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ANNO 10 N.247 prossima uscita 5 marzo Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

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secondo lei è anche merito dei social? - Siamo un gruppo unito e non abbiamo segreti. Ci piace par-lare di persona. Tra di noi si usa il passaparola vis à vis. L’uso dei social come Facebook, Twitter e Whatsapp sono solo una conseguenza di ciò che svolgiamo.3) Lo sport diversamente abile, in particolare il paraciclismo, al giorno d’oggi è più accessibile ai diretti interessati rispetto a qualche tempo fa? - Certo, esistono molte più società sportive e di sicuro questo facilita le cose. 4) Le istituzioni vi sono vicine? - Purtroppo no. Possiamo contare solo sull’aiuto di alcune so-cietà sportive. In Abruzzo ad esempio c’è il Team Go Fast e l’Ad-desi Cycling Team. Poi a livello nazionale abbiamo il Comitato Italiano Paralimpico diretto da Luca Pancalli.5) Da uno a dieci quanto è indispensabile il lavoro svolto dal Team Go Fast nei confronti del paraciclismo? - Andrea e Pierpaolo sono due ragazzi fantastici che hanno spo-sato a pieno la causa dello sport per i diversamente abili. E poi sanno come fare gruppo. Dico dieci. 6) Il ritiro organizzato dalla Go Fast serve soprattutto per finaliz-zare la preparazione degli atleti della nazionale azzurra di para-ciclismo. Oltre a ciò, cos’altro si può aggiungere?- L’esperienza di cui sarà sicuramente positiva. Inoltre usciremo meglio plasmati e uniti da alcune idee (schemi tattici) che per l’occasione verranno messi a punto. 7) Un aggettivo per descrivere il ciclista e atleta paralimpico del Team Go Fast, Pierpaolo Addesi?- Un vero leader. Un corridore che tutti vorrebbero avere in squadra. 8) E’ vero che lo sport paralimpico può rappresentare una risor-sa per lo sviluppo della medicina riabilitativa? - Si. Lo stesso Pierpaolo Addesi mi ha raccontato di quando era più giovane: la vergogna che provava ad andare al mare senza un avambraccio. Oggi grazie allo sport non prova timore e ha acquisito sicurezza. 9) Il paraciclismo è soprattutto oggetto di studi sulla biomecca-nica, giusto? - Si. Ti prendo come esempio Addesi e Farroni che pedalano senza l’uso dell’avambraccio. La biomeccanica ha aiutato molto loro ad andare in bici. 10) C’è un punto di forza in più che un atleta paralimpico pos-siede rispetto a un normodotato? - La forza di volontà o quella di dimostrare a tutti la normalità scherzando magari sul proprio “handicap” fisico. Anche qui Pierpaolo Addesi, è un esempio. 11) Che squadra è la nazionale italiana di paraciclismo? - Un gruppo unito che sta al passo con altri paesi all’avanguardia. 12) Chi sarà il capitano degli azzurri alle prossime paralimpiadi di Rio 2016? - Loro stessi. Sono tutti capitani. 13) Tra le varie nazioni concorrenti chi temete più di tutti? - Le nazioni anglosassoni come Uk, Australia, Usa, Canada. Anche Russia, Francia e Germania. 14) Il suo sogno nel cassetto? - Se a Londra abbiamo raccolto 12 medaglie, a Rio desidero fare 13.

Ogni squadra sportiva che si rispetti ha il suo punto di forza. C’è chi detiene i primati, chi possiede medaglie, chi conserva trofei o colleziona titoli. C’è anche chi non si

accontenta di vincere e desidera fare molto di più per lo sport. Nel teramano un team all’altezza esiste. E’ il Team Go Fast. Diretto dal presidente Andrea Di Giuseppe, il vice Marco Mi-lanesi, i consiglieri Vincenzo Pierabella e Gabriele Centorame; i quattro proseguono imperterriti la missione di divulgare uno sport accessibile a tutti. Mettere in piedi una nobile iniziativa però, spesso esige degli incentivi. Tuttavia l’ausilio non tarda ad arrivare grazie a quattro comuni della provincia di Teramo. In primo dalla Città di Pineto, con il sindaco Robert Verrocchio. A seguire Roseto, Atri e Silvi. Nasce così l’idea di creare un ritiro della nazionale azzurra di paraciclismo a Pineto. In programma dal 22 al 27 febbraio la manifestazione coinvolgerà cittadini, appassionati di ciclismo e ragazzi delle scuole medie. Quest’ul-timi potranno incontrare la mattina di mercoledì 24 febbraio, gli atleti che parteciperanno alle prossime paralimpiadi di Rio. Uno tra tutti, Alex Zanardi.LO SPORT PARALIMPICO: Lo racconta il presidente del Team Go Fast, Andrea Di Giuseppe. “La ragione per cui abbiamo creato il ritiro della nazionale di paraciclismo, è dovuto al fat-to che in squadra ci sono due atleti paralimpici: Fabio Farroni e Pierpaolo Addesi. Perciò come associazione ciclistica, non possiamo esimerci dal tenerci in disparte. Tra l’altro le manife-stazioni sportive per i diversamente abili, hanno qualcosa in più rispetto ai tradizionali eventi rivolti ai normodotati. Veder correre persone con problemi fisici a volte anche gravi, aiuta a capire la fortuna di godere in un buono stato di salute. Questo è il messaggio che noi vogliamo lanciare ai più giovani: non buttare la propria integrità con alcool o droghe. Lo sport praticato dai disabili significa quindi dare un esempio di vita”. CAPARBIETA’: “Intendo portare a conoscenza una tale espe-rienza non soltanto agli appassionati di ciclismo. La gente deve comprendere come il pregiudizio ci allontana dalla disabilità. Bisogna abbattere il muro dell’indifferenza: quello che non vuo-le saperne affatto dei disabili”. La determinazione di Andrea deciso a proseguire su questa strada.ORGOGLIO: “Come società sportiva, punteremo ancora a or-ganizzare nel corso degli anni il ritiro della nazionale di para-ciclismo qui nel teramano. In particolare attraverso l’appoggio dei comuni di Atri, Silvi, Roseto e del sindaco di Pineto, Robert Verrocchio. Il loro aiuto fino adesso è stato di vitale importanza. Soprattutto in merito al progetto Biciclettica”. La nota del presi-dente della Go Fast, riguardo l’iniziativa sulla sicurezza stradale.CICLO PASSEGGIATA: Sabato mattina, il ritiro della nazionale di paraciclismo si concluderà con una ciclo pedalata tra i pae-saggi dell’hinterland teramano. Tutti gli appassionati di ciclismo sono invitati a prendere parte a questa splendida iniziativa per poter conoscere più da vicino gli azzurri. LA PAROLA AL CT DELLA NAZIONALE, MARIO VALENTINI: 1) Signor Valentini, può fare un quadro generale sul ciclismo paralimpico nel nostro Paese? - Basta vedere da dove siamo partiti dieci anni fa, quando non eravamo ancora nessuno. Oggi grazie ai risultati di questi ragaz-zi straordinari finalmente ci conoscono in tutto il mondo. 2) Il crescente interesse nei confronti della realtà paralimpica

TEAM GO FAST OLTRE LE BARRIERE

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L’Arena 4 Palme rischia di es-sere “cancellata”? In teoria potrebbe anche accadere. Il mitico impianto di basket, in cui l’Italia sconfisse per la

prima volta la corazzata russa, è in vendita. Il gruppo delle Ferrovie, pro-prietario della struttura, ha avviato la procedura di alienazione dell’immo-bile che potrebbe finire in mano a privati e persino essere “abbattuto”. Un’operazione sulla carta possibile, ma non affatto semplice per una se-rie di ragioni. In città però è scoppiata la polemica. Ad alimentarla il Partito Democratico che accusa l’ente di non aver partecipato alla gara per l’acqui-sizione per l’Arena 4 Palme. Le accu-se, anche pesanti, sono piovute dal capogruppo del Pd Teresa Ginoble per il disinteresse dell’amministrazione ad acquisire un luogo importante per la vita della Città. “Ora attendiamo di sa-pere se veramente Pavone ha deciso di non partecipare”, ha sottolineato il capogruppo del Pd, “al bando per l’acquisizione di uno dei luoghi storici dell’identità della nostra città e di cui gli amministratori comunali si erano sempre detti difensori. D’altra parte Pavone e Norante non sono riusciti in cinque anni a completare delle opere che potevano essere realizzate sin dal 2011 avendo le coperture finanziarie necessarie, come ad esempio via Bixio ed il posto di Polizia Municipale nei lo-

cali vicino la stazione ferroviaria”. La Ginoble ironizza sul fatto che l’unica opera che l’amministrazione comuna-le è riuscita a fare è l’ampliamento di due aule nella scuola Schiazza e che però hanno già bisogno di nuovi inter-venti. Il gruppo del PD, inoltre, mette in evidenza come nell’ultimo mese si siano lette dichiarazioni dell’Assessore Fornaciari alquanto evanescenti, pas-sando dall’impegno a trovare le risorse necessarie ad un più laconico ‘stiamo valutando’”. “Il bando poteva e dove-va essere evitato”, è stato il commento del segretario del Pd Simone Tacchet-ti, “attraverso trattative ben istruite e gestite affinché una struttura così im-portante non rischiasse di essere per-sa ma venisse assicurata alla colletti-vità ed inserita in un ampio progetto, sportivo, culturale, aggregativo, turi-stico, di vita comunitaria. Questa am-ministrazione ha dimostrato una volta di più l’incapacità di gestire il bene pubblico cittadino e una sconcertante superficialità”. La replica dell’asses-sore Fabrizio Fornaciari non si è fatta attendere. Ha spiegato che l’Arena 4 Palme ha destinazione d’uso “verde pubblico”. “Per quanto ci riguarda, a prescindere dalla proprietà”, ha sotto-lineato, “rimarrà per sempre l’impian-to sportivo per eccellenza della nostra città e quindi, al suo posto, non potrà esservi realizzato nulla. Il Partito De-mocratico non ne conosce la destina-

zione d’uso. E’ abituato a modifiche e varianti urbanistiche. Si impegnasse piuttosto a voler preservare l’area così com’è, così da evitare che in futuro qualcuno ci possa realizzare altro”. Per quanto riguarda la procedura di vendita Fornaciari fa sapere che è stata seguita sin dall’inizio. E dalle notizie assunte, non sono pervenute alla Ferservizi (società che gestisce il patrimonio immobiliare delle Ferrovie) offerte per l’acquisto. “E comunque, se anche fosse”, sbotta l’assessore ai lavori pubblici, “gli esponenti del Par-tito Democratico dovrebbero sapere che l’amministrazione può comunque esercitare, in ogni momento, il “di-ritto di preferenza” sulla struttura e non avrebbe quindi alcun senso fare una offerta di acquisto preventiva, ri-schiando così di pagare un prezzo più alto, quando si può comunque “pa-reggiare” la migliore offerta e avere la struttura. E’ strano l’interesse del Pd sul destino dell’Arena 4 Palme…proprio in questo periodo! Infatti come sanno bene tutti i rosetani oggi le ri-sorse disponibili sono utilizzate dal Comune per gli interessi essenziali mentre in passato, con le disponibili-tà economiche e le “vacche grasse” a disposizione della vecchia Giunta sa-rebbe stato possibile acquistare subi-to la struttura, ma proprio il Pd decise di fare altre scelte disinteressandosi dell’immobile”.

AREnA 4 PALMEle Ferrovie decidono di venderla

E’ scontro tra maggioranza ed opposizione sul futuro dell’impianto. La Ferservizi mette in vendita parte del patrimonio di proprietà delle Ferrovie (Arena compresa,

valutata 600mila euro) ma il Comune non ha presentato alcuna offerta con il rischio di una privatizzazione del complesso in cui l’Italbasket sconfisse per la prima volta

la Russia. Al momento non ci sono acquirenti. Il Pd attacca l’amministrazione comunale. L’assessore Fabrizio Fornaciari risponde a tono

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Foto dall’archivio di Mario Rosini, pubblicata sul libro “Il cuore del Roseto”

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CIRSunuovo sopralluogo arta

La struttura non può accogliere l’organico. Il 27 febbraio scadranno i termini per adempiere alle prescrizioni che l’Agenzia per la Tutela dell’Ambiente ha notificato

a CSA, il consorzio che gestisce gli impianti di Grasciano. Intanto alcuni privati del nord si sono fatti avanti per presentare un piano di acquisizione e di rilancio

Allo stato attuale non ci sono le condizioni per autorizzare il Cirsu per il trattamento dei rifiuti organici. E’ quanto emerso dal sopralluogo dei tecnici dell’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, che

hanno nuovamente visionato i capannoni del polo tecnologico di Grasciano. Erano presenti tutti gli am-ministratori dei sei Comuni soci, oltre al dirigente del settore rifiuti della Regione Franco Gerardini che ha incontrato i manifestanti, soprattutto ex operai Sogesa, che avevano organizzato un sit in di protesta dinanzi all’ingresso dello stradone che porta poi agli impianti del Consorzio intercomunale per i rifiuti solidi urbani. Il 27 febbraio prossimo scadranno i 30 giorni per adem-piere alle prescrizioni che ad oggi, secondo quanto emerso dal sopralluogo, non sarebbero state garan-tite da CSA, il consorzio stabile ambiente dell’Aquila che gestisce la struttura. Servono la ripartizione dei comparti all’interno dei capannoni per il trattamento dell’organico, le porte a tenuta stagno, il potenziamen-to degli impianti di aspirazione. Lavori che richiede-rebbero però da 4 a 6 mesi per essere eseguiti. Quindi per il momento il trattamento di tale tipologia di rifiuti resta off limits. Gerardini, nel suo incontro con gli ex Sogesa, la società che era il braccio operativo del Cir-su fallita nel 2012, è stato molto chiaro. “Allo stato attuale non ci sono le condizioni per proseguire”, ha detto il dirigente della Regione, “e mi pare di capire che i Comuni soci del Consorzio non abbiano la forza per risolvere le questioni. Che il Cirsu debba continua-re a lavorare in queste condizioni non è il caso. Per-ché non si possono più sopportare certi cattivi odori. Gli impianti di Grasciano resta il fatto rappresentano una risorsa per l’intera Regione. Ma bisogna farli far funzionare nel rispetto delle regole”. Intanto, è emerso un aspetto interessante da questa vicenda. Ci sono infatti almeno 3 società private, anche del nord Italia, interessate a rilevare il Cirsu, ad eseguire i lavori, a ri-lanciare la struttura, a garantire i livelli occupazionali. Una di queste, milanese, nei prossimi giorni incontre-rà proprio il dirigente della Regione Gerardini per pro-spettare un piano di sviluppo e di rilancio. Allo stato attuale l’intervento dei privati sembra essere l’unica soluzione per salvare una struttura e posti di lavoro.

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MOnTEPAGAnOsede del consorzio delle

colline teramanePresentata la nuova sede, nel cuore del borgo antico rosetano. Parte il progetto di rina-scita con la collaborazione di associazioni, imprenditori, gruppi e portatori d’interesse

Si chiama “Montepagano Insieme” ed è il progetto di rilancio del borgo antico di rose-to. Nasce grazie ad un’iniziativa: l’insedia-mento del Consorzio delle Colline Teramane, che da anni porta avanti una politica di valo-

rizzazione dei vini nostrani, che ha deciso di trasferire la propria sede da Mosciano proprio a Montepagano. Location di una delle mostre di vini più impor-tanti in Italia, ora anche come centro operativo del consorzio. L’iniziativa è stata annunciata dal consigliere comunale Enzo Di Giulio nel corso di un incontro con i rap-presentanti delle asso-ciazioni locali e a cui ha partecipato anche Enri-co Cerulli Irelli, vice pre-sidente del Consorzio, oltre agli amministratori locali. Un progetto su cui lo stesso Di Giulio ha lavo-rato per circa un anno. “Si tratta di un’iniziativa molto importante per il nostro territorio e per l’intera realtà di Montepagano”, ha spiegato Di Giulio, “il nostro è un borgo del vino e il fatto che il Consorzio abbia deciso di trasferirsi qui ci riempie di gioia ed orgoglio perché ora avremo anche modo di lavorare su molte altre ini-ziative”. Enrico Cerul-li Irelli è stato chiaro sul perché della scel-ta. “Montepagano ha il mare Adriatico di fronte”, ha puntua-lizzato, “alle spalle e tutt’attorno una serie di colline sui cui si sviluppano una serie di vigneti. Credo sia stata una scelta perfetta. E poi ritengo personalmente che questo paesino sia uno dei borghi più affascinanti della provincia”. Il sindaco Enio Pavone ha sottolineato l’importanza dell’associazionismo, del fatto che negli ultimi tempi a Montepagano siano state portate avan-

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ti attività imprenditoriali che stanno ridando lustro al Borgo. E su questa strada bisogna quindi prosegui-re. C’era anche Ercole Ginoble all’incontro, il papà di Gianluca il baritono del trio Il Volo che non manca mai l’occasione per sottolineare le sue origini rosetane, di Montepagano. Una pubblicità internazionale per rida-re vita ad uno degli angoli più suggestivi della provin-

cia di Teramo. “Si tratta dell’avvio di un percorso condiviso che vede l’am-ministrazione capofila”, ha aggiunto Di Giulio, “e che coinvolge le asso-ciazioni, gli imprenditori, i portatori di interesse e quanti hanno a cuore il futuro di Montepagano, oltre ovviamente al Con-sorzio “Colline Terama-ne”, che si stabilisce nel cuore del borgo, e che mira a dare inizio ad un

nuovo percorso di crescita, di valorizzazione e di rilan-cio delle attività su questo territorio. Vogliamo cogliere, tutti assieme, le nuove opportunità che ci si presenta-no. Tanti imprenditori, anche di fuori, stanno investen-do nel Borgo Antico, stanno nascendo nuove opportu-nità per tutti, abbiamo un ambasciatore d’eccezione come Gianluca Ginoble che parla di Montepagano in

tutto il mondo. In più ora, nella casa di una delle kermesse eno-logiche più prestigio-se d’Italia, arriva uno dei consorzi leader nel nostro Paese: non possiamo che sfrutta-re questa eccezionale congiuntura”. Punta di diamante di questa

nuova sinergia sarà proprio il Consorzio “Colline Tera-mane” che a Montepagano trova una sua ideale collo-cazione trasferendo i propri uffici nel cuore del borgo, nell’antico Palazzo Di Febo, in via Santo Spirito n. 2, che domina la centralissima piazza del Municipio.

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Grande successo al Pala-Maggetti di Roseto dove sa-bato 6 febbraio i Campioni del Mondo di Pattinaggio Artistico hanno presentato

le loro migliori performance per la 31° edizione di Sport per la Vita “Memorial Licia Giunco”. Davanti ad un pubblico di oltre quattromila persone prima ha suonato la Banda Città di Canzano e poi sono scesi in pista 450 atleti di tutte le società di pattinaggio abruzzese con una coreografia danzata sulle note di Imagi-ne di John Lennon e un messaggio sulla pace. A salutare i tantissimi atleti Saba-tino Aracu presidente nazionale della federazione di Hokey e pattinaggio. Il Gran Galà Internazionale di pattinaggio artistico, presentato da Mirella Lelli, or-ganizzato come ogni anno dalla società Skating La Paranza di Roseto presiedu-ta da Maria Cristina Marini, ha offerto uno spettacolo pieno di ritmo con la fuoriclasse giuliese Debora Sbei, il fenomeno Andrea Girotto e poi Rebecca Tar-lazzi e Alessandro Spigai, Elena Le-oni, Silvia Stibilj, Laura Marzocchini e Patrik Vednerucci e i campioni asiatici Zoe Tung e Johnson Chien Bellissime le coreografie presentate dai gruppi Roma

Roller Team, Sincro Abruzzo, Diavoli Verde Rosa, Pattinaggio teatino e Acca-demia Francavilla, Borgo Santa Maria Pesarto , il Quar-tetto Neovis e il collettivo Sport per la Vita con le società Skating La Paranza di Roseto e Magic Skate Castelnuo-vo – Notaresco. Il pubblico ha riservato applausi pieni di emozione ai due bravissimi talenti della trasmissione “Ti lascio una canzone” la rosetana Gaia Di Giuseppe e l’avezza-nese Marco Boni. E’ stato accolto con grande affetto il tecnico di serie A di basket Marco Calamai che proprio nel Palasport di Roseto ha cominciato la sua carriera. A lui è stata consegnata la Rosa d’argento. “Per avere scelto all’a-

pice della carriera di dedicare la sua vita a valorizzare le qualità di molti ragazzi con il pro-getto ‘basket disa-bilità Over limits’, un percorso edu-cativo che acco-

glie e integra i ragazzi autistici”. Il pro-getto di Marco Calamai è stato adottato a Roseto dall’associazione “Orme” di Tiziana Nardone. Il Collettivo Sport per

la Vita che vede insieme le società Ska-ting La Paranza di Roseto e Magic Skate di Castelnuovo e Notaresco, ha voluto

fare un omaggio ai temi più cari della canzone na-poletana con uno spettacolo pieno di ritmo e allegria curato nelle core-ografie da Pina Di Martino e Annali-

sa D’Elpidio. Il Gran Galà è stato chiuso dalla coreografia del Collettivo dei cam-pioni e dalla Banda Città di Canzano che ha suonato l’Inno di Mameli. Il genero-so assegno di 30. 080,00 euro è stato consegnato dalla Presidente di Sport per la Vita Maria Luisa D’Elpidio insieme a Matteo Cannelonga. Tanta emozione nei messaggi della presidente nazionale della Lega Fibrosi Cistica Gianna Puppo Fortunaro e del responsabile nazionale del progetto Bambini Unitalsi Emanue-le Trancalini nel ricevere l’incasso del-la serata. Erano inoltre presenti Paolo Moretti del Centro regionale Fibrosi ci-stica dell’ospedale di Atri e Matteo Di Giuseppe dell’Unitali Abruzzo. Tante le autorità il sindaco Pavone l’assessore Alessandro Recchiuti e il presidente del consiglio comunale Nicola Di Marco, il presidente Coni di Teramo Italo Cana-letti e il Presidente della FIHP regionale Pasquale Volpe.

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Sport per la Vita dona 30MILA EuRO

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11Politica

di William Di Marco

LA MACCHINA IN CORSA - Le pre-messe sono una scocciatura, ma alle volte risultano funzionali a un ragio-namento. Dire che la politica (come scriviamo da anni) si divide tra quella cattiva - i cui rappresentanti vanno a Roma - e quella buona - fatta di per-sone che sanno di doverne rimanere fuori - è un modo molto semplificativo per rimarcare come, con questi meto-di ormai usati da tutti i partiti, non si va da nessuna parte. Voler cambiare il meccanismo infernale del mondo della gestione amministrativa e quello a esso molto imparentato della burocrazia, da dentro i palazzi della capitale, è un po’ come sostituire una gomma di una macchina in corsa, per di più sporgen-dosi dallo sportello. Siamo da sempre convinti che i nostri nonni, dopo l’infer-no della dittatura e della guerra, seppe-ro riprendere il comando delle opera-zioni grazie all’elezione dell’Assemblea Costituente e riscrivere tutto da capo. Fu una scelta giusta, anche se il la-voro che ne venne fuori non ebbe il massimo dei risultati, ma comunque diede dimostrazione, grazie anche alla disponibilità dei politici di allora - che avevano sofferto in prima persona le nefandezze dittatoriali e conflittuali - che si era sulla buona strada e tale percorso durò almeno per vent’anni. Poi già a partire dagli anni ‘70 le falle del nostro sistema vennero a galla e in-vece di ripararle in modo democratico e liberale, si preferirono le strada del consociativismo (il compromesso stori-co è una di queste) tra tutte le forze politiche che portarono, nei trent’anni successivi, al dissesto finanziario del-le casse dello Stato. Partendo da que-sta sintetica considerazione, abbiamo sempre sostenuto che per riprendere

Poveri grillinientrati ormai nel tritacarne della stampa conformista!

un rapporto trasparente tra elettore (il principale protagonista di tutta questa vicenda) e la politica bisognerebbe azzerare molte delle nostre istituzioni e riscrivere le regole. Ecco perché chi veramente è intenzionato a realizzare questo non può assolutamente recarsi a Roma con l’intento di cambiare da dentro il Palazzo del potere, bensì deve cercare da fuori di riformulare tutto da capo e ricominciare.I GRILLINI FANNO PAURA? - Il Mo-vimento Cinque Stelle non ha voluto realizzare la seconda ipotesi, pur se ne aveva la forza d’urto e il seguito elet-torale. Si è andato a posizionare nelle sabbie mobili della politica capitolina e ai primi sgarri al regime ha pagato il prezzo di una iniziale diversità che con il passare del tempo si è andata ridu-cendo. Per noi, quindi, essendosi re-cati nel centro dell’«inferno» della cosa pubblica, Grillo e i suoi stanno dall’altra parte della barricata, quella in cui “tut-to deve cambiare affinché nulla cambi” e prevalga il motto ... e (loro) vissero fe-lici e contenti. Tuttavia dei distinguo bi-sogna farli. Intanto qualcosa di buono da parte dei grillini è emerso. La ridu-zione degli stipendi, il rifiuto dei vitalizi e dei finanziamenti pubblici, la volontà di intervenire sul territorio con opere concrete (come il microcredito alle pic-cole aziende o la costruzione di strade alternative in Sicilia), ed infine, ma non ultimo provvedimento, il voler discipli-nare, anche con multe, il fenomeno dei cambi di casacca che vede orami 250 tra onorevoli e senatori protagonisti di un becero trasformismo. Ecco che il Movimento ha iniziato a fare paura e salire nei sondaggi, tanto che con la nuova riforma elettorale la compagine di Grillo e Casaleggio potrebbe addirit-

tura vincere al ballottaggio. È un rischio troppo grande per la consorteria parti-tica e tutti coloro (compreso il grande mondo dell’informazione) che vi ruota intorno? Evidentemente sì e così parte la controffensiva del sistema massme-diale del nostro Paese che rimane (con Berlusconi o senza, anzi i dati senza l’ex cavaliere sono peggiorati) al 73° posto nel mondo per libertà di stampa. I fatti legati a Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto, paese del napoletano, hanno invaso le prime pagine dei giornali per intere settimane. Lo scopo era sancire che i pentastellati sono uguali agli altri e che la camorra non ha fatto sconti nel volerli corrompere. Invece tutto quello che è successo è dovuto proprio all’im-possibilità che i criminali hanno avuto nell’influenzare i consiglieri grillini e quando ci hanno provato, tutto è ve-nuto a galla, perché a denunciare sono stati gli stessi politici del Movimento. È passata, invece, un’altra storia che ha puntato a far capire che in fondo i politici sono uguali. E Quarto non è stato l’unico episodio per delegittima-re i Cinque Stelle. A questo punto due sono le considerazioni. Evidentemente i sondaggi a livello nazionale mettono paura ai partiti tradizionali, soprattutto al Pd che crede di avere ormai in mano il Paese. La seconda è più amara: que-sta politica vive di corruzione non solo materiale, ma anche negli animi dei suoi sottoposti. Il meccanismo dei fa-vori e delle raccomandazioni serve a questo, cioè a poter dire all’uomo di strada, una volta che la spintarella è stata concretizzata: “Vedi, in fondo tu sei come noi: anche se hai un sempli-ce raffreddore e noi siamo all’ultimo stadio, entrambi risultiamo malati”. A casa tutti, è meglio.

I pentastellati qualcosa di positivo lo hanno fatto. Ecco che allora bisogna fermarli e i mille problemi degli altri partiti, con i tanti indagati e condannati

anche nel Pd, vengono paragonati a un piccolo episodio del sindaco di Quarto. La stampa allineata ci ha fatto una pessima figura

A Roseto ci sono alcuni edifici liberi, di proprietà del Comune, che potrebbero essere sistemati con dei piccoli interventi di manutenzione e affidati a chi at-tualmente è in cerca di un tetto sotto cui stare. Tra questi c’è anche l’ex scuola della zona Borsacchio, un tempo occupata da una famiglia bisognosa. Oggi quell’edificio è vuoto ma potrebbe rappresentare una soluzione per chi convive con il problema della casa. Il Comune aveva deciso di vendere alcuni im-mobili si sua proprietà per fare cassa. Ma la vendita all’asta non c’è mai stata. Sul territorio comunale ci sono almeno altre tre strutture che potrebbero esse-re affidate a famiglie bisognose.

Case libere ma non disponibili. perChé?

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Una partita di calcio a 5 tra le squa-dre miste di studenti ed atleti diver-samente abili è stato il primo appun-tamento che ha visto l’associazione Dimensione Volontario ospite dell’I-stituto Superiore “Moretti” di Roseto degli Abruzzi, per intraprendere un percorso comune di integrazione e solidarietà. Il progetto, nella sua fase sperimentale, è volto alla formazione di giovani rispetto alla citta-dinanza attiva e responsabile, attraverso l’attuazione di percorsi che favoriscono la conoscenza delle tematiche del volontariato

ed in particolare della disabilità. Nei successivi incontri verranno orga-nizzati momenti dimostrativi di pet-therapy, nuovo servizio innovativo dell’Associazione, e di bocce, sport nel quale Dimensione Volontario ha dimostrato tutto il suo valore avendo organizzato un Campionato Italiano. Il primo appuntamento è stato molto

apprezzato dagli studenti che hanno partecipato in massa all’ini-ziativa. Inoltre, per l’occasione, è stato possibile anche lanciare un messaggio contro il bullismo nelle scuole.

dimensione Volontario all’istituto morettin

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piano asfalti, ma a quando i laVori?

Il Comune di Roseto nelle settimane passate ha annunciato un piano asfalti che interesserà diverse strade cittadine. Secondo alcuni però si corre il rischio che sia stato fatto un annuncio ad effetto in vista delle prossime elezioni. In molti si chiedono quando in effetti inizieranno i lavori, visto che ci sono molte strade ridotte come groviere, altre che non subiscono interven-ti di manutenzione da molti anni. Con un inverno comunque mite, i rosetani si sarebbero aspettati che i lavori per il rifaci-mento dei manti d’asfalto iniziassero prima, senza aspettare la bella stagione. Per adesso non se ne parla. Né c’è una data certa sull’inizio delle opere. Qualcuno giura che i lavori parti-ranno in coincidenza con la campagna elettorale.

sbarrato l’aCCesso: stop all’abbandono dei rifiuti

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Era ora! Dopo anni di polemiche e segnalazioni, finalmente l’accesso su una stradina di campagna, all’al-tezza del sottovia dell’A14, in territo-rio comunale di Notaresco, è stato chiuso con una rete metallica e con una segnaletica evidente che mette in guardia i malintenzionati. Diventa-to luogo di abbandono costante dei rifiuti, l’area era diventata una vera e propria discarica a cielo aperto. No-nostante i ripetuti interventi di bonifi-

ca, a distanza di pochi giorni, a volte anche di una sola notte, il terreno a ridosso della strada era nuovamente ricoperto di spazzatura. Certo, non è che con una rete che impedisce l’ac-cesso potrà essere risolto il problema in maniera definitiva. Ma di sicuro è già qualcosa. E poi c’è una segnaleti-ca che indica che in zona vi è una te-lecamera di videosorveglianza. Dove sia posta nessuno lo sa. Ma di certo è un ottimo deterrente.

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sottostante fiume, mentre stava attraversando il ponte del Voma-no tra Roseto e Scerne. Incredu-la, la giovane ha preso subito la targa e il modello di automobile, cercando al contempo di fare una foto. Ci ha inviato il materiale per denunciare l’accaduto. Facciamo due considerazioni. La prima ne-gativa: ci sono ancora persone di tale inciviltà che andrebbero non solo multate, ma utilizzate per settimane a pulire l’ambiente. La seconda positiva: ci fa piace-re che tra le nuove generazioni inizi a sollevarsi una vera e pro-pria indignazione. Un grazie dalla nostra redazione alla cronista del fattaccio.

Alla via in questione ci si accede tramite via delle Fosse Ar-deatine. Costeggia il parco-giardino, per poi immettersi in via Brigata Maiella. Pertanto non c’è l’accesso diretto dall’arteria principale di via S. Petronilla, che dalla zona dell’industria Rolli taglia il territorio in due per poi immettersi sulla S. S. 150.Il 2 giugno 1944, in seguito all’uccisione di un ufficiale te-desco ad Onna, venne compiuta una tremenda rappresaglia

perché Via Martiri di Filettoa S. petronilla Si chiaMa coSì?

che portò all’uccisione immediata di una ragazza e, qualche giorno più tardi, al sequestro di 24 persone di cui 16 vennero mitragliate e fatte saltare in aria. Il 7 giugno 1944 l’ennesimo assalto ai tedeschi causò l’uccisione di 17 innocenti a Filetto, frazione della vicina Paganica. Fu un duro colpo alla comunità aquilana che ogni anno ricorda la tragedia con sentite e parte-cipate commemorazioni. (InfoWeb)

a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

L’inciviltà ha un limite? Dal-la segnalazione che ci arriva da una nostra giovane let-trice sembra proprio di no. Parliamo di un gesto che ha dell’incredibile, soprattutto data la sensibilità che sem-pre più cresce tra i cittadini del rispetto dell’ambiente. La nostra interlocutrice viag-giava in macchina con la madre, quando dalla vettura che la precedeva, una Suzuki Trimotor di colore nero (di cui abbiamo la targa, il giorno, l’ora, dati che ci riserviamo di girare alle autorità competen-ti), il conducente ha buttato un sacco dell’immondizia nel

Sacco dell’iMMondizia lanciato da un’auto: abbiaMo il nuMero di targa

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17CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

I ricordi sono sempre magici? Non sempre, ma quando la storia si sofferma su qualcosa, con documenti e sen-tenze inequivocabili, allora il sentimentalismo può anche cedere il passo alla realtà oggettiva. È il caso del “torneis-simo” di basket che molti, soprattutto tra gli anziani, de-finiscono come la più importante manifestazione estiva di questa disciplina a livello planetario. Tra la fine degli anni ‘50 e per gran parte dei ‘70 del secolo scorso quello che accadeva all’Arena 4 Palme era sensazionale, con forma-zioni di massimo livello della pallacanestro, sia come club sia come Nazionali, che calcavano il rettangolo di gioco per il piacere degli appassionati che provenivano un po’

i ragazzi di una Volta 41 - Korac, l’aMico internazionale del torneo “lido delle roSe”

da tutta Italia. I campioni leggendari erano accolti da un nutrito gruppo di ragazzini e giovani sostenitori, i quali approfittavano dei momenti di pausa per degli autografi o per degli scatti da consegnare ai posteri. È il caso di questa immagine che immortala un gruppo di rosetani con il campionissimo Radivoj Korac, vero simbolo della pallacanestro jugoslava. Morì prematuramente nel 1969 in un incidente stradale e per ricordarlo gli fu dedicata una importante manifestazione di basket, la Coppa Ko-rac, che ebbe un seguito enorme. Nella foto da sinistra: Antonio Aloisi, Domenico Trinarelli, Radivoj Korac, Enzo Corini e Raffaele Magrini.

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In occasione della festa dello sport del Coni di Teramo - svoltasi nella sala polifunzionale della Provincia, dove sono stati premiati atleti, diri-genti e tecnici che si sono distinti nella stagione agonistica 2015 - il presidente del Coni Abruzzo Enzo Imbastaro ha consegnato al direttore tec-nico Gabriele Di Giuseppe un riconoscimento per la promozione in serie A “Argento” Nazionale 2016 della squadra dell’Atletica Vomano. Infat-ti, a seguito di una stagione agonistica difficile e impegnativa, la squadra del presidente Ferruccio D’Am-brosio è riuscita a centrare una promozione programmata e pianificata nei minimi particolari, dopo un anno di stop nel 2014 che aveva interrotto i nove anni nella massima serie

il coni preMia l’atletica VoManoA “Oro”. Il ritorno dell’Atletica Vomano nell’at-tività agonistica 2015 ha coinciso con il record italiano di salto in alto di Gianmarco Tamberi del G.S. Fiamme Gialle, uno dei tanti giovani talenti che hanno indossato la maglia del club di Morro D’Oro, prima di passare tra i professio-nisti con i Gruppi Sportivi Militari. Nella stessa manifestazione del Coni Teramo, sono stati pre-miati gli atleti dell’Atletica Vomano che si sono laureati Campioni Nazionali ASC Sport di corsa

su strada km 10: Marco Macchia, Stefania Capodicasa, Leo Baldacchini, Alessandro Di Clemente, Alfonso Di Bonaven-tura. L’evento, con oltre 500 concorrenti, era stato organiz-zato a Silvi Marina lo scorso 26 agosto.

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19CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Che bella festa! Saputa la notizia, i ragazzi della V B Afm-Sia dell’Istituto Moretti si sono mobilitati per andare di persona a fare gli auguri al nonno, ormai non solo paga-nese e rosetano, ma dell’intero Abruzzo. Così la mattina di sabato 6 febbraio - due giorni dopo l’effettivo comple-anno del festeggiato Altobrando “Balduccio” Rapagnà (nato il 4-2-1909) - si sono recati al borgo medievale e grazie alla disponibilità del figlio, prof. Giancarlo, hanno potuto incontrare il lucidissimo e vivacissimo protagoni-sta. Per lui i ragazzi avevano preparato una torta con una candela grande a simboleggiare i cento anni e poi sette

altobrando rapagnàFeSteggia 107 anni con gli Studenti del Moretti

piccole per “gli spicci” (tutte con la fiamma colorata). E il sig. Altobrando non ha fatto mancare i suoi racconti, legati a episodi addirittura della I Guerra Mondiale, alcuni dei quali “piccanti” come li ha definiti lui stesso, cioè rife-riti a delle scappatelle di un sindaco che aveva l’amante. Poi tanti altri fatti, tutti esposti con dovizia di particolari che solo una mente così integra può fare. Alla fine la frase da immortalare: “Studiate e leggete sempre... poi la vita è quella che è, ma per arrivare a questa età bisogna imparare sempre”. Aristotele avrebbe saputo condensare meglio il senso della nostra esistenza?

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La II Guerra Mondiale è stata una vera ca-tastrofe sotto il profilo umanitario e sotto quello della distruzione fisica e psicologica. Gli eccidi sui fronti di guerra sono stati uno degli aspetti più tristi. Tuttavia quello che è successo nel dietro le quinte dell’ufficialità è stato veramente disumano. La Shoah da un lato ha fatto capire come la barbarie non ha avuto limiti nel reprimere milioni di uomini. Stessa cosa è successo nei confronti delle popolazioni del Friuli, della Venezia Giulia, dell’Istria e di un vasto territorio a confine tra l’Italia e la ex Jugoslavia. I partigiani titini attuarono un mas-sacro sistematico di Italiani, i quali furono catturati (molti fascisti, ma anche cattolici, partigiani italiani ed altri) e get-

eccidio delle Foibe: Se ne è parlato nel “giorno del ricordo”tati già morti o addirittura vivi nelle fessure carsiche del terreno, chiamate foibe. Tutto accadde in quel 1945, prima e purtroppo an-che dopo la fine della guerra. Il “Giorno del Ricordo” è un momento di riflessione e anche quest’anno l’Istituto Moretti (presente l’asses-sore del Comune di Roseto Fabrizio Forna-ciari) ha voluto sottolineare le atrocità com-messe dai partigiani comunisti slavi, proprio per rimarcare come i totalitarismi del ‘900 portarono morte, distruzione e sottomissione cruenta dell’uomo sull’uomo. Se queste ditta-

ture hanno avuto delle differenze nei presupposti ideologici, sono accumunati però da un unico obiettivo: l’annullamento e la spersonalizzazione dell’individuo, a qualsiasi costo.

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Il Tropicaldue di Campo a Mare è uno dei locali storici di Roseto, forte dei suoi 32 anni di attività.Papà Luigi Pompetti, pizzaiolo veterano, ha accolto in cucina

la freschezza del figlio Francesco, (diplomato alla scuola alberghiera, in seguito ha frequentato corsi di alta formazione tra cui l’Accademia Gualtiero Marchesi) 23 anni e un futuro da chef desideroso di rac-contare la sua terra.E con l’Abruzzo in testa, lo scorso settembre Francesco è andato un mese a perfezionarsi da un mito della ristorazione italiana: Mauro Uliassi.Una scelta che Francesco spiega non soltanto con le stelle Miche-lin dello chef di Senigallia, ma con il grande amore che lo stellato ha anche per lo street food, che lo ha portato a farsi realizzare un furgone per le feste di piazza con il quale delizia il palato di migliaia e migliaia di persone.Questa “democrazia del gusto” Francesco Pompetti vuole portarla anche a Roseto degli Abruzzi, nel suo Tropicaldue, ampliando il col-laudato menu con proposte di cuci-na e pizze gourmet.

Per saperne di più lo abbiamo in-tervistato:Come si racconta l’Abruzzo tera-mano?Partendo dal mare e arrivando in montagna, risalendo dal fiume. Il no-stro è un territorio unico per qualità e varietà di materie prime e sapori e io voglio mettere nei miei piatti il mare, il fiume, la montagna.Una cucina del territorio, diretta a quanta più gente possibile per co-municare che oltre alla buona pizza e ai succulenti arrosticini non si fi-nisce mai di gustare, giusto?Proprio così. L’esperienza da Uliassi e la sua voglia di girare anche fra la gente con il suo fantastico furgone mi ha anche messo voglia di portare lo street food qui al Tropicaldue, ma-gari organizzando serate a tema visto che l’arredamento del nostro locale rispecchia una piazza. Proveremo a fare delle feste in cui, con la cucina in mezzo alla sala, la gente degusti cibo da strada.Il 23 febbraio partirai con le tue nuove proposte a menu. Come le definiresti?Lavorerò per un menu sensoriale. Se mangerai la mia carbonara di mare, avrai uova di pesci diversi e voglio che, mangiandola, tu senta il mare. Poi avremo altri piatti che ovviamen-te impegneranno anche tutti gli altri sensi e che saranno il frutto della mia ricerca, che con umiltà voglio portare avanti ancora per molto tem-po, visto che sono un giovane chef.Direi che continueremo nel nostro percorso di ristorazione, fra tradi-zione e innovazione, proponendo un menu che cambia in base alle sta-gioni e ai prodotti che offre il merca-to, quindi sempre nuovo e differente.

di Luca Maggitti

DA MARTEDì 23 FEBBRAIO

APRE LA LOCANDADEI MAGNACICC’PRESSO IL TROPICALDUEAperto anche a pranzo.

Via Marconi 21 64026 Roseto degli Abruzzi INFO E PRENOTAZIONI 085.89.41.479www.tropicaldue.it

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CARnEvALE d’ESTATE?il comune ci pensa

La richiesta è arrivata dagli organizzatori del Carnevale “Città delle Rose” che ha visto la partecipazione nel giorno del martedì grasso di oltre 4mila persone. Subito

tutti al lavoro per pensare ad un evento estivo con sfilata di carri e maschere sul lungomare, magari in coincidenza con l’appuntamento dei fuochi del 15 agosto

Un carnevale estivo an-che a Roseto. E’ più che un’ipotesi perché si sta già pensando a come organizzarlo. Lo spunto

è arrivato in occasione del martedì grasso di quest’anno. Oltre 4 mila presenze, un successo che è andato ben oltre ogni più rosea aspettativa. Soddisfatti gli organizzatori della IV edizione del Carnevale “Città delle Rose” che ha animato il lungoma-re di Roseto e il PalaMaggetti dove la carovana festante si è poi trasfe-rita con un autentico bagno di folla con tantissime famiglie pronte a go-dersi la festa più allegra dell’anno. Il carnevale di Roseto è diventato

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ormai un appuntamento clou del martedì grasso della costa terama-na. L’amministrazione rosetana si è ora impegnata a continuare, anche nei prossimi anni, ad organizzare una manifestazione tanto amata da grandi e piccini. In un PalaMaggetti pieno fino all’inverosimile il sindaco Enio Pavone ed il suo vice Maristella Urbini, che ha la delega agli eventi, hanno poi consegnato a tutti i grup-pi, le associazioni, le scuole e alle Pro-Loco, il tradizionale attestato di partecipazione alla 4° edizione del Carnevale “Città delle Rose”, rice-vendo una unanime richiesta da par-te di tutti: organizzare, il prossimo mese di agosto, un Carnevale estivo

a Roseto, richiesta che gli ammini-stratori hanno immediatamente spo-sato. Dunque si pensa già alla pros-sima estate e l’obiettivo è ora quello di riuscire a ripetere il successo di questo carnevale in piena stagione turistica, quando saranno coinvolte anche le attività degli stabilimenti balneari. In occasione del Carneva-le, Roseto era letteralmente piena di gente, uno spettacolo che ammini-stratori locali e organizzatori hanno molto apprezzato. Al PalaMaggetti i più piccoli hanno trovato un angolo a loro dedicato, grazie all’associazione Fantanimazione e tutti gli altri gruppi che hanno collaborato alla riuscita dell’evento.

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Sostegno ed aiuto incondizionati verso chi ne ha davvero bisogno.Questi sono gli scopi nonché gli elementi car-dine della Confraternita delle Misericordie. Ad oggi essa rappresenta una realtà fonda-

mentale ramificata ed attiva su tutto il territorio, atta ad intervenire nel dare sostegno al prossimo in un momen-to di difficoltà.La Confraternita delle Misericordie ha alle spalle una storia antica, evolvendosi da una forma di partecipa-zione spontanea dei cittadini all’interno delle proprie comunità ad una organizzazione stabile e sensibile ai fabbisogni del prossimo.Secondo le documentazioni al 1244 risale la nascita della prima Misericordia a Firenze, difatti è nel periodo medievale che questo fenomeno assume progressiva-mente stabilità. Da allora sino ad oggi è stato preservato con impegno lo spirito di compassione e di misericor-dia verso il prossimo “chiunque esso sia”.Oggi sono più di 700 le Misericordie diffuse in tutta Eu-

ropa e le loro attività di volontariato sono il più possibile estese e variegate per provvedere e dare un contributo al miglioramento della vita della comunità e di chi si trova in situazioni di maggiore necessità.La Misericordia di Teramo nasce il 25 giugno del 2003 presso la sede sita a S. Nicolò a Tordino in via E. Fermi, 2 . Trasporti sanitari, assistenza ai disabili,assistenza agli eventi di comunità, questi alcuni dei servizi che la Misericordia di Teramo si è impegnata a svolgere con impegno e passione, requisiti rimasti immutati nel cor-so degli anni. All’interno di questa associazione viene data la preziosa opportunità di acquisire un bagaglio di empatia e di sensibilità verso il prossimo, bagaglio di inestimabile valore, dando il proprio contributo e parte-cipando attivamente all’interno della propria comunità.Questa teramana è una realtà in continuo sviluppo ed un’occasione di crescita interiore per giovani che inten-dono acquisire un’esperienza ricca di umanità e di fra-tellanza, sostenendo il prossimo e tenendolo per mano con misericordia e compassione.

La Misericordia di Teramo si trova in:

Via E.Fermi n°2 San Nicolò a Tordino64100 - TERAMO

Tel: 0861.588710 Fax: 0861 233456 - www.misericordiaditeramo.it

DONA ANCHE TU IL TUO 5X1000alla Misericordia di Teramo.

Il tuo aiuto è essenziale per portare

avanti la nostra missione.

A te non costa nulla.

5x1000 CONTATTIP.I.: 01520440676

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Un aiuto per il piccolo Alessandro che ha bisogno di cure per combattere una rara patologia neurodegenerativa. Una raccolta fondi grazie alla cena di beneficenza orga-nizzata dall’ASD Pat-

tinaggio Roseto, in collaborazio-ne con la Croce Rossa di Roseto, per sabato 20 febbraio alle ore 20,30 al ristorante “Al Focolare di Bacco”. “…una speranza per Alessandro” il nome dato all’i-niziativa. Alessandro è un bam-bino di soli 8 mesi affetto dalla “malattia di Krabbe”, rarissima patologia neurodegenerativa che colpisce una persona su cento-mila. Purtroppo i bambini affetti da tale patologia mostrano febbri ricorrenti, perdita di peso, arre-sto dello sviluppo, rigidità. Nella fase terminale diventano ciechi e sordi, sono incapaci di movimen-ti volontari e, in genere, muoiono entro i primi tre anni di vita. Ad oggi sembra che le uniche chan-ce siano il trapianto di cellule staminali, la cui speri-mentazione in Italia è stata interrotta, il trapianto di

midollo e la terapia genica sperimentale, procedure a cui il piccolo può essere sottoposto negli Stati Uniti. Purtroppo però per affrontare il viaggio e sostenere le spese relative alle cure i giovani genitori di Alessandro,

lui 31 anni, lei 34, dovrebbero raggiungere una somma inizia-le di 40 mila euro. Da qui nasce l’esigenza di organizzare questo evento a sostegno di Alessandro e per dare una reale speranza di vita a questo bambino. La cena di beneficenza ha un costo di 20 euro e, nel corso della serata, saranno raccolti fondi per aiuta-re il piccolo. Per informazioni e prenotazioni è possibile contat-tare Gabriella 339/2397284 e il ristorante “Al Focolare di Bac-co” 085/8941004. I bambini po-tranno partecipare al costo di 5 euro (pizza e bibita). L’auspicio è che possa partecipare in tanti per aiutare la famiglia del piccolo Alessandro. Una speranza con-creta per avviare quelle terapie a

base di cellule staminali che potrebbero arrestare la malattia.

Solidarietà

…Una speranZa per

ALESSAndROCena di beneficenza sabato 20 febbraio Al Focolare di Bacco organizzata dall’

ASD Pattinaggio Roseto. La serata servirà a raccogliere fondi per il piccolo

di appena 8 mesi affetto dalla “malattia di Krabbe”

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Via Accolle 18 Roseto degli Abruzzi (TE)

Tel. 085-8930487 Fax 085-8931818

[email protected]

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Il giorno di San Valentino 2016 sarà ricordato a lungo dagli ap-passionati rosetani di basket. È infatti nel giorno della festa degli innamorati che gli Sharks han-

no battuto la Fortitudo Bologna, arri-vando a quota 26 punti in classifica e centrando la salvezza. Una salvezza che diventa la base di lancio verso i play-off, perché adesso, come dice coach Tony Trullo, sarebbe da fessi fermarsi. Insomma: fatta la torta della salvez-za, adesso Allen e compagni vogliono metterci sopra la ciliegina dei playoff. Anche perché un’intera città si è risve-gliata dal torpore e ora spinge compat-ta la sua squadra. Contro la Fortitudo Bologna erano 3.500 i tifosi, per una cornice definita da rosetani e avversari “di Serie A”. E in quella fantastica cor-nice si è rinnovato il gemellaggio dei tifosi del Roseto con quelli della For-titudo. Le due tifoserie si conoscono, sono amiche dal 2000 e si sono gemel-late nel 2005. Ed è in questo contesto

davvero bellissimo di sport e tifoserie affratellate che domenica scorsa, po-chi minuti prima della palla contesa, la città ha ricordato Simone Marini, ultrà della Curva Nord tragicamente scom-parso nel 2013. La famiglia e gli amici di Simone hanno infatti assegnato la 2^ Borsa di Studio a lui intitolata, che attraverso la onlus L’Aquila per la Vita è stata consegnata a Lucia Rinaldi, on-cologa che lavora quotidianamente per combattere i tumori della mammella.

Roseto Sharks

Bellissima giornata di sport contro la Fortitudo Bologna,in memoria di Simone Marini

di Luca MaggittiUN PALAMAGGETTIDA SERIE A PER I PLAYOFF

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

Bryon Allen

Consegna della 2^ Borsa di Studio Simone MariniGemellaggio Roseto-Fortitudo

La Curva Nord del PalaMaggetti

foto: Andrea Cusano

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UN PALAMAGGETTIDA SERIE A PER I PLAYOFF

Roseto Basket Story

Il campionissimo, che vive a Roseto dove ha imparato a giocare, inserito nell’arca della gloria del basket italiano

di Luca MaggittiIWAN BISSONNELLA HALL OF FAME

La Federazione Ita-liana Pallacanestro ha conferito a Iwan Bisson il titolo di “Italia Basket Hall

Of Fame”. L’ex giocatore clas-se 1946, che da qualche anno vive a Roseto, riceverà la più alta onorificenza della FIP per essere stato una stella del ba-sket italiano. Si tratta del 21° giocatore, in 96 anni di vita dei campionati di basket maschi-li, ad avere questo eccezionale riconoscimento. Bisson, con la squadra di club di Varese, segnando 3.884 punti in Serie A, ha conquistato: 2 Coppe In-tercontinentali (1970, 1973), 4 Coppe dei Campioni (1971-1972, 1972-1973, 1974-1975, 1975-1976), 5 Scudet-ti (1970-1971, 1972-1973, 1973-1974, 1976-1977, 1977-1978), 2 Coppe Italia (1971, 1973). Con l’Italia, invece, giocando 153 gare e segnando 1.219 punti, ha vinto 2 Me-daglie di Bronzo ai Campionati Euro-pei (Germania Ovest 1971, Jugoslavia 1975) e partecipato a 2 Olimpiadi (Mo-naco 1972, Montreal 1976). Insomma: un campionissimo per davvero, che è stato anche fra i protagonisti dell’Ita-lia che l’8 luglio 1976 scrisse la storia

nello storico catino dell’Arena 4 Palme di Roseto degli Abruzzi, quando per la prima volta gli Azzurri di coach Gian-carlo Primo sconfissero l’U.R.S.S. con il punteggio di 84-80. Ed è proprio al suo allenatore in Nazionale che dedica l’onorificenza, chiosando: «Lui mi ha motivato e reso un giocatore di livello. Questo riconoscimento è dedicato a Giancarlo Primo». Detto dell’allenato-re che ricorda con più affetto, Bisson

ha un pensiero anche per il suo compagno di squadra preferito: «Meneghin. Quando arrivai a Varese io ero giovane, ma Dino di più. La sua cara mamma, Lilia, prese subito a trattarmi come un figlio, per cui fu inevitabile che io e il grande Dino diventassimo fratelli». Residente a Roseto e ti-foso degli Sharks, Bisson chiosa: «A Roseto ho iniziato a giocare a basket a 13 anni e qui ho scelto di tornare a vivere. Vado al Pa-laMaggetti e sono molto felice per l’ottimo campionato degli Sharks: complimenti al direttore sportivo e coach Tony Trullo». Appena ricevuta la comunica-zione della nomina (la cerimonia avverrà nei prossimi mesi), Iwan Bisson ha preso carta e penna e scritto al Presidente della FIP, Gianni Petrucci, per suggerirgli

di inserire nella Hall of Fame del ba-sket italiano il Trofeo Lido delle Rose: il più antico torneo di basket d’Europa e forse del mondo, nato a Roseto degli Abruzzi nel 1945 (un anno prima del-la NBA). Un gesto di classe purissima e vera signorilità, da parte di un vero campione che il basket abruzzese o la società rosetana di pallacanestro do-vrebbero coinvolgere, visti i suoi quarti di nobiltà cestistica.

Valerio Bianchini e Iwan Bisson: due ItaliaBasket Hall of Fame. (Cristian Palmieri)

Iwan Bisson con Varese, contro il Real Madrid in Coppa Campioni. (Carlo Meazza)

Iwan Bisson (14) con l’Italia, al trofeoLido delle Rose del 1975. (Italcolor)

Dino Meneghin e Iwan Bissonai tempi di Varese. (Carlo Meazza)

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ricordiPiù veloce, più rapido, quasi imprendibile. Nel no-stro immaginario la cosa che si sposta da un punto all’altro attrae sempre la nostra attenzione. È il mito della rapidità che gli antichi sapevano coltivare, forse per voler anticipare il tempo, oltrepassando

il muro della caducità che da sempre contraddistingue l’esi-stenza umana. “... E l’arco, e le saette, ond’io fui punto” era la malinconica riflessione di Francesco Petrarca, che invoca-va la benedizione somma e graziante al giorno dell’incontro amoroso. Perché quella freccia era il simbolo dell’amore e quest’ultimo raffigurava la vita oltre il tempo. Insomma, un intreccio di sensazioni e di riflessioni, in cui però dominava la sveltezza di esecuzione, perché nella vita spesso è una qua-lità che ci contraddistingue, ovviamente se ne siamo dotati. Leone Marini, nelle cose che faceva, era lesto come pochi e non poteva, forse, essere altrimenti per le mansioni che dove-va svolgere durante il giorno, quando da bambino-lavoratore, come si usava soprattutto dopo la guerra, prendeva la bici-cletta e con il carico del pesce fresco sul portapacchi poste-riore doveva partire da Roseto per raggiungere l’entroterra. Le strade? Non chiedeteglielo com’erano allora, perché il sogno dell’asfalto e della levigatezza del manto bituminoso era un concetto ancora lontano a realizzarsi. Partiva dalla zona del fiume Vomano, risaliva sulla strada che costeggiava il corso d’acqua fino a S. Lucia, perché lì c’erano molte famiglie di contadini che aspettavano i prodotti ittici del nostro Adriatico. Poi una puntata verso Pagliare di Morro d’Oro e da lì si taglia-va per la strada che portava a Cologna. Le salite erano anche ripide, ma la bicicletta era sempre sotto pressione e spesso partivano anche, per la forza impressa, la catena e i pedali. Da quella zona collinare non era finito il giro. Il giovane ven-ditore doveva virare per Montepagano, servire le famiglie del luogo e poi riscendere verso la marina. E tutto senza l’ausilio di nessun motore, se non della forza delle gambe, che non

lo abbandonavano mai. Come d’altronde mai fu tradito anche sui campi di calcio da quella speditezza che ne fece un vero asso della fascia. Leone («nomen omen» dei latini?) quasi ruggiva, prendeva la sfera e anche se non era dotato dei fon-damentali come alcuni suoi compagni di squadra, aveva una turbina al posto dei muscoli e quando entrava in azione non ce n’era per nessuno. “Mi davano calci e spintoni, ma io alle volte ero così rapido che non riuscivano a mettermi giù” rac-conta oggi con il volto illuminato dai ricordi del tempo. E alla mente torna una famosa partita sul rettangolo di Giulianova, contro una squadra imbattibile e molto più forte della Roseta-na. Eppure dopo aver resistito quasi per tutta una gara a un assalto dei cavalleggeri giuliesi, ecco che a pochi minuti dal termine il nostro protagonista prese la palla dal limite della propria area di rigore, attraversò in diagonale tutto il campo con le “giubbe giallorosse” che cercavano di disarcionarlo dal cavallo con spinte e calci, si portò sulla fascia sinistra e vide al centro il suo compagno Gigino Brandimarte, rimasto solo, perché gli altri erano corsi dietro di lui: il passaggio conclusivo fu solo consequenziale. Arrivò il gol dell’apoteosi, per una vit-toria che bruciò ai cugini per molto tempo: oggi ancora alcuni ricordano quella gara per l’epicità della resistenza azzurra.La velocità d’esecuzione gli è ancora rimasta, sia quando snocciola con dovizia di particolari i ricordi di un tempo sia quando aiuta il figlio Carlo nella pescheria di famiglia. Ma adesso è ben rilassato per poterci narrare lo “storytelling” della sua vita, in cui tutto sembra avere un’altra dimensione.La II Guerra Mondiale c’entra qualcosa con lei?Sono nato a Roseto in via Leopardi n° 29, luogo dove ho sem-pre abitato e che oggi è un po’ il fortino della mia famiglia. La casa aveva cinque vani dislocati su un unico piano ed era molto grande per gli standard di allora, con un bagno interno e uno esterno. Nel tempo, a partire dagli anni ‘60, l’ho ingran-dita fino a giungere ai tre piani attuali dove vivono i miei figli.

leone mariniper un bambino, che da subito dovette imparare a vendere

il pesce, non era Facile trattare con gli adulti. così il nostro protagonista Fu abituato dal padre a risolversi, anche quando

con la bicicletta bisognava macinare chilometri

Ricordi 11 - III serie

SE C’È UNA PAROLA CHE LO HA SEMPRE ACCOMPAGNATO QUESTA È “VELOCITà”. A

CAVALLO DELLA SUA BICI PORTAVA IL PESCATO ALLE FAMIGLIE DELL’ENTROTERRA E NON

C’ERANO SALITE CHE POTESSERO FERMARLO. E QUELLA POTENZA ACCUMULATA SIN DA

PICCOLO LA SFRUTTò A MERAVIGLIA ANCHE SUI CAMPI DI CALCIO, IMPRENDIBILE SOPRATTUTTO

QUANDO S’INVOLAVA SULLA FASCIA. GUAI A CONTRADDIRLO, PERò: NE SA QUALCOSA UN

MALCAPITATO ARBITRO CHE NEGò UN RIGORE ALLA SUA SQUADRA...Leone Marini

di William Di Marco

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ricordiIl 1° gennaio 1938, proprio alla vigilia del conflitto mondiale, venni al mondo o almeno così i documenti riportano. Ma era-no altri tempi e così mio padre Pasquale andò all’anagrafe dopo la mia reale nascita, avvenuta il 27 gennaio 1937, re-gistrandomi nell’anno successivo. Papà era pescivendolo e girava con una bicicletta, attrezzata con un portabagagli po-steriore, per le vie di Roseto e anche per le campagne lungo la vallata del Vomano, fino a Canzano. Si alzava la mattina presto e andava, sempre con il mezzo a due ruote (solo in seguito acquistò un’Ape Piaggio) a S. Benedetto o a Giulia-nova per rifornirsi. Alcune volte lo faceva direttamente con la marineria locale, aspettando le lancette dei pescatori. Mia madre, Antoniella Mariani, era casalinga e accudiva i tre figli. Il primo era Romeo, nato 28 maggio 1935, poi c’ero io e infine mia sorella Bianca (5 gennaio 1947).Fu tempo delle Elementari alla Milli.La scuola era a due passi da casa e parliamo anche del pe-riodo post-bellico. Eravamo in una pluriclasse di cinquanta bambini. In prima ebbi la maestra Angelini, poi i maestri Giansante e Mazzoni. Tutti bravi, ma con quest’ultimo devo dire che imparai molte cose, pur se era severo. Finita la scuo-la non c’erano molte alternative. Continuare era quasi impos-sibile e l’unica via era il lavoro, anche perché allora le famiglie contavano molto su un aiuto dei figli in termini economici.Ma torniamo per un attimo alla II Guerra Mondiale. Era piccolo ma qualcosa ricorda.Certo, anzi certe immagini ce le ho ancora davanti agli occhi, come i bombardamenti notturni con i razzi illuminanti lanciati per vedere dove colpire. Ci rifugiavamo in una casa sotto la collina abitata da nomadi. Andavamo lì forse perché era più protetta, ma ho ancora al naso l’olezzo che si respirava e il freddo che soffrivamo tutti, stipati uno accanto all’altro. Poi vicino casa c’erano le famiglie di Macignani e Stuardi e se i bombardamenti avvenivano di giorno, ci rifugiavamo nello stabile dei Di Pompeo; noi bambini ci riparavamo sotto un tavolo in marmo, con un piano molto spesso. Ci dicevano che se fosse cascato il solaio, quella lastra di pietra ci avrebbe protetto. Una volta ci recammo anche in un canneto che era sulla collina per sfuggire alle bombe e mi ricordo che una mia zia benestante in quell’occasione mi diede tante cara-melle per non farmi sentire la paura addosso. Poi sfollammo a Montepagano. Stavamo proprio in piazza e di quel periodo mi ricordo le ciliegie rubate insieme ai soldati tedeschi. Ero con Luigi Esposito, un ragazzo del luogo più grande di me,

e i tedeschi ci chiesero dove avrebbero potuto trovare le ci-liegie. Ci fecero salire sui sidecar, quelle moto con il posto a fianco per il passeggero, e ci recammo in una casa nella zona di Centovie. Lì c’era un grande albero di ciliegie che in poco tempo fu depredato. La padrona di casa, la signora Polisino, mi riconobbe e appena dopo lo andò a riferire ai miei. Io che ero scomparso dalla mattina presto, feci ritorno a Montepagano con i militari alle tre del pomeriggio. Mio pa-dre mi riempì di botte al punto tale che mi diede anche un morso. I miei familiari si erano preoccupati della scomparsa e pensarono anche a una mia possibile morte. Ma anche altri episodi non ho mai dimenticato, come quando ero nella zona sotto le mura del borgo, dove in seguito sorse il ristorante Pa-gus. Ero una piccola peste e mi intrufolavo dappertutto. Così c’erano delle persone anziane che giocavano a bocce e ad un certo punto i tedeschi spararono una sventagliata di colpi con i mitragliatori. Fuggimmo tutti e corsi rapidissimo verso casa. Un’altra volta, vicino dove i soldati posteggiavano i cavalli da tiro, con le zampe enormi e tozze, trovai una valigia. Chiesi a un compagno più grande di me di aiutarmi a portarla a casa. Era piena di fibbie di tutti i tipi, che poi mio padre diede a calzolai e sarti della zona.A undici anni iniziò la sua attività lavorativa.Dopo la scuola affiancai mio padre nella vendita del pesce. Mi portava con lui, quando dovevamo andare ad acquistare i prodotti ittici e una volta fatta la vendita in piazza Dante, dove c’era il mercato, io partivo con la bicicletta, per smerciare l’invenduto, verso le zone interne e dovevo fare alle volte an-che parecchi chilometri. Dalla foce del fiume, dove oggi c’è la fabbrica di Rolli, risalivo su fino a S. Lucia. Lì c’erano molte famiglie di contadini, ma se non vendevo tutto continuavo fino a Pagliare di Morro d’Oro per poi arrivare anche a Mon-tepagano. Avevo una forza nelle gambe che mi permetteva di superare anche le salite più difficili e alle volte gli strappi che davo ai pedali mi facevano rompere la catena e i pedali stessi. Il brutto arrivava quando pioveva, con il fango che mi faceva slittare le ruote. Le vendite poi erano tutte sotto forma di baratto. Non mi facevo pagare dalle famiglie che erano no-stri clienti. Segnavo su un foglio il pesce che lasciavo, poi una volta rientrato lo riferivo a papà, il quale aveva un quaderno in cui appuntava tutto. In seguito, dopo il raccolto, passava a ritirare il grano. Era praticamente uno scambio merce. Alle volte ci toccava anche un po’ di olio o del vino oppure della farina, ma questi prodotti erano più rari rispetto al grano che

Ricordi 11 - III serieRoseto, 1941. Il piccolo Leone

Marinitra papà Pasquale e mamma Antoniella Mariani

Roseto, Campo Patrizi, 2 gennaio 1959. Partita di calcio tra la Rosetana e il Mosciano, vinta dai locali per 2 a 1 con gol di Leone Marini e Nicola Di Pietro. Da sin. Aldo Ferrari,

Ubaldo Di Pietro, Flavio Mazzoni, Marcello Di Marco, Nicola Di Pietro, Angelo Chiocchio; in basso da sin. Gino Sforza, Stelvio Lulli, Leone Marini, Mario Angelini e Giuseppe Di Febo

Roseto, primi anni ‘60, Lido Mirella. Leone Marini con (sulle

spalle) Mimmo Di Marco

Roseto, primi anni ‘60, Lido Mirella. Da sin. Pasquale Costantini, Leone Marini e Tommaso Piccioni

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in campagna abbondava.Poi subentrò il calcio e non solo.Da piccoli si giocava a “palla in buca” e “mazz e cuzz”, cioè con una mazza dovevamo colpire un piccolo legno, dopo averlo sollevato da terra. Ma il calcio era il nostro passatempo preferito. Lo facevamo in ogni angolo e quando sorse il cam-po, tra gli alberi d’ulivo, del S. Cuore, andavamo a giocare lì. Feci parte della squadra “La Crociata”, voluta da Pasquale Di Pompeo in cui vi giocavano Dino Puliti, Osvaldo Collevecchio, Guido Stuardi e altri. Non ero bravo né tecnicamente né tatti-camente, ma avevo dalla mia la velocità ed ero veramente im-prendibile. Saranno state le tante pedalate, ma le gambe mi esplodevano ed era difficile prendermi. Una volta facemmo una partita con quelli più grandi di noi, come Filiberto Can-delori e Gigino Di Blasio. Vincemmo e ci rendemmo conto di essere forti. Iniziai come terzino, poi mi spostati a centrocam-po, per giungere a fare l’ala, il mio ruolo naturale, e anche il centravanti. Dino Testoni, il fratello di Emidio, mi voleva con la Rosetana, negli anni ‘50 sponsorizzata dalla Monti con-fezioni, ma non mi sentivo all’altezza. Poi fui preso quando come allenatore c’era Lindoro Sforza, come accompagnatori Dino Celommi e Camillo Brandimarte e poi arrivò il presiden-tissimo Pace Celommi. Vincemmo fino a quando tornammo in Promozione. In squadra c’erano, tra gli altri, Gigino Brandi-marte Tommaso Piccioni, Gino Sforza, Fernando Torbidone, Pasquale Costantini, alcuni dei quali avevano avuto brillanti esperienze anche ad Atri, squadra molto organizzata, al pun-to che facevano il ritiro prima dell’inizio del campionato. Per quanto mi riguarda, la mattina lavoravo in pescheria e nel pomeriggio mi allenavo. Non ho mai preso un soldo e l’unica volta che ci premiarono con 2.000 lire fu quando vincemmo a Pescara per 1 a 0 contro la Nino Mezzanotte, con gol di Brandimarte.La squalifica era dietro l’angolo.Era il 20 ottobre 1963. Giocavamo in casa contro il Lancia-no. L’arbitro Germano di Roma mi aveva adocchiato in più di un’occasione e quando non ci assegnò un rigore sacrosanto su tiro di Di Persio non ci vidi più. Sferrai un pugno al diret-tore di gara, ovviamente sbagliando tutto. Ma ero stanchis-simo, il campo Patrizi era pesante e pieno di buche, data la presenza del circo di alcuni giorni prima. Eravamo sotto di due gol e in più aggiungo che ero innamorato della mia futura moglie e volevo passare più tempo con lei (la moglie è presente, si compiace e sorride, nda). Quel gesto mi costò

una squalifica a vita, amnistiata nel 1968, anno in cui tornai a giocare per un’ultima partita a Montesilvano, che coincise con l’esordio del giovane e promettente Gabriele Matricciani. Poi mi dedicai solo ai tornei estivi. Tra questi, oltre a quelli del Campo dei Preti di Roseto, ne giocai uno che vincemmo con il Bar Lucchi: era il prestigioso Torneo dei Bar di Pescara. Ero insieme a Nicola Ferri e Gigino Brandimarte. Sempre in quel 1968, il 5 ottobre, mi sposai con Claretta Giorgini, che prove-niva da Giba, in provincia di Cagliari. Abbiamo avuto quattro figli: Antonella (17-9-1969), Barbara (14-9-1970), Pasquale (14-10-1975) e Claudio (5-6-1985).Ma il calcio per lei ha rappresentato anche l’esperienza del-la U. S. Roseto.Tutto nacque da una scommessa con Bernardo Scarpone, sostenitore della tesi che a Roseto, paese della pallacanestro, non potessero nascere giocatori di calcio. Cosa poi smentita dai fatti, ma quella sfida ci diede la forza di fondare una nuova società, antagonista alla Rosetana. Nacque l’Unione Sportiva Roseto e tra i soci fondatori c’erano Ermanno Romualdi, Fer-nando Torbidone, Tommaso Piccioni, Nicola Di Pietro, Bruno e Giovanni Pasquini, Pasquale Sulpizi, Flavio Mazzoni ed altri ancora. Ci tassavamo con 5000 lire al mese e il nostro scopo era valorizzare i giovani. Così formammo giocatori del calibro di Paolo Di Donato, Giacomino Bonomo, Antonio Di Bona-ventura, Federico Di Pasquale, Daniele De Petris, Federico Proietto, Italo Di Girolamo, Remo Mariani, Pietro Fossemò e tanti altri che mi scuso di non citare. Li lanciammo e quella fu un’esperienza bellissima. I ragazzi, educati e volenterosi, ci diedero la forza per andare avanti, fino a quando smettemmo, cedendo gratuitamente, e lo voglio rimarcare, i cartellini alla Rosetana.Roseto, i giovani e Leone Marini.Mio malgrado, devo dire che la mia città non mi ha dato nien-te. Ho dovuto fare tutto da solo, senza aver mai ricevuto l’aiu-to di nessuno. Va bene così, però questo un po’ mi dispiace. Sui giovani di oggi, penso che siano i migliori di sempre, so-prattutto se vediamo cosa c’è in giro e quali sono le tentazioni. Mi dispiace una sola cosa: molti ragazzi non vogliono sapere di imparare un’arte, un mestiere e questo è un vero peccato.Adesso il ruggito è completo. Il nostro interlocutore è appaga-to, ma non del tutto. Freme per raggiungere i suoi compagni al Centro Anziani. Lì ci sono le carte da gioco che lo atten-dono, per il suo passatempo preferito. È ancora una saetta e non saremo noi a bloccarlo.

Roseto, 5 ottobre 1968, parrocchia del S. Cuore. Il giorno del matrimonio tra

Leone Marini e Claretta Giorgini

Roseto, mercato in piazza Dante, metà anni ‘60. Da sin. Romeo Marini, Liberatore Brandimarte (con il

cappello), Leone Marini e Giuseppe Di Virgilio

Roseto, 2013. Festa per i 45 anni di matrimonio dei coniugi Marini. Da sin. Antonella, Claudio, mamma Claretta, papà Leone, Pasquale e Barbara

Pubblicati: 1 - Mario Giunco; 2 - Luigi Lamolinara; 3 - Anna Maria Rapagnà; 4 - Domenico Cappucci; 5 - Domenico Osmi;6 - Armando Di Giovanni; 7 - Enzo Corini; 8 - Antonio Palmieri; 9 - Cassiodoro Di Sante; 10 - Dino Di Giuseppe.

Ricordi 11 - III serie

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Si arriverà sino al pros-simo 13 marzo. La de-cisione di prorogare ulteriormente la mostra di Pasquale e Raffaello

Celommi nei suggestivi locali di Villa Paris è stata considerata un atto dovuto dopo lo straordinario successo di pubblico di queste settimane. Un successo che è an-dato ben oltre le più rosee aspet-tative. “Pasquale e Raffaello Ce-lommi Pittori – voci sognanti nel canto luminoso di terra e di mare” il titolo della mostra che pone al centro due grandi artisti rosetani che hanno regalato alla città del-le opere di immenso valore che spesso racchiudono storie di vita quotidiana, a cavallo tra il 1800 e il 1900. Il numero dei visitatori è in costante aumento. E così l’evento, che avrebbe dovuto concludersi a fine mese, ha ottenuto altre due settimane. Ma c’è chi propone di arrivare anche a Pasqua, quindi alla fine del prossimo mese. La kermesse, voluta ed organizzata dall’amministrazione rosetana, re-alizzata grazie al contributo della Fondazione Tercas ed alla collaborazione della Coope-rativa Sociale “Lo Spazio delle Idee”, continua a mietere dunque successi attirando visitatori da tutto l’Abruzzo ed amanti dei due maestri rosetani da tutto il Paese. In sole due settimane si è passati da 3000 a 4.500 pre-senze. Da oggi fino a fine mostra, c’è già praticamente il “tutto esaurito” per le visite guidate mattutine riser-vate alle scolaresche. Le richieste peraltro continuano a pervenire ogni giorno, al punto che gli organizzatori

stanno lavorando per tentare di ve-nire incontro alle necessità di tut-ti. “Proprio questo è uno dei dati che ci fa maggiormente piacere”, sostiene il vice sindaco Maristella Urbini, “ogni giorno classi da tutta la provincia di Teramo vengono in visita alla mostra, con i ragazzi che hanno la possibilità di apprezzare, dal vivo e tutte assieme, opere di Pasquale e Raffaello Celommi che normalmente sarebbe sparse in giro per il mondo. Anche per que-sto abbiamo lavorato per prorogare la chiusura e invitiamo quindi tutti i rosetani, ma non solo, a visitare la mostra per non perdersi que-sta occasione unica”. A sugellare l’incredibile successo di questo appuntamento ci sarà, giovedì 25 febbraio, a partire dalle ore 18 nei locali di Villa Paris, la presentazio-ne ufficiale alla città ed ai collezio-nisti del prestigioso catalogo della mostra realizzato dal Comune e curato da Paola Di Felice, respon-sabile dei musei civici di Teramo, per celebrare questo evento e la-sciare alla cittadinanza un segnale tangibile di questo appuntamento

unico. Nel corso della stessa giornata, dalle 16 alle 20, sarà attivato l’annullo filatelico commemorativo dedica-to ai due pittori e realizzato grazie alla preziosa collabo-razione del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano. Le scuole e gli istituti che fossero interessati a prenotare visite guidate alla mostra possono rivolgersi all’Ufficio Cultura del Comune di Roseto degli Abruzzi al numero 085/89453663 o alla e-mail: [email protected].

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roseto, sino al 13 marzo LA MOSTRA dEI CELOMMI

Giovedì 25 febbraio saranno presentati il catalogo e l’annullo filatelico commemorativo mentre continua il “tutto esaurito” per le visite guidate riservate alle scolaresche.

Intanto c’è chi propone di prorogare l’evento anche per il periodo di Pasqua

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proprio marchio, investendo e salvaguardando il territorio.L’ospite ha continuato affer-mando che la nostra regione presenta paesaggi invidiabili ed una gastronomia eccellen-te; per questo dovrebbe sfrut-tare meglio le risorse che ha, iniziando una collaborazione tra le varie componenti del set-tore, al fine di favorire l’econo-mia in generale e la creazione di opportunità lavorative. Infine ha spronato i giovani ad esse-re propositivi, marcando con insistenza l’importanza dell’ap-prendimento dell’inglese e di altre lingue straniere, per far diventare la nostra regione una

protagonista del turismo peninsulare, dal momento che l’Abruzzo ha le carte in regola per attirare turisti da tutto il mondo.

Il giorno 11 febbraio, presso l’aula Magna dell’Istituto d’Istruzione Superiore “V. Mo-retti”, si è tenuto il primo dei tre incontri in programma, organizzati dall’associazione culturale Cerchi Concentrici Promotor, ri-

guardanti il “Turismo e le figure professionali”.Fondamentale è stata la partecipazione di Lore-na Mastrilli, contitolare dell’agenzia “I viaggi del Carlino”, che con grande professionalità e pas-sione ha saputo coinvolgere i presenti attraverso la sua esperienza lavorativa.Partita con l’idea di frequentare il Liceo Scienti-fico, dopo un anno, inappagata dal percorso di studi intrapreso, decide di avventurarsi nell’am-bito del turismo, studiando in una scuola privata del pescarese. Giovanissima viene convocata per un colloquio come tour operator presso la Gastaldi, una delle agenzie viaggi più grandi presenti in zona. Da qui la sua crescita profes-sionale che l’ha portata ad avere un’idea di turismo molto ampia e una conoscenza del territorio che ha sa-puto trasmettere ai presenti, incoraggiando i giovani a far tesoro della propria cultura, promuo-vendo iniziative che valorizzino la tradi-zione dei luoghi. Nel corso della conferenza la relatrice ha voluto sottolineare come ci sia anco-ra un’opinione sbagliata di fare turismo radicata in alcuni imprenditori locali che, secondo lei, devono essere maggiormen-te flessibili e aperti. È stato preso come esempio la Puglia che negli ultimi anni ha fatto delle proprie tradizioni un vero e

turismoRoseto può ancoRa cResceRe molto

& Giuseppe pavone

di Letizia Ferrini

Se ne è parlato nel corso de“la Cultura in cammino” con la tour operator LorenaMastrilli. Occorrono idee nuovee una buona programmazione

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vitato il governatore Luciano D’Alfonso ad un sopralluogo. Ma ad oggi il presidente re-gionale non ha ancora avuto modo di visionare la struttura. Non solo, ma la Regione non ha neppure concesso il finan-ziamento. Il Comune non ha soldi in cassa per lavori di re-cupero del manufatto, diven-tato negli anni simbolo di Ro-seto degli Abruzzi, raffigurato nei depliant turistici e nelle cartoline ricordo di un tempo. Nello scorso mese di luglio l’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Fornaciari aveva in-viato sul posto una squadra di operai per rimuovere le parti staccate dei parapetti, eliminare gli spuntoni di fer-ro che avrebbero potuto rap-presentare un pericolo per i passanti visto che già tre anni fa una bimba di 9 anni era ri-masta ferita. Ora la situazione è peggiorata. E se non si in-terverrà con un progetto ade-guato, molto presto il pontile verrà dichiarato inagibile.

Nonostante le p reoccupaz i o -ni espresse più di un anno fa dall’amministra-

zione comunale di Roseto e dagli stessi cittadini, per il pontile che continua a ca-dere a pezzi non sono stati concessi finanziamenti per gli interventi di ristruttura-zione e manutenzione stra-ordinaria. In mattinata alcuni residenti hanno segnalato il distacco di pezzi di cemento della paratia, la presenza di spuntoni di ferro arrugginito e che rappresentano un pe-ricolo, l’usura costante dei piloni della rotonda per via dell’effetto provocato dalla corrosione marina. Il Comu-ne la scorsa estate aveva presentato al governo regio-nale un progetto con richie-sta di finanziamento per un ammontare di poco inferiore a 300mila euro, somma ne-cessaria per un intervento radicale. Era stato anche in-

la regione nega i Fondi per il pontile che

cade a pezzi

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Non è stato concesso il finanziamento di quasi 300mila euro per interventi di manutenzione straordinaria. Il Governatore Luciano D’Alfonso era stato

invitato anche per un sopralluogo che però non c’è mai stato. Uno dei simboli del turismo rosetano rischia di sparire per sempre

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Tanta la partecipazione di pubblico per il con-vegno regionale dedicato al nuovo avviso di Italia Lavoro di “Botteghe di mestiere e dell’innovazione”, svolto nel Palazzo Polifun-zionale di Pineto. A descrivere questo pro-

getto del Governo, Domenico Bova, responsabile Area Occupazione e Sviluppo Economico dell’Area Tecnica

Ha riscosso successo l’iniziativa “Young Di-sco 12.18”, destinata ai ragazzini che han-no voglia di ballare, ma non di sballo. Lo scorso 14 febbraio, nei locali del “Villaggio Lido d’Abruzzo”, è andato in scena il pri-

mo appuntamento con la discoteca aperta la domenica pomeriggio, dalle 16 alle 20. Un’idea geniale lanciata qualche tempo fa da tre mamme rosetane, Francesca Martinelli, Tiziana Angarano e Christina Scrivani, e che ha trovato alla fine terreno fertile. Lo scopo è quello di offrire un luogo di ritrovo e divertimento sicuro per i più giovani, ma non solo, con dj e vocalist conosciuti

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pineto e le BOTTEGhE dEL MESTIERE

Roseto, successo peRIL PROGETTO “YOunG dISCO 12.18”

del Ministero del Lavoro. Relatori dell’incontro, mode-rato dal consigliere comunale di Pineto, Sabrina Pa-vone, anche Enzo Giammarino, direttore Confesercenti Abruzzo, Graziano Di Costanzo, direttore CNA Abruzzo e Carmine Masoni, responsabile economico CIA Abruz-zo. Ad intervenire anche il consigliere regionale Lucia-no Monticelli, che ha portato i saluti dell’assessore re-gionale al Lavoro Andrea Gerosolimo. Presente in sala Daniele Erasmi, presidente regionale di Confesercenti. Il bando interesserà circa mille giovani in tutta Italia, che avranno la possibilità di diventare tirocinanti pres-so le imprese che risponderanno all’avviso. Si tratta di un sistema che in qualche modo apre le porte verso il mondo dell’occupazione. Un’opportunità concreta che consente ai ragazzi di acquisire delle esperienze sul campo che torneranno poi utili in caso di avvio di una propria attività. E non è tutto. Perché c’è anche la pos-sibilità che le imprese che prenderanno in incarico i tirocinanti alla fine potrebbero offrire un posto di lavoro ai più meritevoli.

sul territorio e la possibilità di passare una domenica pomeriggio con gli amici senza doversi allontanare da Roseto. E la prima esperienza è stata positiva. Più di cento ragazzini si sono ritrovati nel locale. E potevano essere anche molti di più se al PalaMaggetti non fosse andato in scena il match tra gli Squali di Tony Trullo e la fortitudo Bologna che ha richiamato oltre 3500 spetta-tori. L’iniziativa “Young Disco 12.18” è stata molto ap-prezzata perché è pensata per dare, ai più giovani, un luogo divertente dove trascorrere la domenica pomerig-gio con gli amici, in tutta tranquillità. E’ stata la dimo-strazione che ci si può divertire senza dover percorrere chilometri o doversi ubriacare. Un divertimento sano che lascia tranquilli anche i genitori. E poi, la discoteca di pomeriggio è anche un po’ ripercorrere il tempo pas-sato, quando soprattutto negli anni Ottanta sulle piste da ballo ci si andava la domenica pomeriggio, sino alle 20/21 di sera. L’idea è piaciuta e verrà quindi ripropo-sta anche in futuro. Il prossimo appuntamento è stato fissato per il 6 marzo.

L’idea, nata da alcune mamme, punta a offrire un luogo di incontro sicuro ai più giovani, con un locale aperto la domenica pomeriggio e non la notte. Lo scorso 14

febbraio il primo appuntamento con un centinaio di giovani che si sono ritrovati in un locale attrezzato per ballare. Nuovo appuntamento il prossimo 6 marzo

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Un topo telecomandato sul palcoscenico, in-sieme a un orso animato. Sembra un giardino zoologico l’edizione del bicentenario del “Bar-biere di Siviglia” di Gioachino Rossini, andata in scena l’11 Febbraio al Teatro dell’Opera di

Roma, in presenza del Capo dello Stato. Trasmessa - in concomitanza con il festival di Sanremo - dalla Rai, che non perde occasione per esibire presentatori in preda a improvvise amnesie (il foglietto provvidenziale deve stare sempre sotto gli occhi, altrimenti sono dolori) o si impape-rano, novelli Scilipoti e Razzi messi insieme o sono impa-reggiabili “gaffeur”, come il simpatico francesino che, alla recente prima di “Attila” di Verdi, dal Teatro Comunale di Bologna, trasformò le Amazzoni in “vergini guerrigliere”. Rossini si sarebbe divertito da matti. Sulle note dell’im-mortale sinfonia, Figaro, più che barbe e capelli, taglia teste con la ghigliottina, mentre sfila una processione di manichini decapitati. Il guaio è che tutti gli autori di simili allestimenti – come la coppia di francesi che alla Scala trasformarono la verdiana Giovanna d’Arco in Goldfinger, con aureo costume e se la presero, a microfoni aperti, con il direttore Riccardo Chailly - sono colti, spiritosi, ironici, intelligenti, ma permalosissimi ed è difficile contraddirli. Spiega il regista Davide Livermore che il suo “Barbiere” intende riunire quelli che si sono succeduti sulle scene in due secoli. Quindi sono i “barbieri di Siviglia”. Ecco spiegato l’immancabile televisore che alla fine esplode. Il topo telecomandato non si spaventa, l’orso fa salti di gioia e sul divano, su cui pregustano le gioie del matri-monio il conte d’Almaviva e Rosina, compare la distinta delle cambiali, che attendono i novelli sposi. Delle molte

edizioni del “Barbiere “, cui ci è capitato di assistere, a teatro, al cinema o in tv – una ambientata in un gabinet-to anatomico, una di Dario Fo, trionfo del caos organiz-zato- questa di Livermore non fa né caldo né freddo, è proprio scialba. Nonostante l’impiego di filmati, trucchi e diavolerie varie. Tutto è stato già fatto, tutto è stato già visto, anche le apparenti novità o le studiate trasgressioni. Come nell’ultimo film di Tarantino. Rossini vince sempre, è vero, comunque lo si “cucini”. Non a caso il “Barbiere” e la “Carmen” di Bizet sono le opere più eseguite al mon-do. Al termine, applausi per due conterranei, lo stoico direttore, il Maestro Donato Renzetti, di Torino di Sangro e il basso Ildebrando D’Arcangelo, di Pescara (don Basilio), trasformato in un clown zoppicante, con un braccio po-sticcio. Per la cronaca, anche il tutore di Rosina, l’arcigno don Bartolo, ha problemi di deambulazione e si muove su una sedia a rotelle. Applausi anche per gli altri cantanti. Quando si è presentato sul proscenio Livermore si sono levati rumorosi dissensi, che, con efficace neologismo, si chiamano “buati”, accompagnati da meno eleganti fischi alla pecorara. Il grande pesarese avrebbe commentato: “In questa regia c’è del bello e c’è del nuovo, ma ciò che è bello non è nuovo e ciò che è nuovo non è bello”.

Figaro e la ghigliottinaIL “BARBIERE DI SIVIGLIA” ALL’OPERA DI ROMA. NELLA REGIAC’È DEL BELLO E C’È DEL NUOVO, AVREBBE DETTO ROSSINI…

di MarioGiunCo

CULTURA

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Associazione Vecchio BorgoCarnevale dei bimbi

a Montepagano

Martedì 9 Febbraio 2016

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Nel periodo quaresimale la Regione Abruz-zo cerca di sostenere l’imprenditorialità “nostrana” ed aumentarne l’efficienza e la qualità . Pertanto, tra un digiuno ed una penitenza, giunge inaspettata la riapertura

dei termini del “Fondo Microcredito Fse”, per agevolare l’accesso al credito da parte di microimprese e lavoratori autonomi.La generosa donazione di questo strumento ammonta a 9 milioni di Euro e la gestione del Fondo è affidata alla società in house Abruzzo Sviluppo s.p.a. La concessione dei finanziamenti va da un minimo di 5.000 fino ad un massimo di 25.000 Euro a seconda che si tratti di:Persone fisiche (ditte individuali, lavoratori autonomi, liberi professionisti):- Importo minimo: 5.000 euro- Importo massimo:10.000 euroPersone giuridiche (società di persone e società coope-rative):- Importo minimo: 10.000 euro- Importo massimo: 25.000 euroLa domanda può essere presentata sia dai professionisti e dalle imprese già costituite sia da coloro che hanno intenzione di avviare una nuova attività. Il ventaglio di spese ammissibili è davvero ampio e ri-guarda sia le spese di gestione che le spese per inve-stimenti. In pratica questo fondo è utilizzabile per il pa-gamento delle utenze, degli affitti, della cancelleria, dei macchinari, degli impianti, dei software, delle scorte di magazzino, delle opere di adeguamento murarie sui lo-cali e quanto sia direttamente connesso con l’attività. L’unica limitazione riguarda l’acquisto di autovettura ad uso promiscuo.

Meritevoli di nota sono le caratteristiche di questo finan-ziamento agevolato:Durata: 60 mesiTasso: 1%Rimborso: rate mensili con possibilità di estinzione an-ticipata.Le domande di ammissione possono essere inoltrate a partire dal 09 Marzo 2016 e fino a al 17 Marzo, attra-verso raccomandata A/R o PEC direttamente ad Abruzzo Sviluppo s.p.a. che le esaminerà in base all’ordine di presentazione (modalità a sportello). “Lo spirito pasquale” dell’intervento si palesa nei crite-ri selettivi dove spicca l’importanza della condizione del soggetto richiedente in termini di punteggio. Alle donne, ai giovani ed ai soggetti svantaggiati sono già assegnati dei punteggi di base che vanno a sommarsi con l’ade-guatezza del soggetto proponente, i settori di intervento e la qualità della proposta.Questa misura agevolativa riesce a raggiungere in ma-niera concreta gli obiettivi prefissati, in quanto dà una sincera mano a chi, pur avendo una buona idea di bu-siness, non ha la possibilità di investire di suo o non ha un facile accesso al credito.

Francamente...me ne infisco

TORNA IL MICROCREDITO

di MassiMo FeLiCioni

Dottore Commercialista La Regione riapre i termini per il finanziamento agevolato

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Grazie all’iniziativa di romantici affezionati, anche quest’anno si è svolto al Palamaggetti il Torneo di pal-lacanestro Lido delle Rose nella speranza di ritornare ai vecchi fasti. Questa manifestazione, unica nel suo genere, ha contribuito alla diffusione della pallacanestro, perché fin dal suo nascere ha saputo introdurre innovazioni che la ren-desse attuale al periodo in cui si svolgeva, con una imper-cettibile ma studiata camaleontica evoluzione. Nato come desiderio di uscire dalle macerie della guerra e tornare alla normalità del vivere quotidiano, il torneo è diventato novità e mondanità negli anni ’60, quindi vetrina di ricerca di nuovi talenti negli anni successivi, sia per vedere cosa pro-ponevano gli USA con le squadre di Jim Mc.Gregor sia per sondare l’Est dell’Europa con le squadre di oltre cortina. L’evento era comunque cassa di risonanza della pallacane-stro grazie ad Aldo Giordani che con le trasmissioni televi-sive raggiungeva indici di ascolto insperati per la RAI. Si davano appuntamento al Lido delle Rose i dirigenti delle massime squadre per valutare a pieno il valore aggiunto che avrebbe potuto dare alle loro squadre questo o quel nuovo giocatore, in quanto nelle manifestazioni analoghe in luoghi sacri come l’arena di Verona o la piazza monu-mentale di Messina contava più l’aspetto mondano che il reale valore tecnico che si poteva ammirare alle Quattro Palme, e solo alcuni aneddoti o episodi avvenuti nel perio-do del torneo diventavano curiosità per la stampa nazio-nale ed internazionale, non solo sportiva. Ma pian piano gli interessi sono scemati per tante ragioni: una fra tutte è che lo spettatore desidera assistere ad un evento se c’è in ballo un vero titolo sportivo e non la coppa di una serie di incontri amichevoli. Questo accade in tutti gli sport per una cultura magari discutibile, ma lo spettatore desidera questo perché la televisione offre con frequenza importanti eventi di rilevanza nazionale ed internazionale. Per “colpa” della televisione, una serie di partite amichevoli non trova più l’interesse del pubblico e quello che fu il “Torneissimo” è

divenuto un malato ad uno stadio terminale, con un acca-nimento terapeutico non più efficace. Ma qualcosa si può fare, specie ora che il titolo del Torneo Lido delle Rose è tornato di proprietà dei cittadini di Roseto. Come ho prima detto, il movimento cestistico nazionale tanto ci deve per la diffusione di questo sport in Italia, per cui la Federazione Italiana Pallacanestro ha il dovere morale di dare il suo contributo per far tornare ai suoi veri valori questa mani-festazione e in parallelo i nostri amministratori dovranno riunire in tempo utile le persone che possano dare un contributo a creare l’evento in modo da interessare i media con largo anticipo e con un adeguato budget. Per ritornare ad essere il fiore all’occhiello della nostra cittadina, Roseto deve vedersi assegnata ogni anno una finale di coppa Italia, oppure una finale di un torneo giovanile internazionale o ancora un incontro di qualificazione della Nazionale. Ma ripeto, in primis dipende tutto da NOI: dobbiamo programmare in tempo! La nostra Nazionale italiana di pallacanestro ha acquisito il diritto a partecipare al torneo di qualificazione per completare il roster delle 12 squadre che disputeranno le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. La FIBA ha deciso che Torino, assieme a Belgrado e Manila, sarà una delle tre sedi delle finali di qualificazione per gli ultimi tre posti disponibili (una per ogni sede). Roseto non ha un impianto adeguato per ospitare tale finale e tanto meno parte dei soldi, ma avrebbe potuto aspirare a vedersi assegnato uno dei due pre-tornei torinesi a tre squadre, quale giusto riconoscimento alla nostra tradizione, visto che proprio nel 1960 giocarono alle Quattro Palme, come torneo di consolazione, le nazionali non ammesse alle finali delle Olimpiadi di Roma. Per il 2016 tutte le manifestazio-ni di pallacanestro di prestigio internazionali e nazionali sono state assegnate, non resta appunto che mettersi subito a tavolino, studiare gli eventi previsti per il 2017 e proporre la nostra candidatura nelle sedi opportune.

Italo Di Antonio

RIlancIamo veRamente Il “toRneIssImo”

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L’Amministrazione comunale, tramite la ditta appaltatri-ce della raccolta differenziata, concede ad ogni apparta-mento un kit di buste per la raccolta dei rifiuti composta da 30 buste per l’organico, altre tante per l’inorganico e 20 per la plastica che debbono durare quattro mesi. L’ufficio apposito del Comune se ne lava le mani ed in-vita a rivolgersi alla ditta incaricata, dimenticando che:1) il contratto di raccolta il cittadino lo ha con il Comu-ne e quindi è l’Ente che gli deve rispondere e non il gestore;2) le esigenze di chi ha un appartamento di circa mq 120 sono diverse da chi ne ha uno giusto della metà e non a caso la tassa pagata è anche più del doppio,3) sfogliando il calendario programma della raccolta differenziata, le volte che viene effettuata la raccolta dell’organico sono molte di più di trenta;4) non è giusto che un cittadino di Roseto sud debba attraversare tutta la città per avere il kit. Si spera che l’assessore Fornaciari risolva questo ar-cano.

I CONTI NON TORNANO

Brontolo

SICUREZZA DEGLI SPORTIVI

La tragica morte del piccolo Marco sul campo di Pi-neto ci porta a fare varie riflessioni. Rispetto a 20-30 anni fa è cambiata la vita ed il gioco dei ragazzi e il partecipare ad una attività sportiva è l’unico modo per superare la sedentarietà della vita in casa, quindi sono superati i principi con i quali erano stati stabiliti i criteri di valutazione sportiva di un giovane. Ora più che mai diventa necessario effettuare anche esami che valutino la reazione del cuoricino di un pargolo sotto sforzo. C’è una battaglia che il nostro giornale porta avanti da anni e per la quale abbiamo attivato iniziative che hanno por-tato dei benefici, ma non siamo ancora arrivati alla otti-mizzazione dei problema. Ora più che mai è necessario che il Comune deliberi ed attrezzi ogni impianto sporti-vo (anche il più piccolo di periferia) di un defibrillatore di facile accesso e deve imporre che i sodalizi sportivi garantiscano con attestati che tutti i loro operatori spor-tivi e le persone che gravitano attorno all’impianto ab-biano frequentato un apposito corso e siano addestrati al suo uso.

PAUPULARE E GRUGARE... CHE MALE FA? L’antefatto. Sembrerebbe nullo il pericolo se un pavone paupula* ed il piccione gruga* per esaltare il proprio piumaggio e lo fa senza preoccuparsi che sotto quelle penne così speciali c’è sempre il sedere di un pollo che produce guano. Se lo produce a casa propria e pulisce sono fatti dei due bipedi, ma se lo produce o lo lascia produrre in luogo pubblico senza intervenire è un serio pericolo per noi cittadini ed entrambi devono assumer-sene le responsabilità dirette.Il fatto. Durante una manifestazione sportiva al Pala-Maggetti erano state aperte le porte di sicurezza situate in alto sul lato nord e sul lato sud dell’impianto per far circolare un po’ d’aria, e chi si recò in alto per usufruirne dei benefici poté notare una situazione imprevedibile. La pensilina nord delle vie di sicurezza erano lastricate di guano di piccione quasi a farne un tappeto. È stata cura di un cittadino documentarsi del pericolo e quindi scrivere una lettera all’assessore allo sport ed all’uffi-cio di igiene della USL per denunciare il fatto. Forse in Comune non conoscono i pericoli di tale situazione. Spesso si ragiona sui danni indiretti che gli escrementi dei piccioni possono provocare alle costruzioni, ma è ormai noto a tutti come il volatile in questione risulti essere portatore, attraverso i propri escrementi, di circa 60 malattie, contagiose per l’uomo, alcune delle quali mortali. Tra le più comuni e pericolose si ricordano: Sal-monellosi, Criptococcosi, Istoplamosi, Ornitosi, Asper-gillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc. tanto che è stata fatta una apposita legge di tutela nel 2008.*NOTA: Paupulare e grugare sono i versi del pavone e del piccione quando vogliono solo attirare su di loro l’attenzione degli altri

di itaLo Di antonio

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43ALIMENTI TIPICI REGIONALI

la melanzana rossadi rotonda

pRelibatezza lucana

quello della “Melanzana Rossa di Rotonda” mediamente pari a 800 ppm. Caratteristica questa di notevole interesse da parte dell’industria agro-alimentare e conserviera, poiché consente di mantenere la polpa bianca an-che dopo il taglio delle bacche per molto tempo.I terreni su cui viene coltivata sono situati in una immensa valle, il cui baci-no è di origine lacustre e risale al periodo dell’era quaternaria;

sono quindi di origine alluvionale, sabbiosi e limo ar-gillosi, profondi e fertili con una buona ritenzione idri-ca. Il clima è sostanzialmente dolce e le piogge sono abbondanti nel periodo che va da ottobre a maggio. È questo particolare microclima che favorisce la coltiva-zione della melanzana rossa, conferendole caratteristi-che uniche.Questa Melanzana, come anche la melanzana di colore violaceo, apporta circa 18 Kcal per 100 gr di prodotto, 1,1 g di proteine, circa 2,6 g di zuccheri e appena 0,4 g di grassi. Il quantitativo di fibre è buono, circa 2,6 grammi cosi come quello di potassio, calcio e ferro. Minerali presenti in quantità inferiori sono sicuramente il fosforo, lo zinco, e la vitamina C.

di siMona ruGGieri Ha un profumo fruttato (quasi di fico d’india) e sapore piccante

ed esotico, con un gradevole finale amarognolo

Proseguendo il cam-mino all’interno delle regioni italiane, oggi vorrei farvi conoscere uno dei prodotti tipi-

ci della Basilicata, un prodotto DOP (Denominazione di Origine Protetta): la Melanzana Rossa di Rotonda!La Melanzana Rossa (Solanu-maethiopicum) venne introdotta nel comune di Rotonda all’inizio del secolo scorso da alcuni abi-tanti del luogo che, tornati dalla guerra d’Africa, porta-rono alcuni esemplari di questa melanzana molto simi-le a un pomodoro. È un ortaggio piccolo, tondeggiante come una mela, di colore arancio intenso e con sfuma-ture verdognole e rossastre, la polpa è carnosa, ha un profumo fruttato (quasi di fico d’india) e sapore pic-cante ed esotico, con un gradevole finale amarognolo.La caratteristica principale della “Melanzana Rossa di Rotonda”, che tanto la differenzia dallo standard qua-litativo delle altre melanzane prodotte in altre zone, è il basso contenuto di acido clorogenico responsabile dell’imbrunimento della bacca. Il contenuto di acido clorogenico della melanzana comune risulta in media pari a 4300 ppm, nettamente superiore al valore di

La ricetta del giorno: Parmigiana di melanzane l ight!Ingredienti: 150 g mozzarella, 2 melanzane rosse, grana, passata di pomodoro, olio, aromi.

Lavate le melanzane, tagliate a fette, asciugate bene e grigliate (o friggete). Prendere una teglia e versarvi la passata di pomodoro, il grana e il basilico; sovrapponete melanzane e mozzarella e andate avanti con gli strati. Cuocete in forno caldo a 160° per 1h e 15 minu-ti (gli ultimi minuti alzate a 180°). Sfornate e servite!!

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È vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto.

IMPAGINAZIONE E GRAFICA: ANDREA MARZII [email protected] TECNICO: MASSIMO BIANCHINI (TEL. 329 9480823) FOTO: ELIO D’ASCENZO, EDITORE: EIDOS News S.r.l.

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Direttore Editoriale WILLIAM DI MARCO

Direttore ResponsabileLino Nazionale333 [email protected]

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