la luna nuova - num. 42 - maggio 2013

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Luna Luna Periodico dell'associazione "la Luna". Sede in Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO) - Italy. Autorizzazione tribunale di Modena numero 1414 del 13/11/1997 l a Periodico indipendente di Palagano e dintorni nuova nuova Maggio 2013 Anno XVI Numero 42 www.luna-nuova.it Crescerai di Sara Perini feat Maciupiciù CONCORSO FOTOGRAFICO Prima classificata (Società Emarginati Giovani Anonimi) S.E.G.A. Un sostanzioso faldone di documenti inediti, ritrovato nell’archivio della redazione... Proviamo a farvi divertire un po’, raccontandovi il legame inscindibile fra la S.E.G.A. e le storie di Palagano degli anni '80 e '90. L’augurio è quello di strappare a qualcuno un paio di grasse risate. Qualcun altro, forse, riderà un po’ meno. PERSONAGGI Intervista ad un anonimo fondatore 1993-2013: la "Luna" compie 20 anni foto calen dario

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Notizie da Palagano e dintorni

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Page 1: La luna nuova - num. 42 - Maggio 2013

LunaLunaPeriodico dell'associazione "la Luna". Sede in Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO) - Italy. Autorizzazione tribunale di Modena numero 1414 del 13/11/1997

laPer iod ico ind ipendente d i Pa lagano e d intorn i

nuovanuovaMaggio 2013 • Anno XVI • Numero 42

www.luna-nuova.it

Cresceraidi Sara Perini feat Maciupiciù

CONCORSO FOTOGRAFICO

Prima classificata

(Società Emarginati Giovani Anonimi)

S.E.G.A.Un sostanzioso faldone di documenti inediti, ritrovato nell’archivio della

redazione... Proviamo a farvi divertire un po’, raccontandovi il legame inscindibilefra la S.E.G.A. e le storie di Palagano degli anni '80 e '90. L’augurio è quello di

strappare a qualcuno un paio di grasse risate. Qualcun altro, forse, riderà un po’ meno.

PERSONAGGI

Intervista ad un anonimo fondatore

1993-2013: la "Luna" compie 20 anni

fotocalendario

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2 la LUNA nuova - Maggio 2013

RedazioneDavide Bettuzzi,Laura Bettuzzi,

Francesco Dignatici, Daniele Fratti

Martina Galvani,Paolo Gualandi,

Milena Linari,Gabriele Monti

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161822

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4852

Terza pagina

Fatti & Misfatti

Associazionismo

Comune

Il Dubbio

20°

Personaggi

El Toro Loco

La LUNA

Val Dragone

Poesia

Scrivo irregolare

Scrivi alla Luna

Ultima

Le due sponde del Tevere

Notizie da Palagano e dintorniAppennino in maschera - Settimana internazionale Coppi e Bartali 2013Polisportiva di Palagano, 35 anni di attività - Animale in pericolo aSant'Andrea Pelago - Un 25 aprile per ricordare e da ricordare - L'impegnodei Bambini - Rolando Rivi, Seminarista martire

Associazionismo e solidarietàPolisportiva di Monchio

ComuneInformaSpazio autogestito offerto ai gruppi consigliari del comune di Palagano

Il default di uno Stato

I 20 anni della Luna

S.E.G.ASocietà Emarginati Giovani Anonimi

Oroscopo 2013

Fotografa la Valle del Dragone

Val DragoneRicerche: Dalla Val d'Asta alle Vaglie, a castagne nel "Balugano"Antiche devozioni: l'unica vera lettera di nostro Signore Gesù CristoVal Dragone nella storia: Il sito di Monte Santa GiuliaI sapori di una volta: Straccetti nel latte

La ballata della Valle

Senza criteri nè regole...Enes Liesnjanin: "Dico: Non mentirti, sei alla ricerca di risposte"Federico Piacentini: "Il nero e il bianco"

Lettere

Riflessioni

CollaboratoriAlessandra Abbati, Gabriella Barbati,Carlo Bertacchini, Fabrizio Carponi,

Alessandra Casini, Patrizia Dignatici,Eligio Fiorenzi, Andrea Fratti,Giulia Grossi, Aldo Magnoni,Alice Nannetti, Bruno Ricchi,

Doriano Torri,Erminia Vezzelli.

la Luna nuovaAttualità, cultura, tradizioni, solidarietà. Periodico indipendente di Palagano e dintorni

Direttore responsabile: Giuseppe CervettoAssociazione La Luna. Via Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO). Tel.: 0536/961621 - Fax: 0536/970576

www.luna-nuova.it - e-mail: [email protected]. 42 - Anno XVI - Maggio 2013. Fondato come "la Luna nel Pozzo" (13 numeri dal 1993 al 1996)

Aut. Tribunale di Modena num. 1414 del 13/11/1997

la Luna nuova viene inviata a tutti i soci e sostenitori dell'associazione la Luna.La quota associativa minima annuale è di 2O Euro e può essere versata sul nostro

conto corrente bancario o direttamente ai i soci autorizzati:Nadia Marasti: ditta Edilart Marasti - Via XXIII Dicembre, 35 - Palagano Tel. 0536 961521

Gabriele Monti: ditta Monti Adriano - Via XXIII Dicembre, 30/a - Palagano - Tel. 0536 961477Ricchi Bruno: INA-Assitalia - Via XXIII Dicembre 8 - Tel. 0536 961266

Associazione "la Luna"Conto corrente bancario num. 100016 presso il Banco Popolare - Agenzia di Palagano

Codice IBAN: IT24 Y 05034 66871 000000100016Info: [email protected] - www.luna-nuova.it

Tiratura: 300 copie

Chiuso in redazione il 05/05/2013

Stampato in proprio

Som

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La fotografia di copertina è la prima classificata al concorso fotografico "Aspettando l'avvenire".Questa e altre undici fotografie sono state pubblictae sul Calendario 2013 de "la Luna"

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Terzapagina

Paolo Gualandi

Non si può dire che il 2013 sia un anno anonimo, un periodo ditransizione.Iniziato da pochi mesi, fin da subito si è insistentemente ritaglia-to un posto da protagonista nella storia.Per la prima volta dopo secoli e secoli un papa abdica con uncomunicato tanto limpido quanto fulmineo che lascia il mondointero attonito per la sorpresa. Passando sull’altra sponda delTevere, il 24 e 25 febbraio l’Italia torna al voto durante il periodopiù nero da decenni a questa parte, con la crisi economica checontinua a mordere un'economia e un tessuto sociale già inseria difficoltà. Dalle urne esce il risultato che tutti temevano: la"X", il pareggio o, meglio, la “non vittoria” di nessuno. Il Movi-mento 5 Stelle sfonda, incanalando da una parte il voto di prote-sta e di frustrazione di chi ha imputato ai partiti tradizionali laresponsabilità della situazione economica attuale (non a torto!)e dall’altra di chi ha visto in questo movimento uno slancio dinovità, di impegno onesto e disinteressato per il paese. Nessunasoluzione sembra apparire all’orizzonte per la formazione di unnuovo governo; a complicare ulteriormente le cose si aggiungeil fatto che il Capo dello Stato sia al termine del suo mandato enon possa nemmeno sciogliere le Camere in caso di esito nega-tivo delle consultazioni.Ma anche stavolta il colpo di scena non manca: per la primavolta nella storia della Repubblica un Capo dello Stato vienerieletto. E’ molto anziano ma dà l’incarico a un 46enne, terzopremier più giovane della storia. Poche ore dopo… già si litiga,nella migliore (o peggiore) tradizione dell’Italia dei campanili edegli orticelli.Anche oltre Tevere nel frattempo si sono dati da fare, eleggendoin maniera fulminea il nuovo Vescovo di Roma (lui preferiscefarsi chiamare così!), ribaltando ogni pronostico della vigilia eribadendo ancora una volta che chi entra in conclave Papa neesce Cardinale. Si può affermare con decisione che questa voltala Chiesa ha stravinto la “sfida” con la politica italiana, dando unaprova di concordia, coraggio e capacità di rinnovamento di cuimolti dubitavano. Francesco, venuto “dalla fine del mondo” al-meno dal punto di vista dell’immagine, sta sfatando molti tabù ese il buongiorno si vede dal mattino… non mancheranno le sor-prese. Non ci resta che sperare che ne prendano esempio dall’altra sponda del Tevere!

Le DUE spondedel TEVERE

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Notizie da Palagano e dintorni

MASCHERAAPPENNINO IN

Domenica 10 febbraio si è svolta a Monchio laterza edizione del Carnevale organizzato daigenitori di alcuni bambini e ragazzi del nostropaese.Questo Carnevale costituisce una delle tre tap-pe, insieme a Frassinoro e Montefiorino, del-l'Appennino in Maschera che quest’anno, causail maltempo della domenica precedente (in cuisi sarebbe dovuto sfilare a Frassinoro), ha vi-sto il nostro paese come prima sosta.Non si poteva chiedere una giornata migliore:il cielo azzurro e il sole che splendeva hannoaccompagnato i trattori e le maschere nellaloro sfilata per la via principale.I paesi che hanno aderito alla manifestazionesono stati Monchio con la “Vecchia Fattoria” eal seguito un carretto con i coniglietti, Rubbianocon “Alice nel Paese delle meraviglie”, Monte-fiorino con “La primavera”, Frassinoro con lagigantesca nave di “Peter Pan” inseguita daun coccodrillo, Casola con “Madagascar”, LaVerna con “Heidi” e, infine, Costrignano conben due carri: “Il saloon” e, tema piuttostooriginale, “L’isola ecologica”.Dopo la sfilata, che ha avuto inizio all’incircaalle ore 14, la festa non è finita: i partecipantiai carri e gli “spettatori” si sono recati alcampetto, dove le brave resdore avevano al-

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5la LUNA nuova - Maggio 2013

Notizie da Palagano e dintorni

La celeberrima gara di ciclismo ma-schile su strada quest'anno ha coin-volto parte del nostro piccolo paesemontano. Dal 1984, ogni mese di mar-zo, l'Emilia Romagna organizza l'atte-sa competizione, aperta ad atleti pro-fessionisti, proponendo gare di veloci-tà o tappe a tempo individuali o di grup-po di diversa difficoltà in montagna,collina e pianura. Nata a Riccione eclassificata nella categoria 2.1 del ca-lendario UCI Europe Tour, la Settima-na Internazionale Coppi e Bartali è unadelle manifestazioni più amate in Ita-lia.La gara ha preso avvio mercoledì 20

SETTIMANA INTERNAZIONALECOPPI E BARTALI 2013marzo a Gatteo, per giun-gere nei territori del Comu-ne di Palagano due giornidopo, il 22 marzo, per laterza tappa del giro. Conpartenza da Zola Predosa,nel bolognese, intorno alle

11,30, gli atleti hanno percorso 157chilometri attraversando Savignano,Vignola, Castelvetro, Levizzano,Puianello, S.Dalmazio, Serramazzoni,Pavullo, Lama Mocogno, PonteStrettara, Riolunato, Pievepelago, Ser-piano, per salire poi verso Passo Cen-to Croci, discendere verso Boccassuo-lo, per affrontare infine l'ultima ascesain direzione Piane di Mocogno, pas-sando da Montemolino, con arrivo nelpomeriggio. Al traguardo in piazzac'era una grande folla, come ha con-fermato uno spettatore della nostrazona, nonché grandissimo appassio-nato di ciclismo: Dario da Ca' 'd Lévra.

Ha dichiarato: “Ho visto tante voltecorrere i corridori in una salita, questavolta volevo vedere l'arrivo. Prima sonoandato a mangiare un po' di polenta,poi sono andato a vedere i corridori.C'era una piena! Sì, c'era tanta gen-te!”. Quindi Dario e gli altri presentihanno accolto il vincitore della terzatappa, Damiano Cunego, al quale èstato assegnato il “Trofeo RomeoVenturelli”, in ricordo del ciclista origi-nario di Lama Mocogno. Sempre Dario:“Ha vinto Cunego, ma di poco. Io tene-vo per lui e ce l'ha fatta! E' stato bellol'arrivo perché la piazza è grande allePiane. Sono proprio contento, ancheperché ho dato la mano a FrancoBitossi!”. Lo stesso Bitossi, campio-ne di ciclismo degli anni '60-'70, che,in serata presso il Teatro Comunale diPalagano, ha rilasciato un'intervista algiornalista Marco Pastonesi della Gaz-zetta dello Sport. (ml)

lestito un ricco buffet con focacce, pizzette, torte, bomboloni ripieni e, per restare in tradizione,tante frappe. Dalla cucina è poi uscito anche gnoccofritto, perché si sa… A Monchio quando è ora difare il gnocco nessuno si tira indietro! La presenzadelle persone ai lati della strada, di tanti carri alle-gorici e di vari personaggi tra i quali tigrotti, funghigiganti, pecorelle, fiori sbocciati, mucche, pingui-ni, pirati, carte a gioco, leprotti, farfalle, pastorelli,cassonetti della spazzatura, indiani, tende e, ad-dirittura (!), un prete improvvisato, hanno reso que-sta giornata unica. L’allegria del Carnevale, con isuoi colori e con la varietà delle maschere, ècome sempre contagiosa ed ha portato tantagioia e, soprattutto, tanti sorrisi, per le vie delnostro paese…Una giornata che ha fatto divertire tutti, dai più piccoli ai più “vecchi”! (gg)

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Notizie da Palagano e dintorni

di Eligio Fiorenzi

Con il rinnovo delle proprie carichesociali, il 19 marzo, la PolisportivaPalagano ha festeggiato il 35° anno diattività.Nata, infatti, nel novembre 1977 perl’iniziativa di un gruppo di appassiona-ti, alcuni dei quali sono ancora oggipresenti nel Consiglio direttivo, la no-stra Polisportiva ha dimostrato, neltempo, una grande vitalità e anche unanotevole capacità di rinnovamento.Fanno parte del Consiglio, oltre agli“anziani”, anche numerosi giovani, che,con il loro entusiasmo e le loro idee,aiutano gli anziani a non mollare, purnei momenti di difficoltà e di scorag-giamento. Questo il nuovo Consigliodirettivo: presidente: Eligio Fiorenzi;consiglieri in ordine alfabetico: Danie-le Bettuzzi, Luca Biondini, VittorioCalicetti, Giampaolo Casini, NicolettaCasini, Marco Facchini, Andrea Fratti,Alessandro Giusti, Andrea Lami, ElisaLami. Mi è gradita l’occasione per diregrazie a chi ha voluto continuare nel-l’impegno per la realizzazione degliscopi della Polisportiva, e un grandebenvenuto ai tre nuovi consiglieri, LamiElisa, Biondini Luca e Calicetti Vitto-rio, che hanno mostrato la volontà dicondividere con tutti noi questo impe-gno. Poiché è un po’ di tempo che nonparliamo di noi e delle piccole coseche facciamo, rispondo volentieri all’in-vito della “Luna” per comunicare allanostra comunità chi siamo e cosa ef-fettivamente facciamo.Siamo iscritti, da otto anni, al Regi-stro Provinciale Di Promozione Socia-le, riconoscimento importante sia alnostro statuto e agli scopi cui si ispi-ra, sia alle attività che effettivamente

svolgiamo all’inter-no della nostra co-munità.Senza trascuraregli aspetti agonisti-ci, il nostro impe-gno è volto soprat-tutto alla promozio-ne dello sport pertutti, dai più picco-li agli adulti, fino agli anziani.Responsabile tecnico per le attivitàgiovanili e operatrice per la pallavolofemminile è Nicoletta Casini, coadiu-vata da un gruppo di giovani cresciuteattraverso le attività motorie e piùprettamente agonistiche della nostraPolisportiva. Per quanto riguarda i bam-bini e i giovani, abbiamo attivato unlavoro di formazione fisica per i più pic-coli a partire dall’ultimo anno dellascuola materna, un Centro di avviamen-to allo sport con indirizzo pallavolo, dicui sono responsabili Nicoletta Casi-ni e Stefania Pradelli; un corso di av-viamento alla pallavolo per ragazzi eragazze della scuola media e primasuperiore affidato a Nicoletta Casini perle ragazze e al sottoscritto per i ra-gazzi. La squadra femminile under 15si è classificata terza nel proprio giro-ne del campionato provinciale CSI; en-trambe le squadre, sempre under 15,partecipano ora al torneo “Barani”, or-ganizzato dal CSI di Modena.Durante l’estate, abbiamo continuatola collaborazione con la SocietàGallesi di Carpi, nella organizzazionee nella gestione di un Camp estivo diavviamento a varie discipline sportive,tra cui la pallavolo, che ha visto la par-tecipazione settimanale di una sessan-tina di ragazzi provenienti, oltre che dalnostro territorio, da tutta la provincia.

Polisportiva di Palagano35 anni di attività

Questa esperienza, voluta dalla Socie-tà carpigiana e sostenuta dall’Ammi-nistrazione comunale, ha raggiunto ilsesto anno di attività, contribuendo allavalorizzazione dei vecchi campi da ten-nis, trasformati in campi da beachvolley, da pallavolo e da calcetto.Durante l’estate, nella seconda metàdi luglio, abbiamo organizzato il nostrotradizionale torneo di pallavolo mistonel campo all’aperto del parco comu-nale; all’ultima edizione hanno parte-cipato otto squadre, di cui tre di Pala-gano. Anche questa manifestazioneriscuote un grande successo di pub-blico e, soprattutto nelle fasi finali,anche un discreto livello di gioco.Il calcio giovanile è un settore in cre-scita, dopo alcuni anni di esperienzenon sempre felici con altre societàdella montagna.Anima di questa attività è sempreSandro Giusti, responsabile in primapersona della squadra 2004/2005,coadiuvato nei due anni precedenti daAlessandro Rioli, per i '92/'93, e, dalcorrente anno, da Martelli Fabio e OriDaniele, e, naturalmente, da un grup-po di appassionati genitori.Queste due squadre partecipano ai ri-spettivi campionati provinciali CSI e sirivolgono a circa una trentina di ragaz-zi. Una importante iniziativa è stata re-alizzata insieme alla Società San Fe-

Torneo di Beach Volley

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7la LUNA nuova - Maggio 2013

lice durante la scorsa estate: la so-cietà sportiva del paese terremotato èstata ospite della nostra comunità perun giorno. È stato organizzato un in-contro di calcio fra squadre giovanili,e, soprattutto, è stato realizzato un in-contro conviviale, grazie alla collabo-razione dell’Amministrazione comuna-le e delle signore volontarie che hannopreparato il pranzo per i ragazzi e gliaccompagnatori. Un ringraziamentoparticolare va a Sandro Giusti e Da-niele Bettuzzi, che hanno coordinatol’iniziativa.Durante l’estate scorsa e in quella pre-cedente, abbiamo partecipato al Tor-neo della montagna di calcio, di cuisono stati responsabili Michele Fioren-zi e Andrea Fratti; al di là del risultatofinale, mi è sembrato importante ve-dere in campo ragazzi cresciuti nellenostre squadre giovanili, poi passati adaltre squadre più importanti. È statobello anche tornare a vedere la parte-cipazione del pubblico palaganese allepartite della nostra squadra.Come ogni anno, poi, dal 10 al 20 lu-glio, organizziamo un corso di calciodella durata di dieci lezioni, di cui èresponsabile tecnico l’amico professorGiacomo Abate; la partecipazione del-l’estate scorsa, ma anche delle pre-cedenti estati è stata sempre moltonumerosa, con oltre cinquanta ragaz-zi partecipanti, dai 5 ai tredici anni e

non solo palaganesi. Questa iniziati-va, abbiamo notato, è infatti molto ap-prezzata anche da famiglie che si tro-vano in vacanza nel nostro Comune.Nei mesi di dicembre e gennaio, ab-biamo partecipato al “Torneo Boldrini”,classica manifestazione di calcetto or-ganizzata dal CSI di Modena, con duesquadre, 2004 e 2005, dirette da DinoBertogli e Sandro Giusti; con quest’ul-tima abbiamo raggiunto i quarti di fina-le. In ordine alle attività giovanili è do-veroso segnalare la partecipazionedella Polisportiva Palagano al “BandoSport” promosso dalla FondazioneCassa di Risparmio di Modena, conun progetto denominato “Attivitàmotorie e sportive rivolto a bambini eragazzi dai 5 ai 14 anni”; siamo orgo-gliosi nel dire che il nostro progetto èstato, in primo luogo, approvato dallaFondazione ad agosto 2011, con pro-messa di finanziamento, una volta re-alizzato, di € 3035.Tale progetto, che riguardava le attivi-tà giovanili dell’anno sportivo 2011/2012, è stato completamente realiz-zato, fatto oggetto della necessariarendicontazione e relazione finalepresso la stessa Fondazione, che ha

provveduto alla liquidazione del contri-buto previsto dal bando stesso. AllaFondazione va la nostra gratitudine peraver voluto premiare la serietà e la va-lidità del nostro impegno, gratitudineestesa a tutti gli operatori che hannoreso possibile la realizzazione del pro-getto.Proprio perché siamo una Polisportiva,cerchiamo di rispondere a tutte le ri-chieste sportive: un corso di ginnasti-ca dolce tenutro da Elisa Lami, unodi step tenuto da Stefania Pradelli, unodi danza per ragazze e signore più gio-vani tenuto da Federica Ferrarini, e uncorso di presciistica per gli amanti dellosci tenuto da Franco Tosi.Il settore sci è in calo per quanto ri-guarda la parte agonistica, pur poten-do segnalare i buoni risultati ottenutida Antonio Zecchini nella categoria“Master”; nel corrente anno abbiamorinnovato la partecipazione al “Trofeodelle Regioni”, gara a squadre, apertaa tutte le categorie, nella quale ci sia-mo qualificati per la fase nazionale.Notevole, invece, è stata la partecipa-zione dei nostri ragazzi alla scuola sci,soprattutto nell’annata sportiva scor-sa, durante la quale ben 23 bambini,dai 5 ai 10 anni, hanno frequentato ilcorso sci alle Piane di Mocogno e 15al Cimone, per i più grandi.Nonostante tutto, anche nel correnteanno abbiamo riscontrato una buonapartecipazione: 15 alle Piane, con al-meno cinque fra bambini e bambine,al di sotto dei sei anni, con alcuni chenon avevano mai provato lo sci. Il cor-so si è concluso il lunedì di Pasqua,con una gara finale, magnificamenteorganizzata dalla scuola sci Piane diMocogno. Devo dire che è stato bel-lissimo vedere questi mini sciatori,anche i più inesperti, cimentarsi fra leporte di uno slalom gigante e raggiun-gere il traguardo fra gli applausi delpubblico, dei genitori e dei nonni.Ai maestri di sci tutti, ma in particola-Squadra femminile Under 15 di Pallavolo

Strapazzona 2012. Partenza.

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8 la LUNA nuova - Maggio 2013

Notizie da Palagano e dintorni

re al maestro Giacomo, al maestroPuntel e al maestro Sala, va il nostroringraziamento per la professionalità ela capacità di fare amare lo sci ai no-stri ragazzi. Anche quest’anno, fra nonpoche difficoltà, siamo riusciti a rea-lizzare La Gara Sociale, 21° TrofeoRenzo Ruggi, intitolata all’amico, ap-passionato di sci, prematuramentescomparso. La partecipazione è statabuona per quanto riguarda i piccoli;purtroppo, meno per gli adulti, tutta-via, grazie alla collaborazione con ilteam Gianni Sport, che ha condivisocon noi le spese di organizzazione,possiamo dire che tutto è andato beneanche se non benissimo; è mancatacompletamente la partecipazione del-la componente femminile adulta e del-la maggior parte dei giovani.Un grazie, comunque, va alla scuolasci Riolunato per la perfetta organiz-

zazione e al nostro maestro di sciGiampaolo Casini. In questi ultimi anniè ripartita l’organizzazione della“Strapazzona”, corsa podistica noncompetitiva, che organizziamo annual-mente in collaborazione con l’Ammi-nistrazione comunale di Palagano, dicui è responsabile il nostro consiglie-re Andrea Lami. L’ultima manifestazio-ne, che sta crescendo di anno in anno,si è svolta il 29 luglio ed ha visto lapartecipazione di oltre 400 atleti. Ilnostro grazie più sincero per la ma-gnifica organizzazione, oltre ai respon-sabili, va a tutti coloro che hanno col-laborato, ma soprattutto ai giovani che,con entusiasmo hanno dato la loro di-sponibilità, al Comitato Aravecchia,che ci ha permesso di utilizzare alcu-ni materiali della “Festa dei Matti”, aDaniele Forti per la logistica e a tuttigli sponsor che ci hanno sostenuto.La manifestazione di quest’anno harappresentato anche l’occasione per

offrire un modesto contributo alle po-polazioni delle zone terremotate del-l’Emilia, cui va tutta la nostra solida-rietà. Possiamo quindi verificare chela nostra comunità esprime una gran-de domanda di sport, cui si cerca dirispondere nel modo migliore, utilizzan-do la volontaria disponibilità dei nostricollaboratori, cui va il grazie di tuttal’associazione; ma il nostro grazie vasenza dubbio all’Amministrazione co-munale per la sensibilità che dimostraverso l’attività che svolgiamo, offrendoin modo gratuito servizi e strutture, atutti i nostri sponsor, che ci sostengo-no con erogazioni liberali e con mate-riali, ma soprattutto grazie ai nostri qua-si duecento soci, che dimostrano dicredere nel nostro modo di proporre losport, all’AVAP, sempre presente inoccasione delle nostre manifestazio-ni, e, comunque, a tutti coloro che,nelle varie occasioni, prestano la lorocollaborazione.

RicevutoPubblichiamoAnimale in pericolo a Sant’Andrea PelagoUn saluto a tutti i lettori de la Luna nuova. Il mio nome è Riccardo Lenzini,sono veterinario e sono originario di Sillano di Garfagnana, paese nelquale, oltre a svolgere il mio lavoro di libero professionista per vari anni,ho ricoperto il ruolo di volontario per la vigilanza ambientale e venatoriadel territorio. Da dieci anni mi sono trasferito nel comune di Pievepelago,dove ho famiglia e residenza e collaboro con le associazioni locali eprovinciali in materia di ambiente ed ecologia. Ho scelto il vostro mezzodi comunicazione, in aggiunta a mezzi più istituzionali, per informare erendere partecipi le persone del vostro Comune di un fatto di cui siamo stati informati il primo aprile scorso: si trattadell’avvistamento, da parte di un escursionista, di un grosso rettile, ovviamente non originario delle nostre zone. E’stata consegnata una fotografia scattata da un escursionista, subito recapitata ai servizi faunistici provinciali. Il luogodell’avvistamento è compreso nel territorio di Sant’Andrea Pelago, nella zona limitrofa al comune di Riolunato e vicinaalla punta meridionale del comune di Palagano. Inizialmente, tutti, me compreso, hanno creduto ad una “bufala”, poi cisi è dovuti ricredere. Si tratta di un grosso sauro di una lunghezza compresa fra 2 e i 2,5 metri.La specie in questione è stata ricondotta a quella di varanus komodoensis, e l’esemplare è un giovane di 3-4 anni. E’sicuramente fuggito da operazioni di trasporto e, purtroppo, vi è certezza che si sia trattato di attività clandestine (nonvi è altra spiegazione) benché non siano ancora resi disponibili altri dettagli dalle autorità. E’ possibile che abbiaviaggiato anche decine di chilometri per i boschi, in cerca di cibo. Si tratta di una specie classificata dagli zoologi come“vulnerabile”, il grado inferiore delle specie minacciate dall’estinzione. Il nostro obiettivo è quello di riportarel’animale sano e salvo nel suo habitat naturale ed è per questo che chiediamo di segnalare immediatamen-te eventuali avvistamenti agli enti locali ed ai servizi faunistici provinciali. Benché si tratti di un animalepotenzialmente pericoloso anche per l’uomo (un esemplare adulto, può uccidere un animale di grossa taglia con unsolo morso, a causa delle infezioni provocate dal cavo orale del rettile, quest’ultimo contaminato da numerosi agentipatogeni, principalmente batterici), non vi è motivo di allarmarsi, in quanto è una creatura generalmente schiva el’esemplare si trova con buona probabilità in stato di deperimento per denutrizione. E’ consigliabile comunque unaparticolare cautela per chi si trovasse a fare escursioni nelle zone in questione. Per non rubare ulteriore spazio al vostrogiornale, non mi dilungherò ulteriormente e vi invito a contattarci per ulteriori dettagli. Confidando nella vostra attenzionee collaborazione e ringraziando il giornale per lo spazio concesso, porgo cordiali saluti.

Riccardo LenziniCONTATTI. Cell: 333 6675910 - 345 2804564 (R. Lenzini) - Mail: [email protected] - [email protected]

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9la LUNA nuova - Maggio 2013

Notizie da Palagano e dintorni

di Patrizia Dignatici

Bellissima giornata quella del 25 Aprile al Parco del-la Resistenza di Santa Giulia. Già alle 8.30 nellaPiazza del Municipio di Palagano un colorato efestante gruppo di mattinieri era in fila per registrarsialla Camminata “Sui Sentieri della Libertà”, da Pala-gano a Santa Giulia.La manifestazione è stata promossa dall'Istituto Sto-rico di Modena, che ora gestisce il Parco di SantaGiulia. Il programma prevedeva che nel Parco, versole 12.30, convergessero tre gruppi provenienti da tredei Comuni che un tempo facevano parte della Re-pubblica di Montefiorino.

Le operazioni sono andate un po' per le lunghe per l'imprevisto numero di partecipanti (80-90), ma alle 9.30 siamo partitial seguito della guida esperta di Umberto Rioli, del GEP di Palagano.Subito una salita impegnativa ci ha portati ai piedi della Locanda Cialamina, poi sulla Via dei Cavallari verso Santa Giulia.Il gruppo, partito compatto, si è un po' sgranato lungo il percorso, come sempre avviene quando ci sono camminatoriallenati e meno allenati.Sul crinale una breve sosta per due parole sulle formazionipartigiane che operarono nel territorio della Repubblica e sullasua nascita, poi di nuovo in marcia.All'arrivo ci siamo ricongiunti con il gruppo degli escursioni-sti di Prignano e Montefiorino e abbiamo partecipato a unabreve cerimonia ufficiale di commemorazione del 25 Aprile,con il nostro sindaco Fabio Braglia, il vicesindaco PaolaBertelli e il sindaco di Prignano, Mauro Fantini, rappresen-tanti degli alpini e dell'Associazione per il fare in comune“Montagna Viva”.Dopo pranzo, alle 15.30 ha avuto inizio la conferenza-spetta-colo "Musica e Resistenza dagli anni cinquanta ad oggi": lepiù belle canzoni d'autore dedicate alla storia della Resisten-za, con Claudio Silingardi, la Compagnia musicale sassolesee Luciano Gaetani, fondatore dei Modena City Rambler.Vedere il Parco della Resistenza di Santa Giulia così gremi-to di gente e di tanti bambini, ha dato un significato partico-lare a questa giornata: a me ha regalato un segno di grandesperanza.

Un 25 Aprileper ricordare e da ricordare

Il Parco Santa Giulia, cosìgremito di gente e di tanti

bambini, ha dato unsignificato particolare a

questa giornata

SUI SENTIERI DELLA LIBERTÀ

COSTRIGNANO

162 ORE DI LAVORO AL PARCOAlcuni cittadini di Costrignano e il Gruppo Alpinidi Palagano hanno eseguito lavori di risistema-zione del parco della frazione. (pd)

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All'interno degli eventi organizzati nelComune di Palagano per il 15-16-17marzo, in occasione del 69° anniversa-rio della strage di Monchio, Costrignanoe Susano, ci sembra importante sotto-lineare alcuni aspetti di novità: la nu-merosa partecipazione della popolazio-ne di tutto il Comune e la collaborazio-ne di tutte le Associazioni; la serata organizzatadalle associazioni dei paesi coinvolti dalla strage:"Musica e parole s'incontrano", nel teatro di Pala-gano; la camminata sui luoghi della strage aMonchio; la partecipazione del sindaco di Stazzema,Michele Silicani, alla giornata del 17 marzo, ma so-prattutto la presenza degli alunni della scuola pri-maria di Monchio intitolata proprio al 18 marzo 1944,protagonisti della commemorazione ufficiale.Queste sono le parole e gli impegni che si sonoassunti in prima persona:"Siamo gli alunni della scuola primaria diMonchio.Siamo venuti qui insieme perché vogliamo ri-cordare tutte le persone che sono morte inquesta strage.Nella tradizione ebraica la pietra significa le-game e memoria: noi le abbiamo portate per-ché ci impegniamo a mantenere un legame conqueste vittime.

In occasione dell'ormaitradizionale mostra deipresepi che si tiene neimesi di dicembre e gen-naio a Lama di Monchio,un presepe è stato dedi-cato alle vittime del ter-remoto del 20 e 29 mag-gio 2012, in segno di vi-cinanza e commossa par-

tecipazione. Il presepe è stato realizzato su un muro di sasso di una casa distrutta. (ac)

LAMA DI MONCHIO

UN PRESEPE DEDICATO AI TERREMOTATI

L'impegnoDEI BAMBINI

Abbiamo voluto accendere le nostre candeleda questo braciere perché ci impegneremo atenere vivo il ricordo di quello che è successo.Quando c'è la bella stagione giochiamo insie-me nel parco dedicato a tutte le vittime dellastrage: ci impegniamo ad averne cura e rispet-to.A scuola abbiamo conosciuto quello che è suc-cesso qui tanti anni fa e abbiamo capito che gliuomini possono essere davvero cattivi: ci im-pegneremo ad essere bambini di pace.Alcune delle vittime della strage erano bambi-ni come noi e ancora in tante parti del mondo idiritti dei bambini vengono calpestati: noi sia-mo qui per chiedere pace per tutti loro."La banda di Palagano ha accompagnato la cerimo-nia e in particolare la Corale palaganese, direttadal maestro Ottavio Piacentini, ha cantato per laprima volta la canzone in memoria della strage diMonchio. Davvero emozionante! (pd)

STRAGE DEL 18 MARZO

Notizie da Palagano e dintorni

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Notizie da Palagano e dintorni

di don Carlo Bertacchini

Il papa Francesco ha recentementeapprovato il decreto di beatificazionedel seminarista Rolando Rivi, uccisoalle Piane di Monchio venerdì 13 apri-le 1945 da alcuni partigiani apparte-nenti al Battaglione Frittelli.Rolando fu accusato di essere unaspia dei tedeschi, di aver rubato indu-menti ed armi e di aver sparato controi partigiani. Tutte accuse risultate poi,in occasione dei processi di primo esecondo grado, completamente infon-date. Risulta pertanto difficile spiega-re il perché di questo gesto, comeanche del fatto che prima di essereucciso Rolando venne, a detta di te-stimoni, torturato e seviziato, preso acalci e insultato. E stiamo parlando diun ragazzino di appena 14 anni.L’unica cosa che possiamo dire è quel-la che è stata riconosciuta anche dal-la Chiesa nell’esame delle vicende ac-cadute: Rolando è un martire. È stato

Rolando Rivi

ucciso in odio alla fede e sappiamoche questo odio ha delle radici moltolontane. La storia dell’umanità ha co-nosciuto diverse manifestazioni di que-sto odio, e purtroppo ne conosce an-cora. Dal peccato originale l’odio èentrato nel mondo e assume ogni vol-ta forme diverse, ma il suo compito èsempre lo stesso: distruggere il pianod’amore di Dio. Noi non possiamo névogliamo giudicare il grado di respon-sabilità che le persone hanno in que-ste terribili tragedie, perché siamo con-sapevoli che il maligno spesso trae ininganno, e per indurci a certi compor-tamenti si è servito anche di ideologiecosiddette a favore dell’uomo per cuitante volte siamo caduti vittime e col-pevoli allo stesso tempo. Ma dobbia-mo svegliarci e reagire con semplicitàe fermezza che sono anche i tratti ti-pici della figura di Rolando Rivi.Consiglio vivamente di imparare a co-noscere questa splendida figura: po-chi anni di vita, ma vissuti intensamen-

te, nell’amicizia con Gesù e nella sco-perta della sua vocazione, quella didiventare sacerdote. Una fede a det-ta di molti coinvolgente, perché vis-suta con sincerità e fino in fondo."Fino in fondo" possono essere dav-vero le parole che descrivono il suorapporto con Gesù, come anche ladecisione per lui fatale di non toglier-si l’abito talare quando era vivamen-te sconsigliato per i motivi descrittiin precedenza. Ma lui non poteva ab-bandonare il suo amico e il suo pro-posito di seguirlo appunto fino in fon-do. Così, anche quando si è trovatocostretto a fare rientro nel suo pae-

se a San Valentino di Castellarano in-terrompendo la formazione in semina-rio, Rolando ha sempre continuato aportare l’abito talare, a fare apostolatonella sua parrocchia e ad essere unosplendido testimone dell’amore di Dioper i famigliari, per gli amici e per ipoveri. Di Rolando non abbiamo degliscritti, ma solo alcune frasi semplici,profonde e soprattutto vissute. Una diqueste, quattro parole in tutto, è statariportata nella cassetta che contienele sue spoglie mortali, può esserci diaiuto per scongiurare quell’inganno dia-bolico che sempre si può materializ-zare se non siamo vigilanti e che cicostringerebbe a scrivere altre vergo-gnose pagine nella storia della nostraumanità.“Io sono di Gesù”, l’unica risposta chepossiamo dare alla menzogna deva-stante che l’uomo appartiene solo ase stesso, che in definitiva è la men-zogna che è stata all’origine delle dueideologie del male del secolo scorso:l’esaltazione della razza del nazismoe il collettivismo comunista. Sì, ripe-tiamolo con Rolando che dal cielo èpotente intercessore: noi siamo diGesù. Viviamolo con semplicità, lon-tani dal peccato, nella vita quotidiana,e allora l’umanità potrà davvero spera-re di risplendere per quella che essa ènel pensiero di Dio. Chiediamo una pre-ghiera speciale a Rolando per i giova-ni, che siano felici di aver trovato il te-soro prezioso che lui ci ha lasciatocome testamento della sua vita: Gesù,l’amico.

Il seminarista quattordicenne assassinatonel 1945 alle Piane di Monchio sarà

proclamato beato da papa Francesco

SEMINARISTA MARTIRE

Piane di Monchio. Luogodell'uccisione di Rolando Rivi

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di Giulia Grossi

La Polisportiva Monchio è un’organiz-zazione sportiva che da anni promuo-ve sport, feste per il paese e momentidi ritrovo. La sua prima fondazione ri-sale al 26 luglio 1986. Tra i compitiordinari della Polisportiva espressi nelprimo Statuto, si notano l’organizza-zione delle attività culturali, ricreativee sportive e l’impegno affinché venga-no istituiti “servizi stabili per una prati-ca gestionale delle attività e degli im-pianti di tempo libero”.Fin dai primi anni, infatti, la Polisportivaha collaborato con la Parrocchia, lascuola e il paese intero: sono statesvolte donazioni alla Chiesa di Monchio(fonte battesimale), alla scuola e an-che al parco, dove sono stati installatigiochi per i bimbi. La Polisportiva haogni anno promosso la classica festaestiva, spettacoli e giochi per bambi-ni, ma anche varie attività sportive inpalestra (corsi serali di ginnastica ecorsi di pallavolo e di avviamento) e alcampetto (tornei estivi di pallavolo).Il primo campetto che è stato usato aMonchio è stato quello della scuolaelementare, ma verso la fine degli anni’90 è stato rimpicciolito per permette-re l’espansione della scuola; il paese,perciò, non aveva più un campo sporti-vo per poter effettuare partite e manife-stazioni, ma il Comune ci promise cheavrebbe provveduto a creare un nuovoluogo sportivo a Monchio. In attesa checiò avvenisse le feste della Polisportivasi sono svolte in piazza.L’attività della Polisportiva è ripresa agonfie vele nel gennaio 2007, quando

un numeroso gruppo di persone si èincontrato all’ “ex-Asilo” (attuale sededella Polisportiva Monchio) con glistessi scopi delle precedenti organiz-zazioni, cioè di promuovere lo sportnel paese e, soprattutto, di organiz-zare più feste e di pianificare più mo-menti di ritrovo per i paesani e no. Inquesto nuovo gruppo eravamo presentiin molti, giovani e meno giovani (moltisoci e fondatori della “vecchia”Polisportiva, ma anche molti ragazzi“nuovi” guidati dalla voglia di fare qual-cosa di diverso per il proprio paese) eda quel momento la Polisportiva è cre-sciuta in un modo abbastanza rapido,portando a termine molti progetti.Nel luglio dello stesso anno è stataorganizzata la “Prima festa della treb-biatura”, con la durata di tre giorni.Nel frattempo sono stati iniziati i lavoriper il campo polivalente nella zona at-tuale, che è stato portato a termine equindi inaugurato nel luglio 2008. Ilnuovo campetto è stato dedicato a Lo-renzo Malagoli.Nel giro di poco tempo si è comincia-to a parlare di costruire una capanninaal lato del campetto, sopra gli spoglia-toi, con il progetto di avere un luogoda utilizzare come cucina per poterpreparare da mangiare durante le fe-ste. In questa struttura sono stati in-vestiti gran parte dei soldi guadagnaticon la festa estiva, con quella dellacastagna e con le cene natalizie, even-ti nei quali ci siamo impegnati ognianno; inoltre un piccolo contributo eco-nomico è stato fornito dal Comune.Nel 2009 a giugno è stata organizza-ta, grazie a Giuseppe ed Ercole, la

prima corsa podistica a Monchio.Nello stesso anno si è svolto il primotorneo estivo di pallavolo misto e, l’an-no seguente, il primo Memorial Loren-zo Malagoli (torneo di calcetto maschi-le).Nel 2011 è stato organizzato a Monchioil primo carnevale, con maschere ecarri allegorici, organizzato dai geni-tori dei bambini e ragazzi di Monchio.Nello stesso anno è, inoltre, stata por-tata definitivamente a termine lacapannina, che è nata grazie al lavorodei paesani: gli “esperti del mestiere”del posto hanno coordinato le attivitàdi costruzione, che sono giunte a ter-mine con il costante impegno e con lafatica di molte persone.Le attività previste ogni anno dallaPolisportiva sono il Memorial LorenzoMalagoli, il torneo di pallavolo, la cor-sa podistica “La Panoramica”, la “Fe-sta d'Estate” (quest’anno 19-20-21 lu-glio 2013), la Festa della castagna ela cena natalizia (per raccogliere i sol-di per le luminarie nel paese). Da qual-che anno, inoltre, dopo un periodo diassenza di giocatori con il nome“Polisportiva Monchio”, ha ripreso il viala squadra di calcio a livello amatoriale.Novità dell’anno: la corsa podistica “LaPanoramica” è stata inserita nel Tro-feo del Frignano di corsa in montagna(campionato UISP) e, perciò, oltre aiclassici percorsi non competitivi, cisarà anche la corsa competitiva.Siamo così arrivati ai giorni nostri, dipassi se ne sono fatti tanti, ma non èfinita qui.Speriamo di farne ancora molti altri in-sieme! Veniteci a trovare.

ASSOCCIAZIONISMO & SOLIDIDARIETA'

PolisportivaMONCHIO

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13la LUNA nuova - Maggio 2013

GRUPPO DI MAGGIORANZA

Nomina delle varie figuredel seggio elettorale

Molte volte ci hanno chiestocome mai si vedono sempre lestesse persone ai seggi eletto-rali, per cui per la massima tra-sparenza, diamo di seguito leinformazioni sulle nomine dellevarie figure componenti il seg-gio elettorale, in modo da sa-

pere cosa bisogna fare per essere chiamati.Il seggio elettorale è composto dal presidente, dal segreta-rio e da 4 scrutatori (3 in caso di referendum).Il presidente di seggio è nominato dal presidente della Cor-te d’appello di Bologna scegliendolo tra gli iscritti all’Albodei presidenti. I cittadini interessati a ricoprire l’incarico dipresidente di seggio elettorale, se in possesso dei requisi-ti previsti dalla normativa vigente, devono fare domanda diinserimento nell’Albo delle persone idonee all’Ufficio di pre-sidente di seggio elettorale al comune di residenza nel mesedi ottobre.Il segretario è scelto direttamente dal presidente di seggio,deve essere un elettore del comune in possesso di diplo-ma di istruzione secondaria di secondo grado.Gli scrutatori sono nominati dalla Commissione elettoralecomunale, composta dal Sindaco e da 3 consiglieri comu-nali (2 maggioranza, 1 minoranza), circa 25 giorni primadella data fissata per le elezioni, scegliendoli tra gli iscrittiall’Albo degli scrutatori. I cittadini interessati a svolgere lefunzioni di scrutatore di seggio elettorale devono presenta-re domanda di iscrizione nell’apposito Albo al comune diresidenza nel mese di novembre.L’inclusione nel predetto albo è subordinata al possessodei seguenti requisiti: essere elettore del comune; aver as-solto gli obblighi scolastici; non essere dipendente del Mi-nistero dell’Interno, Poste e Telecomunicazioni, Trasporti;non appartenere alle forze armate in servizio, né svolgere,presso le U.S.L., le funzioni già attribuite al medico provin-ciale, all’ufficiale sanitario o al medico condotto; non esse-re segretario comunale né dipendente dei comuni normal-mente addetto o comandato a prestare servizio presso gliuffici elettorali.Si precisa che attualmente l’Albo degli scrutatori del co-mune di Palagano è composto da 84 persone e pertantochi volesse essere iscritto in questo Albo deve obbligato-riamente fare domanda di iscrizione al proprio comune di

Spazio autogestito offerto ai Gruppi consigliaridel comune di Palagano

residenza nel mese di novembre.L’ufficio elettorale del comune (sig.ra Emanuela e sig.raGiovanna) sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

GRUPPO DI MAGGIORANZA

Nuove modalità di accessoalla rete WiFi del Comune

Per rendere ancora più fruibi-le l’accesso alla rete WiFipubblica, soprattutto per le fra-zioni, che avrebbero dovuto re-carsi in comune per avere lapassword e pagare 10,00 euro,il comune di Palagano ha so-stenuto ed approvato, comegli altri enti dell’Unione dei co-

muni Valli Dolo, Dragone e Secchia, le nuove modalità diaccesso alla rete WiFi molto più semplici, immediate egratuite.La rete WiFi assicura la connessione ad Internet con ban-da larga attraverso computer portatili, palmari e telefonicellulari di nuova generazione.Tutti possono usufruirne ed il collegamento d’ora inavanti sarà gratuito.Per accedere alla rete è necessario ottenere una passwordregistrandosi autonomamente in una delle zone copertedal segnale, che per il territorio del comune di Palaganosono le seguenti: Palagano: teatro, piazza del mercato(ufficio UIT), piazza del municipio, parco comunale;Savoniero: piazzale della chiesa e area sportiva; Susano:piazzale della chiesa: Costrignano: piazzale della chiesae piazzale del bar, Monchio: polo scolastico, area sporti-va; Boccassuolo: piazzale Polisportiva.Gli utenti muniti di cellulare italiano saranno autonomi nel-la registrazione, in alternativa possono recarsi presso lasede comunale per ottenere un utenza identificandosi conun documento d'identità.

Procedura per la registrazione e l’accessoUna volta connessi alla rete WiFi Palagano, aprendo ilbrowser, comparirà una maschera che richiede le creden-ziali.Prima di effettuare il login è necessario registrarsi cliccandosulla dicitura: "Non hai ancora le credenziali? Registratiora" e indicare il proprio numero di cellulare, segnarsi le

C O M U N EINFORMA

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14 la LUNA nuova - Maggio 2013

ComuneInforma

credenziali rilasciate dal sistema, effettuare una chiamatagratuita al numero indicato a video (il segnale risulterà oc-cupato): a questo punto si è già registrati.Nel caso in cui l’utente perda la password potrà effettuarenuovamente la registrazione seguendo la medesima pro-cedura.

GRUPPO DI MAGGIORANZA

"I Mercalizi":Mercatini natalizi palaganesi

Il 15 e 16 dicembre2012 si è tenuta a Pa-lagano la 2° edizionedei “Mercalizi”, i mer-catini Natalizi Palaga-nesi. Questo appunta-mento è iniziato, però,con condizioni mete-orologiche critiche, il

nostro territorio si è svegliato con strade ghiacciate, lacosidetta “galaverna” che ha ritardato l’arrivo degli espositorie di tutti gli addetti al lavoro posticipando l’inizio nel pome-riggio inoltrato.La grande tensostruttura appositamente riscaldata ha ospi-tato ben 33 espositori, due in più dell’anno precedente.Come l’anno passato grande effetto ha avuto la presenzadelle scuole del territorio, dalla scuola dell’Infanzia di Pala-gano, dalla Primaria di Palagano e Monchio, dalla Scuoladi 1° grado di Palagano e dalla nostra scuola superiore ilLiceo “Maria Immacolata”. Tutti i bambini e ragazzi, grazieal fantastico aiuto delle maestre e insegnanti, hanno pre-parato oggettistica natalizia, da vendere nei loro stand ilcui ricavato sarà utilizzato perfini scolastici. Un grazie dove-roso anche a tutte le famigliedei bambini che in quei giornisono stati presenti per l’allesti-mento e la vendita.All’esterno sulla via principaledel paese, chiusa apposita-mente al traffico, non potevanomancare i “Maestri CiacciaiPalaganesi” con la loro ormaifamosa specialità del “Ciaccio”,lo stand dei “Frittellozzi di ca-stagne” e delle “Frittelle di Bac-calà”. A loro un sentito ringra-ziamento particolare in quantoparte del ricavato lo hanno of-ferto all’Amministrazione co-munale a copertura delle spe-se della manifestazione. Un rin-graziamento sentito anche al-l’associazione “Contrada Ara-vecchia” per la sempre dispo-nibilità a fornire attrezzaturacome tavoli, sedie e scaffala-

ture utilizzate negli stand all'interno della tensostruttura eper l’addobbo natalizio con luci e rami dorati del grandealbero di Natale a fianco della piazza municipale e del tra-dizionale allestimento del presepe in via Aravecchia.Le due giornate ci hanno regalato anche alcuni spettacoli.Magica come sempre è stata l’atmosfera per la presenzadell’unico e vero Babbo Natale arrivato a Palagano per con-segnare a tutti i bambini dolciumi, ritirate letterine, fare fotodalla sua imponente poltrona. Il sabato pomeriggio è co-minciato con lo spettacolo dei burattini “Farsette” a curadel Teatrino di Carta svolto all’interno della tensostruttura,che ha catturato l’attenzione di bambini e adulti. La mani-festazione si è conclusa con il concerto gospel “The PraisingProject Gospel Ensemble” di Crespellano (BO), che conprofessionalità ed entusiasmo hanno proposto un coinvol-gente spettacolo musicale.Meritano una particolare attenzione tutti i commercianti,ristoratori ed esercenti di Palagano che hanno continuato,tutti insieme, a sposare l’idea comune dell’anno passato.Le vetrine sono state chiuse “a pacchetto” con un bel na-stro rosso brillante e grandi fiocchi. La novità 2012 è stataquella di aggiungere una “fascina” di rami addobbata an-ch’essa a Natale. Le fascine sono state fatte direttamentenel bosco la domenica 18 novembre con l’aiuto di volontarie amministratori. Come Amministrazione comunale conti-nuiamo ad essere orgogliosi di questo passo che si è fattoproponendolo sicuramente in altre iniziative: solo collabo-rando insieme, pubblico e privato, d’ora in avanti, causa lesempre minori risorse finanziarie a disposizione, si puòpensare di organizzare e proporre qualcosa.Quattro ristoranti locali hanno proposto per quei giorni unmenù convenzionato, con specialità tipiche. Anche questoè un segno di collaborazione costruttiva per incentivare lepresenze nel territorio.Per la massima trasparenza pubblichiamo il bilancio con-suntivo della manifestazione, che è stato anche affisso nelle

ENTRATEComune di Palagano 23,44Contributo Unione di Comuni montani Valli Dolo, Dragone e Secchia 1.000,00Contributo HERA 1.210,00Contributo da Ristoranti per menù sull’opuscolo 242,00Contributo da espositori dentro alla Tensostruttura 1.249,30Contributo commercianti e rimborso spese per vetrine 2.269,40Inserzioni pubblicitarie ditte 3.607,00Entrate varie (Associazione /Bancarelle/varie) 665,00

TOTALE ENTRATE 10.266,14

USCITESpese per Tensostruttura 7.018,00Spese per opuscolo e locandina 1.318,90Spese per animazione (coro e burattini) 1.260,00Spese per SIAE 140,38Spese per allestimento vetrine 261,06Spese per pubblicità (striscione Castellarano) 217,80Spese distribuzione opuscoli (Castellarano-Sassuolo-Scandiano) 50,00

TOTALE USCITE 10.266,14

MERCALIZI 2012 - BILANCIO CONSUNTIVO

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Anche grazie al contributo dei cittadini che si sono impe-gnati nella raccolta differenziata, la Regione Emilia Roma-gna ha detto "no" alla terza linea dell'inceneritore di Mode-na, in quanto, per raggiungere l'obiettivo fissato dal Docu-mento preliminare del Piano regionale di gestione dei rifiuti(Prgr) di ridurre la produzione pro capite di rifiuti urbani del25% entro il 2020, si dovrà passare dagli attuali 673 kg perabitante ad una media regionale di 505 kg e Modena non èpoi così lontana dalla meta. In ambito regionale il territorio modenese è infatti tra quelli che produconomeno rifiuti: la provincia di Modena guadagna la medaglia di bronzo con una produzione media di rifiutidi 644 kg per abitante, dopo Bologna (562) e Parma (585). Più distanti dal podio i territori di Piacenza(657), Ferrara (686), Reggio Emilia (759), Forlì-Cesena (770), Ravenna (786) e Rimini (801).Ma già ora alcuni Comuni del territorio modenese hanno raggiunto risultati di eccellenza. Fra i piùvirtuosi ci sono Prignano (471 kg/ab) e Nonantola (505 kg/ab) e altri sono vicini all'obiettivo: Palagano(518), Ravarino (520), Carpi (523), Soliera (530), Novi (550), Bastiglia e Guiglia (555), Montese (556),San Felice (568), Montefiorino (573), Castelfranco (577), Savignano (575), Polinago (582), Montecreto(589), Formigine (590) e Serramazzoni (595).Dunque un primo risultato l'abbiamo ottenuto perché non aumentare il numero delle linee dell'inceneri-tore di Modena significa fermare l'emissione di gas nocivi e bloccare una tendenza che sembravairreversibile. Certamente possiamo fare ancora di più: ci sono ancora persone che non diffe-renziano o che differenziano male. Paradossalmente chi differenzia male causa un dannosuperiore perché annulla lo sforzo degli altri e lo smaltimento di quel cassonetto avrà uncosto ulteriore. Non mi stancherò mai di ripetere che avere cura dell'ambiente significa amare ilproprio territorio e testimonia il grado di civiltà di una comunità. (pd)

Progetto“DIRE, FARE, DIFFERENZIARE”

Inceneritore HERA di Modena

GRUPPO DI MINORANZAIl gruppo di minoranza ha ritenuto di non utilizzare lo spazio a disposizione offerto inquesto numero de la Luna nuova.

vetrine dei negozi. Come sempre la voce maggiore di spe-sa riguarda il noleggio della tensostruttura che mai comequest’anno si è rivelata vincente perché senza di essa sa-rebbe stata impossibile la realizzazione della manifesta-zione considerando che freddo, acqua, ghiaccio non sonomancati!A fronte di un preventivo di € 11.800,00, il costo complessi-vo della manifestazione è stato di € 10.266,14 (ridotto ri-spetto allo scorso anno che era pari a € 15.688,51); laquota a carico del bilancio comunale è stata dello 0,23%

ComuneInforma

mentre la restante quotasuddivisa per un 9,75%sempre da fondi pubblici(contributo Unione) e perun 90,02% dal settoreprivato. Grande è stato ilnostro sforzo come Am-ministrazione di reperirefondi presso ditte privateed enti pubblici, al fine diuna imputazione nel no-stro bilancio di una pic-colissima somma pari ad€ 23.44!A conclusione si può cer-to affermare che il bilan-cio non può che essere altamente positivo, come sempresi può migliorare e pertanto si accettano consigli, suggeri-menti per valorizzare e migliorare sempre di più l’organiz-zazione della manifestazione e ancora un grazie veramen-te a tutti, anche ai singoli cittadini che volontariamentehanno contribuito!

Notizie da Palagano e dintorni

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Il dubbiodi Daniele Fratti

A partire dal 2008 alcuni termini han-no fatto capolino nel linguaggio comu-ne, i principali sono spread e default.Se del primo si è ampliamente discus-so, per quanto riguarda il secondo, ladeclinazione in ambito pubblico rima-ne un’incognita. Nell’accezione econo-mica privata il termine “default” indicail fallimento di una società, con con-seguenze ben note. Ma se questaeventualità riguardasse uno Stato? Ilfallimento di uno Stato implica l’impos-sibilità di far fronte ai debiti e agli inte-ressi che maturano su di essi. A di-chiarare questa insolvenza può esse-re il Governo o vari enti internazionali,come ad esempio le agenzie di rating.Le grandi crisi degli Stati hanno gene-ralmente in comune alcuni elementi:a) squilibri dello Stato nei confronti delresto del mondo;b) una bilancia dei pagamentipersistentemente passiva;c) una “miccia” di natura politica o so-ciale che possa determinare instabili-tà e disordine.Dal punto di vista finanziario, i segnalid’allarme sono un rialzo eccessivodei tassi di interesse, ovvero degli in-teressi che un Paese deve promettere

per farsi prestare i soldi, oppure l’im-provvisa scomparsa della domanda peri titoli di Stato di un Paese. A differen-za del fallimento di una banca o diun’azienda, non esiste un tribunale chepuò costringere uno Stato a pagare isuoi debiti e le istituzioni internazio-nali non possono comunque violare lasovranità di un Paese. E’ importanteperò capire che un default non è maitotale, ma ci sono diversi livelli di“ristrutturazione” del debito, cioè dellaricerca di restituire una cifra inferioredilazionata nel tempo.Di seguito vengono esposte alcunedelle principali conseguenze di un fal-limento statale.

Effetti sui dipendenti pubbliciSe uno Stato non ha più soldi con cuipagare i debiti, deve agire necessaria-mente sui suoi conti. Questo può av-venire in due modi: aumentare le en-trate (alzando le tasse) o tagliare lespese.Nel secondo caso le voci più impor-tanti sono tre: salari dei dipendentipubblici, pensioni e sanità. Nel casogreco, gli stipendi dei dipendenti pub-blici sono stati tagliati di oltre il 20% e

l’IVA alzata di 2 punti. 

Effetti sui servizi pubbliciLa riduzione di spesa determina unariduzione dei servizi a partire da quellimeno essenziali come il trasporto pub-blico fino a educazione e sanità.

Effetti sui titoli di StatoA fronte di uno status di crollo dei va-lori dei titoli pubblici non verrebberocorrisposte, del tutto od in parte, ce-dole annuali. Ed è molto probabile cheal termine naturale dell’investimentonon potrebbe essere corrisposta la ci-fra completa.

Effetti sui conti correntiSe lo Stato non può pagare le banchecon cui ha contratto un debito, questeinevitabilmente si troverebbero senzaliquidità e rischierebbero di fallire a lorovolta. Esiste anche un non trascurabi-le effetto che coinvolge l’ambito psico-logico dei mercati: se c’è il sentore difallimento, parte l’assalto agli sportellie non c’è istituto che possa resistereal prelievo contemporaneo di buonaparte dei suoi clienti. La copertura digaranzia dei conti correnti, decisa dalle

IL DEFAULT DI UNO STATONell’accezione economica privata il

termine “default” indicail fallimento di una società,

con conseguenze ben note.Ma se questa eventualità

riguardasse uno Stato?

IL DEFAULT DI UNO STATO

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17la LUNA nuova - Maggio 2013

banche centrali, non è mai totale e incaso di una crisi di tali proporzioni, nonè detto che si trovino davvero le risor-se per sostenerle. 

Il fallimento islandeseSolo negli ultimi cinquant’anni ci sonostati 126 casi di default di Stati nazio-nali, alcuni dei quali hanno dichiaratobancarotta più volte, come ilVenezuela. Il caso più recente in Eu-ropa è quello dell’Islanda.Prima della crisi, l’Islanda era il quintopaese del mondo per reddito pro capi-te, grazie all’espansione di un siste-ma finanziario che aveva raggiuntol’800% del PIL. Nel 2006 l’agenzia dirating Fitch ha declassato l’Islanda,provocando una minicrisi.Nel 2008 è entrato in azione il FondoMonetario Internazionale e nel settem-bre dello stesso anno (proprio quandonegli USA cadeva Lehman Brothers)le principali banche islandesi fallivano,in quanto gli asset totali del trio di ban-che, Kaupthing, Glitnir e Landsbankivalevano quasi dieci volte il PIL islan-dese, un rapporto senza paragoni nelresto dell’Occidente. La corona cola-va a picco. Idem la borsa di Reykjavík.Se i due miliardi di dollari messi a di-sposizione nel novembre del 2008 dalFMI avevano garantito l'immediata so-pravvivenza, per risalire la china gliislandesi hanno adottato una ricettaautoctona.Hanno nazionalizzato i tre maggioriistituti di credito mettendo alla porta itop manager. La rabbia contro la poli-tica montava e sono iniziate manife-stazioni di piazza. Il risultato è statola cacciata del Governo e dell’interoParlamento. Si è tenuto un referendumsu una nuova costituzione che ha ot-tenuto un altro risultato: oggi l'Islandaè guidata da sole donne. “Dopo un crol-lo del reddito disponibile del 18% e unaumento dall’1 al 10% della disoccu-pazione nel 2009, la ripresa è stataforte e sostenuta.Non tutto è però stato risolto. Al Pae-se servono ancora misure di stimoloeconomico e grava l’onta di non averrestituito debiti per oltre 2 miliardi dieuro ad investitori stranieri.Inoltre la popolazione è irritata per gliscarsi successi ottenuti nella caccia

ai colpevoli del disastro finanziario. Perora le condanne inflitte sono state po-che: quattro anni e mezzo a due ex diri-genti della banca Byr; due anni all'alloradirettore del ministero delle Finanze; unrisarcimento di 3,2 milioni di euro paga-to dall'ex presidente di Kaupthing.

Il caso ItaliaData questa prospettiva sembrerebbeimmediato pensare che questa sia unastrada percorribile anche dall’Italia. Pec-cato che la “ricetta islandese” non con-sideri la diversa condizione economicae finanziaria dell’Islanda rispetto al no-stro Paese al momento del default.Il problema italiano è la mancanza di li-quidità e non di solvibilità (l’Italia può ono-rare il debito, ma non è in grado di farloin maniera rapida), quindi precorrere itempi verso il default non avrebbe sensoin questo frangente. Che cosa succe-derebbe poi  in caso di default italiano?Un default escluderebbe l’Italia dal mer-cato dei capitali internazionali per qual-che anno, rendendo più arduo rifinanziareil debito rimanente.Una riduzione credibile del debito dovreb-be portare il rapporto debito/PIL all’80 o90%, in linea con la media europea, perl’Italia significherebbero circa 600 mi-liardi di euro. Inoltre, a differenza del-l’Islanda, indebitatasi molto a causa del“salvataggio” delle sue banche, la ridu-zione del debito italiano non risolvereb-be i problemi strutturali dell’Italia colle-gati alla dinamica del debito. Se la crisiislandese è stata il paradigma degli ec-cessi della finanza, la crisi italiana è l’esempio delle conseguenze di anni dispesa dissennata e di un apparato statale mastodontico. Questi fattori minanola credibilità dell’Italia di uscire dalla spirale del debito.Inoltre, un default colpirebbe direttamente i detentori di debito pubblico, tra glialtri principalmente banche e piccoli risparmiatori, riducendo le possibilità dicrescita. Per le banche una riduzione del valore degli asset limiterebbe la capa-cità di far fronte ai propri oneri, così da ridurle l’accesso al mercato interbancarioper ulteriore liquidità e finanziamento a breve termine. Il che porterebbe ad un’im-portante riduzione dei prestiti delle banche agli altri attori economici, se nonaddirittura alla bancarotta. Al contrario di quanto avvenuto in Islanda, nessunostimolo potrebbe infine venire da una svalutazione del tasso di cambio ed unamigliorata competitività delle merci, qualora l’Italia rimanesse nella zona euro.Infine un default italiano estenderebbe il “contagio” a livello europeo visto l’am-montare di debito pubblico posseduto da investitori esteri (circa 900 miliardi dieuro). La crisi economica attuale ha un’accezione globale derivante dalla natu-ra stessa dei soggetti interessati. L’impressione è che se l’Europa non assu-merà il ruolo forte di rivoluzionare le politiche economiche e sociali degli Statimembri il senso stesso dell’istituzione verrà meno, facendo precipitare il conti-nente in una sorta di feudalesimo allargato.

RAPPORTO DEBITO/PILAnni'50-'70'70-'751976197719781979198019811982198319841985198619871988198919901991199219931994199519961997199819992000200120022003200420052006200720082009201020112012

%3044545865655555606574,480,584,588,690,593,195,298,6105,5115,6121,5121,2120,6118,1114,9113,7109,2108,7105,5104,2105,9106,9103,1103,1105,8116,1118,7120,1126,1

Governo--AndreottiAndreottiAndreottiAndreotti>CossigaCossiga>SpadoliniSpadoliniSpadolini>CraxiCraxiCraxiCraxiCraxiCraxi>GoriaGoria>De MitaDe Mita>AndreottiAndreottiAndreottiAndreotti>AmatoAmato>CiampiCiampi>BerlusconiBerlusconi>DiniDini>ProdiProdiProdi>D'AlemaD'AlemaD'Alema>AmatoAmato>BerlusconiBerlusconiBerlusconiBerlusconiBerlusconiBerlusconi>ProdiProdiProdi>BerlusconiBerlusconiBerlusconiBerlusconi>MontiMonti

Il dubbio

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18 la LUNA nuova - Maggio 2013

Domenica 24 gennaio 1993, ore 18.10: "Si tratta di un periodico non legato a nessunacorrente politica o culturale il cui principale scopo è contribuire a creare una migliorecomunicazione tra gli abitanti del comune..."Daniele e Davide decidono di realizzare un'idea che già da tempo avevano in testa:stampare un giornale a Palagano. Scrissero una "bozza di intenti" che casualmente venneletta da Doriano, che volle unirsi al gruppo; arrivarono poi Betty, Fabrizio e Maria e,improvvisatisi "giornalisti", in aprile usci il numero "0" de la LUNA nel POZZO (perché fu

scelto quel nomenessuno lo ricorda). Poisi scoprì che serviva undirettore responsabile,una proprietà, l'iscrizioneal Tribunale,l'abbonamento postale.Progressivamentefurono sistemate lequestioni burocratiche elegali; già dal numero 1c'era il direttoreresponsabile. Nel 1996furono sospese lepubblicazioni ma nel1998 il giornale tornòcon un nuovo nome:la LUNA nuova.Se siamo ancora qua lodobbiamo soprattutto aquel gruppo di fedelilettori che ci hannocontinuamentesostenutI edincoraggiati,particolarmente neimomenti più difficili in cuisi pensava disospendere lepubblicazioni.Nel 2009 è arrivato ilgruppo dei nuovi giovani"redattori" che hannodato una ventata(ciclone?) dirinnovamento...

La LUNA compie 20 anni

Copertina del numero "0" de la LUNA nel POZZO (Aprile 1993)

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19la LUNA nuova - Maggio 2013

Buon compleanno, Luna!Ti ho vista nascere come "Luna nel pozzo", ho condiviso per anni,all'interno della tua redazione, entusiasmi, scambi di opinioni, im-pegno ed amicizia e mi sembra impossibile che tu stia per compie-re, seppur con un nome diverso, vent'anni!!Il tempo è volato, ma sono contenta che tu ci sia ancora e penso,oggi come ieri, che rappresenti una voce importante per la nostracomunità, come testimonianza di ciò che avviene e come memo-ria delle nostre radici storiche e culturali.Buon compleanno Luna!

Gabriella Barbati

DIRETTORE per CASOSolo per caso sono diventa-to direttore di questo magni-fico periodico, che oggi fe-steggia il ventesimo comple-anno. Ad affidarmi tale incari-co è stato Davide Bettuzzi,medico palaganese, a queltempo in servizio a Piandela-gotti, paese dove abito. Unmedico giovane e gentile chesapeva colloquiare coi pazientie anche per questo moltobenvoluto da tutta la popola-zione. Ricordo che, termina-te le visite, giocava al com-puter con i bambini del mec-canico Dino, che aveva l’offi-cina di fronte al suo studio.Anch’io andavo volentieri afare due chiacchiere quandoegli aveva terminato il suo la-voro. Appresi così che il no-stro dottore, col suo amicoDaniele Serradimigni, pensa-va di fare un giornale.Occorreva un direttore perchéin Italia, a differenza di altriPaesi, per esercitare questocompito ci vuole una perso-na iscritta all’ordine dei gior-nalisti ed io, benché in pen-sione, avevo continuato apagare la quota. Presa la de-cisione, iniziammo a fare lepratiche necessarie e il dott.

Bettuzzi, diventato l’amicoDavide, preparò il numero“uno”.La prima redazione era cosìformata: Maria Abbati, Da-vide Bettuzzi, ElisabettaGazzetti, Daniele Serradimi-gni, Doriano Torri, tutte per-sone che, tranne Davide,non conoscevo.Poi, dopo pochi numeri, for-se il quinto, trovai un nomeassai noto: il più volte pre-miato poeta dialettale Bru-no Ricchi, il quale leggeva lesue rime alla “Mostra degliartisti e artigiani delle valliDragone e Dolo”, che si te-neva annualmente all’alber-go Alpino di Piandelagotti;mostra che contribuivo ad or-ganizzare e alla quale parte-cipavo come “pittore”: Ricchiera quindi una delle pochissi-me persone di Palagano checonoscevo; un’altra personache conoscevo e che ritengovicina al giornale, visto chesuo figlio Francesco è uno deibrillanti redattori de la Luna, èGiuseppe Dignatici. ConDignatici ci siamo, per cosìdire, persi di vista, però lo ri-cordo come un amico, anchese sulla caccia avevamo idee

diverse.Il periodico era nato come“Luna nel pozzo”, poi, perquestioni, diciamo tecnichesollevate dalle Poste, quel ti-tolo venne cambiato in “Laluna nuova”.L'indirizzo del periodico èsempre stato soprattutto distimolo: basti ricordare la lun-ga ed efficace campagna sul-la raccolta differenziata dellaspazzatura.In seguito la Luna è diventataun’associazione che costitui-sce un ulteriore valore per ilpaese di Palagano. Conoscopoco le attività che essa svol-ge: ricordo soltanto che ungruppo di volontari è andatoin soccorso della popolazio-ne di S. Stefano Belbo, vitti-ma di una terribile alluvione.Siccome penso che a tuttequeste iniziative abbia dato uncontributo decisivo il dott.Bettuzzi, permettetemi diesprimere nei suoi confrontiun sentito elogio.Il mio contributo al periodicoè sempre stato modesto,perché abito lontano e non co-

Daniele Serradimigni,prematuramente scomparso nel

2010. Spirito libero e indipendente:ha sognato e fatto sognare.

GIUSEPPE CERVETTO

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20 la LUNA nuova - Maggio 2013

nosco i problemi che interessanoil giornale. Il mio lavoro è quello dileggere gli articoli: in pratica faccioli correttore di bozze.Devo però aggiungere che di in-terventi sui testi non c’è mai statobisogno perché redattori e colla-boratori, nei loro scritti, hannosempre dimostrato responsabilitàe correttezza. Solo un paio di vol-te, in tanti anni, sono intervenutonon per correggere un articolo, masemplicemente per esprimere ilmio dissenso dal modo in cui l’ar-gomento era trattato. Infatti taliarticoli vennero regolarmente pub-blicati.Una piccola controversia ho avu-to con Ugo Beneventi, un signoreche credo non abbia mai fattomancare ad ogni numero del gior-nale, una sua lettera. Un giornoBeneventi è capitato a Piandela-gotti e un mio amico me lo ha pre-sentato: fu subito pace e amici-zia. Da allora non ho più incontra-to Beneventi, persona seria e col-ta; approfitto dell’occasione persalutarlo cordialmente.Durante questi vent’anni ci sonostati numerosi cambiamenti nellasquadra de “la Luna”; qualcuno,purtroppo, se ne è andato persempre, come Daniele Serradimi-gni, uno dei fondatori. Come in tut-te le storie vere non poteva man-care una nota triste.

di Doriano Torri

Quando mi hanno informato del-l’anniversario e chiesto se volevoscrivere un ricordo ho accettato dibuon grado e, da quel momento,la mia mente ha cercato molte vol-te, raschiando il fondo del barile deimiei ricordi, di ricostruire comenacque l’idea e di come si svilup-pò la creazione di quel giornalinoa cui, lo scrivo con orgoglio, trovaiil nome Luna nel pozzo.Il mio ricordo inizia nella cucina diDavide, ero andato a trovarlo e

VENT’ANNI!

Non solo giornale

notai dei fogli appoggiati sul pianodel buffet e forse vi lessi un nomeo qualche frase e gli chiesi di cosasi trattasse: “Sono bozze, io eDaniele stiamo pensando di fareun giornalino locale”. “Beh, in duesiete pochi, ma con me facciamo3 'D' e sarebbe una buona base dipartenza” fu la mia (reinventataadesso) frase di autoproposta, inquanto, a parte il fatto delle 3 "D",non ricordo esattamente come miproposi.Davide mi accettò, forse perchéin quel tempo a Palagano ero ab-

bastanza conosciuto per gli scrittisulla associazione Scilla e quelli,più o meno seri, che uscivanodalla mia mente malata e circola-vano nel paese. La nostra reda-zione era li, a casa di Davide,spesso in cucina, a volte di sopra.Daniele, Davide e Doriano.Credo che, senza la presenza diDavide che era il mediatore, ilcollante fra me e Daniele, il primonumero non sarebbe mai nato.Tu, Davide, avevi la maggiore co-noscenza del PC e fra i program-mi disponibili trovasti quelli con i

L'associazione è impegnata in vari settori: cultura, informazio-ne, ambiente, solidarietà, spettacolo.L'attività principale è la pubblicazione del periodico.Altro campo di interesse è quello teatrale. Sono state messein scena due parodie musicali: "La vera storia di Biancaneve ei sette nanoni" e "I Promessi sposi show". Questa esperienzaha permesso di divertirci e fare divertire, collaborare con altrepersone e sostenere economicamente l'associazione.E' stata ideata e realizzata una "Mostra storico-fotografica: laValle del Dragone nella storia", poi successivamente integrataed ampliata con nuovo materiale nella "Mostra storico-fotogra-fica: le Valli di Confine" realizzata in forma modulare su pan-nelli trasportabili.Ci occupiamo di solidarietà: sia attraverso il periodico (pubbli-cando appelli o sostenendo campagne umanitarie), sia orga-nizzando direttamente iniziative (in occasione dell'alluvione inPiemonte nel 1994 con l'invio di gruppi di volontari; raccolta diaiuti per le popolazioni durante la guerra nei Balcani; raccoltadi fondi per particolari situazioni di bisogno anche in collabora-zione con altre organizzazioni e associazioni locali) sia colla-borando con altre associazioni umanitarie.Abbiamo collaborato con l'associazione "Il Ponte" di Polinago,volta alla tutela e alla riscoperta del patrimonio ambientale.Sono stati organizzati cicli di proiezioni cinematografiche esti-ve nel Parco comunale di Palagano ed invernali nel Cinema-Teatro comunale.Infine, l'associazione organizza incontri-convegni su argomentidi particolare interesse per la cittadinanza.

1994, alluvione a S. Stefano Belbo (AL)

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21la LUNA nuova - Maggio 2013

disegni, quello per modificarli, per fare l’im-paginazione, ma soprattutto, caro Davide,avevi la capacità di smussare gli angoli, ditrovare i compromessi perché Daniele ac-cettasse le mie idee ed io le sue, anche semi rubò l’unica pagina che avrei voluto scri-vere io… (non vi dico quale, ma se aveteancora i primi numeri e magari ricordatecosa ho scritto inseguito da lettore ci arri-vate da soli…).Daniele portò Fabrizio e la Betty, da 3 di-ventammo 5 e, in un certo senso, ilbaricentro si spostò ma andammo avanti.Dopo il primo numero, riuscii a risolvere ilproblema dei costi trovando lo sponsor, checi offrì stampa ed ottenne, in cambio, unpoco di pubblicità.La mia idea fissa era che "la Luna nel poz-zo" doveva rimanere gratuita, non mi pia-ceva l’idea di fare abbonamenti o di chiede-re contributi. Oggi sarebbe facile: fai solol’edizione online che ha costo zero ma allo-ra dalle nostre parti non esisteva internet el’unico mezzo disponibile di diffusione erala stampa.La Luna doveva servire ad informare e, purnon avendo l’immediatezza di un quotidia-no che riporta subito la notizia di un evento,avrebbe dovuto essere un mezzo di denun-cia, per smascherare malefatte e far emer-gere le magagne che molte volte rimane-vano e rimangono nascoste. Personalmente ero, e sono rimasto, contrario agli articoli che chiamavo, inmodo dispregiativo, “si è svolto”, cioè il resoconto, sempre positivo, di manifestazioni, feste e quant’altro che

erano avvenute nel nostro territo-rio, magari mesi prima, ma cheavevano sempre avuto, in quegliarticoli, una buona partecipazio-ne di pubblico…Ma con il baricentro spostato eroin minoranza e dopo l’uscita delnumero 4 passai la mano e lasciaila redazione.Daniele. Sono convinto che in que-sto numero dell’anniversario qual-cuno scriverà un suo ricordo, elo farà meglio di me, ma non vor-rei che, leggendo quanto scrittosopra, qualcuno pensasse checon Daniele avevo dei contrasti oche fossimo nemici, niente di piùsbagliato, Daniele Serradimigniera un ottimo amico che, tra l’al-tro, aveva in quantità industriale ladote che preferisco: l’ironia.Ciao Daniele, spero che questonumero sia dedicato a te, lo meri-ti.

Copertina del numero "1" de la LUNA nuova (Gennaio 1998)

RicordiDalle fotocopiatrici alle tipografie passando at-traverso il rischio default, grazie ai nostri soste-nitori e particolarmente ad alcuni generosissimibenefattori, siamo giunti all'acquisto di una stam-pante in bianco e nero (usata), ed infine a colori(usata)...Alcuni collaboratori se ne sono andati ed altri sonoarrivati. Citare e ringraziare tutti i "redattori" èd'obbligo (passati e presenti, in rigoroso ordinealfabetico): Maria Abbati, Gabriella Barbati, Gra-ziano Bertugli, Davide Bettuzzi, Laura Bettuzzi, Fabrizio Carponi, GiorgioCompagni, Francesco Dignatici, Daniele Fratti, Martina Galvani, Eli-sabetta Gazzetti, Paolo Gualandi, Milena Linari, Nadia Marasti, Ga-briele Monti, Giuseppe Nannetti, Emilio Ricchi, Daniele Serradimigni,Doriano Torri, Elide Ugolini.Altrettanto d'obbligo è rendere onore a chi continua a sostenerci eci ha aiutato nei periodi più difficili: tutti i nostri fedeli "abbonati" ecitazione particolare (sempre in rigoroso ordine alfabetico) a: Anto-nio Gazzetti, Paolo Piacentini, Ignazio Ranucci, Bruno Ricchi.Avremmo voluto continuare a spedire gratuitamente il giornale atutti, ma il nobile proposito è crollato di fronte alle insormontabilidifficoltà economiche. Peccato...

Ignazio Ranucci

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22 la LUNA nuova - Maggio 2013

diFrancesco Dignatici

Paolo Gualandi

Uno dei primi manifesti ufficiali della S.E.G.A. (1980).Si ironizza sul freddo pungente all'interno di un noto bar di Palagano.

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Un sostanzioso faldone di documenti inediti, ritrovato nell’archivio della redazione, ha attirato lanostra attenzione. Tempo di soffiare via la polvere e si è aperto un mondo.Si tratta di parte del repertorio della Società Emarginati Giovani Anonimi,

la più sovversiva e provocatoria aggregazione palaganese di sempre.Lo scopo fondamentale era uno: divertirsi, prendendo per i fondelli il bersaglio di turno,

fosse quest’ultimo cosa, persona o istituzione.Talvolta è difficile, per chi non ha vissuto i fatti in prima persona o non ne è stato al corrente,

cogliere l’inganno, il trucco da cui scaturisce il lato più comico delle azioni della società.Occorrerebbe addentrarsi nei meandri delle voci di paese, delle rivelazioni da bar, degli aneddoti

piccanti, nel momento stesso in cui sono usciti allo scoperto.Proviamo comunque a farvi divertire un po’, raccontandovi il legame inscindibile fra la S.E.G.A. e

le storie di Palagano degli anni '80 e '90. L’augurio è quello di strappare a qualcuno un paio digrasse risate. Qualcun altro, forse, riderà un po’ meno.

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Intervista ad un anonimo fondatore

Ci racconti di comeè cominciata la sto-ria della vostraprestigiosa associa-zione.Siamo sul finire deglianni ’70.Una sera esco insie-me ad un gruppo diamici, dei quali ovvia-

mente non posso fare i nomi. Ci dirigiamoverso il bar ma è tutto chiuso. Quindi siamofuori, al freddo. Ci sediamo su un murettovicino alle scuole.Non sappiamo come passare la serata, cosìiniziamo a scrivere su dei fogli, a mente li-bera. Su questi primi manifesti, ironizziamosul fatto che il gestore del bar tiene chiuso il suo esercizio,proprio quando noi vorremmo farci un salto. Non solo: an-che quando il bar è aperto, all’interno si muore dal freddo.Ecco come siamo nati: siamo rimasti fuori dal bar. Il gesto-re del bar è stata la prima “vittima” della S.E.G.A.

Da cosa deriva il nome S.E.G.A.?Letto per esteso richiamava ovviamente una certa praticadiffusa fra i giovani. Si trattava in realtà di un acronimo:Società Emarginati Giovani Anonimi.

Come si è sviluppato l’organico dell’associazione?All’inizio eravamo in sette-otto persone ed io ero dunquefra i fondatori.A metà anni ’80 ci furono nuovi ingressi, da lì nacque laNuova S.E.G.A..A quel punto, tra i primissimi membri, ero l’unico rimasto.La persona che corrispondeva al nome in codice di Dott.Ing. Pedrino Cuk (firma che compare su tutti i documentiufficiali emessi dall’associazione da un certo periodo inpoi) fu eletto presidente onorario della S.E.G.A.Ovviamente a sua insaputa. Un’anonima ferramenta di unanonimo attivissimo membro dell’associazione divenne unodei “laboratori” principali in cui i documenti e i manifestivenivano elaborati.

Si trattava sempre di pura goliardia oppure le azionidella S.E.G.A. nascondevano velate critiche a perso-ne e istituzioni?Credo che all’inizio fu pura goliardia. Eravamo fuori dal bar,tutto qui. A partire dalla “nuova gestione” la S.E.G.A. diven-ne più pungente e critica. Il Comune, come istituzione,non venne risparmiato.

Le vostre azioni avevano dei “bersagli” prediletti?Ricordo di una persona molto bersagliata, ai primi tempi.Si incazzava parecchio. Ricordo almeno un altro paio dipersone che non prendevano proprio benissimo i nostrischerzi.Ci concentravamo in particolare sui “personaggi”, quelli bennoti al resto della popolazione palaganese.

Ci sono stati individui esterni all’associazione chehanno ricevuto riconoscimenti al merito particolariper le imprese compiute?Sì, è successo. Ad esempio ricordo di una promozionehonoris causa all’interno dell’organico della S.E.G.A. di dueragazzi di Palagano che al tempo avranno avuto 10-11 anni,ora sono sulla quarantina.La loro fu un’azione di disturbo in zona Savoniero: feceroirruzione nel campo di un contadino e spinsero tutte lerotoballe di fieno lungo un tratto in pendenza, facendolerotolare fino in fondo al pendio. Ricordo la reazione di unadelle madri dei ragazzi quando seppe del presunto acca-duto: “Mio figlio? Impossibile”. Ci fu una minaccia di de-nuncia. Tutto venne risolto alla svelta.

Quali furono scherzi ed azioni più riusciti?Ci sono tante azioni ed episodi, è difficile ricordarli tutti;precisiamo che l’azione più frequente e ordinaria dellaS.E.G.A. era costituita dall’affissione di manifesti per il pa-ese. Non sempre scherzi veri e propri a qualcuno, dunque.Bisogna dire che varie azioni divenute celebri sono da ac-creditare alla nuova gestione. A volte furono anche mie idee,altre volte fui comunque coinvolto. Fra i moltissimi episodi,mi viene in mente una “caccia al mostro”, nata a seguitodella notizia apparsa su Il Resto del Carlino e riguardante il

Manifesto pubblicitario della nuova S.E.G.A. (1986)

S.E.G.A.

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24 la LUNA nuova - Maggio 2013

Estratto da un comunicato ufficiale del 1987. La S.E.G.A. esprime la propriaindignazione per non essere stata inserita tra le associazioni locali di rilievo nel-l'opuscolo inviato a tutti i cittadini in occasione del trentennale della nascita del

Comune. Per protesta, nel seguito del comunicato, viene illustrato un programmaalquanto bizzarro previsto per il quarantennale del Comune, dieci anni dopo.

Diploma di promozionehonoris causa per azioni di

disturbo, conferito a due giovanipalaganesi (1982)

presunto avvistamento di un varano nelnostro Comune; la S.E.G.A. organizzòuna votazione in un locale di Palagano incui le persone potevano votare il “mostro”che preferivano all’interno di una selezio-ne di fotografie scelte appositamente.Le fotografie raffiguravano noti personaggipalaganesi, perlopiù in pose insolite e ri-dicole. Un giornalista del quotidiano cheaveva dato la notizia del varano fu avvisa-to, venne a Palagano e documentò il tut-to.Notevole fu anche l’episodio del rapimen-to del maiale, con tanto di lettere anoni-me e richieste di riscatto; a dire il vero èprobabile che sia stato ideato anche daelementi esterni alla S.E.G.A., ora nonricordo esattamente.Di episodi interessanti ce ne sono statidavvero molti. Di alcuni di essi, forse, nonsarebbe opportuno parlare pubblicamen-te.In ogni caso è stato un bel divertimento.

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25la LUNA nuova - Maggio 2013

Piccola selezione diBAMBANATEparticolarmente riusciteTO

P

1982Vaccinazione cinofila anti-rabbicaIl primo storico capolavoro della S.E.G.A.Una lettera firmata “Unione Servizi Sanitari”si infila nelle buche delle lettere di molti cinofilipalaganesi. La minaccia della tremenda “Rab-bia Canina”, il cui fenomeno si sta “dilatandoa macchia d’olio”, porta ad un’unica soluzio-ne: portare il proprio fedele compagno a quat-tro zampe alla vaccinazione obbligatoria pre-disposta dalla Ripartizione Cinofila Provinciale.Il luogo previsto è il retro del municipio diPalagano.Un’accortezza richiesta obbligatoriamente:vietato dimenticare guinzaglio e museruola.Ordine di Madussa Dott. Vet. Vito, dirigentedel settore cinofilo.Ovviamente è tutta una balla. Risultato? De-cine di uomini e donne accompagnano i loroscodinzolanti amici sul retro del municipio,ben determinati ad attenersi scrupolosamentealle disposizioni dell’illustre Dott. Madussa.Con la salute di Boby non si scherza. Passa-no i minuti, le ore, ma di un veterinario ne-anche l’ombra. Non resta che realizzare labeffa subita, guardarsi attorno con noncha-lance e sgattaiolare via con il povero anima-le appresso, mentre attorno c’è già chi se la sghignazza. Aneddoto numero 1: durante il giorno previsto

per la finta vaccinazione, guarda a caso il primo di aprile, laferramenta di Palagano esaurisce le scorte di guinzagli e mu-seruole. Aneddoto numero 2: un allora consigliere comunaleviene visto allontanarsi in macchina dalla zona retrostante ilmunicipio, con insolita fretta. Qualcuno capisce tutto, gli sbarrala strada e la macchina inchioda. Dal baule, un paio di passeg-geri protestano per la brusca frenata. E cominciano ad abba-iare fragorosamente. Inutile dire che il povero consigliere sa-rebbe stato sfottuto per qualche mese.

S.E.G.A.

1983CrucisegaPregevole giochetto letterario, frutto delle menti più fini del-l’associazione. Un beffardo guanto di sfida, lanciato con spa-valda disinvoltura e gentilmente offerto al pubblico, per il di-letto della popolazione palaganese amante dell’enigmistica. Lacaratteristica principale? Le soluzioni sono un diabolico labirin-

Lettera firmata Unione Servizi Sanitari per lapredisposizione della vaccinazione cinofila antirabbica (1982)

Crucisega (1983)

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26 la LUNA nuova - Maggio 2013

to di doppi sensi, sfottò, allusioni più o meno velate a fatti accaduti a personaggi del paese. Siamovenuti a conoscenza delle definizioni del cruciverba e delle rispettive spiegazioni. Per rispetto dellaprivacy di varie persone non possiamo rivelarvi o mostrarvi niente di più. Dobbiamo però ammettere chel’autore ha avuto una gran classe.

1988Sequestro del maialeUn bel giovane suino, vinto alla sagra paesanae presto sistemato in un'accogliente dimora incampagna, appena fuori dal paese. Tempo qual-che giorno e la bestiola viene fatta sparire permano di misteriosi rapitori. L’ansia dei famigliariprivati del nuovo affetto cresce, fino al primo,spaventoso messaggio da parte dei sequestra-tori. Un collage di lettere ritagliate dai quoti-diani, come in ogni messaggio criminale anoni-mo che si rispetti. Un inquietante richiamo gra-fico alle Brigate Rosse (successivamentericollegato alle iniziali di uno dei rapitori), tro-neggia sull’intestazione del documento. La pri-ma richiesta di riscatto non scherza affatto:100.000.000 di lire ed un pacchetto di noccioline.Questo è quanto richiesto alla famiglia per evi-tare, come minacciano i rapitori, l’eliminazionemediante zappate della creatura. La prova in-confutabile dell’orrenda fine del maiale rapitosarebbe stata la spedizione di cinque centime-tri di salsiccia. Questo se la famiglia non aves-se provveduto al pagamento entro diciasetteore dalla ricezione del primo messaggio. Se-guono giorni di tensione, la famiglia non cedeed i banditi calano drasticamente la posta ingioco, attraverso il secondo comunicato: 10.000 lire da depositare nel cestino della spazzatura davantiall’Oratorio del Carmine, entro le ore 18.00 dell'11 novembre 1988. La scadenza non viene rispettata edi rapitori cominciano a lamentare gli oneri finanziari per il mantenimento dell’animale. Dapprima, invianouna fattura per il rimborso dei costi sostenuti per alimenti, pulizia, disinfezione locali ed infermeria; in unsecondo momento, la banda di anonimi sequestratori gioca l’ultima carta, attraverso il compromessofinale: una cena a base di tigelle e succulenti cibarie assortite, che doveva essere offerta dalla famigliadell’ostaggio ad otto compiacenti e affamati banditi, dopo quasi due settimane dal giorno del rapimento.Aneddoto numero 1: nel terzo ed ultimo comunicato, i fuorilegge propongono la fornitura a proprio carico

di costolette di maiale come degnoornamento dell’abbuffata prevista.“Non saranno del vostro”, assicura-no. Aneddoto numero 2: uno dei ra-pitori ricorda come, all’inizio dellacena, tutti i componenti della gangsi assicurarono che fosse sempre unodei padroni di casa ad abboccare leprime portate di cibo. “Temevamo inuna vendetta a base di Guttalax, ocose del genere”. Le pensavano pro-prio tutte.

S.E.G.A.

Rapimento del maiale: comunicato n. 1 dei rapitori (1988)

Rapimento del maiale:comunicato n. 3 dei rapitori (1988)

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Un’altra piccola gemma della categoria “Pe-sci d’aprile”, che ha avuto risonanza a livelloprovinciale. La missiva, inviata a molti pen-sionati del Comune, aveva il seguente og-getto: “Pensione numero 604203597 – liqui-dazione competenze arretrate”.Il documento seguiva con un impenetrabilequanto credibile rimando a leggi, modifiche edecreti ministeriali che avrebbero legittimatola riscossione di quasi mezzo milione di vec-chie lire (463.450, per la precisione) da partedi ognuno dei destinatari della lettera. L’ap-puntamento è fissato per le 8:30 dell’1 aprile1996, all’ufficio postale di Palagano.Per i pochi che già sapevano oppure che ave-vano fiutato la beffa, non restava che se-dersi sotto la veranda del bar antistante lePoste, ordinare un cappuccino e godersi lospettacolo. “Un gran caos”. Sono parole ri-portate dalla Gazzetta di Modena uscita ilgiorno seguente il misfatto. E c’è da creder-ci. La folla di pensionati iniziò pure a spazien-tirsi, mentre l’impiegato cercava di difendersida dietro il banco: “Non ne so niente!”. Tra leseccate reazioni dei malcapitati,si è avuto testimonianza dellaseguente: ”Io lavoro in nero, quisto perdendo tempo e denaro”.Poi, lentamente, l’inganno si sve-lò, fino a rendersi tragicamenteevidente ai primi che diederoun’occhiata al calendario. Ma or-mai era tardi, ci erano cascatiin pieno. La notizia giunse allastampa provinciale e ci fu pureun’intervista al sindaco di allo-ra, il quale commentò l’accadu-to con divertita bonarietà.Da notare un particolare: la let-tera fu inviata solo ai pensionatipiù giovani e che non avevanoproblemi a spostarsi con proprimezzi di locomozione, mentre fu-rono risparmiate persone conmaggiori difficoltà. Divertimentocerto, ma nei limiti del rispetto.

1996Pensioni arretrate

Pagina de “La Gazzetta diModena” del 2 aprile 1996.Sopra: la lettera inviata ai

pensionati

S.E.G.A.

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28 la LUNA nuova - Maggio 2013

La “Cioccona” (o “Chioccona”) era una tradizione diffusa da decenninelle nostre zone. Veniva organizzata a seguito di matrimoni, perlopiùnei casi in cui gli sposi non mettevano in programma i balli per gliinvitati durante i festeggiamenti. Veniva così messo in piazza un veroesercito di “chiocchisti” armati di mazze, bidoni, lamiere, tamburi,strumenti vari, sirene, autoradio, clacson ma soprattutto di un unico

1992Cioccona

PALAGANO&GOLIARDIA

Così come dimostra il casodella vaccinazione cinofilaantirabbica, la preoccupa-zione dei palaganesi versola salute dei propri animalisi è storicamente rivelatacome una potente levapsicologica, sulla quale ifurbacchioni di turno po-tevano agire per realizza-re i propri goliardici inten-ti. Questa volta è LuccioSalmone, presidente del-l’Istituto Nazionale diIttiologia a dare all’allar-me: si tratta di un’epide-mia di “ciprinite acuta”, vene sarebbero stati già molticasi in provincia ed anchequesta volta non si scher-za, considerando poi cheè il bestiame bovino, risor-sa primaria di moltiallevatori, ad essere par-ticolarmente colpito. Ecco

le istruzioni del comunicato, in breve: chi aveva ricevuto la lettera doveva presentarsi alla farma-cia comunale di Palagano alle ore 9 dell’1 aprile 1966 con un campione di sterco bovino, possibil-mente di giornata e comunque non più vecchio di tre giorni. I campioni sarebbero stati sottopostiall’”esame fisiostercografico”. Vi invito ad immaginare la scena che si è materializzata davanti agliocchi del farmacista durante il singolare ritrovo, direi che non occorrono altre parole. Pare che ilcentro organizzativo di questa opera fosse da ricercare fra i banchi degli impiegati comunali. Pareanche che uno di essi si sia visto dirottare un campione di sterco fumante sulla propria scrivania.

non solo S.E.G.A...

1966Esamefisiostercograficobovino

Un altro paio di azioni storiche della "macchina goliardica" palaganese

Lettera firmata dall’Istituto Nazionale di Ittiologia per la predisposizionedell’esame fisiostercografico al bestiame bovino (1966)

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29la LUNA nuova - Maggio 2013

obiettivo: fare un casino infernale davanti alla casa degli sposini, sera dopo sera, fino a quando non sifosse trovato un compromesso. Tale accordo consisteva perlopiù in cene offerte alle reboanti milizie.Questa a cui facciamo riferimento, per i palaganesi è "La" Cioccona, quella che nessuno dimenticherà.

Forse fu per un certo astio che si eracreato fra la famiglia della sposa ed il Co-mitato della Cioccona. Fatto sta che lesere si susseguirono lunghe e fragoroseper molto tempo. Bambini, adulti ed an-ziani da diversi comuni della montagnaparteciparono divertiti al singolare radu-no nella piazza del municipio. Evidente-mente un vero accordo tra le parti non fumai raggiunto, tanto è vero che fu il pae-se, dopo molte sere di Cioccone, ad or-ganizzare la grande festa di chiusura, conricavato devoluto ai volontari per il servi-zio di ambulanze. Il sindaco di allora, ben-ché non potesse esporre apertamente lapropria posizione, sembrò parteggiare, nelsuo intimo, per il Comitato. Ma non vi eranessun tipo di atteggiamento competitivo,probabilmente aveva capito che quella po-teva essere semplicemente una bella oc-casione per ravvivare il paese e per farefesta, nessuno escluso.

1983 Programma di una"Cioccona"

Articolo de La Gazzetta di Modena sulla fine della Cioccona a Palagano (1992)

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Il 2013 sarà l’anno ideale per l’Ariete: freddo, impervio e da prendere a testate. Le fortune maggiori arriveranno sulfronte familiare: se vostra suocera entra in congiunzione con un treno merci, le vostre stelle potrebbero sorridere alungo… sotto i baffi.Al lavoro tutto bene, a scuola tutto bene, in amore un vero disastro: accontentatevi, avrete un buon 2 su 3. Trattenetevidal comprare beni immobili: la luna lo sconsiglia, l’Unicorno dice che potrebbe portare scalogna, Andromeda potrebbeaversene a male e, soprattutto, non avete abbastanza grana.

Consiglio dell'astrologo: evitate le fatiche, finché le faranno gli altri.Celebrità di riferimento: il cugino del nipote della suocera di zio Pietro... dai, quello là.

Il 2013 sarà l’anno del toro: anno di vacche magre e, quindi, di bocca buona. Poderosi in amore, cercate una taleGiorgia: dolce connubio tra il punto ‘G’ e l’ ‘orgia’. Sarete innamorati al 70%, non innamorati al 75% e in forse al 44%.La vostra disposizione astrale pare recitare, pari pari, le parole del grande poeta: “Farete l’amore in tutti i mari, in tuttii fiumi, in tutti i laghi, in tutti i sughi, in mezzo ai fumi, pure anche in cima agli aghi. Farete l’amore con gli africani, congli afghani sugli aeroplani, con gli artigiani e i pellicani, ma, se vi va male, anche con Bersani. Farete l’amore con lafrusta, con Larussa e con Berlusca; farete l’amore coi bagnini, da Salerno agli Appennini, e giacerete sotto i ponti, percolpa dell’Italia e dei suoi conti, non vi rimarrà che dormire sotto i pini, ma almeno con voi ci saranno pure Fini e Casini”.

La costellazione del Tricorno parla di un anno di transizione, di passaggio, ma non dice né da dove, né verso che cosa...non allarmatevene,dunque, tanto ho il sospetto che quella costellazione non esista nemmeno.

Consiglio dell'astrologo:se tutti ti vogliono per forza vedere sudare, non lavorare: ti basta stare al sole.Celebrità di riferimento: Romolo, Remo, Tullio Ostilio, Anco Marcio, Numa Pompilio, Porta Pranzio, Tircinio Prepuzio, Ennio Forza Lazio.

Il 2013 sarà un anno d’oro…se avete ancora dell’oro, se no sarà di qualcos’altro. Il rapporto di coppia andrà moltobene, ma, per voi gemelli, non è una novità. A scuola otterrete grandi risultati, soprattutto se eviterete di andarci.La punta di Saturno indica Nettuno, la coda è indirizzata verso la luna, ma quando Andromeda ruota in modoasimmetrico, sarà il momento per mettere la sanna del fo, tra la destra e la tinna, per evitare un mucchio di gini darenno...se ci avete capito qualcosa avvisatemi, perché o sono ubriaco, o Venere si diverte ancora a prendermi per il c...

Consiglio dell'astrologo per menare il can per l'aia, assicuratevi prima di avere un cane e un'aia.Celebrità di riferimento: Nadia Bettuzzi.

El Toro LOCO

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31la LUNA nuova - Maggio 2013

Il 2013 sarà l'anno del cancro o, per meglio, dire: sarà l'anno dei cancheri. Gli astri rimarranno piuttosto enigmatici: il15 maggio, quando la cuspide di Venere passerà nella seconda quadratura di Mercurio, sarà tempo di investire tuttoin borsa; per tutti gli altri giorni dell'anno, la borsa andrà stabilmente tastata, nella speranza di un po' di fortuna.L'amore andrà a gonfie vele, nel senso che procederà speditamente lontano da voi, verso mete più esotiche eappetibili. A scuola non andrà particolarmente bene: per riflettere meglio non vi resta che tentare di cospargervi dibrillantini e paillettes.Consiglio dell'astrologo: evitate la peperonata prima di fare sport: L'Orsa Minore potrebbe risentirne... e pure la

digestione.Celebrità di riferimento: Cesarina Bettuzzi..

Il 2013 sarà l'anno del leone: anno da affrontare con artigli, zanne affilate e, soprattutto, con una bella e folta criniera.Le stelle ci parlano con grande sicurezza: vi arriveranno parecchie lettere importanti e, se Giove non mente, la maggiorparte saranno bollette da pagare. Amore in ribasso, lavoro in ribasso, ma, fortunatamente, spread in netto rialzo.A breve ci saranno grandi novità per la vostra carriera, infatti, secondo quanto recita la costellazione del Tritone: “Dopoche al governo avranno tentato con: i 10 saggi, i 7 nani, i 3 moschettieri, i 4 dell’Ave Maria, i 3 porcellini e i fantastici4, speriamo ci vadano i leoni… almeno a fare piazza pulita”.Consiglio dell'astrologo: ricordate che se alla sera siete grandi leoni, alla mattina sarete grandi...

Celebrità di riferimento: Simba.

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Il 2013 sarà l'anno delle Vergini... scherzavo!Fate grande attenzione a druidi incappucciati che vi offrono ruoli centrali in misteriosi spettacoli e rituali notturni.In società, godrete di scarsa credibilità, ma, se Saturno non fa il birbone, entro fine anno, riuscirete finalmente adabbandonare il vostro segno zodiacale. In amore calma piatta, il mare sarà calmo e piatto, sul tavolo ci starà solo unpiatto: mangiate con calma.Consiglio dell'astrologo: il vostro numero fortunato sarà il 3578... il più è trovare la ruota dove poterlo giocare.Celebrità di riferimento: non disponibile.

Il 2013 sarà l'anno delle bilance: pesante, ossessivo e sempre sballato.Plutone suggerisce che il vostro colore preferito sarà il violetto pallido, con tendenze al giallo ambrato, ma Plutone,come si sa, racconta un gran numero di fregnacce. Marte dice di bere poco, Giove dice di mangiare leggero, Saturnodice di evitare i grassi e la Parodi dice 'cotto e mangiato'.

Consiglio dell'astrologo: se non fate, non dite; se non dite, dita.Celebrità di riferimento:Qui, Quo, Qua…Questo, Codesto, Quello.

Il 2013 sarà l'anno degli scorpioni, anche se a me fanno un po' ribrezzo. Urano consiglia di evitare i brutti incontri,soprattutto perché saranno brutti; vi invita a non attraversare mai i binari, vi suggerisce di non scendere le scale di facciae, soprattutto, vi vuole fare desistere dal tentativo di raggiungere il Messico a nuoto. Urano con voi sarà, dunque,molto premuroso, perché già siete scorpioni, non c'è bisogno che siate pure pirla.Consiglio dell'astrologo: a dormire sotto i sassi, prima o poi si finisce schiacciati.Celebrità di riferimento: l’orco Giuda.

diEl Toro LOCO

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32 la LUNA nuova - Maggio 2013

Il 2013 sarà l'anno dei sagittari: misterioso, complesso e, soprattutto, nessuno lo saprà scrivere correttamente. Lestelle vi deridono per il vostro essere metà uomini e metà bestie?? Non ve la prendete, ricordando che, dalla cinturain giù, è la natura equina ad avervi sorriso. Non fatevi troppo vedere in paese, soprattutto da ottobre a febbraio: fafreddo e gira pure l'influenza. Da marzo a settembre andate pure dove vi pare: non dovete chiedere a me, non sonmica vostra madre.Consiglio dell'astrologo: se un 'ttario' vi separa dall'essere saggi, consolatevi: pensate a quanto la 'sfiga' puòmaledire una 's'.

Celebrità di riferimento: Bernardino Morsetti (campione olimpico di tiro alla beccaccia).

Sarà un anno difficile, a causa di Marte, che dice in giro che, in fondo, siete dei muli con le corna. Astuti, carismatici,divertenti, romantici e con la stoffa del leader, i capricorni continueranno a credersi così... e saranno gli unici a farlo.Avrete grandi, grandi, grandi soddisfazioni, ma solo tra qualche decade; fino ad allora, resistete.Consiglio dell'astrologo: per perdere il consorte, vi basterà essere sbadati... o solo fortunati.Celebrità di riferimento: San Silvio, San Vittore, San Siro, San Valentino, San Remo, San Souci, San-Toro,Sant’Ander, Sant’Anchè, San Bitter, Santo Spirito, Sotto Spirito… Ora pro nobis.

Il 2013 sarà l'anno dell'acquario: umido, ricco d'acqua e piuttosto viscido. Il cielo, per voi, dice che ci sarannoperturbazioni isolate, che potrebbero trasformarsi in neve al disopra dei 1200 m. Inverno rigido e prolungato, estatebollente, primavera ed autunno non pervenuti. Per il lavoro tutto bene, almeno finché non ne troverete uno. Inamore, siete soliti chiamare la vostra dolce metà con nomignoli, come ‘topino morbidoso’, ‘ciccino bello’, ‘orsettinococcoloso’, ‘leprottino mieloso’… Continuate pure, ma non venitemi, poi, a dire che il cervello umano è di gran lungasuperiore a quello di uno scimpanzé.Consiglio del saggio: a fare del buon brodo basta una gallina, a fare una gallina basta un uovo, a fare un uovo

basta una gallina. Se abbiamo il brodo è, quindi, un miracolo: non ci sono altre spiegazioni.Celebrità di riferimento: Mammolo, Pisolo, Eolo, Gongolo, Cucciolo, Bandolo, Bombolo, Briciolo, Brufolo, Calcolo, Coccolo, Embolo, Idolo,Nuvolo, Trampolo, Scapolo.

I pesci avranno un ottimo 2013, se riusciranno a non farsi vedere in giro nei venerdì di quaresima. Al lavoroboccheggerete un po', ma a salute andrà alla grande. In amore prestate grande attenzione: voi siete un segno diacqua e, se la vostra fidanzata si rivela essere un segno di terra, lasciatela immediatamente... Vi eviterete anni difango, melma e sabbie mobili. Il sole raccomanda di stare attenti alle costellazioni che attraversate: ‘in Bilancia crescela pancia, in Fornace vi sentite in pace, in Fenice farà male l'appendice, in Unicorno vedrete un film... divertente, inAriete abbaglierete, in Volpetta profumerete di violetta… Tenetevi logicamente alla larga da Orione...’Consiglio dell'astrologo: non rimanete troppo nello stesso posto; si sa come va a finire con il pesce...

Celebrità di riferimento: Nicchia (proprietario di innumerevoli cose: dalla musica, al cinema... tutta la roba di Nicchia, insomma).

diEl Toro LOCO

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33la LUNA nuova - Maggio 2013

AGENDA EVENTIda Palagano e dintorni

FOTOGRAFA LAVALLEDEL

DRAGONEVOLETE AIUTARCI A COSTRUIRE UNA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA

VALLE DEL DRAGONE SUL NOSTRO SITO WEB?INVIATECI LE VOSTRE FOTO, CORREDATE DI UNA BREVE DIDASCALIA,VERRANNO PUBBLICATE NELLA SEZIONE "GALLERIA FOTOGRAFICA".

NON DIMENTICATE DI INDICARE IL VOSTRO NOME:LO PUBBLICHEREMO ASSIEME ALLA FOTO, SARÀ IL NOSTRO

RINGRAZIAMENTO.

www.luna-nuova.it

Info e invio delle immagini:[email protected]

Sul nostro sito è disponibile un'agenda li-bera e pubblica: chiunque può consul-tare ed inserire avvenimenti. Abbiamopensato fosse una cosa utile fornire alla collettività questo servizio perché in talmodo vengono maggiormente pubblicizzati i diversi eventi organizzati nel no-stro territorio ed evitate, se possibile, sovrapposizioni con altri (gli organizzatoripossono consultare l'agenda e verificare se le date sono libere o già occupate).Invitiamo associazioni e organizzatori di eventi ad utilizzarla ampiamente.

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34 la LUNA nuova - Maggio 2013

Di Aldo Magnoni

Tutti, chi per un motivo chi per un al-tro, siamo o potremmo diventare i‘Balugani’ di qualcuno.Per noi montanari del medio Appenni-no sono Balugani, per ragionialtimetriche, i figli di San Geminianoche vediamo laggiù, in basso, all’om-bra della Ghirlandina. Per i Pievarolisono gli abitanti di Barigazzo, nono-stante quest’ultima località si trovi a1224 metri sul livello del mare. In altreparole un caos geografico!“Ma insomma, dove comincia laBalugania?” Se lo chiedeva trent’annior sono anche il compianto prof. Batti-sta Minghelli, spiegando il significatodella parola “Balugàn” nel suo secon-do volume de “Le parole dell’altoFrignano”. Quel termine infatti, da luianche definito “come epiteto spregia-tivo” che in bocca ai montanari signifi-cava “inetto, cretino, ecc...”, si trovanella nostra parlata non sempre lusin-ghiera, rivolto a coloro che abitano più“alla bassa”. Mi ero illuso che noi abi-tanti della Val Dragone e della Val Dolofossimo esenti da tale soprannome eche appartenessimo unicamente ai

Bronchi, ossia a quel remoto epitetoche ci distingueva dai Maròo o Maròldella Valle del Pelago.Avremmo potuto identificarci, in buo-na sostanza, con i nostri avi dellaPodesteria di Montefiorino ben descrittinel 1613 dal futuro Governatore delFrignano Fulvio Ferrari: “…il Popolo chel’habita è differente molto dall’habita-tione e da tutti i lochi montuosi poichéè d’una sagacità non creduta, di co-stumi non ordinari al loco, parlare al-quanto civile, d’habito un poco rozeto,in generale ricchi, poveri in particola-re, et di sangue compressamente bel-lo, le cui qualità si può dir procedanodal lor praticar in piano”.Avevo persino avuto l’ardire di pensareche per essere immuni da appellativipoco adulatori bastasse, con pienodiritto, identificarsi con i montanarimodenesi descritti da Giovanni Pascolinel suo commento ai “Canti diCastelvecchio”: "Si chiamano lombardii modenesi dei monti a confine coitoschi. Sono uomini alti, quadrati,biondi, occhi cerulei: veri longobardi".L’illusione era poi stata ulteriormenterafforzata dallo stesso Minghelli quan-do nei suoi citati scritti si chiedeva, e

nello stesso tempo si rispondeva: “Al-lora sono Balugani anche i Bronchi diVal Dragone? Ah no! Quelli, così ap-poggiati al macigno dell’Alpe, sono ilnostro fianco sinistro e più ferrigno”.E invece no!Pur con un glorioso passato, anchenoi siamo i Balugani di qualcuno; peraverne conferma bastava soltantospaziare le letture presso i nostri cu-gini reggiani. Siamo Balugani ahimè,per gli abitanti della Val d’Asta nell’Ap-pennino reggiano a circa 25 Km daMontefiorino, i quali per secoli hanno“abitato” i castagneti delle Vaglie diCasola ed i castagneti di Rubbiano,durante il periodo di raccolta edessiccazione delle castagne. In parti-colare nelle Vaglie, gli Astesi eranoproprietari fin dalla notte dei tempi, edin parte lo sono tuttora, di estese su-perfici a castagneto: basti pensareche, come già scrissi sul libro diCasola nel 2004, dall’Estimo di Casoladel 1722 risultavano proprietari di bendiciassette ettari e mezzo dicastagneto (oltre 61 biolche).Ho casualmente trovata l’importantetestimonianza della nostra “Balugane-sità – Sic! ” leggendo la rivista

Dalla VAL D’ASTA alle VAGLIE

Val Dragone

A CASTAGNE NEL "BALUGANO"“Ma insomma, dove comincia la Balugania?”

Documento del 1722 sui beni di Val D'asta a Casola

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35la LUNA nuova - Maggio 2013

Sino agli inizi degli anni ‘40 era consuetudine in Vald’Asta, ai primi di ottobre, “andare nel Balugano”(comune di Montefiorino), come si diceva da noi,per la raccolta e la successiva essicazione dellecastagne.Il motivo per cui molte famiglie astesi possedevanoa Rubbiano e a Vaglie di Montefiorino, non è datosaperlo con certezza. La tradizione parla di un lun-go periodo di carestia che ridusse in miseria brac-cianti e contadini: quindi anche i proprietari di queiterreni. Forse perché insolventi verso il fisco, ven-nero privati dei castagneti che così, naturalmente,andavano all’incanto. Ma i soli che poterono aderi-re all’offerta, data la crisi generale, furono i pastoried i caprari della Val d’Asta, perché quelle preziosebestiole resistono alle prolungate calamità naturaliper il loro modo di procacciarsi il cibo percorrendograndi distanze o migrando; cosa che i bovini do-mestici non possono permettersi, specie nella sta-gione fredda. Un’altra fonte parla di terreni demanialimessi in vendita e acquistati dagli stessi allevatoriper il motivo già esposto. (1)

La trasferta autunnale in quel di Montefiorino erala seconda in ordine di tempo, dopo la Maremma,poiché impegnava i cosiddetti chidur (raccoglitori)per oltre un mese.Si tornava a casa i primi di novembre per la festivi-tà dei Santi. Il 29 settembre, fiera di san Michele aMontefiorino, i proprietari di castagneti partivano

in massa per rendersi conto del da farsi. Subitoiniziava la rimondatura (pulizia) sotto le piante perfacilitare la raccolta delle castagne.Un rimaio del tempo, Marco Paini, così evidenziavail suo arrivo alla fiera a tarda sera e spossato dalviaggio: “Quando arrivai a Montefiorino fiera erafinita, stanca era la mia vita del troppo camminar,rivai al fiume Dragone afflitto e sconsolato e quan-do arrivai al metato il giorno spento fu.”Quindi iniziava il lungo periodo della raccolta.Alla sera le castagne venivano messe nel canicciodel metato per essere essiccate a fuoco lento. Perquesto motivo i raccoglitori dormivano su delle ta-vole, al fine di evitare che una favilla potesse in-cendiare i loro vestiti. Si racconta che nel pienodella raccolta i castagneti fumavano come accam-pamenti di pellerossa, e soprattutto riecheggiavanodei canti del Maggio, tanto graditi ai Balugini. E lostupore è scandito in queste parole: “A venir daMontefiorino al metato poi dei Riotti io rimasi stu-pefatto per l’armonia di quei canti”.Alla fine degli anni ‘30 io ero ancora in età scolaree ricordo di aver provato tanta invidia quando ve-devo i più grandicelli partire per quella avventurache io ho soltanto fantasticato. Una volta tra-scorsi però alcuni giorni, stando alle testimonianzedirette, la noia assaliva quegli adolescenti perché igiorni si susseguivano monotoni, lontano dagli ami-ci e soprattutto dalla mamma.

“tuttoMontagna” di Reggio Emilia del1996, che riportava lo straordinario rac-conto di Andrea Riotti, trascritto in ap-pendice.Di più: sul libro “Cosa bolle in pentola– il piacere di stare a tavola – Progettopilota indirizzato alle classi terza, quar-ta e quinta elementare e alle scuolemedie”, edito dalla Provincia di ReggioEmilia nel 2004, oltre alla testimonian-za citata del Riotti vi è anche quella,più sintetica, di Luigina Cassi che ri-portava: “La gente della Val d’Asta,come mio suocero, possedeva casta-gneti nel ‘Balugano’ (a Montefiorino) ein ottobre una parte della famiglia si

trasferiva là a piedi o colcavallo per raccoglieree seccare le castagne.Ognuno aveva il suometato che serviva an-che come abitazione”.Il “Balugano”, oppure“Le Vaglie” come piùprecisamente identifi-chiamo noi del postoquell’estesa area dicastagneti tra Monte-fiorino e La Verna, èparimenti ricca di altrieventi ed aneddoti che hanno riguardato agricoltori locali ed Astesi. Ma quella èun’altra storia.

Articolo di Andrea Riotti, pubblicato su tuttoMontagna, anno 1996

"La Pilla" e "e Graffie": recipiente in legno percontenere le castagne e strumento per pulirle

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36 la LUNA nuova - Maggio 2013

Per i giovanotti, invece, iniziava una nuova avven-tura, poiché spesso incontravano l’anima gemella.A facilitare l’approccio era l’invito che i contadinidel posto facevano alla gioventù a spannocchiaremontagne di granoturco durante le lunghe serateautunnali. Il loro entusiasmo portava a terminel’opera a tempo di record, coscienti che di lì a pocouna fisarmonica avrebbe coronato i loro sogni.Dopo quindici giorni di fuoco le castagne venivanolevate e iniziava la fase di pulitura. Si metteva unaceppa nel mezzo e quattro persone intorno, con ilrelativo sacchetto di castagne. Ritmavano a turnobattendo sul legno come si faceva con i cerchi peril grano. Un altro modo era quello di porle in unrecipiente e colpirle con un bastone a puntadentata, in ferro, detto sgavr (2).Si dice che fosse un lavoro molto duro e che met-tesse a prova l’esuberanza dei giovani. Ancora oggisi racconta di sfide interminabili tra balugani evaldastrini. Ma per fortuna c’era sempre uno chegirava con il fiasco della vinella a ristorarli. Final-mente il prezioso alimento veniva portato a casacon l’impiego di bestie da soma. Eppure non pote-va mancare chi, passando così alla nostra leggen-da, arrivò in valle con ben ottanta chili di castagnesulle spalle. Erano le bravate del tempo. Il percor-so Asta-Montefiorino superava i 25 chilometri, mala difficoltà maggiore era dovuta all’attraversamentodei fiumi Dolo e Dragone, in quanto nei mesi diottobre e novembre sovente erano in piena, conponti inadatti o addirittura inesistenti. A tal propo-sito ecco una testimonianza: “Giunsi all’osteria ‘ilmulino’ di Morsiano proveniente da Rubbiano sul fardella sera. A stento riuscii ad attraversare a ca-vallo il fiume; avevo con me la figlia maggioredodicenne ed una sua cuginetta. La pioggia eracosì forte che decisi di pernottare nel locale. Manon riuscivo a chiudere occhio per il rumore cre-scente del fiume. Un santo pareva mi dicesse ‘prendile bambine e vai via’. Così feci. A nulla valsero leinsistenze dell’oste perché io restassi. Il giorno dopo

provai un attimo di sconcerto quando giunse inpaese la notizia che l’ala dell’osteria prospiciente ilDolo ove si trovava la nostra cameretta, semplice-mente non esisteva più”.Quell’uomo era mio padre. Tanti anni dopo anche iosono andato ansioso di veder quei luoghi,concretizzando la bramosia della mia fanciullezza.Il Dolo, Romanoro, Santa Scolastica, Rubbiano, LeVaglie… Ma soltanto la millenaria Pieve di Rubbianoposta sulla via Bibulca, che conduceva gli esercitie i viandanti al Passo di San Pellegrino, ripete im-perterrita quel motivo antico. Poiché non arriva piùdal metato ai bambini, quale dono regale, la miticafilza di castagne con in fondo una mela a mo' diamuleto, quando essa costituiva il trionfo dell’im-maginazione e della gioia, frutto di tanta attesa.

Boccassuolo, 2006: "Gli antichi mestieri".Lavorazione delle castagne.

Val Dragone

Note.(1) L’ipotesi storica prospettata dal Riotti, benché suggestiva, non può essere avallata principal-mente per carenza di documenti probatori al riguardo. Almeno per la prima parte. Accettabile,

ma con le cautele del caso, poiché anche questa non documentata potrebbe essere invecel’ultima parte, quella relativa ad una acquisizione da parte dei pastori che, storicamente, potevano

vantare una condizione economica di vantaggio rispetto al restante mondo rurale. Tuttavia non bisogna dimenticareche il buio medievale nasconde sicuramente verità che rimarranno sconosciute. L’area delle Vaglie resta tra le piùricche della valle dal punto di vista della toponomastica anche di epoca romana. Troviamo ad esempio Braccianoprobabile fundus Braccianus dal personale latino Braccius; Borciano probabile fundus d’età romana, denominato daun (a)burcis o da un porcius, con il suffisso di appartenenza come il precedente toponimo, -anus; Porcinago che conil doppio suffisso ino+aco può far pensare al personale latino, in area celtica, Porcinacus da Porcinia; Roncastaldo,probabile “Ronco del Gestaldo” dal longobardo Gastald “amministratore per conto del re” e cosi via.(2) Nelle nostre zone questo attrezzo è conosciuto come grafi, mentre il recipiente in legno in cui venivano messe lecastagne da pulire era la pella. (vedi foto)

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Di Erminia Vezzelli

Si tratta di una preghiera antichissi-ma, la cui origine potrebbe risalire altempo delle società medievali. In quel-l’epoca, divisa tra “luce e tenebre”, inun'Europa minacciata da sommosse,pestilenze e con la paura terrificantedell’aldilà, le pratiche religiose dellagente comune, costituivano un mez-zo di intercessione con il Cielo.Intorno al 1033, millenario della Croci-fissione, un’immensa moltitudine dipersone provenienti da ogni dove, co-minciò a viaggiare verso il Sepolcro delSalvatore. Gerusalemme diventa cosìmeta di pellegrinaggi di massa e dila-ga il culto verso un’enorme varietà direliquie, trasformandosi spesso in untraffico commerciale con la vendita diricordi e di indulgenze.Navigando su internet si scopre che lapreghiera era nota in molte località ita-liane ed europee. La popolazione mi-grante di Boccassuolo, a contatto conrealtà multietniche, venne a conoscen-za della preghiera, o in un altro modo,chiamata "L’Unica Vera Lettera di N.SGesù Cristo".Pertanto nel paese, fino a tutti gli anni’50, veniva recitata la devozione e tra-mandata tra le famiglie e il vicinato.Da un’indagine, la lettera, seppure informa minore, era conosciuta anchenella zona di Frassinoro.Nel 2001, Ben La Riccia, dell’AbruzzoHeritage del World Club, parla dellapreghiera rinvenuta e scritta su una telaappartenuta alla propria nonna.Secondo un altro web e-mail,[email protected], la Lettera delNostro Più saggio Gesù Cristo, fu purebenedetta da S.S. Papa Leone XIII il 5

Antiche devozioni

Orazione ritrovata nel SS. Sepolcro di N.S. Gesù Cristo inGerusalemme, la quale si conservò da sua Santità e da CarloV Imperatore in una cassa d’argento.Desiderando S. Elisabetta regina d’Ungheria, S. Matilde e S.Brigida di sapere alcune cose sulla passione di N. S. GesùCristo fecero particolari orazioni alle quali apparve Gesù Cri-sto e favellando con esse così le disse:"Serve mie dilette, sappiate che i soldati armati furono 125,quelli che mi condussero legato 23, gli esecutori di giustizia33, i pugni che mi diedero nella testa 30, preso nell’orto, perlevarmi da terra mi diedero calci 105, colpi di mano nellatesta e nel petto furono 168, colpi nelle spalle 80, battiture6666, nel corpo 100, nella testa buchi 110. Mi diedero unurtone mortale nella croce e stetti in alto per i capelli 2 ore ein poco tempo mandai 129 sospiri; fui trascinato e tirato perla barba 23 volte, sputi nella faccia 30, punture nella testa100, spine mortali nella fronte 3, piaghe che mi furono fatte1000, i soldati che mi condussero al Calvario 501, che miguidarono furono 3, le gocce di sangue che sparsi furono28.830.Chi ogni giorno reciterà 7 Patre e 7 Ave Maria per lo spazio di15 anni continui, per compiere il numero delle gocce di san-gue che sparsi e a quello che vivrà da buon cristiano gli con-cedo 5 grazie: 1. Indulgenza plenaria e remissione di tutti ipeccati.2. Sarà liberato dalle pene del Purgatorio.3. Se morisse prima di compiere i detti 15 anni, sarà peresso come se li avesse compiuti.4. Sarà come se fosse martire e se spargesse il sangue perla S. Fede.5. Verrò io dal cielo in terra a prendere l’anima sua e quelladei suoi parenti fino al quarto grado."

L’unicavera lettera di nostro

SIGNORE GESU’ CRISTO

Val Dragone

aprile 1890. Esaminandola si nota chela preghiera mostra un riguardo parti-colare verso le partorienti, le quali su-pereranno qualsiasi pericolo, tenendolaa sé vicina. Ecco perché mia zia Nice,oggi novantaduenne, ebbe in dono damia madre Maria, il 27 luglio 1939, pre-cisamente il giorno della nascita di miasorella Angelica, copia della preghie-ra. La zia l’ha portata addosso, l’ha

recitata e custodita come una reliquia,regalandoci così una delle tante anti-che devozioni in uso a Boccassuolo edintorni.La Lettera, come afferma Ben La Ric-cia, è sicuramente un “falso” che ra-senta il “ridicolo”, ma faceva comun-que parte delle devozioni personali diuna volta che miravano tutte a proteg-gere le donne e la propria famiglia.

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Val Dragonenel la

ETÀ DEL BRONZO

Viaggio nella storia della Valle del Dragone

Il sito diMONTE

SANTA GIULIA

A cura diFabrizio Carponi

Durante il Bronzo Recente, ilsistema insediamentale cheha come epicentro la valle delDragone risulta molto artico-lato e fa trasparire un’orga-nizzazione complessa, cheaccanto a veri e propri villag-gi doveva annoverare ancheluoghi di culto come testimo-nia l’importantissimo rinveni-mento di Monte Santa Giulia.Nel 1951 i lavori di ricostru-zione della pieve romanica, di-strutta durante la guerra, por-tarono al rinvenimento di unaspada del Bronzo Recente.Il sopralluogo effettuato dopopochi giorni da Fernando Ma-lavolti permise di accertareche la spada proveniva da unostrato carbonioso e forte-mente antropizzato sepolto acirca un metro di profondità,contenente vasi frammenta-ti, resti di fauna oltre che ab-bondanti resti di legni carbo-nizzati.La possibilità che la spada fos-se legata ad attività di cultofu ripetutamente avanzata,ma è stata definitivamente ac-certata solo nel 2006 quan-

do, a seguito degli scavicondotti congiuntamente daSoprintendenza ai Beni Ar-cheologici dell’Emilia Roma-gna e dal Museo Civico Ar-cheologico Etnologico diModena con la collaborazio-ne del Dipartimento di Scien-ze della Terra dell’Universitàdi Modena e Reggio Emilia econ il sostegno della Provin-cia di Modena e della Co-munità Montana ModenaOvest, è stato possibile ef-fettuare un piccolo sondag-gio presso le absidi dellapieve, corrispondente al-l’area indicata da FernandoMalavolti come punto di ri-trovamento della spada.Il sondaggio ha potuto ac-certare che a circa un me-tro di profondità comparivauno strato fortemente car-bonioso, con grandi legnicarbonizzati, vasellamefrantumato e resti di fauna.Lo strato era contenuto al-l’interno di una fossa pro-fonda presumibilmente po-che decine di centimetri lacui forma non è nota in quan-to lo strato archeologico pro-segue sotto la chiesa. Parti-colare rilevante per l’interpre-

tazione della struttura è lapresenza sul fondo, al di sot-to dei grandi legni carboniz-zati, di una grande quantità di

Il sito del Monte di Santa Giuliaè molto importante essendo,

di questa tipologia, quello più a sud in Europa.

Spada risalente all'età del bronzorinvenuta nel 1951 durante i lavori

di ricostruzione della Pieveromanica di Santa Giulia a

Monchio (MO). Normalmenteesposta nel Museo Archeologico di

Modena, attualmente si trova inAustria, ad Innsbruk, nel contesto

di una mostra dedicata allapreistoria europea.

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ciottoli fluviali di forma arro-tondata, evidentemente get-tati ritualmente nella fossa pri-ma del rogo. Il sito del Montedi Santa Giulia è molto impor-tante essendo, di questatipologia, quello più a sud inEuropa.

Monte Santa Giulia, 2006.Scavi eseguiti nell'ambito di unaricerca condotta dallaSoprintendenza ai Beni Archeologicidell’Emilia Romagna e dal MuseoCivico Archeologico Etnologico di

Modena con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Modena e ReggioEmilia e con il sostegno della Provincia di Modena e della Comunità Montana Modena Ovest. I risultatihanno permesso di stabilire che la spada era utilizzata per attività di culto da popolazioni preistoriche.

La spada di bronzo detta an-che "del duerriero" ha unastruttura molto particolare edi ‘tipo Cetona’, dal nome delpaese in provincia di Sienadove ne sono state trovatealtre della stessa raffinata fat-tura.

Normalmente esposta nelMuseo Archeologico di Mode-na, in questo periodo si trovain Austria ad Innsbruk all’in-terno di una mostra dedicataalla preistoria europea.Nell’area del Monte SantaGiulia, oltre alla stratificazionepreistorica, sono presenti an-che altri resti di epoche suc-cessive che, vista la peculiari-tà del luogo, sono anch’essimolto importanti, ad esem-pio sono presenti alcunesepolture che si presume es-sere di epoca alto-medieva-le.Ma di questo tratteremo neiprossimi numeri.

Parco Monte Santa Giulia. Oltre al sito di importanza archeologica nel Monte Santa Giulia si sviluppa il parcoSanta Giulia dedicato alle vittime della strage nazifascista del 1944. All'ingresso del parco sorge il complesso di

sculture "Memorial Santa Giulia" realizzate da 14 scultori italiani e stranieri, testimoni che rappresentano allegenerazioni future un passato morto ma non spento nel ricordo e nella consapevolezza.

Biografia."Dalla Rupe del Pescale all’Ospitale di San Pellegrino - Linee per un progetto di

valorizzazione culturale e turistica del territorio della Comunità Montana Modena Ovest".Università di Modena e Reggio Emilia - Dipartimento di Scienze della Terra Coordinamento e testi -

Andrea Cardarelli (Università di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Scienze della Terra) Modena – Marzo 2007

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L'intento di questa nuova rubrica di cucina èriscoprire i sapori di una volta rispolverando

ricette che le nostre nonne ci hanno tramandato eche non possiamo e non dobbiamo dimenticare.

Così cercheremo di proporre piatti semplicie gustosi che animavano le tavole

dei nostri paesini di montagna tanti anni fa.

Come prima cosa,disponete su un grandetagliere di legno la farinaformando la classica“fontana” e al centrorompete un uovo.A poco a poco cominciate

ad incorporare la farina dai lati della fontana con l’uovoposto al centro, aggiungendo all’occorrenza un po’ d’acqua.Continuate in questo modo fino a che l’impasto diventi omogeneo e avrà completamente assorbitol’umidità dell’uovo e dell’acqua.

di Alice Nannetti

Minestra per le sere invernali che facevano alcuni contadininel periodo della guerra e chiamavano “straccetti nel latte”.

Una volta era preparata sulla stufa in un pentolino di rame e,messa nel piatto, si condiva col formaggio di mucca fatto in casa stagionato.

Straccetti nel latte

I saporidi una volta

Ingredienti1 uovo

200g di farina250 ml di panna fresca

1 litro di latte4-5 patate

acquasale

parmigiano reggiano

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41la LUNA nuova - Maggio 2013

La consistenza dell’impasto deve essere morbida e asciutta, se risulta troppo appiccicosoaggiungete altra farina, al contrario se la consistenza dell’impasto è troppo asciutta o

troppo friabile aggiungete un po' di acqua tiepida.Continuate ad impastare sul piano leggermente infarinatoaiutandovi con il palmo della mano.  Più lavorerete l’impasto più sarà elastico e quindi facile datirare.

Finito di impastare iniziatea tirare la pasta, aiutandovicon un lungo mattarello,fino ad ottenere una sottilesfoglia.

Nel frattempo sbucciate lepatate e tagliatele sottili sottili.

Versate in una pentola abbastanza grande un litro di lattecon la panna e un litro d’acqua, aggiungete le patate eun po’ di sale.Portate ad ebollizione e lasciate cuocere le patate (iltempo varia a seconda di come le avete tagliate).

A questo punto si può aggiungere la pasta:avvolgete la sfoglia stesa attorno al mattarello e, fa-cendola scorrere, strappate con le dita piccoli straccettidi pasta buttandolidirettamente nellapentola col latte ele patate.

Lasciate cuocere qualche minuto e impiattate conl’aiuto di un mestolo.Spolverizzate il piatto con abbondante parmigianoreggiano e servite.

I sapori di una volta

UN MIO PICCOLO CONSIGLIO

Aggiungete al latte

un'abbondante spolverata di

pepe e noce moscata e, se

non volete esagerare, mettete

la noce moscata in tavola così

ogni commensale ne può

aggiungere a suo piacimento...

Sarà molto più apprezzata!

Straccetti nel latte

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Valledi Bruno RicchiLa

ValledellaBallata23a

PARTE

Tollari Danilo, “il falegname”da Lama a Lama mutò domiciliocon pialla e sgorbia forgiava legnamee a Maranello finiva “in esilio”.Ma i monti e l'amicizie paesanefuron richiamo cui non batté ciglioMaestri, Torri e Monti l'han plagiatoperché a “Parigi” sempre s'è fermato!

Da Gombola a Pianorso il suo Casatopoi giunto con famiglia in Val DragoneGraziano, dei Gualmini, mio cognatoprimizia di bontà fra le persone.D'informatica già specializzatonella D.C. non disdegnò tenzone.Da ragazzo affrontò l'estate duranella campagna della trebbiatura!

Tollari Danilo (1935-2010).Nasce a Cadignano di Lama Mocogno;il padre svolge attività di falegnamevecchio stampo: botti, ruote, carri, ti-nozze, sia pezzi nuovi che riparazio-

Per anni punto di riferimentoEnnio Maestri alla “Cooperativa”nei vari suoi commerci sempre intentoil Comunal Consesso pur seguiva.Con Marta e i figli visse ognor contentoe Costrignano volle sempre viva!Analfabeta fin oltre vent'anniapprese far di conto “non a spanni”!

Girava il centro e la periferiacon lo “scardazzo” Oreste Gianarolitutti lo salutavan sulla viadi lana e crine discioglieva “i boli”l'epigrafi dai mur strappava viacon sagaci commenti e strani voli.Un giorno che pranzava a casa miadal salame i “lardini” tolse via!

ni. Dal 1930 fino gli anni '70, a piedi oin bicicletta, con pialla e sega sullespalle, il vecchio Tollari svolge il pre-zioso lavoro, modestamente, anche colsistema del “baratto” quando le pove-re famiglie non riescono a pagarlo.Danilo frequenta le scuole elementaria Montecerreto, quindi studia pressol'Istituto Fermo Corni di Modena. Dopoil diploma sceglie di lavorare col padreche nel frattempo ha rilevato la fale-gnameria Martelli a Lama di Monchioove la famiglia si trasferisce. Danilo,intraprendente e dinamico, oltre cheottimo artigiano, negli anni 1963-1965realizza a Maranello, unitamente allasorella Luciana, due condomini conappartamenti e negozi, mantenendo lasede dell'attività a Palagano pur abi-tando sempre più spesso a Maranello

con la sorella. Danilo, colto e sensibi-le, ha fatto parte per anni di una com-pagnia di amici gioiosa ed affiatata:Doriano, Adriano, Marco, il cui ritrovo,la domenica pomeriggio, era semprefissato presso il bar a “Parigi”, così erachiamato il bar della Cooperativa diCostrignano; da qui i nostri eroi parti-vano per una pizza a Ponte Dolo o allaTaverna del Brutto ove poi si tirava not-te con disquisizioni, più o meno dotte,sugli argomenti più disparati e contro-versi. Stimo Danilo una persona unicaed eccezionale anche se, per il breveanno di fidanzamento con mia moglie,tutte le sere che rientravo dal cinemao dalla pizzeria, nelle brevi fermate inauto, mi abbagliava o mi suonavaripetutamente il clacson, facendo ar-rabbiare la mia fidanzata.

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Gualmini Graziano (1937-2011).Nasce a Pianorso di Lama Mocognoda Pellegrino e Botti Ada, ha un fratel-lo, don Marzio, e due sorelle, Romanae Piera. La famiglia si trasferisce a Pa-lagano negli anni Cinquanta perchéPellegrino è bigliettaio delleautocorriere Montorsi con lineaPavullo-Palagano. Graziano, che dopole elementari aveva svolto solo alcunilavori manuali, come autodidatta siprepara all'esame di terza media chesupera a Palagano. Frequenta poi l'Isti-tuto per ragionieri Barozzi di Modena,diplomandosi brillantemente. Neodiplomato frequenta a Milano un cor-

so I.B.M. di specializzazione per ope-ratori di computer; dopo diversi stagedi aggiornamento e specializzazionedella I.B.M. viene assunto dalla dittaBormioli di Parma.Negli anni Settanta il Comune di Mo-dena deve impiantare il Centro Elet-tronico e, su indicazione della multi-nazionale americana, chiama Gualminialla direzione e coordinamento delcentro stesso: Graziano resterà CapoCentro e dipendente del Comune di Mo-dena fino alla pensione.Nel 1963 contrae matrimonio con Ric-chi Gianpaola da cui avrà due figlie,Monica ed Elisabetta; fissa definitiva-mente residenza e domicilio a Mode-na. Dagli anni '70 è segretario dellaD.C. alla sezione di S. Faustino; daglianni '80 è impegnato all'Istituto Caritasper diversamente abili, e sempre inquegli anni viene nominato Presidentedella Scuola Materna “Don Milani”. No-nostante l'impegno del lavoro e nel so-ciale, Graziano tiene molto ai suoi rap-porti con Palagano ove ha molti amicie torna spesso anche in vacanza aven-do una villetta in proprietà.

Maestri Ennio (1913 – 2010).Nato da numerosa famiglia rurale inCostrignano, causa gli spostamentifamiliari da un fondo all'altro, non riu-scì a frequentare scuole rimanendoanalfabeta fino a vent'anni; a quel pun-to si preoccupò di darsi un'istruzionee frequentò per alcuni anni le lezioniserali tenute in Canonica imparando aleggere e a scrivere. Non fece serviziomilitare perché esentato in forza di di-versi fratelli che già ne avevano assol-to l'obbligo. Coniugatosi nel 1949 conBaschieri Pina, detta Marta, ha avutodue figli, Marco e Maria Teresa. La bor-gata “Cooperativa” di Costrignano eraun po' il centro commerciale del pae-se per l'esistenza di due negozi“polimercanzia” condotti da MaestriEnnio e Ferrari Gino. Maestri era an-che titolare del Posto Telefonico Pub-blico; si narra in proposito un curiosoaneddoto: Marta chiamò il dirimpettaiodott. Amico Salvatore, per diversi annimedico condotto di Costrignano: “Dot-tore, c'è una telefonata per sua moglieda una sua amica!”, risposta: “L'ami-co di mia moglie sono io!” e l'argomentofu chiuso. Essendosi sempre interes-sato della frazione, Ennio fu consiglie-re comunale sia a Montefiorino che aPalagano. Nella deliberazione consi-liare di Montefiorino n. 60 dell'8 dicem-bre 1953, Maestri votò per la ricostitu-zione del Comune di Palagano; nellesuccessive elezioni comunali di Pala-gano dell'8 giugno 1959, Maestri risul-tò il 5° consigliere eletto

Gianaroli Oreste (1912 – 2007)Originario del Comune di Polinago,Gianaroli Oreste abitava ormai a Pala-gano da tempo immemorabile tantoche tutti lo conoscevano e gli volevanobene con un senso quasi d'affetto e

Poesia

Non si saNon si sa se c'è l'amore,non si sa se il cielo è blu,

non si sa, chi lo sa?E' un attimo aver tutto,

è un attimo a perdere tutto.Perdere e non trovare

un raggio di sole,luce e speranza,

in questo mondo senza pietà.Non si sa se c'è l'amore,non si sa se lo troviamo,

non si sa, chi lo sa?E' un attimo essere e non essere,

è un attimo perdere la felicità,la felicità di essere bimba,

la felicità di essere ragazza spensierata,la felicità di essere sposa,

la felicità di essere mamma.Non si sa, chi lo sa?

Sarà, chè solo Dio lo sa...Lilia Benciu Lazar (Moldavia)

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44 la LUNA nuova - Maggio 2013

Dico“NON MENTIRTI,SEI ALLA RICERCA DI RISPOSTE”

Enes Ljesnjanin

E adesso, ti ritrovi su quella panchina. Seduto. Con mille pensieri che tiscorrono per la testa, che imperturbabili non rendono agiata la tuaespressione.Vedi il signore anziano passarti di fianco, con una borsa. Corre per nonperdere quello che potrebbe essere l’ultimo treno della sua vita.Vedi il ragazzo e la ragazza, che si danno l’ultimo bacio, probabilmentel’indomani si rivedranno ma l’importante per loro e sentirsi l’uno del-l’altra in quel momento.Vedi la madre, con il marito ed il figlio, si accingono a sedersi di fiancoa te.Ti sposti con moderazione ed educazione.

protezione. Abitava una casetta bian-ca al “Monte” di Palagano, ma era co-stantemente in giro per il paese a par-lare con tutti commentando in modobizzarro gli avvenimenti.Fino agli anni Ottanta andava alle casecon l'attrezzo per la cardatura dellalana e del crine, chiedendo per pagaun pranzo o una cena o poche mone-te da 100 lire; in proposito non volevabanconote per paura di essere imbro-gliato, ma conservava i suoi risparmi,tutti in moneta metallica, in diversiscatoloni di lamiera. Quando io bam-bino ero chierichetto con Don Galloni,

Oreste già precedeva la croce davantialle processioni o ai cortei funebri; di-verse volte passando colla bara vicinoa casa di un anziano ho udito Orestedire fra sé a voce alta “st'altra volta altòca a té”. Oreste non sopportava leepigrafi, forse perché non sapeva leg-gere, e le strappava continuamenteanche prima dei funerali del defunto.Un'altra bizzarria di Oreste era quelladi togliere i lardini da ogni tipo diinsaccato; così quando spesso eraospite di una famiglia, la cuoca gli chie-deva le preferenze alimentari. Al ter-mine di una vita lunga e tormentata,

Senza criteri nè regole...creare con le parole e raccontare l’irregolareDedicato a chi vuole leggere racconti brevi o storie assurde.Trame create per dare forma a un’idea, per trovare un significato anche aipensieri dall’apparente mancanza di senso…

Inviatei vostri scritti a

[email protected] irregolare

Oreste ha lasciato a tutti noi il ricordodi persona buona e la nostalgia di unavita semplice e serena.

Poesia

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45la LUNA nuova - Maggio 2013

Ti invitano a non spostarti, ma tu non cedi, ti accorgi dell’eleganza dialcune persone, e non vuoi abusarne.Sorridi, ammirato, e mostri loro il posto di fianco al tuo.Con un poco di indecisione fanno spazio al figlioletto, poi il maritoinvita la moglie a sedersi, e lui compiaciuto e felice guarda l’amoredella sua vita sorridere alla creatura che insieme hanno dato alla luce.Tutti aspettano lo stesso treno, ma alcune di queste persone cercanoqualcosa di ben piùu' profondo di un semplice viaggio.Tu, per esempio, stai cercando tutt’altro.La fermata per te èla piu'ù lontana. Stai cercando te stesso.Stai cercando dove finisce la tua inadeguatezza, e dove inizia quelladegli altri.Ti guardi intorno, beffardo sorridi. Ti rendi conto che tutti quelli cheti circondano non sanno nulla di te, della tua pseudo-identita'à, e dellatua esistenza.E tu, ne sai qualcosa?Non mentirti, sei alla ricerca di un senso, sei alla ricerca di rispostea domande che nemmeno hai chiare. Domande spesso inutili, la cui rispostanon ti interessa davvero, ma ciòo'ò che ti interessa e'è proprio il percorsoche ti portera'à ad una risposta.Sei fatto cosi'ì. Per trovarti, devi andartene.Devi sentirti differente dagli altri. E lo sei, per certo.

Lo speaker annuncia l’arrivo del treno.

Rimani li'ì, seduto, ancora una volta ti poni domande su domande. Tiattraversano la mente immagini della tua vita. Ti chiedi se e'è il trenogiusto da prendere. Se èe' quell’orario corrispondente a quello scritto sultuo biglietto, senza riflettere un attimo a mente lucida che l’orario lodecidi tu in realtàa'.Significa che ancora non sei pronto.

Il treno si ferma.

Attende che tutti salgano.Tu, ancora fermo, non esiti nel tentar di convincere te stesso che il tuotreno e'è quello successivo.

Il treno riparte.

Ne guardi la coda, e ti chiedi, fragile, se hai commesso un errore nel nonsalirci a bordo.Non trovi risposta. Perchée' non c’e'è risposta.E oramai il treno èe' gia'à lontano, e tu l’hai perso. Non ritornera'à.Potrai prenderne un altro, ma quello, puoi starne certo, non tornera'à piu'ùcosi'ì com’era in quell’istante.Non ci saràa' nessuno a dirti quale sarebbe stato meglio prendere o qualesarebbe stato meglio evitare.Prendi una decisione, che sia tua, prendi una decisione che sia ferma, eche non cambi, qualsiasi cosa accada. Venga stravolto il mondo, nonmollare per nessuna ragione l’unica cosa che ti e'è davvero concessaliberamente, la liberta'à di pensare, di porti dubbi e di cercarne rispo-sta.

Scrivo irregolare

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46 la LUNA nuova - Maggio 2013

Scrivo irregolare

Nessuno sara'à mai li'ì per giudicare un tuo pensiero. Sentiti libero.

Lo speaker annuncia l’arrivo di un secondo treno.

Mi alzo, il vecchierello seduto di fianco a me, con il berretto in testa,si alza insieme a me. Mi chiede informazioni riguardo alle fermate deltreno stesso.Non sono in grado di rispondergli.Sono solo a conoscenza, finalmente, della mia meta.Non e'è detto che questa sia definitiva. C’èe' la possibilitàa' che purarrivando a destinazione, mi senta smarrito e perso.Nessun pericolo, non mi resta che risedermi e attendere il treno successi-vo.

Ma perche'é ci pensi ancora?

Avvicinati alla porta, sali i gradini con passo insicuro.Hai timore della tua scelta, ma non devi. E’ tua.

Accelero il passo, non do l’idea di essere dubbioso e tanto meno dai l’ideadi vivere un conflitto tutto mio. Non interessartene, vai dritto per latua strada, confuso o meno, cio'ò che conta èe' che tu non stia attento asentire il rumore del tuo tallone toccare per terra.Non considerarlo, potrebbe oramai essere solo quello a farti tornareindietro, la consapevolezza di stare camminando, e di farlo verso unadirezione che non sia il luogo di partenza.Piuttosto, attento al rumore del tuo sorriso, potrebbe diventare cosìi'assillante con il passare del tempo in quel vagone, che chi sta intornopotrebbe pensare che nella tua mente c’e'è una lite in atto.E’ quello che sta accadendo, ma perche'é dar loro la soddisfazione disaperlo?Cio'ò che e'è tuo, e'è tuo, anche l’indecisione.

Mi pare, o sul cartello della fermata c’èe' l’insegna “Capolinea?"Mi affretto.Appoggio il polso al manico della poltrona sulla quale stavo seduto.Faccio leva. Sono in piedi.Mi guardo intorno. E’ buio. Le uniche luci che vedo son le mie certezze.Saranno poche ma ce ne sono abbastanza da farmi vedere le sembianze dellastazione.Non ti guardi indietro. Senza rendertene conto, con passo sicuro, ti muoviverso l’uscita.

Il treno frena.

E’ oramai fermo.Sono vicino alla porta. Dietro di me sento la presenza di altre persone.Ma non ti interessa.Scendo gli scalini, con le spalle larghe. Sai bene della tua indecisione,ma per una volta almeno, vuoi re-iniziare da capo.Cerco le indicazioni per l’uscita, ma in questa fermata del treno non ci

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sono. Ognuno la trova per conto suo.Non segui nessuno. Scegli quella che ti consentira'à di stare piu'ù tempopossibile con te stesso.La tua sagoma viene abbandonata dall’ombra pesante del farneticare delmondo esterno.Te ne stai andando.Non ti chiederai se fosse stato davvero il capolinea, o hai sbagliatofermata. No, non lo farai.Oramai sei andato, hai preso una strada, hai fatto una scelta, e non lacambierai, per nulla al mondo.

IL NERO E IL BIANCOFederico Piacentini

Un giorno il nero ed il bianco si misero a discutere, ognuno ritenendo-si senza alcun dubbio migliore dell'altro."Vedi, - disse il bianco - io sono amato da tutti, tutti i colori con-fluiscono in me, sono purezza, sacralita'à, solennita'à e pace. Tu seivuoto, e apatia, e miseria. Io splendo di serenita'à e luminosita'à gran-de".

“E' facile - rispose il nero - risplendere quando si ha dalla propriaparte tutti i colori. Ma senza di loro cosa saresti? Saresti me. E nonsaresti tanto forte da ricoprire questo ruolo: dove abbondi diluminosita'à pecchi di tinta e carattere. Io sono l'assenza, non ho bi-sogno di nessuno. E pure nella mia cupa solitudine la mia impressionetanto che tutti mi temono e mi rispettano. Io dono riparo alla soffe-renza, e vesto l'eleganza piùu' enigmatica".

Ad un certo punto si misero a guardare il cielo.Era notte fonda.

“Questa - disse il bianco -è la dimostrazione: osserva la bellezza dellaluna, e la magnificenza delle stelle, che rendono questa buia e tristenotte uno spettacolo unico. E fanno sperare, e sognare, ed innamorare.Sono quelle luci bianche, che, seppur piccole e sparse, danno valorealla notte, e portano vita.“"Dimmi, - rispose il nero - che cosa sarebbero la luna e quelle stellesenza il contorno forte dell'oscurita'à? Solo un accecante pallore, unsilenzio assordante, la pazzia dell'oblio. E' il cielo nero della notteche dàa' profonditàa' all'universo, avvolge i sensi e le passioni, donadisillusione e liberta'à di scavare nei piùu' lontani abissi dellaconoscenza.Io sono il caos, non porto false certezze ma veritàa'."

Poi nessuno disse piùùu' niente.Riguardarono il cielo e videro che era semplicemente sia bianco e sianero e, voltandosi le spalle, se ne andarono, entrambi consapevoli.

Scrivo irregolare

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48 la LUNA nuova - Maggio 2013

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La Luna nuova esce 3-4 volte all'annoper cui alcune lettere spedite allaredazione potrebbero attendereperiodi lunghi prima della loro

pubblicazione, perdendo la loro"attualità". Per ovviare a questo

problema tutte le lettere ricevuteverranno subito pubblicate sulnostro sito internet www.luna-nuova.it, nella sezione "la Luna

nuova | Lettere non ancora pubblicatesu la Luna nuova". Chiaramente

verranno anche pubblicate sul primonumero de la Luna nuova

che andrà in stampa.IL PATTO DELLE CATACOMBE

In ricordo di dom Helder Câmara.Il 16 novembre del 1965, pochi giorni prima della chiusuradel Vaticano II, una quarantina di padri conciliari hannocelebrato una Eucaristia nelle catacombe di Domitilla, aRoma, chiedendo fedeltà allo Spirito di Gesù. Dopo questacelebrazione, hanno firmato il “Patto delle Catacombe”.Ildocumento è una sfida ai “fratelli nell’Episcopato” a portareavanti una “vita di povertà”, una Chiesa “serva e povera”,come aveva suggerito il papa Giovanni XXIII.I firmatari – fradi essi, molti brasiliani e latinoamericani, poiché molti piùtardi aderirono al patto – si impegnavano a vivere in pover-tà, a rinunciare a tutti i simboli o ai privilegi del potere e amettere i poveri al centro del loro ministero pastorale. Iltesto ha avuto una forte influenza sulla Teologia della Libe-razione, che sarebbe sorta negli anni seguenti.Uno deifirmatari e propositori del Patto fu dom Helder Câmara, ilcui centenario della nascita è stato celebrato il 7 febbraio.

"Noi, vescovi riuniti nel Concilio Vaticano II, illuminati sullemancanze della nostra vita di povertà secondo il Vangelo;sollecitati vicendevolmente ad una iniziativa nella qualeognuno di noi vorrebbe evitare la singolarità e la presunzio-ne; in unione con tutti i nostri Fratelli nell’Episcopato, con-tando soprattutto sulla grazia e la forza di Nostro SignoreGesù Cristo, sulla preghiera dei fedeli e dei sacerdoti dellenostre rispettive diocesi; ponendoci col pensiero e la pre-ghiera davanti alla Trinità, alla Chiesa di Cristo e davanti aisacerdoti e ai fedeli delle nostre diocesi; nell’umiltà e nellacoscienza della nostra debolezza, ma anche con tutta ladeterminazione e tutta la forza di cui Dio vuole farci grazia,ci impegniamo a quanto segue:- Cercheremo di vivere come vive ordinariamente la nostrapopolazione per quanto riguarda l’abitazione, l’alimentazio-ne, i mezzi di locomozione e tutto il resto che da qui di-scende. Cfr. Mt 5,3; 6,33s; 8,20.- Rinunciamo per sempre all’apparenza e alla realtà della

ricchezza, specialmente negli abiti (stoffe ricche, colorisgargianti), nelle insegne di materia preziosa (questi segnidevono essere effettivamente evangelici). Cf. Mc 6,9; Mt10,9s; At 3,6. Né oro né argento. Non possederemo a no-stro nome beni immobili, né mobili, né conto in banca,ecc.; e, se fosse necessario averne il possesso, mettere-mo tutto a nome della diocesi o di opere sociali o caritative.Cf. Mt 6,19-21; Lc 12,33s.- Tutte le volte che sarà possibile, affideremo la gestionefinanziaria e materiale nella nostra diocesi ad una com-missione di laici competenti e consapevoli del loro ruoloapostolico, al fine di essere, noi, meno amministratori epiù pastori e apostoli. Cf. Mt 10,8; At. 6,1-7.- Rifiutiamo di essere chiamati, oralmente o per scritto,con nomi e titoli che significano grandezza e potere (Emi-nenza, Eccellenza, Monsignore…). Preferiamo essere chia-mati con il nome evangelico di Padre. Cf. Mt 20,25-28;23,6-11; Jo 13,12-15.- Nel nostro comportamento, nelle nostre relazioni sociali,eviteremo quello che può sembrare un conferimento di pri-vilegi, priorità, o anche di una qualsiasi preferenza, ai ric-chi e ai potenti (es. banchetti offerti o accettati, nei servizireligiosi). Cf. Lc 13,12-14; 1Cor 9,14-19.- Eviteremo ugualmente di incentivare o adulare la vanità dichicchessia, con l’occhio a ricompense o a sollecitare donio per qualsiasi altra ragione. Inviteremo i nostri fedeli aconsiderare i loro doni come una partecipazione normaleal culto, all’apostolato e all’azione sociale. Cf. Mt 6,2-4; Lc15,9-13; 2Cor 12,4.- Daremo tutto quanto è necessario del nostro tempo, ri-flessione, cuore, mezzi, ecc., al servizio apostolico e pa-storale delle persone e dei gruppi laboriosi ed economica-mente deboli e poco sviluppati, senza che questo pregiudi-chi le altre persone e gruppi della diocesi. Sosterremo i

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POSTA

laici, i religiosi, i diaconi o i sacerdoti che il Signore chia-ma ad evangelizzare i poveri e gli operai condividendo lavita operaia e il lavoro. Cf. Lc 4,18s; Mc 6,4; Mt 11,4s; At18,3s; 20,33-35; 1 Cor 4,12 e 9,1-27.- Consci delle esigenze della giustizia e della carità, e del-le loro mutue relazioni, cercheremo di trasformare le operedi “beneficenza” in opere sociali fondate sulla carità e sullagiustizia, che tengano conto di tutti e di tutte le esigenze,come un umile servizio agli organismi pubblici competenti.Cf. Mt 25,31-46; Lc 13,12-14 e 33s.- Opereremo in modo che i responsabili del nostro governoe dei nostri servizi pubblici decidano e attuino leggi, strut-ture e istituzioni sociali necessarie alla giustizia, all’ugua-glianza e allo sviluppo armonico e totale dell’uomo tutto intutti gli uomini, e, da qui, all’avvento di un altro ordine so-ciale, nuovo, degno dei figli dell’uomo e dei figli di Dio. Cf.At. 2,44s; 4,32-35; 5,4; 2Cor 8 e 9 interi; 1Tim 5, 16.- Poiché la collegialità dei vescovi trova la sua più evange-lica realizzazione nel farsi carico comune delle moltitudiniumane in stato di miseria fisica, culturale e morale – dueterzi dell’umanità – ci impegniamo: – a contribuire, nellamisura dei nostri mezzi, a investimenti urgenti di episcopatidi nazioni povere;- a richiedere insieme agli organismi internazionali, ma te-stimoniando il Vangelo come ha fatto Paolo VI all’Onu,l’adozione di strutture economiche e culturali che non fab-brichino più nazioni proletarie in un mondo sempre più ric-co che però non permette alle masse povere di uscire dallaloro miseria.- Ci impegniamo a condividere, nella carità pastorale, lanostra vita con i nostri fratelli in Cristo, sacerdoti, religiosie laici, perché il nostro ministero costituisca un vero servi-zio; così: – ci sforzeremo di “rivedere la nostra vita” conloro; – formeremo collaboratori che siano più animatorisecondo lo spirito che capi secondo il mondo; – cerchere-mo di essere il più umanamente presenti, accoglienti…saremo aperti a tutti, qualsiasi sia la loro religione. Cf. Mc8,34s; At 6,1-7; 1Tim 3,8-10.Tornati alle nostre rispettive diocesi, faremo conoscere aifedeli delle nostre diocesi la nostra risoluzione, pregandolidi aiutarci con la loro comprensione, il loro aiuto e le loropreghiere. Aiutaci Dio ad essere fedeli".

Ugo BeneventI (1 febbraio 2013)

LA VALLE DI JOSAPHAT

Di tappa in tappa, di segnale in segnale, seguendo un trac-ciato ben definito dai sacramenti di Gesù, siamo giunti allagrande Valle di Josaphat. Secondo l’interpretazione di unaprofezia di Gioele: “… ecco, in quei giorni e in quel tempo/(…) riunirò tutte le nazioni/ e le farò scendere nella valle diGiòsafat/, e là verrò a giudizio con loro…”, (Gioele 3,2: Ilgiudizio dei popoli), è proprio lì, in quel luogo, che si terrà il“Giudizio universale”. Quando da ragazzo andavo a dottri-na, il nostro vecchio parroco ce ne parlava, ma anche luinon ne sapeva un granché. Ci diceva di una valle “biblica”,non meglio identificata, che paragonava, per renderci l’idea,a migliaia e migliaia di valli del Dragone, la nostra piccolavallata, messe assieme. Invece la valle di cui parla la Bib-

bia si colloca vicino a Gerusalemme, esattamente tra ilmonte del Tempio ed il Monte degli Ulivi. Allora, il suo rac-conto, lo prendevamo alla lettera e ci impressionava lamoltitudine infinita di risorti, circa cento miliardi di uomini,ognuno dei quali portava inciso sulla fronte il suo peccato.Oggi sappiamo che non sarà proprio così. Come sarà equando verrà nessuno è in condizione di dirlo: "Quanto algiorno e all’ora nessuno lo sa, neppure gli angeli del cielo,ma solo il Padre" (Mt. 24,36), così pure penso che non sitratterà di una conta ragionieristica dei peccati commessi.Oltre che giudicarci su ciò che abbiamo commesso, civerrà chiesto di rendere conto di ciò che avremmo potuto edovuto fare e non abbiamo mosso dito. Come spero chenon sarà un giudizio di condanna, ma di misericordia. Nonper nulla il Giudice costituito si chiamerà Gesù, il quale“siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà agiudicare i vivi e i morti” (Credo).Mentre rimuginavo queste cose nel mio cervello, è esplosain Vaticano, “come un fulmine a ciel sereno”, la bombadelle dimissioni di Benedetto XVI, che hanno relegato tuttoil resto in seconda linea, paralizzando la mia mente edimpedendole di pensare ad altro."Che cosa è successo?", è stata la prima reazione. E’ unachiamata a giudizio di tutta la Chiesa pellegrina sulla terra.E’ lei la convocata nella grande Valle di Giosafat?Un fatto di una gravità eccezionale; unico nella storia. Lanostra mentalità corrotta è abituata a tutto; nulla ci meravi-glia più di tanto, mentre, invece, queste dimissioni ci co-stringono, specialmente noi cattolici, ad una riflessionesenza precedenti. Penso che siano pochi oggi sulla terra,credenti e non credenti, a non riflettere. Credo che si trattidi un’occasione unica per una riflessione totale sul modod’essere della Chiesa medesima. Sono convinto che sola-mente un nuovo Concilio sia in grado di dare una rispostaesaustiva del problema. Benedetto ci ha posti di fronte alledomande di fondo, alle linee guida, ai fondamentali dellanostra sopravvivenza come Popolo di Dio: Morte, Giudizio,Inferno, Paradiso. Sono quelli che una volta erano cono-sciuti come i “quattro novissimi”. Sono antichissimi e mo-derni e spingono tutti ad un profondo esame di coscienza,come una rottura completa e definitiva col passato. Cosaesiste di più dirompente della morte e del giudizio di Dio?Niente dovrà più essere come prima. Sentiamo spesso ri-chiamare la “modernità” come metro di paragone per misu-rare la grandezza di un Papa.Si dice che Benedetto, col suo gesto, abbia fatto un granpasso avanti verso la modernità, ma penso che sia riduttivo;il suo gesto è stato molto di più. Ha voluto scuotere laChiesa fin dalle sua fondamenta. Mi auguro che ci sia riu-scito.Non conosco il significato esatto che si vuole attribuire allaparola “modernità”, non sono uno studioso, ma il mio me-tro di giudizio restano i “novissimi” che non sono, per laverità, una novità assoluta. Nella loro attualità, sono vecchiquanto l’uomo, ed ancora di più, ma costituiscono una rot-tura netta, profonda e definitiva con questo mondo; con lesue ricchezze, e, soprattutto, con ciò che più lamentaBenedetto, le carriere ecclesiastiche. Qualcuno ha dimen-ticato che furono l’ambizione di grandezza, la vanagloria,assieme alle ricchezze di questo mondo, le armi usate daSatana per tentare Gesù, per cercare di metterlo fuori stra-da, per sviarlo dalla sua missione di Redentore. Non pos-sono, i suoi preti, accettarle senza provocare dissensi, liti

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e divisioni nella Chiesa, e nel mondo, come lamenta Bene-detto. Come ci si è dimenticati che Morte, Giudizio, Infer-no e Paradiso, sono realtà ineludibili, macigni inamovibili,sempre lì, pronti a sbarrarci la strada. "Infatti, che cosagiova all’uomo guadagnare il mondo intero, se perde la pro-pria vita?" (Mc. 8,36).Le dimissioni di questo Papa non sono capricci di un vec-chio che, stanco del suo incarico, sbatte la porta e se neva. No!... sono un gesto ponderato, lucido, preso in pienalibertà di coscienza davanti a Dio, e profondamente soppe-sato in tutte le sue conseguenze. Penso, invece, che nonne potesse più di assistere alla trasformazione della suaChiesa, in una pura e semplice struttura di potere. Il poteredi questo mondo appartiene a Satana e lui non poteva con-dividerlo. Col suo gesto ha voluto porre la Gerarchia davan-ti alle sue responsabilità."Tocca a voi", sembra voler dire con chiarezza. Ora dovràdimostrare di cosa è capace, questa “Gerarchia”. Bene-detto di meglio non poteva fare. Un semplice, umilissimogesto che lo ha proiettato come un gigante nella Storiadella Chiesa. Quando si è accorto che la sua presenzaserviva, forse, solamente a coprire le malefatte di altri, hamesso tutto allo scoperto e questo gli merita il titolo di“Magnus” (Grande).Ora la Chiesa è in cammino verso la grande Valle del giudi-zio, dove sono convocati “tutti i popoli della terra”, per ilgiudizio della Storia. Siamo tutti coinvolti, perché “Chiesa”non significa solamente Papa, vescovi, preti, ma anchenoi, dal primo all’ultimo dei battezzati. Non è che dimesso-si il Papa, tutto finisce lì; no!... tutto incomincia lì e ades-so: hic et nunc. Non si gioca con le cose sacre. Non sischerza impunemente con lo Spirito Santo che parlò, sem-bra inascoltato dai più, ormai cinquant’anni or sono, permezzo dei padri conciliari.A tale proposito mi sovviene la battuta di un mio amicoprete, di una quarantina d’anni fa, che mi disse: "Questo èstato un gran bel Concilio, ma vuoi vedere che si sonodimenticati di invitare lo Spirito Santo?" La ritenni una bat-tuta infelice, una espressione quasi irriguardosa invece,lui, aveva già intuito la piega che stava prendendo. Giovan-ni XXIII lo aveva sicuramente invitato. Paolo VI, alla ripresa,gli “rinnovò” certamente l’invito, ma, in seguito, forse, nontutti gli aprirono la porta. In questi giorni, ho sentito parlaredi “Concilio dei Media” e di “Concilio dei Padri”, lasciandointendere che la sua applicazione è, se pur lentamente, inatto. Più che una spiegazione, la ritengo una speranza.Benedetto parla di divisioni all’interno della Chiesa, “chene deturpano il volto”, ma quando al suo interno sorgonogruppi che come primo obiettivo hanno gli interessi econo-mici, che costituiscono gruppi di potere con la scusa dimovimenti ecclesiali, è inevitabile.A tale proposito ormai dovremmo essere abbastanza esperti!Dovremmo essere messi sull’avviso dalla prima lettera diPaolo ai Corinzi: “A riguardo vostro, fratelli, mi fu segnalatodalla gente di Cloe che vi sono contese tra voi. Mi riferiscoal fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Ioinvece, sono di Apollo", "E io di Cefa", e "Io di Cristo"!. MaCristo è stato diviso?” (prima lettera di Paolo 1,11-13).Pieni di miliardi fino agli occhi, immersi negli scandali piùinfamanti, si può essere seguaci del povero Gesù diNazareth, del quale tanto bene ha scritto Ratzinger? Hafatto bene a dimettersi, perché, con le sue dimissioni, haminato alla radice il potere di Satana che, forse, ha “incon-

trato” in qualche remoto angolino del Vaticano. Maligno delquale hanno parlato anche i suoi due predecessori: Gio-vanni Paolo II e Paolo VI.Assistiamo ogni giorno a lotte fratricide tra cristiani chedisonorano questo santo titolo. Ormai la misura è colma ele dimissioni di Benedetto lo confermano. Non pretendia-mo che lavi i panno sporchi in piazza San Pietro, ma chenella Chiesa ci sia bisogno di un bel bucato è sotto gliocchi di tutti. E’ urgente far posto ai poveri. E’ ora che sisottragga alla protezione dei potenti, sotto le cui ali hacamminato per secoli. I protettori non si addicono alla spo-sa di Cristo. Deve camminare con le proprie gambe chesono tre: Fede, Speranza e Carità.Mai si era verificata una situazione come questa. C’è statoil caso di Celestino V, ma, a mio modesto parere, il para-gone non calza. Benedetto ha inteso dare volutamente unoscossone alla Chiesa; non gli è stato imposto da nessuno.Sembra che si aspetti una risposta, un risultato, una at-tuazione del Concilio Vaticano II.Ma questa è la superficie. Solo il tempo svelerà le verecause del suo gesto. Da profano, ma anche da credente,vedo grossi pericoli. Il Popolo di Dio appare oggi, comedice Geremia: “un gregge senza pastore”. La Chiesa nonpuò svolgere la sua missione di evangelizzazione affidan-dosi unicamente ai grandi annunci sui mass media. Lasua azione deve essere capillare, continua, costante, inmezzo alla gente, altrimenti si cade nell’indifferenza,nell’apostasia e nello scisma.La mancanza di preti la costringe ad affidare ad un soloparroco parecchie parrocchie che piano, piano vannoscristianizzandosi. E’ come una ritirata da vasti territoriche si offrono ad altre credenze. Chi frequenta le piccoleparrocchie di campagna, in specie quelle di montagna, notaun diminuire continuo e costante di gente alla vita comuni-taria. Le chiese sono piene a metà di vecchi. La gioventù èassente. Parecchie scuole chiudono per mancanza di bam-bini. Alcune elementari se sono ancora aperte è per meritodi extracomunitari che, in maggioranza, non sono nemme-no cattolici.E nessuno sembra preoccuparsene. Avanti di questo pas-so, nel giro di pochissime generazioni, le nostre Chiesesaranno trasformate in Sinagoghe. Fa sempre più rifletterel’espressione di Luca: "Ma il Figlio dell’uomo, quando ver-rà, troverà la fede sulla terra?" (Lc.18,8).Prima di uscire dalla Valle del giudizio, la Chiesa deve tro-vare una soluzione ai suoi problemi. Non siamo ancora difronte al “Giudizio Universale” di Dio, la Parusia non si èancora verificata, ma davanti al giudizio dei Popoli dellaterra, questo sì. Il prossimo Papa avrà per le mani problemicolossali.Potrà risolverli solamente nell’umiltà e nella collaborazio-ne, parlando in continuazione con la sua Chiesa. Ridia la“Parola” ai cristiani, non dimenticando che di essa fannoparte anche i laici, e non in posizione periferica. Prima dichiudere il mio dire, vorrei dargli un consiglio, ma non trovodi meglio della raccomandazione di Gesù ai suoi apostoli:"Voi sapete come coloro i quali sono ritenuti capi dellenazioni le tiranneggiano, e come i loro principi le opprima-no. Non così deve essere tra voi; ma chi tra voi vuole esse-re grande, sia vostro servo, e chi vuole essere primo tra voi,sia schiavo di tutti. Infatti il Figlio dell’uomo non è venutoper essere servito, ma per servire e dare la propria vita inriscatto per molti".

POSTA

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Che Dio lo aiuti; chiunque esso sia.

Ugo Beneventi(1 febbraio 2013)

VIVA FRANCESCO

Dall’11 febbraio, tra l’altro giorno del mio compleanno, mi ètornata la voglia di scrivere un articolo per la Luna.Da quel giorno, dopo aver appreso che Benedetto XVI siera dimesso, avrei voluto rigettare un sassolino nello sta-gno per provocare qualche onda per smuovere, nel mio pic-colo e con questo mezzo a bassa diffusione, la tranquillaquiete in cui si sono stagnate le coscienze di molti cono-scenti che leggono il giornalino.Purtroppo per un motivo e l’altro non ho trovato il tempo perfarlo. E’ arrivato il momento in cui hanno chiuso le porte delConclave ed io, convinto che per l’elezione ci sarebberovoluti tanti giorni, mi riproposi di scrivere oggi, ben conscioche poi la mia lettera, il mio sfogo, sarebbe stato lettosettimane dopo, con già il successore sul soglio che fu diPietro; ma pensavo di rimediare indicando il giorno in cuiavevo imbucato la lettera nella cassetta virtuale de la Luna,oggi, sabato 16 marzo 2013, ma sarebbe sempre sembra-ta una posa finta.Il Conclave, per fortuna, mi ha fregato, pescando dal maz-zo il jolly che mi piace tanto.Bravo Francesco, hai fatto un inizio di quelli che speravoio, continua così.Scusa se mi permetto, ma vorrei darti un consiglio: staimolto attento a quello che ti portano da mangiare e bere,alle medicine che ti chiedono di assumere...C’è già stato un papa che mi piacque molto, ma non glidiedero il tempo di fare i cambiamenti che progettava.Ma tu riuscirai, sono convinto, a fare la Chiesa dei poveri dicui hai parlato oggi ed anche io, umile peccatore, rientrerònel gregge, il Tuo e Suo gregge.Ah, dimenticavo: non fare Santi nuovi, a quelli ci pensa Diosenza istituire tribunali ad hoc, fare ricerche approfondite espendere tanti soldi. Spendili per i poveri.Grazie Francesco.

PS.Poiché la Luna ha cadenza trimestrale, diventa anacroni-stico rispondere con mesi di ritardo a commenti ad unalettera di un lettore pubblicata mesi dopo, per cui non hocontinuato la discussione sulla Luna, mentre l’ho conti-nuata con chi mi ha scritto direttamente al mio indirizzo @che era pubblicato.Ma cerco di immaginare cosa succederebbe adesso, cheanche su la Luna ci sono i blog, se uscisse un articolocome quello polemico su Giovanni Paolo II che scrissi neldicembre 2004 .Non avendo, per i motivi sopra espressi potuto farlo all’epo-ca (tra l’altro una eventuale risposta o chiarimento sarebbeapparsa dopo la scomparsa di quel papa) intendo fare unchiarimento per quelle 4 persone che hanno criticato, scri-vendo alla Luna o scrivendomi, il mio sfogo: non ho maivoluto parlar male o offendere Karol Wojtyla come uomo,in quanto lo consideravo una bravissima persona e la stes-

sa cosa penso del suo successore tedesco, altra ottimapersona. Come persone sono stati ambedue stupendi es-seri umani.La mia critica, a cui accumuno adesso anche BenedettoXVI, era rivolta ai due in oggetto intesi come papi, ovveroAD, amministratori delegati, di quella cosa chiamata Chie-sa Cattolica. In questa veste, a mio avviso, ambedue han-no fallito.Negli anni ho ascoltato decine di commenti fatti da sacer-doti o vescovi che condividevano la mia idea. Dall’11 feb-braio di commenti negativi ci fu addirittura un’esplosione(ma ascoltate anche voi radio 2 o l’ascolto solo io quandoviaggio?).Comunque qui non voglio rinnovare la discussione perchépenso che un tizio pescato alla fine del mondo, dimostreràcosa può fare un Papa nel 21° secolo. Se gliene lasciano iltempo.

Doriano [email protected]

(16 marzo 2013)

LA PAROLA DI DIO E’ VERITA’

Il Vangelo di Giovanni (17:17) riporta la preghiera di Gesùal Padre: “Santificali per mezzo della verità; la tua Parola èverità”. Il Figlio di Dio mise in risalto l’influenza positiva chele Sacre Scritture hanno nella vita di chi le applica.Consapevoli di questo, anche i Testimoni di Geova di Pala-gano e dell’Appennino si sono radunati il 26 marzo scorsoper la Commemorazione della morte di Cristo. Durante lacerimonia è stato ribadito che cedendo la sua vita in sacri-ficio, Gesù ha aperto la strada per la salvezza delle perso-ne che gli sono fedeli.Nel corso della primavera e dell’estate i Testimoni conti-nueranno l’opera di diffusione del messaggio contenuto nellaSacra Bibbia. Incontreranno le persone nelle case e in pub-blico durante i mercati settimanali.Stands saranno allestiti il 6 e il 20 aprile, il 18 maggio e il15 giugno a Pavullo, il 19 marzo e il 18 giugno a LamaMocogno. Le persone potranno rivolgere domande e rice-vere letteratura biblica in varie lingue.Gli stand di giugno a Pavullo e Lama Mocogno servirannoparticolarmente per invitare al grande congresso che si ter-rà dal 21 al 23 giugno nella Sala delle Assemblee di Imola.La moderna struttura accoglierà migliaia di Testimoni e sim-patizzanti provenienti dalle province di Parma, ReggioEmilia, Modena e Bologna. Il tema trattato, “La Parola diDio è verità’”, darà risalto al potente effetto positivo degliinsegnamenti biblici sulla vita delle persone.Sarà ribadito che la Bibbia è la Parola di Dio e che l’appli-cazione dei suoi principi porta solo benefici.Anche i Testimoni della zona di Palagano inviteranno lepersone al congresso mediante visite nelle case e in altrecircostanze.

Congregazione Cristiana Testimoni di Geova Ufficiorelazioni pubbliche Appennino modenese

E-mail: [email protected](25 marzo 2013)

POSTA

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riflessioni

Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidenteè che perdono la salute per fare i soldi,

poi perdono i soldi per recuperare la salute.Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente

in tale maniera che non riescono a viverenè il presente, nè il futuro.

Vivono come se non dovessero moriremai e muoiono come se non avessero mai vissuto.

Dalai Lama

Il Dalai Lama è la massima autorità spirituale del Buddhismo tibetano, a capo della scuola Gelupa, cioè dei Virtuosi, unadelle scuole del Buddhismo. Dalla metà del 1600 fino al 1959 fu la più alta autorità temporale del Tibet. Il primo, il secondo,il terzo e il quarto Dalai Lama furono abati del monastero di Drepung, a Lhasa. Quando i sovrani mongoli fecero del quinto

Dalai Lama, detto il "Grande Quinto", il sovrano assoluto del Tibet, la residenzadell' Oceano di Saggezza divenne il Palazzo del Potala di Lhasa, che divennesimbolo del potere politico e religioso della nazione, insieme al Palazzo d' Estate,il Norbulingka, anch'esso a Lhasa.Il Dalai Lama era ed è attualmente venerato come manifestazione del Buddhadella Compassione. La reincarnazione è da sempre lo strumento della succes-sione: quando un Dalai Lama muore, le sue funzioni vengono ereditate da unReggente, che guida la ricerca della sua reincarnazione tramite le premonizioni,i responsi degli oracoli ed i segni divini. Il potenziale candidato viene sottopostoad una serie di prove atte a ricordare la vita precedente. Se l'esito risulta positivoegli è riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, e durante la suavita seguono prima la cerimonia d'intronizzazione quale Dalai Lama ed in segui-to, raggiunta la maggiore età, la cerimonia di insediamento quale sovrano delTibet.L'attuale Dalai Lama, il quattordicesimo, è Tenzin Gyatso, risiede in India dal1959, a causa dell'occupazione cinese, e l'allora primo ministro indiano JawaharlalNehru si prodigò per garantire la sicurezza del religioso buddhista e dei suoiseguaci. In India, il Dalai Lama risiede a Dharamsala, nello Stato di HimachalPradesh, nel nord del Paese. Nella stessa zona si è stabilita anche l'amministra-zione del Centro Tibetano, meglio noto come Governo tibetano in esilio.Tenzin Gyatso ha ricevuto il Premio Nobel per la pace nel 1989 per la resistenzanon violenta contro la Cina.