la settimana n. 27 del 17 luglio 2011

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DI GIULIA SARTI iovanni Stellati, insegnante di reli- gione all’istituto Nautico e collabo- ratore dell’Ufficio scuola del- la Diocesi, già tra i responsa- bili del convitto D’Alesio, è stato incaricato da monsi- gnor Giusti di coordinare l’avvio della «Casa dello stu- dente Gavi» per accogliere universitari e ragazzi delle scuole superiori nei locali del seminario di via Galilei. Gli abbiamo fatto qualche do- manda per saperne di più. PER CHI È PENSATA LA CASA? «È un’idea ispirata, la risposta di una città che si affaccia sul mare e ha nel suo territorio isole nelle quali, come in Capraia, non si potrebbe garantire il diritto allo studio dopo le scuole medie se non spostandosi sulla terraferma. Ed è anche la giusta risposta alle aspirazioni dei ragazzi. Per chi vive ad esempio all’Elba, avere in mano un diploma nautico, conta molto». QUINDI I RAGAZZI ARRIVERANNO DALLE ISOLE? «Sì, vengono dall’Isola di Capraia e dall’Elba, ma uno di loro arriva addirittura dal Nord Italia. Per questo primo anno abbiamo deciso di iniziare con un piccolo gruppo di 5/7 ragazzi. Frequenteranno tutti l’istituto nautico tranne uno. Per adesso la casa è riservata solo ai maschi, ma anche le ragazze che ne faranno richiesta potranno usufruire di un servizio di studentato, presso le suore di S. Teresa ad Antignano». CHE TIPO DI SISTEMAZIONE AVRANNO? «Si è deciso di chiamarla “Casa dello studente” proprio perché non vuole essere un albergo, ma un luogo familiare dove ognuno deve essere partecipe del buon funzionamento della vita in comune. Ogni ragazzo condividerà la camera con un altro, avranno a disposizione la biblioteca, la palestra e gli spazi del seminario». CHI SI OCCUPERÀ DELLA GESTIONE DELLA CASA? «I ragazzi, come si fa in famiglia, avranno dei doveri (rifarsi il letto, sparecchiare la tavola, riordinare la camera); per i pasti ci penserà una cuoca stipendiata, mentre Francesco Morosi li aiuterà nello studio. Ad affiancarli ci sarà poi il diacono Andrea Zargani che occupandosi delle dinamiche di gruppo, incontrerà i ragazzi una volta al mese per parlare di eventuali problemi al suo interno o nello studio». OLTRE A QUESTO È PREVISTO UN ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE? «Don Ezio Morosi è stato nominato rettore della casa e condividerà con i ragazzi alcuni momenti quotidiani. Insieme a lui a garantire un sostegno in questo senso ci sarà il diacono Luigi». COME SI SVOLGERÀ LA GIORNATA DEGLI INQUILINI DELLA CASA? «Dopo la colazione i ragazzi andranno a scuola, il pranzo tutti insieme, pomeriggio dedicato in gran parte allo studio, poi ci saranno momenti liberi e alle 23 tutti a letto». DATE MOLTA IMPORTANZA ALL’ASPETTO DELLO STUDIO. «Sì. I ragazzi vengono a Livorno proprio per studiare, non per soggiornare. Abbiamo inserito questo punto anche nel regolamento (“La Casa è un’istituzione nella quale il primo dovere dei fruitori è quello di curare lo studio in maniera adeguata”). Ma vogliamo puntare molto anche sull’aspetto educativo aiutandoli a fare un percorso di vita che li porti a diventare belle persone.(“ Il Seminario Vescovile si configura come un’Istituzione finalizzata alla promozione educativa, culturale religiosa e ricreativa. Gli alunni sono educati al senso della responsabilità e della dignità personale. La vita nella Casa deve fondarsi su questi valori[…]“). Per questo verranno proposte loro, senza obbligo di partecipare, esperienze formative di volontariato, oratorio parrocchiale etc. per abituarli a fare attenzione agli altri». CI SARANNO DEI MOMENTI DI PREGHIERA COMUNE? «Niente verrà loro imposto e appartenere a una comunità parrocchiale non era una prerogativa per essere ammessi, ma se hanno aderito a questo tipo di esperienza vuol dire che non la rifiutano. L’unica richiesta è stata l’accettazione da parte dei ragazzi e delle loro famiglie, del regolamento della casa, regole di vita civile. La preghiera comune comunque ci sarà quando ci si siede a tavola, che spesso rimane l’unico momento di preghiera insieme anche in famiglia». G Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 17 luglio 2011 La tua collera Signore dura un istante, la tua bontà tutta la vita (SALMO 29, 6) La bontà di Dio è un sole che non tramonta mai ed anche l’istante di col- lera finisce per sfociare nel mare della sua bontà. A questa ci potremo sempre appellare nei nostri penitenziali ritorni: sosterrà la nostra fiducia, alimenterà la nostra speranza. Il salmo si conclude infatti con un’espres- sione di profonda gratitudine verso la misericordia di Dio: «hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia perché io possa cantare senza posa. Signore mio Dio,ti loderò per sempre». Ogni giorno la bontà divina attende la nostra risposta. Da settembre le stanze del Seminario «Gavi» prenderanno nuovamente vita: saranno la casa per gli studenti che arrivano dalle isole La nuova vocazione del Seminario Gavi a Casa dello studente è parte integrante del Seminario Vescovile G. Gavi. È stata voluta da S.E. Mons. Simone Giusti per consen- tire agli studenti provenienti dalle isole e da altre province, di fre- quentare gli studi universitari, gli Istituti Scolastici Secondari di Li- vorno. Essa costituisce un’occasione educativa importante per la cre- scita umana, spirituale, civile, culturale e religiosa degli allievi che sa- ranno: assistiti e guidati, negli aspetti psico-pedagogici e di orienta- mento esistenziale; sollecitati nel perseguire gli studi; spronati alla socializzazione alle attività di tempo libero, religiose, culturali, spor- tive e ricreative. La struttura ospitante con accesso da Via Galilei, è adeguata alle nor- mative vigenti in fatto di igiene e sicurezza (laddove previste), ido- neità degli spazi (ampio cortile con giardino, ampia sala da pranzo, 8 stanze, palestra, biblioteca)». Recita così l’art. 1 del regolamento del nuovo studentato che inizierà nei locali del seminario a partire dall’anno scolastico 2011-2012. In attesa di nuovi seminaristi che studino per diventare sacerdoti la struttura adiacente il vescovado si apre ad altri ragazzi per favorirli nello studio ed aiutarli nella crescita. Con una quota mensile di 550,00 , comprensiva di alloggio, vitto, pulizia ambienti, acqua, luce e collegamento internet, i ragazzi po- tranno soggiornare e studiare in un luogo tranquillo e accompagnati da alcuni adulti che li seguiranno da vicino (art. 2: «Il Personale ed i collaboratori del Seminario, hanno funzioni educative e di sorve- glianza esercitando l’assistenza continua nei riguardi degli alunni du- rante la permanenza nella struttura. Gli operatori della Casa parteci- peranno alla vita dei giovani, s’interesseranno ai loro problemi, cer- cano di rendersi conto di come essi vedono le cose, prospetteranno itinerari e mete di bene, cercheranno di intervenire per chiarire pro- blemi, per indicare criteri, per correggere con prudenza e amorevole fermezza valutazioni e comportamenti biasimevoli»). La giornata sarà così scadenzata: Ore 6,50: - sveglia e colazione. Ogni alunno è tenuto ad arieggiare e rifare il proprio letto, a lasciare puliti i servizi igienici, a riordinare la propria camera, i propri indumenti ed effetti personali. Ore 7.30-7,40: uscita per recarsi a scuola. Ore 14.00: pranzo, riordino locali pranzo e cucina. Dalla fine del pranzo fino al- le 15.30 tempo “libero”, che gli alunni gestiranno autonomamente negli spazi comuni o nel giardino. Ore 15.30 – 17.30-18,00: tempo di studio. Ore 17.30-18,00 -19.30: uscita libera. Ore 20.00/21.00: ce- na e riordino locali utilizzati. Ore 21.00/23.00: dopo cena, gli alunni possono svolgere attività programmate (laboratori, attività ludiche e ricreative), completare lo studio personale o andare a letto prima. Ore 22.50: preparazione per la notte. Ore 23.00 Tutti a letto – Silen- zio e luci spente. Naturalmente ci saranno delle regole ben precise da rispettare: «Il Se- minario Vescovile si configura come un’Istituzione finalizzata alla promozione educativa, culturale religiosa e ricreativa. Gli alunni so- no educati al senso della responsabilità e della dignità personale. La vita nella Casa deve fondarsi su questi valori e i rapporti tra gli utenti ed il personale devono ispirarsi a lealtà, fiducia, stima, comprensione e rispetto reciproco», per questo non sono consentiti «comporta- menti eticamente scorretti ed atteggiamenti non consoni all’ambien- te. Sono vietati il consumo di alcol, droghe e i comportamenti vio- lenti o prevaricatori (tali consumi e comportamenti possono com- portare l’espulsione dalla Casa)», è vietato fumare negli ambienti della casa e occorre rispettare gli orari, perché «il diritto di permane- re nella Casa non si fonda sull’arbitrio ma sul rispetto delle regole co- muni». c.d. L « Un luogo di rispetto e fiducia La casa dello studente La «Casa dello studente Gavi» Per adesso la casa è riservata solo ai maschi, ma anche le ragazze che ne faranno richiesta potranno usufruire di un servizio di studentato, presso le suore di S. Teresa ad Antignano DIRITTI E DOVERI DEGLI STUDENTI DEL «GAVI» Giovanni Stellati IL GRANELLO di senape di monsignor Ezio Morosi

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 27 del 17 luglio 2011

DI GIULIA SARTI

iovanni Stellati,insegnante di reli-gione all’istitutoNautico e collabo-

ratore dell’Ufficio scuola del-la Diocesi, già tra i responsa-bili del convitto D’Alesio, èstato incaricato da monsi-gnor Giusti di coordinarel’avvio della «Casa dello stu-dente Gavi» per accogliereuniversitari e ragazzi dellescuole superiori nei locali delseminario di via Galilei. Gliabbiamo fatto qualche do-manda per saperne di più.

PER CHI È PENSATA LA CASA?«È un’idea ispirata, larisposta di una città che siaffaccia sul mare e ha nelsuo territorio isole nellequali, come in Capraia,non si potrebbe garantireil diritto allo studio dopole scuole medie se nonspostandosi sullaterraferma. Ed è anche lagiusta risposta alleaspirazioni dei ragazzi. Perchi vive ad esempioall’Elba, avere in mano undiploma nautico, contamolto».

QUINDI I RAGAZZIARRIVERANNO DALLE ISOLE? «Sì, vengono dall’Isola diCapraia e dall’Elba, mauno di loro arrivaaddirittura dal Nord Italia.Per questo primo annoabbiamo deciso di iniziarecon un piccolo gruppo di5/7 ragazzi.Frequenteranno tuttil’istituto nautico tranneuno. Per adesso la casa èriservata solo ai maschi,ma anche le ragazze chene faranno richiestapotranno usufruire di unservizio di studentato,presso le suore di S. Teresaad Antignano».

CHE TIPO DISISTEMAZIONE AVRANNO?«Si è deciso di chiamarla

“Casa dello studente”proprio perché non vuoleessere un albergo, ma unluogo familiare doveognuno deve esserepartecipe del buonfunzionamento della vitain comune. Ogni ragazzocondividerà la camera conun altro, avranno adisposizione la biblioteca,la palestra e gli spazi delseminario».

CHI SI OCCUPERÀ DELLA GESTIONE DELLA CASA?«I ragazzi, come si fa infamiglia, avranno deidoveri (rifarsi il letto,sparecchiare la tavola,riordinare la camera); per ipasti ci penserà una cuocastipendiata, mentreFrancesco Morosi liaiuterà nello studio. Adaffiancarli ci sarà poi ildiacono Andrea Zarganiche occupandosi delledinamiche di gruppo,incontrerà i ragazzi unavolta al mese per parlaredi eventuali problemi alsuo interno o nellostudio».

OLTRE A QUESTO È PREVISTO UN ACCOMPAGNAMENTOSPIRITUALE?«Don Ezio Morosi è stato

nominato rettore dellacasa e condividerà con iragazzi alcuni momentiquotidiani. Insieme a lui agarantire un sostegno inquesto senso ci sarà ildiacono Luigi».

COME SI SVOLGERÀ LA GIORNATA DEGLIINQUILINI DELLA CASA?«Dopo la colazione iragazzi andranno a scuola,il pranzo tutti insieme,pomeriggio dedicato ingran parte allo studio, poici saranno momenti liberie alle 23 tutti a letto».

DATE MOLTA IMPORTANZAALL’ASPETTO DELLO STUDIO.«Sì. I ragazzi vengono aLivorno proprio perstudiare, non persoggiornare. Abbiamoinserito questo puntoanche nel regolamento(“La Casa è un’istituzionenella quale il primodovere dei fruitori è quellodi curare lo studio inmaniera adeguata”).Ma vogliamo puntaremolto anche sull’aspettoeducativo aiutandoli a fareun percorso di vita che liporti a diventare bellepersone.(“ Il SeminarioVescovile si configuracome un’Istituzione

finalizzata allapromozione educativa,culturale religiosa ericreativa. Gli alunni sonoeducati al senso dellaresponsabilità e delladignità personale. La vitanella Casa deve fondarsisu questi valori[…]“). Perquesto verranno proposteloro, senza obbligo dipartecipare, esperienzeformative di volontariato,oratorio parrocchiale etc.per abituarli a fareattenzione agli altri».

CI SARANNO DEI MOMENTI DI PREGHIERA COMUNE?«Niente verrà loroimposto e appartenere auna comunitàparrocchiale non era unaprerogativa per essereammessi, ma se hannoaderito a questo tipo diesperienza vuol dire chenon la rifiutano. L’unicarichiesta è statal’accettazione da parte deiragazzi e delle lorofamiglie, del regolamentodella casa, regole di vitacivile. La preghieracomune comunque ci saràquando ci si siede a tavola,che spesso rimane l’unicomomento di preghierainsieme anche infamiglia».

G

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

17 luglio 2011

La tua collera Signore dura un istante, la tua bontà tutta la vita

(SALMO 29, 6)

La bontà di Dio è un sole che non tramonta mai ed anche l’istante di col-lera finisce per sfociare nel mare della sua bontà. A questa ci potremosempre appellare nei nostri penitenziali ritorni: sosterrà la nostra fiducia,alimenterà la nostra speranza. Il salmo si conclude infatti con un’espres-sione di profonda gratitudine verso la misericordia di Dio: «hai mutato ilmio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia perché iopossa cantare senza posa. Signore mio Dio,ti loderò per sempre». Ognigiorno la bontà divina attende la nostra risposta.

Da settembre le stanze

del Seminario «Gavi»prenderanno

nuovamente vita:saranno la casa per gli studenti

che arrivano dalle isole

La nuova vocazionedel Seminario Gavi

a Casa dello studente è parte integrante del Seminario VescovileG. Gavi. È stata voluta da S.E. Mons. Simone Giusti per consen-

tire agli studenti provenienti dalle isole e da altre province, di fre-quentare gli studi universitari, gli Istituti Scolastici Secondari di Li-vorno. Essa costituisce un’occasione educativa importante per la cre-scita umana, spirituale, civile, culturale e religiosa degli allievi che sa-ranno: assistiti e guidati, negli aspetti psico-pedagogici e di orienta-mento esistenziale; sollecitati nel perseguire gli studi; spronati allasocializzazione alle attività di tempo libero, religiose, culturali, spor-tive e ricreative.La struttura ospitante con accesso da Via Galilei, è adeguata alle nor-mative vigenti in fatto di igiene e sicurezza (laddove previste), ido-neità degli spazi (ampio cortile con giardino, ampia sala da pranzo,8 stanze, palestra, biblioteca)». Recita così l’art. 1 del regolamentodel nuovo studentato che inizierà nei locali del seminario a partiredall’anno scolastico 2011-2012.In attesa di nuovi seminaristi che studino per diventare sacerdoti lastruttura adiacente il vescovado si apre ad altri ragazzi per favorirlinello studio ed aiutarli nella crescita.Con una quota mensile di 550,00 , comprensiva di alloggio, vitto,pulizia ambienti, acqua, luce e collegamento internet, i ragazzi po-tranno soggiornare e studiare in un luogo tranquillo e accompagnatida alcuni adulti che li seguiranno da vicino (art. 2: «Il Personale ed icollaboratori del Seminario, hanno funzioni educative e di sorve-glianza esercitando l’assistenza continua nei riguardi degli alunni du-rante la permanenza nella struttura. Gli operatori della Casa parteci-peranno alla vita dei giovani, s’interesseranno ai loro problemi, cer-cano di rendersi conto di come essi vedono le cose, prospetterannoitinerari e mete di bene, cercheranno di intervenire per chiarire pro-blemi, per indicare criteri, per correggere con prudenza e amorevolefermezza valutazioni e comportamenti biasimevoli»).La giornata sarà così scadenzata: Ore 6,50: - sveglia e colazione. Ognialunno è tenuto ad arieggiare e rifare il proprio letto, a lasciare puliti iservizi igienici, a riordinare la propria camera, i propri indumenti edeffetti personali. Ore 7.30-7,40: uscita per recarsi a scuola. Ore 14.00:pranzo, riordino locali pranzo e cucina. Dalla fine del pranzo fino al-le 15.30 tempo “libero”, che gli alunni gestiranno autonomamentenegli spazi comuni o nel giardino. Ore 15.30 – 17.30-18,00: tempodi studio. Ore 17.30-18,00 -19.30: uscita libera. Ore 20.00/21.00: ce-na e riordino locali utilizzati. Ore 21.00/23.00: dopo cena, gli alunnipossono svolgere attività programmate (laboratori, attività ludiche ericreative), completare lo studio personale o andare a letto prima.Ore 22.50: preparazione per la notte. Ore 23.00 Tutti a letto – Silen-zio e luci spente.Naturalmente ci saranno delle regole ben precise da rispettare: «Il Se-minario Vescovile si configura come un’Istituzione finalizzata allapromozione educativa, culturale religiosa e ricreativa. Gli alunni so-no educati al senso della responsabilità e della dignità personale. Lavita nella Casa deve fondarsi su questi valori e i rapporti tra gli utentied il personale devono ispirarsi a lealtà, fiducia, stima, comprensionee rispetto reciproco», per questo non sono consentiti «comporta-menti eticamente scorretti ed atteggiamenti non consoni all’ambien-te. Sono vietati il consumo di alcol, droghe e i comportamenti vio-lenti o prevaricatori (tali consumi e comportamenti possono com-portare l’espulsione dalla Casa)», è vietato fumare negli ambientidella casa e occorre rispettare gli orari, perché «il diritto di permane-re nella Casa non si fonda sull’arbitrio ma sul rispetto delle regole co-muni».

c.d.

Un luogodi rispetto e fiducia

La casadellostudente

La «Casa dello studente Gavi»

Per adesso la casaè riservata solo ai maschi, ma anche le ragazze che ne farannorichiesta potrannousufruire di un servizio di studentato, presso le suore di S. Teresaad Antignano

DIRITTI E DOVERI DEGLI STUDENTI DEL «GAVI»

Giovanni Stellati

IL GRANELLOdi senape

di monsignor Ezio Morosi

Page 2: La Settimana n. 27 del 17 luglio 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 luglio 2011II

Novità alla CARITAS DIOCESANA

A Ss. Pietroe Paoloil musical «Il Miracolo di Marcellino»

a musica può essereun’arma potente,capace di unire ivicini ai lontani

facendoli vibrareall’unisono per labellezza dell’amore diCristo. (Mons. MarcoFrisina)È stata una piacevolesorpresa aver assistitomartedi scorso nelgiardino dellaParrocchia dei Ss.Pietro e Paolo ad unospettacolo che, inmaniera garbata esimpatica, sembravaproprio voler ricordarela decisiva presenza diGesù eucarestia nellavita di ognuno.Lo spettacolo in

L

questione, presentatodalla compagnia dellaparrocchia,dall’evocativo nome di«Sotto il melo», a suotempo fondata da donRaffaello Schiavone(seminatore diesperienze teatrali intutta la diocesi) èopera di un autore

prestigioso comemons. Marco Frisina,ma risultaingiustamente pocorappresentata, tantoche dopo l’uscita alteatro Sistina nel 2009le repliche si contanosulle dita di una manoe quella del 7 Luglio èla prima in terraToscana.La storia è fin tropponota, più per ilcommovente film conPablito Calvo che per illibro da cui fu trattoma assume, per effettodelle suggestionimusicali e per il taglioscenico, un ancor piùvivo riferimento almiracolo eucaristico.Un bravissimoMarcellino hainterpretato al megliolo stupore di ognibambino che si affacciaalla vita, la nostalgia diun mamma mai vista,la compassione per ilCristo sofferente, lasperanza di vita piena efelice di chi a Lui siaffida. Simpatici i frati

che fanno, comepossono, da mamma epapà; tenera lamamma e coloriti glialtri personaggi: laperpetua, la sarta, gliabitanti del villaggio.Al termine pubblicocommosso e divertito,con il nodo in gola chefinalmente si sciogliein un lungo applauso

di fronte all’abbracciodi Marcellino con lasua mamma, mentrealcuni bambiniliberano ciascuno unpalloncino bianco chesale rapido verso ilcielo, come l’anima diMarcellino ma anchecome il desiderio diogni uomo di avere unlegame con Dio.

Catechesieucaristicaa teatro

l monastero delle Carmelitanel’assenza di suor Irene si fasentire. Dopo venti giornidalla sua scomparsa suor

Margherita, la superiora, ne parlaancora con la voce rotta dal pianto.«La nostra sorella ci manca molto, erabuona, gentile, pregava e lavorava conimpegno e costanza. Era statacentralinista a Milano, poi aveva decisodi seguire l’esempio della sorella, suorAnna, anche lei qui al monastero diLivorno. Per entrare aveva dovutorinunciare al vizio del fumo, le eracostato tanto, ma per seguire Gesù loaveva fatto con gioia», racconta suorMargherita.Suor Irene è morta a causa di unaneurisma cerebrale che l’ha colpita a58 anni, poco prima di recarsi allaMessa del mattino. Alla sua morte èstato dato molto risalto dai Mediaperché le consorelle hanno deciso didonare i suoi organi, in perfetto stato disalute.Grazie a questo gesto altre personehanno potuto cambiare la loro vita: iltrapianto degli organi di suor Irene hapermesso a molti di tornare a sperare senon addirittura di recuperare la salute.Anche monsignor Giusti, evidenziandocome anche tra i credenti ci sia ilsostegno alla donazione degli organidopo la morte, ha commentato questoatto di altruismo: «dopo aver dedicatotutta la sua vita ad aiutare gli altri conla preghiera, ha voluto dare tutta sestessa anche nel momento del ritornoalla casa del Padre». «La tutela della vitae la cultura della solidarietà –ha dettoancora il vescovo Simone - sono valorifondanti e prioritari che esprimono lamisura di un amore senza condizionidell’uomo nei confronti di altriuomini».La redazione è vicina alle sorelle delCarmelo per questa perdita. Unabbraccio ed una richiesta di preghieraper la Diocesi.

Festa patronale al CarmeloIl prossimo 16 luglio alle 9.00 S.Messa per la festa del Carmelo pre-sieduta dal vicario generale monsi-gnor Ezio Morosi.

A

Al CARMELO

Il donodi suor IreneUna donna forte che vivrà nel ricordo e nelle persone chehanno ricevuto i suoi organi

stato presentato inquesti giorni inComune il progettodi ristrutturazione di

alcuni fabbricati diproprietà della Diocesipresso il villaggio di Corea,per realizzare nuovi spazidi accoglienza adisposizione della Caritas.L’idea è quella dipotenziare i servizi diprossimità già offerti dallaFondazione attraverso lacreazione di un centrodiurno di aggregazione e diuna struttura a bassa sogliadi prima e prontaaccoglienza notturna.Inoltre questi nuovi localifavoriranno ildecongestionamento delPorto di Fraternità di viadelle Cateratte, doveattualmente si concentranotutti i servizi destinati aipoveri e dove rimarrebberocollocati il centro di ascoltodiocesano, l’osservatoriodelle povertà, il laboratoriodi promozione Caritas, lamensa e la segreteria. Mentre a Coreasarebbero trasferiti gli uffici per lecommissioni per il lavoro, letossicodipendenze e l’handicap, ilservizio di raccolta e cernita di abitiusati, il servizio guardaroba e le docce.Dalla piantina si può già vedere qualisaranno le aree interessate dai lavori: ilfabbricato n. 8, un tempo utilizzatocome palestra, laboratorio espogliatoio, sarà completamenteristrutturato e adibito a magazzini,depositi di materiale, sala riunioni per ilcentro diurno e ai locali docce e bagni.

c.d.

È

Al via il «Progetto Corea»

Page 3: La Settimana n. 27 del 17 luglio 2011

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 luglio 2011 III

L’INTERVISTA A Selica Vicidomini

DDiivveerrssaammeenntteeeessttaattee

DI GIULIA SARTI

uglio…per molti è tempo divacanza. Per qualcunoinvece inizia il lavoro alungo preparato. Che però

dello stress da lavoro in ufficio haben poco, semmai un po’ di fatica.Anche quest’anno 3 settimane dimare, attività, musica e tantodivertimento accompagnerannodall’11 al 30 luglio una sessantinadi ragazzi: ivolontari e i «bimbi»disabili delcampeggio estivo aCastiglioncello cheormai da più di 30anni vieneorganizzato dallaCommissioneCaritas per iproblemidell’handicap. Laresponsabile, SelicaVicidomini, ciracconta la storia diquesta avventura,che è diventata partedella sua storia personale daquando di anni ne aveva appena12 e mezzo.

PARTIAMO DALLE ORIGINI DELCAMPEGGIO. NACQUE PERSMUOVERE E PROVOCARE LEMENTALITÀ NEI CONFRONTI DEIRAGAZZI DISABILI. IL FATTO CHEDOPO 30 ANNI ESISTA ANCORAPOTREBBE ESSERE VISTA COMEUNA SCONFITTA?«È vero. Maria Teresa TrozzolaTodaro, una delle “fondatrici”del campeggio, diceva che lanostra più grande vittoriasarebbe arrivata quando non cisarebbe più stato bisogno dinoi. Purtroppo però il contestopolitico-sociale non aiuta moltoad annullare le marginalità. Ma

Lquello che è cambiato davvero èla mentalità delle famiglie deiragazzi disabili che moltospesso in passato vivevano unacondizione di vergogna edisagio nell’affidare i loro figliad altri».

QUINDI IN REALTÀ IN 3 DECENNILE COSE SONO CAMBIATE?«Indubbiamente. C’è semprechi sulla spiaggia ci guarda male

o la suora che si fa ilsegno della croce epassando sussurra”Poverini”, ma c’èanche chi ogniestate ai varistabilimentibalneari che ciospitano ci aspettae ci accoglie congrande entusiasmo.Confido neigiovani, soprattuttotutti quelli che oggivivono questaesperienza e che tra20 anni non

noteranno la differenza tradisabile e non».

TRA LE TANTE REALTÀ DIVOLONTARIATO LIVORNESE,QUESTA È UNA DI QUELLE IN CUIC’È UN GRAN NUMERO DIGIOVANI VOLONTARI. QUALEPENSI SIA IL MOTIVOPRINCIPALE?«Sì in effetti intorno allacommissione, col centro di viaLiverani d’inverno, le uscite alcinema o al bowling una voltaal mese, le due-giorni durantel’anno, ruotano circa unacinquantina di ragazzi. Credoche questo dipenda dal fattoche i giovani vanno dove cisono altri giovani. Tanto fannoanche i “bimbi” con i loro

sorrisi e i loro gesti di affetto.Molti di loro sono coetanei, siva dai 20 ai 30 anni, sidivertono insieme e moltospesso quello del “centro”diventa il loro gruppo di amici.È un ambiente giovane nell’età,ma anche nello spirito e nellemodalità. E questo piace».

QUALE È IL RICORDO PIÙ BELLOCHE HAI DI QUESTI ANNI?«…non te lo so dire…ce nesono davvero tanti. Momentidivertenti, momenti di panicoperché magari ti sei girato unsecondo e uno di loro èscomparso e tanti, tantianeddoti. Però tra tutti, gliscalini del pullman la primavolta che sono salita e tuttiquegli sguardi diversi che mi

hanno subito accolta, me liporto sempre dentro».

PER TE CASTIGLIONCELLO COSASIGNIFICA?«È come la mia famiglia. Cisono arrivata bambina, sonocresciuta insieme a loro, econtinuo a viverci la mia vitacon tanto entusiasmo».

ED È PER QUESTO CHE HAIDECISO DI SPOSARTI PROPRIODURANTE LA MESSA DELSABATO DI CASTIGLIONCELLO?«Ho sempre sognato eimmaginato di sposarmiinsieme a tutti loro, in casa, e lofarò durante una delle tre Messeche ogni anno concludono lasettimana con i volontari e iragazzi. È sempre stato uno deimomenti più belli per me, nonsolo per la preghiera condivisacon gli altri, ma per l’aria diserenità che si respira, per lepreghiere spontanee deiragazzi».

QUINDI TI PERDERAI L’ULTIMASETTIMANA PER IL VIAGGIO DINOZZE?«No, abbiamo deciso dipartecipare anche a quella. Per ilviaggio ci sarà tempo asettembre!»

SI PUÒ «PROVARE»L’ESPERIENZA DICASTIGLIONCELLO?«Spiegare a parole il clima che sirespira non mi è mai riuscitotanto bene, ma chiunquevolesse venire a vedere di checosa si tratta anche per ungiorno soltanto, il pullmanparte alle 8 dai Salesiani e fauna serie di fermate per la città.Altrimenti può contattarci peraltre informazioni al 338-7748755».

«Confido neigiovani,soprattutto tuttiquelli che oggivivono questaesperienza e chetra 20 anni non noteranno la differenza tradisabile e non»

Una delle responsabili della CommissioneCaritas racconta del campeggio con i diversamente abili a Castiglioncello.Lei e il suo fidanzato hanno deciso di sposarsi proprio durante una delle Messe di «Castiglio 2011»

rmai ci siamo, manca poco allapartenza per Madrid per

partecipare alla Giornata mondialedella gioventù. Il Vescovo allora li havoluti incontrare in casa sua, nelchiostro del vescovado, i partecipantidelle parrocchie cittadine.Saranno circa 150 a cui MonsignorGiusti ha augurato di vivere quelmessaggio che li accompagnerà neigiorni spagnoli “Radicati in Cristo,saldi nella fede” con laconsapevolezza che non esiste unradicamento più profondo, per chi saaccoglierlo, che in Cristo. «Tutticredono in qualcosa, ma che cosamerita fiducia?Colui che mi dà la speranza che sipuò volare anche oltre la morterendendo eterno quel desiderio divivere e di amare che accomuna tuttiquanti, chi in Dio ci crede e chi no».I ragazzi, rappresentanti della nostradiocesi e quindi “inviati” dal Vescovo,sono stati benedetti ed è statoconsegnato loro un bracciale di cuoiosimbolo del mandato che la chiesalivornese affida loro.

G.S.

O

In 150 verso Madrid

InviatidalVescovo

In alto: Selica con Mirco in un momento divertente a CastiglioncelloQui sopra e in basso: i ragazzi e i volontari del campeggio di Castiglioncello

NOVITÀ’ PER GLI ABBONATI

Le proposte ATLuovi sconti in arrivo per gli abbonati ATL.Nell’ambito della politica di sconti varata

ormai da qualche anno, è stato stipulato unaccordo fra l’Azienda e l’organizzazione diBolgheri Melody, la kermesse estiva che si tienenel mese di luglio a San Guido di Bolgheri.Bolgheri Melody porta fra i cipressi del Carduccialcune fra le migliori produzioni oggi incircolazione nel nostro paese, che spaziano dalballetto, alla musica fino al cabaret. Quest’anno,fra gli altri, sono in cartellone artisti comeGianna Nannini, che farà tappa qui con il suo“Io e te tour 2011”, il cabaret di GiorgioPanariello con il nuovo spettacolo“Panariellonon esiste”, fino al Corpo di Ballo della Scala diMilano che porterà in scena l’onirico “Sogno diuna notte di mezza estate”. L’accordo con ATLprevede l’applicazione di uno sconto a tutti ititolari di abbonamento, urbano o exreaurbano,che varia dal 10 al 15% a seconda dellospettacolo in programma, sconto che vienericonosciuto contestualmente a un abbonato e aun suo familiare. Per informazioni dettagliatesulle date degli spettacoli e degli sconti di voltain volta applicati è possibile consultare il sitowww.atl.livorno.it oppure direttamente il sitodella kermesse www.bolgherimelody.com.

G.D.

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 luglio 2011IV

DAL 14 LUGLIO AL 21 LUGLIO ILVESCOVO GUIDA IL PELLEGRINAGGIOIN TERRA SANTA

VENERDÌ 22 LUGLIONella mattina, in vescovado udienzelaici18.30 il Vescovo incontra la redazionede «La Settimana»

DOMENICA 24 LUGLIO12.00 Messa con alcune donnetoscane consacrate nell’OrdoVirginum16.00 il Vescovo celebra unmatrimonio a San MIniato

Agenda del VESCOVO

Diocesi informa

Lettera ai PARROCI L’invito a tutti i catechisti delle parrocchieal campo di formazione di settembre

Alla (ri)scopertadella vocazione di catechista

Centro Pastorale per l’Evange-lizzazione e la CatechesiUFFICIO CATECHISTICO DIO-CESANO

arissimi Confratelli,Vi scrivo per invitarvia comunicare ai vostricatechisti il Campo di

Formazione che si realizzeràda venerdì 2 a domenica 4settembre p.v. a Rosignano M.mo con la collaborazionedella Diocesi di MassaMarittima Piombino.Dopo averne parlato conMons. Vescovo, abbiamodeciso di farvi avere questalettera dove cercherò dispiegarvi cosa accadrà aquesto corso, giacché è laprima volta che realizziamoquesta proposta formativa perdei catechisti.L’obiettivo di questo campo èdi invitare i nostri catechisti ascoprire o riscoprire la lorovocazione a svolgere questoservizio/ministero nellachiesa livornese e nelle nostre

parrocchie. Nostra intenzione è di aiutarei nostri catechisti acomprendere l’importanza diformarsi ma soprattutto diavere una vita spirituale,basata sulla partecipazione aisacramenti e sulla direzionespirituale. La scelta di questo campo,deriva dalla consapevolezzache spesso i nostri catechisti,soprattutto i più giovani,pensano a questo ministerocome una sorta di hobby,visto che spesso nonpartecipano neanche allaMessa domenicale per nonparlare della loro frequenza alsacramento dellaConfessione.Ecco, quindi la scelta di fareun campo di formazione peraiutare i catechisti a vivere illoro servizio nella Chiesacome ministero, piuttosto cheessere di “volontari”.Di seguito sono indicate lediverse sessioni:* La vocazione del

catechista/la chiamata unarilettura biblica* Mettersi a servizio dellaChiesa e di Cristo* L’educazione: catechistaeducatore alla luce delDocumento Base* Educare nella Chiesa: laChiesa e il suo Magistero* La catechesi e la formazionebiblica* La spiritualità nellacatechesi e del catechista: isacramenti, la spiritualità e lapreghiera* Fare un progetto di vitapersonale* L’azione catechistica in unprogetto catechisticoparrocchiale

Come potete vedere ilpercorso che i nostricatechisti faranno sarà questoil catechista è chiamato asvolgere un servizio educativonella Chiesa, e alla luce delDB definire quindi l’Identikitdel catechista. Dopo questoprimo passo si passa ad

analizzare come questoministero è svolto nellaChiesa, che si fonda sullaSacra Tradizione e la Sacrascrittura (rif. DV 10). Solodopo questi approfondimentisi analizza come per ilcatechista è necessario avereuna vita spirituale e unproprio progetto di vita. Spero di avervi spiegatomeglio il motivo dellaproposta e sono certo cheinviterete almeno alcuni deivostri catechisti a parteciparea questo campo. In allegato a questa lettera visarà inviato anche il depliantche potrete consegnare aivostri catechisti, se necessariopotrete trovarli stampatianche in curia. Rimanendo sempre a vostradisposizione per ognidelucidazioni, vi salutofraternamente.

Don Fabio Menicagli

Per maggiori informazionivedi locandina pag.8

C

Libri da LEGGEREdi M.C.

Versace G. - Tutto il mondo dentro- Ed. SanPaolo, pp. 362, € 19,50

Giovanni Buscemi, detto u magu, è unopsicoterapeuta tornato da poco a Cittano-va in Calabria, da dove era sfuggito anco-ra ragazzo per inseguire i suoi sogni. Inpaese incontra Livia Antonietta, il suoamore di gioventù che le chiede di aiutareMaria, una diciassettenne che la madrecrede posseduta dal demonio. Giovanniinzia la terapia e comincia a scavare nelpassato della ragazza orfana di padre ecresciuta in un ambiente repressivo. No-nostante la cura sembri funzionare, anco-ra qualcosa rimane nascosto nel cuoredella ragazza. Intanto le malelingue diCittanova dicono che tra medico e pa-ziente ci sia una relazione e Maria vieneaggredita verbalmente e fisicamente da al-cune donne. Sarà proprio Livia che hariallacciato i rapporti sentimentali conGiovanni, a salvarla da loro e con pazien-za e intuito libererà la ragazza dai suoi de-moni interiori che in parte risalgono adun fatto accaduto molti anni prima.

BREVI DALLA DIOCESI

Pellegrinaggio Mensilea MonteneroSABATO 16 LUGLIO ALLE 8.15Ritrovo in piazza delle carrozze, proces-sione fino al Santuario e aseguire S. Messa

Portico di SalonomeDOMENICA 17 LUGLIO ALLE 19.00Presso la Fortezza Vecchia di Livorno, pre-sentazione meeting per l’amicizia tra i po-poli 2011 dal titolo « E l’esistenza diventaun’immensa certezza». Interviene il dott.Matteo Lessi

Giovedì nel chiostro di ACGIOVEDÌ 21 LUGLIO ALLE 21.15 NELCHIOSTRO DEL VESCOVADO(Vedi locandina in pagina)

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 luglio 2011 V

DI LUDOVICO GALLENI

iels Steenses nasce aCopenhagen nel1638. Il nome èchiaramente il tipico

patronomico scandinavo:Niels figlio di Steen. Inseguito, come era tradizioneper chi si dedicava alla scienzadal momento che la linguaufficiale degli scienziati era illatino, sarà latinizzato inNiccolaus Stenonis e infineitalianizzato in NiccolòStenone. La famiglia è ditradizione luterana e contanumerosi pastori. Studiaall’Università di Copenhagenmedicina e scienze naturali maben presto comincia i suoiviaggi in Europa. AdAmsterdam compirà la primascoperta anatomicaimportante descrivendo ildotto delle ghiandole salivariche ancora oggi porta il suonome: il dotto di Stenone,appunto.

UN AMBIENTE VIVACEDa Amsterdam si sposterà poia Leida, ambienteestremamente vivace anche dalpunto di vista filosofico eteologico e dove è attivoBaruch Spinosa. Dopo unbreve soggiorno nella sua cittànatale, si reca a Parigi doveancora compie ricerche dianatomia e dove tiene e poi dàalle stampe un seminariosull’anatomia del cervello chedi fatto segna la nascita dellamoderna neuro anatomia. Iltesto viene pubblicato infrancese nel 1669 ma ilseminario è tenuto da Stenonetra il 1664 e il 1665. Laaffascinante modernità deltesto è dovuto alla suastruttura che è un segno dellalucidità del metodo. Lapartenza è estremamenteilluminane: Stenone sidichiara ignorante neiriguardi dell’argomento maritiene necessario affrontareuno studio così arduo perchéil cervello è il luogo difrequenti e pericolose malattie.E inizia con una serrata analisidei più comuni errori deglianatomisti mostrando comespesso le idee errate sulcervello partano da una erratatecnica di dissezione, traqueste anche quelle cheriguardano Cartesio e le sueidee sulla ghiandola pineale,sede del contatto, per Cartesioalmeno, dell’anima col corpo. Stenone smonta le ipotesi diCartesio con l’arma delladissezione. Il cervello deveessere innanzitutto il banco diprova di una buona e correttaabilità anatomica, abilità chedi solito manca perché ilmedico e il chirurgo nonhanno tempo per impratichirsinella dissezione sul cadavere egli anatomisti cercano solo dimostrare la correttezza deitesti degli antichi senzacontrollare essi stessi connuove e più accurate tecniche.È un atto d’accusa nei riguardidel mondo della medicina checi fa capire quanto per Stenonesarà importante ripartire daParigi e giungere finalmente inToscana dove lo spiritoinnovatore di Galileo è ancorapresente nei suoi allievi e nellaatmosfera che si era creataattorno all’Accademia delCimento. Un’atmosfera chenon era tanto collegata allacritica della sterilitàdell’approccio tradizionale,

N

quanto semmai, in modo benpiù produttivo, alsuperamento di un vecchiomodo di insegnare grazie adun nuovo metodo di indagine.Questo nuovo metodo noncercava nella dissezione o piùin generale nella osservazionela conferma degli scritti degliantichi, ma con nuovetecniche e strumenticontrollava e sperimentava.

GLI STUDI IN TOSCANAIn pratica è in Toscana checoncluderà la sua attivitàscientifica anche se torna nel1672 a Copenhagen dovepubblica ancora unamonografia di zoologia. Maormai convertitosi alcattolicesimo in Toscana, nonsi trova più a suo agionell’ambiente scandinavo etorna, ormai deditoall’approfondimento della suanuova vocazione che loporterà poi al sacerdozio eall’episcopato. Morirà a

Schewrin nella Germania delNord, servitore povero di unachiesa povera, lui che era statouno dei più grandi scienziatidel diciassettesimo secolo.Ma il suo ultimo lavoro inToscana è forse il lavoro piùinteressante perché sarà daquesto lavoro che nascerà lamoderna geologia e poi lascienza dell’evoluzione primageologica e poi biologica.

I DENTI DELLO SQUALOA questo punto dobbiamoriflettere sui fossili. InfattiStenone dal 1667 comincia astudiare la geologia dellecolline toscane e in particolarequelle dell’entroterra livornesedove raccoglie resti di animaliinglobati nella roccia. Dopoqualche mese ha l’occasione diessere a chiamato a fare ladissezione di uno squalo cheera rimasto impigliato nellereti di alcuni pescatorilivornesi, e quindi si rendeconto che i denti del pesce

sono corrispondenti a dellepietre che lui aveva raccoltonelle colline dell’entroterra;quindi quelle pietre sono restidi animali. L’importanza nonè quella di aver capito l’origineorganica di quei resti che delresto era già stata compresa daaltri autori, tra cui Leonardoda Vinci, ma di essersidomandato come mai i restidello squalo fossero fuoriposto, non su un fondomarino ma su una collina.Stenone abbozza una primateoria dell’evoluzione delpaesaggio geologico. Vi eradunque un braccio di mare incui nuotava il pescecane: ilpesce morendo è finito sulfondo, quindi i suoi restierano effettivamente su unfondo marino. L’erosione e lasedimentazione hannocolmato il braccio di mare, isedimenti hanno coperto loscheletro e si sono trasformatiin roccia. Il mare si èallontanato e sulla roccia ècominciata l’operadell’erosione da parte delvento e dell’acqua. èricominciata l’erosione che hascavato e ha messo in evidenzai resti del pescecane. Quindiun fenomeno di cambiamentodel tempo dovuto ad erosionee sedimentazione ha portatocome conseguenza che ilpaesaggio naturale avesse unastoria importante in cui, ladove è il mare, la roccia sisostituisce al mare, poi vieneerosa e di nuovo ritorna ilmare

LA NOVITÀ DI STENONEIl punto chiave di Stenone èche dunque il tempo portatrasformazione nella natura:questa è la grande novità diStenone. Comincia nellascienza a farsi strada l’idea deltempo come portatore dicambiamento irreversibile. Civorrà più di un secolo, ma poiil cambiamento portato daltempo si estenderà dalle coseinanimate alle animate e sicomincerà a parlare dievoluzione. Ma tutto nasce daStenone e dai pescatorilivornesi!Il cambiamento nel tempo è lagrande novità che comincia ademergere. Stenone, comeabbiamo detto, lascerà quasisubito la scienza attiva, perchéuna volta convertito alcattolicesimo verrà ordinatosacerdote, poi vescovo, edandrà ad esercitare il suoepiscopato nel nord Europa,nelle zone luterane, dove,essendo conosciuto da tutticome un famoso scienziato,avrà una certa libertà d’azionenel seguire le piccole comunitàdisperse di quei luoghi. Alla sua morte, e su suarichiesta la salma verrà portataa Firenze e sepolto in S.Lorenzo. Il 23 ottobre del1988 è stato beatificato e ciauguriamo che prestodichiarato patrono di noievoluzionisti!

(Il riferimento per queste brevi notebiografiche è stata la voce SteensenNiels, scritta da Francesco Abbona peril dizionario interdisciplinare discienza e fede, curato das GiuseppeTanzella Nitti e Alberto Strumia epubblicato nel 2002 dalla UrbanianaUniversity Press e da Città NuovaEditrice. Ma vogliamo anche ricordarei biografi livornesi di Stenone:Roberto Angeli , Niels Stensen,Edizioni, San Paolo, 19962 e LionelloNegri).

L’evoluzione trai denti dello squalo

BEATO NICCOLÒ’ STENONE/3.........

Grazie al contributo del professor LudovicoGalleni, zoologo all’Università di Pisa,approfondiamo la conoscenza del beato Stenone sotto l’aspetto scientifico.Proprio a Livorno sviluppò le sue tesisull’evoluzione

SAN

TI e

BEATI

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 luglio 2011VI

La recente intervista della troupe di Canale 5

A MATRIX PERMEDJUGORJE

è chi dice che i media nazionali siinteressino a Livorno solo quando

capitano delle disgrazie ma fortunata-mente, almeno per questa volta, non èandata così.Lo scorso 2 giugno, infatti, una troupe di«Matrix», il programma serale di Canale5, è venuta nella nostra città per realizza-re un’intervista a Padre Maurizio sullavicenda della sua conversione personale.Il servizio, inserito all’interno di unapuntata speciale sui trent’anni di Medju-gorje, ha realizzato con l’occasione an-che una panoramica delle attività dellachiesa di Santa Rosa, con una breve in-tervista al gruppo giovani della parroc-chia.Il giornalista ha quindi giustamente scel-to di dare al suo lavoro una impostazio-ne poco «sensazionalistica», che più cheandare a scandagliare il passato di PadreNike, ha voluto mostrare i frutti concretiche la sua vita e la sua testimonianzahanno prodotto nella comunità che gli èstata affidata. Nonostante sia andata inonda ad un orario assai ingrato (intornoalle due di notte del giovedì successivo),l’intervista ha comunque avuto una certaeco, e qualche giorno dopo la parrocchiaè stata nuovamente contattata, questavolta dalla RAI, allo scopo di realizzareun nuovo approfondimento sull’interavicenda. Ma questa volta padre Maurizioha detto no. «Troppa televisione ci facorrere il rischio di montarci la testa» èstata la sua spiegazione. «Fino a che ser-ve a diffondere la nostra testimonianzadi fede, essa può senza dubbio essere unmezzo utile, ma se deve diventare unostrumento di vanità fine a se stesso, allo-ra è meglio lasciar perdere e sapersi fer-mare per tempo».

G.D.

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Senza i nostri giovaninon ci sarebbe nienteAlla parrocchia di Santa Rosa si moltiplica il numero dei fedeli: a colloquio con il parroco padre Maurizio De Sanctis

DI GIAMPAOLO DONATI

essuno è maicontento dellapropria sorte, lodiceva già il

poeta Orazio duemila epassa anni fa. E padreMaurizio, parroco diSanta Rosa, noto ai piùcome Padre Nike-appellativo che luituttavia non fa mistero dinon amare molto- non facerto eccezione allaregola. Quando loincontriamo, seduto suuna panchina, se ne sta lìad osservare pensoso ilprofilo della sua chiesa ,una costruzione dimattoncini rossi che simimetizza discreta fra lecase del quartiere,nascosta alla vista delpassante per il suosituarsi sopra il livellodella strada, come sel’architetto che laprogettò a suo tempoavesse voluto regalarlequalche metro in più divicinanza al cielo:«Presto - ci confessapreoccupato - saremocostretti a far allargare lacostruzione, dato cheessa non riesce più acontenere i fedeli chevengono a Messa ladomenica mattina».

Direi che questo non èproprio un«problema»…«In effetti è vero. Devoriconoscere che,nonostante tutto, questaparrocchia ha una bellapartecipazione di fedeli.E quando dico “bella”intendo non solo insenso puramentenumerico, ma anche perla qualità di come vienevissuta la celebrazione. Sivede che le persone sonopresenti non solo con ilcorpo, ma anche con ilcuore e si sentonoveramente parte dellaliturgia. E questo trasparechiaramente dalla gioia e

Ndall’entusiasmo con cuicantano e pregano».

Sì, ma addirittura direche bisogna allargarela chiesa, non è un po’un’esagerazione?«Basti pensare che ognimese distribuiamo,comprese le Messeferiali, circa diecimilaostie: considerando chedurante la settimanapartecipano alla liturgiauna ottantina di personeal giorno, si fa presto afare i conti di quantepersone vengono alladomenica».

Anche ottanta personeper una Messa ferialenon sono poche.... .machi partecipa sonotutte persone delquartiere o vengonoanche da altre zonedella città?«Questo sinceramentenon saprei dirlo, sonoqui da poco e nonconosco ancora bene ivolti delle persone.Quello che posso dire èche il quartiere in sérisponde molto bene econ entusiasmo alleiniziative dellaparrocchia. Qui alla Rosacredo che si possaveramente dire che lachiesa, oltre alla suanaturale funzionespirituale, ha anche unaforte finalità sociale,quella di far conoscere edi unire persone cheabitano vicine peraiutarle a diventare unasola famiglia. Capitaspesso che qualcuno mifermi per strada e midica. “Sa, prima non ciconoscevamo fra noi,vedevamo per stradadelle facce che nonavevano un nome.Adesso invece, grazie allaparrocchia, ci siamopresentati, e finalmentenon siamo più uninsieme di estranei, mauna vera comunità"».

Sembra di capire, daquest’ultimo discorso,che le cose non sonosempre andate così.....«Io sono qui da quasi unanno, e devo dire che perarrivare a questo risultatoc’è voluta grande tenacia:poi devo dire cheall’inizio c’era forse unpo’ di diffidenza nei mieiconfronti».

Già, qualcuno avràpensato: un prete exballerino, magaritrasformerà la chiesa inun circo....«Esatto: e c’è voluto unpo’ che per convincerliche non era così. Hodovuto cominciareproprio da zero: sonouscito dalla parrocchia, eper prima cosa sonoandato a incontrare imiei vicini di casa, inegozi attigui allaparrocchia: il barbiere, ilpanificio, con i quali hocominciato a tessere unlegame. Ma il grosso dellavoro l’ho fattoattraverso le benedizioni:in questo modo sonopotuto entrare nellefamiglie, ci siamoconosciuti da vicino e apoco a poco sonoriuscito a coinvolgerlenel progettoparrocchiale. Qui da noiormai ci sono sempreiniziative quasi tutti igiorni: cene, incontri dipreghiera, scuola dichitarra, una di ballo,una di recitazione, tuttecose che prima nonc’erano e che hanno fattoda collante per unire lepersone. Per l’autunnoabbiamo in cantierel’apertura di una scuoladi psicoterapia e uncentro di sostegno eterapia per dislessici.Tutto questo,naturalmente, senza maidimenticare che il centrodi tutto deve essere lapreghiera e l’adorazionedell’eucaristia. Non a

caso, per favorire lapartecipazione alla Messadurante l’estate, abbiamoinaugurato la “Messa deibagnanti” che si celebrerànella nostra parrocchiaogni domenica alle 21fino alla fine di agosto».

In effetti, sei statodefinito“un vulcano diidee”, ma fra tutte,quella di maggiorsuccesso è senzadubbio l’adorazionedel giovedì sera. Cosìad occhio, ci sarannoalmeno trecentopersone ogni volta.....«All’adorazionepartecipano anche moltepersone che non fannoparte della parrocchia, soanche di un gruppo cheviene addirittura tutte lesettimane daCastiglioncello. Mipiacerebbe dire che èuna mia iniziativa ma, adire il vero, l’idea non èpartita da me, ma dairagazzi della parrocchia:all’inizio dell’annoliturgico chiesi loro chetipo di attività volesserofare, magari conferenze,riunioni formative sutemi specifici: lororisposero che avrebberopreferito incontri dipreghiera, e prese cosìcorpo l’ideadell’adorazione. Mi fapiacere sottolineare ilfatto che l’adorazione, eil suo successo, sonomerito loro, e d’altrondea chi partecipa è evidenteche sono soprattutto loroad animarla con lamusica e il canto».

Padre Maurizio, non èla prima volta che elogipubblicamente i

giovani della tuaparrocchia: ma èpossibile che tu non tiriconosca mai alcunmerito?«Ma è la verità, le attivitàpiù importanti e leiniziative più belle sonosempre partite da loro:oltre all’adorazione,sottolineo che ognigiorno i giovani animanocon i loro canti anche lamessa feriale, e credo chesia una cosa pressochéunica che di questi tempidei ragazzi non solopartecipinoquotidianamente allamessa, ma addirittura sioccupino della suaanimazione. E anche inquesto caso, ricordo chesi sono offerti loro difarlo, senza alcunacostrizione. Adesso che èestate poi, dopo la messadelle 18, hanno avutol’idea di andare qualchevolta a recitare il Rosariosul mare: è una cosaimprovvisata sulmomento, scegliamouna spiaggia vicina, o laRotonda, o i Tre Ponti oanche altre- e ci rechiamotutti insieme lì a dire ilRosario. E che sia unainiziativa che parte daloro, lo prova anche ilfatto che, qualche volta,sono andati a recitarloanche da soli, senza dime, se magari capitavache avevo altri impegni enon potevo esserepresente. Il gruppo deigiovani, qui da noi, èsenza dubbiofondamentale, e possoaffermare con certezzache senza di loro nonriusciremmo a portareavanti quasi nessunadelle nostre attività».

adorazione alla parrocchia di santa Rosa, che si tiene ognigiovedì alle 21, è senza dubbio una delle iniziative che han-

no avuto maggior successo. Un appuntamento che ha superatoi confini della parrocchia ed è divenuta ormai un appuntamen-to diocesano, con quasi trecento partecipanti a ogni celebrazio-ne e gruppi organizzati che si muovono anche da fuori Livorno.Eppure, l’adorazione alla Rosa è in sé molto semplice, e segueogni volta uno schema abbastanza regolare e, in fondo, ripetiti-vo. Si comincia con il sacerdote che pone sull’altare il Santissi-mo, mentre il seguito è un alternarsi di canti, letture e preghierecon intenzioni spontanee provenienti di volta in volta dai fede-li presenti.Padre Maurizio, per quasi tutto il tempo, sta seduto o in ginoc-chio dietro l’altare, invisibile ai fedeli che stanno sulle panche, ela sua presenza si riconosce solo dalla voce che guida l’alternar-si delle varie fasi della adorazione. Solo alla fine, il sacerdote sialza e ostende il Santissimo a tutti i fedeli, ma non si limita, co-me avviene di solito, a farlo dall’altare: al contrario, il celebran-te scende fra il popolo percorrendo ad una ad una tutte le filedelle panche, mentre le persone si inginocchiano, e alla fine,quando padre Maurizio si avvia a riporre l’ostia nel tabernaco-lo, il popolo canta festoso come a dare un saluto a Gesù.Solo in fondo, finita l’adorazione, vi sono talvolta dei «balletti»più coreografici, come quello sulle note di «Preferisco il Paradi-so», ripreso e riproposto anche da Matrix e che è stato quindi vi-sibile da tutti i telespettatori italiani. L’adorazione è al momen-to sospesa durante i mesi estivi, e verrà ripresa, nelle intenzionidel parroco, a cavallo fra i mesi di settembre e ottobre prossi-mo.

G.D.

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Ogni giovedì in adorazione del Signore

SpecialeparrocchiaSanta Rosa

a com’è che la parrocchia diSanta Rosa, situata in un quar-

tiere tradizionalmente non certo te-nero con preti e cose ecclesiastichein genere, si è ritrovata improvvisa-mente traboccante di fedeli?Se il parroco preferisce rimanere insecondo piano, «scaricando» il me-rito soprattutto sul gruppo dei gio-vani, chi frequenta la Rosa non hadubbi: il merito è tutto suo, di pa-dre Maurizio. «Quando arrivò,qualche mese fa - racconta una par-rocchiana di mezza età - pensavoche sarebbe stato un prete frivolo,figuriamoci, un ex ballerino…. in-vece mi sono ben presto resa contoche è una persona molto seria e in-telligente». «Soprattutto umile - aggiunge unaltro - Basta vedere che durante l’a-dorazione si mette sempre in gi-nocchio dietro l’altare, diventandopraticamente invisibile, come se

non volesse chela sua figura di-straesse i fedelidal contempla-re Gesù espo-sto». «A me piaccio-no anche i bal-letti - dice una

ragazza delle più assidue - ma nonè che ne faccia molti, anche all’ado-razione sono soprattutto canti.Nuove attività in parrocchia? Sì, cene sono di più rispetto a prima, manon è questo il motivo per cui hocominciato a frequentare».Tutti poi alla domanda: «Che cosa

trovate qui di diverso rispetto a pri-ma o alle altre parrocchie?» rispon-dono in maniera unanime: «PadreMaurizio sa comunicare la gioiadella fede. Anche solo a guardare ilsuo viso si intuisce la profonditàdel suo sentimento di amore versoGesù e l’Eucaristia; ma soprattuttoci ha fatto capire che essere cristianinon vuol dire essere tristi e bac-chettoni ma, al contrario, renderetestimonianza agli altri mostrando-si felici e ricolmi di gioia per l’amo-re e la speranza che si portano nelcuore».

G.D.

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Alcune testimonianze

Voce di popolo

La parolaad alcuniparrocchianidella Rosa

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 luglio 2011 VII

Ecco i partecipanti al GUASTAGNO 2011

Un oratorio tutto da viverehe la parrocchianon vada mai invacanza lo sannoanche i bambini.

Sicuramente, lo sannobene quelli di Stagno, cheogni anno partecipano al«Guastagno», l’oratorioestivo della parrocchia disan Luca, che quest’annoha raggiunto la cifrarecord di 127 partecipanti.«Guastagno» deve il suonome al fatto che inorigine era nato dauna collaborazionefra le parrocchie diStagno e diGuasticce, che peròin seguito si èritirata. Ogni anno,dalla fine dellascuola fino alla finedi giugno, accoglieragazzi, chevengono suddivisiin gruppi a secondadell’età e vengonocoinvolti in attivitàvarie, laboratori,gioco enaturalmente...gite!Per saperne di piùabbiamointervistato MonicaCalvaruso, dell’équipe del«Guastagno».

Quest’anno eravatetantissimi...«Si. Il numero deipartecipanti è stato di127 bambini (magliagialla), 30 animatori dietà compresa tra i 14 e i20 anni (magliaarancione o rossa per imaggiorenni),14educatori di laboratorioe sport (maglia rossa) e11 persone (magliabianca) per il servizio divigilanza, accoglienza epreparazione merenda».

Vi aspettavate questapartecipazione?«Lo scorso anno hannopartecipato alGuastagno 110 bambinie tutti si sono trovatibene, quindi ciaspettavamo un grannumero diiscritti…arrivare a 127però è stato un beltraguardo! Abbiamoavuto anche un’ottimarisposta daiparrocchiani che si sonoofferti volontariamentesia per i laboratori, cheper le attività dilogistica».

Siete riusciti a trovareun numero sufficientedi animatori?«I nostri animatori sonotanti e non è stato unproblema trovarne a

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sufficienza: imaggiorenni sono giàdei veterani delGuastagno o di altrigrest, alcuni di essiverranno alla GMG diMadrid. Poi ci sono iragazzi dei nostri gruppidi mistagogia: gruppoSirio-K2 e gruppo Itaca;infine ci sono i ragazzidel Progetto strada chehanno già fattol’animatore negli annipassati e i ragazzi diGuasticce che hannoavuto con noil’esperienza dei campiestivi in passato. Dalmese di aprile tuttiquesti ragazzi hannopartecipato ad incontrisettimanali diformazione, inoltre 10di loro hanno fatto ibaby sitter dei bambiniche rimanevano amensa».

A quale fasce di etàappartengono iragazzi?«I bambini e i ragazziche hanno partecipatoal Guastagnoappartengono ad unafascia d’età che va dai 6anni ai 13 anni,praticamente dalla 1ªelementare alla 2°ªmedia.Da 3 anni i ragazzivengono divisi in gruppiin base all’età e allaclasse appena terminata,quindi: 1ª elementare,2ª elementare, 3ª e 4ª

elementare, 5ªelementare,1ª media e2ª media. Ogni gruppoè accompagnato da 6animatori fissi, mentrela 2ª media è più libera,ha dei compiti piùimpegnativi, comedisegnare le scenografieo curare il proprioballetto dellospettacolo, dipendonosolo da un educatore,d’altronde bisognavedere chi tra di loropotrà fare l’animatore ilprossimo anno! Questonuovo metodo deigruppi è molto positivoperché i bambiniall’uscita dei laboratorinon sono mai soli epossono giocare liberiin sicurezza. Gli adultiche sono al servizio divigilanza hanno unimpegno moltoimportante: controllarei bambini quando sonoin giardino e non farliandare via da soliall’uscita».

Quali attività vengonofatte fare?«Per parlare delle attivitàsvolte devo prima direcome è la giornata tipodel Guastagno:* Ore 8,00 accoglienzaper i bambini chehanno i genitori chelavorano presto* Ore 9,30 ritrovo epreghiera in chiesa.Lettura della storia diGiovanni Paolo II da

parte di un animatoreche fa le sue veci.* Ore 10,00 laboratori esport* Ore 11,00 gioco fuori* Ore 12,00 uscita, restasolo chi ha richiesto ilservizio di baby sitter* Ore 14,30 ritrovo epreghiera* Ore 15,00 laboratori* Ore 16,30 merenda* Ore 17,30 uscita, ilmartedì e venerdì corsodi basket.Le attività di laboratoriosono: decorazione,cucito, manualità,bigiotteria, bricolage esport (calcio epallavolo), spettacoloteatrale, balletti,scenografia».

Quali sono secondo tele attività piùsignificative che avetesvolto?«Sono tutte attivitàsignificative ed i genitoriquando hanno ritirano ilavoretti dei figli sonorimasti a bocca aperta.Manca purtroppo unlaboratorio di musica odi canto. Speriamo nelprossimo anno».

Quante gite avete fatto?«Come tradizione ilmercoledì c’è la gita alGuastagno: OasiSpondone, GiardinoSospeso di Riparbella,Acqua park di Cecina. Incaso di pioggia avevamoprevisto, diversamentedagli anni precedenti, dinon lasciare i bambini acasa ma trattenerli inoratoio».

Ma da quanti anni c’è ilGuastagno?«Il guastagno è nato nel2002 da un’idea di grestestivo di sr Adriana,personalmente iocollaboro con il parrocoe l’equipe dal 2007».

Quanto costa?«Il costo di iscrizione al

Guastagno 2011 è statodi 80 euro per 3settimane, oppure di 35euro per una settimana.Nel prezzo sonocomprese 2 magliette abambino e il cd dellefoto che verrà datodurante la festa delGuastagno in autunno.Per il servizio di babysitter il costo è stato di10 euro a settimana.Quest’anno si è svoltoda lunedì 14 giugno avenerdì 1 luglio».

L’oratorio diquest’anno aveva untema particolare?«L’oratorio 2011”è statoorganizzato da donPietro Grajper e daun’équipe ben affiatata;ha avuto come tema lastoria del beatoGiovanni Paolo II. Nellemagliette in 4 colori, èstata stampata propriol’immagine del papa e lasua famosa frase “Nonabbiate paura…aprite leporte a Cristo!”».

C’è un eventoparticolare diquest’anno che èrimasto impresso?«È stato importantel’incontro con il nostrovescovo, che ha fatto unquiz sul beato GiovanniPaolo II e nondimentichiamo ilmeraviglioso spettacolodell’ultimo giorno delGuastagno: le nostreanimatrici sono statebravissime a preparare2 recite e molti balletti.Sicuramente anche ivolti dei nostri bambini:ogni mattina uncentinaio di bambini cisalutava mostrando iloro bellissimi sorrisi,talora un po’ sdentati, lasera non volendotornare a casa cisalutavano sconsolaticon le faccine di millecolori, un miscuglio tratinta, nutella e leccornievarie. E poi l’arrivedercifinale: una grandeemozione!»

Ma qual è il vostrosegreto?«Il segreto delGuastagno 2011? Nonabbiamo lavorato. Cisiamo donati con amorealle famiglie esoprattutto ai bambini.Perché la nostra è unamissione importante:essere testimoni diCristo e operare conGesù nel cuore!»

Giampaolo Donati

Un nuovo capitoloper TV2000

IL NUOVO FORMAT “NEL CUOREDEI GIORNI”Un format innovativo dedicatoall’approfondimento di ogni campodell’attualità, con l’obiettivo di affrontarela sfida del digitale terrestre. È “Nel cuoredei giorni”, il maxi-contenitore cheTv2000, l’emittente dei vescovi italiani,ha appena inaugurato. “Abbiamoinvestito molto su questa iniziativa intermini di risorse umane e intellettuali”,ha dichiarato il direttore Dino Boffo.

TV APERTA ALLA BELLEZZA“Una tv come la nostra – ha proseguito –deve cercare di portare ai telespettatori illinguaggio della cultura, con un’otticacristiana”. Per Boffo, Tv2000, attraverso ilnuovo format, vuole essere la tv “deicercatori di Dio, aperta alla trascendenzae alla bellezza”. In questo contesto vannolette le dirette quotidiane della Messa edel Rosario da Lourdes e la scelta,all’interno del Tg, di dare spazio anchealle “buone notizie”, che, ha spiegatoStefano De Martis, direttoredell’informazione dell’emittente, “nonsono solo i fatti positivi che accadononella società, ma anche i risvolti positiviche si possono trovare all’interno ditragedie più grandi”. Questo nuovoprogetto dell’emittente, ha poi aggiuntoBoffo, “trova i nostri editori, che sonodiscreti e che si affidano alla nostraprofessionalità, solidali e attenti”.Con i giornalisti di Tv2000, a sei deiquali è affidata la conduzione del format,lavorerà anche Boffo che cureràpersonalmente la rubrica “Lettere aldirettore”, classico della tradizionegiornalistica italiana. “Non si tratta solodi rispondere ad una lettera, magaridando un sostegno spirituale allapersona in difficoltà – ha spiegato Boffo– ma di andare incontro personalmente achi scrive, nella consapevolezza che sitratta di persone e non parti di unamassa. Vogliamo coinvolgerci con lagente”.

UN LUOGO DI INCONTROSui contenuti del format, Boffo haspiegato che “temi di sicuro interessesaranno quelli legati alle carceri, allascuola, al lavoro, alla vita della Chiesa” e,rimanendo alla stretta attualità, anche lamanovra fiscale.“Voglio – ha ribadito il direttore – cheTv2000 sia una televisione schierata suiproblemi, coinvolta sulle questioni e chesia una casa ospitale per tutti. Nessunodeve sentirsi escluso perché dicentrodestra o di centrosinistra. Mi pareun fatto inevitabile perché nellacomunità cristiana si riconoscono tutti. Inostri media devono essere luoghi dieducazione e di confronto e non discomunica reciproca. Ma senzanascondere lo spessore dei problemi chenon vanno mistificati”.

UN LUOGO EMOZIONALEIl format sarà suddiviso in sette parti,come i sette colori che saranno utilizzatiin studio e abbraccerà la fascia oraria cheva dalle 8 alle 21.15. Si parte con larassegna stampa e si chiude con quelladei telegiornali. Gli stessi telespettatoripotranno intervenire, facendo sentire laloro voce attraverso l’interattività. Ancheper questo lo studio in cui si svolgerannole trasmissioni, ideato dalla scenografaFrancesca Montinaro, è stato pensato peressere un luogo emozionale. Ideatore del“nuovo flusso quotidiano” è Paolo Taggi,mentre la supervisione alla regia è stataaffidata a Duccio Forzano, che ha giàlavorato alle ultime edizioni del Festivaldi Sanremo e di “Che tempo che fa”.Dal Sir

L’indirizzo per la posta è: Nel cuore deigiorni, via Aurelia 796 – 00165 Roma –06/[email protected]. C’è ancheun contatto skype: nelcuoredeigiorni.TV2000 è visibile sui canali digitali

Nel cuoredei giorni

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 luglio 2011VIII