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SPIGOLATURE DALLE OPERE DI SCHWALLER DE LUBICZ Renè Schwaller de Lubicz (1887-1961) nacque in Alsazia :suo padre era un farmacista di origine tedesca. Avviato a studi scientifici si laureò,con il massimo dei voti,in ingegneria chimica. I suoi studi chimici lo portarono a scoprire i procedimenti,oramai dimenticati,con cui venivano nel medioevo prodotti i colori utilizzati dai maestri vetrai nella costruzione delle cattedrali. Tali scoperte lo indussero a dedicarsi allo studio ed alla pratica dell’Alchimia ritirandosi per un certo periodo in un eremo nell’isola di Majorca terra natale del grande alchimista Raimondo Lullo.Tornato in Francia fondò l’ordine esoterico “Les Veilleurs”( i Vigilanti) di cui fecero parte anche Flemmarion e Roland Barthes. Schwallwe fu molto legato a quel Jules Champagne che oggi viene indicato dalla maggior parte degli studiosi come il misterioso”Fulcanelli” autore del Mistero delle Cattedrali e di altre importantissime opere Alchemiche. Compresa l’origine Egizia della Alchimia e della Tradizione Iniziatica occidentale,Schwaller che aveva assunto l’eteronimo di AOR,trascorse gli ultimi 20 anni della sua vita in buona parte a Luxor e in breve divenne,anche grazie ai numerosi scavi effettuati,uno dei più accreditati egittologi viventi. La sua interpretazione,Iniziatica ed Esoterica dell’Antico Egitto,si discostò,ovviamente,da quella dell’egittologia”ufficiale” ma perfino i suoi detrattori 1

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Schwaller de Lubicz

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SPIGOLATURE DALLE OPERE DI

SCHWALLER DE LUBICZ

Renè Schwaller de Lubicz (1887-1961) nacque in Alsazia :suo padre era un farmacista di origine tedesca. Avviato a studi scientifici si laureò,con il massimo dei voti,in ingegneria chimica. I suoi studi chimici lo portarono a scoprire i procedimenti,oramai dimenticati,con cui venivano nel medioevo prodotti i colori utilizzati dai maestri vetrai nella costruzione delle cattedrali. Tali scoperte lo indussero a dedicarsi allo studio ed alla pratica dell’Alchimia ritirandosi per un certo periodo in un eremo nell’isola di Majorca terra natale del grande alchimista Raimondo Lullo.Tornato in Francia fondò l’ordine esoterico “Les Veilleurs”( i Vigilanti) di cui fecero parte anche Flemmarion e Roland Barthes. Schwallwe fu molto legato a quel Jules Champagne che oggi viene indicato dalla maggior parte degli studiosi come il misterioso”Fulcanelli” autore del Mistero delle Cattedrali e di altre importantissime opere Alchemiche. Compresa l’origine Egizia della Alchimia e della Tradizione Iniziatica occidentale,Schwaller che aveva assunto l’eteronimo di AOR,trascorse gli ultimi 20 anni della sua vita in buona parte a Luxor e in breve divenne,anche grazie ai numerosi scavi effettuati,uno dei più accreditati egittologi viventi. La sua interpretazione,Iniziatica ed Esoterica dell’Antico Egitto,si discostò,ovviamente,da quella dell’egittologia”ufficiale” ma perfino i suoi detrattori furono costretti ad ammettere che opere quali “Il Tempio dell’Uomo” e “Il Tempio degli Dei”(entrambi pubblicati in italiano dalle Ed.Medi terranee in elegante formato editoriale) evidenziavano una comprensione sbalorditiva dei fondamenti della Religione Egizia. Oltre a questi due testi,che furono il coronamento dei suoi studi,l’Iniziato Francese scrisse molte altre opere sia di egittologia che di alchimia,quasi tutte sono disponibili in italiano,perlopiù grazie alle ed.Mediterranee. Di seguito una breve spigolatura di alcuni brani significativi.

La Teocrazia Faraonica – Edizioni Mediterranee

p. 13:

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“La Scienza sacra, la Scienza sacerdotale, per eccellenza era, fin dalle origini dell’impero, la ‘scienza di Thot’, il Maestro delle parole divine e degli scritti sacri. Questa scienza, scritta sui rotoli di papiro, comprendeva tanto il mito, i riti religiosi, la medicina, la geometria e l’astronomia che le leggi della vita quotidiana e della giustizia. Questi libri sacri erano conservati nei santuari dei templi egiziani ed erano accessibili esclusivamente alle più alte autorità religiose e regali. Era peraltro del tutto naturale che un qualsiasi scriba si dicesse ‘servitore di Thot’ – il ‘signore degli scritti’ – il che, verso la fine dell’Egitto, indusse i Greci a parlare della scienza in generale come della scienza di Thot, vale a dire di Ermes, da cui derivò la volgarizzazione del senso della Scienza sacra sotto il termine di Ermetismo.”

p. 14 - 15:

“Qual è allora la posizione dell’uomo attuale di fronte a questa ‘scienza ermetica’, comunemente chiamata Alchimia, parola di origine islamica, che significa ‘scienza di Al Kemit’ , che l’invasore arabo conobbe in Egitto, l’antica Kemit che tanto illuminò l’Islam che partiva alla conquista del mondo? […] Il falso concetto della trasmutazione trasmesso dalla nostra scienza razionale e materialista fa sì che quest’ultima sia non soltanto inumana nelle sue conseguenze, ma anche dannosa, in quanto devia la vera ricerca. La scienza di Thot è la scienza sacerdotale di tutti i tempi, poiché essa si fonda ( e sarebbe totalmente assurda se non lo facesse) su di una base irrazionale, identica alla base di qualsiasi filosofia fin dall’inizio di tutte le cose. Non vi è alcun corpo determinato che possa servire come punto di partenza per l’ ‘Opera’, in quanto non si tratta di decomporre la materia, come fanno i nostri atomisti, bensì di generare la materia del mondo ad immagine della creazione. Si tratta, dunque, della Conoscenza rivelata – e non di una scienza razionale. Rari sono gli uomini che sono riusciti a penetrare questo segreto del principio, ma tutti coloro che l’hanno potuto fare hanno allora, per dovere spirituale, lasciato una testimonianza della esistenza di questa scienza, descrivendo attraverso enigmi o allegorie – ma soprattutto attraverso delle considerazioni teologiche – il processo di lavoro e le fasi del divenire, senza tuttavia rivelarne il segreto fondamentale.E’ in base ai testi ermetici – tanto del nostro Occidente che degli antichi Saggi – che è oggi possibile farsi una idea sufficientemente chiara della generazione di quella che viene chiamata l’Opera, al fine di compararla agli insegnamenti sacri e soprattutto a quello del Tempio faraonico.[…] E’ evidente che la trasmutazione dimostrata dalla scienza non ha rapporto alcuno con i principi teologici; resta comunque il fatto, oggi per tutti accertato, che esiste una origine energetica comune a tutti i corpi, il che ci porta più vicini alle affermazioni metafisiche relative al principio delle cose. Quanto al concetto della trasmutazione attraverso una via di ‘genesi’, moltissimi scritti – tanto dell’Egitto faraonico quanto del transitorio periodo greco-romano come pure dei più recenti anni europei – confermano questa possibilità. Tutti questi testi

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sono fondati sulla certezza, concordemente con tutte le teologie, che è il Verbo divino, lo Spirito Santo, che solo può animare la materia, e che in ciò si nasconde il segreto del principio.E’ dunque tra queste due concezioni che si colloca il divorzio tra due mentalità inconciliabili, poiché una delle due parte, per la variazione dei tipi, da una energia cinetica immanente alla materia, mentre l’altra si richiama ad una Energia cosmica indefinita.Di fatto, è sicuro che l’assurdo ragionamento della nostra scienza – che non vede nell’universo altro che un circolo chiuso, un agglomerato e poi una decomposizione di una medesima materia – è assai più irragionevole che non l’ammettere una fonte infinita di energia che diviene materia, il che, evidentemente, pone poi un problema di quale sia il dominio puramente metafisico. Allora, da lì a vedere nell’armonia del mondo un Principio divino non vi è che un piccolissimo passo…..

p. 16 - 17:

“ E’ dunque, paradossalmente proprio la scienza razionale che arriva a legittimare la possibilità che esista una Scienza sacra basata su di una origine strettamente irrazionale. Esiste così una prova di ciò che afferma, d’altra parte, la Scienza sacerdotale, dimostrando la genesi della ‘Grande Opera’ dell’Universo. Troviamo allora un parallelismo fra l’insegnamento delle fasi del ‘divenire’ di una materia perfetta – spirituale come origine e spirituale nella sua fine – e gli insegnamenti sacri, quali che essi siano.La Scienza sacra è come un canovaccio, uno sfondo colorato sul qual possono iscriversi tutti i momenti dell’insegnamento faraonico.[…] Generare la ‘Grande Opera’ vuol dire generare in noi la liberazione della nostra condizione sofferente e mortale e, per converso, ricercare questa liberazione vuol dire anche realizzare la ‘Grande Opera’.[…] Possiamo adesso concludere, in termini generali, che il fondamento di qualsiasi sapienza rimane non specificato e non appartiene a nessuno dei tre regni, ma è piuttosto della natura che tutto anima. Esso è spirituale e può anche, evidentemente, venir orientato: verso il minerale (il metallo), verso il vegetale e verso l’animale. Così come può essere medicina per il corpo umano, altrettanto è medicina per il metallo; elimina qualsiasi impurità, per non lasciare altro che la purezza del perfetto equilibrio. Forse che il Signore Cristo non guariva la lebbra?Si usa tradurre la formula ‘Vita, Salute, Forza’, costantemente abbinata al nome del Faraone, come un augurio a lui rivolto, mentre è Lui, il vero Re dei Re, che dispensa Vita, Salute e Forza.Seguendo la strada tracciata dalla Scienza sacra, ecco come si presenta il mondo: vi è generazione, vale a dire uno sviluppo della materia come divenire fetale; vi è fissazione in forma corporea dell’Energia cosmica; vi è una fonte irrazionale all’origine delle cose; vi è una resurrezione del corporale spiritualizzato che ritorna alla sua fonte, poiché la materia corporea non è che un aspetto transitorio e relativo di

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un’attività e re-attività di due nature scisse e generate da una Unità cosmica, e questa materia finale è l’unico vero Re.Ecco allora teologia e scienza in un’unica espressione e, quindi, una relazione tra uomo e Universo del tutto differente, come pure la possibilità di una civiltà analoga a quella che troviamo nell’Egitto faraonico, nell’antica India e nell’antica Cina.[…] La legittima preoccupazione della scienza dovrebbe essere quella di ricercare la vera fonte della materia, fonte che si è usato riassumere in questa ‘parola’ che significa tutto : ’Dio’, nonché di studiare in questa ottica il divenire delle forme che popolano l’Universo.Agli occhi di alcuni, queste parole potranno apparire soltanto come una caduta, un ritorno alle ‘vecchie credenze’, alla superstizione, alla puerile posizione – priva di qualsiasi spirito scientifico – di un tempo ‘fortunatamente superato’! …A tutti costoro io rispondo: si tratta di una realtà dimostrata e non di una credenza e sostengo che si tratta anche di una vera e propria élite che costituisce il Tempio, un Tempio che irradia e non un Tempio che impone un dogma esclusivo, che trattiene e contrae qualsiasi velleità di espansione del pensiero e delle arti, un Tempio che fonda il suo insegnamento teologico sulle prove fornire da una Scienza dimostrata.

p. 18:

“ L’idea dominante sviluppata nel Libro dei Morti faraonico è espressa dal titolo: Libro del venire alla luce. Questi insegnamenti promettono ai ‘puri’ che la loro anima potrà andare e venire, vale a dire ritornare nel mondo terrestre. Al contrario, gli ‘impuri’, ovvero i ‘respinti’ (coloro che hanno peccato contro lo Spirito Santo) conosceranno la seconda morte, la morte definitiva, l’eclissi del Sole di cui si parla nel Libro dei Qerert (delle Caverne) e che rappresenta il più tremendo castigo.

p. 20-21:

“ Non esiste divorzio più perfetto di quello imposto dalla mentalità occidentale recente, puramente cerebrale, rispetto alla mentalità di Saggezza dell’antico Egitto. Sono due epoche, due umanità che non possono comprendersi se vogliono giudicarsi in base ai rispettivi ‘stati d’animo’.[…] All’epoca della Scolastica (queste interminabili discussioni verbali) alcuni uomini – sulla base delle antiche tradizioni chiamate ‘ermetiche’ – si dedicarono segretamente alla ricerca di una scienza, vale a dire di prove tangibili delle verità affermate dalla rivelazione cristica. Pochi di loro però – tanto obnubilata era la folla dei credenti dal carattere storico umano necessario a diffondere queste verità – sono riusciti a comprendere il carattere cosmico delle immagini e delle parabole del Vangelo. Quei rari uomini saggi che hanno capito il carattere universale di questo insegnamento, avevano come fine ( e a quel Tempo anche come dovere) quello di formulare l’eterna verità con le immagini e con le parole cristiche, da cui il tentativo di Andreae di formare una società rosacrociana attorno al mito di un Christian Rosenkreutz.

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In ogni caso la Rosa dei Saggi attorno al simbolo della Croce è, per l’èra precessionista dei Pesci, una realtà. Gesù Cristo, incarnazione divina, è la Verità e la scienza che lo dimostra è la Scienza Sacra di tutti i tempi, la Scienza sacra e Magia bianca del Tempio.I rari adepti illuminati dovevano, in quel Medio Evo occidentale, tenersi nascosti e, se scrivevano – poiché il loro dovere era sempre stato quello di lasciare comunque una testimonianza della verità della scienza – non potevano farlo che in forma anonima, talvolta perfino sotto la protezione di qualche personaggio molto potente, che potesse risparmiar loro i sospetti sia del governo che della Chiesa. L’audacia dei Templari, che si ritennero sufficientemente forti da riuscire a sfuggire alla sferza di entrambe queste potenze, li ha poi condotti al rogo quando i due ladroni si sono associati.”

p. 23:

“ Vi è un momento irrazionale all’origine delle cose, questo momento è il Logos, il Verbo che si identifica con la sorgente stessa che lo emana, da cui la scissione rispetto a uno stato unico ed omogeneo.[…] La teologia faraonica ci parla della origine attraverso il mistero eliopolitano: vi è Noun, l’oceano principale; in Noun vi è un Fuoco che, agendo produce Toum, la prima terra o collina che sorge dal Noun. Questo Fuoco è Noun stesso. Allora egli dice: ‘Toum, masturbandosi, crea se stesso’.

p. 25:

“ Quando il Tempio, ricco della Scienza sacra e della sua potenza di Verità non è più lì per orientare e guidare gli uomini, questi non possono far più altro che negare, poiché non esiste ragionamento che possa sostituire la rivelazione.”

p. 50:

“ Occorre saper distinguere l’insegnamento di un maestro dalla distorsione subita poi dal suo pensiero nella fase di applicazione di massa, poiché la massa sceglie soltanto ciò che meglio risponde alla sua pigrizia mentale oppure ai suoi appetiti.”

p. 59 - 60:

“ E’ possibile pensare in maniera diversa che basandosi sul principio dell’atomismo per quanto riguarda la materia?Non si tratta semplicemente di una comodissima ipotesi?Non è forse, in realtà, la massa che interviene, con in più le quattro Qualità?La massa è indissociabile dalla densità. Cosa significa ‘densità’?

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Una quantità ed un volume dati. E’ una quantità di atomi oppure una quantità ‘magnetica’?.Ci troviamo costantemente di fronte a due tendenze, a due energie,che sono magnetiche, cioè attrattive e repulsive, ed elettriche, altrettanto attrattive e repulsive. L’attrazione non è forse uguale, vale a dire magnetica, e la repulsione non è forse sempre la stessa, vale a dire elettronica?Dunque, due energie: l’una attira a sé, l’altra respinge; quella che attira determina il peso. Non sono forse le stesse forze che, in fisiologia, formano il simpatico e il parasimpatico?Noi conosciamo l’effetto magnetico meccanicamente, come reazione a un circuito guidato elettrico e, inversamente, conosciamo anche un effetto elettrico circoscritto attorno ad un effetto magnetico. Ma, in questo caso, abbiamo sempre a che fare esclusivamente con dei corpi portatori della energia meccanica o chimica, e non di energia in sé e per sé. Ebbene, questa energia duale deve esistere nell’Universo, in maniera indipendente da un corpo portatore…. e realizzare la forma corporea attraverso congiunzione.Tutto ciò è difficile da capire, ma, posto come ‘ipotesi’, sarebbe sicuramente più fecondo che non l’ipotesi dell’atomo corporeo e potrebbe anche aprirci la porta verso una scienza vitale e non più inumana.[…] Pensare in termini quantitativi di atomi, ecco il vangelo della scienza inumana che è incominciata con Leucippo e Democrito, una soluzione disperata fatta per coloro che ignorano il principio della Scienza sacerdotale. Per contro, esiste lo Spirito, o Energia, libero da supporti materiali, ed esiste la materia come effetto di simultaneità di questa energia che, divisa in complementi, costituisce un rapporto: ecco il vangelo della Scienza sacra.”

p.88:

“ Ma una specie non può passare ad un’altra specie senza che si verifichi la distruzione integrale della sua prima forma: una cosa non può cambiare di forma senza la distruzione della sua stessa forma, questa è una legge generale assoluta. In questo modo un Pitecantropo non diverrà mai un Uomo pensante per trasmissione seminale ma, se la sua forma organica viene interamente distrutta, decomposta, senza lasciar più nulla se non la parte indistruttibile del suo essere – che io chiamo il sale fisso, lasciato da ogni cosa dopo la sua distruzione – allora questo punto d’appoggio può servire alla creazione di un nuovo essere e divenire, alla fine un Uomo pensante, le cui ossa craniche non sono più saldate definitivamente.”

p. 94 e segg.:

“ La biologia ci dimostra come tutte le sensibilità e tutte le funzioni vitali che caratterizzano la vita corporea dell’Uomo siano iscritte nella materia vivente fin

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dall’origine. L’Uomo è preconcepito e tutta la natura è come una matrice in cui viene tenuto in gestazione l’Umano attraverso delle fasi stabilite in esseri tipici ed indipendenti, esattamente come affermano i testi ermetici in merito ad alcuni metalli.I metalli vili costituiscono delle fasi bloccate nella gestazione metallica, il cui fine prestabilito sono l’Argento femminile lunare e l’Oro maschile solare. I blocchi nella gestazione universale sono caratterizzati e portano la semenza della loro specie, vale a dire che possono perpetuarsi nella loro forma, ma non potranno mai passare da una forma ad un’altra semplicemente tramite la riproduzione seminale.[…] Se non ci fosse la varietà, la gestazione avrebbe luogo senza matrice e andrebbe direttamente verso il frutto pre-concepito nell’istante dell’ispirazione o dell’impulso. Questo momento di ispirazione è, nel Cristianesimo, l’annunciazione data a Maria e, nell’antico Egitto, il momento chiamato teogamia, quando cioè l’odore di Dio penetra nel palazzo che rappresenta Mout (la maternità) nella barca (lunare).Se non vi fosse che un unico momento di ispirazione, non vi sarebbe che un unico lignaggio, ma sono la molteplicità e la disuguaglianza di questi istanti che producono le varietà [diversi Solfi – nota di FDA] . Questi momenti di ispirazione possono prodursi in qualsiasi momento, in rapporto con l’armonia cosmica delle sorgenti energetiche, la principale e più diretta delle quali sarà, per la nostra terra, il Sole.Non vi sono ‘miracolo’: tutti i corpi organici, come pure anche alcuni composti minerali, sono, al momento della loro decomposizione, suscettibili di venir orientati verso una nuova forma dalla influenza della Energia cosmica e, in questo caso, questi nuovi corpi vanno a costituire degli esseri caratterizzati che seguiranno poi il proprio destino. E’ in questa maniera che un nuovo essere si innesta sulla natura simile che lo precede, quando la sua prima forma viene distrutta. Ovviamente, può esservi una progressione verso il tipo finale preconcepito, ma può esservi ugualmente regressione, se l’attività del momento va a vuoto, vale a dire si muove in disarmonia rispetto alla natura dell’essere in stato di transizione. Definisco ‘in transizione’ ciò che la semplice reazione chimica può suggerire: quando, per esempio, si introduce in un composto chimico liquido un altro corpo chimico suscettibile di combinarsi con l’uno o l’altro dei corpi in soluzione, arriva un momento, non collocabile nel tempo, in cui l’uno o l’altro di questi corpi viene molecolarmente liberato, in transizione tra il primo composto ed il nuovo. In quell’istante la molecola si trova esposta a tutte le influenze energetiche possibili ed è proprio a questo momento che potremmo situare la comparsa della Vita organica.[…] E’ in momenti di transizione conseguenti alla distruzione di uno stato che le mutazioni naturali dei geni si verificano ed è così che si susseguono in natura le varietà, individualmente vitali, che formano la catena delle fasi del divenire umano finale. Sono delle creazioni. E’ la legge d’Armonia cosmica (cioè l’insieme di tutte le influenze stellari) che governa: è il Verbo divino che ordina, in quanto il vero Dio è Armonia, una Potenza che noi riusciamo a constatare, ma non possiamo comprendere. Così l’Uomo non può essere creato che quando tutte le potenze vitali sono state realizzate in organi individuali finiti e specificati sul piano funzionale. Allora la Potenza, che determina la genesi naturale e che non cessa, non può aggiungere più

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nulla, non può che mantenere lo stato acquisito e qualsiasi ulteriore nuova creazione non può essere altro che l’inizio tendente a quello che possiamo chiamare un ritorno, una ‘energizzazione’ delle forme corporee; è in questo modo che, in mineralogia, vediamo i corpi che hanno acquisito il maggior peso atomico esaurirsi poi in un irradiamento energetico intenso, fino a ritornare al loro stato primitivo, come accade per l’Uranio che ritorna al Piombo. Si esprimono in questo dei cicli naturali che costantemente ricominciano, fin quando non interviene una nuova e più alta creazione e questa non può essere che una potenza di negazione cosciente dello stato corporeo finale acquisito. Sta in tutto ciò il canovaccio su cui si disegnano immagini più complete e sottili del Divenire in generale della origine dell’Homo sapiens.”

p. 142 e segg.:

“La tavola di Issenheim parla della crocifissione circondata da scene e da gesti, tutti corretti se presi isolatamente, ma che, volutamente, risultano anacronistici o illogici nella loro funzione e rispetto alla tradizione normale. Così vediamo Giovanni Battista, storicamente morto già da molto tempo all’epoca della crocifissione, che indica col dito il Cristo in croce; e vediamo Maria Maddalena, la peccatrice, in atteggiamento di supplice davanti al Crocifisso, che aveva preparato per la sepoltura versando su di lui un balsamo prezioso; tuttavia il vaso, o crogiolo, contenente sempre questo balsamo prezioso, sta poggiato davanti alla croce [ Questo balsamo è, di fatto, al centro di ciò che costituisce l’oggetto essenziale di tutta questa simbologia – n.d.A.]. Il pittore non ha affatto trascurato di dipingere la peccatrice con capelli biondi ed abito color rosa-dorato, colore originale che solamente un adepto, secondo noi, poteva ispirare. Ai piedi di Giovanni Battista, sta l’agnello, che tiene con la zampa destra anteriore una piccola croce bassa, il che costituisce una anomalia, in quanto questo tipo di croce, simbolo di Giovanni Battista, di norma sta rialzata su un’alta asta ed è tenuta con la zampa sinistra. Inoltre, dal lato sinistro (del cuore) dell’agnello esce un fiotto di sangue che va a riversarsi in un calice: simbolo, questo, decisamente particolare.A fianco di Maria Maddalena, l’autore di questo capolavoro ci mostra Maria, la madre di Gesù, distrutta dal dolore, pallida e vestita di bianco abbagliante, sostenuta da Giovanni – il discepolo prediletto del Cristo – stranamente vestito di rosso vivo: il Rosso che sostiene il Bianco, evocando la corona bianca faraonica deposta davanti alla corona rossa.”

p. 145:

“ Noi troviamo il principio della Passione già nella leggenda di Osiride, ma trascritta attraverso il mito che scinde le sue due grandi fasi: la passione propriamente detta, in Osiride, e la resurrezione in Horus, sviluppando il significato ‘pratico’ attraverso il comportamento dei diversi Neter che entrano di volta in volta in gioco: si tratta di un

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insegnamento per raggiungere la liberazione dell’essere immortale imprigionato nel corpo mortale.”

p. 261 e segg.:

“ Il principio reale su cui si basa l’antico Egitto non ha niente in comune con il nostro concetto di Re. […] Il Re regnante è un simbolo, un pretesto per dar corpo al significativo mitico, mistico – ed ermetico – della corporificazione di un raggio della Luce originale, il ‘Verbo creatore’ horiano, che, attraverso la sua caduta nella Natura, è rimasto imprigionato sulla terra da Seth. Questo ‘Fuoco in terra’ è Ftah (l’Efesto greco) in quanto Neter. Il Re sarà animato dall’aspetto ‘horiano’ (luciferino) dell’arcangelo caduto.Il rituale del Tempio spiega il compimento reale della luce horiana, attraverso le fasi che essa deve passare per raggiungere la sua esaltazione corporea, insomma ciò che il nostro Medio Evo chiamava la ‘pietra filosofale’. Questo è il Re di origine divina ed onnipotente sulle cose della Natura creata.[…] Questo è il vero significato di un ordine teocratico che non va confuso con una regalità comandata da un organismo religioso. […] Ciò che simboleggia il Re è il fine che ogni mortale deve raggiungere: il compimento dell’Antropocosmo.[…] Tale compimento è l’uomo cosmico, l’Antropocosmo, di cui il Re rappresenta l’immagine; le tappe nel tempo sono i geroglifici, mentre la simbolizzazione delle definizioni funzionali fornisce gli elementi del mito. Allora, nel percorso dell’incarnazione, vale a dire del divenire corporale, vi sono due stirpi che hanno la loro immagine nella gestazione umana: l’una lunare, bianca (il feto già vitale a sette mesi) e l’altra solare, rossa (il bambino completo di nove mesi). Queste due finalità sono rappresentate dalle due corone, quella bianca e quella rossa. La corona bianca sta così a significare la corporificazione, che costituisce la prima grande finalità del Divenire; la seconda sarà la corona rossa, principio del ritorno corporale alla sua fonte energetica. Ciascuna delle due fasi ha bisogno dell’altra, in quanto si definiscono reciprocamente. […] Non si tratta qui di una nuova ‘filosofia’; la linea molto generale di questa considerazione si impone senza necessità di spiegazioni. Essa, infatti, si dimostra per il fatto stesso naturale di qualsiasi procreazione, ma diventa poi una scienza se l’esperienza è in grado di dimostrare questo divenire a partire da un principio, quindi da una genesi generale. Questo significherebbe: cogliere l’Energia pura – ancora non polarizzata (il che è irrazionale) – e materializzarla per servirsene come fonte universale di prima generazione, con la specificità che dipende dalle coincidenze armoniche cosmiche. Questa formulazione pone dunque la generazione spontanea, ma controllata, come punto di partenza per una genesi ordinata.

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Il ‘Tempio’ sostiene di possedere questa Conoscenza. Allora qualsiasi ‘filosofia’ resta esclusa, poiché non appartiene che a delle conoscenze e ad un sapere che si ricercano. In Egitto, il pensiero resta ‘tecnico’ e non ‘sapiente’, in quanto solamente la Fonte originale è astrazione, mentre tutto il resto si concatena attraverso una logica, non sillogistica bensì vitale. Di fatto, tutto ciò che attualmente sappiamo dell’Impero faraonico conferma questa posizione.[…] Il mito colloca i momenti armonici agenti, quindi puramente funzionali; non si giudica e non si pensa più con vari fatti che si collegano concretamente, bensì con tipi di funzioni che producono degli effetti, il che può essere comunemente espresso da: Neter ‘Quello’ fa quella cosa, produce quel fenomeno. Il Saggio sa a cosa attenersi ed il popolo si riferisce a raffigurazioni simboliche di queste potenze; per esempio Ammon e Mentu (momenti astronomici della precessione), Ftah (il Fuoco prometeiano, semenza animatrice), Osiride (il principio dei cicli e delle rinascite stagionali o cosmiche), Seth (il Fuoco distruttore), Horus (il Fuoco generatore ed animante), Sekhmet (l’Afrodite divoratrice ma anche rigeneratrice, attraverso il desiderio, in quanto Hathor), Khnum (specificatore che dona forma) e così via, con ogni Funzione che ha il suo nome specifico.Si scelgono allora nella Natura vivente i tipi che incarnano il più specificamente possibile delle funzioni per completare il simbolismo.Ed il Re incarnato raffigura, nell’ordine sociale, la corporificazione della Fonte universale che assume tutti gli aspetti della sua attività, elemento, questo, che ne motiva il ‘nome mistico’. In effetti, per comprendere tutto questo, dobbiamo leggere il senso del nome e non accontentarci di enunciarlo, come si fa, invece, di solito.[…] Un epiteto assai raro, che compare nel testo di Ramsete III […], è la designazione del Re come uovo perfetto. Quest’uovo richiama l’uovo del mondo deposto dall’oca sulla prima Terra, nella fase ermopolitana del mito. L’uovo gioca un ruolo simbolico molto importante nei testi ermetici, in cui rappresenta l’immagine della Totalità dell’Opera, la conchiglia che esprime il sale corporale, il bianco che è il mercurio coagulabile per effetto dello zolfo del giallo d’uovo. In effetti, è l’azione del giallo solare animato che forma il pulcino grazie alla sostanza contenuta nel bianco d’uovo.[…] La corona è qualcosa di più che un emblema, essa sostituisce nel Re umano il pensiero, il destino, il carattere personale, ponendo al loro posto, nel caso del faraone, un Neter. Il dono della corona, sui bassorilievi, è sempre fatto da un Neter, sarà dunque la funzione rappresentata da questo Neter a trasmettere la corona. Questa incoronazione afferma un altro stato, quello della intuizione pura,: lasciar parlare la Conoscenza innata del Neter (funzione cosmica), vale a dire l’Antropocosmo nell’uomo.[…] L’intenzione di sopprimere la volontà personale trova conferma nella insistenza con cui, sulle raffigurazioni del re, viene divisa la calotta cranica con un qualunque segno: un diadema, un giunto di pietra, o anche con l’incrostazione di un frammento di pietra che formi un ‘pezzo’ riportato. In fisiologia, questa parte del cervello così asportata costituisce la sede della volontà e del pensiero individuale, del tutto indipendente dalle ghiandole e dai centri vitali.

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Ecco dunque che, sostituendo questa calotta cranica in maniera simbolica con una corona, si ha a che fare con un nuovo essere pensante ed è proprio questo il modo in cui tutto questo deve essere interpretato, in quanto è soltanto dopo essere stato purificato e nuovamente incoronato che il Re ha il diritto di officiare nel tempio.Questa separazione raffigurata di una parte del cranio rappresenta il vero senso del diadema reale che, nell’antico Egitto, è designato con la parola mh, che significa contemporaneamente diadema e cubito di misura. In effetti, la linea circolare del diadema è la stessa del cubito reale, come indica, per qualunque uomo, la misura del suo stesso gomito.Il Faraone, dunque, non è soltanto figlio di Rha, - un essere perfetto e divino – ma anche la misura del mondo, poiché sono molte le conseguenze derivanti dalle poche indicazioni che qui abbiamo dato.

p. 274 e segg.:

“ Her, o, nella forma latina, Horus significa esattamente la ‘faccia’; Horus è la faccia, l’apparenza sensibile di Rha invisibile, realizzata dall’Opera o genesi cosmica. Egli è, fin dall’origine, tenuto prigioniero (vale a dire trattenuto sulla terra) da suo fratello Seth; egli è la Luce divina, portata da tutto ciò che è divenuto sensibile attraverso Toum, la prima terra generata da Noun, il mondo arcangelico del cielo, attraverso l’atto irrazionale che è il principio del Divenire, il famoso segreto. Tutti i testi di tutti i tempi dicono, in una forma o nell’altra, esattamente la stessa cosa.[…] La fine di tutta la genesi, l’ultima realizzazione, sarà l’unione in amicizia (e non più in inimicizia) di Seth ed Horus, per diventare ciò che la Tavola di Smeraldo afferma: ‘… e la sua forza è intera se essa viene convertita in terra … sarà la forza di ogni forza.’ Tutto questo significa, come precisano i testi, che tutto deve diventare un Fuoco vivente fisso, un Fuoco che nessun fuoco distruttore può più soffocare, chiamando ‘Fuoco’ la potenza spirituale che dona la vita ad ogni cosa come, semplicemente, il dolce tepore del fuoco comune mantiene la vita.Questa unione finale degli opposti dall’origine, che in ermetismo viene chiamata la ‘Pietra’, vale a dire la ‘cosa’ che serve come fondamento per l’edificio dell’Universo: ecco, questo è il Re per eccellenza, è il figlio di Rha che è come Rha, il figlio del Cielo in generale. E’ dunque di questo Re unico, in cui sono unificate le due corone – la bianco-argentea del Sud (Seth) e quella d’oro, rossa, del Nord (Horus) – di cui si tratta in questi testi ‘ditirambici’ , e non del Re umano che non è che il simbolo, l’immagine, il richiamo, l’evocazione del Re divino reale, il vero Re per Grazia di Dio.Horus in quanto apparenza – il colore di Rha – dev’essere, all’origine, salvato dalla sua prigione corporale così come dev’esserlo l’anima del mortale e, alla fine, egli sarà la specificazione divina dell’Essere perfetto. Ritroviamo, quindi, Horus messo in relazione con tutte le fasi della genesi fino all’uomo e poi dall’uomo fino alla resurrezione gloriosa. Horus universale è in tutto ciò che vive. Il Verbo divino è in ogni essere.”

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p. 276:

“ L’esaltazione qualitativa è un concetto, ovvio per i Saggi di tutti i tempi, il cui significato e la possibilità stessa sfuggono completamente al razionalismo.Non si tratta di una eliminazione di impurità per lasciar sussistere, nuda, la qualità pura, bensì di una esaltazione, una sorta di spiritualizzazione della qualità caratteristica della cosa. Noi sappiamo purificare dei corpi chimici portandoli allo stato di purezza praticamente assoluta, come, tra gli altri, l’argento e l’oro.Essi non sono allora altro che se stessi, perfetti, ma non hanno nulla di più, niente al di là della loro qualità specifica caratterizzata da alcuni aspetti tipici (densità, peso atomico, colore, malleabilità e così via). Questo argento e quest’oro sono incapaci di trasmettere la loro qualità ad un altro metallo: essi non hanno nulla da dare senza dover perdere essi stessi qualcosa, essi non sono ‘fermento’ come lo è lo heq, uno degli scettri del Re, a forma di gancio.L’azione del fermento riguarda, volendo essere precisi, la trasmutazione del suo aspetto corporeo.Credere a questa possibilità vuol dire rovesciare radicalmente tutte le basi di una scienza materialista razionale. Ben inteso, non si tratta qui delle ‘trasmutazioni’ di atomi dei nostri ‘catchers’ atomisti che distruggono un edificio per ricostruirne un altro con i materiali raccolti al momento della demolizione.Il principio della vera trasmutazione è del tutto diverso ed esige una esaltazione qualitativa della cosa, fondata sul fatto seguente: in un ambiente presunto come sostanza senza corpo, vale a dire una Energia senza nome (si può così parlare qui dello Spirito), una forza stiptica interviene a concretizzare questa sostanza per definirla spazialmente, vale a dire formare un corpo. L’unica possibilità di esaltare la qualità di questa cosa è allora quella di esaltare la forza concretizzante, da essa portata ma che, inizialmente, non la aveva condotta al suo stato attuale caratteristico. Non si tratta di una moltiplicazione come, per esempio, quella di un chicco di grano che dà una spiga portante da trenta a sessanta nuovi chicchi/semenze.Questa moltiplicazione è caratteristica di qualsiasi semenza, non è altro che una rigenerazione, una facoltà di vegetare. Esiste un’affinità tra l’effetto del fermento e quello del lievito del pane, ma ancor più con il fenomeno della mutazione dei geni. […] Ora, filosoficamente, una simile esaltazione trova il suo limite nell’assoluto e, praticamente, lo trova a partire dal momento in cui questa forza concretizzante non può più essere contenuta in una forma corporale e, quindi, ritorna alla sua sorgente spirituale. Questo è il vero significato di una esaltazione del mortale verso l’immortale.Il Re è questa forza, questo fermento ed una certa cerimonia, il cui significato lascia perplessi gli egittologi, ci precisa il gesto della esaltazione qualitativa del Re (Vita, Salute, Forza) ed è la festa Sed.Molti simboli indiano il senso di questa festa Sed. […] Uno di questi simboli è composto da due troni l’uno addossato all’altro – in un particolare padiglione – sui quali sta seduto il Re, con i due pugni poggiati l’uno sull’altro, che tengono stretti gli

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scettri. Su uno dei troni, egli è vestito soltanto di una camicia bianca, sull’altro, invece, soltanto di una camicia rossa.[…] Come Osiride, il Re deve morire per poter essere rinnovato più perfetto, riattraversando le fasi della corona bianca e della corona rossa, in quanto solamente il ritorno della cosa concreta allo stato primordiale può apportare a questa un aumento di forza concretizzante.Il mistero della festa Sed, o della rigenerazione, comporta la cerimonia della rinascita: un ritorno nella matrice per essere di nuovo tenuti in gestazione e rinascere poi in uno stato superiore.

p. 313:

Da Stromate, lib. I, cap. VII, 37 e cap. XIII, 57.

“In poche parole, con il termine Filosofia, non i riferisco né alla dottrina stoica, né a quella di Platone, né a quella di Epicureo, né a quella di Aristotele, bensì a tutto ciò che ciascuna di queste scuole ha insegnato di buono sulla giustizia, la pietà, la scienza … La verità è una sola, la menzogna segue mille sentieri diversi. Nello stesso modo in cui le Baccanti sbranarono Penteo e dispersero le sue membra, così pure le sètte hanno lacerato il seno tanto della filosofia barbara quanto di quella greca; e, tuttavia, ognuna di esse vorrebbe far accettare il proprio brandello come se fosse la verità integrale…. Esse si sono impadronite dei frammenti della verità eterna, non nella mitologia di Bacco, bensì nella teologia del Verbo sempiterno. Ebbene, colui che ricongiungerà nuovamente in un tutto unico questi frammenti sparsi, sappiate che potrà contemplare senza timore di sbagliare il Verbo perfetto, la Verità.”

Da “Il Tempio dell’Uomo” – Edizioni Mediterranee – I Volume

p. 6:

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“ L’uomo dei nostri giorni è schiavo dei suoi apparecchi di cui fa uno scopo invece di considerarli solo un mezzo di aiuto e di controllo degli eventi: l’uomo si è allontanato dalla Natura per orgoglio. […] Gli Antichi restavano con la Natura, pensavano con lei e, senza mezzi straordinari, si prendevano gioco della materia.Il nostro Occidente giudica necessariamente l’Antichità alla luce delle proprie facoltà o, più esattamente, di ciò che suppone secondo le facoltà intellettive che ha coltivato così bene da sembrargli le sole possibiliIl problema dell’intelligenza non è risolto. Accanto all’intelligenza cerebrale abbiamo anche un’intelligenza emotiva che il ‘cerebralismo’ tratta come fenomeno indipendente.”

p. 14:

“IL MISTERO DI OGNI GIORNO. Tutta la potenza del padre e dei suoi padri è nel seme. Il gene del cromosoma porta tutta l’eredità del padre, in forma, in sostanza e in tutti i suoi caratteri. Poi questo seme fissa l’eredità della madre con la sostanza che porta il suo nutrimento.Senza forma visibile o tangibile, il seme è il modello, l’Idea di ciò che genera: è una Potenza trascendente. Intorno a un modello senza corpo una sostanza senza forma si coagula in un essere vivente, complesso, pensato dalla Potenza. Dall’azione esoterica, dall’idea alla forma – la sua finalità – risultano ‘le finalità’ essoteriche, transitorie, le tappe formali apparenti.E’ la meraviglia del mondo. Tutto ciò che è, tutto ciò che esiste, ha seme; per la creazione mentale sono seme la Volontà e il Pensiero.Un pensiero della Potenza trascendente obbliga una sostanza della Sostanza universale – passiva (che attende un seme qualsiasi) – a diventare quel particolare prodotto, quel particolare erede, un mondo che succede ad un mondo: una sola Potenza in una sola Sostanza attraverso tutte le finalità transitorie verso la finalità prevista: l’uomo.[…] La realtà indiscutibile del mistero evidente che crea dall’invisibile il visibile, dall’imponderabile il ponderabile, è il Verbo della Saggezza. L’invariabile della Legge di Genesi è la base della filosofia tradizionale. Ogni ricerca senza queste guide conduce ad un vicolo cieco o al nulla.

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p.16:

“L’ENERGIA non è meccanica. La Massa è Energia coagulata dal seme, il suo Movimento è meccanico: la potenza di rivolta, la reazione liberatrice contro l’imprigionamento.”

“ LA RIGENERAZIONE è genesi come la procreazione è a immagine della creazione: forma e universalità; Medio portatore dell’Idea, e Idea senza medio termine. L’uomo è la transizione: il medio termine attuato che svanisce di nuovo nell’Idea.L’uomo avrà mangiato, cioè ricondotto alla sua fonte,tutto ciò che l’Universo conosce, dal minerale all’animale. L’Energia attraverso il mezzo minerale diventa chicco di grano. Il pane mangiato dall’uomo diventa chilo, poi linfa e sangue. Il sangue con la linfa produce la carne e le ossa. I canali, per flussi e riflussi cosmici, conducono l’energia solare, bianca e rossa, attraverso tutti i luoghi in cui dormono l dodici potenze racchiuse negli organi. Ad ogni ora della notte ciascuna delle dodici potenze si sveglia, al passaggio di Ra, sole del sangue, poi si riaddormenta. Nei centri endocrini, cioè nelle trasformazioni per ‘induzione’, l’Energia portata da questo flusso, si libera per essere distribuita dal bulbo e dal midollo come flusso di energia nervosa. Le ‘autoinduzioni’ genereranno la sensibilità. Ma è nei centri superiori che l’Energia sarà di nuovo depolarizzata, e l’Energia non polarizzata è Spirito.Solo lo Spirito ha coscienza dello Spirito.Questa è Genesi in Rigenerazione.”

p. 26:

“ […] Evocherò ancora una volta l’ermetismo: è certo che né la teoria né la pratica dell’ermetismo hanno nulla di sacro in senso assoluto. Ma ciò che permetterebbe la realizzazione effettiva di ciò che propone la teoria e che cerca la pratica questo è sacro.Il sacro è necessariamente fuori dal tempo e dallo spazio, non può essere che la funzione, considerata come Potenza in sé, fuori dall’oggetto che la manifesta. Così la forma, la definizione, la specificazione – cioè i simboli della funzione – la evocano, ce la rendono sensibile, e questa funzione, che non conosciamo che per evocazione, è sacra.”

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p. 33 e segg.:

“ L’evoluzione o estensione della coscienza si manifesta corporalmente con la forma e l’organismo dell’individuo. Questi perpetuandosi non fa che moltiplicare l’unità che rappresenta. Gli adattamenti all’ambiente attraverso la ‘lotta per la vita’ costituiscono la varietà dei raggruppamenti di individui, classificati in razze e specie. La classificazione si fa dal basso verso l’alto, dall’individuo alla generalità, e concerne la trasmissione delle caratteristiche per mezzo del seme dell’individuo.Dunque è nello stesso individuo che va cercato il passaggio dello sviluppo della coscienza, al di fuori di ogni proliferazione seminale.C’è una revisione da fare per quanto riguarda le possibilità delle trasformazioni delle specificità e della loro trasmissione.Un precetto vecchio quanto la Saggezza dice: “Una forma non può passare ad un’altra forma se non per decomposizione integrale della prima nei suoi elementi componenti essenziali.”Un secondo precetto della stessa Saggezza afferma: “ Ogni cosa e ogni essere comprendono un nucleo fisso che né la putrefazione né il fuoco possono distruggere”.I nostri biologi hanno ignorato questi principi. Questo ha fatto fallire i loro tentativi di presentare una teoria dell’evoluzione coerente, tuttavia il fatto naturale la impone.[…] Ogni corpo, vegetale o animale, per putrefazione si riduce a due stati separabili, uno volatile, l’altro che costituisce un residuo fisso. Questa parte fissa, seccata, contiene un sale alcalino.La combustione divide allo stesso modo, ma con violenza, tutti i corpi vegetali od organici in parti volatili, lasciando una cenere che contiene un sale fisso alcalino. ‘Uomo tu sei cenere e cenere ritornerai’. Perciò ogni cosa è essenzialmente composta da una parte volatile e da una parte fissa, principio generante che la teologia faraonica, per esempio, riassume nella sua istruzione su Ba e Ka.Se le ceneri di una pianta bruciata sono seminate in terra con un seme della stessa pianta, si possono esaltare delle qualità o modificare le qualità tipiche di questo vegetale. Le stesse ceneri possono impedire la crescita di piante che le siano ‘complementari’. La leggendaria palingenesi vegetale, come la leggenda della Fenice, sono tradizioni iniziatiche che rivelano un tipo di generazione che il seme ‘cellulare’ non può realizzare.Per cui: le trasformazioni non possono compiersi che da e per lo stesso individuo che abbia subito in vita una profonda modifica del suo essere. Deve reincarnarsi perché il suo seme non può trasmettere ad altri queste nuove caratteristiche. L’ignoranza di questo fatto rende impossibile che si stabilisca una legge definitiva dell’eredità.Il sale fisso, che è molto fisso – o anche indistruttibile rispetto al cromosoma – è il vero portatore della specificità dell’individuo; ne conserva le caratteristiche personali, comprese quelle acquisite durante la vita.

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[…] Il nucleo fissatore della psiche di un individuo si deve unire al nucleo organico di una cellula-seme, perché possa aver luogo una ‘reincarnazione’. Da solo il nucleo fisso non può generare un nuovo essere organizzato, non potendo retrocedere nella linea evolutiva per ricominciare tutto il ciclo che conduce alla vita organica. Una parentela tra i due nuclei, il fisso minerale e il cellulare animale o vegetale, è indispensabile. La metempsicosi è la storia degli avatar di questo nucleo fisso per ritrovare l’essere vivente del suo ritmo.[…] La cellula-seme, vegetale o animale, mantiene le qualità tipiche di una specie, compresi i suoi adattamenti. Il sale fisso, invece, trasporta – attraverso periodi spesso molto lunghi di invisibilità – la coscienza acquisita da un individuo che esige una modifica della forma per dare alla propria coscienza modo di esprimersi.L’apparizione brusca, apparentemente senza transizione, di nuove forme (mutazione dei geni) è in realtà un continuo susseguirsi di evoluzione della coscienza.In questa successione, è necessario il seme rigeneratore.[…] Per facilitare l’esposizione di questo pensiero, mi servo qui delle parole ‘fisso’ e ‘volatile’, che rappresentano i ‘principi’ fissi e volatili. […] Quando si distrugge la forma, il fisso e il volatile si separano. Chiamiamo questo morte. Al momento di questa separazione le influenze energetiche dell’ambiente (come Luce o Suono) possono agire e impressionare, la forma non è più un ostacolo.La rinascita di una forma esige il ricongiungimento del volatile con il fisso. Il fisso è determinato, il volatile è femminile e indeterminato, pur essendo di ‘ritmo’ generale analogo a quello del suo fisso. Dunque è il fisso che deve ritrovare il proprio volatile perché la reincarnazione possa avvenire, quale che sia la forma in cui avviene, fisica o sottile.L’apporto del fisso è paterno, l’apporto del volatile è materno. Con la rigenerazione, si ha ricongiungimento del volatile e del fisso di uno stato determinato. In quel momento l’influenza dell’ambiente entra in gioco per modificare lo strumento della coscienza dell’essere.E’ la tesi ermetica, tanto misteriosa, che pretende di dimostrare che la distruzione vitale di un minerale permette di renderlo vegetativo, dunque suscettibile di nutrirsi e moltiplicarsi.Il principio è corretto e controllabile nei regni vegetale e animale, e questo basta per accordare credito a ciò che si pretende dal minerale. Può darsi che il prosieguo delle ricerche atomiche permetterà di confermare questo fatto per renderne generalmente accessibile la comprensione.Esiste una trasmissione delle caratteristiche della specie e il loro mantenimento per mezzo del seme, ed esistono trasformazione e transmutazione evolutiva e passaggio dei regni, per mezzo del nucleo o del centro fisso.[…] Perché un individuo possa evolvere nel senso di una transmutazione, quindi cambiare le caratteristiche proprie alla sua specie attuale, bisogna che l’ambiente, e la reazione dell’individuo a questo ambiente, l’abbiano impressionato al punto da modificare l’una o l’altra delle sue disposizioni vitali. Questa acquisizione è personale. Queste nuove disposizioni vitali esigeranno il nuovo strumento organico che solo la propria reincarnazione può procurare.

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Soltanto una reincarnazione della psiche di questo stesso individuo dopo la sua distruzione corporale produrrà il nuovo individuo. […] L’evoluzione riassume adattamenti e trasmutazioni. Si manifesta con un’organizzazione progressiva, espressiva della specificità o coscienza. Lo strumento organico non è un fine in sé. E’ uno strumento momentaneo al servizio della coscienza-potenza che, così, riconosce finalmente se stessa nella tappa umana, grazie al sistema energetico centrale cerebrale. Questo momento dell’evoluzione umana costituisce un rovesciamento evolutivo, cioè la fine del Divenire, e segna l’inizio della disaggregazione corporea o il Ritorno.[…] Solo la coscienza funzionale può affrontare l’astrazione corporale che sarà liberazione della coscienza da tutte le contingenze fisiche, per esistere senza il corpo fisico.La conoscenza funzionale permette l’identificazione, la trasmissione del pensiero, la divinazione e la profezia, è lei che fa certi sogni ….

p. 40:

“ Tutta la simbolica del pensiero tradizionale indica il carattere di questo pensiero: l’oggetto che colpisce essotericamente i nostri sensi è la conseguenza di funzioni vitali: noi traduciamo cerebralmente in forme corporali ciò che è in realtà un rapporto di specificità momentanee, dunque dello stato di coscienza della cosa in identità con la nostra coscienza innata, cioè già vissuta e iscritta nel nostro essere.”

p. 42:

“ In biologia il grande mistero è l’esistenza in tutti gli esseri viventi dell’albumina o delle materie albuminoidi (proteiniche). Una delle sostanze albuminoidi è coagulabile al calore (il bianco d’uovo ne è l’esempio), l’altra non lo è. Il prototipo di questa è la sostanza albuminoide che porta lo spermatozoo. Lo sperma albuminoide non può essere coagulabile dato che porta lo spermatozoo che coagula la sostanza albuminoide dell’ovulo femminile. Non appena uno spermatozoo è penetrato nell’ovulo, questo si coagula in superficie e impedisce ogni altra penetrazione [nota dell’autore: Questa impenetrabilità non è provocata da un ostacolo materiale, il guscio solido, ma dal fatto che due polarità energetiche eguali si respingono] : la fecondazione è avvenuta. Lo spermatozoo sostiene dunque il ruolo di un fuoco ‘coagulante vitale’ come il fuoco volgare coagula l’albumina femminile. E’ l’azione di un fuoco maschile in un ambiente passivo, freddo, femminile. Qui vi sono ancora dei portatori materiali di queste energie, ma manifestano l’esistenza di una energia dall’aspetto maschile attivo e di un aspetto femminile passivo che subisce. Il fuoco ordinario coagula brutalmente il bianco d’uovo, ma lo

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spermatozoo lo coagula dolcemente specificandolo in embrione della sua specie. Questa immagine mostra che la virtualità del seme passa all’effetto definito attraverso la coagulazione di una sostanza passiva, simile all’azione di un liquido acido in un liquido alcalino che forma un sale definito. Ora lo spermatozoo non è acido, come non lo è l’albumina maschile, ma sostiene animalmente lo stesso ruolo; il fuoco ordinario non è né maschio né acido, tuttavia è il prototipo dell’azione maschile e acida. Questa, e altre considerazioni, incitano il filosofo a parlare di una Attività positiva, acida, coagulante, senza portatore materiale, e di una Passività, sostanza negativa, alcalina, coagulabile, egualmente senza carattere materiale. Dalla loro interazione risulta la prima coagulazione ancora non specificata, l’Unità ternaria, chiamata anche ‘Verbo creatore’ perché il Verbo, in quanto parola, non significa che il Nome, cioè la definizione della ‘specificità’ delle cose. Prima di questa emissione non vi è genesi, cioè non vi è Tempo. La fonte di questa energia polarizzata è, logicamente, un’energia non polarizzata che – dato che è Unica e non Ternaria – sfugge a ogni comprensione cerebrale. Questa fonte, dato che è inizio e fine di tutto, è anche la Coscienza universale perché in lei si trovano necessariamente, virtualmente, tutte le possibilità. Tuttavia se il mistero della scissione di questa origine in Due e Tre può essere dimostrata sperimentalmente, la sua comprensione – dunque la sua descrizione – resta e resterà impossibile, è il Mistero impenetrabile per l’intelligenza cerebrale.Per illustrare l’intangibilità di questa energia coagulante, i Saggi si sono curiosamente serviti degli stessi simboli in tutti i tempi.

I. In un testo ermetico che risale al Medio Evo, intitolato Dialogo tra Maria e Aros (SALMON, Bibliothèque des Philosophes hermètiques) dove Maria sostiene il ruolo della sostanza originaria femminile, Aros domanda: ‘Profetessa, ditemi … se si può fare l’Opera da una sola cosa?’ . ‘Sì – disse – e tuttavia Hermete non ne ha parlato perché la radice della Scienza è … (sic) è un veleno… (sic) che coagula il Mercurio col suo odore’.

II. Nella sala della nascita, detta della ‘Theogamia’ , del tempio di Luxor, al momento della fecondazione si dice ‘ … e l’odore del dio penetrò tutto il palazzo…’

III. Il cammino che conduce all’altare della barca di Amon nella sala VI – il naos di Alessandro – ha per base una grande pietra nella quale è scolpita la parte anteriore di un Min itifallico di cui si vedono la spalla, il fallo e il piede. Questo cammino è chiamato ‘il cammino dell’odore’.

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IV. Nella quinta chiave delle Dodici Chiavi di Basilio Valentino questi si serve, per spiegare il carattere astratto di questo ‘Fuoco’ , del simbolo dell’immagine riflessa da uno specchio: ‘ Si vede l’immagine, ma non la si può toccare.”

E’ difficile parlare di coincidenze fortuite quando si trovano, attraverso i millenni, le stesse immagini usate per designare queste astrazioni. Si è davvero tentati di vedervi più scienza che non pura speculazione, una scienza segreta e sacra che dimostrerebbe ciò che le parole non possono trascrivere.”

p. 43:

“ La generazione, metallica o umana, ‘creazione’ o procreazione per seme, rappresenta una riduzione in volume di una Energia che non è né volume né spazio. Solo il volume è spazio. E’ una quantità, una sostanza non materiale contratta in materia, come al gradino più basso una sostanza albuminoide è coagulata dal calore o da un seme.Questo pone come origine un’ Energia non polarizzata, un’astrazione che si può chiamare l’Unità indivisibile, l’Unico.Questo stesso stato energetico trova i suoi analoghi in tutti gli stadi del divenire dei ‘volumi’ , ma questi volumi hanno già un corpo, quello che infine saranno gli albuminoidi animali.Questa genesi comprende la grandezza Tempo e si esprime direttamente in tre dimensioni. Rappresenta perciò un’unità Tempo- Volume. Il primo prodotto sensibile della Genesi, partendo dall’Energia non polarizzata, comprende una prima ottava che raffigura, in Numeri, il passaggio da Uno, indivisibile, a Due, prima unità divisibile.”

p. 45:

“ Degli adattamenti all’ambiente possono modificare i sensi e gli organi, ma non trasformarli al punto di cambiare la specie. Si impone una causa trascendente per lo spostamento nella scala crescente gerarchica degli esseri. Delle atrofie sono possibili, ma ogni trasformazione che vada dall’essere inerte verso l’essere organizzato e dalla forma primitiva di questo verso l’homo sapiens, rappresenta una trasformazione qualitativa che la natura corporea rifiuta. Si tratta di transmutazioni che esigono l’azione energetica, che trascende la forma corporea, dello stesso carattere di quella della transustanziazione ammessa nel mistero della Messa cristiana cattolica. La varietà delle specie e dei generi di esseri che popolano l’Universo impone l’incomprensibile realtà di una trasmutazione qualitativa.

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[…] Si può purificare un metallo o un corpo chimico, si può selezionare nella specie una razza pura, si sarà isolata una qualità esistente, non la si è creata né aumentata qualitativamente. Si possono affinare sensi, fortificare muscoli e funzioni organiche, si può coltivare la sensibilità e anche l’intuizione, si può sempre migliorare ciò che esiste, nessuno né alcun mezzo possono creare ciò che la Natura non ha già dato, salvo fare sintesi e ibridi.Tutto ciò che esiste nel tempo, ciò che fu, ciò che è, ciò che sarà, esiste necessariamente, virtualmente, in uno stato causale, ‘panseminale’ , cioè unico. Chiamo questo stato di virtualità cosmica Coscienza creatrice, quella per cui la coscienza psicologica non è, infine, che un fenomeno dell’ego, attraverso l’organo cerebrale. Questa coscienza cosmica non deve evolvere, ma ‘informandosi’ si riveste di materia la cui specificità – cioè il carattere particolare – non è che la manifestazione fenomenica di una particolarità della coscienza cosmica, che diventa coscienza innata. […] Questa incarnazione è ciò che intendo con: evoluzione della Coscienza. In effetti si tratta di successive apparizioni fenomeniche di momenti della coscienza, non di evoluzione della Coscienza stessa. Questa successione contrappone individui caratterizzati da specificità proprie e permanenti. Perché l’individuo possa passare ad uno stadio più elevato, cioè a un allargamento della coscienza innata, creando uno strumento nuovo della sua espressione fenomenica, che rappresenti un’evoluzione qualitativa, bisogna che la forma materiale di questo individuo sia integralmente ricondotta ai suoi elementi energetici componenti. Questa è la tesi ermetica che si applica a tutta la natura. […] Perciò la Genesi è evoluzione dell’espressione fenomenica della coscienza cosmica.”

p. 47:

“ Niente è più difficilmente accessibile all’intelligenza umana della semplicità naturale. Il fenomeno quotidiano sfugge per la sua banalità, è reso inintelligibile per un pensiero che è complesso.E’ il motivo per cui l’iniziazione non corrisponde affatto all’immagine che se ne ha. Passato il momento d’iniziazione ai misteri naturali (per l’individuo, un gruppo religioso o, più generalmente, un’epoca) immediatamente l’immaginazione viene a ricamare sul fatto. Poiché è sacro, si vuole circondare questo carattere sacro di una letteratura che lo abbellisca, non lo si può concepire nella sua semplice misura naturale, lo si pone su un piedistallo per esaltarlo, lo si vuole con l’aspetto di ciò che vi è di più prezioso per l’immaginazione umana, cioè delle cose rare e sensualmente piacevoli.‘Attorno al mozzo vuoto si costruisce la ruota dorata’. Coloro che hanno in custodia la Conoscenza, e che sanno che è incomunicabile, sono i primi a dorare il vestibolo che conduce al santuario inaccessibile.

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Per custodire? Per nascondere? Per insegnare? Custodire è conservare la ricchezza, nascondere è dominare, insegnare è aprire la porta ai successori della casta dei guardiani, è anche selezionare per trovare colui che – forse – ritroverà ‘la parola perduta’.E’ il dramma storico di tutti i sacerdozi, di tutti i cleri delle religioni iniziatiche. La dottrina semplice si complica rapidamente, l’analisi moltiplica le immagini, questo falso simbolismo che nasconderà col pretesto di insegnare.”

p. 48:

“ La volontà di una sfera in rotazione è l’asse magnetico, e il suo equatore è effetto centrifugo elettrico. D’altra parte ogni effetto magnetico è volontà contraente che richiama per reazione l’effetto dilatante elettrico, equatoriale. Al contrario, ogni corrente elettrica circolare richiama l’effetto assiale magnetico. La volontà è esoterica, l’effetto è essoterico. Dove sta la volontà del ‘contenente’ del volume?La sua volontà è il seme, cioè la specificazione del ‘contenuto’ , dunque una genesi, cioè il Tempo, perché il Tempo non è che genesi, la genesi ci appare come tempo.

Ogni volontà di movimento e di forma è una specificazione dell’energia. La volontà si identifica così col seme in quanto specificatore, e appare, in quanto genesi, come tempo o durata.Il seme ordina il volume, cioè lo spazio; la genesi di questo spazio ordina il tempo, la volontà è ciò che Lao Tse chiama ‘ il mozzo vuoto della ruota’.La Volontà assoluta dell’Origine comprende tutte le specificazioni.Tutto ciò che è naturalmente specificato è simbolo, espressione di una volontà, dunque di un seme specificatore dell’Energia in oggettivabile: il contenente dello Spirito-sostanza non polarizzato. La volontà che specifica, il ‘Fuoco’ del seme, è chiamato ‘odore’ dagli antichi egizi, l’odore del Neter, cioè – in senso esoterico – ciò che è emanato dal Neter come il Fuoco di un seme emesso.”

p. 58:

“ L’Occidente ignora quella serenità di cui tutto l’antico Egitto porta l’impronta.Le tombe dei capi di questo popolo sono consacrate alla loro professione di fede nella sopravvivenza dell’anima. Morire è per questi uomini rivivere con certezza: la vita terrestre non è che un passaggio, il corpo mortale è il tempio provvisorio per l’anima vivente. […] Coltivarsi per essere semplice e vedere semplicemente è il primo dovere per chi vuole avvicinarsi alla simbolica sacra dell’antico Egitto. E’ difficile, perché l’evidenza è accecante.

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[…] Per conoscere i veri segreti della vita, bisogna lasciare i ragionamenti della scienza, molto seducenti ma ingannevoli, e saper guardare ciò che a forza di veder non si constata più.

p. 60:

“ In ogni istante la filiazione procreatrice può essere interrotta dall’atto creatore. Questi può imporre una fine immediata alla creazione, rigettando il seguito della procreazione che si può chiamare ‘accidente’ e riducendola alla sua essenza predestinata, che nell’atto primordiale puro è la luce, quella luce immanente nella creatura sin dall’origine. Questo è il principio della Redenzione.”

p. 65:

“ Maschio e femmina sono in ogni individuo umano. L’armonia è la scala delle fasi della genesi del metabolismo, l’attività del Verbo. L’uomo corporeo, la Natura, è Terra, è l’uomo incorporeo è Cielo. Essi sono Uno, l’Uomo, cioè: la Vita.

Esiste il metabolismo nell’uomo, ed esiste il metabolismo dell’uomo. Metabolismo, cioè: decomporre il composto, separare ciò che è puro e ricomporre il puro, questo è sublimare, esaltare la qualità. Il pane corporeo e il vino, sangue spirituale, diventano finalmente Vita eterna. La Coscienza, da corporea, diventa energia nervosa, poi seme, pensiero e fermento universale, indeterminato.”

p. 70:

“ Il vero Dio e il nostro Essere non sono che Uno. Ogni preghiera a Dio si indirizza al nostro stesso Essere, ma non al nostro Io, nostra persona, forme momentanee dell’Essere. Il nostro Essere, in quanto esistenza, è la Coscienza che cerca se stessa, la sua finalità ultima è questa Coscienza liberata dalle contingenze formali limitative. Esseri che hanno raggiunto stadi più elevati del nostro, trovano in questi stadi, ancora virtuali in noi, il loro punto d’appoggio per un rapporto con la nostra coscienza ancora ristretta. A questi esseri superiori, che restano in contatto ‘personale’ con gli umani, possono essere indirizzate una richiesta, una preghiera, un’ “offerta” per una modifica nel cammino degli avvenimenti che concernono l’Io.I ‘Maestri’ , i ‘Santi, sono virtualmente in ogni umano, è a loro che può andare la nostra preghiera, il nostro vero sacrificio. E’ puerile cercare queste potenze fuori di noi, come oggetti.”

p. 72:

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“ Il fatto di conservare una scrittura geroglifica è un serio indizio per lo studio della mentalità faraonica, dato che una trascrizione in segni convenzionali si rivolge a una lingua e crea un essere mentale che rimpiazza quello funzionale che mantiene il simbolo figurato.”

p. 74:

“ Il popolo faraonico, che si preoccupa solo della sopravvivenza, e che sacrifica tutto alla vita dell’anima che riassume il principio immortale, è terribilmente positivo, ‘terra terra’ , in tutte le sue espressioni. Per lui tutto è simbolo di una funzione che partecipa della genesi della Natura sensibile, immagine della genesi dell’immortalità.”

p. 77:

“ Tutto l’Egitto faraonico, dall’origine alla fine come in tutte le sue opere, non è che un Gesto rituale.”

p. 425:

“ L’uovo contiene due sostanze: una è albumina, coagulabile, l’altra è il rosso, sulfureo e coagulante.”

p. 432:

“ Cos’è dunque questa massa cerebrale che permette all’essere organizzato di prendere coscienza di se stesso, creando la nostra coscienza, detta psichica? E’ lo specchio del Cielo, ma che sta faccia a terra e non ha ancora volto la faccia al Cielo. E’ la sostanza di ciò che è solo immagine riflessa dallo specchio, ma uno specchio piano orizzontale che inverte alto e basso, destra e sinistra. E’ l’uomo fuori dal Tempio.[…] Le raffigurazioni egizie segnano con cura – con una benda, una corona, un diadema o una fessura – una linea di demarcazione nella parte alta del cranio, staccando così la calotta cranica.”

p. 479:

“ La nostra mentalità, formata dalla nostra storia, ci rende scettici di fronte all’affermazione che un impero abbia potuto fondarsi sulla Conoscenza, collocando il proprio inizio secondo dati astrologici, cioè che abbia potuto essere organizzato secondo dati cosmici, come in piccolo deve fare ogni coltivatore e ogni giardiniere per raccogliere i propri frutti.”

p. 509:

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“ La separazione della calotta cranica che appartiene all’uomo al di là del Tempio.[...] Fontanella d’ingresso della vita e della sua uscita alla morte del corpo.Possa questa Vita essere captata nell’aureola della corona rosso in bianco o bianco in rosso. Aura dell’Uomo. Coscienza liberata della prigione delle forme. Qui sta il luogo della suprema sublimazione, fine delle forme passeggere, dove lo Spirito è corpo dopo tutte le sue tribolazioni.”

Da “Il Tempio dell’Uomo” – Edizioni Mediterranee – II Volume

p. 5:

“ Coloro che hanno già saputo rinunciare al corpo per la sola via dell’anima non hanno più bisogno di mura che delimitino il vuoto e lo fissino in forme mortali. Per quelli è giunto il tempo in cui solo Dio è il tempio; per loro non c’è più tempio sulla terra.”

p. 196:

“ L’ultimo prodotto corporeo della natura terrestre, l’uomo può in un certo senso essere paragonato a un vegetale, l’albero del Bene e del Male. La natura dei due estremi, le radici e i fiori, gli organi intestinali e la materia cerebrale, li mostra collegati da uno stesso spirito originario.Nei meandri intestinali, la sostanza nutritiva viene ‘co-rotta’ e si separa il puro dall’impuro, due aspetti di uno stesso fuoco che costituiscono il caos originale.”

p. 242:

“ La cabala tradizionale ha sempre sottinteso col Re la particella di eternità nascosta nella Terra nera, nel cuore del seme. E’ la potenza invincibile che, nel seme, proietta germe e radice e che attira verso la terra lo spirito che anima ogni cosa.”

p. 385:

“ Ricordiamo che nella testa tutto l’encefalo potrebbe essere considerato come un feto in gestazione: è circondato dal liquido cefalorachidiano di carattere tipicamente

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amonico (amnio) e i plessi coroidi (corio) portano in questo punto il sangue nutriente, che sarà a sua volta spiritualizzato.”

p. 452:

“ All’ingresso del santuario centrale di Amon, i due Re raffigurati sull’architrave portano il casco blu, ma quello di destra offre il pane bianco, mentre quello di sinistra presenta il vaso da fuoco. In questo caso la corona rossa e la corona bianca sono simboleggiate dalle offerte.”

p. 505:

“ Solo l’uomo vivente può rivelarci la legge di una esaltazione qualitativa.”

p. 505:

“La ricompensa consiste nell’uscire vivi dal Tempio dopo esservi entrati morendo all’illusione.”

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