la manovra 2012 della provincia nel nuovo contesto economico- finanziario nazionale 19 dicembre 2011

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La manovra 2012 della Provincia nel nuovo contesto economico- finanziario nazionale 19 dicembre 2011

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La manovra 2012 della Provincia nel nuovo contesto economico-finanziario nazionale

19 dicembre 2011

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La manovra economico-finanziaria

della Provincia

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La finanza provinciale dopo l’Accordo di Milano

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PIL ITALIA PIL PAT BILANCIO PAT

CONFRONTO TRA LA DINAMICA DEL PIL PROVINCIALE, PIL NAZIONALE E DEL BILANCIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Fonte: ISTAT e Provincia Autonoma di Trento per le entrate

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FEDERALISMO ED AUTONOMIE SPECIALI

Il nuovo modello di federalismo fiscale delineato dalla legge n. 42/2009, ha previsto all’art. 27 l’obbligo anche per le autonomie speciali di concorrere - al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà ed all’esercizio dei diritti e doveri da essi derivanti- al patto di stabilità interno e all’assolvimento degli obblighi posti dall’ordinamento

comunitario.

Il coordinamento degli Statuti di Autonomia con i nuovi principi costituzionali (art. 119) deve avvenire attraverso norme di attuazione degli Statuti speciali, da adottare entro 24 mesi e secondo il principio di graduale superamento del criterio della spesa storica.

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PRINCIPIO DEL BILATERALISMO

L’articolo 27 della legge n. 42/09 ha previsto la costituzione di tavoli di lavoro bilaterali, in cui ciascuna autonomia territoriale definisce con il Governo linee guida, indirizzi e strumenti per assicurare il concorso di ciascuna Regione e Provincia Autonoma agli obiettivi di perequazione e solidarietà e per la verifica di congruità delle attribuzioni ulteriori a carico della finanza statale intervenute successivamente all’entrata in vigore degli Statuti.

Il principio del “bilateralismo” ha nella sostanza sancito che l’ampio processo di riforma dei rapporti finanziari tra i diversi livelli di governo del Paese presuppone una riconfigurazione complessiva dei rapporti tra lo Stato, le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, secondo modelli e soluzioni differenziati, tenuto conto delle notevoli diversità che caratterizzano ciascuna regione e provincia autonoma.

Principio guida per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome è la valutazione di congruità delle attribuzioni finanziarie intervenute successivamente all’entrata in vigore degli Statuti verificando la coerenza delle stesse con i principi della legge delega e con i nuovi assetti della finanza pubblica. Il nuovo modello ha inteso fare riferimento al modello di finanza originariamente fissato dagli Statuti speciali di autonomia.

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MODELLO DI FEDERALISMO

REGIONI ORDINARIE

PROVINCE AUTONOME

Superamento modello finanza derivata trasferimenti di settore trasferimenti negoziati (compartecipazione

IVA) Superamento spesa storica Maggiore autonomia Adeguati criteri responsabilità finanziaria (maggiore tracciabilità della spesa – lotta agli sprechi e all’evasione fiscale) Garanzia di un ammontare base di risorse per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni definiti in base a costi e fabbisogni standard

Autonomia finanziaria basata su un livello di risorse che dipende esclusivamente dalla capacità fiscale locale Autonomia in nessun modo garantita dallo Stato

Applicare alle province autonome il modello di federalismo della Legge 42 avrebbe significato uno stravolgimento dell’autonomia riconosciuta ancora dallo Statuto del 1948

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PROCEDURA PER LA DEFINIZIONE DEL NUOVO MODELLO DI FINANZA DELLA PROVINCIA

L’adeguamento ai principi del federalismo è avvenuto per la Regione Trentino Alto Adige e per le province autonome con la revisione delle norme dello Statuto in materia di finanza cioè attraverso la modificazione del titolo VI dello Statuto (finanza della Regione e delle Province), le cui disposizioni ai sensi dell’articolo 104 dello Statuto “possono essere modificate con legge ordinaria dello Stato su concorde richiesta del Governo e, per quanto di rispettiva competenza, della Regione o delle due Province”.

Con norme di attuazione dovranno essere successivamente apportate le ulteriori disposizioni integrative e di specificazione secondo la disciplina di cui all’articolo 107 dello Statuto.

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PRINCIPI GUIDA DEL NUOVO MODELLO DI FINANZA

La proposta di adeguamento ai principi fondamentali previsti dalla legge delega in materia di federalismo ha rappresentato l’occasione per una più ampia revisione del modello autonomistico, finalizzata1. al recupero dello spirito originario dello Statuto, che individuava nelle devoluzioni di tributi erariali in quota fissa l’elemento costitutivo di una solida autonomia finanziaria; 2. al contenimento al minimo dei margini di incertezza legati alle procedure di definizione delle poste maggiormente connesse alla contrattazione con il Governo o comunque non più coerenti con il nuovo modello del federalismo fiscale;3. il riconoscimento della piena autonomia nell’utilizzo delle risorse disponibili (nuova impostazione del patto di stabilità);4. all’ampliamento degli spazi di autonomia finanziaria mediante l’utilizzo della leva fiscale (potestà per i tributi patrimoniali e per i tributi locali);5. alla definizione delle modalità del concorso dell’autonomia provinciale agli obiettivi di perequazione, solidarietà e al riequilibrio della finanza pubblica;6. coinvolgimento della Provincia nell’attività di accertamento dei tributi.

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le dinamiche dell’economia a seguito della diretta correlazione esistente tra PIL, gettito tributario e risorse del bilancio provinciale;

le politiche fiscali promosse dal governo nazionale, in particolare la nuova riforma fiscale;

leva tributaria: tributi propri derivati:

- possibilità di modificare le aliquote entro i limiti massimi stabiliti dallo Stato fino ad azzerare le stesse;- disporre esenzioni, detrazioni e deduzioni.

tributi propri

le politiche tariffarie e le politiche di valorizzazione del patrimonio adottate dalla Provincia per quanto concerne le entrate patrimoniali e i corrispettivi per la cessione di beni e servizi.

FATTORI CONDIZIONANTI LA FINANZA PROVINCIALE DAL 2010 (CON FEDERALISMO FISCALE)

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IMPATTO FINANZIARIO

CON ACCORDO DI MILANO

SENZA ACCORDO

Minori entrate Quota variabile 270 milioni Somma sostitutiva IVA import 300 milioni Leggi settore 80 milioni Totale 650 milioni Maggiori spese Nuove competenze e territori confine 100 milioni 750 miloni Maggiori Entrate Nuove compartecipazioni 230 milioni Impatto finanziario a carico della Provincia 520 milioni Sblocco Arretrati 3.150 milioni

Progressivo azzeramento 270 milioni ------- (dal 2012) 80 milioni Totale 350 milioni (concorso riequilibrio finanza pubblica) 100 milioni ------ 450 milioni

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LA COLLABORAZIONE CON L’AGENZIA DELLE ENTRATE

Tenuto conto che le Province assieme alla Regione sono destinatarie del 90% dei tributi erariali la collaborazione con gli organi dell’Amministrazione finanziaria assume rilievo strategico relativamente:- al coordinamento delle attività di controllo nei confronti delle imprese;- alla partecipazione all’attività di accertamento nelle attività di controllo all’evasione;- alla condivisione delle banche dati e delle informazioni relative alle dinamiche dei gettiti tributari.

Al riguardo, il nuovo articolo 82 dello Statuto ha introdotto il principio del coinvolgimento della Provincia nelle attività di accertamento dei tributi sulla base di indirizzi e obiettivi strategici definiti attraverso intese con il Ministro dell’Economia e delle finanze; sulla base di tali intese sono poi definiti i conseguenti accordi operativi con le Agenzie fiscali.

Dovrebbe essere prevista la costituzione di una Commissione paritetica di coordinamento* con importanti compiti anche ai fini della definizione della programmazione annuale delle attività di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate di Trento.

* proposta della Provincia nella bozza di norme di attuazione

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Il concorso è previsto con le seguenti misure:- Eliminazione delle poste incompatibili con l’attuazione del

federalismo (quota variabile – IVA importazione – leggi di settore)

- Con l’assunzione di ulteriori oneri in misura pari a 100 milioni annui per l’esercizio di funzioni statali anche delegate, nonché con il finanziamento di interventi da attuare nei territori confinanti

- Con il patto di stabilità

CONCORSO DELLE PROVINCE AGLI OBIETTIVI DI PEREQUAZIONEE SOLIDARIETA’ E AGLI OBIETTIVI DI RIEQUILIBRIO DELLA FINANZA PUBBLICA

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LA LEVA TRIBUTARIA RELATIVAMENTE AI TRIBUTI DI SPETTANZA DELLA PROVINCIA

I poteri della Provincia si esplicano con riferimento:

Tributi propri: nelle materie di competenza, la Provincia può istituire tributi propri, ivi compresi tributi di scopo.

Tributi propri derivati: istituiti da leggi statali con gettito attribuito alla Provincia (IRAP, Addizionale all’IRPEF, Tributo speciale per il deposito in discarica, Imposta provinciale di trascrizione, Addizionale all’accisa sul consumo di energia elettrica, Tassa per il diritto allo studio universitario). La Provincia dovrebbe poter modificare le aliquote, sia in aumento che in diminuzione, prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni, con l’unico limite dell’aliquota massima stabilita dalla legge statale*.

Tributi erariali: (IRPEF, IRES, ecc.) se la legge statale consentirà di variare le aliquote, la Provincia potrà esercitare le stesse facoltà previste per i tributi propri derivati. Inoltre, previa intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze, la Provincia, in alternativa alla concessione di contributi, dovrebbe poter istituire crediti d’imposta utilizzabili in compensazione dei versamenti dovuti*.

* proposta della Provincia nella bozza di norme di attuazione

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LA COMPETENZA DELLA PROVINCIA IN MATERIA DI TRIBUTI COMUNALI

E’ attribuita alle Province la competenza in materia di tributi comunali.

Nuovi tributi locali: nelle materie di competenza, la Provincia può istituire nuovi tributi locali, ivi compresi tributi locali di scopo.

Tributi locali istituiti con leggi dello Stato: la legge provinciale può consentire agli enti locali di modificare le aliquote e introdurre esenzioni, agevolazioni, detrazioni e deduzioni nei limiti delle aliquote superiori definite dalla normativa statale, nonché prevedere, anche in deroga alla disciplina statale, modalità e procedure di riscossione.

Compartecipazioni e addizionali: le compartecipazioni e le addizionali a tributi erariali che le leggi statali attribuiscono agli enti locali spettano alla Provincia. Se la legge statale prevede la facoltà per gli enti locali di istituire addizionali tributarie, alle relative finalità provvede la Provincia individuando criteri, modalità e limiti di applicazione nel territorio.

La potestà sui tributi locali attribuita alla Provincia completa la competenza in materia di finanza locale ed evita conflitti e sovrapposizioni tra gettiti tributari spettanti alla Provincia e gettiti da attribuire ai Comuni.

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BILANCI REGIONALI – PAGAMENTI 2010 – VALORI PER ABITANTE

Dati COPAF

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SPESA PUBBLICA CONSOLIDATA PRO-CAPITE: CONFRONTO TRENTINO-ITALIA

Anno Trentino Italiascostamento

%

2000 10.706 8.248 + 29,8%2001 11.458 9.036 + 26,8%2002 12.189 9.153 + 33,2%2003 12.631 9.640 + 31,0%2004 13.623 9.835 + 38,5%2005 13.291 10.076 + 31,9%2006 13.592 10.381 + 30,9%2007 13.850 10.725 + 29,1%2008 14.338 10.898 + 31,6%2009 14.839 11.279 + 31,6%2010 14.934 11.048 + 35,2%

Fonte: Italia Quadri dei consolidati di cassa pubblicati dal MEFnella Relazione generale sulla situazione economica del Paese(RUEF 2010 - maggio 2010)Trento - Elaborazioni Servizio Statistica

(valori pro-capite)

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RAPPORTO TRA SPESA PUBBLICA CONSOLIDATA PRO CAPITE CORRENTE E IN CONTO CAPITALE TRENTINO - ITALIA

Valori al lordo degli oneri per la previdenza

AnnoSpesa corrente Trentino/ spesa corrente Italia

Spesa in conto capitale Trentino/ spesa in

conto capitale Italia

2000 5,41% 211,15%2001 4,86% 175,17%2002 7,36% 202,80%2003 5,04% 214,63%2004 4,06% 287,76%2005 4,50% 228,92%2006 4,66% 239,51%2007 5,72% 195,38%2008 4,31% 267,96%2009 5,97% 246,51%2010 8,57% 301,98%

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SPESA PUBBLICA CONSOLIDATA PER ABITANTE (Media 2005-2009)

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LA MANOVRA ECONOMICO-FINANZIARIA DELLA PROVINCIA

La manovra va delineata in un contesto economico globale in rapida e radicale trasformazione. La crisi 2008-2009 ha accelerato il processo di globalizzazione. Tra due anni il Brasile supera la Gran Bretagna. Nel 2018 la Cina supera gli Stati Uniti d’America. Nel 2019 il Messico supera l’Italia. Fino al 2025 le economie emergenti cresceranno del 4,7% annuo, il doppio delle economie avanzate. In questo contesto si collocano i problemi strutturali dell’Italia: - bassa crescita – perdita di competitività; - squilibrio nella finanza pubblica – inefficienza nei servizi; - eccessivo carico fiscale sulle imprese e sul lavoro; - abnorme evasione fiscale (120 miliardi) e terzo debito pubblico; - problema della sostenibilità del debito sovrano. Di qui la manovra di straordinario impatto.

MANOVRE ESTATE

2011

Incidenza PIL

MANOVRA MONTI

Incidenza PIL

EFFETTO COMPLESSIVO

Incidenza PIL

2012 28,3 miliardi

1,8% 2012: 20,2 miliardi 1,2% 2012: 48,5 miliardi 3,0%

2013 54,3 miliardi

3,3% 2013: 21,3 miliardi 1,3% 2013: 75,6 miliardi 4,6%

2014 59,8 miliardi 3,5% 2014: 21,4 miliardi 1,3% 2014: 81,2 miliardi 4,8%

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Correzione per indebitamento netto (incidenza PIL)

PRIMA MANOVRE

ESTIVE

DOPO MANOVRE ESTIVE

ITALIA GOVERNO

BERLUSCONI tendenziale

ITALIA GOVERNO

MONTI

2011 - 3,9% - 3,9% - 3,8% - 3,8% 2012 - 2,7% - 1,6% - 2,5% - 1,2% 2013 - 2,7% - 0,1% - 1,3% ----- 2014 - 2,6% + 0,2% - 1,1% + 0,2%

Saldo primario (saldo bilancio al netto degli interessi) – Interessi passivi

SALDO PRIMARIO/ PIL

INTERESSI A SETTEMBRE 2011

INTERESSI A DICEMBRE 2011

2011 + 1,0% 76,6 miliardi 77,3 miliardi 2012 + 4,7% 85,8 miliardi 94,2 miliardi 2013 + 6,2% 90,8 miliardi 101,3 miliardi 2014 + 6,5% 94,3 miliardi 105,6 miliardi

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Spese/ PIL 2011: 50,4% Pressione fiscale 2011: 42,5% Anni successivi: 45% (*) (*) oltre il massimo storico toccato nel 1997 (43,7%) per entrare nell’euro

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Effetti della manovra nazionale - livello di tassazione record prossimo oltre il 45%; - scarsa equità nella distribuzione dei sacrifici fra le categorie dei

contribuenti; - manovra non equa dal punto di vista istituzionale; - forte ridimensionamento del settore pubblico territoriale; - assenza di riforme strutturali nella spesa (fino al Governo Monti); - impatti depressivi sull’economia; - PIL:

2011: + 0,6% 2012: - 0,4% 2013: + 0,3%

- Rilevante flessione della spesa di investimento Investimenti fissi 2012: - 18,3% rispetto al 2011

- Spesa pubblica in conto capitale: 2009: 67 miliardi pari al 4,4% 2012: 41 miliardi pari al 2,5%

- gravi distorsioni nel funzionamento del mercato del credito.

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Italia: declino inesorabile?L’Italia da tre lustri cresce sotto il potenziale e meno della media dei Paesi simili per geografia e sviluppo. - Il PIL per abitante in Italia nel 2012 sarà del 7% sotto i livelli del 2007 e

pari al 93% della media dell’Area euro, dal 106% del 1991. - La competitività italiana è scesa del 33% dal 1997 misurata sulla dinamica

del costo del lavoro e della produttività. - Crescita produttività prossima a zero: dalla metà degli anni ’90 fino al

periodo prima della recessione la crescita della produttività totale dei fattori (quanto prodotto si può estrarre da una data quantità di lavoro e capitale) fluttuava intorno a zero. Il valore aggiunto per ora lavorato è cresciuto in Italia dello 0,3% annuo, in Francia e in Germania + 1,7%, negli USA + 2,3%.

- I conti con l’estero dell’Italia sono strutturalmente e pesantemente in passivo: - 3,9% del PIL nel 2011, - 3,7% nel 2012 (saldo partite correnti).

- Cala il risparmio; le famiglie italiane non sono più le formiche di un tempo a causa di un reddito calante e della disperata difesa del tenore di vita. Propensione al risparmio(*): I° trimestre 2007: 15,0% I° trimestre 2011: 11,3%

- Crescita disoccupazione: 2011: 8,2% 2012: 8,4% 2013: 8,7%

La terapia è composta da un insieme di misure che vanno assunte tutte insieme anche se nessuno ha la pretesa che abbiano efficacia immediata. (*) Risparmio sul reddito lordo delle famiglie

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La manovra della Provincia Autonoma di Trento Obiettivi: 1. assicurare il dovuto contributo all’eccezionalità della

situazione finanziaria del Paese; 2. collocare decisamente il sistema trentino su una traiettoria di

sviluppo e crescita del reddito e dell’occupazione soprattutto dei giovani, nel rispetto dei principi di sostenibilità e preservando la coesione sociale;

3. riassorbire o comunque contrastare gli impatti negativi della manovra nazionale.

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SISTEMA ECONOMICO TRENTINO Il Trentino può contare su un contesto di sicuri punti di forza ma anche di debolezza. Punti di forza - elevati livelli di benessere: PIL procapite in PPS: 30.700 euro (2008)

+ 18% su Italia + 5,4% media UE 15

- buona situazione del mercato del lavoro tassi di disoccupazione: Trentino 3,4% (II° trimestre 2011) buon livello di occupazione tasso di occupazione (15-64 anni): Trentino 66 Italia 57,1 UE 15 65,4 tasso di disoccupazione giovanile ancora comparativamente migliore Trento 13,3 Italia 28,5 UE15 20,3

coorte 25 – 29 Trento 6,8% circa la metà di quello nazionale ed europeo

- significativo ruolo del turismo incidenza del valore aggiunto: Trento 6,9% Italia 3,8%

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- elevati livello di risparmio propensione al risparmio (2009): Trento 22% Italia 14% UE 11%

- Elevato investimento pubblico in attività di ricerca e sviluppo (1,20% del PIL)

- Contenuta incidenza della povertà monetaria e dei fenomeni di deprivazione materiale Popolazione a rischio povertà (*): Trento 7,2 Italia 18,4 UE 15 16,1 Popolazione gravemente indigente (**): Trento 1,1 Italia 7,0 UE 15 5,0

- elevato grado di coesione sociale (reti di volontariato, cooperazione, buoni livelli di sicurezza, quadro positivo del sistema di istruzione e formazione)

(*) persone al di sotto del 60% del reddito mediano (**) persone che non riescono a fronteggiare le spese minime

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Punti di debolezza - Insoddisfacente crescita economica

Variazione PIL periodo 2001-2010 tasso medio annuo Trento + 0,6 Italia + 0,2 UE 15 + 1,1

Variazione 2010/ 2007 Italia Trento PIL - 4,8 - 0,7 Reddito disponibile - 0,4 + 1,9 - Contenuto livello di esportazione

Export/ PIL: Trento 18,3 Italia 23,5

- Piccola dimensione aziendale Nr. Addetti: Trento 7,9 Italia 8,2 UE 15 15,0

- non adeguato tasso di partecipazione al mercato del lavoro della popolazione anziana e femminile

- Contenuto investimento privato in ricerca (70% quota pubblica - 30% quota privata)

- Limitata capacità di trasformare gli elevati investimenti in ricerca in innovazioni d’uso

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STRUTTURA ECONOMICA PIL Trento 2011: 16.666 milioni Valore aggiunto: composizione: Agricoltura 2,9% Industria 25% di cui 7,4% costruzioni Servizi 72% di cui: - market 57% - non market 15% Previsioni PIL 2011-2013 Trento Italia

(Governo) 2010 2,0 1,5 2011 1,4 0,6 2012 1,1 - 0,4 2013 1,2 0,3

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L’IMPATTO DELLA MANOVRA MONTI SULLA FINANZA PROVINCIALE

a) Concorso al patto di stabilità richiesto alla ProvinciaLa manovra Monti incrementa di circa 119 milioni di euro, a decorrere dal 2012, il concorso della Provincia al patto di stabilità, portandolo a circa 463 milioni di euro

b) Concorso al patto di stabilità richiesto ai comuni del territorio La manovra Monti incrementa di circa 8 milioni di euro, a decorrere dal 2012, il concorso dei comuni del territorio al patto di stabilità, portandolo a circa 28 milioni di euro

c) Impatto sulle entrate della ProvinciaPremesso che la manovra Monti prevede che tutto il maggior gettito derivante dalla introduzione dell’Imu in luogo dell’Ici spetta allo Stato, gli effetti della manovra sul bilancio provinciale sono quelli indicati nella seguente tabella.

(in milioni)2012 2013 2014

Maggiori entrate 128,5 219,5 243,7di cui riservate all'erario 104,7 195,1 218,8di cui spettanti alla Provincia (a) 23,8 24,4 24,9

Minori entrate (b) 74,4 94,8 105,1di cui Irpef sugli immobili non locati confluita nell'IMU 50 50 50

Effetti sul bilancio provinciale (a-b) -50,6 -70,4 -80,2

- Con riferimento alla riserva all’Erario va peraltro evidenziato come la competente Commissione parlamentare abbia accolto un emendamento alla Manovra Monti che, in conformità a quanto previsto dallo Statuto e dalle relative norme di attuazione, rinvia ad un’intesa tra la Provincia e lo Stato la definizione dell’ammontare delle riserve all’erario.- E’ obiettivo della Provincia fare in modo che nell’ambito di tale intesa si tenga conto anche delle minori entrate conseguenti al venire meno delle devoluzioni statali afferenti l’Irpef sugli immobili non locati, confluita nell’IMU.

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L’IMPATTO DELLE MANOVRE DELLO STATO SUL PATTO DI STABILITA’ DI PROVINCIA E COMUNI

a) Concorso al patto di stabilità richiesto alla ProvinciaA seguito delle manovre Berlusconi e della manovra Monti il concorso al patto di stabilità richiesto alla Provincia risulterebbe essere il seguente:

(in milioni)

Come disposto dalla manovra 2010

2011 2012 dal 2013

concorso complessivo 59,3 463,1 514,2

A seguito delle manovre Berlusconi e Monti del 2011

-Va peraltro rilevato come la manovra Monti, in conformità a quanto previsto dallo Statuto, rinvii ad un’intesa tra la Provincia e lo Stato la definizione del concorso della Provincia agli obiettivi di finanza pubblica.-In tale aspetto va tenuto conto del concorso agli obiettivi di finanza pubblica già assicurato dalla Provincia in sede di attuazione del federalismo fiscale (Accordo di Milano): 568 milioni di euro in termini di miglioramento del saldo del bilancio dello Stato; 259,7 milioni di euro in termini di miglioramento dell’indebitamento netto.-Conseguentemente il concorso complessivo agli obiettivi di finanza pubblica risulterebbe essere il seguente:

in termini di indebitamento netto

in termini di concorso complessivo

2010 a seguito dell'Accordo di Milano 259,7 568,0ulteriore concorso al patto di stabilità 2011 59,3 59,3ulteriore concorso al patto di stabilità 2012 403,8 403,8ulteriore concorso al patto di stabilità 2013 51,1 51,1Concorso cumulato 773,9 1082,2

L’articolo 79 del nuovo Statuto di autonomia prevede infatti che:a decorrere dal 2010, gli obiettivi del patto di stabilità sono determinati

tenendo conto anche degli effetti positivi in termini di indebitamento netto assicurati dall’attuazione del federalismo fiscale

Page 32: La manovra 2012 della Provincia nel nuovo contesto economico- finanziario nazionale 19 dicembre 2011

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L’IMPATTO DELLE MANOVRE DELLO STATO SUL PATTO DI STABILITA’ DI PROVINCIA E COMUNI

b) Concorso al patto di stabilità da parte dei comuni del territorio:- la manovra Monti incrementa il concorso dei comuni trentini al patto di stabilità di circa 8 milioni di euro a decorrere dal 2012;- conseguentemente, con riferimento all’esercizio 2012 il concorso complessivo dei comuni del territorio risulta pari a circa 28 milioni di euro;- tenuto conto che da 2013 a livello nazionale è prevista l’estensione del patto anche ai comuni con una popolazione compresa tra 1000 e 5000 abitanti, per i comuni trentini il concorso complessivo al patto di stabilità previsto a decorrere dal 2013 risulta pari a circa 45 milioni di euro

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TREND

4.041,4

4.637,04.636,8

4.713,1

4.479,2

4.427,7

3.996,83.914,93.997,73.955,7

3.679,8

3.495,7

3.115,6

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

5.000

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

stan

ziam

enti

in m

ilion

i di e

uro

Totale Entrate - valori nominali

- 1,6 %

+1,2 %

+ 12,2 %

+ 5,3 %

+ 5,2 %

+7,5 %

+1,1 % - 2,1 % +2,1 %+1,1 %

+9,6 %

0,0 %