carbonara in vista numero 0

4
Apri gli occhi, Carbonara è in vista! - Lucia Abbinante - La Sfida nella Sfida - Giuseppe Magrone - www.progettocarbonara.info Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare… Per fare un tavolo ci vuole un fiore… Per fare tutto ci vuole un fio-o-re”. Decolla con questa canzoncina in sottofondo “Carbonara in vista”, il bollettino informativo della neonata associazione “Progetto Carbonara”. Siamo un gruppo di persone che decidono un bel giorno di piantare un fiore. Terra arida quella di Carbonara di Bari, fatiscente e sommersa di foglie secche; terra per la quale è acqua sprecata, lavoro inutile, risultato scarso. Non siamo professionisti e tale progetto non è inquadrato in nessuna strategia di marketing editoriale, non siamo stati dotati improvvisamente di super poteri che possano far le magie né eletti per salvare la nostra terra. Siamo un gruppo di persone di svariate età e professioni accomunati dalla passione per la scrittura, dalla versatilità, dalla creatività, dalla curiosità e soprattutto dall’appartenenza alla stessa terra; persone che hanno cominciato a guardarsi intorno, a scavare, a guardare ed ascoltare le cose di ogni giorno, a confrontarle con altre realtà e che hanno deciso di dare una voce a questo paese, convinti che anche a Carbonara sia possibile compiere il primo passo verso l’evoluzione. Anche nel nostro paese può nascere un fiore. Carbonara vanta una storia fatta di costumi e tradizioni senza tempo, culla fra le sue braccia vite interessanti e talentuose, associazioni che si muovono per il sociale, progetti abbandonati, giorni fatti di eventi e di storie che meritano di essere vissute e raccontate che invece fluiscono e passano senza rilevanza, (dis)informazioni agli abitanti affidate all’antica arte del passaparola, un’istituzione che opera sul territorio, che lavora per il territorio senza però mantenere un contatto diretto e ufficiale con esso. Noi vogliamo donare al nostro paese un punto di vista: contro la disinformazione, contro l’indifferenza e la cecità che talvolta prende facilmente piede nelle nostre menti. A ciò contrapponiamo un bollettino cartaceo perché ogni singolo contributo, ogni singolo punto di vista possa essere toccato con mano e possa circolare. Questo bollettino informativo sarà Solo dei romantici sognatori, innamorati follemente del proprio territorio potevano pensare a “Progetto Carbonara”. E adesso i fidanzatini e le fidanzatine di un quartiere barese bisognoso di coccole, hanno realizzato un sogno, anzi due: questo bollettino informativo e un “laboratorio di idee” che ha a cuore il destino dell’ex frazione di Bari ed è attento a non cadere nella “trappola” dei partiti o delle associazioni partitiche. Progetto Carbonara è riuscito ad unire uomini e donne con diverse idee politiche, accomunati da una folle voglia di svegliare un quartiere che come la principessa delle favole dorme profondamente. Non lo faremo certo con un bacio, ma ricordando alle amministrazioni comunali che Carbonara è un quartiere di Bari come tutti gli altri, e che i carbonaresi meritano più attenzione e rispetto. Useremo l’arma del confronto e del dialogo offrendo ai nostri politici fiumi di idee e di proposte, elaborate da “vulcaniche menti”; discuteremo con loro sulla fattibilità dei progetti, per ridare una migliore vivibilità ad una terra deturpata e maltrattata da una politica “distratta, offesa da comportamenti “leggeri” di alcuni concittadini, che con il loro modo di operare hanno impedito al territorio di decollare socialmente, economicamente e culturalmente. Nella tornata amministrativa appena conclusasi, l’associazione è stata protagonista di corteggiamenti da parte di alcuni partiti politici ma in tutta risposta il gruppo ha preferito mantenere la propria imparzialità partitica, dato che la sua forza sta nella perfetta convivenza e sintonia tra chi ha idee politiche diverse, a volte opposte! Anche il ciclone referendum sulla autonomia non ha scomposto Progetto Carbonara: non è stata presa infatti nessuna posizione ufficiale a riguardo, pur condividendo con gli autonomisti i motivi che hanno dato l’incipit alla battaglia, in primo luogo sentirsi cittadini di serie B! La volontà di essere trattati alla stessa stregua dei quartieri vicini, è ben espressa in un post scritto su Facebook che porta il titolo: “E io sono geloso”. L’articolo, commentando l’iniziativa lodevole del Comune di Bari di piantumare i nuovi alberi nella città, evidenziava il fatto che ancora una volta Carbonara era tagliata fuori, con il silenzioso consenso di tutte le forze politiche del nostro territorio. Bollettino informativo a diffusione interna dell’Associazione Progetto Carbonara Continua a pagina 2 Continua a pagina 4 Questo bollettino non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001

Upload: progetto-carbonara

Post on 28-Mar-2016

219 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Bollettino dell'Associazione Progetto Carbonara

TRANSCRIPT

1Carbonara in vista - numero 0

Apri gli occhi, Carbonaraè in vista!

- Lucia Abbinante -

La Sfidanella Sfida

- Giuseppe Magrone -

www.progettocarbonara.info

“Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare… Per fare un tavolo ci vuole un fi ore… Per fare tutto ci vuole un fi o-o-re”.

Decolla con questa canzoncina in sottofondo “Carbonara in vista”, il bollettino informativo della neonata associazione “Progetto Carbonara”.

Siamo un gruppo di persone che decidono un bel giorno di piantare un fi ore. Terra arida quella di Carbonara di Bari, fatiscente e sommersa di foglie secche; terra per la quale è acqua sprecata, lavoro inutile, risultato scarso.

Non siamo professionisti e tale progetto non è inquadrato in nessuna strategia di marketing editoriale, non siamo stati dotati improvvisamente di super poteri che possano far le magie né eletti per salvare la nostra terra. Siamo un gruppo di persone di svariate età e professioni accomunati dalla passione per la scrittura, dalla versatilità, dalla creatività, dalla curiosità e soprattutto dall’appartenenza alla stessa terra; persone che hanno cominciato a guardarsi intorno, a scavare, a guardare ed ascoltare le cose di ogni giorno, a confrontarle con altre realtà e che hanno deciso di dare una voce a questo paese, convinti che anche a Carbonara sia possibile compiere il primo passo verso l’evoluzione. Anche nel nostro paese può nascere un fi ore.

Carbonara vanta una storia fatta di costumi e tradizioni senza tempo, culla fra le sue braccia vite interessanti e talentuose, associazioni che si muovono per il sociale, progetti abbandonati, giorni fatti di eventi e di storie che meritano di essere vissute e raccontate che invece fl uiscono e passano senza rilevanza, (dis)informazioni agli abitanti affi date all’antica arte del passaparola, un’istituzione che opera sul territorio, che lavora per il territorio senza però mantenere un contatto diretto e uffi ciale con esso.

Noi vogliamo donare al nostro paese un punto di vista: contro la disinformazione, contro l’indiff erenza e la cecità che talvolta prende facilmente piede nelle nostre menti. A ciò contrapponiamo un bollettino cartaceo perché ogni singolo contributo, ogni singolo punto di vista possa essere toccato con mano e possa circolare.

Questo bollettino informativo sarà

Solo dei romantici sognatori, innamorati follemente del proprio territorio potevano pensare a “Progetto Carbonara”. E adesso i fi danzatini e le fi danzatine di un quartiere barese bisognoso di coccole, hanno realizzato un sogno, anzi due: questo bollettino informativo e un “laboratorio di idee” che ha a cuore il destino dell’ex frazione di Bari ed è attento a non cadere nella “trappola” dei partiti o delle associazioni partitiche. Progetto Carbonara è riuscito ad unire uomini e donne con diverse idee politiche, accomunati da una folle voglia di svegliare un quartiere che come la principessa delle favole dorme profondamente. Non lo faremo certo con un bacio, ma ricordando alle amministrazioni comunali che Carbonara è un quartiere di Bari come tutti gli altri, e che i carbonaresi meritano più attenzione e rispetto. Useremo l’arma del confronto e del dialogo off rendo ai nostri politici fi umi di idee e di proposte, elaborate da “vulcaniche menti”; discuteremo con loro sulla fattibilità dei progetti, per ridare una migliore vivibilità ad una terra deturpata e maltrattata da una politica “distratta, off esa da comportamenti “leggeri” di alcuni concittadini, che con il loro modo di operare hanno impedito al territorio di decollare socialmente, economicamente e culturalmente.

Nella tornata amministrativa appena conclusasi, l’associazione è stata protagonista di corteggiamenti da parte di alcuni partiti politici ma in tutta risposta il gruppo ha preferito mantenere la propria imparzialità partitica, dato che la sua forza sta nella perfetta convivenza e sintonia tra chi ha idee politiche diverse, a volte opposte! Anche il ciclone referendum sulla autonomia non ha scomposto Progetto Carbonara: non è stata presa infatti nessuna posizione uffi ciale a riguardo, pur condividendo con gli autonomisti i motivi che hanno dato l’incipit alla battaglia, in primo luogo sentirsi cittadini di serie B!

La volontà di essere trattati alla stessa stregua dei quartieri vicini, è ben espressa in un post scritto su Facebook che porta il titolo: “E io sono geloso”. L’articolo, commentando l’iniziativa lodevole del Comune di Bari di piantumare i nuovi alberi nella città, evidenziava il fatto che ancora una volta Carbonara era tagliata fuori, con il silenzioso consenso di tutte le forze politiche del nostro territorio.

Bollettino informativo a diff usione interna

dell’Associazione Progetto Carbonara

Continua a pagina 2 Continua a pagina 4

Questo bollettino non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001

2 Carbonara in vista - numero 0

SMS a 1 centesimo? Ora si può! - Francesco Capone -

Skebby è un programma per cellulare che permette di inviare sms gratis dal telefonino via Internet. Funziona su tutti i telefonini che supportano la tecnologia Java, senza cambiare operatore, numero e senza un nuovo contratto.

E’ semplicissimo da usare: basta andare su www.skebby.it direttamente dal cellulare o anche dal PC ed installare l’applicazione sul telefonino. La prima volta il programma vi chiederà di inserire i dati di accesso alla comunità oppure di iscrivervi come nuovo utente. Dopodiché sarà possibile usufruire degli sms gratuiti, come già accade sul sito della Vodafone. Quello che spenderete sarà solo 1 centesimo, cioè il traffi co internet generato per ogni singolo SMS, ma se avete

una tariff a fl at allora non pagherete neanche quello. Al momento della stesura dell’articolo è disponibile la versione 3.30 che introduce una nuova grafi ca, il servizio Skebby 0cent che consente di inviare sms illimitati verso gli altri utenti di Skebby e tante altre funzionalità.

Il sito off re anche la possibilità di inviare fi no a 3 sms gratuiti al giorno verso tutti i numeri in Italia.

Ma non è fi nita. Sia i privati che le imprese possono acquistare pacchetti di sms prepagati a basso costo per l’invio in Italia e all’estero con i quali risparmiare ulteriormente.

Problemi? Suggerimenti? Discutetene direttamente con gli autori del programma nel forum uffi ciale all’indirizzoforum.skebby.it.

Da che pulpito viene la predica?La Sapienza e la Giustizia di un Popolo

in contatto con le comunità religiose

Il libro della Sapienza, uno dei libri dell’Antico Testamento, si apre con questa esortazione: «Amate la giustizia, voi che governate sulla terra» (Sap 1,1). L’aff ermazione merita una rifl essione, almeno per due motivi. La prima riguarda il fatto che la sacra Scrittura, esponendo quale sia la vera sapienza faccia immediato riferimento alla giustizia. Il secondo motivo è il fatto che, parlando della giustizia, il libro sacro faccia riferimento prima di tutto a coloro che governano.

Riguardo al primo aspetto, cioè al rapporto tra giustizia e sapienza, è evidente il messaggio: la saggezza di un popolo, le sue tradizioni, la sua cultura, il suo modo di vivere, diventano sapienza quando hanno come anima e fondamento la giustizia. Secondo il libro sacro, la giustizia è quindi, lo stile con cui gli uomini vivono i rapporti tra di loro e il loro modo di vivere la città. Questo primo aspetto può essere motivo di rifl essione per chiedersi: qual è lo stile che determina i rapporti di convivenza nel nostro quartiere? A Carbonara, la sapienza è sorretta dalla giustizia? Sono domande alle quali possono rispondere le diverse situazioni che denunciano la scarsa capacità di convivere gli uni accanto agli altri. Il poco rispetto per le cose e gli spazi comuni, l’arroganza dei più violenti che vogliono imporre le loro pretese, la scarsità di luoghi e tempi per lo svago e la cultura, sono situazioni che non è possibile nascondere.

Riguardo al secondo aspetto, cioè alla giustizia come virtù essenziale e irrinunciabile di chi governa, forse siamo tutti d’accordo nell’aff ermare la verità di questo rapporto. Infatti, come potrebbe un uomo ingiusto garantire la giustizia verso coloro che è chiamato a governare? Ma anche qui, purtroppo, la realtà che viviamo presenta qualche problema. Poniamo solo alcune domande, lasciando le risposte alla sapienza di chi vuole rifl ettere. Potrà governare in modo giusto un uomo che è stato eletto

garantendo favori in cambio di voti? Quale giustizia può garantire chi attinge alle casse dello Stato, o approfi tta del suo ruolo per garantirsi privilegi personali? Con quale senso di giustizia può governare chi scende a compromessi, chi paga favori o minaccia violenza?

Nel vangelo di Matteo Gesù ricorda ad ogni cristiano: «se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5,20). Il cristiano, se è tale, non può chiudere gli occhi di fronte alla realtà, né per paura, né per egoismo, né per indiff erenza. Un paese non può attribuirsi l’aggettivo di “cristiano” solo perché le sue chiese sono aff ollate di fedeli. Se possiamo vantare una “tradizione” cristiana, non è detto che possiamo vantare una “cultura” cristiana. Infatti, la tradizione resta legata al passato, ma la cultura è saper vivere il presente attingendo al patrimonio ricevuto dal passato. La giustizia che Cristo chiede ai cristiani riguarda il loro modo di vivere nella società, il loro impegno a favore dei più poveri, il loro coraggio di denunciare le ingiustizia. Ai cristiani poi, chiamati alla responsabilità del governo, Cristo chiede il senso di giustizia che può essere garantito solo quando si considera il proprio ruolo come un «ministero», cioè un impegno accettato per mettersi a servizio degli altri.

Come credenti abbiamo forse dimenticato che siamo chiamati ad essere anche «profeti».

A loro, secondo la testimonianza della Bibbia, è riservato il coraggioso compito di denunciare le ingiustizia senza cedere ai compromessi, di mettersi dalla parte dei più deboli senza lasciarsi corrompere dai più forti, di mostrare coraggio anche di fronte alle minacce. Ma forse i cristiani tranquilli, che riempiono le chiese, ma non danno fastidio a nessuno, fanno un po’ comodo a tutti: agli altri perché non disturbano, a se stessi perché non corrono rischi.

Don Mimmo Falco

Caro amico, “Carbonara in Vista” (r)accoglie il tuo contributo! Se vuoi metterti in contatto con noi non esitare a scriverci il tuo punto di vista o la tua esperienza o a partecipare ai live di Progetto Carbonara.

[email protected]

Tradizione e attualitàPane di Carbonara: bontà da riscoprire

- Giuseppe Lampugnani – Antonella Ardito -

“Passi da Carbonara? Portami il pane”. Tante volte è capitato che parenti e amici ci abbiano rivolto questa frase, pregustando già la fragranza della crosta e la morbidezza delle fette delle schiacciate, dei taralli, dei barilotti cotti nel forno a legna. Perché il pane di Carbonara è qualcosa di speciale, ha una tradizione che si perde nella notte dei tempi e continua ad essere apprezzato lontano da Bari, anche di più del rinomato pane di Altamura. Per riscoprire ricetta, sapori e aneddoti legati al pane di Carbonara, non c’è luogo migliore del forno di via Montegrappa, situato a due passi dalla chiesa di sant’Agostino dove ogni giorno, con il pane, si intrecciano gli odori delle tielle e delle focacce preparate in casa. Per i carbonaresi questo luogo si chiama “Chelin u’ frnar” dal nome di Michele, uno dei suoi storici gestori. Oggi il forno è passato in gestione alla famiglia Ambruoso, che ogni giorno sforna più di un quintale di pane. Nel forno in pietra di Trani, risalente al 1600 e situato nel seminterrato del locale, si cuoce il pane in forme da mezzo chilo, da chilo, ma anche su ordinazione di due o tre chili. Il forno raggiunge una temperatura di 500 gradi, e questo è possibile grazie alla pietra. In passato il fuoco veniva acceso direttamente all’interno del forno; oggi invece, per rispettare le prescrizioni di legge che vietano la combustione diretta del legname a contatto con il pane, c’è un bruciatore, alimentato con legno e scorze di mandorlo, che immette calore all’interno del forno. Nella parte superiore dei locali di via

Montegrappa, ogni giorno Nicola e Gaetano infornano i panini nel nuovo forno ventilato. “Impossibile cuocere i panini nel forno di pietra, è troppo forte – ricorda Nicola – però con questo forno possiamo fare i panini soffi ati, molto richiesti”. Con il bruciatore è stato possibile preservare il forno in pietra, al contrario di molti altri che a Carbonara sono stati costretti a chiudere per la mancanza di spazio e di fondi per rispettare le nuove norme igieniche. Ma non cambia nonostante il passare degli anni il procedimento per l’impasto del pane: alle 18 inizia il lavoro nel forno, dove al lievito madre, all’impasto del giorno precedente, si aggiunge acqua, farina e sale. L’impasto viene lasciato lievitare per quattro ore. Le forme di pane sono ancora oggi adagiate sulle tavole, rivestite da bianchi lenzuoli e infarinate a dovere: ma la vera chicca del pane di Carbonara è l’eff etto lucido sulle pagnotte intrecciate. “Non ci mettiamo mica l’uovo – ricorda orgoglioso Nicola – basta uscire il pane dal forno per pochi secondi, spennellarlo d’acqua e rimetterlo in forno”. Un procedimento semplice che dona al pane di Carbonara un profumo e un sapore ricco e delicato insieme. “Portare avanti le tradizioni però non è semplice – conclude Nicola dopo una lunga notte di lavoro – la panifi cazione richiede fatica, ha orari massacranti e si lavora di più quando gli altri fanno festa. Servono degli incentivi per riavvicinare le giovani generazioni a questo mestiere, altrimenti anche il pane di Carbonara rischia di morire”.

Caratteristica foto di un forno carbonarese

da pagina 1 Apri gli occhi, Carbonara è in vista!

Apolitico, Laico, Libero, conformemente ai principi su cui si fonda l’associazione Progetto Carbonara; verrà lanciato e messo “in vista” proprio come un aereoplanino di carta, casereccio, semplice e diretto.

Un solo obiettivo: mettersi in contatto favorendo lo sviluppo dell’opinione pubblica e la discussione delle problematiche, lasciando circolare delle idee, accentuando il bisogno sempre più impellente di ridefi nire l’identità ormai smarrita di Carbonara.

Cerchiamo e accogliamo l’esperienza di qualsiasi cittadino in veste di abitante e di lavoratore, cerchiamo il confronto con il politico, con la scuola, con le associazioni che operano sul territorio, con le istituzioni religiose (cattoliche e non), cerchiamo il contributo dei Carbonaresi sparsi per il mondo, torniamo indietro e indaghiamo nella storia cercando di capire cosa ha da raccontarci Carbonara attraverso i suoi edifi ci

e le sue tradizioni, cerchiamo i percorsi e i racconti degli artisti Carbonaresi.

Rianimiamo e incoraggiamo la Carbonara incompresa e trascurata perché cambi il punto di vista dei suoi abitanti ormai abituati a viverla passivamente e negativamente, perché possano toccare con mano la realtà del territorio che li ospita, perché non ci si fermi all’apparenza affi nchè il paese possa essere vissuto in tutte le sue sfaccettature, alle volte anche sorprendentemente piacevoli.

Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare: per fare un paese ci vuole un uomo, per fare tutto ci vuole anche un uomo.

Un paese è la storia di tante vite, pronte a ricavare risorse, a ripulire la terra e piantare il seme, pronte a contribuire nel convinto tentativo di far nascere un fi ore.

E se un paese è il risultato del contributo di tante vite, vita non sei anche tu?

3Carbonara in vista - numero 0

Carbonara in-direttaUn ragionevole urlo di denuncia

Idee sostenibiliDa Carbonara in centro in Treno? Si può e conviene!Da Carbonara in centro in Treno? Si può e conviene!

- Filippo Bia -- Filippo Bia -

Quanto tempo si impiega per recarsi in Quanto tempo si impiega per recarsi in centro in auto? In condizioni di traffi co normale centro in auto? In condizioni di traffi co normale ed escludendo il tempo necessario a riuscire ed escludendo il tempo necessario a riuscire nell’ardua impresa di trovare parcheggio, nell’ardua impresa di trovare parcheggio,

bisogna preventivare dai 20 ai 25 minuti.bisogna preventivare dai 20 ai 25 minuti.Durante l’ora di punta si raggiungono Durante l’ora di punta si raggiungono facilmente i 40 minuti, tempo che può facilmente i 40 minuti, tempo che può essere abbondantemente superato in caso essere abbondantemente superato in caso

di giornate piovose.di giornate piovose.Mentre quanto tempo, Mentre quanto tempo, invece, impiega il invece, impiega il treno? Sempre e treno? Sempre e costantemente 14 costantemente 14 minuti indipendente-minuti indipendente-mente dagli orari mente dagli orari e dalle condizioni e dalle condizioni atmosferiche.atmosferiche.

Quanto si spende Quanto si spende per arrivare dalla per arrivare dalla nostra Piazza Umberto nostra Piazza Umberto alla Stazione Centrale alla Stazione Centrale in auto? Per coprire i in auto? Per coprire i 13 Km necessari ad 13 Km necessari ad andare e tornare dalla andare e tornare dalla città serve almeno un città serve almeno un litro di benzina (€1,30), litro di benzina (€1,30), a patto di non dover a patto di non dover girovagare aff atto girovagare aff atto alla ricerca del alla ricerca del sospirato “posto”, sospirato “posto”,

che costa la bellezza di 2 euro all’ ora.che costa la bellezza di 2 euro all’ ora.Considerando di sostare per 2,5 ore, Considerando di sostare per 2,5 ore, l’l’investimentoinvestimento ammonta a 5 euro. ammonta a 5 euro.Ad onor del vero bisognerebbe anche Ad onor del vero bisognerebbe anche aggiungere i costi di usura dell’ autovettura aggiungere i costi di usura dell’ autovettura ma poi il confronto diverrebbe impietoso.ma poi il confronto diverrebbe impietoso.Quanto si spende invece utilizzando il treno? Quanto si spende invece utilizzando il treno? 2 euro, indipendentemente dal tempo di 2 euro, indipendentemente dal tempo di permanenza in città.permanenza in città.

E in termini di inquinamento? Qual è E in termini di inquinamento? Qual è il mezzo più rispettoso per l’ambiente?il mezzo più rispettoso per l’ambiente?Per poter eff ettuare un calcolo di Per poter eff ettuare un calcolo di inquinamento procapite attendibile, inquinamento procapite attendibile, bisognerebbe prendere in cosiderazione bisognerebbe prendere in cosiderazione veramente tante variabili quali: il tipo di veramente tante variabili quali: il tipo di automobile utilizzata, il tipo di carburante, automobile utilizzata, il tipo di carburante, la sua omologazione e soprattutto la sua omologazione e soprattutto il numero di passeggeri trasportati.il numero di passeggeri trasportati.Chiaramente le stesse variabili Chiaramente le stesse variabili andrebbero adattate e prese in esame andrebbero adattate e prese in esame per quanto riguarda il trasporto su rotaia.per quanto riguarda il trasporto su rotaia.A questo punto ci limiteremo a prendere A questo punto ci limiteremo a prendere in esame i valori europei di utilizzo.in esame i valori europei di utilizzo.Per quanto riguarda l’auto, è come dire Per quanto riguarda l’auto, è come dire che ci si sposta a bordo di una vettura di che ci si sposta a bordo di una vettura di classe media, con alimentazione diesel, classe media, con alimentazione diesel,

omologazione Euro 3, con a bordo 1,5 persone.omologazione Euro 3, con a bordo 1,5 persone.Dati verifi cabili su Dati verifi cabili su http://ecopassenger.http://ecopassenger.hafas.dehafas.de..

Considerando questi dati, viaggiando Considerando questi dati, viaggiando in treno, le emissioni di CO2 si riducono del in treno, le emissioni di CO2 si riducono del 55%; quelle di polveri sottili del 66%, mentre 55%; quelle di polveri sottili del 66%, mentre l’ energia viene ridotta del 70%.l’ energia viene ridotta del 70%.

Qual è il mezzo più sicuro?Qual è il mezzo più sicuro?Anche qui prenderemo in esame i tassi UE di Anche qui prenderemo in esame i tassi UE di mortalità relativa ad incidenti per auto: 11,3 mortalità relativa ad incidenti per auto: 11,3 decessi per 100.000 passeggeri contro lo 0,03 decessi per 100.000 passeggeri contro lo 0,03 del treno.del treno.

Alla luce di questi dati il treno si aggiudica Alla luce di questi dati il treno si aggiudica per KO tecnico il confronto con l’ auto.per KO tecnico il confronto con l’ auto.

Quindi perché non incentivare l’ utilizzo Quindi perché non incentivare l’ utilizzo del treno anche da Carbonara verso il centro del treno anche da Carbonara verso il centro cittadino?cittadino?

La stazione esistente è fuori mano per La stazione esistente è fuori mano per tutti coloro che abitano “a valle” di piazza tutti coloro che abitano “a valle” di piazza Umberto. La soluzione auspicabile è Umberto. La soluzione auspicabile è l’attivazione di una stazioncina con annessa l’attivazione di una stazioncina con annessa rastelliera con le bici nei pressi della fontana rastelliera con le bici nei pressi della fontana dei cavalli in quel di via Vela. Migliorare dei cavalli in quel di via Vela. Migliorare l’effi cienza dei trasporti e risurre il traffi co l’effi cienza dei trasporti e risurre il traffi co signifi ca migliorare sensibilmente la qualità signifi ca migliorare sensibilmente la qualità della vita nel quartiere.della vita nel quartiere.

Caro lettore,chi scrive questa lettera è il genitore di un

ragazzo che, per muoversi, ha bisogno di una sedia a rotelle. So bene che per portare te dentro il problema dell’handicap, argomento molto complicato e spesso aff rontato con superfi cialità, servono freddezza e chiarezza; è facile, però, che io fi nisca con l’esternare anche la mia rabbia.

Per molti è suffi ciente aver chiamato “non vedente” un cieco o “diversamente abile” un handicappato per essere a posto con la propria coscienza. La verità è che le attenzioni verso i soggetti più deboli sono enunciate, non applicate. Prendiamo la scuola: per tutti gli alunni è importante la continuità didattica e quindi si cerca di fare in modo che il corpo docente sia grosso modo lo stesso in un percorso di studi. Per gli insegnanti di sostegno, fondamentali nel percorso scolastico dei nostri ragazzi, si cambia ogni anno, in base alle esigenze delle graduatorie dell’Uffi cio scolastico provinciale. Ma come, lì non sanno che per i nostri ragazzi è più diffi cile stabilire rapporti corretti e profi cui con i docenti e che quindi sarebbe assolutamente necessario tentare di non cambiare continuamente gli insegnanti di sostegno? Certo che lo sanno, ma le regole non si sposano con le necessità del più debole e così ogni anno è una lotteria: puoi pescare il primo premio e allora ti ritrovi con persone che sembrano mandate dal buon Dio a sollevare le soff erenze o le diffi coltà di tali ragazzi, ma puoi non vincere e pescare fannulloni inverecondi che usano le diffi coltà dei tuoi ragazzi per ricevere un salario che non può essere più rubato alla collettività. Ma si deve andare avanti, perché le regole non tutelano realmente, a meno di strappi molto violenti (es. ritirare il ragazzo dalla scuola), che sarebbero ancora più diffi cili da comprendere per chi ha una sola chance: fi darsi del prossimo.

Passiamo a parlare della sanità? I nostri ragazzi hanno necessità, ad esempio, di

fi siokinesi riabilitativa. Per ottenerla bisogna fare pratiche, visite, controlli. Poi ti vengono assegnate due sedute di tre quarti d’ora alla settimana, suffi cienti a mantenere... le strutture preposte, non certo a rispondere alle reali esigenze di chi trascorre sulla sedia a rotelle almeno 12 ore al giorno e magari ha anche diffi coltà a muovere le mani. Che fai? Per anni abbiamo seguito un programma di riabilitazione che impegnava mio fi glio 24 ore su 24; sì, leggi bene. Abbiamo potuto farlo da soli, noi famiglia, con l’aiuto impagabile e meraviglioso di gente che ha saputo e voluto darci aiuto. Sono persone eccellenti, scolpite nel nostro cuore per sempre. Vuoi sapere di diffi coltà impreviste? Abitiamo in un vico che non ha uscite. E’ una strada abbastanza grande dove abbiamo sempre parcheggiato l’auto di fronte a casa, per esigenze di mobilità di mio fi glio e per eventuali interventi d’urgenza. Circa un anno fa, qualcuno ha chiesto ed ottenuto dal Comune di Bari che venissero collocati due pali segnaletici con il divieto di sosta. Le motivazioni del provvedimento del Comune sono state così risibili che il giudice di pace ha annullato il verbale del divieto di sosta, elevato dai vigili urbani chiamati dai soliti noti allorché le macchine erano in sosta. E’ molto confortante parlare con chi si preoccupa dell’applicazione delle norme: c’è il divieto e deve essere rispettato. Com’è bello poter imporre agli altri il rispetto delle regole che poi, quando fa comodo, facilmente si ignorano! Se si rispettassero le regole, gli scivoli sarebbero liberi, i posti riservati pure… Ma non è così. Se si rispettassero le regole, ci sarebbero divieti di sosta in circa l’80% delle strade di Carbonara, che sono come simili al vico di casa mia, ma nessuno fa richiesta e così si lascia stare.

La norma, in astratto, impedisce la creazione di un posto riservato a disabili in strade che non raggiungano una data larghezza, come per il vico nel quale abitiamo. Però, in questo caso, le esigenze di una norma vengono a collidere con il

diritto di mobilità e di assistenza di un disabile. E allora, cosa fare? A nostro avviso dovrebbe vincere il buon senso: atteso che con l’auto in sosta si possa passare, anche abbastanza agevolmente, perché applicare una regola che non tiene conto delle esigenze del più debole?! E se pensi: bisognerebbe parlarne al Sindaco…. ”Parole, soltanto parole tra noi”, cantava Mina, negli anni belli.

Vedi, caro lettore, potrei andare avanti e parlarti dell’esigenza allo sport, al tempo libero, alla socializzazione. Ne avrei da raccontare. So anche che ci sarebbe chi mi direbbe che il Comune ha provveduto a… Ma poi, prova ad aver necessità e capisci come anche quello che in teoria è disponibile, in pratica è una sequela infi nita di autorizzazioni, permessi ecc. in grado di sfi ancare anche chi ha acquisito una dura corazza contro l’insensibilità e l’improvvisazione, ma che ha nel tempo che passa un insopportabile nemico.

Che fare di fronte a tante diffi coltà? Personalmente mi affi do al messaggio evangelico: “Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio”.

Non ho né la capacità né la voglia di ergermi a giudice di chicchessia, in particolare di quelli che dicono “Signore, Signore”, ma, caro lettore, permettimi di dire che, se tali comportamenti sono così diff usi, o è perché siamo in pochi a seguire il messaggio evangelico, oppure siamo attratti dall’apparire più che dall’essere.

Permettimi, infi ne, una considerazione molto personale: penso che il nostro Presidente della Repubblica, allorché nomina

ogni anno i Cavalieri del Lavoro, dovrebbe guardare alle mamme degli handicappati. Sono donne che rinunciano a se stesse per dedicarsi ai fi gli; si trasformano in mani, piedi, voce, anima dei loro fi gli di cui sanno interpretare anche i più nascosti bisogni. Non ci sono parole che possano descriverle, forse solo una: MAMME.

Vorrei che ogni genitore di handicappato potesse riconoscersi e fi rmare idealmente questa lettera, anche chi non fosse capace di scriverla o non ne avesse la possibilità. Perché noi genitori dei disabili siamo tutti molto vicini di soff erenza e, credimi, di gioia. Noi abbiamo la fortuna di poter vedere negli occhi dei nostri fi gli, che magari non parlano o parlano male, lampi di luce che sono luminosi come il sole, pieni di gioia di vivere e di gratitudine che ci riempiono di felicità e ci danno la forza di continuare. Sì, caro lettore, il buon Dio ci ha dato la grazia di vivere per i nostri fi gli e lo facciamo con pienezza e con gioia. Peccato che di tanto in tanto, nella stanchezza, ci assalga il dubbio di ciò che sarà dopo di noi. Ma basta un loro sorriso e sappiamo che, come dicevano le nostre mamme, “Dio vede e provvede”.

Grazie.Lettera fi rmata

Anche una ruota può ostacolare il passaggio del disabile

La stazione della Sud-Est a Carbonara

4 Carbonara in vista - numero 0

da pagina 1 La Sfi da nella Sfi da

“Progetto Carbonara” ha l’obbligo morale di ridare un’anima ad un quartiere che da decenni vive in uno stato vegetale, usando lo strumento del dialogo e delle proposte, lavorando al fi anco delle amministrazioni, qualsiasi colore politico abbiano, per ri-portare Carbonara agli antichi splendori.

“Progetto Carbonara”, con il suo bollettino “Carbonara in Vista”, vuole essere la scintilla che rimette in moto l’intero quartiere, invertendo la rotta di una politica litigiosa, che antepone gli interessi di pochi e gli aff ari di partito alle esigenze della collettività. Con le idee di tutti e il costante impegno, vigileremo affi nché Carbonara sia nei pensieri, e soprattutto nei programmi dell’amministrazione comunale, alla pari dei quartieri considerati della “Bari bene”. Pretendiamo per Carbonara e per tutta la quarta circoscrizione lo stesso trattamento riservato alle altre, per liberarci dell’etichetta di quartiere dormitorio o di periferia degradata.

Magari come nelle fi abe, riusciremo, grazie al nostro instancabile impegno a trasformare il quartiere –rospo in un quartiere … principe!

GrazieCarbonara in vista è un lavoro

autofi nanziato secondo il metodo Social Like. Per la realizzazione di questo numero hanno contribuito: Giuseppe Magrone, Marianna Mastrodomenico, Giuseppe Lampugnani, Angela Albergo, Filippo Bia, Lucia Abbinante, Nicola De Giglio, Angela Albergo, Michele Piazzolla, Antonella Ardito, Francesco Capone, Stefania Carone, Francesco Magrone, Gemma Giovannini, Giuseppe Uggenti, Genny Giovannini, Rocco Carella, Micaela Stellato, Celeste Violillo, Francesca Picci

Un gruppo rivolto a scovare e valorizzare le risorse del proprio territorio, non può fare a meno di zoomare su una delle realtà più interessanti della vita di quartiere. L’arte, in tutte le sue forme, accompagna da secoli ogni momento di vita umana, allietandola e raccontandola in termini creativi, veicolando messaggi, denunciando ingiustizie e problematiche, sprigionando sogni. Arte, prima di tutto una passione, per molti un lavoro fatto di tecnica, di impegno, di obiettivi.

Progetto Carbonara dedica uno spazio di discussione agli artisti disseminati sul territorio. Quelli noti, in grado di mettere a disposizione la loro esperienza e quelli in sordina, che possano esprimersi partendo dal loro territorio.

Ballerini, musicisti, pittori, cantanti e qualsiasi altra categoria di artisti che voglia darci l’opportunità di poter mettere in vista il loro talento, il loro percorso, le loro idee, sarà ben accolto nella nostra associazione desiderosa di dar luce fra i Carbonaresi a ciò che Carbonara culla segretamente nel suo grembo.

Il primo rifl ettore si accende su un gruppo di artisti che ha accettato di presentarsi: si tratta della cover band di Adriano Celentano, “I Bisbetici Domati”.

Ciao ragazzi, innanzitutto complimenti per il vostro impegno riguardo alla formazione di una band musicale. Vi andrebbe di introdurre la vostra band a benefi cio di chi ancora non vi conosce e raccontarci con quali propositi avete dato vita ai “Bisbetici Domati”?

Certo, tutto nasce come un gioco. Sin da bambino, ogni volta che ascoltavo qualche pezzo di Adriano Celentano, cominciavo a canticchiarlo, accorgendomi pian piano che

questo artista mi trasmetteva forti emozioni. Canzone dopo canzone, il molleggiato cominciava inesorabilmente a farsi spazio nella mia vita; il mio ascolto comincia ad essere più profondo, ripercorrendo in maniera maniacale la sua lunga e strepitosa carriera, la sua persona e la sua arte iniziano ad essere per me quasi oggetto di studio.

Non mi perdo un fi lm, un programma e mi accorgo, divertito, che quando canto Celentano c’è qualcosa di speciale che esce quasi naturalmente dalla mia voce, così comincio a cantarlo sempre più spesso con gli amici provando belle e simpatiche esibizioni al Sinedie, il pub dove lavoravo come cameriere.

Chiaramente i complimenti della gente gettano benzina sul fuoco della mia passione, registro una traccia di Celentano per puro divertimento, la faccio ascoltare al mio amico e attuale chitarrista del gruppo Giuseppe, che con enorme stupore, riconosce la grande somiglianza vocale con Adriano; nascono i Bisbetici Domati, era l’Aprile 2008.

Che tipo di band siete?Siamo una band che descrive un viaggio

nella lunga carriera di Adriano Celentano, partendo dai suoi primi vagiti, i suoi fi lm, le sue apparizioni televisive, i suoi rock n’roll, i canti di protesta, le collaborazioni con Mina, fi no ad arrivare ai suoi ultimi prodotti.

Insomma, in una nostra esibizione, vi portiamo per mano nel mondo di Adriano.

BISBETICI DOMATI è un nome piuttosto curioso. Cosa signifi ca e da cosa vi è stato suggerito?

Il nome della band è tratto da uno storico fi lm di Celentano, ma soprattutto è la caratteristica che accomuna di più me ad Adriano, ma dopo tutto, noi tutti componenti della band siamo un po’ bisbetici, ed io riesco volentieri a domarli.

Come sono suddivisi i compiti all’interno del vostro gruppo?

Il nostro gruppo è una vera e propria famiglia, ognuno dà il suo contributo affi nché il progetto vada avanti su basi solide, diciamo che io sono il frontman, e tutti gli altri musicisti della band sono la mia “Claudia Mori”. Come si dice, dietro un grande uomo ci sta sempre una grande donna.

Navigando in internet ho notato che siete anche in rete. Quali benefi ci ne traete da ciò?

Sicuramente la rete dà un ottima possibilità di visibilità, ma bisogna stare anche molto attenti nell’utilizzare questo sistema, in quanto un prodotto presentato male, tecnicamente parlando, può danneggiare le reali qualità della band. Appunto per questo stiamo cercando di adeguarci al sistema internet, impegnandoci a presentare un prodotto con delle discrete qualità audio e video, il più possibile fedele alla nostra musica: diciamo che siamo in fase lavori in corso.

Quanto è diffi cile per una band esordiente muovere i primi passi all’interno della mondo della musica?

Per noi fare musica è innanzitutto uno strumento sociale, stare insieme, divertirci ed emozionarci, e credo che questo non comporti alcuna diffi coltà… Quelle potrebbero emergere quando la passione si affi evolisce, quando non riusciamo più ad emozionarci, e quindi ad emozionare.

C’è qualcuno disposto a promuovere la vostra iniziativa o meglio qualcuno che vi aiuti ad emergere?

Ci siamo sempre mossi da soli, da pochissimo ci stiamo avvalendo dei preziosi suggerimenti di Gianni Santorsola della Real Music Management.

Quanto vi sentite utili per il vostro territorio e quanto in realtà riuscite a fare o vi permettono di realizzare?

Se parliamo artisticamente, noi ci sentiremmo utilissimi per il nostro territorio, ma davvero le occasioni sono rare, nell’ambiente musicale barese il circuito diciamo che per il momento è molto chiuso, e devo purtroppo dire che gli artisti sono poco rispettati, specie dai gestori di locali.

Ma questo è un problema loro, noi continuiamo a fare musica.

Che tipo di riscontri state ottenendo e a quale tipologia di pubblico vi rivolgete?

E questo è un vero problema, con la musica di Adriano ci rivolgiamo solo ai giovani tra i 15 e 95 anni.

A questo punto ci aspettiamo che ci sveliate i prossimi progetti ed idee: cosa potete dirci a riguardo?

Carbonara in fermentoI Bisbetici DomatiI Bisbetici Domati

Il nostro obiettivo è quello di portare più in giro possibile la nostra musica, cercando di mettere su un vero show che possa far apprezzare Adriano in ogni suo aspetto.

Spazio libero: dite qualcosa di opportuno, magari qualcosa che non vi ho chiesto.

Nulla di che, solo ringraziare l’impegno del vostro giornale, attento alle giovani realtà artistiche del territorio, che ahimè hanno pochissimo spazio, e un augurio di buona strada al vostro progetto.

Marianna Mastrodomenico