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140 - Avventure nel mondo 1 | 2019 I l trekking al Campo Base dell’Everest è uno dei più belli al mondo e forse il più bello sia per l’impegno fisico che per la bellezza dei panorami mozzafiato; per questi motivi è frequentato da trekker che vengono da ogni parte del mondo. Noi abbiamo incontrato canadesi, statunitensi, argentini, europei da ogni dove, australiani, indiani e tanti orientali (giapponesi, coreani ed altri). Non sono richieste particolari preparazioni fisiche né conoscenze di tecnica alpinistica; è molto impegnativo per le condizioni ambientali e per la logistica; i lodge sono riscaldati solo nella sala comune, ci si cambia al freddo e si dorme al freddo, ci si lava poco anche perché le docce sono molto disagevoli. La cucina è monotona e noi abbiamo ovviato portando da casa grana e speck per accompagnare la cena. Prima della partenza ho contattato il corrispondente a Kathmandu, Mr. Tshiring, e gli ho comunicato il piano voli con la data del nostro arrivo a Ktm. Gli ho chiesto di prenotare l’hotel e, su richiesta di due partecipanti, di procurarmi due sacchi a pelo a noleggio; lo consiglio per chi non possiede il sacco a pelo (erano caldi, puliti ed in ottime condizioni). Siamo in cinque con il sottoscritto che sono il “vecchietto” del gruppo. Claudio “il professionista” grande giocatore di scala quaranta, Fulvio lo sky runner, Simone ”il veneto” grande atleta anche lui, e Valeria la più piccola del gruppo. Nella parte iniziale del trek durante il giorno abbiamo avuto anche caldo; la sera rinfresca parecchio; salendo le temperature si sono abbassate e qualche pomeriggio è anche nevicato. Le camere dei lodge non sono riscaldate ed abbiamo patito il freddo nonostante il sacco a pelo pesante. In alcuni lodge avevamo il ghiaccio sui vetri all’interno dei lodge. Sia a Kathmandu che durante il trekking è presente una gran quantità di finissima polvere che ha provocato qualche problema alle vie respiratorie: occorre proteggerle adeguatamente. In generale durante il trek la giornata si può così sintetizzare. La mattina, dopo essere usciti dal sacco a pelo ed essersi vestiti, prima di andare a far colazione, si prepara il borsone che deve essere lasciato fuori dalle camere, in modo tale che i portatori possano prenderlo e partire per la destinazione giornaliera. Nello zaino si mette il necessario per la giornata: acqua, un po’ di cibo e indumenti caldi. Si fa colazione e si parte. Nelle primissime ore della giornata le temperature sono abbastanza fresche, quindi solitamente all’inizio del cammino si è ben coperti, per spogliarsi man mano che passa il tempo. L’orario di partenza varia in base ai giorni; in linea di massima fra le 6.30 e le 8.00. Tranne che sui passi, si trovano sempre dei punti di ristoro dove poter pranzare o semplicemente prendere un tè caldo. Le distanze non sono mai lunghe; a volte si arriva a destinazione anche abbastanza presto. Arrivati al lodge e preso possesso delle camere si prende posto nella sala comune che è l’unico ambiente riscaldato. Si passa il tempo bevendo te, chiacchierando, leggendo e, grazie alla lungimiranza di Claudio che aveva portato le carte da gioco dall’Italia, facendo interminabili partite a scala quaranta. Durante il trekking è la guida che ogni giorno sceglie e prenota il lodge in base alla disponibilità dei posti. Solitamente sono stanze per due persone, senza riscaldamento. La qualità del cibo nei lodge è sempre di buon livello; la quantità è più che sufficiente. Il mio consiglio è di stare molto attenti a quello che si mangia. I menù sono quasi tutti uguali: pasta, pizza, zuppe, riso o noodles con verdura, momo, uova, patate cucinate in tutti i modi, carne di pollo e spesso di yak. Noi abbiamo evitato con cura tutti i cibi a base di uova e carne e tutti i piatti molto speziati nonchè tutte le bevande alcoliche o gassate. Abbiamo integrato la cena con grana e speck portati dall’Italia. Nei lodge con il pernottamento è obbligatorio consumare cena e prima colazione. Nei lodge si può acquistare acqua imbottigliata a prezzo crescente con la quota, è però più conveniente acquistare l’acqua nei negozietti fuori dai lodge perché è meno costosa. Nei lodge le camere non sono riscaldate, sono a due letti forniti di materassino e varie coperte e sono abbastanza spartane. C’è un‘ampia sala comune che funge da ritrovo e sala da colazione/pranzo/ cena dove solitamente è attiva una stufa alimentata a sterco secco. Di solito per il pernottamento si paga una cifra abbastanza bassa a condizione Un sogno che diventa realtà RACCONTI DI VIAGGIO | Trek Nepal http://www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/7600 Testo di Marcello Barbè Foto di M. Barbè - F. Rinaldi - C. Gotti - S. Breda Everest Campo Base

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RACCONTI DI VIAGGIO | Iran

Il trekking al Campo Base dell’Everest è uno dei più belli al mondo e forse il più bello sia per l’impegno fisico che per la bellezza dei panorami

mozzafiato; per questi motivi è frequentato da trekker che vengono da ogni parte del mondo. Noi abbiamo incontrato canadesi, statunitensi, argentini, europei da ogni dove, australiani, indiani e tanti orientali (giapponesi, coreani ed altri).Non sono richieste particolari preparazioni fisiche né conoscenze di tecnica alpinistica; è molto impegnativo per le condizioni ambientali e per la logistica; i lodge sono riscaldati solo nella sala comune, ci si cambia al freddo e si dorme al freddo, ci si lava poco anche perché le docce sono molto disagevoli. La cucina è monotona e noi abbiamo ovviato portando da casa grana e speck per accompagnare la cena.Prima della partenza ho contattato il corrispondente a Kathmandu, Mr. Tshiring, e gli ho comunicato il piano voli con la data del nostro arrivo a Ktm.Gli ho chiesto di prenotare l’hotel e, su richiesta di due partecipanti, di procurarmi due sacchi a pelo a noleggio; lo consiglio per chi non possiede il sacco a pelo (erano caldi, puliti ed in ottime condizioni). Siamo in cinque con il sottoscritto che sono il “vecchietto” del gruppo. Claudio “il professionista” grande giocatore di scala quaranta, Fulvio lo sky runner, Simone ”il veneto” grande atleta anche lui, e Valeria la più piccola del gruppo.Nella parte iniziale del trek durante il giorno abbiamo avuto anche caldo; la sera rinfresca parecchio; salendo le temperature si sono abbassate e qualche

pomeriggio è anche nevicato.Le camere dei lodge non sono riscaldate ed abbiamo patito il freddo nonostante il sacco a pelo pesante. In alcuni lodge avevamo il ghiaccio sui vetri all’interno dei lodge.Sia a Kathmandu che durante il trekking è presente una gran quantità di finissima polvere che ha provocato qualche problema alle vie respiratorie: occorre proteggerle adeguatamente. In generale durante il trek la giornata si può così sintetizzare.La mattina, dopo essere usciti dal sacco a pelo ed essersi vestiti, prima di andare a far colazione, si prepara il borsone che deve essere lasciato fuori dalle camere, in modo tale che i portatori possano prenderlo e partire per la destinazione giornaliera. Nello zaino si mette il necessario per la giornata: acqua, un po’ di cibo e indumenti caldi. Si fa colazione e si parte. Nelle primissime ore della giornata le temperature sono abbastanza fresche, quindi solitamente all’inizio del cammino si è ben coperti, per spogliarsi man mano che passa il tempo. L’orario di partenza varia in base ai giorni; in linea di massima fra le 6.30 e le 8.00. Tranne che sui passi, si trovano sempre dei punti di ristoro dove poter pranzare o semplicemente prendere un tè caldo. Le distanze non sono mai lunghe; a volte si arriva a destinazione anche abbastanza presto. Arrivati al lodge e preso possesso delle camere si prende posto nella sala comune che è l’unico ambiente riscaldato. Si passa il tempo bevendo te, chiacchierando,

leggendo e, grazie alla lungimiranza di Claudio che aveva portato le carte da gioco dall’Italia, facendo interminabili partite a scala quaranta. Durante il trekking è la guida che ogni giorno sceglie e prenota il lodge in base alla disponibilità dei posti. Solitamente sono stanze per due persone, senza riscaldamento.La qualità del cibo nei lodge è sempre di buon livello; la quantità è più che sufficiente. Il mio consiglio è di stare molto attenti a quello che si mangia.I menù sono quasi tutti uguali: pasta, pizza, zuppe, riso o noodles con verdura, momo, uova, patate cucinate in tutti i modi, carne di pollo e spesso di yak.Noi abbiamo evitato con cura tutti i cibi a base di uova e carne e tutti i piatti molto speziati nonchè tutte le bevande alcoliche o gassate. Abbiamo integrato la cena con grana e speck portati dall’Italia.Nei lodge con il pernottamento è obbligatorio consumare cena e prima colazione.Nei lodge si può acquistare acqua imbottigliata a prezzo crescente con la quota, è però più conveniente acquistare l’acqua nei negozietti fuori dai lodge perché è meno costosa.Nei lodge le camere non sono riscaldate, sono a due letti forniti di materassino e varie coperte e sono abbastanza spartane. C’è un‘ampia sala comune che funge da ritrovo e sala da colazione/pranzo/cena dove solitamente è attiva una stufa alimentata a sterco secco. Di solito per il pernottamento si paga una cifra abbastanza bassa a condizione

Un sogno che diventa realtà

RACCONTI DI VIAGGIO | Trek Nepalhttp://www.viaggiavventurenelmondo.it/viaggi/7600

Testo di Marcello BarbèFoto di M. Barbè - F. Rinaldi - C. Gotti - S. Breda

Everest Campo Base

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Un sogno che diventa realtàEverest Campo Base

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che cena e colazione vengano consumati nel medesimo lodge, altrimenti il costo pernottamento lievita. I piatti scelti dal menù vengono segnati in un registro (sia per le cene che per le colazioni) e al mattino si paga il totale con la cassa comune. Ecco nel dettaglio il nostro viaggio:

121 – 22 aprile volo ITALIA - KATHMANDU

Ci incontriamo a Malpensa. Partiamo tutti da Milano. Durante il volo facciamo conoscenza ed emerge da subito una notevole empatia tra tutto il gruppo. Breve sosta a Delhi. Lunga fila per il visto; anzi prima si fa una lunga fila per pagare la tassa d’ingresso e poi un’ulteriore fila per il visto; per fortuna e lungimiranza abbiamo già compilato il foglio scaricato dal sito e così evitiamo la fila alle macchinette per compilare il modulo; all’esterno ci aspetta l’addetto dell’agenzia e in poco tempo siamo in hotel, nel cuore di Thamel.Recupero gli Euro della cassa viaggi e anche i soldi che cambieremo da Mr. Tshiring, titolare dell’agenzia, che ci sta aspettando in hotel. Provvediamo agli adempimenti di natura economica e iniziamo a creare la cassa comune. Valeria, che abbiamo nominato cassiera del gruppo, inizia ad impratichirsi su come annotare le entrate e le uscite. Mr. Tshiring consegna i due sacchi a pelo che avevo richiesto a noleggio e mi consegna un telefono cellulare per contattarlo in caso di emergenza durante il trek. E’ ormai sera. Usciamo dall’hotel per la cena e per provvedere all’acquisto dei borsoni impermeabili. Abbiamo l’imbarazzo della scelta; praticamente appena usciti in strada vi sono numerosissimi negozi. Procediamo all’acquisto dei borsoni ad un prezzo veramente irrisorio e della Everest Trek map (utilissima) e andiamo a cena al Third Eye. Ottima cena. Siamo già molto affiatati. Ritorniamo in hotel e a nanna.

2 23 aprile KATHMANDU – LUKLA (2840 slm) – PHAKDING (2610 slm)

Sveglia alle 5.30. Alle 6.00 facciamo colazione. Alle 6.45 andiamo in aeroporto. Il nostro volo è previsto per le ore 8.30. Grande caos al check-in: ci pesano i bagagli, compresi gli zaini, e dobbiamo pagare l’extra peso, tramite la cassa comune. Per fortuna non è molto oneroso.Ci mettiamo in attesa, c’è moltissima gente che aspetta, finalmente verso le 9.00 veniamo chiamati per l’imbarco: per altra mezz’ora restiamo sulla pista a bordo del pulmino in attesa dell’arrivo dell’aereo: Finalmente arriva e si parte;

E’ una tratta abbastanza breve (30/45 minuti circa) ma si balla parecchio; speriamo di trovare bel tempo all’arrivo perché in caso contrario si deve tornare indietro; l’aereo infatti vola a vista e bastano poche nubi per impedire la visibilità all’atterraggio; solo dopo aver visto l’aeroporto di

Lukla ci si rende veramente conto di cosa si tratti e cosa si intende per scarsa visibilità; la pista di atterraggio è brevissima ed in salita se si arriva lunghi si va a finire contro un muro, al decollo invece la pista è in discesa e finisce in un burrone; Arriviamo a Lukla verso le 10.30 c’è una

buona visibilità e si atterra. Siamo fortunati.All’uscita dell’aeroporto trovo Ram Bir, la nostra guida, che ci sta aspettando. Incontriamo anche i portatori. Sulla terrazza dell’Hotel the Nest at Lukla, posto di fianco alla pista di atterraggio, sistemiamo i bagagli e verso mezzogiorno partiamo. E’ una bella giornata di sole. Il percorso non è impegnativo tutto a sali scendi; alle 14.30 arriviamo al Montain Resort Lodge che si trova fuori dal villaggio di Pakhding dopo il ponte sospeso. Prendiamo possesso della camere e ci sediamo fuori al sole per un te; Claudio e Simone ne approfittano per andare a visitare il monastero che si trova su in alto mentre noi illustriamo alla guida Ram Bir l’itinerario del trek e delle due soste che avevo previsto a Namche Bazar e a Dingboche per l’acclimatamento e di cosa fare nei due giorni di sosta.

324 aprile PHAKDING (2610 slm) – MONJO (2835 slm) - NAMCHE BAZAR (3440 slm)

Partiamo prestino; lasciamo il villaggio. Si procede in falsopiano, attraversando una foresta di pini e rododendri dove si riattraversa di nuovo il fiume. Si riprende sull’altra sponda in leggera salita, passando un altro ponte e arrivando a Monjo. Qui entriamo ufficialmente nel Parco Nazionale del Sagarmatha. Lunga sosta all’ingresso del parco. C’è tanta gente in attesa di validare i trek permit; ci rendiamo veramente conto di quanto sia frequentato questo trek. Ram Bir si mette in coda e dopo circa un’ora e mezza entriamo. Si ridiscende per un ripido sentiero e si costeggia il fiume in piano e dopo una brevissima salita arriviamo al lungo ponte sospeso; dopo il ponte ci aspetta una ripidissima salita verso Namche Bazar, che si raggiunge dopo una serie di tornanti. E’ il primo vero assaggio di trek e tutti ne sentiamo gli effetti.Arriviamo finalmente a Namche: sono le ore 14.30; il nostro lodge è in posizione centrale. Prendiamo posto nelle camere. Facciamo un breve giro per Namche e per i suoi tanti negozietti.

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RACCONTI DI VIAGGIO | Trek Nepal

Non siamo per nulla stanchi. Dopo cena Claudio tira fuori le carte e iniziamo a giocare a scala quaranta. Diventerà una piacevole consuetudine ed un ottimo passatempo nonché un modo per stare insieme a scherzare e prendersi amichevolmente in giro.

4 25 aprile NAMCHE BAZAR (3440 slm) - SYANGBOCHE (3720 slm) – EVEREST VIEW (3.880 slm) KHUMJUNG (3780 slm) - KHUNDE (3840 slm) - NAMCHE BAZAR (3440 slm)

Colazione alle ore 7.00; abbiamo tutti ormai deciso per un menu standard; pane, miele e marmellata e te; infatti non vogliamo rischiare di mangiare cose particolari o strane che possano darci fastidio durante il giorno; sarà così per tutto il trek e nessuno ha avuto problemi di salute; un monotonia mortale ma ne è valsa la pena!!!Alle 8.00 saliamo per le ripidissime scalinate di Namche e arriviamo al museo del parco nazionale. Bella visita; siamo tutti tranquilli ed il tempo è bello; ci permette di vedere un bel panorama sulle alte vette e sul ripidissimo sentiero che abbiamo di fronte e che dobbiamo percorrere per arrivare all’Hotel dei Giapponesi - Everest View Hotel.Alle 9.30 imbocchiamo il sentiero. Arriviamo fino a Syangboche dove c’è un piccolo aeroporto usato principalmente come scalo merci; dopo un sentiero in lieve salita arriviamo all’hotel dei giapponesi Everest View (3880 slm) e decidiamo di fermarci a bere un tè, certamente non a buon mercato, si è rannuvolato e quindi non vediamo nulla del bel panorama che speravamo di vedere. Verso le 12.00 scendiamo verso Khumjung, piccolo villaggio con qualche lodge e tante abitazioni di contadini con i campi coltivati intorno. Un paesaggio bucolico. Siamo tutti molto colpiti dalla bellezza del panorama. Abbiamo l’occasione di vedere momenti della vita quotidiana di questa gente, fatta di duro lavoro nei campi e di bambini che giocano per strada; visitiamo la scuola di Hillary. Ci fermiamo in una panetteria e acquistiamo due baguette. Andiamo poi al monastero dove è conservato lo scalpo dello yeti ma lo troviamo chiuso. Riapre alle 13.00 ed a quell’ora dovrebbe esserci una puja. Decidiamo di aspettare e ne sarà valsa la pena!! Alle 13.00 il monastero apre, ci togliamo le scarpe all’entrata e ci accomodiamo per terra su un morbido materasso. I monaci iniziano a prendere posto. Alla presenza di almeno una ventina di monaci assistiamo ad una puja in grande stile con l’utilizzo di tutti gli strumenti (trombe di vario tipo e foggia, tamburi e campanelli) e con diversi momenti liturgici.Soddisfatti ci dirigiamo a Kunde; inizia a scendere una pioggerellina che però non da fastidio; visitiamo

il piccolo ospedale, anch’esso fondato da Hillary, lasciamo una doverosa offerta e poi saliamo per visitare il monastero che però è chiuso. Sono le 15.30 quando, con calma, iniziamo a scendere per tornare a Namche. Visita ai vari negozi per rendersi conto cosa sarà possibile acquistare al ritorno. Qualcuno di noi fa la doccia (a pagamento e neppure caldissima). Alle 19.00 ci troviamo tutti per la cena. Concludiamo la serata con chiacchere e partite a carte. Il clima tra di noi è molto gioviale.

5 26 aprile NAMCHE BAZAR (3440 slm) -

TENGBOCHE (3860 slm)

Anche oggi è una bella giornata, sole, cielo blu e temperatura più che piacevole. Colazione alle 7.30, partenza alle 8, dapprima in salita, poi con saliscendi. Vediamo l’Ama Dablam per la prima volta: meraviglioso! Ci farà compagnia per quasi tutto il trek. Una ripida discesa ci porta a Phungi Thanga, alle 11.30 sosta per il pranzo, Il tempo peggiora; alle 12.00 ripartiamo. Qui inizia una

ripida salita che porta a Tengboche: i più veloci sono su in un’ora; io chiudo il gruppo e salgo in circa 1 ora e mezza. Sono le 13.30 e prendiamo posto nel lodge; in camera fa molto freddo. Ci cambiamo e facciamo visita al vicino monastero; è molto interessante ma la puja, con tre monaci che si limitano alle preghiere non è così suggestiva come quella di Khumjung. Foto di gruppo all’uscita con un monaco molto simpatico e disponibile. Inizia a nevicare. Torniamo nel lodge. Anche nella sala comune fa molto freddo; dobbiamo insistere perché accendano la stufa nonostante siamo vestiti pesantemente. Questo fatto e il pessimo stato del lodge farà si che al ritorno, modificando il programma, non si dormirà più qui ma si andrà direttamente a Namche Bazar. Cena alle ore 19, poi alle 21, infreddoliti come non mai, si va tutti a dormire.

627 aprile TENGBOCHE (3860 slm) - DINGBOCHE (4410 m)

Anche oggi è una bellissima giornata di sole, colazione ore 7.30, partenza ore 8. Risaliamo la valle e arriviamo a Dingboche per le 13.00. Il sentiero è facile, in falsopiano ed attraversa una vera e propria foresta di rododendri. Molti sono già fioriti. Abbiamo superato quota 4000 e da oggi in poi resteremo oltre questa quota per parecchi giorni. Prendiamo possesso delle camere al Mountain Paradise Lodge; camere fredde ma con il bagno in camera. Nel pomeriggio inizia a nevicare.Rimaniamo al calduccio della sala comune tutto il tempo tra chiacchere e giochi con le carte.

7 28 aprile DINGBOCHE (4410 slm) - CHUKHUNG (4730 slm) - CHUKHUNG RI (5.404 slm)

Sveglia alle 6.00; i vetri della camera sono ghiacciati (all’interno). Facciamo colazione alle 6.30 ed alle 7.30 partiamo in direzione Chukhung.Arriviamo al villaggio verso le 9.20. Breve sosta per un te; Valeria non sta molto bene e decide di aspettarci giù. Rimanere in quota le fa comunque bene per l’acclimatamento.Alle 10.20 partiamo in direzione Chukhung Ri. Alle ore 11.00 arriviamo, alla spicciolata, a quota 5.000 mt.La quota si fa sentire. Ripartiamo. I tre ragazzi partono veloci io invece inizio ad avere il respiro corto e rallento vistosamente.I tre baldi quarantenni sono in cima a quota 5.400 mt alle 12.20. Sono felicissimi per il traguardo raggiunto. Io mi fermo a 5.300 mt. Sono comunque soddisfatto perché è un ottimo acclimatamento in vista delle future salite.Torniamo velocemente a Chukhung dove ci fermiamo per il pranzo.Dopo mangiato con calma in un’oretta arriviamo a Dingboche. Fa meno freddo di ieri. Su consiglio di Ram Bir decidiamo di modificare il programma. Domani non ci fermeremo a dormire a Lobuche ma proseguiremo fino alla Piramide del CNR per il pernottamento. Ram Bir ci dice che le sistemazioni a Lobuche non sono ottimali mentre alla Piramide si sta molto bene e per questo motivo decidiamo in tal senso.

8 29 aprile DINGBOCHE (4410 slm) - LOBUCHE (4910 slm) - PIRAMIDE CNR (5050 slm)

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RACCONTI DI VIAGGIO | Trek Nepal

Colazione ore 7.00, partenza dopo mezz’ora. Subito inizia una salita abbastanza ripida ma breve e dopo un’ora, siamo al primo passo. Da qui il percorso si fa più dolce, si apre una vallata arida e spettacolare, il percorso spiana ma la quota elevata inizia a farsi sentire; il nostro sentiero è a mezza costa; sotto di noi vediamo il villaggio di Periche con le sue coltivazioni ed il sentiero di fondovalle che da Periche sale anch’esso a Thokla. Alle 10.00 circa, dopo aver attraversato il fiume, siamo a Thokla (4620 slm). Facciamo una pausa tè e dopo mezz’ora ricominciamo a camminare. La salita si fa molto ripida e ci mette a dura prova ma alla fine arriviamo al Thokla Pass (4830 slm). Il panorama è uno spettacolo che ci toglie il fiato. Intorno a noi montagne ovunque a 360°; su questo passo ci sono tanti monumenti che ricordano le vittime del Monte Everest. Una leggera salita ci porta a Lobuche. Ripartiamo subito verso la Piramide del CNR dove dormiremo. Arriviamo lì in meno di un quarto d’ora. Il tempo è nuvoloso. Non vediamo nulla del panorama. Prendiamo possesso delle camere che effettivamente sono molto confortevoli. Nostro malgrado scopriamo che, diversamente da quello che scriveva una precedente coordinatrice dobbiamo pagare, a testa, 500 RP per la doccia 500 Rp per la ricarica del telefono e 500 Rp per il wifi; dopo aver contrattato con lo scaltro gestore riesco a spuntare uno sconto e pagare “solo” 1200 RP a persona per i tre servizi. Un vero furto!! L’unica consolazione è che la doccia è veramente calda con asciugacapelli elettrico e le camere, seppur non riscaldate, non sono fredde. Per la prima volta riusciamo a cambiarci e lavarci per benino.Facciamo visita ai laboratori della Piramide, che però in questo momento sono vuoti perché non c’è nessuna ricerca in corso. Il furbo gestore ci fa un po’

da cicerone. Il lodge è pieno. Cena nella norma e a letto: domani ci aspetta una giornata pesante con destinazione il Campo Base dell’Everest; siamo tutti tra l’eccitato ed il preoccupato di non riuscire a raggiungere l’agognata meta!!!

9 30 aprile PIRAMIDE CNR (5050 slm) - GORAK SHEP (5140 slm) - EVEREST B.C. (5364 slm) - GORAK SHEP (5140 slm)

Ci svegliamo alle 6.30. Il tempo è nuvoloso.Abbiamo tutti dormito malissimo per l’altitudine.Stanotte è nevicato. Alle 7.30 partiamo.Usciti dalla Piramide prendiamo il sentiero alto; dopo uno strappo iniziale si prosegue a mezza costa; il sentiero è molto panoramico; dobbiamo fare un minimo di attenzione per la neve che è caduta perché il sentiero è leggermente esposto. Sotto di noi, a fondo valle, vediamo il sentiero che da Gorak Shep arriva al passo. Alle 8.30 siamo al Lobuche Pass (5110 slm) dove ci ricongiungiamo al sentiero normale. Ore 9.30: siamo a Gorak Shep; ci fermiamo nel Himalaya Lodge, dove al ritorno ci fermeremo per passare la notte, per un te ed un riposino.Alle 10.15 ripartiamo per il Campo Base. Claudio, Simone e Fulvio partono veloci; io e Valeria la prendiamo con calma; il sentiero è a mezza costa con sali scendi e pietraie; costeggiamo la morena del ghiacciaio del Khumbu; uno spettacolo !!! Peccato per il cielo coperto. Viene giù anche un po’ di nevischio.Alle 12.00 siamo al Campo Base dell’Everest (5364 slm) anche noi. Foto di rito e breve giro tra gli accampamenti delle spedizioni. Siamo tutti molto emozionati; una meta è raggiunta!!! Il sogno si è avverato.Alle 13.00 iniziamo la discesa e dopo poco più di un’ora siamo a Gorak Shep.Nelle camere c’è un freddo da cani; sarà che siamo anche stanchini ma il lodge è pessimo ed i bagni anche peggio. Prendiamo possesso di un tavolo nella sala mensa e non lo lasciamo più. Iniziamo a bere te e mangiare. Il te ci scalda le membra infreddolite e ci aiuta anche a riequilibrare i liquidi persi durante la lunga giornata di trekking. La sala è gremita di gente. Rivediamo facce ormai note di trekkers di altre nazionalità con le quali abbiamo condiviso buona parte del trek.La nostra felicità e soddisfazione è palpabile. Decidiamo il programma di domani. Saremo in tre a salire sul Kala Pattar, gli altri due non se la sentono o quanto meno sono già appagati delle mete raggiunte sin qui. Decidiamo di cambiare ancora una volta il programma, non vogliamo più dormire alla Piramide dove per la quota nessuno aveva riposato bene, e decidiamo di scendere di quota. Optiamo per

scendere sino a Thokla e se riusciamo anche sino a Periche.

101 maggio GORAK SHEP (5140 slm) - KALA PATTAR (5550 slm) - PERICHE(4240 slm)

Sveglia alle 5.00. Il tempo è molto bello.Sin dalle 3.00 ho sentito gente muoversi per partire alla luce delle frontali.Io, Fulvio e Simone partiamo alle 5.40 che c’è già luce e le frontali non ci servono.Il sentiero è inizialmente ripido poi sale più dolcemente. Il pezzo più complicato sono le roccette sommitali, più per l’affollamento che per altro.Io vado su regolare; sto bene; a differenza della salita al Chukhung Ri non sento minimamente la quota; prima che sorga il sole si vedono molto bene l’Everest il Nupse ed il Lotse. Il panorama è fantastico.Dopo circa due ore sono in cima al Kala Pattar (5550 slm); Il Pumori è illuminato dal sole: una bellezza. Non riesco a descrivere le mie emozioni!! Un altro sogno che diventa realtà.Foto di rito e poi giù. In 40/50 minuti sono a Gorak Shep.Simone e Fulvio, i due Sky runner ci hanno messo 50 minuti a salire e venti minuti a scendere; non tenetene conto ….. loro sono dei fenomeni! Rifacciamo i borsoni ed iniziamo la discesa.In un’ora o poco più siamo a Lobuche e dopo circa mezzora al Thokla Pass. Scendiamo molto velocemente e in un’altra mezzora siamo già a Thokla.Ci fermiamo a mangiare e decidiamo di ripartire alla volta di Periche. Il sentiero per un brevissimo tratto segue quello dell’andata e dopo poco però devia verso destra ed inizia a scendere. Siamo nel fondo valle e costeggiamo il greto del fiume. Inizia a nevicare; ma la neve non da fastidio perché non è umida; sarà anche perché camminiamo da un bel pò ma non abbiamo freddo.Arriviamo a Periche. Prendiamo le camere al Himalayan Hotel. Il più bel lodge del viaggio. Per fortuna che abbiamo cambiato programma. Camere confortevoli con bagno; muri spessi ed una sala comune coi fiocchi; addirittura con musica anni ottanta di sottofondo.Siamo tutti molto contenti sia per la giornata che per la sistemazione.Ottima cena dove diamo fondo anche alle ultime scorte di grana e speck. Prima di cena vista la forma fisica raggiunta ed il buon stato di salute di tutti decidiamo ancora un a volta di cambiare programma e di non fermarci più per la notte a Tengboche, dove eravamo stati malissimo per il freddo, ma di tentare di arrivare a Namche Bazar.

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144 - Avventure nel mondo 1 | 2019

RACCONTI DI VIAGGIO | Trek Nepal

2 maggio PERICHE(4240 slm) - NAMCHE BAZAR (3440 slm)

Partiamo alle 8.10. La giornata è bellissima e la valle è stupenda. Ieri le nuvole ci nascondevano una vera meraviglia della natura. Altissime montagne innevate da ogni lato. Una valle idilliaca.Capisco il perchè vi abbiano anche costruito un ospedale.Il sentiero è facile ed in due ore siamo a Pangboche; breve sosta e si riparte attraversando una vera e propria foresta di rododendri: le foto si sprecano. I colori dei fiori variano dal bianco al rosa, dal ciclamino al rosso carminio. Inizia la lenta e lunga salita fino a Tengboche ed il caldo si fa sentire.Verso mezzogiorno simo a Tengboche. Brevissima sosta e ripartiamo. Ci aspetta una lunga e infida discesa; ci mettiamo quasi un’ora per arrivare a fondo valle dove ci fermiamo a mangiare un boccone nello stesso posto dell’andata. Alle 14.00 ripartiamo. Il sentiero dapprima sale e poi si snoda lungamente in falsopiano; è eufemistico dire lungamente in quanto non si arriva mai!!Ad ogni chorten e dopo ogni curva ti aspetti di vedere le prime case di Namche Bazar ed invece nulla…. Altro chorten ed altre curve. E così per almeno due ore di cammino.Finalmente arriviamo; nonostante l’ormai eccezionale stato di forma raggiunto siamo tutti un pochino provati. Del resto abbiamo coperto quasi due tappe in un giorno solo.Non troviamo posto nel lodge deva eravamo stati all’andata e alloggiamo al Confort Inn. Direi che siamo stati fortunati perché, a nostro parere, è migliore.Approfittiamo tutti della doccia calda ( 400 RP). Sarà perché siamo ormai abituati alle rigide temperature che abbiamo incontrato su in quota ma in camera non c’è freddo.Breve giretto per Namche Bazar.Cena nella norma: ormai prendiamo sempre le stesse cose. Aspettiamo di finire il trek ed arrivare a Kathmandu per variare il menu. Dormiamo tutti molto bene.

13 3 maggio NAMCHE BAZAR (3440 slm) - PAKHDING (2610 slm)

Sveglia e colazione con calma.Oggi ci aspetta un percorso molto corto.Facciamo quindi un giro per Namche per lo shopping. Io ne approfitto per andare dal sarto per cercare di far riparare la cerniera del mio soft shell; con l’aiuto di Ram Bir lo trovo e per un costo irrisorio

(200 RP - nemmeno due euro) mi risolve il problema egregiamente.Compriamo tutti lo stemma con scritto EBC e Kala Pattar da esibire a casa come un vero e proprio trofeo nonché piccoli monili e le bandiere di preghiera da regalare. In un negozio vendono il formaggio di Yak, ha un bell’aspetto che ci convince e ne compriamo 8 etti. Alle 10.00 partiamo. Vi sono nuvole basse che nascondono il panorama.Non vedremo mai il sole ma per fortuna non prendiamo neanche una goccia di pioggia.Facciamo la lunga e ripida discesa che all’andata ci aveva fatto un po’ penare ed arriviamo al lungo ponte tibetano. Foto e filmati si sprecano.Siamo sul greto del fiume e dopo una brevissima ma ripidissima salita siamo a Monjo al gate del parco.Sono le 12.00. Non abbiamo fretta e ci fermiamo in un posto molto carino per il pranzo. Mangiamo il formaggio di yak che abbiamo comprato a Namche. E’ veramente buono, sembra fontina; lo spazzoliamo in un attimo accompagnandolo con del pane chapati e col solito te.

Alle 14.30 siamo a Phakding al Montain Resort; stesso lodge dell’andata.Abituati ormai agli standard nepalesi ed ai lodge che abbiamo trovato su in quota ci sembra decisamente migliore di come ci era parso all’andata.Ci cambiamo e saliamo fino al monastero. E’ una bella salita ma siamo ancora carichi di energie.Lasciamo una doverosa offerta e

dopo circa un’ora scendiamo. Simone e Valeria, che di tutti noi sono i più affascinati ed incuriositi per la cultura e la religione buddista, rimangono su in attesa della puja. Stasera puro relax. Sappiamo che domani ci aspetta solo un breve tragitto. Telefono a Mr. Tshring per chiedergli la disponibilità di un pulmino per i due giorni che saremo a Kathmandu per la visita alla città e alla sua valle. Come di consueto è sempre molto disponibile e ci accordiamo.

14 4 maggio PAKHDING (2610 slm) - LUKLA (2840 m)

Ci svegliamo con un bellissimo sole. La temperatura è gradevole.Dopo poco il sole svanisce ma forse è meglio così. Ci aspetta la salita sino a Lukla e, ripercorrendo lo stesso sentiero dell’andata, in due ore o poco più siamo arrivati.Prendiamo posto al Nest at Lukla. Facciamo un giretto per Lukla e inizia a piovere.Ritorniamo al lodge. Lasciamo la mancia ai porter ed ognuno di noi gli regala qualcosa. Siamo tutti molto

emozionati per il commiato con i portatori; anche loro si dimostrano enormemente riconoscenti per la mancia e per i regali. Il mio porter non la smetteva più di abbracciarmi.La sala comune del lodge è gremita di gente. Dopo poco scopriamo il perché: causa il maltempo gli aerei da e per Kathmandu non atterrano; molte persone aspettano il volo da ben due giorni. Ram Bir ci comunica che domani noi avremo il second fligh. Ovvero partiremo con il secondo gruppo di aerei e non con il secondo aereo; se tutto va bene si dovrebbe partire verso le 7.00.Continua a piovere. Alle pareti e sul soffitto della sala da pranzo vi sono appese bandiere e stemmi provenienti da tutte le parti del mondo; Fulvio attacca al soffitto la bandiera dei Varese runner firmata da tutti noi.

15 5 maggio LUKLA

Sveglia alle ore 5.30; non facciamo colazione per paura di star male in volo e andiamo in aeroporto. Il tempo è incerto. C’è un sacco di gente, regna il caos. L’aeroporto di Lukla è, oltre la sala d’ingresso, un solo camerone con i desk delle tre compagnie aeree che vi operano. Il desk non è altro che un misero banchetto con a fianco la pesa per i bagagli. Tutti i bagagli vengono ammassati alla rinfusa vicino al desk della compagnia aerea; si svolgono le operazioni d’imbarco, che altro non sono che la pesatura dei bagagli e il rilascio di un biglietto cartaceo, secondo l’ordine dei voli. Dopo di chè si passa al controllo e si trova posto in una sala d’aspetto composta da due cameroni con un angolo ristoro. Tutto qui. Quando arriva un aereo chiamano, a voce (non vi sono tabelloni o indicazioni di sorta) il numero di volo ed i passeggeri escono sulla pista ed a piedi fanno quei pochi metri per salire a bordo dell’aereo. Noi dobbiamo aspettare che quelli del first fligh facciamo il check-in. I primi voli arrivano verso le 8.00 8.30. Imbarcati i primi voli tocca a noi fare il check in.Con una indescrivibile confusione ci ammassiamo davanti al desk della compagnia aerea e pesiamo tutti i bagagli. Senza pagare alcun extra per il peso riceviamo i biglietti aerei.Entriamo nella sala d’aspetto e iniziamo quella che sarà una lunga ed interminabile attesa. Come Ulisse siamo in balia degli eventi atmosferici.

Page 6: Everest Campo Base · 2019. 2. 28. · per arrivare all’Hotel dei Giapponesi - Everest View Hotel. Alle 9.30 imbocchiamo il sentiero. Arriviamo fino a Syangboche dove c’è un

Avventure nel mondo 1 | 2019 - 145

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Aspettiamo ore. Ma gli aerei non arrivano più. Qui c’è bel tempo ma sembra, dalle notizie frammentarie che riceviamo, che ci sia brutto tempo giù a Kathmandu.Il tempo peggiora anche qui e la visibilità si fa incerta. Alle 14.00 ci viene comunicato ufficialmente che per oggi non si vola; ritiriamo i bagagli e ci dirigiamo verso un altro lodge perché al Nest non c’è più posto.L’Himalaya Lodge è più vicino all’aeroporto, meno caro e sembra anche migliore.Siamo tutti molto tristi. I programmi che avevamo fatto per visitare la valle di Kathmandu sono andati a farsi benedire.Contatto Mr Tshiring avvertendolo del problema e preannunciandogli la nostra necessità inderogabile di tornare con qualunque mezzo a Kathmandu nella giornata di domani perché la mattina di dopodomani abbiamo il volo per l’Italia.Mi tranquillizza dicendomi che in caso di maltempo provvederà con un elicottero e che mi farà sapere anche quanto costerà.Preso possesso delle camere dopo un po’ ritorniamo a bighellonare per Lukla. In un negozietto senza pretese troviamo del formaggio di Yak; La forma è intatta ed ha un bellissimo aspetto. Poiché in aeroporto ci siamo limitati ad un velocissimo snack e abbiamo una fame tremenda ne compriamo una bella fetta.Sulla via del ritorno entriamo all’Irish Pub. Ordiniamo la birra e diamo fondo al formaggio che è ottimo; calmata la fame e dopo un’altra bella birra fresca riusciamo a risollevarci un pochino il morale.Scambiamo due chiacchere con dei ragazzi olandesi e canadesi i quali, ingolositi dalla nostra voracità nel divorare il formaggio, ne vanno anche loro a comprare una fetta.Ritorniamo al lodge che è quasi ora di cena. Finiamo la serata ascoltando musica e con un’altra birra.Andiamo a letto speranzosi di poter recuperare almeno un giorno per visitare Kathmandu.

166 maggio LUKLA - KATHMANDU

Sveglia alle 6.00. Guardo fuori dalla finestra ed il tempo è bello.Anche oggi niente colazione. Alle 7.00 siamo all’aeroporto la cui entrata è di fianco al lodge. Alcuni aerei sono già arrivati e ripartiti. Buon segno. Noi però abbiamo il “third fligh”; siamo nel terzo gruppo di partenze.La nostra partenza è per le 9.30 - 10.00. Dopo la partenza del secondo gruppo di aerei facciamo il solito e caotico check in. Prendiamo posto nella sala partenze in fiduciosa attesa. Dopo poco atterra un elicottero con un alto dignitario con al collo una vistosa sciarpa cerimoniale arancione. Ci dicono che è il ministro del turismo e delle infrastrutture. La personalità visita tutto il minuscolo scalo ed entra anche nella sala partenze per salutarci; è evidentemente ben consapevole

dell’importanza di noi turisti per il suo Paese e per la valle del Khumbu.Il tempo nel frattempo è peggiorato e gli arrivi dei veivoli si sono interrotti.Sull’aeroporto vi sono nuvole basse che non promettono nulla di buono.Chiamo immediatamente Mr. Tshring per prenotare il volo in elicottero. Dopo poco mi richiama informandomi che, tenuto conto del rimborso del biglietto del volo aereo pari a 180 usd, il volo in elicottero costa 220 euro / 260 usd a persona.Gli confermo la nostra volontà e necessità di tornare oggi a Kathmandu ad ogni costo.Verso le 11.00 abbiamo la certezza che non arriveranno più aerei e quindi riprendiamo i nostri bagagli ed a piedi facciamo quelle poche centinaia di metri che ci separano dall’eliporto che si trova al di là della pista di atterraggio.Anche qui regna una enorme confusione. Gli elicotteri arrivano e partono velocemente. Tutti i passeggeri con cui abbiamo condiviso due giorni di attesa dei voli sono qui per cercare di tornare a Kathmandu.Il nostro elicottero dovrebbe arrivare da Kathmandu verso le 13.00.Alle 13.30 – 14.00 finalmente arriva. Velocemente carichiamo i bagagli e salutiamo Ram Bir Rai al quale consegno la doverosa mancia. Anche lui è emozionato.Prendiamo tutti posto sull’elicottero e con una spericolata manovra si parte.Si vola a vista. Dopo poco spunta il sole e mano a mano che scendiamo verso Kathmandu iniziamo ad avere caldo.Di fianco a me ha preso posto un nepalese. Dopo un’ora arriviamo a Kathmandu. Scendiamo e scarichiamo i bagagli. Il nepalese scarica la sua attrezzatura da spedizione d’alta quota. E’ uno sherpa d’alta quota, Pashang Norbu Sherpa che è stato in cima all’Everest numerose volte. Sta scendendo dal campo due per poi risalire in settimana. Foto e saluti.Arriviamo all’uscita dell’aeroporto e troviamo la persona mandata da Mr. Tshiring per accompagnarci all’hotel Harati. C’è anche l’incaricato della compagnia che deve ricevere i soldi per il volo in elicottero.

Prendiamo il pulmino e ci addentriamo nel caotico e polveroso traffico di Kathmandu.Dopo una sosta ad un ATM per permettere a Valeria e Fulvio di ritirare del contante per pagare la loro quota del volo arriviamo finalmente all’hotel Harati e

troviamo Mr. Tshiring ad attenderci.Paghiamo il volo, riconsegnamo i sacchi a pelo presi a noleggio, riprendiamo i bagagli che avevamo lasciato qui e, finalmente, andiamo in camera per una lunghissima e caldissima doccia.Usciamo per fare gli ultimi acquisti in giro per Thamel; fa parecchio caldo e in strada c’è un’enormità di polvere; tra un negozietto e l’altro ci fermiamo in un bar per rinfrescarci con due birre e poi dopo altri acquisti andiamo a cena al Third Eye.Finalmente mangiamo la carne; ottimo pollo tanduri o chicken kebab il tutto innaffiato da una fresca Everest Beer!!Siamo tutti molto felici per la riuscita del trek.Alla fine la disavventura dell’aereo al ritorno, a parte la spesa, la dimentichiamo.Eravamo venuti per il Campo Base Everest ed il Kala Pattar e le mete sono state raggiunte.

17 7 maggio Kathmandu – Delhi - Italia

Partiamo dopo una buona e abbondante colazione. All’aeroporto cambiamo in euro le rupie rimaste e facciamo il check-in senza problemi. Arriviamo a Delhi dove passiamo il tempo a curiosare nel vasto duty free e ci imbarchiamo senza problemi per Milano.Mentre nel volo da Kathmandu eravamo tutti vicini qui ci hanno sparsi in giro per l’aereo.Riusciamo comunque a incontrarci per scambiare due parole. All’arrivo baci e abbracci ed un arrivederci.Un pensiero ed un ringraziamento a Valeria, Simone, Claudio e Fulvio, persone meravigliose che hanno contribuito alla riuscita del viaggio e con le quali ho condiviso profonde ed indimenticabili emozioni; grazie per aver scelto questo viaggio e di avermi, in questo modo, dato la possibilità di coronare un sogno!!!“Pelledoca” . Namaste. Marcello