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ANNO 8 N.221 prossima uscita 10 Gennaio Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

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Eidos News di Natale 2014

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ANNO 8 N.221 prossima uscita 10 Gennaio Q

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La bellezza di un volto, le mani curate, un’abbronzatura accat-tivante. Beauty Vale, di Valenti-na Sulpizii, a Campo a Mare di Roseto (via Pietro Nenni 2 tel.

0858673582) da quasi 5 anni si prende cura del vostro corpo, per esaltare la bel-lezza di chiunque. Non solo estetica di base, perché i servizi e i prodotti offerti alla clientela sono vasti e di assoluta qua-lità. E non mancano le novità assolute. Beauty Vale, infatti, propone in esclusi-va per il territorio di Roseto, l’UV Beauty Collagen. Si tratta di una doccia solare abbronzante con trattamento antirughe e idratante. In occasione delle festività na-talizie, il centro estetico Beauty Vale va incontro alle esigenze della clientela con un lancio promozionale: una doccia sola-re UV Beauty Collagen al prezzo di 7 euro anziché 10; un check up viso, più trat-tamento di preparazione, un UV Beauty Collagen e un massaggio relax al costo di 19 euro, anziché 40 euro. La promozione sarà valida sino al 31 gennaio prossimo. Beauty Vale offre anche l’abbronzatura a spray con aloe vera e canna da zucche-ro, grazie all’utilizzo di lozioni innovative e uniche potrai scegliere per la tua pelle il colore che preferisci, inoltre è un trat-tamento schiarente, anti età, purificante che si applica in pochi secondi e che non lascia macchie. E poi trattamento del-le unghie con smalto semipermanente, extention per ciglia, make up persona-lizzato e avanzato per spose, trattamenti viso specifici, pressoterapia con massag-gio linfodrenante, massaggi relax ed este-tici. Una volta al mese anche trattamento con luce pulsata per la foto depilazione e foto ringiovanimento. In vista delle fe-stività natalizie, il locale resterà aperto nei giorni di lunedì 22 e 29 dicembre per consentire, indistintamente, a donne e uomini, di sottoporsi ai trattamenti scel-ti. Abbronzati non solo d’estate dunque, ma anche nei giorni che ci separano dal ritorno della bella stagione. Quindi appro-fittate subito della promozione che Beau-ty Vale presenta per queste festività, per splendere come il sole.

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Domenica 21 Dicembre

AiutiAmo chi hA bisognoL’Associazione brucare onlus di bruno Petrini ha organizzato una raccolta di generi alimentari di prima

necessità per aiutare chi in questo momento sta attraversando un periodo difficilissimo. Saranno cinque i punti di raccolta, grazie alla collaborazione di molti volontari e dei supermercati hanno acconsentito

Si dice che a Natale sia-mo tutti più buoni. Però questa bon-

tà d’animo andrebbe dimostrata anche coi fatti. Quale occasione

migliore dunque per dimostrarlo? Ba-sta rispondere all’appello lanciato nei giorni scorsi dall’associazione “Bruca-re Onlus” di Bruno Petrini che ha deci-so di organizzare una raccolta di gene-ri di prima necessità da destinare alle famiglie che stanno attraversando un periodo di grossa difficoltà e per fare in modo che almeno per il giorno di Na-tale non sentano il peso della difficile situazione economica. “AiutiAmo Ro-seto” è il nome dell’iniziativa. Dome-

nica 21 dicembre, a pochi giorni dalla festa più importante per i cattolici, in 5 supermercati presenti sul territorio comunale rosetano, frazioni compre-se, verranno organizzati dei punti di raccolta dei beni di prima necessità. Il mattino seguente verranno organizzati i pacchi che i volontari dell’Associa-zione “Brucare Onlus” provvederan-no a consegnare alle famiglie che ne hanno davvero bisogno. Ad essere aiutate saranno quelle che frequenta-no il centro d’ascolto del Sacro Cuore, una struttura a cui si rivolgono quelle persone che sono in grosse difficoltà, soprattutto economica. Il presidente Petrini nello scorso mese di novembre ha toccato con mano la realtà del cen-tro di ascolto, dopo un lutto in famiglia. “E’ venuta a mancare mia madre”, racconta, “ho chiesto alle persone che sono venute per portare un ultimo sa-luto di donare qualcosa. Quei fondi li ho poi consegnati al centro di ascolto del Sacro Cuore che ho frequentato un paio di volte. E qui ho scoperto che ci sono tante famiglie bisognose, in gros-se difficoltà. Ecco perché abbiamo voluto organizzare questa raccolta di generi alimentari”. L’iniziativa segue di

un qualche settimana quella di livello nazionale del Banco Alimentare con la differenza che quella promossa da “Brucare” è esclusivamente indirizza-ta alle famiglie di Roseto. Ma quante sono quelle che stanno attraversando una situazione difficilissima? “Credo siano circa 50”, prosegue il presidente Petrini, “Abbiamo il dovere morale di non lasciarle sole. A Natale hanno il diritto di trascorrere la festa in armo-nia. Abbiamo organizzato 5 punti di raccolta tra Roseto, Cologna Spiaggia e altre frazioni”. L’iniziativa ha trovato il sostegno dell’associazione “Prossimità alle Istituzioni” e dell’amministrazione comunale. Tanti saranno i volontari che collaboreranno con l’associazione “Brucare Onlus”, la stessa che oltre un anno fa ha messo a disposizione degli appezzamenti di terreno dando la possibilità ad alcuni pensionati di coltivarli e di trascorrere del tempo in campagna. Questa iniziativa si chia-ma ortoterapia e funziona veramente. Intanto, non resta che compiere un piccolo gesto il 21 dicembre prossimo. Per qualcuno potrebbe essere insigni-ficante, per altri invece di straordinaria importanza.

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il WWF abruzzo assegna il “Premio AttilA” Al sindAco PAvone

Viene concesso a quelle amministrazioni che fanno poco o nulla per la tutela del territorio, o che favoriscono l’azione cementificatrice. Ma il primo cittadino rosetano rimanda al mittente le accuse

strumentali dell’associazione ambientalista e fa un elenco delle iniziative adottate per la difesa dell’ambiente

Il WWF Abruzzo ha deciso di asse-gnare il “Premio Attila” al sindaco di Roseto Enio Pavone. Scarsi pro-grammi a tutela del territorio, po-che iniziative a difesa dell’ambien-

te. Queste le considerazioni fatte dagli ambientalisti per assegnare il premio che di certo non può essere un moti-vo di vanto per un amministratore. Ma il primo cittadino rosetano non ci sta. Anzi, con forza rimanda le accuse al mittente con un sorriso ironico, quasi sarcastico. E rivendica con forza tutte le iniziative adottate per salvaguarda-re l’intero territorio. “Mi sembra infatti che si sia deciso, in maniera del tutto arbitraria”, sbotta il sindaco Pavone, “di sottacere, se non di disconosce-re, le tante importanti iniziative che abbiamo portato avanti”. Il sindaco ha ricordato la bonifica di numerose discariche abusive, combattendo una battaglia senza quartiere contro chi sporca ed inquina a suon di controlli e multe salate. “Si è lavorato per mi-gliorare la pulizia e la fruibilità della fontana dell’Accolle”, ha aggiunto, “af-fidandone la manutenzione all’asso-ciazione ambientalista delle “Giacche Verdi”. Abbiamo approvato un Piano Spiaggia che permette di tutelare, al

meglio, intere porzioni di spiaggia che purtroppo l’Ente, da solo, non potreb-be gestire. Si è lavorato, senza sosta, per la messa in sicurezza dei fiumi Vomano e Tordino cercando le migliori soluzioni, anche in accordo con le as-sociazioni ambientaliste. Infine, visto che ci si accusa di scarsa attenzione all’ambiente ed alle varie campagne, mi piace ricordare la partecipazione del nostro Comune ad iniziative quali “Puliamo il Mondo” e “Adotta un Albe-ro”, l’eccezionale evento della nidiata delle tartarughe Caretta Caretta, che dimostra l’eccellente stato del litorale rosetano, oltre alle concrete azioni per la rimozione dell’eternit dagli edifici pubblici”. A determinare l’assegna-zione del Premio Attila sarebbe stata la situazione della vecchia discarica di Coste Lanciano, erosa per ben tre volte dalla piena del fiume Tordino, scaricando in mare quintali di rifiuti di plastica. “Il WWF in tal caso non ha ri-cordato come si tratti di una situazione “ereditata” dalla vecchia amministra-zione”, prosegue il primo cittadino, “e di come invece la Giunta Pavone ab-bia lavorato per la messa in sicurezza della ex discarica, operando a stretto contatto con il Genio Civile per evitare

danni ben peggiori rispetto a quanto ereditato. Discorso simile su Villa Cle-mente e sul Pontile, lasciati nel degra-do e nell’abbandono da anni, ma sul cui attuale stato di abbandono ci si ricorda solo oggi, col solo fine di in-colpare questa Amministrazione, che a differenza delle precedenti non ha realmente alcun margine economico di intervento, a causa dei tagli a livello regionale e nazionale, dimenticandosi invece di chiedersi perché chi sarebbe potuto intervenire, negli anni passati, non lo ha fatto! Tra le accuse però ci sono quelle relative alla Caserma del Corpo Forestale. “Che ha deciso au-tonomamente di lasciare la nostra cit-tà”, conclude Pavone, “malgrado noi avessimo messo a disposizione, car-te alla mano, una sede più idonea e malgrado la nostra presa di posizione contraria, e quelle relative a Villa Paris, che tradiscono forse il vero “mandante politico” di questo immeritato premio. Su Villa Paris ricordiamo infatti, per l’ennesima volta, che abbiamo agito come previsto dalla legge, che si tratta di una struttura privata non sottoposta a vincoli e che non ha alcun senso che qualcuno continui, oggi, a gridare allo scandalo, quando in passato avrebbe potuto intervenire e non lo ha fatto”.

Discarica di Coste Lanciano

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riserva naturale Del borsacchio

trA incuriA e rifiutiCumuli di pattume abbandonati sull’arenile, soprattutto plastica, residui di bivacchi notturni

della scorsa estate. La spiaggia va ripulita e i responsabili messi dinanzi alle loro azioni e obbligati a risarcire la comunità coi lavori socialmente utili. Un’idea, che piace a molti…

La chiamano Riserva Naturale del Bor-sacchio, istituita ufficialmente con provvedimento re-

gionale, dopo la revisione dei confini, circa due anni fa. Interessa un lembo di co-sta e di aree sub collinari per un’estensione complessiva di circa 1150 ettari. Manca però un organismo di con-trollo, di gestione, manca in sostanza il PAN, il Piano di Assetto Naturalistico. A dire il vero, l’organismo di controllo c’è ed è la stessa Giunta Comunale guidata dal sindaco Enio Pavone, in attesa delle nomine effettive di un CdA, ad occuparsi del-la Riserva Naturale del Bor-sacchio. Nel frattempo l’area protetta resta solo sulla carta e con le cartacce. Anzi, coi rifiuti abbandonati dagli in-civili, o trasportati dalle correnti mari-ne (ma è sempre la mano dell’uomo a sporcare l’ambiente). Sì, perché la fascia litoranea che va dalla foce del torrente sino all’altezza della proprietà Rossi a Cologna Spiaggia, è trascura-ta. D’accordo, si dirà che adesso non è estate, non è la stagione dei turisti, degli ombrelloni, delle sdraio, della

gente al mare. Ma questo non signi-fica lasciare la spiaggia in certe con-dizioni, squallide, che danno il senso dell’assoluto abbandono. Plastica, cartacce, bottiglie, piccoli cumuli di spazzatura prodotta e lasciata sull’a-renile in occasione di qualche bivac-co, risalente alla scorsa estate. Siamo a dicembre, anzi, siamo a ridosso del

2015, e gli scarti dell’essere umano zozzone sono ancora lì. Chiaro, le responsabilità sono tutte di questi male-ducati, sporcaccioni, inci-vili (gli aggettivi non sono a caso). Ma l’organismo che dovrebbe controllare e tu-telare la Riserva cosa fa nel frattempo? Se la gestione è nelle mani della Giunta Co-munale, quale strategia in-tende adottare per risolvere il problema? Intanto, appare inevitabile che come prima cosa bisogna pulire la spiag-gia, lungo un tratto di circa 3 chilometri. Portare via quei cumuli di rifiuti lasciati sulla sabbia, prima che una ma-reggiata possa inghiottirli di nuovo e scaricarli altrove. Anche perché in occasione delle festività natalizie c’è sempre qualche turista che ama trascorrere il periodo di

vacanze da queste parti. E non è bello presentare un simile biglietto da visi-ta. Altra cosa da fare, intensificare i controlli e far pagare agli incivili le loro cattive abitudini con i lavori socialmen-te utili, risarcendo la collettività con la pulizia delle strade, dei marciapiedi, dei canali di scolmo delle acque pio-vane. Un’idea che ci può stare…

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Nonostante la crisi, non si rinuncia agli eventi di intrattenimento in occa-sione delle festività na-talizie. Così il Comune di

Roseto ha attrezzato un calendario di appuntamenti per allietare residenti e turisti, coinvolgendo anche le frazioni. Domenica 21 dicembre, in Piazza del-la Libertà, torna l’appuntamento con “Natale sotto l’Albero” alle ore 16, la festa dedicata ai più piccoli ed organiz-zata assieme all’Associazione Culturale “Insieme per Roseto”. Allestite le lumi-narie, con costi a carico del Comune, senza chiedere nulla ai commercianti che già devono fare i conti con una cri-si mai ricordata in passato. Organizzati anche tanti appuntamenti culturali. Sino al 6 gennaio nella suggestiva cor-nice di Villa Paris, l’Amministrazione ha allestito una importantissima mo-stra dal titolo “Pier Giuseppe Di Blasio (1896-1964) – Maioliche e Dipinti” che renderà omaggio ad un grande mae-stro ed artista rosetano a 50 anni dalla sua scomparsa. Nella mitica Arena 4 Palme è tornata la pista di pattinaggio su ghiaccio che tanto successo ha ri-scosso in passato. Sino al 6 gennaio, nella classica location di via Rossetti,

sarà possibile ammirare “Presepi tradi-zionali Rosetani” mostra realizzata dal Comitato “Roseto Presepi”.A Montepagano appuntamento con il “Il Borgo dei Presepi diffusi” a cura dell’Associazione “Veni, Vidi, Vici” che propone inoltre sino al 21 dicembre i “Mercatini di Natale a Km 0”. Da sa-bato 20 a lunedì 29 dicembre, nella Pinacoteca Villa Comunale, spazio alla “Mostra Pittorica” organizzata dalla Maison D’Art. Domenica 21 dicem-bre, al Cinema Odeon, “Incantesimo di Natale”, spettacolo di danza a cura dell’Associazione “Roseto Danza”. Sempre domenica 21 dicembre dalle ore 16:30 al PalaMaggetti 30° Edizio-ne di “Babbo Canestro” organizzato dalla “ASD Scuola Minibasket Rose-to”. Da lunedì 22 a domenica 28 di-cembre, nelle vie del centro di Roseto degli Abruzzi, prende il via la kermesse

“Mercatini di Natale” e manifestazioni varie a cura dell’Associazione “Il Sole Eventi” tra cui, sabato 27 dicembre dalle ore 19:00, spicca il concorso ca-noro “Una Canzone sotto l’albero” che si terrà in piazza della Stazione. Mar-tedì 23 dicembre, in Villa Comunale, Saggio di fine anno della “Scuola Mu-sicHdemia”. Domenica 28 dicembre in località San Giovanni torna il “Presepe Vivente” realizzato dall’Associazione “Insieme per San Giovanni”. Infine lu-nedì 5 gennaio, dalle 12:00 alle 20:00, presso il Complesso Oltremare, in zona Borsacchio, spazio alla 2° Edizione di “Aspettando la Befana” a cura dell’As-sociazione Comitato di quartiere Bor-sacchio. Per eventuali variazioni delle date o de-gli orari è possibile consultare il sito del comune all’indirizzo www.comune.roseto.te.it.

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Lungomare Trieste - Roseto degli Abruzzi - 324 8306530

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Perché via Fermi a camPo a mare si chiama così?

ancora una Patente di qualche decade fa, quella di mario Gianassi

eidos ha Fatto Gol: ora alla scuola media romani le Porte Per il calcetto ci sono

La seconda strada della località Campo a Mare Superiore è una delle po-che vie a L che dalla s.s.150 porta a via Galvani. La strada in questione è intitolata a uno dei più famosi premi Nobel che l’Italia può vantare a livello internazionale.Enrico Fermi (Roma, 29 settembre 1901 - Chicago, 29 novembre 1954) è stato un fisico italiano, naturalizzato statunitense, tra i più noti scienziati

al mondo principalmente per gli studi teorici e sperimentali nell’ambito della meccanica quantistica e, in particolare, della fisica nucleare. Tra i maggiori contributi si possono citare la teoria del decadimento β, la statistica quantistica di Fermi-Dirac e i risultati concernenti le interazioni nucleari. In suo onore venne dato il nome ad un elemento della tavola periodica, il fermio (simbolo Fm), ad un sottomultiplo del metro comunemente usato in fisica atomica e nucleare, il fermi, nonché a una delle due classi di parti-celle della statistica quantistica, i fermioni. Progettò e guidò la costruzione del primo reattore nucleare a fissione, che produsse la prima reazione nucleare a catena controllata. Fu uno dei direttori tecnici del Progetto Manhattan, che portò alla realizzazione della bomba atomica nei laboratori di Los Alamos. È stato inoltre tra i primi ad interessarsi alle potenzialità della simulazione numerica in ambito scientifico, nonché l’iniziatore di una seconda scuola di fisici sia in Italia sia negli Stati Uniti d’America. Fermi è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. Nel 1938 ricevette il Premio Nobel per la fisica, per “l’identificazione di nuovi elementi della radioattività e la scoperta delle reazioni nucleari mediante neutroni lenti”. (InfoWeb)

Ne abbiamo già pubblicata un’altra appartenente a Pasquale Ver-rigni. Adesso è la volta di un rosetano acquisito, che giunse in riva all’Adriatico durante il periodo della guerra. È Mario Gianassi, citato su queste colonne nella rubrica “Ricordi” dedicata sia a Giuseppe Savini sia a Sofia Di Simone. Il motivo è molto sem-plice. Nel primo caso il duo Gianassi-Savini tornò dalla Toscana in Abruzzo in bicicletta: era il periodo del II Conflitto Mondiale. Giunto in riva all’Adriatico, Gianassi andò ad abitare nella villa dei Savini e, per evitare che i tedeschi requisissero l’automobile della famiglia locale, la seppellì nel giardino, per poi tirarla fuori

appena i nazisti lasciarono la zona. Nel secondo caso, Mario è stato il marito della rosetana Sofia. Tornando al documento, si evince che è stato emesso dalla Prefettura di Firenze, il 21 giugno 1934, XII anno dell’era fascista. Gianassi era nato il 25 ottobre 1906 a Scarpe-rìa, in provincia di Firenze e lì risiedeva da giovane. Morì a Roseto il 22 luglio 1972.

Nello scorso numero del nostro giornale parlammo, attraverso una lettera al di-rettore firmata da Italo Di Antonio, dell’impossibilità degli studenti della Scuola Media Fedele Romani di Roseto di poter svolgere un atteso torneo di calcetto in-terclasse. Il problema grande era dovuto alla mancanza delle porte regolamentari per svolgere tale disciplina e così ci fu l’appello all’Amministrazione comunale, affinché questo problema venisse risolto. Ecco che si è fatto avanti un privato, il quale vuole rimanere anonimo, evidentemente sensibile ai problemi legati allo sport dei più piccoli. Ha comprato due porte e le ha donate alla palestra della Romani, in modo che in questo mese di dicembre il torneo prendesse il via. Bra-

vissima sicuramente la persona così attenta a ciò che avviene nella nostra cittadina, bravo Di Antonio a fare da tramite e bravi i nostri lettori che ci segnalano fatti del genere. Adesso gli studenti della Scuola Media avranno modo di sfogarsi, cercando di fare più gol possibili. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito a realizzarne uno, speriamo il primo di una lunga serie.

a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

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il libro “scritti (2007-2011)” come regalo di natale

Per un atto di bongenismo

daniela musini presenterà il 3 Gennaio prossimo a roseto il suo libro “i 100 piaceri di d’annunzio”,

lavoro che ha ottenuto Premi internazionali

al moretti di roseto convegno sull’integrazione nello sPort con Federico Gasbarri

Il libro Scritti (2007-2011) di William Di Marco sta riscuotendo un considerevole successo e que-sto fa piacere a tutta la redazione di Eidos, dal momento che molti dei testi pubblicati nel volume sotto forma di “saggio breve” hanno avuto spazio proprio su queste colonne. Gli argomenti sono i più vari, dalla storia alla letteratura, dal turismo alla sociologia, con una sezione molto nutrita di politica, in cui emergono risvolti sia nazionali sia locali. È probabile che i lettori siano spinti all’ac-quisto in virtù dello scopo benefico del ricavato delle vendite, dal momento che i proventi andran-no a un’opera di “Bongenismo”. Che cosa si intende con questo neologismo? Nient’altro che un intervento nel sociale diretto, curato dall’associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, che

segue tutto l’iter della donazione, dall’installazione alle successive fasi di funzionamento. Con questo metodo sono stati acquistati, nel corso degli anni e con i vari libri dello stesso autore, tre defibrillatori, due aule multimediali, dei giochi per i bimbi dell’asilo, tre computer e in più è stato realizzato il monumento per i 150 anni della nascita di Roseto. A chi crede in questo tipo di ausilio sociale, regalare il libro Scritti (2007-2011) potrebbe essere un buon motivo per concretizzare un futuro intervento nel sociale.

Non poteva mancare una tappa, probabilmente - sotto il profilo affettivo - la più importan-te, nella sua Roseto. Così Daniela Musini, dopo i tanti riconoscimenti e premi (ben dieci) a livello nazionale e internazionale, sarà presente - esattamente il 3 gennaio alle ore 17,30 presso il Centro Piamarta del S. Cuore - nella città che le ha dato i natali, per far conoscere da vicino tutti i retroscena e le curiosità legate a uno dei successi editoriali più gettonati del 2014, vale a dire “I 100 Piaceri di D’Annunzio. Passioni, Fulgori e Voluttà”. I riconosci-menti sono giunti per l’acume con cui l’autrice rosetana ha sviscerato il mondo dannunzia-no, autore da lei sempre amato e che le ha dato anche notorietà in tanti passaggi televisivi. Poi è stato il teatro a consacrare questo binomio tra lei e il Vate, tant’è che tale aspetto non sarà affatto trascurato nella presentazione del 3 gennaio. Infatti Daniela Musini interpre-terà anche delle pagine vibranti ed emozionantissime, esattamente il monologo di Mila di Codra tratto da La figlia di Iorio, la straordinaria poesia L’onda e la sublime La pioggia nel pineto. L’introduzione sarà curata dall’esperto letterario Mario Giunco.

Si svolgerà sabato 20 dicembre alle ore 9:45 un importante convegno dal titolo “Atletica: modello di integrazione e prospettive” in cui parteciperà l’atleta abruzze-se di fama internazionale Federico Gasbarri, studente-atleta presso il college della Lamar University del Texas. L’incontro è stato voluto dalla società Atletica Voma-no, unitamente all’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “V. Moretti”, affinché gli studenti prendano in seria considerazione quanto sia premiante il binomio sport e studio, partendo dall’esperienza diretta di questo atleta che oggi si sta perfezionan-do a livello formativo in una delle più importanti università americane. Il program-ma prevede, dopo una breve introduzione, il saluto della prof.ssa Elisabetta Di Gre-gorio (dirigente scolastico del Moretti), l’intervento di Maurizio Salvi (responsabile progetto Fidal), la testimonianza diretta di Federico Gasbarri (atleta-studente), gli interventi del genitore dell’atleta, di Italo Canaletti (delegato Coni) e di Gabriele Di Giuseppe (direttore tecnico dell’Atletica Vomano). Alla fine si aprirà il dibattito con gli studenti per le varie domande, curiosità e considerazioni.

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3 GENNAIO: LUCKY RADIO (FUNKY DANCE E HIP HOP10 GENNAIO: FROGS FOR SNAKES (BLUES)17 GENNAIO: PASCOLO ABUSIVO-COVERBAND MANU CHAO23 GENNAIO (VENERDì): COVER ADRIANO CELENTANO24 GENNAIO: RUGGINE SOUL31 GENNAIO: WILD ACOUSTIC TRIO (WORLD MUSIC)

7 FEBBRAIO: I RAGAZZI DELLA TARANTA14 FEBBRAIO: SPIRITO DIVINO-COVERBAND ZUCCHERO21 FEBBRAIO: REM TRIBUTE BAND28 FEBBRAIO: PEPERONCINO ROSSO-COVERBAND RED HOT CHILI PEPPERS

7 MARZO: VALIUM-COVERBAND VASCO ROSSI14 MARZO: THE FUZZY DICE (ROCK’N ROLL FROM THE 50’S)21 MARZO: JACK FLASH (rock pop band)28 MARZO: tributo al caro lucio dalla

4 aprile: steamrollers11 aprile: that’s amore swing-i più grandi successi italoamericani18 aprile: muffins (beat italiano)25 aprile: jolly blu- coverband 883

2 maggio: bim bum bam (sigle cartoni animati)9 maggio: gianna love-cover gianna nannini con daniela del ponte16 maggio: elvis presley tribute23 maggio: lato oscuro night fever (disco 70 e 80)30 maggio: coverband lunapop

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Premiati i vincitori della iii edizione del “concorso

di poesia inedita” di montePagano

i raGazzi di una volta 19 - i dirigenti del Pineto calcio del 1974

tornano i concerti di natale dell’ars vocalis

i “Whiz” little stars di roseto vincono il torneo di murano

Venerdì 12 dicembre scorso si è svolto presso la Villa Comunale di Roseto la cerimonia di premiazione della Terza edizione del “Concorso di poesia inedita” di Montepagano, ormai denominato ‘il borgo della poesia’. L’evento - promosso ed organizzato dall’Associazione Culturale Obiettivo Comune, ideato e diretto dal poeta Michele Nuzzo - ha una importantissima peculiarità: le due poesie vinci-

trici, una nella sezione Virgulti e l’altra nella sezione Adulti, verranno trascritte su stele di ceramica/ottone e saranno poste sui muri di edifici storici di Montepagno. I premi speciali assegnati dalla Giuria sono stati dieci, alcuni dei quali sono andati, tramite il Ministero della Giustizia, a reclusi delle case circondariali minorili. Durante la cerimonia di premiazione, sono stati letti alcuni dei componimenti dei vari vincitori. Il pomeriggio letterario è stato condotto da Anna Di Paolantonio, vincitrice dell’edizione dello scorso anno di un premio, grazie a un suo componimento. La giuria è stata presieduta da Antonio (Tonino) Sperandii.

Siamo nel 1974 e la squadra di calcio del Pineto è una bella realtà. Inizia a farsi valere sui campi abruzzesi, con anche la disponibilità di uno stadio, il S. Maria, che ha l’erbetta, non af-fatto comune in quei tempi, e una bella pista di atletica intor-no. In questa foto sono ritratti alcuni dirigenti di allora. Da si-nistra: Di Febo, Romano Chiap-pini (rosetano, ma con interessi economici a Scerne di Pineto), Vincenzo Coletti, l’ingegner Sacchini e in basso Balducci.

Come ormai avviene da alcuni anni, il coro rosetano “Ars Vocalis”, diretto dal maestro Carmine Leonzi e presieduto dall’avvocato Fabio Celommi, ha messo in cantiere una serie di concerti per il periodo natalizio. Le date sono: il 19 dicembre alle ore 21 presso la chiesa dell’Annunziata a Giulianova; il 20 dicembre alle ore 21 presso la chiesa dell’Assunta; il 21 dicembre alle ore 21 presso la chiesa di S. Pietro a Giulianova.

Domenica 14 dicembre la squadra del Little Stars di Roseto (cioè i giovani giocatori nati nel 2003-2004) ha vinto il torneo di minibasket a Murano, sotto la guida di Gian-luca Di Gianvittorio. I giovani Stefano Bonaduce, Irene Centorame, Alessio Di Febo, Gianmarco Di Nicola. Giuseppe Francani, Nicolò Gaeta, Emanuele Iacovoni, Nicolò Moretti, Andrea Passamonti, Emanuele Pizzuti, Alessandro Sottanelli e Filippo Valenti-ni hanno sostenuto una bellissima esperienza di sport e per l’impegno che hanno pro-

fuso, meritano di essere chiamati Whiz. Nei campi estivi di giovani giocatori di pallacanestro statunitensi un tempo si usava fare riscaldamento con il sottofondo musicale della famosa canzone “When the saints go marching in”, che gli Harlem Globe Trotters usano tuttora durante il warm up. Questi cestisti in erba li imitavano perfettamente: si chiamavano “Whiz kids” (ragazzi magici) e prima della gara ci tenevano a dire che erano magici, perché imitare i funamboli del basket era solo un punto di partenza per po-tersi perfezionare sempre di più. Lo stesso fanno quotidianamente i nostri ragazzi rosetani, ai quali vanno i complimenti di Eidos.

I.D.A.

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Un cartello realizzato in compen-sato e con tanto di sostegno per denunciare il malcostume di quel-le persone che portano a spasso i loro cani, senza però poi rac-cogliere i “bisogni” che lasciano come ricordo sui marciapiedi o a ridosso di abitazioni private. E’ stato sistemato nei giorni scorsi tra via della Stazione e la statale Adriatica, a Cologna Spiaggia, all’altezza del semaforo. “Non è colpa mia ma di quel deficiente del mio padrone”, quanto scrit-to su questa tavolozza, poggiata accanto al bel “ricordino” del fido animale. Chiaro, il cane non ha colpe, ma il proprietario sì. Perché a Roseto è in vigore ormai da tempo un’ordinanza che obbliga di munirsi di sacchetto o di kit per la raccolta delle feci

dell’animale, evitando quindi di imbrat-tare marciapiedi, piazze, parchi pubblici e altri luoghi di passeggio. Tra l’altro, il provvedimento emanato dal sindaco Enio Pavone prevede che la polizia municipale debba multare chi è sprovvisto del kit, a prescindere se il cane abbia espletato i suoi bisogni. E’ stata fatta anche un’opera

di diffusione e comunicazione dell’ordinanza per far conoscere a tutti che esiste un simile provvedimento, evitando che qualcuno potesse cadere dalle nuvole e dire “mai io non ne sapevo nien-te”. A parte il fatto basterebbe il senso civico per fare in modo che spontaneamente i cittadini che portano a passeggio i loro cani si dotino di un kit per la raccolta delle deiezioni. Ma non tutti ne sono provvisti. Di senso civico, chiaramente.

Il cane non ha colpe. Ma Il padrone sì

cI p

Iace

A Roseto finalmen-te terminati i lavori del sottopasso di via Conti e del marcia-piede di via Somalia. Un bel regalo di Na-tale ai residenti della zona che aspetta-vano ormai da anni questo intervento.

un bel reGalo dopo annI e annI dI attesan

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I pIa

ceroseto

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Sempre in pieno centro, precisamente davanti al palazzo polifunzio-nale, i marciapiedi sono abbandonati a se stessi. La base in cemento risulta sollevata dalle radici di pini che sussistono adiacenti. Ormai trop-pe persone sono cadute a causa del rialzo e pensare che basterebbe un solo operaio in una giornata per risolvere il problema. La piccola manutenzione, in questi casi, eviterebbe sicuramente sia il ricorso a denuncie assicurative a causa dei danni riportati e sia, di conseguenza, un risparmio per le casse comunali.

I MarcIapIedI del polIfunzIonale

Finalmente le aiuole antistanti il Comune e la Chiesa, in pieno centro, tornano allo splendore che meritano. La vegetazione presente, oltre che non curata a dove-re, era diventata ricettacolo di topi che avevano scava-to il terreno in più punti per ricavarne le proprie tane. Erano diversi anni che mancavano di verde e fiori e, grazie all’interessamento dell’area marina protetta, la bellezza è tornata in centro.

le aIuole del centro

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Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto.Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito.Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti.La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

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21Politica

È possibile limitare il potere della

PoliticA e dellA burocrAziA?Poche sarebbero le mosse da attuare. la prima: meno entrate pubbliche

perché con quelle ci sguazzano tutti. la seconda: riscrittura di quasi tutte le regole del gioco, costituzionali e legislative. Infine solidarismo mirato e non demagogico e a pioggia

di William Di Marco

UNA POLITICA RO-MANZATA - In Italia aprire il libro del-la politica è un po’ come leggere se una notte d’inverno un viaggiatore, il roman-zo di Italo Calvino, considerato uno dei primi testi “postmo-derni”, in cui l’assur-do e l’impossibilità

di vedere il nostro futuro - che prende spunto nel presente storico e nel vissuto quotidiano - sono l’essenza stessa del lavoro letterario. La storia è molto origi-nale. Un signore, accorgendosi che il li-bro che sta leggendo è impaginato male, va dal libraio per farselo cambiare e in-contra un’altra lettrice che ha lo stesso problema. I due iniziano a sfogliarlo in-sieme, ma anche il nuovo volume ha lo stesso difetto, così da farli entrare in una specie di labirinto senza fine. Calvino spiegò sinteticamente il capolavoro ap-pena scritto, dicendo che il suo era «un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volon-tà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l’inizio di dieci romanzi d’autori immaginari, tutti in qualche modo diver-si da me e diversi tra loro». Tra gli scopi ultimi del noto autore italiano c’era quel-lo di dire che spesso le storie, pur se partono da presupposti diversi, possono avere esiti finali certamente legati alla nostra immaginazione, ma che sostan-zialmente sono sovrapponibili, come se fossero carta carbone. Ecco, questo è il punto. La nostra politica ci ha mani-festato nelle ultime decadi che, al di là di come può essere l’incipit della storia che stiamo percorrendo, l’explicit - cioè la chiusa - è la medesima.cosa cI ha InseGnato tanGentopo-lI? - Prendete il caso di Tangentopoli,

terremoto politico di oltre vent’anni fa. Nel 1992 si scoperchiò un pentolone di tangenti e un po’ in tutta Italia si ebbero centinaia di arresti. Le vicende furono alle volte paradossali per come si svol-sero, altre furono tragiche, con suicidi e morti in carcere che imbarbarirono il nostro sistema politico e anche giudizia-rio. Da allora vennero su dei volti nuovi. Molti giovani presero il posto dei “vec-chi” amministratori governativi come Forlani, Craxi, Andreotti, ma anche di appartenenti all’opposizione come Oc-chetto. Non si parlò di rottamazione ante litteram, ma fu così a tutti gli effetti. Ebbene, cosa è venuto fuori da allora? Che la storia, al di là dell’inizio calvinia-no diverso, ha degli esiti che sembra-no già scritti, forse anche scontati. Le vicende legate a “Mafia capitale” stanno a indicarci che la cattiva politica si au-toalimenta, che non ha scrupoli e che arriva, dopo un certo periodo di anni, a degenerare immancabilmente, come se fosse cadenzato da un perfetto crono-metro. E non si stupirebbe nessuno se i meandri di questa inchiesta finissero in altre regioni o sfere politiche, perché la sete di soldi e di potere è un mix così micidiale che la dipendenza dalle so-stanze psicotrope sembra essere solo un piccolo vizio. Ma esistono degli an-ticorpi a questa degenerazione, che in termini così accentuati è tipicamente italiana?la prIMa cosa da fare - Non ci sono ricette o bacchette che esaudiscono de-sideri. Tuttavia qualcosa è possibile fare da subito e, chi ci segue, lo ha letto di recente anche su queste colonne. Per prima cosa bisognerebbe iniziare da una vera rivoluzione liberale, cercando di smagrire drasticamente le competen-ze dello Stato. Il nostro apparato pubbli-co assorbe la metà dei 1.600miliardi di Prodotto Interno Lordo che produciamo. Non esiste in nessuna parte del mondo una percentuale così accentuata e tut-

to ciò facilita le interferenze dei politici e dei burocrati (persone queste che, a differenza dei primi, non puoi mandare a casa grazie a quella formula capestro dei “diritti acquisiti”, spesso voluti e fo-raggiati dallo stesso apparato burocrati-co pubblico). Non c’è una ricetta (stata-lista o privatista) che funzioni in assoluto meglio delle altre, ma occorre sapere contestualizzare la situazione e cercare la migliore soluzione. Adesso in Italia, dopo anni di mani bucate da parte dello Stato, c’è bisogno di chiudere i rubinetti e mandare a casa tutti coloro, compresi i tantissimi boiardi che se ne sono ap-profittati, per attuare un vero repulisti.LA SECONDA - Su tale argomento non vale la pena dilungarsi: lo abbiamo scrit-to tante volte. Da subito bisognerebbe eleggere un’Assemblea costituente, come l’Italia fece nel 1946, in modo da riscrivere la nostra Costituzione in tutte quelle parti che non funzionano e contemporaneamente riformare i nostri codici, pieni di cavilli che danno spazio non alla certezza della legge, ma alla sua interpretazione. Per farlo occorre che scendano in campo i giovani sotto i trenta-trentacinque anni, perché il fu-turo è loro ed è bene che si prendano la responsabilità di scriverlo nei migliori dei modi.POST SCRi PTUM - È vero che in Ita-lia esistono tante persone impegnate nell’associazionismo e nel volontariato. Di queste ci si può fidare. Ma di molti altri che hanno portato avanti campa-gne di accoglienza e di solidarietà ali-mentate da partiti con l’aureola della socialità, ci si può fidare molto meno. Oggi si scopre (ma alcuni già lo avevano sottolineato, anche su queste colonne) che quell’animo nobile era solo figlio di interessi economici. Come hanno detto i delinquenti coinvolti nel giro di “Mafia Capitale”? «Tu c’hai idea quanto ce gua-dagno sugli immigrati? Il traffico di dro-ga rende meno». Salvatore Buzzi docet.

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ricordiVedere concretamente quello che c’è dentro. Svi-tare i bulloni e aprire il cuore del motore per os-servare come funziona, come se da lì partissero i segreti più reconditi della meccanica. L’attrattiva è grande e forse è stata una di quelle che ha più

appassionato i bambini di una volta. Il fascino di quel mera-viglioso marchingegno che dà il via alla seconda rivoluzione nella storia della modernità è innegabile: e se i pistoni ap-parentemente visti da soli sembrano del tutto innocui, una volta inseriti in quel complesso di cilindri, camicie e bielle diventano qualcosa di magico che fa solo sognare. Il piccolo Orlando Vagnozzi pensava più o meno così quando s’incam-minava sulla sabbia vicino casa così scottante nel periodo estivo che bisognava accelerare il passo per non rimanere ustionati. La sua dimora era ubicata proprio di fronte al mare, in quella via Roma che negli anni del dopoguerra divenne quasi un segno distintivo di vita mondana. Il riferimento alla capitale non era fuori luogo, poiché tanti erano i villeggianti che da colà giungevano. Ma torniamo al bambino della nostra storia, dalla forte attrattiva per le cose che si smontano e poi si rimontano. Già da piccolo ebbe una toccante e formativa esperienza che poi non dimenticherà più. Quando giunsero i tedeschi nel 1943, il fronte si era fermato a Ortona, con un forte senso di terrore da parte di tutti. Il piano terra della sua casa di fronte al mare fu requisita per far allocare i caval-li. I soldati nazisti avevano bisogno di un ragazzino sveglio, che sapesse divincolarsi con degli oggetti infernali e mortali. Erano le mine antiuomo: queste dovevano essere posizionate sulla spiaggia per far desistere molti rosetani a fuggire via mare. E con pazienza Orlando fece un lavoro che pericoloso lo era per davvero. Tuttavia con la stessa pazienza, quello che all’inizio fu un calvario poi, anche se il rischio non diminuì affatto, risultò anche un vantaggio. Tant’è, appena finita la

guerra, quando sminarono la zona, lui si ricordava tutti i punti dove aveva collocato quelle armi infernali e così le capacità di “smontaggio” tornarono utili. La sua passione, nel frattempo, cresceva e da lì a poco sarebbe diventato uno dei meccanici più intraprendenti della zona, con capacità fuori dal comune, grazie anche ai numerosi corsi di aggiornamento che farà nel-la sua vita, proprio nella mitica capitale motoristica italiana: Torino. Questa specifica branca della tecnologia infondeva una forte attrattiva per i giovani di allora, ma pochi avevano dimestichezza con i segreti dei motori, soprattutto se questi erano dei veri ciclopi montati su quei camion che grandi lo sono stati sempre. Poi per Orlando, con gli anni, giunsero le officine, tutte di grande portata e che divennero dei veri punti di riferimento per i tantissimi camionisti sparsi un po’ in tutta Italia, che percorrevano una delle arterie più trafficate d’Ita-lia: la Strada Statale 16. E fu così che il nostro protagonista nel tempo costruì delle strutture all’avanguardia, che sono rimaste nella storia del trasporto non solo abruzzese. “Nella vita ho sofferto tanto - ci dice oggi seduto dietro la sua scri-vania con alla spalle una gigantografia della storica officina di Fonte dell’Olmo - ma questo mi ha aiutato a crescere e a superare gli ostacoli. D’altronde la vita è fatta così...”. Più che una frase, quella pronunciata è una filosofia esistenziale di chi all’ostacolo che gli si poneva davanti non pensava solo a come superarlo, ma a vedere cosa ci fosse dietro il prossimo. Tale modo di vedere lo ha premiato in ben oltre sessant’anni di attività, passati sempre (è il caso di dire) con il piede pre-muto sull’acceleratore.roseto, via roma, la sua casa: tre punti cardinali inscindibili.È proprio così. Intanto Roseto mi ha dato i natali il 6 gennaio 1930. Poi via Roma, che è la strada dove sorge la casa dove sono nato e dove abito da sempre. Mio padre Luigi viveva di pesca e proveniva da Montepagano. Aveva un battello che

orlando vaGnozziun amore sconFinato per la meccanica, lavoro che per anni ha attirato miGliaia di Giovani. e su quella passione ha costruito

la sua vita, realizzando delle oFFicine all’avanGuardia, punti di riFerimento per il trasporto nazionale

Ricordi 22 - II serie

Piazza della libertà, 7a (Stazione)

Roseto degli Abruzzi

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Scad 31/12/14

È STATO UN GIOVANE CAPACE E IL VETERANO DEI MECCANICI LOCALI, GUIDO RECINELLI, LO MANDAVA SPESSO A TORINO PER DEI CORSI DI AGGIORNAMENTO SUI VEICOLI PESANTI. L’INTRAPRENDENzA SI VIDE, SIA QUANDO IN SEGUITO COSTRUì DELLE STRUTTURE

ALL’AVANGUARDIA NELLA RIPARAzIONE DEI CAMION SIA ANCOR PRIMA, QUANDO DA

BAMBINO I TEDESCHI GLI FECERO PIAzzARE LE MINE ANTIUOMO. COSì COME LE POSIzIONò,

DOPO LA GUERRA RIUSCì ANCHE A TOGLIERLEOrlando Vagnozzi

di William Di Marco

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ricordi

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permetteva il nostro sostentamento e il fatto che stessimo nei pressi della spiaggia lo aiutava a tenere un po’ tutto sot-to controllo. Mio nonno faceva il contadino e originariamen-te proveniva da Tortoreto. Mamma, Fiorina Martella, invece era casalinga e viveva a Morro d’Oro. Tuttavia la vita dei miei fu abbastanza movimentata, soprattutto quella di papà. Era stato da giovanissimo negli Stati Uniti e da emigrante aveva cercato di razzolare un po’ di soldi per poi tornare nel suo Abruzzo. In questo modo era riuscito a costruirsi una prima casa nel centro di Roseto e solo successivamente i miei si trasferirono in via Roma e misero su una famiglia di quattro figli, che erano mia sorella Vincenzina, poi c’ero io e a seguire i miei fratelli Tonino e Alberto.La sua è stata una infanzia tranquilla, ma di mezzo c’era anche la guerra...Il periodo della scuola lo passai frequentando le Elementari di via Milli. Erano anni spensierati e finita la V classe, andai subito a lavorare. Ma inevitabilmente alcuni episodi, anche tragici, legati alla guerra me li ricordo. Il primo è sicuramen-te quello dello sfollamento. Lasciammo Roseto e andammo ad abitare nella casa di mio nonno materno a Morro d’Oro. Sembrava che lì potessimo stare tranquilli, invece i tedeschi, siamo nel 1943, vennero e presero proprio me per riportarmi a Roseto, nel loro quartiere generale che era nello stabile del-le monache, vicino dove oggi c’è il Liceo. Mio padre si attivò subito e mi venne a riprendere, ma per farlo qualcun’altro prese il mio posto. Mi ricordo che dormii in quei giorni so-pra un pagliaio. Dovevo, comunque, rimanere a disposizione, tant’è che gli occupanti germanici, essendo io abbastanza in-traprendente, mi vollero per piazzare le mine antiuomo sulla spiaggia, in modo da far desistere molti Rosetani a fuggire via mare. Era un lavoro pericolosissimo e come ragazzino rischia-vo ancora di più, tuttavia tutte quelle che sistemai, una volta che andarono via i tedeschi, sapendo dove fossero, riuscii a individuarle per poterle disinnescare. Se ci penso oggi, corsi un pericolo enorme. Ma i fatti tragici non finiscono affatto qui. Una volta un aereo passò vicino a casa nostra, mitragliando alcune macchine. Appena dopo, curiosi come solo dei ra-gazzini sanno esserlo, mio cugino Armando e io andammo a scrutare cosa fosse successo: vedemmo dentro una vettura una persona con il cranio letteralmente spaccato in due.Eravamo rimasti alla Scuola Elementare.Appena dopo, iniziai a lavorare. Mia madre non voleva affatto

che facessi il mestiere di mio padre. Lo considerava perico-loso, perché ogni giorno bisognava andare fuori con la barca e il mare alle volte faceva dei brutti scherzi. Così scelsi di fare il meccanico. Non sapevo bene in cosa consistesse, ma ero attratto dai motori e così cominciai il mio apprendistato da Guido Recinelli, uno dei grandi maestri che ha formato molti artigiani nel corso del tempo. Le nostre erano riparazioni solo di mezzi pesanti e in questo modo iniziai a conoscere da vicino questo mondo affascinante. Apprendevo subito, al punto che il mio datore di lavoro mi mandava spesso a To-rino, patria della Fiat prima e dell’Iveco dopo. Lì sono stato sempre accolto con grande rispetto e da subito fui preso in simpatia dallo staff tecnico. Insomma, mi sentivo così in fa-miglia, che quando mi sposai passai a Torino a salutare tutti quelli che erano ormai diventati miei amici. E mi ricordo, nel caso specifico, che quando tornai in albergo con mia moglie, trovammo dei regalini sul letto della nostra stanza e questo ci fece molto piacere. I miei corsi di aggiornamento non consi-stevano solo nel prepararmi tecnicamente sui nuovi modelli di camion, ma anche nel vedere come stava trasformandosi l’officina meccanica in quegli anni. Andavamo in giro per le realtà più evolute del Piemonte a capire come dovesse essere impostato un capannone e in quelle occasioni attingevo più informazioni possibili.Decise a quel punto di mettersi da solo?Non era ancora il momento. Rimasi con Recinelli, ma d’esta-te, e questo durò tre anni, me ne andavo a Rimini a montare i motori per le imbarcazioni entrobordo. Ero stato contattato da un grande cantiere, dal momento che piccoli lavori già li fa-cevo a Roseto. E quella delle barche è stata una passione che mi è rimasta sempre. Tuttavia stavo per cambiare datore di la-voro. Le fornaci rosetane erano in continua crescita e avevano diversi mezzi pesanti al proprio interno. Così fui contattato da Catarra e decisi di andare a lavorare lì. Eravamo a metà degli anni ‘50 e il mio compito consisteva nella manutenzione dei camion, ma anche dei motori per la produzione di laterizi.Ha parlato prima della sua passione per la nautica. Ma ne ha avuto anche delle altre.Le barche mi sono sempre piaciute e così nel tempo divenni socio del Circolo Nautico e cominciai a collaborare anche con l’ingegner Elicio Valentini, grazie alla sua famosa imbarcazio-ne “Augh”, tra le migliori nelle competizioni Roseto-Spalato. In quegli anni fui tra i principali promotori della costruzione

Roseto, 2 agosto 1951. Un giovanissimo Orlando Vagnozzi con il collega d’allora Ernesto D’Ilario

Roseto, anni ‘60. Orlando Vagnozzi nello spiazzale della sua officina di Piazza Ungheria con in mano l’astuccio della carabina per il tiro al volo

Roseto, 10 agosto 1949. Da sin. Alfredo Minissa e Orlando Vagnozzi al mare

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del campo di tiro a volo e il nostro circolo era uno dei più frequentati, con continue feste dei soci che coinvolgevano anche le nostre famiglie. Tutto era conseguenza della mia grande passione per la caccia che ho praticato in Italia, Ma-rocco, Spagna, Venezuela, Jugoslavia. Poi ho contribuito alla crescita del Motoclub Roseto e dopo la presidenza di Irmo Di Bonaventura, in cui si organizzarono le famose gare motoci-clistiche sul lungomare, per tantissimi anni ho ricoperto io la carica di primo socio, con la collaborazione di tanti personag-gi, tra cui i fratelli Pasquale e Tonino Massari. Tra le cose me-morabili, ricordo la cena con 600 partecipanti realizzata sullo slargo finale del pontile e i tre conviviali nello spiazzale della mia officina di via Nazionale. Senza dimenticare le gare di motocross sul circuito di Centovie di Montepagano. Ma il mio coinvolgimento alle iniziative sociali è continuato anche con il Rotary Club di Teramo Est e particolarmente proficua è stata la partecipazione al Progetto Amicacci, grazie all’interessa-mento dell’ingegner Rocci. Insomma, quando ho potuto, non mi sono tirato indietro.Eravamo rimasti a Catarra...Era il 1957, un anno importantissimo. Primo perché il 28 aprile mi sposai con Angela Nicola Mastrangelo, da tutti co-nosciuta come Nicoletta. Abbiamo avuto due figli, Pierluigi nel 1958 - che oggi continua l’attività, dirigendo l’officina di Roseto - e Lucia nel 1962, affermata oculista. L’incontro con la mia futura moglie era un classico di quel tempo. Ero anda-to a una festa da ballo in una casa privata a Campo a Mare e lì la vidi per la prima volta. Lei era di Silvi e dopo un po’ eravamo già fidanzati. Tuttavia quell’anno fu importantissimo anche per il mio lavoro. In autunno aprii la mia prima officina in piazza Ungheria, sotto la casa di Caporaletti, dove oggi c’è l’elettrauto. Il mio primo operaio fu Guerino Ginoble, che poi, tranne un brevissimo periodo, è rimasto sempre con me. No-nostante i camion non fossero tantissimi, le cose iniziarono ad andare subito bene.Arriva il momento di costruire un’officina tutta sua.Appena ci fu l’occasione, acquistai dalla parrocchia del Sacro Cuore l’appezzamento che da piazza Ungheria portava in via Patrizi. In effetti lì sarebbe dovuta sorgere la nuova chiesa: c’era già il progetto, ma poi non se ne fece nulla. Venni a conoscenza della vendita tramite Domenico Crisante Pagai la quota 2.200.000 lire, anche se in seguito ci furono delle

complicazioni e dovetti liquidare altri pretendenti. Comunque lì costruii nel 1960 una delle più innovative officine meccani-che per veicoli industriali, punto di riferimento per camionisti nazionali che passavano lungo la S. S. 16. Gli spazi negli anni risultarono stretti, così il 14 settembre 1974, alla presenza di tantissime autorità, inaugurai la grande officina di Fonte dell’Olmo, con circa 14 operai. Era un vero gioiello di circa 1.000mq, su un’area inizialmente di 6.000mq, che divennero in seguito 10.000. Questo permetteva di avere uno spiazzale molto grande, in cui i camion a rimorchio o i Tir giravano tran-quillamente. Le attrezzature erano all’avanguardia e annesso alla struttura c’era anche un magazzino di ricambi. Tuttavia c’è da dire una cosa: all’inizio avevo impegnato un appez-zamento di terra a Campo a Mare, di fronte al distributore. Ci ripensai e l’avvocato Barba, signorilmente, mi ridiede la caparra. Comunque la scelta di andare verso l’interno si con-cretizzò il 19 settembre 2006, quando inaugurammo il nuovo capannone all’autoporto. In seguito quella attività l’ho ceduta, anche se porta ancora il mio nome, mentre la struttura di Fonte dell’Olmo è in gran parte affittata a un supermercato, pur se rimane l’officina di revisione e sullo stabile di piazza Ungheria abbiamo costruito due appartamenti dove oggi abi-tano i miei figli.La sua vita, quindi, ancora in un trittico: lavoro, famiglia e Roseto.In sintesi è stato così. Per me il lavoro ha rappresentato moltissimo. Quando non potevo realizzare un progetto stavo male, umore che trasmettevo a mia moglie. Ecco la famiglia: è stata importantissima e ho avuto la fortuna di avere una donna molto comprensiva al mio fianco e due bravi figli. Però non nascondo che in certi frangenti ho sofferto tanto e la scomparsa del piccolo Orlando (nipote, nda) ci ha veramen-te sconvolti. Infine c’è Roseto, la mia città da sempre, che poteva fare molto di più, sia sul piano turistico sia su quello industriale. Le nostre strutture alberghiere spesso lasciano a desiderare e molte nostre fabbriche hanno chiuso. D’altron-de, guardate come hanno gestito la questione dell’autoporto!L’esclamazione di chiusura non è un sussurro dimesso, ma un urlo lacerante di chi ha sempre avuto il piglio dell’impre-sa. E più che di occasioni mancate il nostro protagonista ci suggerisce una visione diversa della Roseto passata: le occasioni sprecate.

Marocco, Marrakech, 16 novembre 1994. Da sin. Orlando Vagnozzi, un assistente locale, l’amico

Lucio Lamarca e un secondo assistente

Roseto, 19 settembre 2006, inaugurazione della nuova officina dell’autoporto di S. Lucia. Da sin. Il figlio

Pierluigi, Orlando Vagnozzi, il nipote Alessandro, la nuora Paola D’Egidio con sotto il nipote Orlando, la moglie

Nicoletta Mastrangelo, la nipote Nicoletta, il genero Sandro Maggitti, la figlia Lucia e sotto la nipote Piera

Montecatini Terme, 25 giugno 1971. Orlando Vagnozzi con la moglie Nicoletta Mastrangelo

Ricordi 22- II serie

Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli; 13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini; 15 Camillo Mongia; 16 Raffaele Longo; 17 Lino Centola; 18 Soflia Di Simone.; 19 Pio Rapagnà; 20 Italo Di Antonio; 21 Antonio Di Felice.

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Quando arrivi in fondo, o ini-zi a scavare o trovi la forza di reagire. Il Roseto è arrivato in

fondo dopo la sconfitta casalinga di un soffio contro Reggio Calabria, do-vendo fare a meno di due infortunati (Sylvere Bryan e Giovanni Carenza) e del proprio campo per due giornate, a causa di una squalifica inflitta dopo il contatto fra il giocatore della Vio-la, Deloach, e il pubblico durante la gara, che aveva comportato l’espul-sione dell’atleta attualmente più in-viso alla tifoseria rosetana. Con una rotazione ridotta a soli sei atleti, gli

Sharks sono andati in trasferta a Fer-rara per giocare una partita il cui esito sembrava scritto. Invece, come spes-so accade, lo sport giocato si differen-zia – per fortuna! – da quello ragiona-to sulla carta. Così, in terra estense, il Roseto ha trovato la forza di reagire e vinto, sovvertendo tutti i pronostici e giocando con sei giocatori, i quali meritano la menzione estesa data la qualità del risultato: Pitts (39 minuti, 17 punti, 4 rimbalzi e 4 assist), Josh Jackson (38 minuti, 18 punti, 4 rim-balzi e 1 assist), Yankiel Moreno (36 minuti, 7 punti, 5 rimbalzi e 5 assist),

Giga Janelidze (33 minuti, 17 punti, 8 rimbalzi), Innocenzo Ferraro (31 minuti, 8 punti, 8 rimbalzi e 1 assist), Pierpaolo Marini (26 minuti, 2 punti, 4 rimbalzi e 1 assist). Nel maggiore momento di difficoltà, coach Tony Trullo – pubblicamente elogiato da Janelidze per le sue alchimie tattiche difensive – ha saputo compattare il gruppo e proporre il cubano Moreno (play-guardia) nell’inedita e molto fruttuosa versione da ala grande. La vittoria di Ferrara è stata bissata, la settimana dopo, sul campo neutro di Recanati contro l’Omegna, al termine

Roseto Sharks

Gli Squali, in 6 per infortuni, vincono a Ferrara e contro Omegna. Prossimo impegno a Latina, poi a Recanati contro Ravenna

di Luca Maggitti L’EROICA MEZZA DOZZINA

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

foto: Mimmo Cusano

Tifosi rosetani sul neutro di Recanati

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di una prova che ha visto ancora “l’e-roica mezza dozzina”, con l’aggiunta di un cammeo di De Dominicis (che ha pure segnato), combattere e gioca-re un basket fatto di intensità difensi-va e scelte bilanciate in attacco. Se a Ferrara la sorpresa è stata Moreno, a Recanati il nome è cambiato di poco, visto che sulla ribalta c’è salito Mari-ni, rosetano doc e autore di una prova davvero importante, in un contesto in cui comunque tutti e sei gli “Squali stakanovisti” hanno fatto pentole e coperchi. Il Roseto, che ha lasciato l’ultimo posto in classifica al Latina, incontrerà domenica proprio la for-mazione pontina, che nel frattempo ha cambiato allenatore chiamando Bartocci al posto di Garelli. Gli Shar-ks stanno lavorando per rinforzare la squadra sul mercato, provando in settimana il lungo Thomas De Min. Se dovesse essere ingaggiato, poi ci potrebbe essere un movimento an-che nel settore esterni, con l’ipotesi di firmare uno fra Bartoli e Parrillo, che hanno provato la scorsa settimana, allenandosi a Roseto. Gli Sharks, dopo Latina, torneranno in campo il 28 di-cembre, sempre sul neutro di Recanati, affrontando il Ravenna e scontando la seconda delle due giornate di squalifica inflitte al PalaMaggetti.

L’EROICA MEZZA DOZZINA

Giga Janelidze alla palla contesa di Roseto-Omegna

Pierpaolo Marini Josh Jackson

Yankiel Moreno Damier Pitts

Innocenzo Ferraro

Piero De Dominicis

Coach Tony Trullo

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Gentile Direttore,le scrivo affinché questa lettera possa essere girata, attraverso l’uomo dalla barba bianca, a chi di dovere.

Caro Babbo Natale,so che sei impegnato in questi giorni per le ultime consegne e noi rosetani non ti chiediamo nulla ma ti vogliamo invitare a venirti a riposare dalle nostre parti dopo il tuo lungo girovagare. Penso che la tua presenza potrebbe essere salutare sia a te che ai nostri amministratori che sentendosi osservati da si tanta persona potrebbero cambiare rotta per darci un 2015 un pochino più sereno. Sai, forse per mancanze di risorse e quindi difficoltà ad operare, i nostri politici locali ora sono impegnati a fare la guerra di parole con un continuo rimbalzarsi di accuse di cose fatte … non fatte … o fatte male. Ogni giorno si torna su argomenti triti e ritriti di “questo non va perché tu … e ma questo lo hai combi-nato tu ed i tuoi amici”, di fatto poco e niente va bene ma anche se hanno colpa un po’ tutti l’azione politica si è ridotta ad un contendere se una colpa è “più grave o meno grave” di quella della controparte, e giù fiumi di accuse quotidiane. Noi cittadini non ti chiediamo di intervenire, ma siamo certi che anche solo la tua presenza potrebbe fare da calmiere a questa pantomima. Potresti trovare ospitalità in uno dei nostri alberghi o in uno dei residence estivi e le tue renne potrebbero riposarsi godendo di spontaneo foraggio al campo Patrizi o, lontane dal caos cittadino, sotto le tettoie della fontana dell’Accolle. L’atmosfera che troverai non è ingarbugliata perché il contendere verbale ruota attorno a pochissime persone e gli altri politici “sono nel convento e … zappano l’orto”. Il nostro primo cittadino, il povero Pavone, ultimamente è stato accusato dall’opposizione e da Italia Nostra di essere Attila, ma lui si è difeso asserendo di aver fatto tanto. Forse non è proprio Attila perché l’ultimo re degli Unni, visto il ca-sino che aveva fatto per l’Europa, dietro consiglio di papa Leone I si ritirò dalla vita politica. Storicamente si sostiene che dove passava lui non cresceva più l’erba, mentre il nostro lo abbiamo visto accendere l’albero di Natale ed anche zappare un orticello indossando la fascia tricolore, che porta pure la notte sopra al pigiama. Pavone non sente nessuno e non ci pensa proprio a farsi da parte. Il problema è che soffre un po’ di amnesie e non ricorda che è stato per diversi anni membro di giunte che di

errori ne han commessi tanti che ora i cittadini pagano in soldoni, necessari per ripianare i debiti.Ce lo ricorda il super partes Norante, novello Brenno, che dopo le elezioni del 2011, si erse a paladino del motto “Ora faremo grande Roseto” al grido di “Vae victis” (invero lui la pronunciò in dialetto, facendo intendere comunque: guai ai vinti) e fu il proponente di una Commissione per individuare tutti i misfatti delle precedenti amministrazioni e far risarcire i danni, ma questi prescelti illuminati sono ancora, dopo tre anni e mezzo, alle analisi di probabili responsabilità, che restano solo bla bla bla di accuse, quindi solo parole che non si concretizzano con esposti documentati alle autorità competenti . Quindi, come vedi, potresti essere disturbato dal chiacchiericcio, ma se te ne stai sulla spiaggia o passeggi verso Montepagano manco lo sentiresti, godendoti il tuo giusto riposo. Forse una cosa potresti fare: potresti chiedere alla ninfa della pioggia Napea di circuire Zeus e distrarlo un po’, visto che forse ha un conto in sospeso con De Vincentis. Il nostro ex assessore ai Lavori Pubblici, dopo aver accusato gli attuali amministratori comunali di fare poco rispetto al suo effervescente dinamismo, ha trovato un nuovo incarico come referente per la scuola nel Consiglio Pro-vinciale e dovrebbe quindi provvedere finalmente a sistemare le coperture dell’Istituto Moretti e porre fine alle infiltrazioni di acqua piovana che lo affliggono fin dalla sua inaugurazione. L’assessore Vannucci, che lo ha preceduto, se la era anche presa a male perché un comitato di genitori aveva protestato per le lungaggini e li aveva azzittiti sostenendo che i soldi erano stati stanziati e pronti all’uso. Ma forse Zeus non ha mai gradito questa delibera e i lavori non sono mai cominciati. Ora, sia alcuni docenti che alcuni studenti sono preoccupati per il l’infelice rapporto che il concittadino colognese ha avuto con Giove Pluvio, quando ha dato seguito ai lavori di diverse opere pubbliche, per cui è importante che il dio del sole e della pioggia non si accorga dei lavori al Moretti e solo il fascino di Napea potrebbe aiutarci a farlo concentrare ad altre imprese, per avere finalmente a Roseto una scuola asciutta! Come vedi, vogliamo ringraziarti per quello che fai con un invito a stare un po’ da noi. La tua presenza sarebbe un efficace testi-monial alla nostra vocazione turistica, che da tempo si basa su iniziative non del tutto convincenti.

Cordialmente, Italo Di Antonio

babbo natale, però quante promesse Dalla politica!

babbo canestro, giun-to alla 29^ edizione, è una manifestazione natalizia,organizzata dalla Scuola Minibasket Roseto in collaborazione con l’asd Meeting. Vuole essere come ogni anno, un momento di ag-gregazione e di divertimento per tutti i 250 allievi e per i loro familiari. Un pomeriggio di festa per i bambini che saranno impegnati in percorsi motori, staffette, coreo-grafie, gare e minipartite. La manifestazione rappre-senta un momento importante di solidarietà. Per occa-sione, infatti verranno consegnati i calendari 2015 con le foto degli allievi, il cui ricavato sarà devoluto come sempre all’A.I.S.M. associazione italiana sclerosi mul-

tipla sezione di Teramo.Verranno inoltre premiati gli elaborati più significa-tivi, realizzati dagli allievi, relativi al concorso “Il mio Natale” InGresso GratuItoLO STAFF COGLIE L’OC-CASIONE PER AUGURA-

RE A TUTTI UN SERENO E FELICE NATALE.Cogliamo l’occasione per congratularci con la squadra Esordienti della Scuola Minibasket Roseto, che si è aggiudicata il 3° Torneo Nazionale di Natale scvoltosi a Murano la settimana scorsa, guidati da coach Di Gianvittorio e seguita da un nutrito numero di genitori che hanno incitato i ragazzi, contribuendo anch’essi al raggiungimento della vittoria finale, Forza Roseto.

29°babbo canestrodoMenIca 21 dIceMbre 2014 ore 17,00 al palaMaGGettI

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Il gruppo di Gianluca Ginoble in gara al Festival

il volo A sAnremo39

parteciperà al Festival di Sanremo 2015, nel-la categoria big. Per il gruppo di Gianluca

Ginoble, Piero Barone e Ignazio Boschetto si tratta di un ritorno, visto che i tre parteciparono già, sep-pur in qualità di ospiti, all’edizione 2010, condotta

da Antonella Clerici. Cinque anni dopo, li accoglierà Carlo Conti, che li ha voluti fra i 20 big. Un’occasio-ne importante per i tre artisti che a livello mondiale sono molto conosciuti e apprezzati e che adesso, dopo aver vinto premi oltreoceano, cercano la gran-de affermazione e la definitiva consacrazione anche nella propria patria.

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Piccola grande strada. Via Manzoni collega nord e sud della città, un tempo era a doppio senso. Poi le macchine sono cresciute in numero e misura, gli edifici si sono alzati e il sole, anche d’estate, stenta a vedersi. Cinquanta, sessant’anni fa era

un’arteria importante, anche per i negozi: ad angolo con via Milli c’era uno di tessuti e subito dopo una tipografia. Anzi, la Tipografia Rosetana di Corrado Innamorati, Dino Serafini e di Cesare Risi, dopo un po’. Con i suoi manifesti policromi, i volantini, gli opuscoli, sempre più elaborati, ha accompagnato lo sviluppo e la storia di Roseto, ha segnato un’epoca. Come i bar del centro e della pineta, le pizze-rie, il Supercinema, l’Arena quattro palme, quei posti in cui la gente naturalmente confluiva. Quando si chiude l’ottavo anno di Eidos, che in quella tipografia è stato concepito (nella moderna sede di Voltarrosto, ad opera della seconda generazione di stampatori, Riccardo, Patrizio e Cristian e dei loro validi aiutanti, mentre la terza già scalpita) il pen-siero va al passato. In un anno in cui tante sono le assenze, o forse le “vere presenze”. Per me, già da ragazzo entrare in tipografia era un’esperienza entusiasmante. Vedevo le mani di Corrado scorrere con la destrezza di un pianista sulla tavola e unire le lettere una per una, fino a che il te-sto assumesse la sua forma compiuta. Oggi è cosa sem-plicissima con il computer, ma allora bisognava calcolare ad occhio la giustezza, cioè la larghezza della colonna da stampare, che si otteneva con l’esperienza. Si diceva che il tipografo dovesse avere le seste. Si poteva permettere an-che - previo accordo con il committente - qualche sforbicia-tina al testo, perché mancavano i caratteri o annacquare un po’, perché c’era troppo vuoto. L’occhio esperto di Corrado sapeva rimediare a tutto, anche agli inevitabili e pittoreschi refusi. Niente da stupirsi, se gli errori di stampa appaiono perfino nell’ultimo premiato libro di Carofiglio, editore Ei-naudi, che sbaglia pure le foto di copertina. Ogni volta che mi avvicinavo a Corrado - mi piaceva parlare con lui - Ce-

sare, arcigno guardiano, mi ammoniva a lasciarlo lavorare e a non portarlo in chiacchiere. Sapevo che Corrado aveva lavorato e lavorava, che aveva rinunciato – il suo discorso è agli atti - alla carica di consigliere comunale, perché si sarebbe creata un’incompatibilità di fatto, dovendo rifornire l’Amministrazione di materiale tipografico. E coltivava la sua passione politica, l’impegno per la crescita della sua città rimase sempre immutato. Dino poi, in lotta continua con il Governo centrale, artigiano preciso e accurato – era anche un apicoltore - rilegava fascicoli e volumi con precisione esemplare e realizzava degli splendidi quadernini tascabili, prima dei reclamizzati “moleskine”. Ti guardava negli oc-chi e capiva. Infine Cesare, burbero, ma pure lui dal cuore d’oro, legato a quella attività, che lo aveva reso provetto. E come non ricordare quei locali di via Manzoni degli ulti-mi tempi, sempre più stretti, con i fogli di carta accatastati all’ingresso, con un tavolo traballante, una sedia malsicura e l’armadio perennemente aperto, in alto l’immagine bene-dicente di Totò e Peppino, che stampano soldi falsi? Ma il vero cuore pulsante della tipografia era dentro quella stan-za, in cui le macchine suonavano la loro musica e i fogli uscivano carichi di inchiostro, con il segno dell’impressio-ne, come il bambino che nasce. Corrado, Dino e Cesare non le perdevano d’occhio. Nemmeno per un attimo.

la tipoGraFia di via manzoni

UNA PAGINA DELLA STORIA DI ROSETO, CHE CONTINUA CON LE NUOVE GENERAzIONIdi MARIO GIUNCO

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Da sinistra: Cinzia Agostinelli, Patrizio Serafini, Jim Kerr leader dei Simple Minds, Cristian Risi, Riccardo Innamorati.

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Un Piatto da Brucare

PROCEDIMENTO Raccogliete le erbe spontanee (cacigni), mondatele, lavatele e bollitele in acqua con sale e zucchero per 15 minuti. Scolatele e fatele raffreddare in acqua e ghiaccio per pochissimo tempo e, alla fine, strizzatele. Successivamente, tagliatele a pezzetti e ripassate-le in padella con aglio, olio e peperoncino. Una volta eliminati lo spicchio d’aglio e il peperoncino, frullatele con il brodo vegetale fino a ottenere una crema verde brillante. Pulite le carote e ricavatene delle striscioline con il pelapatate. Mondate i porri, tagliateli a rondelle e friggeteli nell’olio. Aggiungete le carote, l’alloro e bagnate con l’acqua frizzante. Tagliate a cubetti molto piccoli anche il pane raffermo, soffriggetelo nell’aglio e olio e asciugatelo sulla carta assorbente. Cuocete la pasta in acqua leggermente salata e scolatela al dente.   Saltate la pasta nel tegame dove sono stati in precedenza soffritti carota e porri. Mantecate con parmigiano, tartufo e un filo di olio di canapa.

IMPIATTAMENTO Adagiate la crema di “cacigni” alla base del piatto, sovrapponete una porzione di pasta ben mantecata e cospargetela di pane croccante.L’uso congiunto di ingredienti dolci con altri molto amari, dona il giusto contrasto e serve a conferire un carattere autentico anche a un piatto apparentemente banale. Un’altra peculiarità di questo piatto è lo sviluppo in quattro diverse consi-stenze dei componenti fondamentali.

Ingredienti x 4 persone

400 gr di caserecce integrali

300 gr di “cacigni” selvatici,

appena raccolti

3 porri

3 carote

1 cucchiaio di zucchero

1 tartufo nero nostrano

2 foglie di alloro

1 bicchiere di acqua frizzante

½ peperoncino piccante

2 spicchi d’aglio

½ l di brodo vegetale

1 fetta di pane integrale raffermo

Parmigiano

Sale

Olio di canapa (o, in mancanza,

olio extra vergine di oliva)

“L’ingrediente più importante della vera cucina goumet è la semplicità”Davide Pezzuto

Davide Pezzuto ama definirsi un figlio della terra e cultore dei suoi frutti, ha origini salentine, sebbene negli ultimi anni si sia trasferito in Abruzzo. Ed è proprio in un ristorante di Pescara che nel 2012 ha ottenuto l’ambita stella Michelin. Davide sta per avventurarsi in una nuova emozionante avventura in terra abruzzese …non lontano da Roseto.

Cucina

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AVIS Comunale di RosetoVia Calabria, 7 – Roseto degli Abruzzie-mail: [email protected]. 329/7230960Apertura sede ogni lunedì dalle ore 11,00 alle ore 12,00

Natale 2014Anche quest’anno arriverà il Natale e come sempre ci affretteremo in una corsa agli acquisti. Sarebbe bello quest’anno fare un regalo diverso dal solito. Un regalo unico. Un regalo che sfugga dai normali canoni del consu-mismo. Qualcosa che parli di te e che si rivolga a tutti. Certo non è semplice trovare un’idea nuova come regalo per Natale. Ormai è quasi tutto online, disponibile ed economico. Quest’anno dai una spallata al consumismo, fai il regalo più bello della tua vita. Diventa donatore e regala a tutti la gioia di una speranza per il futuro. Il tuo sangue è vita per chi lo riceve.

Il Consiglio Direttivo.

Donati anche 300 euro al Banco di Solidarietà

abruzzo amore6.000 euro per il parco inclusivo

Ennesimo grande successo per la cena di bene-ficenza natalizia, organizzata per il quarto anno consecutivo dalla onlus Abruzzo Amore. Grazie al sostegno di centinaia di partecipanti e alla generosità di preziosi sponsor è stato possibile

raccogliere 6.000 euro, che saranno il primo passo per la costruzione di un parco inclusivo nell’area antistante lo stadio Camillo Patrizi. Il parco sarà privo di barriere architettoniche e dotato di giochi adatti sia a bambini normodotati sia a diversamente abili. Il Comune ha con-cesso in dotazione l’area ad Abruzzo Amore e ringraziato per l’iniziativa, intervenendo alla cena e prendendo la parola con il sindaco Pavone e l’assessore Recchiuti. Il netto ricavo della serata ha permesso anche di donare 300 euro al Banco di Solidarietà di Roseto.

FOTO: MIMMo cusano

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U no show ed un workshop interamentededicati alle festività natalizie, dove èstata ricreata in ogni singolo dettaglio di

nail art quell’atmosfera che solo il Natale è ingrado di regalare. Lo show è stato ancor piùcoinvolgente grazie all’utilizzo di suggestivi etecnologici holophone: piramidi di vetro al cui in-terno è stato proiettato un video in 3D nellenuance Holiday dei tre brand Gelish, ArtisticColor Gloss e Morgan Taylor.E proprio per quest’occasione, la famiglia Sacri-pante ha voluto e riunito accanto a sé i suoi mi-gliori “allievi” che oggi sono diventati MasterEducator. Una reunion che ha dato vita ad unindimenticabile show con performance di balle-rini e cantanti intervallate da dimostrazioni di nailart con tecniche speciali grazie anche ai parti-colari ingredienti utilizzati come lo zucchero e lasabbia.

Un’opportunità irrinunciabile per impararedai maestri della nail art le nuove 15 tecni-che che ruotano intorno alla tendenza dellaprossima stagione: il French Inverso.

LA TECNICA DEL FRENCH INVERSOAntonio e Paola Sacripante, hanno, nonsolo ridefinito dal punto di vista concettualeil french inverso, ma ne hanno migliorato latecnica di applicazione.Questa particolare manicure consiste inuna linea del french a forma di un sorrisoche segue l’andamento delle cuticole, ter-minando prima dell’inizio dei bordi lateralidell’unghia in due semplici passaggi: ilprimo colore viene steso sull’intera super-ficie dell’unghia, la seconda nuance vieneapplicata successivamente in modo dalasciare libera la parte cuticolare.

IDEE E CREATIVITÀ ALL’AVANGUARDIALa master class ha presentato tecniche unicheed esclusive includendo, nella realizzazionedelle varie nail art nuovi ingredienti come lo zuc-chero, la sabbia, il crystal ball, il one movement,il foil e le filigrane oro e argento.Questo evento è stato un’occasione irripetibileper mostrare come l’utilizzo di accessori e in-gredienti originali permette di realizzare nail de-sign che escono dai classici schemi natalizi. Lo zucchero, acquisendo il ri-flesso del colore della strut-tura in soak off, dona uneffetto granuloso, perfettoper impreziosire le maniper le festività in arrivo.Con l’utilizzo invece dellasabbia si ottiene un ef-fetto damascato. Graziead un gioco di contrastimat/shine oppure lu-cido/granuloso e unadecorazione concen-trata nella zona cuti-colare, tipica delfrench inverso, ci si assicuraun effetto insolito ed originale.I Master Educator coinvoltinell’evento e nel workshop delgiorno successivo sono statiAlessandra Pace, Verdiana Ste-fani, Marcella Balato, EleonoraBortoletto, Cristina Bea, YleniaCottarelli, Liliana Moscoso, Jes-sica Melchiorre, Anna Lucia Fa-tone e Umberto Stornaiuolo:ognuno di loro ha contribuito a ren-dere magico questo seminario e atrasmettere lo spirito natalizio sulleunghie, dimostrando al contempograndissima professionalità, preci-

sione e bravura sia nell’esecuzione della tecnicache nella spiegazione al pubblico che ha assi-stito con attenzione e curiosità.La maestria dei Master Educator è stato quelladi creare design natalizi in modo raffinato edelegante.

A fianco la sala gremitaper il Seminario.

Al centro, nella fotodi destra “Christmas Ruby”

di Antonio Sacripante;a sinistra, “Black Shadow”

di Umberto Stornaiuolo.In basso, “Gold and

Fantasy” di Cristina Bea.

Lo scorso fine Novembre, a Roma, il Seminario dedicato al Nail-Styling natalizio

It’s All About ChristmasNails&Beauty: un indimenticabile XMAS Nail Party

In alto, tutti sul palco per un finale ad effetti speciali. Al centro, una pioggia di sabbia per la nail art di Alessandra Pace. A sinistra, Marcella Balatoesegue un french twist inverso

redazionale H&N_uscita_dic 2014_Layout 1 17/12/14 15.20 Pagina 1

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U no show ed un workshop interamentededicati alle festività natalizie, dove èstata ricreata in ogni singolo dettaglio di

nail art quell’atmosfera che solo il Natale è ingrado di regalare. Lo show è stato ancor piùcoinvolgente grazie all’utilizzo di suggestivi etecnologici holophone: piramidi di vetro al cui in-terno è stato proiettato un video in 3D nellenuance Holiday dei tre brand Gelish, ArtisticColor Gloss e Morgan Taylor.E proprio per quest’occasione, la famiglia Sacri-pante ha voluto e riunito accanto a sé i suoi mi-gliori “allievi” che oggi sono diventati MasterEducator. Una reunion che ha dato vita ad unindimenticabile show con performance di balle-rini e cantanti intervallate da dimostrazioni di nailart con tecniche speciali grazie anche ai parti-colari ingredienti utilizzati come lo zucchero e lasabbia.

Un’opportunità irrinunciabile per impararedai maestri della nail art le nuove 15 tecni-che che ruotano intorno alla tendenza dellaprossima stagione: il French Inverso.

LA TECNICA DEL FRENCH INVERSOAntonio e Paola Sacripante, hanno, nonsolo ridefinito dal punto di vista concettualeil french inverso, ma ne hanno migliorato latecnica di applicazione.Questa particolare manicure consiste inuna linea del french a forma di un sorrisoche segue l’andamento delle cuticole, ter-minando prima dell’inizio dei bordi lateralidell’unghia in due semplici passaggi: ilprimo colore viene steso sull’intera super-ficie dell’unghia, la seconda nuance vieneapplicata successivamente in modo dalasciare libera la parte cuticolare.

IDEE E CREATIVITÀ ALL’AVANGUARDIALa master class ha presentato tecniche unicheed esclusive includendo, nella realizzazionedelle varie nail art nuovi ingredienti come lo zuc-chero, la sabbia, il crystal ball, il one movement,il foil e le filigrane oro e argento.Questo evento è stato un’occasione irripetibileper mostrare come l’utilizzo di accessori e in-gredienti originali permette di realizzare nail de-sign che escono dai classici schemi natalizi. Lo zucchero, acquisendo il ri-flesso del colore della strut-tura in soak off, dona uneffetto granuloso, perfettoper impreziosire le maniper le festività in arrivo.Con l’utilizzo invece dellasabbia si ottiene un ef-fetto damascato. Graziead un gioco di contrastimat/shine oppure lu-cido/granuloso e unadecorazione concen-trata nella zona cuti-colare, tipica delfrench inverso, ci si assicuraun effetto insolito ed originale.I Master Educator coinvoltinell’evento e nel workshop delgiorno successivo sono statiAlessandra Pace, Verdiana Ste-fani, Marcella Balato, EleonoraBortoletto, Cristina Bea, YleniaCottarelli, Liliana Moscoso, Jes-sica Melchiorre, Anna Lucia Fa-tone e Umberto Stornaiuolo:ognuno di loro ha contribuito a ren-dere magico questo seminario e atrasmettere lo spirito natalizio sulleunghie, dimostrando al contempograndissima professionalità, preci-

sione e bravura sia nell’esecuzione della tecnicache nella spiegazione al pubblico che ha assi-stito con attenzione e curiosità.La maestria dei Master Educator è stato quelladi creare design natalizi in modo raffinato edelegante.

A fianco la sala gremitaper il Seminario.

Al centro, nella fotodi destra “Christmas Ruby”

di Antonio Sacripante;a sinistra, “Black Shadow”

di Umberto Stornaiuolo.In basso, “Gold and

Fantasy” di Cristina Bea.

Lo scorso fine Novembre, a Roma, il Seminario dedicato al Nail-Styling natalizio

It’s All About ChristmasNails&Beauty: un indimenticabile XMAS Nail Party

In alto, tutti sul palco per un finale ad effetti speciali. Al centro, una pioggia di sabbia per la nail art di Alessandra Pace. A sinistra, Marcella Balatoesegue un french twist inverso

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il nAtAle con l’Arte dellA scuolA di viA veronese

Questa volta vogliamo rinunciare ad uno spa-zio della rubrica “non ci piace” per sottoli-neare invece ciò che di positivo accade nella nostra città, le iniziative che vengono orga-nizzate in occasione delle festività natalizie.

Come nel caso della scuola dell’infanzia di via Veronese, dell’istituto comprensivo Roseto 1. Anche quest’anno la brillante iniziativa del mercatino di Natale, la cui unica finalità è la raccolta fondi per l’acquisto del materiale di-dattico. Tutto ebbe inizio quattro anni fa quando venne-ro messi “all’incanto” i lavori degli alunni che divennero piccoli “artisti in erba”. Fu un successo tale da voler re-plicare l’anno successivo. Da ben due anni sono scesi in campo anche i genitori e i familiari degli alunni a testi-monianza della stretta collaborazione che si è creata tra scuola e famiglia tanto da ottenere ottimi risultati e arric-chendo l’offerta e la qualità dell’evento. La grande squa-dra dei genitori è stata coordinata da una nonna, l’artista Maresa Del Ciotto. Con il contributo di mamme e papà è riuscita a realizzare capolavori natalizi fatti a mano e con il cuore con materiale di recupero e contribuendo così in maniera determinante all’enorme successo anche del mercatino di Natale di quest’anno.

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La prima Mostra d’Arte Presepiale a Pineto, è stata organizzata da due Associazioni locali: il Comi-tato Pro-Corfù e l’Associazione Amici del Presepio. Al fine di

svelare tutte le curiosità in merito alla ras-segna, ho incontrato i membri delle due associazioni, proprio nel locale in cui è stata allestita la mostra (la nuova cappel-la di San Gabriele a Corfù). A detta degli organizzatori, il Natale a Corfù quest’an-no è suddiviso in due “sezioni”: una è la mostra dei presepi e l’altra è la mostra delle strutture più rappresentative di Pi-neto costruite in miniatura, cioè la Torre di Cerrano, la Villa Filiani e la Chiesa S. Agnese. Queste ultime opere sono state realizzate da Marco Assogna, Giuseppe Foschi e Filippo D’Agostino circa dieci anni fa, quando iniziarono con la Torre di Cerrano. Il presepe di Corfù, prima dell’e-dificazione del Giardino delle Ninfee, è stato un simbolo del Natale pinetese per tanti anni, esposto proprio sulla curva che riportava al centro. Per due anni, però, l’esposizione è stata interrotta in quanto l’area, dapprima grezza, fu cantierata ap-punto per realizzare il parco che c’è oggi. Le strutture del presepe per questo moti-

vo furono custodite in un rimessaggio in cui purtroppo, con il passare degli anni e a causa delle condizioni atmosferiche, si sono rovinate. Le opere di ristrutturazio-ne hanno richiesto duro lavoro per quasi un mese, alleviato però dall’aggiunta di altri soci alla collaborazione: Giuseppe Ciaccia, Benedetto Fragassi, Nicola An-gelozzi e Claudio Palmaricciotti. Da quel momento, arriva l’idea di metter su una mostra, venuta dalla passione per il pre-sepe che quei cittadini pinetesi avevano in comune, sentimento per cui hanno de-ciso di costituire l’Associazione. La mo-stra consta di trentuno presepi che sono stati realizzati a mano prevalentemente da artisti locali; con l’aiuto di qualche amico dell’Associazione Nazionale Ami-ci del Presepe della sezione Penne, che hanno contribuito con la realizzazione di tre presepi. Anche la Mostra si divide in due: una con le fasi della natività (rappre-sentate da presepi singolari) e l’altra da otto diorami, piccole ambientazioni che ripercorrono la vita di Gesù. Non si trat-ta dei soliti presepi: molte, infatti, sono le chicche che si possono ammirare. Citia-mo ad esempio, il presepe del modellista Fabio Durante, realizzato all’interno della

Torre di Cerrano con la rievocazione della transumanza; il particolare e ‘’innovativo’’ presepe con la neve che scende con un ingegnoso sistema, anch’esso artigianale; il presepe realizzato con pezzi di legno trovati sulla spiaggia di Pineto, dopo una mareggiata e al contrario quello “esotico”, creato in legno artigianale del Kenya. La mostra è stata inaugurata lo scorso 8 di-cembre: una Messa solenne, professata dal parroco Don Guido, ha introdotto il ta-glio del nastro da parte dei membri delle Associazioni e delle Autorità, arrivate sul luogo soddisfatte dell’operato. «In quella giornata - raccontano i signori dell’Asso-ciazione - è nato anche un progetto, con-diviso con il sindaco Robert Verrocchio e con il presidente del Consiglio Ernesto Iezzi, che speriamo di realizzare in futuro: creare una sorta di Pineto in Miniatura, ispirata al noto parco di Rimini. Avremmo l’idea di creare altre strutture caratteristi-che di Pineto, come il Garden o la Chiesa di S. Antonio a Mutignano. Come associa-zione, chiediamo al Sindaco l’affidamento di questa struttura nella quale vorremmo realizzare un “laboratorio di presepe per-manente” con funzioni molteplici: sociali, culturali e ricreative».

Musica di sottofondo, luce soffusa e arteuna visita alla mostra Presepiale di PinetoPer la prima volta il Giardino delle Ninfee a Corfù ospita una ricca esposizione di presepi fatti a mano. Risultati di una passione nata nei primi anni ‘90 per gioco, oggi sono diventati motivo “di tanto impegno” di MARTINA

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GIANFILIPPO AUGURI23 dicembre, 1 ANNO

ALESSIAinfiniti auguri!! Che il tuo

cammino sia sempre sereno...

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