la luna nuova - numerp 29 - luglio 2007

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Luna Periodico indipendente di Palagano e dintorni Attualità - Cultura - Solidarietà Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA Luglio 2007 - Num. 29 - Anno X www.luna-nuova.it Sommario 4. Attualità: La stazione di trasferimento dei rifiuti a Savoniero - 6. Fatti e misfatti: Notizie da Palagano e dintorni - 13. Comune: Spazio autogestito offerto ai gruppi consiliari del comune di Palagano - 16. La buca delle lettere - 20. Val Dragone: L'emigrazione delle comunità montane dell'Appennino modenese ovest dall'Unità d'Italia al secondo dopoguerra (dodicesima parte) - 27. Ricordi: Storie d'alpini, la lunga via del ritorno - 29. Il Cantastorie: 59° 56' N - 30° 20' E - A.D. 1492 - 31. Poesia: La ballata della valle (undicesima parte) - 32. Riflessioni (Segue in seconda pagina) “I care” “Mi sta a cuore”, “mi interessa” (Slogan appeso alla parete nella scuola di Barbiana da don Lorenzo Milani) Arriva l’estate. E con l’estate le vacanze, le ferie, i turisti alla ricerca di riposo, di svago, di cultura, di natura. Le località turi- stiche, dalle più famose alle meno note, fanno a gara per aumentare e diversificare la propria offerta di feste, concerti, incontri, sport… Il nostro territorio ha certamente vo- cazione turistica. Nei programmi elet- torali di ogni lista, infatti, non è mai mancata una parte riservata allo svi- luppo turistico. Quest’anno alcune belle novità ci sono: sono state rifatte ed abbellite le piazze del paese, sono in via di realizzazione alcuni “camminamenti”, è iniziato il Champion Camp presso le strutture comunali di Casa Papa Giovanni con un buon numero di iscritti, è stato predisposto un proget- to di riqualificazione del parco comu- nale… Sviluppo turistico significa anche far conoscere all’esterno il territorio e quanto può offrire (compatibilmente con le reali possibilità di amministra- zioni piccole e quindi povere in de- naro, mezzi e personale). Bologna 2007 Campioni d'Italia! In occasione dei Campionati Italiani di Ballo (Bologna, luglio 2007) due giovani della scuola di ballo della polisportiva Boccassuolo, Erika Bernardi e Massimo Galvani, si sono aggiudicati il titolo di Campioni Italiani di danze folk per la classe B3 (16-18 anni). Congratulazioni anche ai loro maestri Miria Luciana Bertogli e Renato Casini.

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la Luna nuova. Notizie da Palagano e dintorni.

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Page 1: la Luna nuova - Numerp 29 - Luglio 2007

LunaPeriodico indipendente di Palagano e dintorni

Attuali tà - Cultura - Solidarietà

Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Luglio 2007 - Num. 29 - Anno Xwww.luna-nuova.it

Sommario4. Attualità: La stazione di trasferimento dei rifiuti a Savoniero - 6. Fatti e misfatti: Notizie da Palagano e dintorni -13. Comune: Spazio autogestito offerto ai gruppi consiliari del comune di Palagano - 16. La buca delle lettere -20. Val Dragone: L'emigrazione delle comunità montane dell'Appennino modenese ovest dall'Unità d'Italia al secondodopoguerra (dodicesima parte) - 27. Ricordi: Storie d'alpini, la lunga via del ritorno - 29. Il Cantastorie: 59° 56' N- 30° 20' E - A.D. 1492 - 31. Poesia: La ballata della valle (undicesima parte) - 32. Riflessioni

(Segue in seconda pagina)

“I care”“Mi sta a cuore”, “mi interessa”

(Slogan appeso alla parete nella scuoladi Barbiana da don Lorenzo Milani)

Arriva l’estate.E con l’estate le vacanze, le ferie, ituristi alla ricerca di riposo, di svago,di cultura, di natura. Le località turi-stiche, dalle più famose alle menonote, fanno a gara per aumentare ediversificare la propria offerta di feste,concerti, incontri, sport…Il nostro territorio ha certamente vo-cazione turistica. Nei programmi elet-torali di ogni lista, infatti, non è maimancata una parte riservata allo svi-luppo turistico.Quest’anno alcune belle novità cisono: sono state rifatte ed abbellitele piazze del paese, sono in via direalizzazione alcuni “camminamenti”,è iniziato il Champion Camp pressole strutture comunali di Casa PapaGiovanni con un buon numero diiscritti, è stato predisposto un proget-to di riqualificazione del parco comu-nale…Sviluppo turistico significa anche farconoscere all’esterno il territorio equanto può offrire (compatibilmentecon le reali possibilità di amministra-zioni piccole e quindi povere in de-naro, mezzi e personale).

Bologna 2007Campioni d'Italia!

In occasione dei CampionatiItaliani di Ballo (Bologna, luglio

2007) due giovani della scuola diballo della polisportiva

Boccassuolo, Erika Bernardi eMassimo Galvani, si sono aggiudicati il titolo di Campioni

Italiani di danze folk per la classe B3 (16-18 anni).Congratulazioni anche ai loro maestri

Miria Luciana Bertogli e Renato Casini.

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2 la LUNA nuova - Luglio 2007

www.luna-nuova.itE-mail: [email protected]

Per ricevere il periodico, cancellare o modificareindirizzi: [email protected]

Direttore responsabile GIUSEPPE CERVETTO

Associazione La LUNAVia Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 PALAGANO (MO)

Tel.: 0536/961621 Fax: 0536/970576

la LUNA nuova

Chiuso in redazione il 22/07/2007

Attualità, cultura, solidarietà.Periodico indipendente di Palaganoe dintorni

TrimestraleTiratura: 1350 copie

Distribuzione gratuitaLuglio 2007Num. 29 - Anno X

Aut. Tribunale di Modenanum. 1414 del 13/11/1997

Redazione:Davide Bettuzzi,

Gabriele Monti, Bruno Ricchi

Hanno collaborato:Monica Bertugli,

Nico Bettuzzi,Aldo Corti,

Stefano Corti,Yuri Costi, Nadia Marasti,

Anna Molinari,Riccardo Iaccheri.

L'associazione "la Luna" vive principalmente con contributi liberamente versati; il periodico viene

distribuito gratuitamente e non in regime di abbonamento. Invitiamo quindi tutti coloro che

intendono sostenerci a versare il proprio contributo sul c.c. bancario num. 100016 presso il Banco

San Geminiano Banca Popolare di Verona agenzia di Montefiorino-Palagano (CAB 66871 - ABI 05188).

Stampato presso la Tipografia Benedetti - Pavullo N.F. (MO)su carta patinata senza cloro

In ogni caso significa soprattutto saper sfruttare leoccasioni che si presentano.Noi de "la Luna” abbiamo sempre evitato le inutili esterili polemiche “politiche” (e chi ci segue con at-tenzione ed onestà lo sa bene), anche quando alcu-ni di noi sono stati eletti in consiglio comunale. Mai, epoi mai, è stato usato il nostro giornale in modo stru-mentale.L’unico vero motivo che ci muove è l’interesse, a voltequasi patologico, per i nostri luoghi, la nostra cultu-ra, le nostre tradizioni, la nostra identità di montana-ri. Davvero ciò che ci sta a cuore e ci obbliga a con-tinuare è il voler fare “qualcosa di buono” per la no-stra comunità.E' per questo motivo che abbiamo deciso di presen-tare ai lettori alcune nostre riflessioni che, inevitabil-mente, hanno valenza politica; ma cos’è, in definiti-va, la politica, l’amministrare, se non l’adoperarsi peril bene di una comunità, assumendosi i doveri, le re-sponsabilità e i meriti che competono ad un ammini-stratore?La nostra riflessione è stata stimolata dall'accorger-si che alcune importanti e belle manifestazioni pre-senti in tutta o buona parte della nostra montagnanon coinvolgono Palagano.“Montagna Felice”, la manifestazione itinerante inAppennino per ragazzi e famiglie, passa perFrassinoro, Montefiorino e Prignano. Non perPalagano.“Teatro itinerante arte e musica in Appennino”, coin-volge numerosi comuni tra cui Frassinoro, Montefio-rino, Prignano, Polinago, Lama Mocogno,Pievepelago. Non Palagano.

Rimarchiamo queste situazioni perché pensiamo si-ano state occasioni perse sia come opportunità disvago e di crescita culturale per i residenti, ma an-che per far conoscere Palagano.Poche settimane fa si è svolta a Palagano una im-portante manifestazione sportiva di Beach Volley. Sene tengono cinque in tutta la regione ed una sola inmontagna.Sarebbe stata una buona occasione di promozioneturistica (considerati anche gli sponsor e la possibi-lità di diffusione televisiva a livello nazionale). In quantise ne sono accorti?Qualcuno ha sentito la Banda musicale, vistobandierine e locandine per dare maggiore risalto allamanifestazione?Ancora: in quanti si sono accorti che per tre giorni èvenuta a Palagano e Montefiorino una delegazionedi Carqueranne, la cittadina francese con cui siamogemellati? Anche qui ci saremmo aspettati Banda,bandierine, aria di festa, di accoglienza, dicoinvolgimento.E che dire della Festa dei Matti, giunta quest’annoalla diciassettesima edizione? Fortunatamente, di-ciamo noi, ci è giunta notizia che anche quest’annosi farà.Ogni festa ha un valore intrinseco per il proprio pae-se, ma non si può negare che quella dei Matti, per ledimensioni, numero di persone coinvolte, denaro in-vestito, per il pubblico che attira anche da moltolontano, per le attrazioni presenti, sia una manife-stazione che non ha pari in tutta la montagna; pos-siede indubbiamente un elevato valore di promozio-ne turistica, economico, di aggregazione. Inoltre, di-

Dalla prima

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Dalla prima

rettamente collegata e dipendente da questa festa,c'è la successiva "Bier Fest" che negli anni è cre-sciuta significativamente soprattutto nell'unione deinostri giovani.Allora, ci chiediamo, molto pacatamente e soprat-tutto onestamente, quale ragionamento, quale aspet-to del buon amministrare (visto che è stato un con-cetto tirato in ballo molte volte), possono giustificarele difficoltà poste dall’Amministrazione comunale alComitato Contrada Aravecchia per la realizzazionedella festa di quest’anno?Davvero la riuscita di una festa di questo livello puòessere messa in discussione dal fatto che il mantoerboso, che quest’anno è stato seminato nel parcocomunale (cosa indubbiamente ben fatta), verrà pe-stato e quindi rovinato dal numeroso pubblico?Non può essere questo il vero problema: il mantoerboso si risemina, il parco è fatto per essere calpe-stato.E’ vero: alla fine è stato concesso il parco, ma inquale modo! (Uno di noi era presente a quell'incon-tro). Ci fermiamo qui altrimenti si entra in un ambitoche vogliamo evitare.Per noi si tratta di una questione più generale.Pensiamo che negli ultimi tempi il nostro comune

abbia perso una serie di occasioni e, riteniamo, ab-bia anche subito dei danni. Danni di immagine edeconomici, per non parlare del clima di conflittualitàche si respira tra i cittadini.Abbiamo riflettuto molto prima di decidere di scrive-re queste cose, sappiamo che qualcuno si sentiràcoinvolto dalle nostre considerazioni (è inevitabile),qualcun altro forse ne approfitterà per strumentaliz-zare il nostro pensiero, altri (siamo sicuri, la mag-gioranza) capiranno il vero senso della nostra rifles-sione: vogliamo bene al nostro paese, vogliamo benealla nostra gente, vogliamo vivere in montagna e sfrut-tare tutte le occasioni utili per rimanerci e crescere.Vogliamo quindi portare spunti di riflessione, propo-ste di dialogo, motivi di ripensamento, di rappacifi-cazione e di modifica dei comportamenti facendonostre le belle parole pronunciate dal rappresentan-te dell'Amministrazione comunale nel corso della pro-cessione del Carmine, domenica 15 luglio: "...in que-sto momento di confusione e di protagonismi perso-nali che fanno solo male alla collettività, fermiamoci,anzi facciamo tutti un passo indietro e ripartiamo in-sieme per il bene della nostra comunità".

La redazione

Cara Luna,dopo le numerose, recenti polemiche (vedi numero precedente), che hanno creato nel paese malumore, diffidenza esospetti, ho provato un intimo, profondo malessere che ha provocato in me queste

MI PIACE ASCOLTAREdissentire,

in bar contraddiredissertare

su vicende del nostro paese;udire...

condite da qualche intercalare,cavolate:

trovate di funghi,vendemmie o cinghiali abbattuti,tante storie forse solo sognate!

NON MI PIACE SENTIREsparlare

del veleno gettare o svilireun qualcuno che tenta di fare

poco o nulla,ma sol per cambiar qualcosa

nel nostro paese.Abbellire... trascuraresono solo dei verbi.Ma amore e rispetto

sono un nome come affetto.

A Palagano, il nostro paese.Braglia Silvano

Sensazioni

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4 la LUNA nuova - Luglio 2007

Attualità

Il testo della petizione del Comitato Ponte Savoniero-Vitriola

I sottoscritti cittadini contribuenti e votanti, residenti nel territorio della Comunità Montana Appennino Modena Ovest edi cittadini a valle che temono per l'incolumità degli acquiferi, seriamente preoccupati ed allarmati per la volontà degliAmministratori locali di costruire in tempi brevissimi una stazione per il trasbordo dei rifiuti solidi urbani in località Pontedi Savoniero in comune di Palagano (Modena), a pochissimi metri dal torrente Dragone, nella quale confluiranno i camionper la raccolta dei rifiuti provenienti da tutto il territorio della Comunità Montana Appennino Modena Ovest, per poi esserescaricati su un tir che li confluirà all'inceneritore Hera di Modena.Con la presente sottoscrizione intendono protestare e dichiarare la propria completa contrarietà alla costruzione di talestruttura nel luogo indicato per le seguenti motivazioni:1) Perché a pochissimi metri da un importante torrente che impone il nome a tutta la Val Dragone, con il rischio graved'inquinamento delle sue acque.2) Perché è a ridosso e a valle del fosso della Borra, corso d'acqua che, specie in certi periodi dell'anno, è impetuoso esoggetto all'esondazione, per cui la zona indicata è alluvionale.3) Perché è zona ad alto rischio ambientale come si evidenzia dalla relazione geologica sottoscritta dagli esperti chehanno studiato il sito.4) Perché tale zona non è sufficientemente lontana dalle abitazioni civili.5) Perché sarebbe l'ennesima, vergognosa e colpevole cementificazione e distruzione di un territorio ancora incontaminatoe protetto da vincoli ambientali.6) Perché tale struttura provocherà gravi situazioni di carattere igienico-sanitario con uno stravolgimento dell'habitatnaturale.7) Perché sia nel comune di Palagano, sia negli altri comuni interessati esistono già luoghi purtroppo compromessi,come ad esempio: zone artigianali, ex porcilaie fatiscenti e dismesse da anni, ex ceseifici ed ex stalloni in abbandono,come pure esiste già un'isola ecologica in località Fiaborra, che sarebbe veramente intelligente considerare e distantesolo sette minuti dal luogo che si vuole imporre. Quest'isola ecologica potrebbe essere migliorata e potenziata oltre cheadeguata alla necessità per il trasbordo dei rifiuti sul tir che li porterà all'inceneritore. Nel luogo appena descritto uncustode potrà garantire ordine, pulizia ed igiene.8) Perché questa struttura deve essere insediata proprio nel comune di Palagano? A chi giova? Vogliamo saperlo!9) Perché imporre una tale bruttura senza nemmeno informare preventivamente ed adeguatamente la popolazione inte-

La stazione di trasferimentodei rifiuti a Savoniero

Nel numero precedenteabbiamo affrontato iltema della Stazione ditrasferimento dei rifiutispiegando le motivazioniche hanno portato alladecisione di realizzareuna struttura di questotipo, il suo funzionamen-to, la decisione di realiz-zarla nella zona artigia-nale di Palagano, la na-scita di un Comitato spontaneo promotore di una petizione popolare e le varie vicende succedutesi. Nella seduta delConsiglio della Comunità Montana del 16 aprile scorso a Palagano nel Teatro Comunale, aperta al pubblico, si è conve-nuto di non realizzare la stazione di trasbordo a Palagano capoluogo ma in un'area nei pressi del ponte di Savoniero sultorrente Dragone. In poco tempo si è costituito un nuovo comitato "Ponte Savoniero-Vitriola" che si oppone con forza allacostruzione della stazione in quel luogo.Il Comitato ha promosso una petizione popolare di cui pubblichiamo il testo. Ha inoltre aperto un sito internet dovevengono pubblicati diversi documenti oltre che i numerosi comunicati stampa del comitato stesso e a cui rimandiamo chivolesse saperne di più: www.vallatadeldragone.it.

Rappresentazione della stazionedi trasferimento dei rifiuti di Savoniero

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Attualità

ressata? E' forse questo un nuovo modo di amministrare?10) Perché pagare (come sembra) quel terreno una cifra oltre dodici volte il suo reale valore? Non sarebbe opportunospendere gli euro dell'Unione Europea in maniera più oculata, trasparente e corretta?Il buonsenso di chi amministra deve assolutamente impedire che una vasta cementificazione distrugga irreparabilmenteuna zona incontaminata e ad alto rischio ambientale come quella adiacente il ponte sul torrente Dragone a Savoniero nelcomune di Palagano, provincia di Modena, pur essendoci tante altre soluzioni meno impattanti come da noi più soprasuggerito. Per questi ed altri motivi documentati e validi chiediamo con forza alle Autorità in indirizzo d'impegnarsiaffinché sia immediatamente ripensato il luogo dove costruire la suddetta struttura. I cittadini sottoscritti, costituitisi inComitato, assicurano che useranno tutte le azioni legali possibili per impedire tale progetto.Rimaniamo a disposizione per presentare idonea ed ulteriore documentazione e per fornire informazioni o chiarimenti inmerito.

Comitato Ponte di Savoniero e Vitriola Riferimento: Roberto Tincani

Il tema della stazione di trasferimento rifiuti di Savoniero hasollevato in questi mesi un ampio dibattito, talvolta surri-scaldando eccessivamente il clima. Mi pare doveroso pre-cisare alcune questioni che credo essere di rilevante im-portanza. Innanzi tutto sulla tipologia dell'impianto: non èun'isola ecologica, non è un compattatore come erronea-mente molte persone credono, tantomeno una discarica.Si tratta precisamente di una stazione di trasferimento dirifiuti solidi urbani. In buona sostanza una rampa provvistadi tramoggia in cui i camion per la raccolta di R.S.U.dei trecomuni trasferiscono appunto i rifiuti in un veicolo di mag-giori dimensioni, che una volta pieno porta il carico all'ince-neritore di Modena per poi tornare vuoto. Nell'area non sonopreviste altre operazioni che riguardino i rifiuti nè è previstodiventi zona di sosta per cassonetti o quant'altro.Un'altra precisazione doverosa riguarda i rischi igienicosanitari: è totalmente priva di fondamento l'ipotesi di rischioinquinamento per il torrente o per le falde; il piazzale verràogni volta pulito e lavato, per le acque del lavaggio è previ-sto un impianto di depurazione così come indicato dallalegge. Il camion al ritorno dall'inceneritore sarà di volta involta anch'esso pulito; sarà presente un'addetto che avrà ilcompito di tenere pulito il piazzale e di avere cura che nes-sun rifiuto rimanga nell'area.Per quanto riguarda le spese, il costo complessivo del-l'opera è di 360.000 • coperti per il 70% da un finanziamen-to europeo (Obiettivo 2) per una cifra quindi pari a 252.000•. La restante somma di 108.000 • sarà coperta dalla co-munità montana tramite un mutuo. Per entrare maggior-mente nel dettaglio l'importo è così suddiviso: 205.000 •vanno per la realizzazione della rampa e del piazzale dimanovra; i lavori verranno assegnati tramite gara ad evi-denza pubblica e non come erroneamente detto da qual-che male informato tramite trattativa privata. Altri 99.000 •andranno per l'acquisto di materiale ad elevata tecnologiae questo avverrà dopo che l'ufficio tecnico della ComunitàMontana avrà effettuato un'approfondita indagine conosci-tiva. La cifra restante andrà a coprire diverse spese tecni-che, la progettazione ed i costi per la sicurezza. Ai 360.000• per la realizzazione dell'opera vanno aggiunti i 50.000 •per l'acquisto del terreno, anch' essi coperti con un mutuoaperto dalla comunità montana con una compartecipazio-ne ancora da definire della Provincia di Modena. Per quan-to riguarda il percorso che ha portato all'individuazione del-

l'area la Comunità montana si è già espressa al riguardo,ma ci tengo a rilevare nuovamente che quando, investitadel problema, l'Amministrazione comunitaria ha promossouna seduta di Consiglio aperta ai sindaci, ha attivato untavolo con tutti i rappresentanti politici, ha promosso unconsiglio aperto ai cittadini, in cui tra l'altro è stata propo-sta ed ampiamente condivisa l'area di Savoniero. Succes-sivamente alla nascita del comitato, il sottoscritto insiemeal tecnico responsabile ha incontrato per ben due volte irappresentanti del suddetto comitato, ha recepito alcunedomande che sono poi finite nel progetto esecutivo appro-vato il 12 luglio e si è impegnato a mantenere il dialogosulle questioni più dirimenti della stazione, gestione com-presa. Non c'è stata quindi alcuna prevaricazione nei con-fronti di nessuno, i fatti lo stanno a dimostrare, i cittadinisono stati ascoltati e le istanze portate avanti di volta involta tenute in considerazione. Compito della Pubblica am-ministrazione è appunto quello di scegliere nell'interessegenerale; se prevale la logica del "non nel mio cortile" siapre una spirale che non porta a nessuna soluzione edaggrava il problema. Il tema dei rifiuti è estremamente deli-cato, tocca nervi scoperti e credo che ogni cittadino e l'am-ministrazione pubblica debbano farsi carico del problema.Occorre aumentare la raccolta differenziata, perchè que-sto vuol dire meno rifiuti da destinare in discarica o all'ince-neritore e maggiore opportunità di riciclo. I comuni dellacomunità Montana a parte Prignano che negli ultimi mesiha superato il 40% di raccolta differenziata, sono al 24%circa, con un aumento nell'ultimo anno di circa il 3%; tutticomunque ben al di sotto della soglia del 55% prevista nelPiano Provinciale per la gestione dei Rifiuti. Occorre quindiuno sforzo maggiore di tutti per raggiungere entro il 2009tale obiettivo. La Comunità Montana sarà in prima fila e giàdall'autunno si farà promotrice, in collaborazione con leamministrazioni comunali, i gestori ed i cittadini, di un ta-volo di discussione che abbia come tema la produzionedei rifiuti, la raccolta differenziata e la gestione del serviziorifiuti; il tavolo dovrà essere uno spazio aperto, in cui ognicittadino potrà intervenire e proporre nuove soluzioni. Lavicenda della stazione di trasferimento ha rappresentatoun'opportunità per aprire un dibattito su un problema serio,credo che tutti noi come cittadini non possiamo lasciarcisfuggire quest'occasione di confronto, che potrà portare asoluzioni ampiamente condivise ed innovative.

Precisazioni di Yuri Costi (presidente della Comunità Montana Modena Ovest)

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6 la LUNA nuova - Luglio 2007

Fatti e misfatti

Champion Camp a Palagano

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Turno

Divisione per Turni e Sesso

Maschi Femmine

Sabato 30 giugno, nell'ambito della Sagra del CiaccioPalaganese, alla presenza di numerose autorità, è statapresentata ufficialmente l'edizione 2007 del ChampionCamp, il primo Camp estivo multisportivo per ragazzi e ra-gazze dagli 8 ai 15 anni.Il sindaco di Palagano, Paolo Galvani, ha fatto gli onori dicasa dando il benvenuto ai prestigiosi ospiti che sono in-tervenuti, dall'assessore provinciale allo sport Vaccari, aquello al turismo Grandi, al consigliere regionale Ricchettie al rappresentante del CONI Andrea Dondi.Tutte le autorità, nel prendere la parola davanti agli iscritti,ai loro genitori e al pubblico presente, hanno sottolineatola bellezza e la funzionalità dell'area sportiva, insieme allavalidità del programma multisportivo proposto e degli obiet-

tivi futuri di sviluppo di questa splendida area, per arrivare aformulare un percorso turistico sportivo sempre più qualifi-cato.In rappresentanza dell'A.s.d. F. Gallesi, società organiz-zatrice e gestrice dell'area sportiva dove si svilupperanno 6turni settimanali fino al 28 luglio (2 dei quali già chiusi),sono intervenuti Massimo Nannini e Alberto Ganzerli, chehanno illustrato i dati più salienti dell'attività sportiva propo-sta e hanno guidato i presenti in una visita al centro sporti-vo per illustrarne le caratteristiche principali: un comples-so di circa 5000 metri quadri con vari campi dedicati alvolley, al beach, al basket, al tennis, al calcetto e alla gin-nastica.In questi 6 turni, al Champion Camp, si alterneranno quasi400 iscritti provenienti da 23 società sportive delle provincedi Modena e Reggio Emilia (di questi 400, le iscrizioni deiragazzi della comunità locale ammontano a ben 53 unità),

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Fatti e misfatti

Le piazze del capoluogosi rifanno il "trucco"

Durante il mese di giugno sono iniziati i lavori di sistema-zione e abbellimento di alcune piazze del capoluogo,lavori affidati alla ditta Stradedil di Boccassuolo.La prima piazza ad essere sistemata è stata quella delMunicipio (piazza Antonio Bacchini, a ricordo di un citta-

dino illustre che molto si adoperò per la ricostituzione del comune di Palagano).Eliminate le aiuole laterali, è stata mantenuta una bella pianta di frassino con relativa aiuola. Rifatto il mantobitumoso, sono state finalmente disegnate piazzole-parcheggio più numerose e di ampiezza sufficiente. L'altrapiazza (piazza dottor Silvio Fontana, cittadino e medico emerito), è sistemata parzialmente e i lavori sarannoultimati col completamento della passeggiata via Casa Scagnoli-via Santo Stefano, va via via assumendo un aspet-to più decoroso.Particolarmente bello il lampione centra-le.L'ultimo intervento è quello sulla piazzadella chiesa parrocchiale (piazza don Ar-mando Galloni - vedi Luna nuova n. 22aprile 2005). I lavori, pressoché ultimati,vedono uniti i 2 monumenti, allargata lavia "18 marzo", anche corredata di mar-ciapiede, abbattute le barrierearchitettoniche verso la chiesa e delimi-tato lo spazio-giardino della canonica, in-stallati i lampioni e... tolto tutto il verde!Se qualcuno lamenterà che la piazza àtroppo assolata gli diamo un consigliospassionato... entri in chiesa a godersil'ombra.

oltre a 72 persone dello staffche garantiranno una note-vole qualità nella gestionedelle giornate sportive enelle varie animazioni pro-poste.Vi saranno inoltre ospitisportivi che si alternerannonei vari turni come testimo-nial di tante discipline spor-tive, sia di quelle proposte al Camp che di altri sport: nelle prime 2 settimane sono stati al Champion Camp, tra i variistruttori o come dimostratori o per tenere delle lezioni tecniche, vari personaggi tra cui Andrea Nannini, Pupo Dall'Olio,Elisa Gatti, Davide Bellini, Eleonora Costi, Valeria Zanoli, Antoine... e tanti altri che si alterneranno nelle prossimesettimane.Tutta la manifestazione si è chiusa con un invito a tavola per assaggiare le gustosissime specialità locali, dai ciacci aifrittellozzi ed altre prelibatezze che hanno contribuito a rendere ancor più piacevole la giornata, giornata che ha lasciatoun messaggio importante ai presenti: cercare tutti insieme di favorire sempre più, per il futuro, lo sviluppo di una culturasana nello sport giovanile.

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8 la LUNA nuova - Luglio 2007

Fatti e misfatti

Associazione SCILLA:cercasi volontari

In arrivola "banda larga"

E' in arrivo la "banda larga" per il collega-mento veloce ad internet sul nostro territo-rio. Grazie ai fondi stanziati dal pianotelematico regionale è in fase di realizza-zione l'installazione di antenne in alcunipunti strategici. Il primo comune a partire èstato Prignano sulla Secchia che entrol'estate avrà attivo il servizio.Sono in corso in questi giorni anche i lavo-ri per piantare il palo al Parco di S. Giulia;altre installazioni sono previste a Palaganoe Boccassuolo. Il progetto, realizzato dal-la regione Emilia Romagna in collaborazio-ne con la Provincia di Modena e la Comu-nità Montana, prevede di estendere la ban-da larga sul territorio montano sfruttandola tecnologia di collegamento wire-lessossia senza fili. Nell'unico comune in cuiper il momento il servizio è in via di attiva-zione, cioè Prignano, la tecnologia preve-de che in ogni abitazione o ufficio venganoinstallate delle piccole antenne di 30 cmper 30 cm con cui viene ricevuto il segnale.La velocità massima di collegamento è di3 Mb al secondo con una banda minimagarantita di 256 Kb al secondo; è previstoanche, per chi lo volesse, non solo utiliz-zare il servizio per la parte riguardanteinternet ed i dati, ma anche attivare uno opiù collegamenti telefonici. Tale tipo di tec-nologia potrà essere utilizzata senza chesiano necessarie modifiche nelleapparecchiature una volta entrate in funzio-ne le frequenze del Wi Max, una delle piùavanzate reti di collegamento a banda lar-ga senza fili utilizzate in Europa e negli StatiUniti. Dall'ultimo incontro tenuto con tecni-ci della regione, si prevede che entro la finedell'anno o al più tardi entro la primaveradel 2008 la banda larga sarà attiva su tuttoil territorio della Comunità Montana.

Sabato 14 aprile si è tenuta l'Assemblea an-nuale dell'associazione; tra i vari argomentiaffrontati durante la serata, si è procedutoanche al rinnovo delle cariche.Giovedì 28 giugno poi si è insediato il nuovo

consiglio direttivo con il conferimento delle varie cariche istituzionali:presidente: Davide Bettuzzi; amministratore: Gabriele Monti; coordi-natore dei progetti: Guerrino Donadelli; addetto alle pubbliche relazio-ni: Oscar Corradini; segreteria: Laura Bettuzzi e Luca Contri; assisten-te spirituale: padre Antonio Capitanio. Sono stati aggiornati i progetti infase di realizzazione e presentati quelli richiesti; è emerso che ci sonodiverse difficoltà per quanto riguarda l'organizzazione di altre spedizio-ni, in quanto è sempre più difficile trovare volontari.Per questo ci si è assunti l'impegno di pubblicizzare maggiormentel'Associazione con iniziative nell'ambito delle sagre, nelle scuole deivari comuni montani e sulla stampa locale. A proposito la Scilla saràpresente alla Festa dei Matti con un suo spazio. Quest'anno, inoltre, èil 25° di attività dell'associazione e per celebrare questo traguardo si èpensato di realizzare una pubblicazione e un CD che raccolgano tuttal'attività di questi 25 anni; per questo si chiede a tutti coloro che hannomateriale fotografico o altro di metterlo a disposizione per poter realiz-zare questa importante iniziativa.Si propone, inoltre, di realizzare un elenco delle persone disponibili aprestare la loro opera in modo da poter gestire e organizzare per tempo e al meglio le spedizioni nei paesi in viadi sviluppo (e da ora in poi anche in Paraguay?). Info: www.associazionescilla.it.

Sagra della BeataVergine del CarmineNella seconda settimana di luglio ha avuto luogo, come da tradizione,la Sagra della Beata Vergine del Carmine, cui i palaganesi sono par-ticolarmente devoti, come testimoniato dal bellissimo oratorio del 1667.Di spessore la parte religiosa: S. Messa al mattino, triduo serale conil biblista don Claudio Arletti che ha trattato il tema della Madonna nel"Magnificat"; rosario con i misteri figurati venerdì, sabato messa deglianniversari di matrimonio,domenica messa solen-ne presenziata da un pre-te missionario in Brasile,conterraneo di don Fabri-zio; la funzione religiosaè stata chiusa dalla so-lenne processione con laBanda musicale.Le tre serate finali hannovisto l'esibizione del com-plesso "I Supermarket"venerdì, sabato grande"Corrida" , domenica se-rata danzante con "I piut-

tosto che niente". Durante le tre serate hanno egregiamente funziona-to i vari stand gastronomici.

Palagano, Oratorio delCarmine (1667)

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Fatti e misfatti

Una nuova missione in Paraguay: parte suor Marry

Cara Luna,ti ringrazio per lo spazio che mi dai e che mi dà l'opportu-nità di raggiungere tante persone e tanti amici.Ne approfitto volentieri per rivolgermi a tutti; alle personeche ho conosciuto in questi anni, come anche a quelliche ho soltanto incrociato per strada con un saluto e uncenno del capo. Vorrei salutare anche quelli che non homai incontrato e conosciuto, ma che abitano in questinostri paesi, perchè anch'io, palaganese per adozione,mi sento ormai una di voi. Come già sapete, dopo unadecina d'anni, belli ed intensi, vissuti qui, sono chiamata,assieme ad altre quattro consorelle, a partire per la mis-sione in Paraguay, in America Latina e, com'è naturale, ildesiderio che nasce, prima della partenza, è quello disalutare coloro che lascio. Salutare e ringraziare!Ho trascorso in mezzo a voi, infatti, una bella fetta dellamia vita e lo ritengo un dono grande di Dio per me, suorafrancescana di Palagano. Parto arricchita grandemente emai avrei pensato di ricevere tutto questo bene. Per cuisappiate che, se il Signore mi permetterà di iniziare qual-cosa di buono nella nuova terra che mi dona e nella qualemi invia, ne avrete parte anche tutti voi. Voi tutti continue-rete ad essere il suolo nel quale ho ancorato saldamentele mie radici, così che i rami dell' albero possano cresce-re e diramarsi ancora. Insieme, porteremo frutti di vita

Nel prossimo autunno un gruppo di suore francescane dell'Immacolata Concezione di Palagano, partirà per fondareuna nuova missione in Paraguay. Saranno in cinque e precisamente: suor Teresa Margherita, suor Maria, suorJosianne, suor Marie Jeanne e suor Mariagrazia (Marry). Suor Marry ha voluto, attraverso il nostro giornale, esprimereil suo grazie alla nostra comunità per il periodo della sua vita trascorso a Palagano.Anche la redazione della Luna si associa al coro unanime di augurio affinché questa nuova fase della sua vita porti ifrutti sperati. Confermiamo con entusiasmo il desiderio di suor Marry che la Luna diventi un tramite con i nostri lettoridelle sue future esperienze.Ancora auguri.

buona e la condivideremo con chi ha meno di noi ed è piùoppresso di noi. A questo proposito, approfitterò anche infuturo della Luna per farvi sapere com' è la realtà chevado ad incontrare, sperando di riuscire a collocarla tra ivostri affetti, e per continuare a condividere un po' di cam-mino con voi.Grazie di cuore a tutti, cari amici. Un grazie pieno di beiricordi e di tanti segni di affetto e di benevolenza ricevutida voi. Un grazie che si fa carico di commozione intensa,quando penso ai ragazzi e ai giovani.Un grazie che di-venta preghiera a Dio per voi, per le vostre famiglie, per lenostre parrocchie e per i nostri paesi, soprattutto perchèil Vangelo non cada come lettera morta e dimenticata,ma sia, sempre di più, una Parola viva e necessaria; l'unica Parola capace di cambiarmi nel momento stessoin cui mi raggiunge.Cari amici, è difficile condensare tanta ricchezza di vitain poche righe, ma vi assicuro che il sentimento predomi-nante, adesso che parto, è una profonda e grande grati-tudine. Quindi ancora grazie a tutti, e ricordatevi, ognitanto, di pregare anche per me, che ne avrò tanto, matanto bisogno.Un caro saluto a tutti,

Suor Mariagrazia

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Notizie da Palagano e dintorni

Boccassuolo: "grazie a tutti"

Fatti e misfatti

Grazie.Inizio così l'articolo perchè questa parola semplice, tante vol-te, fra noi di Boccassuolo, è scontata. Quando si lavora tuttiinsieme, in armonia e per un fine comune, ci si dimentica diringraziarsi o meglio non si capisce chi deve ringraziare chi...perchè ogni persona cerca di fare la sua parte. Comunquegrazie a tutti per quello che avete fatto e per quello che fareteper la nostra piccola, ma attiva e viva comunità.Siamo a metà estate e già sono state realizzate molte cose einiziative.Siamo partiti, sotto l'attenta vigilanza del "Capo Cantiere Lu-ciano Ugolini", con la realizzazione del nuovo impianto elettri-co della Canonica Vecchia (Betania) che continua a portarenumerosi gruppi di giovani in paese, con il completamento dei lavori di ristrutturazione del sagrato della chiesaparrocchiale, del selciato e di tutta l'area circostante compresa la ringhiera e le bocchette per la raccolta delle acquepiovane. Il 6 maggio nell'incontro con le famiglie anche Boccassuolo ha voluto ringraziare "Suor Marry" per il serviziosvolto e augurarle un buon lavoro. Il 13 maggio tutto il paese si è impegnato nella manifestazione Memorial dr. SilvioFontana organizzata dal Comune di Palagano, dalla Comunità Montana e dalla Polisportiva. L'esercitazione hariguardato l'elisoccorso, gli equipaggi delle numerose ambulanze e i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Frassinoro.Grazie al consueto impegno dei nostri cuochi, camerieri, cantinieri, operai, spazzini, elettricisti, giardinieri ecc... ilpranzo ha permesso di versare a favore del Day Hospital Oncologico dell'ospedale di Sassuolo la somma di •.3.600. Il 23 giugno nella sede della Polisportiva si è svolta la Festa della Sezione Scuola di Ballo, con saggi,spettacoli di campioni veterani, e di campioni in erba fra cui i nostri Erica e Massimo che stanno crescendo anchein quello che a tutti gli effetti è diventato uno sport. Il 1° luglio, nella splendida cornice delle Lamarine, si è svolto ilconsueto Raduno di Cavalli 4° Memorial Bernardi Giuseppe. Numerosissimi i cavalli ed i cavalieri, ma soprattutto icommensali. Grande lavoro dell'esercito della cucina e dell'accampamento. Come ogni anno la finalità della manife-

stazione è la beneficienza e anche que-st'anno è stato dato un contributo all'As-sociazione "Insieme", associazione chepromuove la ricerca su una rarissima ma-lattia genetica: l'immunodeficenza prima-ria. Domenica 22 luglio Festa del Grup-po Alpini di Boccassuolo.Il 16 agosto, San Rocco, siamo invitatitutti a fare la nostra parte. Dopo la santamessa e la benedizione delle macchine(o meglio degli autisti) nel pomeriggio siorganizzeranno le gare sportive ed i gio-chi, mentre alla sera festa con la con-sueta voglia di stare insieme e divertirsiin armonia. Mi permetto di richiamare al-l'attenzione l'augurio che ci ha fatto DonCasimiro, che ci ha onorati anche que-st'anno della sua presenza, durante laprima messa domenica 1° luglio. All'ome-lia, facendo i complimenti per i lavori diristrutturazione del sagrato costruito cir-ca nel 1920, ha preso atto che la vecchiastradina e i vecchi gradini si sono consu-mati e demoliti nell'arco di 80 anni di pas-saggio di persone che salivano alla chie-sa per ricevere i sacramenti. Il suo augu-rio è stato quello di non mantenerli cosìnuovi e immacolati ma di consumarli alpiù presto.

(nb)

Il sagrato ristrutturatodella chiesa parrocchiale

CAT: Club Alcolisti inTrattamento

Siamo sempre noi, che approfittiamodella “Luna” per farci conoscere me-glio. Chi entra nel Club, cerca un aiu-to per smettere di fare uso di alcol:noi siamo qui per darci una mano avicenda. Il problema non si supera da

soli, né dicendo: ”Mi vergogno di raccontare la mia vita privataad altri, quindi di farmi aiutare”; non c'è peggior cosa che isolar-si e dire a se stessi “Smetto quando e come voglio”. Nel Clubcerchiamo di farti sentire a tuo agio e sei subito accettato comepersona, non ha importanza quello che hai fatto e chi eri; trovisubito amicizia, solidarietà ed empatia. L'alcol è una “brutta be-stia” che prima mangia te stesso, poi la tua famiglia e la tuasalute. E' il momento di riprendersi la propria vita, i propri cari eanche gli amici, non quelli che fino a ieri ti hanno messo il bic-chiere davanti, magari ridendo di te, ma quelli che ora, nel mo-mento del bisogno, ti aiutano e ti sono vicini. Cerchiamo di cam-biare il nostro stile di vita assieme alla nostra famiglia e questomessaggio verrà, man mano, trasmesso anche al di fuori del no-stro piccolo nucleo e potrebbe diventare uno stile di vita nuovo,anche nella comunità in cui stiamo.

Info: 339 7004996

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Fatti e misfatti

Sala per le provee la registrazionea Prignano

Sono terminati, nei primi giorni di luglio, i lavoriper la realizzazione di una sala prove e regi-strazione per gruppi musicali a Prignano pres-so il centro civico. L'opera, che è costata com-plessivamente 50.000 euro circa, prevede unasala prove insonorizzata ed attrezzata, com-prensiva di strumenti musicali ed un parte de-dicata all'incisione. La struttura, che verrà ge-stita da un 'associazione prignanese, potrà es-sere utilizzata da tutti i gruppi musicali sia per provare che per incidere eventuali CD. A partire dall' autunno sarà

quindi possibile per tutti quanti lo vorranno prenotare turni da tre oreper provare o in alternativa sessioni di registrazione.Esprime soddisfazione il sindaco Mauro Fantini che dichiara: "Que-sta è una delle opere di cui la nostra amministrazione si sente piùorgogliosa. I nostri ragazzi avranno un luogo in cui poter esprimeretutta la loro creatività mu-sicale ed allo tesso tem-po la struttura rappresen-terà un importante luogodi aggregazione. In questomodo speriamo di pro-muovere ulteriormente,anche tramite la scuola dimusica, che già conta ol-

tre 45 iscritti, la cultura musicale ed artistica sul nostro territorio".Nel corso dell' estate verranno definiti i costi e gli orari di apertura.Per ulteriori informazioni rimandiamo al sito internet del comune diPrignano sulla Secchia: www.comune.prignano.mo.it

Avviso per tutti gliorganizzatori dimanifestazioni

Comunichiamo a tutti gli interessati chesul nostro sito www.luna-nuova.it è at-tiva la sezione “Eventi e manifestazio-ni di Palagano e dintorni”, direttamen-te accessibile dalla Home Page, in cuiè possibile inserire date e notizie suglieventi, manifestazioni, incontri, attivi-tà, riunioni, ecc... organizzate a Pala-gano e dintorni.E' possibile inserire direttamente “online” la data e le notizie riguardanti unapropria manifestazione associativa, conuna procedura estremamente semplice,in modo da rendere visibile, a chiun-que acceda al sito, l'evento.Questo “servizio” ha alcuni obiettivifondamentali: creare un archivio deglieventi e delle manifestazioni organiz-zate a Palagano e dintorni sempre ag-giornato "in tempo reale" e consultabilein qualsiasi momento; evitare, perquanto possibile, sovrapposizioni di ma-nifestazioni; contribuire a publicizzarele diverse manifestazioni.Pensiamo di rendere in questo modoun servizio utile alla nostra comunità .

Il 9 giugno si è re-golarmente costi-tuito il "Circolo Par-rocchiale OratorioSanta Chiara", con

adesione allo C.S.I. (Centro Sportivo Italiano di Modena).Lo statuto del Circolo ne disciplina l'intera attività che è totalmenterivolta all'aggregazione dei giovani e delle famiglie.Questi gli organi direttivi eletti: presidente: Luca Contri; vicepresidentiDon Fabrizio, Laura Facchini; segretario: Silvia Rioli; amministratoreSimone Salvatori; consiglieri: Suor Armanda Debbi, Bruna Volpe, Piero Bertogli, Tania Giacomelli, Davide Ranucci,Valentina Piacentini, Alessia Lusoli, Vittorio Tagliazucchi, Marco Facchini, Marino Marasti.

Circolo parrocchiale a Palagano

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Brevi

19 maggio:1° Memorial "Lorenzo Malagoli"Camminata non competitiva (breve km3,5 - lunga km 7,5) svoltasi al ParcoSanta Giulia in Monchio a ricordo delcarissimo Lorenzo tragicamente scom-parso per incidente stradale.

29 maggio e 1° giugno: seratedi chiusura annata musicale .La prima serata, aperta dalla corale, èstata un susseguirsi di bellissime vocidi bambini e ragazzi che hanno moltobene impressionato.La seconda serata ha visto l'esibizionedegli strumentisti, anche questi ottima-mente preparati.Perché non organizzare un vero grandeconcerto, invitando magari Vasco Ros-si a fare da padrino?

10 giugno:1° Memorial "Luciano Ranucci"Bellissimo raduno di moto d'epoca emoderne nella piazza del municipio.Giro turistico con fermata e aperitivo alla“Rocca” di Montefiorino; quindi è statascoperta una targa ricordo presso casaRanucci. Questo momento, dopo la be-nedizione di don Fabrizio, è stato parti-colarmente commovente e più d'uno deitanti amici di Luciano aveva gli occhilucidi. In chiusura il presidente del MotoClub Castellarano ha sollecitato le au-torità competenti ad adottare seri prov-vedimenti per fronteggiare la grande in-vasione di caprioli, che rappresentanoun pericolo per le strade di montagna.

30 giugno-1° luglio:8° Sagra del ciaccio palaganeseOttima la stagione e buona l'affluenzadi pubblico in entrambe le giornate.Nutrita e selezionata la presenza dibancarelle. Ben rappresentata la gastro-nomia (ciacciai di Palagano e Monte-fiorino, gnocco fritto di Costrignano,frittellozzi di Savoniero, pizza pane estands di birra e vino).Scelte ed apprezzate le manifestazionidi contorno proposte dalla Pro-Loco:complessi musicali, Corteo Storico Mon-tecuccoli, ballerini di Boccassuolo,scuola karate di Castellarano, rettilario,burattini, ecc...Questa fiera-sagra, importantissima perPalagano, deve però recuperare la di-mensione di “fiera artigiana”, perchéquesto era il primitivo intento della ini-ziale istituzione.

Fatti e misfatti

100 candelineper nonnaNorinaDomenica 15 luglio, Costrignano havissuto una grande giornata: la festadei 100 anni di Norina Beneventi. Lasignora, molto conosciuta, è vedovadi Domenico Pietrosemoli, per tantianni ufficiale postale del paese. Non-na Beneventi è stata festeggiata dai4 figli: Adriana, Giovanni, Maria, Fran-cesco e da uno stuolo di generi, ni-poti e nuore. La centenaria, lucida edecisa, ha raccontato che durante

l'eccidio del 1944, venne catturata unitamente a due figli e condotta da-vanti alla mitragliatrice a Savoniero per essere fucilata, poi però l'ordinevenne revocato (dal libro "Attila sull'Appennino" di Pietro Alberghi" - n.d.r.).

La ditta Hydrodesign Srlverserà alla Contrada Aravecchia,come contributo alle feste estive,

1 europer ogni sms ricevuto.

PARTECIPAAL RIPRISTINODEL MANTOERBOSO DEL PARCO

Manda un sms al numero

334 6560559

Grazie!L'AVAP di Palagano ringrazia in particolar modo la famiglia del caro amicoLuciano Ranucci, L'AVAP di Montefiorino, il Motoclub Pedemontana colpresidente sig. Bondi, il gruppo ragazzi della parrocchia di Palagano coor-dinati dall'instancabile signora Bruna Volpe. Un ringraziamento speciale aipartecipanti al "1° memorial Luciano Ranucci", e a quanti, centauri e no,hanno contribuito all'organizzazione dello splendido motogiro dando ancheun contributo prezioso alla scrivente associazione ricordando un amicoche rimarrà sempre nei nostri cuori. Con l'augurio che la manifestazionepossa ripetersi porgiamo un sincero grazie.

Il consiglio, il presidente, i volontari AVAP di Palagano

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Gruppo di Maggioranza

Comune

L’Amministrazione Comunale diPalagano, che qui rappresento in vestedi Capogruppo di Maggioranza a far datadal 24/04/2007, intende beneficiare an-cora una volta dell’opportunità conces-sale dal periodico “La Luna”, preziosoed efficace veicolo di informazione per l’intera comunità,valorizzando tale proficua collaborazione, sempre foriera diinteressanti spunti di riflessione, attraverso il rinnovato im-pegno a rendere note ai cittadini le attività realizzate non-ché i progetti e le iniziative intrapresi nel periodo compresotra aprile e luglio 2007.

Venendo ora ad una panoramica più dettagliata degli inter-venti e delle manifestazioni che hanno interessato ed inte-resseranno nei prossimi giorni il nostro territorio, sottoli-neo solo brevemente che il perseguimento di tali risultatirappresenta il frutto di un percorso che richiede quotidiana-mente, in chi ne è coinvolto a titolo istituzionale o persona-le, serietà e dedizione per la valorizzazione di obbiettiviconcreti nel rispetto di un dialogo propositivo e costruttivo.

- Sono stati ultimati i lavori di riqualificazione del centro diPalagano mediante il rifacimento delle tre Piazze Don Gal-loni, Fontana e Bacchini, finanziati dal Comune di Palaganocon contributo ottenuto sull’Obbiettivo 2.

- Il 18 giugno scorso ha preso il via l’edizione 2007 delChampion Camp, il primo Camp estivo mutisportivo orga-nizzato dalla a.s.d. F. Gallesi di Carpi in collaborazionecon l’Amministrazione Comunale di Palagano che vedràcoinvolti in sei turni settimanali fino al 28 luglio 393 ragaz-zi/e dagli 8 ai 15 anni provenienti da tutta la provincia (dicui 53 della nostra comunità) oltre a ben 72 persone alta-mente qualificate facenti parte dello staff tecnico e a nu-merosi ospiti sportivi testimonial delle diverse discipline, inun complesso di circa 5.000 mq con vari campi dedicati alvolley, al beach, al basket, al tennis, al calcetto e alla gin-nastica.L’inaugurazione ufficiale del Camp ha avuto luogo sabato30 giugno alla presenza del Sindaco di Palagano nonchédi prestigiosi ospiti, dall’Assessore Provinciale allo SportStefano Vaccari, all’Assessore Provinciale al TurismoBeniamino Grandi, al Consigliere Regionale MatteoRicchetti ed al Rappresentante CONI Provinciale Dondi,oltre ai numerosi sponsor.Tutti hanno sottolineato la bellezza e la funzionalità del-l’area sportiva, unitamente alla validità dell’offerta

multisportiva proposta e delle potenzialità di sviluppo del-l’intero complesso per arrivare a formulare un percorso tu-ristico-sportivo sempre più qualificato nella prospettiva diuna cultura sana nello sport giovanile.

- L’Amministrazione Comunale rivolge un sentito ringrazia-mento alla Pro-loco per l’ottima organizzazione della Sa-gra del Ciaccio svoltasi il 30 giugno-1° luglio ed altresì aiMaestri Ciacciai di Palagano e alle Polisportive di Savonieroper i frittellozzi e di Costrignano per il gnocco fritto perl’intensa attività svolta nell’ottica della promozione e quali-ficazione dei prodotti tipici e quindi di valorizzazione di tut-to il nostro territorio, in un clima armonioso che ha richia-mato la partecipazione di una nutrita folla.

- Sono iniziati i lavori per la realizzazione degli spogliatoiadiacenti al Campetto Polivalente di Monchio.Sempre a Monchio, il 5 luglio si è tenuto un incontro con lapopolazione locale per avviare il percorso di metanizzazionedella frazione alla presenza del Direttore Generale e deifunzionari di Hera che hanno puntualmente illustrato il pro-getto.

- Il 6 luglio il Sindaco di Palagano ha firmato la Convenzio-ne con il Catasto per l’attivazione dello sportello per il rila-scio di visure gratuite accessibili all’intera cittadinanza pertutti gli usi consentiti dalla legge.

- Il 23 luglio verrà attivato dal Comune di Palagano in colla-borazione con la cooperativa “La Lumaca” un Centro Esti-vo per i nati dal 1996 al 2002, cui parteciperanno 20 bambi-ni (di cui 6 non residenti ma provenienti da famiglie ched’estate soggiornano nel nostro Paese) e che avrà ad og-getto lo svolgimento di attività ludico-ricreative dalle ore 9alle ore 17, dal lunedì al venerdì, per la durata di due setti-mane fino al 3 agosto presso i locali della Scuola primariadi Palagano, con l’assistenza di personale qualificato.

Laura Lami(Capogruppo della

Lista di maggioranza"Insieme per Palagano")

Spazio autogestito offerto ai gruppi consiliari del comune di Palagano

Insieme per Palagano

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Spazio autogestito offerto ai gruppi di consiliari del comune di Palagano

Comune

Gruppo di Minoranza

Partecipiamo a Palagano

Il tema della privatizzazione dell'acqua,portato avanti da comitati di cittadini egruppi di persone delle più diverse estra-zioni sociali e politiche nelle nostre zonedi montagna, trova finalmente la suaconcretizzazione ufficiale e istituzionalenel documento riassunto nella comuni-cazione stampa che allego di seguito, dimostrando che labattaglia intrapresa a livello locale anche dal mio grupponon era isolata né tantomeno campata in aria. Il sensocivico della gente di fronte a problemi che possono in con-creto comportare la perdita di garanzie a tutela di pubbliciinteressi sulla gestione di servizi fondamentali alla perso-na prevale ancora una volta su una visione commercialisticadella cosa pubblica.

Approvata la moratoria: una prima vittoriadei movimenti per l'acqua!"E' stato approvato dalla Camera dei Deputati l'emenda-mento al Disegno di Legge Bersani contenente il provvedi-mento di moratoria sui processi di privatizzazione dell'ac-qua. L'emendamento prevede che, fino all'approvazione diuna nuova normativa, in attuazione dei decreti correttivi deldecreto ambientale, relativa alla gestione del servizio idricointegrato siano sospesi tutti gli affidamenti a soggetti priva-ti, compresi quelli attualmente in corso. Il Parlamento dun-que recepisce quanto da tempo i movimenti per l'acquachiedono, attraverso le mobilitazioni territoriali e la campa-gna nazionale di raccolta firme per una nuova legge d'ini-ziativa popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua. Conquesto provvedimento - che chiediamo sia rapidamenteapprovato anche dal Senato - vengono sconfitte tutte leaccelerazioni verso la privatizzazione dell'acqua che a li-vello regionale e locale erano state portate avanti dallelobbies del capitale finanziario, per respingere la campa-gna in corso per la ripubblicizzazione dell'acqua e per fartrovare di fronte al fatto compiuto ogni possibile conquistanormativa in direzione dell'acqua bene comune e dirittoumano universale. L'approvazione della moratoria dimostrauna volta di più le ragioni del Forum dei Movimenti per l'Ac-qua che dal gennaio scorso ha iniziato una campagna diraccolta firme - ormai giunta sopra le 300.000 firme - perchiedere che l'intero ciclo dell'acqua sia tolto dal mercatoe restituito, come bene comune e risorsa da conservare,allo spazio pubblico e alle comunità locali per una gestio-ne che sia pubblica e partecipativa."

Roma, 31 maggio 2007

Si ringraziano tutte quelle persone che hanno contribuitocon il loro impulso e il loro sostegno affinché questo risul-

tato fosse raggiunto.

Interpellanza/Interrogazione del 23 giugno 2007del Gruppo Consigliare "Partecipiamo a Palagano""Premesso che il Consorzio Dragone (con le proprie strut-ture SPA Impianti e Dragone Servizi) è interamente pub-blico ed a nostro avviso tale deve rimanere in quanto effet-tua un servizio primario quale la distribuzione e la venditadell'acqua. Ed essendo l'acqua fonte primaria di vita nonpuò essere oggetto di speculazioni economiche da partedi società quotate in borsa che detengono il monopolioassoluto di tutti i servizi in sfregio alla tanto sbandierataconcorrenza e liberalizzazione. Come si può credere cheuna Società quotata in borsa possa fare gli interessi deicittadini consumatori e contemporaneamente quelli dei sociazionisti? E' vero che l'A.T.O. con voto favorevole di tutti iSindaci dei comuni soci del Dragone (fatta eccezione peril Comune di Serramazzoni (contrario) e il Comune di Mon-tefiorino (assente)) ha deliberato la mancanza dei requisitiper la vendita dell'acqua all'ingrosso, di fatto obbligando lacessione dell'attività e il servizio di manutenzione a favoredi HERA S.p.A.? Con quale modalità dovrebbero esserecedute tali attività ad HERA? Gara d'appalto? O qualchealtro meccanismo? Sono già state formulate delle offerteper la concessione delle reti di proprietà di Dragone Im-pianti? Se sì, per quale importo? Ed inoltre è stata fattauna valutazione preventiva del valore delle reti oppure la-sciamo al "buon cuore" di HERA? Sono previste consulta-zioni nei rispettivi Consigli Comunali in merito alla discus-sione sull'eventuale passaggio ad HERA S.p.A. del servi-zio adduzione e distribuzione acqua all'ingrosso attualmentegestito da Dragone Servizi? Quanto costa complessiva-mente il funzionamento dell'A.T.O.? E quanto incide diret-tamente sui cittadini? E' congruo e necessario questo co-sto sui cittadini rispetto al ruolo che l'A.T.O. è chiamata asvolgere? Quali sono le procedure che regolano gli incari-chi all'interno di A.T.O.?Quale ruolo di reale garanzia per il cittadino svolge A.T.O.?Il Comune di Palagano ha autorizzato l'uso del proprio stem-ma unito a quello del Dragone per sponsorizzare la cam-pagna elettorale del Comune di Serramazzoni?".

La gestione e la proprietà dell'acqua devono essere pubbli-

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Spazio autogestito offerto ai Gruppi di consiliari del comune di Palagano

Comune

che in quanto un bene primario non può essere gestito dauna azienda quotata in borsa che ha tra gli scopi principali,quello di creare profitto. Chi ha un minimo di memoria sto-rica si ricorda che le nostre amministrazioni sensibili aibisogni delle persone, con i pochi mezzi a loro disposizio-ne, sono riuscite a portare l'acqua a casa di tutti i nostricittadini, mentre oggi, con la presenza delle multiutility comeHera, ciò non sarebbe più possibile perché ritenuto pococonveniente economicamente. Per risolvere il problemalegislativo del Consorzio Dragone "della mancanza di sal-vaguardia sulla base della Legge Regionale" sarebbe statosufficiente che i nostri amministratori sino al livello provin-ciale, invece di ostacolare la vendita di acqua fuori provin-cia avessero fatto sì che il Consorzio del Dragone diven-tasse una "azienda interprovinciale" mantenendo la salva-guardia stessa ed evitando i problemi conseguenti.Così facendo Hera difficilmente si sarebbe potutaimpossessare della struttura; la cosa più preoccupante peròè che gli amministratori locali nulla hanno fatto per impedi-re questo stato di cose ma anzi hanno votato, all'internodell'Ato, a favore del passaggio della gestione in capo allamultiutility nonostante le rassicurazioni espresse in cam-pagna elettorale a favore del mantenimento della gestionee della proprietà in carico al Consorzio del Dragone.Mi auguro solamente che tutti coloro che hanno a cuorel'autonoma e corretta gestione locale di una delle risorsepiù importanti del nostro territorio si mobilitino, come avvie-ne tuttora in alcuni comuni del nostro Appennino. LeMultiutility, tutte incluse, presenti nel nostro paese, di que-sto passo, diventeranno l'unico strumento politico e ammi-nistrativo dei nostri territori. Mi domando a questo punto a

che cosa servono istituzioni locali come Comune, Provin-cia e Regione quando le decisioni che determinano laquotidianità dei cittadini vengono di fatto prese all'interno diqueste strutture economiche. Per quanto riguarda l'A.T.O.,a mio avviso, è una struttura completamente inutile (il lavo-ro che svolge potrebbe essere tranquillamente eseguitodalla Provincia a costo zero). Un "poltronificio" il cui costopersa sulle tasche dei cittadini. Aumentando l'elenco deipriviligiati (casta) e i costi della "cosa pubblica" la questio-ne che mi rammarrica di più è che la stragrande maggio-ranza delle persone la pensa in questo modo.

Notizia flashNell'ultimo Consiglio comunale una parte della maggioran-za di Palagano, e più precisamente 2 consiglieri, e la mi-noranza, non hanno votato il regolamento dei lavori in Eco-nomia e il regolamento delle forniture dei servizi in econo-mia. Le motivazioni addotte ritenevano che fosse stato ilcaso di approfondire l'argomento rinviandolo ad altra sedu-ta in quanto non vi era il carattere di urgenza. Il sottoscrittoha proposto di costituire un gruppo di lavoro, composto da2 membri di maggioranza ed 1 di minoranza, in grado inbreve tempo di elaborare un regolamento più equilibratonei rapporti tra potere discrezionale del responsabile delservizio e potere sull'attività tecnico-amministrativa deglieletti in consiglio comunale. Avendo la maggioranza rifiuta-to la mia proposta, penso che si sia persa un'occasione diesercitare un principio di democrazia propria dei ConsigliComunali.

Marcucci Luigi(Capogruppo della Lista "Partecipiamo a Palagano")

7° Savoniero Country FestivalUnica data in Italia! Ritorna puntuale l'appuntamento con lo spettacolare Savoniero Country Festival e con la grandeTexas Music! I "ragazzi di Savoniero" non solo hanno confezionato anno dopo anno uno dei party più coinvolgentidell'Appennino ma, in collaborazione con la direzione artistica di Lonestartime.com, hanno tirato su quello che senzadubbio rappresenta l'evento numero uno e assolutamente più autentico per quel che riguarda il settore della CountryMusic in Italia! Dopo una serie di edizioni in crescita esponenziale che hanno portato l'evento intorno alle 2.000presenze dell'anno scorso ed una sfilata di importanti artisti di fama internazionale, il party di Savoniero, quest'annosi promette di essere più devastante che mai! Potenziata l'organizzazione e rinnovato l'impianto sportivo che ospiteràl'evento, in modo che anche in caso di maltempo non ci saranno problemi di svolgimento, siamo in grado di annuncia-re la presenza al festival della superstar texana Roger Creager nella sua unica esclusiva data italiana! RogerCreager è una vera leggenda della scena musicale texana dove, nell'arco di alcuni anni, quattro dischi che vantano laproduzione di Mister Lloyd Maines (immenso produttore dal tocco magico e, giusto una curiosità, padre della Mainesdelle Dixie Chicks), musicisti ospiti del calibro di Joel Guzman, Kevin Fowler, Radney Foster ed una serie numerosadi awards, si esibisce costantemente per una schiera di fans enorme e totalmente impazzita per le sue performancedal vivo! La forza di Creager, infatti, è una miscela esplosiva di ottimo songwriting e di un carisma travolgente chetrasforma i suoi concerti in un live act così vario da passare dal country puro al rock, dal tex-mex al dixie senza maiperdere la compattezza necessaria per radere al suolo il piccolo paesino montano di Savoniero!Concerto consigliatissimo anche a tutti gli amanti della Roots Music più ruspante! Non è un caso se diverse delle suecanzoni sono diventate dei veri e propri inni per il popolo del Texas! Creager sarà accompagnato dalla sua virtuosa epotente band composta da: Matt Medearis alla batteria, Allen Huff alle tastiere, Stormy Cooper al basso, Matt Bakeralla chitarra e John Slaughter al fiddle. La line-up musicale sarà supportata dal trio tutto al femminile delle The WestGirls che presenteranno un repertorio che parte dal New Country per andare poi a ripescare alcuni classici dellatradizione e dalla band dei The Claw, grande rivelazione nostrana capace di svisare con disinvoltura da Jerry Reed aBrad Paisley passando per la Texas Music più integralista di Cory Morrow (con il quale hanno anche condiviso ilpalco!), Dub Miller e Jack Ingram.Possibilità di campeggio. Per informazioni ulteriori su alberghi e agriturismo della zona: [email protected].

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La Luna nuovaVia Palazzo Pierotti 4/a

41046 Palagano (MO) - Italy

Fax: 0536 970576Tel.: 0536 961621

e-mail: [email protected]

Non si pubblicano lettere anonime.

La cunetta otturata

Cara Luna, vorrei portare alla tua attenzione una situazio-ne che mi è stata segnalata e a cui vorrei che i tuoi lettoriprestassero attenzione soprattutto per la morale che se nepuò trarre.La questione verte su di un fatto che di per sé non èeclatante ma che riferito alle persone che ne sono coinvol-te e la funzione a cui erano preposte dà una luce alquantosingolare a quella che si può definire "la responsabilità deisingoli soggetti in cariche pubbliche o private e l'uso delpotere ad essa annessa".Un amministratore, ex Sindaco, del nostro Comune èutilizzatore a vario titolo di un appezzamento di terrenoche si trova di fronte al civico 40 di Via Toggiano e decide dicoltivarlo come farebbe ognuno di noi. Ma il problema na-sce in riferimento alla collocazione del terreno che si trovain alto rispetto all'abitazione del civico sopraindicato tantoche, posto l'accesso al terreno che avviene tramite un pas-so scosceso dalla strada comunale e a causa della man-canza di opportuna canalizzazione o cunetta, ogni voltache pioveva l'acqua giungeva sulla pubblica via e di lì finivanei garage sottostanti le abitazioni di rimpetto. Lamentelee richieste di intervento sono allora state ripetutamente ef-fettuate verbalmente sia verso l'amministratore in questio-ne affinché avesse provveduto a realizzare la canalizzazioneoccorrente per il deflusso corretto delle acque e sia versogli uffici tecnici del Comune affinché nessun danno potes-se in conseguenza ancora realizzarsi.Visto però che nulla succedeva se non lo scrosciare del-l'acqua nei garage sottostanti la via Comunale, il Sig. Dallari,proprietario delle pertinenze in questione, inviava al respon-sabile dell'Ufficio Tecnico e per conoscenza al Sindaco delComune una missiva nella quale si esplicitava la richiestadi intervento pena l'evidente necessità di rivolgersi nel casodi non risposta o non intervento alle autorità competentinelle sedi opportune.Veniva rimarcato il fatto che la situazione si protraeva dacirca 3 anni e che la cunetta era stata riempita al soloscopo di far accedere al sito il suo utilizzatore con l'ausiliodella sua vettura con la collaborazione fattiva di operai delcomune in servizio.Sebbene dopo circa un mese la situazione fosse stata ri-pristinata permettendo così lo scorrere delle acque piovanenelle cunette opportunamente ricostituite, dopo appena 3

giorni l'ex amministratore si recava sul luogo e lungi dall'ot-temperare l'invito dei tecnici riempiva nuovamente la cunet-ta aggiungendo delle pietre sul passaggio.Malgrado la richiesta di nuovo intervento nulla più è statofatto. Ora la mia domanda è: se qualsiasi altro cittadinoavesse fatto la stessa cosa sarebbe successo a parti in-vertite.Se è vero che il senso civico deve appartenere a tutti comemai chi lo deve eventualmente, con autodeterminazione ocoscienza civica sulla base del rispetto della legge, averfatto rispettare in passato tanto da incarnare l'esempio delcittadino modello, ora non lo fa? Non sarà per caso che leconoscenze sostituiscono la legalità e chi ha ricoperto ruolipiù in alto gerarchicamente nelle cariche pubbliche o priva-te si può permettere cose che noi cittadini normali nonpenseremmo nemmeno di fare?Spero che questo mio intervento serva per riportare tuttialla consapevolezza che la responsabilità non è solo unaparola astratta, un privilegio che permette di rendere ese-cutivo il detto "fate come dico ma non fate come faccio",ma è l'applicazione di un senso dello stato e dell'interessecomune sacrificando in nome della coerenza e dell'onestàanche propri interessi configgenti.Senza cattiveria.

Bertugli Graziano - Palagano

Una ragazza coraggiosa

E' stato come un immenso ciclone che, in un giorno sere-no, si abbatte su di noi che, impreparati a questo evento,non abbiamo nessun tipo di difesa per restarne lontani.Che cosa è mai questa malattia che ci sta prendendo no-stra figlia? Così, senza capire da cosa derivi, come siavenuta, senza che nessun medico ci dia una spiegazione,una speranza. Esami su esami si susseguono per lei che,seppur esile nel fisico, è coraggiosa e tenace; ma a voltela disperazione l'assale e in un pianto quasi da bambina cifa sentire impotenti e disperati. Questo periodo, ci pare,non debba mai aver fine, sempre in attesa di una rispostache non arriva, cambiando spesso i reparti dell'ospedale.Poi una voce tra le tante, un medico che diventa più visibile

Avviso

La Luna nuova viene pubblicata ogni 3-4 mesi, per cui eventuali repliche alettere presenti in questa rubrica potranno essere pubblicate solo dopo questoarco di tempo. Chi desiderasse rendere pubbliche proprie lettere prima del-l'uscita di un nuovo numero de la Luna nuova può chiedere che nel frattempovengano inserite sul nostro sito internet: www.luna-nuova.it.

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degli altri, mentre la nostra speranza si rafforza e vorrem-mo che divenisse certezza. Si cambia di nuovo reparto etutto il rumore, l'andirivieni, il vocio, la confusione del repar-to lasciato, finisce. Lì sembra tutto ovattato e questo, as-sieme al dott. Schiavina, pur non dando delle certezze,infonde speranza e sicurezza. La diagnosi è definitiva: unamalattia rarissima che colpisce solo ragazze giovani, cosìdetta “orfana” perché priva di cure e senza ricerca si èimpadronita di Rossella; si chiama linfangioleiomiomatosi.Un nome lungo e difficile come sarà il cammino che la staaspettando. Nel n° 25 della “Luna Nuova” è uscito un arti-colo che riesce a dare una visione chiara anche se rias-suntiva di questa malattia. La sintomatologia può esseresubdola e scarsa per anni fino alla comparsa di dispnea dasforzo che, senza causa apparente, progredisce lentamen-te. Tale affezione colpisce giovani donne in età fertile ed ècaratterizzata da cellule muscolari lisce, non cancerose,che invadono il tessuto dei polmoni, delle vie aeree, deivasi sanguigni e linfatici. Le cellule portano alla degenera-zione dei tessuti e causano la formazione di cisti con l'al-terazione della struttura polmonare. Per controllare o ral-lentare l'evoluzione della malattia è stata proposta lacastrazione chirurgica (ovariectomia), mentre il trapiantodi polmone può essere indicato nelle fasi finali della malat-tia, quando l'insufficienza respiratoria è incompatibile conla vita. Dopo questo piccolo e modesto quadro della LAM,nostra figlia inizia la degenza nel reparto del dott. Schavina;subito le vengono applicati due drenaggi affinché la linfa,che si era accumulata intorno al cuore senza via d'uscita,possa essere scaricata nella tanica di fianco al letto; que-sto intervento però non produce alcun miglioramento, percui si prova in altro modo e cioè, come dicono i medici, adaprire una finestrella che dal cuore porti la linfa ai polmoniperché meno pericolosa; anche questa prova, però, nonporterà a niente di fatto. Si passa quindi in un altro repartodove le viene praticata l'ovariectomia assieme ad altre sof-ferenze sopportate con ferrea volontà. Ma anche ora la lin-fa continua a cadere nella tanica e sembra proprio nondebba smettere mai. Quindi viene dimessa dall'ospedale,ma dopo una decina di giorni è costretta a rientrare perchénulla è cambiato. La degenza si prolunga per mesi mentrei pazienti che occupano la stanza con lei cambiano e sene tornano a casa. Si prova allora a nutrirla artificialmenteattraverso un tubicino che entra nella succlavia, ma anchequesto esperimento fallirà; e così il ritorno a casa è decisodall'oggi al domani perché non si può fare nient'altro. Ma lalinfa questa volta ha trovato una strada, non è più ferma, hainiziato a circolare. Ci pare di sognare e abbiamo paura adessere felici; ma poi la vita ci riprende e pensiamo e spe-riamo che forse possiamo tornare a vivere in modo norma-le. Questo per alcuni anni anche se ci sono sempre i con-trolli periodici a far ricordare ciò che è stato. Poi un giornod'estate il cuore di Rossella ha qualcosa che non va; l'incu-bo ritorna e ci riassale. L'ecocardiogramma evidenzia larottura della valvola mitrale che deve essere cambiata oriparata al più presto perché la cosa risale senz'altro amesi addietro. Un intervento a cuore aperto aspetta di nuo-vo Rossella. L'ansia ci riprende un'altra volta e aspettiamoancora un evento che segherà lo sterno di nostra figlia doveancora sono ben visibili i segni della LAM. Non ci resta cheaspettare ancora; arriva il giorno dell'intervento e lei è sem-

pre coraggiosa e combatte l'attesa nel suo letto d'ospeda-le. L'operazione, dopo lunghe ore d'attesa si è conclusa cola riparazione della valvola, ma per quel giorno nessuno lapuò vedere, io sono attorniata da tante sue amiche e sem-bro la nonna di tutte. Il giorno dopo solo io posso farlevisita: è in una camera di terapia intensiva, molto pallida,con gli occhi grandi che mi guardano smarriti forse pereffetto della morfina, ma la sua mano stringe la mia in unsilenzio rotto solo da oggetti metallici che insieme alleintubature sono vicini al suo letto, in quella stanza senzafinestre illuminata artificialmente come fossimo capitate unaltro mondo. Poi piano piano si vede di nuovo il rinasceredella persona, con la voglia di uscire dall'ospedale e torna-re a casa. Ma la gioia di questo ritorno dura pochissimo:cosa sono mai tutti quei puntini pruriginosi sparsi per tuttoil corpo che non fanno riposare Rossella rendendola cosìnervosa e depressa? Si abbandona la casa velocementeperché dopo una calda estate , entrando dalle finestre apertee depositandosi nei buchini dei vecchi mobili della sua abi-tazione, sono arrivati degli insetti invisibili: sono i “Betilidi”sconosciuti fino ad allora, prima che ci si facesse una cul-tura su di loro, che nemmeno la disinfestazione era riusci-ta a distruggere. Si parte, si ritorna; forse pare che ora sipossa riprendere di nuovo a guardare la vita che scorreintorno a noi e a riprendercela.A causa però dell'ovariectomia, ora Rossella deve convive-re con l'osteoporosi, ma con la LAM il corpo deve essereprivo di ormoni, perciò non è così facile curarla; in tuttoquesto tempo, però, molte persone amiche le sono statevicine , sempre a infonderle amore e coraggio. Rossella,però, non si è fermata a compiacersi: ha studiato per fareconcorsi e ha vinto quello di bibliotecaria dei Beni culturalia Bologna dove lavora e che tanto le piace. Ora ha ancheuna piccola palestra dove insegna Yoga perché, nel frat-tempo, è diventata anche maestra di Yoga, cosa che l'haaiutata tanto nel fisico e nel morale. Che bella personapenso sia mia figlia, ha dato una lezione di vita a tutti quelliche la conoscono e la stimano. Io sono orgogliosa di lei e,con il suo consenso, ho cercato di raccontare questi annivissuti in parte nella sofferenza, ma che penso ci abbianoarricchito di generosità nel confronto con gli altri.

Sorbi Cristiana - Montefiorino

Necessità di politica a "raggio corto"

Carissima Luna, ho tratto ispirazione di quanto sto per dire,da una trasmissione televisiva di alcune sere fa che parla-va delle condizioni miserande di quello che un tempo fuuno dei più grandi fiumi d'Italia: il Po. Si è presentata ainostri occhi una situazione idrica drammatica: il grandefiume sta morendo. Non ci vuole molto, allora, per capireche l'acqua sta diventando più preziosa dell'oro. Nemmenooccorrono grandi sforzi intellettuali per prevedere che leguerre del futuro saranno combattute proprio per l'acqua.Neppure possiamo meravigliarci se i popoli di quella partedi mondo che muore di fame e di sete affrontano esodispaventosi nel tentativo di sopravvivere. Dobbiamo, quindi,imparare a fare "Politica" e ad operare ognuno nel proprio

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ambito, grande o piccolo che sia. Ecco, allora, la necessi-tà della politica a "raggio corto". Sarebbe assurdo che unpiccolo comune di montagna, prendiamo ad esempio ilnostro piccolo Palagano, si mettesse a discutere di questiproblemi a livello planetario: sarebbe un inutile spreco dienergie. Se invece si occupasse di sorgenti, dell' acque-dotto, di come utilizzare al meglio in loco le nostre risorseidriche, allora farebbe una utile, appropriata e giusta politi-ca. Se incominciasse a fare piani di raccolta dell'acquapiovana; se si mettesse a non rilasciare, per il futuro, licen-ze edilizie a chi non provvede alla raccolta delle acque chescendono dal cielo, magari un po' coi soldi degli inquinatoried un po' tagliando gli scandalosi stipendi di certi ammini-stratori, allora farebbe davvero sana amministrazione. Per-ché faccio questi discorsi ed in questo momento? Come èrisaputo sta nascendo in politica qualcosa di nuovo e diimportante, ed io mi auguro che abbia successo: il PartitoDemocratico (spero che sia imitato anche dall'altro schie-ramento). A mio modestissimo parere sarebbe una ottimaoccasione per prendere la parola e fare inserire la curadella acque nel suo programma. Non aspettiamo che sia-no sempre gli altri a dirci cosa dobbiamo fare. Diamoci uncolpo d'ala, facciamo un atto di orgoglio che ci permetta didire: "C'ero anch'io". Perché non incominciano i nostriamministratori, tra l'altro tutti di una certa area politica?Occorre coinvolgere più persone che sia possibile e nonrestare chiusi nel proprio orticello; non costa nulla!Aspettiamo la chiamata!Cordialissimi saluti.

Ugo Beneventi - Costrignano

"Sarebbe bello che ci stringessimo la mano..."

Io affermo: è bello prendersi per mano… "per dare unamano…"Carissima Luna Nuova con questa riflessione sui versi di"sarebbe bello" inizio questa mia breve lettera per renderenoto ai tuoi lettori come la solidarietà stia facendomiracoli….Senza troppo chiasso, quanti "vai e vieni" sonostati fatti dal Madagascar al nostro Appennino e pianuramodenese!Quando ho letto sulle tue pagine che SCILLA ha fatto suoil progetto "un acquedotto per Ambohimandroso" e ho sa-puto della partenza di P. Antonio e di Arturo Bettuzzi ideatorie fondatori dell’associazione, non ho potuto non ripensareai tanti atti di solidarietà compiuti da quel lontano 1984,quando arrivarono i primi tre volontari… Sono nate scuole,edifici, strade, acquedotti… frutto di un "fare insieme" cheha sapore di amore vero per i più poveri… Sono stati messial loro servizio mezzi (camion, bitumiere, ponteggi...) gior-nate lavorative e tempo che poteva essere trascorso tran-quillamente in poltrona, coi propri cari…Quello che a noi, Suore Francescane fa bene e dà corag-gio è il sapere che basta esprimere un desiderio di fare dipiù, che qualcosa si muove: i tecnici arrivano prestando illoro sapere, le loro braccia per insegnare a fare meglio, afare bene, guadagnando tempo e sicurezza.Spesso, noi e i missionari di altre congregazioni, organiz-

ziamo lavori tenendo conto, per esempio, del periodo tra-scorso in Madagascar, quasi ogni anno da persone comeRenzo, per sistemare rotture idrauliche, rifare o ristruttura-re case e capanne, sapendo che, sempre, chi passa inmissione è disponibile a fare un servizio gratuito,competente…e a tutti.Non è questo un prendersi per mano e fare nostro il biso-gno dell’altro?Questo essere sensibili al bisogno altrui, l’ho visto cresce-re in questi ultimi anni nella nostra valle e provincia. E’stato un darsi da fare per organizzare mercatini missiona-ri, mostra fotografica, per improvvisarsi fornai … Ho vistosignore come le sorelle Gualtieri di Costrignano e la lorocarissima amica Simonetta Vischi, sferruzzare e cucire,dipingere e creare oggetti "fatti a Mano per dare una Mano".Le varie offerte delle nostre parrocchie ci aiuteranno a co-struire la chiesa di Ampahimanga…Una cosa che mi commuove molto è il vedere che diventa-no più numerosi coloro che si servono dell’artigianatomalgascio, meno bello, ma ricco di significato umano, perconfezionare bomboniere e partecipazioni di matrimonio,nascite e prime comunioni…e ripeto tra me e me "come èbello darsi una mano"! Perché la scatoletta che compri o ilbiglietto che usi per invitare gli amici a godere con te neimomenti più significativi della tua vita, là, a 20.000km, c’èuna famiglia che migliora il suo essere uomo… E comenon cantare " Grandi cose ha fatto il Signore…" e noi Gliabbiamo dato una mano tramite i vostri sacrifici….Grazie!Con riconoscenza prego per tutti voi

Sr. Teresa Margherita Fontanafrancescana dell'Immacolata di Palagano

Politica e "multiutility"

Sui giornali, negli ultimi tempi, si è assistito alla richiestasempre più insistente di gruppi di cittadini che per risolvereproblemi di tutti i giorni, dopo aver percorso tutte le stradepossibili per porre rimedio a situazioni a volte assurde, sisono costituiti in comitati allo scopo di far sentire la propriavoce come se ritenessero che singolarmente la loro nonfosse ascoltata a prescindere.Sto parlando del comitato costituito per chiedere l'interven-to dell'amministrazione comunale di Pavullo nel Frignano(peraltro dimostratasi sensibile) in merito alle bollette fattepervenire a chi fruiva del servizio dell'erogazione gas di Hera,del comitato costituito tra cittadini di vari comuni con loscopo di impedire che il servizio idrico di erogazione del-l'acqua diventasse privato, assieme alle condutture di tra-sferimento.Se uniamo questo alla richiesta di moratoria di eguale con-tenuto di cui si è discusso con ordini del giorno in parla-mento e in vari comuni, allora ci si rende conto che forse ledecisioni prese dalle amministrazioni e indirizzate in quelsenso da strategie politiche non hanno tenuto conto delleopinioni della gente che, a ragione o torto, ha di fatto esi-genze diametralmente opposte a quelle che politici e diri-genti di azienda pensano che abbia.

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Forse era meglio e soprattutto banalmente logico, invecedi chiedere pagamenti anticipati sul consumo di gas conimporti a forfait di servizi non ancora usufruiti, chiedereun'eventuale conguaglio posteriore a fronte di una primarata fatta pervenire su quanto consumato effettivamente.Oppure che prima di decidere di passare la gestione a que-ste aziende private, con magari clausole opzionali di con-cessione delle condutture, si fosse ascoltata l'opinionepubblica.Se vi è di mezzo un interesse collettivo non si capiscecome mai per risolvere il problema dell'acqua, divenuta ri-sorsa sempre più scarsa tanto da ingenerare emergenzeidriche, si debba solo intervenire sulle tariffe del consumosenza avviare politiche di risparmio, di costruzione di im-pianti di riciclaggio e contenimento della risorsa. Sembracioè che non vi sia più un collegamento anche solo virtualetra amministratori e cittadini tanto da poter dire che conl'avvento di queste multiutility, nate allo scopo di rendereservizi più efficienti e a minor costi per tutti, il guadagnofacile e il profitto debbano per forza prevalere a scapitodegli interessi dei cittadini. Essi stessi infatti si trovano arispondere a se stessi di aver incaricato di curare i propriinteressi amministrazioni che ora non sentono o non sirendono conto di ciò che accade o se volessero intervenirenon potrebbero più farlo, senza però avere al contempo lapossibilità di mutare lo scenario, interrompendo il circolochiuso che li vede finanziatori e soci indiretti dei serviziprestati. Se una di queste società alla fine dell'anno dichia-ra con fierezza di aver conseguito utili per una percentualemaggiore di quella programmata vuol dire che i cittadinihanno pagato di più del dovuto i servizi che ella eroga arric-chendo così solo i suoi soci, forse anche in modo specula-re, in quanto società quotate in borsa. Questo senza con-tare che simili aziende sono costituite da un numero gran-dissimo di addetti, con un capitale sociale ingente, un'or-ganizzazione complessa che può essere affetta anch'es-sa da costi maggiorati e sprechi dovuti alla sua dimensio-ne.Se a questo si aggiunge che per garantire che questo nonavvenga, si sono costituite società di collegamento tra icomuni ed Hera e che nei banchi del Consiglio di ammini-strazione sono seduti e lautamente pagati ex amministra-tori dei comuni, il quadro si fa sicuramente più chiaro o, sevogliamo dire in altro modo, per noi drammatico visti i risul-tati; se non servono non si vede il motivo per cui esse,assieme ad altri enti inutili, dovrebbero continuare a viveree ad essere finanziati.Se è vero che vi è disaffezione alla politica, se è vero chenoi votiamo i nostri rappresentanti democraticamente e ciaspettiamo che loro democraticamente rispondano allenostre richieste curando i nostri legittimi interessi collettivie non particolari, perché da questo mondo non sentiamovenire nessuna voce di sobrietà, di austerity come esem-pio di comportamento se non da nuove forze o dal presi-dente della repubblica, di chi ci dovremo d' ora in poi fida-re?Io penso che la politica sia la più alta e dignitosa attivitàche l'uomo abbia costituito per la sua sopravvivenza mache ormai è stata scambiata come mezzo di facile guada-gno diretto o indiretto da parte di chi vede in lei la possibi-lità di accrescere il proprio potere per usarlo a fini commer-

ciali e non per gli scopi per la quale, sin dai tempi primitivi,essa è nata.Riconosco che chi fa politica a tempo pieno e chi la fabene abbia il diritto di vivere economicamente con dignità,che i partiti debbano avere finanziamenti se svolgono ilcompito di essere garanti dell'applicazione delle regoledemocratiche e delle espressioni relative nel nostro pae-se, ma questo non a scapito della pubblica moralità e dellasopravvivenza di un sistema che si regge sul lavoro di tanticittadini onesti ormai rassegnati a stringere la cinghia peril bene del bilancio del paese, senza trovare altrettanta cor-rispondenza in chi lo amministra.E non voglio andare oltre richiamando la possibilità chequesto sistema sia stato così realizzato per costringere ipiù a passare nelle strettoie di inefficienze create ad artecon il solo scopo di autofinanziarlo, permettendo così a chine tira le fila ad ogni livello di rimanere comunque e semprea galla, impedendo di fatto la formazione di una classepolitica giovane, autonoma e professionalmente preparatacome in altri paesi della Unione Europea e, qualunque siala sua posizione in quel momento, realizzare un' interes-se. Come si dice, a pensare male si fa peccato ma a volteci si prende!Per questo quel che resta della nostra classe politica ri-schia di perdere credibilità tanto da preannunciare scenariche seppur visti in chiave liberatoria, porterebbero le perso-ne a pagare ancora una volta il prezzo di azioni avventate.Una cosa però è chiara; siamo noi che siamo direttamenteo indirettamente responsabili di ciò che accade, di ciò chenoi siamo costretti a subire e non possiamo quindi invoca-re la giustificazione dell'io non c'entro niente, io non sape-vo. Lo strumento allora che è a disposizione della gente,che può mutare questo sistema che si mangia la coda, èpartecipare attivamente con senso civico, costanza e de-terminazione alla vita politica dei nostri comuni, presen-ziando ai consigli comunali, incalzandone i rappresentan-ti, richiedendo più trasparenza e informazione pubblica sen-za consentirgli di nascondere ciò che si vergognano di faresapere o che non gli conviene far conoscere in quel mo-mento, richiedendo spiegazioni pubbliche e interattivamentepartecipate su temi importanti, controllando il lavoro svoltoda dirigenti, amministratori e responsabili di servizio, ecostituendo comitati in grado di fungere da ariete per larisoluzione di problemi o questioni insolute sebbene facil-mente risolvibili agli occhi di un profano.Il controllo di tutti su tutti, alla base della passata parteci-pazione di massa nella vita dei partiti di un tempo avevapermesso sino ai primi anni 80 di far crescere questa na-zione e di non permettere che pochi furbetti, anche se loavessero voluto fare, avessero realizzato interessi siste-matici ai danni della collettività poiché nel caso vi fosseroriusciti sarebbero stati prontamente smascherati e isolati.Non si deve avere paura di dire la verità; sono le personeche commettono reati o atti illeciti o illegittimi che devonoavere paura dello "sputtanamento" da parte della genteonesta e non il contrario. Il tutto naturalmente senza fare ditutta un'erba un fascio, nel rispetto della legge e delle rego-le perché cito testualmente, "un uomo che non rispetta leregole non è nessuno".Con sincerità

Bertugli Graziano - Palagano

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20 la LUNA nuova - Luglio 2007

L'emigrazione delle comunità montanedell'Appennino modenese ovest

dall'Unità d'Italia al secondo dopoguerra

Tratto dalla tesi di laurea di Monica Bertugli12

L'immigrazione italiana in Cile e le sue caratteristiche

Val Dragone

La collettività italiana in Cile fu presen-te sin dai primi anni della colonizza-zione spagnola: in linea generale i pri-mi gruppi ad arrivare furono marinai,commercianti, missionari gesuiti emilitari al servizio della Corona spagno-la. Il salto quantitativo si ebbe fra il1880-90, fino al 1907, anno in cui l'im-migrazione italiana ebbe il suo apice,con un totale di 13.023 residenti. Neicensimenti successivi, invece, la per-centuale di italiani sul totale della po-polazione andò affievolendosi.Negli anni '50 vi fu l'ultima ondataimmigratoria consistente. Attualmen-te la popolazione cilena di origine ita-liana si aggira intorno ad una decinadi migliaia di persone. Nel 1994 sonostate registrate 4.710 persone conpassaporto italiano, delle quali il 36,4%è rappresentato da italiani, il 38,6% dafigli di italiani e un 25% da discendentidi terza o quarta generazione.La presenza italiana in Cile si è sem-pre caratterizzata per una forte con-centrazione nella zona centrale dellostato, quella di più antica occupazio-

ne.Essendo l'immigrazione italiana orien-tata verso il settore terziario ed inparticolar modo dei servizi e del com-mercio al dettaglio, la tendenza natu-rale fu quella di insediarsi nei centriurbani. Furono proprio le politiche eco-nomiche legate al latifondo, attuatedal governo cileno nel corso dei de-cenni, che determinarono, in linea dimassima, questa concentrazione ur-bana a scapito dello sviluppo di tipoagricolo.Fu quella italiana un'immigrazione pre-valentemente di tipo spontaneo: inquesto modo i soggetti si muovono inbase ad un progetto migratorio che puòessere più o meno auto-sostenuto mache comunque ha obiettivi propri, ov-vero non decisi da soggetti esterni.Questo non significò comunque disin-teresse da parte dello stato nei con-fronti dell'immigrazione: vari furono in-fatti i progetti immigratori assistiti daparte del governo. Uno di questi fu pro-prio il progetto del 1904-1905, che por-tò alla costituzione della colonia agri-

cola Nueva Italia. Esso venne attuatodalla società colonizzatrice RicciHermanos e C., alla quale il governodiede la concessione di terrenidemaniali nella provincia di Mallevo, daadibire in parte alla colonizzazioneagricola e in parte allo sfruttamento daparte dell'impresa colonizzatrice.L'impresa si prese l'onere di seguire iltrasferimento dei coloni dal luogo dipartenza, in Italia, fino alla colonia inCile, di fornire ai coloni i primi aiutimateriali una volta attuata la divisionedei lotti di terreno e di rifornirli di viveri,degli attrezzi agricoli, degli animali dalavoro e da cortile, delle sementi e ditutto ciò che fosse servito alle famiglieper i primi tempi della loro installazio-ne. Le spese sostenute dalla societàcolonizzatrice sarebbero state rimbor-sate dai coloni entro un tempo stabili-to dal contratto di locazione e il pro-getto sarebbe stato supervisionatodall'Ispettorato delle terre e colonizza-zione del Cile e dal rispettivo organocompetente in Italia.Se effettivamente l'insediamento della

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prima ondata di coloni, nel 1904, ebbeun esito abbastanza positivo, non sipuò dire lo stesso della seconda, av-venuta nel 1905. La disorganizzazionee la negligenza da parte dell'impresacolonizzatrice, le aspettative frustrateper la cattiva condizione dei terreni,portarono a numerosi screzi fra l'im-presa e i coloni italiani. Questi ultimisi sentirono truffati e colpevolizzatidalla gente del luogo che li considera-va colpevoli delle violenze perpetratedalle autorità nei confronti delle fami-glie cilene e mapuches che da tempo

occupavano quei territori.Questo progetto suscitò molte pole-miche fra gli intellettuali e la popola-zione stessa, poiché non era raro chei titolari delle imprese di colonizzazio-ne riuscissero, con la complicità deifunzionari dei ministeri competenti edel fisco, a trasformarsi in grandilatifondisti, obbligando i contadini e gliindigeni a lavorare per loro. Il caso del-la colonia Nueva Italia fu solo un esem-pio di come le frodi intorno a que-sta pratica attuata dalle impresedi colonizzazione fossero comu-

ni, di come la politica di immigrazioneorganizzata dal governo fosse per cer-ti versi fallimentare e soprattutto dicome alcuni immigrati riuscissero acostruire le proprie fortune personaliattraverso lo sfruttamento delle oppor-tunità che una legislazione non appro-priata favoriva.

L'Agente di emigrazione ebbe un ruo-lo molto importante nella dinamica deimovimenti emigratori transoceanici delsecolo scorso. Sebbene non fosse unfenomeno presente con la stessa in-tensità in tutte le parti d'Italia, il reclu-tamento delle masse contadine daparte degli agenti fu uno dei fenomeniche più influirono sulla nostra emigra-zione e, come disse Ercole Sori : "Sen-za gli agenti, l'emigrazione italiana nonsarebbe stata, per dimensione com-plessiva, scansione temporale e ca-ratteristiche di reclutamento, quellache fu".Gli agenti, rappresentanti a volte deigoverni d'oltreoceano, di compagnienavali e di imprese di colonizzazionesia pubbliche che private, furono quel-le figure che più di ogni altra riusciro-no a fare leva sulle masse, fornendoloro un motivo per lasciare quel luogonel quale l'individuo veniva sfruttato elegato al lavoro non proprio, offrendo ilsogno di realizzazione che in patrianon sarebbe mai riuscito ad ottenere.Come afferma Ferdinando Piccioli,anche nel modenese, nonostante ilPrefetto di Modena escludesse la pre-senza di sobillatori e agenti di emigra-zione, girovagavano nelle campagne esulle montagne dell'Appennino "perso-naggi loscamente interessati"; anchese, in risposta ad una CircolareMinisteriale del 1894, le stesse auto-rità locali dovettero poi ammettere chea Frassinoro, Pievepelago e in altriposti del Frignano erano stati inviatimanifesti di incitamento ad emigraread osti e a vari proprietari di negozi.In qualche caso, a svolgere il ruolo di

Giorgio Ricci

Il ruolo dell'agente di emigrazione:la figura di Giorgio Ricci

agente di emigrazione erano glistessi colonizzatori, che partitianni prima verso il nuovo mondoa "fare fortuna", grazie alle varieoccasioni di arricchirsi trovate sulposto, tornavano al proprio pae-se a reclutare i propri compaesa-ni, possibili emigranti.Questo fu l'esempio di ciò che ac-cadde a Giorgio Ricci, il promo-tore dell'emigrazione di un centi-naio di Frignanesi verso le lonta-ne colonie agricole del Cile.Egli fu sicuramente una delle figure piùsignificative e che più si distinsero neldar vita a questo progetto di coloniz-zazione. Figlio di contadini, GiorgioRicci nacque a Verica di Pavullo nel1870. Lavorò con il padre e il fratello aBologna, come salumiere. L'apprendi-mento di un mestiere specifico fu perRicci il lasciapassare verso la via del-l'emigrazione transoceanica: nel 1895,con pochi soldi in tasca, emigrò in Cile,munito di un triennale contratto di la-voro.I primi anni lavorativi di Ricci non furo-no diversi da quelli di migliaia di per-sone che, una volta trovata unaspecializzazione lavorativa, coglievanol'occasione di emigrare nel nuovo con-tinente e, grazie a qualche aggancio equalche buona amicizia, trovavano lìlavori più remunerativi ed occasioni disuccesso.In effetti l'emigrazione, soprattutto pergli uomini giovani non sposati, era unmodo per poter approfittare delle varieopportunità che si presentavano sen-za aver l'ostacolo della famiglia da sfa-mare in patria; era inoltre un'occasio-

ne per dimostrare quanto si valeva.Come raccontò egli stesso nei suoi li-bri, il periodo in cui lavorò a Santiagofu molto importante per poter stabilirecontatti con personaggi di grande ri-lievo, sia nel campo politico che inquello economico. E infatti, dopo pocomeno di dieci anni, e messi da parte icapitali necessari, si apprestò, insie-me al fratello Alberto, ad intraprendereil primo esperimento di colonizzazio-ne agricola italiana in Cile. Effettiva-mente, le possibilità di fare carriera edaffari nel nuovo continente non man-cavano di certo; bastavano, come erasolito dire Ricci, spirito di iniziativa eperseveranza in ciò che si crede.Anche l'istruzione fu un elemento cheRicci sentì come necessario per poterraggiungere i traguardi di realizzazio-ne personali che si era prefissato, eda autodidatta quale era, cercò in tuttii modi di ovviare alle carenze che lasua estrazione sociale contadina gliaveva precluso.La decisione di impegnarsi nella fon-dazione della colonia Nueva Italia fu il

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salto decisivo che gli permise di avan-zare nella scala sociale ed acquisireprestigio in Cile. Del resto anche nelpaese d'origine la fama di questo uomoiniziò a diffondersi.Fu proprio con questo progetto cheRicci diventò Agente di emigrazione,anche se lui ci tenne sempre a sotto-lineare che la sua opera era rivolta allacolonizzazione e non alla speculazio-ne di "carne umana", come venne piùvolte asserito dai suoi avversari.Nel frattempo, entrò in contatto, quasicasualmente, con Salvatore Nicosia,un emigrato originario della Sicilia,che, dopo qualche anno passato insud America, aveva trovato il modo difare i soldi e che, con le sue sole doti,era riuscito ad occupare un posto diestrema rilevanza nella società cilenadel periodo parlamentare, sia comegiornalista, sia come promotore del-l'avvicinamento tra l'Argentina e il Cile

in qualità di Console della repubblicaargentina in Cile. Ricci, approfondital'amicizia con Nicosia e resosi contodei legami che quest'ultimo aveva conle autorità governative cilene, decisedi approfittare della legislazione sulleconcessioni territoriali allora in vigoreed ottenere dei territori demaniali nel-l'Araucania, allo scopo di colonizzarli.Che la legislazione cilena permettes-se delle speculazioni, non fu certo unsegreto.Ma, nel caso della colonia Nueva Ita-lia, si trattò di questo? Come mai lacolonia, a distanza di anni, non ha po-tuto svilupparsi e creare un fiorentecentro economicocome si presuppo-neva che accades-se?La colpa fu dell'im-presa di colonizza-zione, troppo pre-

occupata dei propri tornaconti perso-nali?Delle autorità cilene, troppo invischiatein favoritismi e clientelismi con i gran-di latifondisti?Oppure delle autorità italiane, troppopoco attente alla salvaguardia dei no-stri emigranti e poco presenti nelle fasisuccessive al loro stabilimento nellacolonia?O fu piuttosto l'insieme di tutte questecause che contribuì a far sì che lo svi-luppo di questa colonia fosse non sololento, ma rallentato dai mille problemiche causò la mancanza di sostegnigovernativi sia cileni che italiani.

Nel giugno del 1903, i fratelli Ricci as-sieme a Nicosia, si spinsero nei terri-tori di proprietà del fisco cileno diNahuelbuta, nelle vicinanze diLumaco, per esplorare i terreni chel'Ispettore delle terre e colonizzazioni,amico di Nicosia, aveva loro indicatoessere a disposizione per una futuracolonizzazione. I terreni erano alloraabitati solamente da sparuti gruppi in-digeni.A fine luglio, venne firmato il contrattodi colonizzazione fra Nicosia e il go-verno cileno. In esso erano previste unaserie di disposizioni. Nicosia avrebbe

Il progetto di colonizzazione:la colonia "Nueva Italia"

dovuto svolgere laparte più gravosa,quella di arruolare nell'alta e media Ita-lia circa 30 famiglie di agricoltori (checon successivo decreto diventarono100) , per formare una colonia nellaregione compresa tra Los Sauces,Lumaco e Traìguen. Queste famigliedovevano essere introdotte in Cile neltermine di due anni dalla data del con-tratto. L'impresa che si sarebbe costi-tuita avrebbe avuto la direzione dei la-vori per la formazione della colonia,sotto la sorveglianza dell'Ispettoratodelle terre e colonizzazioni del Cile.

Il governo avrebbe concesso all'Impre-sa, per ogni colono introdotto, un lottodi 150 ettari per ciascun padre di fami-glia e di 75 per ciascun figlio maschiomaggiore di due anni, e avrebbe inol-tre concesso il terreno necessario perla costruzione di un villaggio.L'impresa, nella figura di Nicosia, avreb-be dovuto concedere ai coloni tutte lefacilitazioni convenienti al loro trasportodal porto d'imbarco sino ai terreni del-la concessione, e fare ad essi tutti glianticipi necessari per la loro installa-

Sebbene la storia di questa colonia sia abbastanza singolare, finora sono stati fatti pochissimi studi in merito. Soloverso la fine degli anni '80, gli studiosi cominciarono ad interessarsi al caso. Da allora sono uscite varie pubblicazio-ni che cercano di ricostruire la storia di questa emigrazione. Un libro molto interessante, sebbene incompleto perquanto riguarda i dati delle prime famiglie italiane emigrate è quello di J.C. Batarce-G. Venturelli Abad: "Nueva Italia"un ensayo de colonizacion italiana en la Araucaria, 1903-1906. Ediciones Universidad de la Frontiera, 1987. Altristudi sono in attuazione in Italia, grazie all'interesse risvegliato dalla Consulta Regionale Emigrazione Immigrazionedell'Emilia Romagna. Si prenda ad esempio il libro pubblicato dall'Amministrazione comunale di Pavullo, Cent'annidi emigrazione da Pavullo e dal Frignano, Pavullo 1993, nel quale vi è un compendio della vicenda della coloniaitaliana in Cile; inoltre, molto interessante è lo studio sulle fonti notarili di Antonio Parenti, "Capitan Pastene" brevicenni storici di una emigrazione dimenticata, Pavullo, 1994.La colonia, attualmente, ha circa duemila abitanti, quasi tutti di origine italiana.

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zione nei lotti assegnati. Inoltre dove-va garantire che i coloni risiedesserosui terreni loro assegnati per almeno6 anni (ridotti a 4 nel successivo con-tratto).Il governo avrebbe concesso ai colonii seguenti anticipi: una coppia di buoi,una vacca da latte, un merinos, unmaiale, tre volatili da cortile; sott'intesoche Nicosia si sarebbe preso la re-sponsabilità di questi anticipi.Appena fosse stato possibile, l'Impre-sa avrebbe dovuto istituire con il con-corso del governo, una scuola ed unservizio sanitario per l'intera colonia.Se il contratto stipulato non fosse sta-to rispettato, il governo avrebbe riven-dicato i terreni consegnati, annullan-do i diritti di dominio acquistati sinoad allora da Nicosia, mentre ai colonisarebbero stati garantiti i diritti acqui-siti e sarebbero, una volta adempiutigli obblighi del contratto, divenuti pro-prietari dei lotti loro assegnati. Infine ildecreto prevedeva una cauzione di25.000 pesos da parte di Nicosia,come garanzia del contratto stipulato.Dopo pochi giorni, il 4 agosto 1903,venne stipulato il contratto fra i fratelliRicci e Nicosia, dando vita alla socie-tà colonizzatrice "Nueva Italia". Lasocietà fu costituita con tre apportiuguali: Nicosia con il valore della con-cessione ottenuta dal governo cileno,i fratelli Ricci come capitalisti e per laparte industriale. Venne inoltre data daiRicci una garanzia di 25.000 pesos perl'esecuzione del contratto di coloniz-zazione.Fin dagli inizi, l'impresa non ebbe vitafacile. Giorgio Ricci si dovette sostitu-ire a Nicosia nel viaggio in Italia, poi-ché quest'ultimo era malvisto dalleautorità italiane per dei precedenti poconobili e per la sua fama di rivoluziona-rio.E fu proprio dal suo paese natio cheGiorgio Ricci iniziò a contrattare le fa-miglie. E' utile sottolineare che in quelperiodo era proibito dalle leggi gover-native far propaganda pubblica di mas-sa all'emigrazione; inoltre, per contrat-to, gli emigranti dovevano essere agri-coltori. Ricci cercò di far leva soprat-tutto sulle famiglie più numerose, piùpropense ad emigrare proprio per la loroposizione di precarietà economica.Fu così che in breve tempo Ricci riu-scì ad arruolare 23 famiglie. Si tratta-va di famiglie che avevano piccole pro-prietà e non di diseredati, come ac-

cadde del resto molto frequentementenell'Italia di fine secolo. La maggiorparte di essi, prima di lasciare il pae-se, diede disposizioni ai familiari divendere le abitazioni e quel po' di ter-reni che possedeva; la maggior partedi essi non ebbe neanche un dubbiosul fatto che là , in quella colonia di-stante migliaia di chilometri, avrebbe-ro potuto trovarsi male e sentire il de-siderio di rimpatriare. Grazie ad unostudio svolto da Antonio Parenti, è statopossibile avere dei chiarimenti rivela-tori sul numero effettivo delle famigliecoinvolte, sulla loro composizione nu-merica, sulla loro provenienza e sui lottidi terreno spettanti a ciascuna di esse.Le prime 23 famiglie reclutate nel 1903,per un totale di 134 persone, di cui 76maschi e 58 femmine, provenivano daicomuni di: Pavullo (10 famiglie con 64persone), Guiglia (7 famiglie con 39persone), Zocca (5 famiglie con 28persone), Modena (1 famiglia con 3persone).Osservando questi dati, si può notarecome la maggior parte di essi prove-nisse da paesi vicino a Verica, luogodal quale il Ricci iniziò a reclutare lefamiglie.Dopo aver espletato le formalità buro-cratiche con le autorità cilene in Euro-pa, Ricci ottenne dal Ministero degliEsteri, nell'ottobre del 1904, il permes-so di arruolare il rimanente gruppo diagricoltori per il completamento dellacolonia.Il secondo gruppo era composto da 65famiglie, per un totale di 373 persone.A differenza del primo, il secondo pro-veniva in prevalenza dai comuni diZocca e Guiglia: Zocca (35 famigliecon 206 persone), Guiglia (23 famigliecon 134 persone), Pavullo (3 famigliecon 16 persone), Vignola (1 famigliacon 6 persone), Bazzano (1 famigliacon 2 persone), Savigno (1 famiglia con3 persone).La differenza di luoghi di provenienzatra il primo e il secondo gruppo indicache non vi fu un forte richiamo da par-te di coloro che erano già emigrati nel-la colonia. Infatti i pochi contatti frafamiliari non dettero luogo a fenomenidi catena migratoria, come invece ac-cadde in altri luoghi d'Italia.Il permesso di arruolare le famiglie dicoloni, accordato dal Commissariatodell'Emigrazione a Giorgio Ricci, pre-vedeva delle condizioni particolari allequali si sarebbero dovuti attenere sia i

coloni che l'Impresa di colonizzazionee che avrebbero costituito l'oggetto delcontratto di locazione.Queste condizioni vengono così bre-vemente sintetizzate nei seguenti pun-ti:1. L'emigrante si impegnava a trasfe-rirsi con la propria famiglia nella Re-pubblica del Cile per stabilirsi in quali-tà di colono nei terreni della colonia"Nueva Italia".2. La società si obbligava a fornire allafamiglia i mezzi di trasporto dal luogodi residenza fino alla colonia, compre-so il trasporto di 100 Kg di bagaglioper ogni persona al di sopra di 10 annidi età e di 50 per i bambini. Inoltre siobbligava al trasporto dal porto di im-barco alla colonia delle macchine, at-trezzi, ferri del mestiere… purché ilpeso totale non superasse le due ton-nellate, e a notificare l'ammontare del-le spese di trasporto. La cifra dellaspesa sarebbe stata annotata in cal-ce al contratto.3. La società concedeva un lotto di ter-reno nella seguente proporzione: alcapofamiglia ettari 70, a ciascun figliomaschio, di età superiore agli anni 5,tanti ettari tanti quanti erano gli anni dietà, rimanendo inteso che tale quotanon avrebbe comunque superato i 25ettari. La società garantiva buona ac-qua potabile a distanza non maggioredi due Km dal lotto assegnato.4. All'arrivo del gruppo, la Società sa-rebbe stata obbligata, su richiesta, adanticipare al colono, al prezzo all'in-grosso, generi alimentari fino a chenon fosse stato possibile avere raccolti;due buoi, un aratro, zappe, vanghe,sementi ed altri piccoli attrezzi; un'abi-tazione pronta all'arrivo. Qualora lacasa non fosse stata pronta e fossestata da costruire con materiali fornitidalla Società, il colono avrebbe dovu-to restituire solo l'ammontare del valo-re dei materiali.5. Il colono si obbligava a rifondere allasocietà le spese sostenute per il tra-sporto per terra e per mare, come puredelle anticipazioni fattegli, in quattroannualità uguali senza interessi di sor-ta.6. In garanzia dell'adempimento degliobblighi assunti, il lotto sarebbe rima-sto ipotecato fino alla totale estinzio-ne del debito.7. Il colono si obbligava, per un perio-do di sei anni, a dimorare con la suafamiglia nella porzione di terreno as-

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segnatogli, a non cedere i suoi dirittisulla stessa e a non eseguire alcunatto che lo avesse privato del suo pie-no diritto di possesso. Se avesse la-sciato il terreno prima del termine nonavrebbe avuto diritto ad alcun inden-nizzo e sarebbe stato obbligato a re-stituire l'importo delle anticipazioni ri-cevute.8. Dopo sei anni e rimborsati i debiticontratti con la società, avrebbe avutoil titolo definitivo di proprietà del suolotto di terreno, rimanendone proprie-tario assoluto.9. La società, infine , si impegnava atenere nella colonia un armadio farma-ceutico e a distribuire gratuitamente,durante i primi sei anni, i medicinalioccorrenti ai coloni.Ciò che risalta chiaramente dal con-tratto stipulato fra l'Impresa e il colonofu l'assegnazione di una quantità infe-riore di terreno rispetto alla concessio-ne che il governo cileno stipulò conl'Impresa.Il viaggio rappresentò il punto di rottu-ra, in molti casi definitiva, fra ciò chel'emigrante considerava familiare e lanuova realtà a cui andava incontro.L'aspettativa di una vita migliore fu si-curamente un elemento positivo cheinfluì sul morale delle famiglie di colo-ni.Il gruppo di coloni partì da Modena il 2febbraio del 1904, su un treno specia-le che li avrebbe condotti al porto fran-cese di Pallice-Rochelle, da cui, nonesistendo in Italia nessuna linea diret-ta di piroscafi per il Pacifico, era pos-sibile imbarcarsi direttamente per ilCile.A Modena si unì alla comitiva il Com-missario governativo Lomonaco, inca-ricato di controllare che non vi fosseroirregolarità nell'attuazione del contrat-to.Il 7 febbraio iniziò l'imbarco sul piro-scafo "Oruba", della Pacfic SteamNavigation Company. Una volta arriva-ti a Talcahuano, il 10 marzo 1904, dopo32 giorni di traversata, il gruppo venneaccolto dagli altri componenti dell'Im-presa e da alcune autorità arrivate apresenziare, e da lì il gruppo proseguìper Los Sauces. Dopo questo tragit-to, il gruppo proseguì formando unacarovana di carri trainati da buoi e,passando per Lumaco, arrivarono final-mente alla colonia.Sicuramente la relazione di Lomonacocolse più l'aspetto descrittivo e ufficia-

le dell'impresa, sorvolando su quellache sicuramente fu un'esperienza sof-ferta da parte dei coloni e che rappre-sentò l'inizio delle privazioni a cui ven-nero sottoposti dopo il loro arrivo.Come ci descrive Lomonaco :"All'arri-vo del gruppo, le case dei coloni nonerano pronte; la maggior parte di esseera sprovvista di tetto…". I coloni ini-ziarono a capire da subito che la vitanella colonia non era tutta "rosa e fio-ri" come era stata loro descritta. Furo-no così sistemati in casermoni provvi-sori, costruiti in legno e costituiti da25/26 camere contigue .Certo, come fa notare il libro Cent'annidi emigrazione da Pavullo e dalFrignano, la situazione fu abbastanzadifficile fin dall'inizio, soprattutto se siconsidera il fatto che i coloni non era-no dei nullatenenti per i quali l'emigra-zione rappresentava un'avventurameno infelice di quella vissuta in pa-tria; la gente che seguì Ricci posse-deva già una casa, un piccolo terreno,animali; viveva una vita modesta madignitosa e, se lasciò quello che pos-sedeva, lo fece con la speranza di mi-gliorare la propria posizione, con laconvinzione certa di poter raggiungerela condizione di stabilità economicache gli era stata promessa.Dopo l'arrivo dei coloni , i lavori di sud-divisione dei lotti vennero svolti, seb-bene con molto ritardo, dall'Ispettoredelle terre e colonizzazioni.Fin dal principio vi furono problemi conparte della popolazione locale, in quan-to molte famiglie di lavoratori cileni sitrovavano nei lotti assegnati ai coloni

ed erano molto restii ad andarsene,dopo aver occupato quei territori peranni. Questo fatto provocò, come èprevedibile, dei diverbi accesi anche fracoloni e Impresa, in quanto contribui-va a rendere meno fruttuoso un terre-no che già di per sé non era adattoalla coltivazione .Anche la consegna degli animali e degliattrezzi avvenne con un certo ritardo enon fu , fra l'altro, una consegna moltovantaggiosa per i coloni che si videroconsegnare animali vecchi, soprattut-to i bovini, poco adatti al lavoro deicampi e alla riproduzione.Alla luce di tutto ciò, ad un anno dal-l'insediamento del primo gruppo e pocoprima dell'arrivo del secondo, i colonipresentarono un reclamo in cui si ac-cusava l'Impresa di Ricci di inosser-vanza degli adempimenti fondamenta-li fissati dal contratto di locazione.Nonostante i vari screzi fra i primi co-loni e l'Impresa, il progetto di coloniz-zazione andò avanti. Ricci, nell'autun-no del 1904, tornò in Italia a reclutarele altre famiglie di coloni. Ne reclutò65, pari a 373 persone. In realtà, risul-tano essere state ingaggiate altre fa-miglie, non solo per il fatto che alcunedi queste all'ultimo momento si ritira-rono, ma soprattutto per il fatto cheRicci avrebbe dovuto, per contratto,arruolare un totale di 77 famiglie, rag-giungendo così il numero di 100 fami-glie.Prima della partenza, i coloni stipula-rono il contratto di locazione con Gior-gio Ricci, seguendo le stesse modali-tà del contratto riferito al primo grup-

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Il piroscafo "Oruba" della Pacific Steam Navigation Companyche trasportò gli emigranti modenesi in Cile

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po, sennonché con la differenza chea ciascun capo famiglia venne asse-gnato un lotto di 50 ettari, pari a ventiettari in meno di quello assegnato aiprimi coloni.Il tragitto che portò il secondo gruppodi famiglie in Cile ricalcò il precedentee la sistemazione nella colonia fu resaaltrettanto difficoltosa da una serie dicontrattempi ed inadempienze.Non passò molto tempo che un grup-po piuttosto numeroso di persone feceun reclamo al Ministro d'Italia aSantiago. Dopo la protesta, molti co-loni abbandonarono la colonia, trasfe-rendosi in città e cercando lavoro pres-so dei connazionali. Le famiglie che sitrasferirono, nel maggio del 1905, fu-rono in tutto 35. Il gruppo dei nuovicoloni rimasti a "Nueva Italia" presepossesso dei lotti dopo poco tempo,scegliendoli soprattutto tra i confinan-ti con quelli dei vecchi coloni, in baseai legami di parentela o amicizia, onella zona boschiva della concessio-ne. Nel frattempo, il governo cileno au-torizzò l'Impresa di colonizzazione asostituire le famiglie che si erano tra-sferite dalla colonia con altre di originieuropee residenti nel paese. Ai primidi settembre, la lista delle famiglie in-gaggiate era nuovamente completa.La facilità con cui il governo diede l'ap-provazione all'Impresa di Ricci di so-stituire le famiglie ribelli con altrettan-te famiglie di coloni, ci permette dicomprendere pienamente come le isti-tuzioni dessero il loro appoggio incon-dizionato al progetto e soprattutto mi-sero in rilievo l'assenza di obiettivi de-finiti da parte del governo, il quale so-stenne il perseguimento degli obiettiviparticolaristici dell'Impresa, senza trop-po badare alle lamentele dei coloni in-sorti. La situazione che si era creata,grazie alla fuga di molte famiglie dallacolonia, aumentò le antipatie nei con-fronti dell'impresa di colonizzazione,che in breve tempo, per tutelarsi me-glio, pensò bene di costituire una so-cietà anonima fra italiani.Gli obiettivi della società, riportati nel-lo statuto, erano svariati: dallo sfrutta-mento dei terreni fiscali, a favorire lacolonizzazione italiana ottenendo con-cessioni di qualsiasi natura , all'affitta-re o acquistare terreni, edifici, conces-sioni e vie di comunicazione per sfrut-tarli e impiantare ogni genere d'indu-stria possibile, comprare e vendere ilbestiame e i prodotti agricoli, sfruttare

le miniere e i giacimenti di carboneesistenti nei terreni appartenenti allasocietà, in ultimo costruire ferrovie edaltre vie in modo da favorire lo sviluppodelle attività intraprese.Dopo la nascita della società, si diedeil via ad alcuni servizi fondamentali perla colonia, come la costruzione di unascuola, e lo sviluppo di una linea ferro-viaria che potesse unire la colonia aipaesi più vicini, in modo da inserirlacosì in un contesto economico nazio-nale. Poco prima della nascita dellasocietà anonima, si erano iniziati i la-vori per lo sviluppo del centro dellacolonia, al quale si era dato il nome diCapitan Pastene. Il paese, inauguratonel 1905, divenne in pochi anni il cen-tro amministrativo e commerciale del-la colonia. Nella piazza centrale delpaese vennero costruiti i primi edifici,fra i quali l'abitazione degli impresaridella colonia, un hotel destinato ai vi-sitatori e agli ufficiali del fisco che arri-vavano periodicamente, la caserma deicarabinieri e l'ufficio postale e del tele-grafo. Successivamente, CapitanPastene si estese: vennero costruitiviali, ponti, acquedotti e una scuola;furono anche iniziati i lavori per la co-struzione di una ferrovia, ultimati dalloStato nel 1918.Una delle caratteristiche più salientiche segnò la vita dei coloni italiani fusenza dubbio la frugalità. Nei primi annidi insediamento, i coloni dovettero ade-guarsi ad un regime di vita caratteriz-zato da forti privazioni. Tuttavia que-sto atteggiamento di frugalità non fu ilrisultato di una situazione contingen-te. Questi coloni, provenienti dallemontagne del Frignano, luoghi carat-terizzati da una grande povertà, eranoabituati alla sobrietà che si ripercuo-teva in tutti gli aspetti della vita: nelvestiario, semplice e povero, fatto dal-la donna di casa; nell'alimentazione,basata su ciò che il colono riusciva acoltivare; nel duro lavoro dei campi alquale erano abituati, lavoro che inizia-va all'alba e terminava al calare del sole,senza distinzione di sesso e di età, eche coinvolgeva l'intera famiglia.La vita del colono era questa, ed erabasata principalmente sul lavoro. Lostile di vita condizionò anche i rapportifra le famiglie dei coloni. Il fatto di abi-tare a grandi distanze dai centri abita-ti permise una solidarietà molto fortefra di loro che venne, fra l'altro, raffor-zata dall'essere in un paese straniero.

Il problema dell'identità culturale è dirilevanza fondamentale, soprattutto seconsiderato nel lungo periodo. Uno deiveicoli fondamentali di riproduzionedella cultura originaria è senza dubbiol'idioma. La mancanza dell'insegna-mento della lingua italiana nella colo-nia, favorì la perdita nel giro di pochegenerazioni, dell'utilizzo dell'italianocome lingua d'origine. La conseguen-za di questa perdita fu una più rapida"cilenizzazione" del colono, che ven-ne, ad ogni modo, ostacolata parzial-mente dalla riproduzione di tradizioniche si esprimevano nelle varie celebra-zioni e festività che coinvolgevano tut-ta la colonia.L'isolamento della colonia, che permi-se, fra l'altro, la conservazione di alcu-ne caratteristiche peculiari del luogod'origine, permise inoltre una fortecoesione di gruppo che si espresse,nel corso degli anni, con la nascita divarie organizzazioni.Le celebrazioni religiose e le varie fe-stività rappresentarono per i coloni deimomenti molto importanti, in quantorafforzavano il senso di identità cultu-rale. Se da una parte i rapporti socialifra coloni permisero il perpetuarsi ditradizioni italiane, il rapporto che i co-loni ebbero con gli abitanti nazionali egli indigeni Mapuches, seppur moltolimitati all'inizio, fecero sì che la colo-nia si aprisse ad una nuova forma diconvivenza e integrazione.Nei primi anni della colonia, i rapportifra coloni italiani e occupanti nazio-nali furono piuttosto tesi. Il continuotentativo da parte dell'impresa di co-lonizzazione di scacciare gli occupanticileni dai terreni della concessione die-de luogo a contenziosi che sfociaronoin aperte ostilità che si risolvettero solonel tempo.Il contatto fra i coloni italiani e iMapuches, invece, acquistò delle ca-ratteristiche singolari. Se nei primi annii rapporti furono molto sporadici, a cau-sa della diversità di lingua e di cultura,in seguito si limitarono all'imitazionedi alcuni aspetti delle attività agricoledei coloni da parte degli indigeni. Ladescrizione che fa Lomonaco dellapopolazione Mapuches può darciun'idea della diffidenza e dell'atteggia-mento predominante che caratterizza-rono i rapporti fra coloni e indigeni:"…essi sono generalmente bassi distatura, dalle forme tozze e massic-ce, dalla pelle di un colorito scuro

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giallastro (...), il loro aspetto non è, ingenere, dei più piacevoli. Da giovanisono generalmente sani, forti, robustie dalle fattezze regolari, ma a misurache avanzano gli anni, il loro volto di-viene deforme e ripugnante. (…) I loroocchi sono come spenti e opachi, illoro atteggiamento umile, dimesso ediffidente ad un tempo, quale di pariache si sappiano reietti ed abbandonatie che sfuggano al consorzio umano.(…) La domanda che intanto sorgespontanea alla vista e al contatto de-gli attuali araucani, è se essi debbanoconsiderarsi come i genuini discen-denti della forte e bellicosa razzaaraucana, oppure se essi rappresen-tino una razza degenerata ed avvilita.Questa seconda supposizione misembra più conforme alla realtà dellecose e credo pertanto che questa raz-za non sia più al caso di sentire ibenefizi della civiltà, e di assimilarsi efondersi più oltre col resto della popo-lazione civile, in mezzo a cui rimanecome elemento estraneo ed anorma-le, come un avanzo di epoche lontane(…). Non parrà dunque esagerato l'af-fermare che questo avanzo di popola-zione barbara e forte sia destinato, al-meno in certe zone, a sparire fatalmen-te". La realtà che dovettero affrontare icoloni al loro arrivo fu molto diversa daquella che aveva ispirato il progetto. Ilprogetto originale degli impresari pre-vedeva l'istallazione e lo sviluppo delleindustrie artigianali (in particolare del-la produzione del formaggio), che giàavevano dato successo nella zona diprovenienza dei coloni. Fu a questo fineche Ricci scelse famiglie specializza-te nella produzione del parmigiano, lequali portarono dall'Italia gli strumentie i macchinari necessari.Inoltre gli impresari avevano progetta-to, inizialmente, di avviare la coltiva-zione dell'ulivo, promuovendone le in-dustrie annesse, le fabbriche diinsaccati e anche fabbriche di conser-ve alimentari. Però tutti questi progettirimasero sulla carta, ben lungi dall'es-sere messi in pratica. Ciò che impedìl'applicazione di queste attività fu loscarso realismo dei progetti formulatie soprattutto la conoscenza moltosuperficiale del luogo che la colonia siapprestava a voler colonizzare. Le duerelazioni ufficiali dell'IspettoreLomonaco sono la testimonianza diquanto poca fosse la conoscenza ef-fettiva di quei territori e del loro utiliz-

zo, e di come i calcoli sulla rendita deiterreni fossero basati, in linea di mas-sima, su analisi superficiali, senza laconsiderazione dovuta per quanto ri-guarda il lungo periodo:"…tutta la concessione consiste inuna specie di grande vallata centraleracchiusa da due serie di brevi colli-ne… I terreni della concessione sonostati da vari anni disboscati e coltivati,e ciò toglie alquanto alla loro fertilitàassoluta; cosa che del resto accadein tutte le zone messe da qualche tem-po a coltivazione, ma si sa anche chei terreni recentemente disboscati sono,nel Cile e nell'America in genere, d'unafertilità prodigiosa, poiché la ceneredegli alberi bruciati costituisce per iprimi anni un ingrasso portentoso, sic-ché i raccolti che allora si ottengonosono straordinariamente abbondanti…La concessione è inoltre abbondante-mente provvista di acqua potabile…Nella parte boschiva della concessio-ne, rappresentata dalla ramificazionedella Cordigliera, esistono numerosevarietà di querce, rovere e faggi… inol-tre vi è un eccellente miniera di carbo-ne…". Effettivamente, nel breve perio-do, i terreni destinati ai coloni, o per lomeno, una parte di essi, furono abba-stanza produttivi; le coltivazioni tradi-zionali che vennero intraprese i primianni, di frumento, orzo, patate e pisel-li, diedero discreti risultati, poiché iraccolti erano garantiti dalla fertilità delterreno non ancora sfruttato e dallaconcimazione naturale derivante dallaprima bruciatura della vegetazionespontanea. L'abbattimento degli albe-ri della foresta, che fu necessaria nel-la maggior parte dei lotti, per poter av-viare i terreni alle coltivazioni, fornìmolto legname ai coloni. Inizialmenteesso fu destinato alle necessità inter-ne, poi, col passare degli anni, vennedestinato alla vendita occupando unposto sempre più rilevante nell'econo-mia della colonia. I progetti iniziali dipoter avviare delle coltivazioni che des-sero dei buoni rendimenti si rivelaronofallimentari, e ciò nel giro di pochi anni.I terreni, appartenenti tutti alla VI e VIIcategoria (da pascolo e forestali), ven-nero coltivati in modo intensivo e inpochi anni diedero il via a quel proces-so di erosione che portò all'abbando-no, da parte della colonia, dell'attivitàagricola come attività principale.Verso gli anni '40, l'impoverimento delsuolo obbligò i coloni a volgere l'eco-

nomia verso attività di tipo forestale.Dagli anni '40 ai nostri giorni la colonianon è cambiata molto. Il processo disviluppo economico e la conseguentericchezza che si auspicava dopo i pri-mi anni della fondazione, divenne unsogno sempre più lontano da realiz-zare. La mancanza di contatti con iparenti in Italia, dopo la prima genera-zione, non permette di analizzare, dal-l'Italia, i vari processi di sviluppo dellacolonia nei decenni; mancano inoltrestudi cileni che possano riempire que-sto lasso di tempo di oltre cinquant'an-ni; eppure nonostante tutto questo tem-po, la colonia non sembra aver cam-biato uno stile di vita che risale a tem-pi lontani. L'idea che può farsi un visi-tatore, andando a Capitan Pastene, èquella di un paese che si è sviluppatocon un ritmo molto più lento di quelloche ha invece caratterizzato il luogodi esodo in Italia dei primi coloni. Lavita quotidiana, i rapporti con la gentee il ritmo dell'economia, a CapitanPastene, sembrano quelli di un'Italiadi cinquant'anni fa. Capitan Pastene èattualmente un paese che si sta apren-do alle varie prospettive sia di sviluppoeconomico sia di integrazione socio-culturale, sebbene sia ancora moltolegato ai modi di vita e alle tradizionipassate. Il paesaggio dominato dallecolline boscose e dalle strade in terrabattuta fa da sfondo ad un luogo dovela vita non è ancora stata perturbatadallo sviluppo frenetico tipico di unacittà. Le case di Capitan Pastene,costruite per la maggior parte in legno,sono modeste ma ben curate, le stra-de, attraversate quotidianamente daicamion che trasportano il legname,sono tutte strade battute, l'asfalto nonha ancora preso il sopravvento; qui, lepoche macchine cedono il passo aicarretti trainati da buoi, la televisionee il telefono non sono alla portata ditutti. L'economia di Capitan Pasteneruota attorno all'attività legata alla pro-duzione del legname e alle attività in-dotte, l'agricoltura è ormai quasi deltutto trascurata. Grande rilevanza, inuna economia come questa, sono leattività a conduzione familiare che per-mettono alla maggior parte degli abi-tanti un'esistenza modesta ma digni-tosa. Sebbene il divario fra lo sviluppodi Capitan Pastene e le città circostantisia tangibile, non si deve pensare chesia un paese povero. Le possibilità diespansione economica ci sono.

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Di Stefano e Aldo Corti

Dopo il combattimento di Nikolajewka,la Tridentina continuò la marcia , insi-diata dai partigiani, fino a raggiungereil 31 gennaio 1943 Schebekino, sem-pre seguita da una moltitudine di feriti,congelati, dispersi di ogni nazionalità.A Belgorod avvenne lo smistamento deisopravvissuti e si fece la tragica contadegli Alpini usciti dalla Sacca.Le cifre sono tristemente eloquenti, deicirca 52.000 Alpini che avevano inizia-to la ritirata 15 giorni prima, 1.290 uffi-ciali e 39.720 fra sottufficiali e soldatinon ce l'avevano fatta.Il 79% degli effettivi del Corpo d'Arma-ta Alpino era caduto o disperso nel-l'immensa steppa russa, solo 6.400uomini della Tridentina, 3.300 dellaJulia e 1.300 della Cuneense eranosulla via del ritorno.Seppur a prezzo di enormi perdite, ilCorpo d'Armata Alpino era rimastoimbattuto in terra di Russia, ma comeci racconta il reduce artigliere AlpinoAldo Corti, l'odissea e le beffe non siconclusero quel giorno."I giorni che seguirono l'uscita dallasacca furono comunque atroci, oltreagli attacchi dei partigiani e ai bom-bardamenti aerei che continuarono peralcuni giorni, il Generale Inverno conti-nuava a tenerci compagnia con le so-lite temperature a - 40 °C che ci obbli-gavano comunque a cercare riparo neivillaggi sul nostro cammino.Gli Alpini continuavano a morire di famee freddo, nonostante qualche lancio diviveri dagli aerei germanici che allevia-va un po' le nostre sofferenze.Proprio il 30 gennaio io e EgidioCoriani, vedendo che l'Alpino Medianiaveva le gambe in cancrena, riuscim-mo a caricarlo su una delle poche slit-

te superstiti trainate dai muli, ma nonce la fece lo stesso, spirò poco dopo.Arrivati a Schebekino nella mattinatadel 31 gennaio, trovammo un posto diristoro con gli infermieri della sussi-stenza che ci aspettavano, io ricevettiqualche medicamento, ma lì morì distenti il mio commilitone Sisto Rioli daLago, che gli stessi infermieri non cer-carono nemmeno di caricare sui ca-mion in arrivo poiché già aveva la feb-bre alta e le gambe in cancrena.Ad ogni camion in arrivo, fosse tede-sco o italiano, accadevano scene in-dicibili di uomini ormai diventati bestie,tutti cercavamo di salirci sopra, alpini,tedeschi, ungheresi, chiunque avevaancora un briciolo di energia per farsilargo in mezzo alla calca dei dispera-ti.I tedeschi, dal canto loro, permetteva-no solo ai propri commilitoni di salire,ed io che mi ero aggrappato a uno deiloro camion, ricevetti un colpo con uncalcio di fucile che mi fratturò il mi-gnolo.Questo è il souvenir che mi hanno la-sciato gli alleati germanici che duran-te la ritirata ci offrivano il loro cognacper andare a combattere al loro postoaprendogli la via della fuga nella mas-sa degli sbandati.Fu così che io ed Egidio, gli unici or-

mai rimasti insieme del Comando grup-po del Val Camonica, continuammo lamarcia per altri 20 km fino ad arrivarea Belgorod dove venimmo smistati.Dopo lo smistamento dei sopravvissu-ti , Egidio mi cedette il suo posto suun camion Lancia appena arrivato e iofui l'unico tra i commilitoni di Montefio-rino ad essere portato all'ospedale, lemie condizioni di salute erano infatticritiche ed il congelamento al piederischiava di trasformarsi rapidamentein cancrena.Fu così che mi allontanai dall'insepa-rabile Egidio Coriani che vidi nuovamen-te solo dopo il rientro a casa.Così fui portato al terzo piano dell'Uni-versità di chimica di Kharkov che eranel frattempo stata trasformata in ospe-dale militare. Qui erano ricoverati i fe-riti e ammalati più gravi che non pote-vano essere trasferiti più indietro nelleretrovie.Da lì ebbi la possibilità di inviare a casail 1° febbario 1943 due cartoline di po-sta militare in cui scrivevo a mia mo-glie e mio padre che eravamo uscitidalla sacca in 8 di Casola nel Frignanoappartenenti allo stesso reparto, di cuiPasquale Corti, i fratelli Albicini, EgidioCoriani, Serradimigni Adolfo, MaffoniRuggero, Serradimigni Bortolo.Mia moglie e mia sorella Luisa che

Storie d'alpini, la lunga via del ritorno

Gli ultimi giorni in Russiadi quello che restava

del Corpo d'Armata Alpino

Ricordi

Immagini del ritorno degli alpini superstiti (Archivio A. Corti)

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andavano tutte le sere alla posta acercare nostre notizie, la ricevetterosolo il 10 febbraio ed ebbero l'opportu-nità di comunicarlo alle altre famiglie.Kharkov era situata ad oltre 600 kmdalla linea del Don ed ben oltre ilDnepr, il fiume che poteva essere con-siderato la nuova linea difensiva, percui credevamo di essere in un luogoabbastanza sicuro.Eppure quando ogni mattina mi affac-ciavo alla finestra dell'ospedale, vede-vo le truppe tedesche sfilare da Estverso Ovest, e non il contrario. Ed in-fatti l'amara sorpresa l'avemmo la mat-tina del 7 febbraio, quando un infermie-re ci venne ad urlare che i russi eranogià alla stazione sud e che dovevamoarrangiarci da soli...Nel generale "Si salvi chi può", mi ve-stii rapidamente con la lacera divisaancora infestata di pidocchi, mi arro-tolai ai piedi gli stracci che dovevanofungere da scarpe e mi precipitai quin-di giù per la tromba delle scale dovetra un generale sconforto assistetti ascene agghiaccianti di malati e feritipiù gravi che si trascinavano letteral-mente per le scale pur di sfuggire al-l'Armata russa.Nella piazza principale della città, nonavendo alcun commilitone alpino conme, decisi di aggregarmi al gruppo disbandati più numeroso ed ebbi la for-tuna di essere tra quelli che non in-contrarono sul proprio cammino i

famigerati carri T34...Dopo aver camminato tutto il giorno ela notte al seguito della colonna chesi trascinava esausta nella neve ed es-sermi cibato di quel poco di miele chemi era rimasto nello zaino, arrivammola mattina dell'8 febbraio ad Antirka,località a 20 km di distanza dove dopoessere stati di nuovo smistati fummocaricati su un treno passeggeri fino aBrest, dove arrivammo 2 giorni dopo.Era il 10 febbraio 1943 ed in quella lo-calità fummo introdotti in un grandehangar dove la croce rossa tedesca cifece una disinfezione totale spruzzan-doci addosso un forte getto a vaporeche uccise i pidocchi ma ci lacerò quelpoco che restava delle nostre divise.Il giorno stesso, dopo averci rifocillatoalla meno peggio, ci ricaricarono suun nuovo treno passeggeri dove tra-scorremmo ben 5 giorni per percorre-re la strada del ritorno fino a Merano,poiché dovevamo sempre dare la pre-cedenza ai treni militari tedeschi ederavamo quindi obbligati a fare lunghesoste nelle stazioni secondarie.In quei giorni di viaggio eravamo felicidi avercela fatta, anche se non imma-ginavamo ancora l'entità della tragediache la ritirata aveva rappresentato nonsolo per le divisioni alpine, ma ancheper le altre divisioni italiane.Le notizie anche a casa erano poche,tant'è che il Duce aveva rotto l'omertososilenzio solo il 3 febbraio 1943 annun-

ciando dolorosamente alla radio chesolo 10.000 uomini del glorioso Corpod'Armata Alpino erano usciti dalla Sac-ca.Fu la mattina del 15 febbraio che arri-vando il nostro treno alla stazione diMerano mi sentì finalmente a casa. Adaspettarci c'era la Banda musicale etutte le autorità fasciste, ma quandoci videro scendere dai vagoni talmentelaceri e malandati fecero suonare l'al-larme antiaereo, affinché la popolazio-ne civile non potesse vedere il nostromisero stato.Rimasero sulla banchina i reparti sa-nitari che ci smistarono nei vari alber-ghi adibiti a ricovero truppe, chi alBellavista, chi all'Hotel Emma.Io fui mandato al Bella Vista, e lo stes-so giorno alla prima visita medica mipesarono. Ero ridotto a 39kg. Quandoero partito per la Russia 7 mesi primane pesavo 70.Cercarono di vestirci, ma non avevanosufficienti uniformi, e mi diedero cosìsolo un paio di scarpe talmente grandiche non riuscivo quasi a camminarci.Incontrai subito Frassineti Giuseppe diBuffignano che essendo attendente difanteria alla Caserma Maia Bassa, tuttii giorni andava a cercare i sopravvis-suti di Casola alla stazione dei treni onei ricoveri.Gli chiesi così il 16 febbraio di telegra-fare a mio padre che ero vivo ed ero indegenza a Merano.Fu così che il 18 febbraio mio padrearrivò in treno a Merano ed entrandoall'hotel Bellavista, Olimpio rimasescosso nel vedere un carretto di artiincancreniti amputati che veniva por-tato fuori.Appena vidi passarmi accanto miopadre che mi cercava da una stanzaall'altra della casa di cura, lo chiamaiforte.Ma lui non mi riconobbe. Ero veramenteridotto a pelle e ossa.Dopo gli abbracci commoventi, mi de-dicai a uno di quei deliziosi budini alcioccolato della mamma Pia di cuiandavo ghiotto e che mio padre mi ave-va portato.Ne feci indigestione, e se non mi aves-sero fatto una puntura, sarei morto lanotte stessa dopo aver fatto tutta quel-la fatica per tornare a casa.Ma così non fu, e finalmente il 1°mar-zo, seppur malconcio, fui dimesso epotei tornare a casa con una licenzadi 1 mese...."

Ricordi

L'arrivo a Merano (Archivio A. Corti)

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di Novecento Riccardo Iaccheri ([email protected])

a Prisca Letizia

59° 56' N - 30°20' EA.D. 1492

Il cantastorie

I giovani d'oggi amano dire: "amore è:tre metri sopra il cielo". Mi domando evi domando: conoscete qualcosa la cuibellezza sia pari a quella della voltaceleste che tutti noi sovrasta? Standotre metri sopra di questa, la possibili-tà di fermarsi a contemplarne lamaestosità diverrebbe a dir poco re-mota! Nei miei innumerevoli viaggi hopotuto far esperienza del vero Amoread ogni latitudine e longitudine, sco-prendo come la nobiltà di questo sen-timento sia data, tra le altre cose, an-che dall'assenza di qualsivoglia limi-te, confine, barriera geografica-cultu-rale, insomma, dall'assenza di ognimisura.Vorrei potervi donare anche questavolta una suggestione, un confetto divita vissuta, sognata, cantata, da po-ter gustare lentamente, un bigliettonominale di sola andata, con destina-zione: "oltre e sempre più su", capa-ce di farvi sognare. Pronti? Mollate gliormeggi... andiamo!59° 56' N 30° 20' E - 24 giugno 1492.Quando penso all'Amore, una delleimmagini, tra le più belle che ricordi, èlegata a queste precise coordinatespazio-temporali. Di anni ne sono pas-sati, e non pochi, ma mai potrò dimen-ticare quel giorno, primizia d'estate, incui giunsi sulle coste nord-orientali delMar Baltico. Un anno e mezzo di cam-mino mi ci volle, partendo dal "Paesedi Mezzo", meglio conosciuto comeil "Grande Regno di Cina", per arrivaread intravedere, dopo anni di lontanan-za, la natia Europa. Non mi fermai cheuna notte in quella sperduta cittadinaportuale dei territori di Novgorod, matanto bastò ad impressionare in modoindelebile la pellicola dei ricordi. Le miepovere ginocchia, provate dal lungoinverno russo, sembravano mendicareun po' di clemenza, qualche ora di ri-poso, per poi riprendere con nuovo vi-gore il cammino. Non ebbi difficoltà adacconsentire a questa loro richiesta.Tanta era la stanchezza, ma molta di

più era la gioia che quel mio pe-regrinare per il mondo, all'inter-no dell'immenso ed unico popo-lo umano, aveva portato al miopiccolo cuore.Trovai un alloggio alla periferiadell'abitato, presso un cascinaleabbandonato adibito ad ovile, dove,almeno nelle mie intenzioni iniziali,avrei passato la notte concedendomiqualche ora di sonno. Come potete bencapire, fratellini, non andò così. Quel-la notte non chiusi occhio. Quella not-te non fu notte, con il crepuscolo, infi-nito mi sembrò nel suo perdurare, alegarsi all'alba senza aver conosciutooscurità alcuna. Rimasi per diversotempo a contemplare, tra i vetri rotti diuna piccola finestra, quel cielo velatodi morbida luce; mai avevo visto qual-cosa di simile: il blu si tuffava nel vio-la, il viola scivolava nel rosso, il quale,timido timido, lasciava posto ad un gial-lo venato di bianco. Dalla borsa trassifuori una cipolla che, accompagnataad un tozzo di pane integrale, sareb-be divenuta per me cena, ma mentreaffamato stavo per sferrare il primomorso a cotanta abbondanza, un ru-more sentii provenire dalla stanza adia-cente alla mia. Alzatomi decisi di an-dare a vedere di cosa si trattasse econ grande sorpresa scoprii che nonero solo; in un angolo, dietro una nu-vola di fieno, scorsi due enormi occhiazzurri, azzurri come le acque dei la-ghi Ladoga e Onega. Il suo nome eraBepa, "Fede" in russo. Bionda e sotti-le, nel suo vestito marrone carta dazucchero, ci mise poco a divorarequanto le misi tra le mani, tanta era lafame. Non aveva niente, nè casa nècibo, ma soprattutto non aveva nessu-no. Orfana di padre e madre, sola findall'età di quindici anni, sola fino aquando non aveva conosciuto il suoprincipe venuto dalla steppa, il suodolce Otbara. Nessun abito azzurro,tanto meno un bianco destriero da ca-valcare, ma spalle forti, un corpo robu-

sto quanto una conifera dei territori delnord ed un cuore grande come le suemani. Non faceva che ripetere il suonome, nome che nel suo significatodiveniva formidabile esortazione: "Co-raggio".Un giorno avevano deciso di guardareognuno nella tasca del loro cuore (ilcuore è una tasca. Non lo sapevate?),rovesciando l'uno nelle mani dell'altraciò che in essa era contenuto. Nientee tutto. Miseria e Amore. Averceli avu-ti due fichi secchi!... Macché! Decise-ro di sposarsi. Altro non desideravanoche consacrarsi vicendevolmente perla vita. Con i palmi elevati al cielo, of-frirono tutto a Dio, certi della Sua be-nedizione. Certi sì, perché il loro eradavvero un Amore puro, temprato dal-le privazioni, lavato da ogni peccato,impermeabile ad ogni sorta di male;un Amore virginale, forgiato nell'atte-sa; un Amore raro, tanta era la sualimpidezza. Un Amore bianco. Questoera il colore del vestito di nozze cheOtbara avrebbe voluto regalare alla suapromessa sposa, ma le stoffe eranomerce rara, costosa, e di soldi non vene erano.Si sposarono in un giorno di maggio, il9 se non ricordo male. La loro luna dimiele, però, non durò che pochi gior-ni, con i due ragazzi chiamati subitoad una scelta difficile. La carestia cheattanagliava le popolazioni della pia-nura Sarmatica ci mise poco ad assu-

Le bianche notti di San Pietroburgo.Con Fede e Coraggio "cristofori" nel mondo

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mere contorni di tragedia, con gli uo-mini costretti a lasciare le proprie casealla ricerca di un lavoro che garantis-se la sopravvivenza loro e delle rispet-tive famiglie. Così fu anche per Otbara,straziato dal dolore di dover lasciarela sua giovane sposa, ma deciso adandare, per poter regalare ad entram-bi un futuro.Era trascorso ormai più di un mesedalla sua partenza, il lungo invernosembrava ormai deciso ad allentare lamorsa del gelo. Bepa stringeva i den-ti, rimanendo abbracciata alla vita ungiorno dopo l'altro, animata dalla spe-ranza di veder tornare un giorno il suoamato. Passammo la notte a parlare,ed io nel mio cuore pensavo a qualeimmenso Amore mi era stato dato diconoscere e quanto sarebbe statobello far avere ad Otbara notizie dellasua piccola principessa. Condivisi conlei questo mio pensiero; non vi dico lagioia che vidi nei suoi occhi. Scrissi iosotto sua dettatura e con il sole anco-ra avvolto nella bruma, dopo averlasalutata, diressi i miei passi verso sud,sud-ovest. Riga, Danzica, Lubecca,seguendo le rotte della Lega Anseatica,e poi giù nel cuore dell'Europa: Colo-nia, Francoforte, Augusta. Qui seppiche settimane addietro era passato incittà un uomo che in tutto e per tuttosembrava esser Otbara. Chiese qualefosse la via più breve per raggiungereil primo porto, e gli abitanti del luogogli avevano indicato Marsiglia qualeprima destinazione utile. Senza per-dere nemmeno un istante là mi dires-

si ed una volta arrivato mi imbarcai sudi una galea veneziana diretta verso lapenisola iberica. Tre giorni ci volleroper arrivare ad Almeria. Non volevo ar-rendermi all'idea di non veder corona-ta dal successo la mia rincorsa. Il gi-gante russo una volta sceso a terra,avuta notizia di una spedizione esplo-rativa che andava formandosi sullacosta atlantica dell'Andalusia, decisedi continuare il suo viaggio via mare;lo stesso feci io.Provvidenza volle che riuscissi a rag-giungerlo prima che la spedizione sal-passe. Era, infatti, riuscito a trovarposto nell'equipaggio, quasi interamen-te composto da marinai iberici; la suaprestanza fisica divenne, agli occhi delcomandante della spedizione, un irri-nunciabile valore aggiunto. Per tutti era"el ruso". Spiegai lui da dove venivo,chi mi mandava e senza aggiungerealtro lessi quanto la sua amata sposagli aveva scritto. Lacrime di gioia, comeresina che dal tronco trasuda, gli sci-volarono sulle guance rosse e sorriden-do mi disse: "Qui tutti parlano di trac-ciare nuove rotte, di Catai, di Cipango;ho sentito marinai narrare di un possi-bile nuovo mondo da scoprire ed esplo-rare. Io tutto questo l'ho già, senza bi-sogno di sfidare venti ed acque pro-fonde, senza aver dovuto varcare glioceani seguendo le mappe. Da quan-do ho incontrato la mia piccola Bepaed insieme abbiamo deciso di donarcil'uno all'altra per la vita, nulla è statopiù come prima; è un po' come se tut-to fosse stato rinnovato, rivestito da

Il cantastorie

questo nostro Amore che tutto copre,tutto crede, tutto spera e tutto soppor-ta". Otbara aveva proprio ragione. Tra-sfigurante, rivoluzionario, vivificante,estraneo a qualsivoglia variabile uma-no-terrena, questo è l'Amore nella suaforma autentica, questo era il senti-mento che legava i due giovani sposidi San Pietroburgo.Venni a sapere che il responsabiledella spedizione era un italiano, natiodi Genova. Prima di riprendere il cam-mino volli incontrarlo. Lo trovai intentoa parlare col suo pilota sul cassero dipoppa dell'imbarcazione alla quale erastato dato il nome della Vergine, la piùgrande delle tre componenti la piccolaflotta. Nonostante mancasse poco allapartenza, non ebbe difficoltà a scam-biare due parole con un pellegrino. Luimi raccontò dell'amato stivale, io glinarrai di quell'oriente che lui era fer-mamente deciso ad inseguire e rag-giungere navigando verso ovest. Mimostrò le carte, opera del cartografofiorentino Toscanelli, grazie alle qualiera riuscito a convincere i regnanti diSpagna riguardo la reale fattività del-l'impresa ed i vantaggi che da essa nesarebbero derivati per la corona. Allo-ra non potevo saperlo, ma i calcoli re-lativi alla dimensione della terra e laconseguente distanza del VecchioContinente dall'Asia erano ben lontanidalla realtà. Prima di congedarmi glidissi: "Dio non può aver creato qual-cosa che poi non potesse essere daLui abbracciato. Questa, al di là dicalcoli scientifici ed osservazioniastronomiche, è la ragione per cui pos-siamo affermare, senza timore di al-cuna smentita, che la terra e roton-da". Detto questo gli feci dono delmantello che portavo sulle spalle, sulquale un vecchio costruttore di canneda pesca mongolo aveva scritto quelloche poi era divenuto l'appellativo per ilquale, allora, ero conosciuto in quelleterre: "portatore di Cristo".Questo era anche il significato delnome di quel mio fratello genovese.Ogni uomo sia terra di conquista perl'Amore ed ognuno di voi aspiri al donodi poter vivere ogni giorno questo Amo-re, sentimento puro ed eterno di bian-co vestito, divenendone "portatore"autentico nel mondo, per far sì che,un giorno, l'umanità tutta possa radu-narsi in un solo Cuore, nell'Unico Amo-re...Terra!!! Sorridete e seminate.

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La ballata della Valledi Bruno Ricchi

Undicesimaparte

Per tutti era “cilun”, Alfeo Diganicui natali donar le Macinelled'autobus conduttore tra i romanima schivo dei Parioli e delle Stelle.A ramino sfidava i paesaniraccontando altresì buffe storielle.D'essere dolce e buono aveva famaci lascia l'Antonella e la Silvana!

Con Severi Randolfo , l'aviatoree Silingardi Renzo in proiezionesi gustavano film di guerra e amoreassieme ad abbondante libagione!Aveva la “bianchina” un buon motoreper offrire un passaggio alle personema più d'un rifiutò la “giardinetta”quando dell'arrivare aveva fretta!

Digani Alfeo (1927-2002).Fu Emilio e Ortonovi Lidovina. Il padre cantoniere provinciale,causa la frana del '39 trasferì la famiglia dalle Macinelle aFapiano. Nel '43 si trasferì poi a casa Berti ove la mammaLidovina conduceva l'osteria. Alfeo emigrò a Roma per lavoroove restò dal 1947 al 1951 come conducente di autobus. Rien-trato a Palagano si mise in società con Facchini Giuseppe,Tosi Lodovico e Tosi Pellegrino per la commercializzazione diterriccio e foglie per fiori. Dopo diversi anni, col proprio auto-carro aderì al gruppo autotrasporti ”Settebello” ove restò finoall'età della pensione. Di carattere semplice e bonario, anda-va a caccia e non disdegnava la quotidiana partita a scalaquaranta o a ramino. Raccontava aneddoti del periodo roma-no riservando qualche sfottò a chi giudicava “tropp mlicatt”.Parlava quasi sempre in dialetto , la pura parlata di Boccas-suolo.

Severi Randolfo (1933-1982).Nato a Boccassuolo, da ragaz-zo si trasferisce a Palagano conla mamma Elia e la nonna“Menga” che gestisce unabotteguccia di alimentari nellacasina di fronte alla vecchia “Pi-neta”. Svolge il servizio militarein aeronautica al centro radardi Trieste di cui ama narrare epi-sodi da “Guerre Stellari”. Rien-trato a casa continua l'attivitàcommerciale della nonna portando i generi alle famiglie diBoccassuolo con la famosa Giardinetta: sempre gentile e di-sponibile consegnando la spesa diceva: ”Con eleganza!”. Perdiversi anni è stato incaricato assieme a Renzo Silingardi del-la proiezione di film nel cinema Excelsior di Palagano. Qual-che volta però, poiché in cabina non mancava mai un fiasco dilambrusco, si vedevano i cavalli al galoppo con le zampe alsoffitto. Magnificava sempre il proiettore “Pio-Pion”, e recatosia Milano per visitare una fiera campionaria di macchine da

Poesia

Ero bimbo e Bacchini Celestinatutti i giorni vedevo andare a messaportando sempre seco la Corinala sorella più giovane e dimessacui riservò dolcezze da bambinatrattandola da vera principessa.Ha vissuto di fede e di vangelos'é guadagnata certamente il cielo!

Per tutti era “l'Adele ed Clodoveo”Adele Fratti , sposa Martinelliin Cassa di Risparmio senza un neolavorò alle cambiali e agli sportelliaiutando Gilberto solo reod'amare l'arte e i relativi orpelli.Grande lettrice, amabile, gioiosamoglie e madre alfin meravigliosa.

proiezione, fu condotto in diversi cinema con vero spasso de-gli accompagnatori.

Bacchini Celestina (1896-1988).Nata in Aravecchia, da numerosa famiglia di agricoltori, con 5fratelli. Dopo le poche scuole elementari, a 14 anni, unitamentealla sorella Fortunata e a Ranucci Letizia si recò a Bologna aservizio come cameriera e portinaia. A 35 anni si sposò con unCroci di Toggiano, ultraottantenne, che costruì l'attuale “Càd'la Celesta” a monte del cimitero, località che allora venivachiamata “Le casette”. Ovviamente casa e terreni del maritofurono ereditati dalla Celestina che, alla morte dei genitori siassunse il compito di seguire la sorella Corina, invalida. Diindole abbastanza tranquilla e riservata, era religiosissima efrequentava spesso la chiesa. Morì alla bella età di 92 anni e

la sorella che le sopravvisse passò gliultimi anni presso la casa di riposo diGusciola.

Fratti Adele (1920-2005).Nata in Pennsylvania (USA), a 5 annirientrò in Italia con la famiglia andandoad abitare a Monticello; negli anni 1927/1928 il padre Fratti Clodoveo costruì lagrande casa in sasso che tuttora trovasiin angolo sinistro allo stradone che dal-la provinciale va alla chiesa. Sempre inquegli anni il fratello Tancredi costruì lavecchia “Pineta”. Coniugatasi con

Martinelli Gilberto il 25-6-1942, il marito, richiamato, dopo 10giorni la lasciò perché inviato in Sicilia poi in Gracia quindi inAfrica, per tornare a casa dopo oltre 4 anni, stabilendosi aSoliera. Rientrò a Palagano nel 1958 perché a seguito dellacostituzione di Palagano in comune autonomo, venne istituitoanche il servizio bancario, Cassa di Risparmio, affidata al ma-rito Gilberto col quale l'Adele sempre collaborò. Donna sim-patica e gioviale, oltre agli impegni di famiglia e alla collabora-zione col marito, trovò sempre il tempo per leggere e persocializzare.

Randolfo al proiettore "Pio-Pion"

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Riflessioni

Bernie Siegel

Più di quindici anni fa il dottor Bernie Siegel cominciò a parlare dei diritti dei

pazienti e della scelta di vivere pienamente e morire in pace.

Nella sua qualità di medico che ha assistito migliaia di pazienti con malattie

mortali, il dottor Siegel, che preferisce essere chiamato Bernie, professa una

filosofia del vivere e del morire, all'avanguardia nel campo dell'etica medica.

Nel 1978 Bernie iniziò l'Exceptional Cancer Patients, una specifica forma di

terapia individuale e di gruppo servendosi dei sogni dei pazienti, di disegni, di

immagini. Tale approccio si fonda su "confronto che cura", ossia un confronto

terapeutico morbido, ispirato alla sollecitudine che facilita

il cambiamento del soggetto e la guarigione.

Come i due precedenti best-seller (Pace, amore e benessere e Amore,

medicina e miracoli, pubblicati da Frassinelli) il terzo tra i suoi libri più popolari

e suggestivi, Vita, amore e salute, apre nuove prospettive nell'arte terapeutica.

La famiglia Siegel vive nella zona di New Haven. Bernie e la moglie hanno

scritto a quattro mani molti articoli e sono anche "coautori" di 5 figli.

La famiglia ha innumerevoli interessi e amici a varie zampe.

La loro casa assomiglia a un incrocio tra una galleria d'arte domestica,

uno zoo, un museo e un'officina meccanica.

"Ogni giorno è il mio giorno migliore:

questa è la mia vita;

questo momento

non mi si ripresenterà un'altra volta".

Bernie Siegel