l'asolano n°4-08

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A L ASOLANO Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola Anno 3 N°4 Luglio - Agosto 2008 €.1,50 (copie arretrate €. 2) Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale -70% DCB Mantova all’interno, a pag . 14 e 15 COME ERAVAMO Sede vacante 1946

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Sede vacante 1946 all’interno, a pag . 14 e 15 COME ERAVAMO Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola Anno 3 N°4 Luglio - Agosto 2008 €.1,50 (copie arretrate €. 2) Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale -70% DCB Mantova

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Page 1: L'Asolano N°4-08

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L’ASOLANOPeriodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola Anno 3 N°4 Luglio - Agosto 2008 €.1,50 (copie arretrate €. 2) Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale -70% DCB Mantova

all’interno, a pag . 14 e 15 COME ERAVAMO

Sede vacante1946

Page 2: L'Asolano N°4-08

... i giovani che fecero cadere Ercole dal suo piedistallo, posto sopra l’omonima fonta-na del ‘500, simbolo della nostra Comuni-tà, pagarono fino all’ultima lira, per i danni procurati. Mentre ieri gli atti che pocuravano danni a cose o persone erano inusuali, oggi gli episodi di teppismo e bullismo giovanile sono all’ordine del giorno anche perchè gli autori si sentono immuni dal rischio di dover pagare per i loro comportamenti. Così, men-tre una volta chi danneggiava sapeva che ri-schiava seriamente di dover pagare per il dan-no procurato, oggi il detto “chi rompe paga... e i cocci sono suoi” è passato di moda. Alla base di tutto c’è, da un lato, un’educazione sempre più carente e dall’altro un lassismo disarmante e diseducativo delle istituzioni e delle famiglie che, in molti casi, non consen-te ai giovani di comprendere, fino in fondo, la portata asociale dei propri comportamen-ti. Oggi, per i giovani, ma non solo, i Valori di riferimento sono cambiati e non certo in meglio. Forse, anche per questo noi giova-ni di ieri, guardiamo con sempre maggior nostalgia a quel passato meno tecnologico e meno consumistico nel quale siamo cre-sciuti, nel rispetto del prossimo e del valore delle cose. Non volendo addentrarmi oltre in questo campo minato, con le mie considera-zioni, mi fermo qui. Passo perciò a ringra-ziare l’amico Sig. Aleardo Leali, residente a San Donato Milanese, per averci inviato la foto di sua moglie Giacomina Grazioli, classe 1929, ritratta da Gianni Tartarotti mentre, sulla fontana, si stava sostituendo ad Ercole, che alcuni giovani avevano man-dato a sgranchirsi le gambe. Era il 1946, primo dopoguerra, il periodo in cui Giaco-mina lavorava da Tartarotti come apprendi-sta fotografa. La foto ci è piaciuta al pun-to che abbiamo deciso di pubblicarla nella

L’Asolano 4/08 Editoriale 2

La foto in copertina ricorda una bravata avvenuta più di60 anni or sono, ma allora...

Guido Baguzzi

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copertina di questo quarto numero del 2008. Poichè sono in vena di ringraziamenti, non posso esimermi dal ringraziare tutti quanti stanno dimostrando, con i fatti, di apprezza-re questo nostro giornale che, sempre più, si sta confermando oggetto da collezionismo. In realtà era proprio questo il nostro obiet-tivo e la nostra ambizione: fare un giornale che potesse diventare testimone della pro-pria epoca e, per i suoi contenuti universali, potesse durare nel tempo. Non è facile, ma ci stiamo provando. Un’altra persona senza la cui generosa collaborazione non esisterebbe l’Asolano è Giulio Azzini, titolare della ti-politografia Rongoni per il quale, oltre ai più sentiti ringraziamenti, va la nostra incondi-zionata e totale riconoscenza. E’ stato grazie a Lui ed ai suoi prezzi di favore se oggi la nostra Associazione è stata in grado di af-frontare la spesa per l’acquisto di un nuovo computer e dei programmi necessari per im-paginare il giornale. Un acquisto quanto mai necessario e tempestivo perchè il vecchio, piccolo portatile che avevo usato fino a ieri e che aveva già cominciato a dare evidenti se-gnali di resa, è definitivamente “svampato” (termine usato a Zelig per dire che è finito fuori uso). Ora siamo nuovamente “in bol-letta” ma consapevoli di avere tanti fedeli amici che, ogni due mesi (circa), attendono con ansia di poter leggere il nuovo numero de L’Asolano. Anche gli abbonati sparsi per l’Italia, sono cresciuti, raggiungendo le 70 unità. Ad essi, come premio, per aver risolto il quiz fotografico a pag.15 dello scorso nu-mero, si sono recentemente aggiunte: Lui- gina Gnaccarini ed Andreina Corraini, entrambe residenti ad Asola che, per prime, hanno riconosciuto Giuditta Ardigò nel personaggio camuffato proposto dal quiz. Complimenti vivissimi.

Infine, in questa epoca a forte vocazione tecnologia, L’Asolano non poteva restare insensibile al fascino e all’attrazione di in-ternet. Per questo stiamo pensando di rea-lizzare “un sito” del nostro giornale che possa affiancarsi a L’Asolano cartaceo, per aumentarne la divulgazione; per facilitare la ricerca degli argomenti già trattati e per ridurre, con l’edizione on-line, i tempi di at-tesa fra l’uscita di due numeri del giornale.L’idea non è nuova e, per la verità, un ten-tativo c’è già stato, ma solo ora stiamo pen-sando di realizzare un vero sito che possa diventare uno strumento di consultazione non solo per i lettori in loco, ma possa di-ventarlo soprattutto per quegli asolani che vivono fuori Asola e che la vita, non di rado, ha portato fuori dai confini dell’Italia. A tutti loro avremmo voluto spedire il giornale, ma il costo della spedizione postale, di circa 5 euro a copia, fino ad ora ci ha sempre dis-suaso. Con l’aiuto della tecnologia internet, e con L’Asolano sarà, invece, possibile avvi-cinare alla propria terra d’origine anche que-sti amici e sarà anche più facile avere notizie della loro attività, delle loro esperienze di vita, della loro condizione di emigranti. Non vogliamo realizzare un clone del giornale ma integrarlo in modo che le due edizioni si completino.

L’Asolanobimestrale

Periodico indipendente d’attualità e cultura del territorio di Asola

ANNO 3 - N° 4Luglio / Agosto 2008

Autorizzazione Tribunale di Mantova N° 2 / 06 del 16 / Giugno 2006

Direttore Responsabile: Guido Baguzzi

Albo Giornalisti N° 110821 e-mail: [email protected]

Direzione e Redazione: Asola (Mantova)

Via Cantarane, 39 - Tel. 338.1516966Sito internet: www.asolano.it

Raccolta pubblicitaria: Dario Compagnoni

Via Garibaldi, 10 - Tel. 340.5958842e-mail: [email protected]

Pubblicità: inferiore al 45%

Stampa: Tipolitografia Rongoni - Asola

Editore: Associazione Culturale “L’Asolano”

Asola, via Pignole, 24Registrata l’11 agosto 2005

Uff. Reg. Castiglione Stiv. N° 3119 / 3

Collaboratori:Annalisa Antonini, Eros Aroldi,

Cristiana Azzali, Marco PeriChiara Bergamaschi, Leonardo Bugada,

Ester Cauzzi, Dario Compagnoni, Egizio Fabbrici, Elia Favalli,

Don Riccardo Gobbi, EOS Piubega,Rosalba Le Favi, Anna Sbalchiero

William Rizzieri, Massimiliano Todeschi,Romano Zucchelli

Attuale Zona di Diffusione:

Asola, Acquanegra, Casalmoro, Casalromano, Castelnuovo,

Casaloldo, Ceresara, Piubega.

Tiratura attuale: 1100 copie

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L’Asolano 4/08 Attualità 3

L’ A.Ge. di Asola con i suoi 230 iscritti è prima in Italia!

Il grande merito di un risultato così prestigioso è da ripartire fra la neo presidente Antonella Goldoni Grillo e il direttivo

da Lei presieduto, contagiato dal suo dinamismo.

L’A.Ge. Associazione Italiana Genitori, on-lus fondata nel 1968, si ispira ai valori del-la Costituzione Italiana e all’etica cristiana. Persegue l’obiettivo di aiutare i genitori ad esercitare pienamente il loro ruolo educativo e a promuovere adeguate iniziative per la fa-miglia, per la scuola e nella società. L’A.Ge. sezione di Asola, è nata, come associazione

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locale, nel 1974 per iniziativa di mons. Carlo Calciolari, della preside Giusep-pina Scotti Bolther e di un gruppo di famiglie con l’obiettivo di preparare i ge-nitori ad una partecipazione consapevole e responsabile agli organi collegiali del-la scuola, istituiti dalla Legge proprio in quell’anno. Fu particolarmente attiva fino agli anni ottanta. Ricostituita nel 1998, esprime la volontà di un gruppo di geni-tori, attualmente 230 iscritti, che sentono la necessità di unirsi per realizzare propo-ste comuni con finalità educative. Negli ultimi anni l’A.Ge. Asola ha realizzato numerosi corsi per genitori ed alcuni pro-getti finanziati dalla Regione Lombardia.La grande comunicativa e la capacità di coinvolgere le persone è il segreto di questo

straordinario exploit che ci fa riflettere e ci porta a dire che anche ad Asola si possono raggiungere traguardi impensabili: basta volerlo, con intelligenza e determinazio-ne, lasciandosi alle spalle le piccole, inu-tili rivendicazioni personali che riescono solo a disgregare e mai a costruire! La So-cietà asolana non si entusiasma facilmen-te ed essere riusciti a sensibilizzare alla propria causa ben 230 persone è davvero un risultato eclatante che però, non biso-gna dimenticarlo, deve essere supportato dalle idee, dai fatti e da una spinta pro-gettuale capace di consolidare il consenso iniziale. Questo movimento dei genitori asolani è così socialmente rilevante che molti cittadini, stanno guardando ad esso con crescente interesse, curiosità e sim-patia. Ne è dimostrazione la grande ade-sione di commercianti all’ultima iniziati-va del direttivo dell’A.Ge. di Asola. Una settantina di commercianti si sono resi disponibili a praticare a tutti gli iscritti all’Associazione uno sconto significativo sugli acquisti che essi faranno nei loro ne-gozi. Ma il gruppo dell’A.Ge. oltre a farsi notare con queste iniziative e a lavorare in continuità con il passato, punta a rinsalda-re i legami da troppo tempo interrotti fra famiglia, scuola e parrocchia, che restano gli ambienti educativi più frequentati dai ragazzi. Oltre a questo l’A.Ge. crede nella necessità di promuovere una fattiva col-laborazione fra scuola e sport, in partico-lare, tra la Scuola Media e la Società Op Volley Asola, titolare del progetto Planet Volley. Allo sport, maestro di vita, si ri-conosce il merito di soddisfare appieno la necessità di protagonismo e la sana “ag-gressività” dei giovani. Insieme ad allena-tori, genitori insegnanti, compagni e con la “complicità” dei giornali si celebrano le vittorie ma si impara anche ad accet-tare che qualcun altro possa essere più forte, traendo dalle sconfitte, gli stimoli giusti per migliorarsi. In questa ottica si rivela preziosa la figura dell’allenatore-educatore che si affianca alla famiglia e alla scuola nel complesso iter di cresci-ta psico-fisica ed intellettuale dei ragaz-zi. Lo sport insegna i Valori e le Regole della Vita, come il senso del sacrificio, il rispetto, la correttezza, la lealtà ed offre ai giovani una seria alternativa al “Vizio”.

Nella foto il nuovo direttivo dell’A.Ge. di Asola eletto lo scorso mese di Marzo e così compo-sto, da sinistra: Ave Bina Somenzi, Mirella Piva Cirelli, Giancarlo Bolther, Mauro Barbiero, Daniela Giuffredi Piccinelli (vice presidente), Antonella Goldoni Grillo (presidente), Cecilia Antonioli, in piedi: Domenico Ghiroldi.

A Castelnuovo si è tenuto il tradizionale "Torneo delle Contrade", competizione fra squadre di Calcio che

quest'anno è stato dedica-to al ricordo dei nostri due

indimenticabili amici Fabiana e Simone, che sempre sono e rimarranno nei nostri cuori.

Nel prossimo numero altre foto e notizie della

manifestazione.

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“Tirare” la fine mese non è facile nemmeno per il portafoglio dei genitori asolani e allora perché non aiutarci a vicenda??????” Questa è l’idea della Presidente Antonella Goldoni che coglie l’occasione per ringrazia tutti i com-mercianti che hanno aderito all’iniziativa dell’ A.Ge. ed hanno dato la loro disponibilità per realizzare il primo grande evento: “A.Ge Aso-la: Famiglie in festa”. Di seguito pubblichiamo l’elenco dei negozi che praticano sconti agli iscritti all’A.Ge., Ad ASOLA01) Asola Model 02) Della Torre Giocattoli 03) Vestibimbo 04) Terme in Città Erboristeria 05) GiDue Abbigliamento 06) Bonani Casalinghi 07) Il Germoglio Bio alimenti, bar 08) Caffè Nazio-nale 09) Maty-Boutique 10) Macry Calzatu-re 11) Rizzi Macelleria, gastronomia 12) Ar-toni Colorificio 13) Monegatti Cartoleria 14) Viola Abbigliamento 15) Tosini Photo-Ser-vice Express 16) Roberta Fiori 17) Lancetti Ottico 18) Gabella Gommista 19) Bolle BluLavanderia 20) Bazar del Barba 21) Tecno-due Cartoleria 22) Pizza Più 23) Pedrazza-ni Oreficeria 24) Bottarelli Linea uomo 25) All’Angolo Alimentari Enoteca 26) Il Picchio Abbigliamento 27) Predaroli Frutta e verdura

L’Asolano 4/08 Attualità 4 28) Gold Carne Macelleria 29) Fioretti Ac-conciature maschili 30) Arienti Fiori 31) Mez-za Luna Gastronomia 32) Caffè Letterario 33) Al Ponte Pescheria 34) Gennari Macelle-ria equina 35) Tartarotti Foto 36) Piacentini Forneria-Pasticceria 37) Levi Sementi 38) Usai Istruttore Arti Marziali 39) La Caffetteria 40) 41) Romina Fiori 42) Zanoni Macelleria 43) Zi-liani Lavanderia, Cappelleria 44) Chech Point 45) Bama Accessori Giardino 46) Zen Centro Benessere 47) Italia Pasticceria 48) Rizzieri Ottico 49) Aria Verde Sport-Drinking Village50) Beatrice Pastorio 51) PrimaVisione Ab-bigliamento 52) Madreperla Merceria 53) Esposti Ottico 54) Pizza in Piazza 55) Spazio Donna 56) Tannura Agenzia Viaggi 57) Tes-saroli Tabaccheria 58) Cauzzi Pasticceria 59) Gabella e Mutti Arredi 60) Alleanza Assicu-razioni 61) Mafalda e Roberta Hair Parruc-chiere 62) Kiwi Gelateria 63) Agip Carminati 64) Equipe Max 65) Faro Assicurazioni 66) Walterstile A CASTELNUOVO: 67) Mi-mosa Alimentari, 68) Giuffredi Tabaccheria 69) Nuove Idee biancheria, intimo 70) Red Hair Parrucchiera 71) Delice Pasticceria 72) Emporio-Sport Bici-Fitness 73) Dondolan-dia 74) Dorina, Abbigliamento, merceria. Le seguenti attività hanno invece offerto il loro contributo in qualità di sostenitori: 75) Giani Onoranze Funebri 76) Farmacia Brescia-ni 77) Bottega della Carne 78) Farmacia dell’Ospedale 79)Alleanza Assicurazioni 80) Barbiero Consulente Finanziario 81) Banca Fineco di Castiglione d/S. Tutti i negozi o le attività che non è stato possibile contattare e volessero aderire all’iniziativa sono pregati di contattare direttamente la Presidente Antonel-la Goldoni o la sua Vice Daniela Giuffredi.

A.Ge Asola …… altro boom di adesioni, ma a che cosa????? Da marzo 2008, A.Ge. Asola oltre essere diventata una delle più importanti, per numero di iscritti, sezioni A.Ge in Italia (probabilmente quella con il maggior numero di iscritti, ma aspettiamo l’aggiornamento del data-base), continua a lavorare in modo intenso e quotidiano in tutti i diversi ambiti del territorio. Nelle ul-time tre settimane è stata coinvolta anche la categoria dei commercianti (attualmente senza un’associazione che li rappresenti ed, in genere, molto poco aperta alle novità) che ha aderito in modo massiccio all’ini-ziativa denominata: “Se sei socio ti scon-to”. L’idea non è nuova ma sempre effica-ce. In occasione della PRIMA GRANDE FESTA A.Ge di ASOLA, che si è tenuta il 2 giugno 2008, presso la struttura ricreativa dei Nolli, in zona Via Cremona, a ciascun socio è stata consegnata una tessera. Pre-sentando questa card al momento dell’ac-quisto presso uno dei circa 80 negozi che hanno aderito all’iniziativa, i 230 Soci, con i propri figli, potranno ottenere uno scon-to prestabilito su tutti i prodotti o parte di essi; promozioni esclusive e personalizza-te, buoni-spesa per manifestazioni firmate A.Ge. I commercianti, travolti dall’entusia-smo contagioso della Presidente Antonella Goldoni, e dalla vice-Presidente Daniela Giuffredi, oltre a quello non meno con-tagioso di tutti i membri del Direttivo, ma anche desiderosi di reagire alla tremenda crisi del settore, hanno accolto con favore l’iniziativa ed hanno aderito in massa: circa OTTANTA negozi, praticamente quasi tut-ti!!! Antonella, ci ha confidato:< In que-ste settimane, nel mio quotidiano entrare e uscire dai negozi ho toccato con mano una condizione davvero critica. I negozianti di Asola, come tutti i loro colleghi onesti, da un lato si sentono soffocati dalle tasse e dalla burocrazia che, oltre alle imposte, li costringe ad affrontare spese di gestione che gravano in maniera sempre maggiore sui bilanci e dall’altro si sentono additati da stampa e televisione al pari dei più di-sonesti ed incalliti evasori fiscali. Se a tutto ciò si aggiunge la concorrenza non sempre leale della Grande Distribuzione, non c’è da stupirsi se molti negozi hanno chiuso e molti altri stanno pensando di chiudere, convinti che “il gioco non valga più la candela”. Quando ciò avverrà, il Centro Storico, oltre all’attrattiva delle proprie vetrine, perderà anche la sua principale ri-sorsa economica e sociale e morirà, come stanno morendo tutti quelli dei Comuni che, invece di sostenere il piccolo commer-cio, lo hanno affossato, condizionati dai luoghi comuni, ed ipnotizzati “dal canto delle sirene” della Grande Distribuzione. >

33) Aria eFornIstru41)Rliani45) BBeneOttic

Riservati ai soli iscritti dell’Associazione Genitori

Sconti reali ed interessanti in 74 negozi di Asola per combattere il caro vita

Nella foto di Giuseppe Tosini è immortalata una rappresentanza dei commercianti che hanno aderito all’iniziativa dell’A.Ge. di Asola “ Se sei Socio ti sconto”

lasciati alle spalle i chili di troppo!associando una dieta ipocalorica all'attività fisica

I prodotti Erbavita sono in vendita ad Asola da:Erboristeria "Terme in Città" - Via Libertà, 51 Tel. 0376 720777

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L’Asolano 4/08 Eventi 5

E’ stata un successo la manifestazione canora che si è tenuta mercoledì 28 maggio ad Aso-la, nella sala del Teatro S. Carlo. Il Concer-to è stato organizzato dall’AVIS di Asola in stretta collaborazione con il Gruppo Scouts Asola 1, allo scopo di trasmettere, nei gio-vani l’ideale della solidarietà, mettersi a di-sposizione degli altri per lasciare un mon-do migliore di come lo abbiamo ereditato.La serata, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Asola e la preziosa collaborazione di William Rizzieri come Direttore Artistico, ha visto sfilare sul palco giovani e giovanis-simi cantanti che hanno dato dimostrazione di grande preparazione professionale inter-pretando brani di grandi artisti o presentando propri pezzi. Davvero emozionanti le inter-pretazioni di Tommaso D’Angelo, di Gloria Sandrelli, Davide Facchini, del duo Elena Troiano e Fabio Migliorati, la band dei The Black Drone e il Coro 9,30 diretto da Don Daniele Brighi, che hanno ricevuto dal nume-roso pubblico presente in sala, grandi applausi.A coronamento della serata, l’intervento del Sindaco di Asola Dott. Giovanni Calcina, da sempre vicino all’AVIS Asola e al gruppo Scout. Come al solito prezioso l’intervento di Don Riccardo che, oltre a mettere a disposi-zione la sala, ha sottolineato il valore di ogni piccolo gesto di solidarietà e di amore che ognuno ha il dovere di compiere. La promes-sa, infine, da parte del Presidente dell’AVIS di Asola, Lorenzo Somenzi e del Presidente del gruppo Scouts di Asola, Francesco Calcina, di proseguire sulla strada della collaborazione.Come era intento degli avisini, le offerte rac-colte nel corso della serata sono state devo-

lute proprio al gruppo Scouts che sogna di realizzare il grande progetto della propria sede. Un ringraziamento a Costante Mi-nuti, tecnico audio e luci, a Floricoltura Garden Castellaro di Asola per gli addobbi floreali e al Centro Studi 54-Asola, GB Stu-dio Grafico-Bozzolo, sponsors della serata.

Articoli in legno:Casette, Garage

Gazebo, PergolatiArredi da giardino

La Musica nel Sangue... è vita!Serata benefica in favore del Gruppo Scout

di Sandra Pasini

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L’Asolano 4/08 Attualità 6

tematici assume nel contesto generale e nel successo di un evento come è stato quello rievocativo della Prima Guerra Mondiale. La sinergia fra le diverse componenti della Comunità ed il ruolo svolto dal volonta-riato culturale, anche in questa occasione, è stata vincente. I destinatari delle mostre non sono stati solo gli addetti ai lavori ma, come confermano le presenze, è stata an-che la gente comune che si è riconosciuta in questa iniziativa perché in essa ha potuto ritrovare le proprie memorie e frammenti della propria storia famigliare. Le scuole, non solo quelle di Asola, (anche Remedel-lo) hanno colto questa importante opportu-nità sotto forma di intervento didattico ba-

sato sull’osservazione diretta e sull’anali-si delle fonti storiche. In questo contesto è stato molto importante e tempestivo anche il contributo della Parrocchia, (Ermes Piva e Sara Lamberti Zanardi promotori) che ha proiettato il film del regista Tony Bill, “Giovani aquile”. Francesca Zaltieri chiude il suo intervento con i doverosi ringrazia-menti a tutti quanti hanno collaborato e fra di essi una particolare menzione a Lina e Enzo Terzi che, ancora una volta, generosa-mente, hanno messo a disposizione gli am-bienti della Mostra; ringraziamenti per il fondamentale contributo fornito dal Circo-lo Filatelico e Numismatico; ringraziamen-ti per l’Associazione Alpini che quest’anno festeggia il proprio anniversario di fonda-zione; ancora ringraziamenti a tutti i fun-zionari comunali che hanno fornito il pro-prio apporto con competenza, dedizione e passione. Anche Alberto Guerreschi, nella sua qualità di Presidente del Circolo Fila-telico e Numismatico, desidera ringraziare tutti gli sponsors che hanno generosamente sostenuto il suo impegno organizzativo. In primis, Mantovabanca, la Provincia, Ca-riparma, Mario Dalla Lana, il Ristorante La Filanda, Malcisi Coiffeur e la SEA

Il più importante degli eventi del maggio aso-lano è stata, senza dubbio, la manifestazione rievocativa della Prima Guerra Mondiale, allestita, nell’ambito della rassegna “Dimore e Territorio” che, suddivisa in vari appunta-menti, tutti patrocinati dall’assessorato alla Cultura e Turismo del Comune ed organiz-zati, alcuni dallo stesso assessorato, ed altri da alcune Associazioni locali che, con il loro intervento articolato, hanno contribuito ha rendere maggiormente ricca ed interessante la manifestazione ed a sancirne il successo di critica e di pubblico. In primo piano, sia per visibilità che interesse, (oltre 1.000 presenze) la Mostra del Circolo Filatelico e Numismati-co, allestita nella splendida cornice delle scu-derie del palazzo Terzi che, per l’occasione, oltre al materiale documentario presentato dai propri iscritti, Alberto Guerreschi, Giam-battista Schiavi e Sergio Leali, si avvaleva dei cimeli collezionati da Federico Peroni, vero appassionato e grande competente. Nell’am-bito della Mostra di palazzo Terzi, il generale Armando Rati ha presentato il suo libro che tratta i vari aspetti della disfatta di Caporet-to. Parallelamente il Museo Goffredo Bellini ha presentato la propria raccolta di cimeli, soprattutto le armi, recentemente restaurate e selezionate da John Ceruti, responsabile tecnico del Museo della “guerra bianca” di Temù (alta Val Camonica) che, per l’occasio-ne ha anche tenuto una relazione sul patrimo-nio bellico della collezione di proprietà del Museo di Asola. Chicca degli eventi esposi-tivi inseriti nel “maggio asolano” la Mostra fotografica dell’Associazione Alpini curata da Rosanna Viapiana, unica donna accredita-ta nel ruolo di fotografo ufficiale dell’A.N.A. che si è tenuta nelle sale di Palazzo Beffa, altra importante dimora della storia asola-na. Particolarmente toccante e suggestivo il Coro degli Alpini della sezione di Cremona che si è tenuto in Sala Consiliare a cui si è affiancata, altrettanto commovente ed evoca-tiva, la presentazione del libro “La Guerra di Giovanni” fatta dall’autore, Edoardo Pittalis, vice direttore del Gazzettino di Venezia che ha letto alcuni brani del libro, intervallati dall’esecuzioni di canti e musiche d’epoca. Per concludere, non si può dimenticare il me-ritorio restauro della Colonna di San Rocco e dei suoi annessi, ad opera dell’Associazione omonima, nella persona di Paolo Balestrieri, vero campione di disponibilità e volontà,jolly tuttofare per la nostra Comunità. Al termine di questa breve carrellata lasciamo spazio alle dichiarazioni di Francesca Zaltieri, l’As-sessore alla Cultura, che ha svolto un ruolo importante per il successo della Manifesta-zione. Francesca, volendo fare la sintesi dei vari aspetti che sono emersi da questo sfor-zo organizzativo, ha posto l’accento sul va-lore che l’integrazione fra diversi progetti

e ha“Gil medi Enme

“Percorso di Guerra”Memorie e rievocazioni della prima Guerra Mondiale

da Via Garibaldi, lungo via Piave, fino al Famedio di San Rocco

La foto centrale ritrae il gruppo degli organizzatori: da sinistra Alberto Guerreschi, Giam-battista Schiavi, Federico Peroni, Paolo Balestreri e Sergio Leali. Nelle foto piccole: in alto il materiale documentario; in basso alcuni cimeli della collezione di Federico Peroni.

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Nel Cimitero dei Barchi, il senatore Alceo Negrifinalmente riposa insieme ai suoi genitori mentre una lapide lo ricorda e lo onora.

L’Asolano 4/08 Attualità 7

Se potesse esprimere il proprio pensiero il Se-natore Alceo Negri sarebbe davvero grato al Cav. Armando Bertuzzi per la costanza e la determinazione con cui, in circa due anni, è riuscito a riunire, nel piccolo cimitero dei Bar-chi, in un' unica tomba, i suoi resti mortali con quelli dei suoi genitori Giacomo ed Ottilia, stimata maestra del paese. Il comitato, com-posto, oltre che dallo stesso Cav. Bertuzzi, dal Consigliere comunale Ivo Cristani, Eva Mut-ti e Gianluigi Zanoni, ha organizzato la ceri-monia di commemorazione che si è tenuta lo scorso 11 maggio, durante la quale è stata anche scoperta una lapide in suo onore. La cerimo-nia, semplice ma toccante, è stata l'occasione per rivedere esponenti locali e provinciali del Partito Socialista, nel quale aveva militato

l'unico senatore che Asola abbia avuto dal do-poguerra ad oggi. Fra le personalità presenti abbiamo notato il Senatore Gino Scevarolli, ex vicepresidente vicario del Senato, Nan-ni Rossi, ex assessore regionale ed attuale Vice Sindaco di Gazoldo e Marzio Uberti, ex assessore provinciale. Oltre a loro, ed a molti cittadini comuni, sono intervenuti altri esponenti del socialismo mantovano, tutti ri-uniti sotto l'insegna di quel garofano, simbo-lo degli ideali che hanno scandito la missio-ne politica ed umana di Alceo Negri. Dopo una breve biografia del senatore, tratta dalla dispensa di A. Bertuzzi, letta da Eva Mut-

ti e distribuita gratuitamente a tutti i presenti in oratorio, durante il rinfresco, sono inter-venuti il Sindaco Giovanni Calcina, che ha scoperto la lapide, poi benedetta da don Ma-rio Carpeggiani, Nanni Rossi e Rosanna Parolini, Presidente della Casa di Riposo di Asola, beneficiaria del generoso lascito del senatore scomparso.

Il Cav. Bertuzzi a fianco di don Mario, mentre Gelmetti dirige il bandotto, du-rante la cerimonia

Poco prima di andare in stampa ci è giunta notizia di un accordo di collaborazione fra il Comune di Asola ed il Politecnico di Milano che, a quanto sembra, dovrebbe avere come primo effetto concreto il tanto atteso recupero del "Teatro Sociale" per il quale l'Amministrazione avrebbe stanzia-to, nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche, la non trascurabile cifra di €. 1.300.000. Permanendo le difficoltà di comunicazione fra il Comune e L' Asolano, se la notizia troverà conferma, non potre-mo che accogliere favorevolmente questa iniziativa della Giunta Calcina. Per ulteriori informazioni, contiamo di poter essere più esaurienti e di fornire i dettagli dell'ope-razione nei prossimi numeri de L'Asolano.

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L’Asolano 4/08 Attualità 8

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Non dovete bol lir lo!

10 dicembre 2007 - 2° anno di attività

Stradoni, Direttore Sanitario Ospedale di Asola, in rappresentanza dell’Azienda Ospe-daliera “C. Poma”. Molti ed applauditi gli Ar-tisti sul palco; oltre ai mantovani “Hot Five”, i cantautori asolani “GioomArabikA”, il gruppo bozzolese “GPL”, i diciottenni cremo-nesi “Elena Troiano & Fabio Migliorati”. Ospite d’onore POVIA, che ha intrattenuto il pubblico con una splendida e coinvolgente performance, sino a chiudere la serata con i ragazzi mantovani del “Coro Mille Voci”, diretti da Angela Semeraro e accompagna-ti dai chitarristi Alberto Pianori e Andrea Cappelletti, che hanno anche cantato, insie-me, la sigla di chiusura “I Bambini fanno ooh”. Per la particolare finalità benefica che ha ispirato questa iniziativa, William Rizzie-ri, tramite queste pagine, vuole porgere un GRAZIE al numeroso pubblico che ha rispo-sto con entusiasmo all’accorato appello dei bambini che soffrono.

Dopo i grandi successi dei Concerti tenuta-si al Teatro S. Carlo di Asola, al Teatro Co-munale di Guidizzolo, al Teatro Bibiena di Mantova e al Teatro Sociale di Ostiglia, si è svolto Sabato 17 Maggio u.s. al Teatro Ari-ston di Mantova il quinto Concerto Benefico “MUSICA PER UN SORRISO” con la par-tecipazione straordinaria di Povia. Un minu-to di musica per un sorriso in più! L’evento, ideato ed organizzato da William Rizzieri, coadiuvato da Graziella Losi, referente per ABEO Asola, inappuntabili e sorprendenti presentatori della serata che con il Patroci-nio della Regione Lombardia, della Provin-cia e del Comune di Mantova, ha riscosso grande successo di pubblico e critica, nono-

stante la concomitanza di altri eventi in città.Questo progetto ha lo scopo di raccogliere fondi per ABEO e di far conoscere la sua mission. Non sempre le strutture pubbliche sono in grado di rispondere alle necessità de-gli Utenti ed è solo grazie ad Associazioni di Volontariato come ABEO che possono essere colmati alcuni vuoti nella rete assistenziale. Sono intervenuti a testimoniare l’impor-tanza dell’iniziativa e la sinergia fra varie Associazioni, il Presidente ABEO Manto-va, Sig. Vanni Corghi, il Presidente ABEO Verona, Sig.ra Maria Grazia Viapiana, il Presidente AVIS provinciale, Sig. Walter Belluzzi ed inoltre il Consigliere Regiona-le, Dott. Carlo Maccari e il Dott. Raffaello

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“Musica per un Sorriso” a MantovaWilliam Rizzieri esporta il suo format pro ABEO

al Teatro Ariston - Ospite d’onore: Povia

Povia, il cantante reso celebre dalla canzone “I Bambini fanno ooh” con il coro “Mille Voci”

Romano Lanfranchi10 luglio 1937 - 4 agosto 2004

Possa la strada venirti incontro, con il vento favorevole,fino al giorno in cui ci reincontreremo.

Per sempre, con infinito Amore,I TUOI FAMIGLIARI

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lasciati alle spalle i chili di troppo!

L’acquisto di un’auto usata è spesso la soluzio-ne più conveninte ma il Consumatore è spesso titubante sull’acquisto da un commerciante per le tante storie sentite nel passato su “dolo-rosi” imprevisti verificatosi dopo l’acquisto.Nella pratica la proposta di un veicolo è spesso accompagnata da rassicuranti dichia-razioni sulle eccezionali qualità dello spe-cifico veicolo che sfociano, in alcuni casi, in amare delusioni a cui il Consumatore non può porre rimedio se non imbarcando-si in cause civili che si chiudono in tempi lunghi. Con il dlgs. del 6 settembre 2005 n. 206 sono state assorbite nel Codice del Con-sumo disposizioni della nuova legge sulla garanzia nell’acquisto di prodotti di con-sumo in vigore dal 23 marzo 2002 (Dlgs n. 24/2002) illudendo i Consumatori che sia facile ottenere la riparazione gratuita o la sostituzione del prodotto in caso di guasto. Invece, purtroppo, le lamentele sono all’or-dine del giorno perché difficilmente si riesce ad ottenere soddisfazione. Innanzitutto si ri-cordi che la garanzia sui beni di consumo, come detto applicabile alle macchine usate, si riferisce esclusivamente agli acquisti da rivenditori professionali e non a quelli tra privati. Per questi acquisti valgono le rego-le della “vecchia garanzia” (art. 1490 c.c. e segg.). La durata della garanzia prevista per legge è di regola di due anni dall’acquisto.Contrattualmente può essere limitata anche ad un periodo inferiore che, comunque, non può essere inferiore ad un anno atteso che questo diritto del consumatore è considera-to “irrinunciabile”, nel senso che dovreb-be considerarsi nullo ogni eventuale patto contrario con il venditore. La garanzia è gratuita e pertanto per la medesima niente dovrà essere corrisposto. Se i rivenditori vogliono offrire una granzia diversa questa può solo considerarsi una garanzia ulterio-re rispetto alla garanzia legale: quindi essa non può limitare i diritti del consumatore previsti dalla garanzia legale ma può solo, caso mai, ampliarli. Il venditore vi garanti-sce cose in più rispetto alla garanzia legale, ovviamente, in tal caso, dietro corrispettivo.Ad una lettura superficiale il decreto pare a tutti gli effetti tutelare il Consumatore ma leggendo attentamente si nota come il de-creto precisi che la garanzia sull’usato si ap-plichi “ tenuto conto del tempo del pregresso utilizzo, limitatamente ai difetti non derivan-ti dall’uso normale della cosa” (art. 128 u.c. Codice Consumo). Parole che finiscono per attenuare enormemente la garanzia offerta. Infatti quando un Consumatore denuncia un danno grave avvenuto ad un auto usata ap-pena comprata il venditore rifiuta spesso di accollarsi la riparazione (che dovrebbe es-sere gratuita) sostenendo che il guasto è do-vuto al pregresso utilizzo ed all’uso normale dell’auto da parte del precedente proprietario.

Acquistare un’auto usataPrevenire è meglio che curare

Avv. Cristiana Azzali

L’Asolano 4/08 Consigli legali 9attribuire il guasto a un difetto originario se si manifesta entro sei mesi ma, soprattutto, ci si garantisce che il chilometraggio indica-to è quello effettivo. Qualsiasi grave diffor-mità (es. manomissione del contachilometri oppure macchina incidentata) o mancanza di qualità essenziale, conosciuta dal rivenditore e taciutavi da diritto almeno alla sostituzione dell’auto ed eventualmente all’annullamento del contratto. Se il venditore vi assicura che l’usato è garantito fatevi rilasciare una di-chiarazione che vi copra, almeno per il perio-do di garanzia legale, qualsiasi difetto futuro, indipendentemente dall’uso che è stato fatto in passato del mezzo. Importante infine non dimenticare che il Consumatore decade dai diritti riconosciuti dal Codice del Consumo se non denuncia al venditore il difetto di con-formità entro il termine di due mesi dalla data in cui ha scoperto il difetto. La denuncia non sarà necessaria se il venditore ha riconosciu-to il difetto o lo ha occultato. Infine l’azione diretta a far valere i difetti non dolosamente occultati dal venditore di prescrive nel termi-ne di ventisei mesi dalla consegna del bene; il Consumatore che sia convenuto per l’esecu-zione del contratto dal venditore può tuttavia far valere i suoi diritti oltre il termine dei ven-tisei mesi purchè il difetto di conformità sia stato denunciato entro il temine di due mesi sopra richiamato.

Che cosa si può controbattere? Quasi niente a meno che l’auto sia seminuova ed il gua-sto sia di natura tale da far presumere un originario difetto di fabbrica. Ma per guasti normali come la rottura della frizione, del cambio, della cinghia di trasmissione c’è poco da fare. E’ vero che secondo le nor-me sulla nuova garanzia sui beni di consu-mo, se il guasto avviene entro sei mesi dalla consegna del bene si presume dovuto ad un difetto originario ma, aggiungono le norme, “a meno che tale ipotesi sia incompatibile con la natura del bene” e sembra una preci-sazione cucita addosso alle macchine usate. Allora quali strumenti ci permettono di effet-tuare un acquisto sicuro? Un buon consiglio resta quello di preferire macchine di recente fabbricazione, richiedendo al venditore di trascrivere sul contratto la percorrenza chilo-metrica; in questo modo sarà anche più facile

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associando una dieta ipocalorica all'attività fisica

Lo scorso 17 aprile, allo Schiantarelli di Asola, si sono giocate tre partite del Campionato stu-dentesco di volley fra le squadre prime classificate delle provincie di Mantova, Brescia, Cre-mona. Gli asolani, sostenuti da un tifo esplosivo, hanno stravinto con un secco 2-0 sia contro Cremona, che Brescia, accedendo così alle semifinali regionali del campionato scolastico. Il 20 aprile hanno replicato la vittoria perché la stessa squadra, come Op Volley Asola, con gli stessi allenatori, hanno stravinto a Milano i quarti di finale, 3-0 al Codogno e 3-0 al Merate, qualifi-candosi per le semifinali del Campionato. Nelle finali studentesche di Roma le Medie di Asola si sono classificate quarte, con molte attenuanti. Davvero tanti complimenti! Foto Tartarotti Asola

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Quest’anno cade il 50° Anniversario di Fon-dazione del Gruppo Alpini di Asola, costitui-to nel 1958 dal Sergente Alpino Franco Ga-leotti (nota figura di Asola) insieme ad altri Alpini asolani e dei paesi vicini. Il Gruppo Alpini di Asola negli anni è cresciuto ed oggi conta circa 90 soci. Nel 1996 ha inaugurato la sede, costruita con le proprie forze e dedicata al fondatore Franco Galeotti. Fedeli al mot-to “Onorare i Caduti, aiutando i Vivi”, gli Alpini del Gruppo si sono distinti nel campo della solidarietà, della partecipazione attiva a tutte le feste nazionali ed a tutti gli eventi civili promosse dalle varie Amministrazioni che si sono succedute, senza distinzioni diparte perché l’A.N.A. (Associazione Na-

Penne nere in festa50° Anniversario della fondazione del Gruppo Alpini di Asola,

Sezione dell’Associazione Nazionale Alpini di Cremona

L’Asolano 4/08 Attualità 10

zionale Alpini) è una Associazione d’arma assolutamente apartitica. Però è anche por-tatrice di valori ritenuti perenni: l’amore per la Patria (Paese), l’onore e il rispetto della-Bandiera Tricolore, la solidarietà, il rispetto di tutte le Istituzioni democratiche, l’amore per l’ambiente, la continuità e la salvaguar-dia delle tradizioni positive, la religiosità e il devoto ricordo di tutti i caduti per la Patria, per la libertà ed il servizio al Paese. Il sacri-ficio ed il valore degli Alpini sia nella pri-ma che nella seconda guerra mondiale fa’ parte della storia migliore della nostra Italia. Il Corpo degli Alpini è amato e rispettatoovunque, anche al di fuori dei confini ove ha operato ed opera in missioni di Pace. Rappre-

senta l’elitè dell’Esercito Italiano ed è tenuto in grande stima anche dalle truppe alleate. Per ricordare degnamente questo 50°, il gruppo si è impegnato in un programma di respi-ro storico-culturale, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Asola e con la Sezione Alpini di Cremona che quest’anno ha voluto ad Asola l’annuale Festa Sezionale. Il 16 maggio è stata inaugurata la mostra fo-tografica “Nulla per apparire, tutto per esse-re” – motto del 5°, allestita a Palazzo Beffa fino al 2 giugno: la mostra verrà riproposta in Sala Consigliare dal 1 al 6 luglio. Grande partecipazione di pubblico e soprattutto dei giovani delle scuole medie asolane, con le quali il gruppo Alpini ha contraccambiato la visita, condiviso e diffuso la cultura alpina. Una calorosa accoglienza ha reso unici mo-menti veramente ricchi di entusiasmo, di at-tenzione e partecipazione dei ragazzi, grazie anche agli insegnanti Prof.ri Lucia Molinari e Sergio Gelmetti che hanno confezionato un Inno degli Alpini a regola d’arte! Tanto entusiasmo anche per l’esibizione del Coro A.N.A. di Cremona nella serata del 17 mag-gio, evento inquadrato nella manifestazione “Lungo la Via Piave, Memoria della Grande Guerra”. Il 2 giugno a Canneto sull’Oglio, presso il teatro comunale Mauro Pagano, si sono esibiti i Cori A.N.A. sez. di Cremona e il Coro Alte Cime A.N.A. sez. di Brescia per l’anniversario della Repubblica: la serata è stata a scopo benefico, e il ricavato è sta-to devoluto alla San Vincenzo locale. In ca-lendario sono previsti ancora due eventi: il 5 Luglio alle ore 21 in Piazza XX Settembre ad Asola Concerto della Fanfara Alpina Val-chiese di Gavardo, sez. Montesuello preludio alla Grande Festa Sezionale che si terrà la do-menica 6 luglio, con Ammassamento alle ore 8.00 presso la Casa degli Alpini, Alzabandie-ra, Intitolazione del Piazzale istante la Casa degli Alpini, sfilamento lungo le vie cittadine, deposizione di alloro ai monumenti dei Ca-duti, discorsi celebrativi, S.Messa, e pranzo sociale presso gli stand della Pro-loco. Tut-ta la popolazione è invitata a partecipare, ad esibire alle finestre il tricolore condividendo con gli Alpini Asolani questo grande avve-nimento. Evviva l’Italia! Evviva gli Alpini!!

Relazione morale di Franco Galeotti

1958: Una delegazione di Ufficiali Alpini di Cremona prende contatto col Sergente Franco Galeotti classe 1922 croce di ferro fronte francese, reduce da due campi di concentramento per 17 mesi e fuggito dagli stessi ogni volta. Si cercano i nomi comin-ciano le corse e le riunioni in tutti i paesi vicini da Piadena a Ce-resara, Canneto, Acquanegra, Casaloldo, Castiglione e Gazoldo, e si riesce a creare un primo nucleo di 20 Alpini. Nel 1959 vi è la nostra prima festa ufficiale con la consegna del gagliardetto (madrina la Signora Anita Moschetti) alla presen-za di una medaglia d’oro ed autorità civili e militari. Sfilata con fanfara, alloro ai caduti, breve discorso e poi rancio canti e tanta tanta allegria in ogni contrada di Asola.1983: Consuntivo di questi primi venticinque anni: mi sembra largamente positivo, specialmente sul piano quantitativo, qua-litativo ed umano. Siamo ora 60 Alpini affiatati che convergo-no ad Asola quando vi è la riunione per discutere di problemi ordinari o d’emergenza come propose la tragedia del Friuli che trovò compatto tutto il gruppo nel provvedere urgentemen-te in ogni mod e che sfociò come risultato pratico nell’invio

di materiali e denaro per oltre 1.200.000 Lire.*Fedeli al Motto: “ONORARE I MORTI AIUTANDO I VIVI”, è questo un dato che forniamo perché richiestoci poiché gli Alpi-ni “come sempre” danno senza nulla chiedere in pubblicità tan-to cara ai vari politici* La vita dell’associazione è “autonoma” da ogni foraggiamento inquinante. Ogni Alpino di tasca propria paga ogni cosa inerente alla sua vita associativa. Nel 1973 (pri-mo anno di grande austerità) l’Associazione Nazionale Alpini rinunciò per sempre alla riduzione ferroviaria del 30% concessa durante l’annuale Adunata Nazionale e che sposta dall’Italia, Ar-gentina, Canada, Cile, Perù, Germania, Austria … o meglio dal mondo intero una media di 250-300.000 penne nere.Se necessita un sacrificio od una rinuncia ad un esempio di fede d’amor patrio di operosità e onestà gli Alpini sono sempre pre-senti e per questi valori si sentono sempre in prima linea. Gli Alpini ritengono, dimostrando di essere sempre sul fronte della capacità costruttiva per creare nuovi affetti e cementare sempre più le vecchie fratellanze operando in silenzio, in punta di piedi ma con infinita pazienza per sostenere e trapiantare la preziosa pianta dell’onestà e dell’amore. Sergente Alpino Franco Galeotti

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Merceriadi Corina Casali

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ASOLA(A fianco del Teatro Sociale)

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L’Asolano 4/08 Ceresara 11

qualche imprevisto. E le persone da te si aspettano molto. Il segreto, secondo me è far finta che quello che sta cercando l’utente è quello che stai cercando tu! Allora qualcosa troverai sempre! Poi per indirizzare le per-sone, devi usare tutta la tua professionalità, ma nemmeno te ne accorgi, perchè ormai è un modo di fare naturale.Cosa consiglieresti ad un giovane che vuo-le avvicinarsi a questa professione? Beh, anch’io son una giovane che ha appe-na intrapreso questa strada... quindi se c’è qualcuno ben intenzionato: FORZA! AVAN-TI! Quello che bisogna aver chiaro è che: si lavora e parecchio, non pensate di andare a scaldare la sedia e legger libri! ...Inoltre, l’unica via per ora, almeno in partenza, è il precariato: quindi una cooperativa che ti trova un po’ di ore da fare in qualche pae-sello della nostra sconfinata provincia... se fai meno di 30 Km al giorno c’è da ritenersi fortunatissimi! La professione ti deve piace-re... non esistono palliativi tipo “è un lavoro redditizio” ...scordatevelo!Chiara e concisa. E che mi dici delle uni-versità? I corsi di studio dedicati danno davvero una preparazione adeguata?Sì, ci sono dei buoni corsi di studio, che pos-sono aiutarti molto (ça vans dire... la pratica è un’altra cosa), il problema è che la gen-te pensa che non servano! SBAGLIATISSI-MO!!! Servono eccome! Per trovare dei cor-si di studio adeguati basta scartabellare un po’ su Internet, cercare in città. A Mantova ci sono gli Istituti Santa Paola, a Brescia lo IAL; organizzano corsi, io personalmente poi ho seguito insegnamenti di biblioteconomia e catalogazione all’Università di Parma, in-somma le strade possono essere molteplici, però la preparazione è fondamentale.Qual è la “percezione” media della profes-sione del bibliotecario? Che bello, quando c’è tempo leggi un sacco di libri... questo è quello che ti dicono gli utenti, che sognanti credono sia tutto così facile!!! In realtà li leggo un sacco di libri, ma a casa mia, quando non lavoro. Non c’è tempo in biblio. Purtroppo oltre agli utenti,

anche le persone che magari sono “sopra di te” a livello istituzionale-economico ti sottovalutano, sai la biblioteca è uno dei servizi alla persona che non prevede paga-menti e quindi introiti diretti... e quindi... la professione è sottovalutata; ovviamente a torto, dal momento che la scolarizzazione aumenta... ma mi fermo qui, di polemiche ce ne sono già abbastanza in corso, e poi non è nelle mie corde scadere in queste discussioni.In conclusione, ritieni importante anche per una piccola biblioteca di paese l’al-lacciamento ad un sistema bibliotecario?Beh! Certamente sì... il Sistema biblioteca-rio è una grande famiglia di biblioteche! Le biblioteche più piccole hanno maggior vantaggio ad associarsi in un sistema! Sen-za contare che la logistica di sistema può affrontare problemi ben più ampi di una sola piccola biblioteca! E’ come un capil-lare, ha bisogno della sua arteria e poi del suo cuore per funzionare bene! Ma anche il capillare ottimizza lo stato di benessere! Le quote di partecipazione al Sistema di-pendono dal numero di abitanti, è ovvio che per una piccola biblioteca la quota sarà minima e il vantaggio, in confronto, molto grande! Il lettore appassionato di un certo argomento, non è costretto a spostarsi in una biblioteca più grande per poter consul-tare un libro di nicchia... il libro va da lui! Qui la questione non è di Globalizzazione (della quale spesso ci piace riempirci la bocca), ma si sta parlando di Knowledge management (organizzazione della cono-scenza)... tutt’altra faccenda: vedere dalle spalle dei giganti è importante e utile! Ti ringrazio per avermi posto queste doman-de, mi è sembrato di poter spiegare un po’ a tutti che cosa succede dietro le quinte.

La biblioteca è, o meglio dovrebbe essere, uno dei principali centri di aggregazione di un paese. Forse la parola “aggregazione”, agli occhi dei più, richiama un concetto di dinamismo, considerato ben lontano da og-getti come i libri. Da molto tempo, in realtà, la biblioteca non è solo un magazzino di pol-verosi tomi accatastati che nessuno o quasi si sognerà mai di muovere da lì. Allo stesso modo, la figura del bibliotecario (anche a causa dell’ironia che circonda l’espressione “topo da biblioteca”) è vista in modo molto approssimativo. Per diradare le nebbie che circondano il mondo delle biblioteche e i suoi operatori abbiamo incontrato Valentina Tosi, asolana doc, studentessa del corso di laurea specialistica in Giornalismo e Cultura Editoriale all’Università di Parma e soprat-tutto bibliotecaria “a rotazione” in diversi paesi dell’ovest mantovano.Tre parole per definire il lavoro in biblioteca?Creativo --- Appassionante --- di PazienzaCome si svolge la giornata-tipo di un bi-bliotecario?Allora... Arrivi in biblio con mille e più di mille libri che amici, parenti, conoscenti, vi-cini di casa, ma anche passanti ti lasciano da riportare (ormai ti conoscono, se ne approfit-tano, li danno a te... quasi sempre quando sei in giro per i fatti tuoi). Inizi con le faccende ordinarie: controlli il bibliobus (il pulmino “sponsorizzato” dalla biblioteca, ndr), la mail, metti in ordine i giornali e i volantini, fai chiamate dal giorno prima... scrolli i mes-saggi delle colleghe... in più 15 buoni minuti per recuperare tutte le faccende di cui ti sei scordata il giorno prima.In realtà la biblio non è ancora aperta, ma i fedelissimi attendono davanti al portone, e passato un minuto dall’orario di apertura suonano il campanello! La giornata è quasi sempre a ondate! Ragazzi con ricerche, col-legamenti ad Internet, corsi di alfabetizza-zione... e intanto fra le pause dell’onda fai tutto il resto: metti a scaffale i libri, collochi le novità, cerchi le novità, fai le ricerche più impegnative... Insomma non pare ma ce n’è da fare, senza tener conto che capita sempre

Dott.ssa Marcella Martinelli

psicologa e psicoterapeuta

RICEVE SU APPUNTAMENTOcell. 338 70068888

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Il mondo delle biblioteche visto daValentina Tosiintervista di Massimiliano Todeschi

La redazione de L’Asolano cerca col-laboratori ad Acquanegra, Canneto, Casalmoro, Casaloldo, Mariana Mantovana, Piubega, Redondesco, ecc. L’idea è quella di organizzare re-dazioni periferiche al fine di dare in autogestione le pagine di quei comu-ni, per aumentare tiratura, diffusio-ne e interesse per il nostro giornale, nell’ottica che esso possa diventare l’organo stampa preferito da chi, nella zona, si interessa di cultura ed informazione indipendente.

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L’Asolano 4/08 Alimentazione 12 molto morbida che può essere un grade-vole dessert, da intingere in un buon bic-chere di vino adatto, oppure può diven-tare una squisita prima colazione o un me-rendina alternativa e, certamente, molto piùgenuina delle solite ipercaloriche merendine industriali che appiattiscono il gusto dei no-stri bambini e sono una delle principali causa dell'obesità infantile. E che dire dei "bombo-nini" i deliziosi biscotti della tradizione car-nevalesca, fatti con la farina gialla? Anche questi si sposano con un buon bicchiere di vino, in questo caso, meglio se "rosso amabi-le". Per citare un'altra di queste specialità, la nostra forneria produce anche i leggerissimi "biscotti di granella", prodotti solo con uova farina e zucchero e totalmente privi di olii e di grassi. Ma il nostro forno produce anche va-rie altre specialità, sempre tenendo in consi-derazione che garantire la qualità deve sem-pre essere il principale impegno nei confronti della nostra clientela. Un altro aspetto che ci caratterizza e che non dovrebbe mai essere trascurato da qualsiasi attività commerciale, è la cortesia e la disponibilità con la clientela delle due giovani collaboratrici addette alla vendita. Il rapporto umano che si instaura con le persone è quello che qualifica il negozio e che lo fa preferire al supermercato nel quale il rapporto con i clienti è freddo, ed il dia-logo con il personale, formale e distaccato.

tare una rendina agenuina dindustriastri bambdell'obesnini" i denevalescaquesti si vino in q

Il fornaio Guarneri risponde alle nostre domande

Come definirebbe il suo lavoro? Quello del fornaio è un lavoro di grande sacrificio e, di questi tempi, anche molto difficile. Ol-tre a fare vari tipi di pane per una clientela sempre più esigente, se il fornaio vuole es-sere competitivo, deve ampliare la propria offerta commerciale e produrre molte altre specialità alimentari. Lo scopo principale è quello di invogliare il cliente ad acquista-re oltre al pane, altri "stuzzichini" artigia-naliche, anche il supermercato propone di qualità industriale, e la cui vendita consente alla forneria di "fare cassetto". Il fornaio, oggigiorno, non può limitarsi a produrre le solite qualità di pane ma, oltre ad apliare la gamma della propria offerta, egli si deve ri-scoprire pasticcere, pizzaiolo, pastaio, ecc. perchè il banco deve essere ricco ed invitan-te. Con gli attuali costi di gestione un for-naio che si limitasse a produrre e vendere unicamente il pane, ben presto sarebbe co-stretto a chiudere. Quali sono i segreti per rendere competitiva la sua attività? Non esistono più i forni storici resi celebri dal Manzoni nei Promessi Sposi. Allora il pane era alla base dell'alimentazione. Oggi, il fornaio si deve adattare alle nuove esigenze commerciali e, se vuole essere competitivo e rispondere all' agguerrita concorrenza della produzione industriale e della grande distri-buzione, deve rispondere con la qualità, e con un'ampia offerta di prodotti che, in molti casi, si rifanno ad antiche ricette della tradi-zione gastronomica italiana. Il cliente è sen-

sibile a questo genere di produzione perchè, evidentemente, è attratto dalla curiosità diriscoprire il gusto ed i sapori antichi che può ritrovare solo nella produzione artigianale di un fornaio che lavora con passione. Ma tutto ciò non comporta dei costi maggio-ri e, di conseguenza, dei prezzi di vendita più alti? Quando si fa una scelta commer-ciale basata sulla qualità, evidentemente non si possono praticare prezzi di vendita stracciati. Bisogna dare ad ogni prodotto il giusto valore, ma i clienti devono essere con-sapevoli che anche la forneria è un'azienda, soggetta a confrontarsi ogni giorno con la burocrazia e con le rigorose norme igieni-co sanitarie. Il fornaio, oltre ad essere un artigiano è anche un imprenditore, peren-nemente nel mirino di controlli di ogni tipo, consapevole di rischiare la propria attività, al più piccolo intoppo di carattere igienico sanitario o amministrativo. Essere in rego-la, sotto tutti i punti di vista, non è solo im-portante ma, semplicemente vitale e anche questo, se da un lato garantisce il cliente, per contro ha un costo che incide non poco sul prezzo alla vendita di ogni prodotto. Ci può fare qualche esempio di prodotti che la sua forneria propone e che si rifanno ad una tradizione antica? Le specialità prodotte dal forno Guarneri, considerata l'origine geografica del titolare si rifanno, nella maggior parte dei casi, alle vecchie ricette cremonesi. Le posso citare, come esempio, il "bussolano", ciambella a pasta

Forneria GuarneriAsola (MN) Via Oberdan, 00

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Nella foto sopra il bussolano cremonese

Sopra i biscotti granella e bombonini

Le nostre due brave collaboratrici Alida, in primo piano, e Giovanna, addette alla vendita, mentre svolgono con professionalità e simpatia il loro lavoro.

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“Amarcord” di un ex paparazzo

Preso a fucilate,come un merlo, su un albero.

accento francese, “molto poco gentilmente” mi disse: Se tu sei italien, allora vai affa'n..... (segue una parolaccia recentemente ripresa da Beppe Grillo) L’invito della raffinata si-gnora ebbe l’effetto di farmi perdere la poe-sia e di indurmi a risponderle per le rime, con una parolaccia, uscita per l’occasione dal mio vocabolario di francese aulico. Non feci in tempo a finire di pronunciare la mia invettiva che due dei suoi “scagnozzi”, preso un fucile, incominciarono a sparare verso di me. La ve-locità con cui scesi dall’albero evidentemen-te fu maggiore di quella dei proiettili perchè, in breve mi trovai a terra, in tutti i sensi. A terra perchè invece di fotografare la Bardot, venni fotografato dai colleghi francesi che ri-presero la gustosa scena della mia precipitosa fuga. A terra perchè, dopo una settimana di appostamenti, invece di essere io a guada-gnare la pagnotta, furono loro a far soldi alle mie spalle ed io... me la presi in saccoccia!

L’Asolano 4/08 Amarcord... 13

Egizio Fabbrici

una ragazzina bruttina, non ancora baciata dalla celebrità. Per noi fotografi, riprender-li insieme poteva essere un vero e proprio “scoop” di quelli che, per intenderci, i gior-nali “pagano bene”. La villa della Bardot era circondata da alte canne di bambù che ne proteggevano la privacy. Fuori dalla villa vi erano invece molti grossi alberi che poteva-no offrire un ottimo punto di osservazione. Aiutato da un amico, decisi di salire su uno di questi alberi e da quella posizione mi si apriva la visuale sul giardino della villa, ar-redato da poltrone, anch’esse di bambù. Tutti i giorni, per un intera settimana, mi apposta-vo, per ore, su un grosso ramo e fiducioso aspettavo gli eventi. In particolare speravo di poter cogliere la Bardot e la sua compagnia. Nel frattempo erano giunti sul posto, con lo stesso intento, altri fotografi, tutti francesi che, praticamente, circondarono la villa. Io ero l’unico fotografo italiano e l’unico appol-liato sul ramo di una pianta, con il proprio te-leobiettivo pronto a catturare le immagini più “piccanti”. Finalmente, un giorno, la Bardot, Vadim, la Deneuve ed altri loro amici usciro-no in giardino. Per attirare la loro attenzione chiamai ad alta voce la Bardot, in uno strano idioma “franco-italo-asolano” (non ho mai dimenticato il mio dialetto!) Madam èl pos-sibl de fà en fotò? Son en fotograf italien. Lei mi guardò e in perfetto italiano, ma con

Nei primi anni 60 a Roma era “scoppiata” la dolce vita che, qualche anno dopo, ispirò il grande Federico Fellini per il suo film. Fu il maestro a definire “paparazzi” i fotoreporter, termine che gli stessi ritengono dispregiativo, ma che, ormai è entrato nell' uso comune. In-vece di andare a Roma, scelsi di passare, ogni anno, tre mesi in Costa Azzurra dove giornal-mente comperavo il “Nice Matin” giornale che pubblicava i nomi di tutti i personaggi impor-tanti presenti sulla Costa Azzurra e, con la mia fotocamera ed il mio fidato teleobiettivo anda-vo a caccia dei V.I.P. (Very Important Persons): quelli veri, da non confondere con i N.I.P. (Non Important Persons) altrimenti detti “Meteore” per stigmatizzare la loro breve presenza nel cielo della popolarità e che oggi, in tempi di TV spazzatura, affollano le trasmissioni tele-visive. Così partivo da Montecarlo e battevo la costa dove brulicavano i locali alla moda, fino a raggiungere Saint Tropez, regno incontrasta-to di Brigitte Bardot. E, proprio con la Bardot ebbi un’avventura, ma non del tipo di cui si sarebbe vantato il più incallito dei play boys! La mia avventura con la diva francese si tra-dusse in un vivace sfoggio di parolacce che la “signora” mi indirizzò e che furono il preludio di una farsa che per poco non finì in tragedia.Tutti i giorni l’ex marito Roger Vadim si re-cava dalla ex moglie Brigitte Bardot, in com-pagnia della fidanzata Catherine Deneuve,

Questa immagine mi fu regalata da un collega francese, preso a compassione per la mia disavventura con la capricciosa Brigitte

In ricordo di don Luigi,buon Parroco di Castelnuovo

In questi giorni ricorre l’anniversario della scomparsa di don Luigi Bazzot-ti. La Comunità di Castelnuovo era stata da poco colpita dalla tragica fine del giovane Giorgio Banni e, non credo di esagerare se dico che, a me-moria d’uomo, nessun anno è stato più triste di quel 2003 che registrò la scomparsa di ben venti dei nostri concittadini. La perdita del nostro parroco, dopo breve ma intenso ser-vizio alla Comunità, ha lasciato un vuoto che, seppur io sia poco avvezzo a frequentare la Chiesa, non mi turba definire incolmabile. La sua mitezza, la sua semplicità e la sua disponibilità nei confronti di tutti, credenti e non, ce lo hanno fatto apprezzare soprattutto dal punto di vista umano. Mi sono rimaste impresse le parole di alcuni cittadini di Ostiano, il paese dove don Luigi svolse la sua missione sacerdo-tale per lunghi anni, prima di venire a Castelnuovo che, in occasione del suo funerale, si chiedevano se i caste-lnuovesi avessero veramente capito le qualità del loro parroco. Questa mia testimonianza è rivolta all’Ammini-strazione ed a tutta la nostra Comu-nità perchè credo doveroso che ci si ricordi di don Luigi come, altrettanto doverosamente, credo vada ricordata la memoria di quanti si sono prodiga-ti, in modo disinteressato, per aiutare i più deboli. Così, come vengono ri-cordate le persone che lasciano dona-zioni in denaro per le necessità delle persone bisognose, è altrettanto do-veroso riconoscere i meriti di chi ha lasciato in eredità la bontà ed i buoni insegnamenti. Oreste RubesCastelnuovo, 14.06.08

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L’Asolano 4/08 Come eravamo 14

La nostra piccola storiarivista attraverso le immagini

Andrea Biondelli, padre del grande “Tano” il forte centauro vincitore di molte gare mo-tociclistiche, figura caratteristica della nostra città, ritratto mentre conduce il proprio car-retto in stazione. Egli faceva il servizio di smistamento dei pacchi che arrivavano ad Asola per ferrovia. Andrea era un uomo buo-no, amico dei ragazzi il cui principale diver-

Questa bella foto risale al lontano 1935 e ri-trae, insieme al titolare Sig. Giuseppe Sora-gni, al centro in piedi, il gruppo dei giovani apprendisti che imparavano l’arte della sarto-ria da uno dei più rinomati sarti della zona. Si dice che per avere un vestito firmato da Soragni venissero ad Asola persone anche dalle città limitrofe. Prima dell’industrializ-zazione, che per la produzione sartoriale, si è affermata solo alla fine degli anni ‘60 erano le sartorie artigianali che confezionavano i ve-

stiti su misura, facendo scegliere ai clienti anche i tessuti da utilizzare. La sartoria So-ragni aveva sede al N° 39 di via Cantarane e fu scuola per decine di giovani e giovanette che volevano imparare il mestiere. In questa foto, che ci è stata gentilmente concessa dal Sig. Isidoro Balduchelli, unico superstite di questo gruppo, sono riconoscibili, partendo da sinistra in piedi, Ettore Ruggeri, Renato ?, Amilcare Bertuzzi, Giuseppe Soragni, Guglielmo Galimberti, Isidoro Balduchelli,

timento nei caldi pomeriggi estivi, era quello di rincorrere il suo carro, saltare su al volo e farsi trasportare. Il caro, vecchio Andrea, sempre paziente e disponibile, stava bonaria-mente al gioco e per anni, con il suo caval-lo, ha portato pacchi e bambini. Oggi que-sta foto rappresenta uno dei ricordi più belli per tanti ragazzi asolani, degli anni ‘50-’60.

Livio Gremizzi. Seduti da sinistra: Piero Arcari, Maria Baioni (mamma dell’amico Alberto Guerreschi), Paola Gigliani, Etto-re ? Il punto di domanda sta a significare che il Sig. Isidoro non ricorda i cognomi dei suoi colleghi ma, considerando che ha già superato i 90 anni, oltre a ringraziarlo, crediamo anche di poterlo perdonare.

FOTOQUIZ: Chi è il personaggio camuffato?

Il personaggio misterioso era proprio l’indimenticata Giuditta Ardigò, una persona molto conosciuta ad Asola perchè entrava in tutte le case per fare le iniezioni. L’hanno riconosciu-ta quasi contemporaneamente le si-gnore Luigina Gnaccarini ed Andrei-na Corraini, alle quali, oltre ai nostri complimenti, andrà l’abbonamento per un anno a L’Asolano.

Una bella foto del nonno materno di Maurizio Caimi, il Sig. Luigi Bal-zani, classe 1901, detto “El Pumirì” Questo soprannome probabilmente trae origine dalla prima attività del sig. Balzani che iniziò la sua attività commerciando mele, che in dialetto si dicono “i pom” da cui il venditore di pom, El pumirì, appunto.

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L’Asolano 4/08 Come eravamo 15

Questa foto davvero stupenda risale nien-temeno che al 1908 e documenta una sto-ria di emigrazione o, forse, sarebbe meglio dire di civilizzazione. Il personaggio raffi-gurato è un giovane signor Cesare Mon-teverdi, (zio della mitica “Cilì”) ritratto sulla porta del proprio Caffè Ristorante a Londra dove era emigrato per insegnare agli inglesi il gusto per la buona cucina.

Come forse non tutti sanno, lo sport del ten-nis tavolo, che oggi sembra essere una delle glorie di Castel Goffredo, è stato praticato molti anni prima in quel di Asola, come ben documenta questa foto scattata nella pale-stra delle Scuole Elementari e, se vogliamo rinverdire un pò di sano campanile con gli amici Castellani, possiamo anche aggiun-gere che i giovani qui ritratti negli ormai lontani anni ‘50 sono stati alcuni dei pio-nieri di questo sport che ha portato la squa-dra di Asola nell’Olimpo della Serie A mol-ti anni prima di quanto, la sorte ed i soldi, abbiano fatto per la squadra della Sterilgar-da. Due titoli di Campioni d’Italia a squa-dre nel Campionato nazionale di Serie A

Un titolo di Campione d’Italia assoluto, con Gianni Rondani, un titolo nazionale di seconda Categoria con Romano Rodel-la e soprattutto una tradizione di campioni fatti in casa che, dopo un periodo di oscu-rantismo seguito alla tragica fine del me-cenate Dott. Enzo Torreggiani (quarto in piedi da sinistra, con i baffetti) oggi sem-bra totalmente recuperata, come testimo-nia il resoconto della stagione agonistica a pag.27. Nella foto sopra, oltre al già citato Enzo Torreggiani, riconosciamo Bolther (il primo da sinistra) terza e quarta le sorelle Bresadola, Elvira, moglie di Enzo e Ce-cilia vicina al futuro marito Dino Pasetti. Secondo da destra Gianfranco Persegani.

Per gli altri nomi, come sempre, contiamo sul-la vostra memoria e volontà di collaborazione

Da allora la famiglia Monteverdi, tutt’ora proprietaria dell’Albergo Ponte, è stata am-basciatrice della cucina italiana nel mondo. Per questa foto ringraziamo Claudio Mon-teverdi, figlio del qui fotografato Cesare ed oggi titolare di un affermato Ristorante a Parigi. La storia dei Monteverdi è ricca di avventure e di aneddoti e certamente meri-terebbe di essere raccontata.

Come forse non tutti sanno lo sport del ten Un titolo di Campione d’Italia assoluto

“Bigio” el pastur, in una foto del 1969 ai giardini quando era già in pensione

Quello che segue è l’articolo di Alcide Azzoni su Bigio il pastore apparso sulla Gazzetta di Mantova nel 1967: <Se uno lo chiama Luigi, pro-babilmente l’interessato se n’avrebbe a male. Per Asola, centri vicini e per tutte le malghe e pascoli che conobbero i suoi sereni alpeggi, Luigi rech Dal Dosso è semplicemente “Bigio il pastore”, l’ulti-mo pastore-patriarca di Asola. Bigio è venuto nella nostra cittadina prima della guerra ‘15-’18. con il suo gregge dalla nativa Folgaria soggetta allora all’Austria, era venuto a far svernare le sue pecore nei campi asolani. Quando le nevi si sciolsero, in quella primavera che avrebbe conosciuto il primo grande conflitto mondiale, Luigi Rech Dal Dosso non partì più per il Trentino e così l’Austria ebbe un fante in meno e L’Italia un robusto pastore in più. da allora Bigio non ha più cambiato la residenza asolana. Quando venne tra noi aveva 31 anni e da quel 1915 ne sono passati altri 52. Qui si è sposato qui sono nati i suoi sei figli. Fino a pochi anni fa abitava a S.Pietro dove sono ancora custodite dal figlio Guerrino le sue pecore. Ora vive con l’altro figlio Fortunato che gestisce un bar in via Mazzini. Ma ogni giorno d’estate e d’inverno, ci sia pioggia o nevichi, Bigio va a dar un’occhiata all’ovile di S. Pietro, a piedi s’intende, recitando il rosario con tanto di pipa in bocca, immancabile, fedelissima e per nulla irriverente. Sono finiti gli anni dei trasfe-rimenti con legati alla groppa dell’asino gli agnelli appena nati e la pentola per la polenta col latte. Ora, Bigio, col bastone che sempre ha portato fin da giovane come un lungo vincastro, non parte più col gregge per i pascoli di Serrada o Ponte di Legno, ma dopo la sua quotidiana passeggiata a S.Pietro, più di sei chilometri a piedi ogni giorno, alla rispettabile età di 83 anni, col mantello a ruo-ta d’inverno, mai portato il cappotto, e con il gilet d’estate dal quale pende la catena dell’orologio più vecchio del proprietario, siede a caffè per la bri-scola e, soprattutto, per la partita a “morra” nella quale nessuno anche se giovane ed esperto, riesce per velocità e sicurezza a cavargli il punto. Mangia con appetito, entra in chiesa ogni tanto per un sa-luto a Chi gli guida ancora in modo saldo i passi, rispetta l’orario del mattino e della sera per alzarsi e coricarsi, alle 6 ed alle 20, anche se è agosto, e gode le brevi parentesi insieme alle sue pecore che gli ricordano i monti, il profumo degli erbai, le notti all’addiaccio, i cani irrequieti, le malghe del trentino e i cori dei pastori che vegliano in attesa del sole. > Az.

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RONGONI 16

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L’Asolano 4/08 Nuove Attività 17

Montature e lenti perbambini... una scelta delicata

Preservare il benessere visivo

Far indossare gli occhiali al vostro bambino, in caso di necessità, non deve essere vissuto come un dramma, bensì come un’opportuni-tà! Grazie ad essi, infatti, egli potrà sviluppare correttamente la visione e, in alcuni casi, evita-re di doverli portare più avanti. In età scolare è raccomandabile sottoporre il bambino ad una visita, in modo da poter diagnosticare e cu-rare tempestivamente eventuali difetti visivi.

Montature per bambini ... una scelta delicata

Le montature per bambini, sia da vista che da sole, non sono la replica di un prodotto da adulti, costruito a “misura di bambino”, ma il risultato della ricerca tecnologica più avanzata che risponde a criteri di qualità, si-curezza e comodità per bambini che giocano e si muovono tutto il giorno. L’appoggio na-sale dovrà essere molto basso per permettere una migliore visione frontale e superiore: se il margine superiore delle lenti supererà di poco il sopracciglio si eviterà che il bambino “sbirci sopra la montatura” annullando l’ef-fetto correttivo. Inoltre il bordo inferiore della montatura non deve toccare le guance, sia per consentire una centratura delle lenti stabile, sia per evitare che, d’estate, la pelle si irriti.

Consigli utili per la scelta delle lentiCome per la scelta della montatura, anche per le lenti si dovrà prestare molta attenzione al materiale ed ai trattamenti: a. dovranno essere in materiale organico (plastica, non vetro) b. di geometria asferica se positive (per aumen-tare il campo visivo) c. se negative sempre con campi visivi ampi. d. indurite, per ren-derle più resistenti all’usura e all’abrasione e. con trattamento antiriflesso per aumentare il contrasto ed avere un maggior stimolo visivo f. per la protezione solare, con trattamento filtrante i raggi uv. Una buona visione può mantenersi nel tempo anche con una corretta manutenzione, per questo si dovrà educare il bambino a tenere le lenti ben pulite e ben po-sizionate sul viso;infine una giusta manuten-zione ed un periodico controllo da parte dei nostri professionisti, oltre alla eventuale rego-lazione di aste e naselli, potranno evidenziare graffi sulle lenti che possono alterare la visio-ne e, di conseguenza, la postura del bambino.

Scuola e bambini : una buona igiene visiva facilita l’apprendimento e il

rendimentoAltri fattori che posso influire sull’insorgenza dei difetti visivi sono quelli legati allo stress visivo cognitivo, che può essere ridotto con semplici accorgimenti: a. alzare lo sguardo: sollevando lo sguardo da un punto vicino (es. la lettura di un libro) ed osservando un punto lontano, mettendo a fuoco per alcuni secondi si rilassa il sistema visivo e se ne mantiene la flessibilità. b. illuminazione corretta: posizionare sul ta-volo due lampade (una sulla destra ed una sul-la sinistra in modo da evita re zone d’ombra)

e far si che l’illuminazione sulla zona di let-tura sia tre volte maggiore rispetto all’illu-minazione del resto della stanza. Non leg-gere mai con una sola lampada accesa in una stanza buia! c. Mantenere un equilibrio visivo-postu-rale: non stare troppo vicini a quaderni o libri. Per ottenere la distanza ottimale basta appoggiare il gomito sul tavolo ponendo il pugno sotto il mento. d. Impugnatura nella scrittura: è consi-gliabile tenere la penna o la matita a 2 cm dalla punta, per poterla vedere e farla scor-rere senza inclinare di lato la testa o il bu-sto. La punta della penna dovrebbe essere il proseguimento ideale dell’indice.e. Televisione: la tv dovrebbe essere guar-data ad una distanza pari a sette volte la diagonale dello schermo (almeno 3 me-tri), stando seduti correttamente e con la stanza illuminata, accendendo luci indiret-te in moda da non provocare riflessi sullo schermo. La televisione richiede e sviluppa pochissime capacità visive, i bambini do-vrebbero quindi guardarla per poche ore al giorno favorendo attività all’aperto.

Il bambino e il soleAnche gli occhi dei bambini devono essere protetti dal sole e dal vento con occhiali da sole di qualità; non tutti lo sanno, ma l’80% dell’esposizione dell’intera vita dei raggi uv

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PromozioneCirca il 60% dei bambini, nell’arco dell’an-no, romperà la montatura benché questa abbia un elevato standard qualitativo: que-sto perché l’età, le attività e la personalità di ogni singolo bambino rendono probabi-li inconvenienti di tal genere. Per questo, presso i nostri negozi, acquistando una montatura + lenti con trattamento, vi verrà fornita una seconda montatura con lenti di scorta compresa nel prezzo. Esiste inoltre la possibilità di avere un occhiale da vista appositamente creato per lo sport (es: cal-cio, basket, tennis, tennis da tavolo, nuoto, sci, bike, ecc..)

Speciale vacanzeNei mesi estivi di luglio e agosto propo-niamo a tutti, i nostri occhiali con sconto del 20%

Speciale convenzione AGELa presente è per comunicare le nostre pro-poste commerciali: su tutti i prodotti oftal-mici quali, le lenti per occhiali, gli occhiali da vista completi, lenti a contatto e liquidi per lenti a contatto sconto 15% Per i bambini/ragazzi dai 0 a 13 anni un occhiale completo di scorta in omaggio (a seguito dell'acquisto di un occhiale da vi-sta completo di lenti trattate) e per gli adul-ti il diritto di acquistare il proprio occhiale da sole con uno sconto del 30%. (a seguito dell'acquisto di un occhiale da vista com-pleto di lenti trattate) Sull’acquisto di un occhiale da sole sconto del 20% (per 2 occhiali da sole il 25% su entrambi)

Validità promozione: dal 03/06/08 al 31/12/08

La forma della montatura deve essere am-pia e con lenti organiche, soprattutto se gli occhiali sono utilizzati durante lo sport. Per quanto riguarda la colorazione si può sce-gliere tra: verde, marrone, grigio, i più utili a filtrare i raggi solari. L’assorbimento do-vrà essere tra il 50% e il 70%. In casi parti-colari, per esempio, escursioni in alta quota o in presenza di innevamento e riverbero, è bene utilizzare assorbimenti anche fino all’85%, seguendo il consiglio dei profes-sionisti dei punti vendita “Rizzieri Ottici”

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Ci si può muovere rapidamente, ma è ne-cessario evitare accelerazioni improvvise. In questo modo si ridurranno le probabilità di farsi del male.

Altri consigli Per sollevare oggetti leggeri, è possibile anche fare un affondo in avanti, o solleva-re la gamba dietro per equilibrare il peso del corpo e mantenere il rachide allinea-to. Quando l’oggetto da spostare si trova in alto, sollevando le braccia si rischia di inarcare eccessivamente il tratto lombare: è consigliabile salire su uno sgabello o una scaletta, e quando non è possibile contrarre almeno la muscolatura addominale per evi-tare l’antiversione del bacino. Bisogna in ogni caso ricordare che, se il peso è troppo elevato per le proprie capacità, una tecni-ca corretta di sollevamento non mette co-munque al riparo da rischi e danni. Per tra-sportare borse o valige, bisogna cercare di distribuire il peso su entrambe le braccia: ad esempio, dovendo affrontare un viaggio in treno, meglio partire con due borsoni che con un’unica valigia molto pesante.

Sollevare e gestire i bambini Quando il bambino è molto piccolo lo si solleva e riadagia spesso nella culla o nella carrozzina: bisogna fare attenzione ad av-vicinarsi il più possibile al bambino flet-tendo le ginocchia e spostando indietro il bacino. Quando lo si deve afferrare da lontano (p.e. se si trova sul seggiolino per bambini al centro del divano posteriore di un’auto a tre portiere), allora è utile por-tarlo in primo luogo contro di sé flettendo gli arti superiori, in modo da abbracciar-lo (cosa piacevole per il bambino, per la mamma e per la sua schiena) e, tenendo il dolce peso il più vicino possibile, ci si rialza o si compie il movimento necessa-rio. Nell’esempio dell’auto, fondamentale è anche l’affondo in avanti. Per cambiare ed accudire un bambino è necessario ser-virsi del fasciatoio, ormai in commercio ovunque, e non del letto come spesso fa-cevano le nostre nonne. Se si è sprovvisti di un fasciatoio, è meglio appoggiare il bambino su un tavolo abbastanza alto. Per fargli il bagnetto, è fondamentale mettersi in ginocchio davanti alla vasca, e non sedu-ti sul bordo, perché diventa indispensabile flettersi per sostenere il bambino e lavarlo. Quando il bambino è grandicello e lo si mette a dormire nel lettino, al momento di sollevarlo bisogna chiedergli di alzarsi in piedi per poterlo prendere più da vicino; in questa occasione, si flette il meno possibile la schiena e si compie tutto lo sforzo con le braccia, flettendole e portando il bambinocontro il petto; se lo si adagia mentre sta

già dormendo, occorre piegare il più possi-bile le ginocchia. Il passeggino è general-mente piuttosto basso, per cui è necessario piegare le ginocchia per accudire il bambi-no. E’ importante, inoltre, controllare che l’impugnatura sia alla giusta altezza, per evitare di incurvarsi in avanti per spinger-lo. Considerato il sovraccarico che grava sulla schiena, è opportuno trovare degli stratagemmi per evitare di tenere a lungo in braccio il bambino. Nel caso in cui sia necessario, è meglio metterlo a cavalcioni sul fianco, cambiando lato ogni tanto. Una buona soluzione è quella del marsupio, per-ché mantiene il carico aderente al corpo. Quando il bambino diventa più pesante è meglio portarlo nello zaino, oppure portar-lo sulle spalle. Per far sedere il bambino nel seggiolone è utile mettersi posteriormente, in modo da tenere il bambino ben vicino al proprio corpo.

l impuevitarlo. Cosulla stratain branecessul fiabuona

Le attività della vita quotidiana: sollevare pesi

(seconda parte)

IntroduzioneApro questo argomento permettendomi una personale riflessione. Affronteremo ora un tema spesso troppo utilizzato sia dal paziente che dagli operatori del settore (medici, tera-pisti, chinesiologi) come fonte o causa delle disfunzioni del rachide in genere. Qualsiasi attività lavorativa, deve essere vista come fat-tore di rischio per la colonna vertebrale, tanto quanto lo è il colesterolo per l’infarto cardia-co. Se così non fosse, gli operatori edili avreb-bero tutti il mal di schiena (con i carichi che sollevano!) mentre gli impiegati nulla di ché. La realtà è invece ben diversa, anzi! Sono di gran lunga le posizioni che si assumono e si mantengono durante il lavoro che influisco-no molto più negativamente sulle disfunzioni rachidee, e non gli sforzi che il lavoro stesso comporta. Da qui la necessità di allenare il più possibile il nostro “sistema corpo”; La staticità di una attività lavorativa sedentaria con un buon programma di movimento toni-ficante, la dinamicità di un lavoro pesante con un programma di mobilizzazione articolare e muscolarmente elasticizzate. Insomma, se non avete fretta di invecchiare, muovetevi!

Sollevare pesi Nell’apprendere la tecnica corretta di solle-vamento, è necessario memorizzare perfetta-mente cinque regole: 1) piegare le ginocchia; 2) mantenere la co-lonna allineata; 3) tenere il peso il più possi-bile vicino al corpo; 4) evitare le torsioni del busto; 5) evitare i movimenti bruschi.

Piegare le ginocchia Farlo quanto è sufficiente per posizionarsi all’altezza migliore per impugnare l’oggetto e con gli arti leggermente divaricati. Se l’og-getto da sollevare è pesante, è meglio non sollevare i talloni dal suolo, riuscendo quin-di più facilmente a mantenere l’equilibrio ed evitando quegli sforzi enormi ed incongrui che derivano da una brusca perdita di con-trollo della propria posizione.

Mantenere la colonna allineata Il busto può rimanere eretto o inclinarsi in avanti, ma in ogni caso è essenziale cercare di mantenere la lordo si lombare fisiologica. Invece di flettere il rachide lombare, la fles-sione avviene esclusivamente a livello delle anche e delle ginocchia.

Tenere il peso vicino E’ fondamentale non allontanare il peso, per non aumentare il braccio di leva. Questo va messo in pratica sia impugnando lo, sia solle-vandolo, che trasportandolo.

Evitare le torsioni del busto E’ sufficiente spostare un piede o semplice-mente ruotarlo per evitare questo movimento molto rischioso.

Evitare i movimenti bruschi

L’Asolano 4/08 Consigli utili 18

Prof. Gianni Zanotti

Il Coro Parrocchiale di Ceresara, del qua-le abbiamo già avuto modo di tessere le lodi sulle pagine de “L’Asolano”, ha vinto in data 3 maggio la “Corrida de Serida”, manifestazione di varietà che si tiene ogni anno a Cereta di Volta Mantovana. Con-gratulazioni a cantanti e musicisti.

Brevissime da Ceresaradal nostro corrispondente

Massimiliano Todeschi

Domenica 11 maggio la neonata associa-zione culturale “Compagnia delle Torri” ha organizzato una biciclettata che si è con-clusa con un pranzo presso il Campo Fiera. Ricordiamo che l’associazione organizzerà, per i giorni 13 e 14 settembre prossimi, una rievocazione storica presso il palazzo Sec-co-Pastore di San Martino Gusnago. Tut-te le informazioni sono reperibili sul sito www.compagniadelletorri.it.

Riservato agli abbonatiChi non avesse ricevuto la pro-pria copia de L’Asolano è cor-tesemente pregato di comuni- carlo, sia per consentirci di rispedirla, sia di denunciare al-la direzione delle Poste il disser-vizio che ci penalizza. Grazie!

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L’Asolano 4/08 Ricordi di vita 19

La signora Paolina Mariniricorda il dott. Alessandro Ruggerini

Nel primo numero di quest’anno, al termine dell’articolo sui medici di famiglia, avevamo fatto un appello ai lettori invitandoli a raccon-tarci i propri ricordi legati all’attività di questi esemplari professionisti. La Signora Paolina Ferrari Marini ha raccolto il nostro invito e ci presenta questo suo ricordo del dott. Ales-sandro Ruggerini che testimonia quanto, solo qualche decennio fa, fosse scomodo fare il me-dico ed, in pochi decenni, grazie allo sviluppo tecnologico e scientifico, quanto sia cambiata questa professione. Il nostro scopo non è quel-lo di fare paragoni, ma di evidenziare l’aspet-to umano. < E’ il 1949, vengo nominata come insegnante elementare in una pluriclasse a Calvisano, frazione Canove. Sposata da poco, vivo ad Asola in cascina “Villa Pasquina” situata nella zona della “Croce”. L’autunno è piovoso. Per raggiungere il posto di lavoro sono costretta a fare un percorso difficile. Mio marito mi accompagna ad Asola, lì prendo il pullman della linea Brescia – Parma e giungo ad Acquafredda, inforco la bicicletta ed arri-vo, dopo circa un chilometro alle Canove. In

questo periodo mi ammalo molto seriamente. Chi si prende cura di me? Il dottor Alessandro Ruggerini. E’ un medico molto preparato, disponibile e sa mettere a proprio agio i pazien-ti. La malattia non da segni di miglioramen-to, nonostante i suoi sforzi. Mi accompagna a Mantova da uno specialista suo amico, quan-do capisce che la situazione è preoccupante. Per visitarmi raggiunge la mia abitazione una o due volte al giorno. E’ bravo, paziente, ho fiducia in lui e mi guarisce. Per testimoniare la sua professionalità, ma soprattutto l’amo-re per la sua “missione” voglio raccontare ciò che mi è accaduto in quell’autunno. La cascina “Villa Pasquina” pur avendo un bel nome, oltre a non avere la luce elettrica, era difficilmente raggiungibile quando la “Turca” (canale al confine del terreno) straripava per le abbondanti piogge e la stradina privata che conduceva in cascina si allagava creando un profondo disagio a noi ma, specialmente al medico, quando veniva per la sua visita. Sa-pete come ha provveduto il dottor Ruggerini? Lasciava la macchina dai signori Gallia, gli

agricoltori che conducevano il fondo confi-nante, calzava gli stivaloni di gomma, se l’ac-qua non era troppo alta e veniva a piedi, altri-menti si faceva accompagnare con il trattore. E’ un fatto che non posso dimenticare. Grazie ancora dottor Ruggerini!>

Paolina Ferrari Marini

Il Dott. Alessandro Ruggerini, ritratto in un raro momento di relax, negli anni ‘50

Ferrari Achille, meglio conosciuto come “Nino” nasce ad Asola il 28 agosto 1922. Quando iniziò a lavorare presso la fale-gnameria Monegatti, aveva 11 anni. A 18 anni era a Brescia, dove insegnava fale-gnameria in un Istituto gestito dalla Curia. Nel 1941 è richiamato alle armi e parteci-pa alla Campagna di Russia. L’esperienza della guerra ed, in particolare, di quella carneficina ha profondamente segnato la sua anima e fino che ebbe vita continuò a raccontarne gli aneddoti come a voler esorcizzarne il terribile ricordo. Superati indenne quegli anni terribili, ritornato a casa, conseguì il diploma serale di perfe-zionamento artigiano presso la fondazione Schiantarelli di Asola. Il 26 maggio 1945 sposò Dosolina Polesini (Lina) che fu

madre delle sue tre figlie: Maria Teresa, 1946, Giuliana nel 1948 e Anna Ma-ria nel 1952. Nino Ferrari, uomo d’altri tempi, ebbe a cuore soprattutto due cose: la famiglia ed il lavoro. per la famiglia fu marito e padre esemplare e nel lavoro rap-presentò un esempio inimitabile di onestà e professionalità. Iniziò a lavorare in proprio, in simbiosi con il fratello Bruno (Renzo), nel piccolo laboratorio di via Torresano fino a quando, nel 1972 trasferisce l’attivi-tà nel nuovo e più grande laboratorio di via Mangini. Nel 1974 la C.C.I.A.A. conferi-sce alla ditta dei fratelli Ferrari la medaglia d’oro quale riconoscimento per l’attività svolta. Riconoscimento che segue quello della Croce al Merito di Guerra per aver partecipato alla Campagna di Russia. Nino era una persona che ha fatto del proprio la-voro una religione ed uno stile di vita che lo ha accompagnato fino alla morte. Forse non a caso esercitò la stessa professione di San Giuseppe e forse, non a caso, il suo atteggiamento positivo nei confronti del-la vita e la sua incrollabile passione per il suo lavoro, gli ha permesso di lavora-re fino in fondo, nonostante gli acciacchi dell’età. Molto legato alla famiglia, aveva sempre una parola d’incoraggiamento ed una battuta per la moglie, le figlie e per i numerosi nipoti e pronipoti. Con il Nino Ferrari viene a mancare un altro “pezzo” ir-ripetibile dell’artigianato del ‘900 italiano: un patrimonio di professionalità, rimasto purtroppo senza eredi, fatto di manualità, profonda conoscenza dei segreti del pro-prio lavoro e grande passione e dedizione.

Un artigianato che ha contribuito, nel do-poguerra, a realizzare il vero miracolo economico italiano. Un’arte che la glo-balizzazione, la tecnologia e la superfi-cialità di oggi hanno, ormai, consegnato al passato. Chi voleva nella sua casa un serramento o un qualsiasi manufatto ca-pace di superare il tempo si rivolgeva al Nino Ferrari ed era disposto ad aspettare e a mettersi in coda perchè sapeva che da quella falegnameria uscivano solo lavori ben fatti. Appassionato lettore, tra i suoi libri preferiti non poteva mancare “Cen-tomila gavette di ghiaccio” il romanzo che parla della sua Campagna di Russia, quello che gli faceva riemergere i ricordi più dolorosi della sua vita. Nella sua ulti-ma permanenza in ospedale si era portato “Gente di Dublino di Joyce. Non sappia-mo se è riuscito a finirlo ma, per una tri-ste coincidenza, l’ultimo capitolo di quel libro si intitola “i morti”. Il suo ultimo capitolo si è esaurito domenica 4 maggio 2008, in un letto d’ospedale, a Cremona, dove è spirato serenamente, come aveva vissuto, senza mai perdere il suo atteggia-mento positivo, il suo sorriso dolce, l’or-goglio di un uomo del ‘900 consapevole di aver sempre fatto il proprio dovere. < Di Lui - come scrive suo nipote Marco - noi tutti, parenti ed amici, sentiremo la man-canza dei suoi insegnamenti quotidiani e cercheremo di fare nostri i suoi Valori, quei Valori che hanno sempre onorato la nostra Patria e che oggi, chi ancora crede nel futuro, sente impellente il bisogno di riaffermarli. >

El “Nino” Ferrari

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L’Asolano 4/08 Spazio giovani 20

Non mi era risultato simpatico quel ragazzino che alla fine degli anni ‘80 mixava al Mira-belle di Asola. Alloro mi sembrava un clone di Jovanotti, non il Lorenzo Cherubini social-mente impegnato, multietnico, che oggi appre-ziamo come un vero artista, ma lo sbarazzino che lavorava a radio Dj, cantava Gimmy five e si vaceva promotore di una generazione votata al divertimento e... “a fare casino”. Subito non avevo colto l’innovazione musicale attuata da Lorenzo Mondadori, in arte “Lory M.” In anni in cui, musicalmente parlando, la mag-gior parte dei giovani era assorbita dalle sono-rità new wave, dal progressive, dai cantautori, Lory M. proponeva una musica nuova, ripetiti-va, addirittura parlata: era l’house music. Così passai dall’antipatia alla curiosità, fino al con-fronto e poi, solo dopo alcuni mesi, mi ritrovai nella sua mansarda studio per ascoltarlo men-tre sulla consolle era intento a mixare sonorità per me nuove. In quel contesto iniziavo a ca-pire e ad apprezzare i capiscuola del genere. Il percorso musical-professionale di Lorenzo si può così riassumere: passione, professionalità, innovazione. Fin dai suoi primi anni di attività era palpabile la passione con cui selezionava, catalogava, studiava le possibili combinazio-ni di suoni di dischi diversi: La dedizione che profondeva per tenersi aggiornato sulle novità musicali del genere “house” lo portava qua-si quotidianamente nei negozi di dischi della zona. Ed ancora una volta si è dimostrato inno-vativo perchè coltivando ed esercitando questo hobby Lorenzo è riuscito a trasformarlo in un vero e proprio lavoro. Dopo aver regolarizzato la propria posizione professionale, oggi Lory M. è uno dei Dj più apprezzati e richiesti dalle più rinomate discoteche del lago di Garda, del mantovano, del bresciano ma non solo perchè Lory M. ha dato prova delle sue capacità an-che a Londra e lo scorso 8 maggio anche in un noto locale di Lione. In questa era globaliz-zata, caratterizzata dal lavoro precario e da un sistema produttivo che non sempre consente ai giovani di dimostrare le proprie capacità, dob-biamo riconoscere a questo geometra asolano il merito di aver saputo trasformare il proprio sogno giovanile in una realtà ben remunerata. Ma, sia chiaro, Lorenzo Mondadori non può essere considerato un fortunato, magari il clas-sico “figlio di papà” perchè per raggiungere questo obiettivo egli è passato dallo studio se-rio che gli ha consentito di prendere il diploma e, prima di diventare un Dj professionista, si è rimboccato le maniche ed ha lavorato fino a quando, grazie anche all’accondiscendenza dei genitori che hanno sempre rispettato le sue scelte, e ad una certa dose di fortuna, ha fatto il salto di qualità che lo ha lanciato nell’olim-po della sua nuova professione. Recentemente l’ho incontrato e non mi sono lasciato sfuggi-re l’occasione per porgergli alcune domande: Cosa significa per te fare il Dj ? Il Dj devesaper promuovere uno stile musicale che mi soddisfa e mi dà grinta. Credo da sempre nel-

LORY M. IL DJ ASOLANO DAL SOUND RICERCATO

di Marco Peri

la cultura house vincolata alle sonorità vocal soul & funk. Apprezzo la sperimentazione che ritrovo in parte all’interno della strumentali-tà totale o parziale del vasto circuito deep... Mi piace in determinati contesti ambientali, ripromuover l’old school music: disco anni ‘70 e non solo. La classicità con la dovuta se-lezione qualitativa non è scontata ma forma di recupero intesa come valore e ricerca del pas-sato che ha fatto la storia e determinato l’evo-luzione attuale. Il Dj non è un juke-box, ma un artista che persegue un progetto sonoro. Pre-ferisco suonare cento volte all’anno in armo-nia con me stesso che cinquecento, dovendo spingere una musica lontana dalla mia con-cezione: Sono una persona coerente e non mi interessano le luci di finti palcoscenici. Indica i tuoi riferimenti musicali I Dj produttori che mi hanno influenzato sono: Tony Humphries, Frankie Knuckles, Louie Vega, Francois Ke-vorkian, dj Sneak, Todd Terry, Brian Tappert, Joe Claussel, Mateo & Matos, 95 North, Jo-hnny D & Nicky P, Davidson Ospina, Miguel Migs, Osunlade, Dimitri from Paris, Ashley

Beedle, Joey Negro, Bobby & Steve, Dj Grego-ry e Frank Roger. Cosa non ti piace, profes-sionalmente parlando del mondo della not-te? Non mi soddisfano i finti direttori artistici lontani dal concetto originale di club-culture, che si pavoneggiano vantandosi di promuove-re, artisticamente parlando, delle scelte uni-formanti e scontate. Quale puoi considerare, a livello professionale, l’esperienza che più ti ha appagato? Dal 1997 al 2000 il Capo-volto di Montichiari (storico locale per i “ra-gazzi” della nostra generazione). Dal 2001 al 2003 il Mazoom di Desenzano. Dal 2004 al 2006 il Fura di Desenzano e le due date sto-riche londinesi al Fridgebar nel 2004 e 2005. Quali consigli daresti ad un giovane che vuol avvicinarsi alla tua professione? Con-siglio di diffidare della musica scontata e uni-formante, di avvicinarsi alla sperimentazione, all’ampliamento dei propri orizzonti musicali, non dando mai nulla per scontato. Quando lavori preferisci utilizzare il sistema analo-gico o quello digitale? Da sempre utilizzo con orgoglio il sistema analogico (vinile nero). Scenograficamente e fisicamente spingere i di-schi rispetto all’impiego dei cd, mi da sensa-zioni e imatti emotivi di gran lunga maggiori. Ringrazio Lory M. per la sua disponibilità e gli auguro una carriera ancora lunga e ricca di grandi soddisfazioni perchè, per la serietà e la professionalità che, da sempre, lo contraddi-stinguono, se lo merita davvero.

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eccessivo gli autovelox. L’istruzione, l’am-biente, il disagio sociale, le grandi questioni colpiscono invece la soglia di attenzione, ma anche qui la politica, o meglio i partiti che ne sono protagonisti, non appaiono in grado di dare risposte oppure, soprattutto in provin-cia, sono istituzioni lontane poco in grado di attrarre movimenti giovanili. Ed è così che, tornando al nostro discorso, le energie dei ragazzi guardano altrove, al mondo dell’as-sociazionismo, a singoli progetti organizzati tra amici, al volontariato. Alla musica e al teatro per esprimere se stessi. Sono queste situazioni che vorrei trovassero spazio sulle nostre pagine per dare la giusta visibilità e farsi conoscere nella nostra zona. Raccon-tateci dei vostri progetti. Alcune bellissime realtà a volte non prendono piede o non tro-vano aderenti solo perché poco conosciute. Chissà che qualcuno, indeciso tra le molte-plici attrattive a disposizione, non cominci a mettersi in gioco. Collaborate con noi. Scri-veteci un articolo. Madateci foto. L’Asolano sarà interessante per i giovani se ci saranno le nostre storie, le nostre immagini. Quanti lo fanno già su internet. Leggersi sulla carta sarà una nuova e piacevole soddisfazione.

In precedenza il nostro direttore, nel suo edi-toriale, accoglieva i commenti di chi ritene-va il nostro Asolano prevalentemente rivolto ad un pubblico maturo, senza spazi in grado di catturare l’attenzione dei più giovani. Il tutto dovuto all’assenza di penne fresche di-sponibili a collaborare e a trattare argomenti più vicini alle nuove generazioni. Il fatto che io stesso, co-fondatore del progetto, risponda con due numeri di ritardo non fa che confer-mare le preoccupazioni esposte. Guido, un po’ per nostra difesa, un po’col giusto inten-to di punzecchiarci, motivava il tutto con la presenza di impegni ed interessi più impor-tanti. Ma il problema forse non è di voglia o di mancanza di potenziali collaboratori. Son certo che qualcuno sarebbe anche interessato a darci una mano, ma il primo ostacolo credo sia l’ovvia domanda: “ma di cosa scrivo?!”.Rispetto al passato recente, a pochi anni fa, le possibilità e le attrattive per un ragazzo nato indicativamente negli anni Ottanta si sono moltiplicate. Questo dovuto in parte al benes-sere di cui gode gran parte dei ventenni, che ancora non sentono troppo le conseguenze delle difficoltà e dei rincari degli ultimi tempi e non si fanno mancare nulla, ma soprattutto

alla diffusione delle tecnologie, in particolare di internet, con la sua facilità di accesso alle informazioni e la maggior possibilità di con-tatto con altre persone. I ragazzi di oggi non sono votati al disimpegno, come tante volte vogliono farci credere. Sono forse più attivi ed informati o, meglio, curiosi di quanto si possa pensare. Se ne parlava in un’interessan-te conversazione con l’Assessore alla Cultura ed altri membri della giunta. La professoressa Zaltieri, che per la propria esperienza profes-sionale è particolarmente votata a comunicare coi giovani, ci chiedeva il motivo per il quale i ragazzi in età scolastica/universitaria non si interessassero alla politica. Da un breve di-battito si ricavava che la mancata partecipa-zione attiva non è dovuta a scarso interesse; grazie ad internet i ragazzi si documentano e si formano opinioni più personali di quanto si possa ricavare dalla tv o tra le mura dome-stiche. Ma i problemi che colpiscono l’atten-zione dei ragazzi, di cui si discute nei blog e nei forum, non sembrano essere di compe-tenza della politica locale. A sindaci e giunte viene richiesta “solo” una corretta e attenta amministrazione, per tenere in ordine i con-ti senza esser costretti a sfruttare in modo

Un giovane spiega i giovaniMa non manca nemmeno l’appello finale

Dura la vita per il nostro Presidente: gli impegni della Banca; la recente rapina che lo ha sorpreso mentre era in cassa e... il direttore de L’Asolano che lo costringe a fare gli straordinari. Nella foto a lato, ritratto in rosa di Dario Compagnoni, ripreso in un raro momento di meritato riposo.

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L’Asolano 4/08 Eventi 22

Che agli italiani piaccia mangiar bene è ri-saputo; che in Italia vi sia la tradizione della buona cucina è altrettanto noto, ma che gli italiani abbiano anche la passione di foto-grafare i cibi e il loro modo di cucinarli lo abbiamo scoperto a seguito del successo ot-tenuto dal Concorso Nazionale, “Immagini del Gusto”, promosso dalla FIAF (Federa-zione Italiana Associazioni Fotografiche).

Lo dimostrano le 17.000 fotografie scattate e spedite alla Centro italiano fotografie d’auto-re (Cifa, costola della stessa Fiaf) in meno di due anni. Le migliori 1.000 sono oggi in espo-sizione nazionale a Bibbiena (Arezzo) fino al 7 settembre ed una selezione di 600 delle più significative sono state raccolte in un sontuo-so catalogo anch’esso intitolato “Immagini del Gusto”. E’ stato stampato poi un libro delle mostre che raccoglie una selezione di altre 600, fra le migliori immagini esposte

le foto di Giorgio Grammatica e di Giulia-na Pacchioni sono state citate dalla famosa critica Lucia Miodini nella presentazione introduttiva del catalogo.

in ben 250 mostre allestite in tutta Italia. Questo imponente sforzo organizzativo ci accompagna in un viaggio ideale alla sco-perta degli ambienti e dei protagonisti della gastronomia italiana che parte dalle origini degli alimenti fino ad arrivare sulla tavola. Risaie, vigneti, vendemmie, campi, saline, oliveti, frantoi, cantine, caseifici, api, con-tadini, pastori, cuochi, pasticceri, laborato-ri artigiani, cucine, capre, mucche, tonnare, mercati e, chi più ne ha, più ne metta, per rap-presentare quel movimento che in certi casi conserva nei propri riti i valori della cultura e della tradizione della nostra terra. Dietro ogni piatto che arriva sulla tavola di un’osteria o sulla tavola raffinata del più raffinato ristoran-te c’è tutto un mondo, la cosiddetta “filiera” che viene descritto, spiato, evocato, esplorato. La qualità delle immagini è notevole e molte di esse ricordano i chiaroscuri di Vermeer, il naturalismo drammatico del Caravaggio, le malinconie di Hopper, le nature di Morandi. Le foto rubate, si alternano a quelle costruite in laboratorio ma in ogni caso il riscontro arti-stico globale è sorprendente. Fra le migliaia di fotografi partecipanti un posto se lo è ritagliato anche il Circolo fotografico di Asola che ha partecipato con i suoi esponenti di punta, Lui-gi Confortini, Giulio Ghio, Adriano Rodel-la, Giovanna Loda, Giorgio Grammatica, Giuseppe Canuti, Giuliana Pacchioni e Ga-briele Broglia, e che, con gli ultimi quattro, ha avuto la soddisfazione di veder pubblicate 8 foto sul catalogo principale. In particolare

in

8 foto di 4 asolani pubblicate sul Catalogoufficiale della manifestazione nazionale

“Immagini del Gusto”

Gabriele Broglia Ristorante “La Filanda”

Giorgio Gramatica Le cotognate di Andrini

Giuseppe Canuti La vendita del Bagoss

Giuliana Pacchioni - I turtei sguasarot al saorQueste cinque foto fanno parte delle otto pubblicate dal catalogo

30° anniversario del CircoloFoto Club Asola

Il Cicolo si è costituito nel 1978 con le difficoltà proprie di ogni inizio attività che perdurano tutt’ora. La mancanza di sedi espositive e, talvolta, della sede vera e pro-pria ci hanno creato non pochi disagi ma, al tempo stesso, ci hanno stimolato a superare gli ostacoli consentendoci di arrivare alla 36° mostra fotografica. Il segreto della no-stra longevità sociale deve essere ricercato nel vincolo d’amicizia che si è creato fra i soci e che ci ha permesso di superare ogni ostacolo e di giungere fino al 30° anno di vita. Negli anni, per mille motivi, i soci si sono avvicendati ma il cosiddetto “zoccolo duro” è ancora sulla breccia. Volendo fare un bilancio di 30 anni di attività, resta in noi la convinzione e la consapevolezza di aver fatto qualcosa per la fotografia artisti-ca ed amatoriale in una città ed in una zona che non la conosceva. Viene da sorridere pensando al vaticinio di alcuni che all’atto della costituzione del Circolo hanno sen-tenziato: “Dureranno sei mesi”. La nostra risposta è contenuta in queste due date: 1978 - 2008.

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e lo fa davvero; quando volta pagina sulle vi-cende tristi della nostra vita, la volta in modo definitivo; forse siamo noi che vo-gliamo in qualche caso tornare sulle pagine passate, per scrupolo di coscienza o per in-capacità di accettazione. Il perdono divino è la via privilegiata per essere liberati dalle angosce, dai sensi di colpa e dai rimorsi. Po-tremmo davvero in questo senso recuperare l’alto valore non solo spirituale ma anche psicologico della confessione, che molte persone purtroppo tendono ad accantonare. Possiamo diventare capaci di perdono nella misura in cui viviamo l’esperienza del per-dono. Sentirci perdonati, ci rende capaci a nostra volta di perdonare. In questo senso il perdono diventa la “colonna vertebrale” per ogni autentica guarigione. Perdonare il prossimo è il livello di più facile com-prensione, anche se di non facile attuazio-ne. Problemi interpersonali nella famiglia, nel lavoro, tra gli amici... Screzi, dissapori, liti, delusioni, amarezze, umiliazioni, quanti pesi nel nostro cuore! Ecco perchè le paro-le di Gesù: “Perdonate e vi sarà perdona-to” (Lc. 6,37). Come Gesù sulla Croce ha perdonato coloro che lo uccidevano senza esserne pentiti, così potremmo anche noi imparare a perdonare tutti coloro che ci han-no fatto del male, anche se non hanno mai chiesto scusa. Saper concedere il perdono aiuta a liberarsi da incomprensioni, risenti-menti, delusioni… ovviamente tutto questo non solo con la nostra buona volontà, ma anche con il sostegno della Grazia di Dio.

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IL PERDONOdi Don Riccardo Gobbi

Dedico questa riflessione al perdono. Ne sen-to necessità perché vedo e sento tutta la fatica a praticare questo valore fondamentale del cristianesimo. Quante volte ho sentito affer-mare: Ho perdonato, ma non riesco a dimen-ticare. Non e’ facile perdonare, ma è ancora più difficile dimenticare. Perchè? La difficol-tà del perdono porta con sé il suo bagaglio di odio, risentimenti e amarezze… che non ci fanno vivere bene, e anche se li nascondia-mo, queste sensazioni minano seriamente la nostra serenità e il nostro equilibrio. Come è possibile dimenticare seriamente un torto ri-cevuto, un’ingiustizia, una violenza psichica o anche fisica subita, l’amarezza provata o il rancore covato per anni? Dal punto di vista umano non sarebbe possibile! Al massimo cerchiamo di accantonare il problema, pronti però a ritirarlo fuori quando si ha qualcosa da rinfacciare, o attendiamo che giunga il fatidi-co momento della vendetta. Ecco c’è questo da considerare: se il vero perdono richiede di dimenticare, da soli non ce la possiamo fare. E’ a questo punto che si innesta la proposta religiosa. Possiamo perdonare solo in quanto Dio ci ha perdonato e ci ha insegnato a per-donare. Gesù sulla croce dice “Padre perdo-nali perchè non sanno quello che fanno”. (Lc. 23,34). Dio ci ha perdonati per primo, ecco perchè possiamo perdonare. Gesu’ sulla Cro-ce ci ha salvato, guarito, liberato, perdonato: Gesù diventa il motivo di guarigione totale dell’uomo. Il perdono di Dio è “la chiave” per guarire dal risentimento. Dio perdona di-menticando i nostri peccati e le nostre colpe

E’ giusto anche imparare a perdonare se stessi. A volte rischiamo di essere i peggio-ri giudici di noi stessi e di esserlo addirittura consapevolmente. Non vogliamo far vedere o condividere i nostri difetti e le nostre de-bolezze, disagi e sofferenze amare. E que-sto ci pesa nel cuore. Così finiamo per non amare noi stessi, per non accoglierci per quel che siamo e finiamo col perdere fiducia nel-la nostra persona. “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, insegna il comandamento fondamentale dei due testamenti biblici (Mt. 22,39). Come è possibile amare il prossimo se prima non amiamo noi stessi? Molte for-me di odio nei confronti del prossimo, sono forme di odio nei propri confronti. E’ proprio vero che tante volte valutiamo la realtà che ci circonda e le persone che frequentiamo con la lente degli occhiali che indossiamo; se la lente è scura, vediamo e consideriamo tutto scuro e paludoso. Può esserci utile anche il perdono concesso a Dio. Può sembrare assurdo e blasfemo, ma non è così. Chiara-mente Dio non commette peccati e neppu-re è contro di noi, ma a volte può capitare di nutrire risentimenti inconsci verso di Lui, magari per ferite non rimarginate, per le vol-te che lo abbiamo invocato ed egli apparen-temente non ci ha risposto, quando abbiamo perso una persona cara… Riconciliarci con Lui significa non attribuire a Dio un interven-to diretto sulle situazioni della nostra vita. E’ vero, c’è una provvidenza che guida e orienta la nostra vita e le sue vicissitudini, ma que-sto non determina un collegamento diret-to tra la volontà di Dio e l’agire della vita.Il perdono dunque può diventare esperien-za di guarigione: rimuove da noi pesi vec-chi e insostenibili, cura ferite dell’anima e traumi psicologici che influenzano ne-gativamente il percorso della nostra vita. Farci un pensiero e una riflessione mi sem-bra urgente e importante. Inutile ricordare che quanto ho qui esposto ho potuto spe-rimentarlo personalmente, ma soprattutto l’ho ascoltato dal cuore di molte persone che hanno sperimentato questa triste realtà.

Ghidini Don Anselmo

Ave, don Anselmus, Magister Nostrum.E’ colui che ci insegnò a non usare l’accusativo se non si hanno prove lampan-ti e schiaccianti, più schiaccianti che lampanti. Questo pezzo lo potrei scrivere in latino per aver fama e gloria. Ma, sic transit gloriae mundi, per cui mi umilio a scriverlo in un buon italiano, essendo incensurato. Vi risparmio la traduzione per la quale non siete preparati. Il pezzo che sto per scrivere va curato perchè il Curato don Anselmo non è personaggio alla don Abbondio. Est cardinale tipo Carlo Borromeo che impose ad Alessandro di Milano di scrivere I Promessi Sposi. Premesso e non concesso, bisogna subito dire che l’Anselmo che voleva fare il prete lo ha fatto bene e tutt’ora lo fa benessimo. Quasi sia parente del Santo di un bosco vicino a Torino. Come mi permetto di giudicare? Se uno vede un cielo azzurro, pulito, sereno, terso e dice che il cielo è bello, giudica forse il cielo? Non parliamo della sua attività oratoriana perchè bisognerebbe scrivere un libro alto quanto un Dizionario di Latino - Italiano o di Italiano - Latino. La stessa cosa? Nossignori! Non è lo stesso il tempo che intercorre da Natale a Pasqua che quello da Pasqua a Natale. Eru-ditevi! Vediamo alcune doti del don Anselmo di Asola Sorbara. Anzitutto è un filosofo ma per giudicare la sua filosofia ci vuole un’altro filosofo che sia più filosofo di lui. Dove trovarlo? Lui era avvezzo dire: ragazzi, fatebenefratelli perchè chi semina vento raccoglie vento, chi smarrisce la strada smarrisce la meta. Attenzione, non la metà che è ben altra cosa. Smarrire la propria metà sarebbe come dire che non tutto il male viene per nuocere (Dalla lettera di San Paolo ai Galati sposati). E’ pittore, scultore e aggiusta palloni. Almeno, ha ag-giustato i palloni quando i sassi e la sabbia li rendevano lisi, fragili quanto un fil di fumo. Con la lesina mai ha lesinato la sua opera nel conciliare le pezze scucite. Pittore di scene teatrali, di quinte, di sipari ed in fondo di meravigliosi sfondi. Scultore perchè da un pezzo di legno estraeva la faccia di Sandrone,

di Fagiolino e del Conte di Villa Saviola. Giornalista. Da un breve fatto ri-cavava materiale per raccontare il medesimo debitamente dilatato, ampliato, per mesi e mesi, anni ed anni. Un suo racconto durò un anno, 15 mesi e 36 giorni. Predicatore. Con venti parole diceva ciò che altri ne dovevano usare almeno duecento. Usava dire: se la pietra è leggera la portate via, se pesante la lasciate dove si trova. E se portate via solo una manciata di sabbia qualche granellino vi resterà nelle tasche. Forse è per questo che il cortile dei Preti era tanto sabbioso. E’ stato un grande Triologo. Il suo motto era: “penserem vedrem, farem”. Infatti s’è pensato molto, abbiamo visto tanto e s’è fatto parecchio. Scalatore. In bicicletta era come una saetta a ciel sereno. Veloce, potente, possente ed imponente. Irresistibile in salita. Sembrava che il diavo-lo gli desse una mano, anzi, che gli angeli lo spingessero. Però, sul Passo del Tonale fu battuto da un certo Laudino, emulo di Bartali che, pedalando verso la vetta staccò tutti e solo una mucca al pascolo lo vide trionfare. Precisazio-ne: era una vacca al pascolo, se fosse stata una mucca sarebbe stata pazza. Ma... date di volta alla vettura e torniamo nel senno di poi perchè ancor son tante le molte cose da dire sul suo conto. Impresario e regista teatrale. Cri-stoforo Colombo, operetta da lui diretta, trionfò ad Asola e nei limitrofi paesi anche se più nessuno se la ricorda. Cristoforo Colombo partì al suono di un violino, una viola, un contrabbasso, un flauto ed una fisarmonica. E la Regina Elisabetta di Barletta dove la mettiamo? Nella “Villa Paradiso”, nella “Notte sul Molo” o in Edipo Re? Don Anselmo è classe 1915. Classe di ferro ormai arrugginita ma non sembra così malandata se si esclude il passo veloce come l’ombra del sole. Tuttora è un prete cristiano: crede nell’Altissimo. Rari, ma ci sono ancora i preti d’una volta! Grazie per i palloni aggiustati e per quelli comperati anche se allora .... poca giravit pecuniam. Töti chei del Curtìl di Pret i te ringrasia de tötPost Scriptum:Se tu manchi, noi, da chi andremo? Se dopo, nuovamente ti incontreremo, con certezza, sapremo d’essere in Paradiso. Dino Barbato

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la distorsione delle immagini, una riga, ad esempio, non appare più dritta; l’alterazione della percezione dei colori, che possono appa-rire sbiaditi o deboli; la presenza di un’area del campo visivo centrale in cui la visione non è distinta (scotoma).Un esame molto semplice per individuare la malattia in uno stadio preco-ce è il test di Amsler. Si fa guardare al paziente un foglio di carta a quadretti con appropriata correzione ottica. Se fissando il punto situato al centro del foglio si osserva una distorsione (me-tamorfopsia) o una interruzione delle righe vuol dire che esiste un problema alla retina centrale. La misura della acuità visiva è importante per valutare lo stato e la progressione della malattia.Due sono gli esami strumentali importanti nella degenerazione maculare senile: la fluorangio-grafia e l’OCT. Per effettuare la fluorangiogra-fia, il medico inietta un colorante in una vena del braccio e poi esegue una serie di fotografie della retina: il colorante mette in evidenza le anoma-lie dei vasi e caratterizza il tipo di maculopatia senile. L’OCT è invece un esame non invasivo che, attraverso delle fotografie della macula, permette di vedere tutti i vari strati della retina in sezione e di individuare eventuali alterazioni.Per quanto riguarda la possibilità di preven-zione e di rallentamento del decorso della patologia è consigliabile l’assunzione di so-stanze come le vitamine (A, C, E), integratori minerali come lo zinco, il selenio, la luteina e la zeaxantina. Si possono, inoltre, prescri-vere lenti che proteggono dai raggi ultravio-letti, e ovviamente vanno corretti gli even-tuali fattori di rischio generali. Attualmente non esistono terapie efficaci per migliorare la vista nelle persone affette da maculopatia senile atrofica. Per quanto riguarda, invece, la maculopatia senile essudativa, negli ulti-mi anni si stanno sviluppando nuove terapie basate sul principio di bloccare una proteina che provoca la formazione della lesione va-scolare e aumenta la permeabilità dei vasi (VEGF). Questi nuovi farmaci vengono

Le maculopatie sono patologie che interes-sano la macula, l’area centrale della retina deputata alla visione distinta. In particolare, la degenerazione maculare senile, chiamata anche maculopatia senile, è una malattia pro-gressiva, che costituisce la principale causa di cecità nei pazienti con più di 60 anni di età. Strettamente correlata all’età, il rischio di questa malattia aumenta con l’avanzare dell’età. Sono stati classificati due principa-li tipi di degenerazione maculare senile: la forma secca, o atrofica e la forma umida, o essudativa, o neovascolare. La forma secca è il tipo più comune di degenerazione macula-re senile (90% dei casi): generalmente causa una moderata riduzione visiva ed è dovuta a una lenta e progressiva atrofia del tessuto retinico. La forma essudativa è meno comu-ne (10% dei casi), ma più grave: nella quasi totalità dei casi è responsabile di grave calo visivo. Questa forma è associata allo svilup-po di vasi anomali, particolarmente deboli, che si rompono facilmente, causando la per-dita di siero e di sangue, o che modificano il tessuto circostante, provocando fenomeni di cicatrizzazione e alterazione della macu-la. La vista diventa distorta e annebbiata e può procurare una marcata riduzione della visione centrale. L’evoluzione è molto lenta nelle forme non essudative, più rapida nelle forme essudative. I motivi che determinano il deterioramento e la degenerazione del tessu-to maculare non sono ancora noti. Sono stati individuati, comunque, numerosi fattori di ri-schio, tra cui il fumo di sigaretta, che aumen-ta di tre volte il rischio. Alcuni studi indicano anche l’ipertensione arteriosa come un altro importante fattore di rischio. Inoltre, l’espo-sizione prolungata a una intensa luce solare può aumentare il rischio di maculopatia e così pure una diminuzione del livello nel sangue di alcuni micronutrienti con funzione antiossidan-te. I sintomi principali della maculopatia senile sono la riduzione dell’acuità visiva centrale;

somministrati tramite un’ iniezione, gene-ralmente indolore, nel vitreo, la sostanza gelatinosa che riempie l’occhio. L’iniezione può essere ripetuta a seconda delle necessi-tà ogni quattro-sei settimane secondo il bi-sogno. Purtroppo, alcuni pazienti affetti da maculopatia senile hanno una vista molto bassa, ma comunque possono essere aiutati. Esistono oggi dei sistemi ottici ed elettronici che, ingrandendo le immagini, possono con-sentire una certa autonomia per la visione da vicino. Questi sistemi devono essere pre-scritti da oculisti esperti in collaborazione con l’ottico optometrista.

Istruzioni per sottoporsi al TEST DI AMSLER

1. Indossate gli occhiali per la visione da vi-cino.2. Osservate la griglia alla distanza di lettu-ra (35 cm) e coprite un occhio. Fissate ora il punto NERO centrale della griglia con l’oc-chio rimasto aperto.3. Non distogliendo lo sguardo dal punto centrale, cercate di osservare la restante par-te della griglia “con la coda dell’occhio”, ap-prezzandone cioè i dettagli tra il punto nero e i bordi della griglia, senza mai perdere la fissazione del punto nero.4. Ora sottoponete al test anche l’altro oc-chio, chiudendo l’occhio appena analizzato.5. Se la griglia non presenta zone di defor-mazione, di sfocamento o di mancanza delle linee, vuol dire che va tutto bene. Se notate qualche alterazione della griglia, rivolgetevi al più presto all’oculista di fiducia. Dott.ssa Elena Gusson

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L’Asolano 4/08 L’oculista 24

O

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Eros Aroldi

El Löch

Mè del Löch mè ricorde la zentse le case, le piante e pó i prà,ma la zent ghe l’hó amó che ‘n del cöre pensà, ghe pasat quarant’an.

La cascina l’é sempèr là ‘n fondal stradel che ‘l va adré a la Rabiusåe de piante ghe ne amó na qual d’önåde furment na qual biulcå che e là.

Le la zent che me faå cumpagniåche te catet mai pö là ‘n del Löch,en qual dü l’é là amó a l’ustariåma i pü tancc i_é za belå de là.

Cuså öt che aghe a fa là ‘n del löch,se uramai le miå pö caså miå:el mé Löch ghe lo che, ché ‘n del cörchel l’é mio e i pöl miå purtal viå

Eros Aroldi

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L’Asolano 4/08 Dialettando 25

Pegulòt o PigulòtVenditore ambulante di tessuti: ritengo che il vocabolo derivi da un mercan-te fiorentino di tessuti, certo France-sco di Balduccio Pegolotti che, a detta dell’economista Carlo Maria Cipolla, nel quattordicesimo secolo era uno dei più grandi importatori di lana inglese che trasformata in tessuto nelle manifat-ture toscane, era commerciata in tutta la penisola. Questo vocabolo ormai in di-suso veniva usato ancora dai più anziani fino al secondo dopoguerra.

PésPeso, antica misura equivalente a 7869 grammi che, fino a non molti anni fa, ve-niva usata nella valutazione dei maiali a peso morto e dei bozzoli. Altra misura-zione che differiva dal sistema decimale era quella riferita all’acquisto dei bachi da seta che venivano venduti ad “onse” once (ventisei grammi). Le uova veniva-no invece vendute a dozzine.

PetulǻSterco rappreso che si forma sul vello delle pecore e che risulta particolarmente difficile da strappare. Per analogia lasà ‘n dele petule equivale ad abbandonare qualcuno in mezzo a dei guai, dai qua-li ben difficilmente riuscirà a districarsi. Quando invece il termine in questione viene usato riferendosi alle donne parti-colarmente pettegole e moleste, lo stesso è derivato da petulante (dal latino petere, chiedere) di persona cioè particolarmente insistente e noiosa. Piò Aratro: il Rosa lo fa derivare dal latino plaustrum carro. Nell’Editto di Rotari del 643 d.C. l’aratro viene chiamato “ploum” che ricorda il greco ploion nave. Se te-niamo conto di come la nave fenda e sol-chi i mari mentre l’aratro fende la terra tracciando appunto gli opportuni solchi, ci rendiamo conto che l’asserzione non è poi lontana dalla realtà.

Pirù Forchetta. Anche se il termine fa parte del dialetto bresciano, mi sono permes-so di inserirlo per la sua particolarità, in quanto trae origine dal greco péiro = in-filzare

Preghiera di Natale

Questa è un’antica preghiera della tra-dizione contadina che veniva recitata in dialetto e tramandata oralmente, di ge-nerazione in generazione, nelle nostre contrade. A me è stata insegnata da mia zia Elga Novellini, ora defunta, che me la recitò nel gennaio del 2004.

Ai Mariǻ benedetǻla val tant cume na Mesǻ,na Mesǻ cantadǻ.San Michel el la ciamǻSan Giusèp el ghe rispond<Vulì ègner en ciel a truà el Fiöldelǻ Vergine Mariǻ?>

Pumin d’altàr, l’acquǻ del mar,funtanǻ del Paradis, beat chel cöre chel’animǻ che la dissent volte la serǻ de Nedàl.El tirerà förǻ le anime dale pene del Pürgatore.

Asola, gennaio 2004

Ricordiamo a tutti i nostri cortesi collaboratori e sponsors che, per motivi tecnici ed organizzativi, il termine ultimo per consegnare il materiale da pubblicare resta stabilito nel giorno 10 del mese pari precedente a quello dell'uscita del giornale. Chi desiderasse comparire sul primo numero in edicola dovrà prenotarsi per tempo presso la Redazione, telefonando al 338.1516966. Ovviamente, la scelta editoriale di pubblicare o meno un ar-ticolo spetterà al Direttore e dipenderà dagli spazi disponibili e dal livello di interesse de-gli argomenti trattati. In genere, quando un articolo non trova posto nel primo numero in edicola, verrà rimandato a quello successivo. Ricordiamo che ogni foto inviata sarà comun-que restituita ma la Redazione non può garantire se e quando potrà essere pubblicata.Per ogni foto consegnata è implicita la liberatoria del proprietario, nel caso di una sua eventuale pubblicazione su L'Asolano o su altra edizione da esso promossa. Per quanto riguarda la crescente richiesta di numeri arretrati, che fino ad ora sono stati ceduti al prezzo di copertina, poichè le scorte stanno diminuendo a vista d'occhio, la redazio-ne ha deciso, d'ora in poi, di far pagare ogni copia €. 2, fino ad esaurimento scorte.

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L’Asolano 4/08 Varie 26

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I coscritti della classe 1945, confermando la propria voglia di eva-sione e mossi dal desiderio di festeggiare un'ulteriore tappa sulla strada della vita, hanno organizzato una gita con una meta davvero invitante. Domenica 11 maggio, con raduno e partenza da Piazzale Mangeri, hanno riempito, di buon ora, il pulman gran turismo da 52 posti diretti a Pisa per rivedere la famosa e straordinaria "Piazza dei Miracoli", gioiello unico di questa nostra Italia ricca di arte e di storia. La torre pendente, il battistero e la cattedrale dell'antica Re-pubblica Marinara toscana sono fra le mete turistiche più conosciute ed apprezzate al mondo e i nostri asolani puntualmente l'hanno inse-rita nel loro programma culturale. Però, se festeggiamenti dovevano essere, era scontato che un posto di rilievo doveva essere riservato all'aspetto conviviale, in parole povere "a meter i pê sota la taulå" E, trovandosi in zona, quale occasione migliore di quella di fare una capatina a Torre del Lago, paese natale di Giacomo Puccini e in particolare sede del ristorante "La Bufalina"? Detto, fatto, così dopo aver dedicato la mattina ad alimentare la propria fame di cultura, il pulman si è mosso per consentire ai nostri "baldi giovani" di soddi-sfare anche l'altro tipo di fame: quella che non si soddisfa con la cul-tura. La giornata è stata splendida, come sempre, quando si ha l'oc-casione di stare insieme e insieme di condividere arte, gastronomia e bei paesaggi. Ma i coscritti del 1945 non avrebbero potuto divertirsi fino in fondo se non avessero rivolto un pensiero nostalgico ai cari amici che sono prematuramente scomparsi. A loro è stata dedicata una Messa in suffragio, che si è celebrata in Cattedrale la precedente Domenica 4 maggio. Ora l'appuntamento è per il prossimo anno e, a quanto pare, Massimo Compagnoni, Ugo Spotti e Franco Gan-dellini che fungono da referenti della Classe, si sono già resi dispo-nibili per raccogliere le nuove prenotazioni. Sotto, la foto ricordo.

Tutti i giorni:Pasta fresca fatta a mano,

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piatti pronti di carne e pesceal venerdì:

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GastronomiaLa Classe 1945 ha festeggiato

il 63° anniversario a Pisa

L'ultimo gentiluomo

Non è facile trovare una persona come A. R. che da anni perpetua una bella tradizione. Come ci ha riferito il suo amico G. G., nel giorno dedicato a San Marco, forse unico in Italia, A. R. cavallerescamente, consegna alle sue amiche una rosa rossa.

Segnaliamo il bel gesto di un signore che trovando per stra-da un bollettino postale che certificava un versamento di notevole importanza, lo ha consegnato alle poste che, al-trettanto cortesemente lo hanno recapitato a chi lo aveva smarrito, sollevandolo da una serie di adempimenti che gli avrebbero causato una notevole perdita di tempo.

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che rendono impossibile il sonno soprattutto alle persone anziane che abitano in questo angolo dimenticato del nostro paese. A seguito di que-sta denuncia ci attendiamo che vengano presi, in tempi brevi, i provvedimenti del caso perché così non si può andare avanti. RingraziandoVi per l’attenzione, restiamo in attesa di un Vostro sollecito intervento risolutore. >

* * *Lo scorso 7 giugno è venuto a trovarci in re-dazione un cittadino che desidera porre l’ac-cento su un problema che spesso si ripete e che lui stesso ha potuto constatare personal-mente. Il sottovia, sulla strada che porta a Casalromano, non consente il transito di cer-ti grossi camion la cui altezza supera quella del ponte della ferrovia. Non essendo segna-lato a dovere questo limite, i camion che arri-vano in prossimità del sottovia sono costret-ti a bloccarsi ed a far manovra per tornare indietro. Ciò crea lunghe code di altri auto-veicoli che, sopraggiungendo, si ritrovano la strada bloccata. Questo problema avrebbe facile soluzione se venissero posizionati due cartelli ben visibili, posizionati in modo tale da consentire ai camion interessati di cam-biare strada prima di arrivare al sottovia e prima di creare forti disagi alla normale circolazione. Ringraziando questo cittadino che, con solerzia e senso civico, ha segnalato il

Recentemente ci è giunta in redazione la copia di una lettera firmata da 23 cittadini il cui ori-ginale è stato spedito in Comune, all’attenzio-ne dell’Amministrazione e che, fino ad oggi, non ha avuto alcun riscontro. La lettera, datata 8 maggio 2008, che pubblichiamo fedelmente, riporta nel suo oggetto la dicitura : L’angolo dimenticato (fra Piazza Diaz e vicolo Curvo) < Noi sottoscritti residenti e titolari di attività, ormai da tempo, subiamo i comportamenti irri-guardosi nei confronti di cose e persone posti in essere da un gruppo di giovani che hanno occu-pato questo angolo nel cuore di Asola e lo han-no trasformato in un immondezzaio ad immagi-ne e somiglianza della loro pochezza morale e civile. Cartelli, specchi distrutti; muri e infissi scarabocchiati; lattine, cartacce, rifiuti lascia-ti in strada a ritmi che la nettezza urbana non riesce a sostenere e bisogni fisiologici contro i muri. A questo si aggiunga la scarsa illumina-zione pub-blica e lo stato delle strade che, in caso di pioggia, favorisce i ristagni per fare il quadro di una situazione che è diventata davve-ro insostenibile anche perché, più di una volta, alcuni di noi hanno provato a riprendere questi ragazzi, cercando con loro un dialogo ma, la de-cenza ci impedisce di riferire i termini della loro reazione che ha prodotto, come unico risultato quello di aumentare la loro arroganza e la loro propensione ai dispetti. Non contenti di renderci la vita difficile anche nelle ore notturne, con il rombo dei loro motorini e con vari schiamazzi

problema, non possiamo esimerci dal pensare come mai lo stesso cittadino abbia scelto come interlocutore il nostro giornale, invece di rivol-gersi direttamente alle competenti Autorità.

* * *Ci scrive un abitante della zona Via Palazzetto - Via Falcone, nelle cui vicinanze sorge un parco giochi per bambini per segnalarci che da circa 3 mesi si è costituita un banda di una trentina di ra-gazzi e ragazze, di età compresa fra i 14 e i 16 anni, (italiani e stranieri che vengono da fuori)) che schiamazzano, sporcano, pisciano, bestem-miano, insultano chiunque cerci di farli ragionare, distruggono e, per farla breve, rendono impossi-bile la vita ai residenti fino a tarda ora, fregando-sene se in zona ci sono ammalati che necessitano di tranquillità o anziani che vorrebbero vivere in tranquillità la loro condizione. Recentemente sono dovuti intervenire i pompieri da Castiglione per spegnere un incendio appiccato da questi mini vandali. Purtroppo i tentativi di farli ragionare si sono infranti contro la loro arroganza, che li porta a sostenere di poter fare ciò che vogliono perchè le strade sono pubbliche. Nè hanno avuto alcun esito le giuste lamentele inoltrate dai residenti ai Vigili Urbani ed ai Carabinieri che sembra non abbiano alcuna competenza legale ad agire. I re-sidenti sono esasperati e temono per l’incolumità delle persone e delle cose, impotenti ed indifesi contro questi giovani teppisti, prodotto di questa nostra Società malata di menefreghismo e di ec-cessiva tolleranza. Queste persone si sono rivolte all’Asolano per rendere pubblico il loro disagio e per rivendicare la salvaguardia dei propri diritti.

L’Asolano 4/08 La posta dei lettori 27

Tennis Tavolo "Transfilm" Asola:Una stagione ricca di soddisfazioni

A2 femminile: 3° postoPartita tra le squadre favorite, la compagine asolana ha pagato, strada facendo, la stanchezza di Simona Soldi (impegnata dalla maturità) e il rendimento appena sotto le aspettative di Jiangiang Bo, molto impegnata come coordinatrice – allenatrice nel settore giovanile. Nel complesso, comunque, il campionato delle asolane (completa la squa-dra l’ ottima Cristina Semenza) è da considerarsi positivo e l’ espe-rienza servirà di sicuro per l’ anno prossimo.A2 maschile: 4° postoLa squadra, al debutto in questa serie molto impegnativa, aveva come obiettivo la salvezza e gli asolani hanno fatto centro con due giornate di anticipo. I tre mattatori protagonisti dell’ impresa sono: Sha Ke, Marco Rech Daldosso e Luca Lacellotti che hanno combattuto fino all’ ultimo punto contro avversari di rango sia italiani che stranieri. Le quattro sconfitte subite per 5-4 testimoniano sia la tenacia sia la man-canza di quel pizzico di fortuna che avrebbe permesso di raggiungere un esaltante 3° posto.B2 maschile: 1° postoDopo la salvezza acciuffata per un pelo lo scorso anno, si sperava in un campionato tranquillo di metà classifica e invece no, i nostri moschettieri Enrico Rech Daldosso, Matteo Rodella, Daniamo Ge-revini e il sempre più sorprendente Romano Rodella hanno comin-ciato ha macinare gioco e punti e, dalla seconda metà del campionato in poi, hanno travolto tutto e tutti in una trionfale cavalcata verso la promozione.C2 maschile: 5° postoOttimo campionato da parte di questa compagine (Giuseppe Arcari, Donato Radice, Oliviero Olivieri e Alan Beccari) che annovera atleti non più giovanissimi ma di grande entusiasmo e tecnica. Nel corso del torneo hanno messo in seria difficoltà le squadre più accreditate che, per battere gli asolani, hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie.B1 maschile (squadra A): 3° postoCampionato sempre ai vertici per questa ottima selezione alla qua-le è mancato davvero pochissimo (due incontri persi 5-4) per arri-vare al secondo posto che avrebbe significato promozione. Applausi, comunque, per Roberto Rustici, Marco Comincini, Mirco Cer-naz, Andrea Allegri, che il prossimo anno partiranno tra i favoriti.

D2 maschile (squadra B): 6° postoE’ stato l’ orgoglio della dirigenza asolana vedere due timidi adolescen-ti (Matteo Vagliani e Davide Gerevini) prendere man mano consa-pevolezza dei propri mezzi e battersi senza complessi contro atleti più esperti e navigati. Risultato: un crescendo di successi per i nostri due “pulcini” che ha stupito dirigenti, compagni di squadra (a turno Simona Soldi, Romano Rodella e Guido Monegatti) e soprattutto avversari.

Inoltre, ai Campionati Italiani giovanili svoltisi a Terni dal 27 aprile al 1° maggio, i giovani asolani hanno conquistato 2 medaglie d’oro, 4 d’argento e 3 di bronzo, portando a 32 i titoli nazionali nell’ Albo d’Oro della società nell’ultimo decennio: Simona Soldi e Marco Rech Daldosso: Campioni d’Italia doppio misto under 21. Marco Rech Daldosso e Valentina Macario (Pisogne) Campioni d’Italia doppio misto juniores. Marco Rech Daldosso medaglia d’argento singola-re maschile juniores. Marco Rech Daldosso e Davide Rossini (TT Brescia) medaglia d’argento doppio maschile juniores. Marco Rech Daldosso e Andrea Tarocco (TT Brescia) medaglia d’argento doppio maschile under 21. Simona Soldi e Chiara Trotti (Pisogne) medaglia d’ argento doppio femminile under 21. Le quattro medaglie d’argento sono frutto di finali perse sul filo di lana: il bottino poteva essere molto più ricco. Davide Gerevini e Matteo Vagliani medaglia di bronzo nella gara a squadre categoria ragazzi. Per quel che riguarda i cam-pionati a squadre: Tennistavolo Transfilm Asola medaglia di bronzo gara a squadre juniores. Sottolineiamo la bellissima medaglia di bron-zo di Simona Soldi nel singolare femminile under 21. Tutti risultati che confermano Asola ai vertici del pongismo giovanile nazionale.

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