la domenica settimanale

33
d'informazione con inchieste, reportage, cronaca, storie, interviste, cultura Le Vele? Sono preziose Istituto Filosofico Via i vecchi padrini Vietato abbatterle sono un monumento Leggi a pagina 10 Sfrattata la biblioteca finisce in un capannone Leggi a pagina 12 Partono da Scampia alla conquista di Marano Leggi a pagina 15 Il “non” assessore Lo strano caso di Vito Amendolara Leggi a pagina 21 N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno I Gli sfrantumat i Sono in Parlamento da imputati e indagati occupano poltrone da almeno tre mandati senza imbarazzo si preparano alle elezioni Sono in Parlamento da imputati e indagati occupano poltrone da almeno tre mandati senza imbarazzo si preparano alle elezioni Sono in Parlamento da imputati e indagati occupano poltrone da almeno tre mandati senza imbarazzo si preparano alle elezioni Sono in Parlamento da imputati e indagati occupano poltrone da almeno tre mandati senza imbarazzo si preparano alle elezioni

Upload: wwwladomenicasettimanaleit

Post on 08-Mar-2016

224 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

è un periodico d'informazione con inchieste, reportage, cronaca, storie, interviste, cultura. E' il numero 4 settembre 2012

TRANSCRIPT

Page 1: La Domenica Settimanale

d'informazione con inchieste, reportage, cronaca, storie, interviste, cultura

Le Vele? Sono preziose Istituto Filosoco Via i vecchi padrini

Vietato abbatterlesono un monumento Leggi a pagina 10

Sfrattata la biblioteca finisce in un capannone Leggi a pagina 12

Partono da Scampia alla conquista di MaranoLeggi a pagina 15

Il “non” assessore

Lo strano casodi Vito AmendolaraLeggi a pagina 21

N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno I

Gli sfrantumatiSono in Parlamento da imputati e indagatioccupano poltrone da almeno tre mandatisenza imbarazzo si preparano alle elezioni

Sono in Parlamento da imputati e indagatioccupano poltrone da almeno tre mandatisenza imbarazzo si preparano alle elezioni

Sono in Parlamento da imputati e indagatioccupano poltrone da almeno tre mandatisenza imbarazzo si preparano alle elezioni

Sono in Parlamento da imputati e indagatioccupano poltrone da almeno tre mandatisenza imbarazzo si preparano alle elezioni

Page 2: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

"A CHE SERVE ESSERE VIVI, SE NON C'E' IL CORAGGIO DI LOTTARE?"www.isiciliani.it

SOTTOSCRIVI PER I SICILIANI GIOVANIIT 28 B 05018 04600 000000148119

LIBERTA'

19822012

L'ARIADELLA

Page 3: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 3

www.ladomenicasettimanale.it

Lo sterminatore di congiuntivi Luigi Cesaro e la “laura”8

Spaccio di testi antichi Interrogato Marcello dell'Utri11Il vizio della memoria Ricordando Chinnici14Asili nel caos L'assessora fa finta di nulla 18Governatore & moglie Dimissioni via Fb 20Fondazione FestivalTutti in piscina a festeggiare22Schiuma a Vigliena Centrale Enel nel mirino 24Cavalleggeri da brivido Le “nuove” favelas26Non era un eroeIl libro di De Stefano32

LA SVISTA Sottoscrizioni

per un giornalismo libero ***

arte la nostra sottoscrizione per “I Siciliani Giovani” e “FARE RETE”, il nostro progetto

editoriale per riportare la gloriosa testata fondata da Pippo Fava in edicola. Chi ha seguito il programma di Carlo Lucarelli su Raitre “Giornalisti nel mirino” ha potuto capire e comprendere cosa rappresentano “I Siciliani Giovani” è come sentire l'inno della Marsigliese. Il copyright appartiene a Riccardo Orioles e Giovanni Caruso ed a tutti amici che ho incontrato a Catania al Gapa. Una banda di briganti che intestarditi e brontoloni gettando il cuore oltre gli ostacoli hanno cominciato la navigazione a vista. Perciò dobbiamo impegnarci e sostenere con forza e convinzione questa “storia” sottoscrivendo un contributo che non va ai “Siciliani Giovani” ma ad un modo “vecchio” di intendere il giornalismo. Con il numero di questo mese abbiamo voluto centrare il nostro obiettivo sugli “sfrantumati” ovvero quei parlamentari compromessi che nonostante tutto già “lavorano” per la loro rielezione nonostante indagini, rinvii a giudizio e mancati arresti. Abbiamo raccontato due storie di camorra: l'inaugurazione di un centro per minori che si affaccia su di una piazza dedicata a Rocco Chinnici, l'inventore del pool antimafia di Palermo mentre Ferdinando Bocchetti con un'inchiesta svela come la giovane camorra vuole conquistare i territori dei vecchi padrini. Poi ci sono due reportage : Vigliena e Cavalleggeri. Le Vele da abbattere, lo sfratto della Biblioteca dell'Istituto filosofico, il caso Dell'Utri, caos asili nido e tanto altro. Vi auguro buona lettura.

P

Periodico d'informazione con inchieste, reportage, cronaca,

storie, interviste, cultura. Giornale in Pdf scaricabile da

http://www.ladomenicasettimanale.it

“Puoi cadere migliaia di volte

nella vita, ma se sei realmente libero nei pensieri, nel

cuore e se possiedi l’animo del saggio

potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita, ma non lo

farai mai in ginocchio, sempre

in piedi”.

Giancarlo Siani

EditoreTUTTI GIU' X TERRA

Associazione Onlus - CF 94223580633Direttore responsabile

Arnaldo CapezzutoRedazione

vico Provvidenza, 1680136 – Napoli

info. 3495064908mail

[email protected]

www.facebook.com/ladomenicasettimanale.itTwitter

https://twitter.com/#!/LaDomenica7Consulente editoriale

Giulia RosatiGestione e ottimizzazione social network

Lina AndreozziProgetto editoriale settimanale

GAJ - Graphic Art JuliaHanno collaborato gratuitamente:

Ferdinando Bocchetti, Giuseppe Parente Giovanni Cardone, Monica, Capezzuto,

Rosario Esposito La Rossa, Genny Attira, Pier Paolo Milanese, Luigi Fonderico, Claudio Riccardi

N.4 - chiuso il 24 Settembre 2012 - Anno IReg. Stampa Tribunale di Napoli

n. 30 del 23 maggio 2012

Responsabile del trattamento dati(D.LGS- 30/06/2003 n.196)

Arnaldo Capezzuto

LA FOTO

Page 4: La Domenica Settimanale

GiambattistaScidà e GianCarlo Casellisono stati frai primissimipromotori dellarinascita dei Siciliani.

I Sicilianigiovani

Una piccola libertàwww.isiciliani.it

Lo spirito di ungiornale"Un giornalismo fatto diverità impedisce moltecorruzioni, frena laviolenza e la criminalità,accelera le operepubbliche indispensabili.pretende il funzionamentodei servizi sociali. tienecontinuamente allerta leforze dell'ordine, sollecitala costante attenzionedella giustizia, impone aipolitici il buon governo".Giuseppe Fava

Page 5: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

www.isiciliani.it

Una piccola libertà

SOTTOSCRIVI PER I SICILIANI GIOVANIIT 28 B 05018 04600 000000148119Associazione I Siciliani Giovani/ Banca Etica

Page 6: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 6

www.ladomenicasettimanale.it

econdo voi il deputato Nicola Cosentino per due volte scampato

all'arresto; il suo collega di ministero Marco Milanese, salvato dalla cella per pochi voti; il senatore Sergio De Gregorio graziato dai domiciliari; l'altro componente di palazzo Madama Vincenzo Nespoli miracolato dallo scrutinio segreto; l'onorevole Alfonso Papa, lui finito in galera, ma poi ritornato in Parlamento, non saranno candidati nella prossima tornata elettorale? Certo che si. Pensavate il contrario? Vergognatevi. Siete ingenui. Siete sprovveduti. Siete gonzi. Il criterio è : più un parlamentare ha guai giudiziari e meglio è. Indagini alle calcagna, processi in corso, scampato carcere, amicizie compromettenti, imbrogli, affari opachi è la gavetta per accrescere il peso politico nel partito. I quartier generali già sono in fermento. Le segreterie politiche in automatico già sanno quello che devono fare. Promesse, piaceri, aiuti, lettere di accompagnamento, bigliettini con

S segnalazioni, buoni benzina, ticket per la spesa, cellulari in omaggio, sconti per i libri scolastici: è il welfare pre-elettorale molto apprezzato in tempo di crisi economica. L'armamentario clientelare è il solito come del resto le facce di gomma che appaiono su bigliettini e manifesti. Un'indagine ha svelato che il partito degli astensionisti detiene la maggioranza relativa nel nostro paese. Altro che antipolitica. Come non credere alla ricerca? Come non giustificare questa disaffezione? Non occorre una base scientifica oppure complicati ragionamenti meta intellettuali: avete mai visto i volti di Luigi Cesaro, Mario Landolfi e Amedeo Labocetta da vicino? E' un'esperienza agghiacciante.Traumatizzante. Scappereste a gambe levate evitando di imbattervi nelle cabine elettorali di tutto il mondo. Lo scienziato Lombroso avrebbe interrotto gli

studi. Questi parlamentari dovrebbero essere impegnati nel produrre leggi per modernizzare e risolvere i problemi del paese, invece, sono ossessionati dalla loro agenda. La partita si gioca sul filo dei

numeri. Rincorrere le date delle udienze processuali, rispettare l'orario delle convocazioni dell'autorità giudiziaria. Inventarsi eventi per guadagnare tempo e far slittare le udienze. Trovare leggine nascoste per scansarsi condanne. E' mai possibile uno schifo del genere? Fossero di primo pelo e vabbè. Ma questi pseudo deputati e senatori hanno espletato – in media – a

testa già tre mandati. Cosa significa in politichese allora il termine “rinnovamento”? Perché è così complicato – metaforicamente scrivendo – dare un calcio elettorale nel loro sedere istituzionale e mandarli a casa?

© Riproduzione riservata

Ecco gli sfrantumati Indagati, quasi in cella, sotto processo ma attaccati alla poltrona E' corsa tra i parlamentari campani per mettersi in salvo: è già campagna elettorale

“Cosa significa rinnovamento? Perché questi politici dalla faccia di gomma devono continuarea rappresentare i cittadini nelle istituzioni?Perché nessuno metaforicamente li prende a calci?”

di Arnaldo Capezzuto

Sono casertani: due sono deputati

e un altro è senatore.

Vestiti da sposarizio di paese hanno l'aria di chi è

riuscito nella vita.

Sono i tre tenori campani.

Sulle loro teste politicamente coronate

pendono inchieste e rinvii a giudizio da far

rabbrividire.

Loro però sorridono e continuano a sedere sugli

scranni parlamentari.

Guai accusarli ecco il solito refrain:

“Ci attaccano per una pregiudiziale geografica

perché siamo nati e cresciuti in terre dove la camorra prospera”

Page 7: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 7

www.ladomenicasettimanale.it

Page 8: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 8

www.ladomenicasettimanale.it

enza parole. Luigi Cesaro detto Giggino 'a Purpetta, deputato e presidente della

Provincia di Napoli, grande “amico” di questo giornale, ci ha lasciato senza fiato. Al World Urban Forum durante il suo discorso di fronte ad una platea internazionale si è “arravogliato” pronunciando un inglese cafonizzato da balbuzia da dialetto di Sant'Antimo. Dopo aver confuso Marchionne, l’amministratore delegato della Fiat, con Melchiorre, uno dei tre re Magi; oppure un “tic tac” al posto di un diktat e ancora “oggi festeggiamo i 150 anni dell'Unità della Repubblica” adesso la sua proverbiale ignoranza travalica i confini italiani e approda nel mondo. Le gaffe di Luigi Cesaro sono cliccatissime dai frequentatori di youtube. Le sue poche ma solenni interviste dove non manca mai un riferimento agli “amici” e un qualche “pobblema serio e impottante” sono tra i più visionati del Web. Ultima chicca: una sua lettura (si fa per dire) del gobbo fatta passare per un'intervista. Sembra un attore di una sceneggiata napoletana, snobbato dai suoi stessi colleghi di partito per il suo eloquio tutt’altro che fluido e, manco a dirlo poco rispondente ai canoni della grammatica italiana; arrogante e strafottente tanto da decidere, pur senza averne alcun titolo, di diventare giornalista, presentando (con la

S complicità del direttore responsabile di un periodico del Giuglianese) una falsa pratica da pubblicista. Giggino ’a purpetta per gli amici; “Lo sterminatore dei congiuntivi II” per gli avversari – deputato da quattro legislature, presidente della Provincia di Napoli dal giugno 2009, europarlamentare dal 1999 al 2001, commissario del coordinamento provinciale napoletano di Forza Italia dal dicembre 2005 al marzo 2009, coordinatore provinciale del Pdl napoletano dall’aprile 2009 e da poco riconfermato nonostante oltre quattro pentiti di camorra l'accusano di essere un assiduo fiancheggiatore dei clan. Questo signore ha in tasca una laurea in giurisprudenza. Ma come l'ha conseguita con i punti dei formaggini? Perché Cesaro non rende pubblico sul web il suo curriculum universitario? Qui di seguito la galleria degli orrori lessicali di “Giggino 'a purpetta”.http://www.youtube.com/watch?v=OZw2nJMEqqg

http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=0IomxFYl3ak

http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=mlvgepd39b4&NR=1

http://www.youtube.com/watch?v=Fuc9OYlFplQ

http://www.youtube.com/watch?v=ukinV6aQL4U © Riproduzione riservata

Le nuove rivelazioniLa biografia di Luigi Cesaro aggiunge sconforto a sconforto. In una lontana ma pesante nota dei Carabinieri di Napoli (n. 0258456/1 del 27 ottobre 1991) si legge che “Cesaro Luigi, nato a Sant’Antimo, avvocato non praticante, assessore alla provincia di Napoli eletto nelle liste del Psi, (…) risulta di cattiva condotta morale e civile (…) In pubblico gode di scarsa stima e considerazione. E’ solito associarsi a pregiudicati di spicco della malavita organizzata operante a Sant’Antimo e dintorni”. Condannato inizialmente in primo grado a cinque anni per aver “favorito i collegamenti tra i vertici della N.c.o. Sarà prosciolto in cassazione”. Le grane non sono finite: l'imprenditore dei rifiuti Gaetano Vassallo ora collaboratore di giustizia accusa Cesaro di aver favorito il clan dei casalesi. Diversi gli affari che le cosche avrebbero fatto per anni con l'aiuto del politico di Sant'Antimo. Non è solo Vassallo a rovinare i sonni di Cesaro ma ci sono latri quattro pentiti che parlano in modo disinvolto del deputato e presidente della Provincia di Napoli. Racconti al vaglio degli inquirenti.

di Arnaldo Capezzuto

Lo sterminatore dei congiuntivi II Luigi Cesaro, deputato e presidente della Provincia di Napoli “politico-macchietta”, analfabeta di sola andata senza ritorno

al World Urban Forum fa ridere gli ospiti internazionali e non solo

Page 9: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 9

www.ladomenicasettimanale.it

i sta chiudendo un’estate densa di incontri per l’editore Pietro Valente, per

il postfatore e per i nove autori del libro “il Casalese”, ai quali il 19 luglio è stato attribuito il “Premio Paolo Giuntella” per la libertà d’informazione. Roma, Milano, Palermo, Lamezia Terme, Matera, Bari, Tortora e Ajeta (Cosenza), Pescara, Modena e Rovigo, sono state le principali tappe del tour nazionale del volume dedicato alle vicende politiche e giudiziarie dell’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino. La Feltrinelli di Pescara (13 giugno), di Milano, piazza Duomo (21 giugno), di Roma, piazza Colonna (25 giugno) e di Bari (3 luglio) hanno ospitato alcuni degli incontri organizzati dalla casa editrice Cento Autori. Di estremo interesse si è dimostrata la presentazione il 13 giugno al Kursaal Kalhesa di Palermo, alla quale sono intervenuti, tra gli altri, il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e il sindaco Leoluca Orlando, il cronista di Repubblica Palermo Enrico Bellavia, coordinati dalla giornalista Mariella Magazù. E Orlando, per spiegare il fenomeno della rappresentanza mafiosa in seno alle istituzioni, ha ipotizzato il teorema delle “4 C”, secondo il quale Ciancimino (Vito, l’ex sindaco di Palermo)

S sta ai Corleonesi come Cosentino sta ai Casalesi. La parabola politica del parlamentare campano, sulla cui testa pendono due richieste di arresto, (la prima firmata dal gip Raffaele Piccirillo, la seconda dal gip Egle Pilla), entrambe respinte dall’assemblea di Montecitorio, è stata il filo conduttore degli incontri organizzati nell’ambito del “Trame Festival” di Lamezia Terme (22 giugno), della rassegna “Ora Legale” di Modena (16 luglio) e dei tre appuntamenti casertani (11, 21 e 31 luglio) tenutisi a conclusione degli altrettanti campi antimafia “Terra di lavoro e dignità”. Un evento, quest’ultimo, che ha richiamato nelle terre e negli immobili confiscati ai clan alcune centinaia di giovani volontari provenienti da tutte le regioni d’Italia. Molto seguita è stata anche il 4 luglio la presentazione, organizzata da “Alternativa Basilicata” e “Matera cambia!” presso la sala consiliare della Provincia di Matera, a cui ha preso parte il presidente Franco Stella, che ha sottolineato “la vicinanza della Provincia di Matera nei confronti di chi ha avuto il coraggio civile di denunciare certi

fenomeni di malcostume”. Tortora (28 luglio) e Ajeta (23 agosto) sono state le due tappe calabresi del libro. A Rovigo “il Casalese” è stato ospite il 6 agosto della

festa del Partito democratico di Borsea. Tra i partecipanti il consigliere regionale Roberto Fasoli, presentatore della proposta di legge della Regione Veneto, che ha l’obiettivo di prevenire infiltrazioni mafiose anche attraverso “la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”. Per settembre sono annunciate altre due iniziative legate alla vicenda Cosentino: l’uscita del

documentario-inchiesta “Il Casalese”, della durata di 35 minuti, realizzato dalla Cento Autori; la piece teatrale curata da Riccardo De Luca, che sarà messa in scena dai giovani attori della compagnia “Experimenta teatro”.

PER APPROFONDIRE consulta il sito : http://www.iustitia.it/3_settembre_12/docum

enti/lettere4.htm

“Per questo mesesono annunciate le iniziative:il documentario-inchiesta “Il Casalese” e lapiece teatralecurata da Riccardo De Luca della compagnia Experimenta teatro”

di Francesco Ingravallo

REPORT la trasmissione di Milena Gabanelli con una puntata in onda domenica il 30 settembre ore 21 su Raitre ha deciso di occuparsi della vicenda del libro “Il Casalese”. Da sempre ci occupiamo della storia che si nasconde dietro questo testo-inchiesta che il disonorevole Cosentino e famiglia volevano al macero. Su giornale abbiamo svelato l'editto ordinato da Cosentino ai rappresentanti del Pdl: “Non partecipate a dibatti con gli autori de “Il Casalese”. Chi trasgredisce non sarà candidato

Il teorema di OrlandoLa legge della quattro “C” applicata a Nicola Cosentino Il sindaco di Palermo tira fuori l'equazione criminale

Page 10: La Domenica Settimanale

La DomenicaLa Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 10

www.ladomenicasettimanale.it

l Comune di Napoli, dopo anni, finalmente dichiara guerra alle Vele di

Scampia, palazzi che rappresentano il brutto dell'architettura moderna e che sono noti in tutto il mondo in quanto covo di spacciatori e delinquenti. La Soprintendenza, però, blocca tutto: “Le Vele sono un monumento!”. La stessa istituzione che, però, non vede (o fa finta di non vedere) gli scempi che si registrano sui palazzi e nelle chiese dell'arte del centro storico napoletano e che fino a poche settimane fa, non s'era accorta che i suoi stessi dipendenti avevano trasformato in parcheggio nientedimeno che Palazzo Reale. Strano concetto dei monumenti, quello dell'ex sovrintendente Stefano Gizzi (sostituito da pochi giorni con l'architetto Giorgio Cozzolino che subito si è detto disponibile a lasciare una sola di Vela ndr) .

I

Tutto è nato quando, in pieno agosto, tra un tuffo e l'altro nel mare di Mergellina accompagnato dai fotografi dei giornali, il sindaco Luigi De Magistris, partecipando al comitato per l'ordine e la

sicurezza pubblica, ha annunciato che entro fine anno sarà messo in campo un piano per demolire gli edifici, regno incontrastato di spacciatori e criminali.

Il progetto della giunta, però, rischiava di non vedere luce a causa dell'ex sovrintendente ai Beni architettonici e

paesaggistici, Stefano Gizzi. Le Vele? Per lui sono “un patrimonio da tutelare e da valorizzare”. Tra l'altro fu proprio Gizzi, due anni fa, ad inviare una lettera all'allora sindaco Rosa Russo Iervolino, a tecnici e funzionari in cui si sollecitava “la predisposizione in tempi rapidi di tutti gli atti propedeutici ad un' eventuale dichiarazione

di interesse culturale per il complesso storico-architettonico-urbanistico delle Vele”, progettato da Franz Di Salvo. Ora, viene da pensare che se le Vele sono un monumento, bisogna far pagare un biglietto di ingresso ai turisti che, in stile Mario Balotelli, decidono di andarsi a fare un giro nei palazzoni simbolo del degrado e dello spaccio di sostanze stupefacenti a Napoli. Ma poi,

pensandoci bene, ci sarà qualcuno disposto a pagare per vedere un simile scempio, sia architettonico che sociale? L'idea di trasformare le Vele in una attrazione potrebbe anche funzionare, ma non senza un impegno totale delle istituzioni sul territorio dell'area Nord di Napoli. Di certo, se si blocca l'abbattimento delle Vele per poi lasciarle nello stato pietoso in cui sono adesso dimenticando anche i problemi di chi vive a Scampia, allora è centomila volte meglio pensare concretamente di abbatterle

e riqualificare il territorio con un progetto serio che coinvolga i giovani. Non sarebbe meglio? La risposta, a questo punto, passa al nuovo sovrintendente. Tra l'altro Gizzi, è lo stesso che è stato bacchettato poche settimane fa dal Ministero dei Beni culturali per i suoi “giudizi inopportuni e indebiti” espressi in occasione della solidarietà manifestata a don Sandro Marsano, indagato e perquisito nell'inchiesta sui libri

trafugati dalla Biblioteca dei Girolamini. Un altro monumento, i Girolamini, che non è stato tutelato a dovere nel corso degli anni e dove, anziché la droga delle Vele, si spacciavano libri antichi.

© Riproduzione riservata

Se le vele sono un monumentotuteliamole meglio dei GirolaminiIl Comune di Napoli vuole abbattere quei palazzi della vergognal'ex sovrintendente diceva: “E' un patrimonio da valorizzare”

di Alessandro Migliaccio

“Un altro monumento ,i Girolamini,non tutelato a dovere nel corso degli anni, anziché la drogadelle Vele, si spacciavano libri antichi”

“L'istituzione Soprintendenzaera la stessa che non vedeva o faceva finta di non vedere gli scempi sui palazzi e nelle chiese dell'arte del centro storico”

Page 11: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 11

www.ladomenicasettimanale.it

cena muta. Niente saccio, niente dissi. Il senatore Marcello Dell'Utri in gran segreto è stato interrogato - per così dire - dai magistrati della

Procura di Napoli (Michele Fini, Antonella Serio coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo) che indagano sul saccheggio di migliaia libri antichi trafugati dalla Biblioteca Girolamini a Napoli. Il fondatore di

Publitalia convocato dai pm partenopei ha ascoltato le domande, serrato le labbra, salutato e alla chetichella è andato via. E' noto il suo spirito di collaborazione con gli inquirenti: condannato per mafia e sott'inchiesta dalle procure di mezza Italia. Nel mirino degli investigatori, questa volta, è finita la sua passione senza freno per i testi rari e preziosi. Il senatore è un tipo poliedrico: gli piace intrattenersi, interloquire e accogliere mafiosi e collezionare volumi antichi. Un bibiofilo per necessità. Un mercato quello dei testi antichi che si può trasformare in una buona

copertura per chi vuole imbastire operazioni e movimenti finanziari. Questa dei libri è una strana storia, l'ennesima quando c'è di mezzo Dell'Utri, il grande burattinaio. Proprio il senatore più volte è stato avvistato nel centro antico partenopeo, a pochi passi dalla strada dei pastori, in compagnia della sua storica segretaria. Coincidenze? A Napoli oltre alla droga adesso si spacciano testi rari. All'appello mancano precisamente duemila e duecento volumi molti dati all'estero: Germania, Spagna, Usa, Australia presso case d'asta o collezioni private. Siamo alla frutta. Se da un lato Gerardo Marotta è

costretto a fare gli scatoloni e trasferire la biblioteca dell'Istituto italiano per gli studi filosofici in un capannone di Casoria dall'altro chi doveva custodire un patrimonio di inestimabile valore l'ha messo a disposizione su comando. Marino Massimo De Caro, direttore della biblioteca dei Girolamini- in carcere dal 23 maggio - è considerato uomo di Dell'Utri. La sponda del senatore gli ha consentito – attraverso l'intercessione anche dell'ex capogabinetto del Mibac Salvo Nastasi – ad esempio di diventare consulente prima del ministro Galan e poi del tecnico Ornaghi e

tanto altro. Tra le mani dell'amico dell'ex premier Silvio Berlusconi è spuntata “stranamente” una rara edizione di un libro di Gian Battista Vico made in Naples. Ma ci sono altri punti di contatto tra De Caro e Dell'Utri entrambi sono indagati dalla Procura di Firenze per corruzione. “Sfruttando il suo ruolo istituzionale - si legge negli atti - il senatore avrebbe favorito alcuni imprenditori del settore energetico ricevendo da tali soggetti - per il tramite di De Caro - somme consistenti di denaro apparentemente giustificate dall'acquisto di un documento antico”. Nel recente interrogatorio - infine - sostenuto da Silvio Berlusconi in cui compare come vittima di una ipotetica estorsione operata dallo stesso Dell'Utri alla domanda del procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia di perché ha versato in dodici anni la somma di 40 milioni di euro al senatore, l'ex premier ha affermato: “Marcello è un mio amico e un collaboratore prezioso ho dato quei soldi perché lui ha solo due filoni di spesa: la famiglia ed i libri antichi”. Cosa aggiungere di più?

S

© Riproduzione riservata

di Arnaldo Capezzuto

Spaccio di testi antichiinterrogato Dell'UtriBerlusconi: “Lui investe in libri”

Page 12: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 12

www.ladomenicasettimanale.it

Schiaffo alla culturaSfrattata la biblioteca dell'Istituto filosofico Gerardo Marotta costretto a trasferirla in un capannone Trecentomila libri finiti ammassati in numerosi scatoloni

opo trentasette anni dalla nascita, chiude la biblioteca dell’Istituto Italiano per gli

Studi Filosofici di Napoli fondato dall’avvocato Gerardo Marotta era il 1975, incoraggiato dagli auspici dell'allora Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei Enrico Cerulli, da Elena Croce, figlia del celebre filosofo, dai professori Pietro Piovani e Giovanni Pugliese Carratelli fondò a Napoli l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del quale è tuttora Presidente. Trecentomila libri, molti dei quali rari, dalla prima edizione italiana dell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert, agli scritti di Benedetto Croce e di Giordano Bruno. Questi preziosi volumi rischiano di marcire in un capannone di Casoria l’immensa biblioteca dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, acquistata nel dopoguerra dall’avvocato Gerardo Marotta, nelle librerie e antiquari di tutto il mondo, un patrimonio stimato in dieci milioni di euro. L’inerzia assoluta delle istituzioni sia locali che nazionali hanno procurato un danno di immagine alla città di Napoli ma a tutta l’Italia. Marotta, uomo di grande cultura si considera preso a calci dalle istituzioni e dalla vane promesse fatte dalle istituzioni che per anni lo hanno preso in giro. Basterebbe il buon senso delle istituzioni per salvare un estimabile tesoro ma come lo stesso Marotta accusa : “La cultura è scomoda

D specialmente a Napoli, questo mi addolora tantissimo spero che la cultura della nostra città venga salvata, quel patrimonio di idee che sposò in pieno la cultura della rinascita partendo dalla Rivoluzione Partenopea del 1799 e da Palazzo

Serra di Cassano dove la cultura democratica e repubblicana fu mortificata dai sanfedisti, mi ero proposto che non succedesse più invece ecco ricomparire lo spettro dei sanfedisti le istituzioni”. Negli ultimi giorni è giunta anche la solidarietà dello scrittore Roberto Saviano che su Twitter ha scritto: “Sono al fianco di Gerardo Marotta spero che le istituzioni tutte trovino una giusta risoluzione per questo deprecabile problema”. Marotta non si nasconde e accusa della situazione Guido

Trombetti, assessore regionale ed ex Rettore dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Molte sono state le offerte per ospitare la prestigiosa collezione iniziando dal sindaco di San Giorgio a Cremano che ha reso disponibile la biblioteca di Villa Bruno oppure da parte del primo cittadino di Ravenna e tanti altri, che non si sono tirati indietro dando grande solidarietà. L'appello di Gerardo Marotta è stato raccolto da tutti gli uomini di cultura e speriamo che le istituzioni facciano lo stesso. Lo spera Napoli e la sua cultura ed i tanti giovani che non potranno usufruire di questa immensa ricchezza.

© Riproduzione riservata

“Testi rarissimialcuni acquistatinel dopoguerranelle librerie e antiquari di tutto il mondo. Un patrimoniostimato in dieci milioni di euro”

di Giovanni Cardone

Nel vespaio di polemiche seguito allo sfratto della biblioteca dell'Istituto filosofico, i soliti mestatori del torbido per allontanare le proprie oggettive responsabilità hanno pensato bene di accusare i vertici di palazzo Serra di Cassano di non aver tenuto i conti a posto nel corso degli anni. Un'accusa che l'avvocato Gerardo Marotta ha rimandato subito al mittente. Proprio su questo punto è intervenuto Francesco De Notaris.

C'è da fare una riflessione e porre attenzione su quanto affermato dall'avvocato Gerardo Marotta a proposito dei conti dell'Istituto italiano per gli studi filosofici: “Vorrei che i ministeri competenti verificassero in occasione di nuovi provvedimenti legislativi, ancora una volta la contabilità dell'Istituto dalle origini fino ad oggi, e quanto ho personalmente elargito. Invito la schiera di quanti cercano motivi pretestuosi a recarsi negli uffici per verificare la puntualità, la correttezza e la trasparenza di tutti gli atti amministrativi”. Desidererei sapere se altri responsabili amministrativi di enti pubblici o privati hanno mai rivolto analogo invito ai cittadini tutti.

Il ministero per i Beni culturali corre ai ripari e annuncia un atto legislativo che metta l'Istituto italiano per gli Studi filosofici in grado di svolgere in sicurezza tutte le sue attività. Questo è il percorso che si sta delineando per salvare l'istituzione che ha sede a palazzo Serra di Cassano. Il ministro Lorenzo Ornaghi ha accolto l'appello sottoscritto a livello nazionale e internazionale da intellettuali e scrittori mobilitati in favore della creatura di Marotta. Gli Studi filosofici non sono più in grado di pagare 200 mila euro all'anno di fitto per 14 appartamenti. Cifra esorbitante che si punta ad abbattere con una sistemazione alternativa in un'altra struttura e la creazione di un fondo per le attività.

I conti tornano Bilanci sempre in ordine zittiti i “soliti” mestatori

Legge ad hoc Governo corre ai riparicon un atto legislativo

Page 13: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 13

Lettere, vertici, fonogrammi è guerra tra la Soprintendenza e il Municipio. La scogliera coi “baffi” doveva essere rimossa addirittura un mese dopo l'evento della Coppa America

iamo in autunno e la scogliera con i "baffi" è sempre li. L'ex

sovrintendente Stefano Gizzi e adesso il nuovo: l'architetto Giorgio Cozzolino (nella foto) sono stati chiari : il rispetto dei tempi per la rimozione della scogliera

S

costruita ad aprile per consentire di disputare le gare della Coppa America. Il tempo è scaduto e Palazzo San Giacomo ha cumulato rilevanti ritardi sul tabellino di marcia. Il bando, infatti, è stato pubblicato solo a fine giugno, i lavori inesorabilmente cominceranno ottimisticamente non prima del mese di ottobre e avranno una durata di sei mesi. Il costo ammonta all'incirca a due milioni di euro, già previsti nel budget della regata. Gli scogli visibili saranno rimossi, e i restanti verranno segnalati alle imbarcazioni tramite delle boe. Inoltre è emersa la possibilità di abbassare il livello

della scogliera dello 0,5 per cento in ottemperanza al vincolo paesaggistico ambientale. Verrà inoltre eliminata la scogliera radente il muro ottocentesco che ripara via Caracciolo dalle onde e ridare al “Lungomare liberato” la sua linea originaria. Il nodo è sempre lo stesso: dare il via alle opere. Non è più tempo di aspettare la Soprintendenza ha lanciato l'ultimatum: i “baffi” della scogliera davanti alla Rotonda Diaz vanno rimossi “nel più breve tempo possibile” del resto i vincoli devono essere rispettati.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Al timone ora c'è HublerUn evento senza benefici chiari Dubbi più di uno e qualche inchiesta sull'operazione America's Cup. Non si conosce ancora il rapporto costi-benefici e l'impatto in termini socio-economici che la manifestazione ha comportato sulla città di Napoli e sulla Regione. Comunque si va avanti. Al timone della vecchia società di scopo, l'Acn, adesso c'è Mario Hubler, manager in uscita da Bagnolifutura

di Genny Attira

L'opera provvisoria costruita per la Coppa America non è stata ancora rimossa nonostante i vincoli

Il Comune di Napoli finisce sott'accusa

Scogliera coi 'baffi' “accordi non rispettati”

IL DUBBIO

Page 14: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 14

www.ladomenicasettimanale.it

io padre è stato il primo giudice negli anni Settanta ad andare nelle scuole a parlare con i ragazzi di droga e mafia

in un periodo in cui l'eroina uccideva molti giovani palermitani. Questa piazza a lui intitolata traduce in concreto il suo impegno e il suo sacrificio”. Con queste parole Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, magistrato ucciso dalla mafia a Palermo nell’attentato del 29 luglio 1983, inventore del pool antimafia che volle al suo fianco magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha battezzato la piazza in onore del padre e inaugurato la comunità alloggio per minori La Tartaruga a Somma Vesuviana, diretta da Mariella Patrone. La Chinnici, da luglio di quest’anno a capo del Dipartimento Giustizia minorile, ha poi ringraziato i quattro giovani adolescenti, ospiti della Tartaruga (la struttura ne può ospitare un massimo di otto tra i 14 e 18 anni) per aver saputo cogliere l’opportunità di riscatto che è stata loro offerta, grazie a un percorso educativo personalizzato e a tirocini formativi presso imprenditori locali. Un taglio del nastro fortemente simbolico per una comunità, nata in via sperimentale a Marigliano nel 2001 e ora trasferita nel complesso polifunzionale di Somma Vesuviana, gestito dall’associazione “Il Pioppo”, antesignana nella lotta alle tossicodipendenze, fondata da un gesuita dell’istituto Pontano che qui per primo portò i ragazzi di Scampia. Una cerimonia, a tratti commovente, a cui hanno partecipato le massime autorità territoriali.

Il presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, ha voluto chiedere “scusa ai ragazzi, a nome dello Stato colpevole di non offrire, in alcuni territori, valide alternative alla devianza”. “Dobbiamo noi per primi dare l’esempio – ha sottolineato – se vogliamo che i giovani percorrano la strada della legalità. Dovremmo inaugurare tante piazze Rocco Chinnici per tenere viva la sua memoria e quella di tanti servitori dello Stato”. E il questore di Napoli Luigi Merolla ha sottolineato l’importanza delle misure alternative al carcere per il

reinserimento dei giovani. Il colonnello Marco Minicucci, comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli ha sottolineato lo stretto rapporto di prossimità dell’Arma con la Tartaruga e il Pioppo e le altre realtà sociali del territorio, così come il sindaco di Somma Vesuviana Raffaele Allocca. Presenti don Tonino Palmese, vicario episcopale di Napoli e presidente onorario della Fics, Federazione internazionale città sociale, sigla che raggruppa molte realtà del terzo settore. “Oggi non inauguriamo una comunità per minori ma una rete di welfare per i giovani” ha sottolineato Salvatore Esposito, presidente Fics. Commovente l’abbraccio finale tra Caterina Chinnici e Annarita D’Arienzo, la mamma di un ragazzo a rischio scomparso prematuramente.

“M

Piazzetta Rocco Chinnici

vittima delle mafie la figlia del giudice

ucciso con un'autobombainaugura la comunità

“La Tartaruga”

“Mio padre è stato il primo giudice ad andare nelle scuole e parlare

con i giovani di criminalità”

ROCCO CHINNICI era consigliere Istruttore presso il Tribunale di Palermo, l'inventore del pool antimafia con Giovanni Falcone e Paolo

Boirsellino. Chinnici diceva:“Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi, fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai”. Rocco

Chinnici è stato ucciso il 29 luglio 1983 all'età di 58 anni con un autobomba. Con lui il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi,

l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi.

di Claudio Riccardi

LE STORIE

Page 15: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 15

Da Scampìa l'attacco frontale alle cosche dei Polverino e Nuvoletta

Sfida ai vecchi padriniScorribande dei “ribelli” nel territorio dei boss alleati con la mafia

Venti di guerra nel fortino di Marano

i vecchi padrini hanno lanciato un vero e proprio guanto di sfida. Prima

“l'occupazione” dei comuni limitrofi a Scampia, Melito, Mugnano, Casoria, Arzano e Casavatore, poi le ronde armate nella città (Marano) roccaforte dei Nuvoletta e dei Polverino, a cui hanno fatto seguito le spedizioni punitive contro i familiari degli affiliati ai clan e le pretese di pizzo ai commercianti storici della zona. Sono le nuove leve di Scampia, quei “guagliuni” che un tempo venivano considerati meno che manovalanza e che oggi - complice la debolezza delle vecchie famiglie di camorra e l'assedio delle forze di polizia nei loro territori - tentano di mettere le mani sui nuovi mercati. Nuove e fiorenti piazze di spaccio, insomma, visto che a Secondigliano e a Scampia le forze dell'ordine hanno assestato duri colpi e arginato le vendite. Eventi che stanno però scombussolando gli equilibri criminali a nord di Napoli e che potrebbero avere conseguenze fin qui

A inimmaginabili. Un pezzo di faida che ormai ha valicato i confini di Scampia, dunque, ma anche un gesto altamente simbolico. Per molti si tratta infatti di un ceffone mollato in pieno volto ai boss finiti dietro le sbarre: Giuseppe Polverino ('Peppe 'o barone"), re dell'hashish, dell'edilizia e del mercato alimentare, di

recente estradato dalla Spagna, e Angelo Nuvoletta, già da molti anni in carcere, l'uomo che aveva stretto una storica alleanza con Cosa Nostra. Un legame sopravvissuto agli arresti e alle morti dei boss più illustri. Le voci di strada, intanto, sono un continuo rincorrersi di ultimatum e contro-ultimatum. C'è chi parla del coinvolgimento dei Mallardo (clan dell'area giuglianese), dei Casalesi, che in questa area

hanno interessi nell'edilizia e negli appalti pubblici, e chi persino della mafia siciliana. Tutte e tre le fazioni sarebbero in qualche modo interessate ad arginare l'offensiva lanciata dai giovani camorristi, nati e cresciuti all'ombra dei vecchi

padrini, ma che da tempo hanno stretto legami con le bande criminali di Scampia. A capo dei “ribelli” ci sarebbe Mario Riccio (detto Mariano), poco più che 20enne, latitante, cresciuto a Marano e genero del boss “scissionista” Cesare Pagano. A supportarlo una truppa di cani sciolti: manovalanza di piccolo cabotaggio, delusi rimasti per troppo tempo ai margini dei business orchestrati dai Polverino e dai loro affiliati, desiderosi di rivincita e pronti a tutto pur di compiere il salto di qualità. Ma nel mirino delle nuove leve non ci sono solo Marano, Melito, Mugnano, Arzano o Casoria. Scampia infatti è anche a due passi da altre popolose città dell'hinterland partenopeo: Giugliano, Villaricca e Qualiano in primis, terre anche queste troppo ghiotte per sfuggire alle mire di gruppi decisi a farsi largo a tutti i costi. Come reagiranno i vecchi boss? Saranno in condizione di affrontare una nuova guerra, che si preannuncia lunga, sanguinosa e che potrebbe quindi ricalcare le orme di quella scatenata (erano gli anni Ottanta) dalla Nuova Famiglia contro i cutoliani? E, soprattutto, con quali armi e quali strategie? Difficile da prevedere le scelte. Facile invece immaginare l’ennesimo scenario di violenze e di terrore.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Si tratta di cani sciolti che avrebbero nel latitante

Mario Riccio, 20 anni, cresciuto nel feudo

dei Nuvoletta, il loro capo.“Guagliuni” di camorra,

pronti a tutto per conquistare il potere e affari

di Ferdinando Bocchetti

Con il recente arresto di Giuseppe Polverino e i tanti anni di carcere di Angelo Nuvoletta mancano capi carismatici

Page 16: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 16

www.ladomenicasettimanale.it

iciamolo e nessuno si offendi: l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe paragonato alla

figura del cardinale Carlo Maria Martini (pace all'anima sua) diventa ad dir poco un personaggio da avanspettacolo, una macchietta da cabaret, un pazzariello. Purtroppo il nostro paradiso abitato da diavoli non ha trovato, negli ultimi anni, una degna guida ecclesiastica: un pastore dalla “ferrea integrità, lealtà e con la virtù della pazienza e della misericordia” caratteristiche riconosciute universalmente a Martini. Sorvoliamo sull'ex arcivescovo Michele Giordano, trapassato ad altra vita. Su Sepe c'è poco da dire. L'ultima “uscita” è un “comizio” in occasione dello scioglimento del sangue di Santa Patrizia. Sua Eminenza, dall'altare della chiesa di San Gregorio Armeno, ha tuonato contro la proposta di dibattito e riflessione lanciata dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris sulla nascita di un “quartiere a luci rosse”. Il capo della Curia di largo Donnaregina inforcati gli occhialini e impostata la voce, a muso duro, ha sparato palle

incatenate contro il primo cittadino accusandolo di : “offrire alla sua gente solo frivolezze invece di proposte concrete ad argomenti seri e di interesse generale”. L'invettiva-omelia di Sepe nella sua veste di religioso travalica la sua figura di guida dei cattolici napoletani e sposta l'attenzione sulla sua legittimità a dettare

l'agenda politica ad un amministratore e in generale sul suo essere condottiero morale di una polis. Ecco - secondo pochi ma buoni – l'arcivescovo non ha l'autorevolezza per impartire lezioni di moralità a nessuno sul piano dei comportamenti. Luigi de Magistris – in un momento d'impeto e non come sostiene il “neo-sacrestano” Raffaele Cantone (una risposta di pancia, sbagliata) – ha urlato ai quattro venti una verità che pochi per calcolo ammettono pubblicamente.

DIl sindaco Luigi de

Magistris risponde per

le rime al cardinale di

Napoli Crescenzio

Sepe che nel corso di una

omelia ha attaccato

l'ex pm giudicandoe criticando fortemente

la sua proposta di istituire un

“quartiere a luci rosse” in

città per contrastare il dilagante fenomeno

della prostituzione.

di Arnaldo Capezzuto

Il cardinale è nudoperò tutti lo vedono vestito Sepe scomunica de Magistris a luci rosse Il sindaco mette la bandana e reagisce:“Si occupi delle sue case romane”

Page 17: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 17L'ex pm non si è fatto passare la mosca per il naso e mettendo da parte l'asfissiante diplomazia ha finalmente reindossata la bandana - quella della rivoluzione arancione - e accusato il cardinale di “un attacco politico” e piazzato una stilettata di precisione “Parla Lei che si è occupato di ben altre case quando era a Roma”. L'allusione è un macigno. Riguarda l'inchiesta che vede il porporato indagato insieme all'ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi dall'accusa di corruzione aggravata.

Gli affari di 'Propaganda Fide'

I presunti reati (all'orizzonte anche altre contestazioni) si sarebbero consumati dal 2001 al 2006 quando il cardinale era a capo della potente “Propaganda fide”, il polmone finanziario del Vaticano. Una cricca di politici, prenditori, funzionari dello Stato e amici degli amici accreditati presso la Santa Sede che interloquivano direttamente con le gerarchie ecclesiastiche. Il menù è il solito: affari a tanti zeri. Nel piatto cotto e mangiato le solite pietanze: favori e scambi, pacchi e contropacchi. Tu mi dai un palazzo a me con lo sconto (Sepe lo avrebbe venduto a Lunardi) e lui (Lunardi) dà alla Santa Sede un finanziamento pubblico mascherato. La “donazione” insomma veste i paraventi sacri. Un'amicizia quella tra l'arcivescovo e l'ex esponente del governo Berlusconi che si è rafforza quando il responsabile del dicastero alle infrastrutture ci mette una buona parolina per far assumere all'Anas un nipote di Sua Eminenza. Se Carlo Maria Martini non amava fronzoli, cercava rapporti umani veri. Anzi finché è stato bene ha usato la metropolitana vestito con anonimo clergyman, senza croci d'oro al collo, guidando una piccola utilitaria il suo omonimo per titolo Sepe

è l'esatto contrario. L'ostentazione di croci d'oro, anelli formato “ciciniello” stile Gava, auto di servizio con autista sono i suoi simboli di potere completati da segreterie, staff organizzativi, uffici stampa, corte dei miracoli, cerchia di collaboratori e fedelissimi yes man. A giusta ragione quando avvenne la nomina di Sepe a Napoli una perfida Rosa Russo Iervolino commentò a taccuini rigorosamente chiusi: “Finalmente in città è arrivato un importante operatore economico”. Sepe, natio di Carinaro, ridente paesello a pochi chilometri da Casal di Principe (Caserta) è un inguaribile guascone: tra una caramella e l'altra (sigarette), un goccetto di vino e una partita del Napoli si sente al centro del mondo, il suo mondo. Qualche esempio? Accade che quando si è recato in America a Little italy ha detto con enfasi ai nostri emigranti: “Io rappresento la gente di Napoli”.

Ostenta collane e anelli d'oro

In occasione del miracolo di San Gennaro per scongiurare l'ennesima crisi dei rifiuti che ti fa Sepe? Prende l'ampolla con il sangue del santo e la ruota sui cumuli dell'immondizia; mentre s'indigna e ordina con roboanti dichiarazioni ai sacerdoti di non fare la comunione ai camorristi non ci pensa su due volte e raccomanda i suoi due nipoti all'Eco 4, il consorzio per la raccolta dei rifiuti dei fratelli Orsi collegato al clan dei Casalesi dove l'onorevole Nicola Cosentino ripeteva al telefono: “Song' io l'Eco4”. Una galleria degli orrori da far accapponare la pelle. Due pesi e due misure. Un re della chiesa nudo che tutti in pubblico fanno finta di vederlo vestito di autorevolezza se poi capita che il bambino-de Magistris di pancia, d'impeto, d'istinto dice pan per focaccia ecco che si solleva lo

scandalo. Quanta ipocrisia. Un primo cittadino ha il dovere di guardare in faccia ai problemi e proporre soluzioni giuste o sbagliate che siano, stimolare il dibattito, avviare discussioni per responsabilità della comunità che amministra: de Magistris ha fatto bene a sparigliare le carte in tavola. Le camorre oltre al traffico della droga guadagnano milioni di euro con il mercato della prostituzione.

Arcivescovo cerchiobottista Il cardinale sembra un'anima bella, un cerchiobottista d'assalto, un “signorotto” di chiesa che per interesse agisce da politico demagogo. Se Sua Eminenza è così sensibile ai “quartieri a luci rosse” perché nel corso dei decenni che ha regnato Silvio Berlusconi di fronte alla sua disinvoltura di letto non ha mai mosso un solo rilievo né “politico”, né morale? Nei tanti incontri mai un imbarazzo, mai una parolina puntata, mai una critica. Niente. A Napoli si dice : “si è misurato la palla”. Sepe è fustigatore dei deboli e acquiescente con i potenti. Anzi davanti agli scandali a luci rosse dell'ex premier (Berlusconi sarebbe stato - tra l'altro - a letto anche con un paio di minorenni) l'ex Papa rosso non ha fatto una piega ha sempre ripetuto come un mantra: “Non condanno i fatti privati di Silvio Berlusconi ogni uomo ha un lato buono e l'altro cattivo”. Amen andate in pace...Bene ha fatto il primo cittadino de Magistris a polemizzare e ri-perimetrare i confini tra l'autonomia amministrativa-propositiva di un sindaco eletto ed i comizi-omelia di un arcivescovo poco autorevole. Certo il prevedibile lavorio delle diplomazie, la retromarcia, la stretta di mano al circolo del tennis tra i due duellanti, le dichiarazioni ipocrite di amicizia, certificano che il sindaco de Magistris è si un rivoluzionario del compromesso.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

“A Napoli serve un candidato sindaco per avviare una svolta morale” così il cardinale Crescenzio Sepe apre le “sue” consultazioni per l'imminente campagna elettorale in città. Davanti all'uscio del palazzo dell'Arcidiocesi in Largo Donnaregina è uno spintonarsi tra candidati di centro destra e di centro sinistra. C'è ressa in Curia c'è chi fa a gara nel mantenere la coroncina del rosario dell'Arcivescovo. L'unico che snobba il 'Papa Rosso' è proprio il futuro sindaco Luigi de Magistris. La scintilla tra loro scocca il 31 maggio 2011 – de Magistris aspetta la proclamazione ufficiale – occasione è la recita dei Vespri in Piazza Plebiscito per la chiusura del mese di devozione mariana. Nei mesi successivi è un alternarsi di stoccate e mediazioni per le iniziative dell'Amministrazione come il registro delle unioni civili e il testamento biologico. Si raggiunge l'armistizio lo scorso 15 giugno quando il primo cittadino (vedi foto) consegna a Sepe la cittadinanza onoraria. Ora è guerra a “luci rosse”...

Lo scorso giugno

il cardinale Sepe

è diventato “Napoletano doc” è stata la Giunta

guidata da de Magistris a proporre ed approvare

una delibera che riconosce

all'alto prelato la

cittadinanzapartenopea

Il duello tra il 'Papa Rosso' e l'ex pm

Page 18: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 18

www.ladomenicasettimanale.it

a campanella from Naples e dintorni è suonata ufficialmente il 13 settembre. Una sofferta delibera a firma del sindaco Luigi De Magistris datata 31 agosto

aggrappata costituzionalmente all’indispensabilità ed infungibilità del servizio sembrava aver spalancato le porte all’incarico per oltre 350 maestre ed educatrici precarie e garantire un avvio di anno scolastico regolare. La realtà è un’altra. Per rastrellare i soldi per le maestre precarie, nonostante fossero a bilancio, i tagli devono restare nel settore scuola. Gli altri comparti non si toccano. Parola della triplice sindacale, che il 12 settembre vede approvata la “sua” delibera sul salario accessorio. E non è lettera morta. Ancora una volta a maestre, scuola e i bambini è toccato il lato corto della coperta. Forse una ragione. Sociale. E così, con le risorse ridotte al lumicino, si conferiscono solo 37 incarichi, giusto per tappare le falle. Ma è come svuotare il mare con un secchiello. L’assessora Annamaria Palmieri si prodiga e si moltiplica, sembra possedere il dono dell’ubiquità: rilascia interviste, riceve i sindacati; dirime contrasti. Taglia, cuce e fa i conti della serva. Da buona massaia dell’amministrazione comunale fa quadrare il bilancio del suo disastrato assessorato: arruola striminzita forza lavoro e assegna alle scuole personale di ruolo precedentemente collocato in uffici amministrativi. Ecco di scena il gioco delle tre carte col personale educativo imponendo la mobilità sul territorio. “Perché le scuole vanno aperte.” è il suo must. E’ riuscita in meno di un anno a vaporizzare quegli standard di qualità fissati in dieci anni dalla giunta guidata da Rosa Russo Iervolino. L’ex- sindaco aveva, infatti, investito molto negli asili nido comunali e ne aveva triplicato il numero sul territorio comunale partenopeo. Ancora troppo pochi- come si evince da un recente studio della Gesco in un convegno tenutosi a giugno. E si strizza l’occhio al privato sociale in caso di default della scuola comunale. Ci stiamo arrivando: negli asili nido regna ormai il caos assoluto. Strutture inaugurate e mai aperte; carenza cronica di collaboratori scolastici; scarsi supporti didattici; rapporto educatore bambino da sempre oggetto di concertazione in ogni parte d’Italia, innalzato verticisticamente da uno a dieci citando una legge regionale del 2009 mai stata oggetto di trattativa con le parti in causa o di un dispongo, come è accaduto per altri atti deliberativi comunali recepiti da Burc regionali. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: lattanti rimandati indietro per mancanza di personale; sezioni pollaio con 35 bambini dai 12 ai 36 mesi con due educatrici; accoglienza e ambientamento-punti cardine per il bambino che si affaccia nell’ambiente formale scolastico per la prima volta- polverizzati; bambini già scolarizzati senza punti di riferimento perché le loro educatrici sono sradicate dalle scuole di origine e trasferite con ordini telefonici in modalità tappabuchi on the road a supporto in altri plessi . I veri

responsabili invece se la suonano e se la cantano giocando a scarica barile. Assistiamo in questi giorni alla telenovella “refezione sì /refezione no” : un appalto studiato e ragionato con un protocollo innovativo che prevede un’unica ditta refezionante in tutte le dieci municipalità. Le buste si sarebbero dovute aprire il 25 settembre ma qualcuno si accorge che mancavano le grammature nel capitolato. Rewind: tutto da rifare e solito rimpallo di responsabilità. L’apertura delle buste slitta ulteriormente e, con loro, anche l’inizio della refezione, foscamente previsto per gennaio. Però l’assessora fa i compiti: ha una soluzione per tutto e da brava prof. ragiona con i dirigenti delle municipalità sull’idea di una gara d’appalto ristretta-mala tempora currunt- che guidi la transizione verso il nuovo appalto,

fissando intorno al 20 ottobre la data d’inizio della refezione. Intanto la Palmieri, tra una commissione e l’altra, trova anche il tempo di seguire il suo ruolo istituzionale. E davanti Montecitorio manifesta con l’associazione “Tutti a scuola” a favore dei diritti dei bambini disabili. Touchè, assessora :l ei predica bene ma razzola male, considerando che, nell’indispensabilità del servizio, ha dimenticato di inserire tutti gli 89 posti di sostegno, dandone solo una ventina alle aventi titolo. I restanti posti sono congelati fino alla refezione. Nel frattempo i genitori cominciano ad autogestirsi la refezione scolastica...

L

© Riproduzione riservata

Asili nido, anno zero Caos e disorganizzazione Delibera pasticcio tiene sulla cordaoltre trecento insegnati precarie

i preparerebbe ad un nuovo rimpasto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, aggiustamenti in giunta per rendere

l'azione di governo della città più incisa e efficace. I rumors danno con insistenza l'uscita da Palazzo San Giacomo di Annamaria Palmieri, assessore all'istruzione del Comune di Napoli. I bookmachers ne sono certi: sarà la prossima “vittima” del primo cittadino che ormai non lo nasconde di essere insoddisfatto del rendimento della sua assessora. Dopo la defenestrazione degli assessori Pino Narducci e Riccardo Realfonzo forse toccherà proprio alla Palmieri lasciare gli uffici del terzo piano del Municipio. L'ex pm non è affatto contento del lavoro svolto fin d'ora dall'assessora. L'inizio dell'anno scolastico è stato più duro di quello che s'immaginava. Non è sbagliato parlare di un vero e proprio fallimento. Con mamme e bambini lasciati in alto mare. Asili nido e scuole della prima infanzia lasciati all'anarchia più totale poche le maestre e insufficiente i collaboratori didattici. Un flop clamoroso. A questo bisogna aggiungere i ritardi colossali nella pubblicazione del bando per avviare la refezione scolastica. Un buco organizzativo che sarà colmato con la “solita” assegnazione al privato di turno per la gestione del periodo vacante ottobre/gennaio. Certo le sforbiciate durissime del governo centrale ci sono state ed hanno condizionato sulla programmazione ed erogazione dei servizi fondamentali e costituzionalmente garantiti. Ma questo non dev'essere usato come paravento per nascondere sotto il tappeto le responsabilità dell'assessora Palmieri che più di una volta avrebbe fatto indispettire il sindaco De Magistris con “uscite” poco rivoluzionarie. Bocche cucite a palazzo San Giacomo. Nessuno parla. Il momento è delicato. Adesso si punta tra le indicibili difficoltà a far decollare il comparto scuola e stabilizzarlo assorbendo le carenze poi si procederà con l'aggiustamento.

S

© Riproduzione riservata

“La Palmieri dimentica di inserire tutti gli 89 posti di sostegno ai bambini disabili però va a protestare sotto Montecitorio”

L'assessora non sorride più

di Pier Paolo Milanese

Page 19: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 19

www.ladomenicasettimanale.it

Page 20: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 20

www.ladomenicasettimanale.it

erchè il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, tra i

governatori più apprezzati d'Italia, (è terzo nella classifica nazionale come gradimento) ha nominato la moglie Annamaria Colao, scienziata e professoressa di fama, componente dell'Osservatorio per la formazione medico specialistica per verificare lo standard di attività assistenziali dei medici specialistici? E' vero è stata designata dai presidi delle facoltà di Medicina e Chirurgia, sentiti i rispettivi consigli di facoltà. E allora? Non si poteva evitare la “nomina in famiglia”? Il marito della professoressa non ci ha pensato su due volte e lo scorso 24 maggio ha firmato il decreto di nomina: il numero 154. A sollevare il velo sulla faccenda è stato Carlo Aveta, consigliere regionale e segretario campano della Destra che in una interrogazione urgente ha sottolineato : “Appare quantomeno inopportuna, da parte del presidente della Giunta, la nomina della moglie in un osservatorio regionale”. La studiosa fresca di nomina ha tirato fuori gli artigli e su facebook ha postato un commento esplorativo: “Cari amici miei - ha scritto - ancora una volta la mia relazione famigliare mi mette in condizione di essere discriminata...non ha alcun valore il curriculum scientifico, non serve che la mia nomina sia stata decisa dalla facoltà di medicina nella quale opero da 25 anni e che la regione non abbia avuto alcun ruolo decisionale, neanche che ho formato intere generazioni di specialisti di endocrinologia… no. Sembra che l'unica cosa che conti è che io ho il demerito di aver sposato Stefano! Che ne pensate? È tempo che io divorzi per avere il rispetto che merito per la mia professione?”. Simpatica e spigliata, la moglie del governatore non c'è dubbio. Però il cortocircuito c'è. Ovvero l'ombra

P

del sospetto dietrologico. Allora la Colao sempre via social network ha tagliato la testa al toro: “Voglio tranquillizzare il consigliere Aveta e tutti coloro che ritengono la mia presenza nell'osservatorio 'inopportuna', che ho già informato il Preside della facoltà di Medicina della Federico II che rimetto a lui la scelta di un altro rappresentante della facoltà per le scuole di specializzazione medica. Il mio tempo da ora in avanti lo dedicherò a migliorare la cultura e lo stato della ricerca internazionale che mi ha sempre dimostrato grande apprezzamento e che

mi ha dato enormi soddisfazioni. Inutile dire, molto ma molto di più del nostro piccolo mondo antico”. Un'apoteosi di post, commenti e aggiungi amici. Un messaggio contro i dietrologi della malapolitica. Un forte segnale di rinnovamento in un momento di disorientamento. Certo è tutto anche tutto questo. Però che fatica.

Dovrebbe essere l'ABC. La moglie di Cesare dev'essere al di sopra di ogni sospetto. Figurasi poi quella di un presidente di Regione.

© Riproduzione riservata

Nomine di “famiglia” Polemiche e via Fb rimette l'incarico

LA SUA FAMA Èdi grande scienziato. Il suo curriculum è di eccellenza.

Annamaria Colao, moglie del Governatore Caldoro è stata

indicata dai consigli universitari componente di un osservatorio

regionale. La nomina è stata formalizzata da suo marito nel

ruolo di presidente della Regione Campania ed ha suscita un

vespaio di polemiche. Per una questione di opportunità

istituzionale la professoressa Colao dopo un garbato sfogo su Facebook ha annunciato sempre

attraverso il social netwok di aver rimesso il mandato al preside

del polo universitario.

assassasassasa

“La moglie di Cesare dev'essere al di sopra di ogni sospetto. Figurarsi quella di un presidente di una Regione. Ciò che dovrebbe essere normale apparestraordinario”

L'asterisco

di Luigi Fonderico

Il presidente Caldoro fa il ballo del pulcino Pio Pio

La Regione Campania è bloccata. Il presidente Stefano Caldoro èsempre più ostaggio dei veti incrociati di sua maestà Nicola Cosentino. A Palazzo Santa Lucia regna l'immobilismo. Ci sono due assessori da nominare in giunta ma si rischia di rompere equilibri fragilissimi. Allora? Meglio fare il ballo del pulcino Pio, Pio. In pole position c'è Daniela Nugnes e Fulvio Martusciello. I problemi riguardano la Nugnes il Casalese Cosentino ha espresso pollice verso. La Nugnes (Pdl) di Mondragone e figlai di una vittima di camorra e parte civile nei processi contro i clan. Requisiti che in alcuni settori del Pdl fanno storcere il naso. Allora meglio decidere di non decidere...Pio, Pio!

Page 21: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 21

www.ladomenicasettimanale.it

asce il primo “non assessore” della storia della Repubblica. La

rivoluzione politico-istituzionale è targata Regione Campania. Il solito laboratorio innovativo-rivoluzionario. Non si tratta di un Avatar ma di un politico in carne, ossa e portafoglio, infatti, ogni mese il “non assessore” incassa un cospicuo assegno che nessuno sa quantificare. Signori e signori benvenuti nella “regione dei balocchi”. Non parliamo di Pinocchio ma dei Lucignoli di carriera. Il ragliare porta bene. La Regione Campania guidata dal dormiente Stefano Caldoro con un decreto ad hoc, infischiandosene della trasparenza, delle sentenze, dei tagli lineari, del dibattito sulla casta ha nominato suo consigliere per i problemi dell'agricoltura Vito Amendolara, ex leader della Coldiretti. Si tratta, in realtà, di un ripescaggio. Amendolara è l'assessore ombra dell'Agricoltura. Un caso più che politico è da manuale della Prima Repubblica. In realtà Vito Amendolara è nominato assessore regionale all'Agricoltura nella giunta Caldoro il 14 luglio 2010 dopo le dimissioni di Ernesto Sica, sindaco di Pontecagnano e imposto a Santa Lucia dall'ex coordinatore regionale Pdl Nicola Cosentino per tramite da Silvio Berlusconi. Sica non ha neppure il tempo di fare danni che viene coinvolto nell'inchiesta sulla P4 dove lo stesso governatore è parte lesa per la circolazione di un dossier costruito a tavolino per screditarlo davanti all'opinione pubblica e fargli perdere la candidatura in favore del plurinquisito, il disonorevole Cosentino. Amendolara mentre brinda la nomina ad assessore con i vini del Vesuvio e un attimo prima di legiferare: una sentenza del Consiglio di Stato gli sbarra la strada. La sua nomina ad assessore viola i

N

principi della rappresentanza femminile previsti dallo stesso statuto della Regione Campania. Il presidente Caldoro deve precipitosamente fare marcia indietro. Amendolara non è più assessore e torna mesto mesto a piazza Garibaldi alla presidenza della sua Coldiretti che - per la verità - proprio non naviga nell'oro. Rinunciare ad una poltrona così importante è frustrante. Ma chi rinuncia? Scherziamo? Amendolara rientra dalla finestra. Resta inchiodato alla sua poltrona di assessore solo

che cambia nome e diventa consigliere del presidente Caldoro per i problemi dell'agricoltura. Amendolara c'è ma non si vede. E' un “non assessore”. E' un'ombra. Uno spettro politico. Un Avatar che a fine mese si mette i soldi pubblici in tasca. Non solo un bello stipendio ma anche portaborse e collaboratori e auto di servizio con autista. Spulciando il sito

web della Regione del “non assessore” non c'è traccia. Nulla. Niente. Il vuoto. Eppure la nomina di Amendolara fatta dal presidente Caldoro dovrebbe rientrare tra i consulenti esterni nell'elenco dei

collaboratori, informazioni sensibili da rendere pubbliche. Il suo nome non c'è. La Regione con una manovra craxiana-dorotea aggira la sentenza e Amendolara

senza neppure essere eletto consigliere regionale si becca un posto in prima fila a Palazzo Santa Lucia. Il “non assessore” è attivissimo: a giugno con gli occhi scintillanti annuncia il riconoscimento dei piatti tipici della Campania; incontra la rappresentanza estera, firma e controfirma leggi; a volte boicotta progetti chiavi in mano (vedi la vicenda del Mercato dei fiori di Ercolano) insomma un discreto

cuoco che cucina pietanze riscaldate per i soliti amici. Non sono solo cerimonie e onorificenze. Nella stanza ovattata occupata da Amendolara, il “non assessore”, passano anche una pioggia di soldi pubblici come le risorse Cipe circa 40 milioni di euro, i piani europei regionali che prevedono finanziamenti per 50 milioni di euro, senza contare i 100 milioni e passa destinati alle aree rurali interne. Una valanga di milioni per il settore agricolo gestiti da “un non assessore”, prima nominato, poi cancellato da una sentenza e da una legge e resuscitato senza essere stato eletto con un decreto introvabile...

© Riproduzione riservata

Il “non assessore”Creatività alla Regione CampaniaIl governatore nomina Vito AmendolaraLui da consulente regna all'Agricoltura

assassasassasa

“Una sentenza lo fa decadere dall'assessoratoregionale. Il presidenteCaldoro lo nomina suo consigliere per i problemi dell'Agricoltura”

di Claudio Riccardi

“Non si conoscea quanto ammonta lo stipendio di Amendolara.Spulciando il sito web dell'Entenon c'è traccianeppure del suo nome”

UN CUOCO PERFETTOVito Amendolara, il “non

assessore”, nominato consigliere del presidente dopo che il suo

assessorato si è dissolto. Il recente blitz della Guardia di

Finanza negli uffici della Regione Campania sull'onda dello

scandalo della Regione Lazio dovrà approfondire anche la

posizione di Amendolara. Dei suoi compensi non c'è traccia

Page 22: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 22

Caterina Miraglia, assessora alla Cultura della Regione Campania insieme ad una corte di selezionatissimi invitati – a fine giugno – festeggiava con un rinfresco la chiusura della stagione della Fondazione Campania dei Festival e per buon augurio non ha esitato - nell'euforia - a lanciarsi vestita in piscina come Anita Ekberg seguita a ruota da collaboratori, portaborse e manager tra loro Luca De Fusco. Una sorta di “stasera mi butto” per celebrare praticamente un fallimento. Polemica di questi giorni, infatti, sono i tanti spettacoli organizzati dalla Fondazione Campania dei Festival in occasione del World Urban Forum: pochi partecipanti e buffet sovradimensionati. Costi naturalmente a carico della Fondazione. Sprechi che si aggiungono a sprechi. Passando al setaccio i conti e gli eventi creati dalla Fondazione Campania dei Festival si resta impietriti. Il super pagato e discusso direttore Luca De Fusco con quasi 8 milioni di soldi pubblici a scapito di artisti e spettacoli nella sua gestione privilegia le consulenze e servizi. Solo per la comunicazione e il marketing sono andati in fumo 800mila euro. (ar.ca.)

di Rosario Esposito La Rossa

vevamo chiuso il 2011 con una spesa complessiva di 6.875.000

euro da parte della Fondazione Campania dei Festival. Un decimo delle risorse è stato utilizzato per un solo spettacolo, quello del direttore Luca De Fusco, L’opera de tre soldi (720mila euro). La Regione Campania ha reso note tramite il suo sito le spese effettuate dalle istituzioni per la realizzazione dell’edizione 2012 del Festival. Siamo passati dai 6.875.000 euro della scorsa

A

edizione ai 7.125.000 euro di quest’anno, con un aumento di 250.000 euro. Quasi la metà degli investimenti, parliamo di 3.075.000 euro, sarà utilizzata per pagare attori, compagnie e laboratori.

Artisti al verdeQuasi 2 milioni in meno rispetto al 2011 saranno destinati quindi agli artisti, categoria che dovrebbe essere il fulcro del Festival. Molti soldi in più saranno spesi, invece, per i servizi logistici ovvero la messa in sicurezza degli spazi. L’anno scorso è stato destinato a tale finalità mezzo milione di euro, quest’anno sono stai impiegati euro 1.200.000. Il NTFI e gli altri festival promossi dalla Fondazione Campania dei Festival sono stati negli anni un supporto economico per gli spazi teatrali in città. Nell’ultima edizione il “supporto” è stato di 800.000 euro, quest’anno si è ridotto del 50%.

Un milione per la comunicazione

Spaventosa la voce spese denominata “Servizi del Cerimoniale, accoglienza e ospitalità internazionali”: dai 25.000 euro del 2011 si è arrivati ai 450.000 euro nel 2012. Sono aumentate anche le spese per la comunicazione e il marketing (da 250.000 euro a 800.000) e i finanziamenti per la promozione turistica (da 300.000 a 400.000 euro). Infine lo staff, il personale e i dirigenti del Festival: nel 2011 “appena” 100.000 euro sono stati i soldi impiegati, oggi ben 800.000 euro.

Debuttanti per fare cassaAnalizzando questi numeri viene fuori che nonostante si sia speso di più i soldi destinati ad artisti e teatri è diminuita di 1.300.000 euro. In due anni sono stati stanziati per i festival campani 14 milioni di euro, ma soltanto 8 milioni sono stati quelli utilizzati per la messa in scena di spettacoli. A rimetterci ovviamente saranno i cittadini. Nel 2011 il Contributo POR Campania è stato di 4.685.000 euro e tra gli incassi comparivano 2.190.000 euro di sbigliettamento e sponsor. Oggi nel 2012 i contributi regionali saranno di 6.315.000 euro (+1.630.000 euro), mentre tra sponsor e sbigliettamenti si prevedono appena 800.000 euro, nonostante si ipotizzi una affluenza di 60.000 spettatori Parliamo di 13 euro a biglietto per persona, nonostante i costi dei tickets siano di gran lunga superiori. Previsti, infine, in Campania dalla Fondazione Campania dei Festival 38 debutti e 107 repliche. Ognuno tiri le sue somme.

Per approfondire consulta il sito web: http://www.quartaparetepress.it/index.php

/2012/06/09/come-spartisce-i-soldi-la-fondazione-campania-dei-festival/

www.ladomenicasettimanale.it

L'INCHIESTA. Lo scandalo è di casa alla Fondazione Campania dei Festival

Il teatro dei “cravattari” Meno soldi agli attori più ai dirigentiUn pozzo senza fondo finanziato dalla Regione

CAFONAL

Nella foto: L'assessora Miraglia con il direttore De Fusco mentre vestiti fanno il bagno in piscina

Page 23: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 23

www.ladomenicasettimanale.it

Page 24: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 24

DOSSIER

Centrale di Vigliena Lo sbuffo del mostro

www.ladomenicasettimanale.it

La centrale elettrica a turbogas di Vigliena è sorta sulle ceneri di un altro insediamento energetico nel cuore del quartiere di San Giovanni a Teduccio. Una ristrutturazione mascherata che ha bypassato autorizzazioni, permessi, nullaosta, verifiche e valutazione dell'impatto ambientale. Un comitato civico documenta con tanto di foto choc l'inquinamento che provoca l'impianto di Monica Capezzuto

<<<<aaaasss

Page 25: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 25

Nessun o credeva alle segnalazioni dei residenti della Vigliena nel quartiere di San Giovanni a Teduccio che denunciavano di sera strane chiazze giallastre fuoriuscire dagli scarichi della centrale elettrica a turbogas. Ma quando due animatori di un comitato civico hanno diffuso le foto choc allora è scattato l'allarme: Arpac, Capitaneria e Regione hanno disposto accertamenti.

Chiazze giallastre in mare

Lo scenario è tetro, claustrofobico, orrido. La schiuma giallastra la si vede da lontano. Una scia maleodorante ammorba l'aria e fa lacrimare gli occhi. Il fetore lo si percepisce soprattutto quando gira il vento. Non sorprende la denuncia di Vincenzo Morreale e Antonio Trotta del comitato civico San Giovanni a Teduccio che a fine agosto hanno documentato con inequivocabili foto enormi chiazze di colore bianco e giallo che ogni sera prendono il largo a partire dal canale delle acque di raffreddamento della centrale turbogas della Tirreno Power a Vigliena nel cuore del quartiere di San Giovanni a Teduccio. Quel tratto di litorale nonostante la presenza di scarichi refrigeranti degli impianti

e canaloni fognari sono una zona di bagni. Gli avvisi di non balneazione, i cartelli di pericolo, i divieti sono inutili. I residenti per tradizione ci vanno. Improvvise onde anomale, gorghi artificiali, correnti e dislivelli create dalle turbine della centrale hanno rubato tragicamente vite. Non si conosce il vero carico inquinante di quello specchio d'acqua: ci sono residui fecali ma anche metalli pesanti. Una situazione esplosiva. Dicevamo non sorprende l'ennesima denuncia di Morreale e Terracciano: sono anni che battagliano. La riconversione della centrale della Vigliena è stata illegale.

Non si conosce il carico inquinante

Quel mostro – denunciano – è stato costruito contro ogni normativa e regola di buon senso. La vicenda è lunga e travagliata. Ufficialmente non si tratta di un impianto nuovo ma di una riconversione del precedente. Escamotage raffinato per tenere lontane le burocrazie dei nullaosta, permessi e studi di impatto ambientale. Dall'uovo è spuntata una centrale turbogas della Tirreno Power (Gdf Suez, Sorgenia, Hera, Iren i detentori delle quote) non compatibile con gli standard di sicurezza dei centri abitati e

ambientali. Una centrale di grosse dimensioni a ridosso di un quartiere densamente abitato ed a pochi metri dal nuovo porto merci di Vigliena. Un'assurdità. La comparsa delle mostruose chiazze sono solo l'ultimo inconveniente denunciato dagli attivisti del comitato civico. L'iniziativa di Morreale e Trotta ha avuto il merito di far smuovere l'Arpac, la Capitaneria e la Regione. I vertici della multinazionale per ora non danno spiegazioni. Le uniche informazioni sono quelle celebrative del sito web della Tirreno Power sull'impianto di Napoli.

Le accuse di Morreale e Trotta

“Napoli est - protestano con forza Trotta e Morreale - è già un concentrato di veleni e di degrado. È inaccettabile che si continui ad avvelenare il mare e la vita della gente, impunemente. Il raccapricciante spettacolo di questi giorni disegna uno scenario ben lontano sia dalle rassicuranti brochure pubblicitarie diffuse dalla Tirreno Power, sia dagli atti pubblici in cui, nero su bianco, si impegnavano ad instaurare un rapporto con la cittadinanza basato sulla più totale trasparenza”.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Una centrale turbogas nel cuore di un quartiere

Page 26: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 26

FOTOREPORTAGE

Le nostre favelas Cavalleggeri

www.ladomenicasettimanale.it

Mentre è andato in scena alla Mostra d'Oltremare l'incontro internazionale World Urban Forum sull'urbanizzazione del mondo a due chilometri di distanza gli abitanti di Cavalleggeri sono costretti a convivere quotidianamente con una grande discarica. E' la Napoli delle contraddizioni. Queste foto sono un vero pugno nello stomaco di Giuseppe Parente

<<<<aaaasss

Page 27: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 -N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno IAnno I 27entre il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, in compagnia di

illustri ospiti del World Urban Forum passeggiava in bicicletta senza fretta come canta Riccardo Cocciante, per il lungomare Caracciolo liberato solo dalle auto, con Roberta Di Casimirro, regista Rai e brava fotografa, ci siamo inoltrati nella zona di Cavalleggeri, per ammirare, si fa per dire, il livello di “urbanizzazione”. Per i non napoletani, Cavalleggeri dista appena due chilometri dalla Mostra d’Oltremare, dove fino al sette settembre, è andato in scena il World Urban Forum: una importante conferenza sull’urbanizzazione del mondo. Come dimostrano le foto, scattate da Roberta Di Casimirro, di riqualificazione urbana e di verde ce ne è davvero poco in giro, visto che da tempo, come ci raccontano diversi residenti, l’area di Cavalleggeri si è trasformata in una vera e propria discarica a cielo aperto.

M

Vicino alla scuola uno sversatoio

Una volta giunti su via Della Caserma di Cavalleria ci ritroviamo lungo una strada che segue il perimetro di una vecchia caserma, tra abitazioni ed aree industriali dismesse. La carreggiata, in entrambi i lati, è invasa da cumuli di rifiuti, di ogni tipo: uno spettacolo raccapricciante. Si resta in apnea per evitare di inalare il fetore. Uno spettacolo allucinante che gli abitanti della zona sono costretti a subire ogni santo giorno. Concetta è una giovane studentessa di giurisprudenza, oramai abituata a questo squallore, indegno per una città dove da Palazzo San Giacomo ossessivamente ricordano che è in corso “la rivoluzione”. Ma di che parlano? Il paesaggio è davvero desolante e mette i brividi. Antonio, insegnante delle scuole elementari, da poco tempo andato in pensione è rassegnato. “Sembra di abitare in una favelas”. Pasquale, infermiere, in una clinica privata, ci indica una area adibita a discarica di pezzi di automobili e pneumatici, mentre poco più avanti vi sono mobili, televisori, lavatrici, frigoriferi, che fanno bella mostra, si fa per dire. Non mancano scarti tessili tra cui spiccano pantaloni e calzature, residui di lavorazioni di pelletteria tutto ammucchiato e pronto per essere dato alle fiamme, nel più facile dei modi. Questo sversatoio a cielo aperto,

indegno del vivere civile, si trova lungo il perimetro di una area militare, a poche decine di metri da un circolo didattico, frequentato da centinaia di bambini dell’asilo e delle scuole elementari, e da una Caserma dei Carabinieri. E’ possibile che nessuno abbia mai notato questo scempio? Misteri napoletani. Enigmi irrisolti. Maria, giovane madre di una bimba, di 6 anni, è molto preoccupata: sua figlia da poco ha cominciato a frequentare la prima elementare al circolo didattico che si trova a pochi metri dai rifiuti. Lungo la strada -non fa notizia- con una straordinaria “normalità” c'è un auto di una scuola guida che nel bel mezzo dello sversatoio esegue manovre di parcheggio. Ma non solo. Al calar del sole è abitudine delle coppiette in cerca di intimità ad andarsi a “infrattare” nella strada. Amore e desolazione. Che tristezza.

Napoli ha tante Cavalleggeri

Ciò che sorprende e allo stesso tempo spaventa è l'assuefazione, come se al posto della discarica putrida e puzzolente ci fosse un bel giardino fiorito, con aria linda e pura. “Da poco è terminato – spiega Mario, insegnante di scuole medie, impegnato in una associazione di volontario che opera nel quartiere di Cavalleggeri - il forum mondiale sull’urbanizzazione e sinceramente avrei pagato oro se i graditi ospiti internazionali, facevano una passeggiata fuori programma proprio a Cavalleggeri così si rendevano conto che alla fine si fanno solo chiacchiere mentre i problemi non si risolvono, anzi. Esistono tante Cavalleggeri a Napoli. Non siamo più davanti all'emergenza rifiuti. Però avere interi pezzi di città ridotti a pattumiere inquieta e non poco. Il sindaco De Magistris e il suo attento vice l'assessore tuttofare Tommaso Sodano dovrebbero parlare di meno e pensare di più al territorio. Più volte hanno annunciato di voler stanare gli inquinatori di professione allora perché non lo fanno? A chi aspettano? Il reportage è a disposizione, parte delle foto sono qui pubblicate altre le possiamo recapitare al Municipio l'importante è che s'intervenga. Presto.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Page 28: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

SOTTOSCRIVI IT 28 B 05018 04600 000000148119Associazione I Siciliani Giovani/ Banca Etica

I Siciliani giovani ­ rivista di politica, attualità e culturafatta da: Gian Carlo Caselli, Nando dalla Chiesa, Antonio Roccuzzo,Giovanni Caruso, Margherita Ingoglia, Norma Ferrara, MichelaMancini, Sara Spartà, Francesco Feola, Luca Rossomando, LorenzoBaldo, Aaron Pettinari. Salvo Ognibene, Beniamino Piscopo, GiulioCavalli, Paolo Fior, Arnaldo Capezzuto, Pino Finocchiaro, LucianoMirone, Rino Giacalone, Ester Castano, Antonio Mazzeo, Carmelo

Catania, Giacomo Di Girolamo, Francesco Appari, Leandro Perrotta,Giulio Pitroso, Giorgio Ruta, Carlo Gubitosa, Mauro Biani, Kanjano,Luca Ferrara, Luca Salici, Jack Daniel, Anna Bucca, Grazia Bucca,Luciano Bruno, Antonello Oliva, Elio Camilleri, Fabio Vita, DiegoGutkowski, Giovanni Abbagnato, Pietro Orsatti, Roberto Rossi, BrunaIacopino, Nerina Platania, Nadia Furnari, Riccardo De Gennaro, FabioD'Urso, Sabina Longhitano, Salvo Vitale.

www.isiciliani.it

Cronache dalla vita com'è

Page 29: La Domenica Settimanale

Gli ebookdei SicilianiI Siciliani giovani sono stati fra i primissimi in Italia adadottare le tecnologie Issuu, a usare tecniche diimpaginazione alternative, a trasferire in rete e su Pdf iprodotti giornalistici tradizionali. Niente di strano,perché già trent'anni fa i Siciliani di Giuseppe Favafurono fra i primi in Italia ad adottare ­ ad esempio ­ lafotocomposizione fin dal desk redazionale.Gli ebook dei Siciliani giovani, che affiancano ilgiornale, si collocano su questa strada ed affrontanocon competenza e fiducia il nuovo mercato editoriale(tablet, smartphone, ecc.), che fra i primi in Italia hannosaputo individuare.

I Sicilianigiovani

www.isiciliani.it

Webmaster: Max Guglielmino. Net engineering: CarloGubitosa. Art director: Luca Salici. Coordinamento:Giovanni Caruso e Massimiliano Nicosia. Segreteria diredazione: Riccardo Orioles.Progetto grafico di Luca Salici

I Siciliani giovani/ Reg.Trib.Catania n.23/2011 del 20/09/2011 / Dir.responsabile RiccardoOrioles/ Associazione culturale I Siciliani giovani, via Cordai 47, Catania / 30 agosto 2012

[email protected]

Cronache dalla vita com'è

Page 30: La Domenica Settimanale

Ai lettori 1984Caro lettore, sono in tanti, oggi, ad accusare la Siciliadi essere mafiosa: noi, che combattiamo la mafia inprima fila, diciamo invece che essa è una terra ricca ditradizioni, storia, civiltà e cultura, tiranneggiata dallamafia ma non rassegnata ad essa. Questo, però,bisogna dimostrarlo con i fatti: è un preciso dovere ditutti noi siciliani, prima che di chiunque altro; di frontead esso noi non ci siamo tirati indietro.Se sei siciliano, ti chiediamo francamente di aiutarci,non con le parole ma coi fatti. Abbiamo bisogno dilettori, di abbonamenti, di solidarietà. Perciò tiabbiamo mandato questa lettera: tu sai che dietro diessa non ci sono oscure manovre e misteriosi centri dipotere, ma semplicemente dei siciliani che lottano perla loro terra. Se non sei siciliano, siamo del tuo stessoPaese: la mafia, che oggi attacca noi, domanitravolgerà anche te.Abbiamo bisogno di sostegno, le nostre sole forze nonbastano. Perciò chiediamo la solidarietà di tutti isiciliani onesti e di tutti coloro che vogliono lottareinsieme a loro. Se non l'avremo, andremo avanti lostesso: ma sarà tutto più difficile. I Siciliani

Ai lettori 2012Quando abbiamo deciso di continuare il percorso,mai interrotto, dei Siciliani, pensavamo che questaavventura doveva essere di tutti voi. Voi che ci aveteletto, approvato o criticato e che avete condiviso connoi un giornalismo di verità, un giornalismo giovanesulle orme di Giuseppe Fava.In questi primi otto mesi, altrettanti numeri deiSiciliani giovani sono usciti in rete e i risultati cilasciano soddisfatti, al punto di decidere di uscire entrol'anno anche su carta e nel formato che fuoriginariamente dei Siciliani.Ci siamo inoltre costituiti in una associazioneculturale "I Siciliani giovani", che accoglierà tutti icomponenti delle varie redazioni e testate sparse danord a sud, e chi vorrà affiancarli.Pensiamo che questo percorso collettivo vadasostenuto economicamente partendo dal basso,partendo da voi. Basterà contribuire con quello chepotrete, utilizzando i mezzi che vi proporremo nelnostro sito.Tutto sarà trasparente e rendicontato, e per esserecoerenti col nostro percorso abbiamo deciso diappoggiarci alla "Banca Etica Popolare", che con i suoiprincipi di economia equa e sostenibile ci garantiscetrasparenza e legalità. I Siciliani giovani

I Sicilianigiovani

www.isiciliani.it Una pagina dei Siciliani del 1993

Nel 1986, e di nuovo nel 1996, i Sicilianidovettero chiudere per mancanza dipubblicità, nonostante il successo dipubblico e il buon andamento dellevendite. I redattori lavoravano gratis, magli imprenditori non sostennero in alcuna

maniera il giornale che pure si batteva per liberare ancheloro dalla stretta mafiosa.Non è una pagina onorevole, nella storia dell'imprenditoriasiciliana.

Chi sostiene i Siciliani

SOTTOSCRIVI IT 28 B 05018 04600 000000148119Associazione I Siciliani Giovani/ Banca Etica

Page 31: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

www.isiciliani.it

I Siciliani giovani è un giornale, è un pezzo di storia,ma è anche diciotto testate di base ­ da Milano aModica, da Catania a Roma, da Napoli a Bologna, aTrapani, a Palermo ­ che hanno deciso di lavorareinsieme per costituire una rete.Non solo inchieste e denunce, ma anche il raccontoquotidiano di un Paese giovane, fatto da giovani, vissuto inprima persona dai protagonisti dell'Italia di domani. Fuori daipalazzi. In rete, e per le strade.

facciamorete!In rete, e per le strade

I Siciliani giovani che cos'è

Page 32: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 4 | 24 Settembre 2012 - N. 4 | 24 Settembre 2012 - Anno I Anno I 32

www.ladomenicasettimanale.it

La storia di un cronista libero martire per cercare la verità

Maria, iniziata al crimine e alla ferociaita segreta di Maria Capasso”, di Salvatore Piscicelli per le edizioni

e/o che narra la storia di un’iniziazione al crimine e alla ferocia. E' un romanzo che racconta di una discesa etica affrontabile unicamente da chi è tanto abile nel liberarsi dagli scrupoli e dai sensi di colpa quanto energico nel rivendicare il giusto trattamento per sé e per i propri cari. Maria è proprio così: più i suoi reati si aggravano, più la sua morale diviene personale, familiare. Nel suo percorso si misura con personaggi pericolosi ed ambigui grazie ai quali compie una fulminante escalation al crimine turbata da pochi e sterili ripensamenti. Maria conosce già il linguaggio e i mezzi tipici dello spietato

“V ambiente in cui si ritrova a lottare e le è sufficiente un singolo evento come la morte del marito per liberarla dalle inibizioni, innescando la sua ambizione di potere e di controllo. Vita segreta di Maria Capasso è un testo dotato delle qualità dei migliori thriller: contraddistinto da una suspense in crescendo, ispira al lettore il desiderio di conoscere il destino della protagonista, legato a scelte sempre più estreme. un romanzo ricco di interesse sociologico, scritto con una prosa lucida e scorrevole e dotato di dialoghi serrati e brillanti.

Salvatore Piscicelli - Vita segreta di Maria CapassoPagg. 320 - 18,50 euro - Edizioni E/O (Dal mondo)

erché un libro su Giancarlo Siani a quasi trent’anni dal suo assassinio? La risposta

è semplice: perché di questo giovane cronista ammazzato il 23 settembre del 1985, un lunedì, si parla tanto ma si sa ancora pochissimo, e talvolta quel che si sa non corrisponde totalmente alla realtà. Si sa pochissimo del suo lavoro, del suo impegno e delle sue aspirazioni; ma soprattutto non si sa quasi nulla delle faticose indagini che hanno consentito di condannare killer e mandanti. Il libro che avete tra le mani non racconta solo la storia di un ragazzo di 26 anni finito davanti a un plotone di esecuzione di Cosa Nostra, ma prova ad andare oltre una semplificazione che lo ha trasformato in una sorta di “santino”: il giornalista-eroe giustiziato per aver coraggiosamente svelato le trame segrete della camorra. Leggendo gli atti delle inchieste emerge, infatti, una storia assai più complicata nella quale si mescolano incomprensibili silenzi, palesi omissioni, tentativi di depistaggio, vuoti di memoria inspiegabili, goffe e ridicole contraddizioni. Una ragnatela di inganni all’interno della quale Bruno De Stefano si muove con passione e coraggio. Nel nome di Giancarlo Siani e, finalmente, della verità. I processi e le sentenze hanno stabilito che Siani è stato trucidato per aver scritto che il clan nuvoletta

P aveva venduto il boss Valentino Gionta ai carabinieri, facendolo arrestare: una manciata di righe che non contengono nessuna verità sconvolgente. Ma il ventiseienne Siani stava raccogliendo materiale sui rapporti tra camorra, politica e affari. E stava scrivendo un libro, di cui non c’è traccia. Qualcuno lo ha tradito da vivo e anche da morto. Di Giancarlo Siani, giovane cronista del Mattino, ammazzato il 23 settembre del 1985 si sa poco o niente, è diventato – giustamente – uno degli eroi della

lotta contro la camorra, un emblema per la ricerca della verità, ma del suo lavoro, del suo impegno, delle sue aspirazioni, e soprattutto di quelle faticose indagini che hanno condannato killer e mandanti per il suo omicidio non si sa quasi nulla. Bruno de Stefano, ha cercato di andare oltre la semplificazione che ha trasformato Giancarlo Siani in un “giornalista-eroe” giustiziato per avere svelato le trame segrete della camorra. Leggendo gli atti delle inchieste, emerge, infatti, una storia assai più complicata nella quale si mescolano omissioni, depistaggi, inspiegabili vuoti di memoria,

impacciate contraddizioni. E proprio questo libro curato da Bruno De Stefano e Maria Falcone e Francesca Barra con il libro “Giovanni Falcone, un eroe solo” hanno vinto ex aequo la nona edizione 2012 del Premio Siani dedicato alla memoria del giovane cronista de “Il Mattino”.

Nel nome dello zio un “pernacchio” ai clan

una camorra da ridere, quella disegnata da Stefano Piedimonte nel suo esilarante romanzo

“Nel nome dello Zio” editore (Guanda). Piedimonte gioca con gli stili letterari che una copiosa produzione “post-Gomorra” ha fatto stratificare nel genere. Lo stesso Roberto Saviano ha recensito ed apprezzato il testo “Nel nome dello zio”. Il catalogo di personaggi e situazioni è ricco: dal ciccione cattivo, maleodorante e cinico, alla bellona dei Quartieri che ha sposato il boss dei boss, ovvero «lo Zio»; dalla retata mancata alle incursioni del poliziotto sfregiato e fuori dagli schemi. E, soprattutto, la fissazione del boss per i reality televisivi. Ma non si tratta di gioco parodistico: nel romanzo di Piedimonte emerge anche l’aspetto duro e crudo di una realtà che appare impossibile cambiare. Perfino nel gattopardesco colpo di scena finale, che strappa un amaro sorriso. Protagonista della vicenda è Anthony, camorrista all’acqua di rose (anche il padre, ammette lui stesso, «era un criminale solo al settanta per cento»); Anthony è un bulletto dei Quartieri bruciato dalle lampade solari e rintronato da motivetti neomelodici. A lui capiterà la ventura di essere scelto da cinque capi, i cinque «mostri», per entrare a far parte dei concorrenti del «Grande Fratello». Il reality è l’unico mezzo per comunicare con lo Zio latitante, che è un autentico fanatico della trasmissione, in tutte le sue edizioni, e ne cita brani e personaggi a menadito.

E'

Page 33: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

Associazione I Siciliani Giovani/ Banca Etica/ IBAN:IT 28 B 05018 04600 000000148119

SOTTOSCRIVI

www.isiciliani.it"A che serve essere vivi, se non c'è

il coraggio di lottare?"

LIBERTA'

19822012

L'ARIADELLA