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Software di Diagnosi e Certificazione Energetica degli Edifici su piattaforma web MANUALE UTENTE

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Manuale Utente software Celeste Regione Liguria - ultima versione 2009

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Software di Diagnosi e Certificazione

Energetica degli Edifici su piattaforma web

MANUALE UTENTE

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MANUALE UTENTE DOCETPRO

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Copyright © 2009 ITC-CNR – Alcuni Diritti Riservati – Quest’opera è rilasciata ai termini della licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Non Opere Derivate 2.5 Italia (http://creativecommons.org/licenses/by-nc/2.5/it/)

www.itc.cnr.it

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1. PREMESSA.......................................................................................................... 4

2. INTRODUZIONE.................................................................................................. 5

3. GUIDA ALLO STRUMENTO CELESTE .................................................................... 5

4. FABBISOGNO DI ENERGIA NETTA ...................................................................... 9

4.1. MODULI ........................................................................................................... 9 4.2. DATI DI CONTESTO ............................................................................................ 10 4.3. DATI DELL’EDIFICIO ........................................................................................... 12 4.4. AMBIENTI RISCALDATI......................................................................................... 13 4.5. INVOLUCRO OPACO ............................................................................................ 16 4.6. INVOLUCRO TRASPARENTE .................................................................................... 19

5. FABBISOGNO DI ENERGIA PRIMARIA .............................................................. 23

5.1. DATI GENERALI IMPIANTO..................................................................................... 24 5.2. IMPIANTI SOLARI............................................................................................... 25 5.2.1. SOLARE TERMICO .................................................................................... 25 5.2.2. FOTOVOLTAICO ....................................................................................... 26

5.3. SISTEMA DI GENERAZIONE.................................................................................... 27 5.3.1. GENERATORE TRADIZIONALE.................................................................... 28 5.3.2. MULTIGENERAZIONE................................................................................ 30 5.3.3. COGENERATORE ...................................................................................... 31 5.3.4. POMPA DI CALORE ................................................................................... 31

5.4. SISTEMA DI EMISSIONE ....................................................................................... 33 5.5. SISTEMA DI REGOLAZIONE.................................................................................... 34 5.6. SISTEMA DI DISTRIBUZIONE.................................................................................. 35 5.6.1. EDIFICIO ESISTENTE................................................................................ 35 5.6.2. EDIFICIO NUOVA COSTRUZIONE ............................................................... 35

5.7. SISTEMA DI ACCUMULO ....................................................................................... 38 5.8. ASSOCIAZIONE SOTTOSISTEMI............................................................................... 39 5.9. SISTEMA DI GENERAZIONE ACS ............................................................................. 39 5.10. SISTEMA DI DISTRIBUZIONE ACS ........................................................................... 40 5.10.1. RETE DI DISTRIBUZIONE.......................................................................... 41 5.10.2. CIRCUITO PRIMARIO ................................................................................ 42

5.11. SISTEMA DI ACCUMULO ACS................................................................................. 43 5.12. ASSOCIAZIONE SOTTOSISTEMI ACS ........................................................................ 45 5.12.1. RISCALDAMENTO + ACS........................................................................... 45

6. ANALISI COSTI/BENEFICI ............................................................................... 46

6.1. COSTI E SOVVENZIONI ........................................................................................ 46 6.2. ANALISI DELL’INTERVENTO ................................................................................... 47 6.3. RIEPILOGO INTERVENTI ....................................................................................... 47 6.4. UTILIZZO DELL’ANALISI COSTI/BENEFICI ................................................................... 48

7. CERTIFICAZIONE ENERGETICA ........................................................................ 51

ALLEGATO A: ............................................................................................................ 54

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1. Premessa

Nell’ultimo decennio si è assistito ad un cambiamento molto significativo nel settore delle politiche energetiche con particolare riferimento all’applicazione di nuovi strumenti normativi e nuove metodologie per l’applicazione di misure tecnico-normative finalizzate all’uso razionale dell’energia e la valutazione delle relative azioni di policy e progetti. L’applicazione dei Piani Energetici a livello regionale, provinciale e comunale, l’entrata in vigore del Testo Unico per l’edilizia, la Direttiva Europea sulla certificazione energetica degli edifici, i decreti legislativi di recepimento 192/05 e 311/06 sull’efficienza energetica degli edifici, le leggi regionali approvate od in via di approvazione, la liberalizzazione dei mercati nel settore elettrico e gas naturale ed altro ancora rappresentano alcune innovazioni che stanno indirizzando le Regioni e gli EE.LL. verso l’adozione di nuovi strumenti e l’approvazione di leggi atte a promuovere nuove politiche territoriali e nuove figure professionali. Dalla metà del 2008 sono state emanate le UNI TS 11300 parte 1 e 2 in accordo con le norme elaborate dal CEN nell’ambito del mandato M/343 a supporto della Direttiva 2002/91/CE sulle prestazioni energetiche degli edifici. In quest’ottica è nata l’esigenza di definire un unico strumento di calcolo nazionale che risponda alle diverse realtà regionali. L’obiettivo è quello di realizzare un portale web che supporta il motore di calcolo DOCETpro, con interfaccia personalizzata denominata CELESTE, aggiornato alle UNI TS 11300. DOCETpro è uno strumento di simulazione a bilanci mensili finalizzato solo alla certificazione energetica degli edifici e non alla progettazione. La nuova versione è stata completamente revisionata e riscritta con un nuovo linguaggio di programmazione, rispetto alla prima versione DOCET, e, oltre all’implementazione delle suddette metodologie, si focalizza sulla ricerca di approcci semplificati per facilitare l’inserimento dei dati relativamente ad edifici esistenti, definendo un’interfaccia utente direttamente on-line ancora più flessibile, chiara ed intuitiva. Il modello dell’edificio è definito dall’utente creando diverse superfici disperdenti, opache e trasparenti, orizzontali e verticali, nel grado di dettaglio che si ritiene opportuno, definendo un numero minimo di superfici per quelle che sono le differenze tra le caratteristiche costruttive, fisiche e di esposizione dei singoli elementi. Rispetto alla versione precedente quindi è possibile definire edifici, residenziali e non, con geometrie anche complesse e con pareti o serramenti differenti tra loro.

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2. Introduzione

L’obiettivo è quello di realizzare un portale web che supporta il nuovo software DOCETpro il quale a sua volta ripropone le funzionalità della prima versione dello strumento software, ma su piattaforma web, modificando le procedure di calcolo in conformità alle UNI TS 11300 e estendendo la valutazione a tipologie di edifici diverse dal residenziale. DOCETPRO è uno strumento di simulazione a bilanci mensili per la certificazione energetica degli edifici; l’attività di sviluppo dello strumento, oltre che all’implementazione delle suddette metodologie, si focalizza sulla ricerca di approcci semplificati per facilitare l’inserimento dei dati relativamente ad edifici esistenti, definendo un’interfaccia utente direttamente on-line flessibile, chiara ed intuitiva. Il manuale vuole fornire le informazioni necessarie per un corretto uso del software, attraverso l’interfaccia CELESTE, riducendo al minimo le interpretazioni soggettive dell’utente. In questo modo si vuole garantire analisi oggettive e una migliore ripetibilità e comparabilità dei risultati.

3. Guida allo strumento CELESTE

Lo strumento CELESTE permette di condurre valutazioni e certificazioni energetiche di edifici di nuova costruzione ed esistenti, per le destinazioni d’uso riportate nel DPR 26 agosto 1993, n. 412.

Una schermata tipo di CELESTE è la seguente: A. barra di selezione dei moduli o dei sottomoduli; B. riepilogo dei risultati; C. barra dei menù; D. area di inserimento dati.

Figura 1 – Schermata tipo di CELESTE

A

B

C

D

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A. BARRA DI SELEZIONE DEI MODULI O DEI SOTTOMODULI Le simulazioni energetiche vengono condotte attraverso tre moduli distinti:

• Fabbisogno di energia netta; • Fabbisogno energia primaria; • Analisi costi/benefici

Il fabbisogno di energia netta consente di valutare le prestazioni dell’involucro edilizio; il fabbisogno di energia primaria consente di valutare le prestazioni del sistema involucro- impianto; l’analisi costi benefici consente di valutare la fattibilità economica di uno o più interventi di riqualificazione energetica I tre moduli sono ulteriormente suddivisi in sottomoduli, all’interno dei quali vengono inseriti le informazioni dell’edificio analizzato.

Figura 2 – Suddivisione in sottomoduli

B. RIEPILOGO DEI RISULTATI In questa sezione è possibile visualizzare i risultati parziali dei moduli sopra descritti. Nel modulo Fabbisogno di energia netta i risultati visualizzati sono i seguenti:

• fabbisogno di energia netta, espresso in kWh; • energia netta specifica, espressa in kWh/m2a (kWh/m3a); • dispersioni per trasmissione, espressi in kWh; • apporti interni, espressi in kWh; • apporti solari, espressi in kWh; • portata d’aria, espressa in m3/h; • capacità termica kJ/m2K; • costante di tempo, espressa in h; • superficie utile, espressa in m2; • volume netto, espresso in m3; • fabbisogno ACS, espresso in kWh.

Figura 3 – Riepilogo risultati

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Nel modulo Fabbisogno energia primaria i risultati visualizzati sono i seguenti:

• energia primaria, espressa in kWh/m2a (kWh/m3a); • energia primaria riscaldamento, espressa in kWh/m2a (kWh/m3a); • energia primaria ACS, espressa in kWh/m2a (kWh/m3a); • rendimento medio stagionale; • emissioni di CO2, espresse in t/a; • energia fornita riscaldamento, espressa in kWh; • energia elettrica ausiliari riscaldamento, espressa in kWh; • energia fornita per acqua calda sanitaria, espressa in kWh; • energia elettrica consumata da rinnovabili, espressa in kWh; • energia elettrica esportata, espressa in kWh; • indice prestazione energetica climatizzazione invernale.

Figura 4 – Riepilogo risultati

Nel modulo Analisi costi/benefici i risultati visualizzati sono i seguenti: • tempo di ritorno semplice; • energia primaria risparmiata.

Figura 5 – Riepilogo risultati

C. BARRA DEI MENÙ La barra dei menù contiene le seguenti sezioni:

• aggiorna calcoli; • fac-simile certificato energetico; • certificato energetico pdf; • salva xml; • carica xml; • annulla lavoro.

Figura 6 – Barra dei menù

D. AREA DI INSERIMENTO DATI

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In questa area il certificatore inserisce i valori in input dei rispettivi moduli e sottomoduli. Una volta inseriti tutti i dati, per passare alla finestra successiva è necessario cliccare sul modulo o sottomodulo successivo.

È necessario inserire TUTTI i dati richiesti dallo strumento; la casella di colore rosa evidenzia il mancato inserimento di un dato. L’inserimento dei dati deve essere fatto in modo LINEARE, seguendo l’ordine di visualizzazione. Il software riconosce come separatore decimale sia il punto, “.”, sia la virgola, “,”. I dati numerici devono essere inseriti nella loro interezza (se il valore da inserire è 0,5 il software non riconosce la scrittura ,5)

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4. Fabbisogno di energia netta

4.1. Moduli

Il modulo Fabbisogno di energia netta è costituito da: • Dati di contesto: vengono inserite informazioni relative all’ubicazione dell’edificio

(regione, provincia, comune); • Dati dell’edificio: vengono inseriti i dati generali dell’edificio (anno di costruzione, tipo di

struttura portante, numero di piani climatizzati, destinazione d’uso, tipologia di costruzione);

• Ambienti riscaldati: in cui vengono inseriti i dati relativi all’ambiente riscaldato (dimensioni dell’ambiente riscaldato, caratteristiche della ventilazione, caratteristiche della capacità termica, fabbisogno di acqua calda sanitaria);

• Involucro opaco: vengono inseriti i dati relativi alle chiusure opache verticali e orizzontali (scelte tra tipologie di chiusure opache per la determinazione della trasmittanza termica, area della chiusura, esposizione, gradazione della finitura esterna);

• Involucro trasparente: vengono inseriti i dati relativi alle chiusure trasparenti (scelta tra tipologie di vetro e telaio per la determinazione di trasmittanza termica e fattore solare, superficie della chiusura trasparente, presenza di oscuranti, presenza di cassonetti, presenza di aggetti verticali e orizzontali).

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4.2. Dati di contesto

Figura 7 – Finestra Dati di contesto

Nel sottomodulo Dati di contesto vengono inseriti i dati relativi all’ubicazione e ai dati catastali dell’edificio oggetto della certificazione energetica. Viene chiesto il nome dell’edificio, in modo da identificarlo univocamente, la regione, la provincia e il comune; lo strumento carica automaticamente i valori di temperatura esterna media mensile, di irraggiamento medio mensile, di temperatura di progetto invernale, di zona climatica e gradi giorno e di tutte le caratteristiche relativi alla provincia di appartenenza. La sezione Correzione temperatura e irradianza, consente di determinare la temperatura e l’irradianza dei diversi comuni, in accordo con quanto riportato nella norma UNI 10349, tenendo conto dell’altitudine e della latitudine del comune in esame. I valori di temperatura e di irradianza vengono determinati scegliendo due località di riferimento, ovvero i capoluoghi di provincia più vicini in linea d’aria e sullo stesso versante geografico del comune considerato. Nel caso l’oggetto della certificazione sia situato all’interno di un capoluogo, all’interno di questa sezione sarà necessario inserire, per entrambe le opzioni, il nome del capoluogo considerato; così se l’edificio è ubicato a Genova, si sceglierà sia per la prima località di riferimento sia per la seconda l’opzione “Genova”. Le informazioni relative al certificato e al certificatore sono:

• nome certificatore; • numero del certificatore (identificativo di ogni soggetto abilitato alla certificazione

energetica);

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• numero del certificato; • data di rilascio del certificato; • data di scadenza del certificato: questa viene determinata automaticamente dal

software una volta inserito la data di rilascio; il certificato energetico ha una validità di 10 anni, oltre i quali scade.

Le informazioni catastali richieste sono: • ubicazione dell’edificio (via, piazza, ecc.); • proprietà dell’edificio (dati del proprietario); • anno di costruzione dell’edificio; • mappale; • sezione; • foglio; • subalterno.

Nella finestra Contesto è possibile indicare la presenza di edifici adiacenti, in modo da determinare l’ombra che questi proiettano sull’edificio in esame; questo causa una riduzione degli apporti solari, valutata con un apposito coefficiente di ombreggiamento dovuto a ostruzioni esterne. È possibile inserire un solo edificio per esposizione. L’inserimento dei dati

degli edifici adiacenti si effettua cliccando sull’icona , corrispondente a ciascuna esposizione; a questo punto si apre una finestra in cui vengono richieste l’altezza e la distanza dell’edifico adiacente e l’altezza dell’edifico in esame.

Per ogni edificio adiacente aggiunto è necessario salvare i dati cliccando sull’icona .

Figura 8 – Finestra Contesto

Nel caso di un appartamento posto al piano n dell’edificio, per altezza edifico si intende l’altezza lorda dell’appartamento e per altezza edifico adiacente l’altezza prendendo come quota di riferimento l’altezza del nostro appartamento, come mostrato in figura.

hED,ADIACENTE

Figura 9 – Definizione altezza edificio adiacente

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4.3. Dati dell’edificio

Figura 10 – Schermata Dati dell’edificio

Il sottomodulo Dati dell’edificio è a sua volta suddiviso nelle seguenti sezioni: A. Dati generali; B. Tipologia di struttura portante; C. Dati dell’edificio.

Nella sezione Dati generali è richiesto l’anno di costruzione dell’edificio. Lo strumento offre le seguenti opzioni:

• prima del 1976; • 1976-1985; • 1986-1991; • dopo il 1991.

La scelta dopo il 1991 si riferisce ad edifici costruiti dopo la Legge 10/91, Norme in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia. Se l’anno di costruzione dell’edificio ricade in questo intervallo, si attiva un ulteriore menù a scelta multipla che richiede se l’edificio sia di nuova costruzione o un edificio esistente. Nella sezione B è richiesta la tipologia costruttiva della struttura portante. Lo strumento offre le seguenti opzioni:

• muratura portante; • struttura mista in c.a + muratura; • cemento armato.

La scelta dell’anno di costruzione e della tipologia di struttura portante dell’edificio consentono di “filtrare” le successive scelte legate all’involucro opaco e trasparente. Nella sezione C è necessario inserire i seguenti dati:

• numero di piani climatizzati; • destinazione d’uso; • oggetto della certificazione.

Nel caso di un appartamento all’interno di un condominio, il numero di piani climatizzati si riferisce al numero di piani del condominio. Lo strumento consente di effettuare la certificazione energetica di edifici con diverse destinazioni d’uso; in particolare, in questa

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sezione, lo strumento propone le seguenti opzioni, in accordo alla classificazione contenuta nel D.P.R. 412/93:

• edifici residenziali; • edifici adibiti ad albergo, pensione ed attività similari; • edifici adibiti a uffici e assimilabili; • edifici adibiti ad ospedali, cliniche o case di cura e assimilabili; • cinema e teatri, sale di riunione per congressi; • mostre, musei e biblioteche, loghi di culto; • bar, ristoranti, sale da ballo; • edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili; • piscine, saune e assimilabili; • palestre e assimilabili; • servizi di supporto alle attività sportive; • edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili; • edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.

A seconda della destinazione d’uso, il software attribuisce all’edificio differenti temperature interne di termostatazione invernali e diversi apporti interni. Nel caso si scelga una destinazione d’uso residenziale, si attiva un ulteriore menù a scelta multipla in cui si richiede se l’oggetto della certificazione sia un appartamento o l’intero edificio.

4.4. Ambienti riscaldati

Figura 11 – Schermata Ambienti riscaldati

In questo sottomodulo vengono inseriti i dati specifici dell’edificio oggetto della certificazione energetica, ed è suddiviso nelle seguenti sezioni: A. calcolo del volume netto; B. apporti interni; C. ventilazione; D. capacità termica; E. acqua calda sanitaria.

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A. CALCOLO DEL VOLUME NETTO Nella sezione Calcolo del volume netto sono richieste le seguenti informazioni:

• tipologia di costruzione; • superficie utile riscaldata; • volume lordo riscaldato; • volume netto riscaldato; • superficie lorda disperdente.

La scelta della tipologia di costruzione è riferita allo spessore delle pareti esterne o alla presenza di partizioni interne; le scelte suggerite sono:

• parete > 0,45m; • parete ≤ 0,45m; • con partizioni interne; • senza partizioni interne.

La scelta di queste opzioni permette allo strumento di stimare il volume netto dell’edificio, in mancanza di dati più precisi; ciò avviene moltiplicando il volume lordo per un coefficiente associato a ciascuna scelta. La superficie utile riscaldata è la superficie degli ambienti riscaldati, comprese le partizioni interne, al netto delle pareti esterne. Nel caso di certificazione energetica di un edificio con più appartamenti, la superficie utile riscaldata è la somma della superficie utile di tutti gli appartamenti. Il volume lordo è il volume dell’edificio o dell’appartamento considerando le pareti e i solai perimetrali; nella Figura 12 è mostrata la suddivisione degli appartamenti di un edificio per il calcolo del volume lordo.

Figura 12 - Suddivisione degli appartamenti di un edificio per la determinazione del volume lordo.

Nel caso di un appartamento il volume lordo viene determinato considerando metà dei solai inferiore e superiore e metà delle pareti di divisione con un altro appartamento. Dopo aver scelto la tipologia di costruzione e inserito il volume lordo lo strumento suggerisce il valore del volume netto riscaldato. Se si è in possesso di dati più precisi è possibile sostituire il valore del volume netto all’interno della casella di testo; in caso contrario lo strumento utilizzerà il valore suggerito. La superficie lorda disperdente è necessaria per poter determinare il rapporto S/V dell’edificio; la superficie disperdente tiene in considerazioni tutte le superficie opache o trasparenti, verticali o orizzontali che disperdono verso l’esterno o verso un ambiente non riscaldato.

B. APPORTI INTERNI Nella sezione Apporti interni vengono inseriti i dati necessari per il calcolo degli apporti interni, in particolare sono richiesti:

• numero di appartamenti con Aapp < 170m2;

• numero di appartamenti con Aapp ≥ 170m2;

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• superficie totale dell’edificio: si riferisce alla superficie dell’intero edificio; nel caso di un appartamento è necessario inserire la superficie dell’intero edificio.

Nel caso del singolo appartamento si inserisce il valore 1 o 0 nelle caselle corrispondenti al numero di appartamenti a seconda che abbia un’area < o ≥ di 170m2. Se nella casella del numero di appartamenti con Aapp < 170m

2 si inserisce un numero >0 si attiva l’input superficie totale degli appartamenti con Aapp < 170m

2 in cui si inserisce la somma degli appartamenti con area < 170m2. Se si sta eseguendo la certificazione energetica di un appartamento (si è scelto come oggetto della certificazione l’opzione appartamento, v.di Dati dell’edificio), si attiva l’input superficie totale dell’edificio.

C. VENTILAZIONE Nella sezione Ventilazione vengono inseriti i dati relativi alla tipologia di sistema di ventilazione; lo strumento propone le seguenti opzioni:

• ventilazione naturale; • ventilazione meccanica.

A seconda della scelta, compaiono ulteriori menù a scelta multipla. Nel caso di ventilazione naturale, viene richiesto lo stato di conservazione dei serramenti, cui corrisponde un diverso ricambio orario; le opzioni proposte sono:

• buono (0,3 h-1); • discreto (0,3 h-1); • cattivo (0,3 h-1).

La distinzione dello stato di conservazione dei serramenti è solo qualitativa e non modifica il risultato dei calcoli. Nel caso di ventilazione meccanica viene richiesta la presenza di un recuperatore di calore. Nel caso sia presente è necessario inserire l’efficienza dello stesso (espressa in decimi). Nel caso non sia presente il recuperatore di calore si richiedono le caratteristiche delle bocchette di aspirazione cui lo strumento associa un coefficiente di contemporaneità, utilizzato nella determinazione delle perdite per ventilazione; le opzioni proposte sono:

• sistemi a portata costante, cui corrisponde un coefficiente pari a 1; • sistemi igro-regolabili, cui corrisponde un coefficiente pari a 0,6.

Infine è richiesta la portata d’aria di progetto media stagionale. D. CAPACITÀ TERMICA

Nella sezione Capacità termica (interna) sono presenti quattro menù a scelta multipla relativi alle caratteristiche delle chiusure verticali e delle pavimentazioni. La capacità termica viene determinata con l’indicazione dei seguenti parametri:

• numero di piani riscaldati (inserito nella sezione Dati dell’edificio); • tipo intonaco interno; • isolamento; • pareti esterne; • pavimenti; • capacità termica specifica.

Il tipo intonaco interno può essere di gesso o di malta; l’isolamento delle chiusure può essere interno o assente/esterno; le “pareti esterne” possono essere leggere/blocchi, medie o pesanti; i pavimenti” possono essere realizzati in materiale tessile (moquette), in legno o in piastrelle. Nel caso si scelga un isolamento interno, il menù a tendina relativo alla tipologia delle pareti esterne scompare, in quanto la capacità termica non dipende più da questo parametro. Una volta scelte le opzioni precedente il software mostra il valore della capacità termica assegnata; nel caso di dati più recisi è possibile modificare il data suggerito.

E. ACQUA CALDA SANITARIA Nella sezione Acqua calda sanitaria vengono richieste le informazioni per il calcolo del fabbisogno di ACS. Questo varia al variare della destinazione d’uso dell’edificio in esame. Alcune destinazioni d’uso non prevedono di default il calcolo del fabbisogno di ACS; queste sono:

• edifici adibiti a uffici e assimilabili; • cinema e teatri, sale di riunione per congressi; • mostre, musei e biblioteche, loghi di culto; • edifici adibiti ad attività commerciali e assimilabili; • edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili.

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Tuttavia per queste tipologie è possibile determinare il fabbisogno di ACS inserendo il volume di acqua specifico per usi sanitari, espresso in l/G. In tutti gli altri casi viene chiesto se sia presente l’impianto di produzione di ACS; il calcolo del fabbisogno dipende dalla destinazione d’uso dell’edificio. Nel caso sia presente l’impianto di ACS sarò possibile inserire i dati relativi all’impianto nel modulo Energia primaria, per determinare l’energia primaria per acqua calda sanitaria; nel caso non sia presente l’impianto di ACS, il fabbisogno viene comunque calcolato, e il fabbisogno di ACS viene determinato moltiplicando il fabbisogno di ACS per il fattore di energia primaria dell’energia elettrica. Nel caso di destinazione residenziale vengono richiesti le seguenti informazioni:

• N° appartamenti con Aapp ≤ 50m2;

• N° appartamenti con 50m2 < Aapp ≤ 200m2;

• Area media degli appartamenti con 50m2 < Aapp ≤ 200m2;

• N° appartamenti con Aapp > 200m2.

Nel caso di destinazione d’uso non residenziale viene richiesta il tipo di attività svolta all’interno dell’edificio; a seconda di questa scelta vengono poi richiesti il numero di posti letto, il numero di utenti, il numero di docce.

4.5. Involucro opaco

Il modello dell’edificio si costruisce attraverso l’inserimento di elementi costruttivi opachi e trasparenti con le specifiche caratteristiche tipologiche, termiche, fisiche, geometriche e di orientamento. Nel modulo Involucro opaco vengono inseriti, uno per volta, tutti gli elementi opachi confinati con l’esterno o con altri ambienti non riscaldati. L’inserimento deve essere fatto ciccando

sull’icona ; a questo punto si apre la finestra di inserimento dati. Se nel modulo Dati dell’edificio è stato selezionato un edificio costruito dopo il 1991, il software non suggerisce nessuna tipologia edilizia e il valore della trasmittanza termica deve essere inserito manualmente dall’utente. Nel caso l’edificio sia precedente al 1991, lo strumento offre una serie di dati per poter determinare la trasmittanza termica dell’elemento considerato. Il modulo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

A. nome elemento opaco; B. tipo di componente; C. descrizione elemento per ponte termico; D. fattore ponte termico; E. caratteristiche elemento; F. descrizione elemento per trasmittanza termica; G. spessori; H. ambiente circostante non riscaldato; I. fattore di correzione dello scambio termico; J. superficie elemento; K. trasmittanza termica; L. esposizione / gradazione finitura.

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Figura 13 – Finestra Involucro opaco

A. NOME ELEMENTO OPACO Il nome elemento opaco serve per poter definire univocamente l’elemento opaco.

B. TIPO COMPONENTE Il tipo di componete consente di distinguere tra chiusure verticali o chiusure orizzontali e permette la scelta tra le seguenti opzioni:

• chiusure verticali opache; • chiusure verticali opache verso ambienti interni; • coperture piane; • coperture a falde; • solai sotto ambienti non climatizzati; • solai su cantina; • solaio su vespaio o pilotis; • solaio a terra. C. DESCRIZIONE ELEMENTO PER PONTE TERMICO

Nella descrizione elemento per ponte termico vengono distinte gli elementi in funzione del ponte termico che possono presentare; in particolare le opzioni consentite sono:

• parete con isolamento dall’esterno (a cappotto) senza aggetti/balconi e ponti termici corretti;

• parete con isolamento dall’esterno (a cappotto) con aggetti/balconi; • parete omogenea in mattoni pieni o in pietra; • parete a cassa vuota con mattoni forati; • parete a cassa vuota con isolamento nell’intercapedine (ponte termico corretto); • parete a cassa vuota con isolamento nell’intercapedine (ponte termico non corretto); • pannello prefabbrica in cls con pannello isolante all’interno; • solai e coperture.

In funzione della selezione, viene assegnata all’elemento una maggiorazione percentuale per considerare l’effetto del ponte termico. La descrizione elemento per ponte termico è attiva solo nel caso di chiusure verticali; negli altri casi non viene considerata alcuna maggiorazione.

D. FATTORE PONTE TERMICO Il software mostra la maggiorazione dovuta al ponte termico; nel caso di dati più precisi è possibile modificare il valore di default.

E. CARATTERISTICHE ELEMENTO Nelle caratteristiche dell’elemento si chiede se l’elemento in esame sia isolato, non isolato o ristrutturato.

F. DESCRIZIONE ELEMENTO PER TRASMITTANZA TERMICA Nella selezione descrizione elemento per trasmittanza termica si determinano le tipologie edilizie adottate; in particolare sono offerte le seguenti opzioni:

• muratura di pietrame intonacata; • muratura di mattoni pieni intonacati sulle due facce; • muratura di mattoni semipieni o tufo; • pannello prefabbricato in calcestruzzo non isolato; • parete a cassa vuota con mattoni forati;

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• muratura di mattoni pieni intonacati sulle due facce; • muratura di mattoni forati intonacata sulle due facce; • parete in calcestruzzo intonacata; • parete a cassa vuota con mattoni forati; • copertura piana in laterocemento; • tetto a falda in laterizio; • tetto in legno; • soletta in laterocemento; • solaio in calcestruzzo tipo predalles; • soletta in laterocemento su cantina; • soletta in laterocemento su vespaio o pilotis; • basamento in calcestruzzo su terreno.

Nel caso il componente analizzato sia isolato o ristrutturato non viene richiesta la descrizione elemento per trasmittanza termica.

G. SPESSORI Si individuano gli spessori dell’elemento tecnico, variabili da 0,15m a 0,60m. Le scelte effettuate nelle sezioni (B,C,D,E,F) precedenti consento di determinare un valore di trasmittanza termica dell’elemento tecnico in esame, che può essere utilizzato dall’utente in mancanza di dati più precisi.

H. AMBIENTE CIRCOSTANTE NON RISCALDATO La sezione ambiente circostante non riscaldato è la definizione dell’ambiente non riscaldato con cui confina l’elemento tecnico inserito; questo consente di determinare il fattore di correzione dello scambio termico verso ambiente non riscaldato per il calcolo delle dispersioni per trasmissione. Lo strumento, consente la scelta dei seguenti ambienti confinanti:

• esterno; • ambiente con una parete esterna; • ambiente senza serramenti e con almeno due pareti esterne; • ambienti con serramenti e con almeno due pareti esterne; • ambienti con tre pareti esterne; • piano interrato o seminterrato senza finestre o serramenti esterni; • piano interrato o seminterrato con finestre o serramenti esterni; • sottotetto: tasso di ventilazione del sottotetto elevato senza rivestimento con feltro o

assito; • sottotetto: altro tetto non isolato; • sottotetto: tetto isolato; • aree di circolazione (senza muri esterni e con tasso di ricambi d'aria minore di 0,5 h-1); • pavimento controterra; • parete controterra; • pavimento su vespaio areato; • aree interne di circolazione liberamente ventilate (rapporto tra l'area delle aperture e

volume dell'ambiente maggior di 0,005 m2/m3). I. BTR

Il software mostra il valore del fattore btr, legato all’ambiente circostante; nel caso di dati più precisi è possibile modificare il valore di default.

J. SUPERFICIE ELEMENTO Si deve poi indicare la superficie dell’elemento opaco.

K. TRASMITTANZA TERMICA Nel caso l’anno di costruzione dell’edificio sia precedente al 1991, nella casella della trasmittanza termica lo strumento suggerisce un valore; questo tuttavia può essere modificato da parte dell’utente. Nel caso di edificio costruito dopo il 1991, la trasmittanza termica deve essere inserita dall’utente.

L. ESPOSIZIONE / GRADAZIONE FINITURA Le ultime due sezioni, esposizione e gradazione finitura.sono attive solo se nel caso si siano scelti elementi opachi confinanti con l’esterno. Nella prima si inserisce l’esposizione dell’elemento opaco. Nella seconda la gradazione della finitura esterna; lo strumento offre le seguenti opzioni:

• chiaro; • medio;

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• scuro. A questa caratteristica delle chiusure opache è associato il coefficiente di assorbimento che viene utilizzato per determinare il contributo delle chiusure opache agli apporti solari. Dopo l’inserimento di tutti i dati richiesti l’elemento opaco viene caricato cliccando sull’icona salva. Cliccando sull’icona annulla l’elemento non viene caricato e quindi non viene considerato nei calcoli. Ritornati nella schermata principale del modulo involucro opaco, gli elementi caricati vengono

visualizzati in una tabella di riepilogo; sul lato destro di ogni riga sono presenti tre icone: ,

e . La prima cancella l’elemento, la seconda consente di modificarlo e la terza permette la copia dell’elemento.

4.6. Involucro trasparente

Nel modulo Involucro trasparente vengono inseriti, uno per volta, tutti gli elementi trasparenti.

L’inserimento deve essere fatto ciccando sull’icona ; a questo punto si apre la finestra di inserimento dati. Il modulo è suddiviso nelle seguenti sezioni:

A. nome elemento trasparente; B. numero serramenti con medesime caratteristiche; C. tipo telaio; D. tipo vetro; E. gas di riempimento della vetrocamera; F. fattore solare; G. superficie serramento; H. fattore telaio; I. esposizione; J. oscuranti; K. resistenza termica addizionale; L. tipo tenda; M. fattore riduzione schermature mobili; N. fSHUT; O. trasmittanza termica serramento; P. cassonetto: tipo e superficie; Q. aggetto orizzontale / verticale: distanza finestra e profondità aggetto.

Il software, in base alle informazioni inserite, permette di determinare un valore di trasmittanza termica del serramento, che può essere utilizzato in mancanza di dati più precisi. La trasmittanza termica suggerita viene determinata dalla scelta dei seguenti dati: tipo telaio, tipo vetro, gas di riempimento della vetrocamera.

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Figura 14 – Finestra Involucro trasparente

A. NOME ELEMENTO TRASPARENTE Il nome elemento trasparente serve per poter definire univocamente l’elemento.

B. NUMERO SERRAMENTI CON MEDESIME CARATTERISTICHE In questa casella di testo è richiesto il numero di serramenti con le stesse caratteristiche. Due serramenti hanno le stesse caratteristiche se nelle sezioni seguenti si inseriscono gli stessi valori.

C. TIPO TELAIO La sezione tipo telaio consente di inserire il tipo il telaio del serramento e offre le seguenti opzioni:

• legno; • PCV - profilo vuoto : con due camere cave; • PCV - profilo vuoto : con tre camere cave; • metallo con taglio termico; • metallo + legno; • metallo. D. TIPO VETRO

La sezione tipo vetro consente la scelta tra diverse tipologie di vetro, dal vetro semplice a vetrocamere con lastre basso-emissive, cui è associato un fattore solare termico; il menù a scelta multipla offre le seguenti opzioni:

• vetro singolo : emissività 0,89; • doppio vetro normale :emissività 0,89; • doppio vetro con rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,20; • doppio vetro con rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,15; • doppio vetro con rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,10; • doppio vetro con rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,05; • triplo vetro normale : emissività 0,89; • triplo vetro con doppio rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,20; • triplo vetro con doppio rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,15; • triplo vetro con doppio rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,10; • triplo vetro con doppio rivestimento basso – emissivo : emissività ≤ 0,05.

La scelta del tipo di vetro suggerisce automaticamente il valore del fattore solare; l’utente può utilizzare tale valore, oppure modificarlo se in possesso di dati più precisi.

E. GAS RIMEPIMENTO VETROCAMERA

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Per poter determinare la trasmittanza termica del serramento suggerita dal software è necessario inserire il gas di riempimento della vetrocamera; il software suggerisce le seguenti opzioni:

• aria; • argon; • kripton; • SF6; • Xenon.

Nel caso si sia scelto un vetro semplice questo menù a tendina non compare. Ultimato l’inserimento di questi dati, nelle caselle relative al fattore solare e alla trasmittanza termica del serramento, sono presenti i valori suggeriti dallo strumento; l’utente può modificarli se in possesso di dati più precisi sull’elemento trasparente.

F. FATTORE SOLARE Il fattore solare del vetro viene suggerito dallo strumento oppure può essere inserito manualmente dall’utente.

G. SUPERFICIE SERRAMENTO Con superficie serramento si intende la superficie lorda.

H. FATTORE TELAIO Il fattore telaio indica la percentuale di telaio rispetto alla superficie della finestra. Il software assume di default il valore 0,20 che può essere modificato dall’utente, se in possesso di dati più precisi.

I. ESPOSIZIONE Si inserisce l’esposizione del serramento. Si possono inserire 8 esposizioni verticali e una orizzontale, per considerare la presenza di lucernari.

J. OSCURANTI Gli oscuranti aumentano la resistenza termica del serramento, riducendo le dispersioni per trasmissione. Le opzioni proposte sono le seguenti:

• nessuna; • chiusure avvolgibili in alluminio; • chiusure avvolgibili in legno e plastica senza riempimento in schiuma; • chiusure avvolgibili in plastica con riempimento in schiuma; • chiusure in legno da 25 mm a 30 mm di spessore. K. RESISTENZA TERMICA ADDIZIONALE

Agli oscuranti è associata una resistenza termica addizionale che riduce la trasmittanza termica della chiusura vetrata; può essere modificata dall’utente se in possesso di dati più precisi.

L. TIPO TENDA Le tende diminuiscono il fattore solare del vetro, riducendo gli apporti solari. Le opzioni proposte per la tipologia di tenda sono:

• nessuna; • veneziane bianche interne; • tende bianche interne; • tessuti colorati interni; • tessuti rivestiti interni; • veneziane bianche esterne; • tende bianche esterne; • tessuti colorati esterni; • tessuti rivestiti esterni. M. FATTORE RIDUZIONE SCHERMATURE MOBILI

Alla tipologia di tenda è associato un fattore di riduzione dovuto alle schermature mobili che riduce il fattore solare della chiusura trasparente; può essere modificato dall’utente se in possesso di dati più precisi.

N. FSHUT Rappresenta la frazione adimensionale della differenza cumulata di temperatura, derivate del profilo orario di utilizzo della chiusura oscurante e dal profilo orario della differenza tra temperatura interna ed esterna. Si considera un periodo giornaliero di 12 ore. In mancanza di dati precisi sui profili giornalieri il software suggerisce il valore di 0,6.

O. TRASMITTANZA TERMICA SERRAMENTO

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La trasmittanza termica del serramento viene suggerita dallo strumento oppure può essere inserita manualmente dall’utente.

P. CASSONETTO: TIPO E SUPERFICIE Nella sezione cassonetto si inseriscono le caratteristiche di questo elemento, in particolare: il tipo di cassonetto e l’area dello stesso. Sotto la voce tipo di cassonetto sono proposte le seguenti opzioni:

• isolato; • non isolato; • non presente.

Nel caso non sia presente il cassonetto, l’area dello stesso non viene richiesta. Q. AGGETTO ORIZZONTALE / VERTICALE

La presenza di aggetti orizzontali e verticali determinano una riduzione degli apporti solari a causa dell’ombra che proiettano sull’elemento trasparente. Per valutare la riduzione dovuta ad aggetti è necessario specificare la distanza dalla finestra, che rappresenta la distanza dell’aggetto dal centro della finestra, e la profondità dell’aggetto (vedi Figura 15).

Figura 15 – Aggetto orizzontale e aggetto verticale

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5. Fabbisogno di energia primaria

Il modulo fabbisogno energia primaria è suddiviso in 3 parti: • impianto di riscaldamento; • impianto di produzione ACS; • fonti rinnovabili (solare termico e fotovoltaico).

Ogni parte è suddivisa nei sottosistemi che costituiscono l’impianto; in particolare, l’impianto di riscaldamento è composto da:

• sistema di generazione; • sistema di emissione; • sistema di regolazione; • sistema di distribuzione; • sistema di accumulo.

L’impianto di produzione ACS è composto da: • sistema di generazione acs; • sistema di distribuzione acs; • sistema di accumulo ACS.

Per poter legare tra loro i vari sottosistemi sono stati predisposti duo sottomoduli, uno per ogni impianto:

• associazione sottosistemi riscaldamento; • associazione sottosistemi ACS.

Nel caso l’impianto non preveda il sottosistema, non è necessario inserire alcun dato. Nel caso di appartamento tutte le potenze sono moltiplicate per la quota millesimale dell'appartamento considerato

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5.1. Dati generali impianto

Figura 16 – Schermata Dati generali

Il modulo fabbisogno energia primaria inizia con i dati generali dell’impianto; in questo sottomodulo viene richiesto se all’interno dell’edificio siano presenti uno o più generatori di calore per il riscaldamento (multigenerazione1) e la tipologia di funzionamento dell’impianto. Il menù relativo agli ambienti riscaldati consente 3 opzioni:

• singolo generatore: all’interno dell’edificio è presente un unico generatore di calore; • più generatori per ambienti diversi: all’interno dell’edifico sono presenti più generatori

dedicati ad ambienti differenti; • più generatori per uno stesso ambiente: ci sono più generatori dedicati allo stesso

ambiente; • nessun generatore: all’interno dell’edificio non è previsto l’impianto di condizionamento;

in questo caso non sarà possibile inserire i componenti dell’impianto di riscaldamento (generazione, emissione, distribuzione, accumulo).

Relativamente alla tipologia di funzionamento si possono scegliere due opzioni: • produzione separata: con questa scelta si prevede un impianto di produzione di ACS

indipendente dall’impianto di riscaldamento; • produzione combinata: in questo caso un unico generatore soddisfa il fabbisogno di

riscaldamento e produzione di ACS.

1 È prevista la multigenerazione solo per generatori tradizionali

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Se si sceglie produzione combinata non sono richiesti i dati relativi al generatore di ACS.

Nel caso di sistema di riscaldamento costituito da stufa elettrica, è necessario scegliere l’opzione “nessun generatore”; in questo caso non è necessario inserire l’impianto di riscaldamento, l’energia primaria viene determinata moltiplicando l’energia netta per il fattore di energia primaria del mix elettrico

5.2. Impianti solari

In questo sottomodulo vengono inseriti i dati relativi all’impianti solare termico e fotovoltaico.

5.2.1. SOLARE TERMICO

Se è presente l’impianto solare termico i dati richiesti per il calcolo sono i seguenti: A. tipo utilizzo; B. area di apertura dei collettori; C. tipologia collettori solari; D. efficienza ottica dei collettori solari; E. coefficiente di dispersione termica del primo ordine; F. coefficiente di dispersione termica del secondo ordine; G. efficienza circuito; H. inclinazione collettori solari; I. esposizione collettori solari; J. tipologia solare termico; K. tipo serbatoio; L. volume nominale; M. potenza ausiliari; N. tipo tubazioni; O. posizione sistema di distribuzione.

Figura 17 – Schermata Impianto solare termico

A. TIPO UTILIZZO Se è presente un impianto solare termico viene richiesto la tipologia di utilizzo, ovvero:

• l’impianto ST è utilizzato esclusivamente per la produzione di ACS ; • l’impianto ST è utilizzato esclusivamente per il riscaldamento; • l’impianto ST è utilizzato sia per la produzione di ACS sia per il riscaldamento. B. AREA DI APERTURA DEI COLLETTORI SOLARI

L’area di apertura dei collettori è l’area totale di captazione esclusa quella occupata dai telai, espressa in m2.

C. TIPOLOGIA DI COLLETTORI SOLARI La scelta della tipologia di collettori solari consente di suggerire alcuni parametri richiesti successivamente, in particolare i coefficienti di dispersione tematica del primo (a1) e del

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secondo ordine (a2), tipici per ogni collettore solare. Le opzioni proposte per la tipologia di collettore sono:

• collettori solari vetrati; • collettori solari non vetrati; • collettori solari sottovuoto con assorbitore piatto; • collettori solari sottovuoto con assorbitore circolare. D. EFFICIENZA OTTICA DEI COLLETTORI SOLARI

Questo input si riferisce al fattore di efficienza del collettore solare a “perdite zero” determinato da test standard sulla base della EN 12975-2 e relazionato all’area di apertura del collettore stesso. Il software suggerisce di default un valore pari a 0,60; questo può essere sostituito dall’utente se in possesso di dati tecnici.

E. COEFFICIENTE DI DISPERSIONE TERMICA DEL PRIMO ORDINE Il coefficiente di dispersione termica del primo ordine dipende dalla tipologia di collettore solare (come specificato alla lettera C). Il software ne suggerisce il valore che può essere modificato dall’utente se in possesso di dati tecnici.

F. COEFFICIENTE DI DISPERSIONE TERMICA DEL SECONDO ORDINE Il coefficiente di dispersione termica del secondo ordine viene assunto di default pari a 0; questo valore può essere sostituito dall’utente se in possesso di dati tecnici.

G. EFFICIENZA DEL CIRCUITO È l’efficienza del circuito dell’impianto solare al netto delle dispersioni termiche. Se non fornito dal produttore si assume di default un valore pari a 0.8.

H. INCLINAZIONE DEI COLLETTORI SOLARI Si inserisce l’inclinazione dei collettori solari.

I. ESPOSIZIONE DEI COLLETTORI SOLARI Si inserisce l’esposizione dei collettori solari. Si possono inserire 5 esposizioni: Est, Sud, Ovest, Sud/Est, Sud/Ovest. le altre esposizioni non vengono considerate in quanto il collettore solare sarebbe colpito solo da luce solare diffusa.

J. TIPOLOGIA SOLARE TERMICO È possibile scegliere tra due tipologie di impianto solare termico:

• ad accumulo; • sistema diretto.

La prima scelta presuppone che sia presente un accumulatore;nel secondo caso non è presente l’accumulatore. Se l’impianto solare prevede un accumulatore (scelgo ad accumulo) vengono richiesti atri due input: tipo serbatoio e volume nominale.

K. TIPO SERBATOIO Sono proposte due tipologie di serbatoio di accumulo:

• serbatoio orizzontale; • serbatoio verticale. L. VOLUME NOMINALE

Viene richiesto il volume nominale dell’accumulatore. Espresso in l. M. POTENZA AUSILIARI

La potenza degli ausiliari dell’impianto solare termico viene suggerita dal software in funzione dell’area di apertura dei collettori; può essere modificata dall’utente se in possesso di dati più tecnici.

N. TIPO TUBAZIONI Le tubazioni dell’impianto solare termico possono essere isolate o non isolate; l’inserimento di questo dato consente di determinare i recuperi del sistema di back-up.

O. POSIZIONE SISTEMA DI DISTRIBUZIONE Il sistema di distribuzione dell’impianto solare termico può essere collocato:

• ambiente riscaldato; • ambiente non riscaldato; • esterno.

L’inserimento di questo dato consente di determinare i recuperi totali del sistema.

5.2.2. FOTOVOLTAICO

Se è presente l’impianto fotovoltaico i dati richiesto per il calcolo sono i seguenti: A. area moduli; B. tipologia moduli;

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C. integrazione moduli; D. esposizione moduli; E. inclinazione moduli.

Figura 18 – Schermata Impianto fotovoltaico

1. AREA MODULI L’area dei moduli fotovoltaici è l’area totale di captazione esclusa quella occupata dai telai, espressa in m2.

2. TIPOLOGIA MODULI La scelta della tipologia dei moduli fotovoltaici consente di determinare il rendimento di picco del sistema. È possibile scegliere tra le seguenti opzioni:

• monocristallino, con kpk = 0,15; • multicristallino, con kpk = 0,13; • silicio amorfo, con kpk = 0,06; • altri film sottili, con kpk = 0,035; • film sottile cooper-indium-galium-diseleined, con kpk = 0,105; • film sottile cadmium-telloride, con kpk = 0,095. 3. INTEGRAZIONE MODULI

L’integrazione dei moduli fotovoltaici con l’edificio influisce sulle prestazioni dell’impianto fotovoltaico. È possibile scegliere tra le seguenti opzioni, ordinate per livello prestazionale crescente:

• moduli non ventilati; • moduli moderatamente ventilati; • moduli fortemente ventilati. 4. ESPOSIZIONE MODULI

Si inserisce l’esposizione dei collettori solari. Si possono inserire 5 esposizioni: Est, Sud, Ovest, Sud/Est, Sud/Ovest. le altre esposizioni non vengono considerate in quanto il collettore solare sarebbe colpito solo da luce solare diffusa.

5. INCLINAZIONE MODULI Si inserisce l’inclinazione dei moduli fotovoltaici. Si possono inserire le seguenti inclinazioni: 0°, 15°, 30°, 45°, 60°, 90°.

5.3. Sistema di generazione

Nel sottomodulo Sistema di generazione vengono inseriti i dati relativi al generatore presente all’interno dell’edificio. L’aggiunta del singolo generatore si effettuata cliccando sull’icona

. A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al generatore. Come prima informazione, comune a tutte le tipologie di generatore, viene richiesta la descrizione del generatore, in modo da definirlo univocamente. CELESTE consente di scegliere tra diversi tipi di sistemi di generazione per il riscaldamento; in particolare, le opzioni proposte sono:

1. generatore tradizionale; 2. microcogeneratore; 3. pompa di calore.

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Figura 19 – Finestra caratteristiche Sistema di generazione

Un ulteriore informazione comune a tutti i generatori è il Riscaldamento ambienti; questo serve a definire se il generatore riscalda ambienti differenti o gli stessi ambienti. Nel primo caso è possibile scegliere un singolo generatore per ogni ambiente; nel secondo caso possono essere scelti più generatori. Nel caso di ambienti differenti i generatori di calore sono collegati in parallelo; nel secondo caso sono collegati in serie.

5.3.1. GENERATORE TRADIZIONALE

Se viene scelto un generatore tradizionale le informazioni richieste sono le seguenti: A. tipo di generatore tradizionale; B. potenza termica utile; C. millesimi calore; D. posizione generatore; E. altezza camino; F. temperatura media caldaia; G. generatore monostadio; H. temperatura di ritorno; I. tipologia camino; J. potenza ausiliari a carico nullo, intermedio, pieno / potenza ausiliari generazione; K. tipo combustibile.

I dati da A a H servono per determinare il rendimento del generatore scelto.

Figura 20 – Finestra Generatore tradizionale

A. TIPO GENERATORE Le scelte proposte in questo menù a scelta multipla sono:

• generatori di calore atmosferici tipo B classificati** antecedenti al 1996; • generatori di calore atmosferici tipo B classificati *; • generatori di calore atmosferici tipo B classificati ** posteriori al 1996; • generatori di calore a camera stagna tipo C classificati ***; • generatori di calore a gas o gasolio, bruciatore ad aria soffiata o premiscelati,

classificati ** antecedenti al 1996; • generatori di calore a gas o gasolio, bruciatore ad aria soffiata o premiscelati,

classificati *; • generatori di calore a gas o gasolio, bruciatore ad aria soffiata o premiscelati,

classificati **; • generatori di calore a gas a condensazione classificati ****;

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• generatori di aria calda a gas o gasolio, funzionamento on-off. Generatori di aria calda a gas a camera stagna, funzionamento on-off;

• generatori di aria calda a gas o gasolio, funzionamento bistadio o modulante. Generatori di aria calda a gas a camera stagna, bistadio o modulante;

• generatori di aria calda a gas a condensazione regolazione modulante aria gas. Ad ogni tipologia di generatore è associato un valore di base del rendimento cui dovranno essere sottratte delle percentuali a seconda delle scelte seguenti.

B. POTENZA TERMICA UTILE Viene richiesta la potenza termica utile del generatore, espressa in kW, ovvero la potenza termica.

C. MILLESIMI CALORE Nel caso di sistemi di riscaldamento centralizzati (ambienti riscaldati = più generatori per ambienti diversi) vengono richiesti per ogni generatore i millesimi di calore di riscaldamento. Ci sono diversi modi per determinare i millesimi di calore, alcuni dei quali sono:

• in base alle dispersioni termiche delle varie chiusure; • in base alla superficie radiate (ad esempio al numero di elementi dei radiatori).

Se i radiatori sono tutti dello stesso tipo, si tiene conto del numero di elementi di cui sono composti. Si fa poi la somma degli elementi esistenti nel palazzo e i millesimi sono suddivisi in base al numero di elementi posseduto da ciascun proprietario. Quando i radiatori sono di tipo diverso, la cosa si fa più complicata: vanno valutate le loro caratteristiche tecniche, in particolare l'ampiezza della loro superficie radiante.

D. POSIZIONE GENERATORE Il generatore di calore può essere installato all’interno o all’esterno dell’ambiente. Nel caso sia installato all’esterno il valore corrispondente da sottrarre al rendimento di base è maggiore.

E. ALTEZZA CAMINO L’input altezza camino si attiva solo in funzione di alcune tipologie di generatore tradizionale. È possibile scegliere tra due opzioni:

• camino > 10m; • camino ≤ 10m.

Nel caso il camino abbia un’altezza > 10m il valore corrispondente da sottrarre al rendimento di base è maggiore.

F. TEMPERATURA MEDIA CALDAIA È possibile scegliere tra due opzioni:

• > 65°; • ≤ 65°.

Nel caso la temperatura media dell’acqua in caldaia sia > 65° il valore corrispondente da sottrarre al rendimento di base è maggiore.

G. GENERATORE MONOSTADIO L’input generatore monostadio si attiva solo in funzione di alcune tipologie di generatore tradizionale. Il generatore può essere mono o pluristadio: i generatori monostadio sono quelli con un regime di funzionamento costante; i generatori pluristadio sono quelli con un regime di funzionamento a gradini. Nel caso il generatore sia monostadio il valore corrispondente da sottrarre al rendimento di base è maggiore.

H. TEMPERATURA DI RITORNO IN CALDAIA L’input temperatura di ritorno in caldaia si attiva solo in funzione di alcune tipologie di generatore tradizionale. Lo strumento consente all’utente di scegliere un intervallo di temperatura di ritorno del fluido termovettore in caldaia; in particolare:

• Tritorno < 40° • 40° ≤ Tritorno < 50° • 50° ≤ Tritorno < 60° • Tritorno ≥ 60° I. Tipologia camino

Se l’impianto di riscaldamento ha un camino di altezza superiore ai 10m viene richiesto se sia presente un dispositivo di chiusura dell’aria comburente. Nel caso questo dispositivo non sia presente il valore corrispondente da sottrarre al rendimento di base è maggiore.

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J. POTENZA AUSILIARI A CARICO NULLO, INTERMEDIO, PIENO / POTENZA AUSILIARI GENERAZIONE

La potenza degli ausiliari a carico nullo / intermedio / pieno serve per il calcolo degli ausiliari di generazione. Il valore viene determinata dallo strumento in funzione del tipo di generatore installato; nel caso l’utente sia in possesso di dati più precisi, il valore suggerito, espresso in kW, può essere sostituito manualmente. Nel caso di edificio costruito dopo il 1991 le potenze degli ausiliari a carico nullo, intermedio, pieno sono sostituite con l’input potenza degli ausiliari di generazione.

La potenza elettrica dei generatori di calore comprende normalmente la potenza elettrica totale di tutti gli ausiliari montati a bordo del generatore. Sono ovviamente escluse eventuali pompe installate sul circuito primario di generazione esterne al generatore.

K. TIPO COMBUSTIBILE

Infine viene richiesto il tipo di combustibile utilizzato per la generazione di calore. Ogni combustibile è caratterizzato da uno specifico fattore di energia primaria e da un fattore di emissioni di CO2; questi sono necessari per calcolare il fabbisogno di energia primaria e la produzione di CO2 dell’edificio.

Il salvataggio del sistema di generazione viene fatto cliccando sull’icona . Il sistema di generazione può essere cancellato o modificato cliccando rispettivamente

sull’icona e sull’icona .

5.3.2. MULTIGENERAZIONE

È prevista la possibilità di multigenerazione di generatori tradizionali. Nel caso si sia scelto l’opzione più generatori per lo stesso ambiente o più generatori per ambienti diversi (vedi 5.1) è possibile inserire più generatori di calore tradizionali. Il software consente l’inserimento di n sistemi di generazione e per ogni sottosistema; nella Figura 21 è rappresentato le configurazione possibili dell’impianto di riscaldamento: più generatori collegati ad un unico flusso di sottosistemi. Il software consenti di inserire un unico flusso di sottosistemi.

Figura 21 – Schema di multigenerazione

Una volta inseriti gli n generatori tradizionali e i vari sottosistemi ad essi associati è possibile andare a “costruire” l’impianto all’interno del modulo Associazione sottosistemi (vedi 5.8). ad entrambi i generatori sono associati i medesimi sottosistemi. Si procede nel modo seguente:

• si associano i sottosistemi E, R, D, A al generatore G1, come mostrato in Figura 22.

Figura 22 – Associazione generatore G1

Si associano gli stessi sottosistemi al generatore G2, come mostrato in Figura 22.

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Figura 23 - Associazione generatore G2

5.3.3. COGENERATORE

Se viene scelto un cogeneratore le informazioni richieste sono le seguenti: A. tipo di cogeneratore; B. potenza termica utile; C. rendimento termico / elettrico; D. tipo combustibile.

Figura 24 - Finestra Cogeneratore

A. TIPO DI COGENERATORE Le scelte proposte in questo menù a scelta multipla sono:

• MCI (motore a combustione interna a gas); • MCI (motore a combustione interna a diesel); • microturbina; • motore di Stirling; • pila a combustibile. 2. POTENZA TERMICA INSTALLATA

Viene richiesta la potenza termica installata del cogeneratore, espressa in kW. 3. RENDIMENTO TERMICO/ELETTRICO

Il sistema CHP è in grado di produrre sia energia termica sia elettrica a partire da un unico combustibile. Un sistema CHP è quindi caratterizzato da un rendimento termico e da un rendimento elettrico. In entrambi i casi il software suggerisce un valore che può essere sostituito dall’utente, se in possesso di dati più recisi.

4. TIPO COMBUSTIBILE Analogamente a quanto visto nel caso del generatore tradizionale, è necessario inserire il tipo di combustibile utilizzato da cogeneratore.

5.3.4. POMPA DI CALORE

Se viene scelta una pompa di calore le informazioni richieste sono le seguenti: A. tipo di pompa di calore; B. tipo di scambio; C. potenza termica installata; D. COP alla temperatura di riferimento; E. temperatura in uscita dal pozzo caldo in condizioni di riferimento; F. temperatura in ingresso alla sorgente fredda in condizioni di riferimento; G. temperature in uscita dal pozzo caldo in condizioni di funzionamento; H. potenza ausiliari;

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I. tipo combustibile.

Figura 25 – Finestra Pompa di calore

A. TIPO DI POMPA DI CALORE Le pompe di calore possono essere:

• tradizionale; • ad assorbimento. B. TIPO DI SCAMBIO

Nel menù Tipo di scambio sono proposte le modalità di trasferimento di calore tra il fluido termovettore e l’ambiente esterno. Le opzioni proposte sono:

• terra - acqua (pompe geotermiche); • acqua - acqua; • aria – acqua; • aria – aria. C. Potenza termica installata

Viene richiesta la potenza della pompa di calore, espressa in kW. D. COP Alla Temperatura Di Riferimento

Il COP alla temperatura di riferimento è il COP della pompa di calore determinato in condizioni standard.

E. TEMPERATURA IN USCITA DAL POZZO CALDO IN CONDIZIONI DI RIFERIMENTO Il pozzo caldo è il fluido termovettore da riscaldare. Questo input si riferisce alla temperatura del fluido termovettore nel condensatore in condizioni standard.

F. TEMPERATURA IN INGRESSO ALLA SORGENTE FREDDA IN CONDIZIONI DI RIFERIMENTO

La sorgente fredda è il mezzo esterno da cui si estrae calore. Questo input si riferisce alla temperatura del fluido termovettore nell’evaporatore in condizioni standard.

G. TEMPERATURA IN INGRESSO ALLA SORGENTE FREDDA IN CONDIZIONI DI FUNZIONAMENTO

Questo input viene richiesto nel caso di pompe di calore terra-acqua, acqua-acqua e aria –acqua; viene suggerito il valore di default di 15°C.

H. TEMPERATURE IN USCITA DAL POZZO CALDO IN CONDIZIONI DI FUNZIONAMENTO Questo input si riferisce alla temperatura del fluido termovettore nel condensatore in condizioni di funzionamento.

I. POTENZA AUSILIARI Viene richiesta la potenza degli ausiliari della pompa di calore, espressa in kW.

J. TIPO COMBUSTIBILE Analogamente a quanto visto nel caso del generatore tradizionale, è necessario inserire il tipo di combustibile utilizzato dalla pompa di calore.

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5.4. Sistema di emissione

Il sottomodulo Sistema di emissione consente di inserire i dati relativi ai terminali di emissione.

L’aggiunta del singolo terminale si effettuata cliccando sull’icona . A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al sistema di emissione. Le informazioni richieste nel sottomodulo sono le seguenti:

A. descrizione; B. tipo terminale; C. altezza locale; D. potenza ausiliari; E. tipo funzionamento del ventilatore; F. esponente curva caratteristica.

Figura 26 – Finestra Sistema di emissione

A. DESCRIZIONE Come prima informazione, viene richiesta la descrizione del sistema di emissione, in modo da definirlo univocamente.

B. TIPO TERMINALE Lo strumento consente di scegliere tra le seguenti opzioni:

• radiatori su parete esterna isolata; • radiatori su parete interna; • ventilconvettori con tmedia dell’acqua = 45°; • termoconvettori; • bocchette in sistemi ad aria calda; • pannelli isolati annegati a pavimento; • pannelli annegati a pavimento; • pannelli annegati a soffitto; • pannelli a parete; • generatore d’aria calda singolo a basamento o pensile; • aerotermi ad acqua; • generatore d’aria calda singolo pensile a condensazione; • strisce radianti ad acqua, a vapore, a fuoco diretto; • riscaldatori ad infrarossi; • radiatori su parete esterna non isolata; • radiatori su parete esterna isolata riflettente; • radiatori su parete esterna non isolata riflettente; • radiatori su parete esterna isolata con T ≤ 65°; • radiatori su parete esterna non isolata con T ≤ 65°. C. ALTEZZA LOCALE

Viene richiesta l’altezza del locale in cui è installato il sistema di emissione. D. POTENZA TERMICA UNITÀ TERMINALI

Nel caso di edifici di nuova costruzione viene richiesta la potenza termica delle unità terminali del sistema di emissione.

E. POTENZA AUSILIARI La potenza degli ausiliari del sistema di emissione viene richiesta solo per alcune tipologie di terminale; in particolare:

• ventilconvettori con tmedia dell’acqua = 45°; • termoconvettori; • generatore d‘aria calda singolo a basamento o pensile;

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• aerotermi ad acqua; • generatore d’aria calda singolo pensile a condensazione.

Negli altri casi il menù a scelta multipla non viene visualizzato. F. TIPO FUNZIONAMENTO DEL VENTILATORE

Analogamente a quanto visto per la Potenza ausiliari, il Tipo funzionamento del ventilatore viene attivato solo per alcune tipologie di terminale. In questo caso le opzioni proposte sono:

• con arresto; • continuo. G. ESPONENTE CURVA CARATTERISTICA

Valore tipico di ciascun sistema di emissione che dipende dallo scambio termico; il software suggerisce un valore di default che può essere modificato dall’utente se in possesso di dati più precisi.

Il salvataggio del sistema di emissione viene fatto cliccando sull’icona . Il sistema di emissione può essere cancellato o modificato cliccando rispettivamente sull’icona

e sull’icona .

5.5. Sistema di regolazione

Il sottomodulo Sistema di regolazione consente di inserire uno o più tipologie di regolazione. L’aggiunta della singola regolazione si effettuata cliccando sull’icona

. A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al sistema di regolazione. Le informazioni richieste nel sottomodulo sono le seguenti:

A. descrizione; B. tipo regolazione; C. caratteristiche regolazione.

Figura 27 – Finestra Sistema di regolazione

A. DESCRIZIONE Come prima informazione, viene richiesta la descrizione del sistema di regolazione, in modo da definirlo univocamente.

B. TIPO REGOLAZIONE Le opzioni proposte sono le seguenti:

• solo climatica; • solo ambiente con regolatore; • climatica + ambiente con regolatore; • solo zona con regolatore; • climatica + zona con regolatore; • termostato caldaia.

La regolazione climatica e il termostato di caldaia sono tipologie di regolazione che regolano direttamente il generatore di calore; le altre tipologie regolano invece direttamente il sistema di emissione.

C. CARATTERISTICHE REGOLAZIONE Nelle caratteristiche di regolazione l’utente deve scegliere il modo di funzionamento del sistema, ovvero:

• on /off: il dispositivo più diffuso costituito da un interruttore la cui azione tutto-niente è comandata da una variazione di temperatura di un elemento sensibile;

• PI o PID • banda 0.5° C: è in grado di regolare la temperatura ambiente nel punto di riferimento

entro i limiti di ± 0,25 °C;

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• banda 1° C: è in grado di regolare la temperatura ambiente nel punto di riferimento entro i limiti di ± 0,5 °C;

• banda 2° C: è in grado di regolare la temperatura ambiente nel punto di riferimento entro i limiti di ± 1 °C.

nel caso di regolazione con sonda climatica e termostato di caldaia non vengono richieste le caratteristiche di regolazione.

Il salvataggio del sistema di regolazione viene fatto cliccando sull’icona . Il sistema di regolazione può essere cancellato o modificato cliccando rispettivamente sull’icona

e sull’icona .

5.6. Sistema di distribuzione

Il sottomodulo Sistema di distribuzione consente di inserire i dati relativi alla distribuzione. L’aggiunta della singola distribuzione si effettuata cliccando sull’icona

. A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al sistema di distribuzione. L’inserimento dei dati del sistema di distribuzione varia a seconda che l’edificio sia esistente o in fase di costruzione: nel primo caso il calcolo delle perdite viene effettuato considerando il rendimento del sistema di distribuzione; nel secondo caso il calcolo delle viene effettuato in funzione della lunghezza e della trasmittanza lineica delle tubazioni. In entrambi i casi vengono richiesti i seguenti dati:

A. descrizione; B. potenza ausiliari; C. tipo di funzionamento della pompa; D. sistema asservito al generatore;

5.6.1. EDIFICIO ESISTENTE

Nel caso di edificio esistente le informazioni richieste sono: E. tipo di distribuzione; F. periodo di costruzione delle tubazioni; G. tipo di isolamento delle tubazioni.

Figura 28 – Finestra Sistema di distribuzione, edificio esistente

5.6.2. EDIFICIO NUOVA COSTRUZIONE

Nel caso di edificio di nuova costruzione le informazioni richieste sono: H. densità fluido termovettore; I. portata fluido termovettore; J. prevalenza; K. lunghezza tubazioni; L. trasmittanza termica tubazioni; M. temperatura di mandata del fluido termovettore nelle tubazioni; N. temperatura di ritorno del fluido termovettore nelle tubazioni; O. posizione tubazione; P. ubicazione centrale termica; Q. fattore correzione ubicazione centrale termica.

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Figura 29 – Finestra Sistema di distribuzione, edificio di nuova costruzione

A. DESCRIZIONE Come prima informazione, viene richiesta la descrizione del sistema di distribuzione, in modo da definirlo univocamente.

B. POTENZA AUSILIARI Viene richiesta la potenza delle pompe di circolazione, espressa in W.

C. TIPO DI FUNZIONAMENTO DELLA POMPA Le pompe di circolazione del sistema di distribuzione possono funzionare:

• a velocità costante; • a velocità variabile.

Ad ogni tipologia di funzionamento è associato un fattore, FV, pari a 1 nel caso di pompe a velocità costante e 0,6 nel caso di pompe con velocità variabile.

D. SISTEMA ASSERVITO AL GENERATORE Il funzionamento delle pompe di circolazione del sistema di distribuzione può essere dipendente o indipendente dal generatore di calore; nel primo caso si dice che il sistema è asservito al generatore, nel secondo non asservito.

E. TIPO DI DISTRIBUZIONE Il software permette di scegliere tra le seguenti opzioni:

• impianti autonomi; • impianti centralizzati con distribuzione orizzontale; • impianti centralizzati con montanti di distribuzione

Nelle Figura 30, Figura 31, Figura 32 sono rappresentati gli schemi degli impianti di distribuzione:

Figura 30 – Impianti autonomi

Figura 31 – Distribuzione orizzontale

Figura 32 – Distribuzione

verticale

F. PERIODO DI COSTRUZIONE DELLE TUBAZIONI Per il periodo di costruzione del sistema di distribuzione sono proposti 3 intervalli:

• prima 1976; • 1977 – 1993;

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• dopo 1993. Questo input viene richiesto solo quando il sistema di distribuzione è costituito da impianti centralizzati con montanti di distribuzione.

G. TIPO DI ISOLAMENTO DELLE TUBAZIONI. La scelta dell’isolameno delle tubazioni varia in funzione dell’anno di realizzazione. Le opzioni proposte sono:

• insufficiente: periodo di realizzazione antecedente al 1961; • medio: periodo di realizzazione 1961-1976; • discreto: periodo di realizzazione 1977-1993; • legge 10/91: periodo di realizzazione dopo 1993. H. DENSITÀ FLUIDO TERMOVETTORE

Si assume un valore pari a 1 kg/m3 per l’acqua. I. PORTATA FLUIDO TERMOVETTORE

Si inserisce il valore della portata delle tubazioni, espressa in l/h. J. PREVALENZA

La prevalenza è il dislivello massimo di sollevamento che una pompa può complessivamente fare superare ad un fluido.

K. LUNGHEZZA TUBAZIONI Negli edifici di nuova costruzione, è necessario inserire la lunghezza delle tubazioni del sistema di distribuzione; questo dato è ricavabile dai documenti di progetto dell’impianto di riscaldamento. Nel caso di impianti autonomi si inserisce la lunghezza complessiva delle tubazioni. Nel caso di impianti centralizzati, la lunghezza delle tubazioni del singolo appartamento deve essere ponderato sull’area complessiva dell’edificio, in modo da assegnare ad ogni unità abitativa la quota percentuale di perdite del sottosistema.

L. TRASMITTANZA TERMICA TUBAZIONI Viene richiesta la trasmittanza lineica delle tubazioni, espressa in W/mK, variabile in funzione dell’isolamento. Valori standard di trasmittanza lineica sono riportati nella norma UNI TS 11300-2.

M. TEMPERATURA DI MANDATA DEL FLUIDO TERMOVETTORE NELLE TUBAZIONI Viene richiesta la temperatura di mandata di progetto.

N. TEMPERATURA DI RITORNO DEL FLUIDO TERMOVETTORE NELLE TUBAZIONI Viene richiesta la temperatura di ritorno di progetto.

O. POSIZIONE TUBAZIONE La posizione della tubazione consente di determinare la temperatura dell’ambiente circostante le tubazioni stesse. Le opzioni proposte sono:

• tubazioni all’interno; • murature affacciate all’interno; • tubazioni affacciate all’esterno; • tubazioni affacciate su locali non riscaldati; • tubazioni in centrale termica; • tubazioni interrate. P. UBICAZIONE CENTRALE TERMICA

Nel caso nella selezione precedente si scelga centrale termica, si attiva questo nuovo input, in cui viene richiesta la posizione della centrale stessa:

• centrale termica sotto il piano campagna; • centrale termica adiacente ad ambiente a temperatura controllata; • centrale termica isolata o adiacente a locale non riscaldato. Q. FATTORE CORREZIONE UBICAZIONE CENTRALE TERMICA

Ad ogni scelta sull’ubicazione della centrale termica corrisponde un fattore di correzione della temperatura; l’utente può modificare tale valore di default se in possesso di dati più precisi.

Il salvataggio del sistema di distribuzione viene fatto cliccando sull’icona . Il sistema di distribuzione può essere cancellato o modificato cliccando rispettivamente

sull’icona e sull’icona .

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5.7. Sistema di accumulo

Il sottomodulo Sistema di accumulo consente di inserire i dati relativi all’accumulatore.

L’aggiunta del singolo accumulatore si effettuata cliccando sull’icona . A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al sistema di accumulo. Vengono richiesti i seguenti dati:

A. descrizione; B. superficie serbatoio; C. tipo isolamento; D. spessore isolante accumulatore; E. temperatura dell’acqua nel serbatoio; F. ubicazione. G.

Figura 33 – Finestra Sistema di accumulo

A. DESCRIZIONE Come prima informazione, viene richiesta la descrizione del sistema di accumulo, in modo da definirlo univocamente.

B. SUPERFICIE SERBATOIO Viene richiesta la superficie disperdente del serbatoio di accumulo.

C. TIPO DI ISOLAMENTO Il serbatoio di accumulo può essere non isolato oppure isolato.

D. SPESSORE ISOLANTE ACCUMULATORE Se il serbatoio è isolato si attiva l’input relativo allo spessore dell’isolante, espresso in m.

E. TEMPERATURA DELL’ACQUA NEL SERBATOIO Questo dato è riportato sul termometro presente sul serbatoio.

F. UBICAZIONE La posizione del serbatoio consente di determinare la temperatura dell’ambiente circostante. Le opzioni proposte sono:

• esterno; • ambiente con una parete esterna; • ambiente senza serramenti e con almeno due pareti esterne; • ambienti con serramenti e con almeno due pareti esterne; • ambienti con tre pareti esterne; • piano interrato o seminterrato senza finestre o serramenti esterni; • piano interrato o seminterrato con finestre o serramenti esterni; • sottotetto: tasso di ventilazione del sottotetto elevato senza rivestimento con feltro o

assito; • sottotetto: altro tetto non isolato; • sottotetto: tetto isolato; • aree di circolazione (senza muri esterni e con tasso di ricambi d'aria minore di 0,5 h-1); • pavimento controterra; • parete controterra; • pavimento su vespaio areato; • aree interne di circolazione liberamente ventilate (rapporto tra l'area delle aperture e

volume dell'ambiente maggior di 0,005 m2/m3); • interno.

Il salvataggio del sistema di accumulo viene fatto cliccando sull’icona .

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Il sistema di accumulo può essere cancellato o modificato cliccando rispettivamente sull’icona

e sull’icona .

5.8. Associazione sottosistemi

Il sottomodulo Associazione sottosistemi consente di “costruire” l’impianto di riscaldamento, scegliendo i sottosistemi inseriti precedentemente.

Figura 34 – Finestra Associazione sottosistemi

Il sottomodulo è costituito da 5 menù a tendina, ciascuno per ciascun sottosistema: • sottosistema di emissione; • sottosistema di regolazione; • sottosistema di distribuzione; • sottosistema di accumulo; • sottosistema di generazione.

Selezionando il menù a tendina, vengono presentate due opzioni: • assente; • il nome dato al sottosistema corrispondente.

Nel caso non sia presente un sottosistema, ad esempio quello di accumulo, si sceglierà l’opzione assente.

Figura 35 – Finestra Associazione sottosistemi: “costruzione” dell’impianto

5.9. Sistema di generazione ACS

Nel sottomodulo Sistema di generazione vengono inseriti i dati relativi al generatore di ACS presente all’interno dell’edificio. L’aggiunta del singolo generatore si effettuata cliccando

sull’icona . A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al generatore di ACS. L’inserimento del generatore di ACS è vincolato alla scelta della tipologia di funzionamento dell’impianto effettuata nel sottomodulo Dati generali impianti. Se nell’edificio è previsto un unico generatore per riscaldamento e per la produzione di ACS, non sono richiesti i dati relativi al generatore di ACS. Se la produzione di calore per il riscaldamento e per la produzione di ACS sono separati, i dati richiesti per il generatore di ACS sono:

A. descrizione; B. tipo boiler; C. rendimento generatore; D. potenza installata; E. potenza ausiliario di generazione ACS; F. tipo combustibile.

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Figura 36 – Finestra Sistema di generazione ACS

A. DESCRIZONE Come prima informazione, viene richiesta la descrizione del sistema di generazione ACS, in modo da definirlo univocamente.

B. TIPO BOILER Le scelte proposte in questo menù a scelta multipla sono:

• generatore a gas di tipo istantaneo per sola produzione di ACS: tipo B con pilota permanente;

• generatore a gas di tipo istantaneo per sola produzione di ACS: tipo B senza pilota; • generatore a gas di tipo istantaneo per sola produzione di ACS: tipo C senza pilota; • generatore a gas ad accumulo per sola produzione di ACS: tipo B con pilota

permanente; • generatore a gas ad accumulo per sola produzione di ACS: tipo B senza pilota; • generatore a gas ad accumulo per sola produzione di ACS: tipo C senza pilota; • bollitore elettrico ad accumulo; • bollitore ad accumulo a fuoco diretto: a camera aperta; • bollitore ad accumulo a fuoco diretto: a condensazione. C. RENDIMENTO GENERATORE

Ad ogni generatore è associato un rendimento; l’utente può modificare il rendimento di default se in possesso di dati più precisi.

D. POTENZA INSTALLATA Per potenza installata si intende la potenza termica del generatore per la produzione di ACS, espressa in kW.

E. POTENZA AUSILIARIO DI GENERAZIONE ACS Viene richiesta la potenza degli ausiliari del generatore di ACS, espressa in W.

La potenza elettrica dei generatori di calore comprende normalmente la potenza elettrica totale di tutti gli ausiliari montati a bordo del generatore. Sono ovviamente escluse eventuali pompe installate sul circuito primario di generazione esterne al generatore. Nel caso si scelga un generatore ad accumulo non è necessario inserire il sottosistema di accumulo ACS in quanto le perdite vengono già contemplati nel sottosistema di generazione ACS.

F. TIPO COMBUSTIBILE

Infine viene richiesto il tipo di combustibile utilizzato per la generazione di ACS. Ogni combustibile è caratterizzato da uno specifico fattore di energia primaria e da un fattore di emissioni di CO2; questi sono necessari per calcolare il fabbisogno di energia primaria e la produzione di CO2 dell’edificio.

Il salvataggio del sistema di generazione ACS viene fatto cliccando sull’icona . Il sistema di generazione ACS aggiunto può essere cancellato o modificato cliccando

rispettivamente sull’icona e sull’icona .

5.10. Sistema di distribuzione ACS

Il sottomodulo Sistema di distribuzione ACS consente di inserire i dati relativi alla distribuzione. L’aggiunta della singola distribuzione si effettuata cliccando sull’icona

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. A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al sistema di distribuzione di ACS. Il sistema di distribuzione ACS si divide in circuito primario, tubazioni tra serbatoio e generatore, e rete di distribuzione, dal serbatoio ai terminali di erogazione. Nel caso non sia presente il serbatoio non è presente il circuito primario. L’inserimento dei dati del sistema di distribuzione varia a seconda che l’edificio sia esistente o in fase di costruzione, in funzione della presenza di ricircolo2 e in funzione della presenza del sistema di accumulo di ACS. In tutti i casi vengono richiesti i seguenti dati:

A. descrizione; B. anno installazione sistema distribuzione; C. tipo di ricircolo; D. potenza ausiliario distribuzione.

Figura 37 – Finestra Sistema di distribuzione ACS

Se la distribuzione prevede il ricircolo i dati comuni sono: E. tipo tubazioni; F. posizione tubazioni; G. ubicazione centrale termica; H. temperatura media dell’acqua.

Figura 38 – Finestra Sistema di distribuzione ACS con ricircolo

Nel caso di sistema di distribuzione senza ricircolo sono sufficienti questi dai per poter calcolare le perdite di calore e il fabbisogno elettrico legato a questo sistema. Se si sceglie un sistema di distribuzione con ricircolo le informazioni variano a seconda che l’edificio sia esistente oppure di nuova costruzione.

5.10.1. RETE DI DISTRIBUZIONE

Nel caso di edificio sistema di distribuzione con ricircolo le informazioni richieste sono: I. lunghezza delle tubazioni; J. trasmittanza termica lineica.

2 Un sistema di distribuzione con ricircolo negli impianti di ACS prevede che l’acqua calda scorra costantemente nelle tubazioni, in modo da avere immediatamente l’acqua calda all’erogazione; questa è una tipologia di distribuzione utilizzata principalmente negli edifici con più unità abitative. Nel caso di singole unità si utilizza in sistema senza ricircolo in cui l’acqua viene riscaldata quando viene richiesta.

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Figura 39 – Finestra Sistema di distribuzione ACS con ricircolo

5.10.2. CIRCUITO PRIMARIO

Le informazioni richieste per la definizione del circuito primario (generatore - serbatoio) sono: K. distanza serbatoio/generatore; L. temperatura media dell’acqua; M. lunghezza tubazioni; N. trasmittanza termica lineica.

Figura 40 – Finestra Sistema di distribuzione ACS con ricircolo – circuito primario

A. DESCRIZONE Come prima informazione, viene richiesta la descrizione del sistema di distribuzione ACS, in modo da definirlo univocamente.

B. ANNO DI INSTALLAZIONE SISTEMA DI DISTRIBZUIONE La scelta dell’anno di installazione del sistema di distribuzione ACS consente di determinare i fattori di perdita e di recupero delle perdite di calore. Le opzioni sono:

• sistemi installati prima dell’entrata in vigore della legge 373/76; • sistemi installati dopo l’entrata in vigore della legge 373/76. C. TIPO DI RICIRCOLO

Con questo menù a tendina è possibile definire se il sistema sia con o senza ricircolo. D. POTENZA AUSILIARI

Viene richiesta la potenza delle pompe di circolazione, espressa in W. E. TIPO TUBAZIONI

Le tubazioni possono essere isolate o non isolate. F. POSIZIONE TUBAZIONI

La posizione della tubazione consente di determinare la temperatura dell’ambiente circostante le tubazioni stesse. Le opzioni proposte sono:

• interno; • murature affacciate all’interno; • esterno;

ambienti non riscaldati; • centrale termica; • interrate. G. UBICAZIONE CENTRALE TERMICA

Nel caso nella selezione precedente si scelga centrale termica, si attiva questo nuovo input, in cui viene richiesta la posizione della centrale stessa:

• centrale termica sotto il piano campagna; • centrale termica adiacente ad ambiente a temperatura controllata;

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centrale termica isolata o adiacente a locale non riscaldato. H. TEMPERATURA MEDIA DELL’ACQUA

Viene richiesta la temperatura media dell’acqua nelle tubazioni della rete di distribuzione. I. LUNGHEZZA DELLE TUBAZIONI

Negli edifici di nuova costruzione, è necessario inserire la lunghezza delle tubazioni del sistema di distribuzione; questo dato è ricavabile dai documenti di progetto dell’impianto di riscaldamento. Nel caso di impianti autonomi si inserisce la lunghezza complessiva delle tubazioni. Nel caso di impianti centralizzati, la lunghezza delle tubazioni del singolo appartamento deve essere ponderata sull’area complessiva dell’edificio, in modo da assegnare ad ogni unità abitativa la quota percentuale di perdite del sottosistema.

J. TRASMITTANZA TERMICA TUBAZIONI Viene richiesta la trasmittanza lineica delle tubazioni, espressa in W/mK, variabile in funzione dell’isolamento. Valori standard di trasmittanza lineica sono riportati nella norma UNI TS 11300-2.

K. DISTANZA SERBATOIO/GENERATORE Questo input indica la presenza del circuito primario. Le opzioni proposte sono:

• assente; • ≤ 5m; • > 5m.

L’opzione assente può indicare due casi: non è presente il serbatoio di accumulo ( di conseguenza non sarà necessario inserire i dati del sistema di accumulo ACS); il sistema di accumulo è all’interno del generatore stesso. In questo secondo caso sarà necessario inserire il sistema di accumulo ACS.

L. TEMPERATURA MEDIA DELL’ACQUA Viene richiesta la temperatura media dell’acqua nelle tubazioni del circuito primario.

M. LUNGHEZZA TUBAZIONI Viene richiesta la lunghezza delle tubazioni del circuito primario

N. TRASMITTANZA TERMICA LINEICA La trasmittanza termica lineica delle tubazioni del circuito primario viene richiesta solo nel caso di edifici di nuova costruzione. nel caso di edifici esistenti il valore viene determinato in funzione dell’anno dell’edificio o area servita dall’impianto.

Il salvataggio del sistema di distribuzione ACS viene fatto cliccando sull’icona . Il sistema di distribuzione ACS aggiunto può essere cancellato o modificato cliccando

rispettivamente sull’icona e sull’icona .

5.11. Sistema di Accumulo ACS

Il sottomodulo Sistema di accumulo consente di inserire i dati relativi all’accumulatore.

L’aggiunta del singolo accumulatore si effettuata cliccando sull’icona . A questo punto si apre una finestra in cui è possibile inserire tutti i dati relativi al sistema di accumulo. Vengono richiesti i seguenti dati:

A. descrizione; B. posizione rispetto al generatore; C. superficie serbatoio; D. tipo isolamento; E. spessore isolante accumulatore; F. temperatura dell’acqua nel serbatoio; G. tipo di ambiente; H. ubicazione.

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Figura 41 – Finestra Sistema di accumulo ACS

A. DESCRIZIONE Come prima informazione, viene richiesta la descrizione del sistema di accumulo, in modo da definirlo univocamente.

B. POSIZIONE RISPETTO AL GENERATORE Il serbatoio può essere installato all’interno del generatore di calore oppure all’esterno. In questo secondo caso il serbatoio è collegato al generatore di calore mediante tubazioni e pompa di circolazione. Nel primo caso le perdite di accumulo sono comprese nelle perdite di produzione dell’apparecchio. Nel secondo caso si hanno: perdite del serbatoio e perdite del circuito primario. Se il sistema di accumulo è all’esterno del generatore si attivano i seguenti input.

C. SUPERFICIE SERBATOIO Viene richiesta la superficie disperdente del serbatoio di accumulo.

D. TIPO DI ISOLAMENTO Il serbatoio di accumulo può essere non isolato oppure isolato.

E. SPESSORE ISOLANTE ACCUMULATORE Se il serbatoio è isolato si attiva l’input relativo allo spessore dell’isolante, espresso in m.

F. TEMPERATURA DELL’ACQUA NEL SERBATOIO Questo dato è riportato sul termometro presente sul serbatoio.

G. TIPO DI AMBIENTE L’accumulatore può essere installato in un ambiente riscaldato o in un ambiente non riscaldato. Nel caso in cui sia installato in un ambiente riscaldato le perdite si considerano tutte recuperate durante il periodo di funzionamento; nel caso in cui sia installato in un ambiente non riscaldato le perdite si considerano non recuperabili.

H. UBICAZIONE Nel caso in cui nel precedente punto si sia scelto un ambiente non riscaldato si attiva l’input ubicazione. La posizione del serbatoio consente di determinare la temperatura dell’ambiente circostante. Le opzioni proposte sono:

• esterno; • ambiente con una parete esterna; • ambiente senza serramenti e con almeno due pareti esterne; • ambienti con serramenti e con almeno due pareti esterne; • ambienti con tre pareti esterne; • piano interrato o seminterrato senza finestre o serramenti esterni; • piano interrato o seminterrato con finestre o serramenti esterni; • sottotetto: tasso di ventilazione del sottotetto elevato senza rivestimento con feltro o

assito; • sottotetto: altro tetto non isolato; • sottotetto: tetto isolato; • aree di circolazione (senza muri esterni e con tasso di ricambi d'aria minore di 0,5 h-1); • pavimento controterra; • parete controterra; • pavimento su vespaio areato; • aree interne di circolazione liberamente ventilate (rapporto tra l'area delle aperture e

volume dell'ambiente maggior di 0,005 m2/m3); • interno.

Il salvataggio del sistema di accumulo ACS viene fatto cliccando sull’icona .

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Il sistema di accumulo ACS aggiunto può essere cancellato o modificato cliccando

rispettivamente sull’icona e sull’icona .

5.12. Associazione sottosistemi ACS

Il sottomodulo Associazione sottosistemi ACS consente di “costruire” l’impianto di produzione di ACS, scegliendo i sottosistemi inseriti precedentemente.

Figura 42 – Finestra Associazione sottosistemi ACS

Il sottomodulo è costituito da 3 menù a tendina, ciascuno per ciascun sottosistema: • sottosistema di distribuzione ACS; • sottosistema di accumulo ACS; • sottosistema di generazione ACS.

Selezionando il menù ogni menù a tendina, vengono presentate due opzioni: • assente; • il nome dato al sottosistema corrispondente.

Nel caso non sia presente un sottosistema, ad esempio quello di accumulo, si sceglierà l’opzione assente.

Figura 43 – Finestra Associazione sottosistemi ACS: “costruzione” dell’impianto

5.12.1. RISCALDAMENTO + ACS

Nel caso l’impianto preveda un unico generatore per il riscaldamento e per la produzione di ACS, nella sezione dedicata all’ACS non si deve inserire il generatore ACS (in quanto non esiste). Nell’associazione sottosistemi, nel menù Sottosistema di generazione ACS si potrà scegliere solo il generatore di calore per il riscaldamento.

Figura 44 – Finestra Associazione sottosistemi ACS: Riscaldamento + ACS

Una volta inseriti tutti i dati cliccare sull’icona .

Nel caso non sia presente l’impianto di produzione di acqua calda sanitaria, l’utente dovrà compilare l’associazione sottosistemi scegliendo per ciascun sottosistema l’opzione assente.

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6. Analisi costi/benefici

Il modulo Analisi costi /benefici consente di effettuare un’analisi economica degli interventi di riqualificazione ipotizzati. Per poter utilizzare questo modulo è necessario aprire tante sessioni di lavoro quanti sono gli interventi di riqualificazione. Se l’intervento prevede l’isolamento a cappotto, l’utilizzo del solare termico e la sostituzione del generatore di calore è necessario aprire 4 sessioni: la prima in cui viene analizzato il primo intervento; la seconda in cui viene analizzato il secondo intervento; la terza per il terzo intervento e la quarta che analizza l’intervento complessivo. Il modulo è a sua volta suddiviso nei seguenti sottomoduli:

• Costi e sovvenzioni: in cui vengono inseriti i costi e gli incentivi legati all’intervento di riqualificazione energetica;

• Analisi dell’intervento: in questo sottomodulo vengono inseriti i dati ricavati dal modulo fabbisogno di energia primaria;

• Riepilogo interventi: in cui vengono riassunti tutti i dati necessari per la compilazione del certificato energetico

6.1. Costi e sovvenzioni

Figura 45 – Finestra Costi e sovvenzioni

Nel sottomodulo Costi e sovvenzioni vengono richiesti i costi e gli incentivi legati all’intervento di riqualificazione. In particolare:

• costo iniziale; • costo manutenzione; • costo energia elettrica; • costo combustibile riscaldamento - edificio iniziale; • costo combustibile riscaldamento - post riqualificazione; • costo combustibile ACS - edificio iniziale; • costo combustibile ACS - post riqualificazione; • incentivi e sovvenzioni.

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6.2. Analisi dell’intervento

Figura 46 – Finestra Analisi dell’intervento

Nel sottomodulo Analisi dell’intervento vengono richiesti i risultati parziali del modulo Fabbisogno di energia primaria ad intervento di riqualificazione avvenuto. In particolare:

• descrizione intervento; • energia fornita riscaldamento post-intervento; • energia fornita ACS post-intervento; • energia elettrica ausiliari riscaldamento post-intervento; • energia elettrica ausiliari ACS post-intervento; • energia elettrica rinnovabili post-intervento; • energia elettrica esportata post-intervento.

6.3. Riepilogo interventi

Figura 47 – Finestra Riepilogo interventi

Nel sottomodulo Riepilogo interventi, vengono richiesti per ogni intervento i dati necessari per la compilazione del certificato energetico, determinati da altre sessioni. In particolare gli interventi sono suddivisi in:

• interventi sull’involucro; • interventi sull’impianto; • energie rinnovabili; • intervento globale.

Per ogni intervento vengono richiesti i seguenti dati: • descrizione dell’intervento; • energia primaria risparmiata;

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• costo dell’intervento; • tempo di ritorno semplice.

Oltre a questi, in questo sottomodulo vengono richiesti i valori raggiungibili di energia primaria ottenuti grazie all’intervento di riqualificazione, considerato nella sua interezza.

Figura 48 – Finestra valori raggiungibili

In Particolare: • energia primaria globale post-intervento (EPgl); • energia primaria involucro post-intervento (Epinv); • energia primaria ACS post-intervento (EPACS); • indice di prestazione per la climatizzazione invernale post-intervento (Ω); • emissioni di CO2 post-intevento.

6.4. Utilizzo dell’analisi costi/benefici

Per utilizzare l’Analisi costi/benefici è necessario aprire tante sessioni quanti sono gli interventi di riqualificazione ipotizzati. Per ogni intervento è consigliato salvare i risultati parziali ottenuti dai moduli precedenti, in quanto richiesti nell’Analisi costo/benefici; per semplicità è possibile utilizzare le tabelle seguenti. La Tabella 1 deve essere utilizzata per riassumere i valori da inserire nel sottomodulo Analisi dell’intervento.

Tabella 1 – Dati da inserire nell’Analisi dell’intervento

Dati riepilogo Involucro Impianto Energie

rinnovabili

Intervento

globale Energia fornita riscaldamento post-intervento

Energia fornita riscaldamento post-intervento

Energia fornita ACS post-intervento

Energia elettrica ausiliari riscaldamento post-intervento

Energia elettrica ausiliari ACS post-intervento

Energia elettrica rinnovabili post-intervento

Energia elettrica esportata post-intervento

La Tabella 2 deve essere utilizzata per riassumere i valori da inserire nel sottomodulo Riepilogo interventi.

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Tabella 2 – Dati da inserire nel Riepilogo interventi

Dati riepilogo Involucro Impianto Energie

rinnovabili

Intervento

globale Energia primaria risparmiata Costo dell’intervento Tempo di ritorno semplice La deve essere utilizzata per riassumere i valori da inserire nella sezione Valori raggiungibili, legati all’intervento globale.

Tabella 3 – Dati da inserire nei Valori raggiungibili

Dati riepilogo Involucro Impianto Energie

rinnovabili

Intervento

globale Energia primaria globale post-intevento

Energia primaria involucro post-intevento

Energia primaria ACS post-intevento

Indice di prestazione per la climatizzazione invernale post-intevento

Emissioni di CO2 post-intevento

Di seguito viene presentata la procedura per l’utilizzo dell’Analisi costi/benefici.

1. Determinare energia primaria globale con i due moduli precedenti dell’edifico iniziale (Fabbisogno energia netta e Fabbisogno energia primaria) e salvare l’xml del caso appena analizzato.

2. Gli interventi di riqualificazione ipotizzati sono: • intervento sull’involucro: isolamento a cappotto e sostituzione dei serramenti; • intervento sull’impianto: sostituzione della caldaia e del sistema di generazione; • energie rinnovabili: utilizzo di solare termico per la produzione di ACS; • intervento globale: la somma dei tre interventi precedenti.

INTERVENTO SULL’INVOLUCRO Caricato l’xml, appena salvato, si modificano i parametri interessati dall’intervento ipotizzato: ad esempio trasmittanza termica degli elementi opachi e trasparenti, fattore solare dei componenti trasparenti.

Per fare questo si procede nel modo seguente: • aprire il modulo Involucro opaco;

• cliccare sull’icona , per ciascun elemento opaco; • modificare il valore della trasmittanza termica; • chiudere la finestra; • ripetere la procedura per tutti gli elementi opachi interessati.

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Figura 49 – Finestra Caratteristiche elemento opaco

Per l’involucro trasparente si procede allo stesso modo di quello opaco, andando a modificare la trasmittanza termica e il fattore solare.

Figura 50 – Finestra Caratteristiche elemento trasparente

Dopo aver modificato i dati relativi all’involucro, cliccare sull’icona

e salvare i dati nelle Tabella 1 e Tabella 2 nella colonna relativa all’involucro.

3. Aprire l’xml dell’edificio iniziale e completare l’inserimento dei dati dell’Analisi costi/benefici; in particolare nel sottomodulo Analisi dell’intervento si devono inserire i dati appena salvati relativi all’involucro. Nel sottomodulo Riepilogo interventi completare esclusivamente la sezione Valori raggiungibili con i dati della Tabella 2.

4. Cliccare sull’icona ; a questo punto il riepilogo risultati si popola con gli output dell’Analisi costi/benefici.

Salvare i valori del riepilogo risultati nella Tabella 3 nella colonna relativa all’involucro.

5. Procedere analogamente per gli interventi relativi all’impianto, alle energie rinnovabili e all’intervento totale, popolando le tabelle precedenti.

6. Una volta analizzati tutti gli interventi ipotizzati, riaprire l’xml dell’edificio iniziale; portarsi sul sottomodulo Riepilogo interventi dell’Analisi costi/benefici e compilare i dati

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richiesti (contenuti nella tabelle precedenti). A questo punto della certificazione, non è necessario compilare gli altri sottomoduli dell’Analisi costi/benefici.

7. Certificazione energetica

Dopo aver inserito tutti i dati si attiva il comando , che consente di visualizzare e stampare il certificato energetico dell’edificio in esame.

Figura 51 – Certificato energetico – Parte 1

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Figura 52 – Certificato energetico – Parte 2

Nel certificato energetico vengono visualizzati i seguenti dati: • numero, data di rilascio e data di scadenza del certificato; • informazioni generali dell’edificio, quali: proprietario, dati geometrici, anno di

costruzione, estremi catastali; • prestazione energetica globale: in questa sezione viene riportata la classe energetica

globale dell’edifico attuale (freccia rossa) e la classe energetica globale raggiungibile (freccia verde) in seguito ad un intervento di riqualificazione energetica;

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• prestazioni energetiche parziali: in questa sezione vengono riportate le classi energetiche parziali relative all’involucro, alla climatizzazione invernale e alla produzione di ACS. Anche in questo caso vengono indicate le classi energetiche attuali (frecce rosse) e le classi energetiche raggiungibili (freccia verde) in seguito ad un intervento di riqualificazione energetica;

• interventi consigliati: in questa sezione sono inseriti gli interventi di riqualificazione parziali e l’intervento globale con l’indicazione del VAN (valore attuale netto), risparmio di energia primaria (kWh/m2anno risparmiati), costo e tempo di ritorno dell’intervento;

• firma, numero e timbro del certificatore.

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Allegato A:

DIAGRAMMA DI FLUSSO:metodi e norme utilizzate

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TIPO DI VALUTAZIONE La certificazione energetica trova riscontro nella valutazione standard: il calcolo viene effettuato sulla base dei dati relativi all’edificio reale, come costrutito; per le modalità di occupazione e di utilizzo dell’edificio e dell’impianto si assumono valori convenzionali di riferimento. Questa valutazione è eseguita in regime di funzionamento continuo. METODI DI CALCOLO SECONDO UNI TS 11300-1/2

1. Fabbisogno di energia netta per riscaldamento: a. temperatura interna: valutazione standard

Per tutte le categorie di edifici 8 , ad esclusione delle categorie E.6(1), E.6(2) e E.8, si assume una temperatura interna costante pari a 20 °C. Per gli edifici di categoria E.6(1) si assume una temperatura interna costante pari a 28 °C. Per gli edifici di categoria E.6(2) e E.8 si assume una temperatura interna costante pari a 18 °C. Per gli edifici confinanti, in condizioni standard di calcolo, si assume: - temperatura pari a 20 °C per edifici confinanti riscaldati e appartamenti vicini normalmente abitati; - temperatura conforme alla UNI EN 12831 per appartamenti confinanti in edifici che non sono normalmente abitati;

b. dati climatici: UNI 10349; c. durata stagione di riscaldamento: DPR 412/93; d. ventilazione: valutazione standard; e. apporti interni: valutazione standard, prospetto 8 UNI TS 11300-1; f. parametri dinamici: valutazione standard con regime di funzionamento

dell’impianto di climatizzazione considerato continuo (senza attenuazione o spegnimento).

2. Fabbisogno di energia netta per acqua calda sanitaria: prospetto 12 o 13 UNI TS 11300-2.

3. Fabbisogno di energia primaria per riscaldamento: a. sistema di emissione:

se l’altezza dell’ambiente è minore o uguale a 4 m si considera il prospetto 17, UNI TS 11300-2; se l’altezza dell’ambiente è maggiore di 4 m si considera il prospetto 18, UNI TS 11300-2, ove siano verificate le condizioni di esistenza, di cui al prospetto 19 della suddetta norma;

b. sistema di regolazione: prospetto 20, UNI TS 11300-2; c. sistema di distribuzione: prospetto 21, UNI TS 11300-2, per edifici esistenti;

Appendice A, UNI TS 11300-2, e EN 15316-2-3 per edifici di nuova costruzione. d. sistema di generazione:

i. metodo di calcolo semplificato secondo i prospetti 23, UNI TS 11300-2, contenenti i valori precalcolati per le tipologie più comuni di generatori di calore in base al dimensionamento e alle condizioni d’installazione;

ii. metodo di calcolo dettagliato: a. basato sui rendimenti dichiarati ai sensi della Direttiva

92/42/CE; b. basato su calcoli analitici secondo Appendice B, UNI TS

11300-2. 4. Fabbisogno di energia primaria per acqua calda sanitaria:

a. sistema di erogazione: UNI TS 11300-2; b. sistema di distribuzione:

i. senza ricircolo: UNI TS 11300-2 paragrafo 6.9.2; ii. con ricircolo: UNI TS 11300-2 paragrafo 6.9.4; le perdite della rete di

distribuzione e del circuito primario sono calcolate secondo l’Appendice A UNI TS 11300-2 e EN 15316-2-3;

c. sistema di generazione: scaldaacqua con rendimento calcolato secondo il prospetto 31, UNI TS 11300-2.