graffio34_new edition 2013

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FREEPRESS PAG. 13 www.graffiomagazine.it Aprile/Giugno 2013 34 costa sud/nord magazine BIMESTRALE DI SEGNO E COMUNICAZIONE LIBERA Sei azzurro e sei testadialkol? Salviamo Cicciolo E molto altro ancora nelle pagine interne... PAG. 18 Dalla Svezia: Mikael Liljeborg è Buford Pope il cambiamento e' un processo fondamentale per la vita... non solo per quella degli umani... Via Turati, 40 PIOMBINO Via Costa, 34 PIOMBINO

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FREEPRESS

PAG. 13

www.graffiomagazine.it

Aprile/Giugno 2013 N°34

costa sud/nord

magazineBIMESTRALE DI SEGNO E COMUNICAZIONE LIBERA

Sei azzurro e seitestadialkol?Salviamo Cicciolo

E molto altro ancoranelle pagine interne...

PAG. 18

Dalla Svezia:Mikael Liljeborgè Buford Pope

ilcambiamento

e' unprocesso

fondamentaleper la vita...

non solo perquella degli

umani...

Via Turati, 40 PIOMBINO

Via Costa, 34 PIOMBINO

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ContenutiBimestrale di segno e comunicazione libera

Registrazione del tribunale di Livorno n.2/07Direttore Responsabile: Valeria Parrini

RedazioneGreta Panicucci - [email protected]

PubblicitàMatteo Panicucci - [email protected]

GraficaMassimo Panicucci - [email protected]

StampaCentro Stampa Friuli

Poincicco di Zoppola (PN)

DistribuzioneSTAR STUDIO

Via Turati, 40 - 57025 Piombino (LI) - Italy

Hanno collaborato a questo numero:

Ada Badiale, Furio, Jozi Sante, Romano Funaioli,Ringo, Giovanna Manzi, Ipnosys, Marta Biagiol, Smi-ke Tusnod, Audrey Rivera, Daniele Aureli, Lianella Li-

valdi Laun.

Se avete immagini, foto, testi,disegni o qualcosa che attiri lavostra attenzione inviateli a:

[email protected]

INFORMATIVA SULLA PRIVACYAi sensi dell’Art. 13 del D. Lgs 196/2003 Vi comuni-

chiamo che i Vostri dati vengono da noi raccolti e trat-tati esclusivamente per fini connessi ai rapporti com-merciali tra noi intercorrenti. Precisiamo che i suddettidati verranno utilizzati per l’assolvimento degli obbli-ghi fiscali contrattuali. Il trattamento pertanto rientratra i casi per i quali è necessario ottenere il consensoa norma dell’Art. 24 del suddetto D. Lgs 196/2003.

PER LA TUA PUBBLICITÀ SU GRAFFIO0565.22.22.41

[email protected]

GRAFFIO magazineè una free-press che esce il giorno 5 del mese di

Febbraio/Aprile/Giugno/Agosto/Ottobre/Dicembree viene distribuita nei maggiori centri di aggrega-zione sul litorale da Grosseto a Livorno e dintorni.

GRAFFIO magazinelo puoi trovare qui:

bar, locali di tendenza, hair-stylist, enoteche, risto-ranti, cinema, teatri, centri culturali, cartolerie, bi-

blioteche, uffici informazioni turistiche... e di mano in mano

Cari lettori, come vi sarete senz’altroaccorti, il consueto numero di Febbra-io di Graffio non è uscito: il motivo è per-chè il nostro magazine ha preso una pau-sa di riflessione per farsi chiarezzasul proseguimento del progetto e in qua-li termini affrontare una nuova sta-gione di lavoro. Bene, dopo vari in-contri, in cui gli scambi opinionistici nonsono mancati, Graffio magazine, si ri-mette in gioco con una nuova veste edi-toriale. L’obbiettivo commerciale èquello di sempre: affrontare il proget-to in tutte le sue sfaccettature. Si trat-ta di un procedimento basato su diver-si punti che richiede, come sempre,l’intervento di più figure professiona-li che ruotano intorno alla nostra rivi-sta. Il cambiamento della nuova vestesta nell’elaborazione differente deicontenuti (testo, immagini, dati), nel fis-sare la disponibilità di cui ogni azien-da inserzionista ha bisogno per im-mettersi sul mercato. Pensiamo dunque,che, alla luce dei fatti, la nostra propo-sta sia ancora più che mai un veicoloadatto per questo tipo di necessità.Non vogliamo sottrarre lettori o clien-ti ad altre testate presenti sul merca-to, né tantomeno metterci a fare loroconcorrenza, ma di certo d’ora in poi va-luteremo ancora più attentamente il no-stro atteggiamento per miglioraresempre di più la nostra linea d’azione.Perchè ciò che davvero conta, affinchèil nostro progetto possa rimanere an-cora in piedi, è quello di riuscire a man-tenere quel legame, quella relazione, quelcollegamento con i nostri lettori e in-serzionisti che ci ha tenuti vivi pertutti questi anni. La scelta della carta,il nuovo taglio visual, nonchè la nuovaveste grafica, ci auspichiamo contribui-ranno a definire meglio la nostra iden-tità. Tutto questo lo abbiamo fatto pernoi, ma soprattutto per voi, in basead un sondaggio effettuato in questapausa per capire le vostre preferenze,gusti e aspettative. Eccoci dunque di nuo-vo qui, con la stessa carica, la stessa vo-glia e... una nuova energia!

dal Gruppo Q Rioso

• Cover illustration: Spock by Ipnosys • Salvo accordi scritti o contratti, la collaborazione a questo maga-zine è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita • Tutti gli articoli firmati, presenti sul magazine,sono da considerarsi come contributo culturale per il sostenimento del progetto editoriale/commerciale •Nel dettaglio di certe sfaccettature, con l’intento di analizzare il significato di alcuni contenuti, è possibileche qualche brano possa essere preso dal Web e di conseguenza valutato dal Gruppo Q Rioso come pubbli-co dominio • L’eventuale pubblicazione è comunque subordinata all’insindacabile giudizio del gruppo stesso.

GRAFICAIl ribaltamento del contenuto

4 Tim Harris

NEWSAndate via

5 Martin Benneth

GRAFICAChi Vespa mangia le mele

7 Raffaella Lombardi

REALTÀBelle, struccate, ancora...

8 Dalila & Vanessa Ferraro

REALTÀI circhi tradizionalisti nel...

10 Rosanna Martelloni

REALTÀPantaleone/Orsinger

11 Marzio Brunetti

APPUNTITesta di Alkol/Cicciolo

13 Fausto De Luca

FINZIONIOpera in Bleu

14 Raoul Cattaneo

FINZIONIPiombino: euro-location

15 Danilo Sala

FUMETTI1890: Buffalo Bill è a Napoli

16 Romano Esposito

GRAFFIOMOVIESProssimamente al cinema

9 Zoe Lydall

FUMETTISpock: umano a metà

17 Daniele Gallo

CHI?Buford Pope

18 Nadia Parisi

PHANTOMUna giornata particolare

19 Pierluigi Galassi

IL RACCONTOUna giornata particolare

20 Ringo

GRAFFIOCASAL’immobiliare del corso

22 Elena Guglielmi

SURREALTÀPortieri davanti all’ingresso

24 Valentina Ferri

NEWSDante poliziotto

26 Emiliano Pasquinucci

CHI?Quello della notte

27 Stefano Ferrini

ASTROLOGIAChirone, l’astro mitologico

29 L. Livaldi Laun

NEWSIl ritorno di Carosello

30 Laura Capalbi

IL RACCONTOLa donna giraffa

21 Admin

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34 Anno 6

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Il nuovo progetto editoriale

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:05 Pagina 3

Grafica

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

La storia ci dice che nel 1917 inRussia, durante la guerra civile su-bito dopo la Rivoluzione d’Ottobre,si scatenò un’altra rivoluzione, que-sta volta mediatica. L’uso abusatodella nuova grafica propagandisti-ca, che in poco tempo apparve nel-le piazze, sui muri delle case, nel-le vetrine dei negozi, sui vagonidei treni, dentro i reparti delle fab-briche, raggiunse e infiammò queigrandi strati sociali, quali il popo-lo semianalfabeta, con una precisio-ne chirurgica. Il simbolo di quelmomento iconografico scatenanterimane indubbiamente il famosomanifesto del soldato tinto di ros-so, (riciclato a sua volta da un ma-nifesto americano di qualche annoprima). Con il dito ammiccante fis-sando con lo sguardo il lettore, san-civa rigorosamente lo slogan impe-rativo “TU, ti sei arruolato volon-tario?”. Ma la vera rivoluzione co-municativa ci fu quando durante ilboom economico degli anni 60 inEuropa, la pubblicità si appropriò diquest’immagine ribaltandone il con-cetto.

La catena automobilistica che neglianni ‘70 produsse la prima Mini Minor,generò anche un notevole ed importan-te fenomeno di costume trasformando

l’Inghilterra conservatrice e formaledi sempre, in un paese vitale aperto a 360gradi a nuove trasformazioni sociali. LaMini, insieme alle minigonne e ai Beatlesfu responsabile di quella trasformazio-ne. Ma anche la pubblicità per far acqui-stare questa singolare vettura fu rivolu-zionaria. Nella comunicazione infatti

non si faceva nessun tipo di riferimentoalle doti meccaniche del modello, bensìal concetto di diversità. Il concept Mini sibasava sulla personalità che non dove-va essere comune. Il target dunque si ri-volgeva ad un popolo con una persona-lità spiccata, aggressiva, capace di stac-

carsi dalla massa, di essere padroni dise stessi, proprio come la vettura. Unavettura che sapeva stare in città comein autostrada, a teatro come allo sta-dio, ma che sapeva stare soprattutto sem-pre al gioco. Il messaggio era questo,non lasciava dubbi o alternative, quin-di o prendere o lasciare. Un vero eproprio caso di osmosi comunicativa sianel contenuto che nella grafica. Il clas-sico rovesciamento del manifesto rus-so, ma con la stessa forza espressiva ela giusta aggressione. Anche in questoriorentamento concettuale però, si vo-

leva in qualche modo mettere l’utente albivio: autocertificazione del tasso d’intel-ligenza. Lo si voleva quasi costringere acollocarsi fra i buoni e i cattivi, fra gli sce-mi e i furbi, fra chi crede di essere un vin-cente o un fallito. In parole povere lo si co-stringeva ad autodefinirsi scemo o intel-ligente in una sorta di selezione natura-

le di massa in stile anglosassone, allaricerca di una società modificata, aper-ta, ma pur sempre con regole fisse det-tate da un sistema imperialista dove tut-to il gioco delle parti viene tenuto sottocontrollo in nome della monarchia, noncosì tanto diversa da quella degli Zar.

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Il ribaltamentodel contenutonella pubblicità

E Tu sei uno dei Mini ouno dei tanti!

Ovvero lo scambio tra famosis-sime opere grafiche avversarieTim HarrisNostro corrispondente da Londra

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(segue sulla Terza colonna in alto)

(segue sulla colonna in basso)

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:05 Pagina 4

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

L’impresa, ad opera di un gruppo di uomini diver-si, che in pochi attimi hanno radicalmente cambia-to la loro vita e quella di un altro pugno di perso-ne. Insieme ora stanno tentando di ricostruire unnuovo futuro lungo la via dell’intelligenza.

Già è successo davvero. In un luogo non bene identifi-cato nel deserto di Nuuck, un pugno di uomini si è ri-bellato ai soprusi di una imbecillità ventennale che liaveva ridotti ingiustamente a vivere come schiavi conil solo dovere di devolvere tutta la loro vita al poterein carica, che dettava legge in quel territorio. A nien-te sono valse, durante i venti anni, le proteste, le discor-die, le azioni di difesa contro quel sopruso spacciato da-gli aguzzini, come un contributo per la crescita e lo svi-luppo della comunità. Così, qualche giorno fa, un grup-po di ragazzi, figli di una tribù appartenente ad una “cer-ta collettività”, si sono stancati di quella condizione esi sono organizzati per scacciare via gli stolti persecu-tori. Certo non è stato facile, il prezzo è stato alto, maalla fine ci sono riusciti e adesso vivono per ricomincia-re da zero, da un nuovo inizio, da un nuovo sogno.

Andate via!News

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Riusciti a sbarazzarsidella stupidità: sono incerca di un nuovo inizio Martin BennethInviato speciale

Il leader:Di lato a sx, lafoto che ritraeKeb’One, sopran-nominato cosìdai compagnidella comunità,che ha guidatola rivolta persgominare lastoltezza nel-l’area.

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Grafica

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Sfatando il dato che la pubblicità fi-no ad allora era sempre stata pereccellenza figlia di Milano, il fattosuscitò un eco non indifferente nel-l’ambiente, tanto che il successo ot-tenuto dalla visibilità di quella indo-vinata campagna, spiazzò tutti gli ad-detti ai lavori. Responsabili di questosuccesso ben due agenzie fiorentinesinergiticamente coinvolte, di gros-se dimensioni e con prestigiosi port-folio clienti, uno fra i quali, appunto,la Piaggio con la sua mitica Vespa.

Come dicevamo dunque, questa cam-pagna nella primavera del 1969, fece ungran rumore tanto che qualcuno comin-ciò a chiedersi se la casa costruttricedi Pontedera avesse voluto venderemotorette o stesse cercando di vende-re libertà. Ma in definitiva, la domandaviene spontanea anche ora: cosa c’en-trava la Vespa con le Mele? Con tutta pro-babilità anche i creativi stessi di que-sto slogan non avrebbero mai pensa-to di suscitare un caso mediatico cosìeclatante. È anche vero che, andandoa scomodare un luogo comune con-traddistinto come “la mela”, era ine-vitabile che avrebbe, per forza di cose,evocato l’ambiente sessuale infonden-do interpretazioni varie da parte dipsicologi, intellettuali e politici. E, co-me sempre, quando si parla male obene di qualcosa, ma se ne parla, allafine questo slogan “Chi Vespa...” di-venne un vero e proprio verbo, cioè “ve-

spare” che, avvallando quanto detto pri-ma, era un po’ come dire “chi si tocca...”oppure “chi treppica...” e così via intutti i dialetti, ma sempre con lo stes-so significato. (segue giù in basso)

Chi non Vespa però cosa fa? È una bel-la domanda. Bisognerebbe chiedereall’autore dello slogan, Gilberto Filippet-ti, se aveva pensato a questa even-tualità. Certamente no! Ma ragionia-mo un attimo per assurdo, come si fa-ceva a scuola nell’ora di Matematica, eproviamo, per divertirci un po,’ a dar-ci qualche risposta. Chi non vespa dun-que, potrebbe non baciare più. Oppurepotrebbe perdere la fantasia, o passa-

re di moda, o addirittura diventare im-provvisamente anziano. Tante sono leconseguenze che potrebbe produrre chinon vespa più. Ma continuiamo con il gio-co. Chi non vespa più, potrebbe ancheavere effetti molto più tragici, ad esem-pio qualcuno potrebbe rifugiarsi nelladroga o nell’alcool, o addirittura nellapolitica. Altri potrebbero farsi preti o suo-re e altri finire in manicomio (anche senon ce ne sono più) o in carcere! Natu-ralmente stiamo scherzando, ma il fat-to che nessuno abbia mai pensato a que-sta ipotesi, ci fa divertire molto. Chis-sà se Filippetti, leggendo questo arti-colo, potrebbe ripensare al sottotitolodel suo slogan che nell’archetipo pas-sa un po’ inosservato, rinchiuso timida-mente in una parentesi, quasi a giusti-ficare la grande idea irriverente che gliè venuta in mente e che noi sostenia-mo in pieno. Chiaro è che, chi non ve-spa più, è un fallito, una persona che noncavalca l’onda, un soggetto da evitare,un individuo da emarginare, un ele-mento non adattabile. Dunque la meta-fora che ne consegue è sempre la stes-sa ovvero, o “stai con noi o contro di noi”.Ma, sempre giocando, chi sono i “noi”?Chi ha torto e chi ha ragione? Onesta-mente, e ora parliamo sul serio, biso-gnerebbe rispolverare un proverbio

francese che recitava “La raison duplus fort est toujours la meilleure”.(La ragione del più forte è sempre la mi-gliore). Perchè anche nel corso di un di-battito o di un conflitto sociale, il vin-citore è sempre colui che, per sua na-tura è più forte, qualunque sia la fon-datezza del suo avversario (in questocaso la concorrenza), perchè solo conil cinismo si può raggiungere ciò che haraggiunto Filippetti, e lui lo sa. Bravo.

Chi Vespa mangia le meleLa campagna comunicativa creataa Firenze nel 1969 rimane, insiemeal suo slogan, una delle più notenel panorama pubblicitario italianoRaffaella LombardiNostra collaboratrice da Firenze

Chi non Vespa no

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(segue in terza colonna su in alto)

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 7

Realtà

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Abbiamo conosciuto, durante unnostro viaggio, una donna singola-re, una donna con un vissuto inquie-tante, legato ad una condizione di sot-tomissione sociale estrema secon-do la legge della sua religione. Il suonome è Abir Cardoso, sposata attual-mente con un brasiliano attraversoil quale si è convertita al cattolice-simo. Ci racconta un po’ della sua sto-ria, trascorsa per più di vent’anni,in un clima autoritario e assurdo.

- Dal punto di vista religioso non ho maiavuto grossi problemi - ci dice Abircon una strana luce nei suoi occhi e con-tinua - Per la legge islamica noi donnesiamo esistenzialmente uguali agli uo-mini. Il problema nasce quando si en-tra nel sistema sociale. Infatti il Coranostabilisce che gli uomini siano antepo-sti a noi. In pratica finchè rimaniamo infamiglia siamo sottoposte all’autorità delpadre, poi quando ci sposiamo, passia-mo sotto l’autorità del marito che appli-ca e interpreta le norme del Corano inmaniera rigida e rigorosa e veniamoconsiderate ad un livello inferiore -.

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Belle, struccate,ancora vergini...e intoccabili!Oligarchia e integralismo al paridi un totalitarismo che offendeDalila & Vanessa FerraroSorelle studentesse

Abir Cardoso:La testimonianzadella donna exmusulmana oradi cittadinanzabrasiliana,protagonista delnostro racconto.

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Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34 9

GRAFFIOMOVIESA cura di Zoe Lydall Nostra collaboratrice (notizie sui film in uscita parzialmente estratte da mymovies.it)

PROSSIMAMENTEAL CINEMA APR/MAG

HITCHCOCKDa Gio 4 Apr - genere: biograficoRegia di Sacha Gervasicon Anthony Hopkins e Helen MirrenDurata 98 min (USA 2013)

OBLIVIONDa Gio 11 Apr - genere: azioneRegia di Joseph Kosinskicon Tom Cruise e Morgan FreemanDurata 89 min (USA 2013)

SHEERDa Mer 18 Apr - genere: thrillerRegia di Ruben Mazzolenicon Robert Downey Jr. e G. PaltrowDurata 89 min (USA 2013)

IRON MAN 3Da Mer 24 Apr - genere: azioneRegia di Shane Blackcon Michael Jefferson e Aaron BarceloDurata 91 min (USA 2013)

BOMBERDa Ven 19 Apr - genere: thrillerRegia di Paul Cottercon Shane Taylor e Benjamin WhitrowDurata 84 min (UK/USA 2009)

PROSSIMAMENTEAL CINEMA MAG/GIU

MI RIFACCIO VIVODa Gio 9 Mag - genere: commediaRegia di Sergio Rubinicon Pasquale Petrolo e Neri MarcorèDurata 80 min (ITA 2013)

IL GRANDE GATSBYDa Gio 16 Mag - genere: drammaticoRegia di Baz Luhrmanncon Leonardo Di Caprio e Tobey MaguireDurata 100 min (USA 2013)

LA GRANDE BELLEZZADa Gio 23 Mag - genere: drammaticoRegia di Paolo Sorrentinocon Toni Servillo e Carlo VerdoneDurata (?) min (ITA/FRA 2013)

TULPADa Gio 30 Mag - genere: horrorRegia di F. Zampaglionecon Claudia Gerini e Michele PlacidoDurata 82 min (ITA 2012)

AFTER EARTHDa Mer 5 Giu - genere: fantascienzaRegia di M. N. Shyamalancon Will Smith e Isabelle FuhrmanDurata (?) min (USA 2013)

MONSTER & Co. 3DDa Gio 13 Giu - genere: animazioneRegia di Pete Doctercon John Goodman e Billy CrystalDurata 92 min (USA 2013)

INTO DARKNESS/Star TrekDa Gio 13 Giu - genere: fantascienzaRegia di J. J. Abramscon Zoe Saldana e Chris PineDurata (?) min (USA 2012)

L’UOMO D’ACCIAIODa Gio 19 Giu - genere: fantasticoRegia di Zack Snydercon K. Costner, D. Lane e R. CroweDurata (?) min (USA/CAN/UK 2013)

TO THE WONDERDa Gio 27 Giu - genere: drammaticoRegia di Terrence Malickcon Ben Affleck e Rachel McAdamsDurata (?) min (USA 2012)

VIAGGIO DA SOLADa Mer 24 Apr - genere: commediaRegia di Maria Sole Tognazzicon Margherita Buy e Stefano AccorsiDurata 85 min (ITA 2012)

HANSEL & GRETEL...Da Mer 1 Mag - genere: azioneRegia di Tommy Wirkolacon Jeremy Renner e Famke JansennDurata 85 min (USA/GER 2013)

STA PER PIOVEREDa Gio 2 Mag - genere: drammaticoRegia di Haider Rashidcon Lorenzo Baglioni e Mohamed H. Durata 110 min (ITA/IRAQ 2013)

ANIME NELLA NEBBIADa Gio 9 Mag - genere: drammaticoRegia di Haider Rashidcon Vladimir Svirskiy e Yulia PeresildDurata 127 min (GER/HOL/BLR/RUS 2013)

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Il cinema è finzione di vita, ma la vita in fondonon è altro che un film e tu ne sei il regista.

Strada a doppia corsia: è un road movie del 1971 diretto da MonteHelman con James Taylor e il batterista Dennis Wilson dei Beach Boys

Two- l i neb lacktop

CULT MOVIE

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 9

Realtà

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Tempo fa, ho portato il mio nipoti-no al circo, (di cui non posso cita-re il nome per motivi etici) e all’en-trata mi sono imbattuta in una di-

mostrazione pacifica, di un gruppodi animalisti che, mascherati ognu-no di loro da tigre, elefante, leone,giraffa ed altro, mi hanno aggredi-ta facendomi domande alle qualinon ho onestamente saputo rispon-dere, un po’ per ignoranza, un po’ per-

chè l’unica cosa che mi interessa-va in quel momento, era di entrareallo spettacolo che stava per inizia-re e perchè mio nipotino aveva giàabbondantemente perduto la pa-zienza.

Erano anni che non entravo sotto un ten-done di così grosse dimensioni e devodire che mi sono emozionata nel ri-cordare di quando anch’io, da bambi-na, entrai per la prima volta in un cir-co. Non vi dico l’emozione di mio nipo-tino che non stava più alle mosse, eratutto eccittato e dondolava sulla sediacome impazzito. In ogni modo devoammettere che né io e né lui, quandosono entrati gli animali in pista, ci sia-mo posti il problema di come fosserotrattati e di conseguenza addestrati. Ame è parso fossero tranquilli... come delresto lo era anche il mio nipotino.

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I circhi tradizionali nelmirino degli animalistiIl movimento pro-animali pigiail dito sui presunti metodi usatiper il loro addestramento.

Rosanna MartelloniNostra corrispondente da Livorno

Spettacolo circense:Un numero con gli elefanti nelprogramma di un famoso circoitaliano di fama internazionale(foto Ipnosys©)

Amore erispetto...Samuele Gilardetto

Il GRUPPO BAIROOnlus non ha scopodi lucro. Nato nel2002 è compostoda volontari che sipropongono di ope-rare per la difesadegli animali pro-muovendo e diffon-dendo una culturadi rispetto nei con-fronti di chi non puòparlare e difendersi.

I maltrattamenti neiconfronti degli ani-mali sono in costante

aumento purtroppo.È bene quindi ricor-dare che tutti coloroche si trovano a doveraffrontare un caso, oanche solo un sospet-to di abuso o maltrat-tamento, hanno la re-sponsabilità e il do-vere di segnalare edenunciare il caso aquesto servizio com-petente attraverso lamailing list attiva daanni e gestita daglioperatori dello staff diquesto gruppo.

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 10

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

La stupenda voce di Maria Cristina Pantaleone ri-vista i classici della “bossa nova” mischiandojazz americano con ritmiche che riportano al sam-ba, il tutto in un progetto nato dal chitarristaAndrea Lombardo e dal contrabbassista NinoPellegrini con il coinvolgimento del percussionistaDavid Domilici e del batterista Riccardo Neri.

Il gruppo è particolarmente legato alle liriche di A. C.Jobin e di altri compositori quali Gilberto Gil, AryBarroso, Chico Buarque ed altri. Il progetto è una dimo-strazione di come il jazz possa andare oltre i confini dise stesso lasciando libero spazio alle interpretazioni,in questo caso di un così talentuoso pool di strumen-tisti capitanati dalla straordinaria voce di Maria Cristina,con vocalizzazioni ricchissime di sfumature, accattivan-ti e sofisticate che riportano a famose cantanti ame-ricane di colore che hanno segnato la storia del soul,del blues e del jazz. Un viaggio musicale decennale al-la scoperta di un genere con il quale cinquant’anni fa,Jobin, Vinicius de Moraes, e il cantante chitarristaJoão Gilberto, rivoluzionarono la musica brasiliana enon solo, oltre i confini sud-americani fino ad influen-zare tutta la scena musicale mondiale.

A 19 anni incontra per caso la musica jazz e se ne inna-mora seguendo regolarmente i corsi di Tiziana Ghiglioni,Francesca Olivieri, R. Cipelli, B. Ferra, D. Michelon.

Collabora con il chitarrista Corrado Stuffo al progetto “Handsand Soul”, musica contemporanea, jazz e canzone d’autore, ri-visitate in modo elegante e audace, ma sempre di facile com-prensione per il pubblico. Come cantante solista, si esibisce prin-cipalmente in Lombardia insieme a numerosi artisti del jazz qua-li Alessandro Bianchi, Pierluigi Ferrari, Massimo Scoca, GinoCarravieri, Silvano Borzachiello, Santino Carcano, MaurizioSignorino, Walter Calloni, Bebo Ferra, e tanti altri.

PantaleoneRealtà

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Quando la bossa nonè solo brasiliana!Marzio BrunettiCritico musicale

Maria CristinaPantaleone

Il suo progetto èdedicato allamusica brasilia-na e non solo.Qui duranteun’esibizione aBarga Jazz

Musica:La cantante piani-sta e compositriceConsueloOrsingher

“Un amore sospe-so, una paginamai voltata, unariemersione cicli-ca solo sognatache si presentanonostante iltempo abbia sepa-rato le strade”

Mi servi all’amore (single)da Ufficio StampaPA74 music (pervenuto alla nostra Redazione)

Circa ConsueloOrsinigher...

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 11

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Appunti

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Le “testedialkol” vogliono cambia-re abitudini e farle cambiare a tut-ti, giovani e adulti! Attraverso ilbaccano che ruota attorno alle lo-ro iniziative realizzate dagli studen-ti fiorentini che hanno inventato laprovocazione: NON FAR LA TESTADIALKOL, DIVERTITI CON LA TESTA!Rumorosi e divertenti come è giu-sto che siano i pensieri dei giovanisempre pronti a fare nuove esperien-ze, a volte anche oltre i limiti del buonsenso ma sapendo fare un passoindietro prima che l’eccesso diven-ti tragedia! Tu non sei esentato,clicca subito su www.testadialkol.ite scoprirai la loro filosofia e comediventare una “testadialkol”.

La leggendaria maschera carnevale-sca, simbolo della fine del carnevalePiombinese, nata nei primi anni ‘Ventidalla fantasia dei ragazzi operai delreparto treno a freddo dello stabili-mento La Magona d’Italia, ha affronta-to per l’ennesima volta le fiamme chel’hanno ridotta in cenere. Ma, come“l’Araba Fenice”, tutti gli anni Cicciolorinasce dalle proprie ceneri, in praticarisorge ogni volta. Ma noi non voglia-mo più che la nostra vittima sia sotto-posta a questo spettacolo che ci ri-corda i falò della caccia alle streghe!

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Ma chi sonocoloro che sifanno chiamareTeste di Alkol?Fausto De LucaNostro corrispondente da Firenze

Sei azzurro o seitesta di Alkol?!Una trovata ok

ETILTEST

UNA COSA SERIATEST QUALITATIVO INDICATIVO

Fornisce unicamente un’analisi prelimina-re. L’utente è l’unico responsabile della de-cisione di mettersi alla guida. Prima di effet-tuare il test leggere le istruzioni, portarlo aduna temperatura compresa tra 15°C e 30°Ce leggere il risultato dopo 2 minuti!

BEVICONLA TESTAOCCHIO ALLA STRADA!

Ma soprattutto OCCHIO ALLA VITA! Quellodel bere è un argomento convincente: -Bisogna bere per continuare a farlo... quin-di, meglio andarci cauti - dice MaurizioCoruzzi in arte Platinette in una recente in-tervista concessa alle TestediAlkol

USA GLI OKKIALI!PER SIMULARE IL TASSOALCOLICO

AIUTO CI VEDO DOPPIO! È la classica fra-se di chi ha alzato di parecchio il gomito. Inquesto caso indossa gli “okkiali” per si-mulare quanto alcol hai in corpo! Ti aiute-ranno a capire come si vede quando si è to-talmente ubriachi scoraggiandoti dar farlo.

Ucciso in una notte diinizio estate nel Parcodelle Cascine di Firenzeda un uomo che guidava-va in stato di ubriachez-za e sotto effetto si sostan-

ze stupefacenti. Lo ha in-vestito in pieno ucciden-dolo sul colpo. Per mag-giori dettagli consulta il si-to: www.lorenzoguar-nieri.com

LA NOTIZIA DEL MESE!PIOMBINO: Anche quest’an-

no a Febbraio, si è ripetuto il ri-to infausto della morte del-l’eroico ed epico Cicciolo.

Salviamo Cicciolodal rogo!aderisciEsprimi la tuasu questo spazioSei a favore SI

Sei a favore NO

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Dedicato alla memoriadi Lorenzo Guarnieri

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 13

Finzioni

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Girato fra Piombino e Livorno dal-la troupe guidata da Marco Bruciaticon l’aiuto regista Luigia Scerra, ilfilm è un insolito esperimento fra mu-sica e cinema. In questa rarissimaoccasione sono proprio le immagi-

ni che fanno da “colonna visiva” al-la musica. Un film della durata di trenta minuti che ricoprono preci-samente la lunghezza del sonoro.Era tanto che questo progetto covava,soprattutto dentro la testa dell’autoredi questa “nonOpera” musicale, scrit-ta, arrangiata e suonata da MassimoPanicucci con l’aiuto di Federico Bottiche ne ha curato la produzione musi-cale e la registrazione presso lo studio“L’Albero”. - Il progetto musicale haimpiegato ben tre lunghi anni prima diessere assemblato e accettato - spie-ga l’autore - perchè è diviso in tre mo-vimenti che non è stato facile legare fradi loro, una vera e propria sfida con mestesso, ma anche una bella gratificazio-ne sentire finalmente tutto insiemeche scorre come l’avevo in testa -. Mail progetto continua, ed è proprio qui chesta la singolarità. Un giorno Panicuccidecide di far ascoltare la “cosa” al suoamico di strada Pino Bertelli chieden-dogli, qualora ne fosse interessato, diillustrare con le sue immagini la “pie-ce musicale”. Il fotografo e film-makerrimane entusiasta del lavoro, ma soprat-tutto dell’insolita proposta e con un piz-zico di ironia, decide di accettare la sfi-da. Dopo aver steso la sceneggiatura,inizia a girare con una giovane troupe diLivorno, alla quale chiede di acquisirele riprese secondo il suo story-board perpoi montarle in post-produzione. Dopoqualche mese il lavoro è terminato peressere masterizzato in DVD in copie limi-tate e viene proiettato nei circuiti indi-pendenti dove riscuote interesse per lasua insolita e differente concezione.

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Opera in BleuIl mediometraggio tratto dalla“nonOpera” musicale di Panicucciper la regia di Pino Bertelli

Raoul Cattaneo Critico cinematografico

Ludovica Bertagni:L’attrice livornese chenel movieinterpreta la parte del-l’angelo adulto(foto Pino Bertelli©)

Un cast disoli amiciSamuele Gilardetto

Il cast: MassimoPanicucci, LudovicaBertagni nella par-te dell’angelo adul-to, Jeanette Azzouznella parte dell’an-gelo bambino.

Inoltre un altro gruppodi amici compone il re-sto del cast: Paola Gril-lo, Luigia Scerra, Mau-rizio Moretti, Marco Ba-lestra, Greta e MatteoPanicucci, Miriam A.Grillo, Miriam Taieb,Emiliano Pasquinucci,

Guido Bruschi, MarioManetti e Federico An-selmi... e un “cameo” diPino Bertelli. Nel film,inserite sapientemen-te, alcune sequenzefilmiche tratte da “Ata-lante” di Jean Vigo(1934), “La ricotta” diPier Paolo Pasolini(1963), “Splendor” diEttore Scola (1988). Ilfilm attualmente è vi-sibile anche su YouTu-be ed è disponibile in2 parti: one & two bySerrilux.

IL TRAILER

LO SFONDOUNA CITTÀ FABBRICA SUL MARE

I DUE ANGELIFONDAMENTALI AL “FIL ROUGE”

Il filo rosso che cuce i trenta minuti di vi-sione, sono indubbiamente gli inserimen-ti degli angeli che introducono i concetti sot-to forma di metafora e in modo surreale. Nonc’è trama, ogni sequenza è trama di sestessa: spaccati di una realtà un po’ mise-ra e un po’ maledetta, sottoforma di amo-re e di rispetto per una terra natale.

JeanetteAzzouzLa bambinalivornese nella partedell’angelobambino

Le immagini naturalmente confermanol’esperimento e sottolineano passo perpasso tutte le sfumature del pentagramma,restituendo alle sonorità il giusto connubioche i due autori, senza dirselo, speravanodi ottenere a lavoro finito.

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 14

Finzioni

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Ciak si gira! È il 1964 quando RobertoRossellini sceglie Piombino e dintor-ni per “L'età del ferro”. Senza scru-poli, attraverso l'occhio acuto del-la sua telecamera, il lungometrag-gio parla del ferro come filo condut-tore per documentare il ruolo del pre-zioso metallo nello sviluppo dellaciviltà dell’uomo. Quale migliore lo-cation dunque più adatta di Piombinoe il suo territorio, che scava le pro-prie radici nella civiltà etrusca? Manel documentario assistiamo ancheal ritratto di una classe operaia me-tallurgica, martoriata dalla guerra.

Ma già negli anni ‘50, era stato girato unaltro lungometraggio dal titolo “Città-fab-brica”. Da allora moltissimi sono stati, finoad oggi, i film girati nella città sul pro-montorio dove le sue locations paresiano il set ideale per realizzare pellico-le di ogni genere attirando sempre di piùproduzioni italiane e internazionali.Ricordiamo, oltre ai già citati: “Oh, miabella matrigna” di Guido Leoni, girato inalcune scene sul litorale del Golfo diBaratti (1976), “La bella vita” di Paolo Virzì,dove si ritrova il clima particolare del-la Piombino del periodo di crisi dell’ac-ciaio agli inizi degli anni novanta,“OcchioPinocchio” di Francesco Nuti(1995), “La guerra è finita” di LodovicoGasparini (2002), ”N” di Paolo Virzì, do-ve è filmato il vecchio Porticciolo dellaMarina (2006), “Io & Marilyn”di LeonardoPieraccioni (2009), “Manuale d’amore 3”di Giovanni Veronesi, (2010), “Acciaio diStefano Mordini” (2011), “Der Goalie binig”, film svizzero della casa cinemato-grafica C-Films AG. (2013).

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Piombino: euro-locationLa città ormaiin affitto allevarie produzionicinematograficheDanilo SalaEsperto cinematografico

RobertoRossellinidietro lamacchinada presa

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Il nonsenso del tempo rispediscealla sua sostanza o, se vogliamo, al-la storia. È il controsenso dell'epi-sodio, del fatto sempre voluto esempre temuto. Da un lato sono glieventi che rendono percettibile il tran-sito del tempo e che provvedono per-fino a collocarlo, a regolarlo in ba-

se a una visione insolita dal natu-rale ritornare delle stagioni. Ma per un ulteriore direzione l’eventoprovoca il pericolo di una spaccatura,di una ferita inarrestabile con il passa-to, di un’invadenza irreparabile delnuovo nelle sue fisionomie più temibi-li. Per un interminabile ciclo della storiaumana le calamità ambientali e clima-tiche, le pestilenze, i sistemi politicamen-

te o militarmente furbi hanno avuto lafunzione di intimorire la vita stessa delgruppo, e la crescita dei popoli non hafatto dissolvere la cognizione di questasorta di pericoli: li ha solo posti su unascala differente. Ma lo è ancora oggicosì? Cambiano solo le parole e le solu-zioni impossibili: è il nuovo paradosso.

Archivio:Operaio dellostabilimentosiderurgicoILVA diPiombinoneglianni ‘60(Mapak)

Dalla civiltà etrusca fino allafine dell’Età del Ferro: cioè oggi

Che fine ha fatto la nostra storia?

Anna ZagOpinionista

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 15

Si possono fare gli oc-chi meno freddi e piùepressivi? Si puo fare labocca un po’ più carno-sa? E l’ovale del visomeno spigoloso?

I disegnatori di identikitdi tutte le polizie del mon-do devono essere impaz-ziti di certo, quando l’in-decisione della vecchiet-ta o del nonnetto mezzocieco, dovevano dare le in-

formazioni al colui che, pa-zientemente, con un lapise una gomma tentava suun foglio bianco di unblocco, di ricostruire i li-neamenti di un aggresso-

re, un ladro o un assassi-no. Allora, si pensò benedi delineare tutte le for-me possibili morfologi-che dell’aspetto su foglitrasparenti che, una vol-ta scelti dal testimone,venivano sovrapposti unosopra l’altro, in modo da for-mare approssimativamen-te la tipologia sulla qualeconcentrare la ricerca delpresunto colpevole. I dise-gnatori tirarono un respirodi sollievo e si licenziaronotutti dalla polizia.

Comics usati per fareogni tipo di IdentikitGideone Spagnolis

Fumetti

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

La compagnia circense dell’illustrecow-boy si trattiene nella città par-tenopea cinquanta giorni, ma alla fi-ne il bilancio della luga permanen-za è tutt’altro che rallegrante.Per il tutt’altro presunto sterminatoredi “pellirosse”, la tappa nella città delVesuvio gli fa perdere una somma in-gente di danaro ad opera di una ban-da di “bravi ragazzi” che hanno messoin giro due migliaia di biglietti falsi.Per l’ex colonnello onorario WilliamCody, in arte Buffalo Bill (impresario dispettacoli circensi tesi ad evocare il ro-mantico “West”), non rimane altro che

mettersi la coda fra le gambe e fuggi-re da quella piazza con la promessa dinon farci mai più ritorno. E non è fini-ta: a causa di questo episodio, anche ilsuccesso dello spettacolo va via viadiminuendo e l’ex colonnello Cody perarginare le spese, è costretto a spostar-si in un quartiere della periferia orien-tale di Napoli e acquistare uno spaziopubblicitario sul quotidiano “Il Corrieredi Napoli” per la ripresa economica.

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1890: BuffaloBill è a Napoli!E alcuni napoletani stampano ibiglietti falsi per gli spettacoli...Romano EspositoNostro corrispondente

Il personaggio:Buffalo Bill,morto a Denvernel 1917, visto daldisegnatore difumetti RaiboFlores, è statouno dei perso-naggi più famosie chiaccheratidella storiad’America.

il Pinguino

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 16

Fumetti

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

“Del mio amico posso solo dire que-sto... di tutte le anime che ho incon-trato nei miei viaggi, la sua è sta-ta la più umana” (James T. Kirk,2285).

Vissuto per quasi quarant’anni a bordodella nave della Flotta Stellare Enterprisein qualità di ufficiale scientifico, nel2254 fu ferito ad una gamba durante unattacco da forze avversarie sulla RigelVII. E mentre l’Enterprise proseguì ver-so la colonia di Vega , Spock e il suo ca-pitano furono costretti a dirottare la na-ve sul pianeta Talos IV dove furonocatturati dai talosiani i quali erano in pos-seso di potenti abilità illusorie. (segue)

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A soli 7 anniintraprende laprova di matu-rità nel desertoDaniele GalloEsperto di Fantascienza

MONDO DELLE MELE

MONDO SUINO

I MONDI DI Mapak

Umano a metà!Tutto logica piùautocontrollo!

STAR TREK

SPOCKDA VULCANO CON DIPLOMAZIA

Con un nome completo generalmente con-siderato impronunciabile per gli esseriumani, Spock è stato un Umano/Vulcanianoibrido che è diventato una delle figure piùillustri e rispettate della federazione Unitadei Pianeti durante la sua esistenza.

NASCITA DI SPOCKAMBASCIATORE E CONSIGLIERE

Nato nel 2230 nella città di Shi‘Kah del pia-neta Vulcano da madre umana e padre vul-caniano, ha servito a bordo della nave stel-lare USS Enterprise sotto il capitano ChristopherPike ed è scomparso nel 2387 dopo aversalvato la federazione da una “Supernova”.

La notizia è seria! Dopoche i Governi di tutto ilmondo hanno taciutoper motivi di panico,gli extraterrestri sonogià tra noi da un po’!

Non si sa quanti sono,ma pare che siano pa-recchi. Difficile riconoscer-li, ma basta che apranobocca per capire che noncapiscono una minchia.

Extraterrestrifinalmente!

LA NOTIZIA DEL MESE!FOLLONICA. Un tipo sospet-

to è stato notato da una per-sona: sostiene si tratti dello“sciacallo”, un po’ ingroppatoma potrebbe essere lui!

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 17

Chi?

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Buford Pope, all’anagrafe MikaelLiljeborg, nasce nel 1971 a Gotland,un’isoletta svedese di poche anime,perlopiù pescatori, nel cuore delMar Baltico. La vita sull’isola non of-fre molte possibilità e la musicarappresenta presto una via di fuga.A 15 anni Mikael rimane folgorato daBob Dylan, non solo per le sue can-zoni, ma anche per il suo modo di can-tare, di essere e di apparire.A Mikael si apre un nuovo mondo attra-verso le ballate rock di Neil Young,Bruce Springsteen, Jackson Browne,

Tom Petty e i blues di Robert Johnson.Prendere la chitarra e iniziare a scrive-re canzoni è un passaggio naturale.La sua voce ricorda il primo Rod Stewarte Steve Forbert e si sposa alla perfezio-ne con le melodie vincenti nella migliortradizione del rock americano nell’in-treccio degli strumenti elettrici e acu-stici, chitarre, steel, violini e fisarmo-niche. Dietro la sua particolarissimavoce appare spesso un controcantofemminile a rendere ancora più magi-che queste atmosfere. Il debutto di-scografico arriva nel 2003 con l’omo-nimo “Buford Pope” a cui segue “BloodRelatives” del 2008 e “Too young to beold” del 2010 fino ad arrivare all’ultimo“Matching Numbers” del 2012, sicura-

mente il suo album più bello di sempre.Domenica 3 Marzo 2013, con Max Malavasialle percussioni, ha tenuto un concertoa Piombino al Gattarossa dove alla finesi è scatenato in una jam con alcunimusicisti italiani venuti ad ascoltarlo.

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Mikael Liljeborgè... Buford Pope

Max Malavasinipote d’arte

Dalla Svezia con l’America dentro

Nadia ParisiEsperta di musica (a cura)

Sin da piccolo prendepassione alla musica e al-la batteria, ascoltando idischi di suo zio: EnricoMaria Papes dei Giganti.

Dall’altro suo zio Davideinvece, riceve in regalo i di-schi che via via sostituiscenei juke-box, così il suopassatempo preferito di-venta ascoltarli con unvecchio giradischi e suonar-ci sopra con quello chetrova in casa: pentole, fu-

stini del sapone, finchèsua madre gli regala unpaio di bonghi con i qualipassa i suoi pomeriggisuonando con la radio. Poi,nel 1985, assiste ad un con-certo di Bruce Springsteenallo stadio di San Siro ecome folgorato capiscecosa vuole fare da grande.Da lì inizia a suonare conformazioni di amici e poi in-traprende un viaggio mu-sicale che dura 3 anni in gi-ro per l’Europa a impara-re il mestiere. Oggi colla-bora con i migliori artisti.

Andrea RuggettiNostro corrispondente

Archivio:Bruford Popefotografato daIpnosys primadel concertoal Gattarossa

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Via 1° Maggio, 22/A - Piombino - tel. 0565.228834

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 18

Fumetti

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Nel numero 16 di Graffio avevamo de-dicato uno “special” a questo perso-naggio americano nato nel 1936 dal-la fantasia di Lee Falk ma anche ri-disegnato e risceneggiato in Italia dauno sconosciuto pittore e fumettistadi nome Senio Pratesi, un senesetrapiantato e scomparso a Piombino.Per non dimenticarlo vogliamo ognitanto ricordarlo affinchè la sua operanon venga sottovalutata né tantome-no mai più ignorata. La sua compa-gna, scomparsa anche lei qualche tem-po dopo, ci ha lasciato in consegna al-cune tavole di covers e strips del per-sonaggio reinterpretato da Senio, delquale noi, ogni tanto ci piace rimette-re in gioco parlandone un po.’

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Su un periodicosettimanale a36 pagine e aquattro coloriPiergiorgio GalassiEsperto di fumetti

Settantasetteanni ma non lidimostra affatto

DOPPIA IDENTITÀ

THE PHANTOML’OMBRA CHE CAMMINA

Lo si poteva acquistare dal giornalaio nelprimo dopoguerra. I ragazzi di quel periodolo leggevano facendolo circolare fra di loro.Una volta acquistato con la colletta, la copiafaceva per tutta la compagnia. Così l’eroemascherato, per quei ragazzi, diventò una star.

MISTER WALKEROVVERO L’UOMO MASCHERATO

Il giustiziere in calzamaglia si muove nel-la giungla indiana e in seguito in quellaafricana, ma soprattutto si muove in Italiagrazie ai Fratelli Spada che nell’arco di die-ci anni, a partire dal ‘60, ne ricavano più di400 avventure, tante disegnate da Pratesi.

The Phantom inizia co-me striscia giornalierail 17 febbraio 1936.È scritto da Lee Falk e ini-zialmente anche le mati-te e gli schizzi sono suoi.

Ma il primo vero e accre-ditato disegnatore di ThePhantom è senza dubbioRay Moore già assistentedel disegnatore di Mandra-ke Phil Davis. Anche Man-

drake è stato creato dallamente di Lee Falk che ave-va già conquistato con lesue strisce sui quotidia-ni, il consenso di milioni dilettori in tutto il mondo.

L’Ombra continua acamminare con noi!

STREET-ART SUL MURO!PIOMBINO: strane immagini

e slogan discutibili, ricompaio-no sulle pareti di cemento nelquartiere Salivoli in decadenza.

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 19

Il racconto

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 3420

Una giornata particolare

Tutta la squadra di manovra è inten-ta a cambiarsi per montare in ser-vizio per il turno “sei-una” (6-13).Tutti e quattro abbiamo un sonno chesi prende con le mani: chi si stira,chi sbadiglia, chi impreca...Lentamente ci vestiamo, incominciamoa chiaccherare del più e del meno, fac-cio notare alla squadra che oggi è ve-nerdi 17 quindi... occhio! Tutti ridono escherzano. Il gruppo si dirige dal capo-stazione per sentire e vedere il program-ma del giorno, insomma cosa c’è da fa-re. Il lavoro più urgente è portare un tre-no di rotoli alla Magona giù aPortovecchio. Io mi avvio al locomoto-re e metto in moto il gigantesco elet-tro-diesel modello 143. Siamo pronti, ilDirigente aziona il segnale verde, do ma-netta e il convoglio si muove, gli altri tredella squadra si assettano, chi sul pan-chetto, chi appoggiato, chi in piedi,l’abitacolo del mezzo non è proprio ilGrandhotel. Portovecchio è più sudiciodel solito e avvolto da un fumo pazze-sco! Il treno di rotoli proveniente dal-la Francia, circa mille tonnellate, lodobbiamo spingere dentro il capan-none della Zingatura nuova. Dato chelo scalo è disabilitato, in altre parole sen-za personale, sta a noi riabilitarlo cioèaprendo gli scambi per poter manovra-re il convoglio. I miei uomini si dannosubito da fare aprendo, o come si dice,sciogliere gli scambi. In mezzo a que-sti scambi c’è il cosiddetto “scambio aterra”. Serve come sicurezza in quan-to se scappasse un carro del capanno-ne, non andrebbe sul binario di corsa,

dove transitano le navette passegge-ri. È uno scambio che butta fuori, in pa-role povere fa deragliare. Successetutto in un attimo:“Parrucca ribelle” (que-sto il soprannome di un mio collega pervia del parrucchino in testa) non lo gi-ra e lo scambio fa ottimamente il suomestiere: mi butta fuori dal binario.

La macchina non erutta lapilli e lava co-me la locomotiva di Guccini, ma l’urlodi animale lo emette, eccome, e si ada-gia come una povera bestia, ansiman-do... quasi chiedendomi “perchè?!”.Tutta la squadra rimane come impietri-ta, annichilita. “Parrucca” ha le lacrimeagli occhi, il Grassi detto “Cicci” balbet-ta, il “Titti”, all’anagrafe Raimondo, si

batte le mani sulla testa. Io scendodalla macchina ferita con un bel biccioin fronte. Rimaniamo così per alcuni mi-nuti e dopo decidiamo di avvertire laStazione. Qui ci vuole il carrattrezzi diLivorno perchè con le binde non ce lafacciamo, la locomotiva è settanta ton-nellate! La linea è interrotta, i viag-giatori per e da Campiglia vengonotrasportati con i pulman, la faccenda èseria. Unica consolazione è che nonvi sono vittime. Il turno per noi, si con-clude qui. Dobbiamo fare tuttavia ladichiarazione scritta di come sono an-date le cose. Ci consultiamo per la ver-sione da dare possibilmente tutte ugua-li. Il Capostazione Titolare ci informa chenel pomeriggio viene il Caporepartoda Livorno per l’inchiesta. Il persona-le è disperato, io cerco di dare corag-gio ma aleggia nell’aria la famigeratasospensione. Personalmente non me nefrega nulla. Non resta che andare acasa e prepararsi per il pomeriggio. IlCaporeparto è serio, austero e indi-sponente. Lo accompagna un altro nonprecisato “tizio” e tutti e due hanno ungran borsone nero. Ci vogliono ascol-

tare uno alla volta perchè sembra chele giustificazioni scritte non convin-cano. Per primo vado io. - Si accomodi- mi intima il Caporeparto - dunqueLei sarebbe... - Il macchinista! - rispon-do. - Bene... - continua - la squadra è com-posta? - Da me, il “Cicci”, “Parruccaribelle” e il “Titti”. - Ma cosa dice?! - ur-la il Capo. - Cicci, Parrucca, il Titti... le

La giornata inizia come sempre, come migliaia dimattine. Niente di speciale a “un quarto alle sei”negli spogliatoi dello scalo merci di FiorentinaRingoEx pugile-ferroviere

La Locomotiva

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segue nella colonna in basso

segue in Terza colonna in alto

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 20

Il racconto

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34 21

va di scherzare? - . - Tra noi affettuosa-mente ci chiamiamo così - ribatto - e perquanto riguarda il deragliamento lacolpa è tutta mia. Sono avanzato dimia iniziativa, gli altri non hanno nes-suna responsabilità. - Non è vero! Èfalso! - urla il caporeparto - è il mano-vratore a terra che ha sbagliato!...Chi?... Lo dica!!... Non si può dichiarareil falso, la mando al Consiglio discipli-nare!! - . - Io la mando in un posto piùvicino! - aggiungo, e lo mando a quel pae-se. Allora succede il finimondo, un ca-sino! Agli “urli” accorrono tutti nella stan-za. Il capostazione, bianco in facciacome un cencio, non si capacita dell’ac-caduto e mi sussurra “Sei matto, mat-to da legare”. Il risultato: due giornidi sospensione, ma godo di ottima sa-lute. Ho reso il favore che mi fu dona-to anni fa in un fatto analogo, quandola colpa se la prese un macchinistaprossimo alla pensione, proprio comeme ora. Il macchinista in questione ful’indimenticabile Carboni detto “il sec-co” o “Slim”. Questa è una regola nonscritta ma con un grandissimo signifi-cato umano di solidarietà. Oggi, credo,non esista più tale comportamentonegli ambienti di lavoro, anzi a dirla tut-ta, non esiste più nemmeno il lavoro.

Le donne del Kayan usano indossare lun-ghi collari fatti di spire d’ottone che fan-no sembrare il collo lunghissimo. Unaspecie di moda, e non un’imposizionecome erroneamente si pensa, che que-ste donne praticano sin da bambine. Edi questo ne fu affascinata una bambi-na americana di nome Jenny, che tro-vandosi in vacanza con i genitori da quel-le parti, vide in un villaggio per la pri-ma volta queste donne con il collo di gi-raffa. Jenny da quel momento fu comefolgorata e chiese ai suoi genitori di po-ter mettersi anche lei quegli anelli al col-lo. Naturalmente la reazione di disap-punto unanime del padre e della madrescatenò l’ira di Jenny che cominciò apiangere irrefrenabilmente. Allora i si-gnori Thompson, questo il loro nome,decisero di assecondare la figlia, per-mettendole di provare ad indossareun anello nella speranza che ciò potes-se calmare la sua bizza e consapevoliche non le avrebbe recato alcun dan-no. Ma inevitabilmente Jenny non si ac-contentò di un solo anello: ne volletre! E non ci fu più verso di toglierleli.Ritornati a casa cominciarono i veriproblemi. La bambina appariva come una“diversa”. A scuola le sue amiche la de-ridevano, finchè un giorno la sua fami-

glia prese la decisione di trasferirsi inThailandia e crescere la loro figlia in-sieme alle bambine di quel villaggio. OggiJenny ha 23 anni e fa la fotomodella, nonsolo, ma per il suo lungo collo è una del-le più richieste e più pagate nel mondo.

La donna con ilcollo di GiraffaL’incredibile storia di Jenny, unafotomodella americana che ha vis-suto da bambina con il popolo deiKayan nel nord della Thailandia

AdminNostra corrispondente in Asia

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 21

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Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 3424

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I portieri in divisa che stanno di guar-dia davanti ai recinti, non si fidano diloro e per questi individui hannoadottato un atteggiamento di quelli chesi vedono nei film del vecchio West. Il"branco" viene pigiato, strizzato finoa che non passa un uomo per volta, poisui carri, e che nessuno sfugga alla bol-

latura formato foto segnaletica. I por-tieri, come gli “asiblena” sono il sim-bolo dell’ultimo brandello di disuma-nità la cui vista demolisce sia l’eloquen-za che il senso di carità. Parte di que-sti “asiblena”, fuggita da un altro pia-neta, non è recintabile, così l’ostilitàverso questi diversi è sconfortante.

Portieri davantiall’ingresso? NoSenza né recintiné transenne!Solo aree libereValentina FerriScrittrice di romanzi fantastici(Pezzo tratto da “Gli asiblena”)

Ripugnanti, sudici e aggressivi: un'indomabile branco disumano schiac-ciato dietro le transenne, sotto il tet-to pericolante di un mondo semprepiù aberrante. Sono gli “asiblena”dal grugno tosto, senza nome né do-cumenti, senza passato né futuro,senza infamia né onore...

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200 mq di Passione

Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 24

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Le storie del Principe ranocchio

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 25

News

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Otteniamo una coinvolgente espe-rienza nell'inferno letterario e alle-gorico del più grande poeta medie-vale, raccontata e vissuta da chi, fi-no a quel momento, aveva conosciu-to solo il sordido inferno di criminee di depravazione del mondo contem-poraneo.

Il nostro poliziotto si cala sempre di piùnell'immaginario dantesco, fino a nondiscostarsene neanche durante le quo-tidiane indagini! Di sicuro una “lectu-ra Dantis” originale e di forte impatto...Ma se il commissario Baileys leggeDante allora tutti possono leggereDante. Sempre alle prese con personag-gi demoniaci come Caronte, i diavoli ealtri protagonisti della “Commedia di-vina” del poeta fiorentino. Distribuitoda “The videorivoluzione” e prodottoda Clayton Corelli, BAILEYS LEGGE DAN-TE è arrivato ormai al suo dodicesimovideo con un cast eccezionale. Giratoin esterni, interni, il progetto si avva-le di una post-produzione che crea il vi-deo con un montaggio veramente sin-golare pieno di trovate e di effetti.

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La spalla Terranova...come Peppino per Totò

Cosa può succedere se siregala la Commedia diDante Alighieri ad un ru-de commissario di originiirlandesi?

Emiliano PasquinucciNostro collaboratore

BASTA! con Gas-smann e Benignie compagnia ve-tusta di reboan-ti declamatori!BASTA! con lesottili barbositàdi polverosi ese-geti, ci vuole unapproccio più mo-derno per riav-vicinare le nuovegenerazioni aDante, un approc-cio più brutal-mente autentico.

È questa la “viamaestra” che l'ispettore Baileyssi accinge a percor-rere in questa pre-sentazione. Fac-ciamo il pieno diAdelscott, indos-siamo un robustogiubbotto antipro-iettile, allacciamo-ci le cinture di sicu-rezza e lasciamo-ci guidare da que-sto sconcertantepiedipiatti irlande-se on a Highwayto Hell!

Highwayto DantePaolo Soldani (Prof.)

Dante poliziotto

Come nella migliore tra-dizione delle coppia comi-che, anche per il com-missario Baileys c’è unaspalla. E la spalla, come il

gregario nel ciclismo, èfondamentale per l’atto-re (fra virgolette) princi-pale, diciamo per l’altro alquale le produzioni affida-no la frontalità. Indub-biamente il ruolo determi-nante della spalla fa si

che la coppia diventi unacosa sola. A coprire que-sto ruolo è il buffissimoTerranova, interpretatoda Emiliano Pasquinuc-ci, che, con uno spiccatoaccento meridionale, ac-cende la scena.

Rossano LualdiEsperto di commedia

Il commissario Baileys

Baileys, all’anagrafe StefanoCamarri, durante una lettura delsuo “Inferno”

Terranova:Il personaggio è

basato su unacomicità

spontaneavecchia

maniera

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Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Un programma di musica da ascoltare e di paro-le da dire. Un’ora da passare insieme alle selezio-ni musicali e interviste, scelte dal neo-condutto-re Stefano Ferrini. Un programma notturno alla ma-niera di “Nick the nightfly” sulle frequenze del-l’emittente radiofonica FM 98.5 che porta il no-me della città.

Con un po’ di fatica e qualche problemino tecnico te-nendoci con l’orecchio inchiodato alla radio per più diun’ora, è partita giovedi 7 marzo la trasmissione“Quello della notte” il cui titolo strizza l’occhio alla fa-mosa trasmissione, al plurale, di Renzo Arbore. Maogni giovedi che si sussegue, la trasmissione sta cre-scendo, riscuotendo consensi fra gli appassionati di uncerto tipo di musica e sta diventando un vero e propriopunto di riferimento. Musica internazionale e italianasono il materiale prescelto. Tra le numerosissime se-lezioni fioccano artisti di calibro superiore. Una sfidae un’avventura, quella intrapresa da Ferrini, che noi so-steniamo in pieno, pubblicando su questo spazio peri prossimi numeri a venire, recensioni e curiosità deimomenti più significativi che ci hanno stimolato. Unospazio comunque aperto anche ai lettori, i quali, potran-no inviarci su [email protected], i loro commen-ti, le loro impressioni, ma anche le loro critiche, i loroappunti, su come far crescere sempre di più la trasmis-sione. Per il momento contraccambiamo con un calo-roso “In bocca al lupo” (crepi!) al neo-conduttore chenella prima puntata di giovedi 7 marzo, ci ha affettuo-samente menzionati e salutati in diretta, con l’auspi-cio che questo suo nuovo ruolo porti un po’ di rinno-vamento musicale sull’emittente... e non solo.

Chi?

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Quellodella notteSu RADIOPIOMBINOin streaming e podcast

StefanoFerriniIl Conduttore

OGNI GIOVEDI DALLE 22:30

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 27

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Siamo una società all’avanguardianella commercializzazione di prodotti antincendio

e di articoli per antinfortunistica

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Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

In questo fascicolo di GRAFFIO voglio proporvi laconoscenza di un corpo celeste avvistato per la pri-ma volta il primo novembre 1977 dall’astronomoCharles Kowal, ad esso fu dato il nome di Chirone.Già nel 1961 la rivista “In Search” aveva segna-lato la possibile esistenza di un piccolo pianeta inorbita tra Saturno e Urano. Questa supposizionesi rivelò esatta.

La scoperta di un nuovo pianeta viene sempre studia-ta a livello astrologico. Gli astrologi osservano i cam-biamenti a livello collettivo e attribuiscono certe ten-denze alla natura del nuovo pianeta scoperto. Ogni vol-ta che un pianeta ”diviene visibile” avvengono deifenomeni di sincrinicità: accadono nella collettività cam-biamenti che studiati in seguito forgiano la natura delnuovo corpo celeste. I cambiamenti osservati negli an-ni intorno alla scoperta di Chirone riguardavano la gua-rigione alternativa, in quegli anni furono apprezzatedi nuovo l’omeopatia e le cure naturali. Anche in cam-po dell’agricoltura i prodotti biologici cominciarono adespandersi e nelle nostre città aprirono le prime erbo-risterie. Come vedremo in seguito la guarigione è unadelle espressioni-chiave di questo piccolo corpo cele-ste. Chirone prende il nome di un immortale centauro

La pagina dell’astrologa

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LianellaLivalvi LaunAstrologa psicologa

I NUOVI CORPI CELESTI

In astrologia Chirone è legato oltreal tema della guarigione (si trovain posizione importante negli oro-scopi dei medici e di tutte le per-sone che lavorano in campo terapeu-tico), al rifiuto. Questa tematica sitrova nei temi natali di persone che nel-la loro esistenza si confrontanospesso con il rifiuto degli altri perragioni di cui non sono responsa-bili (come fu la nascita del piccolocentauro dopo la violenza fatta aFilira). Ai nostri giorni è attuale l’espe-

rienza scolastica di bambini che pro-vengono da altri paesi, in genere piùpoveri dei nostri, e che per la loro di-versità non vengono accettati dagli al-tri scolari. Il settore astrologico in cuisi trova il pianetino Chirone rivela inquali campi di epserienze siamo sta-ti confrontati con la tematica del rifiu-to da parte degli altri o in quali situa-zioni reagiamo suscettibilmente aqualsiasi gesto che possa venire inter-pretato come un rifiuto.

della mitologia greca. Per capire il carattere astrologico diquesto pianetino dobbiamo analizzare l’origine mitologica:

“Il Dio Crono si era invaghito di una bellissima Ninfa dinome Filira e dalla loro unione forzata nacque Chirone. Filiranon amava il Dio e cercava sempre di sfuggirgli, una voltaCrono infiammato da questa passione si trasformò in uno stal-lone per poter raggiungere la bella ninfa e violentarla. Da que-sta unione innaturale Filira restò incinta e partorì un bambinoche per metà era umano e per metà cavallo. La ninfa fu atter-rita nel vedere il frutto di quello spiacevole amplesso, rifiutò ilbambino e lo abbandonò su una spiaggia, infine invocò Zeus ditrasformarla in un tiglio per sfuggire alle proprie responsabili-tà. Il piccolo fu salvato dal Dio Apollo che lo crebbe trasmetten-dogli tutto il suo sapere. Una volta adulto Chirone si distinse da-gli altri centauri per la sua saggezza. Egli conosceva l’astrono-mia, la musica, tutte le arti e la medicina naturale non aveva nes-sun segreto per lui. Chirone aveva molti allievi tra cui Asceplio,Achille, Orfeo ed Eracle. E proprio per mano di uno dei suoi al-lievi fu ferito gravemente. Durante una festa dove era scoppia-ta una rissa, Eracle scoccò una freccia velenosa dal suo arco checolpì Chirone. Il saggio centauro essendo un semidio era immor-tale e non poteva né morire né guarire. Si ritirò nella sua grot-ta e studiò le erbe con la speranza di trovare un rimedio che glilenisse almeno il dolore, ma non riuscì a guarire. Intanto si erasparsa la voce che Chirone avesse trovato nuovi rimedi e in mol-ti lo consultarono nella sua grotta per poter guarire dai loro ma-li. Chirone guarì molti viandanti, ma non riuscì a guarire se stes-so. Zeus lo liberò dal suo tormento concedendogli il diritto dimorire e dopo nove giorni dalla sua morte, pose la sua imma-gine nella costellazione del Sagittario”.

Il significato:Chirone, l’archetipo del guaritoreferito, rappresenta le nostre ferite,fisiche, emozionali, psicologiche,spirituali e al contempo la nostraguarigione.

Chirone,l’astromitologico“Il dio Crono si erainvaghito di una bel-lissima ninfa di nomeFilira...”

In astrologia Chirone è legato oltre altema della guarigione (si trova in po-sizione importante negli oroscopi deimedici e di tutte le persone che lavo-rano in campo terapeutico), al rifiuto.Questa tematica si trova nei temi na-tali di persone che nella loro esisten-za si confrontano spesso con il rifiu-to degli altri per ragioni di cui non so-no responsabili (come fu la nascita delpiccolo centauro dopo la violenza fat-ta a Filira). Ai nostri giorni è attualel’esperienza scolastica di bambini che

provengono da altri paesi, in generepiù poveri dei nostri, e che per la lo-ro diversità non vengono accettatidagli altri scolari. Il settore astrologi-co in cui si trova il pianetino Chironerivela in quali campi di esperienzesiamo stati confrontati con la temati-ca del rifiuto da parte degli altri o inquali situazioni reagiamo suscettibil-mente a qualsiasi gesto che possavenire interpretato come un rifiuto.

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Graffio34 new dim 2-04-2013 16:06 Pagina 29

News

Graffio Aprile/Giugno 2013/N° 34

Una versione in forma“reloaded” della stori-ca trasmissione di filma-ti pubblicitari che, nel-la migliore tradizione,sarà mandata in ondasu Rai1 nel prime time,con lo slogan “tutti aletto dopo le 9”.

Da fine marzo, infatti, sulprimo canale della Rai tor-nerà il programma andatoin onda dal 1957 al 1977,durante il quale venivanotrasmessi spot pubblici-

tari con delle storielle in-terpretate dagli attori piùamati (sopra, il sipario Ca-rosello). Il nuovo Carosel-lo andrà in onda a partiredalle 21:00 e sarà compo-sto da tre spot che po-tranno durare fino a sessan-ta secondi l’uno. La Rai hachiesto agli inserzionisti direalizzare spot che siano“minifilm”, proprio per es-sere fedeli allo spirito di Ca-rosello, i cui spot eranodei veri e propri “sceneg-giati in miniatura”.

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In Rai torna Carosello, il mitico“contenitore di pubblicità” della Raianni sessanta e settanta.

Vi ricordate di Lampo? Èuna storia vera, un canerandagio che per molti an-ni fu il migliore amico del fer-roviere maremmano ElvioBarlettani e di sua figliaMirna. Lampo scese un gior-no da un treno merci alla sta-zione di Campiglia Marittimae lì decise di stabilire lasua residenza. Era un caneeccezionale che conosceval'orario dei treni, le coinci-denze, le fermate, distingue-va tra i vari tipi di convoglie quando saliva su un tre-no non si allontanava maitroppo da Campiglia doveaveva il compito di accom-pagnare a scuola la piccolaMirna.E la sua storia ha il saporedella favola ma, come spessoaccade alla realtà, a volte è me-glio della fantasia, e Lampo, conla sua vita, ne è l'esempio. Ed

è per questo che intorno a luic’è un interesse reale di por-tare su pellicola questa incre-dibile storia. A darcene noti-zia, la co-protagonista del for-tunato libro, Mirna Barlettaniin persona a cui vanno i nostripiù sinceri auguri per un buonfinale di questa opportunità.

ULTIM’ORALampo, il cane viaggia-tore diventa un film?

Il ritorno diCarosello

Laura CapalbiPostato in Fatti Italiani

Tutti a letto dopo le 9 di sera!

Paulistae CarmencitaI personaggicreati per pub-blicizzareuna notamarcadi caffè

Lampo:alla

stazionedi Campiglia

Marittima

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Non si uccidonocosì gli animalidi peluche!

Campagna contro l’abbandono degli animali di peluche a cura di Graffio©

Regalalo ad un altro bambinoma non gettarlo per strada!

Se l’abbandoni lo condannia morte. Pensaci.

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nosy

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