la settimana n. 26 del 7 luglio 2013

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 7 luglio 2013 esù ha voluto una famiglia, forse per ricrearsi sulla terra il ritmo dell’amore trinitario; Gesù ha ascoltato in tante forme la voce dell’amore familiare offrendo gioia e vita; soprattutto Gesù ha dato alla famiglia una nobiltà particolare, quando ha affidato al suo amore il compito di essere la parabola, facile e visibile ovunque, dell’amore con cui Dio ci ama. La pastorale non può dimenticare la famiglia; tanto più la pastorale degli adolescenti, perché l’adolescente senza la sua famiglia è incompleto nella sua personalità. Per questo occorre richiamare la famiglia alla sua funzione di “modello” perché per ogni ragazzo sia una vera proiezione del suo futuro. G Rosario, Michele, Luigi e Luca: quattro nuovi sacerdoti per la diocesi di Livorno ordinati da monsignor Giusti nella festa dei Ss. Pietro e Paolo «Siate martiri per amore!» uattro nuovi sacerdoti per la diocesi di Livorno: sicuramente un bel modo di celebrare l’Anno della fede, ma soprattutto per il fatto che è la prima volta che accade di ordinarne quattro insieme dal 1945! Rosario, Luca, Michele e Luigi sono a Livorno da più di tre anni e già hanno svolto servizio di aiuto pastorale in alcune parrocchie della Diocesi, per questo sono conosciuti e per questo in cattedrale sono state moltissime le persone che hanno voluto essere presenti, insieme ai loro parenti arrivati numerosissimi dalle località del sud d’Italia di cui sono originari. E dopo la consacrazione è stato veramente commovente l’abbraccio di questi quattro ragazzoni proprio con i genitori, i parenti e gli amici che li hanno seguiti in questo cammino di consacrazione al Signore. Cammini diversi e allo stesso tempo molto simili, quelli di Rosario, Luigi, Michele e Luca, presentati dal Rettore del seminario monsignor Razzauti, cammini che li hanno visti crescere insieme, nell’amicizia, nella preparazione teologica e nella maturazione spirituale: “Siete ordinate nel giorno in cui si ricordano i due grandi apostoli, Pietro e Paolo – ha sottolineato il vescovo Simone durante l’omelia - uomini che le Scritture ci tramandano in tutta la loro umana povertà, con i loro peccati, le loro debolezze, ma anche la loro grande fede. Hanno creduto in Cristo e per mezzo della loro fede in Gesù hanno vinto le loro debolezze”. “La fede cristiana – ha ricordato ancora monsignor Giusti - non è soltanto un’adesione intellettuale al Vangelo è incontro, evento, esperienza di Cristo Gesù. È folgorazione, è intimità è comunione sino al punto di fare nostro in tutto il cuore i sentimenti di Gesù. Credere in Cristo per un sacerdote come per ogni altro cristiano quindi vorrà dire non soltanto confessarlo, non soltanto ricevere da lui, ma innanzitutto ascendere a lui con tutto se stessi.Questo è il senso del comando della sequela e dell’ascesi soprattutto per un sacerdote. E non c’è altro modo di credere in Cristo se non quello di accettare la sua fede come nostra fede, il suo amore come nostro amore, il suo desiderio come nostro desiderio”. Il Vescovo ha voluto ricordare ai quattro giovani sacerdoti che il loro cammino non sarà sempre facile: dovranno affrontare le difficoltà giorno per giorno, prendere la croce e portarla avanti così come ha fatto Cristo e come hanno fatto tanti martiri dei nostri giorni: “come don Pino Puglisi –ha sottolineato il Vescovo - essi sono stati uccisi non tanto perché hanno creduto, ma perché hanno amato;sia questa la vostra testimonianza: siate martiri per Amore!” “Voi cari Luca, Luigi, Michele e Rosario – ha concluso il Pastore della Chiesa livornese - siete stati scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. c.d. Q In queste foto i momenti più significativi della celebrazione: i quattro candidati prima rostrati davanti all’altare e poi finalmente intorno all’altare a concelebrare la Messa; l’abbraccio commovente con i genitori ed i parenti e poi il momento il giuramento di fedeltà di ognuno di loro alVescovo e alla Chiesa di Livorno (in sequenza: Luigi, Luca, Rosario e Michele) IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 26 del 7 luglio 2013

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

7 luglio 2013

esù ha voluto una famiglia, forse per ricrearsi sulla terra il ritmodell’amore trinitario; Gesù ha ascoltato in tante forme la voce

dell’amore familiare offrendo gioia e vita; soprattutto Gesù ha datoalla famiglia una nobiltà particolare, quando ha affidato al suoamore il compito di essere la parabola, facile e visibile ovunque,dell’amore con cui Dio ci ama.

La pastorale non può dimenticare la famiglia; tanto più la pastoraledegli adolescenti, perché l’adolescente senza la sua famiglia èincompleto nella sua personalità. Per questo occorre richiamare lafamiglia alla sua funzione di “modello” perché per ogni ragazzo siauna vera proiezione del suo futuro.

G

Rosario, Michele, Luigi e Luca: quattro nuovi sacerdoti per la diocesi di Livorno ordinati da monsignor Giusti nella festa dei Ss. Pietro e Paolo

«Siate martiriper amore!»

uattro nuovisacerdoti per ladiocesi diLivorno:sicuramente un

bel modo di celebrarel’Anno della fede, masoprattutto per il fattoche è la prima volta cheaccade di ordinarnequattro insieme dal1945!Rosario, Luca, Michele eLuigi sono a Livorno dapiù di tre anni e giàhanno svolto servizio diaiuto pastorale in alcuneparrocchie della Diocesi,per questo sonoconosciuti e per questoin cattedrale sono statemoltissime le personeche hanno voluto esserepresenti, insieme ai loroparenti arrivatinumerosissimi dallelocalità del sudd’Italia di cui sonooriginari. E dopo laconsacrazione èstato veramentecommoventel’abbraccio di questiquattro ragazzoniproprio con igenitori, i parenti egli amici che lihanno seguiti inquesto cammino diconsacrazione alSignore.Cammini diversi eallo stesso tempomolto simili, quellidi Rosario, Luigi,Michele e Luca,presentati dalRettore delseminario monsignorRazzauti, cammini che lihanno visti crescereinsieme, nell’amicizia,nella preparazioneteologica e nellamaturazione spirituale:“Siete ordinate nelgiorno in cui si ricordanoi due grandi apostoli,Pietro e Paolo – ha

sottolineato il vescovoSimone durante l’omelia- uomini che le Scrittureci tramandano in tutta laloro umana povertà, coni loro peccati, le lorodebolezze, ma anche laloro grande fede. Hannocreduto in Cristo e permezzo della loro fede inGesù hanno vinto le loro

debolezze”.“La fede cristiana – haricordato ancoramonsignor Giusti - non èsoltanto un’adesioneintellettuale al Vangelo èincontro, evento,esperienza di CristoGesù. È folgorazione, èintimità è comunionesino al punto di fare

nostro in tutto il cuore isentimenti di Gesù.Credere in Cristo per unsacerdote come per ognialtro cristiano quindivorrà dire non soltantoconfessarlo, non soltantoricevere da lui, mainnanzitutto ascendere alui con tutto sestessi.Questo è il senso

del comando dellasequela e dell’ascesisoprattutto per unsacerdote. E non c’è altromodo di credere inCristo se non quello diaccettare la sua fedecome nostra fede, il suoamore come nostroamore, il suo desideriocome nostro desiderio”. Il Vescovo ha volutoricordare ai quattrogiovani sacerdoti che illoro cammino non saràsempre facile: dovrannoaffrontare le difficoltàgiorno per giorno,prendere la croce eportarla avanti così comeha fatto Cristo e comehanno fatto tanti martiridei nostri giorni: “comedon Pino Puglisi –hasottolineato il Vescovo -essi sono stati uccisi nontanto perché hannocreduto, ma perchéhanno amato;sia questa

la vostra testimonianza:siate martiri per Amore!”“Voi cari Luca, Luigi,Michele e Rosario – haconcluso il Pastore dellaChiesa livornese - sietestati scelti da Dio, santi eamati, rivestitevi dunquedi sentimenti ditenerezza, di bontà, diumiltà, di mansuetudine,di magnanimità,sopportandovi a vicendae perdonandovi gli unigli altri, se qualcunoavesse di che lamentarsi

nei riguardi di un altro.Come il Signore vi haperdonato, così fateanche voi. Ma sopra tutte questecose rivestitevi dellacarità, che le unisce inmodo perfetto. E la pacedi Cristo regni nei vostricuori, perché ad essasiete stati chiamati in unsolo corpo. E rendetegrazie! La parola diCristo abiti tra voi nellasua ricchezza.

c.d.

Q

In queste foto i momenti più significativi della celebrazione: i quattrocandidati prima rostrati davanti all’altare e poi finalmente intornoall’altare a concelebrare la Messa; l’abbraccio commovente con igenitori ed i parenti e poi il momento il giuramento di fedeltà di ognunodi loro al Vescovo e alla Chiesa di Livorno (in sequenza: Luigi, Luca,Rosario e Michele)

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Page 2: La Settimana n. 26 del 7 luglio 2013

ivornesi, 23 anni,Silvia Bagordo eAlice Galiganihanno appena

concluso il loro anno diservizio civile allaCaritas diocesana.Impegnate in tutti iservizi della struttura,dalla mensa, alguardaroba, al frontoffice ed ancheall’archivio con leschede personali fino alservizio in cucina, Alicee Silvia si diconosoddisfatte diquest’esperienza forteche hanno voluto fare.

Alice: è stato un annointenso, veramentebello. Quando mi sonoiscritta non mi aspettavoquello che ho vissuto.Prima, vedendo “lacarità” dall’esterno, nonmi rendevo conto ditante cose; ricordo che alcolloquio mi chieserocosa fosse per me laCaritas e io nemmenosapevo rispondere, dissisolo che era un modoper aiutare gli altri.Oggi, dopo esserci stata“dentro” per un annomi rendo conto diquante emozioni cisiano da vivere dietroquesto “aiuto” e diquanto ti possanoarricchire le persone chearrivano qui. Certo, civuole molta pazienza,perché le persone chevengono qui hannotanti problemi echiedono di essere

ascoltate e aiutate, maquello che sanno darti èdavvero tanto.Silvia: Anch’io quandoho fatto domanda nonavevo le idee ben chiaresu quello che avrei fattoe vissuto. Fareun’esperienza similevuol dire farla al 100%,non ci sono minutiliberi, minuti per farequalcos’altro, quandosei in Caritas ci sei e nonpuoi fare altro chequello, quindisicuramente è stato unanno intenso e vissutoin questa realtà fino infondo. Ti relazioni contutti, con qualcuno dipiù, con altri meno…sulla pazienza sonod’accordo con Alice, ce

ne vuole davvero tanta!Spesso vorrestirispondere a tono,magari a persone chealzano la voce e se laprendono con te, manon per cattiveria operché ce l’hannoveramente con te, soloperché sei lì davanti inun loro momento disfogo…e quindi ti devitrattenere pensando chechi hai davanti viveproblematiche gravi eporta sulle spalle pesigrandi.In questi giorni mi èsuccesso un episodiotoccante: ero fuori conmia madre ed unasignora che frequenta laCaritas mi ha fermatoperché voleva salutarmi.

La cosa mi ha fattodavvero piacere perchémi ha fatto capire cheforse nelle persone cheho incontrato qualcosaho lasciato anch’io.Alice: A me è successa lastessa cosa con i Rom.Quando li vedevo alsemaforo li evitavo, orali conosco, li saluto e hopiacere che mi salutinoanche loro. Di questaesperienza mi resteràdavvero tanto. È stato unanno di crescitaindubbiamente. Standoqui a contatto con lepersone capisci davveromolto, capisci quantopossa essere difficile lavita e non perché timanca l’iphone oqualcos’altro di

superfluo! Sono propriocontenta di aver fatto unanno di servizio inquesta struttura, lorifarei altre mille volte!Silvia: Sicuramentesiamo maturate inquesto anno. Ci siamorese conto di tante cosee questo ci servirà ancheper il futuro. Anche se lavita ci porterà a fare cosediverse da questeindubbiamentetorneremo con piacere asalutare e perché no,magari a dare anche unamano qui in Caritas.

c.d.

Il video dell’intervista èsull’home page del sitodella diocesi www.dioce-silivorno.it

L

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI7 luglio 2013II

La parola alla CARITAS DIOCESANA

Dopo un anno in Caritas...il servizio civile di Alice e SilviaCHI PUÒ ESPRIMERE LA PROPRIA SCELTA?

I cittadini contribuenti possono partecipare alla sceltadi destinazione dell’8xmille in sede di dichiarazioneannuale dei redditi. Possono farlo tutti coloro checontribuiscono al gettito Irpef. In particolare, coloroche sono tenuti alla presentazione della dichiarazionedei redditi, attraverso il modello Unico o il modello730. Ma anche coloro che non sono tenuti allapresentazione della dichiarazione possono parteciparealla firma per la destinazione dell’8xmille, attraverso ilmodello CUD.In ogni modello sono predisposte diverse caselle, unaper ogni possibile destinatario. La scelta didestinazione si compie firmando nella casellacorrispondente alla scelta personale. La firma vaapposta entro una sola delle caselle, senza invaderequelle limitrofe per non invalidare la propria scelta.

MODELLO 730Chi può firmare?Tutti i contribuenti che - oltre a quelli di pensione, dilavoro dipendente o assimilati - possiedono altriredditi, non hanno la partita IVA e/o hanno onerideducibili/detraibili e si avvalgono dell’assistenzafiscale del proprio sostituto d’imposta (datore di lavoroo ente pensionistico) oppure di un CAF o di unprofessionista abilitato.Come scegliere?Sul modello 730-1, nel riquadro relativo alla sceltaOtto per mille, firmare nella casella "Chiesa cattolica",facendo attenzione a non invadere le altre caselle pernon annullare la scelta.Quando e dove consegnare?Il modello 730 ed il modello 730-1 vanno consegnatisecondo una delle seguenti modalità:1. al proprio sostituto d’imposta (datore di lavoro oente pensionistico) entro il 30 aprile: chiudere ilmodello 730-1 nell’apposita busta predispostadall’Agenzia delle Entrate oppure in una busta cherecherà cognome, nome, codice fiscale del dichiarantee la dicitura "SCELTA PER LA DESTINAZIONEDELL’OTTO E DEL CINQUE PER MILLE dell’IRPEF".(*)In caso di dichiarazione congiunta con il coniuge,ambedue i modelli 730-1 vanno inseriti in un’unicabusta sulla quale vanno riportati i dati del dichiarante.2. Ad un CAF o ad un professionista abilitato entro il31 maggio: consegnare il modello 730 -1 in bustachiusa.

MODELLO UNICOChi può firmare?Tutti i contribuenti che hanno altri redditi, oltre a quellidi pensione, di lavoro dipendente o assimilati, che nonscelgono di utilizzare il modello 730 oppure che sonoobbligati per legge a compilare il modello Unico per ladichiarazione dei redditi.Come scegliere?Firmare nella casella "Chiesa cattolica" facendoattenzione a non invadere le altre caselle per nonannullare la scelta, nell’apposito riquadro denominato"Scelta per la destinazione dell’Otto per milledell’Irpef" posto nel modello Unico.Quando e dove consegnare?1. Il modello può essere predisposto da qualsiasiintermediario fiscale abilitato alla trasmissionetelematica (commercialisti, CAF), che provvederàanche all’invio della dichiarazione entro il 30settembre. È importante comunque ricordareall’intermediario fiscale la propria scelta per ladestinazione dell’Otto per mille.2. Chi invece predispone da solo il modello, deveeffettuare la consegna via internet entro il 30settembre ovvero, se non è obbligato all’inviotelematico, presso qualsiasiagenzia postale dal 3 maggio al 30 giugno.E da quest’anno arriva l’ Unico MINI Per i contribuenti che predispongono il modello Unicoc’è la possibilità di presentare un modello più breve,l’Unico MINI, se rientrano nei casi previsti dallerelative istruzioni.Tuttavia, i termini e le modalità perla scelta 8xmille e per la presentazione del modellosono le stesse del modello Unico "normale".

MODELLO CUDChi può firmare?Coloro che hanno percepito solo redditi di pensione, dilavoro dipendente o assimilati, attestati dal modelloCUD e che sono esonerati dalla presentazione delladichiarazione dei redditi.Come scegliere?Utilizzare l’apposita scheda allegata al CUD e:1. Nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille,firmare nella casella "Chiesa cattolica", facendoattenzione a non invadere le altre caselle per nonannullare la scelta.2. Firmare anche nello spazio "Firma" posto in bassonella scheda.Quando e dove consegnare?1. Consegnare entro il 30 settembre solo la scheda conla scelta, in una busta chiusa, che deve recarecognome, nome, codice fiscale del contribuente e ladicitura "SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTOE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF"(*) secondouna delle seguenti modalità:- presso qualsiasi ufficio postale. Il servizio di ricezioneè gratuito.- ad un intermediario fiscale abilitato alla trasmissionetelematica (commercialisti, CAF). Gli intermediarihanno facoltà di accettare la scheda e possonochiedere un corrispettivo per il servizio.2. Inoltre è possibile trasmettere la scelta direttamentevia internet entro il 30 settembre.

Per maggiori informazioni visita il sito:www.8xmille.it

LA FESTA IN CARITAS

Un grazie ai volontari che donano loro stessia festa d’estate dei volontari tenutasinella parrocchia di SS. Maria Assuntae successivamente nel piazzale delPorto di Fraternità è un’occasione che

si rinnova e diventa momento d’incontroper tutti coloro che, a vario titolo,frequentano la Caritas. Alle 17,30 lacelebrazione eucaristica presieduta dalmissionario vincenziano Padre Francesco ospite immancabile deimomenti in cui ci dedichiamo allapreghiera, ponendo al centro lemotivazioni che ispirano il servizio. C’èstata una significativa adesione delle varierealtà: caritas parrocchiali, commissioni,volontari impegnati nei vari servizi di“Torretta” ed ospiti.Novità introdotta il riconoscimento al “Volontario dell’anno”, un premio non soloper chi lo riceve ma ancheper ringraziare tutti per illoro prezioso impegno,senza il quale non sarebbepossibile portare avanti letante iniziative in favore deinostri ospiti. La scelta èricaduta su Giovanni Fois(nella foto insieme a suorRaffaella Spiezio) che quasiquotidianamente, ormai daun anno ha condiviso ildono che hacontraddistinto la suaprofessionalità. Giovanni èfalegname e da quando nonesercita più e si è avvicinatoal servizio ha svolto per laCaritas tanti piccoli lavori,oltre a condividere leproprie competenzeinsegnando alcune praticheai ragazzi del progettoimmigrati o a chi di noi lorichiedesse. L’ esperienza inCaritas, secondo quanto ciriferisce, è molto positiva hal’opportunità di vivere un’atmosferafamiliare, di serenità dove è possibilerendersi utili per il semplice piacere di farlocome recita la poesia di Kahlil Gibran “Lagenerosità” che gli abbiamo donato: “Dai

L

poco se doni le tue ricchezze ma se doni testesso ti doni veramente”.A seguito di questo sentito momento, cisiamo spostati tutti nel piazzale dove erastata allestita una pesca di beneficenza che

ha riscosso un grande successo.I partecipanti suddivisi poi in 4squadre si sono alternatidavanti al proiettore nelcompletare alcune note canzonied esibendosi come mimi. Alle19,30 ha avuto inizio la cena(nella foto si vede la lungatavolata) a base di bruschettevarie, farro o pasta fredda,arrosto ed insalata e tanti ottimidolci che i volontari hannoportato per l’occasione. Aconclusione della serataoperatori, volontari ed ospitipiù o meno esperti si sonoesibiti in balli di gruppoconfermando la gioiosa vogliadi stare insieme al di là dellefatiche quotidiane edell’impegno da cui sono presi.

Si avvertiva la voglia di condividere questobel momento di fraternità che hacontribuito a farci vivere un clima rilassato.Buona estate a tutti!!

Valentina Vaccari

Il sostegno economicoalla Chiesa Cattolica

La tua firma

Page 3: La Settimana n. 26 del 7 luglio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI7 luglio 2013 III

I PERCORSI di Luce

Il dolore che sitrasforma in fiducia

i chiamo Graziana edopo aver lottatocon tutte le mieforze per

mantenere in piedi ilsacramento del miomatrimonio, che mi avevadonato anche una splendidafiglia, l’ho visto morire.Chi non ha vissuto , non puòcapire, le angosce, il dolore el’abbandono che si sente nelveder crollare tutti i sogni diavere una splendida famigliaa immagine della più bellafamiglia: quella di Nazareth.La mia non era mai stataneanche un tantinoassimilabile, ma ho credutoche con l’aiuto di Dio, le miepreghiere e i mille modicercati e provati per scioglierequei nodi che fino dall’iniziovi erano stati presenti, avessipotuto comunque sperare inun cambiamento.Le cose purtroppo non sonoandate così. Ho improntato una causa dinullità, essendocene motivivalidi, a detta di alcunisacerdoti e di un avvocatodella sacra rota..Altre sofferenze, altreumiliazioni, altre croci, maportate con forza e umiltà,per potere essere un giorno dinuovo degna di ricevere queisacramenti così essenziali perla vita di un Cristiano. Stoaspettando la sentenza che seDio vorrà sarà positiva.Negli anni ho conosciuto unuomo che aveva la mia stessafede,i miei stessi ideali, la miastessa concezione di famiglia.Un uomo libero, che ora èlimitato come me nel viverepienamente una vitasacramentale completa. Cisiamo sentiti comunque"famiglia" ed abbiamo avutoun dono speciale, nostrofiglio, ed il nostro sognorimane quello di essere "veraFamiglia".

M

Un paio di anni fa, una caracoppia facente parte dellanostra ComunitàParrocchiale, mi avevaraccontato di star lavorandosu di un progetto, perrealizzare un percorso perseparati, divorziati e risposati.A me faceva un po’ paura ilpensiero di trovarmi conpersone che erano nella miasituazione, ma non so direfino in fondo il perché. Forseperché avevo sempre parlatocon persone che non

capivano il mio dolore, oggila separazione purtroppo èquasi normalità, ma per menon lo era, anzi era unasconfitta, un fallimento, unaspada inflitta nel cuore diCristo e dei miei cari.Poi quest’anno dopo che ilprogetto del "Percorso diLuce" era stato realizzato, edopo che c’era stato gia ilprimo incontro, a cui nonavevo volontariamentepartecipato, la coppia di cuiho parlato prima mi ha di

nuovo cercato. C’erano statiproblemi , obiezioni e critichesu quell’incontro, e così lorochiedevano a me , proprio ame un consiglio su dovepoteva esserci stato l’errore esu come si poteva rimediare.Ho risposto con le cose che ilmio cuore mi dettava. Così mi sono trovatacoinvolta in una serie diincontri meravigliosi, doveregnava l’amore reciproco, lacondivisione del vissuto, lapreghiera. Incontri dove ognivolta accadeva l’inaspettato.Arrivavo appesantita dallefatiche della giornata etornavo piena di fiducia,speranza e soprattutto gioia.Tutte quelle persone con lequali ci siamo serenamente ereciprocamente "raccontati"mi sono entrate nel cuore,ognuno con le sue esperienzedolorose chiuse nell’animo efinalmente liberate.Mi sono sentita parte diquelle esperienze e la Paroladi Dio calzava sempre aproposito rispetto alla primaparte dell’incontro che servivaa conoscerci. Finalmente persone, anchecon vive famiglie Cristiane,erano pronte ad accoglierci, avolte con le lacrime agliocchi.Siamo arrivati tutti da stradediverse, da percorsi diversi, datempi diversi, con situazioniattuali diverse, eppure siamoripartiti alla fine dei nostriincontri camminando tuttiinsieme, per mano.Grazie a tutti, grazie a tutequelle belle famiglie che sihanno aiutato,grazie aisacerdoti che ci hannoguidato, grazie allo SpiritoSanto che ci ha illuminato,Grazie a Dio che nell’altro si èfatto vedere, grazie a Cristoredentore.Al prossimo anno pronti perricominciare.

In un clima familiare di accoglienza edisponibilità all’ascolto, nello scorso annopastorale si sono svolti gli incontri dal titolo«Percorsi di luce».Momenti che l’ufficio di Pastorale familiare ha dedicato alle persone separate, divorziate e risposate per riscoprire l’amore di Dio.Abbiamo raccolto le testimonianze di Graziana e Patrizia

nformare significa anche custodire ilcreato. Con questa intenzione è nata

Greenaccord, l’associazione culturale diispirazione cristiana, promossa e anima-ta da diversi giornalisti sensibili ai temiambientali, ma è anche con questo spiri-to che è stato organizzato il X Forumdell’Informazione Cattolica per la Salva-guardia del Creato, dal titolo: "Il Creatoe le vie di comunicazione vecchie e nuo-ve".

Diversi i relatori, molte le sfaccettaturein cui è stato affrontato il tema, "Lla cosainteressante- ha detto nel suo saluto ini-ziale il presidente di Greenaccord Alfon-so Cauteruccio- è quella di scoprire co-me le vie di comunicazione si interseca-no con la cura della Casa comune". Adaiutare il buon esito del forum è stato si-curamente anche il luogo, dove l’im-mensità e la bellezza delle montagne so-no state le protagoniste. Un territorioquello del Trentino da sempre impor-tante come via di comunicazione tramondo germanico e quello latino, attra-versato sia da pellegrini sia da mercanti.Oggi con l’avvento di internet le cose so-no mutate, e "insistere su un modelloche dopo due secoli di straordinario suc-cesso ha esaurito le sue potenzialità- haevidenziato Andrea Masullo, presidentedel comitato scientifico di Greenaccord-e inizia a produrre povertà ecologiche,economiche ed umane, è il vero pericoloche abbiamo di fronte. La paura delcambiamento - ha aggiunto - è la peg-giore minaccia al progresso". Masullo,

che ha presentato anche il suo ultimo li-bro, Qualità vs Quantità, nel discorsoconclusivo ha parlato, inoltre, dell’im-portanza della qualità delle reti di co-municazione, sia stradali sia di informa-zione, poiché una buona società si mi-sura anche da questo, senza dimenticareanche la dimensione spirituale e il ri-spetto per l’ambiente. Infine, ha conclu-so invitando tutti a recuperare il valoredella tenerezza, che "non è un parame-tro considerato dalla scienza, né è un va-lore economico, ma deve contaminarela conoscenza e l’organizzazione socialeper ricomporre quel patto interrotto frauomo e natura".

Da segnalare, in conclusione, la ceri-monia premiazione "Sentinella delCreato"organizzata in collaborazionecon l’UCSI. Alcuni giornalisti hanno ri-cevuto un riconoscimento per essersi di-stinti con i loro servizi nella comunica-zione ambientale. All’interno della sera-ta sono state premiate anche due donneche, seppur appartenenti ad ambiti di-versi da quelli giornalistici, hanno datoil loro contributo per la Salvaguardia delCreato: Cinzia Tedesco, cantante jazz,che ha messo il suo talento a disposizio-ne dei progetti in favore delle popola-zioni disagiate, e l’attrice Maria GraziaCucinotta, che oltre a lanciare da sempremessaggi in favore della natura, è stataanche la voce della Regina Tara, ferventeamante della natura nel cartone anima-to "Epic", uscito di recente.

Mauro Donateo

I

Ambiente: si è tenutoa Trento il X Forumorganizzato da Greenaccord

Giornalisticomesentinelle del CreatoGiornalisti, addetti stampa,comunicatrori, da tutto il Paese si sono ritrovati per riflettere su ambiente e vie di comunicazione

Ho iniziato a partecipare agli incontri di "Percorsi di Luce"fin dal primo appuntamento che si è tenuto il 25 novembre2012 e non me ne sono persa uno!Sono venuta a sapere di questi incotri da una coppia di cariamici,Antonio e Rita,con i quali già da tempo partecipavoad altri incontri di preghiera. Prima dell’inizio di "Percorsidi Luce" ,non ero poi così convinta che fosse possibile ac-comunare storie familiari e percorsi di vita così differentitra di loro. Subito dopo il primo incontro però mi sono su-bito ricreduta e mi sono resa conto che quanto ci accomu-nava erano la Fede e la preghiera. Quello che ho apprezzatomaggiormente in questo gruppo è stata la lettura della Pa-rola e le successive meditazioni,guidate da Don Ivano e Pa-dre Gabriele . Molto belli sono stati anche i momenti dicondivisione che ci hanno permesso di conoscerci meglio ecreare un clima di amicizia. Consiglio pertanto a tutti colo-ro che sono alla ricerca di ascolto e di accoglienza di unirsia noi in questo percorso. Un grazie a Massimo e Rosy checon il loro impegno hanno reso possibile questa esperienzae in particolare a Rosy per le sue ottime e immancabili "ti-sane della buonanotte" con le quali terminavano i nostriincontri.

Patrizia

CENTRI D'ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO IN COTETO

Un momento per condividere e pregareon l’inizio della stagione estiva,mentre in parrocchia già nuove

iniziative prendono il largo, come peresempio la bellissima esperienzadell’oratorio estivo per i bambini che stariscontrando una numerosapartecipazione, e a pochi giorni dallapartenza per il campeggio estivo, volgonoormai al termine gli incontri dei numerosiCentri d’Ascolto della Parola di Dio nellefamiglie. Ogni gruppo, riunendosi inmodo fraterno presso una famiglia,celebra la Santa Messa insieme alproprio parroco don Luciano, e, inun clima davvero amichevole,s’intrattiene per una cena condivisa. Il Centro d’Ascolto al quale ho avutola gioia di partecipare durantequest’anno è quello delle giovanicoppie, una realtà per meaffascinante e di notevole crescita peril mio cammino vocazionale. Èdavvero bello vedere tutti questigiovani riunirsi nelle case ladomenica ("ruotando casa" ognivolta per utilizzare un gergogiovanile) con tutti i propri bambini,i quali donano sempre un tono diparticolare allegrezza agli incontri.Iniziammo a ottobre con la lettura di

alcune lettere paoline, proseguendo poicon la lettura continua del vangelo diLuca. Coloro che ospitavano eranochiamati a introdurre i brani evangeliciche dovevamo meditare, poi in unoscambio vicendevole ognuno con libertàera chiamato a immedesimarsi negliepisodi della vita del Signore Gesù e amostrare come ciò che nella Scrittura sileggeva stava realizzandosi nella propria

vita. Personalmente tornavo in seminariosempre arricchito dalle diversetestimonianze e soprattutto dai dubbiposti da coloro che, seppur per così dire sisarebbero potuti definire i più lontanidalla fede, si sono sempre mostratidesiderosi di partecipare con interesse eamore agli incontri. Abituati, parlo perme, forse a meditare per conto proprio la

Parola di Dio si può correretalvolta il rischio di pensare che inodi da noi sciolti negli anni lodebbano essere sempre e allostesso modo per tutti.Confrontarsi aiuta perciò a cercarecon amore un linguaggio cheriesca a parlare al cuore di tutti e amostrare la bellezza e la potenzadel Vangelo del Signore GesùCristo. Questo piccolo pensieroho voluto anche condividerevenerdì 21 giugno con i giovani edon Luciano, quando il nostrogruppo si è riunito per celebrareinsieme l’Eucarestia nellospazioso giardino di una famigliaa conclusione dell’esperienza delCentro d’Ascolto.

Simone Barbieri

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Page 4: La Settimana n. 26 del 7 luglio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI7 luglio 2013IV

VENERDÌ 5 LUGLIOA Roma, incontro mondiale dei semi-naristi in occasione dell’Anno dellaFede

SABATO 6 LUGLIO16.00 visita alla villa S.Cuore in viaNuma Campi e incontro con i fedeli18.00 S. Messa alla chiesa di S. Stefanoa Castelnuovo della Misericordia

DOMENICA 7 LUGLIOVisita pastorale all’isola di Gorgona

LUNEDÌ 8 LUGLIONella mattina, incontro con in presbi-teri del V vicariato in vescovado

MARTEDÌ 9 LUGLIONella mattina, udienze clero in vesco-vado21.15 incontro con la segreteria dioce-sana del Servizio di Pastorale Giovani-le alla Casa San Giuseppe a Quercia-nella

MERCOLEDÌ 10 LUGLIONella mattina, udienze laici in vesco-vado

Da giovedì 11 a martedì 16 luglio, ilVescovo guida il pellegrinaggio aFatima

Agenda del VESCOVO

Da non PERDERE Domenica 7 Luglio alle 21 alla parrocchia S. Matteo

L’Amore Vero: il musicalsu San Francesco e Santa Chiara

uesta povertà mi fa libera, libera!”Sta in questa frase cantata a

squarciagola da una giovane Santa Chiara,la profonda attualità del musical “Chiara eFrancesco. L’amore quello vero” andato inscena al teatro Filicchi. Se riuscissimo amettere via tutto il superfluo che ci circondaper far posto al Signore, potremmofinalmente sentire la sua voce, dare spazioai sentimenti invece che alle cose e cosìsaremmo davvero liberi di amare.Realizzato dalle compagnie teatrali LaMansarda e L’Asinello, unite per l’occasione,lo spettacolo scritto dagli stessi autori di“Forza venite gente”, ripropone la storia dei

due santi di Assisi, ma in una chiave piùmoderna, meno agiografica, riuscendo acoinvolgere gli spettatori di oggi, meritoanche di una scenografia minimale e allostesso tempo d’effetto, grazie alle proiezionivideo e di due voci che meritano davvero diessere ascoltate, quelle di ValentinaPassariello, nelle vesti di S. Chiara e diFederico Giroldini, S. Francesco.Tra il 1200 e il 2013 non c’è differenza: lalotta alla ricerca della propria vocazione(che coinvolge e spesso stravolge le attesedei genitori), l’attenzione ai più poveri, aimalati (molte e molto significative le scenetra i lebbrosi), la salvaguardia del creato

(con la presenza dei bambini che liberanola terra dai rifiuti), il rapporto con la gente(personificata nei giullari portatori dichiacchiere, sempre pronta a giudicare persentito dire): Chiara e Francesco sonoragazzi di tutte le epoche, sono il passatoma anche il presente, il presente di tantigiovani che hanno bisogno di incontrareGesù, per imparare ad amare davvero e cosìessere finalmente felici.Un plauso a tutti gli interpreti, capaci nonsolo di recitare, ma di cantare e dal vivo! Eper chi se lo è perso il 7 luglio alle 21.00alla parrocchia S. Matteo si replica!

c.d.

Q“Libri da LEGGERE

di Mo.C.

Piqué Jodi-A. - Teologia e musica. Dialoghidi trascendenza - Ed. San Paolo, pp.246,euro 24,00

Teologia e musica sono due universi cheraramente si visitano, due mondi chemolto spesso a torto vengono ritenuti in-compatibili tra di loro. Jodi-A., spagnolo,laureato in piano, organo, armonia fuga ecomposizione, monaco benedettino nel-l’Abbazia di Mont Serrat, docente ancheal Pontificio Istituto Liturgico di Sant’An-selmo in Roma, con questo saggio dimo-stra chiaramente come musica e teologia(entrambi linguaggi di trascendenza)possano vibrare in perfetta consonanza inquanto tentano di dire qualcosa di ineffa-bile. Inoltre guida il lettore in un percorsoaffascinante tra suono e pensiero che ciimmerge nella bellezza del Dio che si ri-vela. E’ il suo, uno sguardo ampio dallemille sfaccettature su una relazione com-plessa attraverso un’analisi innovativa diopere e autori tra i quali Sant’Agostino,Von Balthasar, Sequeri, Sch?nberg e Mes-siaen.

FIRMATO IL PROTOCOLLO D’INTESA IN COMUNE

Sei linee d’azioneper lo sviluppo del territorio

ttorno ad una tavola rotonda costituita dal vicesindaco Bruno Picchi,l’assessore Darya Majidi e dai componenti del tavolo di sviluppo Livorno

(Cgil, Cisl, Uil, Cia Livorno, Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato,Confcommercio Livorno,Confcooperative, Confesercenti,Confindustria e Legacooperative) è statosottoscritto il protocollo d’intesa perl’individuazione di azioni per lapromozione e lo sviluppo del territoriocittadino. L’accordo è nato dall’esigenzadi dare concreta applicazione alleprevisioni normative in materia diappalti, servizi e forniture. I soggettiistituzionali presenti sul territorio hannoindividuato modalità e strumentifinalizzati a tali scopi nel rispetto dellanormativa vigente.Le linee d’azione illustrate consoddisfazione dal vicesindaco e dall’assessore, prevedono: lavori dimanutenzione delle opere pubbliche e strade cittadine, misure di innovazionedella pubblica amministrazione che favoriscano semplificazione, pubblicità,trasparenza e protocolli di legalità e interventi a favore delle imprese indifficoltà. Il provvedimento si inserisce all’interno di un accordo più generalesullo sviluppo economico siglato nel 2011 di cui nei prossimi giorni ci saràun’istruttoria collegiale per monitorare lo stato delle cose e il grado diattuazione. Un traguardo importante raggiunto dalla Giunta che ha richiestoun gran lavoro da parte degli uffici amministrativi, ma significativo in questoscenario economico-sociale di crisi in cui le risorse scarseggiano. Un punto dipartenza sperano gli addetti ai lavori per favorire il rilancio dell’economiacittadina e soprattutto l’occupazione giovanile.

Caterina Lo Russo

A

Chiesa Livorno informa

Con la puntata che sarà trasmessa daTelegranducato nei giorni di venerdì5, sabato 6 e domenica 7 luglio, siconcluderà la trasmissione ChiesaLivorno Informa.

L’appuntamento con le notizie e gliapprofondimenti del mondodiocesano riprenderanno a settembre;troverete comunque sul sito delladiocesi di Livorno www.diocesidilivorno.it tutte leinformazioni sugli appuntamenti e lenotizie estive.

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DLI LIVORNO TOSCANA OGGI7 luglio 2013 V

Una semplicechiamata d’amore

LE OMELIE DI...PAPA FRANCESCO.........

«Dio ci accompagna, Dio ci chiama per nome,Dio ci promette una discendenza. E questa è un po’ la sicurezza del cristiano. Non è unacasualità, è una chiamata! Una chiamata che ci fa andare avanti. Essere cristiano è unachiamata di amore, di amicizia; una chiamataa diventare figlio di Dio, fratello di Gesù, a diventare fecondo nella trasmissione di questachiamata agli altri, a diventare strumenti di questa chiamata. Ci sono tanti problemi,tanti problemi; ci sono momenti difficili: Gesù ne ha passati tanti! Ma sempre con quella sicurezza: “Il Signore mi ha chiamato. Il Signore è come me. Il Signore mi ha promesso”»

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ESSERE CRISTIANO È UNACHIAMATA D’AMORE,UNA CHIAMATA A DIVENTAREFIGLI DI DIO

Il Papa ha ribadito che lacertezza del cristiano è che ilSignore non ci lascia mai solie ci chiede di andare avanti,anche in mezzo ai problemi. Papa Francesco ha incentratol’omelia sulla Lettura, trattadal Libro della Genesi, dovesi racconta della discussionetra Abram e Lot per ladivisione della terra.“Quando io leggo questo –ha detto il Papa – penso alMedio Oriente e chiedotanto al Signore che ci dia atutti la saggezza, questasaggezza – non litighiamo,io di qua e tu di là… - per lapace”. Abram, ha osservato ilPapa, “continua acamminare”. “Lui –ha affermato – avevalasciato la sua terraper andare, nonsapeva dove, madove il Signore glidirà”. Continua acamminare, dunque,perché crede nellaParola di Dio che “loaveva invitato aduscire dalla suaterra”. Quest’uomo,forse novantenne, hadetto ancora il Papa,guarda la terra chegli indica il Signore ecrede:

“Abram parte dallasua terra con unapromessa: tutto ilsuo cammino èandare verso questapromessa. E il suopercorso è anche unmodello del nostropercorso. Diochiama Abram, unapersona, e di questapersona fa unpopolo. Se noiandiamo al Librodella Genesi,all’inizio, allaCreazione, possiamotrovare che Dio creale stelle, crea lepiante, crea glianimali, crea le, le, le, le…Ma crea l’uomo: al singolare,uno. Sempre Dio ci parla alsingolare a noi, perché ci hacreato a sua immagine esomiglianza. E Dio ci parlaal singolare. Ha parlato adAbram e gli ha dato unapromessa e lo ha invitato aduscire dalla sua terra. Noicristiani siamo stati chiamatial singolare: nessuno di noi ècristiano per puro caso!Nessuno!”.

C’è una chiamata “col nome,con una promessa”, haribadito il Papa: “Vai avanti,Io sono con te! Io camminoa fianco a te”. E questo, haproseguito, Gesù lo sapeva,"anche nei momenti piùdifficili si rivolge al Padre”:

“Dio ci accompagna, Dio cichiama per nome, Dio cipromette una discendenza. Equesta è un po’ la sicurezzadel cristiano. Non è unacasualità, è una chiamata!Una chiamata che ci faandare avanti. Esserecristiano è una chiamata diamore, di amicizia; unachiamata a diventare figlio diDio, fratello di Gesù, adiventare fecondo nella

trasmissione di questachiamata agli altri, adiventare strumenti diquesta chiamata. Ci sonotanti problemi, tantiproblemi; ci sono momentidifficili: Gesù ne ha passatitanti! Ma sempre con quellasicurezza: ‘Il Signore mi hachiamato. Il Signore è comeme. Il Signore mi hapromesso’”.

Il Signore, ha ribadito PapaFrancesco, “è fedele, perchéLui mai può rinnegare sestesso: Lui è la fedeltà”. Epensando a questo branodove Abram “è unto padre,per la prima volta, padre deipopoli, pensiamo anche anoi che siamo stati unti nelBattesimo e pensiamo allanostra vita cristiana”...“… qualcuno dirà ‘Padre, iosono peccatore’… Ma tutti losiamo. Quello si sa. Ilproblema è: peccatori,andare avanti col Signore,andare avanti con quellapromessa che ci ha fatto, conquella promessa di feconditàe dire agli altri, raccontareagli altri che il Signore è connoi, che il Signore ci hascelto e che Lui non ci lasciasoli, mai! Quella certezza del

cristiano ci farà bene. Che ilSignore ci dia, a tutti noi,questa voglia di andareavanti, che ha avuto Abram,in mezzo ai problemi; maandare avanti, con quellasicurezza che Lui che mi hachiamato, che mi hapromesso tante cose belle ècon me!”.

IL PAPA: I PRETI ABBIANO LA GRAZIA DELLA PATERNITÀSPIRITUALE

Dio vuole che i sacerdotivivano con pienezza unaspeciale grazia di“paternità”: quella spiritualenei riguardi delle personeloro affidate. La “voglia dipaternità” è iscritta nellefibre più profonde di unuomo. E un sacerdote, haaffermato Papa Francesco,non fa eccezione, puressendo il suo desiderioorientato e vissuto in modoparticolare:“Quando un uomo non haquesta voglia, qualcosamanca, in quest’uomo.Qualcosa non va. Tutti noi,per essere, per diventarepieni, per essere maturi,dobbiamo sentire la gioiadella paternità: anche noi

celibi. La paternità è darevita agli altri, dare vita, darevita… Per noi, sarà lapaternità pastorale, lapaternità spirituale: ma èdare vita, diventare padri”.Lo spunto di riflessione èofferto a Papa Francesco dalbrano della Genesi di oggi,nel quale Dio promette alvecchio Abramo la gioia diun figlio, assieme a unadiscendenza fitta come lestelle del cielo. Per suggellarequesto patto, Abramo seguele indicazioni di Dio eallestisce un sacrificio dianimali che poi difendedall’assalto di uccelli rapaci.“Mi commuove – commentail Papa – guardare questonovantenne con il bastone inmano”, che difende il suosacrificio. “Mi fa pensare aun padre, quando difende la

famiglia, i figli”:“Un padre che sacosa significadifendere i figli. Equesta è una graziache noi pretidobbiamochiedere: esserepadri, essere padri.La grazia dellapaternità, dellapaternità pastorale,della paternitàspirituale. Peccatine avremo tanti,ma questo è dicommunesanctorum: tuttiabbiamo peccati.Ma non avere figli,non diventarepadre, è come se lavita non arrivassealla fine: si ferma ametà cammino. Eperciò dobbiamoessere padri. Ma èuna grazia che ilSignore dà. Lagente ci dice così:‘Padre, padre,padre…’. Ci vuolecosì, padri, con lagrazia dellapaternitàpastorale”.A questo punto, losguardo di PapaFrancesco si posa

con affetto sul cardinale DeGiorgi, giunto al traguardodel 60.mo anniversario disacerdozio. “Io non so cosaha fatto il caro Salvatore”,ma “sono sicuro che è statopadre”. “E questo è unsegno”, prosegue rivolto aitanti sacerdoti che hannoaccompagnato il porporato.Ora tocca a voi, èl’esortazione finale di PapaFrancesco, che osserva: ognialbero “dà il frutto da sé e selui è buono, i frutti devonoessere buoni, no?”. Dunque,soggiunge con simpatia,“non fategli fare bruttafigura…”:

“Ringraziamo il Signore perquesta grazia della paternitànella Chiesa, che va di padrein figlio, e così… E io penso,per finire, a queste due iconee a una in più: l’icona diAbramo che chiede un figlio,l’icona di Abramo con ilbastone in mano,difendendo la famiglia, el’icona dell’anziano Simeonenel Tempio, quando riceve lavita nuova: fa una liturgiaspontanea, la liturgia dellagioia, a Lui. E a voi, ilSignore oggi vi dia tantagioia”.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI7 luglio 2013VI

Guastagno 2013

Si potrebbe scrivere un libro...Ragazzi e animatori tre settimane insieme

e l’estate felice vuoiiniziar, al Guastagnodevi andar…»canticchiava giorni fa

una ragazzina di dieci anni chepartecipa al Guastagno 2013. Ecosì, finita la scuola, il primolunedì libero è ripartito ilGuastagno, l’oratorio ferialeestivo che si svolge nellaparrocchia S. Luca a Stagno e cheaccoglie bambini e ragazzi delpaese, di Guasticce, di Nugola, diVicarello, di Collesalvetti, diCastel Anselmo e di Livorno.Dietro il Guastagno 2013 c’è unabella organizzazione che progettada mesi: lo staff, costituito da donPietro, Monica, Alessio, Michela ei ragazzi della pastorale giovanile;gli animatori parrocchiali e quellidel Progetto Guastagno-Amichiamoci; l’equipe deilaboratori. Da gennaio glianimatori hanno seguito un corsodi formazione e dai loroincontri con lo staff è natala formula del Guastagno2013. I nostri animatorisono un dono d’amore pertutti i bambini e ragazzi eda questo concetto è natoil tema “Noi testimonid’amore” , raccontatoattraverso un filo logicoche va dal passato alfuturo, attraverso la storia di trepersonaggi rappresentanti diquesto dono. Un viaggio dalpassato, con Giovanni Bosco, alpresente, con Madre Teresa diCalcutta, al futuro con papaFrancesco. Giovanni Bosco è statoscelto perché ha fatto nascerel’oratorio e per il suo progettoeducativo basato suautorevolezza, ragione ereligione; Madre Teresa è la beatache si è fatta povera tra i poveri,che ha donato la sua vita alprossimo; papa Francesco, invece,viene visto come il futuro dellaChiesa, l’uomo della Speranzache parla a tutti, ma soprattuttoinfonde coraggio ai giovani eporta il cambiamento. Guastagno2013 è un arcobaleno di colori: t-shirt arancione per lo staff, rossaper gli animatori, gialla perl’equipe dei laboratori e verde peri ragazzi.Una giornata tipo del Guastagno?L’oratorio apre alle 8.00 peraccogliere i bambini che hanno i

genitori al lavoro, ma le attivitàiniziano alle 9.30: riuniti ingruppi in chiesa ascoltano ilpersonaggio della settimanaraccontare la propria storia,seguono i laboratori mattutini,alle 11.15 tutti in giardino agiocare. Alle 12.00 i bambinivanno a casa, resta a pranzo chiha i genitori al lavoro, è garantitoun servizio di baby sitter di dueore e mezzo da parte dellapastorale giovanile; alle 14.30riapre l’oratorio, i ragazzi sonoaccolti in chiesa a gruppi per unapreghiera, poi di nuovo neilaboratori fino alle 16.30,momento dell’Albero dellamerenda: tutti vanno all’alberoche rappresenta il loro gruppo, inattesa di essere chiamati a faremerenda…è un momentobuffissimo…è bellissimo vederemolti bambini con le mani colmedi fette di nutella, di marmellata,pane e olio, dolcetti e biscotti… illoro viso diventa di mille colori!Dopo la merenda tutti stanno in

giardino a giocare,aspettando i genitori alle17.30. I laboratori del 2013sono stati: Spettacolando,canto, manualità,decorazione, disegnoartistico, bigiotteria,creatività in cui vienelavorato il legno, il vetro, lacarta e il giardinaggio. C’è

anche lo sport, calcio, pallavolo ebasket; ogni giorno una caccia altesoro , oppure olimpiadi egiochi a squadra: per ognivincitore un bel gelato! Ipartecipanti al Guastagno sonodivisi in gruppi dalla 1°elementare alla 2° media; ognigruppo ha un personaggio deicartoni animati come simbolo,partendo dai più piccoliabbiamo: Puffi, Ape Maia,Monsters & co, Scooby-Doo,Spongebob, Flinstones,Simpsons. E le gite? La 1°settimana al parco di Pinocchio aCollodi, la 2° settimana allafattoria didattica La Serra, dove ipiù piccoli hanno costruito unacandela di cera d’api e i più grandihanno fatto il pane, la 3ªsettimana all’Acqua Village diCecina con le famiglie. Ogni annoal Guastagno ci sono delle novità,perché lo staff e l’equipe voglionosempre colpire con l’effettosorpresa, creando stupore in ognipartecipante. Quest’anno la primasettimana, grazie all’invito dellaCasa famiglia Scotto, abbiamoavuto un incontro con i giocatoridel Livorno e con gli ospiti delCentro disabili a Stagno. E’ statoun momento fantastico:l’emozione dei bambini davantiad alcuni loro miti sportivi è stataincontrollabile, ma si sonocomportati benissimo…è statosemplice tenere sotto controllo140 bambini e una quarantina dianimatori! Bravissimi! La 2ªsorpresa è avvenuta lunedì scorso:il gemellaggio “Nord & Sud” conla parrocchia S. Giovanni Battistae Ilario di Rosignano Marittimo.La nostra amica Elisa, educatricedel gruppo dei giovanissimi, èvenuta a trascorrere una giornatacon noi, portando 3 ragazzi efacendo giocare due gruppi, unoal mattino e uno al pomeriggio;

sono stati momenti bellissimi, iragazzi si sono divertiti tanto e ilgiorno dopo cercavano ovunque inuovi animatori. Il Guastagno 2013 è durato 3settimane ed è terminato con unabellissima festa: alle ore 18.00rappresentazione sportiva dibasket, alle 19.00 finale dellaConfederation Cup Guastagno2013, segue la cena condivisa trale famiglie e subito dopo“Spettacolando” a cura di Elisa,Ilaria, Irene. In scena due recite, “La gabbianella e il gatto” e “Illibro della giungla”, molti balletti,il saggio di chitarra del gruppo diMichela e non dimentichiamo lasigla iniziale “La canzonedell’amicizia” che ha risuonatonelle stanze per tutto questotempo.Ci sarebbero tantissime altre coseda raccontare sul Guastagno:aneddoti, i tre d, ginocchiasbucciate, dentini caduti, ilcampino, gli addormentati, itroppo svegli, i pierini, igiocherelloni, i cuccioloni, igolosi, la stanchezza, i sorrisi…sipotrebbe scrivere un libro! Ma sechiudo gli occhi e penso a ciò cheabbiamo vissuto in questi giorni,oltre a sentire moltissime voci chechiamano ora un nome ora unaltro, vedo i bambini, i ragazzi, egli animatori…staff e non staff. Livedono correre per mano, inbraccio, li vedo ballare, cantare, avolte molto stanchi, a volte piùrilassati, ma tutti felici. Vedobambini che abbracciano il loroanimatore dicendogli –ti vogliobene-. Io, don Pietro e Michela illoro punto di riferimento, ma glianimatori sono davvero un dono:nessuno si è fermato, nessuno si èarreso! Sono loro la forza dellaparrocchia, sono loro il futuro, ilcambiamento: veri testimonid’amore! E non finirò mai di direche il vero Guastagno sonoproprio loro: i nostri giovani!

Monica Calvaruso

Il video con le testimonianze deiragazzi e degli animatori è pub-blicato sul sito www.diocesili-vorno.it; le foto si possono tro-vare sulla pagina facebookQuelli che il guastagno"

Il nuovo parrocopadre Emilio

A SAN FERDINANDO

omenica 30 giugno a San Ferdinando,padre Lorenzo e padre Michele hanno

presentato padre Emilio, il ventottennesacerdote polacco, che fra qualche giornosarà nominato ufficialmente parrocodella chiesa. È stato padre Moretti apresentare il giovane sacerdote: con vocerotta dall’emozione l’anziano parroco si ècosì rivolto ai fedeli: “invito voi tutti acontinuare la collaborazione con laparrocchia come per trent’anni avete fattocon me anzi, con padre Emilio dovreteessere più attivi e a lui più vicini, peraiutarlo ad inserirsi al meglio nellacomunità, sotto lo sguardo dellaMadonna del Buon Rimedio”.

D

rima di fare rientro alla chiesa di SanFerdinando, da dove la processione

della Madonna del Buon Rimedio, avevapreso l’avvio, monsignor Giustiringraziando padre Lorenzo Moretti perl’impegno profuso nei trent’anni diparroco di S. Ferdinando, ha presentatoai fedeli, assieme al ministro provincialedell’Ordine Trinitario fra GinoBuccarello, il polacco padre EmilioKotaczyk, che dalla prima settimana diluglio subentrerà a padre Lorenzo nellaguida pastorale dell’antico e storicoquartiere della Venezia.È stato nel corso della processione dellaMadonna del Buon Rimedio,accompagnata dalle note della bandaCittà di Livorno, dall’associazioneMarinai, dalla Svs e da tantissimi fedeli,che il Vescovo Giusti, giunto davanti alcomando della Capitaneria, ricevuto dalcomandante Capitano di Vascello ArturoFaraone, ha ricordato le vittime deldisastro di Genova dove hanno perso lavita nove marinai fra cui sei dellaCapitaneria del capoluogo ligure. I loronove nomi sono stati ricordati con illancio in mare di altrettante rosebianche. Parlando di quella tragedia, ilvescovo Giusti ha ricordato quanto siaeffimera la nostra vita, dove basta unerrore, una distrazione, una leggerezzaper perderla. Quello che è ancora piùtragico è perdere la vita durante il lavoro,quando si pensa che tutto sia sottocontrollo ed invece la morte è sempre inagguato, per strapparci agli affetti deinostri cari senza alcun preavviso. Lostrazio di quelle famiglie potrà trovareconforto solo nella preghiera enell’amore in nostro Signore e nellaMadonna, che ci ha dimostrato comepure col cuore trafitto dal dolore, comelei ha avuto, si possa ascendere al cieloper godere dell’amore di Dio assieme atutti i nostri cari, per la vita eterna”.Dopo la breve sosta la processione èproseguita sino al porto Mediceo dove ilvescovo Simone ha benedetto il marericordando le vittime di alcune sciagureche hanno toccato Livorno nel corso diquesti ultimi anni: i Paracadutistiprecipitati alla Meloria, i Carabiniericaduti a Capraia e le vittime della MobyPrince.

Roberto Olivato

P

la processione

Si è appena conclusol’oratorio feriale estivoche si svolge nellaparrocchia S. Luca a Stagno e cheaccoglie bambini e ragazzi del paese,di Guasticce,di Nugola, di Vicarello,di Collesalvetti,di Castel Anselmo e di Livorno

CELEBRATA LA MADONNADEL BUON RIMEDIO

Gli animatori (nella foto al tavolo)sono davvero un dono: nessuno si è fermato, nessuno si è arreso!Sono loro la forza della parrocchia,il futuro, il cambiamento: veri testimoni d’amore!

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI7 luglio 2013 VII

Emergency A LIVORNO

«Siamo in una società che fa la guerra ai poveri!»

no spettro siaggira per lecorsie degliospedali

italiani, ed è lo spettrodel denaro. Non hadubbi Gino Strada,fondatore diEmergency,l’associazione che, inoccasione del suoconvegno nazionalesvoltosi proprio aLivorno, vuol dire lasua nel dibattito incorso sui tantiproblemi da cui èafflitto il nostroServizio SanitarioNazionale. E lo fa dalpunto di vista di chi,dal 2006, è attivo nonsolo- come crede lamaggior partedell’opinione pubblica- nei teatri di guerra ditutto il mondo percurare i feriti nei suoiospedali da campo.Perché ormai la guerraè arrivata anche nellenostre strade, e cosìsono ormai sette anniche Emergency gestiscepoliambulatori mobilianche nel nostro paese,inizialmente rivolti adimmigrati privi diassistenza ma,specialmente daquando la crisi hacominciato a colpireduro, anche versomolti nostriconnazionali. Genteche non ce la fa più apagarsi le cure e che ècostretta a rivolgersi alvolontariato. Ma comeè possibile, viene dachiedersi? Il SSN nondovrebbe garantire ibisogni di tutti?L’accesso alle curemediche, come cihanno insegnato ascuola nell’ora dieducazione civica, nonè universale, gratuito eper di più garantitodalla Costituzione? «Inrealtà- ricorda GinoStrada - ormai datempo non è più così:si calcola che circa 9milioni di italiani, adoggi, non possanopermettersi di pagare isempre più esosi ticketimposti dalle regioni esono costretti a farequello che fino a pocotempo fa eraimpensabile:rinunciare a curarsi». Il15% dellapopolazione.Nonostante tutticostoro abbiano intasca una tesserasanitaria e unacopertura garantita,almenonominalmente, dalloStato. Ma come èpossibile tutto questo?

U

È colpa solo della crisieconomica, checostringe molti a tirarela cinghia? O c’èqualcosa di più? «Ilproblema in realtà,prima che economico,è di natura culturale»spiega Gino Strada«Fin dai primi anni del2000 si è assistito aduna marcia indietrodello stato rispetto alwelfare, con taglio deifinanziamenti aiservizi sociali, e inparticolare a quellisanitari. Il motivo èsemplice: si guarda allasanità solo come a unelemento contabile,una cifra di spesa fra letante presenti nelbilancio statale, e noncome a un diritto dellapersona: motivo percui si tende adapplicare una logica dicontinuocontenimento deicosti, con conseguenteriduzione dei dirittidei cittadini». Unesempio di questamentalità è il fatto chegià da tempo si èdiffusa l’espressionedi“aziendeospedaliere” perdefinire i nosocomi:«L’uso del termine“azienda”non ècasuale” incalza GinoStrada “evidentementeè spia di una visionedella sanità come unaimpresa che deveprodurre profittoriducendo i costi. Ma èun’idea sbagliata edistorta: la sanità è undiritto, non si può direche costa troppo: costail necessario, e se civogliono più soldi,dopo aver eliminatoovviamente gli sprechi,occorre trovarli come

avviene per tutte lecose necessarie.» Manon è tutto: di frontealla retromarcia dellostato nei confronti delwelfare sanitario, adetta di Emergency, sinasconde anche altro:l’interesse dei privatiper un mercato, comequello della salute, chevale miliardi. Lo spiegal’economista NerinaDirindin:«Contrariamente a quanto si cerca difar credere attraverso imedia, dove si parlasempre di eccessivaspesa sanitaria, ilnostro sistema, inrapporto al PIL, costamolto meno che neglialtri paesi europei,come Francia eGermania. Non solo:nonostante l’enfasisugli scandali dellacosiddetta“malasanità”, tutte leclassificheinternazionali uscitenegli ultimi anni sonoconcordi nel dire chein nostro serviziosanitario è uno deimigliori al mondo, efunziona meglio, oalmeno alla pari, diquello di Francia e

Germania». «E allora,dice la Dirindin, ilproblema sta altrove.«Il SSN italiano, comestrutturauniversalistica, ha unsolo grosso difetto:non produceabbastanza profitti peri privati. E la sanità,specialmente in unmomento di crisi, è unmercato che fa gola: edè per questo che, daparte di molte lobby,dalle assicurazioniprivate, alla finanza,agli operatori sanitarisi cerca di avvalorare latesi che il pubblico èinefficiente, cheprivato è bello e costameno, e checonverrebbesmantellare il sistemaattuale per passare aduno interamenteprivato. Non è un casoche sempre piùeconomisti sostenganoche, anziché prelevaresoldi ai cittadini con letasse per poi offrireservizi sanitaripubblici, sarebbe piùconveniente non farpagare le tasse e far poipagare direttamente alcittadino le cure

mediche dai privati.Questo nonostantequalsiasi analisicomparata svolta alivello internazionalefra i sistemi sanitari deidiversi paesi mostriesattamente ilcontrario: i sistemiprivati sono menoefficienti e costano dipiù, sia perché sullaspesa pesa il ricaricodel profitto deglioperatori, l’accumulodelle riservematematiche delleassicurazioni, esoprattutto il fatto cheil privato non ha alcuninteresse a contenere lespese sulle quali

guadagna, etende anzi aoberare ilpaziente dicure tantosuperfluequanto perluiprofittevoli».La soluzioneai problemidella sanità,aquesto punto,secondoEmergency,apparesemplice,purché ci siala volontà difarlo:riportare lasanità alcentro comediritto dellapersona,

allontanando ogniidea di risparmio ascapito dei servizi esoprattuttoeliminando ogni logicadi profitto legata allafornitura dei servizisanitari: «Se proprio sivuole risparmiare, sicomincino a tagliare letroppe convenzionicon i privati cheguadagnano con lasanità pubblica»attacca Strada. «Lalogica del profitto inmedicina non è solodannosa da un puntodi vista economico peril sistema. È qualcosadi assolutamentevergognoso. Significache si specula sullasofferenza dei nostrisimili per generareprofitto. Quasisperando che lesofferenze aumentinoperché così ci sarà piùguadagno. L’unicoguadagno che unmedico dovrebbericevere è quello delproprio stipendio:ogni altra forma diprofitto sulle spalle deipazienti è indecente eimmorale».

Giampaolo Donati

Di fronte ad un palazzettogremito, Gino Strada ha parlato di «Guerra aidiritti», insieme a StefanoRodotà, giurista di famanazionale, MaurizioLandini, segretario della Fiom-Cgil, con LellaCosta moderatrice. Il saluto iniziale del sindaco di LivornoAlessandro Cosimi

UNA CRISINON SOLOECONOMICA

“Diritti o privilegi” è stato il tema dell’ultimo incontro nazionale diEmergency, l’associazione umanitaria italiana onlus e non governativa chesi occupa, su scala internazionale, della cura e della riabilitazione dellevittime di guerra e della povertà. Quattro giornate dedicate ad approfondirela situazione dei diritti in Italia, come il diritto ad avere un posto di lavoro ecure mediche. La manifestazione è iniziata con la mostra fotografica “QuiEmergency Italia” in Fortezza Nuova, inaugurata da Cecilia Strada, figliadel fondatore di Emergency, per poi continuare, in serata, con lo spettacolodi Ascanio Celestini al Teatro Goldoni. Giovedì e venerdì due serata diinterventi, che hanno visto sul palco allestito sul parquet del “ModiglianiForum”, oltre a Gino Strada, professori, medici, giornalisti e giuristi, comeAntonio Bonaldi, presidente di Slow Medicine, da Marco Cattaneo,direttore di Le Scienze, Stefano Rodotà, giurista di fama nazionale,Maurizio Landini, segretario della Fiom-Cgil, e molti altri, con seratemusicali conclusive con personaggi come Fiorella Mannoia, Litfiba, DanieleSilvestri e il nostro Bobo Rondelli. Nella giornata di sabato infermieri emedici di Emergency hanno dato testimonianza del loro lavoro nei Paesicolpiti dalla guerra.

F.F

i fronte ad una crisi “conclamata eprogrammata” - spiega Lella Costa,

introducendo l’argomento della serata -non possiamo fare a meno di domandarcise sia possibile parlare ancora di diritti:quello ad avere un lavoro, quello aduscire dalla nebbia, a conoscere la verità,il diritto ad avere cure eistruzione."Perché non ci troviamo solodi fronte ad una crisi economica, maanzitutto siamo di fronte a una crisiculturale e di valori". «Alcuni diritti nonpossono essere messi in discussione -spiega Rodotà - le persone sembranodiventate numeri, oggetti: siamo “merci”del mercato del lavoro, la stessa salute èdiventata una merce. Assistiamo a unavera e propria regressione». È un quadrosconcertante, in cui pare non si riesca atrovare l’uscita. «Qui è a rischio lademocrazia - dice Landini - a causa di unacattiva politica, figlia della derivaculturale che viviamo, e di alcunioperatori economici senza scrupoli, citroviamo in queste condizioni:pensavamo che il mercato libero avrebbeportato un miglioramento dellecondizioni economiche di tutti, e oggi citroviamo che i lavoratori sono costretti adaccettare il lavoro, quando c’è, allecondizioni imposte da grandi aziende emultinazionali, perché pare che “faccianoun favore” ad assumere personale.Il lavoro è calpestato. E in Parlamentoabbiamo gente che vorrebbe cambiareuna Costituzione, sulla quale giura, chesancisce i diritti inalienabili delle personee la dignità del lavoro, e i lavoratori sonocostretti a scendere in piazza amanifestare per difendere la Costituzionedi cui dovrebbero occuparsi i loro eletti -continua riferendosi alla manifestazionedella FIOM tenutasi proprio quel giorno -per questo bisogna che lo Statointervenga per limitare l’azione di questioperatori, ripristinando delle regole.«Bisogna pensare alla produzione dellaricchezza, ma anche a come la si produce,per non ripetere casi come l’ILVA, in cuiperdita di lavoro, distruzionedell’ambiente e gravi problemi di salute sisono combinati a causa di una serie discelte sbagliate.In Italia siamo in guerra, ma con i nostripoveri - continua Gino Strada, fondatoredi Emergency - è un conflitto subdolo,che lede la dignità umana, che esalta lecaste e i privilegi a discapito dei dirittiveri. Un esempio: almeno il 15% degliItaliani non può curarsi perché non ha lapossibilità di pagare i ticket sanitari. Espendiamo in armamenti una cifra pari aquella che sarebbe sufficiente a sfamare 2miliardi di persone nel mondo. E c’è chicontinua a lucrare su questa situazione,chi continua ad accumulare privilegi. Emolti si ritrovano in strada, spesso adaffrontare una situazione a lorosconosciuta, spesso a morire. Ma chesocietà è quella che fa la guerra ai poveri?Come possiamo vivere in un’Italia pienadi privilegi per pochi? E la guerra vaabolita, in ogni sua forma, è questo lavera battaglia dell’Umanità. Oggi il ruolodi Emergency non è solo di ergersi controla guerra all’estero, ma di intervenireanzitutto nel suo Paese, l’Italia»

LA FRASEUna cosa è avere dei diritti sulla carta.Tutt’altra è analizzare i contenuti di quelliche vengono chiamati diritti. Dopo tantianni di lavoro in Paesi in guerra mai cisaremmo aspettati di dover intervenirenel nostro Paese. Eppure anche in Italiac’è una guerra continua, spietata e atrocecontro i poveri.

Fabio Figara

EMERGENCY: Dati choc,nove milioni di italianicostretti a rinunciare alle cure del SSN«Ticket ormai alle stelle, con la crisi molti non possono piùpermetterseli. Risparmi? Si comincino a tagliare le convenzioni con i privati. Il profitto sulla salute è immorale»

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI7 luglio 2013VIII