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ANNO 8 N.219 prossima uscita 6 Dicembre Quindicinale iscritto al registro della Stampa presso il tribunale di Teramo n. 13/03 del 22/05/03

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ANNO 8 N.219 prossima uscita 6 Dicembre Q

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Con esso è infatti possibile selezionare tutto ciò che occorre per il proprio buf-

fet, ma non solo food e beverage: all’in-terno del punto vendita è possibile affittare

spianatrici professionali e ogni altro tipo di attrezzatura (panche, tavoli, carrelli attrezzati)

indispensabile ed assolutamente necessaria per l’ot-tima riuscita di un party fai da te, di una festa memorabile o per l’organizzazione del proprio ricevimento in casa.Con il marchio “Rue Service” il giusto servizio si coniuga alle tradizioni e tipicità della nostra zona e si racchiude in pochi caratteri la possibilità di avere tutto per la propria festa.A ciò si affianca la linea “Rue Benessere”, marchio della “Rue dei sapori” dedicato a prodotti specifici per la salute e il benessere, in particolare troverete una fragrante e golosa linea di biscotti, che unisce il buono della croccantezza dei cereali (farro, riso, kamut e soia) ai sani valori nutrizionali. Tutti prodotti a basso indice glicemico, con farine di cereali e solo zucchero di canna, senza OGM, senza grassi idroge-nati e senza coloranti artificiali.Ogni servizio e prodotto offerto si distingue per l’alta qua-lità, la ricercatezza e la cura del dettaglio; inoltre in “Rue dei sapori” non incontriamo solo specialità del territorio, aggiungendo così un’ulteriore selezione qualitativa.Un connubio tra rispetto assoluto delle tradizioni e dei pro-dotti locali e innovazione del servizio, certamente qualcosa che non c’era: ecco cos’è “Rue dei sapori”.

Vivere in Italia, specie in una zona come l’A-bruzzo, offre la possibili-tà d’immergersi in tradizioni che, soprattutto nell’ambito cu-

linario, sono tra le più forti e radicate del Bel Paese.Purtroppo però non si può dire lo stesso dei brand locali che, spesso, si abbandonano ad un provincialismo che non fa giustizia alla qualità e alla bellezza del territorio.Ma cosa succede se produzione e selezione locale si spo-sano con un brand curato e diretto?Succede che nasce “Rue dei sapori”, una catena di bouti-que del gusto dove trovare il “dolce giusto” per ogni occa-sione, il vino per un regalo importante o più semplicemente una birra speciale, d’importazione diretta o locale artigiana-le, da abbinare alla pizza. Nel nuovo punto vendita “Rue dei sapori” potrete trovare una specifica selezione di birre e vini e una vasta gamma di prodotti della migliore pasticceria; prodotti freschi da porta-re a casa e gustare o surgelati da cuocere per inebriare l’a-ria di casa con il buon profumo delle “cose buone” appena sfornate, tipico delle panetterie al mattino. Alla base del concept aziendale troviamo il “Rue Service”che, di certo, porta la Rue oltre i soliti schemi aziendali.Il “Rue Service” è dedicato a chi ama organizzare la pro-pria festa, nei minimi dettagli, ma senza margine d’errore.

UNA CERTA IDEA DI GUSTO

Dove siamo?Via Nazionale Adriatica 531Roseto Degli Abruzzi (TE)

TEL: 348.6715432

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Eliminati i tronchi delle palme uccise dal punteruolo rosso. Al loro posto verranno presto piantati dei fiori. Mentre a primavere potrebbero essere sistemati dei nuovi

alberi, aceri e magnolie secondo un sondaggio promosso nei mesi passati da Roseto Tricolore. Per quanto riguarda l’Arena 4 Palme, invece, l’intenzione è quella di

piantumare una specie di palma più resistente agli attacchi del famelico coleottero

Via i “totem” da piazza della libertà

Erano diventati pericolosi e da un momento all’altro avreb-bero potuto

spezzarsi e finire in testa a qualcuno. Me-glio toglierli che vedere quei totem, per qualcu-no diventati persino dei simboli fallici. I tronchi delle palme divorate dal punteruolo rosso, in piazza della Libertà, sono finiti in discarica. Nei giorni scorsi è entra-ta in azione la squadra di operai del Comune per tagliarli, liberando quindi le fioriere dai fusti. L’iniziativa era at-tesa da tempo, anche

perché davvero quegli alberi senza chiome rappresentavano un pericolo per l’incolumità di quanti la sera, so-prattutto nel fine settimana, si ritrova in piazza con gli amici. Al posto delle palme, o di quello che ormai restava, verranno al momento piantati dei fiori, in attesa di posizionare in primavera delle nuove piante. Niente più palme

ma probabilmente si sceglieranno altri alberi che comunque daranno deco-ro alla centralissima piazza. In città alcuni mesi fa il movimento Roseto Tricolore, attraverso il proprio profilo facebook, aveva anche organizzato un sondaggio proponendo alcune so-luzioni alternative, come ad esempio la piantumazione di magnolie sempre verdi ed aceri bruni. Servirebbero però almeno 50mila euro per realizzare i la-vori. Ma con la recente approvazione del bilancio il Comune dovrebbe esse-re in grado a questo punto di finanzia-re il nuovo progetto per l’abbellimento di piazza della Libertà. Purtroppo il punteruolo rosso ha distrutto oltre il 20 per cento del patrimonio palmicolo della città. E il famelico coleottero ha attaccato anche le palme presenti nei giardini privati. La cosa che colpisce di più i rosetani è che questo maledetto inset-to, che arriva dal nord Afri-ca, ha attaccato e divorato 3 delle 4 palme della mitica Arena 4 Palme. Anche qui, via i tronchi ma a differen-za di piazza della Libertà, mantenendo fede al nome dello storico impianto spor-

tivo, sede di tante mitiche partite di basket, il Comune rimpiazzerà i to-tem con delle nuove palme. La spe-cie “washingtonia” è la più indicata in quanto è maggiormente resistente agli attacchi del punteruolo rosso. Anche se si registrano ormai dei casi anche a danno di questa palma. Il problema del punteruolo rosso è serio. Serve però un intervento non a macchia di leopardo e soprattutto congiunto, che coinvolga tutte le amministrazioni co-munali della fascia costiera. Le opere di disinfestazioni vanno programmate mettendo in campo tutte le forze. Al-trimenti, secondo recenti studi, entro 3 anni oltre il 50 per cento del patri-monio palmicolo della costa teramana verrà annientato. E Roseto non farà eccezione.

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Le quattro palme dell’Arena

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Organizzato un tavolo tecnico per programmare in maniera organica un piano di riqualificazione ambientale. Foce del fiume, ponte ciclopedonale e porticciolo tra le priorità su cui puntare

LavOrare inSieme per il fiume Vomano

Trascurato, impoverito, dan-neggiato a causa dell’in-curia dell’uomo. Ma pur sempre una ricchezza che, se valorizzata, potrebbe fa-

vorire una reale crescita del territorio. Sempre pronto ad essere messo sul banco degli imputati quando provoca danni, il fiume Vomano è stato, inve-ce, al centro di una riunione tecnico-organizzativa. Indetto dal sindaco Enio Pavone, per parlare dei programmi di sviluppo e riqualificazione ambientale del territorio, con particolare attenzio-ne per il fiume Vomano e la sua foce, l’incontro ha visto anche la par-tecipazione di esponenti della Provincia, della Regione, del Comu-ne di Pineto e del Circolo Nautico “Va l l onch in i ” . Un incontro for-temente voluto dall’amministra-zione comunale rosetana proprio alla vigilia dei lavo-ri di sistemazione e di messa in sicurezza dell’asta terminale del fiume ad opera della Provincia, per ragionare, insieme a tutti gli attori sociali coinvolti, su una programmazione organica di settore che interesserà l’intero sistema infra-strutturale della zona d’ambito della foce del fiume Vomano. Anche perché

sulla riqualificazione di quella por-zione di territorio, l’amministrazione rosetana aveva già mostrato grande interesse, con dei progetti di sviluppo in mente da tempo e che risalgono addirittura al 2001. In particolare si vuole puntare a migliorare l’operatività e la funzionalità dell’area portuale e creare un ponte ciclopedonale con il Comune di Pineto che possa miglio-rare la circolazione delle due ruote nel tratto di confine tra i due territori. Inoltre resta una priorità realizzare un piano di riqualificazione ambientale e per lo sviluppo turistico del lungomare

sud e la creazione di un parco fluviale. “La sistemazione

dell’argine del fiume Vomano e la pre-

sa in possesso dell’area dell’ex cantiere nauti-co” ha sottoli-neato il sindaco di Roseto degli

Abruzzi, Enio Pa-vone “sono due im-

portanti opportunità di sviluppo turistico per

il nostro territorio. Crediamo fortemente nella riclassificazione della zona e nel rilancio del porticciolo che potrà diventare un punto di riferimen-to per l’intera area del Vomano. Un punto strategico di sviluppo non solo per Roseto degli Abruzzi, ma anche per il territorio ed il comune di Pineto,

a cui presto ci legherà anche la pista ciclopedonale”. E che si debba lavora-re in sinergia, al di là delle diverse ap-partenenze politiche e territoriali, dun-que, appare cosa certa. Anche perché a beneficiare di uno sviluppo dell’area saranno sia i Comuni di Roseto e Pine-to, ma anche coloro che vorranno sce-gliere questo tratto di costa teramana per trascorrere le proprie vacanze. Una convergenza di intenti, quindi, che riguarderà soprattutto il rilancio dell’attuale porticciolo turistico, che si candida a diventare così una struttura di punta per l’intero territorio. “Final-mente il fiume Vomano non sarà più visto come un problema quando pio-ve o ci sono le inondazioni”, ha con-fermato l’assessore rosetano ai lavori pubblici Fabrizio Fornaciari, “ma di-venterà un’opportunità di sviluppo per il nostro territorio sulla quale dovremo lavorare, tutti assieme, grazie anche al supporto di Regione e Provincia”. Un primo passo, dunque, è stato compiu-to. E ad esso ne seguiranno altri già dalle prossime settimane, quando si potrà cominciare a gettare le basi per una concreta azione condivisa di rilan-cio dell’area del fiume Vomano.

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Nella foto: argine sud eroso dal fiume Vomano

Argine eroso fiume vomano a ridosso del porticciolo

di Manuela Martella

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RADIATORI D’ARREDOcordivaridesign. i t • 800 62 61 70

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aLLOGGi reSidenziaLi pUbbLici

per Gli oVer 70

Un aiuto concreto a quegli anziani che hanno più di 70 anni e che non hanno un alloggio in cui vivere. Il Comune di Roseto ha in-

detto il bando pubblico per l’assegna-zione, con un contratto di locazione agevolato, di alcuni appartamenti nella palazzina di via Marina n. 29. I cittadini residenti anagraficamente nel Comune di Roseto. Che abbiano compiuto 70 anni entro il 17 novembre scorso, data di pubblicazione del bando, interessati ad ottenere l’assegnazione degli allog-gi, che si renderanno disponibili nel periodo di validità della graduatoria, a seguito di decessi, rinunce, decaden-ze, da parte degli attuali assegnatari, ed in possesso dei requisiti, dovranno presentare domanda, all’Ufficio Re-lazioni con il Pubblico, che rilascerà apposita ricevuta. Oppure spedire al Comune a mezzo raccomandata po-stale A.R. con avviso di ricevimento,

entro e non oltre 60 giorni dalla data di pubblicazione all’Albo Pretorio on-line del bando stesso di concorso, e cioè entro e non oltre il 16 gennaio 2015. Per i lavoratori emigrati all’e-stero il termine per la spedizione della domanda è prorogato di 60 giorni per i residenti nell’area europea e cioè en-tro il 17 marzo 2015, di 90 giorni per i residenti nei Paesi Extraeuropei e cioè entro il 16 aprile 2015. Per le doman-de trasmesse a mezzo raccomandata fa fede la data del timbro postale. Le domande di partecipazione al bando di concorso con le relative dichiara-zioni devono essere compilate unica-mente su appositi moduli predisposti dal Comune di Roseto in distribuzione all’URP che si trova al piano terra del Palazzo comunale o prelevabile sul sito internet del Comune di Roseto degli Abruzzi: www.comune.roseto.teramo.it. Gli interessati potranno otte-nere ogni ulteriore informazione utile

circa il presente bando direttamen-te all’URP e all’ufficio Assegnazione Alloggi, nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e nei giorni di martedì e giovedì, dalle 16 alle 18. Per ulteriori informazioni è possibile con-tattare il Funzionario comunale degli Affari Sociali, Anna Rita Ciriolo, e la dipendente comunale, Laura Romual-di. “In un momento di grande difficoltà sociale ed economica”, ha sottolineato il sindaco Enio Pavone, “cerchiamo, come sempre, di offrire una risposta concreta ai purtroppo numerosi pro-blemi che attanagliano la collettività”. La richiesta di alloggi di edilizia resi-denziale è elevata. “Ne siamo ben consci”, ha puntualizzato l’assessore alle politiche sociali Alessandro Rec-chiuti, “sul nostro territorio la richiesta è alta. Ci auguriamo, anche attraverso questo bando, di venire incontro alle esigenze di tanti anziani messi in diffi-coltà dalla crisi”.

Il Comune di Roseto pubblica il bando per l’assegnazione agli anziani con più di 70 anni degli appartamenti della palazzina che si trova in via Marina. E’ un primo passo per aiutare

i pensionati messi in difficoltà dalla difficile situazione economica

Ass. Alessandro Recchiuti

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LUciO FaLO’La tragica scomparsa di un rosetano amatissimo

Lucio Falò era un uomo dolce come il miele che pro-duceva. Una persona sempre aperta verso gli altri, disponibile, generosa. La sua tragica scomparsa ha gettato nello sconforto moltissime persone, tan-to che all’ultimo saluto, domenica 16 novembre

2014 presso la chiesa di Santa Maria Assunta, centinaia di persone sono rimaste fuori perché dentro non c’era più po-sto. Un affetto debordante, come debordante era la figura di Lucio. Come debordante erano la sua simpatia e la sua competenza in una vasta serie di cose della vita: dal miele al cioccolato, dalla birra artigianale alla carne di qualità, passando per sigari e arrosticini. Lucio, purtroppo, se n’è andato a 37 anni a causa di una complicazione post opera-toria, lasciando la moglie Alice, il padre Antonio, la madre Marisa e le sorelle maggiori Liana e Lara. L’imprenditore rosetano, che oltre a produrre miele gestiva con i genitori e la moglie anche una tabaccheria e un minimarket, era stato operato in una clinica di Chieti per una ernia addomi-nale, intervento che sembra fosse stato pianificato da tem-po. Dunque nessun ricovero di urgenza o malore alla base dell’operazione. L’intervento pare si fosse concluso posi-tivamente, visto che dopo l’operazione e il risveglio Lucio aveva avuto contatti sia con i familiari sia con alcuni amici, giunti a Chieti da Roseto per fargli visita. Poi, nella notte, l’improvviso aggravarsi delle condizioni, i soccorsi tempe-stivi e purtroppo inutili quindi la morte, sembra a causa di un’embolia polmonare. Una tragica fatalità, dunque, tanto è vero che sul suo corpo non è stata disposta l’autopsia. Il sindaco di Roseto, Enio Pavone, appresa la notizia ha di-chiarato: «La scomparsa, in circostanze così terribili, di un giovane tanto benvoluto e operoso è una tragedia per tutta la comunità rosetana. Non possiamo che rivolgere le no-stre condoglianze alla sua famiglia e a tutte le persone a lui care». L’operosità di Lucio Falò è stata sottolineata anche dall’assessore al Commercio, Camillo Di Pasquale, che ha commentato: «Quando una persona giovane e molto attiva nella vita imprenditoriale della città scompare in un modo così tragico, lascia un grande vuoto e un senso di incre-dulità. Roseto perde uno dei suoi giovani che con il lavoro quotidiano contribuiva al progresso della città». Sui social network, molti amici hanno avuto parole bellissime per il loro amico Lucio, troppo presto andato via da questa vita.

Lettera di Marco Monachese

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9Politica

maTTeO renziuno scaltro giocatore d’azzardo,

che conosce i forti limiti degli avversariNell’attuale politica i ruoli sono i più svariati con sfumature anche colorite, tuttavia in sostanza

i personaggi principali ruotano intorno a delle figure prestabilite che non mutano mai

di William Di Marco

LA VECCHIA COMMEDIA DELL’ARTE - La po-

litica italiana vive un momento di grande

confusione dovuto al nuovo che avanza, che

spesso non è certamente meglio del vecchio.

È il classico gioco delle parti che sembra ave-

re un canovaccio della commedia dell’arte di

tradizione tipicamente italica. I ruoli sono i

più svariati con sfumature anche colorite,

tuttavia in sostanza i personaggi principa-

li ruotano intorno a delle figure prestabilite

che rimangono sempre quelle. Nell’ultimo

periodo si è introdotto il personaggio del

“rottamatore” che ha dato un po’ di brio al

palcoscenico, ma una volta messo in scena il

primo atto (o forse si è dovuto aspettare pure

il secondo) è venuto fuori tutto ciò che già si

percepiva, vale a dire quei ruoli di protago-

nista e antagonista, veramente ripetitivi, che

già conoscevamo. Il tutto ci richiama un po’

il Seicento caricaturale, prima della grande

riforma goldoniana del teatro. Si saliva sul

palco non con un copione prestabilito, fatto

di piccole sfumature e completo nei minimi

dettagli, come lo sarà dopo la grande rivolu-

zione dell’autore veneziano. Quel mettersi in

mostra prima della riforma era soltanto un

modo per scadere a livelli molto scurrili e

prosaici, in cui gli attori imparavano in linea

di massima le battute fondamentali del per-

sonaggio e senza professionalità si dava sfo-

go ai più bassi istinti, in modo che il pubblico

“popolare” ridesse, non per la bravura degli

attori che vedeva quanto per i “rumori” che

questi sapevano procurare al solo scopo di

tirar fuori dagli astanti i più bassi richiami da

osteria, tralasciando del tutto l’impegno arti-

stico. Quel teatro finì sia perché tutto rappre-

sentava tranne la forma sacra che prendeva

spunto dalla tradizione greca e romana sia

perché qualcosa di nuovo e duraturo stava

per arrivare.

L’IMMUTABILITÀ - La nostra politica muta

spesso pelle ma non sicuramente la sua ani-

ma. Dei cambiamenti apparentemente so-

stanziali le persone più mature ne hanno vi-

sti a iosa, eppure le cose sono rimaste quasi

sempre del tutto immutate. L’ultimo in ordine

di tempo è quello che la storia già l’ha cata-

logata come la “rottamazione” portata avanti

dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e

che già, come ondata di cambiamento, si è

in parte evaporata. Il problema fondamenta-

le è che chi entra nelle stanze del Palazzo

romano sa di doversi rapportare che uno

status quo esistente. La burocrazia, le leggi

che proteggono l’apparato, il grande immo-

bilismo gattopardesco impediscono una rivo-

luzione dal basso che tutti si aspettano e che

nessuno è in grado di fare, proprio perché si

è ancorati a un sistema che dà pochi spazi

di manovra. Eppure in tutto questo immobi-

lismo l’ex sindaco di Firenze rimane uno dei

più innovativi personaggi della politica che

negli ultimi anni l’Italia abbia avuto. Certo, di

limiti ne sta dimostrando e la sua “annunci-

te” (termine ora in uso anche in America) sta

facendo epoca. Tuttavia se il Matteo nazio-

nale è un abile e scaltro giocatore d’azzardo

che punta subito al massimo - non sapendo

bene nemmeno lui le carte che ha pesca-

to - dall’altra parte c’è una mediocrità che

imbarazza. Di seguito due esempi per tutti.

LA POLITICA DELLE PAURE - L’inquilino di

Palazzo Chigi sta cercando di portare avan-

ti delle riforme molto forti, forse anche in-

dispensabili per l’Italia, ma una vecchia

classe di corporazioni e burocrati vuole che

tutto rimanga come prima “affinché nulla

cambi”. Tale sponda del contraddittorio ha

un appoggio politico da parte sia di alcune

frange della sinistra estrema sia di un nucleo

- non consistente nei numeri, ma certamen-

te visibile in termini mediatici - che è all’in-

terno del Pd. Ogni giorno c’è un avviso da

parte di questi di rompere gli indugi, tant’è

che le minacce di votare contro qualsiasi

proposta di riforma è il pane quotidiano dei

telegiornali. Le dichiarazioni sono sempre un

ultimatum (o, come qualcuno dice sapien-

temente, dei “penultimatum”, grande sport

nazionale), ma poi quando si va al dunque e

si vota nelle aule parlamentari, ecco che ci si

omologa alle scelte governative, soprattutto

nei momenti della fiducia dove si potrebbe

far cadere il governo. Perché questo atteg-

giamento? Semplice: la poltrona viene prima

di tutto e a quei bei privilegi è bene non ri-

nunciare mai. E gli ideali? Molti parlamentari

sono portatori di istanze popolari in pubblico,

per poi mutarle in istanze personali in priva-

to. È avvilente, ma è così.

LA SCUOLA CHE NON VUOLE SVOLTARE -

Un altro esempio ci viene dal mondo della

scuola. Quella che vuole fare Matteo Renzi

sull’istruzione ancora non è ben chiaro, ma

è certo che all’interno di questo mondo qual-

siasi cambiamento è visto come se fosse una

iattura apocalittica. Hanno fallito, nell’ordine,

Berlinguer, De Mauro, Moratti, Fioroni, Gel-

mini e tutti quelli che si sono impegnati in

quel dicastero. È possibile che nessuno fos-

se competente? È possibile che all’interno di

questo mondo affascinante, ma anche molto

anchilosato, non si sia mai fatto autocritica,

sussurrando che un po’ di colpa venga an-

che dagli addetti ai lavori? Così in una pun-

tata di “Porta a Porta” Renzi si è trovato di

fronte due insegnanti che l’hanno un po’

incalzato, sottolineando che gli scatti di car-

riera legati all’anzianità e non al merito siano

gli unici possibili, perché l’esperienza va pa-

gata a prescindere e sostenendo in aggiunta

(come ha fatto un rappresentante sindacale)

che il portale del ministero, avendo avuto

“solo” poco più di sessantamila contatti (su

una popolazione di milioni di Italiani), sia sta-

to un fallimento. Renzi ha risposto in modo

un po’ approssimativo, ma anche deciso.

Intanto (lo diciamo noi) il merito all’interno

della scuola lo vogliono molti insegnati, tan-

tissime famiglie e altrettanti studenti. Basta

con questi diktat che vengono da dentro il

mondo formativo e che rappresentano solo

una minoranza dell’universo ben più ampio

del comparto. E poi dire che i contatti con il

portale per avanzare proposte siano pochi è

come dire che la Camusso ha fallito portan-

do in piazza un milione di lavoratori, men-

tre ben cinquantanovemilioni sono rimasti a

casa.

Domande: questi sono quelli che vogliono

andare a vedere le carte da gioco di Renzi

per capire se il Presidente del Consiglio bluffi

o meno? In più non avendo niente in mano?

In tal modo il politico toscano potrà sposare

a vita lo slogan modificato di una pubblicità:

“Mi piace vincere facile!”.

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11Notizie Brevi

arrivanO GLi eqUiLibriSTi

L’equilibrista è quell’artista che si esibisce in giochi di equilibrio, come il musicista che cerca di

restare in equilibrio tra il mondo che lo circonda e l’amore per la propria passione. La formazione de Gli Equilibristi prende vita nell’ottobre 2014, da un’i-dea Diego Merletti che in maniera un po’ azzardata vuole proporre un gene-re di musica controcorrente rispetto alla scena musicale odierna. Inizia così la ricerca musicale, il reper-torio si arricchisce mostrando tutto il

legame con una tradizione che ci appartiene nelle radici, tracciando vie musicali inedite.La scelta dei brani, riproposti con arrangiamenti ricercati, è pensata per proporre quelle canzoni che pur non avendo scalato le classifi-che hanno però innovato la scena musicale italiana.

Domenica 9 novembre si è svolta in tutte le par-rocchie italiane la 64a giornata del Ringraziamento indetta dalla Coldiretti e dalla Comunità Episco-pale Italiana. Anche quest’anno la Parrocchia di Sant’Antimo di Montepagano ha voluto ricordare e celebrare questa giornata per ringraziare il Si-gnore del raccolto dei campi. Con gesti semplici e significativi i ragazzi della 1a Comunione e Cresima durante la Santa Messa delle 11, con l’aiuto dei

Il risultato è quello di un sound unico, ricco di suggestioni, grazie anche all’interessante combinazione degli strumenti proposti dalla band che come funamboli rimangono in equilibrio tra innovazione e tradizione. Diego Merletti alla voce, chitarra acustica, kazoo e ukulele; Agostino Piscella al basso; Roberto Di Marco batteria; Marco Pomante alla fisarmonica. I live della band assicurano sempre uno spettacolo estremamen-te coinvolgente grazie anche alla loro capacità di attirare, rapire e coinvolgere il pubblico regalando emozioni e serate indimenticabili. La band ci tiene in modo particolare a ringraziare Mirco D’Ezio per la realizzazione della splendida locandina.

Le prossime date dei concerti:- 29 novembre 2014 - Meat, Mosciano S. Angelo - 19 dicembre 2014 - L’Officina (L’Arte e i Mestieri) Giulianova paese - 25 dicembre 2014 - Bar caffè Ferzetti, Roseto degli Abruzzi - 2 aprile 2015 - Ludwig, Roseto degli Abruzzi

genitori e catechisti, hanno offerto sull’altare i doni, frutto della terra e del lavoro dell’uomo. I vestiti tradizioni abruzzesi custoditi nel Museo del nostro paese, e indossati dai nostri ragazzi stanno a signi-ficare l’unione tra il mondo antico rurale e il nostro moderno, in simbiosi per il rispetto dell’ambiente e della terra tutta.Un ringraziamento particolare al Parroco Don Ro-berto, ai catechisti e al popolo di Dio.

chieSa di SanT’anTimO, Si rinnOva La GiOrnaTa deL rinGraziamenTO

via SOmaLia, Termina Un’aTTeSa di OLTre 15 anni

Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di rifacimento del marciapiede che era stato danneggiato dalle radici dei pini. Già 15 anni fa gli abitanti della zona avevano sollevato il problema, chiamando in causa gli ex assessori Sottanelli e De Vincentiis. Ma solo ora, con Fornaciari, sono stati affidati gli interventi

Un’attesa durata 15 anni e finalmente per i marciapiedi di via Somalia, una piccola stradi-na all’altezza della rotonda nord, sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria. Le radici dei pini nel tempo avevano trasformato il mar-ciapiede in una sorta di percorso di guerra, un sentiero di fatto impraticabile, pericoloso per gli anziani e per mamme in carrozzina o per chi è costretto a stare su una sedia a rotelle. Di criti-che nei confronti degli allora assessori ai lavori pubblici, prima Giulio Sottanelli e poi Flaviano De Vincentiis, ne sono piovute parecchie. Per-ché in tutto questo tempo, nonostante le solle-

citazioni da parte dei residenti e nonostante un incidente mortale (un’anziana, non potendo camminare sul marciapiede era sulla strada e venne investita da un furgone), nulla è stato fatto. Recentemente l’amministrazione comu-nale guidata dal sindaco Enio Pavone e gra-zie all’interessamento dell’assessore ai lavori pubblici Fabrizio Fornaciari, ha affidato i lavori di sistemazione del marciapiede. L’intervento andrà avanti ancora per qualche settimana. Si è proceduto con lo smantellamento radicale del vecchio marciapiede, completamente dis-sestato a causa delle radici dei pini. L’impresa ne realizzerà uno completamente nuovo livel-lando la pavimentazione. Anche se tra qualche anno il problema si ripresenterà di nuovo. Ma intanto, era importante dare una risposta che la gente del posto attendeva impaziente.

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a cura della redazioneCerchi Concentrici Promotor

CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Riprendiamo da questo numero, dopo la parentesi del lun-gomare, a parlare della località Campo a Mare di Roseto, interessandoci però dell’area a nord della S. S. 150, quella che chiameremo “superiore” per distinguerla dall’altra che abbiamo già esaminato precedentemente. La zona ha le stra-de dedicate ai grandi inventori e sarà interessante scoprire la loro vita, soprattutto di quelli un po’ meno conosciuti.Luigi Galvani (Bologna, 9 settembre 1737 - Bologna, 4 di-cembre 1798) è stato un fisiologo, fisico e anatomista italia-no. È oggi ricordato come lo scopritore dell’elettricità biologi-ca e per diverse applicazioni della metamorfosi, come la cella elettrochimica, il galvanometro e la galvanizzazione. Iniziò a frequentare la Scuola di Medicina dell’Università di Bologna nel 1754, laureandosi cinque anni dopo. Nel 1761 entrò nell’Accademia delle scienze dell’Istituto di Bologna e ven-

Certo, non è una notizia di tutti i giorni e si capisce che non è affatto legato all’attualità. Eppure tanti anni fa - siamo nel 1921 - un piccolo biplano precipitò nella zona a sud dell’al-lora centro del lungomare di Rosburgo. Siamo esattamen-te nella località vicino all’attuale porticciolo nei pressi della foce del Vomano e Arnaldo Di Antonio, padre di Italo (in questo numero c’è la rubrica “Ricordi” a lui dedicata), in quel periodo aveva tre piccoli aerei per svolgere il servizio postale tra Pescara e Chieti verso Teramo (l’atterraggio era nella zona della Gammarana, in cui ancora oggi c’è una via dell’Aeroporto), per poi arrivare fino alla struttura di Preturo dell’Aquila. Ma in quell’anno ebbe una brutta disavventura con il velivolo che precipitò. Egli si salvò, riportando alcune fratture e forse decise che era giunto il momento di cambia-re mestiere, cosa che fece sicuramente con piacere. C’è da dire che la temerarietà di Arnaldo Di Antonio era dovuta al fatto che durante la Prima Guerra Mondiale era stato aviere, incarico molto avventuroso per quel periodo, se si pensa che il mezzo era stato inventato solo nel 1903 dai fratelli Wright e da poco era entrato nelle file dell’esercito.

PERChé via gaLvania campo a mare sI ChIAmA Così?

ne in seguito nominato professore di Operazioni Chirurgiche e Anatomia, arrivando a ricoprire la carica di presidente dell’Ac-cademia sette anni dopo. Sposò nel 1764 Lucia Maddalena Galeazzi e continuò a ricoprire prestigiosi incarichi universitari fino al 1797, anno in cui si rifiutò di prestare giuramento di osservanza alla Costituzione Repubblicana, in quanto riteneva contrastasse con i suoi principi religiosi (egli era infatti divenu-to un membro del Terz’Ordine Francescano nel 1779); questo rifiuto portò alla sospensione di tutte le cariche pubbliche da lui rivestire, alla sua emarginazione. Gli studi per i quali Gal-vani è maggiormente ricordato riguardano la cosiddetta elet-tricità animale. Nel 1791 pubblicò il De viribus electricitatis in motu musculari commentarius, opera in cui esponeva le sue teorie riguardanti l’argomento, frutto di lunghi studi e indagini sperimentali. (InfoWeb)

un aereo caduto a roseto? sì, mA TANTo TEmPo fA

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15CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Guarda il mondo con il cuore è il titolo della raccolta di po-esie che la docente Franca Prosperi ha dato alle stampe di recente e che sarà presentato domenica 23 novembre alle ore 16:30, presso il nuovo ed esclusivo complesso di Villa Paris, in via Marcacci a Roseto nord. Il libro ha un sottotitolo che è già molto indicativo sul percorso che l’autrice ha voluto intraprendere, vale a dire “Poesie, filastrocche, girotondi per piccoli e grandi”. Per l’insegnate rosetana è un po’ il corona-mento di un percorso iniziato diversi anni fa nell’ambito sco-lastico, grazie al suo costante interesse verso questo genere letterario, maturato e ampliato nel corso di diverse manife-stazioni e concorsi dedicati proprio alla tipologia poetica. Du-rante il pomeriggio interverranno: Annamaria Coletti Strangi (prof.ssa A. C. S. presso l’Università degli Studi dell’Aquila), Maria Gabriella Di Domenico (dirigente scolastico all’Istituto Comprensivo I di Roseto), Maria Cristina De Nicola (dirigente tecnico U. S. R. Abruzzo) e Vittorio Verducci (professore di Lettere e poeta). Nel corso della presentazione ci saranno dei recital di poesie e degli intervalli musicali. L’organizzazione è delle associazioni “Iplac-Insieme per la cultura” e “Cerchi Concentrici Promotor”.

I RAgAzzI DI UNA volTA 17 iL mai dimenticato “torneo dei piedi scaLzi”

Chi non ricorda i tornei estivi di calcio? Roseto è stata molto famosa in provincia e pure fuori per le sfide all’ultimo gol tra campioni che militavano anche in for-mazioni professionistiche. Ma tutti fanno convergere le immagini del passato alle gare del Campo dei Preti e pochi collega-no l’ardore sportivo alle partite ugualmen-te accese che si disputavano in spiaggia. Tra le manifestazioni più conosciute sulla sabbia c’era il “Torneo dei piedi scalzi” che ha segnato altre pagine di fiero sport della pelota della comunità rosetana. In questa foto alcuni campioni di quel pe-riodo, unitamente alle consorti e amici, mostrano la coppa di un torneo vinto. Siamo nell’estate del 1976 e da sinistra si distinguono: Rita Di Giovanni, Enzo D’A-mico, Anna Di Giovanni, Luigi Francani, Bruno Lucidi, Adriana Di Franceschino e Gabriele Matricciani. Chi ha dato questa foto, l’ha fatto principalmente per ricorda-re chi oggi non c’è più.

DomENICA 23 NovEmbRE PREsENTAzIoNE DEl Libro di poesie di Franca prosperi

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17CURIOSIZIE(tra Curiosità & Notizie)

Cosa sono stati finora gli incontri con il dott. Angelo Cioci nell’ambito della XVI edizione de “La Cultura in cammino”? Dei momenti di grande interesse formativo sia per i tanti in-segnanti che hanno frequentato le precedenti riunioni sia per i numerosi studenti che si sono resi conto da vicino del-le potenzialità del cervello, ma anche di come questo vada “educato” affinché si possa ottenere il massimo. Lo studio continuo, anche in età avanzata, è fondamentale per tenere in allenamento i neuroni, tuttavia per migliorare le capaci-tà cognitive c’è un ingrediente che non va mai fuori moda: la curiosità. Pertanto approfondire il desiderio del sapere è stato l’invito del dottore rosetano, che è una delle autorità mediche più conosciute nella nostra zona e collaboratore ormai decennale dell’Università di Bologna, dove insegna tuttora Neuropsicologia ed è Specialista in Psicologia Medi-ca. L’appuntamento è per il prossimo 2 dicembre alle ore 15:30 presso l’aula magna dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Vincenzo Moretti” di Voltarrosto. L’organizzazione è curata dall’associazione Cerchi Concentrici Promotor e per questa occasione i partner sono lo stesso Istituto Moretti e l’Associazione Italiana di Neuropsicologia (Ainp).

RICoNosCImENTo NAzIoNAlENEl CAmPo fIlATElICo aL rosetano emidio d’iLario

Parlare di filatelia qui da noi e non abbinare questa bella attività al nome di Emidio D’Ilario è un’operazione quasi impossibile. Il nostro protagonista colleziona francobolli dal 1953 e nel 1975 ha fondato, in-sieme ad alcuni amici, il Circolo Filatelico Rosetano. A Roma, lo scorso 25 ottobre - in occasione di “Romafil 2014 Salone Internazionale del Francobollo”, svoltosi al palazzo dei Congressi dell’Eur - D’Ilario ha ottenuto un ambito riconoscimento, essendo stato nominato nell’albo d’onore dei Presidenti di Società Federate con la seguente motiva-zione: “Collezionista dal 1953, socio fondatore del Circolo Filatelico Rosetano, di cui è presidente. Molto attivo in ambito locale, regionale e nazionale non solo in ambito filatelico ma anche in quello più generale del volontariato sociale e culturale, ha organizzato numerose “Abruz-zophil”, mostre e convegni, anche in collaborazione con altre società sportive e culturali abruzzesi; ha pubblicato volumi e numeri unici; è stato promotore di francobolli. Iscritto al Ruolo dei veterani della fila-telia italiana, ha ricoperto anche l’incarico di delegato regionale fede-rali”. Complimenti a D’Ilario dalla redazione del nostro giornale. Nella foto: XII Edizione del Salone Internazionale del Francobollo “Romafil 2014”. Da sin. Piero Macrelli (Presidente della F.S.F.I Federazione fra le Società Filateliche Italiane) e il rosetano Emidio D’Ilario, primo pre-sidente abruzzese ad essere iscritto alla Federazione.

iL dott. cioci aL terzo appuntamento suLL’invecchiamento deL cerveLLo.

Il TEmA sARà EsPREssIvITà CogNITIvA (lINgUAggI E ComUNICAzIoNE) E sI TERRà mARTEDì 2 DICEmbRE

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Sono passati più di 600 giorni da quando è stato fatto notare al Comune di Roseto lo stato di abbandono in cui versa via Delle Palme, a Cologna Spiaggia, una strada laterale della statale Adriatica, in prossimità dell’ultimo semaforo in direzione sud. A denunciare il fatto sono ancora una volta i residenti che in una lettera ricordano come da quasi due anni si aspetta che venga sostituita la lampadina dell’ultimo lampione della via, che per colpa di essa è rimasta al buio, aumentando il rischio di furti.“Lo sfalcio d’erba del marciapiede è stato sempre e soltanto eseguito grazie alla buona volontà di noi residenti”, scrive Vin-cenzo Addazii, uno dei residenti, “i raccoglitori per la raccolta della spazzatura non sono stati mai lavati e disinfettati e grazie

a tale grave carenza si è verificata una massiccia proliferazione di grossi ratti. In considerazione e conseguen-za dell’incremento delle varie tasse versate dai cittadini, se quanto sopra

non verrà compiuto in breve tempo e continuità, i residenti, loro malgrado, si vedranno costretti a riunirsi in Comitato permanen-te per adottare tutti quei provvedimenti a tutela della salute e pericolosità sociale”. In zona in passato si sono registrati dei furti visto che la zona è particolarmente al buio nell’ultimo tratto della via, a ridosso di un complesso residenziale. La questione era sta-ta segnalata anche ai responsabili del Consiglio di Quartiere. C’e-rano state delle promesse su un intervento di manutenzione di via delle Palme. Ma a distanza di quasi due anni, i residenti sono ancora lì che attendono che una lampadina venga sostituita.

COLOGNA SPIAGGIA, LA PROTESTA DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE PALME

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Libri e buoni per la piscina comunale e il circolo Tennis Club di Roseto. Sono questi i premi che il sindaco di Roseto Enio Pavone ha voluto donare agli studenti più meritevoli del Polo liceale “Saffo”, durante l’ottava edizione della Ceri-monia di riconoscimento del merito e consegna delle borse di studio, riservata ai ragazzi che si sono particolarmente distinti nell’anno scolastico 2013-2014, svolta lo scorso 15 novembre. “In un mondo sempre più com-petitivo e globalizzato” ha detto il sindaco alla platea formata da ragazzi e genitori durante il suo intervento “è fondamentale avere una buona preparazione: solo così potrete raggiungere risultati

importanti. Il mio personale augurio è che tutti voi possiate raggiungere e realizzare i vostri sogni”. Nel ricordare agli stu-denti come sacrificio, impegno e lavoro duro alla fine pagano sempre, Pavone ha anche lo-dato il lavoro svolto dal Polo Liceale “Saffo”, considerato

un vero e proprio fiore all’occhiello del territorio rosetano. E ri-spondendo alle esigenze della popolazione scolastica che chiede a gran voce una soluzione alla problematica logistica del polo li-ceale, il sindaco ha confermato il suo personale impegno nella ricerca di una soluzione per la realizzazione di una nuova sede più idonea alle esigenze di ragazzi e docenti.

BORSE DI STUDIO E BUONI PER GLI STUDENTI PIù BRAVIROSETO

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ARAntonio Ruggieri S.r.l.Via Brasile Zona Ind.le Voltarrosto - Rosrto Ufficio 085-8932081 . Fax 085-8932769Info. 338-8602828 - e-mail [email protected]

INFORMATIVA PERI CITTADINI

Legge Regionale del 10 agosto 2012 n. 41 (BURA), che disciplina la materia funeraria e di polizia mortuaria cambia in modo radicale gli assetti dei compiti e delle funzioni in merito al trattamento del caro estinto.Ad esempio ora, per il periodo di osservazione, il trasporto del defunto – dall’ospedale a casa - è consentito prima delle 24 ore, previa documentazione. A riguardo, l’azienda Antonio Ruggieri S.r.l. garantisce il servizio di trasporto a costi contenuti, determinati in base all’impegno e, soprattutto, mette a disposizione presso i locali della sua azienda una sala di commiato a titolo gratuito.Inoltre, per ceneri e cremazioni ci sono tariffe ben definite, non elevate, se non inferiori a quelle di un funerale normale. La nuova Legge Regionale permette di conservare le ceneri privatamente o, se lo si desidera, è possibile disperderle in luoghi adatti.La nuova regolamentazione definisce, quindi, in modo chiaro le procedure in ambito mortuario. Pertanto è opportuno rivolgersi sempre a strutture specializzate che offrono servizi adeguati per tutte le esigenze, diffidando da chi non conosce le procedure e alimenta i costi ingiustificatamente.

Il ponte sulla statale adriatica, intelligente opera che permette di evita-re di attraversare dal basso una strada ad alto traffico, è stato costruito da circa dieci anni e mai una minima manutenzione è stata effettuata. Il cemento armato, quantomeno, ha bisogno di essere impermeabiliz-zato da vernici apposite per evitarne le infiltrazioni di acqua piovana; infatti cominciano ad apparire le prime crepe, che in genere sona av-visaglia di ossidazione del ferro contenuto all’interno, che provocherà successivamente danni più importanti.

IL PONTE CICLOPEDONALE SULLA S. S. 16

È una struttura in pieno centro, costituito di campi da tennis, calcetto, bocce e un pattinodromo, dopo di-versi anni di incuria, torna ad essere ben volentieri frequentati da sportivi delle diverse discipline, grazie anche al bando comunale che ne ha rimesso in gioco il proprio destino.Infatti, sono passati solo cinque mesi e il nuovo ge-store, l’associazione Cerrano Autdoor, si è presentata al pubblico con nuove iniziative e, soprattutto, con le attrezzature in grado di soddisfare gli sportivi.

IL CENTRO SPORTIVO “GLI OLEANDRI”

di TIZIANOABBONDANZA

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PINETO [email protected]

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Classico sì, classico no, liceo ovviamente. Si è ap-pena concluso a Torino uno di quei processi (an-che D’Annunzio è finito sotto accusa qualche tem-po fa a Pescara, di tutte gliene hanno dette, ma è stato assolto) che fanno parte del repertorio della

giustizia-spettacolo, dedicati in senso lato al sistema scolastico. L’accusa è sostenuta da Andrea Icchino, economista dell’Euro-pean University Institute (Fiesole) il quale tuona che il Classico non serve a niente. Quanto tempo si dedica ai “mitocondri”, importanti organismi cellulari? Gli studenti del Classico glissa-no. Su questa scuola grava una sorta di peccato originale. L’ha “inventata” Giovanni Gentile (dicono autore dell’unica riforma della scuola dal 1923 ai giorni nostri, ma guai a farsi sentire dai ministri in carica, che pensano di cavarsela “sopprimendo” di fatto l’esame di Stato, todos caballeros, sostituendo gli ester-ni con commissari interni) e quindi scuola di classe, negata ai poveri. E poi esclusivamente teorica e peggio ancora “im-brogliona”, perché promette ai giovani di acquisire conoscenze e possibilità che non avranno, favorendo una visione distorta della realtà. Il professore di Fiesole non va tanto per il sottile. Ci sono anche numerosi testimoni. Marco Malvaldi, scrittore di successo, sostiene che la cultura classica è pure scientifica. Sulla porta della scuola di Platone infatti c’era scritto: “Qui non entri chi ignora la geometria”. Luciano Canfora, antichista, sor-nione e critico, obietta che disgraziatamente di tale porta non si hanno immagini, se non quella dipinta da Raffaello, circa

ottocento anni dopo. Si corre il rischio di perdere il senso della storia (e delle proporzioni). Per fortuna per il Classico difensore sommo è Umberto Eco, che riesce a strappare un’assoluzione, a condizione che la scuola si adegui, si trasformi in umanistico-scientifica e vi si insegni non solo il teorema di Pitagora, ma an-che “la teoria pitagorica delle sfere e il suo terrore dell’infinito”. La lezione degli antichi, ancora una volta, la “cura” potrebbe essere questa. Non a caso la libreria “indipendente” di Fabio Di Marco, appena inaugurata in via Latini, si chiama “La cura”. Le piccole librerie sono l’ultimo avamposto della lettura. Specie se a portarla avanti è un libraio, un giovane colto e preparato, che ha studiato e si è perfezionato, con passione prima di tutto. Ed ecco la libreria, in cui c’è ancora qualche esemplare di quei quaderni formato preistorico, ormai soppiantati dai maxi, in cui si scrive quasi tutto maiuscolo, “stampatello”, al resto pensa il tablet. La cura del libraio, frutto di gusto e di cultura, traspa-re anche nella scelta dei volumi. Un esempio? “Più saggi con Seneca” di Ilaria Rodella (ed. Chiarelettere) sembra quasi una sfida. Seneca (4 a.C. – 65 d.C.) filosofo stoico, precettore di Ne-rone, suicida per disperazione, è autore di libri come “Sui be-nefici”, “Sulla brevità della vita”, “Sull’ira”, “Sulla provvidenza”, “Sulla tranquillità dell’animo”, ”Sulla felicità”. Ilaria Rodella ha fondato laboratori di filosofia per bambini, convinta, saggiamen-te, che anche i concetti difficili possano essere comprensibili a tutti. “ Il tempo corre – scrive nel suo manualetto -: più lo rincorriamo, più sembra sfuggirci e quando crediamo di averlo finalmente acciuffato, ci sfugge ancora e perdiamo la presa. Seneca è consapevole di tutto questo, sa che il tempo non può né deve essere rincorso, e lo accetta con la consueta saggezza: ‘Parlo della nostra vita, che, ben lo sappiamo, si srotola con in-credibile rapidità? Conta i secoli delle città: vedrai quanto poco durarono anche quelle che si vantano della loro antichità. Le cose umane sono tutte brevi e caduche, neanche un attimo del tempo infinito’. Seneca riflette continuamente sulla finitudine della vita, lo fa anche nelle lettere che scrive a Lucilio: ‘Della totalità del tempo a noi tocca meno di quella che si potrebbe chiamare una piccola parte, poiché la minima parte è pure una qualche parte. La durata della nostra vita coincide quasi col nulla; e tuttavia – quale follia è la nostra! – vorremmo disporre di essa come se durasse a lungo’”. Il libro è accattivante nella forma e nel contenuto. Il filosofo diventa una sorta di baguette, da portare sottobraccio nella palestra delle emozioni. Un altro consiglio: “Pensare ai propri pensieri. Entrarci dentro piano piano, poco alla volta se non siamo abituati a farlo e all’inizio vien paura. Succede uguale quando si entra in mare, l’acqua è freddina e la pancia si contrae e tu ti tiri sulle punte dei piedi. Ma poi trovi il coraggio, ne serve poco, e ti tuffi. Con un brivido che è anche di piacere: si può sguazzare nel mare dei nostri pensieri, gioiosamente”.

La baguette di seneca

COME AFFRONTARE LE UMANE DEBOLEzzE CON L’AIUTODI UN FILOSOFO ANTICO, DI UN LIBRO E DI UNA BUONA LIBRERIA

di MARIO GIUNCO

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ricordiQualcuno ha degli atteggiamenti caratteriali che non solo se li porta dietro dalla nascita, ma nel corso del tempo se li cuce sempre più addos-so. Se nel proprio futuro si intravede la strada in cui lasciarsi andare, questa va percorsa al di

là delle difficoltà o degli impedimenti. E se si è cresciuti con un concetto molto chiaro, del tipo “fermate il mondo, voglio scendere” allora non ci si può arrendere davanti a nulla. Ita-lo Di Antonio questo concetto lo ha sempre saputo e nella sua vita, che certamente non può dirsi sedentaria e fatta di noia, ha preso le decisioni, spesso anche d’impeto, delle qua-li non si è mai pentito. E se stava per cambiare continente per un’avventura di tipo equatoriale, ecco che il destino gli porge davanti l’esperienza del Coni dove lo sport, la sua passione filosofica, oltre che umana, gli sorride per farlo diventare sia un maestro di quegli insegnamenti che per lui saranno deter-minanti sia un novello argonauta alla ricerca dell’avventurosa nave da cui salpare in luoghi remoti. Tuttavia la scelta più importante ci fu proprio in quella che diventerà la sua città, dopo tanti anni trascorsi a Teramo e poi a Roma. Qui tornano di scena le occasioni della vita, quelle che passano davanti ai nostri occhi come una sorta di tram dei desideri: se si è veloci, si sa cogliere l’attimo che sta per lasciarci, ma che per noi potrebbe risultare determinante, altrimenti tutto rien-tra in quel gioco del destino che non arride ai nostri voleri. Invece Italo, di ritorno da Roma, prese a Pescara il pullman che lo avrebbe riportato a Teramo. Siamo alla fine degli anni ‘60 e il ricordo degli incontri serali, soprattutto estivi, avevano quel gusto particolare che tante canzoni di quegli anni stan-no ancora a sottolinearcelo. Tempo prima aveva conosciuto a Giulianova una bella ragazza rosetana, in una festa che lui stesso aveva organizzato alla “Lanterna” di Mimì Di Carlo. Ma la dolce apparizione notturna non gli diede affatto spago, an-che se ebbe modo di rivederla nel capoluogo, per motivi di

studio. Ebbene, quella volta di ritorno dalla capitale, proprio nel centro di Roseto, davanti al Bar Ferzetti, ecco apparire la sua sirena dalla chioma bionda. La vide di sfuggita, con il solo tempo materiale di fare cenno all’autista di fermarsi per un’emergenza. Scese di scatto, fermò quella che per lui era la “donna-angelo” e le parlò. Lei, ignara di tutto, se lo vide all’improvviso e si sentì dire: “Ci vediamo domani nel pome-riggio qui, allo stesso posto”, mentre l’autista non poteva far altro che farsi valere con una strombazzata di clacson. Italo, l’Icaro dal volo furtivo, risalì sul mezzo e da lì a poco tempo uscirà stabilmente con quell’apparizione pomeridiana, che in seguito apprezzerà come “la persona più importante della mia vita”. Il guizzo felino lo aveva ereditato dal basket e poi dall’atletica leggera, quando da giovane con i suoi 195 centi-metri non poteva che tentare di mettere la sfera di cuoio nella retina. Il padre gli aveva trasmesso il senso dell’avventura. Aveva tre aerei e copriva, appena dopo la I Guerra mondiale, il servizio postale tra Pescara e Chieti verso Teramo (nella zona della Gammarana, in cui ancora c’è una via dell’Aero-porto), per poi arrivare fino alla località Preturo dell’Aquila. Viaggi, avventura, spirito d’impresa, tutto condito con l’etica sportiva. Ecco gli ingredienti per iniziare questo racconto.Tutto ebbe inizio da Teramo, dove gli apostrofi erano forse troppi... Beh, potremmo riassumere così la particolarità sul mio co-gnome. Nel capoluogo, infatti, sono tantissimi i D’Antonio, ma già mio padre, che veniva da una tradizione familiare di pastai e mugnai, volle che quella preposizione non fosse troncata, trasformando il cognome in Di Antonio. Sono nato il 20 feb-braio 1942 nella zona dello stadio comunale, in cui sorgeva la nostra casa. Sarà stata l’aria di sport che si respirava in quel luogo o il fatto che mio padre Arnaldo fosse vice comandante del Gil (Gioventù Italiana del Littorio), sta di fatto che sin da piccolo mi è piaciuto cimentarmi nelle discipline sportive. La

itaLo di antoniodice che attraverso Lo sport, vera FiLosoFia di vita, i giovani

diventano cittadini, sapendo che si vince con L’aiuto degLi aLtri. QueLLa voLta, neL centro di roseto, vinse Quando Fermò

iL puLLman per “catturare” La sua Futura mogLie

HA CONOSCIUTO CAMPIONI DEL CALIBRO DI MENNEA E DI PANATTA, DI KOBE BRyANT

E DI JULIUS ERVING, GIRANDO IL MONDO COME FUNzIONARIO DEL CONI. IN QUALITà DI

“MAESTRO DELLO SPORT” HA ALLENATO DIVERSE COMPAGINI DI BASKET, ANCHE SE POI NELLA VITA HA FATTO ANCHE ALTRO, SCOPRENDO

CHE IN AMERICA SI FACEVANO I CALzETTONI TUBOLARI CON LE MACCHINE ITALIANE. ALLORA

CAPì CHE ERA MEGLIO FARLI QUI DA NOI, ATTREzzANDO UN LABORATORIO SOTTO CASA

di William Di Marco

Ricordi 20 - II serie

Italo Di Antonio

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ricordi

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pallacanestro era la mia principale attività, ma mi piaceva an-che il calcio e l’atletica. Mia madre, Albina De Berardinis, fa-ceva la casalinga ed era di Nereto. Eravamo tre figli: Anna del 1937, poi c’ero io e infine mio sorella Maria Teresa del 1946.Come furono le Scuole Elementari?Ho ancora dei precisi ricordi di quel periodo, intanto perché ebbi due maestri che ho tuttora presenti. Il primo, Covitti, ti terrorizzava solo nel farti vedere la bacchetta, poi c’era an-che la maestra Di Paola, più dolce. Alle Medie frequentai la “Zippilli” e lì iniziai il mio viaggio nella pallacanestro. La mia statura quasi mi spinse in automatico verso questa attività, ma la maggior influenza la ebbi dal grande campione Corrado Pellanera, il quale abitava vicino casa mia. E così con i fratelli Perletta iniziai a tirare a canestro. Lo sport mi piaceva tutto e non mi tiravo indietro nel praticarlo. Tornando alla mia for-mazione scolastica, dopo le Medie scelsi il Liceo Scientifico di Teramo, che completai nel 1960.Che cosa ha rappresentato Teramo per lei?Non posso nascondere che la città in cui sono nato e cre-sciuto, almeno per la prima parte della mia vita, mi ha dato molto. La cosa che più mi ricordo di quegli anni è il fatto che nonostante fosse una “provincia provinciale” c’era un rappor-to molto forte tra amici, che ho sempre apprezzato. È ovvio che l’ho avuta sempre nel sangue, anche se scese un po’ di gelo con i miei compagni di allora quando scrissi il libro “’Na scafàtt d’ pallùn” (Un cesto di palloni), in cui concludevo la quarta di copertina della pubblicazione con la foto vittoriosa ottenuta fuori casa dal Roseto Basket sul Teramo per 113 a 112. I miei amici me l’hanno sempre rinfacciata come una indelicatezza verso di loro. Ovviamente una risata riportava tutto nella normale dimensione dei fatti.Diceva prima delle Superiori, ma poi arrivò l’Università.Avevo scelto il Liceo Scientifico perché mi piaceva molto la Matematica, il Disegno e le Scienze. Fu negli anni delle Su-periori che cominciai a giocare a un certo livello nel basket. A scoprirmi fu Tino Pellegrini che mi volle già a 17 anni con la D’Alessandro Teramo in serie B e data la giovane età fui con-vocato con la nazionale giovanile allenata da Nello Paratore, personaggio importante per me che ritroverò più avanti e che i Rosetani conoscono, poiché tecnico anche del Roseto. Nel 1960 mi iscrissi ad Architettura a Roma. Per mantenermi agli studi giocai con la Vis Nova, sempre nel campionato cadet-

to. Cominciai a fare gli esami, ma da lì a poco iniziarono le contestazioni studentesche, in anticipo di molti anni in quella facoltà rispetto a ciò che sarebbe successo nel 1968. Non ri-uscivo a trovare il mio equilibrio, ma ebbi modo in quegli anni di riaffacciarmi a Teramo per riprendere, insieme ad alcuni amici, il filo della pallacanestro locale che si era del tutto di-sperso. Finì la D’Alessandro e costituimmo la Teramo Basket in cui c’era un giovanissimo che mi colpì per la sua bravu-ra. Era Ivan Bisson: l’anno dopo approdò addirittura all’Ignis Varese. Intanto l’università mi creava sempre più problemi, fino a quando decisi che era venuto il momento della grande svolta: sarei andato ad aiutare un mio zio in Venezuela che aveva delle tenute e mi voleva al suo fianco.Ma il Coni era dietro l’angolo.Proprio così. Avevo il passaporto pronto con il visto, ma prima di partire mi recai, sempre a Roma, nella sede della Fede-razione Italiana Pallacanestro a salutare il segretario gene-rale Vittorio Muzi, un grande amico. Lui mi informò che da lì a poco ci sarebbe stato un corso del Coni per entrare alla “Scuola dello Sport”. Non mi feci sfuggire l’occasione, vinsi il concorso e nel 1966 ebbi l’accesso ad Acqua Acetosa per ini-ziare questo percorso che mi avrebbe titolato come “Maestro di Sport”, facendomi entrare nei ranghi del Coni. Ho avuto grandi atleti come insegnanti e dei bravissimi preparatori, tra i quali Paratore, che già conoscevo, Carlo Vittori, lo scopritore di Pietro Mennea: quest’ultimo nel tempo divenne un caris-simo amico. Dopo tre anni fui assunto come funzionario del Coni e il mio primo ruolo lo rivestii in qualità di assistente di Paratore nella nazionale di basket. Lo stesso ruolo lo ricoprii dal 1969, appena dopo la precedente esperienza, con Gian-carlo Primo. Feci il secondo in panchina fino al 1978. Per me uno dei più bei ricordi fu quando nel 1976 venimmo a Roseto all’Arena 4 Palme e sconfiggemmo l’Urss in una me-morabile partita del Torneo Lido Delle Rose. In seguito la mia esperienza si è arricchita come allenatore delle Forze Armate per due anni e da lì iniziai a viaggiare molto per il Nord e Sud America. Ho fatto incontri molto importanti, come nel caso di Bob Knight, membro del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame dal 1991. È stato allenatore della Nazionale Milita-re Americana e per ben tre Olimpiadi ha guidato il quintetto Usa. Poi incontrai Clair Bee, inventore della regola dei tre secondi e della zona 1-3-1.

Teramo, 1942. Il piccolissimo Italo con la madre

Roma, 1969, Acqua Acetosa. Da sin. Del Franco, Vitti, Nello Paratore, Di Antonio, Tullio Paratore ed Ermanno Iaci

Teramo, 1959, Campo Comunale. Italo Di Antonio durante i Campionati Studenteschi

mentre esegue il lancio del disco

Ricordi 20 - II serie

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E il salto nelle giovanili?È questo il periodo, in quanto dal 1972 al 1974 andai a Rieti con la squadra del Brina. Il mio compito era di formare il set-tore giovanile e riuscimmo a mettere su una compagine con ben 650 ragazzi, tutti che pagavano una quota d’iscrizione. La nostra scuola fu da esempio e vennero su campioni come Roberto Brunamonti, Domenico Zampolini, Gianfranco Sane-si, Antonio Olivieri, Giampiero Torda, Luca Blasetti ed altri. Le nostre squadre giovanili in quegli anni si qualificarono tutte per le finali nazionali. Poi tornai nel giro di Giancarlo Primo come responsabile delle nazionali giovanili e lì feci anche l’al-lenatore alle Universiadi di Sofia, ai Mondiali Militari di Tehe-ran, a una competizione in Marocco, al Torneo Shape in Fran-cia tra le forze Nato. Era il periodo che giravo con la squadra ed ebbi modo di anticipare anche una notizia agli amici rose-tani Nino Di Sabatino e Giovanni Giunco. C’era in programma il Campionato Europeo Cadetti di basket e la Federazione era alla ricerca di una sede. Quindi proposi di farlo qui a Roseto, ma occorreva il palasport. Così il sindaco Giovanni Ragnoli colse la palla al balzo e da lì a poco sorse la struttura ex novo che ospitò la manifestazione nel 1978. In quell’occasione ero io che guidavo la squadra ed ebbi un impatto non molto bello con il pubblico rosetano. Alcuni mi criticarono perché avevo lasciato in panchina due assi nascenti come Walter Magnifico e Ario Costa, ma lo feci perché c’erano stati dei seri problemi di salute e li avevo dovuti preservare. Non parlai allora, ma anni dopo, nel mio libro, lo spiegai, dietro l’autorizzazione dei due interessati.Ha parlato di Roseto: quando ci fu l’incontro con la città?I livelli sono diversi. Conobbi Roseto la prima volta quando mio padre, che appena dopo la Grande Guerra aveva com-prato tre aerei per il servizio postale, una volta fece un atter-raggio d’emergenza vicino alla foce del Vomano, nel territorio dove poi sarebbe sorto il porticciolo. Quell’episodio fu immor-talato da una foto tuttora esistente. Poi quando giocavo con il Teramo venivo spesso a Roseto, fino a quando nel 1967 Emidio Testoni mi volle nella squadra cittadina e ci rimasi due anni. L’attrazione fatale per la cittadina adriatica nacque invece attraverso una ragazza, Mariella De Santis, che poi sarebbe diventata mia moglie. Fermai il pullman per salutar-la e poco dopo nacque il nostro fidanzamento. È stata una persona importante nella mia vita, che mi ha dato la gioia di

quattro figli, nell’ordine Gianluca nel 1972, Arianna nel 1973, Andrea nel 1978 e Roberto nel 1980.Ma nel Coni per lei non c’è stato solo il basket.Assolutamente no. Sono stato organizzatore sportivo, realiz-zando i Giochi della Gioventù a livello nazionale. Poi ho fatto parte di una struttura nell’ambito Cio (Comitato Internaziona-le Olimpico), continuando il mio impegno nella Federazione Pallavolo, Tennis, Motociclismo. Per il tennis, ho collaborato con Adriano Panatta, nel momento in cui lui era responsabile degli Internazionali d’Italia. Quando ero nel basket, sono stato anche in Argentina, Bolivia, Ecuador, Libia, Turchia, Senegal per preparare corsi di allenatori. Tutto questo fino al 2007, anno del mio pensionamento: a quel punto l’intento è stato di godermi il mio giardino e i miei nipoti Davide, Filippo e Lorenzo.Poi non è andata così...In effetti non mi sono mai fermato, perché sin dal 1980 ave-vamo aperto, con mia moglie, una fabbrica di calzettoni tubo-lari, visti per la prima volta in America e che abbiamo venduto un po’ in tutta Italia. Ad un certo punto fornivamo le divise e le mute per ben 18 nazionali, attraverso la società CDS. Dal 1976 abitavo già a Roseto nel palazzo Desiderio, per poi tra-sferirmi sul lungomare nord e infine nel 1990 costruì la casa in via Versilia, dove tuttora vivo, con annesso un laboratorio, tenuto aperto fino a qualche anno fa.L’oggi com’è? E Roseto cosa le ha dato?Il presente è fatto ancora di impegni, di collaborazioni giorna-listiche con riviste specializzate, ma il mio sguardo è sempre rivolto ai giovani e allo sport. Quest’ultimo mi ha insegnato che non si vince da soli e che bisogna avere l’umiltà di mi-gliorarsi, senza dare mai le colpe agli altri, cercando prima di tutto di correggere i propri errori. Insomma, attraverso lo sport si diventa cittadini. Per quanto riguarda Roseto, mi ha dato la cosa più importante, mia moglie. Poi i Rosetani sono bravi, ma quelli che amministrano spesso non sanno mettere il giusto impegno organizzativo che ci vuole per far funzionare le cose.La conversazione finisce e ci avviamo verso l’uscita, ma prima passiamo dal giardino, molto curato nell’erba e nelle piante. Di lato c’è un canestro, in basso ne spunta un’altro e poi un piccolo campo di calcio di erba sintetica. Il tempo dei Giochi della Gioventù, evidentemente, non è ancora finito.

Stati Uniti, 1969. Da sin. Picariello, Vitti, Valente, Clair Bee, Boero, Ridolfi e Italo Di Antonio

Roseto, 12 giugno 1971, chiesa del S. Cuore. Il giorno del matrimonio:

da sin. Giancarlo Primo, Luisa Di Carlo, Mariella De Santis e Italo Di Antonio

Roseto. Una foto recente della famiglia Di Antonio. Da sin. i figli Andrea, Roberto, Gianluca e Arianna; sotto Italo, la

moglie Mariella e il genero Marco Valentini. A seguire i nipoti Lorenzo, Filippo e Davide

Ricordi 20- II serie

Pubblicati: 1 Eleonora Filippone Thaulero; 2 Pasquale Zeppilli; 3 Sandro De Simone; 4 Domenico Di Battista; 5 Genovino Ferri; 6 Concetta Scaccioni; 7 Ettore Alcini; 8 Bruno Zenobio; 9 Mario Di Leonardo; 10 Romano Chiappini; 11 Pietro Iaconi; 12 Francesco Pincelli;

13 Maria Giunco; 14 Sante Mancini; 15 Camillo Mongia; 16 Raffaele Longo; 17 Lino Centola; 18 Soflia Di Simone.; 19 Pio Rapagnà.

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Il Roseto Sharks potrebbe aver cambiato marcia. Il taglio di Davon Usher e l’arrivo del più esperto Josh Jackson sembrano essere mosse azzeccate, visto

che la squadra, con il nuovo assetto, ha giocato tre partite vincendone 2 e perdendo a Scafati di un solo cane-stro e al termine di un finale molto contestato dagli Squali. La musica è cambiata? Presto per dirlo, ma in classifica il Roseto ha lasciato l’ulti-mo posto al Piacenza, salendo al pe-nultimo a quota 4 punti. A 6 ci sono Scafati, Latina e Tortona, mentre a 8

sta il gruppone con Matera, Ferrara, Legnano, Omegna, Imola, Reggio Calabria e Chieti. Treviglio e Reca-nati hanno 10 punti, Ravenna 12 e la corazzata Treviso è ancora imbattuta e sembra già aver staccato le altre, co-mandando a 16. Il Roseto ha 10 squa-dre nello spazio di 4 punti: un buon segno che conferma il solito grande equilibrio del campionato di A2 Sil-ver. Per ottenere la salvezza, bisogna innanzitutto evitare l’ultimo posto e poi il penultimo e il terzultimo, che prevedono playout contro ultima e penultima della A2 Gold. Insomma,

Roseto Sharks

Infortuno a Sylvere Bryan, che dovrebbe saltare la trasferta di Imola. Prossima partita in casa il 30 novembre, contro Reggio Calabria

di Luca Maggitti GLI SQUALI CAMBIANO MARCIA

Il basket e la cultura dei campanili senza frontiere

foto: Mimmo Cusano

Josh Jackson

Tony Trullo

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obiettivo quartultimo posto alla por-tata del Roseto, nonostante la mala-sorte continui ad accanirsi contro la squadra di coach Tony Trullo. Infat-ti, dopo l’avvio di stagione stentato dovuto anche ai recuperi di Bryan e Ferraro (sofferenti per infortuni re-lativi alle stagioni precedenti) e agli infortuni capitati a Usher, Janelidze e Carenza (che è ancora fermo e non ha ancora giocato una gara), nell’ultima partita disputata in casa e vinta net-tamente dal Roseto contro il Matera, si è fatto male ancora lo sfortunato Sylvere Bryan, che solo da un paio di giornate era entrato in uno stato di forma discreto e stava giocando al suo livello. Contro i lucani, Bryan ha disputato un primo quarto da favola, giocando 9 minuti e 42 secondi nei quali ha segnato 10 punti, catturato 5 rimbalzi, smazzato 2 assist, assesta-to 3 stoppate e chiuso con un toni-truante 21 di valutazione. Purtroppo, dopo l’intervallo e soli 14 secondi del

terzo quarto, il centrone dominicen-se è crollato a terra, tenendosi la spal-la sinistra. Uscito, non è più rientrato in campo venendo sottoposto pronta-mente a radiografie, che hanno esclu-so lussazioni e infortuni gravi. Dopo ulteriori esami, sembra che il forte giocatore debba saltare certamente la prossima partita, in trasferta a Imola. Il rientro però potrebbe esserci già il turno successivo, al PalaMagget-ti, contro la Viola Reggio Calabria, il prossimo 30 novembre. Dunque ennesima emergenza per il Roseto, che nella trasferta in terra emiliano-romagnola giocherà con una rota-zione di 6 giocatori: 4 esterni (Pitts, Jackson, Moreno, Marini) e 2 lunghi (Janelidze, Ferraro). Con Giovanni Carenza ancora fermo per infortunio (dovrebbe rientrare a dicembre), il Roseto non dovrebbe comunque tor-nare sul mercato, aspettando il rien-tro di Bryan e poi, finalmente, l’inse-rimento di Carenza.

GLI SQUALI CAMBIANO MARCIA

Sylvere Bryan

Curva Nord Damier Pitts

Giga Janelidze

Yankiel Moreno

Pierpaolo Marini

Innocenzo Ferraro

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Una grande serata di musica e di spettacolo, unica e irripetibile, quella del “Con voi-ReTour” di Claudio Baglioni che martedì sera ha cantato al Pala Maggetti di Roseto. Per tre ore, senza pause, il cantautore romano ha appassionato e fatto cantare il folto pubblico con i suoi tanti successi. Baglioni ha presenta-

to le ultime produzioni tratte dall’album “Con voi-ReTour” ma soprattuto i suoi cavalli di battaglia, come “E tu”, “Sabato pomeriggio”, “Questo piccolo grande amore”, “Avrai” e “Mille giorni di te e di me” che hanno scaldato la platea. tra un brano e l’altro non ci siano silenzi: un flusso musicale ininter-rotto, una partitura suonata tutta d’un fiato e senza pause. Imponente anche la scenografia che ha fatto da sfondo allo spettacolo, un cantiere in evoluzione, scelta come simbolo di ricostruzione. Un concerto promosso a pieni voti, con il calore e l’entusiasmo del pubblico che hanno accompagnato la presentazione dei piu’ grandi successi. Nel finale le ulti-me canzoni, le piu’ conosciute dell’ampia discografia di Baglioni, sono state cantate dal pubblico tutto in piedi.Una platea affollata e illuminata da telefonini, i-pad e tablet, delle centinaia di fan che hanno catturato immagini e suoni da portare a casa e conservare gelosamente a testimonianza di un evento irripetibile.

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di MARCELLOPERPETUINI

Sulla scia degli argomen-ti trattati nel preceden-te numero di Eidos, ci occuperemo stavolta di analizzare uno degli

aspetti che caratterizzano, non solo il nostro universo, ma ogni realtà ad esso collegata, prima di ogni altra: la nostra stessa esisten-za. Il tempo. Che cos’è davvero questo misterioso elemento, che neppure la fisica più avanzata ri-esce, fino ad oggi, a spiegare del tutto? Da dove parte il tempo? In-nanzitutto da dire che esso, come afferma la stragrande maggioran-za degli scienziati, ha avuto cer-tamente un inizio. Tale inizio è riconducibile, come abbiamo visto nei precedenti numeri della rubrica al Big Bang. Da allora dunque, il suo scandire ha determinato la vita e la morte dei corpi celesti e di tutto quanto l’universo di ieri, di oggi e di domani, possa contenere al suo interno. Tuttavia non è tutto così semplice come potrebbe apparire. Il tempo in realtà è fortemente influenzato da una forza che nel no-stro universo è sovrabbondante: la gravità. Pensiamo ad esempio alla grandissima forza di attrazione gravitazionale esercitata da un corpo celeste come un buco nero. Con l’avvicinarsi ad esso, cosa impossibile nella pratica perché non si riuscirebbe più a sfuggirvi, ma possibile in teoria, si avrebbe come conseguenza che il tempo ini-zierebbe a rallentare, fino a fermarsi del tutto quando si raggiungerebbe il fantomatico “orizzonte degli eventi”, ovvero il limite del non ritorno che tali super oggetti cosmici possiedono. An-cora più sorprendente sarebbe invece sperimentare come prevede la fisica quantistica, lo “svanimento” del tempo o addirittura la sua “inversione”. Se, come previsto anche dalla Teoria della Relatività di Einstein il tempo è elastico e può scorrere anche all’indietro, che senso ha parlare di ieri, di oggi e di domani? Il viaggio a ritroso nel tempo, teoricamente possibi-le, aprirebbe alla strada ad una miria-de di contraddizioni e paradossi che la scienza non riesce a risolvere. Usando un vecchio eufemismo: si rischierebbe di scoperchiare il vaso di Pandora, se ciò accadesse anche per una piccola e singola particella di materia. È per tale

ragione che il nostro universo deve, per definizione, contenere leggi che descrivano una real-tà coerente. Dunque il tempo, a dispetto della nostra percezione, non è affatto stabile e lineare come sembrerebbe, ma anzi, si comporta in determinati casi, in modo del tutto “strano” ed “ina-spettato”. Una delle sue bizzarrie più clamorose è senz’altro lega-ta al discorso dell’età del nostro stesso universo. Datato all’incir-ca 14 miliardi di anni, in realtà gli astronomi hanno scoperto al suo interno degli oggetti datati al-meno 20 miliardi di anni! Com’è possibile? E com’è possibile poter immaginare un tempo inesisten-

te prima del fatidico Big Bang? Forse la spiegazione, come ribadito dalle più avanzate teorie a riguardo, sta nel fatto che la civiltà umana ha inventato di sana pianta il concetto di tempo, gli orologi e di quant’altro possa essere utile al concetto quasi mistico del suo trascorrere. In realtà, come abbiamo sopra soltanto brevemente accennato, lo scan-dire dei secondi, dei minuti delle ore e degli anni, serve

solo a dare una logicità alla nostra vita. Dobbiamo sapere in che pun-to dello spazio e del tempo ci tro-viamo, altrimenti il nostro cervello, andrebbe in “tilt” e non avremmo più la percezione della realtà che ci circonda. Quindi si potrebbe quasi parlare di un “tempo personale” , non uguale per tutti nel suo scandi-re, oppure di “tempo psicologico”,

dove a tratti sembra trascorrere molto più lentamente o in fretta, rispetto alla medesima situazione vissuta in un altro momento. Resta pur sempre il fatto che esso non è pre-scindibile in alcun modo. Noi nasciamo, viviamo e moria-mo come qualsiasi altro oggetto dell’universo. Tutto ha un inizio e tutto dunque ha una fine. Anche il tempo dunque, pur essendo il tiranno indiscusso delle leggi universali, per

logica, avrà una fine. Quando? Forse non lo scopriremo mai. E forse è giusto che sia così. Del resto come affermava Isaac Newton: “Ciò che noi sappiamo è solo una goccia, ciò che noi igno-riamo è un oceano.” Nel prossimo nu-mero ci addentreremo in uno dei più grandi misteri dell’universo: la nascita della civiltà umana.

TempO, SpaziO, GraviTà. e’ TUTTO reLaTivO?

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presentato iL Libro Scritti (2007-2011) di WiLLiam di marcOUNA fINEsTRA A RosETo APERTA sUl moNDo

Ancora una volta tantissimi Rosetani e molti amici dei paesi limitrofi hanno partecipato al “vernissage” di un libro dello storico e scrittore, che ha saputo coinvolgere diversi

personaggi locali. Un modo per aprire Roseto a un nuovo crogiuolo di culture

Si intitola semplicemente Scritti (2007-2011), l’ultimo libro di William Di Marco, edito da Verdone, presenta-to nella location classica dei

libri di William: la sala “Piamarta” del Sacro Cuore, al centro di Roseto. Ed io adesso dovrei raccontarvi questa sera-ta; questa altra bella serata rosetana.Ma, confesso, non so da dove comin-ciare. Ed allora del libro, che riprende dalle notissime riviste Eidos e Chorus, non parlo, così lo acquistate, visto che il ricavato, come per tutti gli altri libri di William Di Marco, andrà per opere di pubblica utilità. Mi piace dire, invece, della sala, dell’atmosfera, dei presenti. E comincio da una presenza davvero d’eccezione: Daniela Musini, attrice di teatro rosetana, forse una delle mi-gliori interpreti di D’Annunzio nei teatri di tutto il mondo. Era qui oggi, nel gior-no del suo compleanno. Era qui, nella sua città, il cui nome fa scrivere in tutti i cartelloni degli spettacoli nel mondo cui partecipa. Era qui, nella Città dove presto tornerà ad abitare. Era qui nella

città del maestro Francesco Pincelli, che la iniziò alla musica. Era qui in-sieme alla sua amica Maristella Urbi-ni, che di Roseto è vicesindaco, ma che ha rivolto un saluto non da donna che fa politica, ma da “Rosetana della zona del Sacro Cuore, quando il no-stro mondo era qui”.Qui, appunto, era Daniela Musini, per leggere un brano del libro di William, alla fine del quale molti in sala, attrice ed autore compresi, avevano gli oc-chi lucidi. Perché? Perché si è visto quell’amore per Roseto, per l’arte e per la letteratura, che ti apre al mondo senza dimenticare da dove sei partito.Ma c’era, in sala, una stratificazione anagrafica e sociale che “fa” Roseto. A cominciare da un giova-nissimo talento rosetano della chitarra: Antonio Di Gabriele, cui si stanno per schiudere i palcosce-nici televisivi nazionali. Che ha la musica nel san-gue, e piace molto anche alle ragazze, non escluse

quelle in sala, uditi gli applausi.C’erano poi Mario Giunco e Antonio Di Felice, i dotti relatori ufficiali della serata. C’erano Pio Rapagnà e Gio-vanna Forti, gli ex-sindaci Nicola Cri-sci e Franco Di Bonaventura, con la sua gentilezza di sempre. C’era Fran-co Sbrolla e l’ex-campione del calcio Gabriele Matricciani. C’era Emidio D’Ilario e tanti tanti altri rosetani che non posso citare tutti perché non ri-cordo i nomi.Nello spirito, citati da Mario Giunco, c’erano poi anche Gigino Braccili e Raffaele D’Ilario, indimenticati ed in-dimenticabili. Ecco, come fai a par-

continua

di UgOCENTI

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segue Il ricavato della vendita del libro servirà per un’opera di utilità pubblica, come è già avvenuto in passato con le altre pubblicazioni. Ecco le

iniziative nel sociale (Bongenismo) realizzate dalla Cerchi Concentrici Promotor grazie ai proventi ottenuti dai seguenti libri di

William Di Marco:

· Roseto e le sue storie, Sigraf, Pescara, 2006Acquisto di un defibrillatore per il primo

interventodi assistenza a Roseto

· I viaggi di Eidos, Andromeda Edizioni, Castelli, 2007Acquisto di due defibrillatori (con la

partecipazione della Tercas)per le squadre amatoriali rosetane di calcio

· Romanzo Incidentale – Simone lo sa, Cerchi Concentrici Promotor Edizioni, Roseto, 2009Realizzazione dell’impianto multimediale al

Museo della Cultura Popolare di Montepagano

· 150 Anni. La storia di Roseto (1860-2010), Cerchi Concentrici Promotor Edizioni, Roseto, 2010Realizzazione del monumento ai 150 anni di

Roseto degli Abruzzi posto al centro del lungomare

· Angelo Lipari e Leonardo Gotti. Storia di due Prefetti teramani, Verdone Editore, Castelli, 2011

Acquisto di giochi per i bambini delleScuole Materne di Roseto

· I Beatles - L’avventura più bella del mondo, Verdone Editore, Castelli, 2012Realizzazione dell’impianto multimediale al

Palazzo del Mare di Roseto

· I Ricordi di Eidos - Trenta profili di personaggi rosetani, Verdone Editore, Castelli, 2014

Acquisto di n° 3 computer donati allaBiblioteca Comunale di Roseto degli Abruzzi

· Scritti (2007-2011), Verdone Editore, Castelli, 2014

?DOVE TROVARE IL LIBROIl libro è possibile trovarlo presso: Libreria Mondadori (via Nazionale centro, Roseto); Libreria La Cura (via Latini, Roseto); Cartoleria Italnova (piazza del Municipio, Roseto); Cartoleria Arcobaleno (Via Mezzopreti, Roseto); Cartoleria Lelj (via Nazionale, Cologna Spiaggia); Edicola Menotti (via Nazionale, Roseto). Chiunque voglia distribuire il libro, può richiederlo contattando il seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] o chiamando la redazione di Eidos.

lare del libro, quando sei immerso in questo crogiolo? Il libro “è” questo. Con la sua analisi e la proposta finale di una grande opera ecologica: una pista ciclabile lunga tutto l’Adriatico al posto della ferrovia, magari oppor-tunamente arretrata all’interno. Ma ripeto, non è del contenuto che vor-rei dire. Ma di una sensazione. Che è questa: i lavori di William Di Marco e della sua “Cerchi Concentrici” io li vedo così: “una finestra a Roseto aperta sul mondo”. Ed è tutto dire. (da Controaliseo)

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All’IsTITUTo zolI DI ATRI, Il lICEo E Il PRofEssIoNAlE hanno ricordato La tragedia

mineraria di marcineLLe

mo-Carbone” e di passi scelti dall’Inferno dantesco. L’evento comprendeva anche la realizzazione di un video in cui sono state esposte foto e filmati risalenti agli anni 1940 e ‘50 in cui gli Italiani emigravano in Belgio per intraprendere il lavoro nelle miniere. A questo video è seguita poi la registrazione Skype con il rappresentante dell’associazione degli ex minatori di Marci-

nelle: Elio Paolini. In seguito alle letture nell’Auditorium gli studenti della classe IV A Liceo Classico hanno condotto gli spettatori “fuori dall’inferno a … riveder le stelle”, nel chiostro della Cattedrale di Atri, dove hanno letto passi scelti tratti dalla famosa opera “Dialoghi sopra i due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei.Ospiti d’onore dell’evento: lo scrittore Michele Di Mauro; il Presidente dell’As-sociazione “Vittime e Parenti del Boi-sDuCazier” di Lettomanoppello, Nino Di Pietrantonio; il Presidente dell’Associa-zione “Le voci della miniera” di Palom-baro, Palmerino Ricci; infine gli anziani minatori di Atri che hanno partecipato con gioia e orgoglio all’evento. Ricordare le vittime di quella tragedia ha suscitato forti emozioni negli animi di questi uomi-ni, padri, nonni, ma soprattutto valorosi lavoratori, che hanno versato sudore per la loro patria. Da loro noi oggi dobbiamo prendere esempio e custodire i loro ri-cordi e il loro passato nelle nostre menti, ma soprattutto nel nostro cuore poiché, come disse il grande scrittore Luis Sepùl-veda, “Un popolo senza memoria è un popolo senza storia”.

Sicuramente conoscevate già il famoso accordo “Uomo-Carbone” stipulato nell’anno 1946 tra Italia e Belgio che prevedeva lo scambio di ope-

rai e lavoratori italiani per tonnellate di carbone prodotte all’interno delle miniere belghe, ma probabilmente non sapevate del libro “L’Uomo-Carbone” scritto da Mi-chele Di Mauro (ed. Sensoinverso, 2013), un autore di origini pugliesi, laureato a Chieti in Medicina e Chirurgia. Così, dopo la lettura, lo studio e l’analisi appro-fondita del libro, gli alunni delle classi II e I A del Liceo Classico e della classe III A dell’Istituto Professionale della scuola superiore “A. zoli” di Atri, nella giornata del 31 ottobre, con l’ausilio delle profes-soresse Pompea Mocciola e Gigliola Pi-gliacelli, hanno proposto un evento nel Progetto Nazionale “Libriamoci”(giornate di lettura ad alta voce) portando a ter-mine questa iniziativa. In seguito a vari giorni di incontri e di prove, che si sono susseguiti dall’inizio dell’anno scolasti-co 2014-’15, gli studenti delle suddette classi hanno organizzato, nell’Auditorium Sant’Agostino, la lettura-rappresentazio-ne di un passo tratto dal romanzo “L’uo-

Dobbiamo custodire i ricordi e il passato di quei minatori nelle nostre menti, ma soprattutto nel nostro cuore poiché, come disse il grande scrittore Luis Sepùlveda, “Un popolo senza

memoria è un popolo senza storia”

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IL CALCOLO FETENTE

Il corpo umano dall’origine della vita ha trovato un equilibrio con i suoi componenti e con le necessità di dover garantire l’assorbimento e l’escrezione dei costituenti oltre l’e-

quilibrio. Se ad esempio assumiamo troppa vitamina C il corpo umano la butta via, alla faccia delle spremute che ingurgitate quotidianamente. E questo vale per tutto ciò che ingeriamo, tranne i componenti proteici, lipidici e glucidici che il corpo non butta via quando sono troppe ma le immagazzina sotto forma di grasso, e pertanto si acquista peso. Quando i Sali minerali arrivano al rene e vengono filtrati questo organo riesce ad eliminare solo l’eccedenza, naturalmente accom-pagnato da una buona quantità di acqua. Se questa è assunta in scarsa quantità oppure i sali escreti sono troppi si crea il deposito e dai oggi, dai domani, dice il rosetano, si formano “li pret”…e mo sono cavoli vostri perché o quelli li partorite oppure vi creeranno guai peggiori. Ci sono però delle cause respon-sabili che possiamo controllare. Ad esempio l’iperuricemia è una delle cause più frequenti che si associa ad aumentato rischio di calcolosi renale. L’acido urico è un componente che si forma dalle basi puriniche contenute negli alimenti, in genere in maggiore quantità nelle frattaglie, ma anche nelle carni rosse. Pertanto Una loro riduzione e consistente incremento dei liquidi (acqua) comporterà una aumentata escrezione e diluizione dell’acido urico. Ma i calcoli possono essere anche di calcio o di ossalato di calcio. Naturalmente ci sono alcune patologie geneticamente determinate che si associano ad una aumentata escrezione di elementi atti a favorire con la precipitazione la formazione di calcoli. Gli ossalati derivano dall’eccessiva ingestione di acido ossalico

contenuto nelle bietole, barbabietole, spinaci e cacao in grande quantità, ma in alcune malattie infiammatorie intestinali vengono assorbite ec-cessivamente dalla mucosa intestinale. Il calcio lo troviamo in abbondanza nei derivati del latte come anche nelle acque oligominerali.Il suo problema è che da solo non fa danno ma deve esserci il veicolo che ne favorisce l’assorbi-mento come la vitamina D (in eccesso). Anche un aumento del paratormone prodotto dalle paratiroidi potrebbe determinare una aumentata escrezione di calcio con sua relativa precipita-zione. Alcune malattie si associano ad una libe-razione di calcio dallo scheletro che può essere responsabile di ipercalcemia e ipercalciuria. Spero che l’urlo liberatorio sia dovuto ad un calcolo espulso! Munch c’è ne dà una ragione

AD MAIORA DAL BACCHINO MALATO

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43NUTRIzIONE E STILE DI VITA

La zucca è un prodotto tipico di Questa stagione,

con una notevoLe azione antiossidantestare i disturbi della prostata e addirittura per eliminare i parassiti intestinali.Molto importanti sono anche i semi della zucca, ricchi di minerali come il ferro, lo zinco e il magnesio; grazie al contenuto di fitosteroli contribuiscono a ridurre il cole-sterolo nel sangue e sembrano essere veri e propri antinfiammatori naturali.L’utilizzo della zucca, però, sembra estendersi anche nella sfera cosmetica; la polpa, infatti, può essere utilizzata per la preparazione di maschere per il viso, utili ad idratare e pulire la pelle. Insomma, sembra proprio che questo or-taggio nasconda mille virtù ed è per questo che è bene inserirlo nelle nostre preparazioni culinarie, dolci e salate!

La ricetta del giorno: risotto alla zucca.Per 4 persone: 400 gr di riso integrale, 300 gr di zucca, ci-polla, brodo vegetale, parmigiano. Pulire la zucca, privarla dei semi, sbucciarla e tagliarla a cubetti; cuocerla in una casseruola con un po’ di cipolla e, prima di aggiungere il riso, assicurarsi che i cubetti di zucca si siano ammorbiditi per bene. Mescolate e lasciate cuocere per almeno 10 mi-nuti e mano a mano aggiungete il brodo, lasciando cuocere il tutto per almeno 20 minuti. A qualche minuto dalla fine, mantecare con un po’ di parmigiano mescolando bene. La-sciate riposate il riso e servite in tavola!

La relazione tra ali-mentazione e sa-lute rappresenta da tempo un bi-nomio indispensa-

bile al raggiungimento di una maggiore qualità della vita. Una delle basi per una corretta alimentazione è si-

curamente seguire una dieta varia ed equilibrata e in che modo se non sfruttando la stagionalità di frutta e verdura?! A tal proposito vorrei soffermarmi sulla stagione autunnale e su quelli che sono i prodotti tipici: la barbabietola, i broccoli, il cavolo e il cavolo verza (ricchi di vitamina C e sostanze an-tiossidanti), la cicoria, i porri, ma soprattutto la zucca, sim-bolo per eccellenza del periodo che stiamo attraversando.L’ortaggio tipico di questa fase dell’anno è un prodotto ap-partenente alla famiglia delle Cucurbitacee, ricco in varietà, forma e colore. La zucca apporta solo 18 Kcal circa per 100 gr e solo 0,1 gr di grassi; tra le proprietà nutrizionali anno-veriamo una altissima percentuale di acqua, pari al 94,6% e di beta-carotene (3594 µ/100 gr) e vitamina A (599 µ/100 gr), il primo importante per la sua azione antiossidante in grado di contrastare la formazione di radicali liberi, ma an-che per la crescita e il differenziamento cellulare. La zucca viene utilizzata pure per il suo effetto diuretico, per contra-

di sIMONA RUggIERI

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I solisti aquilaniSalvatore AccardoFrancesco FioreGiovedi 27 novembre

ore 21.00 Cineteatro Comunale via Ignazio Rozzi, 9

Teramo

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27 NOVEMBRE 2014 ORE 22.00

FELICIANO PLAY’S HENDRIX TRIO

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Ma nessuno ha mai saputo di chi si trattasse, chi fosse il suo nome per identificarlo. L’Abruzzo è una regio-ne grande, allora comprendeva an-che il Molise e con i tanti problemi di quel periodo, tutti interessati a salvare la pelle, chi poteva occu-parsi di un caso che era legato al solo sentito dire? La guerra non era ancora finita, con i tedeschi in riti-

rata, i russi in avanzata e gli anglo-americani già in Nor-mandia. A Roseto il 13 giugno 1944 il fronte si portava verso Nord, io fui aggregato ad un reparto dell’VIII Arma-ta Inglese e mi ritrovai in Emilia verso il Po. Una sera, in giro con altri commilitoni, notammo un assembramento di civili, qualcuno anche con un fucile in mano, que-sti ultimi pronti a giudicare dei giovani che seppi essere dei “collaborazionisti”. Questi già legati, piangenti e tre-manti di paura, erano allineati e un giovane ne leggeva il nome, ma non ne capivo l’accusa, dettata in dialetto, incomprensibile per me. Sentii un ragazzo dire: “Ma io a casa mia non avevo nemmeno da mangiare”. E l’altro: “Cagher!”. Seppi solo dopo quello che significava: “Man-datelo a cagare perché questo già se l’è fatta addosso”. In casi di responsabilità avrebbe detto: “Coppeo!” (cioè accoppatelo).Finita la guerra, quasi tutti tornarono a casa, non Mario e di lui mai nessuno ha saputo niente. L’amico Arnaldo, che è stato attento ricercatore di notizie, mi disse che dalla famiglia non ci fu nessun commento e non sapeva-no nulla. Su “Piccola Città” scrisse di Mario, cercando di riabilitarlo. Arnaldo non ha vissuto le vicende di Filetto, Pietranseri, Roccaraso, Castel di Sangro!Mario non era quel giovane partito volontario per Salò, perché a casa sua mancava il pane; lui era un idealista, si trovò nella bolgia più brutta, fu ufficiale con mansioni direttive e al resto pensò la sorte. Così Arnaldo chiude il suo articolo:”... Tornava dalla sua mamma... l’uccisero”.

Michele di Cologna Paese aveva un pul-lman, faceva la linea Co logna-Montepa-gano e ritorno. Ogni

mattina, oltre ai passeggeri, porta-va con sé la figlia Dora e la lascia-va dalle “Monache”, dove studiava per diventare maestra, mentre suo fratello Mario frequentava un’altra scuola e di lui si sapeva soltanto che era un alunno in-telligente e studioso: un ragazzo schivo e isolato, un po’ bruttino, arcigno e scontroso. Lo vedevamo a volte girare per Roseto, ma mai con amici, che d’altronde non aveva nemmeno al suo paese. Allora Cologna Paese era il covo dei fascisti e probabilmente ne subì il fascino, da qui il suo isolamento, che lo aveva allontanato da tutti. Alla sua età, sui 17 anni, già scriveva articoli patriottici su un gior-nalino che si stampava a Teramo e di cui era il direttore un tal Morricone. Allo scoppio della guerra lui non era ancora richiamabile, pur tuttavia era già una firma, tanto più invasato dalla ideologia di quel tempo. Dopo i primi periodi di piena euforia, la guerra cominciò a rallentare e stagnare. Poi ci fu sempre più sofferenza, fino ad arrivare al fatidico 8 Settembre 1943 in cui l’Italia, pressata, inva-sa dagli alleati-avversari, chiese l’armistizio. Le cose peg-gioravano sempre più, i tedeschi occupanti tiranneggia-vano fino ad essere i veri padroni del nostro territorio. Noi cercavamo di sfuggirli, superando la “Linea Gustav” che da Ortona-Castel di Sangro fino a Montecassino divideva in due l’Italia. Fu in questo periodo che dal Nord, dove la guerra fra fascisti e partigiani era volgeva al peggio, co-minciò a circolare in paese il detto: “L’Abruzzese terribile” e nessuno sapeva di che e di chi si trattasse: l’Abruzze-se Terribile combatte i Partigiani; l’Abruzzese Terribile ha dato fuoco a tale località; l’Abruzzese Terribile fa strage ovunque; se capiti nelle mani dell’Abruzzese Terribile, è meglio che ti uccidi!

L’abruzzese terribiLeNessuno ha mai saputo di chi si trattasse, chi fosse il suo nome per identificarlo. Con i tanti problemi di quel periodo legato alla guerra, tutti interessati a salvare la propria pelle, chi poteva occuparsi di un caso che era legato al solo sentito dire?

di TiesseRACCONTO DEL PASSATO

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L’incontro, molto interessante svoltosi nell’aula magna dell’Istituto Moretti, ha attirato un numeroso pubblico, pronto alla fine a porre una serie di domande

a “La cuLtura in cammino” si è parLato deL tema aLLe origini deLLa Longevità ceLebraLe. L’evoLuzione

psico-emotiva. reLatore iL dott. angeLo cioci &di CELINE

sPECAARIANNA

MAsTRAPAsqUA

Si è tenuto presso l’aula magna dell’istituto V. Moretti il secondo incontro della XVI edizione de “La Cultura in cammino”, che ha trattato il tema “L’evoluzione psico-emotiva, ansia e relative somatizzazioni”. Ospi-te dell’evento è stato il dott. Angelo Cioci, docente di

neuropsicologia e specialista in psicologia medica. In apertura si è parlato della crescita psico-emotiva, di come essa influenzi le reazioni a determinati eventi e di come, nonostante la sua im-portanza, tale argomento venga spesso trascurato. Successiva-mente il docente ha spiegato la differenza tra i due emisferi ce-lebrali: destro e sinistro. Nei mancini l’emisfero destro è quello che predomina, viceversa nei destrimani. A differenza del perio-do infantile, quando i bambini non hanno ancora sviluppato un emisfero predominante, è fondamentale che negli adulti uno dei due prevalga, questo perché nella parte più bassa del sistema nervoso c’è una zona in cui sviluppiamo le reazioni attraverso le trasgressioni; se non c’è la preminenza di un emisfero sull’altro non si avrà la possibilità di filtrare e controllare le emozioni deri-vanti dalla realtà che ci circonda, così come avviene nei bambi-ni. Salendo poi si raggiungerà il mesencefalo, il terzo livello, cioè il “cervello di mezzo”. Il dottore ha puntualizzato l’importanza di possedere qualità dialettiche ben sviluppate, paragonandole a un biglietto da visita. Ha anche esplicato che un emisfero diven-terà prevalente in un dato momento della nostra vita.In caso non avvenga una netta predominanza e ambedue gli

emisferi fossero sullo stesso piano, si avrebbe una situazione di bipolatirà; questa circostanza può scatenare fenomeni di ansia, stress e andare a intaccare le funzioni della tiroide o causare di-sturbi legati al sonno, dato che verranno prodotte sostanze tipo l’adrenalina che, in grandi quantità, possono diventare danno-se; pertanto mantenere sotto controllo le emozioni è necessario per riuscire a trasformale in sentimenti ed evitare che diventino somatizzazioni.La prima tappa per una crescita psico-emotiva è il riuscire a controllare il dispiacere, individuare da dove esso arrivi e riu-scire a gestirlo. Una volta raggiunti i livelli corticali più alti, la persona non si accontenterà più delle semplici emozioni, ma cercherà di capirle e comprenderle. La cultura, come mezzo di intermediazione tra studente e informazione, è il mezzo più funzionale per lo sviluppo psico-emotivo. I docenti delle scuole, soprattutto elementari, dovrebbero creare nelle classi una si-tuazione di parità in modo tale che ogni alunno sia in grado di esprimere le proprie potenzialità.Il convegno si è concluso con una serie di domande poste da docenti e alunni presenti, tra le quali una riguardante proprio gli studenti: “Perché certi ragazzi sono più inclini alla trasgressio-ne rispetto ad altri, e quando le trasgressioni possono diventare dannose?” Per rispondere alla domanda il dottore ha descritto una normale mattinata in un aula e ha spiegato che le trasgres-sioni, entro i limiti dell’educazione, possono creare anche una migliore atmosfera tra gli studenti, ma quando esse passano il confine delle buone maniere e sfociano in volgarità o linguaggi scurrili, diventano dannose. Certi elementi sono caratterialmen-te più portati ad avere atteggiamenti inappropriati; responsa-bilità di ciò deriva da come essi hanno affrontato i primi anni di scuola e a che livello psico-emotivo essi sono arrivati. Per correggere questi comportamenti è necessario l’intervento degli insegnati, essendo la scuola, dopo la famiglia, il secondo punto fermo che ogni ragazzo ha.

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Grande e sentita partecipazione al Tennis Club Roseto per l’inaugurazione del campo coperto in terra rossa. Tantissimi cittadini, sportivi e mol-ti giovani hanno animato la sede del Circolo di via Fonte dell’Olmo, oltre a numerose autorità,

in rappresentanza di tutti le istituzioni locali, regionali e na-zionali: il Sindaco di Roseto Enio Pavone e la sua squadra di assessori al completo, l’Assessore Regionale Donato Di Mat-teo, gli onorevoli Tommaso Ginoble e Giulio Sottanelli, il Pre-sidente della Banca dell’Adriatico Giandomenico Di Sante, il Presidente del Coni provinciale Italo Canaletti, il Presidente della Federazione Regionale Tennis Luciano Ginestra, i con-siglieri Teresa Ginoble e Massimo Bianchini, il Maresciallo della stazione dei Carabinieri di Roseto Enzo Procida e nu-merosi altri.Durante la manifestazione sono stati ricordati tutti i successi del TC Roseto, conseguiti in 27 anni di attività, esattamente dal 1987, quando il compianto Presidente Pietro Di Berar-dino, con un gruppo di appassionati tennisti, prese in ge-stione il fatiscente impianto comunale. Oggi quell’impianto è solo un ricordo, sotto gli occhi di tutti c’è una struttura all’avanguardia, con campi all’aperto e indoor, delle gradi-nate per accogliere il pubblico e un immenso giardino con tanto verde. Tutte le autorità presenti si sono complimentate con i vertici del TC Roseto per i risultati ottenuti e la rea-lizzazione del nuovo campo coperto. L’auspicio è che tanti giovani rosetani, attirati da questo splendido impianto – ha detto il Sindaco Pavone - possano avvicinarsi a questo sport ed arricchire così le fila del TC Roseto di nuovi giocatori e, perché no, anche di futuri campioni”. Non a caso, dopo la cerimonia, il primo cittadino si è intrattenuto con i giovani at-leti dimostrando vivo interesse per l’attività tennistica. Anche l’Assessore Regionale Di Matteo, per la prima volta a Roseto

in veste ufficiale, ha avuto parole di elogio nei confronti del Presidente Bianchini. “Dobbiamo consentire la pratica dello sport anche ai diversamente abili e ai giovani appartenenti alle fasce economiche più deboli – ha rimarcato Di Matteo, complimentandosi con il Tennis Club Roseto per i progetti di promozione del tennis nelle scuole e con le associazioni di volontariato a favore della disabilità. “Si realizza un sogno – ha detto visibilmente commosso il Presidente Luigi Bian-chini. - Il nuovo campo è un vero e proprio fiore all’occhiello del nostro Circolo, un impianto unico in provincia che con-sentirà di soddisfare le tantissime richieste di gioco e anche di organizzare manifestazioni indoor. Ringrazio gli sponsor, le aziende Sagem e Verducci, e i membri del direttivo per l’enorme sforzo compito negli ultimi mesi”. Ma gli obiettivi del Tennis Club Roseto non possono dirsi raggiunti e si è già in fermento per un nuovo progetto che il vulcanico e in-faticabile Presidente Bianchini ha voluto mostrare a tutti i presenti, scoprendola come un’opera d’arte: una club house con zona ristoro per vivere pienamente i momenti ricreativi e di relax. Per realizzare il progetto il Presidente ha auspicato una collaborazione più fattiva oltre che con le aziende private anche con le amministrazioni comunale e regionale. Intan-to, sono state intrecciate delle collaborazioni con alcuni tour operator tedeschi, svizzeri e austriaci per promuovere il TC Roseto anche all’estero. E si profila in tal senso una sinergia con il Presidente della DMC Borghi D’Acquaviva, Gino Are-tusi, anch’egli tra i graditi ospiti, proprio per sviluppare quel segmento turistico tra gli appassionati di tennis stranieri. La manifestazione è proseguita con la benedizione del Parroco Don Luigi e dopo il taglio del nastro si sono esibiti i giovani tennisti del settore agonistico. Al termine, un buffet all’aperto offerto dal Tennis Club Roseto a tutti gli ospiti è stato il corol-lario di un evento da archiviare con orgoglio e soddisfazione.

TENNIS CLUB ROSETOecco il campo coperto in terra rossa

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di MARTINA BIDETTA

Nato a Teramo, ma rosetano di adozione, Fabri-zio Mandolini ha collaborato con numerosi arti-sti italiani come Roberto Vecchioni, Pierangelo Bertoli, Luca Carboni, Alex Britti e Tiromancino. Negli ultimi tempi ha deciso di dedicarsi all’inse-

gnamento, che lo appaga a tal punto da averlo coinvolto a 360 gradi. Ma non ha mai abbandonato il suo sassofono, anche se da ragazzo il primo approccio con questo strumento non è stato entusiasmante. Ecco cosa ci ha detto. Quando è nata la sua passione per la musica?Mi sono avvicinato per la prima volta al mondo della musica a dodici anni, iniziando dapprima a seguire alcune lezioni di chitarra. Qualche anno più tardi, dopo aver visto un’esibizio-ne di Massimo Urbani, rimasi affascinato dal sassofono, non tanto dai suoni che lo contraddistinguono, ma dalla sua for-ma. Così, poco dopo, decisi di acquistarlo. Questo strumento, però, inizialmente era noioso e difficile perché bisognava la-vorare molto sui suoni. Seguii un paio di lezioni e ben presto decisi di riporlo nell’armadio per circa un anno. A quell’età ero molto indisciplinato, ma poco dopo ebbi un ripensamento e mi convinsi a riprenderlo. Mi avviai verso un lentissimo e soffertissimo percorso di lezioni fino a che decisi di comin-ciare a suonare in maniera più convinta e sistematica. Così, contemporaneamente al percorso che mi ha portato al diplo-ma all’Istituto Tecnico per Geometri a Teramo, mi iscrissi al Conservatorio a L’Aquila. Ha fatto parte anche di diversi gruppi musicali?Sì, poco dopo diedi vita ad una band, insieme a Fabrizio Di Gregorio, Alberto Sperduto e Marco Saporiti. Ho fatto parte

anche di un altro gruppo denomina-to “Socio Band”. Dopo questo tipo di esperienze ho deciso di intrapren-dere un percorso autonomo, così mi sono diretto a Roma e ho iniziato a suonare al “Big Mama”, un locale molto conosciuto e frequentato.Poi ha deciso di lasciare l’Italia.

Mi sono recato a Los Angeles e sono rimasto lì per tre mesi con un mio amico musicista, Morgan Fascioli, conseguendo il Diploma di Ingegnere del suono al “Recording Institute of Technology”. Successivamente mi sono trasferito a Copena-ghen e mi sono diplomato al Conservatorio di Musica Ritmica. Poi dal 2005 al 2010 sono tornato a Roma.Cosa fa ora?Adesso sono un po’ fermo. Ho una grande passione per la fo-tografia astratta e collaboro con siti che si occupano di questo mondo così affascinante. Faccio parte di un trio con Glauco Di Sabatino e Daniele Mencarelli, e continuo a suonare con Mimmo Locasciulli. Inoltre impartisco lezioni di musica. L’in-segnamento è una cosa nuova e, con la nascita dei miei due figli che mi ha fatto acquisire molta calma e pazienza, sta diventando la mia attività principale. Così ho riscoperto questa attività, che mi consente di trasmettere non solo informazio-ni, ma anche l’energia che ho dentro, rendendomi molto più “leggero”. Proprio perché devo esporre le mie conoscenze ad altri, conduco uno studio più approfondito e minuzioso. Posso dire che è diventata una sorta di meditazione: concentrarmi per elaborare i concetti da trasmettere ai miei interlocutori mi consente di interiorizzare le nozioni ed incrementare l’energia d’approccio, con delle ottime ricadute in termini di perfor-mance. I nuovi progetti, pertanto, mi danno carica, come l’ul-timo in ordine di tempo con il pianista nonché amico fraterno Massimiliano Coclite: abbiamo messo su un duo di recente, il cui nome è “Spots”, rispolverando un progetto di alcuni anni fa e portando sul palco un jazz contemporaneo, acustico nei suoni, mediterraneo nella concezione.

Fabrizio mandoLinidaL sax aLL’insegnamento e... ritorno

Il sassofono oggi rappresenta tutto il suo mondo, anche se all’inizio lo strumento rimase chiuso

nell’armadio per circa un anno

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La caritas di pineto ringrazia donatori e voLontariUn GRAZIE particolare alla Pasticceria Santomo, perché la cara Maria pensa sempre a rendere più dolce la giornata dei bambini delle famiglie che si recano alla Caritas;Un GRAZIE grande a Giuliana di CaffeMania con i suoi cioccolatini e caramelle;Un GRAZIE grande ai fornai: Pineto Pane, Di Musciano, Panificio S.Agnese, Di Michele, Le Briciole, la panet-teria Le Fornarine, il pane del Borgo antico di Mutignano.Un GRAZIE enorme a Vincenzo di Acqua&Sapone, che raccoglie pro-dotti per i bambini donati dalla sua cliente-la;GRAZIE a Frios e Minimarket Primavera, i quali tengono esposti tutto l’anno gli scatoloni per la raccolta (An-gela Primavera si preoccupa quan-do sono pressocchè vuoti!);Un caloroso GRAZIE va al Conad ed alla sua clientela: la carissima Loredana è sempre molto disponibile;Un GRAZIE grande alla carissima Massimina dei negozi SISA, che cerca sempre di aiutarci con tanta dolcezza, e grazie anche alla sua clien-tela;Un GRAZIE enorme a tutti i clienti di Eurospin, dove da poco tempo abbiamo cominciato la raccolta: grazie a tutti i ragazzi che vi lavorano!Un pensiero ed un GRAZIE grandissimi vanno alle signore Piera, Alba, Rina, al sig. Vincenzo e alla sig.ra Lu-ciana, all’associazione VIDA MOVIDA di Scerne;Un grandissimo GRAZIE ALLA DITTA Metalchimica di Scerne, per i suoi graditissimi prodotti per la pulizia.Inoltre i volontari ringraziano tutti coloro consegnano indumenti, giochi per bambini, calzature e altro con l’appello di donare prodotti puliti, con-fezionati con cura, in buono stato, inseriti dentro contenitori che ne consen-tano una buona conservazione. In particolare Diana Di Gianpietro ci tiene a ringraziare tutti i volontari della Caritas che con tanto impegno e sa-crificio svolgono il loro lavoro gratuito con Amore: Pasquale, Mario, Marino, Giuseppe, Domenico, Ti-ziano, Fa-bio, Renzo, e poi Nannina, Lucia, Franca, Elisa, Giselda, Lina, Silvia, Alice: con la preghiera rivolta al Signore di conservarli nell’Amore e nella salute che sono necessarie per svolgere questo impegno. Nel ringraziare anche 4 famiglie volenterose che, pur avendo perso per-sone care, hanno voluto raccogliere lo stesso delle offerte e donarle, essi augurano un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo a tutti quanti.

La Caritas Parrocchiale di Pineto sta per raggiungere il traguardo storico dei dieci anni di vita. Grazie all’intuizione di Diana Di Gianpietro, e poi di Marialuisa, Nannina e Gabriella, che, nel 2005, posero le prime basi di questa lodevole attività di accoglien-za e di aiuto ai più deboli, la Parrocchia di Sant’Agnese, guidata dal parroco Don Gui-do Liberatore, offre i suoi servigi a circa 150 famiglie censite nel territorio di Pineto. L’attività di erogazione dei beni alimentari e vestiario è fissata il 1° e il 3° sabato di ogni mese.

I volontari di questa organizzazione, riconosciuta a livello nazionale, ci raccontano che negli ultimi tempi i pro-blemi sono aumentati di molto. Il lavoro di accoglienza viene svolto purtroppo con maggiori difficoltà. Al centro pinetese si rivolgono sempre più persone rispetto agli altri anni e l’aiuto del banco alimentare di Pescara è in for-te diminuzione, per via dei tagli pubblici alle attività di assistenza sociale. E allora intervengono le famiglie pri-vate, gli amici mossi da compassione verso i disagiati, i negozi e le aziende del territorio, oltre ad una classe poli-tica che si è dimostrata in questo caso molto sensibile alla richiesta di aiuto. Tra gli assistiti vi sono in prevalenza stranieri residenti, ma anche molte famiglie italiane, comprese 4 famiglie aquilane che non hanno mai fatto rien-tro nella città terremotata e ancora oggi bisognose di assistenza.I volontari e le volontarie della Caritas chiedono ad Eidos di ospitare questo ringraziamento rivolto a tutti coloro che in questi anni si sono dimostrati capaci di un grande cuore e di un grande amore verso il pros-simo.

La Caritas di Pineto, tramite Eidos, vuole pronunciare un “GRAZIE!!” a tutte le persone che, numerosissime, prestano in svariati modi il loro aiuto. Il primo GRAZIE va al nostro Sacerdote, il nostro caro Don Guido, che per ben due volte al mese sopporta con pazienza la nostra ingombrante presenza, tra scatoloni, buste e cose varie.Un GRAZIE va al nostro Sindaco Robert Verrocchio e a tutta la sua Giunta, perché hanno fatto dono di una somma di denaro altrimenti desti-nata ai festeggiamenti della vittoria politica nelle recenti elezioni.

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“Dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o tri-ste avvenire della società”. La celebre frase di Don Bosco è em-blematica dello spirito che caratteriz-za il Centro Educativo “Il Pagliaccio”. Abbiamo intervistato la coordinatrice, la dottoressa psicologa Monica Leon-zi, al fine di conoscere e far conosce-re a tutti questa bella realtà locale. La struttura, infatti, è situata nel Quartie-re dei Poeti, nelle stanze dell’Oratorio della Chiesa San Francesco ed è attiva dalla fine di novembre 2013.Come siete arrivati a pensare di sta-bilire il Centro proprio a Pineto?Dietro il Centro Educativo “Il Pa-gliaccio”, c’è l’Associazione L’Aquila, un’associazione di promozione socia-le di cui io faccio parte, con sede ad Atri, il cui presidente è il dottor Pio Basilico, pedagogista e sociologo. Pa-dre Marco, a suo tempo parroco del-la Chiesa di San Francesco di Pineto e che ricordiamo con tanto affetto, si

mise in contatto con il dott. Basi-lico, chiedendogli se la nostra asso-ciazione si occu-passe di attività di sostegno ai mi-nori. Noi in quel momento aveva-mo un centro a Val Vomano che però, dopo l’offer-ta di Padre Marco

di avere in comodato d’uso l’Oratorio della sua parrocchia, abbiamo spo-stato sulla costa, proprio a Pineto. Ab-biamo sponsorizzato e pubblicizzato l’inaugurazione del Centro in maniera autonoma, non potendoci nemmeno appoggiare al Comune che, in quel periodo, era commissariato. In ogni modo, è stata una campagna soddi-sfacente in quanto, nel giro di 6 mesi, abbiamo avuto ben 40 iscritti, di cui 15 frequentanti effettivamente il Cen-tro.Che tipo di attività si svolgono in questa struttura?Dalle 15 alle 17, svolgiamo attività di sostegno scolastico ed educativo, aiutando i bambini nei compiti. Poi ci sono diverse tipologie di laboratori che si tengono dalle 17 alle 19 e che, ad oggi, stiamo cercando di far par-tire in base all’utenza che abbiamo. Quest’anno è partito, ad esempio, il laboratorio di quilling, la forma d’ar-te che prevede l’uso della carta per creare oggetti, molti dei quali saranno pronti in vista del Natale. Un gruppo di professionisti, inoltre, è a disposizione dei minori e delle loro famiglie, per servizi di consulenza e intervento psi-cologico, pedagogico e sociale. In ulti-mo, cerchiamo sempre di organizzarci in base alle richieste dei bambini, al fine di far fare loro ciò che più amano.È questo l’obiettivo del vostro Centro?Certo. Il centro nasce per dare ai più piccoli - noi in particolare accogliamo bambini da 6 ai 14 anni - quella libertà

che oggi non hanno quasi più e per allontanarli dalle nuove dipendenze: qui non c’è nulla di elettronico, infatti! Con la collaborazione di operatori pro-fessionisti, quali psicologi, educatori e maestri d’arte, veri e propri assistenti educativi che fanno attività di labora-torio, i bambini trascorrono i loro po-meriggi in maniera più piacevole ma soprattutto assistiti da personale com-petente.Oggi, purtroppo, a causa anche della crisi che sta investendo il nostro Pae-se, le utenze scarseggiano e il Centro, per ovviare a grandi difficoltà, è stato costretto a rivedere i giorni di apertura: dal lunedì al venerdì che era aperto; ai soli martedì, mercoledì e giovedì. Al fine di coinvolgere anche l’ammi-nistrazione comunale - contattata più spesso senza avere risposte, a causa, probabilmente di impegni istituzio-nali - gli operatori stanno pensando di organizzare un evento che rinvi-gorisca il loro nome. Le famiglie, dal canto loro, in base ad un listino prezzi pensato per venire incontro alle possi-bilità di ognuna, possono scegliere il pacchetto migliore per i loro figli; pa-gando anche solo ad ore trascorse nel Centro. È importante segnalare che i loro soldi servono esclusivamente per pagare le utenze e per rimborsare le spese sostenute dagli operatori. La dottoressa Leonzi, svolge da più di un anno questa attivi-tà a titolo totalmente gratuito. Nonostante questo, ci comunica lietamente l’apertura, entro la fine di questo mese, di un altro Cen-tro educativo a Silvi Marina, in via Roma; ottenendo, questa volta, l’adesione e la collaborazione del Co-mune di Silvi.

Alla scoperta del Centro Educativo “il pagliaccio” di pineto

di MARTINAFRANCHI

Si trova nel Quartiere dei Poeti ed è attivo da un anno. Professionisti nel campo socio-psico-educativo, mettono a disposizione il loro tempo per rendere “liberi i più piccoli”

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di ELIOD’AsCENZO

Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi ed il cuore. È un modo di vivere. henry cartier-bresson

La foto del nostro affezionato lettore (tra l’altro scattata senza l’ausilio del cavalletto, complimenti), trasmette appieno quello che lui ci ha descritto. Edoardo ci dice che lo scatto è sempre l’obiettivo principe per lui…! E condivido assolutamente. Infatti la fotografia (quindi lo scatto), dev’essere il culmine di un’idea, un progetto, di una visione, non l’inizio! Oggi in molti lavorano al contrario e cioè, prima si scatta e poi, tanto c’è Photoshop…! Vero è che l’immagine può essere comunque migliorata sotto l’aspetto

Se volete pubblicare una vostra foto particolare inviatela a [email protected]

AUTORE: Edoardo Di Nicola LUOGO: AtriTITOLO DELL’OPERA: “TEDIATI SPETTATORI”APPARECCHIATURA:CANON EOS 550D - OBIETTIVO 18-55 IS II

ParameTri Di SCaTTO: LUNGHEzzA FOCALE: 18MM 1/13 SEC; F/7,1 - ISO 1600 - MISURAzIONE MANUALE

fOTOgRAfIA

L’AUTORE RACCONTA...Da quando ho iniziato a fotografare sono sempre stato attratto dal caos,movimento,casualità che si sviluppano nella vita di ogni giorno,nella quotidianità. Riuscire a trasmettere un “mood” tramite uno scatto è sempre l’obiettivo principe per me,cercando l’ordine nell’entropia della strada:il palcoscenico dello svolgersi della vita.Qui un tediato spettatore osserva il fluire di vita in un bar,incorniciato da una magnifica piazza di Atri.

cromatico, nelle curve di contrasto, saturazione, etc…(sostanzialmente quello che prima in analogico si faceva in camera oscura). Ma quello che vede il nostro io nessun programma di manipolazione ce lo può costruire, ricordiamolo! Nell’osservare questa fotografia personalmente mi trasmette tristezza (l’autore sicuramente voleva riportarci questo). Non si spiega altrimenti la scelta di questo bianco e nero cupo e l’inquadratura molto lineare, quasi piatta. Per chi la conosce; immaginiamo la piazza atriana con i suoi colori e la sua illuminazione molto suggestiva, avrebbe fatto guadagnare in dinamicità la lettura dello schema orizzontale degli elementi principali (vedi teatro, cane a terra, persone e pavimento). Questa volta mi sono permesso di ottimizzare l’immagine in modo lieve agendo solo sul cursore delle curve (sperando che la stampa me ne dia atto...) e di dare un taglio d’inquadratura leggermente diverso rispetto a quello originale. Uno scatto al giorno, dai! Provare, creare…

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