la settimana n. 30 del 27 luglio 2014

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ACCENDI la mente scegli la tua Università Corsi di Laurea A. A. 2014 - 2015 ACCENDI la mente scegli la tua Università Corsi di Laurea A. A. 2014 - 2015 EDITORIALE Obiezione di coscienza DON GABRIELE FANTINATI * Obiezione di coscienza è il rifiuto di adempiere un obbligo imposto dalla legge in quanto contrario ai propri profondi convincimenti mo- rali e alla propria coscienza. L’obiezione di coscienza configura quindi un caso di conflitto tra gli obblighi e i doveri imposti al cittadino dalle norme dello Stato e i propri principi morali e re- ligiosi. Nella maggior parte delle democrazie occidenta- li l’obiezione di coscienza è consentita dalla legislazione in quanto rientra nell’eser- cizio del diritto alle libertà di pensiero, di coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Il riconoscimento anche formale dell’obiezione di coscienza è quindi connesso storicamente al riconosci- mento pieno dell’individuo- persona e dei relativi diritti inalienabili. All’esistenza chiara e giuridicamente garantita di tali diritti si giunge attraver- so contributi successivi por- tati dal Cristianesimo, dal Rinascimento, dalla Riforma Protestante, dal Giusnatura- lismo, ed infine, dal liberali- smo. Tentiamo ora di applicare questo principio alla nostra realtà nel campo della salute e della medicina. In campo biomedico, viviamo tempi di accele- razione: la nostra sapienza scientifica corre ad un ritmo tremendamente più veloce della nostra saggezza mo- rale. Conosciamo e possiamo assai più di quanto le nostre intuizioni etiche sappiano dominare. In una situazione come questa, «sì» e «no» sono ri- sposte così approssimative e così affrettate da essere ine- vitabilmente inadeguate. Il rispetto della vita uma- na fin dal concepimento, la proibizione di disporne per una manipolazione totale, il divieto distruggerla, rifletto- no la percezione originaria presente nel cuore dell’uo- mo, per cui l’altro è un sog- getto e non un oggetto, una persona e non una cosa. E’ stato acutamente nota- to che, proprio dal riconosci- mento di questa originaria e irriducibile dignità dell’altro, dipende anche la dignità di soggetto del primo interlo- cutore. L’embrione è un esse- re umano a tutti gli effetti. Stiamo attenti a parlare di esseri che non sono persone, perché questa è la stessa cosa che dicevano i Romani degli schiavi, e anche a sostenere che l’embrione non ha certe funzioni mentali, perché un malato di Alzheimer può trovarsi nella stessa situazio- ne, e spero che nessuno pen- si di eliminarlo. Per un credente un indi- viduo è persona perché è im- magine di Dio, per un laico è persona perché soggetto di dignità, rispetto, responsabi- lità. Ma persona comunque, cioè qualcuno che vale. Due biologhe della Usl 18, il 1 aprile scorso, ancora prima, quindi, del via libera alla Fecondazione eterologa, dato dalla Consulta il 9 apri- le, hanno presentato obiezio- ne di coscienza. Esse svolgevano par- te del loro servizio preso il Centro di Procreazione Me- dicalmente Assistita (Pma) della stessa Usl 18. La loro decisione è sta- ta motivata dal fatto che la legge 40/2004, che regolava la Procreazione Medical- mente Assistita, è profonda- mente cambiata nel tempo, rispetto alla formulazione originaria, per effetto di in- terventi della Consulta che, tra l’altro, ha eliminato (sen- tenza 151/2009) il divieto di produzione di più di tre embrioni per ogni paziente e l’obbligo impiantarli tutti (art. 14) Da qualche tempo, di embrioni se ne producono molti di più e quelli non uti- lizzati vengono congelati. Anche nell’Usl 18, dicono le Biologhe, questa discrezio- nalità è diventata prassi. Le due biologhe non hanno più voluto continuare a scegliere tra un embrione e l’altro, per impiantarne alcu- ni (i migliori) ed escluderne altri. Quello messo da parte, che fine farà? Tutti sono vita umana. Questo è, in sintesi, ciò che ha mosso la loro deci- sione. Credo che la loro scel- ta debba essere accettata integralmente, rispettata e tutelata senza se e senza ma, come ogni diritto fon- damentale necessariamen- te richiede (salvo cessare, in caso contrario, di essere collocato a “fondamento”, costituzionalmente stabilito (art 2, 3, 10, 19 e 21 Costi- tuzione Italiana) delle carte fondanti la nostra conviven- za e società). Infatti il Comitato di Bioetica Italiano (Parere del Luglio 2012), interpellato in merito, ci ricorda come in questi ambiti controversi l’obiezione di coscienza assu- ma la funzione di istituzione democratica impedendo che le maggioranze parlamentari o altri organi dello stato neghino in modo autoritario la proble- maticità relativa ai confini della tutela dei diritti inviolabili” . *Incaricato Diocesano per la Pastorale della Salute GREST 2014 IN PIAZZA Festa in piazza a Rovigo per i Grest di Rovigo S. Francesco e San Bortolo, Boara, Granzette-Concadirame, Grignano e Borsea Bambini, ragazzi e giovani nella gioia Finis Terrae Il sentimento di umanità Le quotidiane tragedie del mare al Teatro dello Spirito di San Miniato Presentati i corsi di Laurea 2014-2015 La Laurea in Polesine pag. 17 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/RO Anno CXIV - N. 30 - Una copia 1,10 - Domenica 27 luglio 2014 - (Esce il giovedì) SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO pag. 10

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Page 1: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

ACCENDIla mente

scegli la tua Università

Corsi di LaureaA. A. 2014 - 2015

ACCENDIla mente

scegli la tua Università

Corsi di LaureaA. A. 2014 - 2015

EDITORIALE

Obiezione di coscienza Don Gabriele Fantinati*

Obiezione di coscienza è il rifiuto di adempiere un obbligo imposto dalla legge in quanto contrario ai propri profondi convincimenti mo-rali e alla propria coscienza.

L’obiezione di coscienza configura quindi un caso di conflitto tra gli obblighi e i doveri imposti al cittadino dalle norme dello Stato e i propri principi morali e re-ligiosi. Nella maggior parte delle democrazie occidenta-li l’obiezione di coscienza è consentita dalla legislazione in quanto rientra nell’eser-cizio del diritto alle libertà di pensiero, di coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Il riconoscimento anche formale dell’obiezione di coscienza è quindi connesso storicamente al riconosci-mento pieno dell’individuo-persona e dei relativi diritti inalienabili.

All’esistenza chiara e giuridicamente garantita di tali diritti si giunge attraver-so contributi successivi por-tati dal Cristianesimo, dal Rinascimento, dalla Riforma Protestante, dal Giusnatura-lismo, ed infine, dal liberali-smo.

Tentiamo ora di applicare questo principio alla nostra realtà nel campo della salute e della medicina.

In campo biomedico, viviamo tempi di accele-razione: la nostra sapienza scientifica corre ad un ritmo tremendamente più veloce della nostra saggezza mo-rale.

Conosciamo e possiamo assai più di quanto le nostre intuizioni etiche sappiano dominare.

In una situazione come questa, «sì» e «no» sono ri-sposte così approssimative e così affrettate da essere ine-vitabilmente inadeguate.

Il rispetto della vita uma-na fin dal concepimento, la proibizione di disporne per una manipolazione totale, il divieto distruggerla, rifletto-no la percezione originaria presente nel cuore dell’uo-mo, per cui l’altro è un sog-getto e non un oggetto, una persona e non una cosa.

E’ stato acutamente nota-to che, proprio dal riconosci-mento di questa originaria e irriducibile dignità dell’altro, dipende anche la dignità di soggetto del primo interlo-cutore.

L’embrione è un esse-re umano a tutti gli effetti. Stiamo attenti a parlare di esseri che non sono persone, perché questa è la stessa cosa che dicevano i Romani de gli schiavi, e anche a sostenere che l’embrione non ha certe funzioni mentali, perché un malato di Alzheimer può

trovarsi nella stessa situazio-ne, e spero che nessuno pen-si di eliminarlo.

Per un credente un indi-viduo è persona perché è im-magine di Dio, per un laico è persona perché soggetto di dignità, rispetto, responsabi-lità. Ma persona comunque, cioè qualcuno che vale.

Due biologhe della Usl 18, il 1 aprile scorso, ancora prima, quindi, del via libera alla Fecondazione eterologa, dato dalla Consulta il 9 apri-le, hanno presentato obiezio-ne di coscienza.

Esse svolgevano par-te del loro servizio preso il Centro di Procreazione Me-dicalmente Assistita (Pma) della stessa Usl 18.

La loro decisione è sta-ta motivata dal fatto che la legge 40/2004, che regolava la Procreazione Medical-mente Assistita, è profonda-mente cambiata nel tempo, rispetto alla formulazione originaria, per effetto di in-terventi della Consulta che, tra l’altro, ha eliminato (sen-tenza 151/2009) il divieto di produzione di più di tre embrioni per ogni paziente e l’obbligo impiantarli tutti (art. 14)

Da qualche tempo, di embrioni se ne producono molti di più e quelli non uti-lizzati vengono congelati.

Anche nell’Usl 18, dicono le Biologhe, questa discrezio-nalità è diventata prassi.

Le due biologhe non hanno più voluto continuare a scegliere tra un embrione e l’altro, per impiantarne alcu-ni (i migliori) ed escluderne altri.

Quello messo da parte, che fine farà?

Tutti sono vita umana.Questo è, in sintesi, ciò

che ha mosso la loro deci-sione.

Credo che la loro scel-ta debba essere accettata integralmente, rispettata e tutelata senza se e senza ma, come ogni diritto fon-damentale necessariamen-te richiede (salvo cessare, in caso contrario, di essere collocato a “fondamento”, costituzionalmente stabilito (art 2, 3, 10, 19 e 21 Costi-tuzione Italiana) delle carte fondanti la nostra conviven-za e società).

Infatti il Comitato di Bioetica Italiano (Parere del Luglio 2012), interpellato in merito, ci ricorda come “in questi ambiti controversi l’obiezione di coscienza assu-ma la funzione di istituzione democratica impedendo che le maggioranze parlamentari o altri organi dello stato neghino in modo autoritario la proble-maticità relativa ai confini della tutela dei diritti inviolabili” .

*Incaricato Diocesano per la Pastorale della Salute

GREST 2014IN PIAZZA

Festa in piazza a Rovigo per i Grest di

Rovigo S. Francesco e San Bortolo, Boara, Granzette-Concadirame, Grignano e Borsea

Bambini, ragazzi e giovani nella gioia

FinisTerrae

Il sentimento di umanità

Le quotidiane tragedie del mare

al Teatro dello Spirito di San Miniato

Presentati i corsi di Laurea 2014-2015

La Laureain Polesine

pag. 17

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abb. postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/ROAnno CXIV - N. 30 - Una copia € 1,10 - Domenica 27 luglio 2014 - (Esce il giovedì)

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA DIOCESI DI ADRIA-ROVIGO

pag. 10

Page 2: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

Tutto è semplice, evidente, chia-ro in questa domenica nella quale la Parola orienta alla saggezza umile, capace di scelte intelligenti, guidata da Dio.

I conti finali li tira Dio con un giudizio severo per chi non ha vo-luto capire, ma esaltante per chi ha accettato l’amore di Dio che guida alla gloria.

Il Signore concede il dono della sapienza a Salomone. Nel santuario di Gabaon, il maggiore di quei tem-pi, Salomone celebra il rito solenne della inaugurazione del suo regno con un colossale sacrificio d’olocau-sto. È lassù che Salomone ha una vi-sione notturna.

Nel dialogo che Salomone ha con Dio emerge limpidamente quel pro-filo che dominerà anche nei secoli successivi: egli è il perfetto sapiente e, per questo, anche il perfetto uomo di governo, su cui scende la benedi-zione divina, rappresentata – come sempre nella tradizione biblica – dal benessere e dal successo. Le espres-sioni sapienziali (tipiche di un modo di esprimersi e di vivere che più tardi conosceremo nella Bibbia) in questo dialogo sono numerose: il cuore che sa giudicare il popolo, distinguere il bene e il male, l’intelligenza per ben discernere il diritto, il cuore savio e perspicace.

Matteo ha raccolto nell’unità del suo vangelo diverse parabole di Gesù. Quelle del tesoro e della per-la sono gemelle tra loro e hanno lo scopo di esaltare il valore primario del regno di Dio, al quale bisogna sacrificare ogni altra realtà. Quella

della rete che raccoglie ogni tipo di pesce, compresi quelli “impuri”, se-condo le norme alimentari codificate dalla legge biblica e dalla tradizione giudaica, è una ripresa della parabo-la del grano e della zizzania, cioè del contrasto bene-male che sarà risolto solo alla fine dei tempi con il giudi-zio divino.

Paolo ci dice che il destino ultimo di tutta l’umanità redenta, ma anche di tutto l’essere è, dunque, una rige-nerazione, una ri-creazione. E tutto questo fa parte di un “disegno” di-vino che ci precede e ci supera, e che Paolo rappresenta con cinque verbi (conoscere, predestinare, chiamare, giustificare, glorificare). È un cerchio di salvezza e di pienezza che par-te da Dio e ritorna in Dio, e che ha come meta la nostra partecipazione alla gloria della risurrezione, offerta a noi in Cristo, risorto e glorioso.

A far sintesi potrebbe aiutarci sant’Agostino: “Insegnami la dolcez-za ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente”.

La sapienza mette in campo la scelta e il discernimento. Come si prospetta il rapporto tra la scelta e la conoscenza? La decisione impli-ca sempre un margine di rischio le-gato anche alla parziale mancanza di informazioni in cui ci troviamo a decidere. La scelta non è esente da questo rischio perché anche in essa sappiamo e insieme non sappiamo. La scelta – quando è scelta dell’altro, della verità, del bene o della propria vocazione – si basa sul sapere per in-

timità, sulla conoscenza partecipati-va, sul riconoscimento che è proprio dell’amore.

Quest’ultimo sembra richiesto essenzialmente dalla necessità quo-tidiana di confrontarci con il bene e il male. Ma questa alternativa non sempre si presenta in modo così net-to. Sovente siamo chiamati a sceglie-re rispetto a possibilità differenti che si presentano però tutte come buone. E non è detto che ciò sia dovuto sol-tanto al fatto che anche il male tende a travestirsi, a proporsi come se fos-se il contrario di quello che è. Capita pure di dover scegliere tra realtà di valore effettive, tra beni differenti, senza sapere come contemperarli e ordinarli. Alla scelta non è rispar-miato il conflitto tra valori che, nella concretezza delle situazioni, si mo-strano antagonisti. La saggezza nello scegliere sta quindi nell’attenzione a valutare tutte le ragioni in gioco, a coordinare i valori stessi che sono implicati senza eliderli, riportandoli anzi al loro criterio ultimo, il dono divino di un cuore saggio e perspica-ce, dono del suo amore..

Già il fatto che il tipo di cono-scenza su cui si fonda la scelta sia quello della conoscenza per intimi-tà e partecipazione suggerisce che questo criterio ultimo è dato, nella condizione umana, dall’amore. Sap-piamo bene, del resto, che una simile capacità di amare è per noi al centro di un cammino di apprendimento e di dono che dura la vita intera e che dovremo fare certo in prima persona ma non da soli.

d. Dante

Dopo cinquant’anni...POPOLO DI DIO IN MISSIONE

2 la Settimana domenica 27 luglio 2014comunità

Cosa ci è successo in questi ultimi cinquant’anni? Ci è successo troppo. La società democristiana, il sessantot-to che ha derealizzato le conquiste del Concilio per certi versi o le ha esasperate o enfatizzate, “mani pulite”, la riunificazione tedesca, la sensibilità donna o uomo, prete o laico, politica...

Siamo passati da una Chiesa gerarchica, maschile, sa-crale, maggioritaria, centrata sull’amministrazione degli strumenti di grazia ad una Chiesa minoritaria, esposta, fraterna, comunitaria, o sgangherata? Il seminario dioce-sano pellegrino in quattro sedi diverse...

Il corpo, il benessere ha il sopravvento sull’anima, il temporale sull’eterno, le emozioni e gli affetti su ragione e volontà. Il dogma, il nesso tra peccato e redenzione per la croce. Liturgia rovesciata nella lingua, collocazione del celebrante, musiche e strumenti, prediche e microfoni. Siamo passati da un Gesù divino, al fratello che ci ac-compagna; da una religiosità giuridica ad una religiosità privata o di gruppo associativo... Da una chiesa europea a una chiesa mondiale...

E’ possibile una parrocchia-comunità, popolo di Dio in missione? Ovviamente ci vogliono cento anni per smaltire una tale rivoluzione. E’ così, forse anche grazie a Dio è così.

“Il tempo è superiore allo spazio” ci dice Papa Fran-cesco che viene dalla fine del mondo. Meritano una me-ditazione seria i numeri 222-225 dell’Esortazione Evan-gelii Gaudium.

“Vi è una tensione bipolare tra la pienezza e il limi-te. La pienezza provoca la volontà di possedere tutto e il limite è la parete che ci si pone davanti. Il “tempo”, considerato in senso ampio, fa riferimento alla pienezza come espressione dell’orizzonte che ci si apre dinanzi, e il momento è espressione del limite che si vive in uno spazio circoscritto. I cittadini vivono in tensione tra la congiuntura del momento e la luce del tempo, dell’oriz-zonte più grande, dell’utopia che ci apre al futuro come causa finale che attrae. Da qui emerge un primo princi-pio per progredire nella costruzione di un popolo: il tem-po è superiore allo spazio.

Questo principio permette di lavorare a lunga sca-denza, senza l’ossessione dei risultati immediati. Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà im-pone. E’ un invito ad assumere la tensione tra pienezza e limite, assegnando priorità al tempo. Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaf-fermazione. Significa cristallizzare i processi e pretende-re di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci.

A volte mi domando chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi che costruiscano un popolo, più che ottenere risultati im-mediati che producano una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana. La storia forse li giudicherà con quel criterio che enuncia-va Romano Guardini: «L’unico modello per valutare con successo un’epoca è domandare fino a che punto si svi-luppa in essa e raggiunge un’autentica ragion d’essere la pienezza dell’esistenza umana, in accordo con il caratte-re peculiare e le possibilità della medesima epoca».

Questo criterio è molto appropriato anche per l’evan-gelizzazione, che richiede di tener presente l’orizzonte, di adottare i processi possibili e la strada lunga. Il Signore stesso nella sua vita terrena fece intendere molte volte ai suoi discepoli che vi erano cose che non potevano anco-ra comprendere e che era necessario attendere lo Spiri-to Santo (cfr Gv16,12-13). La parabola del grano e della zizzania (cfr Mt13, 24-30) descrive un aspetto importante dell’evangelizzazione, che consiste nel mostrare come il nemico può occupare lo spazio del Regno e causare dan-no con la zizzania, ma è vinto dalla bontà del grano che si manifesta con il tempo”.

d. Dante Bellinati

La saggezza1 Re 3, 5.7-12; Romani 8,28-30; Matteo 13, 44-52

XVII DOMENICA - A

Ha stupito Papa Fran-cesco dedicando il 2015 alla Vita Consacrata! Certo il Papa pensava alla intera Chiesa cattolica, con il cuo-re aperto all’umanità tutta. Il rapporto più intimo di persone che si innamora-no di Dio e gli consacrano tutta la vita diviene fatto che coinvolge l’uomo, ogni uomo. Ma all’interno del-la Chiesa, è divenuto un evento quest’annuncio. Il Papa indica nella “vita consacrata” una strada speciale che porta alla re-alizzazione del Vangelo e alla santità.

Vivere il VangeloGià Paolo VI° più volte

ricordava che” l’umanità ha più bisogno di testimoni che di maestri”! Mi ha sempre fatto impressione che molti dei fondatori – e sono tanti - istituivano Ordini e Con-gregazioni religiose per vi-vere integralmente il Van-gelo. Ora il richiamo suona invito a vivere il Vangelo integralmente. Il “vivere il vangelo” per annunciar-lo è missione della Chiesa tutta. Per la nostra Diocesi non possiamo ignorare che il Vescovo ha destinato il prossimo anno pastorale a d essere “Popolo di Dio in missione”. E’ invito ad essere testimoni. E’ invito a porci il problema di come realizzare il Vangelo in modo esemplare.

La Vita Consacrata e la nostra Chiesa

E la riflessione sulla vita Consacrata diviene attuale, diviene problema dell’intera Chiesa dioce-sana. E’ prima di tutto un problema che impegna a scoprire i segni di quelle “chiamate” che portano a “consacrarsi”.

Dio chiama anche oggi, soprattutto oggi che la gente sembra aver per-duto il senso del rapporto con Dio. Spesso si chiede la presenza del Consacra-to e della Consacrata ed è il modo con cui dire che il problema interessa. Ora è il momento non solo del por-si il problema, ma anche di avviarlo a soluzione.

Pregate il Padrone …Gesù dice: “Pregate il

padrone della messe perché mandi …”. La preghiera! La preghiera come prima e umile risposta. La preghie-ra personale e comunitaria. La preghiera liturgica, che è puntualmente indicata dal calendario liturgico nel “1° giovedì del mese”!

La preghiera spicciola e piccola, che è alla portata di tutti. Dalla preghiera di ringraziamento per la pre-senza dei Monaci Oliveta-ni a Lendinara al Santuario di N.S. del Pilastrello; dei Padri Cappuccini al Con-vento di accoglienza di vocazioni di Lendinara; al

Convento Comunità vo-cazionale di Rovigo,; dei Frati francescani dell’Im-macolata al convento di Adria; dei Servi della Ca-rità a Fratta Polesine e a Trecenta. Preghiera che è ringraziamento per i due Monasteri di Clausura a Rovigo in via Baseggio, 8 e in via Pascoli,28; per le Religiose Ancelle della carità a Badia; delle Figlie della Carità a Granzette e Boara; delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Lendinara e Rovigo; delle Figlie di S. Maria della Provvidenza a Fratta P., San Bellino e Tre-centa, dell’Istituto di N.S. del Carmelo a Pissatola; delle Suore Pie Operaie di San Giuseppe a Gaiba; delle Suore Sorelle della Misericordia a S. Apollina-re; delle Suore Amiche di Gesù a Ficarolo; delle Suo-re Carmelitane di S. Teresa di Torino ad Adria Catte-drale e San Vigilio; delle Suore Pastorelle a Corbola; delle suore Missionarie del Lieto Messaggio a Canal-novo e Gaiba; delle Suore Orsoline a Castelmassa; delle Suore Serve di Maria Riparatrici a Adria, Aria-no, Costa, Rovigo Centro Mariano e Casa Dolores; delle Suore Terziarie Elisa-bettine a Baruchella e delle Suore di Bene – Tereziya alla Casa del Clero a Ro-vigo.

E della preghiera di

ringraziamento per la presenza delle Consacrate negli istituti secolari: delle Angeline ad Adria; delle Missionarie della Regalità di N.S.G.C.; delle Oblate di Cristo Re; della Famiglia Missionaria della Reden-zione e della Mamme della Piccola Casa San Leopoldo di Rovigo.

Umili supplicheE con la preghiera di

umile supplica, perché le risposte di ragazze e giovani siano sempre più numerose e non vengano a mancare queste preziose e generose testimonianze segno della bontà del Si-gnore che con i loro cari-smi ci facilitino il vivere ed annunciare il Vangelo, ed essere veramente Popolo di Dio in Missione.

Ricchezza di carismiLa preghiera si fa aper-

tura di animo e di mente per avere il coraggio di orientare i nostri giovani e le nostre ragazze là dove possono realizzare la loro chiamata e non aver paura di lasciarli intraprendere nuovi cammini.

Quei cammini che lo Spirito Santo sempre su-scita per facilitare agli uo-mini e alle donne di buo-na volontà, l’avvento del Regno.

Il Delegato vescovile per la Vita consacrata

Religiosi e religiose in diocesi

Verso l’anno de “La vita consacrata”Preghiera ed impegno

Page 3: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

3la Settimanadomenica 27 luglio 2014 attualità

La Chiesa di Corea che acco-glierà papa Francesco nel pros-simo mese, è famosa anche per-ché è nata per iniziativa ed im-pegno dei laici. Viene alla mente questo dato così ricco di signifi-cato, riflettendo sull’intenzione missionaria che l’Apostolato della Preghiera ci ha proposto in questo mese di luglio ormai al termine. L’invito missionario ad uscire fuori, ad andare verso le periferie che papa Francesco ci offre con la “Evangelii gau-dium” e l’esortazione insistente

del nostro vescovo all’impegno dell’annunzio sono li a ricor-darci che tutti siamo chiamati a riscoprire il nostro impegno missionario. Potremmo dire, senza rischio di smentita, che il futuro cristiano della nostra re-altà italiana e polesana dipende proprio dall’impegno missio-nario dei laici. Infatti il grande problema che siamo costretti ad affrontare è la disaffezione dei più, l’atteggiamento consu-mistico con cui ci si accosta al fatto religioso. Si può spiegare tutto questo con un imperante clericalismo che ha caratterizza-to le nostre comunità fino a non molti anni fa. L’abbondanza di clero, infatti, ha portato ad asse-gnare ai preti in modo esclusi-vo, mansioni che potevano es-sere tranquillamente svolte da laici. Ciò ha portato a far cresce-re l’idea che il portare agli altri, ancor lontani, Colui che nella fede abbiamo incontrato, fosse

compito esclusivo delle persone consacrate nel sacerdozio o nel-la vita religiosa. Il disimpegno, il rimandare ad altri ogni possibile disponibilità è stato inevitabile. Tutto ciò perdura insistente pro-vocando, o comunque, favoren-do quella cristianizzazione che tutti lamentiamo. L’intenzione di preghiera, tuttavia, pur pre-supponendo un’idea di base, ci invita a volgere la nostra atten-zione ai “laici che annunziano il Vangelo nei paesi più poveri”. Su di loro invochiamo il Dono dello Spirito Santo, che il Padre invia per mezzo del Figlio, allo scopo indicato. Anche un laico è mandato dal Padre, per mez-zo del Figlio nella potenza dello Spirito Santo. La missione gene-rale della Chiesa, voluta dal Pa-dre nel Figlio con la grazia dello Spirito, si riflette in ogni battez-zato e cresimato. La realtà mis-sionaria dei laici nei paesi “più poveri”, è un dato estremamen-

te vivo e ricchissimo di atten-zione ammirata. I missionari, in questi paesi, non farebbero nul-la e non avrebbero concluso un granchè se non avessero goduto d’una collaborazione continua, attenta e generosa di catechisti e/o animatori di comunità. La scarsità di clero di cui noi sof-friamo sempre più e che ci met-te in grosso affanno pastorale, quelle chiese dei paesi motivo della preghiera, l’hanno già spe-rimentata e, con l’esperienza, ci hanno anche indicato le vie da percorrere per assicurare co-munque l’annunzio del Vange-lo e un normale vita ecclesiale. I laici che là operano, comunque, hanno bisogno di tanta grazia di Dio perché sempre lo accompa-gni una fede convinta, una sal-da speranza e un’ardente carità. Anche loro sono fatti di carne e ossa e possono, come tutti, sba-gliare. Il rischio di predicare se stessi, di abbattersi nelle diffi-

coltà che tutti incontriamo o di esaltarsi oltre misura per qual-che successo pastorale è sempre incombente. Occorre poi che siano particolarmente ricchi di sapienza per “incarnare” il mes-saggio evangelico nelle realtà, spesso drammatiche, di questi paesi. Senza ridurre la predi-cazione evangelica a semplice proposta di liberazione socio-economica, devono comunque saper mostrare come il Vangelo, che mira innanzitutto a conver-tire i cuori, sia anche motore e provocazione continua a cercare e realizzare una emancipazione globale che faccia risplendere la grandezza della persona uma-na, creata da Dio e redenta dal Signore Gesù, motivo unico e fine esclusivo di ogni evange-lizzazione, di ogni impegno del singolo battezzato e della comu-nità ecclesiale.

Don Vittorio De StefaniParroco di S. Sofia di Lendinara

La Chiesa

di Corea

“Un’esperienza unica…mettiti in gioco” è questo lo slogan, l’invito, rivolto ai giovani, ai meno giovani, e a quanti desiderano vivere una ricca esperienza di in-contro e di amicizia. Infatti nella prima settimana del prossimo mese di settembre sarà in Polesine il Gruppo musicale internazionale del Gen Verde, l’iniziativa, quasi unica nel suo genere, nasce dalla preziosa colla-borazione tra alcune parroc-chie della Diocesi di Adria-Rovigo, e cioè: Occhiobello, Gurzone e Santa Maria Maddalena, si tratta di un importante progetto musi-cale rivolto a tutti ad essere protagonisti di una impor-tante esperienza che punta a lasciare un segno nelle co-munità e nelle persone, e in particolare offrire ai giovani una opportunità concreta di incontro, di conoscenza, e di condivisione dei propri ta-lenti, e di confronto riguar-do quelli che sono i valori positivi della vita.

Il Gruppo Internazionale del Gen Verde sarà presente nel territorio con un intenso programma di tre giorni, da giovedì 4 settembre, venerdì 5 e sabato 6 settembre 2014.

Le attività avranno ini-

zio con gli incontri nei gior-ni di giovedì 4 e venerdì 5 settembre presso il Centro Parrocchiale di Santa Maria Maddalena e si conclude-ranno con il Grande Concer-to finale di sabato 6 settem-bre che avrà luogo presso la Zona Artigianale di Occhio-bello, nell’area esterna di via delle Scienze.

Il Gen Verde è una delle tante realtà, espressione del Movimento dei Focolarini Fondato da Chiara Lubich, è una band tutta la femminile composta da 21 donne, mu-siciste e artiste provenienti da 13 nazioni diverse. La sede del Gruppo è Loppia-no (FI) nella cittadella del Movimento dei Focolari. Il Gruppo, attraverso la musi-ca e l’arte, intende offrire un messaggio per una cultura globale di unità e di “fratel-lanza universale”.

Il Gen Verde attraverso il suo ultimo lavoro “Start Now” collabora e interagi-sce con gruppi di giovani attraverso alcune sessioni di workshop nelle svariate for-me di canto, danza, teatro, percussioni. In questa no-stra intervista diamo voce al gruppo promotore dell’ini-ziativa formato da: don Alberto Rimbano vicario

parrocchiale di Santa Ma-ria Maddale-na, con Paola, Mara, Alberto ed altri amici.D - Il Gen Ver-de sara nella vostra Unita Pastorale per proporre il suo messag-gio. Possiamo spiegare di cosa si tratta?

R - Il Gen Verde attra-verso il suo ultimo lavoro “Start Now” collabora e in-teragisce con i giovani che incontra nelle piazze, nel-le comunità, proponendo laboratori arti-stici di teatro, canto, danza, percussioni, in un intenso programma

di tre giornate che culmine-ranno nel Concerto finale in cui i giovani e gli artisti del Gen Verde si troveranno fianco a fianco protagonisti sul palco.

D - Chi e il Gen Verde e quale messaggio pro-pone? R - Una Band tutta al

femminile, espressione del Movimento dei Focolari, composta da 21 ar-tiste professioniste provenienti da 13 Paesi del mondo, questo comporta che ognuna di loro porti una diversità culturale che rende unico il loro mes-saggio: realizzare una cultura globa-le di pace, dialogo e unità attraverso l’arte. In 47 anni di attività hanno re-alizzato circa 1400 spettacoli in Europa, Asia, Sud e Nord America.

Credo che questa inizia-tiva sia nata dal desiderio, dal sogno di proporre qual-cosa di unico e di speciale per i nostri giovani e per tutti coloro che desiderano vivere questa nostra propo-sta, possiamo dire che siamo stati guidati da una forza su-periore, ci siamo incontrati

quasi per caso, abbiamo unito i nostri pensieri, e cosi è nata questa iniziativa.

D - Come si e costituito il gruppo organizzatore e quali obiettivi anima l’iniziativa? R - Un giorno Paola,

una delle ragazze del no-stro gruppo, è piombata in canonica dicendo: “don, possiamo pensare di orga-nizzare qualcosa di bello, di importante cercando cosi di aggregare i giovani della nostra parrocchia?”

Da lì è partito tutto. Il giorno successivo aveva-mo già un appuntamento in agenda con due ragazze del Gen Verde e poi è stato un susseguirsi di confronti e valutazioni con i sacerdoti delle parrocchie organizza-trici fino a costituire questo gruppetto in cui ci siamo conosciuti quando ancora l’idea era in embrione e non sapevamo se saremo riusci-ti a dare il via definitivo al progetto.

Continua a sostenerci e darci entusiasmo il desi-derio di offrire ai giovani un’iniziativa di qualità per esprimersi e conoscersi; non solo ai giovani che so-litamente frequentano la parrocchia, ma a chiunque sia disponibile a condivide-re un’esperienza artistica e umana significativa.

D - A chi si rivolge la vostra proposta, chi do-vrebbe partecipare?

R - La propo-sta è rivolta in modo particolare a tutti i giovani dai quattordici ai venticinque anni, e non solo delle comunità di Oc-chiobello, Gurzo-ne, Santa Maria Maddalena, ma da qualsiasi altra

zona. Non sono richiesti parti-

colari talenti o doti, ma solo il desiderio di mettersi in gioco, fianco a fianco con al-tri giovani e accompagnati dagli artisti del Gruppo Gen Verde per imparare e perfe-zionare un’esperienza arti-stica. Possiamo concludere dicendo che l’esperienza e il Concerto finale è offerto a tutti, ragazzi, giovani, adul-ti, famiglie.

Settimio Rigolin

Mons. Giampaolo Crepaldi

Panorama sconcertante

Le conseguenze della fecondazione eterologa“Una grande mobilitazione delle forze del

bene” per “fare obiezione di coscienza rispetto ai tanti fenomeni di violenza a cui la feconda-zione eterologa aprirebbe la strada”. La chiede mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e presidente dell’Osservatorio Cardi-nale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, riflettendo sulla questione della fecon-dazione eterologa dopo la sentenza della Cor-te costituzionale in materia. Il presule mette in guardia da due “elementi di novità”.

In primo luogo “la praticabilità della fecon-dazione eterologa in un contesto di assenza di limiti legislativi di sorta”, che “apre la possi-bilità di un selvaggio mercato dell’eterologa nel quale vengono meno fondamentali valori legati alla persona umana, alla procreazione e alla famiglia”.

Al riguardo, mons. Crepaldi preconizza “un quadro che atterrisce”, fatto tra l’altro di “mercato senza limiti dei gameti”, “feconda-zione incontrollata da parte di ogni tipo di coppia”, “utero in affitto”, “‘famiglie’ plurige-nitoriali o monogenitoriali”, “tecnicizzazione assoluta della procreazione”. Secondo elemen-to di novità è invece l’affermarsi di un “dirit-to al figlio”, che “rompe con la visione della persona umana come avente in sé una propria dignità”, in base alla quale “si possono vanta-re diritti sulle cose, non sulle persone”.

Il presidente dell’Osservatorio vede “una ri-creazione dell’identità umana e delle relazio-ni umane fondamentali, quali la riproduzione, il matrimonio, la famiglia, le relazioni tra figli e genitori”, chiedendo di condurre “una rifles-sione molto seria su questo sconcertante pano-rama e trovare una linea di condotta sia per quanto riguarda l’approccio culturale sia per quanto riguarda le iniziative pratiche e politi-che da portare avanti”. È “sul piano culturale” che “va combattuto questo processo di elimi-nazione della natura e della natura umana”.

Da qui la richiesta di “una grande mobi-litazione”, poiché “l’opposizione culturale alla fecondazione sia omologa sia eterologa, la proposta di una visione bella e libera del-la sessualità, della vita coniugale, della fami-glia naturale, di un modo umano di amarsi, di accogliere la vita e provvedere ad essa, di educare i figli per introdurli nel mondo con-sapevoli della loro dignità, devono diventare di massa”.

E “alla lotta culturale - prosegue - deve ag-giungersi un forte impegno collettivo, da par-te di singoli e gruppi associati”, da condursi “nella scuola, nelle strutture sanitarie, nelle amministrazioni locali”, nonché un impegno politico e legislativo. “Governo e parlamento - chiede mons. Crepaldi - devono prendere in mano l’intera questione”, impegnandosi “con-tro la fecondazione eterologa anche nella for-ma di approvazione di leggi che ne riducano sul piano pratico gli effetti negativi”.

OcchiobelloGurzoneSanta Maria Maddalena

Gen Verde

WORKSHOP & CONCERTO4 - 5 - 6 Settembre 2014

S.M. Maddalena - Occhiobello (RO)

COMUNE DI OCCHIOBELLO

Con il patrocinio di:In collaborazione con:

PARROCCHIE DI OCCHIOBELLO E GURZONE

PARROCCHIA DIS.M. MADDALENA

Don Alberto Rimbano

Page 4: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

4 la Settimana domenica 27 luglio 2014societàSan Martino di Venezze

Allevare lumache: una storia imprenditoriale polesana

Con Roberta Pellegrini di Coldiretti, l’agricoltura diventa innovazioneFanno la doccia nebu-

lizzata al calar del sole, escono nella frescura della notte alla velocità di 8 me-tri all’ora, ma se le perdi di vista un attimo ti hanno già seminato. Sono le chioccio-le dell’azienda agricola “La lumaca birichina”, associa-ta Coldiretti di San Martino di Venezze, dove Roberta Pellegrini, aiutata dal fra-tello Lorenzo, alleva chioc-ciole da gastronomia della specie Elix aspersa Müller, a ciclo biologico completo, dirette al mercato della ri-storazione.

“Sono timide e curiose; si muovono di notte e si chiudono di giorno; hanno bi-sogno di una me-todica ir-rigazione nebul iz -zata per mantenere l’umidità. E non si creda che siano tan-to lente – racconta Roberta Pellegrini. – Tante volte mi è successo di lasciarne lì una un attimo, pensando di ritrovarla con la scusa che va piano: niente da fare”. La storia imprenditoria-le di Roberta Pellegrini e delle sue chiocciole è affa-scinante e parla di amore per quel piccolo mollusco: “Io osservo molto le mie lumache – racconta – per studiarle e capirle, e anche per potenziare al meglio il mio allevamento aumen-tando la produzione, ma, soprattutto, per portare le mie chiocciole alle caratte-ristiche ottimali di un’alta qualità delle carni”.

L’idea è assolutamente innovativa per il Polesine. Due anni fa, Paolo, genero di Roberta, emiliano con in

mente la Sagra del-la lumaca di Casu-maro, nel ferrarese,

la butta lì: “Facciamo un al-levamento di chiocciole?”. “Facciamolo!” E’ la risposta di Roberta, imprenditrice di mente aperta che pensa a come valorizzare l’azienda agricola di famiglia.

“Allora – racconta Ro-berta Pellegrini – non mi rendevo conto che sarei andata incontro a qualcosa che non conoscevo assolu-tamente e che ha richiesto importanti investimenti, energie e tempo”.

I fratelli Pellegrini stu-diano, visitano le realtà produttive siciliane, allesti-scono un ettaro di terreno con recinti seminati con vegetali selezionati e, nel marzo 2013, con grande emozione, vi immettono 80 mila chiocciole riproduttri-ci. La prima raccolta avvie-ne proprio nei mesi di mag-gio e giugno di quest’anno:

30-35 chili al gior-no, a mano, alle 5 di mattina; ma l’impianto è an-cora giovane e ci vorranno tre anni per andare in pie-na produzione.

“Una volta raccolte – spiega Pellegrini – le la-sciamo una deci-na di giorni nei cesti senza cibo, dove si purifica-no ed espellono i residui, quindi si opercolano, cioè chiudono con la bava l’entrata del-la casetta per pre-servare l’umidità, ed entrano in una

sorta di letargo forzato. A quel punto vengono siste-mate in sacchetti di rafia e sono pronte per la commer-cializzazione”.

Neanche a dubitarne, l’impianto è stato control-lato dall’azienda sanitaria locale che ha analizzato anche l’acqua. In sostanza le chioccioline de “La lu-maca birichina” hanno una carta d’identità certa: si sa dove sono nate, dove son cresciute, cosa hanno man-giato e perfino da quale re-cinto sono state prelevate. “Purtroppo – spiega Ro-berta Pellegrini – anche noi elicicoltori subiamo la con-correnza sleale di importa-tori stranieri, che vendono a prezzi stracciati, lumache selvatiche raccolte nei giar-dini spesso senza controllo. Niente a che vedere con la nostra Elix aspersa Muller, che è più piccola, di colore più chiaro e molto apprez-zata in gastronomia per la delicatezza e la morbidezza delle carni, ricche di protei-ne e di sali minerali”.

Pescaturismo

Una novantina di pescatori veneti ricevono il patentino

Ultimo corso dal 28 luglio al 5 agosto a CaorleUna novantina di pescatori professio-

nisti del Veneto si sono diplomati “pesca-turisti” e, a conclusione delle prime due edizioni del “Corso di formazione per attività di pescaturismo” organizzato e realizzato da Isfid Prisma, in collaborazio-ne con Legacoop Veneto, Federcoopesca, Agrital e Impresa pesca Coldiretti, hanno ricevuto il “patentino” che li abilita ad operare in questo promettente e suggesti-vo segmento del turismo legato al territo-rio litoraneo, al mare e al pescato locale.

“Molti protagonisti del mondo della pesca stavano attendendo queste azio-ni formative per poter dare il via ad una attività complementare al loro lavoro, ri-cercata dai numerosi ospiti che da tutto il mondo scelgono il Veneto come meta per le loro vacanze – ha ricordato l’assessore regionale alla pesca Franco Manzato – e utile ai pescatori per avere un reddito ag-giuntivo e differenziato in una fase di pe-sante crisi del settore peschereccio”.

Indirizzato agli imprenditori ittici interessati a svolgere l’attività di pesca-turismo, prevista dalla legge regionale del 2012 che disciplina questo comparto assieme a quello dell’agriturismo e dell’it-titurismo, i corsi hanno permesso una

partecipazione totalmente gratuita, grazie ad un contributo della Regione. Ciascuna delle due edizioni finora realizzate, svol-tesi rispettivamente a Cà Savio di Cavalli-no Treporti e a Caorle, ha visto la presenza di 50 operatori, molto attenti e coinvolti. Tutti hanno infatti superato con successo la prova finale, ottenendo così l’ “Attesta-to d’idoneità al pescaturismo”. Un terzo e ultimo percorso formativo si svolgerà a Caorle dal 28 luglio al 5 agosto e coinvol-gerà altri 40 partecipanti.

Il programma didattico prevede quat-tro moduli: il primo (10 ore) sulle normati-ve in materia di sicurezza a bordo (primo soccorso, lavoro, navigazione, dotazione e attrezzature obbligatorie per la pesca e il pesca turismo); il secondo (sempre da 10 ore) sulla normativa in materia igienico-sanitaria pertinente la preparazione, con-servazione e somministrazione di alimen-ti; il terzo modulo (6 ore) sulle normative pertinenti l’esercizio e le attività di pesca (professionale e sportiva e di pescaturi-smo) nelle acque interne del Veneto (siste-mi di pesca consentiti e vietati); infine il quarto (4 ore) sulle normative regionali in materia di tutela e salvaguardia ambien-tale.

Lusia - XI Concorso IPG

Premiate le migliori insalate: “cappuccia” e “gentile”

E’ stata una giornata in-tensa e ricca di eventi a Lu-sia, venerdì 18 Luglio, ini-ziata con le prove in campo presso l’azienda “L’Insa-latiera” dei f.lli Braggion per individuare la miglior lattuga cappuccia e gentile da utilizzare nel periodo estivo, che sia resistente alla fusariosi e, terminata con la premiazione del concorso IGP.

Durante la gior-nata abbiamo an-che avuto l’onore di avere la presenza in azienda del Prefet-to di Rovigo Dott. Francesco Provolo che ci ha seguito an-che presso l’evento “Orti in Festa” presso l’azienda DavìPlant.

Numerosa la presenza in campo ed interessata ai risultati delle prove che, nonostante le difficoltà me-teo degli ultimi giorni era-no comunque abbastanza evidenti.

I risultati ottenuti e le analisi verranno più avanti messi a disposizione degli operatori del territorio.

Dopo le prove in cam-po, il pomeriggio è prose-guito con l’inaugurazione della manifestazione “Orti In Festa” la visita agli im-pianti della ditta DavìPlant ed è proseguita con la pre-sentazione del libro “a me ricordo” scritto da Pietro

Davì fondatore della ditta stessa DavìPlant.

All’interno dell’area della manifestazione “Orti in Festa” è presente una esposizione di Insalata di Lusia IGP un’attività promozionale svolta dal Consorzio di tutela con il contributo del Gal Adige e che ha come scopo la pro-mozione della conoscenza del prodotto.

In serata, alle ore 22.00 circa si è tenuta la premia-zione dell’XI° Concorso IGP, tradizionale concorso che premia la migliore In-salata Cappuccia e Gentile delle aziende certificate IGP.

In collaborazione con Mercato di Lusia, Comune

di Lusia e con il con-tributo di Bancadria, è stato organizzato il tradizionale concorso che ha visto impe-gnate due giurie, una giuria per il prodotto ed una giuria per la

valutazione dell’azienda. Nonostante i problemi cli-matici dei giorni preceden-ti il prodotto presentato era di buona qualità.

Hanno vinto per la ca-tegoria Lattuga Cappuccia: 1° classificato: Hortus No-vus; 2° classificato: L’Insa-latiera di Braggion; 3° clas-sificato: Capato Angelino, Mario, Bruno.

Hanno vinto per la ca-tegoria Lattuga Gentile: 1° classificato: Dal Barco Pao-lo; 2° classificato: L’Insala-tiera di Braggion; 3° classi-ficato: Hortus Novus.

Il consorzio ringrazia tutti coloro che hanno con-tribuito e collaborato alla buona riuscita della mani-festazione.

Dal 2008 ad oggi sono stati più di 13.000, di cui circa 3.000 solo per quanto riguarda l’ultimo anno, i soggetti che hanno bene-ficiato delle 335 iniziative formative e seminariali complessivamente orga-nizzate in tutto il territo-rio veneto nell’ambito del Programma Regionale di Promozione dell’Impren-ditoria Giovanile e Femmi-nile. I risultati raggiunti e le prossime iniziative sono stati presentati oggi presso la Camera di Commercio di Vicenza dall’assessore regionale allo sviluppo eco-nomico e alle politiche di genere Isi Coppola, dal pre-sidente dell’ente camerale vicentino Paolo Mariani e dal direttore del Centro di Produttività Veneto, An-tonio Girardi, a cui è stato affidato il coordinamento tecnico e operativo del pro-gramma. Con questo arti-colato complesso di azioni, la Regione del Veneto ac-compagna infatti i giovani aspiranti imprenditori e le future imprenditrici donne nell’accesso alle informa-zioni sulle opportunità di avvio di imprese, ai servizi del territorio e alle agevola-zioni regionali all’imprendi-toria giovanile e femminile, sostenendoli in particolar modo nel delicato processo che va dall’elaborazione di un’idea imprenditoriale alla creazione d’impresa grazie a percorsi formativi dove si

acquisiscono competenze in termini di business plan e di validazione dell’idea imprenditoriale.

“I lusinghieri risultati ottenuti in questi anni – ha detto l’assessore Coppola – pongono il Veneto come modello in campo nazio-nale. E’ un successo nato soprattutto dal confronto e strutturato grazie al radica-mento e alla diffusione sul territorio. L’interesse è di-mostrato anche dagli acces-si al portale della Regione dedicato all’imprenditoria femminile e giovanile, che sono stati più di 250 mila. Inoltre, dal monitoraggio sugli esiti dell’attività è un dato eccezionale rilevare che circa un terzo dei par-tecipanti ai corsi degli ulti-mi tre anni ha avviato una propria attività, ma anche che circa il 50% stia ancora pensando di poterla avvia-re in seguito”. L’assessore ha ricordato anche altri se-gnali positivi come la stra-ordinaria partecipazione ai bandi finanziati con fondi europei e l’ottimo riscontro per quanto riguarda l’uti-lizzo degli specifici fondi di rotazione per l’imprendi-toria femminile e giovanile attivati presso la finanziaria Veneto Sviluppo

Girardi ha illustrato i dati dell’indagine recen-temente realizzata su un campione di 332 parteci-panti da cui emerge che circa un terzo (31,6%) de-

gli aspiranti imprenditori ha effettivamente avviato l’attività, un po’ più della metà (57%) è in stand-by e presumibilmente avvierà l’impresa in futuro, mentre un residuo 11,4% ha accan-tonato il progetto d’impre-sa. Quasi analoga la per-centuale di rinuncia all’at-tività tra i neoimprenditori (il 10%, a fronte del 90% che proseguono), cioè in quelle situazioni in cui l’impresa era stata avviata da poco. L’indagine ha messo in luce l’elevata soddisfazione da parte di tutti i partecipanti rispetto ai percorsi formati-vi svolti.

Il programma per 2014 – ha concluso l’assessore Cop-pola – si propone quindi di consolidare questi risultati e di ampliare ulteriormen-te la portata del progetto. Un appuntamento molto importante in tal senso sarà l’Open Week dell’Impren-ditoria Femminile e Gio-vanile, in programma in tutte le province venete dal 30 settembre al 9 ottobre in concomitanza con la Setti-mana Europea per le PMI. Verranno proposti incontri, workshop tematici e consu-lenze specializzate gratuite attinenti tutti gli aspetti del fare impresa: dalle proce-dure di avvio all’accesso al credito, dagli aspetti giu-ridici a quelli finanziari, dal web marketing e social media alla tutela di marchi e brevetti.

Regione

Imprenditoria femminile e giovanileUn successo in termini di partecipazione e risultati

Page 5: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

5la Settimanadomenica 27 luglio 2014 polesineGemellaggio in vista del grande ritrovo in Toscana

Route nazionale “One way”Dal 1°al 6 agosto 5.600 ragazzi con camicia azzurra invaderanno il Veneto

La lunga at-tesa dei rover e delle scolte dell’Agesci di tutta Italia è fi-nita. La route nazionale, che porterà a San Rossore (PI) dal 7 al 10 agosto ben 30 mila gio-vani tra i 16 e 21 anni, è alle por-te. Sarà la terza edizione, dopo quella del 1975 a La Mandria, in Piemonte, che teneva a battesimo la nuova associa-zione nata nel 1974 dall’unio-ne di Asci e Agi (i rami maschi-le e femminile dello scautismo italiano) e quel-la del 1986 a Piani di Pezza, in Abruzzo, che chiudeva ide-almente la buia pagina della storia italiana che ha preso il nome di “anni di Piombo”. Ora “One way”, questo il titolo della route na-zionale 2014, affronta il tema del coraggio in questo pas-saggio delicato in cui l’Euro-pa sembra av-viarsi all’usci-ta della ter-ribile crisi economica. «L’associazione negli ultimi anni si è a lungo chiesta come vede il mon-do un ragazzo di 16-20 anni che da sei anni sente parlare di crisi – spiega Valerio Vendrame, inca-ricato regionale per rover e scolte – I ragazzi così si sono preparati leggendo la realtà attraverso il fil-tro del coraggio e hanno compiuto alcuni gesti concreti». Nel Bellunese per esempio qualcuno ha vissuto dei giorni in vec-chie fabbriche di occhiali abbandonate, i feltrini sono saliti sul Grappa per conoscere l’economia “diversa” dei malgari, a Thiene si è riflettuto sul carcere, a Sarmeola sull’immigrazione.

Un Veneto in fazzo-lettone Ma l’evento avrà un’ampia prima parte che toccherà molti pun-ti del Veneto: «Dal 1° al 6 agosto 5.600 ragazzi con camicia azzurra e fazzolettone invaderan-no letteralmente la no-stra regione – annuncia un entusiasta Mauro Montagner, responsabile regionale – Saranno 89 i gruppi che attraverseran-no la nostra montagna, ma anche la pianura e le coste, per cinque giorni in altrettante route che prepareranno il grande ritrovo in Toscana». Per la maggior parte i campi mobili si svolgeranno ai piedi delle vette (24 nell’ Alto Vicentino, 21 tra le

Dolomiti Bellunesi, 19 nel Veronese tra Lessinia, Baldo e Garda), ma anche Padova, Treviso, la lagu-na di Venezia e il delta del Po saranno meta di rover e scolte.

Arriveranno in Veneto giovani da tutta Italia per stringere una sorta di ge-mellaggio con i gruppi locali che li ospiteranno. «Saranno in tutto 4.300 i ragazzi veneti che scen-deranno a San Rossore – va nei dettagli Barbara Battilana, altra responsa-bile regionale – Alcuni a loro volta saranno accolti in altre regioni d’Italia nei giorni precedenti esatta-mente come accadrà qui da noi».

Importante la collabo-razione con il Club alpi-no italiano per accompa-gnare, e nel caso fornire assistenza, ai gruppi che saliranno in montagna. «Da quattro anni, spe-rimentiamo il progetto “Montagna amica sicu-ra” con l’obiettivo di dif-fondere la cultura della sicurezza in montagna – spiega il responsabi-le del progetto Ruggero Montesel – Questa ini-ziativa dell’Agesci ci è sembrata un’occasione da non perdere, così ogni sezione Cai attraversata da una route metterà a disposizione un socio che accompagnerà gli scout».

La piazza del corag-gio Tra il 5 e il 6 agosto tutti gli 89 gruppi si con-centreranno nei punti

“stop and go” da cui poi a bordo di treni speciali e bus raggiungeran-no San Rossore. È lungo l’elen-co di località che si trasfor-meranno in grandi campi scout: Verona, Forno di Zoldo, Vicenza, P a d o v a , Melara, Mestre, C a l a l z o , L o n g a r o n e , A g o r d o , Bassano del G r a p p a , Montebelluna, Treviso, Asiago, Schio, Giazza, Affi, Chioggia e Monselice. «Questi ragazzi ci hanno stu-

pito per la loro capacità di riflettere sulla realtà che vivono e per opera-re qualche piccolo mi-glioramento – riprende Montagner – Vogliono essere attori e protago-nisti del loro futuro e per questo rappresentano un segno di speranza: invito le persone che li incontre-ranno per le nostre stra-de a fermarli, ascoltarli e fare propria la voglia di vita che portano con sé».

A San Rossore sor-gerà una vera e propria città di tende, con quar-tieri, piazze e anche una “zona artigianale” dove prenderanno vita labora-tori pratici e di pensiero. Nelle piazze verranno organizzate dai ragazzi stessi 33 tavole rotonde a cui parteciperanno anche i presidenti di camera e senato Laura Boldrini e Piero Grasso. Suggestiva la piazza del coraggio che sorgerà simbolicamente al centro della città degli scout; qui, in una sorta di parlamento “giovane” verrà redatta la Carta del coraggio che tratteggerà il futuro secondo questi giovani e che verrà invia-ta alle autorità politiche ed ecclesiali.

“One way”. Il mes-saggio degli scout al pae-se è chiaro, dunque: sen-so unico. È il momento di prendere il coraggio a due mani e affrontare il futuro. Tornare indietro non si può.

Luca Bortoli

Legambiente e Cantieri Culturali Creativi

Artisti di Paesaggio alla riscoperta del territorio polesanoPartirà il 31 luglio da Fratta Polesine

Artisti di Paesaggio partirà il 31 luglio da Villa Badoer a Fratta Polesine alle ore 21,30. Scopri e racconta il pae-saggio veneto. Questo il tema del progetto Artisti di Paesaggio, promos-so da Legambiente in collaborazione con Cantieri Culturali Creativi e sostenuto dal-la Fondazione Cariparo nell’ambito del bando “Culturalmente” edizione 2013, presentato nei gior-ni scorsi a Rovigo presso i giardini delle Due Torri. Una conferenza stam-pa insolita con danzatori

professionisti, che hanno accompagnato con i loro movimenti la descrizio-ne del progetto da parte di Giorgia Businaro, di-rettrice di Legambiente Rovigo, Virgilio Borgato della Fondazione Cariparo e Pier Paolo Fabbris presi-dente di Cantieri culturali creativi.

Artisti di paesaggio propone per tutta l’estate eventi artistici immersi in contesti naturali o archi-tettonici di pregio e un concorso foto e video per la promozione ambientale del territorio delle provin-ce di Padova e Rovigo.

“Con questo pro-getto –dichiara Giorgia Businaro- vogliamo pro-porre un nuovo modello di fruizione del territorio, sostenibile ed intelligen-te, che sappia far leva sul patrimonio culturale e architettonico, artistico e produttivo. Riteniamo particolarmente significa-tivo che la prima iniziativa si svolga in uno dei fulcri del turismo polesano, Villa Badoer a Fratta Polesine; a partire da questo primo evento, vogliamo accom-pagnare tutti i cittadini in un percorso che permetta di visitare anche luoghi meno conosciuti del terri-torio, ma egualmente im-portanti e di pregio, facen-doli diventare parte inte-grante delle performance artistiche che andremo a proporre”.

Artisti di paesaggio prevede anche il coinvolgi-mento diretto dei cittadini: “Partecipando al concorso di fotografia e video –spie-

ga Businaro-ogni cittadino può contribuire alla risco-perta di paesaggi, scorci, volti, oggetti e momenti di vita quotidiana delle pro-vince di Padova e Rovigo

nei loro molteplici aspetti: storico, naturalistico, cul-turale ed enogastronomi-co. Sarà possibile utiliz-zare qualsiasi strumento: dalla macchina fotografica al cellulare”. Il concorso è gratuito e aperto a tutti, si svolgerà su Facebook e la giuria sarà popolare. Tutte le informazioni relative al concorso sono consultabili sul sito artistidipaesaggio.wordpress.com

Gli altri eventi in calen-

dario prevedono le perfor-mance di danza contem-poranea dei Cantieri cultu-rali creativi ideate e offerte dalla coreografa Romina Zangirolami. Con inizio

alle 21,30 il 7 agosto sarà la volta di Villa Patella a Villadose; il 28 agosto Villa Aggio a Boara Pisani; il 4 settembre Chiostro e giardino Abbazia del-la Vangadizza a Badia Polesine con installa-zione di opere dell’ar-

tista Alberto Zampieri. Il 21 settembre biciclettata “Cicloville” da Rovigo a Polesella, il 28 settembre Loggia della Gran Guardia –Piazza dei Signori a Padova premiazione delle opere del concorso “Artisti di Paesaggio”.

Per maggiori informa-zioni è possibile contattare gli uffici di Legambiente Veneto all’indirizzo [email protected]

Silvia Fantinati

Rovigo Il Commissario Claudio Ventricesi è insediato a palazzo Nodari

Mercoledì 16 luglio alle ore 13 il Commissario Prefettizio Claudio Ventrice si è insediato a palazzo Nodari.

Poco prima, alle ore 12 nella sede del palazzo di Governo di Rovigo, era avvenuta la presentazione uffi-ciale da parte del Prefetto Francesco Provolo.

Il Commissario Ventrice nel pomeriggio incontre-rà il personale del Comune per prendere visione della situazione e iniziare una fattiva collaborazione.

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6 la Settimana polesine

Dal 3 al 10 ago-sto in località Chia-lamberto (To) si terrà l’annuale campo di formazione dei gio-vani del Movimento Cristiano Lavoratori.

Sarà una espe-rienza di incontro per crescere nella fede il-luminando con essa l’atività lavorativa e il fare famiglia.

Ad accompagnarci nel campo, oltre che a don Lorenzo Realdon assistente eccle-siastico diocesano del movimento e Carlina Valle prsi-dente Provinciale del Mcl, ci sarà anche don Ermis Segatti docente nella facoltà teolo-gica dell’Italia set-tentrionale che ci introdurrà il tema del campo che sará “ Giovani, lavoro e famiglia”. Lavore-remo in particolare sul magistero di papa Francesco in mateia di dottrina sociale della Chie-sa, punto di riferimento fondamentale del Mcl.

Infatti Papa Francesco non manca mai di suscitare clamore coi suoi gesti, coi suoi scritti e coi suoi inter-venti pubblici nel rappre-sentare la stagione che stia-mo vivendo e nel richiamo che fa a noi cristiani di vive-re con un atteggiamento di pazienza attiva, sopportan-do le tribolazioni ed essen-do utili agli altri. La sempli-cità del suo linguaggio va sempre di pari passo con la forza delle sue parole.

Noi del Movimento Cri-siano Lavoratoi ne abbiamo avuto diretta testimonianza ascoltando dal vivo le sue riflessioni, durante l’Omelia nella Messa a Campobasso, in occasione della sua ra-pida ma intensa visita pa-storale in Molise: una delle regioni italiane più colpite dalla crisi economica e dai suoi effetti nefasti.

Il messaggio chiave che Papa Francesco ha voluto lanciare è che la crisi spin-ge in molti casi a ricercare soluzioni che, nel tentativo di porre rimedio ai proble-mi del lavoro e dell’econo-mia, arrivano a mettere in discussione la famiglia e i suoi diritti. Queste sono per Papa Francesco soluzioni al ribasso che aggravano i problemi economici e socia-li, invece di risolverli. Nel suo discorso all’Università del Molise, incontrando il mondo del lavoro e dell’in-dustria, il Papa ha ribadito con forza che “si tratta di conciliare i tempi del lavoro con i tempi della famiglia”, visto che questo è un punto “critico” che “ci permette di discernere, di valutare la qualità umana del si-stema economico in cui ci troviamo”. “La domenica libera dal lavoro, eccettua-ti i servizi necessari, sta ad affermare - per Papa Fran-cesco – che la priorità non è all’economico, ma all’uma-no, al gratuito, alle relazioni

non commerciali ma fami-liari, amicali, per i credenti alla relazione con Dio e con la comunità. Forse è giunto il momento di domandarsi se quella di lavorare la do-menica è una vera libertà”.

Lavoro e famiglia non dovrebbero essere messi in contrapposizione. La stessa maternità è a suo modo un lavoro e raffigura la digni-tà del lavoro: un travaglio che “è orientato alla vita, è pieno di speranza”. Per noi del Mcl, che sulla concilia-zione del lavoro e della fa-miglia abbiamo impostato da sempre la nostra testi-monianza evangelica orga-nizzata, arrivando più di dieci anni fa ad organizzare una raccolta di firme per la campagna “La domenica è festa”, ascoltarlo è stato buona musica per le nostre orecchie.

Solo un grande patto tra lavoro e famiglia, per Papa Francesco, può rappresen-tare l’unica via di uscita percorribile dalla crisi. Ma serve nel contempo che la famiglia si fondi su scelte definitive visto che i nostri tempi vedono anche la crisi del matrimonio per via di un’ormai radicata cultura del provvisorio.

Poi un forte richiamo alla “dignità del lavoro”. “Non avere il lavoro non è solo non avere il necessario per vivere: no, noi possia-mo mangiare tutti i giorni, andare alla Caritas o ad altre associazioni. Il proble-ma è non portare il pane a casa, questo toglie la digni-tà”. “Il problema più grave non è la fame, è la dignità: dobbiamo difenderla e la dà il lavoro”. La disoccu-pazione è “una piaga che richiede ogni sforzo e tanto coraggio da parte di tutti” (…) quella del lavoro è una sfida che interpella in modo particolare la responsabilità delle istituzioni, del mondo imprenditoriale e finanzia-rio. Bisognerebbe “porre al

centro” delle scelte la dignità umana e non semplici cal-coli economici, ag-giungiamo noi.

Forte è stato il suo richiamo, nell’Omelia, a cer-care rifugio nel Signore: “Egli ci libera da ambizio-ni e rivalità, che minano l’unità e la comunione. Ci libera dalla sfidu-cia, dalla tristezza, dalla paura, dal vuoto interiore, dall’isolamento, dai rimpianti, dalle

lamentele” (…) Anche nelle nostre comunità infatti non mancano atteggiamenti ne-gativi, che rendono le per-sone autoreferenziali, pre-occupate più di difendersi che donarsi. Ma Cristo ci libera da questo grigiore esistenziale. Guidati da una pazienza attiva e guidati dalla speranza, nella luce di Cristo, ognuno di noi è chiamato all’impegno per il prossimo. Noi siamo con-vinti di ciò, e tu?

Marco Boleo, mcl

Una serie di iniziative per adolescenti

Sport e vita insiemeL’animazione del Comune di Rovigo

In preparazione al campus estivo giovani Mcl

Conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia

G i o r n a -ta di nuoto ad Albarella con uscita in barca a vela la scorsa settimana e notte in ten-da in questo week end sono stati i momenti for-ti del gruppo adolescenti dell’anima-zione estiva del Comune di Rovigo che giovedì per la gran sera-ta di festa al palasport di via Braman-te si riunirà agli altri 300 ragazzini dei tre plessi in cui si articola quest ’anno l’attività esti-va.

Se la gior-nata nell’iso-la dell’Adria-tico ha rap-p re s e n t a t o il classico momento di relax, con Toni Pizzo far condurre a turno ai ra-gazzi il cabinato a vela di sei metri o le caravelle, la notte in tenda è stata vis-suta sin da subito con un susseguirsi di iniziative che hanno accompagnato i ragazzi sino alla sveglia delle 5,30 di sabato.

Su due tende, all’avanguardia per tec-nologia e praticità, in uso e montate dall’Esercito Italiano nell’area esterna dell’istituto agrario Mu-

nerati di Sant’Apollinare è stata vissuta la prima esperienza nottura.

Tiro con l’arco, orien-tamento con le stelle, vi-sita al gruppo astrofili e osservazioni dal tele-scopio hanno portato il gruppo fino all’una di notte. Poi per quanti non erano ancora stati presi dal sonno ci hanno pen-sato gli animatori gui-dato da Jerry Ercolini a condurli nella notte del mistero, fra ponti radio, foto alla luna ed ascolto

dei rumori e voci della notte.

Manuel Buson, Alber-to Vallese, Ilenia Grigola-to, Marta Donatoni, Anna Contiero e Annalisa Pilati hanno seguito gli adole-scenti in ogni fase per la sicurezza loro, per mol-ti era la prima volta in tensa, e dei genitori dei ragazzi. Pizza, biscotti, tè e caffè non sono manca-ti. “Ciò che è mancato è stato il sonno – ha detto qualcuno – ma ne è valsa la pena”.

La professiona-lità, la capacità di innovare mantenen-do le radici del ter-ritorio e la capacità di affrontare e con-quistare i mercati mondiali e diventar-ne leader di settore, nel rispetto e nella valorizzazione del-le maestranze sono stati il focus della 160 iniziativa an-nuale dell’UCID di Rovigo, nella visita all’Azienda INOXTECH di Lendinara promossa grazie all’interessamento del Socio Dott. Franco Gal-lato.

Presenti alla serata il Vice Sindaco di Lendinara Federico Amai e l’assesso-re alle attività produttive Sandra Ferrari e numero-si soci e simpatizzanti. Il Presidente Diego Chiarion ed il Segretario Ing. Marco Milani hanno introdotto la serata focalizzando la te-matica sulle progettualità, lungimiranza e moralità che ci devono essere nella gestione delle imprese e nella valorizzazione delle maestranze al fine di ren-derLe partecipi nelle scelte

aziendale secondo i detta-mi della Dottrina Sociale della Chiesa.

L’Azienda INOXTECH specializzata nella pro-duzione di tubi in acciaio inox di diverso spessore per impianti nel settore oil&gas è stata di recente acquisita del Gruppo Co-reano Seah Steel Corpo-ration e rappresenta il più grande investimento dalla seconda guerra mondiale di un gruppo Coreano in Italia. Il gruppo SEAH ha un volume di affari mon-diale di 6 miliardi di euro e con l’acquisizione di Inoxtech punta ad amplia-re il proprio business in tante parti del mondo. La

Inoxtech rappresenta un modello di interazione tra l’economia dell’azienda e quella locale potendo cre-are valore aggiunto ad un preciso territorio. Diego Chiarion e Marco Milani hanno omaggiato l’amm.re delegato della Inoxtech l’Ing. Mattia Agnoletto ed un rappresentante della proprietà Coreana con un volume offerto dal Diretto-re di Confagricoltura Rovi-go che tratta della figura di un grande polesano il Ca-salini. All’amministrazione comunale è stata omaggia-ta con un volume del foto-grafo Sproccati. E’ seguita la visita all’azienda dove l’Amm.re Delegato l’Ing.

Agnoletto, insieme ai suoi collaborato-ri hanno illustrato l’attività dell’azien-da che risulta esse-re leader mondiale nella produzione di tubi in acciaio inox di diverse dimen-sioni, attraverso la visione dei vari re-parti di produzione, dalla lavorazione preliminare delle la-miere, alla piegatura e saldatura dei tubi.

La capacità dell’azienda è di circa 30 mila tonnel-late annue di acciaio. Im-portanza strategica è data dall’Azienda ai propri la-voratori, assunti median-te una selezione accurata ed approfondita non solo professionale, ma anche morale, che ha visto negli ultimi anni aumentare le assunzioni a tempo inde-terminato ed a ridurre l’età media delle maestranze dimostrando come la lun-gimiranza di alcune scelte sia fondamentale per le prospettive di una azienda leader.

La INOXTECH è certifi-cata dalle principali compa-gnie petrolifere mondiali.

domenica 27 luglio 2014

Ucid - Rovigo

Visita alla InoxtechProgettualità, lungimiranza e moralità nella gestione delle imprese

Page 7: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

7la Settimanadomenica 27 luglio 2014 polesineCastelnovo Bariano

Danni alla chiesa dopo l’incendioServono aiuti per 400 mila euro

Don Alex Miglioli (nella foto), sostenuto dal consiglio pastora-le, ha fatto pervenire a tutte le famiglie una lettera in cui si fa il punto della si-tuazione in merito al “triste episodio e del successivo incendio a danno della nostra bella e amata chiesa parrocchiale, avve-nuti la notte tra il 15 e il 16 maggio u.s.”. Po-chi giorni dopo aver terminato i lavori al tetto “ci siamo ritro-vati a dover ricomin-ciare tutto da capo. Escluso il tetto, infatti, ogni altro elemento dell’edificio sacro è da rimettere a nuo-vo!”. In allegato una busta per le offerte libere in de-naro.

Il danno è stato quan-tificato in quasi 400 mila euro e, dopo le perizie dei periti, si è ormai vicini ad iniziare il recupero del-la chiesa, della sacrestia e della cappella feriale. L’incendio è partito dalla sacrestia: la fiamma ossi-drica utilizzata per aprire la cassaforte, che custo-diva i calici e gli altri og-getti sacri, ha innescato il processo di combustione. Il legno, le stoffe e la cera hanno alimentato il fuoco per parecchie ore fino alle 8 del mattino del 16 mag-gio, quando si è andati ad aprire la chiesa, “trovan-dovi dentro una coltre di fumo incredibile”.

Nella sacrestia tutto è andato distrutto: armadi, paramenti e libri liturgici, registri ed ogni altra cosa; gli oggetti preziosi in ar-gento e oro, in gran parte antichi e artistici, sono da restaurare. Il solaio è scop-piato per il gran calore ed è da demolire e ricostrui-re, compreso il pavimento della cappella sovrastante; tutti gli impianti sono da rifare. In cappella bisogne-rà intervenire per conso-lidare alcune pareti e poi pulire, bonificare dai resi-dui tossici e ritinteggiare pareti e soffitti, come anche in chiesa. “Con il generoso aiuto volontario di diverse persone si è cominciato a pulire banchi, sedie, tavo-li, statue, leggii; la chiesa è stata sgomberata”.

“A breve sarà allesti-ta l’impalcatura in tutta l’area interna della chiesa onde consentire ad una ditta specializzata e refe-renziata di procedere alla bonifica dell’edificio, a partire dal sottotetto fino al pavimento e, dopo que-sto, si continuerà su tutto il

resto”.Venerdì sera 18 luglio

il parroco don Alex Mi-glioli ha convocato un’as-semblea pubblica al tea-tro Indipendenza (qui si celebrano ora le messe e le altre funzioni religiose) onde “aggiornare tutti sul-la situazione e condividere insieme le modalità per af-frontare questa impegnati-va ma doverosa opera di recupero”; la cittadinanza ha risposto in pieno.

Il parroco ha fatto il punto della situazione, aggiungendo che c’è un “debito residuo di 30 mila euro per il tetto appena recuperato; inoltre ne oc-corrono altri 70 mila per la nuova caldaia della chiesa. Sto battendo tutte le vie per avere finanziamenti e a breve mi incontrerò col presidente polesani degli

industriali; con lui, poi, incontrerò quel-lo regionale”. L’assi-curazione dovrebbe indennizzare per circa 170 mila euro. Si proseguirà nell’au-tofinanziamento tipo raccolta ferro e tappi di plastica, la propo-sta di prodotti casa-linghi, le offerte della gente di buona vo-lontà. “Primo segno di rinascita il suono delle campane”.

L’ing. Leonardo Bimbatti, un esperto nel recupero di edi-fici di culto, ha rela-

zionato sulla situazione in essere, sulle soluzioni di recupero, sulle varie dinamiche da affrontare. Davide Filippi ha elencato molte proposte sociali per trovare denaro fresco in merito. Il presidente Pro Loco Francesco Lazzarini ha assicurato il massimo appoggio a partire dalla cena sotto le stelle e dal pranzo della fiera di fine agosto, i cui proventi sa-ranno destinati alla biso-gna. Il sindaco Massimo Biancardi ha assicurato il massimo appoggio comu-nale ed ha indicato la via regionale onde ottenere un finanziamento straordina-rio, “che deve essere sup-portato da precisi progetti come pezza giustificativa in merito”. E’ seguito poi un confronto dialettico con il pubblico presente.

Domenica 22 giu-gno u.s. solennità li-turgica del Corpo e Sangue di Gesù Cristo, la comunità di Castel-guglielmo partecipa numerosa alla Messa, non solo per ringra-ziare il Signore per il dono dell’ Eucaristia e rendergli poi omaggio con la processione per le vie del centro, ma anche per celebrare il 50° anniversario di sacerdozio di mons. Vittorio De Stefani.

L’accoglienza avviene presso l’atrio del teatro con l’esecuzione di un brano musicale da par-te della banda paesana, brevi e commosse parole di saluto e di augurio da parte di una fanciulla e del Sindaco, a nome di tutta la popolazione del paese, accompagnate da signifi-cativi doni.

All’inizio della Litur-gia Eucaristica, animata

dalla corale parrocchiale, la Vicepresidente del CPP rivolge a Don Vittorio il sa-luto dei fedeli, evidenzian-do come la sua nascita e il Battesimo siano avvenuti a Castelguglielmo, così pure la sua prima Messa solen-ne celebrata il 30 giugno 1964. Auspica al festeggia-to ancora consolazioni spi-rituali per il suo ministero sacerdotale.

Nell’omelia don Vitto-rio esprime il suo grazie

al Signore per il dono della vocazione e mette in luce la corre-lazione tra Eucaristia e sacerdozio.

Al termine del rito viene consegnata a Don Vittorio una ico-na raffigurante Gesù Buon Pastore che egli ha avuto come esem-pio di vita nel suo lungo ministero sa-cerdotale. A Lui il suo e nostro grazie per tutto il bene compiuto

nella vigna del Signore.I fedeli esprimono sen-

timenti di riconoscenza anche verso don Antonio che celebra il 45° anniver-sario di Messa, con il dono di una icona creata per Lui da alcune persone della Comunità.

Con il pranzo presso la sede AUSER. Grazie alla disponibilità e generosità del Presidente e delle cuo-che, si completa l’incontro con don Vittorio, durante

il quale gli viene con-segnata una pergame-na con l’atto di battesi-mo.

La vita è un cam-mino: don Vittorio ne ha percorso un buon tratto, lo segue a poca distanza don Antonio ed Enrico che è ancora all’inizio. A tutti e tre va il nostro grazie per aver scelto il servizio a tempo pieno nella Chiesa.

Castelguglielmo

50° di sacerdozio di mons. Vittorio De Stefani

Rovigo - I primi dieci in libreria

La classifica dei libri più richiesti per l’estateOgni libro è un viag-

gio sulle ali della fantasia o della realtà che racconta l’autore.

E’ già estate ed anche se il tempo non sembra del parere e fa le bizze, le vacanze per i ragazzi e le ferie per i genitori sono arrivate. Cosa offrono le librerie in città? O quali sono i libri più richiesti?

Partendo della libreria Pavanello nella sua nuova e spaziosa sede in via Sil-vestri al civico 59, al primo posto troviamo: Una mute-vole verità di G. Carofiglio. Nella Roma anni ’80, un giovane viene arrestato per omicidio e tutte le pro-ve sono contro di lui… Al secondo posto non poteva mancare, sempre ai primi posti ogni estate, Andrea Camilleri con: La piramide di fango, gli affezionati non si fanno certo sfuggire per le ferie l’ultima indagine

di Montalbano. Al terzo Colpa delle stelle di J. Green, racconta la storia di Hazel sedicenne che grazie ad un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le avevano diagnosticato è in regressione, ma la vita l’ha lasciata indietro. Al quarto

posto Storia di una ladra di libri di M. Zusak, al quinto Vacanze in giallo di AA.VV. E’ arriva-ta l’estate e anche per gli investigato-ri è il momento di andare in vacanza ma è una breve il-lusione: il loro me-stiere li perseguita anche in agosto. Al sesto di M. Simoni L’abazzia dei cento peccati; al settimo In fondo al tuo cuore. Inferno per il com-missario Ricciardi. di M. De Giovanni;

all’ottavo Città del fuoco ce-leste di Cassandra, al nono Adulterio di Paulo Coelho ed infine al decimo Il de-siderio di essere come tutti di Francesco Piccolo. Un libro bello e com-movente, dall’im-pronta personale, politica, divertente, serissima e provo-catoria sull’Italia contemporanea. E’ il ritratto di un’in-tera generazione, di un’epoca, filtra-to e “romanzato” attraverso lo sguar-do prospettico di chi osserva, sente, percepisce e che si è aggiudicato il Premio Strega quest’anno.

Nelle altre libre-rie, Mondadori nei

suoi spazi in Piazza Vittorio Emanuele ed in Fattoria, non di molto si disco-sta la classifica dei libri più richiesti ed ai primi posti rimangono quasi invariati:Carofiglio, Camilleri, De Gio-vanni, sale al quar-to posto Coelho.

Anche la libreria Giunti alla Fattoria si allinea in gene-rale alla classifica delle altre.

Diversa invece risulta la proposta della libreria Calibrì di Stefano Polo sul Corso del Popolo.

La piramide di fango di Camilleri rimane la più gettonata seguita da Lizzie di S. Jackson, un thriller di

grande abilità letteraria. Segue Stoner di J. Williams, una profonda immersione nell’esistenza di un uomo comune, denso di riflessio-ni e risvolti talvolta amari. Ed ancora L’analfabeta che sapeva contare di J. Jonasson. Cosa ci fanno il re di Sve-zia, il primo ministro, una ragazza di Soweto e una bomba atomica a bordo di un camion per il trasporto di patate? Scopritelo leg-gendo questa commedia divertente. E scendendo al decimo posto troviamo, Vacanze in giallo.

Un ventaglio di propo-ste per tutti i gusti, anche i più difficili.

Una stanza senza libri è come un corpo senz’ani-ma scriveva Marco Tullio Cicerone.

Stefania Sgardiolo

Direttore responsabileBRUNO CAPPATO

Direzione e reDazione: Rovigo, via Sichirollo, 74 - tel. 0425.34534fax 0425.30608 - e-mail: [email protected]@lasettimana.ro.it - www.lasettimana.ro.itTipografia: SIT Società Industrie Tipolitografiche srl - Via L. Einaudi n. 2 - 31030 Dosson di Casier (TV) - Tel. 0422 634161 - E-mail: [email protected] al Tribunale di Rovigo, decreto del 28 maggio 1948 al n. 6 del registro periodici.Abbonamenti 2014: Annuale ordinario E 47, semestrale E 28; per l’este-ro E 150; Amico E 100 - c.c.p. n. 6253430 - via Sichirollo, 74 - 45100 Rovigo - N. ROC 7848CoDiCi iban:• CassadiRisparmiodiFerraraSedediRovigo: IT65H0615512200000000009277• Uff.PostaleRovigo:IT07R0760112200000006253430

amminisTrazione e pubbliCiTà: via Sichirollo, 74, 45100 Rovigo; conto corren-tepostalen.6253430-tel.0425.34534-Tariffe:Pubblicitàcommercialeamodulo (mm. 43,5x40) BN E 14; Colori E 28; Economici E 0,16 a parola. Finanziari,legali,sentenze,ecceteraE 0,31 per mm. per col. Anniversari: E 0,31 per mm. per col. Manchettes in prima pagina E 50 cadauna; in ultima pagina E 35 cadauna.speDizione: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale-D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Rovigo.La Testata La Settimana fruisce dei contributi statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.

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ASSoCIATo

UnIoneSTAMPAPERIoDICAITALIANA

FedeRazIoneITalIanaSETTIMANALI CATToLICI

Page 8: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

8 la Settimana domenica 27 luglio 2014polesine

E’ arrivato il caldo Finalmente è scoppiata l’estate!Si fa sentire il caldo, la gente lo vive soddisfatta, per-ché segna i giorni della sosta, delle vacanze, dei luoghi di villeggiatura. Quanti rimango in paese e in Città cercano luoghi che diano ristoro. In molti dei paesi vi sono numerose manifestazioni ricreative, culturali o culinarie rie, per cui diviene facile trascorrere le serate. Quest’anno sono di moda le “notti bianche”, i concerti “Tra Ville e Giardini” e le consuete feste dei vari partiti. Non mancano neppure le sagre paesane e le Feste dei Patroni.RamodipaloSan GiacomoPer la ricorrenza del 25 luglio è in gran festa la comu-nità credente di San Giacomo di Ramodipalo, perché l’Apostolo è non solo il Santo cui è dedicata la chiesa parrocchiale, ma pure il patrono del Paese. Sono solen-ni le celebrazioni sia del mattino che del pomeriggio. La Messa della sera è seguita dalla processione per le strade del centro paesano. E’ eminentemente una festa religiosa, incorniciata da varie manifestazioni culturali, sportive e conviviali. A tutte partecipa anche la gente dei paesi limitrofi e molti degli emigrati.BellombraFesta del PatronoIl 25 luglio è in festa anche la Comunità di Bellombra, per il titolare della chiesa parrocchiale e perché San Giacomo Apostolo è il patrono del paese. Le celebra-zioni sono solenni sia al mattino che nella serata. Anche a Bellombra alla festa fanno da cornici manifestazioni sportive e, culturali e conviviali. Con la chiesa, è in pie-na attività anche la “sala della comunità”, che vanta di aver fatto nascere e diventare famosa la filodrammatica amatoriale “El Tambarelo”.Festa del … paneUn poco dappertutto dove non si celebrano ricorren-ze di Santi, si è inventata la festa del … partito, della “Birra, del “pane”, della trebbiatura e chi più ne ha più ne metta. Vorrei sottolineare che si è sentito il bisogno di una “Festa del Pane”! Il pane è il cibo quotidiano e spontaneamente ci si impegna a farlo buono e a man-giarlo. Così si dichiara finita l’era del grissino e si torna al buon pane in tutte le … forme. Mi piace la ciabatta e cerco i”bigarani” che profumano ancora di lievito e del caldo del forno. Prendo il francese, perché croccante e soffice, prendo il pane comune,perché è a buon mercato e mi ricorda i tempi felici della giovinezza, quando il pane era sempre tanto buono.Unità pastorale di CastelmassaCampo scuolaSi è tenuto dal 5 al 12 luglio, organizzato dalla pasto-rale giovanile dell’Unità pastorale, il campo scuola cui hanno partecipato i ragazzi dalla V° alla II Superiore, in località Castione della Presolana. Lo hanno animato i giovani sacerdoti e ha soddisfatto i numerosi parteci-pati, che lo hanno vissuto come un tempo da dare alla vita comune, alla formazione personale, all’amicizia e alla gioia, Il Campo scuola ha preceduto la “Settimana a Taizè” che iniziata il 20 si concluderà il 27 luglio che era per giovani ed adulti.Parrocchia di LusiaGREST 2014: U.A.U.Si è concluso venerdì 18 u.s. il Grest organizzato dalla Parrocchia di Lusia in collaborazione con Civica Am-ministrazione e la Parrocchia di Cavazzana dal tema U.A.U. (Una Avventura Unica) che era iniziato il 30 giu-gno e accoglieva i ragazzi dalla prima elementare alla terza media, presso il Centro Giovanile parrocchiale. Sono stati giorni pieni di avventura e di amicizia, che ha aiutato i ragazzi a ritrovarsi nei tempi liberi dalla scuola.Cavazzana Scuola dell’InfanziaEstate 2014Dopo il mese di giugno che ha visto impegnati nella scuola per l’Infanzia “G. Marchiori” di Cavazzana ospi-ti i ragazzi della Scuola Primaria e Secondaria, è stato dedicato il mese di luglio ai più piccoli che hanno po-tuto essere ospitati dal 1 al 31 luglio dalle ore 8.00 alle ore16.30, nella stessa struttura Laboratori creativi,giochi collettivi e uscite in piscina, hanno allietato i giorni an-che i più piccoli. Sono state assicurate non solo acco-glienza ed assistenza, ma anche l’educazione alla vita comunitaria in gioiosa amicizia .26 luglio Santi Gioacchino ed Anna“Festa dei Nonni”Finalmente una molto buona! Si tratta della festa per i “Nonni”. Il 26 luglio la Chiesa festeggia in tutto il mon-do la Madre e il Babbo di Maria la Madre del Signore e quindi i Nonni di Gesù. Da qualche decennio i “Nonni” sono non solo molto importanti, ma spesso anche fon-damentali per le giovani famiglie e i loro Figli. Babbo e Mamma sono tutti e due al lavoro e terminate le ore di .. lezione, fino al ritorno dei genitori i ragazzini rimarreb-bero soli. Papa Francesco ha più volte ricordato l’opera delle Nonne per la trasmissione della fede ai nipoti e quella dei Nonni nella loro missione di custodi dei ni-potini. Buona Festa a tutti i Nonni e auguri infiniti!

Bottrighe

Squero: un itinerario turistico lungo il PoUn’area da salvaguardare che merita di essere visitata.

Qui avviene l’annuale processione con la benedizione del fiumeIn golena a Bottrighe,

lungo il fiume Po, esiste un sito naturalistico meri-tevole di essere visitato e valorizzato. Proponiamo di farlo mediante una pas-seggiata che si sviluppa in uno scenario incantevole. Il percorso parte dal cen-tro del paese, da piazza della Libertà. In fondo alla stessa, tenendo la chiesa parrocchiale alle spalle, si svolta a destra per via Um-berto Maddalena, dove a pochi passi c’è la casa natale dell’eroico aviatore concittadino. E’ d’obbli-go una breve sosta per ri-cordare l’intrepido pilota dell’aria, che nel giugno del 1928 legò il suo nome all’individuazione della mitica tenda Rossa del ge-nerale Nobile nella distesa di Ghiacci del Polo nord. Il percorso riprende salendo sull’ argine del Po dalla la-terale via Pastorello. L’im-patto col grande fiume è sempre elettrizzante, ed in ogni stagione risulta di grande suggestione la vi-sta della liquida massa ce-rulea in movimento ed il gioco cromatico col cielo e

la vegetazione abbarbicata alle due sponde. Si scende quindi in località Squero, dove c’è un alaggio per imbarcazioni.

E’ questa la zona della golena, con vista su spec-chi d’acqua naturali che si dividono tra argine, stra-dicciola, golena, spiaggetta e fiume, affiancando i resti di una vecchia fornace di laterizi, esempio di arche-ologia industriale, sino ad arrivare ad uno spettacolo di canne palustri e piumi-ni che in controsole do-

nano un aspetto fiabesco. Da ammirare i suggestivi tramonti sul fiume, parti-colarmente esplosivi pro-prio qui dove si trovano un porticciolo con alcune barchette ed una panchi-na. Un paesaggio di gran-de fascino da valorizzare, iniziando magari con l’in-stallazione di una adegua-ta cartellonistica indicante flora e fauna presente. Si può inoltre aggiungere qualche tavolo da pic-nic e cestini, in modo da andare nella direzione di offrire una dignitosa attrattiva turistica. L’area si presenta altresì come ideale sceno-grafia anche per gli amanti della fotografia.

Qui, annualmen-te, avviene tradizionale processione, nel giorno dell’Ascensione, dove il parroco, accompagnato dai fedeli, benedisce ed in-censa la “bala”, così come viene definita croce di cera lanciata poi nel fiume, af-

finchè l’acqua scorra tran-quilla, portando alle popo-lazioni rivierasche benes-sere e prosperità. Unico neo del luogo è l’inciviltà e la maleducazione umana, che andrebbe combattu-ta con severità. Lungo il percorso si trovano infatti sacchi d’immondizie, co-pertoni d’auto, oggetti in plastica, ma c’è chi vi ha portato addirittura del pe-ricoloso eternit.

Al più presto, chi di competenza e dovere, dovrebbe prendere seri provvedimenti. La zona va salvaguardata e potreb-be davvero costituire un nuovo motivo di interesse naturalistico in un’area co-munque già compresa nel territorio del Parco Regio-nale Veneto del Delta del Po. Il nostro itinerario frat-tanto prosegue, arrivando quasi sotto il ponte “Bri-gata Cremona” che induce riflessioni legate all’ultimo conflitto mondiale. Siamo al giro di boa del nostro itinerario. Risaliamo l’ar-gine per imboccare la via del ritorno. Dalla strada sommitale si delinea con la sua suggestione il paese di Bottrighe dominato dal campanile su cui svetta l’angelo girevole. Imboc-chiamo infine in via Vitto-rio Veneto per far ritorno in piazza della Libertà.

Roberto Marangoni

Nelle foto: Tramonto in località Squero a Bot-trighe ed una veduta del paese dal lungo Po (foto R. Marangoni)

Adria

Riordino dell’Archivio storico comunaleSottoscritto il contratto tra il Comune e la ditta Guarnerio

Il giorno 14 luglio 2014 è stato sottoscritto il contratto tra il Comune di Adria e l’Associazione temporanea d’imprese co-stituita dalla ditta Guarne-rio di Udine (capogruppo) e Omniadoc di Milano, risultata vincitrice della procedura aperta indetta dall’Amministrazione co-munale, per lo svolgimen-to del servizio di riordino, scarto ed inventariazione dei documenti dell’archi-vio storico del Comune di Adria.

L’intervento è possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Padova e Ro-vigo, che ha concesso sia i fondi necessari specificata-mente per l’intervento de-gli archivisti sul materiale documentario sia un so-stegno considerevole alla realizzazione dello stabile destinato ad ospitare l’Ar-chivio storico comunale in Via Retratto.

L’intervento effettivo sul patrimonio archivistico avrà inizio dal prossimo mese di settembre e com-porterà la necessaria esclu-sione dalla consultazione dell’Archivio storico fino al termine delle operazioni.

Il disagio, che durerà al massimo 27 mesi, sarà compensato dalla possi-bilità di usufruire, al ter-mine delle operazioni, di un archivio ben riordinato e quindi più facilmente consultabile, visto anche che l’inventario informa-tizzato sarà realizzato con il software del Sistema In-formativo Archivistico Re-gionale Veneto (realizzato dalla Regione Veneto in collaborazione con la So-printendenza archivistica per il Veneto e l’Universi-tà degli studi di Padova), che consente la ricerca on-line da parte degli utenti e quindi l’accesso all’in-ventario da remoto, sen-za limitazioni di spazio o tempo, garantendo una più ampia conoscenza del patrimonio archivistico del Comune di Adria addirit-tura a livello nazionale ed internazionale.

Si ricorda che l’inter-vento riguarda l’Archivio storico comunale com-prendente sostanzialmen-te la documentazione dall’inizio del XIX secolo alla metà del XX.

Rimane invariata in-vece la possibilità di con-sultare l’Archivio Antico

comunale, ospitato presso la sede della Biblioteca co-munale in Piazza Bocchi 6.

L’Archivio Antico, di fatto la parte dell’archivio “storico” comunale più nota e consultata, ha avu-to origine dagli interessi e dalle attività di vari mem-bri della famiglia Bocchi (in particolare Ottavio, Fran-

cesco Girolamo e France-sco Antonio) e raccoglie al proprio interno non solo l’archivio comunale vero e proprio e l’archivio della famiglia Bocchi, ma anche documenti provenienti dalla sede vescovile e dai consorzi di bonifica, istitu-zioni con le quali i Bocchi ebbero stretti rapporti.

Adria Cattedrale

Pellegrinaggioa Lourdes

La parrocchia della Cat-tedrale di Adria ha organiz-zato dal 16 al 19 settembre 2014, l’annuale pellegrinag-gio a Lourdes, per una rin-novata esperienza di Fede e di Speranza.

“… il Pellegrinaggio è un forte momento di spi-ritualità. Richiama il senso della vita cristiana, costituisce un tempo privilegiato per l’ascolto della Parola, per la preghiera e per sentire l’Imma-colata come Madre e Sorella nella concreta situazione della nostra esistenza …”

L’iniziativa è aperta a quanti desiderano parteci-pare, la quota è di €. 315,00.

Per ulteriori informazioni e per l’iscrizione, rivol-gersi alla Canonica della Cattedrale tel 0426 21725.

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9la Settimanadomenica 27 luglio 2014 polesineOrchestra giovanile di Rovigo

Giovani artisti insieme nell’amicizia e nella formazioneIn preparazione ai prossimi concerti

Una settimana di sta-ge, di studio e di esecuzio-ni immersi nella splendi-da cornice naturale di un grande parco situato nella bella cittadina di Asiago, ospiti della Casa per ferie hotel Lo Scoiattolo della Diocesi di Padova. Così hanno vissuto, i giovani dell’Orchestra giovanile di Rovigo, la loro esperienza musicale di studio, impe-

gno ma anche di amicizia, di incontro, di riflessione, perché la musica nel suo straordinario linguaggio universale è capace di trasformare il cuore degli uomini in amici e fratelli; perché quando si suona uno strumento musicale non ci si limita a far vibra-re dei suoni ma è tutta la persona ad esserne coin-volta nei suoi sentimenti

belli e tristi, e questo è più vero se i musicisti sono bambini, ragazzi e giova-ni. Questa visione della musica e dell’arte anima il maestro Luca Paccagnel-la, fondatore e direttore dell’Orchestra giovanile “F. Venezze “ di Rovigo. Questo gruppo di gio-vani musicisti ha vissuto un’importante esperien-za; vivere una settimana insieme per suonare e stu-diare in preparazione di nuovi programmi concer-tistici. La prima esperien-za di questo tipo i giovani musicisti l’hanno vissuta lo scorso anno nella Casa Papa Luciani di santa Giustina, Belluno.

Il maestro Paccagnella è violoncellista afferma-to, concertista, docente di Musica d’insieme per ar-chi presso il conservatorio Verdi di Milano; già di-rettore del Conservatorio di Rovigo collabora con il maestro la prof. Daniela Borgato docente di Musi-ca d’insieme per fiati. In questo momento l’Orche-stra giovanile è composta da oltre novanta musi-cisti, tra questi bambini, ragazzi e giovani artisti, oltre una cinquantina di loro hanno partecipato allo stage, si tratta di stu-denti che frequentano il Conservatorio Statale di Rovigo. Con grande en-tusiasmo, impegno e par-tecipazione vivono l’espe-rienza orchestrale e non dimentichiamo che questi giovani artisti sono impe-gnati nello studio in due scuole: il Conservatorio e la scuola media o la scuola superiore. Il maestro Pac-cagnella con una capacità straordinaria e particolare bravura riesce a coinvol-gere tutti i ragazzi che con serenità, gioia e impegno

affrontano lo studio di repertori musicali veri e propri e di grande diffi-coltà.

Così sono state le giornate dello Stage 2014 da sabato 12 a sabato 19 luglio, un tempo breve a giudizio dei giovani musicisti, trascorso velo-cemente, appuntamento finale nella mattinata di sabato quando l’Orche-stra si è esibita in un bel concerto inedito offerto alle loro famiglie, agli ospiti della Casa, ai turi-sti, catturando da subito l’attenzione e l’interesse del pubblico numeroso, che ha ringraziato i mu-sicisti con richieste di bis e applausi a scena aper-ta. Ricco e impegnativo il programma affrontato durante le giornate del-lo Stage, che ha visto gli orchestrali concentrarsi nello studio brani di mu-sica da camera, dal duo al quintetto e di brani che vanno dal Poema sinfoni-co allo studio di colonne sonore, dando così inizio ad un nuovo repertorio che l’Orchestra giovani-le proporrà nei prossimi concerti. Ecco allora il Poema Sinfonico La Mol-dava di B. Smetana, brani dall’Opera Carmen di G. Bizet , musiche di Otorino Respighi Suite per piccola orchestra “Gli uccelli” e un repertorio di musiche tratte dalle colonne sono-re dei film J.Williams “Su-perman march”, pagine di L. Beethoven quali la Sinfonia la Pastorale, G. Holst I Pianeti. Sabato 19 luglio, in formazione ri-dotta i giovani musicisti si sono esibiti in un concerto presso la chiesa arcipreta-le di Melara, riscuotendo un vivo apprezzamento.

Settimio Rigolin

Intervista al M.o Luca Paccagnella

Una speranza per l’arteAbbiamo rivolto alcune domande al maestro Pacca-

gnella D - Maestro, cosa ci può dire di questa bella espe-rienza?R - Tutto perfetto, i ragazzi hanno partecipato con

molto impegno e grande entusiasmo, proprio per que-sto abbiamo potuto affrontare un programma ricco e impegnativo.

D - Perché una orchestra giovanile?R - La presenza a Rovigo dell’Orchestra giovanile

del Conservatorio permette a molti bambini, ragazzi e giovani di essere loro i veri prota-gonisti, grazie a questa esperien-za questi giovani artisti possono veramente entrare nel misterio-so “sogno” della musica che tutti unisce e affratella. Intraprendere lo studio della musica, e in que-sto caso della musica d’insieme è altamente gratificante formativo a livello personale e sociale. E’ bene precisare che l’Orchestra è una realtà legata al Conserva-torio “F. Venezze” di Rovigo, anzi è proprio grazie al lavoro e allo studio realizzato dei diversi strumenti che è possibile ottenere ottimi risultati. Va inoltre ricordata la collaborazione delle famiglie, che è fondamentale, in questo senso dobbiamo dire che l’Orchestra giovani-le è capace di unire le famiglie, insieme sperimentano questa bella realtà umana e artistica, tutto questo è oggi confermato dal nostro ricco e impegnativo repertorio.

D - Come è composta la giovane Orchestra?R - Anzitutto dobbiamo dire che l’Orchestra ha

iniziato il suo cammino nel 2012, inizialmente era un piccolo gruppo d’archi, poi piano piano è andato au-mentando e oggi sono oltre novanta elementi e conti-nuamente altri ragazzi chiedono di poter entrare nel gruppo, tutto questo ci fa dire che siamo sulla strada giusta e che il nostro lavoro è apprezzato dalle famiglie e dai ragazzi.

D - Cosa vuol dire per un ragazzo suonare in or-chestra?R - Significa vivere una esperienza forte, significa

apprendere e raggiungere obiettivi didattici importanti e cercare di far comprendere alle loro famigli come pure a quanti guardano questa nostra realtà e partecipano ai nostri concerti, quanto sia importante e profondo il lin-guaggio universale della musica che supera ogni confi-ne, i nostri ragazzi attraverso le loro stupende melodie diffondono nel mondo la pace, la fratellanza, l’amicizia, l’arte, la cultura. Altro aspetto importante di questa esperienza è la maturazione personale e comunitaria, la musica rende gli uomini veri cittadini e responsabi-li. Ecco perché cerchiamo di sensibilizzare le istituzioni affinchè concretamente possano guardare a questa bella realtà, che vive nella città di Rovigo e del suo Polesine e diano spazio concreto con la possibilità di esibizioni concertistiche.

D - I programmi futuri?R - Stiamo studiando per ampliare il nostro reper-

torio, con pagine musicali che possano sempre più coinvolgere i ragazzi e il pubblico che ci segue. E natu-ralmente stiamo già pensando allo Stage del prossimo anno.

Settimio Rigolin

Fondazione Cassa di Risparmio di Pd e Ro

Progetto Prima Infanzia

Per potenziare l’offerta di servizi degli asili nido e delle scuole dell’infanzia del territorio

Saranno aperte nei prossimi giorni sul sito www.fon-dazionecariparo.it le iscrizioni al “Progetto Prima Infan-zia”, bando con cui la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo sostiene interventi per migliorare l’offerta di servizi degli asili nido, delle scuole dell’infan-zia e dei centri d’infanzia delle due province. I progetti dovranno concretizzarsi nella ristrutturazione/adegua-mento delle strutture o in alternativa prevedere l’acqui-sto di arredi e attrezzature.

Nel primo caso verrà stanziato un contributo massi-mo di 200.000 euro; nel secondo caso saranno assegnati fino a 15.000 euro. Il contributo della Fondazione non po-trà in alcun caso superare il 75% del costo complessivo dei progetti. L’iniziativa è aperta ad enti e istituzioni non profit, compresi enti religiosi, associazioni e fondazioni, che siano proprietari o gestiscano senza finalità di lucro strutture o servizi per la prima infanzia.

In fase di valutazione verranno privilegiati, fra l’al-tro, quei progetti in grado di rispondere in modo efficace al bisogno di strutture per l’infanzia, con un’attenzione particolare alle aree maggiormente carenti su questo fronte. La valutazione, inoltre, terrà conto della sosteni-bilità economica del progetto e della solidità economica dell’ente richiedente, della sua capacità di sollecitare il coinvolgimento finanziario di diversi soggetti, nonché del grado di innovazione della proposta, visibile anche nella scelta di puntare sull’efficientamento energetico e sull’ecocompatibilità. Il plafond complessivo da destina-re al bando verrà definito a seguito della valutazione dei progetti che perverranno in risposta al bando. L’iscrizio-ne dovrà avvenire compilando la modulistica pubblicata sul sito www.fondazionecariparo.it (sezione “Bandi”) ed inviandola via posta in Fondazione entro il 17 novembre 2014. Per maggiori informazioni è possibile telefonare allo 049 8234804

L’ultima edizione del Bando, risalente al 2011, ha vi-sto il sostegno di 170 progetti tra Padova e Rovigo per un impegno complessivo di circa 13 milioni di euro.

Antonio Finotti, Presidente della Fondazione, ha di-chiarato: “Il miglioramento dei servizi per la prima infan-zia è un tema di cruciale importanza per il futuro della nostra società. Abbiamo quindi ritenuto importante av-viare un’iniziativa che, sulla base delle esigenze espresse dal territorio, mirasse a supportare le famiglie nella cre-scita dei figli, contribuendo a promuovere una maggiore autonomia delle madri lavoratrici. È noto infatti come in Italia le donne riescano difficilmente a conciliare il pro-prio ruolo di genitori con lo svolgimento di una profes-sione, tanto che la partecipazione femminile al mercato del lavoro è tra le più basse in Europa. L’idea di questo bando nasce anche dalla consapevolezza di come i primi anni di vita di un bambino rappresentino una fase cru-ciale per il suo successivo sviluppo: di qui la necessità di concorrere all’educazione dei più piccoli e di favorirne la socializzazione, aspetti alla base della costruzione della personalità e dell’apprendimento futuro”.

Azienda ulss 19

Pausa estiva per il Caffè AlzheimerMartedì 17 giugno presso la sede dell’associazione

il Melograno di Rosolina ha avuto luogo l’appunta-mento conclusivo per i “Caffè Alzheimer”, prima del-la pausa estiva, che ha visto riuniti gli utenti e il perso-nale dell’Azienda Ulss 19 per condividere, in maniera anche conviviale, un momento di sintesi dell’attività svolta.

Il “Caffè Alzheimer” rappresenta un momento d’incontro, di auto mutuo aiuto e di scambio di espe-rienze realizzato dall’Ulss 19 nei comuni di Adria, Porto Viro, Porto Tolle e Rosolina. L’iniziativa, volta a sostenere i familiari di persone affette da demenza, ri-entra nell’ambito del “Progetto Alzheimer”, promos-so e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che nel territorio del Bassopolesine ha avviato una collaborazione con l’Azienda Ulss 19.

Alla riunione, che è stata introdotta dal responsa-bile del Centro per il decadimento cognitivo Ulss 19 Luciano Finotti, è intervenuto il vice presidente della Fondazione, Sandro Fioravanti, che ha espresso paro-le di apprezzamento per le attività svolte in seno al progetto Alzheimer, nonché la disponibilità della Fon-dazione a rinnovare il proprio sostegno per la prose-cuzione di tale iniziativa. Presenti anche il Direttore generale Ulss 19 Pietro Girardi, che ha ringraziato la Fondazione per il costante contributo offerto all’azien-da socio sanitaria del Bassopolesine, in particolare per le iniziative di carattere sociale. Franco Vitale, sinda-co di Rosolina, ha portato i saluti della cittadinanza e l’impegno della sua amministrazione a sostenere le iniziative previste dal progetto Alzheimer.

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Ormai dal lontano 1946 la piazza di San Miniato - con quel colo-re sanguigno, intenso e vivo della facciata della Cattedrale e dei palazzi - fa da cornice alle rappre-sentazioni del Dramma Popolare di San Miniato. Una iniziativa culturale questa di grande spesso-re, sia per il tenore delle opere messe in cartello in questi anni, sia per la bra-vura di registi ed artisti di primo piano incaricati delle rappresentazioni.

Quest’anno si è re-gistrata una novità nel calendario: si è deciso di non ricorrere ad un’ope-ra di repertorio, ma si è voluto mettere in scena una rappresentazione che avesse un legame forte con l’attualità. Per questo - in un tempo piuttosto breve - è sta-to realizzato, grazie alla maturità artistica ed alla perizia letteraria dell’au-tore, Gianni Clementi, un

testo teatrale costruito e voluto proprio per questa edizione dal titolo “Finis Terrae” .

Si è voluto portare in scena il quotidiano dramma degli sbarchi di profughi in Sicilia. Ecco

che così il teatro si è fatto in questo caso interprete di una realtà con la qua-le ci incontriamo tutti i giorni.

Noi conosciamo il fe-nomeno attraverso i gior-nali e i notiziari televisivi e ci sentiamo impotenti di fronte a questa massa di persone che cercano libertà e dignità in viag-gi dove ignobili figure di scafisti sfruttano questo desiderio per avere de-naro e pongono di fatto a repentaglio della vita centinaia di persone. Uo-mini, donne e bambini periscono ogni giorno perché i viaggi sono fat-ti su carrette del mare o su gommoni; uomini e donne sono stipati in tut-ti i modi su questi mezzi inaffidabili.

Ecco che tra l’Europa e i paesi del nord Africa o del Me-dio Oriente si av-verte la esistenza di un confine: fi-nisce la terra ed inizia il mare; si scopre qualcosa che divide realtà umane molto di-verse e per questo le sensazioni che si registrano sono molto differen-ti. Ecco appunto “Finis terrae!”.

Don Piero Ciardella, Diret-tore artistico del Dramma popo-lare, ha sottoli-neato in molti modi durante la

presentazione dell’opera alla stampa, il significa-to proprio di ogni confi-ne che delimita sì realtà diverse ma che può di-ventare - oltre il limite della contrapposizione e dell’esclusione - anche il luogo più opportuno del dialogo e dell’inte-grazione. Sul confine così si confrontano mentalità differenti. Ecco allora che il confine stesso diviene concreta opportunità.

Per spiegare la scel-ta di San Miniato di quest’anno Don Ciar-della ha richiamato sia il dramma che si compie

ogni giorno, sia i forti ri-chiami di Papa Francesco che ha risvegliato dall’in-differenza e dal torpore un’attenzione alla trage-dia e all’ingiustizia che si rinnova tutti i giorni sulle coste di Lampedusa e di altre sponde del Me-diterraneo.

A sua volta l’autore dell’opera ha imposta-to questo fatto con uno schema per certi versi nuovo ed atipico. Non si è concentrato sulla nuda cronaca dei fatti ma ha posto in evidenza il for-midabile contrasto che si può scoprire tra la nostra civiltà e quella che si af-faccia alla riva dolorosa degli sbarchi.

Due personaggi, due contrabbandieri – uno romano ed uno sicilia-no – aprono il discorso e si rivelano con i loro di-scorsi come gli esponenti di una società che vive o sopravvive alla difficoltà di ogni giorno con mez-zi i più vari, senza alcun senso di colpa e senza scrupoli.

Nel sottofondo si av-verte che questi sono por-tatori – un po’ sempliciot-ti – dei grandi valori del cristianesimo così come è vissuto qui. Il fatto è ambientato nella notte di Natale. Il pubblico ride delle battute in romane-sco e in siciliano, ma sot-tilmente l’autore delinea

con fantasia ed un dialo-go vivace una fisionomia che identifica qualcosa di più grande dei personag-gi: la nostra società atten-ta al consumo, al vivere alla giornata, senza gran-di sentimenti. In questo quadro volutamente vuoto di vera coscien-za e di autentici valori, irrompe con una forza traumatizzante il fatto dell’approdo sulla spiag-gia dove è ambientata la scena, di un gruppo di africani profughi in fuga dalla loro terra. Questi piano piano raccontan-do, piangendo, danzan-do e cantando, mostrano la loro storia, il tragico cammino di ingiustizia al quale sono stati forzati. Dal loro pianto, dalle me-lodie dei loro strumenti si coglie una ricchezza di umanità che affascina ed interroga.

A questo punto siamo consapevoli del valore di queste popolazioni e del-la loro civiltà?

Già accogliere le per-sone come tali, con quella loro identità che apre al riconoscimento reciproco

è qualcosa di grande. Sia-mo nella notte di Natale; si attende la nascita del Bambinello.

La fede cristiana si li-bera dagli schemi di una tradizione appassita e ri-vive con la sua potenza risanatrice proprio nel momento in cui tra per-sone ci si riconosce, ci si stima e ci si ama. Quan-do il confine non è più divisione, ma incontro; quando la diversità non genera paura o sospetto, ma riconoscimento della sacralità della persona e la gioia di scoprire una bellezza che non si pote-va immaginare.

Continui applausi a scena aperta in omaggio all’opera magistralmente condotta dal regista An-tonio Calenda sul testo di Gianni Clementi. Bra-vi gli artisti e suggestiva la scenografia. Merito non indifferente per la riuscita delle spettacolo è da assegnare al gruppo di attori africani. Hanno fatto capire molte cose con il canto, la musica e la danza.

Bruno CappatoUn uomo vale

per quello che è“Finis terrae” affronta con un’angolatura ori-

ginale il fatto degli sbarchi a Lampedusa e lo de-linea come l’incontro scontro tra due mentalità e due civiltà differenti, quella italiana ed europea e quella africana.

Sul sito web ufficiale della Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato viene così de-scritta la logica della scelta teatrale di “Finis ter-rae”: «Si tratta di un apologo sulla povertà, sul desti-no degli ultimi della terra, perseguitati, forzati alla mi-grazione sulle nostre coste, dove troveranno però una realtà corrotta dalla super-ficialità e dalla cultura del benessere e del consumo.

Una realtà in cui un uomo vale per quanto pos-siede e non per ciò che è, e dove nella dilagante in-differenza e nella costante insoddisfazione sta andan-do perduto il senso della responsabilità e della com-passione.

In questo gorgo buio del nostro presente indaga Finis Terrae, intrecciando – com’è dono della scrittura di Clementi e come vuole la concezione di Calenda – ac-cesa denuncia e leggerezza dei toni, echi danteschi a profili di personaggi che ci appaiono vivi, potenti nella loro verità.

Antonio Calenda sceglie la drammaturgia di un autore contemporaneo di notevole interesse e – nei ruo-li dei protagonisti – due interpreti di comprovato talen-to e in profonda sintonia come Nicola Pistoia e Paolo Triestino, per affrontare, fra onirismo e lancinante ve-rità, temi contemporanei.

Ciò assumendo il teatro a luogo che da sempre trova il suo senso più profondo nella rappresentazione delle ingiustizie epocali, nella riflessione sulle oscurità e sui contrasti del mondo: ed il mondo attuale ci chiama con urgenza – basti pensare alle recenti parole e ai molti ri-chiami di Papa Francesco – a prendere coscienza della situazione dei diversi, degli ultimi che chiedono riabili-tazione e dignità umana. Argomenti estremi e delicati che lo spettacolo saprà toccare attraverso il senso d’iro-nia e una malinconia esistenziale alta e placata».

Nella foto il Regista Antonio Calenda

LXVIII Festa del Teatro a San Miniato

Il confine luogo di incontro e di scoperta positivaSuccesso dell’opera “Finis Terrae”

Testo di Gianni Clementi e regia di Antonio Calenda

10 la Settimana domenica 27 luglio 2014speciale

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11la Settimanadomenica 27 luglio 2014 unitalsiUnitalsi Sottosezione di Rovigo

Una domenica da ricordare!Al mare con Chiara Scarselletti referente giovani regionale

Domenica 20 luglio noi ragazzi del gruppo Gio-vani dell’U.N.I.T.A.L.S.I. di Rovigo, accompagnati dai nostri immancabili “zii” ci siamo recati nella ridente località di “Roso-lina Beach” per trascorre-re insieme una giornata al mare.

Siamo partiti da Rovi-go alla mattina belli cari-chi, pronti per trascorrere una giornata in compa-gnia divertendoci e ab-brustolendoci al sole!

Per l’occasione è ve-nuta a trovarci la refe-rente giovani regionale dell’U.N.I.T.A.L.S.I Chia-ra Scarselletti che ci ha poi salutati con l’arrive-derci alla prossima setti-mana, periodo nel quale si svolgerà il pellegrinag-gio regionale unitalsiano del Triveneto presso la celeberrima città maria-na di Loreto.

Arrivati in spiaggia ci siamo accampati su sei ombrelloni in modo tale da starci tutti comoda-mente, infatti eravamo circa una ventina di per-sone!

Dopo esserci riempiti di crema solare per evi-tare ustioni e insolazioni indesiderate, siamo subi-

to andati in acqua a fare il bagno e giocare armati di pallone. Tra schizzi, tuffi e risate il tempo in acqua è volato.

Venuti su dall’acqua abbiamo pranzato al sac-co e per digerire ci siamo messi a giocare a carte. Passate le tre ore utili per la digestione siamo nuovamente schizzati in acqua per fare un al-tro bagno, l’ultimo della giornata.

A mio avviso è stato meglio il bagno fatto alla mattina perchè è stato più lungo e c’era il sole, mentre nel pomeriggio

qualche nuvola l’ha oscu-rato.

In tardo pomeriggio siamo ripartiti per tornare in quel di Rovigo per poi partecipare alla festa dei maturati che si è tenuta a casa del nostro Mattia.

Un ringraziamento speciale va ai genitori di Mattia che hanno prepa-rato il tutto.

Abbiamo festeggia-to anche gli altri quattro maturati, ovvero Noemi, Giada, Antonio e Denny.

Infatti, quest’anno nel-la grande famiglia unital-siana di Rovigo ben cin-que ragazzi hanno conse-

guito la maturità con ot-timi risultati tra cui i due

100 ottenuti con impegno da Noemi e Giada.

E’ stata una bella festa in cui abbiamo potuto sta-re insieme, ridere e scher-zare. E adesso ci aspetta il fantastico pellegrinaggio a Loreto. Noi siamo pron-ti per ritrovarci, stringere nuove amicizie e diver-tirci aiutando chiunque abbia bisogno.

Chiara FontiGruppo Giovani Unitalsi Rovigo

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12 la Settimana domenica 27 luglio 2014varie

Sabato 19 luglio al Censer è stata organizzata grazie al bar KUR e la sti-lista Genny Tafa, una serata all’insegna dell’alta moda.

Genny è una giovane ragazza di 21 anni, uscita dalla scuola di moda di Ro-vigo, che ha messo in gioco tutta la sua preparazione, sviluppando modelli di alta qualità.

Ha saputo conciliare vari tessuti, dal-la seta all’organza, dall’ecopelle incro-ciando colori e stili, in modo veramente straordinario. Sono state presentate 4 collezioni, dal romantico all’ecopelle, dall’elegante al pratico e per tutte le età.

L’atmosfera è risultata da subito mol-to carica, le modelle con gli abiti sono stati applaudite a lungo dal pubblico presente. Con l’uscita dell’ultimo abito si è presentata anche la stilista Genny, visibilmente commossa dal trionfo otte-nuto nella sua città.

Genny, nonostante la sua giovane età, è alla sua 6^ sfilata (Bologna, Torino e Mi-lano) ma teneva molto presentare le sue crea-zioni nella sua città.

Nelle foto di Gar-dina Diego: (sotto) una panoramica di alcuni abiti che hanno sfilato; (sopra) la stilista Gen-ny (a sinistra) con una modella che porta una sua creazione.

Rovigo - Cen.Ser

Sfilata di modaSerata Fashion Time con la stilista Genny Tafa

Rosolina Mare

DeltArte sensibilizza popolazione e turistiInaugurate due opere permanenti di arte pubblicaMercoledì 16 lu-

glio sono state inau-gurate le due opere permanenti di arte pubblica dell’artista DEM alla presen-za del vicesindaco Daniele Grossato e dell’assessore all’am-biente Giovanni Cri-vellari, alla curatrice e ideatrice di DeltAr-te Melania Ruggini e al presidente di Voci per la Liberta’, Gio-vanni Stefani.

All’opening è se-guita la proiezione del film Supra Natura di DEM e Seth Morley pres-so il Centro Congressi, che ha registrato un’ottima af-fluenza di pubblico.

A Rosolina Mare Dem ha creato due opere per-manenti per la popola-zione e i turisti: un acceso murales presso la cabina elettrica di Strada Sud, in pieno centro urbano, e un’installazione di land art chiamata Genius Terrae presso il Parco della Vitto-ria, in via del Moro.

Il murales di DEM è un’operazione di riqua-lificazione urbana a 360 gradi per mezzo del quale

l’anonimato di un edificio industriale come una cabi-na elettrica è diventato un contenitore di senso, visi-bile da ogni direzione.

Come spiega la cura-trice del festival, Mela-nia Ruggini, al centro del murale campeggia l’im-magine totemica di una divinità, a tratti pagana, a tratti cristiana, che ricorda le Madonne di Piero della Francesca per volumi e ca-rattere compositivo e certe figure di Massimo Campi-gli. Essa è la Madre Terra, che tutto può creare e tutto può al contempo distrug-gere e la cui forza è pale-

sata nell’atto delle braccia, nella folgore che tiene nella mano sinistra e nel velo dietro alla sua figura, fatto di onde energe-tiche che si propaga-no nello spazio.

Nel lato verso piazza San Giorgio, circondata da farfalle in volo, è stata creata una grande chioc-ciola, omaggio a Ro-solina, simbolo al-tamente complesso, che contraddistin-gue il ciclo evolutivo

della natura, oltre ad esse-re un animale che popola copioso l’area del Delta. Il murales sarà completato a settembre, durante il terzo soggiorno che l’artista farà a Rosolina Mare, per la chiusura ufficiale del festi-val d’arte contemporanea DeltArte.

La seconda opera, l’installazione GENIUS TERRAE, situata nel Par-co della Vittoria, mira alla sensibilizzazione sociale. Il messaggio principale della scultura vivente è che ognuno ne diventi il guardiano, per protegger-la da atti vandalici (uno dei quali registrato la notte precedente l’inaugurazio-ne) e viverla come parte integrante del territorio. E anche in questo caso l’arte contemporanea assume una valenza sociale non indifferente.

DELTARTE è visitabi-le dal 4 aprile al 29 settem-bre 2014

Tutti gli ingressi alle inaugurazioni del festival sono gratuiti.

Ideazione e cura del festival: Melania Ruggini

Sanità - Da settembre in Veneto

Addio alla “ricetta rossa”Informatizzate 40 milioni di prescrizioni farmaceutiche

Dal 1 settem-bre i cittadini che richiederanno una prescrizione farma-ceutica al proprio medico di medicina generale riceveran-no un promemoria stampato su carta bianca con il quale potranno recarsi in farmacia e ritirare il farmaco prescritto. Scompare così la ri-cetta rossa farmaceutica che, grazie al percorso di dematerializzazione delle prescrizioni realizzato in seno al progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regio-nale, non ha più ragione di esistere. Si completa in questo modo la seconda fase di digitalizzazione del processo di produzione ed erogazione delle ricet-te realizzato grazie ad un collegamento telematico tra medici, azienda socio-sanitaria di riferimento, farmacie, Regione e Mini-stero dell’Economia. Un sistema che, in linea con le norme regionali e na-zionali in materia, offre soprattutto un’occasione per migliorare il servizio direttamente al cittadino. Arsenàl.it, consorzio per la sanità digitale di tutte le Ulss e aziende ospedaliere del Veneto, che coordina l’iniziativa nell’ambito del progetto Fascicolo Sanita-rio Elettronico regionale, ha calcolato che grazie alla ricetta dematerializzata il sistema sanitario regiona-le risparmierà ogni anno 3.244.901 euro. Tutto ciò è possibile grazie alla messa in rete dei medici di me-dicina generale (3.332) e dei pediatri di libera scelta (580): oggi il 98% dei me-dici risulta collegato in rete ed inviante la ricetta de-materializzata.

“Siamo di fronte ad un

pietra miliare – sottolinea l’Assessore alla Sanità Luca Coletto – di un cam-mino di informatizzazione iniziato solo 4 anni fa, quando tutto era ancora a livello pio-nieristico e sparso a macchia di leopardo. Abbiamo investi-to in termini economici e di professionalità giovani e mo-derne come quelle espresse da Arsenàl.it ed ora iniziamo a raccogliere i frutti: cospicui ri-sparmi di spesa, cioè soldi che rimangono nelle tasche della gente, agevolazioni e sburo-cratizzazione per gli utenti, miglioramento dell’operativi-tà delle strutture sanitarie in termini di tempi ed efficienza. A più riprese – aggiunge Co-letto – il Governo nazionale, Ministri, esperti di spen-ding review, hanno indicato nell’informatizzazione una delle risposte più incisive per migliorare la spesa e i servizi. Oggi con orgoglio dico loro: il Veneto c’è!”.

A fronte del grande im-pegno dei medici e delle farmacie per aggiornare i propri sistemi informativi, la novità che andrà a regì-me il primo settembre non implica cambiamenti par-ticolari per il cittadino che, al posto della ricetta rossa farmaceutica, riceve un promemoria bianco conte-nente due codici: il nume-ro di ricetta elettronica ed il codice fiscale dell’assisti-to. Con questo può recarsi alla farmacia preferita e

ricevere il farmaco prescritto dal proprio medico.

La dematerializ-zazione sarà succes-sivamente estesa alle prescrizioni specia-listiche erogate dai medici delle aziende. Il processo di digita-lizzazione sarà chiu-so completamente dal 2015 quando la ricetta rossa scompa-

rirà del tutto e al cittadino basterà recarsi in farmacia con la propria tessera sani-taria per ricevere il farma-co prescritto.

Tutto questo garantisce agli assistiti del sistema sanitario veneto maggiore sicurezza, tempi più rapi-di nell’erogazione dei ser-vizi e contenimento della spesa sanitaria. In Veneto vengono prodotte circa 60 milioni di prescrizioni, delle quali 40 milioni di farmaceutiche e 20 milioni di specialistiche. I risparmi derivanti dalla demate-rializzazione della ricetta rossa sono stati calcolati in 3.244.901 euro ogni anno (tenendo conto del costo-opportunità del personale delle aziende, del costo delle ricette e del costo dei servizi di gestione della ricetta cartacea) per il si-stema sanitario regionale veneto.

La Regione Veneto sta attuando la dematerializ-zazione della ricetta come prima tappa del progetto Fascicolo Sanitario Elettro-nico regionale, iniziativa coordinata da Arsenàl.IT, che, attraverso una com-plessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sa-nitari di ogni azienda, sta rivoluzionando i servizi di cura al cittadino al fine di garantire una assistenza sociosanitaria più puntua-le, efficiente e sostenibile.

Rovigo - Azienda Ulss 18

“Stress e lavoro” lo SPISAL ti può aiutareLo stress che si origina in ambiente la-

vorativo è un rischio lavorativo che deve essere valutato ai sensi del D.Lgs.81/08. Si può agire sulla prevenzione, miglioran-do l’organizzazione del lavoro, principale causa dell’insorgenza di questo tipo di stress.

La Legge Regionale del Veneto 8/2010 (prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela psicosociale della per-sona sul luogo del lavoro) rappresenta la volontà della Regione di “riconoscere l’inviolabilità della dignità umana e il di-ritto di ogni individuo alla propria inte-grità psico-fisica che deve essere tutelata nei luoghi di lavoro, di promuovere e sostenere azioni di prevenzione del disa-gio lavorativo, di contrasto dei fenomeni di mobbing e di stress psico-sociale e di-sincentivazione di comportamenti discri-minatori o vessatori correlati all’attività lavorativa”.

Questa norma regionale prevede all’articolo 6 che tutte le Aziende sanita-rie istituiscano, lo Sportello di assistenza ed ascolto sul mobbing, sul disagio lavorativo e sullo stress psico-sociale nei luoghi di lavoro, e all’articolo 7 l’istituzione del Centro di ri-ferimento per il benessere organizzativo nelle Aziende Sanitarie dei Comuni capoluogo di Provincia. L’Azienda Sanitaria ULSS 18 di Rovigo, con Decreto del Direttore Generale, ha istituito sia lo Sportello di

Ascolto che il Centro di Riferimento.Lo Sportello di Ascolto fornisce infor-

mazioni sui diritti dei lavoratori e stru-menti di tutela ed orienta il lavoratore verso le strutture di supporto del territo-rio. Il Centro di Riferimento provinciale ha, innanzitutto, il compito di accertare lo stato di disagio psico-sociale o di ma-lattia del lavoratore e fornisce eventuale indicazione del percorso terapeutico di sostegno, cura e riabilitazione; individua le misure di tutela che il Datore di Lavoro può adottare nei casi di disagio lavorati-vo e supporta gli SPISAL della provincia (ULSS18 e ULSS 19) nelle verifiche sui luoghi di lavoro per la valutazione dei ri-schi psico-sociali.

I lavoratori che ritengano di vivere un disagio dovuto alla organizzazione del la-voro possono telefonare tutte le mattine dal lunedì al venerdì ai numeri di telefo-no 0425–393790/39374944 della Medicina del Lavoro–SPISAL dell’ULSS18 di Rovi-go (per l’ULSS 19 di Adria al numero di telefono 0426 940144) e prendere appun-tamento allo Sportello di Ascolto.

Informazioni esaustive sono contenu-te nei siti Aziendali sito web dell’Azien-da ULSS 18–Dipartimento di Prevenzio-ne all’interno nella pagina dedicata allo SPISAL, per il territorio di Rovigo e nel sito dell’Aziendale dell’ULSS19 per il ter-ritorio di Adria.

Page 13: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

13la Settimanadomenica 27 luglio 2014 chiesa

Don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio co-municazioni sociali della diocesi di Brescia e del settimanale diocesano “La Voce del Popolo”, è stato eletto presidente dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cine-ma) durante l’Assemblea generale nell’Abbazia di Maguzzano. Almeno una Sala in ogni diocesi, ma che “operino con compe-tenza, professionalità e passione”

“La Chiesa italiana, attraverso la nota pasto-rale dei vescovi del 1999, affida all’associazione il compito di offrire ‘un servizio volto a creare le premesse di mentalità, di costume, di linguaggio, di strumenti, di modelli di ricerca per una effica-ce azione pastorale’. È la priorità fondamentale che ci affida la Chiesa e che noi volentieri oggi ameremmo declinare aiutando tutti a prendere coscienza dell’alto valore educativo di ogni agire culturale e pastorale”.

Lo afferma don Adriano Bianchi, direttore dell’Uf-ficio comunicazioni socia-li della diocesi di Brescia e del settimanale dioce-sano “La Voce del Popo-lo”, eletto ieri presidente dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cine-ma) durante l’Assemblea generale nell’Abbazia di Maguzzano.

Che ruolo hanno oggi le Sale della comuni-tà?“Essere Sala della co-

munità nella Chiesa e nel-

la società significa recupe-rare continuamente spazi ed esperienze di bellezza per le persone che incro-ciamo. Da tempo in Sala hanno casa tutti i linguag-gi dell’arte: non solo il cinema, ma il teatro che cresce continuamente (i Teatri del Sacro ne sono il frutto più autentico), la musica e l’attenzione al dibattito pubblico con incontri, dialoghi e ini-ziative di ogni genere. Insomma, è anche della Sala della comunità assu-mere in pieno la missione di Cristo di andare incon-tro a un uomo sperduto e senza riferimenti, e, nella bellezza e nella gioia, far-lo camminare, attraverso l’arte e una cultura illumi-nata dalla fede, verso una sempre più piena uma-nizzazione”.

Le Sale possono an-che essere uno stru-mento valido per rag-giungere le periferie?“Da sempre la Sala

della comunità compie il suo percorso culturale, sociale e pastorale nelle periferie. Ci sono sale nei centri storici e nei grandi centri urbani, ma la mag-gioranza delle 1.000 sale della comunità attive in Italia è dislocata in comu-ni sotto i 10mila abitanti. Ovunque, quando una Sala vive, si crea un mo-vimento culturale comu-nitario che mette in rete l’intero territorio in una feconda collaborazione tra parrocchie, comuni, associazioni. Insomma, la Sala diviene un progetto dentro cui la comunità, in senso ampio, cresce e ‘celebra’ il suo percorso comune”.

Qual è la diffusione nelle Regioni italiane?“La concentrazione

maggiore è in Lombar-dia, nel Triveneto, in Pie-monte e Liguria. Buona la presenza di sale in Emilia Romagna, Mar-che e Toscana. Il Lazio è rappresentato, ma man-ca il coordinamento che spesso nelle altre Regio-ni è garantito anche dai Sas (Servizi di assistenza sale) regionali o diocesa-ni che danno il supporto alla programmazione ci-nematografica e teatrale, servizi fiscali e gestionali e sempre più elaborano i percorsi culturali, pa-storali e formativi come recentemente accaduto in Lombardia grazie al contributo di Fondazione Cariplo. Alcune sale mol-to significative operano

anche in Puglia, in Sicilia e Sardegna”.

Si riuscirà a raggiun-gere l’obiettivo di una Sala in ogni diocesi?“Il tema non è solo

quello della consistenza numerica o della concen-trazione, ma che un nu-mero sufficiente di Sale ben distribuite su tutto il territorio nazionale - e, perché no, una almeno in ogni diocesi - operino con competenza, professiona-lità e passione”.

Che priorità ha l’Acec per il futuro?“Ci stiamo impegnan-

do molto nell’attività for-mativa degli animatori della comunicazione e della cultura che opera-no nelle sale. Lo ha detto recentemente don Ivan Maffeis, vicedirettore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni socia-li, ricordando che la Sala della comunità ‘può con-tribuire a quell’alleanza tra i diversi soggetti che l’impresa educativa ri-chiede, aiutando le fami-glie a interagire con i me-dia in modo costruttivo e i giovani a vivere la bellez-za delle relazioni umane’. Una sfida che sentiamo profondamente nostra e che vogliamo riassumere sia sul piano dell’esercizio commerciale e culturale laico, sia su quello eccle-siale nello spettro diver-sificato e vario del mon-do delle comunicazioni sociali dove si muovono molte altre associazioni (Fisc, Ucsi, Corallo, Aiart, Copercom, WeCa...)”.

Anche le Sale della comunità, però, de-vono confrontarsi con una società che cam-bia…“Non possiamo na-

scondere che il passaggio ai sistemi di proiezione digitale sta determinan-do la chiusura di alcune delle nostre Sale, ma per molte rappresenta anche una grande ridefinizione progettuale. È importante non smettere di accompa-gnare questa transizione con tutti i mezzi di soste-gno possibili. Molte Re-gioni ed enti locali si sono attivati per aiutare le par-rocchie a reperire i fondi necessari alla trasforma-zione, altre potrebbero farlo, come pure siamo in attesa di un bando del Mi-nistero dei beni culturali. Se è vero che le Sale oggi non sono solo il cinema, perdere questa possibilità sarebbe una diminuzione. Non siamo in concorrenza con multisale o altri eser-cizi ma, senza complessi d’inferiorità, siamo deter-minati a fare bene quello che facciamo”.

Riccardo Benotti

ACEC

Almeno una Sala della comunità in ogni diocesi Il consigliere nazionale don Adriano Bianchi eletto Presidente dell’Acec

Chi siamo

Finalità istituzionaleNel corso degli anni, l’ACEC ha ampliato le

proprie finalità e il proprio campo d’azione, anche e soprattutto per soddisfare le nuove esigenze sorte in seno alla Chiesa italiana.

Oggi l’Associazione non si limita a rappresen-tare gli interessi morali e materiali degli esercenti delle sale associate nei confronti delle Amministra-zioni dello Stato, di Enti pubblici e privati e degli organismi sindacali, e ad assicurare ai soci servizi di consulenza ed assistenza legale, amministrativa e fiscale. La visione unitaria degli strumenti di co-municazione sociale, suggerita dal Concilio Vatica-no II e dalle riflessioni culturali e pastorali succes-sive, ha indotto l’ACEC ad allargare la sua area di interesse al di là del cinema, a introdurre il concetto di “sala della comunità” come luogo e spazio di in-contro, di testimonianza, di dialogo, di confronto.

Come recita l’art.2 del nuovo Statuto dell’ACEC, approvato dall’Assemblea nazionale straordinaria del 16 aprile 1998, “L’ACEC, che opera nell’ambito della comunicazione sociale, e del cinema in parti-colare, con finalità pastorale e culturale, soprattutto in funzione della “sala della comunità” considera-ta struttura multimediale e polivalente, si propone di:

a) promuovere la realizzazione della “sala della comunità”;

b) favorire la gestione comunitaria della sala; c) operare in piena osservanza con gli indirizzi

pastorali dell’Episcopato italiano e orientare le pro-prie iniziative in modo da contribuire validamente alla realizzazione dei piani pastorali predisposti dalla Chiesa italiana;

d) realizzare un costante collegamento con la Conferenza Episcopale Italiana, particolarmente con l’Ufficio Nazionale della CEI per le comunica-zioni sociali, ed una funzione di collaborazione con gli organismi ecclesiali che, a vario titolo, operano nel campo della pastorale.

La trasformazione e il ruolo dell’ACEC nella Chiesa e nella società italiana hanno trovato auto-revole legittimazione con due Note pastorali della CEI (“Finalità e organizzazione delle sale cinema-tografiche dipendenti dall’autorità ecclesiastica” - gennaio 1982; “Sala della comunità - un servizio pastorale e culturale” - marzo 1999) e con il discorso di Giovanni Paolo II al IV Congresso nazionale (24 maggio 1984). Altro momento di grande rilevanza giuridico-politica è stato il riconoscimento formale della “sala della comunità” nell’ambito della nuo-va legge per il cinema del 1° marzo 1994, n. 153.

Dopo soli sedici mesi

La “rivoluzione” di Bergoglio?

Una Chiesa apertaE’ la risposta che dà Marco Politi, vaticanista di lungo cor-

so, nel suo libro “Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivolu-zione” (Laterza). Ripercorre lo scorcio storico a cavallo tra i due Pontefici, i segreti del Conclave che ha portato all’elezione di Francesco, le sue “origini”, le resistenze al cambiamento, lo spinoso tema delle finanze e, in modo particolare, “il pro-gramma della rivoluzione”

La pioggia. Gli ombrelli variopinti. Il gabbiano sul comi-gnolo. La fumata bianca. L’attesa. Jorge Mario Bergoglio è il nuovo Papa. Si chiamerà Francesco. Scelta rivoluzionaria, di-ranno molti commentatori successivamente. Così come rivolu-zionarie le prime parole: “Buona sera… Incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi…”. Parole accompagnate dalla richiesta - rivoluzionaria anche questa - della benedizione del popolo per “il suo Vescovo”.

È il 13 marzo 2013. Sono passate da poco le ore 20, quando il mondo intero conosce il nuovo Pontefice, preso “quasi alla fine del mondo”. Sono trascorsi sedici mesi da quella serata storica, ma basta chiudere gli occhi per riannodare il filo di questo tempo e far spazio ai ricordi: la pioggia, gli ombrelli, il gabbiano, la gente in attesa, il volto di Bergoglio… Una messa a fuoco nitida di questo arco temporale, così “breve” a livello cronologico, ma così “lungo” a livello pastorale e decisionale, arriva dal libro “Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivo-luzione” (Laterza), del giornalista Marco Politi, vaticanista de “la Repubblica” per quasi un ventennio e ora editorialista de “il Fatto Quotidiano”. Il libro ripercorre, con dovizia di parti-colari e aneddoti, lo scorcio storico a cavallo tra i due Pontefici, i segreti del Conclave che ha portato all’elezione di Francesco, le sue “origini”, le resistenze al cambiamento, lo spinoso tema delle finanze e, in modo particolare, “il programma della rivo-luzione” del Papa. Questa rivoluzione, spiega Politi, “ha un nome: ‘Trasformazione missionaria della Chiesa’... Francesco vuole una Chiesa aperta, che va verso il mondo”.

Una Chiesa, in definitiva, che sa farsi prossima e, in questa sua prossimità, indica anche lo stile che deve informare la vita degli evangelizzatori e dei credenti. È questa un’idea di fondo che ha da sempre accompagnato il magistero di Jorge Mario Bergoglio, ora Papa Francesco. In diverse circostanze, infatti, quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires, rivolgendosi ai catechisti, sottolineava l’importanza di “accompagnare la vita con cuore di padre e di fratello”, di farsi “prossimo”. E ciò, quasi decentrandosi da sé e facendo propria la “pedagogia di Dio, che sa fare della vicinanza la sua identità, il suo nome, la sua missione”.

Piccoli accenti che rivelano l’immagine - o volto - di Chiesa che Papa Francesco più predilige. Come egli stesso ha dichia-rato nell’udienza generale dell’11 settembre 2013: “Per me è una delle immagini più belle della Chiesa: la Chiesa madre!”. E la settimana successiva, il 18 settembre 2013, ha aggiunto: “A me piace tanto questa immagine della Chiesa come madre. Per questo ho voluto ritornarvi, perché questa immagine mi sembra che ci dica non solo come è la Chiesa, ma anche quale volto dovrebbe avere sempre di più la Chiesa, questa nostra madre Chiesa”. Parole confermate nell’intervista a “La Civiltà Cattolica”: “Sogno una Chiesa Madre e Pastora”. E, ancora più recentemente, nell’intervento al convegno ecclesiale della dio-cesi di Roma, il 16 giugno scorso: “La sfida grande della Chiesa oggi è diventare madre! […] Se la Chiesa non è madre, è brutto dire che diventa una zitella, ma diventa una zitella! È così: non è feconda. […] L’identità della Chiesa è questa: evangelizzare, cioè fare figli […] per questo la Chiesa deve fare qualcosa, deve cambiare, deve convertirsi per diventare madre”.

Il percorso è esplicito: “La Chiesa deve cambiare” non per piaggeria o chissà per quale disegno oscuro. Ma “deve con-vertirsi per diventare madre”. È questo il punto focale della “rivoluzione” di Papa Francesco, che chiama in causa anche quello che viene definito il “sensus Ecclesiae” che - come egli stesso dice - deve poggiare sui tre pilastri dell’umiltà, della fedeltà e della preghiera e comportare il “sentire e pensare e volere dentro la Chiesa”. Ecco, allora, che ritornano alla mente ed acquistano significato nuovo le prime parole di Bergoglio, appena eletto Pontefice, e la richiesta di benedizione del popo-lo. Ma non solo... Come non pensare al discorso del 21 giugno 2013 ai rappresentanti pontifici: “I pastori sappiano essere da-vanti al gregge per indicare la strada, in mezzo al gregge per mantenerlo unito, dietro al gregge per evitare che qualcuno rimanga indietro e perché lo stesso gregge ha, per così dire, il fiuto nel trovare la strada”. Oppure all’omelia della Messa con i nuovi cardinali del 23 febbraio 2014: “Il cardinale non entra in una corte. Evitiamo […] intrighi, chiacchiere, cordate, favoritismi, preferenze”. E così via... Il pensiero va ai richiami sulla corruzione, sui mali odierni, sulla mondanità spirituale “che si nasconde dietro apparenze di religiosità e persino di amore alla Chiesa” (Evangelii Gaudium 93). E va anche alle decisioni storiche come, ad esempio, la costituzione del Con-siglio dei cardinali, l’istituzione della Pontificia Commissione per la protezione dei minori, la riforma dello Ior e della Curia Romana.

Tutto si accorda, tutto si tiene. Perché, come dice France-sco, “essere nella Chiesa è essere a casa, con mamma; a casa di mamma. Questa è la grandezza della rivelazione”.

Vincenzo Corrado

sostieniediffondi

Page 14: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

14 la Settimana domenica 27 luglio 2014missioniRinnovare la missione

6 atteggiamenti da vivere di Papa FrancescoLa missione è nel cuo-

re di Papa Francesco. I suoi interventi hanno sempre un grande respi-ro missionario. In un re-cente intervento ha detto: «Evangelizzare è la mis-sione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la mia, la tua, la nostra missione. Ognuno deve essere evan-gelizzatore, soprattutto con la vita!».

Ne siamo felici perché, si licet parvis componete magnis, è l’assillo costan-te di tutti i missionari. Ci entusiasma l’esortazione Evangelii Gaudium densa di spirito missionario.

A chi, come me, ha vissuto il servizio mis-sionario in America La-tina negli anni caldi del dopo concilio, sembra sia la chiesa di Medellin, di Puebla, di Aparecida che, dopo anni di quasi ostra-cismo, con l’autorevole avallo del Papa latinoa-mericano, indica a tutta la Chiesa le strade della missione.

Il mondo oggi è mol-to diverso dal mondo di mezzo secolo fa. Sono cambiati i destinatari e le situazioni.

I missionari, le comu-nità cristiane, che vanta-no una bella storia mis-sionaria, sentono che il loro impegno missionario

ha bisogno di rinnovarsi. Lo chiede, con in-sistenza, il Papa Francesco: «E’ urgente trovare nuove forme e nuove vie perché la grazia di Dio possa toccare il cuore di ogni uomo e di ogni donna e portarli a Lui ... Ci sono tanti popoli che non hanno an-cora conosciuto e incontrato Cri-sto ... Abbiamo ricevuto il dono della fede non per tenerla nascosta, ma per diffonderla, perché possa illuminare il cammino di tanti fratelli e sorelle. Noi tutti ne siamo semplici, ma importanti strumenti».

Tra gli innumerevoli interventi di Papa Fran-cesco ci sono parole che indicano le strade di una nuova, aggiornata evan-gelizzazione.

- Uscire. E’ un’indicazione cara

al Papa: «Usciamo ad offri-re a tutti la vita di Gesù Cri-sto,... preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le stra-de, piuttosto che una Chie-sa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi

alle proprie sicurezze. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consola-zione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita».

- Audaci e creativi. Alla domanda: «Siamo

coraggiosi per andare per le nuove strade che la novità di Dio ci offre, o ci difendiamo, chiusi in strutture caduche che hanno perso la capacità di accoglienza?» Rispon-de decisamente: «Audaci e creativi nel ripensare gli obbiettivi, lo stile e i metodi evangelizzatori».

- Gioia di evangeliz-zare.

Papa Francesco lo dice con le parole e coi gesti: «Possa il mondo del nostro tempo, che cerca ora nell’an-goscia, ora nella speranza, ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradii fervore, che abbiano per pri-mi ricevuto in loro la gioia del Cristo, e accettino di mettere in gioco la propria vita affinché il Regno sia annunziato e la Chiesa sia impiantata nel cuore del mondo».

- Misericordia, tene-rezza.

Sono gli atteggiamen-

ti preferiti di Papa Francesco: «Serve una Chie-sa capace di ri-scoprire le viscere materne della mi-sericordia. Senza la misericordia - afferma Papa Francesco - c’è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di ‘fe-riti’, che hanno bisogno di com-prensione, di per-dono, di amore».

- Partire dai poveri.

Fin dalla sua elezione, papa France-

sco ‘ha sostenuto l’opzio-ne per i poveri come via concreta per proclamare l’amore di Dio nel mondo di oggi e attrarre verso il Vangelo. «La fraternità e la solidarietà universale sono connaturali alla vita e alla missione nel mondo e per il mondo». Da qui il compi-to dell’evangelizzazione, che deve raggiungere tut-ti, ma che «è chiamata tut-tavia a partire dagli ultimi, dai poveri, da quelli che han-no le spalle piegate e sotto il peso e la fatica della vita». La Chiesa è il popolo del-le beatitudini, la casa dei poveri, degli afflitti, degli esclusi e dei perseguitati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia.

- Contemplazione. Agli evangelizzato-

ri il Papa dice: «Bisogna sempre partire dalla pre-ghiera, che è un chiedere, come gli Apostoli nei Ce-nacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fe-dele e intenso con Dio per-mette di uscire dalle proprie chiusure e annunciare con parresia il Vangelo. Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima, e non è animato dallo Spi-rito».

Lascio per un’altra oc-casione parole come dia-logo, multiculturalità.

L’Affanno missionario del Papa lo è anche dei vescovi dell’America La-tina. Concludendo la loro Assemblea di Aparecida affermano: “Dobbiamo andare verso le persone, le famiglie, le comunità, i popoli per comunicare, condividere con tutti il dono dell’incontro con Cristo, che ha riempito le nostre vite di senso, di ve-rità, di amore, di gioia di speranza. Non possiamo rimanere tranquilli den-tro le nostre chiese, urge invece correre in tutte le direzioni per proclamare che limale e la morte non hanno l’ultima parola, che l’amore è più forte”.

Crescenzio Moretti(da Cum

luglio-agosto 2014)

Qualche anno fa un amico prete, missionario in Amazzonia, mi confidava la sua preoccupazione per le sue tante comunità par-rocchiali. Solo poche volte all’anno può fermarsi pres-so ciascuna di loro, per ce-lebrare la Messa, ammini-strare i sacramenti, istruire i catechisti e i fedeli. Si chie-deva se era giusto lasciare così a lungo tanti battezzati senza Eucaristia. Il proble-ma della mancanza di cle-ro si fa sentire sempre più forte anche da noi in Italia. Molto di meno, comunque, rispetto ad altri Paesi eu-ropei come la Francia e la Germania. …

Una puntualizzazio-ne mi sembra importante. Non si tratta solo di un problema contingente, ma di un nuovo modello di pa-storale che nasce dall’eccle-siologia del Vaticano II: una Chiesa-comunione, e non più piramidale.In questo contesto, il ruolo dei laici non è quello di “sudditi”, oggetto della pastorale, ma di fedeli partecipi a pieno titolo della vita e della mis-sione della Chiesa.

Purtroppo, dopo il Con-cilio, sembra essere avve-

nuto il contrario di quanto auspicato. Da una parte sono venute meno alcune attività che in parrocchia erano da sempre seguite da laici. Penso, ad esempio, ai gruppi che si occupavano della buona stampa, oggi quasi scomparsi. Dall’altra parte i preti, soprattutto i parroci, hanno visto molti-plicarsi gli impegni in ma-niera esponenziale.

C’è davvero bisogno di un ripensamento globale della pastorale, che coin-volga nei fatti tutto il popo-lo di Dio e ridia freschezza e slancio all’annuncio del Vangelo.

È quanto auspica lo stesso papa Francesco nell’Evangelii gaudium: «La parrocchia è presen-za ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione. Attra-verso tutte le sue attività, la parrocchia incoraggia e forma i suoi membri perché siano agenti dell’evangeliz-zazione» (n. 28).

Don Antonio Rizzolo(da Jesus, luglio 2014)

Comunità e sacerdote

Una parrocchia ancora capace di annunciare il Vangelo

Dal Togo

Fare tutto con amoreTestimonianza di un missionario non-vedente

A 79 anni, padre Fabio Gilli, comboniano non-ve-dente missionario in Togo, continua gioioso il suo lavoro in favore di fratelli non-vedenti come lui nella parrocchia di Adidogome, periferia di Lomé. Ecco il suo racconto a un confra-tello che vive in casa ma-dre a Verona.

Caro Aleardo, profitto del comune amico Giorgio Prati che rientra a Verona-casa madre dopo 4 mesi trascorsi nella comunità comboniana di Tabligbo (sudest del paese) condi-videndo con la comunità cristiana i suoi momenti più belli come i battesimi a Pasqua, per farti avere queste mie righe con tanta gioia nel cuore, quella gio-ia che viene dalla missio-ne alla quale il Signore ci ha chiamati. Gioia che mi viene anche da te che ho incontrato nella mia vita e che tanto mi ha aiutato e incoraggiato. Io sto bene e lo stesso spero dite.

Durante il periodo qua-resimale siamo stati molto occupati con il lavoro di preparazione alla Pasqua delle diverse comunità cristiane che formano la parrocchia di Adidogome, all’uscita di Lomé (la capi-tale) sulla strada per Kpa-limé. Nel nostro lavoro sia-mo in ottima compagnia, quella delle missionarie comboniane che lavorano indefessamente per i po-veri della missione. Loro

passano facilmente dalla sacrestia alla scuola agli ospedali alle prigioni. Alla prigione sono stato invi-tato per la catechesi e le confessioni, e poi la messa animata da una settantina di bambini e bambine non vedenti. I miei ciechi han-no cantato e orchestrato tutto a dovere.

Tutti, nella prigione, si erano uniti a noi cattolici, animisti e protestanti com-presi, senza dimenticare i musulmani. Una giorna-ta indimenticabile con la messa cominciata alle 8 e durata fino alle due del pomeriggio! I prigionieri erano commossi e pian-gendo dicevano: - Ma se loro sono contenti, perché non lo possiamo essere an-che noi?

I non vedenti vengono inviati ad animare le mes-se nelle diverse comunità

e a fare attenzione affin-ché i genitori che hanno figli non-vedenti non li nascondano in casa, ma diano loro l’opportunità della scuola e di imparare un mestiere. Sono orgo-glioso di questi ciechi che sento “miei” e che sanno dare testimonianza pieni di gioia e di pace. Da Pa-squa siamo nella stagione delle piogge: anche i non-vedenti hanno seminato e sperano in un ottimo rac-colto.

Per parte mia, continuo il lavoro nel postulato con un gruppo di venti giova-ni aspiranti comboniani, togolesi, ghaneani e beni-nesi. Gli altri tre confratelli con cui condivido le mie giornate, sono togolesi. Faccio il “vecchietto”del gruppo. Durante la visita del Superiore generale a gennaio (in occasione del-

le celebrazioni per il 50’ anniversario dell’arrivo a Lomé dei primi 8 combo-niani), gli ho fatto presente che potrei anche... cambiar aria. La sua risposta è stata di obbedire e rimanere. Rimango volentieri, qui è la mia vita. Faccio na-turalmente quanto posso alla mia età (il 16 giugno ho compiuto 79 anni!), e quindi mi riposo anche. Celebro qui in postulato e nei diversi villaggi dove vado accompagnato. Oltre alle confessioni, mi dedico anche alla direzione spiri-tuale. Non mi annoio mai per il poco lavoro: ce n’è anche troppo, basta aver-ne voglia!

Fare tutto con amore e l’amore è l’unica lingua che tutti capiscono. Con affetto, tuo nel Signore.

P. Fabio Gilli da Adidogome (Togo)

Teolo - Campi missionariSul prossimo numero il racconto dei 3 campi missionari di Teolo

Page 15: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

15la Settimanaradio kolbeRovigo e Provincia 91.200 mhz Rovigo città 94.500 mhz Lendinara 98.400 mhz Canda 98.700 mhz Ficarolo 98.500 mhz

Radio Volontariato

Ritornano i Giochi in piazza ad Ariano Polesine

Sono tornati a trovar-ci gli amici dell’Associa-zione “Druidi” di Loreo, per presentarci una bella iniziativa in programma nel loro paese nei prossi-mi giorni. Intervistati da Simone e Denis, che per una volta hanno lasciato la poltrona del cinema per accomodarsi su quel-le dello stand della festa “Ora d’Aria 2014” mani-festazione in programma dal 31 luglio al 3 agosto alle ex carceri di Loreo.

E’ stata una puntata vivace, con tanti ospiti in studio: Stefano, Fran-cesco, Michele, Andrea, Ilaria, Chiara e Alessio: «Siamo in tanti perchè ci tenevamo ad esserci oggi - ha detto Andrea - per-chè abbiamo molte cose

da dire. Sono diversi anni che proponiamo un pro-gramma musicale in quel di Loreo, quest’anno per la prima volta il festival durerà per quattro gior-ni. La prima serata sarà dedicata alla musica elet-tronica poi due serate can-tautorali e una quarta più teatrale soundtracks.

Questo il programma della manifestazione: 31 luglio Godblesscompu-ters elettronica fresh e La cosa dell’Estate 2014. 1° agosto Riccardo Sinigal-lia, proveniente da Roma, è il nome di punta di que-sta edizione tante storie di musica italiana, tanto spessore cantautorale, tanta roba. 2 agosto toc-cherà ai Vessel con Cor-rado Nuccini dei Giardini

di Mirò, uno dei progetti e dei dischi più belli degli ultimi sei mesi. Un po’ folk, un po’ teatro, un po’ pop. Nella serata ci saran-no anche i Marmaja, con-fermati da poco. Il 3 agosto Incursioni teatrali dell’ass. Viola, letture private di Luca Rizzatello, il mood suonato dei Sons of Ro-mea: che ve lo dico a fare. E’ la sera in cui può suc-cedere anche che si finisce tutti sul palco a suonare qualcosa leggendo cose”. Poi ci saranno anche ban-

chetti e mostre.

r. g.

Non sempre nei piccoli Comuni mancano le opportunità. Spesso sono solo nascoste.

Circa un anno fa, un gruppo di gio-vani di Ariano nel Polesine ha deciso di “riprendersi” la propria città, costituen-do l’associazione Underdog. Li presen-tiamo nella puntata di Radio Volontaria-to in onda nella seconda metà di luglio. “Underdog”, nel gergo sportivo, indica un atleta dato per perdente in partenza. Ma è anche un atleta che può conseguire una vittoria clamorosa.

“Qualsiasi siano i mezzi con cui si parte, si può riuscire – spiega Andrea Roma, leader dell’associazione – Noi volevamo fare cultura, riportare in auge alcune tradizioni e far rivivere il nostro paese”. Oggi l’associazione conta 80 soci, il 70% giovani e di Ariano, con alcuni “incursori” da fuori città. Diversi adulti, comunque, collaborano alla realizzazio-ne delle attività, che hanno incontrato nei mesi un successo sempre crescente. Il 9 agosto proporranno per il secondo anno i “giochi in piazza”, una sfida a squadre che ha registrato il tutto esaurito in un solo giorno di iscrizioni.

“I giochi in piazza – spiega Enrico Gianese – si facevano vent’anni fa, poi

interrotti perché mancava chi li organiz-zasse”. Rimasta solo la fiera, orientata però ad un pubblico adulto, i fondatori di Underdog hanno pensato di occupar-si in prima persona dei giochi: “All’ini-zio ci davano dei pazzi. – scherza Enrico – Dovevamo trovare le risorse e le col-laborazioni e coinvolgere 60 ragazzi in un Comune di 1.500 abitanti”. La sfida è stata vinta. Oltre ai giochi, l’associazione organizza incontri, proiezioni, eventi in sintonia con i gusti dei più giovani, senza essere mai disimpegnati. “E’ uno spazio di aggregazione e un modo per propor-re le cose che ci interessano”, commenta Angela Angelini.

E’ anche un modo per far capire che le opportunità spesso occorre crearsele: “Ariano è piena di opportunità – dice Mattia Maestri -. Abbiamo creato l’asso-ciazione proprio per sfruttarle”. La pun-tata è condotta come sempre da France-sco Casoni e Giulia Martello del Centro di servizio per il volontariato di Rovigo.

domenica 27 luglio 2014

Quando?

Quando?

Ogni venerdì sera d’estate ad Adria, grazie ad Adria Shop-ping, ormai da 21 anni, le vie del centro si animano di gente ed iniziative.

Ogni venerdì le ma-nifestazioni seguono un tema diverso, per esem-pio venerdì 18 luglio c’è stato il 20’ Motor Day, venerdì 25 luglio sarà una sera dedicata al Co-splay e al mondo dei car-toni animati. Venerdì 1 ago-sto l’attenzione si concentrerà sull’arte e sulla cultura.

Proprio su questo appuntamento ci siamo soffermati a parlare delle inizia-tive in programma con la consigliera con delega alla cultura, del Comune di Adria, Mara Bellettato (nella foto al cen-tro): « Venerdì 1 agosto sarà una serata ricca di eventi – ha detto la Bellettato – con il Gruppo Folkloristico di Bontem-poni e simpatica Compagnia e poi con il laboratorio “Mosaico & Friends a cora dell’Associazione Pianeta Handicap ed ancora ci saranno varie presentazioni di libri, in sala Cordella si terrà la mostra fo-tografica del Fotoclub di Adria intitolata “Effetto acqua”.

In piazza Cavour ci sarà l’esibizio-ne della Banda “Bellini” di Rosolina nell’ambito del Festival delle bande mu-sicali del Polesine 2014. Ma soprattutto, dopo il successo dell’apertura straordi-naria dei Depositi del Museo Archeo-

logico di Adria, in occasione delle giornate del Fai di

primavera che ha visto partecipare ben 1500 persone e quindi la responsabile del Mu-seo, Giovanna Gam-bacurta ha accettato di riaprire anche per questa occasione i depositi, e non solo,

sarà aperta anche la Sala Risorgimentale

e poi sarà aperta anche la sala della Fondazione

“Bocchi” per visitare la colle-zione di stampe antiche.

La visita ai depositi del museo sarà ogni mezz’ora, con inizio alle 18.30, fino alle 23.30 ogni visita sarà guidata dalla stessa Gambacurta, mi auguro che ci sia-no tanti visitatori come in occasione delle giornate del Fai. Il numero per prenotare le visite è 0426/21612.

Mi auguro che tanta gente si muova per venire ad Adria perché sarà una oc-casione per conoscere meglio la nostra città. Il programma dei venerdì d’estate si può consultare sul sito di Adria Shop-ping (www.adriashopping.com)

r. g.

Nella puntata di “Cer-catori di bellezza” in onda la prossima settimana, Sal-vatore Filella (nella foto al centro) ci parla della Festa del Teatro dello Spirito di San Miniato: «Assistere alla prima assoluta della rappresentazione teatrale “Finis Terrae” all’aperto in piazza Duomo il 17 luglio 2014 - ha detto Salvatore - ha richiamato in me un ricordo unico particolare della mia infanzia degli anni cinquanta quando con la mamma mi sono recato nel cortile del palazzo settecentesco del mio paese e lì ho assistito completamente rapito alla rappresentazione di una delle ultime compagnie di teatro popolare itineranti. È straordinario poter ritrovare a San Mi-niato l’atmosfera e tutti gli elementi che rendono perennemente vivo e grande il teatro.

Questo è avvenuto senz’altro con la rappresentazione di quest’opera originale di Giovanni Clementi per la regia di Antonio Calenda. La “guerra dei barconi” nel Mediterraneo diventa dramma popolare e la scena si svolge su una spiaggia dove due contrabban-dieri (Nicola Pistoia e Paolo Triestino) si

trovano ad essere coinvolti nella vicenda di uno sbarco di clandestini su un barco-ne che con grande effetto scenografico viene rappre-sentato formato da croci in-filzate nel palco. Il gruppo di artisti di origine africana con “I tamburi di Gorée” e con i loro strumenti, in ritmi musicali serrati esprimono come il grido di un bimbo che nasce che si presenta e dipende poi in tutto da chi l’accoglie. Questo “bimbo” scartato, perseguitato è il fu-

turo umano di fronte alla nostra coscien-za contro il non futuro di un’inumanità lacerata dalla corruzione per il benesse-re e il consumo di pochi a discapito di molti. La Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato ci ha regalato per la sessantottesima volta attraverso il suo teatro uno sprazzo di vivida luce d’umanità informata da un’ispirazione cristiana per un Teatro dello Spirito che notevolmente irrora le profondità delle nostre coscienze assopite».

Ponte Radio - Ospite Mara Bellettato

Apertura straordinaria dei depositi del Museo di Adria Cercatori di Bellezza - L’esperienza a San Miniato

L’emozione del Teatro dello Spirito

In onda martedì alle 17.05, mercoledì alle 10.30, giovedì alle 22.30

In onda ogni lunedì e venerdì alle 18.20 e il martedì alle 21.30

Quando?

Per un pugno di film - con i Druidi

A Loreo tutti all’Ora d’Aria

Radio Volontariato è in onda ogni lunedì alle 21.15, ogni giovedì alle 18.20 e il venerdì alle 11.00.

Ogni venerdì e sabato alle 21.30 e alla dome-nica alle 17.30

Quando?

Page 16: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

Una meta, un cammino e il perdono di DioPace e bene caris-

simi lettori, ben ritro-vati. Siamo nel mezzo dell’estate, periodo di ferie, di campeggi e…di marce. Penso alla “Marcia verso As-sisi” che è una forte esperienza di vita e di preghiera per tanti giovani o diversamen-te giovani, come dice sempre una sorella in fraternità. ”Vi voglio mandare tutti in Paradiso, e vi annun-cio un’indulgenza che ho ottenuto dalla bocca del Sommo Pontefice. Tutti voi che siete venuti oggi, e tutti coloro che ogni anno verranno in questo giorno, con buona disposi-zione di cuore e pentiti, abbiano l’indulgenza di tutti i loro peccati>>. Così gridò, entusiasta, Francesco il giorno del 2 agosto di Ottocento anni fa, alla grandissima folla radunati-si intorno a lui e alla Porziuncola, per celebrare la festa del-la Madonna degli Angeli alla quale era intitolata la piccola Chiesa, ormai diventata il cuore spirituale della primitiva comunità francescana. Da allora mai si è interrotta la co-lonna dei pellegrini che, proprio in quel giorno di agosto, rispondendo gioiosi a chi domanda loro la provenienza, si presentano dicendo: “Siamo venuti a cercar perdono”. Da Ottocento anni tutti a cercare il perdono, che bello! Tutti, giovani e anziani, poveri e ricchi, sani e malati. Tutti noi, bisognosi di quella gioia che nient’altro al mondo se non la riconciliazione con Dio Padre può offrire. Da Ottocento anni tutti a cercare perdono, ma non nel segno di un vuoto tradizionalismo formale. Sempre, infatti, la “festa del per-dono” ha mostrato tutta la sua forza vitale continuando ad attirare a sé tantissimi fedeli e muovendo le anime all’in-contro col Signore della misericordia. Una delle più belle e recenti espressioni di questa vitalità è, come sopra citato, la cosiddetta “Marcia Francescana”. Nata più di trent’anni fa, si è ben inserita nel solco della tradizione francescana e ormai l’arrivo dei suoi partecipanti a Santa Maria degli An-geli è entrato a pieno titolo tra i momenti più significativi dell’intera festa del perdono. Marcia “Francescana”: questa, infatti, non è una marcia come tante altre. Non è certamente una marcia della pace, simile a quella, per intenderci, che ogni anno si snoda a fine maggio tra Perugia e Assisi per manifestare, al di là di ogni credo politico-religioso, il valo-re della non violenza. La “Marcia Francescana” è un vero e proprio pellegrinaggio, un cammino penitenziale fatto

di sudore e fatica, ma anche di preghiera e di condivisione con tutti i fratelli. Un pellegrinaggio con la consapevolezza di assomigliare al Figliol prodigo del Vangelo, che decide di tornare umile alla casa del Padre: la strada è più o meno lunga da percorrere, magari a piedi, e poi la preghiera di co-lui che si prepara ad un incontro importante per la sua vita. La storia della marcia francescana è semplice da raccontare. Trent’anni fa venne in mente ad un frate toscano di far pro-vare ad altri suoi confratelli e ad un piccolo gruppetto di giovani la gioia di un vero e proprio corso di esercizi spiri-tuali itineranti. A piedi, verso la Porziuncola, il santuario del perdono, la chiesa più cara a san Francesco. poche persone aderirono all’iniziativa, ma una grande intuizione aveva ormai trovato accoglienza: un’esperienza dal fascino antico e molto giovane. Così , nel giro di pochi anni, la proposta si è allargata ai frati e alle suore delle altre regioni italiane e ai sempre più numerosi gruppi parrocchiali. Esperienza che è diventata appuntamento annuale, pur mantenendo un rigorosissimo stile francescano, arricchita di sussidi, te-stimonianze, incontri… fino all’udienza, che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha voluto riservare a tutti i marciatori, a Castelgandolfo nel 1989 in occasione della decima edizio-ne. Una grande organizzazione, dunque, e tuttavia ciò che scandisce le giornate della marcia non sono le classiche tro-vate di raduni spettacolari giovanili, ma la loro genuinità , la linearità fatta di chilometri da percorrere di buon mattino, col fresco, perché il sole non sia troppo possente sulle teste, di scambi di esperienze e di incoraggiamento nella fatica di quel cammino che mette a nudo tutte le nostre pretese di co-modità, ma che fa scoprire anche la gioia di avere una meta verso cui guardare e di non essere soli in questa avventura. Così, anche quest’anno, la “Marcia Francescana”, porterà ad Assisi per il 2 agosto, con i suoi profumi, oltre duemi-la giovani di tutta Italia i quali, come attratti da un unico scopo, si incontreranno nel “Santuario del perdono a cercar perdono”. Proveranno la consapevolezza di essere amati da Dio, ricchi di quella pace che solo il sentirsi scelti e amati da sempre può generare nel cuore dell’uomo.

Oriana

16 la Settimana domenica 27 luglio 2014rubriche

In campagna

Nei campi a cercare notizie nuove

Taunotizie

angolo francescanoa cura dell’Ordine Francescano Secolare del Polesine

Andiamo per spigolare qua e là nel campo delle notizie che ogni giorno si rinnovano. Raccogliamo le buone mentre le meno buone, quando non cattive, le lasciamo da parte: il tempo, spesso, s’incarica di migliorarle, quan-do non dimenticarle.

Buone notizie per le produzioni di cereali nell’UE a 28. Attesi oltre 300 mi-lioni di tonnellate. Sono stime elabora-te dagli appositi centri di ricerca che servono, oltre che a creare ottimismo, condizione indispensabile che deve supportare le scelte imprenditoriali, anche ad orientare le decisioni relative al mercato, ovvero “la piazza” dove confluisce la produzione. Una “piaz-za” grande quanto il mondo. E pro-prio estendendo le analisi oltre i confi-ni dell’UE, da questa piazza giungono notizie che contraddicono le stime pri-ma evidenziate. L’influenza delle con-dizioni meteo non sempre favorevoli, quando non decisamente avverse, e il manifestarsi di attacchi di fitopatie particolarmente virulenti in grandi aree produttive mondiali, avrebbero ostacolata la produzione tanto da far rivedere al ribasso la disponibilità di

cereali. Se contro il clima l’agricoltore poco o nulla può fare, diverso è l’at-teggiamento che deve attuare contro le avversità di ordine biotico e abiotico che insidiano le colture. Si apre, così, il fronte della convenienza degli inter-venti di difesa che va oltre l’aspetto fitosanitario con l’intersecare quello ecologico. La ricerca scientifica e la conseguente tecnologia di formulazio-ne industriale sono da sempre orienta-te a trovare soluzioni eco-compatibili da proporre agli utilizzatori i quali, nella moderna agricoltura, sono at-trezzati con l’adeguata professionalità

nell’utilizzo pena la non competitività economica delle loro imprese.

Questo sul fronte della così detta agricoltura-convenzionale. Diverso il discorso sulle altre forme di agricol-tura, a cominciare da quella biologica. Questo metodo – e altri consimili in-formati dalla stessa “filosofia”, come l’agricoltura biodinamica, la macrobio-tica, la vegana e via cantando, ha una sua ragione di essere in quanto privile-gia le fonti energetiche necessarie alle coltivazioni e alla difesa del coltivato cercando di recuperare quanto la Na-tura offre ricorrendo ad apporti esterni di energia non di sintesi chimica. Va da sé che, in genere, ne soffre l’aspetto quantitativo che deve essere ristorato adeguatamente con il prezzo alla ven-dita. Sono i problemi di una società, quale la nostra occidentale, che nel volgere di una paio di generazioni in tutti i settori si è trovata sazia e satolla di tutto grazie, per stare nell’alimenta-re, a quell’agricoltura che da normale-convenzionale si è evoluta in eco-com-patibile. Questo è progresso.

Alla prossima. Orazio Cappellari

Farmacie di Turno notturno e diurno a Rovigonella settimana dal 27 luglio al 2 agosto 2014

Domenica 27 - Rhodigium S.A.S, Via Umberto I, 44 Rovi-go.Lunedì 28 - Tre Mori, Via Zanella, 14 Rovigo; Comunale n. 2 San Apollinare.Martedì 29 - Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; “La Fenice”, Via Meucci, 2/4 Boara Pisani.Mercoledì 30 - Comunale n. 3 Via Tre Martiri, 61 Rovigo; dr. Lo Curzio, Sarzano.Giovedì 31 - S. Bortolo, P.zza S.Bartolomeo, 28 Rovigo; S. Giovanni - Grignano Polesine.Venerdì 1 agosto - dr. Dian, Corso del Popolo, 284 Rovigo.Sabato 2 - Tre Colombine, Via L. Barucchello, 10 Rovigo; pomeriggio: Centrale, P.zza V. Emanuele II, 17 Rovigo; Co-munale n. 2 San Apollinare.

Rovigo - Palazzo Nodari

Premio nazionale ItaliveSuccessi nazionali per il Teatro Sociale. Due progetti:

“The water babies – Bambini acquatici” e “I concerti del Ro-vigo jazz club”, sono stati censiti e ammessi alle votazioni per il Premio Italive 2014”.

Si tratta di un importante riconoscimento per due eventi di qualità, che l’assessorato alla Cultura ha promosso, orga-nizzato e sostenuto. E i risultati sono arrivati, prima con il successo della critica e del pubblico (sempre tutto esaurito per i concerti jazz), ora con l’ammissione al Premio Italive. Ciò significa che le iniziative sono state apprezzate in tutta Italia. ITALIVE.IT (una iniziativa promossa dal codacons con la partecipazione di Autostrade per l’Italia in collabora-zione con Coldiretti) informa gli automobilisti su quello che accade nel territorio che attraversano e presenta un calen-dario aggiornato dei migliori eventi organizzati, anche alla scoperta di eccellenze enogastronomiche.

Le votazioni espresse dai visitatori determineranno il vincitore del Premio 2014 che verrà assegnato e consegnato il prossimo dicembre a Roma. Notizie sul Premio 2013 e rego-lamento Premio 2014 reperibili cliccando qui (http://www.italive.it/evento/6323/premio-italive-codacons-2013 [1] ).

- CHE COS’È ? E’ un servizio di volontariato a disposizione della donna che si trova in difficoltà a

causa di una maternità difficile.- CHI PUÒ RIVOLGERSI AL CENTRO? Ogni donna in una situazione difficile per la sua maternità: la ragazza non sposata che attende un figlio; la donna

già madre che aspetta un altro bambino e ha bisogno di aiuto; ogni donna che ha paura di un figlio, che non riesce ad accettarlo che lo sente come un problema- CHI C’È AL CENTRO? Una donna che ti capisce, e ti offre la sua amicizia. Volontari qualificati per darti un aiuto, un consiglio, ospitalità, informazioni sui tuoi diritti e sui diritti del bambino. Se ne hai bisogno puoi trovare aiuti domestici di emergenza e famiglie amiche da cui avere ospitalità.

ROVIGO• -VicoloCAMPANA,1

TEL.042527779Orari:LunedìeMartedì16-18;Mercoledì10-12;Venerdì10-12

ADRIA• -P.ttaCAMPANILE,11TEL.0426900040Orari:Martedì,MercoledìeGiovedìdalleore9.30alle11.30

TRECENTA•C/OOSPEDALESANLUCAtuttiiMercoledìdalleore9,30alle11,30C/OTORRECIVICAPiazzaGaribaldi-Trecenta

ilGiovedìdalleore15alle17C/OUfficioEPACA–ViaG.Garibaldi•

CASTELMASSA - 2°Mercoledìdi ognimesedalleore15alle17CentrodiRaccoltaExScuolediRunzi–BagnolodiPo-2°Domenicaeultimadiognimesedalleore15alle17

S.O.S.VITANUMEROVERDE800.813000

Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita ma superando le difficoltà

AdriaAdria-Cattedrale: Festive 7.30 - 9.15 - 10.30 - 12.00 - 19.00; Feriali: 7.30 - 8.30 - 19.00; Prefestiva 19.00.Casa di Riposo: 17.00.Divin Lavoratore: Festive: 9.30 - 11.30 - 18.00; Feriale 18.00; Prefestiva 18.00.Tomba: Festive: 8.00 - 9.30 - 11.30 - 19.00; Feriale: 8.00 - 18.30; Prefestiva: 19.00.S. Vigilio: Festive: 8.00 - 10.00; Prefestive: 18.30.

RovigoDuomo Concattedrale: Festive: 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 8.00 - 10.00 - 19.00.SS. Francesco e Giustina: Festive: 10.00 - Per i catto-lici anglofoni 11.00 (Chiesa del Cristo) - 11.30 - 18.30 - Feriali: 18.30 (Chiesa del Cristo, tranne al sabato).Rovigo Commenda: Fe-stive: 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 - Feriali: 7.00 - 19.00.Maria SS.ma Madre di Dio (delle Rose): Festive: 8.30 - 10.30 - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00.

S. Bartolomeo Apostolo: Festive: 8.00 - 10.00 (Iras - infermeria ore 10.00) - 12.00 - 19.00 - Feriali: 8.30 - 19.00 (Iras - Casa soggiorno saba-to ore 16.45).S. Pio X: Festive: 8.30 - 10.00 - 11.30 - 18.00. Prefe-stiva: 18.00 - Feriali: 8.30 (al mercoledì alle 18).S. Antonio: Festive: 10.00 in Casa Serena - 11.00 - 18.30 - Prefestiva: 18.30 - Feriale 18.30. Tempio “La Rotonda”: Fe-stiva: 10.30 - Feriale: 9.00Centro Mariano: Festiva: 10.00 - Feriale: 7.30.S. Domenico: Festive: 9.00 - 11.00 - 18.00; Prefestiva: 18.00. Feriali: 8.00 - 18.30. Cappuccini: Domenicale e festivo: ore 7.30 - 9.00 - 11.00 - 17.00 Prefestiva: ore 17.00 - Feriale: ore 9.00 - 17.00.S. Rita: Festiva: 10.00 - Fe-riale: 18.00 (solo al Sabato)Carmelo della Trasfigura-zione: Festiva: 8.00 - Feria-le: 7.30.Ancelle della SS.ma Tri-nità: Festiva 8.30 - Feriale: 7.30.

Orari Sante Messe

Farmacie di turno

Page 17: La Settimana n. 30 del 27 luglio 2014

“La mo-neta perdu-ta” è il terzo volume della collana Mar-

cianum Press “Biba”, dedicata alle Parabole del Vangelo spiegate ai piccoli dai 3 ai 6 anni.

La pecorella Biba è il nuovo personaggio creato appositamente per guidare i bambini in questa af-fascinante avventura: tenendo li per mano, Biba, in questa prima serie di album, farà conoscere loro le storie più belle, importanti e educative raccontate da Gesù. Il debutto della serie nelle librerie è avve-nuto con la Parabola “Il Figliol Prodigo”, per poi proseguire con “La pecora smarrita”. Nei prossimi mesi uscirà il quarto volume dedicato a “Il buon sa-maritano”. I volumi rappresentano un aiuto fonda-mentale per i genitori, che potranno così insegnare ai bambini i valori contenuti nelle Parabole, in un modo nuovo e divertente.

Eminenti personalità cattoliche, utilizzando un linguaggio semplice che parte dalla concreta espe-rienza del vivere quotidiano, accompagnano i pic-coli lettori alla scoperta del messaggio cristiano.

Nel nuovo volume, le colorate illustrazioni a corredo della storia sono arricchite dalle frasi pro-nunciate da Papa Francesco, che svolgono così un

ruolo fondamentale per la comprensione della le-zione che la Parabola intende insegnare. Il messag-gio trasmesso da “La moneta perduta” è l’impor-tanza di cercare ciò che si è perso, anche se sembra una cosa piccola, tralasciando tutto il resto fino al ritrovamento. Si crea così un parallelismo con le anime perse dei peccatori: “Così vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede” (Luca, 15, lO)

In questo contesto, le frasi di Papa Francesco, tratte da discorsi e omelie, faranno comprendere ai piccoli l’importanza del perdono: “Ognuno di noi è quella moneta perduta” dice il Santo Padre, ma Dio non si dimentica di noi, perchè la sua gioia è perdonare.

I bambini, tra momenti di gioco fatti di cruci-verba, rompicapo e disegni da colorare, avranno anche l’opportunità di leggere il vero testo della Parabola: perché è fondamentale imparare diver-tendosi, ma anche leggere i testi sacri così come li conosciamo.

Collana: Biba; Formato: 2lx26,5; Pagine: 16; Prezzo: € 4,90 - ISBN: 978-88-6512-250-1

Per informazioni: Ufficio stampa Marcianum Press - Studio Calliandro Comunicazione Tel: 041.5232237 - 349.7708533, Email: [email protected]

17la Settimanadomenica 27 luglio 2014 cultura

“Accendi la mente scegli la tua Università”, è questo l’invi-to rivolto dal CUR “Consorzio Universitario Rovigo”, ai gio-vani e alle famiglie per il Nuo-vo anno accademico 2014-2015, la presentazione ufficiale alla stampa e alle Istituzioni dell’of-ferta formativa e dei percorsi di studio è avvenuta venerdì 18 luglio 2014 presso la sede rodigina del CUR, il Consorzio che permette all’Università di Rovigo di poter operare grazie al sostegno delle Università di Padova e di Ferrara. A presie-dere la Conferenza stampa che ha visto la presenza di tutti gli organi di informazione presenti nel territorio, il presidente del CUR dott. Roberto Tovo, erano presenti tra gli altri rappresen-tanti del mondo accademico, delle istituzioni, del mondo del lavoro e della politica, nonché la presenza di rappresentanti dell’assemblea dei soci del Cur

e di alunni dell’Università rodi-gina. Il presidente nel suo inter-vento ha osservato come l’offer-ta didattico - formativa del nuo-vo Anno accademico 2014-2015, proseguono i percorsi di studio già attivati in collaborazione con le Università di Padova e Ferra-ra, collaborazione, ha osservato Tovo, che permette ogni anno al Cur di offrire varie opportunità di studio, per molti studenti po-lesani, del territorio come di al-tri luoghi. Dai diversi interventi è emerso l’invito attraverso il quale il Cur vuole raggiungere i giovani, anzitutto il valore dello studio, della formazione, perché solo attraverso una solida for-mazione si possono affrontare le sfide della vita, percorsi for-mativi strettamente collegati al mondo del lavoro e della ricer-ca, in un contesto dinamico in costante dialogo e scambio con realtà all’avanguardia, per met-tere a disposizione degli studen-

ti un forte valore aggiunto per la loro formazione professionale e umana.

Nella seconda parte dell’in-contro sono stati presentati i Corsi di Laurea del nuovo Anno accademico, tra i quali ricordia-mo: Laurea Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza , Corso di Laurea triennale in Educazio-ne Professionale, Laurea trien-nale in Scienze dell’Educazio-ne e della Formazione, Laurea triennale in Infermieristica, in Tecniche di Radiologia Medica, in Ostetricia, Laurea triennale in Diritto dell’Economia, Laurea Magistrale in Ingegneria Mec-canica.

Infine sono state presentate le iniziative dell’open day che si svolgeranno in città a Rovigo, al fine di offrire ai giovani e alle famiglie tutte le informazioni necessarie per giungere ad una scelta giusta e consapevole.

Settimio Rigolin

Anno Accademico 2014-2015

Cur di Rovigo: percorsi di laurea e di formazione alla professione ed alla vita

“Accendi la mente scegli la tua Università”

Intervista al Presidente del CUR

Prof. Roberto TovoD - Presi-dente, do-vendo spen-dere una parola di presentazio-ne dell’Uni-versità ro-digina cosa si potrebbe dire?

R - Una bella realtà, concreta, che p r o s e g u e con impegno il suo lavoro per promuo-vere e offrire una adegua-ta proposta f o r m a t i v a capace di dare risposte concrete ai bisogni dei

giovani di oggi e delle famiglie. In un periodo non certamente facile, noi continuiamo a proporre la nostra offerta formativa, con tranquillità e impegno, puntando sempre a d una crescita maggiore, abbiamo la conferma di tutte le nostre attività didat-tiche, perciò come ogni anno in questi giorni apriamo le iscri-zioni. L’Università di Rovigo è una realtà attiva e propositive che mette a disposizione corsi di studi coerenti con gli obiettivi di crescita culturale e socioeconomica del Polesine in collega-mento con le forze produttive, con la scuola, con le esigenze del mondo del lavoro.

D - La crisi pesa, e molto, anche sulla scuola di ogni ordine e grado, compresa l’Università, riguardo a questa realtà lei come presidente cosa ci può dire? R - In questo momento stiamo gestendo, nel senso che la si-

tuazione finanziaria è stabile, è chiaro che lo scenario non è tra i migliori, noi stiamo ragionando sul come muoverci, possiamo dire che per il momento non ci sono grossi problemi.

D - Riguardo all’offerta formativa cosa ci può dire?R - Abbiamo riconfermato i Corsi di studio che in questi anni

hanno contraddistinto la sede universitaria de Rovigo, e l’han-no resa una scelta qualificata per tanti giovani. Questo perché crediamo fortemente nel valore della nostra proposta didattica e nel ruolo del Consorzio Università Rovigo come motore di sviluppo per il nostro territorio.

D - Gli studenti che scelgono di studiare a Rovigo da dove provengono?R - Abbiamo tanti giovani polesani, ma anche da altri terri-

tori, non pensiamo che l’Università sia solo per i rodigini, nulla di tutto questo, l’Università di Rovigo come tutte le Università è aperta ad accogliere chiunque desideri studiare a Rovigo. In questo senso proseguono i percorsi di studio attivati in collabo-razione con le Università di Padova e di Ferrara, perciò Rovigo rappresenta la scelta ideale per tanti studenti.

D - Rovigo come città è in grado di accogliere giovani stu-denti universitari?R - Stiamo migliorando, ci sono segnali positivi, possiamo

dire che il CUR è cresciuto, sempre più inserendosi nel contesto sociale della città e del territorio, per la qualità dell’insegnamen-to, per la piccola dimensione, a misura di studente, e perché no per la vicinanza, che permette di frequentare senza troppi spo-stamenti. Possiamo dire che qui i ragazzi che i ragazzi trovano qui al Cur una maggiore attenzione alla dimensione umana, allo scambio tra ragazzi e docenti, al dialogo aperto e costante. Per questo possiamo dire che a Rovigo è presente molto di più di una sede universitaria, ma un soggetto attivo e propositivo per la crescita culturale e sociale della persona, del territorio e per il suo sviluppo economico.

D - Concretamente cosa vuol dire?R - Nella nostra sede universitaria ci impegniamo tutti ad

istaurare con gli studenti un solido legamene , che ci consenta di recepire costantemente i loro suggerimenti e le loro richieste. Inoltre sempre più importante si è rivelata in questi anni l’azio-ne di orientamento in entrata dei giovani, attraverso incontri, lezioni dimostrative, pre-corsi e di tutorato in itinere per riempi-re di contenuti la volontà spesso espressa a parole di realizzare un’effettiva centralità dello studente nel processo formativo.

Settimio Rigolin

In libreriaBiba

La moneta perduta Con le parole di Papa Francesco

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18 la Settimana domenica 27 luglio 2014caritas

!! Crisi economica Sono “False partenze” quelle degli uomini e delle donne che provano ad andare avanti nella vita ma vengono risospinti indietro dalla crisi. Così la Caritas italiana ha in si intitolato il rapporto 2014 sulla povertà e l'esclusione sociale in Italia. In quattro anni il lavoro delle 220 Caritas diocesane e degli 814 Centri di ascolto è cresciuto di tanto, le iniziative sono raddoppiate “registrando un aumento impressionante di italiani che bussano alla porta, così come di gruppi sociali che fino ad oggi erano estranei al disagio sociale”. I fondi diocesani di solidarietà aumentano dell1 per cento e gli sportelli per aiutare la ricerca del lavoro o della casa sono giunti a 216. Si registrano anche gravi e crescenti difficoltà derivanti purtroppo dalla rottura dei rapporti coniugali, sia a livello occupazionale che abitativo. Il 66,1% dei separati dichiara di non riuscire a provvedere all'acquisto dei beni di prima necessità. A questi dati i ordine materiale si devono aggiungere quelli di tipo relazionale tra padri e figli: il 68% dichiara che la separazione ha inciso negativamente su tale rapporto.

Vittoria Prisciandaro

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PRIMO PIANO - Un’azione sistemica in 10 diocesi per ridurre sfruttamento e situazioni critiche.!

Al via il progetto “Presidio”

I recenti fatti accaduti a Castel Volturno, nella zona di Pescopagano, ripropongono con drammatica attualità il fenomeno del grave sfruttamento in agricoltura, e non solo. Un tema del quale troppo spesso ci si dimentica nonostante la dimensione del fenomeno e la sua diffusa presenza su tutto il territorio nazionale. La questione coinvolge in particolare i lavoratori stagionali irregolari che soprattutto con l’arrivo della stagione estiva si riversano per lo più nella campagne del Sud Italia, dove si adattano a condizioni di vita degradanti, sperimentando in molti casi un vero e proprio sfruttamento. In assenza di servizi erogati dalle istituzioni pubbliche locali, spesso sono state le Caritas diocesane ad intercettare queste situazioni, facendosene carico secondo le proprie possibilità, sia dal

punto di vista della fornitura di beni di prima necessità, che della presa in carico della situazione giuridico- lavorativa, per contrastare la piaga del caporalato. Senza dimenticare che anche i lavoratori che arrivano in contesti non degradati, come dimostra l’esperienza della diocesi di Saluzzo in Piemonte, hanno comunque b i s o g n o d i a c c o g l i e n z a e accompagnamento. Per coordinare queste attività e renderle più mirate ed efficaci Caritas Italiana ha deciso di avviare un’azione sistemica sui territori interessati dal fenomeno.Per questo è nato il progetto Presidio, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana e coordinato da Caritas Italiana con la collaborazione territoriale di 10 Caritas diocesane: Acerenza, Caserta, Foggia-Bovino, Melfi-Rapolla-Venosa, Nardò-Gal l ipo l i , Oppido- Pa lmi

(Rosarno), Ragusa, Saluzzo, Teggiano-Policastro (piana del Sele), Trani- Barletta-Bisceglie. Obiettivo del progetto è quello di garantire una presenza costante su quei territori che vivono stagionalmente l’arrivo di lavoratori attraverso un presidio di operatori Caritas pronti ad offrire, oltre ad un’assistenza per i bisogni più immediati, anche un’assistenza legale e sanitaria e un aiuto per i documenti di soggiorno e di lavoro. Si tratta di operatori che girano le campagne con dei furgoni o dei camper riconoscibili grazie al logo di progetto e possono seguire così, tramite anche una banca dati, gli spostamenti dei lavoratori garantendo assistenza in ogni luogo dove c’è un Presidio Caritas. A Pescopagano ad esempio, anche in quest’ultimo grave episodio, Presidio c’era e gli operatori della Caritas di Caserta si sono spesi per far intervenire le ambulanze e calmare la protesta. Non s o l o , d u n q u e , u n P r e s i d i o p e r l’accoglienza ma soprattutto un Presidio di legalità. “Il “lavoro schiavo” oggi è moneta corrente!” ha detto Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale dei migranti e rifugiati. Sollecitata, dunque, anche da queste parole, la Chiesa Italiana ha voluto dare un segno concreto di vicinanza a quanti cercano una ragione di vita in contesti lavorativi non conosciuti in cui non è facile trovare riferimenti e dove spesso le tutele minime non vengono garantite neppure agli italiani. “Si tratta – come sottolinea il direttore di Caritas Italiana don Francesco Soddu - di accogliere, ascoltare, accompagnare persone particolarmente vulnerabili e, dove nece s sa r i o , d i f ende r l e da sfruttamento e soprusi”.

Caritas Italiana

Nonostante l’accorato appello di papa Francesco, la speranza di una tregua a Gaza è crollata e, oltre ai morti in Siria, dove il conflitto continua tuttora, ai soprusi e alle violenze nel nord dell’Iraq, dove si arriva perfino all’obbligo della conversione per i cristiani, cresce ulteriormente la tensione in Medio Oriente dopo il rifiuto delle autorità palestinesi di cessare i lanci di razzi in Israele e la decisione di Israele di invadere Gaza. “Fino a quando durerà questa follia, senza che si riesca a fermare il fragore delle armi?” si chiede don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, “Gaza era già in una situazione drammatica, costretta a vivere assediata da 12 anni, e con tre conflitti che si sono susseguiti negli ultimi otto anni, un’altra

guerra non potrà che peggiorare le condizioni di vita e aumentare le s o f f e r e n z e ” a f f e r m a C a r i t a s G e r u s a l e m m e n e l s u o u l t i m o comunicato stampa. Gaza è una striscia di 360 Km2, dove si ammassano 1.700.000 persone, con una disoccupazione del 50%, un dramma che interpella l’impotenza della Comunità internazionale, oltre alle indubbie responsabilità locali di entrambi i fronti. Ma non ci sono solo la violenza delle armi e le vittime innocenti, c’è anche il “violento linguaggio della strada”, come afferma la Commissione Giustizia e Pace dei vescovi della Terra Santa. Sia in Israele che in Palestina, anche prima dei periodici scoppi di violenza, i l linguaggio della strada è il terreno di

cultura dell’odio, di chi vive e cresce da d e c e n n i c o n l a c o n v i n z i o n e d i accampare diritti

esclusivi sulla terra, o di chi ha perso ogni speranza di soluzione di conflitto con il negoziato. Non bisogna dunque solo affrontare con decisione e cercare di rimuovere le cause della guerra, ma occorrerà poi un lungo lavoro di educazione alla pace, insieme ai tanti palestinesi ed israeliani che credono alla prospettiva di una convivenza pacifica. Caritas Gerusalemme è presente a Gaza e assiste - con i mezzi che le sono rimasti a disposizione e con le limitazioni dovute al crescere delle operazioni militari - malati e feriti, gente che fugge senza una meta, bambini impauriti e rimasti orfani, mentre si soffre la sete e il caldo dell’estate, con mancanza di acqua potabile e frequenti interruzioni dell’elettricità. Senza considerare che ci saranno altri profughi, oltre ai milioni di siriani e di iracheni già presenti nella regione.

Caritas Italiana

Gaza: prevalga il coraggio della pace

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Erogazioni liberali a Sant’Andrea Apostolo della Carità ONLUS

Le donazioni sono detraibili ai fini fiscali.

In BachecaServizio di consulenza per l’immigrazione in collaborazione con la Prefettura

Organizzazione del servizio

✓ Il servizio è gestito dall’associazione Sant’Andrea Apostolo della Carità in collaborazione con la Caritas diocesana mediante volontari. ✓ Centro di ascolto per le esigenze specifiche della popolazione immigrata. ✓ Sportello Badanti, incrocio domanda e offerta.

Ubicazione: Giorni e orari di apertura:

Via Oberdan n.22 - 45100 Rovigo (RO) Lunedì, Mercoledì, Venerdì ore 09:00 - 12:00

COS’È: Iniziativa promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con l’obiettivo di fornire aiuto concreto alle famiglie in difficoltà a causa della perdita o della precarietà del lavoro e prive di ammortizzatori sociali.

PER INFORMAZIONI: collegarsi al sito del progetto http://live. fondazizonecariparo.com cliccando su “Fondo Straordinario di Solidarietà” - “Documenti”.

OPPURE presso la Caritas diocesana di Adria-Rovigo al numero: 0425 23450

Conflitti dimenticati Massacri preordinati: In Sud Sudan continuano gli scontri

L’Associazione dell’ordine degli avvocati americani, e in particolare il progetto “Rule of law Initiative” ha reso pubblico questa settimana il rapporto Assessment of Justice, Accountability and Reconciliation Measure in South Sudan in cui sostiene che il governo non ha mostrato alcuna volontà e non ha alcuna capacità nel breve e medio termine di cercare e incriminare i responsabili dei crimini commessi nel paese dallo scoppio del conflitto.

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I repentini cambiamenti tecnologici e l’inadeguatezza culturale non bastano a spie-gare un arretramento costan-te. C’è un gap generazionale che colpisce anche i giornali-sti, i quali sanno bene di sof-frire una crisi di credibilità e di autorevolezza. Hanno torto gli italiani nel ritenere i giornalisti poco autonomi, troppo compromessi coi si-stemi di potere, poco veri-tieri?

I risultati disastrosi per la stampa italiana diffusi nei giorni scorsi dall’Autorità per le garanzie della comu-nicazione (nel 2013 sull’an-no precedente: ricavi a -7% per i quotidiani, -17,2% per i periodici) richiedono una ri-flessione. Il peso della stam-pa rispetto all’intero settore della comunicazione (che chiude l’anno a -8,8%, trasci-nato in basso dai telefonici) è abbastanza limitato, ma la stampa è sostenuta da cen-tinaia di piccole imprese in grande affanno, con pesanti cadute sulla libertà e il plu-ralismo dell’informazione, e naturalmente sui livelli occu-pazionali.

Inevitabile chiedersi se tutto questo sia effetto soltan-to, o prevalentemente, della crisi economica o se altre cause abbiano contribuito in modo significativo a destabi-lizzare il sistema tradizionale dell’informazione. Anche gli indici per la radio, la televi-sione e perfino internet sono negativi, ma in modo più limitato. Almeno per il diffe-renziale, che è pesantissimo soprattutto per i periodici, occorre trovare spiegazioni diverse dalla crisi generale.

Una prima categoria di motivi credo vada ricercata nei ritardi con cui in Italia si sono affrontati i grandi cambiamenti tecnologici e le conseguenti modifiche d’uso della funzione informativa. In un paese che non ha mai goduto di un brillante rap-porto tra la grande opinione pubblica e la razionale con-sapevolezza dei problemi comuni - forse per il vizio di pensare per schemi ideolo-

gici - quando questi schemi sono andati in crisi, si sa-rebbe dovuto sviluppare la domanda di informazione per sostituire gli schemi con nuove competenze. Invece la trasformazione culturale è coincisa con quella tecnolo-gica, che a partire dai giovani ha portato la progressiva di-saffezione verso gli strumenti di informazione tradizionali, mentre i nuovi non si sono consolidati e professionaliz-zati adeguatamente.

Nel mondo industria-lizzato oggi si discute quasi esclusivamente di informa-zione “on line”. Le grandi testate si sono convertite alle nuove modalità informa-tive “live”, in diretta. Non lo considerano un ripiego (“siamo in crisi, proviamo anche questa”) ma come una nuova frontiera sulla quale investire tutto per tutto. Chi può dire oggi, comprando il giornale del mattino o persi-no guardando il telegiornale della sera, di non essere già stato raggiunto per altra via da una parte considerevole delle informazioni? Neppu-re una decisa sterzata sulla strada dell’approfondimento e del commenti, certo op-portuna, salva dal fatto che anche gli approfondimenti, e soprattutto i commenti, pro-lificano su internet. La sola possibile soluzione si chiama crossmedialità, cioè presen-za contemporanea su tutti i mezzi adattando i contenuti alle caratteristiche di ciascu-no. Strada obbligata anche per non essere travolti dal gap generazionale.

Già, ma il gap generazio-nale non riguarda solo i letto-ri, colpisce anche i giornalisti. Basta raccogliere informazio-ni su quello che accade nelle redazioni, anche quelle che si presentano come le più mo-derne, o cogliere gli umori dei giornalisti verso le vicen-de della categoria, come il rinnovo del contratto nazio-nale di lavoro o le norme sul funzionamento dell’Ordine professionale, per capire che crisi economica e trasforma-zione tecnologica vengono vissute solo come tragedie e non anche come opportu-nità. Certo è difficile adat-tarsi alla inattesa velocità del cambiamento, ma non ci sono alternative. C’è un ulti-mo elemento di crisi, che si interseca con quelli descritti finora, quello della credibili-tà e della autorevolezza del-la categoria. Hanno torto gli italiani nel ritenere i giorna-listi poco autonomi, troppo compromessi coi sistemi di potere, poco veritieri? Non direi, visto che i giornalisti hanno di se stessi opinioni analoghe. Norme deontolo-giche ridondanti e mal ge-stite, e soprattutto resistenza diffusa a una reale riflessione etica sulla professione, nelle sue diverse manifestazioni. Le redazioni, i singoli gior-nalisti e le loro forme asso-ciative sono oggi chiamati a un percorso di Mediaetica, per cercare di capire come la-vorare bene, nelle varie pra-tiche professionali, rispettan-do soprattutto se stessi. È un passaggio indispensabile per ricostruire nel mondo digita-le le motivazioni nobili di un mestiere che deve tornare ad essere strumento essenziale della democrazia.

Andrea MelodiaPresidente Unione Cattolica

Stampa Italiana

19la Settimanadomenica 27 luglio 2014 cultura e crisiAccademia dei Concordi

In cerca di una soluzione positivaUna lunga lettera circostanziata inviata a dirigenti ed autorità

Venerdì 18 luglio scor-so l’avv. Gianluigi Ceruti ha inviato nome dei di-pendenti dell’Accademia dei Concordi una lettera circostanziata sulla situa-zione da loro valutata al Presidente dell’ Accade-mia dei Concordi Prof. Enrico Zerbinati, al Com-missario del Comune di Rovigo Dott. Claudio Ven-trice, al Segretario Acca-demico ed anche - per co-noscenza - ai componenti del Consiglio Direttivo accademico ed ai rappre-sentanti del Comune di Rovigo e della Provincia di Rovigo nel Consiglio di Amministrazione Ac-cademico. La lettera viene motivata prima di tutto da alcuni fatti così richia-mati: “Con riferimento ad alcuni recenti avvenimen-ti di importanza rilevante riguardanti l’Accademia dei Concordi, l’avv. Gian-luigi Ceruti, quale consu-lente legale delle dipen-denti della Concordiana e in nome e per conto delle stesse, ha indirizzato la lettera che segue al Pre-sidente dell’Istituto e al Dott. Claudio Ventri che, nominato commissario in sostituzione del Consiglio comunale, della Giunta municipale e del Sindaco e quindi nuovo interlo-cutore in luogo del primo cittadino Bruno Piva de-caduto dall’incarico”.

Sicuramente - insieme con la città ed il territorio - seguiamo con preoccupa-zione e nello stesso tempo con speranza che la situa-zione trovi una positiva soluzio. Presentiamo di seguito il testo della mis-siva articolato in punti:

«1. - I dipendenti dell’Accademia dei Con-cordi prendono atto che la delibera del Consiglio di-rettivo del 10 luglio scorso - nella quale è stata venti-lata la riduzione dell’ora-rio delle dipendenti per

un periodo circoscritto - è stato un primo segnale di accoglimento, ancorché incompleto, della propria richiesta di revoca del precedente atto delibera-tivo del Consiglio diretti-vo accademico nella parte in cui era stato annuncia-to il prelicenziamento del personale.

Dal canto suo, con apprezzabile spirito col-laborativo e per andare incontro alle esigenze economiche dell’Accade-mia, il personale potrebbe valutare di accettare di contenere le spese ad esso inerenti sino al 30 settem-bre 2014, a condizione che entro dicembre 2014 si recuperi, con pienezza retributiva e contributiva, quanto mancante. Le mie Rappresentate esprimo-no qui ancora una volta gratitudine alla Cittadi-nanza che ha promosso e alimentato con la sua presenza la mobilitazione imponente e senza prece-denti del giorno 7 luglio 2014, per l’alto senso ci-vico dimostrato, e ai Soci Accademici che hanno manifestato interesse per la sopravvivenza dell’Isti-tuzione e del suo servizio di biblioteca pubblica, ma avvertono che occor-re non abbassare questo impegno nell’immediato e sintantoché non si rag-giungerà una soluzione permanente e stabile nella gestione dell’Accademia dei Concordi e della bi-blioteca.

2.- Si apprende con soddisfazione che la Giu-dice Dott.ssa Alessandra Paulatti del Tribunale di Rovigo ha emesso il 4 lu-glio 2014 il decreto ingiun-tivo - sottoscritto il giorno 1 luglio 2014 - con il quale si ordina al Comune di Rovigo di corrispondere all’Accademia dei Con-cordi euro 370.000,00= come da ricorso.

Nel caso di opposizio-ne giudiziale del Comune di Rovigo si propone con fermezza che, considerati i ritardi già accumulati, l’Accademia dei Concor-di richieda la concessione della provvisoria esecu-zione del decreto ingiun-tivo in pendenza di oppo-sizione, in considerazione delle ragioni di assoluta urgenza a cominciare dal-la situazione assai preca-ria del personale.

3.- Nella riunione con-vocata dal Prefetto di Ro-vigo Dott. Francesco Pro-volo, il giorno 11 luglio 2014 con la partecipazione anche dei rappresentanti dell’Accademia dei Con-cordi, i Sindacati hanno riproposto, tra l’altro, un “tavolo tecnico”.

Il personale insiste in questa indicazione propo-sitiva e chiede che sia invi-tato a partecipare al tavolo tecnico anche un proprio delegato, dal momento che saranno trattate que-stioni che involgono com-petenze specialistiche, per l’appunto tecniche, e rela-tive alla tutela del posto di lavoro e della conser-vazione di un servizio di pubblica utilità.

4.- Durante la seduta pubblica della Commis-sione cultura del Comu-ne di Rovigo, svoltasi il giorno 10 luglio 2014, un funzionario dell’Ammi-nistrazione comunale ha fatto riferimento alla Cor-te dei Conti: onde evitare interpretazioni errate al ri-guardo, sono state assun-te informazioni e si è così appreso che nessun pare-re riguardante i rapporti Comune-Accademia è stato chiesto all’organo di controllo contabile essen-dosi invece trattato di una pronuncia generale della sezione autonomie della Corte contenente indiriz-zi in materia di gestione dell’ esercizio provvisorio

del bilancio comunale. 5.- Essendo elevata la

preoccupazione del per-sonale acché non si ripeta-no episodi di interruzione dell’ attività della biblio-teca, si esortano nuova-mente gli organi direttivi dell’ Accademia dei Con-cordi ad esaminare - pon-deratamente - l’ipotesi di un mutuo ipotecario ven-tennale a tasso agevolato, che assorba le esposizioni attuali e consenta l’utiliz-zazione di un affidamen-to bancario per la gestione corrente, fermi restando gli obblighi del Comune.

6.- E’ caduto il Sinda-co Bruno Piva, sulla cui Giunta ricade la respon-sabilità di gravi ritardi nel pagamento di quanto do-vuto all’Accademia.

Il personale confida ora nella sensibilità e nella solerzia del Commissario Dott. Claudio Ventrice, nominato dal Prefetto con i poteri di sindaco, giun-ta e consiglio comunale, al quale si formulano i migliori auspici affinché nel più breve tempo pos-sibile avvii a soluzione le problematiche comunali che premono e tra queste la pendenza del debito cospicuo nei confronti dell’Accademia, vicenda che ha suscitato vastissi-ma partecipazione e con-tinua a destare largo inte-ressamento nell’opinione pubblica del Polesine di Rovigo anche perché ad oggi il servizio di biblio-teca continua ad essere sospeso».

L’on. Antonio Zanforlin - a ttolo personale e nello stesso temo dell’associzio-ne che dirige - ha stilato un testo rivolto alle banche per sollecitare un concreto l’in-teressamento per l’Accade-mia dei Concordi.

Il testo si propone con alcuni richiami: «Come è noto l’Accademia dei Concordi di Rovigo è in crisi. Non ci sono soldi non si possono pagare i sette dipendenti che sono stati messi in procedura di prelicenziamento lunedì 14 luglio dopo 434 anni di attività è cessato il servizio prestito libri ed è stato chiu-sa la sala per consentire la consultazione e lo studio dei 300 mila volumi di cui è dotata la biblioteca fre-quentata mediamente da oltre 50.000 utenti all’anno dell’intera nostra provincia e di quelle limitrofe.

La cultura non può morire. E’ un vero scan-dalo. Non è sufficiente se

non doveroso esprimere la solidarietà ai lavoratori dell’Accademia; occorre trovare con urgenza che il problema suggerisce una via d’uscita perché questa storica istituzione che offre servizi culturali accessibili a tutti possa al più presto riprendere la sua attività. Una soluzione ci deve es-sere. La pesante pendenza debitoria dell’ente sugge-riscono la contrazione di un mutuo ipotecario a lun-go termine e l’ottenimento di una apertura dei crediti per la gestione corretta. Il patrimonio dei beni im-mobili in proprietà è tale (sono stati stimati in euro 2.649.587,50 - come risul-ta dal bilancio consuntivo 2013 dell’Accademia) da garantire abbondantemen-te le esposizioni».

Segue un invito rivolto al responsabile dell’istituo di credito perché - se uffi-cialmente interpellato - pos-sa dare parere positivo».

Intervento dell’on. Antonio Zanforlin

Le banche aiutino l’Accademia

Tutti si sono scandalizzati, e lo faccio an-che io, per i modi ed i tempi in cui si è verifi-cato un autentico blitz dei dirigenti del Co-mune di Rovigo nell’assegnare 70.000 euro per ripristinare 16 posizioni organizzative. Giustamente il Prefetto ha commentato che “non è una cosa bella” e che il sub-commis-sario Massimo Zavagli, lo auspico anche io, quanto prima ci metterà il naso per capirne meglio la opportunità ed il merito. Voglio credere a quanto ha affermato l’ex-asses-sore al Personale Simone Bedendo circa la richiesta dell’ex-giunta di soprassedere alla decisione, anche se, è giusto ricordare, sempre l’ex-giunta aveva dato il via libera recentemente con la massima tranquillità, in tempi difficilissimi per le casse del Co-mune, alla liquidazione dei premi ai diri-genti. Mi viene spontanea una domanda: se non c’erano più soldi o se al massimo si potevano fare spese solo in dodicesimi, perchè i premi ai dirigenti e le risorse alle posizioni organizzative sono stati dati tutti in un colpo e non in dodicesimi? Quello che è sicuro è che nella macchina organizzati-va comunale c’è qualcosa che non va ed a qualcuno, da tempo, l’avevo fatto presente.

Una delle prime cose che la prossima giun-ta dovrà fare è cambiare, e cambiare molto, nell’assetto dirigenziale a Rovigo, dove c’è qualcuno che fa il bello ed il cattivo tempo, mettendo continuamente i bastoni tra le ruote agli Amministratori, senza però mai metterci la faccia. Se questi signori vogliono davvero comandare in Comune, la prossi-ma volta si candidino alle elezioni ed allora vedremo se hanno consenso o meno dalla gente!!! Ultima cosa, ma non meno impor-tante, ricordata da pochi. Il fatto che siano stati distribuiti 70.000 euro per le posizioni organizzative significa che per il resto dei dipendenti, vera colonna portante del Co-mune, ci saranno, forse, solo 30.000 euro per il premio di produzione, ma qualcuno mi assicura anche meno. Non è anche que-sta una autentica vergogna? Come al solito a pochi la polpa ed a tutti gli altri, quelli che ogni giorno si interfacciano con i cittadini e magari ne raccolgono anche i disagi, le lamentele, se non addirittura le ire, solo le briciole. E’ questo che fa scandalo e che do-vrà presto cambiare!

Paolo Avezzùex-Presidente Consiglio com.le Rovigo

Nuove forme di comunicazione

Stampa al capolinea?Come reagire alla crisi?

Lettere & opinioniNella macchina organizzativa comunale

c’è qualcosa che non va

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«Il Grest si è svolto dal 16 giugno al 14 lu-glio, tutti i lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18. Erano coinvolti i bambini dalla pri-ma elementare alla seconda media: gli iscritti sono stati circa una trentina. Ogni giornata di animazione iniziava con balli di gruppo e canti; seguivano un’attività incentrata sul tema del giorno (riflessione + lavoretto) e giochi: tutto si è sempre svolto negli ambienti parrocchiali, in particolare in sala giochi e nel campetto retrostante.

Il percorso che i ragazzi hanno seguito era incentrato sui colori: ad ogni giornata era dedicato un colore, al quale gli animatori as-sociavano un sentimento o un’emozione. Su questa ci si basava per organizzare un’attività di riflessione e per poi preparare un lavoretto manuale. Per i giochi i ragazzi erano divisi in squadre (rossi, blu, gialli) e guadagnava-no punti per la classifica finale. Lunedì 14 è stata organizzata, come gioco finale dell’ani-mazione, una caccia al tesoro per le vie del paese: i bambini dovevano cercare oggetti indicatigli dagli animatori per poi farsi una foto con essi. Nella serata di mercoledì 16 lu-glio 2014 si è svolta nel piazzale della Chie-sa, a partire dalle 18, la serata conclusiva del percorso: genitori e bambini sono stati invi-tati a partecipare ad una festa “interattiva”, in cui venivano alternati momenti di spetta-colo ad altri di giochi o balli in compagnia. Con i bambini sono stati preparati un ballo di gruppo (Timber di Kesha e Pitbull) ed una canzone (Come un pittore dei Modà): questa in particolare era stata scelta come colonna sonora dell’animazione perché molto legata al tema dei colori. È stata poi data la possibili-tà ai ragazzi di preparare qualcosa per conto loro: alcuni bambini si sono esibiti ballando, cantando o raccontando barzellette. I genito-ri si sono lasciati coinvolgere dalle attività e hanno contribuito con un ottimo buffet; gli animatori hanno organizzato per i bambini

un piccolo sketch: sulle note di Per colpa di chi di Zucchero, alcuni hanno cantato e altri ballato, indossando costumi buffi per la gioia dei bambini. La serata si è poi conclusa con la premiazione delle squadre per i giochi svolti durante il grest: a tutti sono state date delle medaglie e un borsellino su cui era stato dise-gnato il simbolo dell’animazione, un sole dai raggi colorati, come ricordo di quest’estate. È stato poi proiettato un video con le migliori foto scattate in queste settimane.

Il gruppo animatori della parrocchia è molto affiatato: durante l’anno vengono or-ganizzate diverse attività, sia ludiche (per esempio la festa di carnevale), sia di riflessio-ne (come la via crucis), ma è durante l’estate che il gruppo diventa più presente. Lo spirito con cui è stato organizzato il Grest è uno spi-rito di servizio, collaborazione e, soprattutto, amicizia. Nonostante le età dei membri sia-no molto varie (dai 15 ai 20 anni), i ragazzi sono molto uniti: il successo dell’animazione è dovuto probabilmente al fatto che loro per primi si divertono, trasmettendo poi l’entu-siasmo ai bambini. I componenti di questo gruppo sono: Valerio Barion (15 anni), Fe-derico Dal Bosco (15), Francesca Franchin (15), Giorgio Ferracin (15), Elena Chieregato (16), Elena Turolla (16), Enrico Schiesari (16), Diego Padovan (16, anche presentatore della serata finale), Emma Bombonato (16), Silvia Libanore (17), Francesca Pilotto (17), Ales-sandro Mazzetto (17), Arianna Maggiolo (17), Tommi Trevisan (18), Gabriele Colombo (18), Sarah Libanore (19), Lisa Callegaro (20 anni). Il gruppo è seguito da Paola Ceciliato e Miriam Rizzato, membri del consiglio pa-storale da sempre molto attivi in parrocchia, e da Don Angelo. Prossimo appuntamento è il camposcuola (dal 20 al 26 luglio), svolto in collaborazione con altre parrocchie (Lusia, Polesella, Gaiba, Trecenta) in valle Aurina».

Sarah Libanore

Arquà Polesine

Concluso il GrestFesta interattiva sul piazzale della chiesa

Borsea

Un’avventura unicaAnimazione ragazzi 2014

A n c h e quest’anno la par-rocchia di Borsea – con la collabora-zione del Circolo Noi – sta vivendo per il mese di lu-glio – mattino e pomeriggio – l’av-ventura dell’Ani-mazione ragazzi.

E ’ un’espe-r i e n z a e d u c a -tiva col-laudata, g r a z i e alla col-l a b o r a -zione e f i d u c i a delle famiglie, al sostegno di don Silvio e soprattutto all’impegno e servizio generoso di tanti giovani Anima-tori.

Sono circa 100 i bambini e ragazzi iscritti con oltre 35 animatori (dai 15 ai 21 anni) con il desiderio di vivere, attraverso giochi di gruppo, attività manuali, tornei sportivi, momenti di pre-ghiera e testimonianze.

Particolarmente sentite e par-tecipate sono le uscite settimanali del giovedì presso un agriturismo e soprattutto al parco acquatico di Castel-Beach! Senza dimenticare il corso di equitazione presso il ma-neggio “Arcobaleno”.

La festa finale della sera del 1° agosto presso il parco parrocchia-le sarà la conclusione significativa per dire grazie al Signore e ai tanti volti amici della comunità.

“La gravissima situazione di morte e distruzione che ha colpi-to la popolazione della Striscia di

Gaza, conferma l‘urgenza di una grande mobilitazione e presa di posizione della nostra società se

vogliamo rispettare i valori ed i principi della nostra Costituzio-ne, dell‘Unione europea e delle Nazioni unite”, spiegano gli organizzatori. “In Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, Sud-Sudan, Nigeria, Somalia, Palestina, uomini e donne sono in balia delle guerre e delle folli imprese di gruppi armati, di strumenti di guerra prodotti e venduti dai paesi democratici o presunti tali.

Una contraddizione ormai intollerabile ed incompatibile con il rispetto degli accordi e dei trattati internazionali”, aggiun-gono.

Le mobilitazioni della set-timana scorsa, con migliaia di uomini e donne che hanno ma-nifestato pacificamente in oltre 60 città italiane contro l‘inter-vento militare a Gaza, chiedendo l‘immediata fine di ogni violen-za e rappresaglia a tutte le parti, “rappresentano la nostra dire-zione di marcia”.

Secondo la Rete della Pace, “è necessario mantenere alta la soglia di attenzione sui drammi che vivono i popoli a noi vicini mobilitando tutte le nostre ener-gie a favore di una politica di pace e di soluzioni nonviolente alle guerre”.

domenica 27 luglio 2014 - pagina 20

la Settimana

Istituto Bachelet

Premi per lauree su partecipazione e cittadinanza

Per il terzo anno consecutivo, l’Istituto dell’Azione cat-tolica italiana per lo studio dei problemi sociali e politici “Vittorio Bachelet” bandisce due premi per tesi di laurea sullo sviluppo e la riforma delle istituzioni democratiche, la partecipazione e la cittadinanza, discusse tra il 1° settem-bre 2013 e il 30 novembre 2014. I premi vogliono essere “il riconoscimento per il lavoro di ricerca svolto, la possibilità di farlo conoscere e mettere a disposizione” (le tesi vinci-trici saranno infatti esposte in occasione del convegno an-nuale dell’Istituto che si terrà a febbraio 2015), ma anche la possibilità per l’Istituto “Vittorio Bachelet” di “verificare lo stato della ricerca in Italia sullo sviluppo e la riforma delle istituzioni democratiche, la partecipazione e la cittadinan-za attiva e al tempo stesso poterla promuovere mettendosi in collegamento e stringendo relazioni con giovani ricerca-tori. Convinti come Vittorio Bachelet che ‘nonostante tutte le difficoltà c’è l possibilità di un futuro migliore per la vita del nostro Paese e per la vita delle nostre Istituzioni’”. Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro il 10 dicembre 2014. Info: http://www2.azionecattolica.it/istituti-e-cs/bachelet/premi-vittorio-bachelet-tesi-di-lau-rea-edizione-2014

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