelle ultime 4-5 annate. Chi si mette oggi a capo di una società sportiva è un eroe. Quelli che ci sono attualmente sono magari criticabili, ma meriterebbero una medaglia.Per chiudere, ringraziamo Franco, Nicola e Giancarlo per averci ricordato anni belli.(FT) Sono contento di aver parlato molto di Giulianova, mettendo da parte la mia carriera. Ho ricordi impressi nella memoria che mi hanno accompagnato in tutta la vita. Ma adesso sono particolar-mente impegnato a fare il nonno.

di Daniele Adrianisegue da pag.9

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