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ANNO 10 N.249 prossima uscita 2 aprile Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

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ANNO 10 N.249 prossima uscita 2 aprileQ

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Da pilota di go kart, ad intimista, fino ad ar-rivare a ciò che è diventata oggi: una com-merciante dinamica e creativa. Nathalie Cardinale, belga di nascita, è la titolare di una realtà molto consolidata a Pineto.

Dopo sedici anni, Particolari Accessori Moda è infatti il negozio di fiducia dove entrare ed uscire soddisfat-te del proprio acquisto: la titolare, insieme al suo pro-fessionale staff, cura con attenzione le necessità delle sue clienti, che ringrazia per essere state sempre al suo fianco in tutti questi anni. Grazie alla sua tempra molto forte, allo spirito di iniziativa, adattabi-lità e coraggio che ha nel sangue, Nathalie di fronte alle difficoltà della vita si è sempre rialzata e, con creati-vità, si è sempre rin-novata. Gli stessi ele-menti si ritrovano nel suo modo di gestire i quattro negozi aperti sul territorio: Partico-lari Accessori Moda a Pineto in via G. D’Annunzio 64, Particolari Accessori Moda a Roseto in via Nazionale 224, Particolari Kids in via G. D’Annunzio 38 a Pi-neto che propone abbigliamento di qualità per bam-bini a prezzi concorrenziali ed infine, Larry Beach, l’attività aperta solo d’estate in via Venezia sempre a Pineto, che vende articoli da mare, souvenir e tutto l’occorrente per il turista dell’ultimo minuto. La punta di diamante di Particolari Accessori Moda è un abbi-gliamento per tutte le donne giovani e meno giovani, con taglie fino alla 52. Per Nathalie ed il suo staff, la donna ideale è infatti quella formosa che vuole ve-stirsi in modo giovane, alla moda e a prezzi medi,

in un ambiente familiare, come quello che si può trovare nei negozi da lei gestiti.

Presso i due punti vendita di Pine-to e Roseto, stanno per affacciarsi

anche le scarpe, per il total look da completare con borse, acces-sori e abbigliamento. In negozio si possono trovare molti marchi este-ri, come greci e spagnoli, per far sì che la clientela trovi un prodotto diverso e qualitativamente alto. Da oggi, inoltre, Particolari vende e spedi-sce online in tutta Italia. I negozi si sono contraddistinti anche per i numerosi eventi organizzati d’estate a Pineto: la sfilata di moda di Par-

ticolari Accessori Moda, il “Tutto a metà prezzo” solo per poche ore e la sfilata di moda dei bam-bini di Particolari Kids, la prima organizzata a Pineto che ha visto pro-tagonisti i piccoli model-li. Gli inviti agli eventi, i messaggi, le promozioni, i regali, la ricerca di un prodotto unico e quali-tativo sono sintomo di

una magistrale cura del cliente portata avanti negli anni anche grazie alle diverse iniziative svolte. Quello che Nathalie vuole far passare, è un messaggio molto im-portante, rivolto soprattutto ai ragazzi: “Fate lavorare il cervello e non piangetevi mai addosso”.

Accessori Moda Per un total look, fino alla taglia 52

Per seguire le promozioni del negozio, cerca su Facebook: Particolari.tà accessori moda e su Instagram: particolari_accessori_moda.

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UN PROJECT PER L’ARENA 4 PALME E NUOVI PARCHEGGI

La proposta è stata presentata dalla società Dimensione Solare e prevede diversi interventi di riqualificazione per la città e la creazione di oltre cinquecento nuovi posti auto sul territorio

L’Arena 4 Palme resterà ai ro-setani. Con il project finan-cing presentato dalla società Dimensione Solare nasce una nuova idea di recupero di al-

cune aree cittadine, appartenenti alle Ferrovie. L’iniziativa prevede l’acquisto delle aree di proprietà delle Ferrovie, compresa l’Arena 4 Palme, la riquali-ficazione di alcune zone a parcheggio, con creazioni di nuovi stalli, e aree verdi, l’affidamento in concessione del servizio relativo al monitoraggio dei pa-rametri ambientali urbani, la gestione di aree di parcheggio a pagamento su aree comunali, mediante l’utilizzo di tecnologie innovative (che rientrano nel cosiddetto progetto “Smart City”) e relativo accertamento delle violazioni della sosta con l’impiego di ausiliari del traffico. Il progetto è stato illustrato, e dai responsabili della società, l’Ammi-nistratore Delegato, Gianluca Di Fran-cesco, ed il Responsabile Tecnico, Silvio Foschi. Contiene uno studio di fattibilità, una bozza di convenzione, un piano economico-finanziario det-

tagliato, una specifi-cazione delle carat-teristiche del servizio e della gestione, gli altri elementi previ-sti dalla vigente nor-mativa, nonché le garanzie offerte dal promotore all’ammi-

nistrazione. Questo progetto consenti-rebbe intanto alla città di riappropriarsi dell’Arena 4 Palme e magari di tornare ad ospitare proprio in questo impian-to, il mitico Trofeo Lido delle Rose, il più antico torneo di basket in Europa. Il sindaco Enio Pavone ha precisato che si tratta solo di una proposta che l’amministrazione sta ora valutando sotto il profilo della funzionalità, della fruibilità del servizio, dell’accessibilità al pubblico, del rendimento, del costo di gestione e di manutenzione, della durata della concessione, delle tariffe da applicare. In un secondo momento, successivo all’eventuale approvazione della proposta presentata con o sen-za modifiche, il Comune procederà ad indire una gara, ponendo a base la proposta che avrà approvato. I vantag-gi derivanti da questa proposta per la parte pubblica sono l’acquisto di una serie di aree che, dopo tanti anni di at-tesa e di annunci, diventeranno final-mente di proprietà del Comune, tra cui l’ex area delle Ferrovie che comprende anche l’Arena 4 Palme e il suo ammo-

dernamento; riqualificazione dell’area a parcheggio adiacente la stazione ferroviaria; riqualificazione dell’area a parcheggio e aree verdi del lungoma-re Celommi; riqualificazione dell’area a parcheggio e aree verdi in via Ma-rina e via Marco Aurelio; risistemazio-ne della pineta centrale. Ma anche la realizzazione di un sistema di monito-raggio e controllo della qualità dell’a-ria e dell’inquinamento acustico del territorio comunale; realizzazione del servizio ad un costo certo e definito; azzeramento dei costi di gestione del servizio; aumento delle entrate per le casse comunali derivanti dalla quota, pari al 68% secondo la legge Maroni, delle multe e dalle royalties; certezza dei flussi finanziari; flessibilità di appli-

cazione dello strumento in termini di impatto sul bilancio comunale; azzera-mento nelle occupazioni abusive degli stalli; creazione di un maggior ricircolo dei veicoli, come richiesto con forza dai commercianti, con maggiore possibili-tà di trovare posteggi anche a seguito dell’aumento di disponibilità degli stalli.

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RACCOLTA DIFFERENZIATA

AL 71 PER CENTOPresentati i dati del primo bimestre del 2016. Dal 2017 prevista la riduzione della Tari. Cala l’indifferenziato da portare in discarica. “Sono dati che ci confortano”, ha detto il sindaco Enio Pavone, “raggiunti obiettivi importanti, grazie all’ottimo lavoro della Diodoro Ecologia”

Dal 65 per cento del dicembre 2015 al 71 per cento dei primi due mesi del 2016. Cresce la per-centuale di raccolta differenziata sul territorio comunale di Roseto.

Con l’attivazione del servizio di raccolta por-ta a porta esteso su tutta l’area comunale, Roseto è riuscita finalmente ad entrare a far parte del circuito delle città virtuose, ovvero che hanno raggiunto e superato la soglia del 65 per cento della raccolta differenziata. Il dato dovrà ora essere confermato per tutto l’anno in corso per ottenere l’eliminazione dell’ecotassa imposta dal governo nei con-fronti di tutti quei Comuni che non hanno raggiunto ancora la soglia del 65 per cento. “Il ringraziamento va soprattutto ai cittadi-ni”, ha sottolineato il primo cittadino roseta-no, “per la straordinaria collaborazione che c’è nel differenziare correttamente i rifiuti a

casa. Era un nostro obiettivo quello di migliorare il ser-vizio e cercare di arrivare ad abbattere sensibilmente i costi per lo smaltimento del pattume in discarica. Ab-biamo affrontato una questione assai delicata perché si partiva con una percentuale bassissima, appena il 6 per cento. Oggi abbiamo superato il 70 per cento, gra-zie anche all’ottimo lavoro che la ditta Diodoro svolge sul territorio”. L’amministrazione Pavone ha creduto dunque da subito all’importanza di avere una città più pulita. Ha pianificato il nuovo servizio, ha eliminato i cassonetti dalle strade, ha sistemato una nuova car-tellonistica per sensibilizzare l’opinione pubblica con-tro l’abbandono della spazzatura negli spazi verdi. Ad occuparsi del servizio è la ditta Diodoro Ecologia che opera in altri circa 30 Comuni abruzzesi. Fondamen-tale è stato soprattutto il lavoro di sensibilizzazione tra i cittadini, con una serie di riunioni di quartiere per spiegare nei particolari come comportarsi dinanzi al nuovo concetto di raccolta e soprattutto recupero dei rifiuti. Il responsabile dell’azienda, Ercole Diodoro, ha intanto assicurato che in vista dell’estate, quando la popolazione triplicherà e con essa anche il volume dei rifiuti, le squadre di operai saranno pronte ad entrare in azione per far fronte alla nuova situazione.

2012: 26% 2013: 33%

2015: 38%

1° bimestre 2016: 71%

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Tanti cittadini hanno pre-so parte in settimana, nei locali del “Salone Pieran-tozzi” del Museo Civico della Cultura Materiale di

Montepagano, all’incontro pubbli-co organizzato dall’amministrazio-ne comunale di roseto per discute-re in merito ad eventuali modifiche da apportare al piano particolareg-giato del centro storico dell’antico borgo. L’iniziativa è nata con uno spirito ben preciso: dialogare con i cittadini di Montepagano ed ascol-tare le loro istanze per valutare le soluzioni e le proposte che riguar-dano il piano particolareggiato. Si tratta di uno strumento fondamen-tale per la crescita e lo sviluppo del territorio e che possa contribuire, in maniera concreta, al recupero

e alla valorizzazione di quanto già esistente, oltre al rilancio dell’inte-ra area a livello turistico ed occu-pazionale. Tra le altre cose, il piano particolareggiato del centro storico può essere considerato un utilissi-mo supporto per prevenire il natu-rale spopolamento che sempre più spesso colpisce certe zone in tutto il Paese. Durante l’incontro, che ha visto la partecipazione numerosa e convinta della cittadinanza, oltre a quella del Presidente del Consiglio di quartiere, Liberatore Merlitti, e di diversi consiglieri, è stata ribadi-ta la volontà da parte del Comune di lavorare per creare opportune condizioni affinché si possano ri-vitalizzare, nel miglior modo pos-sibile, le frazioni, a partire pro-prio da Montepagano, attraverso

MONTEPAGANO E LE PROPOSTEPER IL PIANO PARTICOLAREGGIATO

Incontro tra residenti e amministratori per iniziare a gettare le basi verso la realizzazione

di uno strumento che dovrebbe garantire il rilancio del borgo antico e favorire la nascita di attività nel pieno rispetto della tutela dei luoghi

nuove e significative proposte. E i veri protagonisti dovranno esse-re gli stessi cittadini, i residenti di Montepagano e tutti coloro i quali abbiano intenzione di investire in questi piccoli centri. All’evento ha partecipato il sindaco Enio Pavone, accompagnato da alcuni consiglieri comunali e dal dirigente del setto-re urbanistico del Comune Lorenzo Patacchini. Un dato che è emerso e che lascia pensare ad un futuro comunque roseo per il borgo anti-co paganese è il fatto che alcune attività hanno aperto bottega. E’ chiaro comunque che il piano par-ticolareggiato dovrà contemplare una serie di vantaggi per chi vuole investire a Montepagano, soprat-tutto per quanto riguarda la tutela di alcuni luoghi caratteristici.

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ALLA FESTA PER I “DIECI ANNI DI EIDOS”

TANTI OSPITI, MA ANCHE IL RICORDO DI LUIGI BRACCILI

La data di domenica 3 aprile 2016 si sta avvici-nando e, quindi, anche la festa di compleanno del nostro giornale. L’appuntamento è per le ore 17,30 presso l’Hotel Liberty e ci saranno proprio tutti, vale a dire i “vecchi” collaboratori

e i nuovi protagonisti di questa avventura iniziata nel marzo del 2006. Tante le firme e i supporter, ma uno in particolare è e sarà sempre nei nostri cuori, proprio perché sin dall’inizio appose la sua prestigiosa firma sulle pagine di un giornale da un nome un po’ strano (“Non è tanto facile da ricordare, ma può funzionare”, ci diceva il nostro) e che lo vide subito protagonista. Parliamo di Luigi Braccili che poi è diventato nel corso degli anni un pilastro della rivista, al punto che le sue “Punture rosburghesi” non solo erano attese, ma face-vano tremare i politici, ai quali Gigino non risparmiava le sue acute critiche. Proprio perché la festa sia anche un momento di ‘memoria storica’ abbiamo chiesto al figlio Umberto, nota firma della Rai regionale, di trac-ciarne un breve ricordo. Poche parole in cui si mate-rializza l’immagine del padre.

Gigino Braccili in dieci righe. Si può, lui le avrebbe anche ridotte per parlare “i suoi grandi”. Un ricordo? Intanto stima massima per Eidos che gli aveva dato la possibilità di fare delle punture, lui che infermiere non era. Scriveva in autonomia, lo ha insegnato anche a me. Il “pic, poco indolor” era la sua libertà, come tutto quello che ha scritto nella vita. Penna eccelsa, non parla il figlio ma un invidioso, antifascista, per-ché ha conosciuto la banalità di un ventennio, libero e onesto. Ricordo qualcuno “punto” dal Gigino di Ro-seto che incontrandomi non protestava per quello che aveva scritto, chiedeva solo clemenza, magari con la formula di essere dimenticato. Io penso che uno dei problemi nati dalla sua morte sia quella pagina bianca oggi “virtuale” che qualcuno nota in un periodico del quale mio padre andava fiero. “Dove c’è un giorna-le libero c’è democrazia, un qualcosa che si respira” mi ha ripetuto già nella culla, quando ero neonato. Ci sono 50 libri scritti e tante punture per dire che è vivo. Ma ricordare, spesso non basta, almeno per me. Io cerco di stringere forte i suoi insegnamenti. Spero di non accontentarmi. Scusa papà, ho parlato bene di te per più di dieci righe ma ...te lo devo.

Umberto Braccili ... fu Luigi

P. S. della redazioneLo spazio delle “punture”, con altri spunti e diverse os-servazioni, è a disposizione di Umberto che, a cadenze libere e compatibili con i suoi impegni lavorativi, inizie-rà un nuovo percorso “sulle vestigia degli antichi pa-dri”, come avrebbe detto il Principe di Montenevoso.

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11Giornalismo

di William Di Marco

L’INFORMAZIONE ILLUMINANTE - Uno dei momenti più significativi dell’avanzamento di una coscienza critica di un popolo - e con essa dello sviluppo dei prodromi di una moder-na democrazia - si ha quando in un Paese cresce in modo ampio e plura-le la libertà di stampa. Più questa è fuori il controllo del potere costituito e più l’informazione assolve al compito di “illuminare” i meandri bui delle ce-late stanze delle autorità governative. È uno dei grandi insegnamenti che ci giungono proprio dal periodo più prolifero della trasformazione sociale della modernità, vale a dire l’Illumini-smo, che fece della diffusione della cultura e dei luoghi dove questa veni-va discussa, un pilastro determinante affinché la coscienza delle persone (che da sudditi si stavano trasfor-mando in cittadini) potesse crescere in modo il più possibile autonomo. Così l’avanzare da allora delle testate giornalistiche è stato il barometro del radicamento della democrazia, tanto che la pluralità di pubblicazioni ha sempre rappresentato una garanzia per lo sviluppo delle idee. Queste non necessariamente dovevano es-sere le migliori o pedagogiche, ma era proprio il confronto che rendeva (e rende) il dibattito vivo e fondamen-tale, affinché la ragione stessa possa trovare la sua giusta collocazione e valorizzazione.LE MODERNE CONCENTRAZIONI - Quello che è successo in queste set-timane, cioè l’accordo industriale tra il gruppo L’Espresso-La Repubblica con La Stampa ha dell’incredibile. È quasi passato inosservato se non al grande pubblico, di sicuro agli intel-lettuali e a coloro che “dirigono” le coscienze delle riflessioni politiche e sociologiche. L’operazione, addirit-tura, ha avuto il plauso di tantissimi

LA DOPPIA MORALE DELL’ACCORDO TRA

LA REPUBBLICA E LA STAMPA. ORA LE CONCENTRAZIONI SI POSSONO FARE

giornalisti, soprattutto quelli schierati politicamente o facenti parte (della serie “teniamo famiglia”) del gruppo stesso che sta dando vita (antitrust permettendo) al colosso italiano dell’informazione. Tutte quelle giuste lamentele e gli altisonanti lai - lancia-ti a suo tempo sulla concentrazione televisiva e della carta stampata in mano a Berlusconi - sono caduti nel silenzio assordante. Eppure le giusti-ficazioni dei fiancheggiatori Mediaset erano le stesse che oggi sono sulla bocca dei “repubblicones”. Infatti tra questi ultimi, Ezio Mauro, direttore del giornale romano per oltre venti anni, scrive ricordando le: «Radici comuni di due mondi del giornali-smo» [...] «atto di coraggio impren-ditoriale» [...] «gesto di fiducia nei confronti dell’editoria giornalistica e del suo domani» [...] «forte segno di ottimismo in un Paese ripiegato su se stesso». Roba dell’altro mondo. Sembrano le parole dell’ex cavalie-re quando spiegava che occorreva avere una visione globale del mondo dell’informazione e dell’intratteni-mento in modo da facilitare le con-centrazioni. In questo caso la neo fu-sione sta passando come cosa buona e giusta in un Paese che è scivolato al 73° posto come libertà di stampa, al punto che in una posizione così bassa l’Italia non c’è stata nemmeno quando nella stanza dei bottoni c’era il “dittatore” di Arcore. E che fanno gli intellettuali, i grandi pensatori, co-loro che spesso dirigono il traffico dei ‘lenti di comprendonio’? Tacciono e se dicono qualcosa, non la pronun-ciano con la stessa forza di quando si ribellavano agli attentati alla demo-crazia del centro-destra.FUORI DAGLI SCHEMI - Noi che siamo fuori da questi schemi partiti-ci e da una politica ormai alla can-

na del gas, possiamo sì gridare allo scandalo delle concentrazioni, ma di tutte, soprattutto se sono fortemen-te dominanti. La fusione L’Espresso-La Repubblica e La Stampa, oltre a unire due dei primi tre quotidiani in Italia, abbina anche il giornale di Ge-nova Il Secolo XIX e ben diciotto (pro-prio 18) giornali regionali (compreso il nostro Il Centro), le cui vendite si attestano intorno al 25% del totale nazionale. Vi ricordate pochi mesi fa cosa è successo con l’acquisizione della Rizzoli da parte della berlusco-niana Mondadori? La prima stava per fallire e l’intervento della seconda è stato considerato dagli analisti un salvataggio e una concentrazione che potenzia l’editoria italiana. Sono, quindi, le stesse giustificazioni di cui sopra. A parte che il mercato librario del nuovo gruppo va ben oltre il 30%, ma l’intellettuale per antonomasia, lo stimatissimo Umberto Eco di recente scomparso, per non rimanere nella Bompiani passata alla Mondadori, ha fatto un gesto eclatante e di li-bertà: ha costituito, insieme ad altri scrittori, una nuova casa editrice (La Nave di Teseo), oltretutto sbandiera-ta in modo del tutto inopportuno ai funerali, come un vero e stucchevo-le spot pubblicitario. Adesso chi si indignerà? Chi dei grandi giornalisti uscirà dal nuovo gruppo? Se si pensa che Carlo De Benedetti, il principale azionista di Espresso-Repubblica-Stampa, è anche il possessore della tessera n° 1 del Partito Democratico, il futuro non è affatto roseo. Anche perché Renzi, l’enfant prodige pro-tetto dall’ingegnere, il suo repulisti già lo ha fatto in Rai, al punto che addirittura Michele Santoro ha detto che quello che sta accadendo è peg-gio dell’editto bulgaro di berlusconia-na memoria. Poveri noi!

Se si pensa che Carlo De Benedetti, il principale azionista del nuovo gruppo dell’informazione, è anche il possessore della tessera numero uno del Partito Democratico, il futuro non è affatto roseo

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Avrebbero preferito una sistemazio-ne diversa dei nuovi loculi, e invece il progetto, da oltre 200mila euro, prevede che le nuove cappelle siano praticamente a ridosso di quelle già esistenti, con uno stretto passaggio per chi si reca a deporre un fiore sulla tomba del caro estinto. A lamentarsi sono i cittadini di Cologna Spiaggia. Da alcune settimane sono in corso i lavori di realizzazione dei nuovi loculi, una serie di nuove cappelle lungo il marciapiede che costeggia la zona più vecchia del cimitero. Più di nuovi 100 posti. Per i residenti sarebbe stata meglio una disposizione completamente diversa.

COLOGNA SPIAGGIA, LAVORI AL CIMITERO CHE NON PIACCIONO

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Bella iniziativa del Comune di Roseto che ha fatto si-stemare in prossimità degli stalli riservati ai disabili una nuova segnaletica. “Invece di prenderti il mio posto perché non ti prendi il mio handicap?” recita la tabella. Purtroppo, nonostante i parcheggi riservati ad automobilisti disabili siano ben visibili, vengono occu-pati abusivamente. Da qui quindi l’idea di sistemare una segnaletica che possa scuotere le coscienze di chi si appresta a lasciare la propria auto in spazi riser-vati. L’iniziativa è stata apprezzata da tutti i cittadini. Meno da chi invece faceva il furbetto.

OTTIMA SEGNALETICA CONTRO GLI INCIVILI

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PONTICELLI DELLA PINETASiamo ormai a ridosso della Pasqua, periodo in cui molti turisti tornano per un breve soggiorno, così da riposarsi e godere di rilassanti passeggiate, soprattutto quelle in pineta: ma, attenzione, troveranno ancora disordine. In modo particolare, ci sono due ponticelli in completo abbandono, danneggiati dall’ultima mareggiata del mese di novembre. Non risultano solamente intasati dei detriti portati dalle onde, ma ormai sono proprio pericolanti. Tutti i ponticelli andrebbero ripensati con nuovi materiali in maniera tale da evitare i continui rattop-pi che lasciano il tempo che trovano.

LA NUOVA PISTA CICLABILE

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PINETO

Ci siamo quasi, la nuova pista ciclabile è in dirit-tura di arrivo. Manca giusto il tratto finale, quello che la collegherà al quartiere di Villa Ardente tra-mite il sottopasso della statale 16. Erano decenni che se ne parlava e finalmente l’opera è in di-rittura d’arrivo, soprattutto per gli abitanti della frazione di Borgo S. Maria, i quali non avranno più timore per i loro figli di lasciarli liberamente raggiungere il centro del paese.

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ed Internazionali, si è imposto nel panorama letterario italiano come vero e proprio caso edi-toriale. La pubblicazione in versione digitale è il frutto di un grande traguardo dell’artista abruz-zese: quello di essere stata vincitrice unica del-la sezione Saggistica del Premio Letterario Car-ver 2015. «Spero», commenta la Musini, «che lo stesso successo e gli stessi consensi conse-guiti dal mio libro cartaceo arridano anche alla versione eBook, rinnovata ed arricchita di nuovi personaggi e nuove vicende; sfogliarlo sarà un modo, mi auguro, interessante e piacevole per

conoscere da vicino quell’Artista lussureggiante, straordina-rio e sorprendente che è stato Gabriele d’Annunzio, di cui mi onoro di interpretarne l’immortale Poesia in tutto il mondo».

È la seconda strada che dalla principale via di S. Petronilla entra dentro l’agglomerato urbano della località. Attraverso la terminale via Brigata Maiella, si congiunge a sud con via Fosse Ardeatine.Il riferimento è alla Città di Penne, Conosciuta nell’antichità come Pinna, durante la guerra civile fu distrutta da Silla. Carlo Magno ne fece la capitale della provincia e l’assog-gettò al potere del Vescovo. Ruggero II la dichiarò città re-ale. Concessa con titolo di ducato nel 1522 da Carlo V ad Alessandro de’ Medici, passò poi nel 1539 nel patrimonio di Margherita d’Austria sposatasi con Ottavio Farnese ri-manendo nel dominio della famiglia Farnese e successi-vamente della famiglia dei Borbone di Napoli. Fu, durante

PERCHÉ MARTIRI PENNESIA S. PETRONILLA SI CHIAMA COSÌ?

la secolare appartenenza al Regno di Napoli (divenuto poi Regno delle due Sicilie nel 1816), capoluogo di Distretto fino al 1837. Cessò di esserlo per punizione del Governo borbo-nico a causa dei moti risorgimentali accaduti in quell’anno tra il 23 e il 24 luglio. Il governo borbonico, dopo aver punito la località con il trasferimento nella vicina Città Sant’Angelo di importanti uffici pubblici (sottintendenza, tesoreria distret-tuale, giudicato regio), impose anche una cruenta repressio-ne: otto patrioti (tutti pennesi, tranne uno che era di Lama dei Peligni, accusati di essere i fautori della sollevazione) furono processati a Teramo e ivi fucilati il 21 settembre 1837. In seguito nella città, in Piazza XX Settembre, sorse il monu-mento ai Martiri Pennesi. (InfoWeb)

a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Esce in versione e-book, per la casa editrice Li-brInmente, nel giorno del compleanno del Vate, il libro di Daniela Musini “I 100 piaceri di d’An-nunzio. Passioni, fulgori e voluttà”. Dal 12 marzo 2016, in tutti gli store digitali e su www.librinmen-te.it, al prezzo di Euro 4,99, sarà disponibile un’opera appassionante, arricchita, rispetto alla precedente versione cartacea, di nuove, intriganti voci sulla vita del Poeta abruzzese. Si tratta di un volume dal grande ritmo narrativo, pagine da leggere tutte d’un fiato, un’opera particolare che prende la forma di saggio, acquisisce il brio di un romanzo d’avventura e viene irrobustito da più di dieci anni

di accurate ricerche storiche. Un viaggio attraverso il mondo del Vate permeato da un “vivere inimitabi-le”. Uno splendido glossario che parte dalla A di Alcova ed arriva alla Z di Elena Zancle (una delle ulti-me amanti) passando per arte, amici, segre-

ti inconfessabili, ed episodi divertenti. Malizia, poesia, ironia, sfarzo, sono questi gli ingredienti che hanno costruito il suc-cesso del libro che, con i suoi 14 Premi Letterari Nazionali

IN E-BOOK “I 100 PIACERI DI GABRIELE D’ANNUNZIO”.UNA VITA INIMITABILE DESCRITTA DA DANIELA MUSINI

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17CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Le rappresentazioni religiose hanno sempre avuto un si-gnificato molto importante: aggregare intorno a un simbolo i fedeli, che in esso si identificano. Succedeva anche nei primi anni ‘50 del Novecento. In questa foto siamo a ca-vallo tra il 1950 e 1951 e ancora non c’era la parrocchia del S. Cuore. L’unica esistente in città era quella di Santa Filomena, che dieci anni dopo verrà rinominata in Ss Maria Assunta. Tuttavia gli abitanti a Sud di Roseto - zona ancora non indicata come “Corea”, ma più semplicemente come “Villa Ardente” - avevano già il loro punto di riferimento. La parrocchia dei preti bresciani sorgerà nel 1954 e nel frattempo donna Angela Contessa, moglie dell’industriale

Federico Centola, aveva concesso uno spazio della fabbri-ca di giocattoli per celebrare la messa e aveva fatto costru-ire, struttura ancora esistente, una croce al confluire di via Piave con via Nazionale. Un’altro crocifisso, che è stato riposto successivamente nella chiesa del S. Cuore, veniva portato in giro, in quella che viene ricordata come la “pro-cessione della Santa Croce”. Nell’immagine si può notare l’affluenza dei fedeli che percorrono via Po, tra i quali si distingue Giovanni Messina (indicato con la freccia), cioè colui che ci ha girato la foto e che è conosciuto ai più come ex titolare di una cartoleria, di una rivendita di giornali, ma soprattutto come distributore di quotidiani.

Di recente si sono svolti i Campionati italiani assoluti indoor ad Ancona e di mezza maratona (km 21.097) a Fucec-chio (FI). In entrambe le manifestazioni è stata presente l’Atletica Vomano Gran Sasso: il miglior risultato tecnico è ar-rivato dalla mezza maratona di Fucec-chio, dove tra i protagonisti della categoria Junior è risultato Marco Macchia che si è piazzato al secondo posto di categoria, con l’ottimo riscon-tro cronometrico di 1h08.41, a ridosso di Ahmed Ouhda, atleta equiparato di nazionalità marocchi-na che ha impiegato 1h08.16. Con questo enne-simo risultato il giovane atleta teatino si conferma tra i migliori atleti italiani Junior nella specialità

AI CAMPIONATI ASSOLUTI DI ATLETICA BRILLANO MARCO MACCHIA E ANDREA SINISI DELL’ATLETICA VOMANO

della corsa. Agli assoluti indoor di An-cona, Andrea Sinisi nel salto con l’asta è ritornato a superare l’asticella dei mt 5,00 ottenendo il quarto posto con la stessa misura della medaglia di bronzo Marco Boni (GS Aeronautica) ma con due errori a mt 4,90. Ai Tricolori indoor,

inoltre, con un tifo da stadio e palazzetto gremito all’inverosimile, presenti un gruppo di giovani del Centro sportivo e aggregativo Vomano che hanno tifato e si sono emozionati per il Primatista italiano di salto in alto Gianmarco Tamberi (G.S. Fiamme Gialle), con un passato con il Club di Morro D’Oro, che ha infiammato il pubblico superando mt 2.36 e sfiorando l’epica misura di 2.40.

I RAGAZZI DI UNA VOLTA 43 LA PROCESSIONE DELLASANTA CROCE A ROSETO SUD

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TAGLIANDI AUTO di tutte le marcheanche in garanzia

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19CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

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(Riceviamo dall’Assessorato alla Cultura e pubbli-chiamo) «Il progetto dell’Assessorato alla Cultura di Roseto, “Salviamo la memoria storica”, preve-de l’acquisto di tutto il materiale audio-video in possesso del sig. Bruni Paolo, cineoperatore Rai il quale, nel corso di 60 anni della storia della cit-tà di Roseto, ha raccolto testimonianze di impa-reggiabile valore storico-culturale, filmando ogni avvenimento pubblico e privato, manifestazioni, ospiti illu-stri in città, ivi compresi tutti i Consigli comunali, partite di basket, grandi eventi, sino alle odierne riprese delle TV private. L’intera produzione del sig. Bruni, centinaia di cas-sette e Cd, è stipato in scatoloni, all’interno di un magazzi-no non coibentato, esposto a sbalzi termici che potrebbero deteriorare irreparabilmente i video già datati. Ogni giorno che passa qualche immagine sbiadisce un po’. Sarebbe un grave danno per la collettività rosetana perdere ciò che, l’occhio attento di Paolo è riuscito a catturare in 60 anni di riprese. Dentro quei video c’e’ tutta la città, uomini illustri e gente comune, nonni, padri, figli. Acquistare quei filmati significa poter sfogliare, con ansia mista a curiosità, anni e anni di storia della città, alla ricerca di un familiare o di un amico che non c’è più oppure, divertirsi a guardare le vecchie partite di basket o i vecchi consigli comunali o, an-cora a ricordare i grandi eventi di cui Roseto è ricca; con

L’IMPORTANTE VIDEOTECA DI PAOLO BRUNIVA ACQUISTATA. OCCORRE PERÒ UNA COMMISSIONE DI STORICI PER UNA VALUTAZIONE DOCUMENTALE

la videoteca di Paolo Bruni potremo ricostruire la storia di Roseto dal dopoguerra ai giorni nostri, partendo dalle immagini in bianco e nero sino ai colori dell’attualità. [...] Puoi rivolgerti presso la tua banca per effettuare il bonifico per il progetto “Salviamo la memoria”, indicando quale causale “Donazione a favore dei Progetti culturali del Co-mune di Roseto degli Abruzzi” all’Iban: c/Tesoreria

IT22S0606077020CC0460009002 c/o Cassa di Rispar-mio della Provincia di Teramo filiale di Roseto degli Abruzzi. Potrai recuperare il 65% del donato (legge di stabilita del 28.12.2016 n. 208) che ti sarà compensato come bonus al momento del pagamento delle tasse, presso l’Agenzia delle Entrate. Per tale finalità è stato istituito il seguente co-dice tributo: “6842” - da riportare sul modello F24 sezione “Erario”, colonna “Importi a crediti compensati” con l’indi-cazione “2016” quale “anno di riferimento” (art.1 del D.L. 83/2014). Grazie a tutti coloro che contribuiranno.»Lodevole l’iniziativa dell’Amministrazione comunale per non perdere un patrimonio filmico di inestimabile valore, ma è bene istituire, prima di qualsiasi operazione di acquisizione e di utilizzo del denaro raccolto, una commissione scientifi-ca di storici e di studiosi in grado di esaminare il materiale nel suo complesso e darne una valutazione filmografica e documentale.

Se dei giovani si mettono in testa qualcosa che li entusia-sma, allora non ce n’è per nes-suno. Accadde così che nel 1988 un gruppo di amici del S. Cuore decise di dare lustro al torneo di calcio per anto-nomasia, quello cittadino, già conosciuto come il “Torneo dei Bar” di scena al Centro Guer-rieri (oggi Piamarta). L’appun-tamento aveva una risonanza provinciale e venivano molte squadre da fuori comune per potersi aggiudicare il trofeo. Questo manipolo di volenterosi riorganizzò la manifestazione, introducendo molte novità, tra cui una pubblicazione che de-scrivesse tutte le squadre e le varie formazioni. Scopo della rinascita era quello di costruire una tribuna in cemento da collocare dietro la porta nord del rettangolo di gioco. Ma c’era qualcosa che non s’integrava con il resto della struttura. Era

MA QUANTO È BELLO! - 7IL MURALES “SCOMPARSO” DEL CAMPO DEI PRETI

una cabina dell’Enel che dava l’energia elettrica a tutta la zona e sembrava del tutto fuori conte-sto. A quel punto l’idea fu quella di farla dipingere con un grande murales, in modo che il casot-to fosse affine al tema sportivo del campo. Nacque un’opera molto bella che raffigurava i tre campioni del momento: Zenga per l’Inter, Maradona per il Na-

poli e Gullit per il Milan. L’inaugurazione avvenne a giugno del 1989, contestualmente alla tribuna. Gli autori del dipinto furono due: in primis l’artista Marco Di Virgilio e poi l’arch. Pietro Tritella. Alcuni anni dopo il murales scomparve sotto uno strato di pittura, a causa di un “raptus” di un sacerdote, che considerava Maradona, a causa dei suoi problemi di dro-ga, poco educativo (!). E se qualcuno ripulisse la “crosta” per riportare a nuova vita quella bella immagine?

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Il corso d’acqua ha cancellato parte di un appezzamento coltivato di proprietà di un’azienda agricola di Piane Vomano. A rischio anche alcuni tralicci dell’Enel. Chiesto l’intervento del Comune

affinché vengano adottate misure di tutela e conservazione per l’argine nord. La forza erosiva

aveva già riportato alla luce una vecchia discarica

Il fiume Vomano continua len-tamente ad erodere l’argine nord, nel territorio comunale di Roseto, all’altezza di contrada Piane Vomano. Porzioni di ter-

reno sono state inghiottite dal corso d’acqua, riducendo peraltro l’area di coltivazione, di proprietà di un’a-zienda agricola locale. Nell’ultima settimana, anche a causa delle re-centi piogge e una maggiore portata del fiume, l’erosione si è accentua-ta. Il Vomano ormai lambisce anche i tralicci dell’Enel. Del problema è stata informata l’amministrazione comunale di Roseto in quanto in un punto il corso d’acqua ha riportato alla luce una vecchia discarica di-smessa. Si teme che in caso di una piena improvvisa quell’impianto di smaltimento del pattume possa es-sere inghiottito dalla furia del Voma-no, con quintali di plastica scaricata direttamente in mare. Un problema simile era stato vissuto tempo ad-dietro nella zona di Coste Lanciano, dove il fiume Tordino aveva eroso un terzo di una vecchia discarica. La questione del fiume Vomano a dire il vero era stata sollevata già un anno fa. Ma di soluzioni concre-te al momento non se ne vedono. Il proprietario dell’azienda agricola che vede ridursi ogni giorno l’am-piezza dei propri terreni ha scritto anche all’Enel in quanto uno dei ri-schi è anche quello del cedimento dei tralicci. La distanza tra l’argine e i tralicci si è sensibilmente ridot-ta nell’ultimo anno. Ci sono meno di tre metri. Quindi facile pensare che in caso di una piena del Vo-mano, almeno un traliccio verreb-be spazzato via, con conseguente

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L’EROSIONE DEL VOMANO

interruzione di energia elettrica. Il problema deve essere risolto al più presto. Servono soluzioni immedia-te. Quanto meno valutare l’ipotesi di un consolidamento dell’argine nord, così come è già accaduto per il lato opposto, nel territorio comunale di Pineto. Qui, lungo un tratto, sono stati posizionati due anni fa massi ciclopici a protezione dell’argine, all’altezza della zona industriale di Scerne di Pineto. In questo punto il fiume era esondato più volte. L’ul-timo episodio si era registrato nel marzo del 2011.

Foto: Camillo Narcisi

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Se tutti i rosetani volessero bene a Roseto come quelli che ci sono passati per lavo-ro, il Lido delle Rose sarebbe una perla. Un esempio? Neven Spahija, coach che nel 2004/2005 allenò il “Roseto più forte di

sempre”, dove brillava la stella di Mahmoud Abdul-Rauf. Oggi il croato di Sebenico vive negli Stati Uniti, ad Atlanta, dove è il vice allenatore della squadra NBA degli Hawks. Guardando l’elenco degli spettacoli in programma nella città della Georgia, Spahija ha nota-to il concerto del Volo alla Atlanta Symphony Hall del 11 marzo, incuriosendosi quando ha letto sui media che Gianluca Ginoble era originario di Roseto. Così ha chiesto ai suoi amici rosetani se davvero Gianluca fos-se originario del Lido delle Rose. Avuta la conferma, ha subito acquistato il biglietto per andare a sentire il

rosetano e i suoi due colleghi siciliani ad Atlanta, in occasione della 21^ tappa del tour nordamericano, iniziato a Buffalo (New York) il 5 febbraio e che finirà il 2 aprile a Indio (California), dopo 34 concerti e aver toccato città come Montreal, Boston, Atlantic City, New York, Washington, Cleveland, Chicago, Detroit, Miami, Orlando, New Orleans, Austin, San Antonio, Dallas, Las Vegas, Los Angeles e San Diego. Un tour che sta ottenendo l’ormai solito successo al quale Il Volo è abituato quando si reca oltreoceano. Dopo le 13 date del tour italiano e le 34 di quello nordame-ricano, ce ne saranno 18 in Centro e Sud America, iniziando il 9 aprile a Santo Domingo e finendo il 14 maggio ad Acapulco, toccando Santo Domingo, Porto Rico, Guatemala, San Salvador, Nicaragua, Panama, Cile, Argentina, Paraguay, Brasile e Messico. La stre-

GIANLUCA GINOBLE E NEVEN SPAHIJA

IL VOLO, IL ROSETO, LA NBA

Gianluca Ginoble e Neven Spahija

Il cantante del Volo ha conosciuto il coach del Roseto più forte di sempre ad Atlanta

di Luca Maggitti

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pitosa tournée mondiale dei vincitori del Festival di Sanremo 2015 si concluderà nel Vecchio Continente, con le 12 tappe del tour europeo che partirà il 21 mag-gio a Madrid e finirà il 18 giugno a Vienna, toccando Spagna, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Francia, In-ghilterra, Russia, Germania e Austria. Ma torniamo al concerto di Atlanta, perché a questo punto entra in gioco Ercole, papà di Gianluca Ginoble, che dopo aver saputo dagli stessi amici comuni di Spahija che l’ex allenatore del suo amato Roseto Basket sarebbe andato ad applaudire il figlio, ha prontamente avver-tito il cantante. Così, a fine concerto, Neven Spahija è stato invitato nei camerini per conoscere Gianluca, che – quando aveva soltanto 10 anni – lo aveva visto allenare gli Sharks al PalaMaggetti, dove lo portava papà Ercole, tifosissimo rosetano. 10 anni dopo Rose-

to e aver vinto allori in Lituania, Spagna, Israele e Tur-chia, Spahija è passato dagli Squali rosetani ai Falchi di Atlanta. Insomma: anche lui ha preso “il volo”! Fra Gianluca e Neven è stata simpatia a pelle e Spahija ha molto gradito anche l’estrema disponibilità di Piero Barone e Ignazio Boschetto. E siccome ha saputo che i tre ragazzi amano il basket, li ha invitati per il giorno dopo alla partita fra i suoi Atlanta Hawks e i Memphis Grizzlies, alla Philips Arena. Il Volo ha portato bene e i Falchi hanno vinto 95-83. Dopo il concerto del ve-nerdì e la partita del sabato, abbracci e la promessa di rivedersi in estate a Roseto. Gianluca Ginoble, sul suo profilo facebook, dopo la partita ha pubblicato un breve video, dicendosi felicissimo di aver visto una partita di basket NBA per la prima volta, dopo tanti viaggi negli Stati Uniti d’America.

Il Volo alla partita fra Atlanta Hawks e Memphis Grizzlies Il Volo e Neven Spahija

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Via Accolle 18 Roseto degli Abruzzi (TE)

Tel. 085-8930487 Fax 085-8931818

[email protected]

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Dopo la pausa per la Fi-nal Eight di Coppa Ita-lia, il Roseto ha ripreso a marciare a passo di carica, tornando alla

vittoria a Matera. La squadra di co-ach Tony Trullo ha chiuso la partita in terra lucana già nel primo tempo, arrivando ad avere anche 32 punti di vantaggio nella ripresa. Alla fine la vittoria è stata con il punteggio di 85-105. Sharks concentrati dun-que, desiderosi di scrollarsi di dosso la sconfitta patita in casa nel turno precedente contro Treviglio e ma-turata all’ultimo tiro. Allen e com-pagni hanno ripreso a far punti col-lezionando la quinta vittoria esterna consecutiva, dopo aver espugnato

Brescia, Imola, Legnano e Chieti nel derby. La squadra del Lido delle Rose ha vinto 7 delle 10 gare del girone di ritorno. E se non avesse perso in casa all’ultimo tiro contro Mantova e Treviglio, adesso sarebbe capolista insieme a Treviso, invece che al quar-to posto a quota 32 punti insieme a Imola, con Brescia a 34 e la coppia di testa composta da Mantova e i trevi-giani a 36. Ma la stagione regolare è ancora aperta, perché mancano 5 tur-ni al termine e ci sono scontri diretti fra le avversarie dirette del Roseto per un posto nella parte alta del tabellone playoff. I rosetani, una volta passato il ciclo terribile delle prime 5 gare del girone di ritorno, quando hanno

Roseto Sharks

Prossima partita Roseto-Jesi, domenica 20 marzo al PalaMaggetti

di Luca MaggittiA TUTTA VELOCITA’ VERSO I PLAYOFF

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

Bryon Allen

Kyle Weaver Yankiel Moreno

foto: Andrea Cusano

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affrontato in rapida successione le prime 5 della classe, adesso guardano con fiducia alle restanti gare, anche se nell’ultima trasferta capitan Ferraro ha visto ancora la partita dalla panchi-na, a causa di un nuovo acciacco dopo i guai al polpaccio. Il primo impegno è previsto al PalaMaggetti, domenica 20 marzo, contro lo Jesi terzultimo in classifica. Poi, dopo la pausa per le festività pasquali, domenica 3 aprile gli Squali andranno in trasferta a Fer-rara. Il 10 aprile si torna a casa, per affrontare il Ravenna. Ultima trasferta della stagione regolare domenica 17 aprile, a Recanati, prima di chiudere il girone in casa, sabato 23 aprile, contro Trieste. Fare tabelle di mar-cia, a questo punto della stagione, non ha molto senso. Il Roseto ha dato ampia dimostrazione di poter vincere

contro tutte le squadre e di avere il primo nemico in se stesso e cioè nei momenti di fisiologico calo di con-centrazione dei giocatori che lo com-pongono. La squadra ha finora dato spettacolo, guadagnandosi il rispetto delle avversarie e i complimenti come squadra sorpresa. Arrivare fra le pri-me quattro significherebbe avere il fattore campo a favore nei playoff. E, ovviamente, più in alto si arriva più si tiene il fattore campo. E un Pala-Maggetti caldo come in questo cam-pionato è davvero importante averlo a favore. Il Roseto deve pensare solo a vincere fino a fine stagione, quindi, anche perché gli altrui impegni po-trebbero dare una mano a Weaver e soci. Già, perché nelle ultime 5 gior-nate ci sono 3 scontri diretti, che ve-dono sempre coinvolto il Mantova di

coach Alberto Martelossi. Infatti, nel prossimo turno si giocherà Mantova-Brescia, mentre nella 27^ giornata sarà la volta di Imola-Mantova e nel 28° turno di Mantova-Treviso. Tre gare che, unite al resto dei risultati – a cominciare da quelli del Roseto – possono ridisegnare in modo impor-tante la classifica.

A TUTTA VELOCITA’ VERSO I PLAYOFF

Roberto Marulli Tony Trullo Innocenzo Ferraro

Curva NordGiuliano Spizzico

Curva Nord

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NON RIESCI A FRONTEGGIARE I TUOI DEBITI? ESISTE UNA SOLUZIONE.Si chiama legge 3/2012 ed introduce nel no-stro ordinamento una procedura di ristruttura-zione dei debiti mediante meccanismi dilatori e falcidiatori, attraverso la predisposizione di un piano redatto da un Commercialista e da un Avvocato che viene proposto al Tribunale per essere omologato.In altri termini, si paga solo quello che si ri-esce a pagare: non a caso la legge 3/2012 è detta anche Legge salva suicidi.I debiti in questione possono riguardare le Banche, Equitalia, le Finanziarie, i fornitori, i privati ecc…

CHI PUO’ RICORRERE ALLA PROCEDURA DI SOVRAINDEBITAMENTO?Il consumatore persona fisica, gli imprenditori agri-coli, tutti gli imprenditori commerciali “sotto soglia” (non fallibili), i professionisti intellettuali, gli artisti, i lavoratori autonomi, gli artigiani, i soci di società di persone illimitatamente responsabili per debiti socia-li pregressi, le società tra professionisti, le Onlus, le start up innovative che si trovino in una “situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fron-te, nonché la definitiva incapacità (...) di adempie-re regolarmente le proprie obbligazioni” (art. 6 legge 3/2012).La normativa prevede anche che “non possono, sot-to pena di nullità, essere iniziate o proseguite azioni esecutive individuali né disposti sequestri conserva-tivi né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio del debitore (art. 10 comma 3 legge 3/2012), sono sospese le prescrizioni e non si verificano decadenze (art. 10 comma 4).”

PERCHE’ CONVIENE ANCHE AI CREDITORI QUESTA SOLUZIONE NEGOZIATA?Come è noto, il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri (art. 2740 c.c.).Ma cosa succede quando si deve recuperare un cre-dito aggredendo il patrimonio del debitore? Si intraprende un’azione esecutiva LUNGA, COSTO-SA E DALL’ESITO INCERTO.La legge 3/2012, invece, appresta una soluzione CE-LERE, SENZA COSTI PER I CREDITORI E DALL’ESITO CERTO (poichè viene cristallizzata in un piano, omo-logato dal Giudice, il quale deve essere poi rispetta-to).Conviene allora sia al debitore che ai creditori vaglia-re la possibilità di ricorrere ad una delle tre procedure previste da questa normativa ancora poco conosciu-ta (accordo, piano del consumatore, liquidazione dei beni).

Avv. Laura Avolio

AVV. LAURA AVOLIO

Via Nazionale n. 161presso Galleria Valentini64026 - Roseto degli Abruzzi (Te)Cell. [email protected]@pec-avvocatiteramo.it

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ricordiGirare e vedere cosa c’è intorno. Rimanere attratti da questo modo così eclatante e allo stesso tem-po intimo di porsi di fronte alle cose. Cercare di lanciarsi in un’avventura intorno al mondo, come Jules Verne in epoca moderna ci ha suggerito, op-

pure guardarsi circolarmente per capire meglio il nostro micro-cosmo. Tra queste due grandi unità di misura che sono la sfera globale e la bolla egocentrica, c’è anche un altro modo per ren-dersi conto che il giro su se stessi è qualcosa di ipnotizzante, capace di creare il piacere sottile del trasporto. Vittorio Centola sarà partito da questa considerazione, almeno quella prima vol-ta che fu ammaliato da qualcosa che gli ruotava sotto gli occhi e che lo colpì sin da bambino. Era l’ultimo arrivato in famiglia e rimaneva affascinato dagli oggetti dei fratelli più grandi. Così quei dischi che allora erano sparsi per casa, fatti di resina di gommalacca, non solo li ascoltava al grammofono, ma comin-ciò un po’ a raccoglierli, dal momento che nessuno ci teneva a conservarli. Quell’incanto di vederli girare per pochi minuti, con una carica a mano che dava il tempo di durata della musi-ca, evidentemente influenzarono la fantasia del piccolo Vittorio, il quale sarà folgorato da quella esperienza, almeno per due aspetti importanti della sua vita. Il primo è il collezionismo. Co-minciò sin da piccolo a metter da parte gli oggetti tondi e neri, per poi nel tempo catalogarli e includerli in appositi contenitori che oggi formano una bella e preziosa raccolta, per altro molto ordinata, di un patrimonio importante fatto di famosi e originali 78 giri, ai quali si aggiunsero nel tempo i più “recenti” (non ditelo ai ragazzi!) 45 e 33 giri, anche se qui si entra nel mondo del vinile. E se a tutti questi supporti uniamo i più moderni cd, allora i numeri crescono a dismisura, tutti rigorosamente con-servati nella bella e ampia casa di Pescara. Ma l’altro aspetto che ha caratterizzato la vita di questo personaggio - che passò la sua gioventù a Roseto, i cui luoghi gli sono rimasti nel cuore - è proprio la musica a tutto tondo. Seduto davanti al suo pia-

noforte bianco è capace di tuffarsi in un passato fatto di serate con i mitici musicisti con cui ha avuto modo di suonare. Certo, non ha calcato i palcoscenici dei grandi teatri, ma a cavallo degli anni ‘50 e ‘60 faceva parte di orchestrine che allietavano le serate danzanti, soprattutto quelle sulla riviera. Così Nino Dale - grande musicista del teramano, la cui fama fu immorta-lata in una canzone di Ivan Graziani - lo volle con sé per quelle tournée di breve gittata, ma che rimangono ancora nelle menti di molti vacanzieri, i cui ricordi sono ormai nella cassaforte del tempo. Eppure le influenze di questa passione Vittorio Centola le fa risalire oltreoceano, quando fu folgorato sulla via del jazz dal grande Louis Armstrong di “St. Louis Blues”. La canzone era trascinante e aveva tutti gli ingredienti per avvicinarlo alla musica nera, che guarda caso poi tornerà prepotentemente nelle sue serate. E proprio in una di queste, a casa di amici e nel periodo estivo di “Pescara Jazz”, che fa l’incontro artistico della sua vita, con Teddy Wilson, il grande pianista di colore il quale aveva inciso con Benny Goodman ed Ella Fitzgerald. Seduti di fronte alla tastiera bianca e nera, diedero vita a una piccola esibizione a quattro mani. L’apoteosi per lui era già in circolo nel sangue, che in qualche angolo arterioso conserva intatti quei globuli in cui sono incise le note di una performance magica. Collezionista seriale, non ha potuto coltivare un’altra sua passione, quella dei grammofoni, giradischi e registratori a bobine. Per la verità ne ha ancora tanti sugli scaffali domestici, ma non quanti ne avrebbe voluto possedere, anche perché per questioni di spazio diversi li ha dovuto dare via. Il quadro propedeutico è già abbastanza completo. Manca molto altro ancora. È il caso di aprire il registratore, un po’ più moderno ri-spetto a quelli che ci circondano. Lo scopo è sempre lo stesso: ascoltare il racconto del nostro interlocutore.Tutto ebbe inizio molto lontano da Roseto.Fa riferimento a Lodi. Se le devo dire la verità è vero che lì sono nato l’8 agosto 1932, ma quei posti non li ho più visti. Papà

VITTORIO CENTOLAAPPENA GIUNTO A ROSETO CON LA FAMIGLIA CERCÒ DI CONTINUARE GLI STUDI E RIPRENDERE A SUONARE IL PIANOFORTE. LA GUERRA ERA ALLE

SPALLE, MA I FATTI BOLOGNESI NON SARANNO PIÙ CANCELLATI. AD ALLEVIARLI CI PENSERÀ LA MUSICA DI LOUIS ARMSTRONG

Ricordi 13 - III serie

LA FABBRICA DEI GIOCATTOLI DEL PADRE APPARTIENE AI RICORDI DELLA SUA INFANZIA E ADOLESCENZA. POI NEGLI ANNI DIVENTERÀ UN MUSICISTA, MA ANCHE UN COLLEZIONISTA DI

DISCHI, CON UN GRANDE RAMMARICO: TUTTI GLI OGGETTI DELLA PRODUZIONE DI FAMIGLIA CHE AVEVA MESSO DA PARTE IN SPECIALI SCATOLONI SONO ANDATI PERSI. PER FORTUNA LA MUSICA

LO HA ACCOMPAGNATO NELLA VITA, ANCHE QUELLA VOLTA CHE TEDDY WILSON

SI SEDETTE AL PIANO AL SUO FIANCOVittorio Centola

di William Di Marco

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ricordipossedeva già una fabbrica, la Federico Centola Giocattoli, ma quando avevo due anni ci trasferimmo tutti a Bologna, dove aveva costruito un opificio molto più grande, con al piano terra la produzione, mentre sopra c’era la nostra grande casa. Mia madre, Angela Contessa che molti rosetani ricordano, aveva cresciuto cinque figli. Ero l’ultimo e prima di me c’erano Nicola (nato nel 1922), Antonio (7-7-1925), Dante Gaetano (13-8-1927), Lino (6-7-1929) e infine venivo io. Il periodo bolognese me lo ricordo tutto, primo perché fu quello della mia infanzia e poi per via della Seconda Guerra Mondiale, una parte della mia vita che definirei angosciante.Una città quasi del tutto distrutta dalle bombe.È vero e noi Centola eravamo lì. Anzi, vivemmo da vicino questa brutta esperienza, poiché la nostra casa e la fabbrica, collocati all’interno di un ampio giardino, erano nei pressi della ferrovia. Ma partiamo dall’inizio, quando andavo a scuola. Le Elementari le frequentai alla Ercolani, nella zona centrale della città e vi rimasi fino alla quarta. L’ultimo anno lo saltai, perché scelsero me e altri due compagni per farci fare l’esame, in quanto era-vamo i migliori e ci ritenevano già pronti per le Medie. Entrai così nel Liceo-Medie Malpighi, completai i tre anni e poi mi iscrissi al primo anno dello Scientifico. Ma intanto la guerra era già scoppiata e incominciammo a pagarne le conseguen-ze. Nonostante ciò devo dire che la fanciullezza la trascorsi presso la parrocchia della chiesa di S. Egidio, dove c’era un campetto di calcio, oggi trasformato in giardino, e tanti giochi come il ping-pong, il calcio balilla. Era frequentato da ragaz-zini e anche da ragazzine e lì, mi ricordo, nacquero le prime amicizie. Poi dal settembre 1943 cambiò un po’ la nostra vita. Era il 25 e quella data non me la dimenticherò mai più, perché fu devastante per la città felsinea. Colpirono molti siti, tra cui le fabbriche. La nostra fu risparmiata, anche se una bomba abbatté i cancelli, spazzandoli a oltre cento metri da dov’erano ubicati. I nostri fabbricati non furono danneggiati e mio padre, per sicurezza, fece costruire nel giardino un rifugio sotto terra, dove ci recavamo noi e anche i lavoranti quando c’erano le incursioni aeree degli americani. Una volta accadde un fatto che sa del miracoloso. Suonarono le sirene e scappammo tutti nel bunker. Eravamo confinanti con la ferrovia e vedemmo un treno che si era fermato. C’erano dei bambini a bordo, così li fecero scendere e i miei li portarono nel rifugio. Ebbene, le bombe caddero proprio sui binari e spazzarono via i vagoni. Se fossero rimasti lì, quei piccoli sarebbero con molta probabilità tutti morti. Contammo almeno quindici grandi buche provocate

dagli ordigni.Come viveva quelle giornate di guerra.Cercavamo di fare una vita normale, ma è ovvio che era im-possibile. La notte per circa sette-otto mesi me ne andai in un grande rifugio vicino all’officina del gas molto protetto e la mat-tina, appena sveglio, correvo a casa, dove c’era mia madre che non lasciò mai l’abitazione. Facevo colazione e poi di corsa a rintanarmi e passavo lì le giornate, fino a quando per cena tor-navo dai miei. Loro cercavano di procurarsi il cibo al mercato e riportavano quello che trovavano. Una volta, di mattina, usci-rono insieme e si divisero. Arrivarono gli aerei e ci fu un altro terribile bombardamento. Papà e mamma si persero di vista e mio padre credette che la moglie fosse rimasta colpita. La andò a cercare tra i cadaveri, mentre poi se la vide sbucare di colpo. Arrivò il 1944 e gli Alleati si attestarono a Pianoro, nei pressi di Bologna. Sembrava che ormai stessero per liberare la città, mentre dovemmo aspettare il 21 aprile del 1945, quando giun-sero le truppe americane, i polacchi che issarono la loro ban-diera sulla Torre degli Asinelli e i partigiani della Brigata Maiella.Adesso entra di scena Roseto.Finito il conflitto, cercammo di riprendere la vita normale. Tut-to intorno a noi era distrutto e così papà decise di trasferirsi al Sud, anche se la destinazione non doveva essere Roseto. I miei genitori erano di S. Marco in Lamis in provincia di Foggia e forse volevano tornarsene in Puglia. Poi ebbero la combi-nazione di un terreno vicino la ferrovia a Roseto e così mio padre vi costruì la fabbrica. Fu inaugurata nel marzo 1948 e noi nell’autunno dell’anno prima ci eravamo trasferiti nella villa ubicata vicino i capannoni. Per me iniziò un nuovo periodo e rispolverai i due anni di lezione di pianoforte che avevo seguito a Bologna all’età di dieci-dodici anni. L’insegnate era una di quattro sorelle zitelle, tutte dedite alla musica. Così mio fratello Antonio prese lezioni di violino e Dante di Fisarmonica. Intanto mi iscrissi al Liceo Musicale di Pescara, ma da lì a poco le cose cambiarono nuovamente. Mio padre morì il 27 gennaio 1949, la fabbrica andò in difficoltà e due anni dopo chiuse i battenti. Con la mia famiglia andammo ad abitare al centro, di fronte il sottovia Thaulero, in una casa di proprietà dell’avvocato Se-rafino De Angelis. A quel punto decisi che dovevo mettermi sotto a studiare e finalizzare il mio percorso formativo. Feci gli esami integrativi alla Ragioneria dell’Istituto Comi di Teramo e ottenuto l’idoneità al IV anno, mi iscrissi alla prestigiosa scuola Tito Acerbo di Pescara. Ero al Convitto Adriatico, un collegio privato, che mi inquadrò molto bene negli studi. La sveglia era

Ricordi 13 - III serie

Pescara, anni ‘50. Vittorio Centola e la futura moglie Paola Serafini

Pescara, 1952, Circolo degli impiegati, sopra il cinema Pomponi. Da sin. Vitttorio, Agostino Torlonia e l’amico Luigi

Bologna, 1938, villa di famiglia. Il piccolo Vittorio vestito da militare

con il moschetto

Bologna, anni ‘40. Da sin. Vittorio Centola al piano, i fratelli Dante alla

tromba e Antonio alla fisarmonica

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alle 6 e facevamo il ripasso delle materie fino alle 7,30. Poi c’era la colazione e andavamo a scuola. Molte materie le do-vevo recuperare, ma grazie a uno studio sistematico ci riuscii. Appena tornati da scuola, avevamo una pausa fino alle 15. Poi due ore e mezzo di studio, per poi uscire un po’ in centro. Dopo la cena delle 20, dalle 20,30 fino alle 22, eravamo ancora sui libri, per poi andare a dormire. Furono anni importanti per me, divenni tra i primi della classe e ciò mi permise nel 1952 di diplomarmi brillantemente, anche se non come avrei voluto, per via del compito di Ragioneria che poteva andare meglio. Quel rendimento fu premiato alla gita dell’ultimo anno. Pagai metà della quota, per un’uscita indimenticabile a Parigi. Fu bello perché venne anche la mia fidanzata, studentessa di due anni più piccola di me. Sarebbe poi diventata mia moglie.Il lavoro era già dietro l’angolo.Iniziai subito, nel 1953, come impiegato nell’azienda di tra-sporti Forese. A quel punto ebbi la chiamata alla leva, al corso ufficiale. Andammo a fare la visita a Perugia e con me venne Arnaldo Giunco. Sapevo che era difficile entrare e per questo mi ero un po’ illuso che l’avrei scampata. Invece fui preso in fanteria e andai alla scuola di Lecce e poi a quella di Cesano. Fui tra i migliori e la fortuna mi assisté. Mi trasferirono al corso ufficiale di Ascoli, vicino casa. Finito il militare, ripresi a lavora-re. Intanto ero andato ad abitare a Pescara, in via Silvio Pellico, vicino la casa della mia fidanzata. Trovai un posto di prestigio presso la filiale Fiat e mi sembrava di aver toccato il cielo con un dito. Allora l’industria torinese dominava il mercato nazio-nale. Occorrevano dai cinque ai sette mesi per avere una 500 o 600, mentre gli anticipi bisognava darli subito: 100.000 lire per le vetture piccole e 200.000 per una 1100. Insomma, già quello era un affare nell’affare. Nel frattempo avevo fatto un concorso alla Cassa di Risparmio di Pescara. Fui il primo degli esclusi e ormai mi ero messo il cuore in pace. Invece dopo due anni di Fiat, nel settembre del 1958 mi manda a chiamare la banca. Parlai con il direttore generale, commendator Cavazzi, che mi disse che già a partire dal 1° ottobre sarei stato assun-to. Allora prendevo un buon stipendio, cioè 32.000 lire con la tredicesima. All’istituto di credito invece mi diedero 60.000 lire con 14 mensilità, una vera fortuna. Così l’anno dopo mi sposai, era il 18 ottobre 1959, nella chiesa del S. Cuore di Pescara con Paola Serafini, la mia amica di scuola e abbiamo avuto tre figli: Stefano (21-12-1960), Lorenza (20-2-1964), Riccardo (10-11-1968). Quella celebrazione fu particolare, perché invece dei canonici brani musicali, feci suonare al prete, don Manlio Mai-

ni, dei canti spiritual americani. A proposito. E la musica quando entrò in scena?Avevo continuato a coltivare questa passione da autodidatta, ma chi mi folgorò verso il jazz fu un disco di Louis Armstrong, “St. Louis Blues”. Già nelle serate estive rosetane suonavo. Anzi una volta costituimmo un gruppo improvvisato, in occasione di uno spettacolo allestito per dei villeggianti. C’era Pasqualino Celommi (che suonava una scatola di cartone del panettone Besana), Gigino Braccili (con dei tamburi, due piatti di ottone di una bilancia e le bacchette di scopa di saggina), Cesarino Mandolini (al corno di bue) ed io al piano, in pratica l’unico strumento vero. Poi, di ritorno dal militare, una sera mi ritrovai al lido Mirella e c’era Nino Dale. Aveva bisogno di un pianista e mi ingaggiò. Così tolsi la divisa e mi misi quella dell’orchestra e iniziai a girare con loro, nei locali della riviera, al Trocadero di Teramo e spesso al Circolo Cittadino di Ascoli. Una volta a Pescara costituii un gruppo con il sassofonista Bepi D’Amato. Per me era un divertimento, ma una sera, a casa di amici, mi capitò il massimo. C’era il noto jazzista americano di colore Teddy Wilson. Fu lì che improvvisammo dei pezzi a quattro mani e veramente non ero nella pelle per la felicità. Intanto la mia collezione di dischi cresceva, abbracciando tutti i generi: classica, jazz, leggera. Di questi ultimi, ho delle versioni rare di Luigi Tenco, quando ancora si faceva chiamare in diversi modi, da Gigi Mai a Dick Ventuno oppure Gordon Cliff e incise “Parlami d’amore Mariù”.Lo sport, Roseto e i giovani.Ho sempre praticato attività sportive, in modo particolare il ciclismo e la corsa. Ho fatto tante gare podistiche, come la Roma-Ostia di 28 chilometri o varie maratone. Su Roseto non posso che parlarne bene, anche se all’inizio l’abbinavo alla morte di mio padre. Ho ancora diversi amici e quando ci torno sono felice. L’unico rammarico e che nel tempo ho perso tut-ta la serie di giocattoli della fabbrica di mio padre che avevo messo da parte e probabilmente sono stati buttati. Sui giovani devo dire che non sono molto ottimista. Li vedo materialisti, con gusti discutibili in fatto di musica e credo che abbiano dei valori capovolti.Siamo alla fine del racconto. Gli occhi azzurri del nostro prota-gonista continuano a brillare, ma di una luce diversa. I ricordi si acquietano ed è tempo di mostrare la collezione. Il suo caratte-re schivo e affatto appariscente torna a dominare. È il momento del suo sorriso, eternamente giovanile, e dei saluti. Usciamo, ma di là dalla porta il grammofono è già all’opera.

Miglianico, 1974. Il podista Vittorio CentolaPescara, anni ‘70.

In piedi da destra: Vittorio Centola e il jazzista americano Teddy Wilson

S. Benedetto, 17 gennaio 1954, Jolly Hotel. Da sin. Nino Dale al clarino, Mimì Cerasani alla fisarmonica, Vittorio Centola al

piano e Dino D’Eugenio alla batteria

Pubblicati: 1 - Mario Giunco; 2 - Luigi Lamolinara; 3 - Anna Maria Rapagnà; 4 - Domenico Cappucci; 5 - Domenico Osmi; 6 - Armando Di Giovanni; 7 - Enzo Corini; 8 - Antonio Palmieri; 9 - Cassiodoro Di Sante; 10 - Dino Di Giuseppe; 11 - Leone Marini; 12 - Lorentina Iezzi.

Ricordi 13 - III serie

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PanetteriaDolci da fornoservizio buffetPizzeria anche da asporto

Orario di apertura07.00 / 13.0016.30 / 21.00

domenica chiuso

Via G. D’Annunzio, 132/134 - 64025 Pineto (TE)

Tel. 085.9492793 PANIFICIO DI MICHELE snc Bread Breakfast & Pizza

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CAVALCATA DELLE OASI

RIMPATRIATA 3°MEDIA DI 50 ANNI FA

Foto: Dino Di Proprerzio

Sabato 5 Marzo, tra la Torre di Cerrano e il Borsacchio, si è svolta la “Cavalcata delle oasi”,

organizzata dall’associazione “Giac-che Verdi”, presidente Daniele Scoc-chia. Un allegro corteo, con visita gui-data e colazione “agricola” alla foce del Vomano, ha caratterizzato l’ini-ziativa. Protagonisti anche 47 cavalli, guidati dall’ineffabile mula Rosina. Entro Maggio Roseto ospiterà per la pri-ma volta il Consiglio Direttivo Nazionale delle Giacche Verdi.

Sono sempre “Forti” e si sono ritrovati dopo 50 anni al ristorante di uno di loro, “Il Fortino” di Vittorio Martella. Sono i ragazzi della 3/a C “Fedele Romani” anno 1965/66.Si riconoscono (da sinistra), in piedi: Dino

Cocciola, Attilio Iezzi, Mario Rastelli, Donato Capuani, Bruno Leli, Vittorio Martella, Francesco Bartolone, Vin-cenzo Flagella, Francesco Gargano, Saverio Vaccarini, Antonio Casin, il prof. Dino Di Marco; in basso: Natalino Vallonchini, Mario Pagnottella, Sabatino Di Marco, Do-menico De Sanctis; e in una “foto storica” della prima media, nell’ordine da sinistra a destra, in alto: Giorgio Vuoso, Donato Capuani, Attilio Iezzi, Gabriele Naziona-le; al centro: Gino Cirilli, Mario Pagnottella, il prof. Ratti, Dino Cocciola, il bidello Palazzese, Vincenzo Flagella, Natalino Vallonchini; in basso: Sabatino Di Marco, Bru-no Leli, Osvaldo Rapone, Bruno De Flaviis, Mario Ra-stelli, Tommaso Di Filippo, Franco De Luca, Gennaro D’Amico. Prima della “rimpatriata” è stata celebrata una Santa Messa in ricordo di tre di loro che sono venuti a mancare e poi..un bicchiere tira l’altro, nel mezzo pie-tanze prelibate, il posta e la compagnia gradevoli …e via ai ricordi, alle “goliardate”, ai fatti della vita, per ri-tornare di nuovo “ragazzi” come se il tempo non fosse passato, il tempo che li ha tenuti uniti per un periodo, ma che li ha “legati” per la vita.

IERI

OGGI

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Il cattivo odore, causa anche di qualche malore, era provocato dalle muffe. Aule finalmente bonificate e trattate con l’ozono.

Realizzate nuove prese d’aria per garantire un ricambio costante

Un mistero durato quasi un anno. Ma alla fine le risposte tanto attese sono arrivate. E con esse anche la soluzione al problema. Era semplicemente

muffa. Il cattivo odore che i bambini ed gli insegnanti avvertivano nelle aule della scuola Schiazza di via Veronesi e che in alcuni casi era stato causa anche di malori era generato proprio da sostanze fungine. Una comunissima muffa, spesso invisibile, che però per un anno intero ha chia-mato in causa esperti di ogni genere per scoprire l’origine di “tutti i mali”. E’ stata l’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, dopo gli accertamenti ripetuti nel tempo, so-prattutto nel periodo natalizio, a scoprire la verità su quell’o-dore pungente in tre aule del plesso rosetano, chiuse succes-sivamente. I piccoli alunni erano stati trasferiti nel frattempo nei locali della Scuola D’Annunzio e nell’atrio della stessa Schiazza per le attività didattiche. Nella primavera passata

erano stati persino eseguiti interventi di ca-rotaggio, scavando sino ad una profondità di 15 metri, sul lato nord dell’edificio scolasti-co, per accertare eventuali infiltrazioni di so-stanze chimiche. Mentre nello scorso mese di agosto, prima della riapertura della scuola

con il nuovo anno scolastico, erano stati eseguiti degli scavi in una delle tre aule, ma senza venire a capo del problema. I nuovi e ripetuti controlli dell’Arta e degli ispettori del servizio d’igiene della Asl di Teramo alla fine hanno scoperto la vera origine del cattivo odore. “Abbiamo bonificato finalmente le aule”, ha spiegato l’assessore Fabrizio Fornaciari, “con un intervento particolare a base di ozono. Inoltre abbiamo re-alizzato alle finestre delle prese d’aria per garantire un co-stante circolo e ricambio”. Per evitare che il problema possa ripetersi in futuro, verranno eseguiti dei costanti controlli e periodici accertamenti in modo tale da pianificare da subito nuovi interventi di bonifica.

RISOLTO IL MISTERO DELLA SCUOLA SCHIAZZA

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L’Associazione Rosetani in bici è sbalordita e anche un po’ preoccupata dal dibattito in corso: costruire o no un grande parcheggio nel salotto buono della nostra città (con project financing o altro sistema finanziario).Questa impostazione urbanistica e di mobilità, nei centri sto-rici delle città era già contestata negli ’70 e ‘80, figuriamoci oggi, 40 anni dopo.Tutte le città europee hanno adottato la politica di disincenti-vare l’uso delle automobili in città, a Londra (10 e più milioni di abitanti) in centro con la macchina non si entra più da tem-po. Anche molte cittadine italiane più simili a Roseto per di-mensione (Cervia, Milano Marittima, Cesena, Forlì, Ravenna) hanno adottato politiche attive per disincentivare l’uso privato dell’automobile e favorire l’uso delle biciclette e del trasporto pubblico.La presunta penuria di parcheggi si risolve diminuendo le automobili circolanti in città non aumentando gli spazi per i parcheggi.In alternativa alla logica vecchia e suicida; più automobili, più parcheggi, più inquinamento, noi di Rosetani in bici propo-niamo di attrezzare un grande parcheggio a nord della città, a sud lo abbiamo già, collegandoli con un pulmino elettrico che faccia la spola fra le due periferie. Proponiamo inoltre di rendere ciclopedonali i marciapiedi del corso principale (Na-zionale Adriatica) creando una pista ciclabile a senso unico su entrambi i lati, da Piazza Ungheria a sud al bivio per Montepa-gano a nord.

Si tenga presente che già attualmente molti ciclisti, le donne in stragrande maggioranza, usano i marciapiedi per spostarsi in città, quindi un adeguamento strutturale che permetta l’uso promiscuo ciclopedonale dei nostri marciapiedi produrrebbe immediatamente la diminuzione delle automobili in circola-zione.Riguardo l’Arena 4 Palme e l’area di risulta della stazione ferroviaria, Proponiamo l’acquisto delle aree da parte del Co-mune, l’Arena 4 Palme va ristruttura e messa a norma mante-nendone l’uso sportivo culturale che le è proprio. Nell’area di risulta della stazione va costruito un giardino-parco pubblico, polmone verde in centro, perché il vero problema della nostra città, non è creare più spazio per le automobili aumentando asfalto e calcestruzzo, bensì aumentare il verde pubblico che a Roseto centro è ancora quello degli anni 50 mentre la popola-zione è triplicata. Per finanziare queste opere proponiamo di accendere un mu-tuo che si pagherà con i risparmi che la nuova Amministra-zione potrà ottenere vendendo l’auto blu e adibendo l’autista ad altra mansione, diminuendo drasticamente le segretarie a disposizione, eliminare la figura dell’addetto stampa e dimi-nuire del 30% lo stipendio di Sindaco Assessori e Presidente del Consiglio perché in tempi di sacrifici per i cittadini, i go-vernanti devono dare l’esempio.

Giancarlo CaponiPresidente Associazione Rosetani in Bici

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Domenica 6 marzo la Pallavolo Roseto si è lau-reata campione provinciale nella categoria Un-der 16, un titolo che mancava alla città da più di un decennio e che riporta questo sport tra i

più importanti a livello cittadino sia per numeri che per risultati. Le ragazze allenate dai mister Assogna e Di Pasquale, si erano già ben comportate nel campionato dove erano ri-uscite a lasciare solo un set alle avversarie. La squadra si è presentata alla fase finale ben consapevole dei propri mezzi e con l’obiettivo di portare a casa il titolo, cosa che negli ultimi due anni non le era riuscita. Già dalla semifinale giocata in mattinata la squadra era apparsa determinata, battendo 3-0 Nereto; nel pome-riggio si è giocata la finale contro il Montorio, le ragazze capitanate da Di Crescenzo, dopo un brutto avvio, ritro-

vavano la concentrazione giusta battendo per 3 a 0 le forti avversarie. Alla fine un urlo di gioia è esploso nel gremitissimo palazzetto di Pineto e finalmente le ragaz-ze, la società e i tantissimi tifosi accorsi hanno potuto iniziare i festeggiamenti.Le ragazze di questo fantastico gruppo sono: Di Crescen-zo Martina, Labrecciosa Daria, Brandimarte Francesca, Montese Sara, Prosperi Francesca, Centorame Aurora, Fasciocco Claudia, Lamonica Federica, Sichetti Alessan-dra, Ruggeri Sara, Feliciani Caterina, Di Fino Ludovica, Intellini Aurora, Copia Alice e Zuari Asia.Allenatori: Valentina Assogna, De Santis Sergio, Pizzuti Zaira, Pignelli Grazia e Veronique Di Pasquale.Dirigenti: ASSOGNA PAOLO, PIZZUTI GENNARO, CA-PASSO GIOVANNI, MARINI GIAMPAOLO, PACCHIONE ROSA, MORETTI SALVATORE.

CAMPIONE PROVINCIALE

UNDER 16

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FESTA DELLA DONNALA SCUOLA FA LA SUA PARTE

di STEFANIA BIDETTA

Anche quest’anno l’Istituto V. Moretti, in occa-sione della Festa della Donna, ha organizzato presso l’aula magna dello stesso, un evento per ricordare le battaglie vinte e per discutere le difficoltà che affronta tutt’oggi il gentil sesso.

La giornata è stata gestita dalla prof.ssa Gabriella Tulli, con la partecipazione e l’intervento della maggior parte del corpo docenti; particolare attenzione è stata dedicata alla figura della donna nella Resistenza nei vari Paesi dell’Unio-ne Europea. Le classi che hanno partecipato (V B Afm-Sia, I, II, III, IV B Tur, III A Sia, III A Afm, IV A Tur, III A Graf, II B Afm, V A Cat) hanno presentato i loro lavori multimediali e hanno letto in lingua inglese, francese e tedesca i testi, frutto del lavoro svolto sull’argomento durante le ore scola-stiche. Non sono mancati momenti di leggerezza grazie ad alcune alunne che hanno danzato e cantato, animando la giornata. Significativa è stata la presenza del Vice Sindaco di Roseto degli Abruzzi Maristella Urbini, così come gli interventi della dott.ssa Cristina Bellocchio (Centro Anti-violenza “La Fenice”) e della ex preside Elisabetta Di Gre-gorio (accolta con un caloroso applauso), le quali hanno

All’Istituto Moretti la giornata dell’8 marzo è stata molto particolare e ricca di iniziative. Ecco la cronaca di una riuscita manifestazione

ribadito con orgoglio che il “sesso debole” è inferiore solo nella testa di chi lo pensa e non nella realtà. Per ringrazia-re le ospiti della loro presenza sono state omaggiate, così come l’attuale preside del Moretti Sabrina Del Gaone, di un rametto di mimosa, fiore tipico della ricorrenza. La gior-nata si è conclusa con il Flash mob organizzato dalla prof.ssa Daniela Taglietti, lasciando nei presenti il forte mes-saggio delle donne che nel corso del ‘900 hanno cambiato la storia e la consapevolezza che ce ne saranno delle altre (magari proprio tra coloro che erano a godersi lo spettaco-lo) che compiranno altri passi in avanti per raggiungere la vera uguaglianza dei sessi.

Francamente...me ne infisco

NUOVA SABATINIdi MASSIMO FELICIONI

Dottore Commercialista Maggiore semplicità per la concessione delle agevolazioni alle PMI

Con un decreto interministeriale del 25 gen-naio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale la Nuova Sabatini si rifà il look e accresce in dinamismo. Ma cos’è la Nuova Sabatini? E’ una misura agevolativa che assegna un

contributo sugli interessi a favore delle PMI che ac-quistano beni strumentali tramite finanziamenti. Ma vediamone le caratteristiche.Soggetti beneficiari. La domanda può essere presen-tata da imprese classificate micro, piccole e medie regolarmente iscritte nel Registro delle Imprese che hanno sede operativa in Italia.Interventi agevolabili. I finanziamenti concessi da banche o società di leasing devono riguardare l’acqui-sto di macchinari, impianti, attrezzatura, hardware e software e beni strumentali per strutture già esistenti o da impiantare. Non è agevolabile la mera sostituzione di beni.Novità. 1-Tempistiche. Gli interventi devono essere conclusi

entro 12 mesi dalla stipula del contratto di finanzia-mento.2-Plafond. Consiste nella novità più rilevante. Si pre-vede che gli istituti che erogano il finanziamento posso scegliere se basarsi sulla provvista messa a disposizio-ne della Cassa Depositi e Prestiti o su propria provvi-sta. 3-Procedura. Gli enti erogatori invieranno su base mensile al Ministero dello Sviluppo Economico le ri-chieste di prenotazione dei contributi.Periodo di operatività. La concessione dei finanzia-menti deve avvenire entro il 31 dicembre 2016.Misura del contributo. E’ pari all’ammontare com-plessivo degli interessi calcolati su un finanziamento al tasso del 2,75% della durata di 5 anni e di importo pari al finanziamento ottenuto.In sostanza ad oggi, approfittando di questa utile mi-sura e sfruttando gli attuali tassi di interesse ai minimi storici, si potrebbe riuscire ad effettuare l’investimen-to a costi paragonabili ai saldi fuori stagione.

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COMITATO NO TRIVTUTTO PRONTO PER IL REFERENDUM DEL 17 APRILE

I Comuni della costa teramana porteranno avanti ogni iniziativa a favore del “SI’”, ovvero impedire che il Governo rinnovi le concessioni alle compagnie petrolifere

che hanno già piazzato i loro pozzi all’interno delle 12 miglia

Una battaglia comune, portata avanti da 10 regioni per impedire che l’Adriatico si tra-sformi in un’intera deriva petrolifera e so-prattutto per fare in modo che le conces-sioni per la

ricerca e l’estrazione degli idrocarburi abbia-no una scadenza. La questione interessa so-prattutto la fascia entro le 12miglia dalla costa. Alla Torre di Cerrano si sono ritrovati sindaci e amministratori delle città costiere teramane che appoggeranno il referen-dum del 17 aprile prossimo. Onori di casa del primo cittadino di Pineto Robert Verrocchio che ha illustrato l’importanza di questo referendum. Presente anche il professor Enzo Di Salvatore del coordinamento No Triv, oltre a rappresentanti di associazioni ambientaliste. “Gli italiani sono chiamati ad esprimersi sul fatto”, ha spiegato il professor Di Salvatore, “che le concessioni esistenti debbano avere una scadenza. E non invece come la legge di stabilità 2016 che prevede che non

abbiano affatto una scadenza”. Battaglia, quella con-tro le trivelle, che era stata avviata qualche anno fa da Luciano Monticelli, oggi consigliere regionale del Pd, all’epoca dei fatti sindaco di Pineto. “L’Area Marina Protetta del Cerrano”, ha spiegato l’esponente del Pd, “nacque anche con lo scopo di contrastare il rischio di una proliferazione di trivelle. Non dimentichiamoci che la Petrol Celtic proprio dinanzi a queste coste, a poche miglia, aveva intenzione di piazzare una piatta-forma”. La presenza delle trivelle nell’Adriatico, come ha ricordato lo stesso professor Di Salvatore, potrebbe avere ripercussioni di carattere ambientale, danneg-giando irreparabilmente la risorsa primaria dell’Abruz-zo che è il turismo e soprattutto lo sviluppo di quel concetto legato al turismo ecosostenibile. Il 17 aprile

dunque un fronte uni-co per bloccare le mul-tinazionali del petrolio e per obbligare il Go-verno centrale a varare nuove norme a tutela dell’Adriatico, del suo ambiente e delle regio-ni bagnate da questo mare.

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GIULIANO RECENSORI IL GENIO

GiuliAno Recensori era considerato un genio, un anticipatore di tempi. Penna arguta, tagliente, senza dubbio il critico più importante del paese; una sua parola poteva affossare o far decollare uno

spettacolo. Il mestiere lo aveva appreso frequentando una scuola che gli aveva insegnato come si scrive. Gli spiegaro-no l’importanza della sinteticità di una recensione, perché questi sono tempi in cui si deve correre e non si può star lì a leggere, specialmente qualcosa di argomentato. Poche righe, tassative. Recensori era considerato un genio perché pensò: “E se estremizzassi il concetto?”. Fu così che nac-que la recensione monoparolare, cioè in una parola sola. Lo spettacolo poteva avere una trama o meno, essere in tre atti o di sei ore; lui avrebbe usato sempre e solo una parola. Non usò mai BELLO o BRUTTO, cercò sempre termini diversi e ricercati. Da Affascinante e detestabile, fino a Desueto e per non essere ripetitivo, doveva imparare parole nuove: iniziò quindi a studiarsi il vocabolario. Arrivarono termini come ata-vico, stolido, astruso, subitaneo, pleonastico, duttile, eristico, misoneista. Recensori era considerato un genio perché ebbe un inatteso successo, ridando lustro alla ormai superata critica teatrale:

Poche righe per delineare un tracciato che va dall’iperbole all’eccesso, dal metaforico al provocatorio. Chi vuole può contattarci per

appartenere a questo novero di “scrittori dell’assurdo”

diventò oggetto di studio di filosofi, sociologi e esperti di co-stume che, nel suo modo di operare, videro una metafora, un messaggio: la critica agli sproloqui senza senso. Se basta una parola per spiegare tutto, perché perdersi in pensieri o frasi arzigogolate? Recensori era considerato un genio perché, dopo poco, capì che le parole interessanti stavano finendo e avrebbe dovu-to trovarne di nuove con nuovi mezzi, sforzo odioso e non voluto. Fu così che tornò a scrivere papiri. In realtà diceva sempre le stesse cose di tutti gli spettacoli, l’interesse ver-so questa arte era svanito da tempo; però colpì il pubblico che lo seguì con ancor maggiore veemenza. Ormai era una Rockstar.Recensori era considerato un genio perché il mutamento rad-doppiò gli studi che su di lui fecero filosofi, sociologi e esperti di costume; videro una critica alla velocità tipica dei nostri tempi. Ormai bisognava argomentare e spiegare. Recensori era considerato un genio ma in realtà era solo egoista: face-va quello che, a seconda delle circostanze, dava il maggior vantaggio con il minimo sforzo. Recensori era un considerato un anticipatore, ma in realtà lui rideva: rideva di chi vedeva, dietro i suoi stili, significati ulteriori all’effettiva praticità.

I RACCONTI DELL’ASSURDO

di ANTONINO TARQUINI

Roma – Un important congres intitulat: “ Imitați-le credință ” va fi urmărit de circă 1.600 de români, maghiari, moldoveni și romi. Acest eveniment va

avea loc la Sala de Congrese a Martorilor lui Iehova din Roma. Subiectul este bazat pe Biblie si are ca bază epistola lui Pavel câtre Evrei 13:7.

De ce este nevoie sa fim prezenți? Traim într-o societate confuză si nesigură dar care are nevoie de exemple demne de imitat .În timp ce vom reflecta la

cât de important este să privim cu multă atenție la exemplele slujitorilor lui Dumnezeu din vechime dar și din timpurile moderne, acestea, ne vor incuraja să înfruntăm cu și mai multă fortă dificultățile vieții .

Pe parcursul acestui congres vom găsi răspuns la unele înterbări, ca de exemplu: Cum putem să imităm exemplul apostolului Pavel?

Cum pot tinerii să manifeste calități demne de imitat? De ce trebuie să alegem cu întelepciune tovărășiile?

Congresul ne va ajuta pe fiecare să aflăm răspunsurile la aceste întrebări folosind Biblia.Programul, care va fi ţinut în exclusivitate în limba română, va cuprinde discursuri, interviuri şi informaţii

care ne vor fi utile tuturor. Unul dintre momentele cele mai importante şi emoţionante ale acestui congres, va fi ceremonia de botez a noilor Martori ai lui Iehova, care va avea loc prin scufundarea completă în apă; eveni-

ment programat sâmbătă ora 11,30.Martorii lui Iehova, care provin din Lazio, Umbria şi Abruzzo adunaţi la Sala de Congrese din Roma, Piazzale Heghel 70, vă invită cu căldură să aflați ce răspunsuri oferă Biblia la aceste întrebări, participând Sâmbătă 02

aprilie la acest congres, începând cu orele 9,30 circa.Programul este bazat în totalitate pe Biblie. Întrarea este liberă şi nu se fac colecte.

Cu toţii sunteți bineveniţi.Pentru mai multe informaţii puteti să accesați la www.jw.org/ro sau să va adresați :

Dorinel Spataru Tel 329.9667535 - [email protected] Rocci Tel 328.2238907 - [email protected].

CONGRES ÎN LIMBA ROMÂNĂ

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GIOVANNA D’ALESSANDRO

A una mamma e moglie meravigliosa tanti auguri di buon compleannoda Oscar e Attilio. Ti vogliamo bene.

MARTINA FRANCHI Dottoressa magistrale in Management e

Comunicazione d’Impresa110 volte e lode congratulazioni dalla mamma,

papà, Simone, Nicoletta e Lorenzo, Chiara e Simone

Congratulazioni Martina, da tutta la redazione di Eidos

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IMPAGINAZIONE E GRAFICA: ANDREA MARZII [email protected]

COORDINAMENTO TECNICO: MASSIMO BIANCHINI (TEL. 329 9480823) FOTO: ELIO D’ASCENZO, Andrea Cusano, Erwin Benfatto EDITORE: EIDOS News S.r.l.

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Direttore Editoriale WILLIAM DI MARCO

Direttore ResponsabileLino Nazionale333 [email protected]

Buona Pasqua!

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