nizariti

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Indice Voci Nizariti 1 Ḥasan-i Ṣabbāḥ 6 Ismailismo 8 Ismailiti 9 Note Fonti e autori delle voci 13 Fonti, licenze e autori delle immagini 14 Licenze della voce Licenza 15

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Nizariti, assassini, ismailiti....

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Page 1: Nizariti

IndiceVoci

Nizariti 1Ḥasan- i Ṣabbāḥ 6Ismailismo 8Ismailiti 9

NoteFonti e autori delle voci 13Fonti, licenze e autori delle immagini 14

Licenze della voceLicenza 15

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Nizariti 1

Nizariti

Storia dell'IranImperi dell'Iran

• Civiltà di Jiroft (3000 a.C.-V secoloa.C.)

• Regno elamita (2700 a.C.-539 a.C.)• Regno manneo (X-VII secolo a.C.)• Impero medo (728 a.C.-550 a.C.)• Impero achemenide (648 a.C.–330

a.C.)• Impero seleucide (330 a.C.–150

a.C.)• Impero partico (150 a.C.–226)• Impero sasanide (226–650)• Conquista islamica della Persia

(650-934)• Dinastia tahiride (821-873)• Dinastia saffaride (861-1003)• Dinastia samanide (875-999)• Dinastia ziyaride (928-1043)• Dinastia buwayhide (934-1055)• Impero ghaznavide (962-1186)• Impero selgiuchide (1037-1187)• Impero corasmio (1077-1231)• Nizariti (Assassini) (1094-1256)• Ilkhanato (1256-1353)• Dinastia muzaffaride (1314-1393)• Impero timuride (1370–1506)• Dinastia safavide (1501-1736)• Dinastia afsharide (1736-1802)• Dinastia Zand (1750–1794)• Dinastia Qajar (1781-1925)• Dinastia Pahlavi (1925-1979)• Rivoluzione iraniana (1979)• Repubblica islamica dell'Iran

(1979-...)

[1]

I Nizariti, conosciuti anche come Setta degli Assassini oppure semplicemente Assassini (dall'arabo al-Hašīšiyyūn)furono una setta militante ismailita attiva fra l'VIII e il XIV secolo in Medio Oriente.L'apice della loro attività lo si ebbe in Persia e in Siria a partire dall'XI secolo, in seguito ad una importante scissionedella corrente ismailita avvenuta nel 1094 sotto la guida di Ḥasan-i Ṣabbāḥ, detto "il Vecchio della Montagna", la cuiroccaforte fu Alamūt, nel nord della Persia, fra Teheran e il mar Caspio. Alla fine del medioevo questa settascomparve, praticamente sommersa dal ramo principale dell'ismailismo.

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Gli inizi con Ḥasan ibn al-Ṣabbāḥ

Un'immagine del Medio Oriente nelperiodo delle crociate, si può notare

l'area controllata dagli Assassini.

All'inizio, i membri che in futuro saranno definiti "Nizariti" non erano che gliadepti dell'ismailismo in Iran, cioè una setta sciita minoritaria in un paeseallora sunnita. Sotto la guida del loro capo carismatico, Ḥasan-i Ṣabbāḥ, gliismailiti presero nel 1090 il controllo del forte di Alamūt ed estesero lapropria influenza all'Iran e alla Siria.

Gli adepti venivano inquadrati nei vari gradi della setta, da novizio a GranMaestro, secondo il loro livello d'istruzione, di affidabilità e di coraggio,seguendo un piano intensivo di indottrinamento e di addestramento fisico.

Ḥasan terrorizzava i nemici attraverso gli omicidi individuali: membri dellasetta venivano inviati, singolarmente o a piccoli gruppi, con la missione diuccidere una persona importante. Le esecuzioni, per impressionare di più,erano condotte in pubblico, nelle moschee, preferibilmente il venerdì, giornosacro dell'Islam. Di solito gli Assassini ( fidāʾī ) erano uccisi sul fatto. Laserenità con cui si lasciavano massacrare fece pensare ai contemporanei chefossero drogati con hashish, donde l'appellativo di hashīshiyyūn o hashashīn(= mangiatori d'erba), che produrrà il termine Assassini.

Nel 1094, alla morte del Imām fatimida del Cairo, al-Mustanṣir bi-llāh, si aprìuna guerra tra i due figli Nizār e Mustaʿlī per la successione. Ḥasan sischierò con Nizār, ma i partigiani di quest'ultimo furono sconfitti in Egitto: fula rottura tra gli ismailiti di Alamūt e tutti gli altri (da qui il termine Nizariti).Sotto il severo governo di Ḥasan comunque i Nizariti prosperarono.

I Turchi selgiuchidi, che regnavano sull'Iran sunnita, costituivano tuttavia unaminaccia costante. Essi intrapresero diverse campagne militari contro iNizariti, ma senza grandi successi. Per reazione, Ḥasan aprì la campagna diesecuzioni mirate contro capi politici e militari. Una delle prime vittime fu il

visir dei sultani selgiuchidi Niẓām al-Mulk, nel 1092.

Circa un secolo dopo, durante la Terza crociata, membri della setta degli Assassini cercarono di assassinare ancheSaladino, all'assedio di Aleppo (22 maggio 1176).Ḥasan-i Ṣabbāḥ morì ad Alamūt nel 1124. Gli successe il suo luogotenente Bozorg-ummīd (Grande speranza) e poiil figlio di questi, Muḥammad I, nel 1138. La lotta contro i selgiuchidi proseguì in modo intermittente, con altriassassinî, tra cui quello del califfo abbaside al-Mustarshid nel 1135, e poco dopo di suo figlio al-Rāshid nel 1136.

La "Grande resurrezione"Nel 1162 Hasan II successe a suo padre Muhammad I e sconvolse totalmente le idee religiose dei Nizariti. Duranteil Ramadan del 1164 annunciò, nel nome dell' Imam nascosto, la Resurrezione (qiyāma) ed abrogò la Leggeislamica, particolarmente per il divieto di bere vino e per l'obbligo del digiuno. Il suo regno fu breve: fu assassinato18 mesi dopo da un oppositore della nuova dottrina.Suo figlio Muhammad II consolidò la nuova fede, giungendo a proclamarsi discendente diretto di Nizār, cosa cheavrebbe fatto di lui un Imām.Dopo la morte di suo padre nel 1210, Hasan III pose fine a questa eresia e restaurò la Sharīʿa. Tuttavia, a differenzadell'epoca di suo padre, i Nizariti si conformarono al rito sunnita, abbandonando lo sciismo.

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Gli Imam nizariti dall'XI al XIII secolo

anni diregno

Imam Regioni

1094 - 1100 Ḥasan-i Ṣabbāḥ Persia

1100 - 1124 Ḥasan-i Ṣabbāḥ Persia e Siria

1124 - 1138 Khoja Buzurg-ummīd I Persia e Siria

1138 - 1162 Muhammad I Persia e Siria

1162 - 1166 Hasan II Persia e Siria

1166 - 1210 Muhammad II Persia e Siria

1210 - 1221 Hasan III Persia e Siria

1221 - 1255 Muhammad III Persia e Siria

1255 - 1256 Khur-Shāh Rukn al-Dīn Persia e Siria

1256 - 1273 al-Kahf Siria

Il declinoIn Iran, dopo il regno dell'instabile e violento Imām Muhammad III fino al 1255, suo figlio Khur-Shāh si trovò afronteggiare un nemico temibile: l'armata mongola guidata da Hulagu Khan, nipote di Gengis Khan, lanciata allaconquista del Vicino e Medio Oriente.Nonostante diversi infruttuosi tentativi di assassinio, le truppe di Hulagu assediarono il castello dove Khur-Shāh siera rifugiato ed egli finì per arrendersi, morendo lungo la via per la Mongolia. Malgrado una sporadica resistenza, glialtri castelli caddero o deposero le armi. Alamūt fu raso al suolo e la sua preziosa biblioteca andò distrutta. Moltinizariti furono massacrati, compresa tutta la famiglia dell'Imām, tranne un figlio di Khur-Shāh che si riuscì a portareal sicuro per garantire la successione dell'Imām.

I discendentiPoco si sa della storia dei Nizariti nel periodo che seguì le distruzioni e i massacri mongoli. Ciò che restava dellacomunità si disperse in gruppi isolati e tentò di sopravvivere quasi mimetizzandosi, sotto la costante minaccia dipersecuzione da parte dei musulmani ortodossi.Nel XV secolo il movimento conobbe una certa ripresa, insediandosi ad Anjudan, nell'Iran centrale. Da quimissionari furono inviati in India ed in Asia centrale. I nuovi convertiti indiani presero il nome di Khoja.Negli anni '30 del XIX secolo Ḥasan ʿAlī Shāh, Imām discendente della lunga successione di Imām ismailiti enizariti, ricevette il titolo di Aga Khan dallo Scià d'Iran. Costretto a lasciare l'Iran per ragioni politiche, Ḥasan ʿAlī siinstallò in India. I Khoja dell'India furono così costretti dall'Impero britannico a riconoscerlo come loro Imām, cosache essi fecero fino all'indipendenza. Attualmente, la comunità ismailita è guidata da Shāh Karīm al-Ḥusayn, AghāKhān IV (nato nel 1936).

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Note sui Nizariti

Condizionamento psicologicoCome la maggior parte delle sette, che indottrinano i propri adepti attraverso tecniche di persuasione spesso piuttostodure sia fisicamente che psicologicamente (privazione del sonno, rescissione dei legami con la famiglia), anche iNizariti utilizzarono tecniche proprie (la promessa di un mondo migliore, la devozione per la guida spirituale),aggiungendovi l'uso di droghe, tra cui l'hashish, ma probabilmente anche vino, oppio e varie solanacee, come ilgiusquiamo.Si dice che Ḥasan ibn al-Ṣabbāḥ rapisse coloro che desiderava divenissero suoi adepti - uomini forti e abituati acombattere - facendo loro credere che erano morti e giunti in Paradiso, con l'aiuto di droghe, di una scenografiaincantata, di fanciulle bellissime e di grandi quantità di vino. Una volta risvegliati dal torpore, Ḥasan ibn al-Ṣabbāḥspiegava loro che ciò che essi credevano un sogno non era stato che un'anticipazione del Paradiso, che era lorogarantito se fossero morti per il loro maestro.La descrizione di questo durevole metodo di condizionamento, che sarebbe stato assai avanzato per l'epoca, vienesoprattutto dalla leggenda che sorse attorno ai segreti di Alamūt. In Occidente, la pretesa visita di Marco Polo allafortezza - narrata probabilmente più sulla base della leggenda che per esperienza diretta - è stata a lungo consideratauna fonte affidabile. Ma tale visita si svolse nel 1273, quando la fortezza di Alamūt era già stata distrutta dalle truppemongole. E del resto la descrizione della droga usata evoca piuttosto l'alcol o gli oppiacei, che l'hashish, soprattuttoper la sindrome da astinenza.Comunque sia, questo condizionamento psicologico spinto sarebbe stato applicato soltanto ad un numero ridotto diiniziati ( fidāʾiyyīn ), e non alla maggioranza dei fedeli, maschi o femmine che fossero.

EtimologiaNella tradizione, il termine "assassino", che designa anche la setta, deriverebbe da hashish. In effetti, in arabo"mangiatori di hashish" si dice ḥaššāšīn o ḥašāšīn (نيشاشح o نيشاشح).Questa ipotesi etimologica è tuttavia contestata da alcuni arabisti e da alcuni scrittori, come Amin Maalouf che nelsuo romanzo Il manoscritto di Samarcanda ne dà un'etimologia diversa e certamente meno evocatrice, facendoloderivare da asās, che significa "basi, fondamenti".

I Nizariti nella cultura modernaLa figura dei nizariti è stata inclusa anche recentemente in alcuni videogiochi:• Medieval: Total War e il suo sequel Medieval II: Total War: Gli "Assassini" sono una delle unità turche

reclutabili. Molto forti, ma anche molto costose e poco numerose, possiedono la capacità di "nascondersi in pienavista".

• Assassin's Creed: in questo gioco il protagonista, Altaïr fa parte della setta degli Assassini.• Assassin's Creed II: questa volta il protagonista è Ezio Auditore da Firenze che nell'Italia rinascimentale, continua

la tradizione della setta come il padre Giovanni e il suo antenato, lo stesso Altair.• Gothic 3: una delle tre principali fazioni è stata denominata "hashishin", come chiaro riferimento a tale setta. Non

a caso, essa è estremamente influenzata dalla religione e ha sede in un grande deserto.• Broken Sword: Il famoso gioco "punta e clicca" è incentrato interamente sul mistero dei templari e sulla loro

guerra ancora attuale con gli Assassini.Inoltre nel romanzo di Dan Brown, Angeli e Demoni, vi è presente un personaggio facente parte della setta degli"Hashashin".

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Bibliografia• 1833: Joseph Von Hammer-Purgstall scrive una "Histoire de l'ordre des Assassins de sa fondation à sa chute".• 1896: Alfred Jarry scrive un dialogo intitolato "Le Vieux de la montagne" sull'incontro fra Marco Polo, Genghis

Khan et Hasan-Alaodin.• 1938: Vladimir Bartol fa di Ḥasan-i Ṣabbāḥ uno dei personaggi principali del suo romanzo Alamūt.• 1983: Le crociate viste dagli arabi (SEI, 2001. ISBN 88-05-05900-5) è il titolo di un'opera di Amin Maalouf che

utilizza le note dei cronisti arabi dell'epoca per fornire un punto di vista inusuale in Occidente sulle crociate.• Bernard Lewis: Gli Assassini, Milano, A. Mondadori, 1992, ISBN 88-04-3540-1 (trad. dell'originale The

Assassins: a Radical Sect in Islam, Londra, Weidenfeld and Nicolson, 1967, apparso in Francia nel 1984 comeLes assassins, Terrorisme et politique dans l'islam médiéval, Éditions Complexe).[2]

• 1988: Amin Maalouf, Il manoscritto di Samarcanda (romanzo).

Voci correlate• Storia dell'Egitto fatimide• Imam• Ismailismo• Persia• Assassino

Collegamenti esterni• il castello di Alamūt [3]

• (EN) su Anjudan [4]

• Ismailismo [5] (a cura dell'Istituto di studi ismailiti, in inglese)

Note[1] http:/ / en. wikipedia. org/ wiki/ Template:Storia[2] Il saggio contesta il legame tra il termine assassino e l'hashish. Maxime Rodinson, nella sua introduzione, contesta la tesi sostenuta dall'autore

sulla natura rivoluzionaria di questo movimento.[3] http:/ / www. iis. ac. uk/ library_iis/ gallery/ ismaili_castles/ Alamūt. htm[4] http:/ / www. ismaili. net/ histoire/ history07/ history722. html[5] http:/ / www. iis. ac. uk/ learning/ life_long_learning/ islamic_spirituality/ islamic_spirituality. htm

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Ḥasan-i Ṣabbāḥ 6

Ḥasan- i Ṣabbāḥ

Ḥasan-i Ṣabbāḥ

Ḥasan-i Ṣabbāḥ [1] (in persiano حابص نب o حابص نسح ) (Qom, circa1034 – Alamūt, 1124) è stato un religioso persiano, capo carismaticodei Nizariti, una setta sciita ismailita conosciuta anche sotto il nome diAssassini (Hašīšiyyūn).

La vita

Ḥasan nacque a Qom, in Persia, da una famiglia sciita, ma crebbe aRayy, presso Teheran.

A 17 anni incontrò per la prima volta un missionario ( dā'ī ) ismailitache, malgrado tutti i suoi sforzi, non riuscì a convertirlo all'Ismailismo.Più tardi si ammalò gravemente e, sconvolto all'idea di morire senzaconoscere la Verità, prese contatto con un altro ismailita e finì perconvertirsi a 35 anni, verso il 1071.

Fu presto notato da un dignitario ismailita di passaggio a Rey/Rayy,che lo inviò qualche anno dopo al Cairo, in Egitto. Probabilmente aseguito di problemi politici, dovette tornare in Persia nel 1080. Làpassò diversi anni molti attivi a percorrere il paese per diffondere lapropria fede, avendo ai propri ordini un gruppo di uomini che divennesempre più numeroso.

Cominciò allora ad essere considerato pericoloso dalle autorità sunnite e fu ricercato attivamente dal vizirselgiuchide di Malik Shāh, Niẓām al-Mulk.

Nel 1090 - aveva ormai più di 50 anni - fece il suo primo colpo da maestro: la presa incruenta della fortezza diAlamūt, nel nord della Persia, fra Teheran e il mar Caspio. A partire da qui estese il dominio degli ismailiti nellaregione e la loro influenza nel resto della Persia e in Siria.Nel 1094, in seguito ad un conflitto di successione per la scelta del futuro Imām sciita, la dottrina ismailita si divisein due tronconi: uno in Egitto ( mustaʿlī ) e l'altro in Persia ( nizārī ). Da allora in poi gli ismailiti persiani nizariti),guidati da Ḥasan ibn al-Ṣabbāḥ, fecero conto sulle loro sole forze. Va notato che Ḥasan non rivendicò mai per séstesso il titolo di Imām.Sotto il suo regno si svilupparono gli assassinii politici e la prima vittima importante fu il vizir Nizām al-Mulk. Gliesecutori erano un gruppo di iniziati che si vuole agissero sotto l'effetto di droghe, anche se gli studi più recenti sonotutt'altro che certi che il nome della setta - al-Hašīšiyyūn - derivi in effetti dall'uso dell'hashish.Marco Polo descriverebbe la sua fortezza come un vero paradiso, ricco di un magnifico giardino, di belle fanciulle,di quattro fontane da cui sarebbero sgorgati vino, latte, miele e acqua, a somiglianza dei fiumi del Paradiso islamicoed è al viaggiatore veneziano che si deve la notizia secondo la quale Ḥasan avrebbe condizionato i suoi seguacifacendo consumare loro vari tipi di droghe. Va però detto che Marco Polo non può essere stato testimone di nessunodi tali fatti dal momento che Ḥasan prese possesso della fortezza nel 1090, a quasi sessanta anni di età, mentre MarcoPolo nacque nel 1254 e la fortezza stessa risulta quasi totalmente distrutta da parte di Hulagu Khan solo due annidopo, ovvero nel 1256.

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Una rappresentazione artistica di Ḥasan-i Ṣabbāḥ.

Personalmente Ḥasan era un uomo austero, che faceva applicare lalegge islamica senza tentennamenti.

Fece giustiziare due dei suoi figli, uno per aver bevuto vino e l'altro perun'accusa di assassinio.Si racconta che lasciasse molto raramente la propria casa e che abbiascritto molto ma quasi tutte le sue opere andarono perdute con ladistruzione di Alamūt da parte dei Mongoli nel 1256.

Morì ad Alamūt, di malattia, a novant'anni, nel 1124.

Voci correlate

• Veglio della Montagna• Omar Khayyam• Niẓām al-Mulk

Bibliografia

Scientifica• Bernard Lewis, Gli Assassini, Milano, A. Mondadori, 1992, ISBN 88-04-3540-1 (trad. dell'originale The

Assassins: a Radical Sect in Islam, Londra, Weidenfeld and Nicolson, 1967).

Non scientifica• Alfred Jarry, Le Vieux de la montagne (Il vecchio della montagna), dialogo fantastico sull'incontro tra Marco

Polo, Gengis Khan e Hassan-Alaodin (1896).• Amin Maalouf, nel suo romanzo Samarcanda, evoca i rapporti tra Hasan ibn al-Sabbāh e 'Omar Khayyām.• Vladimir Bartol, nel romanzo storico Alamut prova a descrivere tra ricerca storica e narrazione fantastica, i segreti

della fortezza in cui al-Hasan ibn al-Sabbāh avrebbe educato i propri discepoli più fedeli, i fedayn o hašīšīn. Ilromanzo è stato tradotto dallo sloveno in altre 18 lingue. La traduzione italiana è di Arnaldo Bressan, ed è statapubblicata dapprima a Trieste per Editoriale stampa triestina, 1989. ISBN 88-7174-001-7. Una seconda edizione aMilano per Rizzoli, 1993. (Superbur ; 146) ISBN 88-17-11446-4.

Collegamenti esterni• il castello di Alamūt [2]

Note[1] il nome è in persiano, invece la storiografia islamica (per lo più di lingua araba) riporta il nome di al-Ḥasan ibn al-Ṣabbāh.[2] http:/ / www. iis. ac. uk/ library_iis/ gallery/ ismaili_castles/ Alamut. htm

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Ismailismo 8

IsmailismoL'Ismailismo è una corrente dell'Islam sciita. I suoi membri sono chiamati ismailiti (arabo نويليعامسالاal-ismāʿīliyyūn) e, talvolta, "settimani" ( sabʿiyya ) per il fatto di riconoscere una serie legittima di soli 7 Imam.

StoriaL'origine dell'Ismailismo risale alla morte, nel 765, del sesto Imam sciita e alle contese che seguirono circa la suasuccessione. Jaʿfar ibn Muhammad, detto al-Sādiq (Il Veridico)[1] , aveva designato a succedergli il proprio figliomaggiore, Ismāʿīl, che però morì alcuni anni prima di lui. La maggioranza della comunità sciita scelse come settimoImam l'altro figlio designato da Jaʿfar, Mūsà ibn Jaʿfar, detto al-Kāẓim (il Silenzioso). Un'altra parte, minoritaria,respinse questa decisione e scelse come nuovo Imam il figlio di Ismāʿīl, Muḥammad ibn Ismāʿīl. Altri ancora - ifuturi ismailiti, che non riconoscevano la morte di Ismāʿīl ibn Jaʿfar - diffusero la credenza che egli si fosse occultatoal mondo e che sarebbe tornato a manifestarsi come il Mahdī[2] .Benché perseguitati, gli ismailiti continuarono a venerare segretamente il loro Imam, svolgendo un proselitismo assaiattivo, prima in Vicino (Siria) e Medio Oriente (Khorāsān), poi in varie altre parti del mondo musulmano.Si stabilirono infine nel Maghreb, tra i Berberi, da dove si lanciarono alla conquista dapprima dell' Ifrīqiya (l'anticaProvincia Africa romana) e poi dell'Egitto, allora sotto la dinastia ikhshidide, fondandovi ai primi del X secolo ladinastia fatimide.Altri ismailiti, i Carmati, rimasero invece fedeli al credo iniziale e rifiutarono di sottomettersi ai califfi-imamfatimidi ritenendo che l'Imam rimesse pur sempre quello nascosto, la cui epifania si sarebbe realizzata solo alla finedei tempi per ricostituire il puro Islam delle origini e riuscirono a creare un loro Stato nel Bahrein, dalla forticonnotazioni comunistiche, per le quali il giudizio del sunnismo e dello sciismo non poteva che essere fortementenegativo.Durante il califfato fatimide, alla morte dell'Imām al-Mustanṣir bi-llāh nel 1094, il gruppo fatimide si scisse di nuovoin due gruppi rivali: i Nizariti ( Nizārī ) e i Mustaliani ( Mustaʿlī ).

TeologiaAlcuni ismailiti professano dottrine assi complesse, influenzate da temi neoplatonici, gnostici e manichei, e ancheprovenienti da altre confessioni.Per essi l'Islam si basa su due principi complementari, l'uno interiore (bātin), personificato dall'Imam e fondato suun'interpretazione mistica della Legge islamica (Sharīʿa), l'altro esteriore ( zāhir ) ma dipendente dal primo -rappresentato dal Profeta e dalla Sharīʿa.Gli ismailiti sono quindi convinti della necessità di un'interpretazione allegorica dei testi sacri, opportuna disvelataper successivi gradi d'iniziazione, che deve condurre i credenti alla conoscenza della Verità Suprema ( al-Ḥaqq ).Ad Alamūt, i Nizariti riformarono l'Ismailismo, abbandonando progressivamente alcune prescrizioni ritualidell'Islam sunnita e sciita "imamita" o "duodecimano" (perché riconosce legittima una catena di 12 Imam) perfocalizzarsi fondamentalmente sugli aspetti esoterici della propria fede.

L'Ismailismo oggiGli ismailiti moderni sono talvolta definiti neo-ismailiti. Si valuta che siano più di 15 milioni, che vivono in maggioranza in India, Siria, Pakistan, Yemen. Si dividono in due grandi comunità: i Bohra, mustaliani, concentrati nello Yemen e in Pakistan, a loro volta distintisi in Daʾūdī e Sulaymānī, e i Khoja, nizariti, il cui capo spirituale, l'Aga Khan, si era inizialmente stabilito in India. In Siria e in Libano sono invece concentrati i Drusi, membri di una setta iniziatica eterodossa, derivata

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dall'Ismailismo fatimide, ma che non ha nulla a che vedere con l'Ismailismo.

Voci correlate• Islam• Imam• Fatimidi• Storia dell'Egitto fatimide

Collegamenti esterni• l'Islam sciita in Italia [3]

• le confessioni dell'Islam [4] (sintesi)• Istituto di Studi Ismailiti (fondato dall'Aga Khan) [5]

Note[1] Il laqab gli fu attribuito allorché vaticinò il fallimento dell'impresa rivoltosa del suo parente Muḥammad al-Nafs al-Zakiyya contro il califfo

abbaside al-Manṣūr bi-llāh. Cosa che puntualmente si verificò.[2] Termine arabo che significa "Il ben guidato da Allāh".[3] http:/ / www. cesnur. org/ religioni_italia/ i/ islam_13. htm[4] http:/ / spazioinwind. libero. it/ popoli_antichi/ Religioni/ confessioni-islam. html[5] http:/ / www. iis. ac. uk/ index_f. htm

IsmailitiGli ismailiti sono la seconda in ordine di grandezza tra le correnti in cui è diviso l'islam sciita dopo i duodecimani. Illoro nome deriva dalla convinzione che il settimo imam fosse Ismāʿīl ibn Jaʿfar e non il fratello minore Mūsāal-Kāẓim la cui legittimità è invece sostenuta dagli altri sciiti. Con l'avvento della dinastia dei Fatimidi in Egitto tra ildecimo e il dodicesimo secolo l'Ismailismo divenne non solo la più importante tra le correnti dello sciismo, magiunse anche a mettere in discussione il primato dei sunniti.L'Ismailismo ha sempre dato grande rilevanza agli elementi esoterici della religione islamica, dai duodecimani liseparano infatti, oltre alle ragioni politiche, anche una disquisizione sulla natura mistica della figura dell'imam e delsuo rapporto con Allah.Malgrado gli ismailiti si siano divisi in numerosi sottogruppi, il termine è oggi generalmente usato per indicare iNizariti, seguaci dell'Aga Khan, che sono la più numerosa delle sette ismailite. Gli ismailiti vivono perlopiù in Siria,Arabia Saudita, Yemen, Cina, Tajikistan, Afghanistan, India e Africa Orientale ma in anni recenti numerosi sonoemigrati in Europa e Stati Uniti.

StoriaFondamento della dottrina sciita è il fatto che il cugino e genero del profeta Maometto, ʿAlī b. Abī Ṭālib, avesse il diritto alla guida sia politica che religiosa della comunità dei credenti. Tale potere passò ai figli che erano nipoti di Maometto attraverso la figlia di lui Fatima bint Muhammad Zahra. Il conflitto tra i partigiani di Alì e quelli che sostenevano il metodo dell'elezione del califfo chiamato a succedere al profeta rimase relativamente pacifico fino a quando ʿAlī non successe nella carica al terzo califfo, ʿUthmān b. ʿAffān. Subito dopo però la seconda delle vedove di Maometto, ʿĀʾisha, assieme alla tribù cui era appartenuto Otman, gli Omayyadi, accusò Alì di aver ordito l'omicidio del suo predecessore. ʿĀʾisha suscitò così una rivolta che venne però repressa nella battaglia del cammello e dopo la quale fu obbligata a condurre una vita ritirata.

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Subito dopo però il governatore omayyade della Siria, Muʿāwiya ibn Abī Sufyān, si ribellò facendo sue lerivendicazioni di ʿĀʾisha. La guerra andò avanti fino a quando si decise di demandare la questione al giudizio delCorano e gli arbitri decisero a favore di ʿAlī. Nonostante ciò un'eterodossia radicale, i Kharigiti, che ritenevano ilcaliffo colpevole di apostasia, riuscì poco dopo ad assassinare ʿAlī a cui succedettero i figli al-Ḥasan b. ʿAlī eal-Ḥusayn b. ʿAlī, secondo gli ismailiti solo al-Ḥusayn, ma il califfato politico finì nelle mani di Muʿāwiya, l'unicoad avere un esercito abbastanza potente da controllare l'impero.La Battaglia di Kerbelaʾ Dopo la morte di al-Ḥasan, al-Ḥusayn e la sua famiglia vennero spaventati dal cresceredelle persecuzioni religiose e politiche messe in atto dal figlio e successore di Muʿāwiya, Yazīd. Al-Ḥusayn deciseallora di dirigersi con tutte le donne e i bambini della sua famiglia a Kufa, la cui popolazione gli era favorevole e dacui sperava di ottenere protezione, fu però fermato dall'armata di Yazīd a Kerbala, l'imam e i suoi compagni furonouccisi, le donne e i bambini fatti schiavi.L'inizio della daʿwa Dopo essere stata liberata dal califfo Yazīd, Zaynab bt. ʿAlī, la figlia di Fāṭima e ʿAlī e sorelladi al-Ḥusayn incominciò a narrare i fatti di Kerbelāʾ per tutto il mondo islamico, questa fu la prima daʿwa dell'Islamsciita e a questa gli ismailiti attribuiscono un grande significato spirituale.L'imamato dei discendenti di ʿAlī subì la prima crisi per la successione quando l'imam ʿAlī ibn al-Ḥusayn (dettoZayn al-ʿĀbidīn, "Ornamento dei devoti" o al-Sajjād (che si prostra molto in preghiera") venne avvelenato dal califfoomayyade ʿAbd al-Malik ibn Marwān nel 713 (secondo le tesi sciite), il nipote del quarto imam Zayd ibn Aliproclamò la sua legittimità rispetto al cugino Muhammad al-Bāqir, i seguaci del primo, gli Zaiditi si ribellarono alpotere omayyade e costruirono un primo, effimero stato sciita in Iran e Iraq. Muhammad al-Bāqir invece, seguitodalla grande maggioranza degli sciiti, si dedicò allo studio della dottrina islamica nella città di Medina, questo statodi cose continuò col figlio di lui, Jaʿfar al-Sadiq, che ereditò l'imamato nel 743, il suo primogenito ed erede Ismāʿīlibn Jaʿfar però lo precedette nella tomba. Si verificò così una seconda scissione, da una parte i duodecimanisostengono che l'imamato passò al secondogenito di Jaʿfar, Mūsā al-Kāẓim, e dall'altra coloro che ritengono che lacarica passò al figlio di Ismāʿīl, Muhammad ibn Ismāʿīl, ovvero gli ismailiti.L'epoca dei Dāʿi Da quel momento gli imam ismailiti vissero nascosti per proteggersi dall'ascesa della dinastiasunnita degli Abbasidi che si era sostituita nel 750 agli Omayyadi.Con il loro imam al sicuro i predicatori ismailiti, i Dāʿi, cominciarono la loro opera di proselitismo dalle loro basi inSiria.I Carmati Mentre la gran massa degli ismailiti si accontentava dell'insegnamento dei Daʿi, un gruppo di persianinazionalisti la cui fede ismailita era fortemente influenzata dallo zoroastrismo, i Carmati, si insediarono in Bahrain eproclamarono Mahdi un prigioniero persiano, da qui iniziarono una serie di sanguinose scorrerie che culminaronocon il saccheggio della Mecca e il furto della Pietra Nera.L'impero dei Fatimidi Il periodo ascetico degli imam ismailiti finì quando l'imam ʿUbayd Allāh al-Mahdī Billāh levò un esercito in nord-Africa e sconfisse gli Aghlabidi occupando il Maghreb e l'Egitto istituendo nel 910 il grande impero sciita detto dei Fatimidi, poiché i suoi governanti si proclamavano discendenti della figlia di Maometto, Fāṭima. Sotto i successivi imam l'impero, il cui centro era situato in Egitto, continuò a espandersi, arrivando a comprendere all'apogeo anche la Sicilia, la Siria, lo Yemen e l'Hijaz. I Fatimidi perseguirono politiche molto moderne, come il dare maggiore importanza al merito rispetto alla genealogia e la tolleranza religiosa, sia l'Ebraismo, sia il Cristianesimo monofisita copto, ebbero un periodo di splendore sotto il loro potere. Fu durante questo periodo però che l'Ismailismo si divise in tre rami. La prima scissione, quella dei Drusi, avvenne con l'imam Al-Hakim bi-Amr Allah (985-1021), questi era salito al potere all'età di undici anni e aveva sempre dato segni di eccentricità al punto di far dubitare della sua salute mentale, sotto il suo regno l'usualmente tollerante impero fatimide vide sanguinose persecuzioni, in particolare contro i sunniti. Quando il suo mulo, con il quale si era recato in solitudine nel deserto, ritornò ricoperto di sangue il Daʿi Al-Darazi e i suoi seguaci si rifiutarono di riconoscere

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come imam il suo successore, Al-Hakim non era infatti morto ma, in quanto era il profetizzato Mahdi reincarnazionedel profeta, si era celato agli occhi del mondo in attesa di tornare alla fine dei tempi per riportare l'islam alla purezzadelle origini e l'umanità alla giustizia. La seconda e più grave divisione avvenne alla morte di Ma'ad al-MustansirBillah nel 1094, i suoi due figli Nizar, il più anziano, e il minore Al-Musta'li incominciarono a lottare per il controllopolitico e religioso del califfato. Nizar fu sconfitto e imprigionato, a stento suo figlio scappò ad Alamūt dove gliismailiti iraniani sostenevano le sue pretese. Nel 1040 gli Ziridi, che erano i governatori fatimidi del nord-Africa, siresero indipendenti dall'impero e si convertirono all'islam ortodosso dei sunniti il che causò l'invio contro di loro daparte dell'imam della tribù Araba dei Banu Hilal guidata da Abu Zayd al-Hilali, questa con durezza inaudita posefine alla rivolta berbera contribuendo in maniera decisiva all'arabizzazione del Maghreb, tali vicende costituiscono ilfondamento del poema epico Taghribat Bani HilalTaghrībat Banī Hilāl] (lett. "l'andata verso occidente dei BanūHilāl). Dopo il 1070 persero anche la Siria e la Palestina a opera dei Turchi e dei crociati e il loro territorio si ridusseall'Egitto, dopo altri decenni di decadenza, nel 1160 il condottieri zengide Nūr al-Dīn ibn Zankī e il suo generaleSaladino posero fine al loro potere fondando la dinastia Ayyubide il che causò anche la fine dell'Ismailismo deiseguaci di Mustaʿlī.Hassan-i-Sabbah fu un Dāʿi ismailita attivo in Siria che diede un impulso fondamentale alla storia della setta.Nacque in una famiglia duodecimana della città di Qom nel 1056, trasferitosi con la famiglia a Teheran studiò alungo le dottrine ismailite ma si convertì solo dopo una malattia che quasi lo portò alla morte, era infatti statoterrorizzato dalla prospettiva di morire senza conoscere l'imam del suo tempo.Nella contesa che scoppiò alla morte al-Mustansir Billah si schierò dalla parte di Nizar poiché sosteneva di averavuto un colloquio con il vecchio imam durante il quale questi gli aveva ribadito la legittimità del primogenito. Lasua opera di Dāʿi raggiunse l'apice con la presa della roccaforte di Alamūt, sul mar Caspio, da dove la sua opera diproselitismo incominciò a diffondersi. Il suo piccolo territorio era però circondato da grandi e ostili stati sunniti,quali il califfato abbaside e il sultanato dei turchi Selgiuchidi, per questo motivo Hassan costituì un corpo di seguacifanatici, gli Hashīshshīn, la cui perizia nell'omicidio era pari allo sprezzo per la morte, ognuno di loro era infattipronto al suicidio per portare a termine la propria missione, la paura di ritorsioni ismailite divenne quindi così grandetra i governanti sunniti che non osarono opporsi al crescere della potenza di quella che passò alla storia come la settadegli assassini.L'imamato dei Nizari Il figlio di Nizar, al-Hadi, si rifugiò quindi ad Alamūt, sotto la protezione diHassan-i-Sabbah, tuttavia ciò non fu divulgato in pubblico e il lignaggio degli imam nizari rimase nascosto sinoall'avvento di Hasan II. Questi e i suoi discendenti regnarono sui territori controllati dagli assassini fino alladistruzione di Alamūt da parte di Hulagu Khan, nuovo signore mongolo della Persia.

DottrinaCorano Gli ismailiti ritengono che il Corano abbia diversi piani interpretativi, uno esteriore ( ẓāhir ), e uno interiore( bātin ). Il fedele può comprendere solo una parte di bātin ed è l'imam solo a possedere una conoscenza completadel Corano e solamente lui può interpretarlo alla luce dei tempi.Reincarnazione La reincarnazione è presente sia nella variante drusa che in quella nizarita. I Drusi credono che soloi membri della loro comunità si reincarneranno in forma umana e più precisamente nella forma di propri futuridiscendenti.Numerologia Gli ismailiti ritengono che i numeri abbiano una grande valenza religiosa. In particolare riveste grandeimportanza il numero sette, esistono infatti sette paradisi, sette profeti, sette continenti e così via.Imamato L'Imam è concepito attraverso la frase coranica "la faccia di Allah", è solo attraverso di lui che il credente può realmente giungere alla conoscenza della luce di Allah che è l'unico vero desiderio dell'uomo. L'antica dottrina ismailita sostiene che la rivelazione divina è stata data in sei periodi ( dawr ) da sei profeti, chiamati Nāṭiq, il cui ruolo era diffondere la religione e la legge nelle rispettive comunità. Tuttavia questi insegnavano solo i

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riti e le manifestazioni esterne della fede il significato dei quali è noto solo a un Wāṣī (rappresentante) che li riveleràsolo a un ristretto circolo di iniziati. Al Nāṭiq e al Wāṣī succede per ogni periodo una linea di sette imam l'ultimo deiquali sarà il Nāṭiq del periodo successivo, l'ultimo imam del sesto periodo non introdurrà una nuova religione maporterà alla perfezione quella precedente, abrogando la legge e restaurando il dīn Adam al-awwal (la prima religionedi Adamo) praticata da Adamo e dagli angeli del paradiso prima della caduta, questa non necessiterà di alcun culto orito ma consisterà dalla semplice adorazione delle creature verso il proprio creatore che avviene tramite la profondacomprensione dell'unità del tutto.Pīr e Daʿwa Guida alla luce di Allah la cui fonte è l'imam è il Dāʿi. La relazione tra il maestro e il discepolo èconsiderata sacra, il Dāʿi trascende quindi la figura del normale missionario poiché questi comunica la sacra enascosta conoscenza dell'imam allo studente che la può utilizzare per innalzare il proprio spirito. Lo studente imparaper prima cosa ad amare il Dāʿi, da lui impara ad amare l'imam e imparando ad amare l'imam impara ad amareAllah. Per i Nizari il capo Dāʿi è chiamato Pīr (lett. in persiano "anziano", quindi equivalente a shaykh) , per iseguaci di Mustaʿlī acquista un ruolo simile ma ancora più importante, egli è infatti l'unica fonte della luce dell'imamdopo l'occultamento di al-Qāsim, ultimo imam della linea di al-Mustaʿlī.ʿAql Come gli altri sciiti, gli ismailiti ritengono che le anime del Profeta e degli imam siano nate dalla prima lucedell'universo, detta ʿAql, che in arabo significa "ragione" o "conoscenza", quella conoscenza attraverso la quale tuttigli esseri viventi e no possono giungere ad Allah e da cui tutta l'umanità è unita.Taqiyya Gli ismailiti credono nella Taqiyya, ovvero il nascondere le proprie convinzioni religiose. Ciò ha permessoagli ismailiti di sopravvivere malgrado fossero solo un'esigua minoranza nei paesi dove abitavano.Walāya Un pilastro che denota "amore e devozione ad Allah, ai profeti, all'imam e ai Dāʿi".Tahāra Un pilastro che significa "purità", i Drusi non credono in questo pilastro e lo sostituiscono con la shahada.Ṣalāt Pilastro tradotto con "preghiera obbligatoria". Al contrario dei sunniti gli ismailiti non hanno un forte sensodella preghiera e attribuiscono questo fatto all'ambiguità del Corano sulla questione.I Nizariti sostengono che spetta all'imam stabilire lo stile e il modo della preghiera. I Drusi hanno invececompletamente abbandonato la sharīʿa e attribuiscono un ruolo puramente metaforico alla Ṣalāt. Il ramo mustaʿli hainvece mantenuto la preghiera nello stesso modo dei sunniti e dei duodecimani.Zakāt Pilastro tradotto con "carità", con l'eccezione dei Drusi tutti gli ismailiti si attengono a questo precetto conl'aggiunta del khums, una somma pari a 1/5 di quanto non è stato speso alla fine dell'anno.Ḥajj È il pilastro del pellegrinaggio a Mecca, per gli ismailiti ciò corrisponde alla visita all'imam. Nizariti e Drusinon praticano il pellegrinaggio in senso fisico alla Mecca, mentre i Mustaʿli in genere vi si attengono.Jihād La guerra canonica è intesa sia come lotta contro gli oppressori e i nemici, sia in senso spirituale come lottacontro i desideri fisici. I Nizariti, che sono pacifisti, praticano solo la seconda.

RamiNizariti

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Fonti e autori delle voci 13

Fonti e autori delle vociNizariti  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=31934564  Autori:: AleR, Assianir, Bella Situazione, Calabash, Cloj, Ernesttico, Fdigiuseppe, Federico di Svevia,Francesco.mazzucotelli, Gero Giglio, Gervasi, Giorces, Helios, Lalupa, Laverdure, Lorelorelore, Lp, Mokafufi, Pedro I, Robebige, Shadd, Yerul, 8 Modifiche anonime

Ḥasan- i Ṣabbāḥ  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=31352723  Autori:: .jhc., Assianir, BRussell, Barbaking, Cloj, Dommac, Dvd93, Franco aq, Helios, IlPisano, Lalupa,Laverdure, Medan, Mikelima, Trikke, 6 Modifiche anonime

Ismailismo  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=31005092  Autori:: Calabash, Cloj, Dommac, Lalupa, Marcok, Nanae, Nyo, 12 Modifiche anonime

Ismailiti  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=29214642  Autori:: Bella Situazione, Calabash, Centrifuga, Cloj, Dommac, K.Weise, Pipep, Ppalli, 28 Modifiche anonime

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Fonti, licenze e autori delle immagini 14

Fonti, licenze e autori delle immaginiFile:Crusaderstates.jpeg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Crusaderstates.jpeg  Licenza: Public Domain  Autori:: Cplakidas, Dejvid, Electionworld, Helix84, HenkvD,Mayhem, Ms2ger, Odejea, Stannered, Zubosud 89, 1 Modifiche anonimeFile:Hassansabbah2.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Hassansabbah2.jpg  Licenza: Public Domain  Autori:: Lab, WstFile:Asabah2.jpg  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Asabah2.jpg  Licenza: Public Domain  Autori:: Unknown.

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