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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 8, Numero 4 - Marzo 2009 UN’ESPERIENZA DA VIVERE E DA RICORDARE Nella prima parte dell’anno abbia- mo cominciato a fare il laborato- rio teatrale in attesa delle parti assegnate; abbiamo più volte ri- petuto i provini per un’indecisio- ne da parte delle catechiste. Du- rante questa esperienza tra noi si è creato un clima molto piacevole di amicizia e collaborazione e ci siamo conosciuti tutti meglio. Ogni volta che provavamo ci sembrava di non finire mai e di non riuscire ad arrivare preparati allo spetta- colo ma, evidentemente, ci sba- gliavamo. Un altro problema da ri- solvere era la scenografia, perciò i genitori si trovavano ogni vener- dì sera per darsi consigli, mettersi d’accordo per procurare gli oggetti necessari per la buona riuscita dello spettacolo. VERSO LA SETTIMANA SANTA suor Cristina (continua a pagina 2) ESERCIZI SPIRITUALI Da Lunedì 30 marzo a Giovedì 2 Aprile alle ore 21 ESERCIZI SPIRITUALI SERALI “VIVERE È CRISTOMEDITAZIONI DI DON SIMONE GARAVAGLIA IN QUESTO NUMERO Nuovi cerimonieri pag. 2 s. Cresima pag. 5 Speciale Teatro pgg. 6 e 7 Dialogo nel buio pag. 8 Seminaristi a cena pag. 10 Speciale tema pag. 16 Notizie sul Sudan pag. 18 THE LIGHTS GO OUT C. Conte, A. Pompili, I. Varesi (continua a pag. 6) A grandi passi ci stiamo avvicinando alla Settimana Santa, settimana speciale chiamata “autentica” dalla tradizione ambrosiana, in quanto culmina nel triduo pasquale (venerdì-sabato-domenica) che, preceduto dalla celebrazione “in coena Domini” del giovedì santo, è il cuore di tutto l’anno liturgico. In particolare c’è un rapporto inscindibile tra il Triduo e i tempi liturgici che lo precedono e lo seguono: la Quaresima e la Cinquantina pasquale. The lights go out Let me feel I’m falling I am falling safely to the ground Le luci si spengono Mi lasciano sentire Che sto cadendo Sto cadendo al sicuro per terra Ed Vedder, Long Nights, 2007 Filippo Rossi continua in pag. 9

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Le luci si spengono Mi lasciano sentire Che sto cadendo Sto cadendo al sicuro per terra Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Domenica 22 febbraio noi ragazzi di prima media abbiamo ricevuto il sa- crmento della Confermazione. Ci sia- mo ritrovati in oratorio alle 14.45 cir- ca.

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Periodico dell’Oratorio san Pio V - Milano Anno 8, Numero 4 - Marzo 2009

UN’ESPERIENZA DA VIVERE E DA RICORDARENella prima parte dell’anno abbia-mo cominciato a fare il laborato-rio teatrale in attesa delle partiassegnate; abbiamo più volte ri-petuto i provini per un’indecisio-ne da parte delle catechiste. Du-rante questa esperienza tra noi siè creato un clima molto piacevoledi amicizia e collaborazione e cisiamo conosciuti tutti meglio. Ognivolta che provavamo ci sembravadi non finire mai e di non riusciread arrivare preparati allo spetta-colo ma, evidentemente, ci sba-gliavamo. Un altro problema da ri-solvere era la scenografia, perciòi genitori si trovavano ogni vener-dì sera per darsi consigli, mettersid’accordo per procurare gli oggettinecessari per la buona riuscita dellospettacolo.

VERSO LA SETTIMANA SANTA

suor Cristina(continua a pagina 2)

ESERCIZI SPIRITUALIDa Lunedì 30 marzo a Giovedì 2 Aprile

alle ore 21

ESERCIZI SPIRITUALI SERALI

“VIVERE È CRISTO”MEDITAZIONI DI DON SIMONE GARAVAGLIA

IN QUESTO NUMERONuovi cerimonieri pag. 2s. Cresima pag. 5Speciale Teatro pgg. 6 e 7Dialogo nel buio pag. 8Seminaristi a cena pag. 10Speciale tema pag. 16Notizie sul Sudan pag. 18

THE LIGHTS GO OUT

C. Conte, A. Pompili, I. Varesi(continua a pag. 6)

A grandi passi ci stiamo avvicinando alla Settimana Santa, settimanaspeciale chiamata “autentica” dalla tradizione ambrosiana, in quantoculmina nel triduo pasquale (venerdì-sabato-domenica) che, precedutodalla celebrazione “in coena Domini” del giovedì santo, è il cuore ditutto l’anno liturgico. In particolare c’è un rapporto inscindibile tra ilTriduo e i tempi liturgici che lo precedono e lo seguono: la Quaresima ela Cinquantina pasquale.

The lights go out

Let me feel

I’m falling

I am falling safely

to the ground

Le luci si spengono

Mi lasciano sentire

Che sto cadendo

Sto cadendo al sicuro

per terra

Ed Vedder, Long Nights, 2007

Filippo Rossi

continua in pag. 9

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(continua da pag. 1)

Giulia Molari

E’ dalla Pasqua, infatti, che questi duetempi liturgici nascono come da una sor-gente e alla Pasqua essi conducono. IlTriduo pasquale, poi, non è tempo di pre-parazione alla solennità diPasqua, ma è già celebrazio-ne della Pasqua. Per entrarepienamente nel clima diquesti “giorni santi” è neces-sario innanzitutto coglierlinella loro unità.Il nostro tornare tutti gli annialla morte e risurrezione diGesù è tornare sempre allenostre radici, non è una fic-tion, non è una commedia,è scavare ragioni di vita e disperanza. La nostra fede par-te da lì, conquistati da que-sto amore che sta appeso alla croce.Comprendiamo così che non c’è nessundestino nella vita umana, c’è sempre esolo capacità di intercettare una propo-

sta, una chiamata e la responsabilità dirispondere o di rifiutare. Dio ci fa liberi,ma la nostra vita non è automaticamen-te collocata nella bontà. Dio, però, chia-mandoci alla libertà, ci offre tutte le con-dizioni per viverla. Resta sempre un gran-

de mistero, quello sì. E la pa-rola mistero non è un’affer-mazione sbrigativa, per direche non vale la pena di pen-sarci, ma è una espressione dicoinvolgimento in un pianosuperiore alle nostre vedute eimmerso in una atmosfera diamore. Resta un mistero la vo-lontà di salvarci di Gesù chenon può essere scalfita da di-sobbedienza alcuna; resta unmistero la nostra libertà discegliere con il rischio di tra-dire. Giuda ad un certo punto

non ha più creduto al Maestro, si è tor-mentato, si è lasciato incantare da abba-gli di morte e non ha più avuto il corag-gio di riprendere in mano la vita, come

invece ha fatto Pietro. Nel nostro cuoresi avvicendano luce e tenebra… solo laluce sfolgorante del sole di Pasqua ne ri-schiarerà ogni angolo. Risorgere è il no-stro futuro. L’abbiamo preparata questaPasqua, ci siamo arrivati, ora inizia unavita nuova. I passi non sono finiti, non cisiederemo, ma continueremo il cammi-no in una luce nuova, nella luce del Ri-sorto. E’ una luce che serve ad orientar-ci, a non perdere di vista la meta, a stem-perare le nostre tensioni. Il sepolcro vuo-to ci ricorda che la vita è più grande del-la morte. Il futuro è sempre più grande,più ampio, più decisivo del passato. Il fu-turo è definitivo. Gli adolescenti del no-stro oratorio, che trascorreranno insie-me la settimana santa nella formula del-la settimana comunitaria, sperimente-ranno la bellezza e anche la fatica del cre-dere e di decidere da quale parte stare.E allora la domenica di Pasqua non saràpiù una festa fra le tante, ma la vera fe-sta, perché giorno del Signore, festa de-finitiva della vita. suor Cristina

Un traguardo per noichierichetti!

Gruppo ministranti: corso Cerimonieri

Durante questo mese, Christina, Dome-nico, Francesco ed io abbiamo sostenu-to un esame molto importante, per noie per il nostro gruppo chierichetti. Il 14marzo ci siamo recati a Venegono, pres-so il Seminario della nostra diocesi e ab-biamo completato il percorso per diven-tare cerimonieri. Abbiamo terminato ilcammino con un esame per niente faci-le. Durante i sabati di febbraio abbiamodovuto partecipare a tre incontri di for-mazione, durante i quali ci hanno spie-gato alcune cose che poi sono state og-getto d’esame. Abbiamo dovuto studia-re ben trenta pagine! Ma noi ci siamo ri-dotti all’ultimo. Una settimana prima del-l’esame abbiamo incominciato a sfoglia-re il libro e il giorno prima ci siamo ri-trovati tra di noi per chiarire le ultimeincertezze.Il giorno dell’esame ero preoccupatissi-

ma. Appena arrivati là c’è stata una sor-presa inaspettata. A Venegono abbiamoritrovato don Stefano, che accompagna-va i suoi chierichetti a sostenere l’esa-me. Ma niente chiacchiere! Ci han-no fatto subito entrare in un’aulaper sostenere l’esame scritto. Ehgià! Esame scritto e pratico. Le do-mande erano difficili ma noi siamoriusciti a rispondere a tutte e conottimo successo. Dopo neanchecinque minuti di pausa siamo en-trati in un’altra stanza per l’esamepratico che consisteva nella provadel turibolo (quell’oggetto nel quale si in-serisce l’incenso durante la s. Messa) odel Messale (il grosso libro che usa il pre-te durante la celebrazione). Senza pro-blemi, forse un po’ agitati, abbiamo su-perato la prova magnificamente. Da quelmomento siamo entrati tutti in tensio-

ne. Non vedevamo l’ora di sapere ivoti ed eravamo preoccupati, forseper niente - cosa c’è da preoccuparsi,tanto siete andati tutti benissimo - ciripeteva Michele, eppure eravamomolto nervosi.Dopo venti minuti di pausa, per per-mettere ai seminaristi di correggerei nostri compiti, ci siamo ritrovati tut-ti nella chiesa del seminario. Lì abbia-

mo fatto un breve momento di preghie-ra, nel quale ci siamo riuniti e abbiamofatto le nostre promesse. Poco dopo, ec-coci al punto cruciale! La consegna deidiplomi. Per me è stato il momento piùdivertente del pomeriggio. Dopo Fran-cesco, che ha ricevuto per primo il di-ploma, è stato il turno di Christina. Dopocinque minuti anche Domenico ed io?Sono stata una delle ultime ad essere

chiamate e mentre stavo aspettando cheil seminarista pronunciasse il mio nomemi sono frullati certi pensieri, come lapaura di essere stata bocciata. Ma, final-mente, hanno chiamato il mio nome, mihanno dato il diploma e siamo tornatitutti a casa contentissimi. Domenica ab-biamo fatto l’entrata ufficiale e ora sia-mo finalmente cerimonieri. Questo tra-guardo però è solo l’inizio di un lungocammino che ancora ci attende. Il pros-simo viaggio sarà quello di aiutare i piùpiccoli e aiutare voi a pregare con noi.Ricordo che chi volesse entrare nel no-stro gruppo è ben accetto. Vi aspettia-mo numerosi!

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LA GIOIA DI DIO,TESORO DELLA VITA

don Simone

Il regno dei cieli è similea un tesoro nascosto nel campo;un uomo lo trova e lo nasconde;poi va, pieno di gioia,vende tutti i suoi averie compra quel campo.

Dice Gesù che il regno dei cieli è comeun tesoro che riempie di gioia. Forse ciaccorgiamo troppo poco che l’uomodella parabola è pieno di gioia, cioè hatrovato il suo tesoro: è una ricchezzanon solo inaspettata ma giusta per lui,su misura, che gli va bene e che lo riem-pie! Ha trovato il “suo” tesoro! Lo tro-va uno che, in giorni sempre uguali,occhi fissi solo al suo lavoro, per caso,si imbatte nella sorpresa e nell’inaudi-to. Ben più del pane quotidiano.

E allora cosa fa? Agisce quasi come unpazzo. Immaginiamo quest’uomo cheva a casa, dice alla moglie: “Presto, tirafuori il denaro che abbiamo! Chiamaquell’amico a cui vorrei vendere quel

nostro campo!”La moglie gli dice: “Sei impazzito, chefai?” Comincia a pensare male: “Se habisogno di denaro, forse ha giocato, odeve pagare dei debiti, forse è finito incattive acque…”Ma lui continua: “Vai da quell’altroamico che mi deve del denaro, fattelodare subito!” È un uomo che non badapiù ormai a quello che gli altri diconodi lui, perché ha chiarissima l’idea didove vuole andare: è pieno di gioia, eallora qualunque cosa gli altri dicano osi aspettino lascia dire. Perché vuol ven-dere, perché tanto bisogno di denaro?Forse per qualche losco affare? Ma luisa che alla fine avrà ragione, perché re-almente c’è davanti a lui questo tesoronascosto, che alla fine lo motiverà da-vanti a tutti, sarà la sua giustizia, la suagiustificazione.E quindi è evidente, quasi normale chevenda tutto.

Così è Dio… Capace di dare a chi lo sco-pre una gioia così piena che tutto il re-

sto passa in secondo piano,che tutta la vita viene impostata secon-do questa urgenza nuova. Impossibilevivere senza gioia. Impossibile viveresenza Dio. Come è impossibile viverela Quaresima senza Dio e senza gioia.Vale la pena ripeterlo: il distacco sca-turisce dall’aver trovato, certe scelte sifanno solo se pieni di gioia. È questol’insegnamento. Il motivo che spinge ildiscepolo a lasciare è la gioia di avertrovato. Prepararsi alla Pasqua signifi-ca forse lasciarsi afferrare e possedereda questo tesoro.

Il protagonista vero della parabola nonè il contadino, ma il tesoro: parola cosìrara per dire Dio. Parola di favole, diinnamorati, di romanzi; ma anche pa-rola di un Vangelo che riaccende tuttele speranze, rilancia tutti i desideri.Contadini, cercatori o discepoli, tuttiavanziamo nella vita non per decretoo per dovere, ma per scoperta di teso-ri, perché “Là dov’è il tuo tesoro, làcorre felice il tuo cuore”.

BOX Spazzino

(Mt 13,44)

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3a elementare: il punto dell’educatore

Elisa Vespucci

Finalmente il nostro primo ingressoufficiale alla s. Messa

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Domenica 8 marzo finalmente i bambini di3^ elementare hanno fatto un passo mol-to importante: l’ingresso ufficiale alla san-ta Messa.Noi animatori, insieme alle mamme e aipapà allenatori, che ci sostengono, abbia-mo preparato i bambini a questa nuova av-ventura con scenette, tenute dopo la s.Messa; immagini da colorare e tante altredivertenti cose. Prima di entrare ufficial-mente in chiesa, abbiamo consegnato nel-le mani dei bambini, che come sempreavevano un sorriso sulla bocca che espri-meva la loro emozione, le campanelle “co-

struite” e decorate da loro stessi. Entran-do in chiesa i bambini hanno fatto sentirea tutti i presenti il suono della campanel-la, e tutti hanno dato loro un caloroso ben-venuto nella comunità di san Pio V. Anche noi animatori, pur non ammetten-dolo, ci siamo emozionati tantissimo, esolo ora capiamo cosa provavano all’epo-ca i nostri educatori che tuttora sono pre-senti nei nostri incontri. Noi animatori au-guriamo ai nostri bambini di continuarequesto percorso pieno di gioia, emozionee allegria all’infinito!

Suonano le campanelle di 3a elementare!Sono Manuela, una mamma di unabambina di 3^ elementare che ha ini-ziato il percorso di catechesi.Domenica 8 marzo alle ore 9.30 si èsvolto l’ingresso ufficiale alla s. Mes-sa, seguito dal pranzo in condivisionecon le famiglie dei bambini.Con tutta sincerità, vi posso dire cheero un po’ spaventata da questo mo-mento ufficiale e da tutti questi bam-bini in chiesa; infatti, mi sono detta:“Chissà che confusione e che faticafaremo per tenerli buoni!” Invece, èsuccesso un piccolo miracolo!Già durante la processione per arriva-

re in chiesa, avevo capito che c’eraqualcosa di speciale nell’aria; eccoli, ibambini, dietro la croce di Gesù, tutticomposti, in silenzio, ciascuno accom-pagnato dal suono delle propria cam-panella costruita durante gli incontridi catechesi. Che emozione guardarlimentre, seduti sulle panche, ascoltava-no attenti la s. Messa e le parole che

don Simone rivolgeva anche a loro.Qualcuno ogni tanto volgeva lo sguar-do verso il proprio allenatore o allena-trice o agli educatori, e quello sguardodiceva tutto. In quel momento, ho ca-pito di essere per loro una sorta di“guida”. E la mia avventura infatti è ini-ziata qualche mese fa, proprio qui, coni nostri bambini. Eh già, quando Silviae Nuccia, al primo incontro di catechi-smo, hanno chiesto la disponibilità dipapà e mamme ad aiutare i nostri “pic-coli” nel percorso cattolico che affron-teranno nei prossimi anni, non ci hopensato neanche un momento e mi

sono buttata, senza chie-dermi come avrei fatto,senza sapere cosa miaspettasse, cosa ci siaspettava da me e cosadovevo fare, ma ero certadi una cosa: volevo qual-cosa che mi facesse starebene, che facesse bene almio cuore, che mi faces-se sperimentare l’Amoreche solo un Altro puòdare. Al primo incontro,mentre con le mie bambi-ne Rebecca e Sofia varca-

vo la porta dell’oratorio, avevo un po’di timore, il timore della “prima vol-ta”; non conoscevo nessuno, mi guar-davo intorno un po’ smarrita e per unmomento mi sono chiesta “Ma cosa cifaccio qui?” Una volta arrivata in piaz-zetta, lo sguardo che le mamme allena-trici ed i papà allenatori hanno posa-to su di me è stato decisivo! Mi sono

4a elementare: ritiro per la Comunione

Alla scopertadell’ultima Cena

Andrea GaleffiFrancesco Dato

Domenica 15 marzo i ragazzi che sipreparano a ricevere la Prima Comu-nione hanno partecipato con i loro ge-nitori al ritiro che si è tenuto nellascuola delle suore Mantellate.Dopo la Messa delle 9:30, bambini eadulti si sono divisi in due gruppi: donSimone ha parlato ai genitori dell’ul-tima cena di Gesù, mentre suor Cristi-na ha mostrato ai piccoli dei dipintidell’ultima Cena. Ci ha colpito, nel se-condo dipinto, che Giuda non avessel’aureola, perché ha tradito Gesù, eanche che Giuda con il sacchetto deisoldi in mano fosse lontano da Gesù.Poi genitori e bambini si sono ritrovatie hanno mangiato insieme. Ogni fami-glia ha portato qualcosa di buono eabbiamo condiviso il cibo. Nel pome-riggio don Simone ha ricordato ai ge-nitori alcune notizie importanti men-tre i bambini giocavano in cortile. Igruppi dei bambini si sono incontratiper preparare alcuni lavori per la fe-sta di prima comunione, come i segna-libri per ogni ragazzo e il cartelloneche sarà messo davanti all’altare. Igenitori hanno preparato una “scenet-ta” sull’ultima Cena che poi abbiamovisto tutti insieme.A noi questo momento è sembrato in-teressante e divertente, anche se unpo’ lungo.

sentita accolta in una grande famiglia,con semplicità, per come sono e perquello che posso dare, senza che nes-suno mi chiedesse nulla di più. Il voltodelle persone che ho incontrato è di-venuto a me familiare, così come fa-miliare è il volto di Cristo. Ho iniziatoquindi ad abbracciare questa espe-rienza di mamma allenatrice e micommuovo di fronte al fatto che, uni-tamente alle altre mamme ed agli altripapà, possiamo essere strumento diGesù per arrivare al cuore dei nostribambini. Oggi un bambino della miasquadra mi ha chiamato “maestra”; miauguro davvero che ciò che insegne-remo loro sia uno strumento per af-frontare la vita con la gioia che soloGesù può darti.

Manuela Gemma

3a elementare: il punto dell’allenatrice

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Noi e la Nostra Pasqua

Maddalena FabriziCostanza Modenese

4a elementare: le domeniche de: “La nostra Pasqua”

Le domeniche della “Nostra Pasqua”sono momenti di riflessione su pas-si dell’Antico Testamento. Vi parte-cipano i bambini di quarta elemen-

tare con le loro famiglie e noi edu-catori. Il nostro ruolo è quello di ani-mare, con una scenetta, il tema del-l’incontro in modo che i bambini rie-scano a lasciarsi coinvolgere mag-giormente dal discorso di don Simo-ne. Quest’anno abbiamo deciso difar partecipare attivamente anche iragazzi: abbiamo fatto loro “attra-versare” il Mar Rosso, e al secondoincontro hanno preparato un altareadoperando scatole di cartone.Gli episodi che abbiamo fin ora vis-

suto sono tre: l’attraversamento delMar Rosso, l’alleanza sul Sinai e l’ul-tima cena.Quest’ultima è stata un po’ specia-

le perchè è stata animata in-vece che da noi, dai genito-ri, al ritiro in preparazionedella Comunione! Hannopreparato una scenetta incui apparivano Gesù e i do-dici Apostoli. E’ stata unabella sorpresa per i bambinivedere i propri papà recita-

re... Per noi questi incontri sonoimportanti, non solo perchè aiutia-mo i bambini a capire episodi cheper loro possono essere difficili dainterpretare, ma soprattutto perchètorniamo indietro di qualche annoe ci ritornano in mente i nostri stes-si educatori che facevano lo stessoper noi.E non va dimenticato che anche noiimpariamo sempre cose nuove, chemagari ci erano sfuggite da piccoli.

Il tempo vola...

Silvia Cesa-Bianchi

Le elementari: sembrano passatein un soffio. All’inizio entri, conun’imbarazzante collanina al col-lo e dopo soli cinque anni, vienirisputato fuori con in mano unapagella firmata. Non puoi saperecosa succederà: al solo pensiero titremano le gambe. Vieni tempe-

stato di domande come: “Tesooo-ro! Che scuola vuoi fare? E che lin-gua? Con chi vuoi stare?”Ma alla fine poi, non decidi mai.Allora chiudi gli occhi e ricordi: ri-cordi i compagni, le maestre, i mo-menti passati insieme. Ricordi i mi-steri, i segreti, gli amici e i nemi-

ci... ma quando riaprigli occhi non sei più un“bambino di quinta”ma solo una personatra tante: seduta die-tro un banco, senzauna storia e senza unpassato...Riapri gli occhi in unbagno di sudore: laquinta è il presente, ilresto è il futuro...

Siamo cresimati!

Pasticceria

MilanoV.le Coni Zugna, 57 

20144 Milano 02 89403338 ­ 02 89400661 

e­Mail : [email protected] 

1a media: la s. Cresima

5a elementare

Domenica 22 febbraio noi ragazzi diprima media abbiamo ricevuto il sa-crmento della Confermazione. Ci sia-mo ritrovati in oratorio alle 14.45 cir-ca.

Ci siamo divisi in squadre e siamoentrati con i padrini in chiesa. Mons.Manganini insieme a don Giorgio e aldiacono Francesco hanno celebrato las. Messa.

Dopo le promesse battesimali, ci sia-mo messi in fila e, uno alla volta, mons.Manganini e don Giorgio ci hannounto la fronte con l’olio sacro. Dopo,la s. Messa è continuata e quando è fi-nita abbiamo fatto delle foto divisi asquadre ed educatori e catechisti cihanno regalato una matita.

Davide Panzani

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IN CAMMINO VERSO LA STESSA META

SONO 7 LE NOTE DI DIO1a media: Ritiro per la s. Cresima

Isabella Malagù Molari

(continua da pag. 1)

In una bella domenica di febbraio (teme-vamo per il tempo, ma siamo stati superfortunati!) il folto gruppo dei ragazzi e ra-gazze di 1a media, insieme ai loro genitori,ai padrini e alle madrine, è andato a Eupi-lio, presso la casa dei Padri Barnabiti, pervivere la giornata di ritiro prima di riceve-re il sacramento della Confermazione.Appena arrivati, la bellezza del luogo (unavilla sulle sponde del lago di Pusiano) il-luminato e scaldato da un bel sole, ha su-bito messo tutti di buon umore e ha predi-sposto gli animi dei ragazzi a vivere almeglio questa giornata di preghiera, diimpegno e di gioco insieme. Abbiamo cele-brato la s. Messa e lasciato poi lo spazioper il pranzo pic-nic all’aperto nel gran-dissimo giardino tutt’intorno alla casa. Adire la verità, parecchi bambini hannomangiato ben poco e giocato molto di più,e anche questo rende meraviglioso lo sta-re insieme. Il pomeriggio è stato dedicatoai “lavori“. Don Simone, insieme a genito-ri e padrini/madrine ha fatto riflettere tut-ti sul ruolo importante che viviamo da ge-nitori-educatori in questo momento fortedella crescita nella fede dei nostri figli. Ibambini invece, insieme alle loro allena-trici ed educatrici, divisi in squadre, han-no proprio costruito una drammatizzazio-ne che potesse ben spiegare ai genitori lefigure dei Santi che erano state scelte perimpersonare i 7 doni dello Spirito Santo.San Lorenzo: Sapienza; sant’Ignazio di Loyo-la: Intelletto; san Giovanni Bosco: Consi-glio, Santo Stanislao: Fortezza; sant‘Ago-stino: Scienza; Marcello Candia: Pietà; Be-ata Madre Teresa di Calcutta: Timore diDio.Un altro bellissimo momento, vissuto achiusura della giornata, è stato quando ibambini, con in mano una tessera di unpuzzle “speciale“ con scritta parte di unapreghiera, si sono uniti al loro padrino oalla loro madrina, che a loro volta aveva-no l‘altra parte del puzzle, e hanno cosìpotuto leggere insieme questa intensa in-vocazione: “Vieni Santo Spirito, riempi il cuo-re dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco deltuo Amore; Tu che nella diversità di moltelingue hai riunito le genti nell‘unità dellafede”. Ancora una volta tutti noi abbiamoricevuto un dono grande potendo viverequesta giornata insieme ai nostri ragazzi,e loro hanno saputo accogliere Il donoimmenso dello Spirito Santo quando han-no ricevuto la santa Cresima la domenicasuccessiva.

Chiara Conte (la castora)

Alice Pompili (la strega)

Irene Varesi(danzatrice e vestale del ghiaccio)

Teatro: il punto degli attori

Un’altra cosa esaltante di questa espe-rienza sono state le prove dei costumi,del trucco e delle pettinature. Abbiamocercato nel personaggio a noi assegna-to un lato che ci rispecchiasse per im-personarci meglio nella parte e la mag-gior parte di noi ci è riuscita. Nono-stante metà del cast fosse ammalata,abbiamo provato insistentemente tut-ta la settimana prima dello spettacolo,senza interruzione. Alla fine, la sera tan-to attesa è arrivata: eravamo tutti tesied emozionati. Siamo dovuti andare inteatro alle 19:00 e, fra costumi, accon-

ciature e trucco, il tempo è volato, e,in men che non si dica, ci siamo ritro-vati sul palcoscenico pronti per anda-re in scena.Cinque minuti prima dello spettacoloci siamo riuniti e abbiamo ascoltatouna storia: “Un tempo si poteva intui-re che lo spettacolo aveva avuto suc-cesso dal fatto che c’era molta caccanelle strade perché si andava agli spet-tacoli in carrozza, giustamente trai-nata da cavalli”; perciò abbiamo mes-so le nostre mani in un unico puntogridando: “M..., M..., M...!” perchésolitamente porta fortuna; infatti lospettacolo è andato bene. È stata unagrande soddisfazione sentire gli ap-plausi, le risate del pubblico. È stataun’esperienza davvero indimenticabi-le, una di quelle cose che si ricordanoper tutta la vita. Ringraziamo di cuo-re tutte le persone che ci hanno aiu-tato e che ci sono state vicine, unGRAZIE ancora più grande a SilviaBuffone (la nostra regista).

Teatro: il punto dell’educatore

“Quando ho visto le ragazze che, mentreballavano, ti guardavano, mi sono com-mossa!” Così mia mamma, dopo aver as-sistito alla replica dello spettacolo dei ra-gazzi di seconda media domenica 29 feb-braio... Mentre preparavamo la coreogra-fia che avrebbe dovuto concludere lo spet-tacolo, una di loro mi aveva infatti chiestodi stare sotto al palco nel caso in cui, unpo’ per l’emozione, un po’ per le pocheprove fatte si fossero dimenticate la se-quenza dei passi. Ai fini della buona riu-scita del balletto, il mio contributo è statopiuttosto inutile, dato che non hanno sba-gliato nulla, ma credo che il significato del-la richiesta di essere “guidate” anche du-rante lo spettacolo vada al di là del risulta-to. Può infatti esprimere pienamente quan-to il rapporto di fiducia tra i ragazzi attorie noi educatori si sia rafforzato con l’espe-rienza del teatro. Al di là degli applausi edei complimenti (senza dubbio merita-ti!!!), penso che per l’esito positivo dellospettacolo sia stata determinante la colla-borazione reciproca: da un lato loro, ine-sperti di recitazione ma desiderosi di fare

bene, dall’altro noi, consapevoli delle in-numerevoli difficoltà che questa esperien-za comportava, ma determinati a non de-ludere i ragazzi!!! Abbiamo creduto in loro,li abbiamo aiutati a studiare il copione, cisiamo improvvisati attori per mostrareloro come muoversi su un palco e comealzare la voce e, nonostante la difficoltàdel riuscire a conciliare i nostri impegnicon le prove e le riunioni, siamo stati am-piamente ripagati!!! Vedendo come ciascoltavano, come ci seguivano, ci sia-mo sentiti, forse per la prima volta, degliesempi per questi ragazzi, tanto che il lorosorriso alla fine dello spettacolo, la lorosoddisfazione per aver ricevuto così tantiapplausi e complimenti sono valsi più dimille “grazie”! Ora ci aspettano nuovi im-portanti traguardi come il pellegrinaggioa Padova e Venezia e la “consegna dellaCroce…” Sono sicura che queste esperien-ze contribuiranno a cementare i legamitra di loro e soprattutto a farli crescerenella fede, facendo loro scegliere, un gior-no, di diventare anch’essi educatori!

Sara Servino

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7

Silvia Buffone

...DIETRO LE QUINTE...Il punto di vista di un genitore

Cristina Boschiroli

Come silegge sulp r o g e t t oeducativodel nostrooratorio, il

teatro di II media “è occasione propiziaper lanciarsi oltre le nostre paure, vi-vendo un intenso rapporto tra noi”.Quest’anno, più che mai, il “lanciarsioltre le nostre paure” è stato veramen-te difficoltoso, non solo per i ragazzi,ma anche per le mamme allenatrici e glieducatori. Eppure non si sono arresi,con tenacia hanno perseguito il fine, “vi-vendo un intenso rapporto tra noi”. Sot-tolineo questo “tra noi”, di cui ho fattoparte (e ringrazio per questo), pur nonappartenendo al gruppo II media. Infat-ti, poco prima di Natale, mi è stato chie-sto aiuto per sovraintendere la “regia”.Metto appositamente questo termine tra

Oltre le vostre paure... in Luivirgolette, perché si tratta di una pa-rola non appropriata: quello che effet-tivamente ho fatto è stato collaborarestrettamente con tante persone stu-pende, che mi hanno arricchito, nono-stante la fatica, i dubbi sulla riuscitadello spettacolo (il “ce la faremo?” checontinuava a girare nella mia testa,ma, ritornando indietrocol pensiero, mai nel miocuore), i notevoli osta-coli che fiorivano lungoil nostro cammino. Nonsto ad elencarli, non han-no più importanza.Desidero, però, conclu-dere con uno stralciodella lettera agli Efesi-ni, che mi pare essere ilvero e unico basamentosu cui è necessario ap-poggiarsi, nell’affronta-

re qualunque genere di impresa:“...avendo come pietra angolare lostesso Cristo Gesù. In Lui ogni costru-zione cresce ben ordinata, per esseretempio santo nel Signore. In Lui anchevoi, insieme con gli altri, venite edifi-cati, per diventare dimora di Dio, permezzo dello Spirito.”

Il punto di vista della regista

E’ stata davvero una bella sfida: è l’avven-tura che, ogni anno, il gruppo di secondamedia incontra nel suo percorso di cate-chesi. E’ una tappa importante, un mo-mento irrinunciabile di crescita in cui ognu-no è chiamato a mettersi in gioco, a vin-cere la propria timidezza, a sentirsi partedi una squadra in cui ciascuno, come tes-sera di un mosaico, è importante per lariuscita dello spettacolo. E davanti ai ra-gazzi l’esempio degli educatori, pronti amettersi alla prova con loro e per loro,disponibili a spendere energia e passione,a lavorare insieme per un progetto chediventa, per tutti, una tappa del cammi-no. Ad appoggiare, dirigere, sosteneretutta l’organizzazione ci sono stati poi i

tanti genitori, le mamme che hannodedicato giornate intere alla prepa-razione di ogni dettaglio. E i momen-ti di panico non sono mancati: “…cela farò a imparare così tante battu-te?”, “…ho un po’ di febbre, ma nonposso mancare!” , “…quel sipario èdiventato capriccioso…”Ma, al momento giusto il sipario si èaperto e il risultato è stata la grandesorpresa dello spettacolo di sabato:musica, luci, colori, dei costumi splen-

didi e soprat-tutto i nostriragazzi sulpalco e il no-stro batticuo-re. Così, an-che noi adultici siamo senti-ti per un mo-mento un po’naïf, e ci hafatto piacerelo stupore checi ha colto nelfinale, in quel-l ’ a r m a d i odove ci siamo

ritrovati tutti, un po’ increduli, ma felici.In fondo la metafora del “viaggio” ci coin-volge ad ogni età e questa esperienzadei nostri figli diventa, anche per noi, unatappa del nostro cammino.Un sincero ringraziamento a chi ha volu-to, tempo fa, introdurre il teatro nel per-corso di catechesi, a chi lo ha sostenutoanche quest’anno, a tutti coloro che vihanno messo un po’ del loro cuore.

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3a media: Roma si avvicina

Alessandra Faroldi

IL NOSTRO PERCORSO Sorridere anche nelle difficoltà

Silvia Caserio e Lucia Covini

Quest’anno noi ragazzi della 3^ mediaabbiamo un appuntamento importantea Roma per la Professione di Fede. Dirlocosì è facile, ma noi cosa ci aspettiamoveramente da questo pellegrinaggio?Forse più chiarezza nella nostra fede.Con noi ad accompagnarci a Roma ci sa-ranno i ragazzi dell’oratorio degli “AngeliCustodi”, con i quali, per conoscerci me-glio abbiamo passato alcune serate in-sieme fra giochi e preghiere.Le giornate del pellegrinaggio saranno si-curamente molto intense ma cariche diemozioni e allegria: tre giorni indimenti-cabili, crediamo, a cui nessuno può man-care. Speriamo anche ci serva a matura-re nella fede e a conoscerci meglio tra dinoi come gruppo. Queste sono le aspet-tative del nostro pellegrinaggio incontroalla fede. Chissà se saranno esaudite?!Siamo convinte di sì, come lo eravamoall’inizio del nostro percorso. Ormai ladata si avvicina e siamo sempre più im-pazienti: cosa ci riserverà questo viaggio?Andiamo a scoprirlo!

Adolescenti: ascolto di testimonianze significative

“Sesso, droga e rock&roll”… Pensate chesiano solo queste le preoccupazioni e ipensieri di noi adolescenti? Beh, se è cosìvi sbagliate di grosso!Nelle ultime settimane, il tema dei no-stri incontri del lunedì sera è stato quel-lo di ”sorridere anche nelle difficoltà” eci siamo resi conto di quanto possa es-sere difficile. Attraverso varie testimo-nianze siamo riusciti nel nostro piccoloa metterci nei panni di persone con si-tuazioni difficili, e a capire quanto siaimportante non perdere mai la speran-za. Abbiamo affrontato assieme temicome gravidanze inaspettate, aborto,suicidio, carcere e malattie terminali.La nostra reazione ad ognuno di questitemi è stata forte; quando don Simone ciraccontava di alcune sue esperienze inaltre parrocchie, noi eravamo in una sor-ta di paralisi, perché non ci aspettava-mo di dover riflettere su temi così “pe-santi” in poco tempo!Nell’incontro successivo, abbiamo ospi-tato uno dei cappellani del carcere di sanVittore, che ci ha raccontato della vita ingalera e di come queste persone affron-tino la quotidianità della prigionia. Inquesta occasione eravamo molto inte-ressati e partecipi e soprattutto moltocuriosi. La settimana seguente abbiamoaffrontato la questione delle persone af-fette da malattie talvolta incurabili; ilcappellano dell’Istituto dei Tumori ci ha

parlato di quanto per queste persone siaimportante avere una persona accantoche li ascolti e li consigli, anche in mo-menti in cui tutto sembra perduto.Un altro spunto di riflessione è stato lavisione del film “Juno” che racconta del-la storia di una ragazzina rimasta incin-ta che si trova di fronte alla scelta di te-nere o no il bimbo. Il film, non molto re-alistico in vari punti, ci ha comunquepermesso di soffermarci su una questio-ne che da sempre suscita numerosi pen-sieri differenti. L’ultimo incontro dellaserie ci ha riuniti in molti a partecipareall’iniziativa “Dialogo nel Buio” che con-siste in un percorso guidato da parte diuna persona non vedente che, per più diun’ora, ci ha accompagnati in una seriedi stanze totalmente oscurate facendociriconoscere suoni, profumi e oggetti. Ame, come penso a molti altri, questaesperienza ha lasciato un po’ rattristatiper aver toccato con mano le mille e piùdifficoltà alle quali queste persone devo-no andare incontro ogni giorno ma allostesso tempo estasiati dalla simpatia edalla voglia di vivere che ci hanno dimo-strato lungo tutto l’incontro. Ci siamoresi conto della fortuna che abbiamo, diquanto dobbiamo esserne grati e delnostro dovere di metterci in gioco e sfrut-tare al meglio ogni nostra qualità.

Isabel Frampi

DIALOGO NEL BUIODomenica 8 marzo noi del gruppo ado-lescenti abbiamo vissuto un’esperien-za unica e davvero speciale. Ci siamorecati all’Istituto dei Ciechi in via Vi-vaio, 7 per sperimentare una nuova re-altà, cioè quella vissuta dalle personenon vedenti. Da molti anni ormai si or-ganizza una speciale mostra denomi-nata “Dialogo nel buio”, dove si com-pie un percorso che dura un’ora e unquarto, avvolti completamente dal-l’oscurità e accompagnati da guide nonvedenti. Si rimane così privi di uno deipiù importanti sensi, e bisogna affina-re gli altri ed affidarsi a loro per por-tare a termine il percorso.Arrivati all’Istituto ci hanno diviso ingruppi da 8 e siamo entrati un gruppoper volta. Nel mio gruppo eravamo tuttiemozionati, alcuni timorosi e altri (suorCristina!) spaventati. Abbiamo subitoincontrato la nostra guida Maria che ciha illustrato le regole e spiegato checi avrebbe accompagnato per 5 diversiambienti. Il primo era il parco, doveabbiamo sentito la ghiaia sotto i piedi,toccato diverse piante, ci siamo sedu-ti su delle panchine e abbiamo annu-sato il profumo dei fiori.Il secondo era il mare, dove abbiamo

potuto toccare diversi oggetti come unsalvagente, un remo, una rete e unaboa. Ci siamo anche seduti su una bar-ca, ed esortati da Maria abbiamo can-tato una canzone. Il terzo ambiente erauna casa dove abbiamo potuto toccare

tanti oggetti della nostra quotidiani-tà: libri, mobili, tende, un computer,un mappamondo, uno specchio, un te-lefono e un bicchiere. Il quarto era unacittà, dove ci siamo imbattuti in insi-diosi marciapiedi, macchine, furgoni,aiuole e cabine del telefono. È statosicuramente uno degli ambienti che ci

ha disorientato di più. Alla fine Mariaci ha condotti nell’ambiente più tran-quillo, cioè il bar, dove abbiamo potu-to mangiare, bere e scambiare quat-tro chiacchiere con lei, sapere un po’più della sua vita e dei suoi interessi.Il ritorno alla luce è stato molto stra-no: vedevo le cose sfuocate e gli occhimi bruciavano lievemente, ma a manoa mano, ho riacquistato questo sensoe un pensiero fulminante mi ha colpitoe anche un po’ intristito: l’immaginedi Maria, che purtroppo non potrà piùritornare alla luce e ai colori. È incre-dibile quanto io abbia imparato in quel-l’ora e un quarto, di quanto sia statodifficile in un primo momento privarsidella vista e poi di come invece abbiasaputo orientarmi grazie all’ausiliodegli altri sensi. Ogni barriera e ognidifferenza sono cadute. Eravamo solonoi e Maria, nessun altro. Credo di avercapito davvero che NON OCCORREGUARDARE PER VEDERE LONTANO.

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9

The lights go out Le luci si spengonoLet me feel Mi lasciano sentireI’m falling Che sto cadendoI am falling safely to the ground Sto cadendo al sicuro per terra

Ed Vedder, Long Nights, 20071

È intrinseco nell’uomo il timore dell’invisibile: chi, da bambino, non haprovato un brivido di angoscia mentre la luce si spegneva, e una coltrenera e densissima avvolgeva la stanza? Cosa può fare paura più dell’ignoto?

Muovere un passo dopo l’altro senza sapere dove si posa il piede, privatidi quello che già nel mondo antico era considerato il predominante fra isensi2. Privati della solarità del giallo, della vitalità del rosso, della profonditàdel blu.I colori; parole che non hanno senso per chi, impugnando un bastonebianco, si aggira per strada orientandosi in un buio senza fine, facendosilargo fra gli invisibili pericoli delle città; ma con un’impensata facilità euna voglia di vivere non seconda alla nostra, come ha notato chi tra igiovani del nostro oratorio è entrato nel fitto nero di “Dialogo nel Buio”,un percorso senza luce, un ambiente come gli altri, ma dove conta tuttotranne la vista.Quel bastone bianco è una dichiarazione: “Io ho vinto il buio!” urla a unmondo sordo, troppo impegnato a guardarsi in giro per fermarsi adascoltare. “Io ho vinto il buio!”.

Eppure l’uomo non capisce, non vuole capire. E continua a cercare i suoipalliativi per convincersi di vincere il buio senza in realtà affrontarlo.Continua a illudersi di conoscere quello che c’è al di là di quel nero, oltrequell’ignoto, e fa affidamento, o addirittura basa la sua vita, su questaconvinzione. Così nasce il paradiso.

Ma, del resto, come non capirlo questo minuscolo uomo che passa una vita a fuggire il buio e improvvisamente sirende conto che deve affrontarlo per forza, e che sarà l’ultima azione che compirà. D’improvviso si rende conto dellasua piccolezza, della sua infima conoscenza, e per sentirsi forte si crea da solo una luce oltre la tenebra. La chiama luce,la chiama paradiso, la chiama Dio.

Mi chiedo se non sarebbe più facile, più bello e più saggio lasciarsi guidare, invece di inventare. Aspettare questo buiosenza temerlo e conservare l’ignoranza fino alla fine, senza illudersi di sapere dove e quando la tenebra finirà. Sperare,solo sperare, di sentire una voce, nel buio. Una voce di cui fidarsi e una mano da prendere: chiamala Dio, chiamala

come ti pare.

Io non la chiamerò. Sarà sufficientericonoscere, tra le dita, il suorassicurante bastone bianco.

The Lights go out

Filippo Rossi

1. Colonna sonora di “Into the Wild”di Sena Penn2. Cfr. greco οραω (vedo), pf. οιδα(ho visto, quindi conosco, so)

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DA CHI SI MANGIA STASERA?

Luca Ferrarese(seminarista di II° teologia)

Giovedì 5 febbraio alcuni seminaristi hanno visitato la nostra parrocchia

TESTIMONIANZA DI UNA FAMIGLIA

UNA CENA CON DUE NUOVI AMICIE’ sempre difficile, ma allo stessotempo affascinante, guardare coloroche si dedicano con passione e dedi-zione a quello in cui credono e che siimpegnano al massimo nel raggiun-gimento delle mete che si sono po-sti. Di ciò abbiamo degli esempi sot-to gli occhi tutti i giorni: un medicoche occupa il proprio tempo in paesipoveri, un ricercatore alla scopertadi nuove tecnologie, uno studenteche approfondisce il proprio campodi studi e via via così potremmo tro-vare altri esempi.Ebbene, questa forza, questa passio-ne, le abbiamo trovate alcune serefa, quando, nel breve tempo di unacena, abbiamo avuto il piacere di in-

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Bottega Storicadi Milano dal 1955

contrare e di dialogare con due giova-ni seminaristi. Ragazzi semplici ma at-tenti, pronti a capire le problematichedel giorno d’oggi; simpatici e anchescherzosi su quanto accade a volte inseminario, molto legati alla famigliama già aperti a nuove esperienze incomunità lontane da casa; insommaquello che oggi potremmo definire“due ragazzi che sanno quello che vo-gliono”. Dopo aver pregato insieme,ci siamo scambiati punti di vista chie-dendo loro come affrontano la vita distudio e di preghiera, cosa li ha spintiad una scelta così importante, che cosasi aspettano per il loro futuro… e a tut-to questo, non abbiamo avuto rispo-ste fatte di grandi parole o di alti di-

scorsi filosofici, ma date con il cuorepieno di gioia di mettersi in gioco.Questo è quello che conta! Nei lorosguardi si intravedeva questo grandedesiderio di vivere la parola di Cristoper trasmetterla, a loro volta, agli al-tri. In un periodo in cui l’uomo è ingran parte teso a tutto quello che dàpiacere, in qualsiasi modo e anche aqualsiasi prezzo, abbiamo avuto lagioia e il piacere di ammirare la sem-plicità di cuore e la profondità di sen-timenti di ragazzi che hanno avuto ilcoraggio e il desiderio di abbandonar-si all’abbraccio amorevole di Cristo.Queste scelte e questi modi di viverenon possono fare altro che bene al-l’uomo; a noi hanno dato ancora di piùuno stimolo a perseverare nel nostrocompito di genitori attenti e comefamiglia a vivere in modo più intensola disponibilità verso gli altri.

Nadia, Matteo e Guido Guarnieri

TESTIMONIANZA DI UNO DEI SEMINARISTI

Potrei scrivere una cronaca della gior-nata che noi seminaristi abbiamo vis-suto visitando la vostra parrocchia,ma dato che conoscete già la vostrarealtà e la vostra comunità, desiderosoffermarmi sui nostri pensieri e sul-le impressioni che abbiamo condivi-so ritornando in seminario, quellasera, dopo aver trascorso una gior-nata nella vostra comunità. Potreisoffermarmi sulla bella realtà pasto-rale che abbiamo conosciuto, sul for-te gruppo dei giovani con cui abbia-mo parlato oppure sui bravi sacerdo-ti che vi guidano, ma ho deciso di rac-contarvi un incontro fatto. Luana e

Mirko sono i testimoni che Nicola edio abbiamo conosciuto quella sera acena. Siamo entrati un po’ imbarazza-ti in casa loro, ma sono bastati pochiminuti perchéla condivisionedelle nostrequattro vite èdiventata vivae vera, è diven-tata carne. “Era-vamo una cop-pia come tan-te” ci disse Lua-na, ma un gior-no l’incontro con il Mistero le ha cam-

biato la vita e, comeper contagio, ancheMirko ha cominciato adaffidarsi, a credere inquel Cristo che si im-poneva nella sua vita,nella loro vita, nellasua verità, nella suabontà e nella sua bel-lezza. Davanti a quellaluce Luana e Mirko han-no deciso di riguarda-re la loro vita, il loromodo di vivere il fidan-

zamento nella continua ricerca del Si-gnore. “Cosa mi dice questa storia?”Mi dice che Cristo si rende presenteancora oggi, si manifesta concreta-mente nella vita delle persone e unavolta contagiati da quell’amore diven-tano testimoni di speranza; mi diceanche l’intelligenza e la capacità dei

vostri sacerdotidi sapersi pren-dersi cura di sto-rie di conversio-ne come questa.Mi vengono inmente le paroledel salmo 12 chedice: “Dona aimiei occhi laluce” perché io

possa continuare a vedere quei testi-moni di fede che incoraggiano la miavocazione e danno speranza a tantigiovani che come me ricercano la pro-pria strada. La storia che vi ho raccon-tato è una storia di conversione, dirisurrezione nella quale Dio è passa-to. Non volevo fare di questi due gio-vani delle star o dei paladini dellafede, ma volevo solo rendervi parte-cipi della mia gioia ogni volta che sonotestimone di vite trasformate dallaGrazia del Signore.

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Dopo la bella esperienza dell’annoscorso l’A.S.D. s. Pio V ripropone laprimavera cup, un torneo di calcio epallavolo.Il torneo è un’occasione per stare in-sieme e divertirsi attraverso lo sport,che spesso viene visto come un mez-zo di puro agonismo e confronto, l’in-tento di noi organizzatori, invece, èquello di riunire in una serie di sera-te e week end, uomini e donne, gio-vani e meno giovani, per vivere losport come gioco e possibilità di ri-trovarsi insieme e staccare un po’ laspina dagli impegni familiari e lavora-tivi!Il torneo è aperto a tutti uomini edonne nati dal 1993 e precedenti sen-za limiti di età.

Le squadre saranno composte da 12giocatori maschi e femmine gioche-ranno insieme e si affronteranno insfide di calcio e pallavolo.Verrà elaborata una classifica di cal-cio, una di pallavolo e una classica to-tale, ovviamente attenzione ai pun-ti fair play!!! Il torneo si concluderàdurante la festa dell’oratorio.

Primavera cup ’09Quest’anno gli esami di danza si sonosvolti prima del solito. Inizialmentenon pensavo di trovarmi in difficoltàperchè avevo ripassato gli esercizi acasa; per questo importante eventoeravamo acconciate tutte allo stessomodo: chignon, tutina azzurra e scar-pine da salto. Prima che iniziasse l’esa-me vero e proprio ero piuttosto agita-ta e preoccupata, poiché avevo paurache qualcosa non andasse per il me-glio. Poi l’esame è iniziato ed è statocome se mi fossi levata un peso e quan-do ho finito ero contenta perché ero

Il 17 marzo siamo andati al teatro Nuovoper fare le comparse nello spettacolo“Jesus Christ Superstar”, un musical cheracconta la storia di Gesù.Ci siamo ritrovati con Mo-nica alle 17.00 per prende-re il tram tutti insieme.Arrivati a teatro ci hannoaccolto due ragazze dinome Aurora e Debora checi hanno spiegato quello cheavremmo dovuto fare. Inpratica noi eravamo i bambini che veni-vano accolti da Gesù. Siamo riusciti a pro-vare la seconda scena, per la prima nonc’è stato il tempo e quindi abbiamo dovu-to improvvisare. Durante lo spettacolosiamo stati al bar, dove si poteva parlarea bassa voce.Quando ci hanno chiamato per andare

sul palco tremavo dalla paura!Nella prima scena per arrivare al palcoabbiamo attraversato la platea divisi in

due gruppi. Arrivati sul pal-co ci siamo messi a semi-cerchio. In quel momentoero molto preoccupataperché non ci avevano det-to cosa dovevamo fare:quella scena era tutta im-provvisata. Nella secondainvece dovevamo insegui-

re re Erode che scappava.Ero veramente felice di fare la compar-sa in uno spettacolo così importante.Anche se quello che dovevamo fare noiera poco, mi sono divertita un sacco lostesso. Tutto è finito più o meno alle23.30.

Tutti alla prova!Le allieve della Scuola di Danza prendono parte agli esami di classica

riuscita a fare tuttigli esercizi al me-glio delle mie possi-bilità. Adesso cheabbiamo superatoquesta importantetappa abbiamo giàcominciato a prepa-rarci per il saggio difine anno, intitolato: “Il Mago di Oz”,che si terrà domenica 24 maggio alleore 16.00 presso il Teatro Smeraldo.Non mancate, siete tutti invitati!

Una “comparsa” al Nuovo...Marta Covini

Camilla CaroniLaura Sironi

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BABY

GIOVANISSIMI - BLU

GIOVANISSIMI - ROSSI

Pronti per il torneo primaverile?Si è concluso il torneo invernale e tutte le nostre squadre si stanno prepaprando al miticoprimaverile! Speriamo di ottenere ottimi risultati e diamo un particolare incoraggiamentoalle ragazze della pallavolo!

ITNUP IG IV AP CS AFG SFG RD

ailinevuJ 64 81 61 0 2 831 35 58

A/airottiV 64 81 51 0 3 87 43 44

ossoR/VoiP.S 14 71 41 0 3 701 93 86

itnoMerdaP 43 71 11 0 6 37 44 92

onazzoRassU 32 61 7 0 9 54 93 6

89/edifnisetroF 12 71 7 0 01 23 85 62-

D/robaN 02 71 7 0 01 05 65 6-

orO 31 81 4 0 41 53 38 84-

ocnaiB/COC 7 81 3 0 51 33 811 58-

IMigiuLnaS 6 61 2 0 41 12 88 76-

ITNUP IG IV AP CS AFG SG RD

E.SonihcruT 92 61 41 1 1 501 42 18

IIIXXinnavoiG 22 51 9 4 2 74 03 71

ertleFfosU 91 41 9 1 4 08 43 64

otterosaColraC.S 91 51 9 1 5 08 43 64

VoiP.S 91 51 8 3 4 37 76 7

ebloK 81 51 9 0 6 86 34 91

onaliMolraCnaS 61 51 6 4 5 56 45 11

naG 11 51 4 3 8 24 25 01-

otiripSotnaS 8 61 3 2 11 43 68 25-

airottiV 5 51 1 3 11 22 19 96-

onaliMracsO 0 41 0 0 41 12 49 37-

ITNUP IG IV AP CS AFG SFG RD

F/robaN 64 81 51 0 3 89 83 06

ulB/VoiP.S 44 81 41 0 4 29 84 44

ulB/COC 24 71 51 0 2 98 53 45

.G.P.S.O 92 71 01 0 7 67 15 52

allaiG/aiccarTaL 42 71 8 0 9 74 56 81-

B/onailuiG.S/igiuL.S 32 91 8 1 7 04 83 2

onnerTigiuL.S 41 61 4 1 11 44 86 42-

etihWairottiV 31 71 4 0 31 24 87 63-

89itsilegnavE4 31 81 3 2 31 33 19 85-

onaliMociteltA 5 61 2 0 41 62 57 94-

I piccoli del nostro oratorio sonol’unica squadra ancora attiva suicampi, la distanza dalla vetta è or-mai incolmabile, ma le ultimebuone prestazioni lasciano bensperare per il raggiungimento deiplay-off, posizione che consegne-rebbe l’accesso ai play-off. Credia-mo che la squadra, viste le buone prestazioni, il duro lavo-ro e i miglioramenti fatti durante questo campionato, simeriti di entrare tra le prime quattro, rispettando la tradi-zione che da alcuni anni ci vuole ai vertici di questo torneo.Ricordiamo inoltre che il titolo di campioni del Torneo DonBrivio manca dalla lontana stagione 2000-2001, unica voltache il nostro oratorio ha sollevato l’ambita coppa. Speria-mo che questa giovane squadra possa centrare i play-offper lottare e magari vincere il titolo.

Bilancio positivo ancheper la squadra dei giova-nissimi blu, rimasti nellascia della prima per tut-to il campionato i ragazzinon sono riusciti ad effet-tuare il sorpasso che gliavrebbe consegnato la

vetta sfuggita solo per due punti. Considerando le ca-pacità individuali e di squadra siamo sicuri che ancheloro svolgeranno un ottimo torneo primaverile… Chissàche non capiti un finale tutta san Pio.

Dopo un campionatoesemplare ricco di emo-zioni la squadra dei gio-vanissimi rossi ha con-quistato un soddisfacen-te terzo posto che lasciadunque ben sperare peril successivo torneo pri-maverile che inizierà aiprimi di aprile. Siamo certi che la squadra,forte dellebrillanti prestazioni, riuscirà ad arrivare in alto anchenel prossimo torneo.

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13

RAGAZZI

ALLIEVI

TOP JUNIOR PALLAVOLO JUNIORES

Davide Servino & Giorgio Conte

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

edreV/aiccarTaL 04 61 41 0 2 96 73 23

ediFnIsetroF 63 61 21 0 4 09 05 04

onazzurBigiuL.S 53 51 11 0 4 28 94 33

VoiP.S 52 61 9 0 7 35 45 1-

oiralI'tnaS 12 51 7 0 8 94 45 5-

B/ottocerP 71 61 6 0 01 25 26 01-

airottiV 51 51 5 0 01 55 17 61-

omareTOSG 21 61 4 0 21 33 75 42-

ocirnE.S 8 51 2 0 31 53 48 94-

ITNUP IG IV AP CS VS PS SD

ongaMenoeL.S 54 81 71 0 1 25 61 63

otimiLoigroiG.S 54 81 41 0 4 94 51 43

euDtocsA 44 81 41 0 4 84 02 82

gnitropSmB 23 81 11 0 7 63 82 8

onUtocsA 72 81 9 0 9 43 53 1-

ottelletsaCBDO 22 81 7 0 11 53 04 5-

enoriBbulCgnitropS 22 81 8 0 01 03 04 01-

IVoloaP 61 71 5 0 21 52 44 91-

yelloVebloK 41 81 4 0 41 52 64 12-

VoiP.S 1- 71 0 0 71 1 15 05-

Abituati alle presta-zioni non certo esal-tanti da parte dellasquadra dei Ragaz-zi, quest’anno sia-mo molto soddisfat-ti: un bottino di 25,apparentementemiseri, punti ha per-messo a questi ragazzi di agguantare la quarta posizio-ne. I risultati, dopo un duro lavoro, finalmente sono arri-vati, gli anni di permanente stazionamento nei pianibassi della classifica sembrano ormai superati; siamodunque ottimisti per il prossimo torneo.

ITNUP IG IV AP CS AFG SFG RD

ocirnE.S 54 81 41 3 1 47 33 14

ediFnIsetroF 83 81 21 3 3 26 93 32

BSSU 53 81 11 2 5 47 53 93

B/idreVinnA 92 81 9 2 7 46 65 8

VoiP.S 52 81 7 4 7 55 35 2

A/onitsuiG.S 32 81 6 5 7 45 35 1

ogassAmsO 22 81 7 1 01 35 67 32-

itnoMerdaP 91 81 5 4 9 74 65 9-

39itsilegnavE4 61 81 4 4 01 15 56 41-

onailuiG.SigiuL.S 3 81 1 0 71 81 68 86-

ITNUP IG IV AP CS AFG USG RD

A/idreVinnA 34 61 41 1 1 08 13 94

VoiP.S 03 61 9 3 4 15 34 8

CSOSA 92 61 9 2 5 54 82 71

oganevaCocS 72 61 8 3 5 84 83 01

ongaMenoeL.S 62 61 8 2 6 74 14 6

otterosaColraC.S 81 61 5 3 8 73 74 01-

issoRilovaiD 61 61 5 1 01 24 75 51-

itnoMerdaP 21 61 3 3 01 43 55 12-

aloznogroGolraC.S 6 61 2 0 41 62 07 44-

Reazione im-portante daparte dellasquadra degliallievi che a ter-mine del gironed’andata occu-pava le ultimeposizioni dellaclassifica; ora

invece, grazie ad alcune importanti vittorie è riuscitaa risalire chiudendo il campionato a metà classifica.

Tanti rimpianti per la squadra dei top Junior, probabilmente se lasquadra avesse giocato al meglio delle sue capacità dalle primepartite dell’anno ora staremmo a parlare di un’altra classifica, oraperò resa un ottimo secondo posto su cui lavorare per far bene neltorneo primaverile. Siamo certi che la squadra farà bene.Si apre un varco di speranza per la pallavolo che si prepara adincominciare il torneo primaverile: le nostre ragazze dovrebberoconfrontarsi con delle loro coetanee e quindi avere più possibilitàdi ottenere una buona posizione in classifica. FORZA RAGAZZE!!!

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Camminiamo insieme

diac. Francesco

UOVA...Laura Beltrami

Riflessione storica

Uomini e donne sono diversi, vivono inmondi diversi, con valori e regole diver-si: l’unica cosa che hanno in comune èl’appartenenza alla stessa specie.Così comincia il libro dei coniugi PeasePerché le donne non sanno leggere lecartine e gli uomini non si fermano maia chiedere?Così comincia il nostro percorso moro-si e ancor prima il nostro percorsocome coppia. Inizia prendendo moltosul serio questa diversità, come unozaino pesante che ci accompagna nel-l’incedere, ma che contiene anche lanostra essenza più vera, spesso balsa-mo che bonifica le difficoltà dell’altro.Questo sguardo ci ha portato a discu-tere, confrontarci, affrontarci, misurarcie, in conclusione, ad afferrare che ciò

non avrebbe avuto fine, che le nostrespecificità ci avrebbero sempre (e perfortuna) portato a percezioni e sensi-bilità diverse ma addomesticabili.Come dice la volpe al Piccolo Principe.E allora il desiderio di strutturare unospazio per giovani, perché il corso pre-matrimoniale non fosse il primo o l’uni-co spazio a disposizione per un con-fronto ricco e per la possibilità di unmutuo accompagnamento tra coppie incammino. Soprattutto perché le sceltegrandi si maturano, perché anni (sep-pur, o proprio perché, giovanili) di vitacondivisa meritano un tempo per es-sere ripensati, perché le occasioni perriflettere, non solo per vivere la cop-pia, rischiano di essere rare. In ultimoperché noi per primi abbiamo goduto

di quest’opportunità (grazie a Max eFrancesca Rossetti) e l’abbiamo senti-ta fondante rispetto al consolidarsi del-la nostra conoscenza reciproca.Il gruppo ci sembra apprezzare, alme-no per quanto percepiamo, la propo-sta. Gli incontri sono ogni due domeni-che (campionato permettendo…),prevedono uno spunto iniziale da par-te mia e di Chicco, un tempo per il con-fronto di coppia e un momento di con-divisione libera in conclusione. Il tuttopreceduto o seguito, se possibile, dallacena insieme. Speriamo che la sempli-cità di questa formula inviti le coppie aproseguire anche al termine del percor-so la custodia di tempi per i singoli, perla coppia e per i fratelli che ne abitanole giornate.

L’avvicendamento, il susseguirsi rego-lare delle stagioni (così almeno come loconoscevamo noi “giovani della terzaetà”…) aveva permesso ai nostri ante-nati nonni di tramandarci un “sinteti-co meteo”, frutto delle loro osservazio-ni fatte in tempi lunghi; frutto giuntofino a noi oggi e che, nella parlata vol-gare, suona così: “Acqua sugli ulivi, solesulle uova”, ossia: se piove nella dome-nica delle palme, ci sarà sole a Pasqua.La cosa suona un po’ equivocabile sedetta nella materna lingua meneghina,che suona così: “Aqua sura i uliv, susura i ciapp”. Dov’è l’equivocabile? Noncerto nella pretesa validità della previ-sione meteo, ma su cosa “batte il sole”,dal momento che in milanese il voca-bolo “ciapp” ha due significati: uno, le“natiche” o “glutei” del fondo schiena,

l’altro le uova sode. E’ ovvio che qui ciriferiamo al secondo significato. Uovadunque, chiamate in prima linea perquesta festa, alla quale si arriva dopo illungo cammino quaresimale, tempo incui siamo chiamati, come mi dicevamia nonna, a fare dei “fioretti” A pro-posito dei “fioretti”: al parroco che aquel tempo e in quel luogo preparavanoi bambini alla comunione pasqualee ci invitava a fare dei fioretti, avevoconfermato con entusiasmo cheavevo a casa della bella carta perfare i petali! Lascio immagina-re l’espressione del prete.Ma, tornando alle uova, per ilgiorno della Risurrezione que-ste, rese sode in acqua bollente,venivano dipinte a mano, suigusci, con tempere o simili, se-condo il gusto personale. Cosesemplici, ma genuine ed effica-ci, quando a preparare la festaera la partecipazione persona-le, il gusto di momenti nei qualisi viveva un “sabato del villag-gio” che precedeva la vera gran-de “Domenica”. Era il gioco chediventava icona di ciò che ave-vi dentro…, quando il consumi-smo non aveva ancora portato,in questa festa, i “cavalli diTroia” che sono diventati quei

“gusci” di cioccolato, in micro o macro-formato, rivestiti da “dolci bassorilie-vi”, che non hai esitazione a rompereperché non li hai fatti tu, e dai quali at-tendi soltanto di vedere la “sorpresa”che contengono, sperando che non si-ano le solite cose inutili I “ciapp”: esi-tazione nel romperle? Provare per cre-dere!

Giovani: corso morosi

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“C’È CHI DICE CHE QUESTO DI FAR SOGNARE SIA IL COMPITO DI NOI ARTISTI:

MA ALLORA, CHI RESTA A RACCONTARCI LA REALTA’?”

BOX don Gianni

Quest’anno ricorre il decennale della morte di uno dei più grandi artisti italiani contemporanei.Cantante, autore, scrittore, musicista e poeta, che con le sue parole accarezzate da suoni popolari e mai banali racconta le storie degli“ultimi”: di prostitute, di ladroni e briganti, di zingari e minoranze, ma con un tono fantastico, evidenziandoli a dispetto di questomondo a volte un po’ troppo egoista e lasciato in balia degli interessi di pochi.Questo uomo misterioso e carismatico, semplice e ruvido, timido e introverso è il cantautore genovese Fabrizio De Andrè. Uno deisuoi cd più belli e più riusciti è la “Buona Novella”, soprattutto per il contesto storico in cui è stato prodotto. Il cd esce nel 1970 inpiena contestazione studentesca venuta dopo il famoso ’68. La costruzione delle canzoni è avvenuta per comparare il pensieroantiautoritario con le vicende del, come diceva De Andrè, più grande rivoluzionario di sempre, cioè Gesù. La canzone che forsepresenta in maggior misura questo progetto è “Il testamento di Tito” dove vengono ribaltati i dieci comandamenti, in favore di ununico e solo comandamento dell’uomo di Nazareth, cioè quello dell’amare i propri fratelli e dell’uguaglianza tra essi:

Vi do un comandamento nuovo: che vi amate gli uni e gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni e gli altri. Da questosapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,34-35).

Il decalogo è in realtà il pensiero di Tito, ladrone inchiodato al fianco di Gesù, che vede il suo compagno di pena come una personasemplice, con paure e difetti, probabilmente con sogni e idee grandi, insomma come un uomo che condivideva con lui lo stessotragico destino. La rivisitazione dei comandamenti è vista con animo umano. Il tema dell’uguaglianza viene posto subito nella primastrofa:

“Non avrai altro Dio all’infuori di me”,spesso mi ha fatto pensare:genti diverse venute dall’estdicevano che infondo era uguale.Credevano ad un altro diverso da tee non mi hanno fatto del male”

Già dall’inizio ci viene regalato un bel messaggio, che anche dopo 2000 anni molti non hanno ancora capito. Le disuguaglianze dipensiero, provenienza e soprattutto di credo non possono portare a scontri o addirittura a guerre. Il momento più rivoluzionario dellacanzone è sicuramente quando viene trattato il settimo comandamento, ossia quello del “non ammazzare”, ma imposto dalle personeche sanno a memoria il diritto divino, ma lo usano in maniera errata. La contraddizione è fortissima visto che questa legge viene trevolte inchiodata nel legno. In questa strofa salta all’occhio il Gesù uomo tanto ammirato da De Andrè, che con Tito condivide una mortecrudele e violenta.

Guardate la fine di quel nazareno,e un ladro non muore di meno.

Con ciò colleghiamo il momento più alto della canzone, un messaggio finale altissimo, parole chesanno tanto di poesia, la stessa poesia che ha avvolto i tantissimi estimatori di Fabrizio De Andrè.

Ma adesso che viene la sera ed il buiomi toglie il dolore dagli occhie scivola il sole al di là delle dunea violentare altre notti:io nel vedere quest’uomo che muore,madre, io provo dolore.Nella pietà che non cede al rancore,madre, ho imparato l’amore

Il ladrone nel momento della morte dove scivola il sole al di là delle dune / a violentare altre notti, viene liberato da tutto il rancore, dallarabbia, dal rimpianto, dall’invidia che hanno dominato la declinazione del testamento di Tito e guardando quell’uomo che vicino a sée come lui sta lasciando questo mondo si abbandona, non alla volontà divina, ma al contagio del messaggio dell’uomo di Nazareth.Punto altissimo della “teologia” deandreiana riflessa nel cuore del buon ladrone, che nutre un umana solidarietà al suo “compagno dicrocefissione” e apprende una straordinaria lezione d’amore. Vedendo quest’uomo che muore, Tito si dimentica del suo dolore e dellasua sorte, commuovendosi, rivolgendosi alla madre confessa di aver imparato l’amore. Con queste bellissime parole la canzone,oltre a essere un canto di contestazione, diventa qualcosa di più: la storia di un’anima salva.

Andrea Di Lauro

“E POI AD UN TRATTO L’AMORE SCOPPIO’ DAPPERTUTTO”

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Alice Lambicchi

Per non dimenticarPer non dimenticarPer non dimenticarPer non dimenticarPer non dimenticare...e...e...e...e...

Ero partita con il pensiero di divertir-mi, perdere ore di scuola a una mo-stra su questi bambini.Credevo quasi inutile andare a senti-re l’ennesima storia sugli ebrei; mi di-cevo: “morti per morti, cosa cam-bia?”. Poi le foto, i visi di quei bambi-ni che erano diventati cavie per terri-bili esperimenti solo perché eranoebrei.Una storia inconcepibile. Miveniva da credere che forse esistedavvero il Demonio, perché comepossono gli uomini uccidere milionipersone? Questo va al di là della con-cezione umana, questa non può es-sere semplice pazzia o semplice cru-deltà…Venti bambini deportati in una prigio-ne di detenuti politici, dove il lorocorpo patì tutto: malattie, fame, espe-rimenti. Esperimenti che fallirono,per di più, e quindi eliminati.“Wie Bilder an die Wand” disse untedesco che era lì ad assistere, “comequadri alle pareti”. Questa frase miperseguiterà per tutta la vita, perchéè stata detta senza alcuna emozione.A volte si parla del numero dei mortinella Shoa, senza darci un peso,il pesoche meriterebbe. Perché ogni vitti-ma della pazzia dei tedeschi e di tutticoloro che appoggiavano questo ster-minio, aveva un cuore, una mente,erano come noi e quindi sapevanoquale sarebbe stato il loro destino ed

ogni minuto lo passavanonella consapevolezza enell’angoscia che sarebbevenuto anche il loro, diturno. Per di più, alla mo-stra, si parlava di bambini.Il bambino simbolo di pu-rezza. Il bambino simbolodi ingenuità e di debolez-za. Il bambino simbolo difuturo e amore. Si parlavadi bambini e di uomini.L’uomo simbolo di matu-rità. L’uomo simbolo di li-bertà. L’uomo simbolo discelta. L’uomo simbolo dipazzia.

Bambini e uomini. Prede e cacciatori.Ebbene, un cacciatore dovrebbe ave-re un certo criterio di scelta. Se cac-cia, lo fa per sopravvivere.Ma i nostri uomini non “cacciavano”per la vita, “cacciavano” per il sempli-ce gusto di farlo. E poi fumarono ebevvero, sapendo che i bambini era-no sistemati, che non c’era nessunapreda in grado di scappare e raccon-tare la verità.In quella vecchia prigione, ora ci sonoalunni e insegnanti, perché è diven-tata una scuola, e una lapide in giar-dino ricorda cos’è successo in quelluogo. “Qui sosta in silenzio, ma quan-do ti allontani, parla”, perché non sipuò permettere che i ricordi riman-gano depositati in luoghi abbandonati

della nostra mente. Non si può per-mettere che le persone non sappia-no del male che cova in ognuno di noi,perché se l’hanno fatto i tedeschi nel1944 circa, allora perché non potrem-mo anche noi? Lo stesso cuore siedein ognuno, la stessa mente. Il nostrocuore non è nè buono nè malvagio, lanostra mente decide la strada da im-boccare. Parlare, parlare di questo, ditutto quantoper non ri-manere in-sensibili eper far cono-scere agli al-tri questastoria.Dolore emorte nonsono argo-menti belli,ma bisognaparlarne per far capire che la pace,l’amore e la serenità, contano, cheabbiamo bisogno di questi sentimentiper vivere.La giornata della memoria serve aquesto, a ricordare non solo i bambi-ni di Bullenhuser Damm e gli ebrei,ma anche i disabili e coloro che ave-vano aiutato gli ebrei a nascondersi…giustiziati per la loro solidarietà ver-so chi ha bisogno. Io non rimarròmuta, racconterò questa storia, tuttoquello che so.Me ne sono andata dalla mostra conun altro modo di vedere le cose, cre-sciuta. Incomprensione. Non capiscoil perché dello sterminio e non mel’hanno saputo spiegare.Incomincio a credere che non lo sa-pesse nemmeno Hitler.L’uomo è pazzo, lo vedo in ogni pic-cola cosa… ma questo è troppo…Troppo per la mia mente, non è allamia portata; l’unica cosa che possofare è ricordare, regalare una dolcecarezza alla memoria di tutti coloriche se ne sono andati. È l’unica cosaalla mia portata, ora.

In questo numero inauguriamo la “Rubrica Tema” e vi proponiamo un tema scritto da unaragazza di 3a media su una mostra dedicata alla giornata della memoria, tenutasi allo “Spa-zio5” di Milano in via Farsaglia, 5.

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Cristiana Novelli

Cristina Pini Boschiroli

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Oggi vi propongo il libro “Quarto viaggio nel regno della fantasia”. Quando lo leggete entreretenel mondo fantastico di Geronimo Stilton. In questo viaggio Geronimo deve salvare l’ultimo uovodi drago prima dell’estinzione della sua specie. Pagine e pagine di racconti e immagini coinvol-genti, viaggiando nelle terre delle fate, in quelle degli orchi e dei draghi. Ma Geronimo non èsolo, con lui ci sono il Drago dell’Arcobaleno, Scribacchius, Re Robur, il saggio e fiero Re degli Elfi,la Principessa Alys che cavalca Scintilla, Fortunella Trifoglina e Fruttatrulla. Come i precedentilibri “ Viaggio nel regno della Fantasia” anche questo contiene alcune pagine che, se strofinate,

emanano profumi e odori sgradevolissimi… Vi anticipo un’altra bella sorpresa: alla fine della storia ci sono un bel po’ dipagine dedicate ai draghi, alle differenze fra le varie specie, alle loro abitudini, ai loro giochi e alcuni test per scoprire sesi è diventati esperti in “dragologia”!

Il libro di cui vorrei parlare oggi, “Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti...” (acura di Maria Pia Bernicchia), è un libro che fa molto pensare. Fa pensare a quei tempioscuri in cui Adolf Hitler ordinò la deportazione di tutti gli ebrei ai campi di concentra-mento o di lavoro. Questa è la storia di venti bambini: dieci maschi e dieci femmine tra icinque e i dodici anni. Usati come cavie dal Dottor Mengele e tenuti prigionieri nella ba-racca numero 4 a Neuengamme: loro stavano lì! Tutti separati dalle loro famiglie… certemadri speravano di rivederli,ma non li videro più.Un giorno, un certo Dottor Heissmeyer entrò per fare delle ricerche sulla tubercolosi usandoi bambini come cavie. Per convincerli a collaborare li ingannò dicendo: “Chi vuole vederela mamma faccia un passo avanti...:”. Per loro sarebbe stato come toccare il cielo con undito e, ovviamente, tutti fecero quel passo avanti che decise il loro destino. Però, verso lafine del governo nazista, passò l’ordine che quei bambini dovevano “sparire”. Furono por-tati ad Amburgo, nella scuola di Bullenhuser Damm e lì impiccati uno ad uno. A loro ricordo ci sono molti giardini di rosebianche; uno è anche nella nostra zona, perché uno di quei bambini abitava proprio qui. Ho letto questo libro perché unpo’ di tempo fa sono andato ad una mostra che parlava appunto di questo, peccato che non c’è più, sennò vi avreiconsigliato vivamente di andarci. Francesco Boschiroli

Oggi vi propongo “Il Signore è grande e non si può disegnare” di G.Peirce (Einaudi). Questo piccolo

libro che ho ricevuto in dono, è una piacevole lettura per tutte le persone che amano i bambini.

Trovo che ancora sia bello lasciarsi stupire da loro, da come vedono le cose, da come vivono o sento-

no… Chi ha la possibilità di frequentarli sa come il loro punto di vista sia sempre affascinante e se ci

si lascia condurre da loro si può arrivare a vedere ciò che nemmeno possiamo immaginare.

Nel libro si ascoltano i pensieri dei bambini sulla fede ; sono bambini cristiani, ebrei e mussulmani.

Nella loro semplicità sanno spesso arrivare al cuore delle cose e ci permettono di scoprire quanto siamo simili pur nella

diversità. Mi piace suggerirlo come un piccolo strumento di pace e ringrazio di cuore chi ha voluto farmene dono

dimostrandomi la sua attenta amicizia.

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Nell’ultima settimana il Sudan è ritornatoprepotentemente alla ribalta mondialegrazie al mandato di arresto per criminicontro l’umanità emesso dal tribunale in-ternazionale dell’AIA contro il presidentedel più grande stato d’Africa, Omar ElBashir. Quando nel 2007 mi trovavo a Khar-toum, la capitale, scrivevo che il Sudan eraconsiderato uno dei più pericolosi stati nonsolo dell’Africa, ma del mondo. Era infattitristemente noto il conflittodel Darfur, una regione (la ter-ra della tribù Fur) del Sudan, acirca un migliaio di chilometria nord-ovest di Khartoum che,negli ultimi anni, ha causatocirca 300.000 morti e 2 milio-ni e mezzo di profughi.Improvvisamente il Sudan, dastato molto povero e martoria-to da carestie e una preceden-te guerra civile più che venten-nale terminata con un tratta-to di pace stipulato nel 2005tra il nord musulmano e il sudcristiano animista, si ritrova adavere una ricchezza apparen-temente sconfinata – il petro-lio - che fa gola sia alle diffe-renti tribù e popolazioni suda-nesi, sia a stati stranieri, Cinain testa.Il presidente Omar al Bashir, incarica da ormai circa 30 anni grazie ad uncolpo di stato, governa il paese con il pu-gno di ferro appoggiato da polizia ed eser-cito e potere religioso. La religione ufficia-le del paese è quella musulmana e in tuttolo stato viene applicata la Sharia, un com-plesso di norme religiose, giuridiche e so-ciali fondate sulla dottrina coranica cheprevedono punizioni severissime e terribiliper chi va contro le regole professate dal-la religione islamica.Io sono un chirurgo cardiaco e mi trovavoa Khartoum perché ho abbracciato uno deiprogetti più incredibili, pazzeschi e mira-colosi che abbia mai sentito: un ospedalealtamente tecnologico ed efficiente per cu-rare gratis le malattie cardiache degli abi-tanti di buona parte del centro dell’Africa,detta Africa nera. Il centro ospedaliero, chesi chiama “Salam”, in arabo “pace”, costru-ito da “Emergency”, un’associazione uma-nitaria non governativa, è la punta di uniceberg che vede la costruzione di 9 clini-che/ambulatori satelliti nel Sudan e neglistati confinanti e di cliniche pediatriche percurare gratis centinaia di migliaia di adultie bambini destinati altrimenti ad una mor-te prematura certa. Ai pazienti viene ga-rantito un percorso diagnostico-terapeu-tico e di controllo successivo all’interven-to completamente gratuito così come la di-stribuzione delle medicine. Non solo, madi riflesso anche i famigliari e gli accompa-gnatori vengono coinvolti nel programmaassistenziale sotto forma di educazione sa-nitaria e sostegno per l’acquisto delle me-dicine. Un ruolo fondamentale è svolto poi

dalla clinica pediatrica che Emergency haaperto circa 5 anni fa nel più grosso cam-po profughi di Khartoum che conta, forse,1.000.000 di abitanti o più. Un’altra clinicapediatrica è di prossima apertura in unacittà del Darfur dove solo 2 giorni fa sonostati rapiti 3 volontari di medecins sansfrontieres (MSF), tra cui un medico italia-no, a dimostrazione dei rischi, come dice-vo all’inizio di questa lettera, che possono

correre non solo gli abi-tanti ma anche gli ope-ratori che svolgono vo-lontariamente un’ope-ra di assistenza umani-taria.Tra i numerosi operato-ri che ho avuto la for-tuna di incontrare e co-noscere c’è una perso-na per cui nutro una sti-ma, un’ammirazione eun affetto speciale:suor Bianca Garascia(compaesana di don Si-mone), missionariacomboniana in Sudan,dove vive e lavora daormai oltre 30 anni. Inquesto vastissimo Pae-se, le suore combonia-ne operano in ambitoscolastico, sanitario e

parrocchiale, in citta’ e nei villaggi sorti alleperiferie. L’assistenza si rivolge a tutti, in-dipendentemente dal credo religioso, dalceto sociale, dal gruppo etnico, ma con at-tenzione particolare ai piu’ poveri.Alla comunita’ di suor Bianca sono affida-te due attivita’: una scuola elementare fre-quentata da 720 bambine e una “materni-

Reverendo Don Giorgio e carissimi Don Simone e Dr. Maurizio,con gioia e riconoscenza inviamo il nostro saluto e un grazie sentito a voi e a tutti iparrocchiani della Parrocchia di S. Pio V, per la generosa offerta che ci avete inviatocome contribuzione all’acquisto di una macchina sterilizzatriceper la nostramaternita’. Questa settimana speriamo di poterla acquistare e vi manderemo le fotocome promesso.Il vostro dono vi rende partecipi del nostro servizio missionario, in questo caso, per“la vita del bambino e delle madri” che si affidano alle cure del nostro ospedale.Si, la nostra maternita’ e’ luogo di gioia per tante mamme e di vita per tanti neonati.Da gennaio a dicembre dello scorso anno sono nati 2.175 bambini, dei quali 420 contaglio cesareo. La nostra maternita’ accoglie tutte le mamme che si presentano, senzadistinzione di ceto sociale o religione, o provenienza. L’opzione principale nostra e’sempre rivolta tuttavia alle famiglie piu’ povere.Ogni settimana e’ aperto, a questo scopo il servizio di CURA PRE-NATALE. Nel corsodell’anno 2008 sono passate per visite mediche, esami di laboratorio o altro, 5.441donne. Molte di loro poi partoriscono nei loro villaggi perche’ sono molto lontanedalla citta’ e non possono permettersi o non arrivano in tempo alla maternita’.Cio’ che riusciamo a fare e’ anche merito dei benefattori, che come voi, ci venite inaiuto nell’acquisto di quanto serve per portare avanti quest’opera.Rinnovando il nostro grazie, auguriamo a voi, a ciascuna famiglia della vostraparrocchia ogni vero bene e l’assicurazione di un ricordo di preghiera.Con stima e riconoscenza.

ta’” con 50 posti letto. Qui nascono ognimese dai 180 ai 210-215 bambini (quasiogni mese 30-40 casi necessitano interven-to chirurgico) . Da qui, tre volte la settima-na, le suore raggiungono tre piccoli dispen-sari nei villaggi di Karia, Wad Ramli e Jaba-rona, per dare assistenza a tante mammebisognose che non possono arrivare finoal Centro di Assistenza Pre-Natale.Ho avuto la fortuna di accompagnare neivillaggi questa piccola ed esile suora di 75anni, apprezzandone la forza, la determi-nazione nel risolvere i problemi anche piùpratici con le autorità locali (parla corren-temente l’arabo) e allo stesso tempo la te-nerezza nei confronti dei più bisognosi,prevalentemente appartenenti a famigliedi sfollati dal Sud del Sudan, la maggiorparte quindi cristiani, sfuggiti alla guerrafinita ufficialmente, ma non nella realtà,con gli accordi del 2005.Al momento dei saluti, prima di ritornarein Italia, mi impegnai ad aiutare le suorecercando di acquistare strumentario me-dico di cui la maternità necessitava. I tem-pi sono stati un po’ più lunghi del previ-sto, ma grazie all’aiuto di don Giorgio è sta-to individuato un surplus di fondi rimastoda un precedente progetto ed è stato uti-lizzato dunque per sovvenzionare l’acqui-sto di un’autoclave per la sterilizzazionedello strumentario della maternità di Khar-toum. Inoltre un mio ringraziamento spe-ciale va a tutti gli amici dell’oratorio che almio ritorno hanno testimoniato simpatiaper l’esperienza che ho fatto e mi hannoaiutato a trovare questi fondi per le suorecomboniane.Salam.

Notizie sul Sudan

Maurizio Roberto

Sr. Bianca Garascia

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Ultime notizie dal Consiglio PastoraleIl Consiglio Pastorale si è riunito lo scor-so 24 febbraio e, per la prima volta,nella sua storia l’incontro è stato tra-smesso attraverso la radio parrocchia-le! All’ordine del giorno il lavoro dellacommissione famiglia in preparazionedi una nuova pastorale familiare: piùmoderna, più completa, maggiormen-te attenta ai cambiamenti in atto nellasocietà e più aderente all’attuale situa-zione sociale. Si è partiti da una pano-ramica della situazione esistente nellaparrocchia dove sono già in essere per-corsi di preparazione (battesimo, post

battesimo da zero a seianni, iniziazione cri-stiana ai sacramentidagli 8 ai 14 anni, fi-danzati) e sono presen-ti una decina di gruppidi condivisione. E’ sta-to poi presentato alConsiglio Pastorale ilcorso per i fidanzati in-terdecanale con la par-rocchia di sant’Euge-nio. Si tratta di dieci in-contri, tenuti da un sa-cerdote e due coppie disposi. Si è passato poiall’ascolto delle propo-ste della commissionefamiglia. In primo luo-go la valorizzazionedegli strumenti già esi-

stenti, come l’omelia domenicale chedovrebbe periodicamente toccare temiche riguardano da vicino la famiglia, lacatechesi dei bambini che coinvolgaanche i genitori. Le benedizioni natali-zie, grande occasione di incontro conle famiglie, che potrebbero essere raf-forzate con l’ausilio di laici. La com-missione propone, oltre ai classici in-contri in parrocchia, l’utilizzo di stru-menti più moderni, come l’utilizzo diInternet, dove proporre in modo aggior-nato tutte le iniziative della parrocchia,liste di posta elettronica; strumenti di“social networking” (Messenger, Face-book) per tenersi in contatto, comuni-care rapidamente ed efficacementemessaggi. Occorre promuovere maggior-mente l’ascolto e le trasmissioni dellaradio parrocchiale. Si sottolinea l’im-portanza della preghiera nelle iniziati-ve della pastorale familiare. Bisognatener conto della famiglie separate,divorziate, risposate, della coppie difatto numericamente sempre più impor-tanti nella nostra comunità, senza peròrinunciare a parlare e valorizzare ilmatrimonio cristiano. Grazie al lavorosvolto dalla commissione famiglia, ef-ficace, esaustivo, dettagliato, il Con-siglio apre un ampio dibattito. Si con-dividono tutte le proposte della com-missione e vengono raccolte tante ideeancora da discutere.

Stefania Paraluppi

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TUTTI IN MASCHERA!TUTTI IN MASCHERA!TUTTI IN MASCHERA!TUTTI IN MASCHERA!TUTTI IN MASCHERA!Gruppo 0-six

Cosa ci fanno Barman, Cappuccettorosso e le tartarughe Ninja insiemealla Fatina di primavera? Una grandefesta dai mille colori, con tanti dolci,musica e soprattutto tanti bambini!Sabato 28 febbraio il salone del 58 siè riempito di grida e canti di gioia edivertimento. Più di quaranta bambi-ni con genitori al seguito hanno fe-steggiato il carnevale. Non sono man-cati schiamazzi e coriandoli (che poialcuni genitori volenterosi hanno do-

vuto spazzare via). A dare un tocco dibrio in più ci ha pensato la simpaticasfilata dei costumi di carnevale. Tuttii bambini hanno attraversato la pas-serella accolti dall’entusiasmo deglispettatori; chi più timidamente e chicon spavalderia si sono meritati tutticalorosi applausi. È stato un trionfodi spensieratezza che ha avuto il suoapice quando don Giorgio è arrivatoin incognito, travestito da Barman…quest’ultima cosa naturalmente èuno scherzo, ma sapete com’è: “a car-nevale ogni scherzo vale!”.

Marco Girlanda e Maria Maura

LA STAGIONE DEI COLORIE' in arrivo la primavera, per molti la stagione più amata, per altrettanti quellapiù odiosa perchè portatrice dei fastidiosissimi pollini. Nonostante questo èun dato di fatto che la primavera porti allegria, spensieratezza e soprattuttocolori.

La rinascita della natura dopo il buio e grigio inverno ha, a mio parere, ancheun valore simbolico poichè rappresenta la speranza che è in ognuno di noi divoltare pagina e di iniziare con nuova forza un altro anno.

Il brano che vi propongo oggi è un brano di un autore latino che molti di voiprobabilmente conoscono, ossia Virgilio, che in pochi versi tratteggia gli ele-menti caratterizzanti della primavera che in un certo senso sono anche glistessi che permettono la vita (acqua, seme, germogli...).

Alla selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera;la primavera gonfia la terra avida di semi.Allora il Cielo, padre onnipotente, scendecon piogge fertilie accende ogni suo germe. Gli arbusti risuonanodel canto degli uccelli, i prati rinverdiscono.E i campi si aprono: si sparge la tenera acqua;ora al nuovo sole si affidano i nuovi germogli.

Alessandra Busacca

Publio Virglilio Marone

Rubrica Poesia

Erbe Aromatiche - Officinali Tisane

Fitopreparati - Cosmesi NaturaleProdotti delle Api

Alimentazione BiologicaTest Intolleranze

Naturopatia - Iridologia

MILANOVIA CARABELLI, 3 - TEL. 025514957VIA L. PAPI, 20 - TEL. 02.54100279E-mail: [email protected]

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Mirko Mara(vice-presidente Associazione Dalet)

NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE DALET

APRI QUESTA PORTA!Spiando dal buco della serratura di questa porta se ne vedonodi cose. Gente che sorride, che si diverte, che s’impegna nelmondo della comunicazio-ne. Gente che recita, che siveste da clown, che scrivelibri, che disegna, che riflet-te su un film. Anche se adire il vero da qui sembra-no un po’ tutti pazzi. E sequesta porta l’aprissi? Leattività dell’AssociazioneDalet continuano e si forti-ficano. Non è una grande notizia, lo so, non è neppure una gran-de novità. Eppure si costruisce sul mio viso un inaspettato sorri-so al pensiero che solo un anno fa la metà del bene che stiamoriuscendo a fare quest’anno sembrava una meta idilliaca da so-gno utopistico. Abbiamo creduto in questo progetto, ci stiamocredendo. Molti ne avranno già sentito parlare, altri si sarannoinformati, altri ancora si saranno accontentati delle parole in-certe di un amico di vecchia data. Sta di fatto che il progettoDalet cresce, si perfeziona, si delinea nelle sue forme e prendevita seguendo strade ed idee che neppure i fondatori avevanopreso in considerazione.La Dalet, l’associazione ONLUS che si occupa di comunicazionee solidarietà, è attiva già da tempo nella Parrocchia san Pio V edè davvero aperta a tutti, a tutti i giovani e tutti gli adulti chevogliono spendere con coraggio il loro tempo per impegnar-si nel mondo della comunicazione. Della buona comunica-zione. È un’associazione che è davvero aperta perché nonha vincoli territoriali, non ha al suo interno rigide separazio-ni anagrafiche, non ha barriere etniche, politiche o linguisti-che. Mi preme sottolinearlo in questo articolo, e sono con-tento che ho la possibilità di farlo, perché se questo concet-to non fosse rimarcato si perderebbe una fondamentale ca-ratteristica dell’Associazione di cui sono Vice Presidente. Adon Giovanni piace ricordare spesso che Dalet è un numeroebraico, il numero quattro, che ha la forma di una porta aper-ta e che ci ricorda l’importanza dell’accoglienza e delle rela-zioni vere. Che cos’altro potrebbe essere, dunque, la Dalet,se non un’associazione libera ed aperta? Oggi sono tanti iprogetti che stiamo mettendo in cantiere e di cui in questimesi vi terremo informati. Quest’estate i bambini di Bola-nos, in Messico, riceveranno grazie alla vostra generosità,un forte aiuto per migliorare la loro situazione economica esociale. Consegneremo il ricavato delle offerte raccolte du-rante la Novena alle suore marcelline. Ma marzo e aprile sa-ranno mesi ricchi di novità ed impegni per l’associazione.Partirà la collaborazione con la Fondazione Aliante, con cuiorganizzeremo una squadra di calcio a 5 che andrà ad iscri-versi al campionato primaverile del C.S.I. per ragazzi e giova-ni con problemi di integrazione. La squadra sarà seguita daLuca, un educatore davvero capace , che ha offerto la suadisponibilità. Prima della Pasqua, a grande richiesta, distri-buiremo un libretto a cui noi teniamo particolarmente e acui stiamo lavorando ormai già da un anno. Si tratta de “Leparole della Pasqua”, uno strumento per riflettere sul cuoredel mistero cristiano tratto dalla predicazione degli esercizispirituali alla comunità dal 10 al 13 marzo 2008 e dalla medi-tazione del Venerdì Santo presso la Parrocchia san Pio V (Mi-lano) di don Giovanni Pauciullo. È un libricino agile (40 pagi-

ne circa), moderno ma profondo, sul senso della Pasqua e suidiversi episodi che la contraddistinguono. Non perdetevelo.Per quanto riguarda gli eventi dell’associazione, grande succes-so ha avuto il Dalet Night Live, la festa di carnevale della Dalet,ma se volete saperne di più visitate il nostro sito(www.associazionedalet.com) o il gruppo su facebook. Imper-dibili sono le foto di don Giovanni vestito da Cardinale… Nocomment. Domenica 26 aprile 2009 sarà un’altra giornata digrande festa per tutti perché, presso il salone grande di via Lat-tanzio 60, si terrà il “MIAMANGI”, una cena a base dei prodottitipici della cucina milanese. Per partecipare manda una mail [email protected]. È un’occasione per ritrovarcie festeggiare insieme l’arrivo della primavera. Sarebbe davverobello vederci tutti, insieme, uniti. Ho ricordato solo alcune del-le attività dell’associazione, che sono moltissime (Teatro, clown,sport…). Tutte diverse, tutte utili, tutte aperte a chi, con corag-gio e voglia di fare, ne vuole prendere parte.Non mi resta che fare un ringraziamento particolare a don Si-mone e a tutti i baldi giovani della redazione dell’Orafoglio perl’abbondante spazio che ci riservano ad ogni uscita del giornali-no. Grazie davvero!

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Noviziato Gruppo MI 5/92

LE NOSTREDIPENDENZE

Ingredienti:- 2 filetti di baccalà- 1 vasetto di olive nere- 2 grosse cipolle o 4 piccole- 1 pugno di farina- olio, sale e pepe quanto basta- 1 scatola piccola di polpa di pomodo-ro.

Preparazione:Lasciare in ammollo il baccalà per ven-tiquattro ore, cambiando più volte l’ac-qua. Successivamente toglierlo dall’ac-qua e farlo scolare, infarinarlo e frig-gerlo quasi a ¾ di cottura, poi toglier-lo e appoggiarlo su un piatto con dellacarta assorbente per assorbire l’olioin eccesso. Separatamente, in una pa-della, affettare in modo abbastanzagrossolano le cipolle, mettere un paiodi cucchiai d’olio, aggiungere una sca-toletta piccola di polpa di pomodoro,sale e pepe, far cuocere bene le cipollee, a cipolle quasi cotte, aggiungere leolive; quando è quasi tutto cotto, ag-giungere a questo sugo il baccalà ta-gliato a pezzetti. Lasciare insaporireper cinque minuti e poi servire, possi-bilmente con una fetta di polenta.

RUBRICA: RICETTA DEL MESE

BACCALA’CON OLIVE

Cesare Tosi

Ognuno di noi ha delle dipendenze,uguali o diverse da quelle degli altri,non riusciamo a farne a meno. Una di-pendenza è paragonabile ad un legamedi sottomissione, una mancanza di au-tonomia nei confronti di qualcuno oqualcosa. Noi, ragazzi di noviziato delgruppo scout MI 5/92 abbiamo decisodi affrontare l’argomento per compren-dere meglio noi stessi e il mondo checi circonda. Così la nostra ricerca haavuto inizio. Innanzitutto abbiamo cer-cato di capire cosa poteva essere chia-mato “dipendenza” e cosa no. Succes-sivamente abbiamo abbracciato l’ideache anche noi non siamo propriamenteliberi da questi legami di subordinazio-ne; anzi tutt’altro: anche se banali, cene sono molte da poter elencare, comeil fumo, il computer (chat e facebook),il caffè o i dolci, per qualcuno anchealcool o droghe leggere, il telefono… Inun secondo tempo è stato realizzato unquestionario a cui sono stati sottopo-sti tutti i ragazzi del clan, per verifica-re in che modo vivono la loro promessascout, o meglio, così gli è stato pre-sentato, in realtà era sempre un testattinente all’argomento “dipendenze”,con molte domande trabocchetto pernon far scoprire il trucco.Questi questionari sono poi stati ana-lizzati dai noi novizi, per cercare di ca-pire, anche tra i ragazzi scout, qualisono le dipendenze più frequenti. Poi èarrivato il pezzo forte di tutte le no-stre attività: l’uscita del 21/22 febbraioa Como.La sera stessa di sabato 21,noi, i vostri nove avventurie-ri, toltici la perfetta divisascout, ci siamo vestiti con abi-ti normali, in borghese, o me-glio, con degli abiti che ci fa-cevano assomigliare a deigruppi di discotecari, di fric-chettoni o di giocatori d’az-zardo. Dalle ore 23:00 fino aquasi l’una di notte siamoandati in giro per i locali e iparchi di Como a proporre, adalcune persone prevalente-mente giovani della nostra etào poco più grandi, la versionemodificata del test utilizzatocoi ragazzi del clan.

Le domande spaziavano da “quantevolte esci alla settimana” a “di checosa pensi di non poter fare a meno”o “hai un partner fisso”. Insomma vo-levamo sia inquadrare il tipo di perso-na e le sue abitudini, sia esplorare lesue dipendenze e poi cercare di corre-

lare i dati. Quella sera è stata un suc-cesso, sono state raccolte un sacco diinformazioni e la gente era tanto in-curiosita che si recava spontaneamenteverso di noi.I dati raccolti devono essere ancoracontrollati e studiati e soprattutto vo-gliamo approfondire la nostra compe-tenza sul tema. Abbiamo in program-ma incontri con esperti del settore,un’uscita in una comunità di recuperodove incontreremo chi della sua dipen-denza è divenuto schiavo e ora vuolefaticosamente uscire e la visione di unfilm. Speriamo di scoprire anche per-ché le persone si avvicinano alle di-pendenze e quale può essere la stradamigliore per riconquistare la proprialibertà. Al termine dell’inchiesta vor-remmo esporre tutto il nostro lavoroattraverso un video o una mostra chesarete tutti invitati a visitare! A pre-sto per altri aggiornamenti…!

Chiara Pisoni

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Il bambino guardava la nonna scrive-re una lettera.Ad un certo punto le chiese:- Stai scrivendo una storia su di me?La nonna smise di scrivere e sorrise:- In effetti sto scrivendo di te, ma piùimportante delle parole è la matita chesto usando. Mi piacerebbe che tu fos-si come lei, quando sarai grande. Inessa ci sono cinque qualità che, se turiuscirai a mantenere, faranno sem-pre di te un uomo in pace con il mon-do.

PRIMA QUALITA’:Tu puoi fare grandi cose ma non devimai dimenticare che esiste una manoche guida i tuoi passi.

SECONDA QUALITA’: Ogni tanto devointerrompere ciò che sto scrivendo eusare il temperino. La matita soffreun po’ ma alla fine è più appuntita.Pertanto sappi sopportare il dolore,perchè ciò ti renderà una persona mi-gliore.TERZA QUALITA’: La matita ci per-mette sempre di usare una gommaper cancellare gli sbagli. Correggerenon è necessariamente un male, ma èfondamentale per mantenerci sulla viache vogliamo percorrere.

QUARTA QUALITA’: Ciò che è davve-ro importante della matita non è il le-gno o la forma esteriore, ma la grafiteche vi è all’interno. Fai sempre atten-zione a ciò che succede dentro di te.

QUINTA QUALITA’: La matita lasciasempre un segno. Ugualmente, sappiche tutto ciò che farai nella vita lasce-rà delle tracce.

IL BAMBINOE LA MATITA

SOLUZIONE DEL CRUCIVERBAPUBBLICATO NEL NUMERO SCORSO

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Gradito omaggio a chi porta questo coupon

Non soggetto ad impostastampa presso tipografia esterna

Tiratura 1100 copie.

Calendario AppuntamentiQuando? Cosa? Per chi?

Lun 30/03  ‐ Gio 02/04ore 21:00

Esercizi spirituali parrocchiali

per tutti!(in chiesa)

Martedì 31 marzoEsami AIDA danza 

modernaper le allieve di moderna

Domenica 5 aprile Domenica delle palme per tutti!

Domenica 5 aprile       ore 20:00 Consegna della Croce 2^ media

Lunedì 6 aprile          ore 17:00 Via Crucis dei ragazzi per tutti!

Martedì 7 aprileore 21:00

Via Crucis per le           vie del quartiere per tutti!

Giovedì 9 Aprile         ore 15.30

Accoglienza del Sacro Crisma e confessioni 5^ elementare

Giovedì 9 aprileore 21:00 s. Messa in Cena Domini per tutti!

Venerdì 10 aprile        ore 15:00

Celebrazione della Passione del Signore per tutti!

Venerdì 10 aprile        ore 21:00 Adorazione della croce per tutti!

Sabato 11 aprile         ore 21:00

Veglia Pasquale nella risurrezione del Signore per tutti!

Domenica 12 aprile Pasqua del Signore per tutti!

Lun 13/04  ‐ Mer 15/04Professione di fede a 

Roma 3^ media

Sab 18/04  ‐Dom 19/04partenza ore 8:45

Pellegrinaggio decanalePadova ‐Venezia

per i ragazzi di 2^ media

Martedì 21 aprile        ore 21:00

Consiglio Pastorale Parrocchiale

Per i consiglieri e chi fosse interessato

Domenica 26 aprile    ore 15:30 Prime Comunioni solenni 4^ elementare

Domenica 10 maggioore 18:00 Consegna del Vangelo

per genitori e bambinidi 3^ elementare