mondo agricolo n.11
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Il mensile di ConfagricolturaTRANSCRIPT
ACCORDO CON REALE MUTUA • LE REGIONI SI RACCONTANO • LA CARTA DEL BIOLOGICO • LA VIA DEL TABACCO
IN UM B RIA • M A S T E R I N A G R I C O L T U R A S O C I A L E • F I E R E Z O O T E C N I C H E A C R E M O N A • L ’ E X P O D I O L D A N I
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Latte
bollente
L’ ED I TOR IALE
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li allevatori hanno il sacrosanto diritto a un prezzo remunerativo del latte che conferiscono. In un anno le loro remunerazioni sono diminuite del 15%. I prezzi bassi hanno trascinato in giù anche quelli delle cooperative che puretentano di resistere con quotazioni ai produttori più alti.Le manifestazioni di protesta dei nostri allevatori a Pavia e Verona sono ancora in atto al momento in cui scrivo. Stiamo agendo in modo coordinato con Cia,Copagri, ma anche con Coldiretti. La coesione del mondo della rappresentanzae la presenza, tra i nostri manifestanti, del ministro Martina e dell’assessore della Lombardia Fava sono segnali che non devono sfuggire. È sotto gli occhidi tutti che il settore è stato lasciato senza regole e che di ciò la grande industriae la grande distribuzione organizzata hanno responsabilità precise.L'industria non può basare la propria competitività sul prezzo della materiaprima, almeno non oltre la soglia di sopravvivenza delle aziende produttrici. La teoria del riferimento al prezzo tedesco non regge; così non si difende e rafforzauna filiera made in Italy ed i suoi formaggi di qualità sui mercati internazionali;
così non si rilanciano i consumi; così si distrugge e basta. Va condannata anche la GDO che impone marchi e politichecommerciali e promozionali a prezzi stracciati.Per quanto riguarda la politica, voglio ribadire che se, come previsto, si concretizzeranno le novità su Imu, Irap e l’adeguamentodell’aliquota di compensazione Iva dall’8,8% al 10%, il ministro ed il governo avranno fatto la loro parte. Certo il ministero è in ritardocon il piano di promozione del consumo di latte e deve accelerare. Sono contento che ora sia stato firmato, come richiesto, il decretoattuativo del Fondo Latte, con un intervento di 55 milioni di euro
per sostenere la liquidità, la ristrutturazione dei debiti e gli investimenti degli allevamenti. Il Fondo però, non dimentichiamolo, è stato depotenziato e andrà comunque preservato dai tagli della Legge di Stabilità.Da ultimo sulle ritorsioni in atto. Sono 17 mila i quintali di latte che non vengonoritirati dalla grande industria che però fa entrare nei suoi stabilimenti sempre di più il latte tedesco. Ho subito chiesto la solidarietà delle cooperative per ritirare il latte degli allevatoriche non possono conferirlo. Ma amareggia quella che è una vera e propria serrata.Lo dico, in primo luogo a Lactalis, che ha delle responsabilità socio-economiche,per non dire morali, come prima industria italiana di trasformazione.
Mario Guidi
G
S O M M A R I O
L’EDITORIALELattebollente
Mario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
APERTURA IL DOPO EXPO
Un ponteverso il futuro
Gaetano Menna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
PRIMO PIANO EXPO 2015
La vacanzaè servita
Anna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Le Regionisi raccontano
Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
La “Carta” del Bio
Barbara Bertuzzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Assicurazionisu misura
Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
L’Expo dei sapori
Serena Scarpello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
SPECIALE GIOVANI
La culturadell’innovazione
Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
Il sorriso che premia
Elisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
ATTUALITÀ FORMAZIONE
Esperti di agricoltura sociale
Gabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47
Rubriche
Organizzazione Carne . . . . . . . . . . . . 52
Anga Impegno UE . . . . . . . . . . . . . . . . 54
Campi rosa Madrigali . . . . . . . . . . . . . 56
Over65 Più over che bimbi . . . . . . . . 58
Vino Maeli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
Buono a sapersi Formae . . . . . . . . . 64
Campi sonori Casagrande . . . . . . . . . 66Confagricoltura @Confagricoltura
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UNCAI NOTIZIE
Le news
dei contoterzisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
Foto di copertina Roberto Ciani Bassetti
Direttore responsabileGABRIELLA BECHI
Coordinatore di Redazione GAETANO MENNA
Editrice SepePresidenteDIANA THEODOLI PALLINI
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Responsabile Pubblicità e MarketingCLAUDIO PIETRAFORTE
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Testata associata all’USPI
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Un ponte verso il futuro
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Un ponte verso il futuro
La “piazza di ExpoDubai 2020”
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |7
Sabato 31 ottobre - conil discorso del Presiden-te della Repubblica Ser-gio Mattarella e con laconsegna ufficiale dellabandiera del “Bureau
International des Expositions” (BIE)al presidente del Comitato Superio-re di Preparazione Expo Dubai2020, lo sceicco Hamdan binMohammed Al Maktou – si è con-clusa definitivamente l’entusia-smante esperienza di Expo Milano2015. L’ Esposizione Universale èstata – come ha detto Mattarella -«un ponte verso il futuro. Un futuroche vogliamo migliore per l’uma-nità e per la nostra madre terra». Certo c’è stata una venatura di ma-linconia mentre la bandiera di BIEveniva ammainata, ma è il momentodell’orgoglio nazionale e della sod-disfazione perché gli oltre 21 milio-ni di visitatori sono un grandissimo,indiscutibile successo. «Sono convinto – ha dichiarato il Ca-po dello Stato - che l'atto di chiusu-
Chiusa l’Esposizione
Universale. Il Presidentedella Repubblica Mattarella: «Non è un addio ma un passaggio. È l'inizio di un nuovo
impegno civico»
di Gaetano Menna
ra dell'Expo sia davvero una festa eche la manifestazione abbia accu-mulato e reso disponibile una gran-de carica positiva. L'Esposizione cilascia un’importante eredità, fruttodel confronto che è riuscita a pro-muovere e delle speranze che hamesso in campo. La giornata di oggi,insomma, non è un addio ma un pas-saggio. È l'inizio di un nuovo impe-
gno civico».«Il lascito di Expo stanell'aver cercato di definire il cibo el'alimentazione come lingua comu-ne dei popoli. Lingua comune nonvuol dire omologazione, al contra-rio. È espressione di dialogo e di va-lorizzazione delle biodiversità; ma-nifesta conoscenza e rispetto delleculture e delle loro radici; è scoper-ta di valori e interessi convergenti innome dell'uomo». E ancora: «Expo èriuscita tenere insieme tradizioni esaperi antichi con l'innovazione,con il progresso tecnico e scientifi-co, con la ricerca più avanzata. È riu-scita a valorizzare un'agricoltura ca-pace, allo stesso tempo, di tutelareproduzioni di nicchia, salute deiconsumatori e prospettiva globale».Mattarella, indubbiamente, ha il do-no della sintesi ed ha espresso con-cetti puntuali, da sottoscrivere: Ex-po è stato un successo e ci lasciaun’eredità da preservare; il suo lasci-to non è un punto di arrivo ma dipartenza; va valorizzato il ruolo del-l’agricoltura.Proprio per queste considerazioni,l’unico rammarico è che i temi agri-coli siano rimasti un po’ ai marginirispetto alla centralità del cibo e del-la cultura della nutrizione.«Al mondo Expo lascia un messag-gio forte affidato alla Carta di Mila-no, che indica un percorso di cre-scita, di consapevolezza del ruoloche riveste l’agricoltura per nutrireil Pianeta, ma anche per una sua evo-
Expo ha definito il cibo
e l'alimentazione come
lingua comune dei popoli
8| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
luzione attenta all’ambiente e allasostenibilità – ha commentato il pre-sidente di Confagricoltura MarioGuidi -. Però sarebbe stato megliouscire da Expo, non soltanto con la
Appuntamento intermedio, tra Milano e Dubai, è quello di Expo Astana 2017,che avrà come tema “Future Energy”. Si tratta di un’Esposizione Internaziona-le che inizierà nella capitale del Kazakistan il 10 giugno 2017 e durerà tre me-si. A Expo 2017 ci saranno spazi dedicati all’energia per tutti, alla riduzionedelle emissioni ed all’efficienza energetica. C’è differenza tra un’EsposizioneInternazionale ed una Universale, come Expo Milano 2015: oltre alla durata ri-dotta e al limite di spazio edificabile, l’edizione internazionale permette di sta-bilire la destinazione del sito espositivo al termine dell'evento; in questo casoaccoglierà un hub internazionale per l’energia del futuro.
L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI ASTANA 2017n
Carta di Milano ma anche con dellestrategie concrete e ben definite sucome nutrire il pianeta». «Adesso –ha poi proseguito Guidi - è il mo-mento di mettere a frutto la rete diconoscenze e relazioni avviate dalsistema Paese, con e grazie all’Expo:un patrimonio a cui istituzioni e pri-vati debbono poter attingere, unagrande piattaforma che serva ad in-ternazionalizzare, innovare, aggrega-re in Italia e all’estero».Una riflessione va fatta su “Expo an-ch’io”, ovvero sull’esperienza con-dotta da Confagricoltura a Expo efuori Expo che è stata estremamen-te positiva. «Abbiamo promosso – haricordato il suo direttore generaleLuigi Mastrobuono - cento e più ini-ziative ed eventi che hanno toccatotutti gli aspetti dell’agricoltura, deisuoi prodotti di eccellenza, delle fi-liere, del commercio internazionale,della sostenibilità».I sei mesi a Milano sono stati davve-ro intensi per Confagricoltura. L’im-magine simbolo è stato il “cubo mul-timediale” all’ingresso di Palazzo Ita-lia che ha ricordato che i prodottiagricoli sono “capolavori”, vere ope-re d’arte. “Nature vive”, per ricorda-re che il nostro è un settore che haaziende vitali, innovative, creative.Per quanto riguarda gli eventi “fuoriExpo” Confagricoltura ha eletto do-micilio nella prestigiosa Casa degliAtellani con la Vigna di Leonardo ri-portata in vita. «Nel giardino, all’in-terno della dimora storica, tra le “ge-niali” barbatelle leonardesche, ab-biamo raccontato l’agroalimentare e- ha annunciato Guidi - continuere-mo a farlo nei prossimi mesi»E così Confagricoltura, fino a prima-vera 2016, continuerà a programma-re, presso la Vigna di Leonardo, ini-ziative, confronti, dibattiti, incontrid’affari con attenzione rinnovata suprodotti, mercati, reti, filiere, territo-ri, cultura, sostenibilità e agricolturasociale. Ci vengono in mente le pa-role di Mattarella: «Dare continuità aquesto impegno ed a questo succes-so, non è soltanto un dovere mora-le. È un’impresa affascinante». ���
Guidi: «Mettere a frutto
la rete di relazioni avviate
dal sistema Paese con Expo»
A P E R T U R A I L D O P O E X P O
Sergio Mattarella
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Dall’Expo al Giubileo
«Il Dopo Expo è ilGiubileo. L’annogiubilare straordi-nario dedicato allaM i s e r i c o r d i a(dall’8 dicembre al
26 novembre 2016) dovrà essere l’oc-casione anche per affrontare, in chiaveetica e religiosa, le tematiche del rap-porto inscindibile tra l’agricoltore e laterra, del nutrire il pianeta senza spre-care, del paradosso dell’abbondanzadelineato da Papa Francesco». Lo ha po-sto in evidenza il presidente di Confa-gricoltura Roma Claudio Destro apren-do i lavori del convegno “Dall’Expo al
Convegno di Confagri Roma
all’Università Pontificia
Lateranense
sull’appuntamento
dell’anno giubilare.
Tener viva l’attenzione
sui temi dell’agricoltura,
del cibo e del suo valore
con etica (Mons. Roberto De Odorico,segretario generale dell’Università Pon-tificia); necessità di filiere “colte” anzi-ché corte (Andrea Segrè, presidentedella Fondazione Edmund Mach di SanMichele all’Adige); cibo e salute e allar-mismi spesso infondati (Francesco Ri-va, chirurgo dell’ospedale Eastman diRoma); globalizzazione che si teme mache è anche una grande occasione(Paolo De Castro, europarlamentare, invideoconferenza); opportunità delnuovo Piano di sviluppo rurale del La-zio che dovrà costruire il volto dell’a-gricoltura di domani (Sonia Ricci, as-sessore regionale all’Agricoltura). «È ve-ro che bisogna passare dalla logica del-l’abbondanza a quella dell’abbastanza –ha sottolineato il vicepresidente nazio-nale Massimiliano Giansanti (interve-nuto al convegno assieme al direttoregenerale Luigi Mastrobuono) – ma èanche vero che i bisogni di derrate ali-mentari, di prodotti della terra, cresco-no sia per l’aumento della popolazionemondiale, sia per un miglioramentodelle condizioni economiche in moltiPaesi che stanno prendendo la via del-lo sviluppo. Gli agricoltori hanno ilcompito di produrre di più, ma di farloin modo diverso; per questo sono fon-damentali l’innovazione e la ricerca ap-plicata». (G. M.)
Giubileo”, che si è tenuto all’UniversitàPontificia Lateranense. Non a caso ilconvegno si è svolto proprio nei giornidi chiusura dell’Esposizione Universa-le, a sottolineare la staffetta Expo-Giu-bileo su tematiche che finalmente so-no arrivate al cuore della gente. «Deveproseguire l’attenzione anche mediati-ca sui temi del cibo e del suo valore,non solo economico ma anche morale,cogliendo l’occasione dell’atteso arrivoa Roma di milioni di pellegrini – ha os-
servato Destro -. Occorre mantenere al-ta l’attenzione su questioni fondamen-tali, che stanno a cuore anche alla Chie-sa. Come l’impegno dell’agricoltore aprodurre di più, per sfamare il pianeta,ma con meno chimica, meno impattosull’ambiente, più attenzione alla qua-lità ed alla sostenibilità; come le iniquitàsull’accesso al cibo con il fenomenodello spreco in una parte del mondomentre nell’altra ancora c’è malnutri-zione». Nell’incontro di Confagricoltu-ra Roma, i relatori hanno approfonditotemi e bisogni: produrre e consumare
Destro: «Staffetta
Expo-Giubileo su tematiche
arrivate al cuore della gente»
La vacanza è servita
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di Anna Gagliardi
Agriturist ha 50 anni
ma non li sente.
Al suo Forum
in Expo si è parlato
di piattaforme digitali
e di un nuovo modello
di servizio che
rivoluziona il modo
di gestire i rapporti
con i clienti
Il dodicesimo Forum naziona-le di Agriturist all’Expo di Mi-lano ha coinciso con i primicinquant’anni di vita dell’as-sociazione. Un anniversarioimportante che ha spinto ad
analizzare quanto è stato fatto finoad oggi e a delineare la mission peri prossimi anni. Il Presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella ha fat-to pervenire al Forum un messag-gio di apprezzamento per il lavorosvolto da Agriturist. Un percorsoiniziato nel 1965, grazie anche al-l’intuizione del fondatore VellutiZati, che vide nel binomio agricol-tura e turismo una nuova strada dapercorrere. La sua figura è stata ri-
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cordata dal presidente di AgrituristCosimo Malacca con la consegnadella targa del 50°anniversario al fi-glio Simone Velluti Zati.Oggi l’agriturismo ha tanti signifi-cati: “Non vendiamo letti, pasti oprodotti – evidenzia Malacca – macondividiamo esperienze”. Questoil punto fermo della prospettiva dadefinire, tenendo conto di più fat-tori, positivi e negativi. La fram-mentazione legislativa concorre al-la definizione di un panorama diso-mogeneo, che se da un lato è indi-ce delle peculiarità dei luoghi, dal-l’altro frena la competitività del set-tore in ambito globale. Le specifi-cità del paesaggio agricolo italiano
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |11
sono anche il punto di forza delcomparto: Mariangela Costantino,titolare dell’omonima azienda inCalabria, conferma che aprire all’o-spitalità le ha permesso di aumen-tare le vendite dell’olio di oliva cheproduce e di aprirsi a nuovi merca-ti. Fabiola Sfodera, dell’UniversitàLa Sapienza di Roma, spiega che neltempo è cambiato il concetto di tu-rista: “Al giorno d’oggi le personein viaggio cercano esperienze; in
Melacca: «Non vendiamo
letti, pasti e prodotti,
ma condividiamo esperienze»
Agriturismo Il Cavicchio (Bo)
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12| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
Agriturismo a portata di click: ilnuovo, grande portale di Agriturist(www.agriturist.it) è semplice dausare e intuitivo. Presentato al fo-rum dal direttore Filomena Maio edall’ingegnere informatico PatriziaMorano, il sito introduce ai mi-gliori agriturismi italiani, per vive-re un’esperienza indimenticabile etagliata su misura per le proprieesigenze. Ville, casali, fattorie, mas-serie e antichi poderi, l’offerta è va-stissima e permette di conoscere
tutti gli scenari naturali e culturali che si desiderano. Ogni regione ha una ricchezza sto-rica e artistica di importanza inestimabile. «L’Italia – come ha detto il presidente di Agri-turist Melacca – è un paese da scoprire lentamente, magari gustando le ricette e i piattitipici regionali». Non tutte le vacanze, però, sono uguali: il nuovo portale di Agrituristoffre la possibilità di rendere unico e originale il proprio soggiorno scegliendo tra escur-sioni in montagna, passeggiati anche in bici e a cavallo, trattamenti di benessere o spe-cialità enogastronomiche regionali da gustare, in coppia, con gli amici o in famiglia. Leaziende associate, nell’apposita area riservata, si potranno scambiare esperienze, fare re-te e chiedere consulenze specifiche. (E.T.)
AGRITURISMO A PORTATA DI CLICKn
elementi più affini proprio a chiama la cultura”. “L’agriturismo nonè solo produzione di beni e di ser-vizi – precisa il direttore generaledi Confagricoltura Luigi Mastro-buono – ma è produzione di rela-zioni. E proprio la sharing eco-nomy è la nuova frontiera del com-parto, che deve accrescere l’offertasulla spinta del mercato, in un’otti-ca di condivisione”.Gli scogli da affrontare però nonsono pochi ed emergono dal dibat-tito sollecitato dal moderatore Bep-pe Rovera. Il più evidente è la con-correnza dei bed and breakfast, cheriescono a intercettare quote dimercato senza l’impegno e gli ob-blighi di chi ha un agriturismo e,
questo senso l’agriturismo ha unvantaggio ancora da sfruttare”.L’innovazione digitale ha favoritomaggiore fruibilità dei servizi e lacondivisione degli stessi: Ceciliad’Angelo, dirigente del CONI, citaesempi che confermano comesport e agricoltura insieme abbia-no allargato la base dei praticantiattività fisica sfruttando al megliole potenzialità di un territorio. Mi-chelangelo Lurgi, presidente di Re-te Destinazione Sud, racconta co-me si è sviluppata la rete che valo-rizza luoghi e contenuti del Mezzo-giorno, agroalimentare in primis,rafforzando il concetto di brandterritoriale.Giampiero Perri, direttore generaledell’APT Basilicata, guarda al futu-ro: “Matera sarà la capitale europeadella cultura nel 2019 e l’agrituri-smo potrà giocare un ruolo di pri-mo piano, potendo offrire quegli
Guidi e Melacca
Guidi: «Siamo e restiamo
agricoltori, è questa la nostra
peculiarità e la nostra forza»
necessariamente, un’azienda agri-cola. Lo hanno rimarcato imprendi-tori liguri, toscani, lombardi, a di-mostrazione che mancano ancoranorme che chiariscano meglio one-ri e onori per le categorie. PietroSchipani, della direzione generaledello Sviluppo Rurale del ministerodelle Politiche agricole, richiama lalegge quadro730/1985, che per pri-ma riconobbe l’attività agrituristicacome connessa a quella prevalenteagricola, e il recente marchio nazio-nale dell’agriturismo italiano cheidentifica le strutture con servizi anorma e accertati.Oggi l’agriturismo italiano conta ol-tre 21.000 strutture che rispettanoregolamenti regionali. Leggi che tal-volta stridono da zona a zona, ali-mentando qualche confusionepresso l’utenza, ma che si stannoorientando verso una sempre mag-giore valorizzazione del lavoro agri-colo e dell’origine territoriale deiprodotti.“L’agriturismo oggi è chiamato a da-re al meglio i suoi frutti - concludeil presidente di Confagricoltura Ma-rio Guidi - perché deve reinterpre-tarsi e decidere da che parte anda-re. Non abbiamo a proposito ideedefinitive, ma sicuramente non dob-biamo andare in competizione di-retta con chi ha un albergo o un BB.Noi siamo e rimaniamo agricoltori,con il nostro regime fiscale e i no-stri PSR. Non dobbiamo essere tute-lati, ma fissare le tappe del percor-so che agricoltura e agriturismo de-vono fare insieme, mantenendo leproprie peculiarità”. ���
Le 5.000 buone azionipromosse sul Web tra-
mite il progetto “Grow TheFuture”, promosso da Syn-genta, si sono tramutate indonazioni dedicate all’atti-vità di educazione agricolain Libano della FondazioneAVSI. L’Onlus italiana haprevisto un intervento di educazio-ne e formazione in sette scuole tec-niche agricole in Libano. Circa 700ragazzi tra i 15 ed i 25 anni – siriani,libanesi e iracheni – sono stati coin-volti in corsi in cui si alternano le-zioni tecniche e pratiche e vengo-no sollecitati a prendere iniziativa ediventare gli attori protagonisti del-la propria crescita. Inoltre le scuolein questione sono state ristrutturatee riabilitate, dotate di serre, vivai esistema idrico, rifornite dei mate-riali (terriccio, piante, attrezzi da la-voro) necessari per le attività prati-che di insegnamento. I frutti di que-sto metodo sono subito percepibi-li: in questi mesi circa 50 ragazzi traquelli che hanno frequentato i corsi
hanno cominciato un periodo di ti-rocinio in 35 aziende agricole liba-nesi, realtà importanti del sistemaagricolo del Paese, in cui possonomettere in pratica quello che hannoimparato e misurarsi con il mondodel lavoro. Questo risultato premiala scelta di Syngenta di trasferire,nell’anno di Expo 2015, il progetto“Grow the Future” dalle aule degliistituti tecnici agrari alla dimensio-ne social del web e di facebook,promuovendo un progetto di edu-tainment dedicato alla tematicadella riduzione dello spreco dellerisorse naturali: More with Less. L’i-niziativa traduce il concetto chesprecare meno significa fare di piùper il Pianeta di domani in una web
app che ha permessoagli utenti di mettere inpratica semplici azioniper evitare gli sprechinei diversi contesti dellaquotidianità: a casa, al su-permercato, nelle prati-che agricole ed al lavoro.Ogni “buona azione”adottata dall’utente hacontribuito a far scattareil contatore presente sulsito verso il traguardo fi-nale dei 5.000 contributi.
DALLE BUONE AZIONI ALLE DONAZIONI PER LE SCUOLE AGRARIE LIBANESI
Cinquemila volte grazie con “Grow the Future”
O S S E R V A T O R I O
14| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
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Alla Casa degli Atellani,
il ricco calendario
di eventi di Calabria,
Campania e Umbria
di Gabriella Bechi
nale, mare, montagna, bellezze natu-rali, vestigia antiche, prodotti di qua-lità, con proposte enogastronomi-che molto attraenti sono state pre-sentate da quattro GAL (Gruppi d’A-zione Locale) della provincia di Co-senza: GAL Alto Jonio Federico II,GAL Savuto, GAL Sila Greca, GAL Val-le del Crati. Quattro territori conti-
Per tutta la durata di Ex-po, la Vigna di Leonardo,con il suo giardino e laCaffetteria, è stata la casadi tante regioni italiane,che hanno portato a Mi-
lano il meglio della loro offerta diprodotti, di specialità enogastrono-miche e di tradizioni culturali. Nel mese di ottobre, in particolare, sisono alternate Calabria, Campania eUmbria, con un calendario ricco dieventi.Le eccellenze, spesso ancora pococonosciute, della Calabria settentrio-
Successo dei prodotti
calabresi in mostra
e in vendita nella Caffetteria
Le Regionisi raccontano
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La Tavernetta di Calopezzati.Nel corso dell’iniziativa è stato pre-sentato il CodexPurpureusRossanen-sis, prezioso evangelario miniato da-tato tra il IV e il VI secolo, arrivato inCalabria dal Medio Oriente, di straor-dinario interesse religioso, artistico estorico. Si tratta di un manoscritto delNuovo Testamento, in pergamena co-lor porpora, comprendente quindiciillustrazioni decorative che hannoper soggetto fatti, avvenimenti e pa-rabole riguardanti la vita di Gesù. E’ ildocumento librario più prezioso chela Calabria possegga ed è conservatonel museo diocesano di Arte sacra diRossano.Anche la Regione Campania, che èstata presente ad EXPO 2015 dal 16al 22 ottobre con una serie di im-portati iniziative e con un propriospazio istituzionale, ha scelto la ve-trina della Casa degli Atellani perdue serate speciali.La prima, dedicata alla eccellenzeenogastronomiche, a cui è intervenu-to anche il governatore Vincenzo DeLuca, ha visto il coinvolgimento diuna ventina di aziende agroalimenta-ri campane che continuano ad inve-stire ed a credere nel loro territorio e
gui, differenti e complementari, ac-comunati dal rispetto per la tradizio-ne e dalla grande ospitalità. I prodot-ti tipici del territorio, il limone, i sa-lumi di suino nero di Calabria, l’ori-gano, il peperoncino dolce e piccan-te, le patate, le castagne, i fichi, l’olioextravergine di oliva Dop Bruzio, i vi-ni Savuto Doc e Terre di CosenzaDop, la liquirizia di Rossano e le Bac-che di Goji, recentemente introdot-te, che ben si adattano al microclimalocale, sono stati i protagonisti didue riuscitissime serate, allietate dal-lo chef Pietro Boccuti del ristorante
che, attraverso i loro prodotti, dall’or-tofrutta al vino, dall’olio alla pasta,dalle carni ai salumi, fino al pescato,hanno raccontato la loro storia. Aconclusione della serata una cena abase di prodotti tipici preparata dallochef Francesco Tammaro del risto-rante San Pietro di Cetara.Il secondo evento promosso dalla Re-gione Campania ha visto protagonistii vini del territorio, dal Sannio ai Cam-pi Flegrei, dall’Irpinia alla provinciadi Salerno, fino all’isola di Ischia (lacui Dop compie cinquant’anni), conla partecipazione dei Consorzi di Tu-tela della regione.Numerosi i produttori vitivinicolipresenti, che si sono confrontati inun dibattito moderato dal giornalistaAntonio Paolini. E’ seguita una degu-stazione guidata dei vini, a cui ha par-
Tra gli appuntamenti,
la Cena di gala campana
con il governatore De Luca
Casa degli Atellani
Capraiall’incontro umbro
tecipato anche una delega-zione dell’Ais Campania, inabbinamento a piatti tipicidella cucina tradizionale. L’olio nuovo Dop Umbria2015 è stato il filo condut-tore dell’iniziativa, promos-sa da Confagricoltura Um-bria e Assoprol Umbria allaVigna di Leonardo dal 20 al31 ottobre.Amaro, piccante, fruttato eerbaceo, questo incredibilee speciale prodotto da sem-pre è stato scelto per esal-tare la cucina regionale, na-zionale ed internazionale.L’extravergine è sicuramente tra iprodotti più caratteristici dell’Um-bria, dove l’olivo si coltiva sfidandole difficoltà poste dal clima e dal suo-lo. Dopo i disagi dello scorso anno, acausa di una stagione climatica parti-colarmente avversa, gli olivicoltorihanno prestato la giusta attenzione ailoro oliveti, accompagnati in questo
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che, dai 30 mila quintali di produzio-ne a cui erano scesi, sono tornati ai60/70 mila, grazie al sapere, all’ inno-vazione, alla ricerca ed al controllodel territorio.Per tutto il periodo programmato,nella caffetteria della Casa degli Atel-lani sono stati presenti prodottiesclusivamente umbri. Ogni sera,inoltre, dalle 18 alle 20,30, è statoproposto un aperitivo a base di Bru-schetta con olio nuovo Dop Umbria,PinzimOlio, Paté di legumi di Colfio-rito, Pecorino di Norcia con confet-ture di frutta e miele, Zuppe di legu-mi e cereali di Colfiorito, Salumi um-bri e un calice di vino. Per rendereomaggio all’iniziativa sono stati pre-sentati anche due bellissimi volumifotografici dedicati alla descrizionedegli scenari che questa terra sempreverde offre.“Umbria, i paesaggi del vi-no” a cura di Giovanni Picuti, giorna-lista, avvocato e fotografo folignatecon una premessa di Riccardo Cota-rella, uno degli enologi più conosciu-ti e stimati d’Italia. E “Immaginiamo.Viaggio ad occhi aperti, nella ValleUmbra e Sibillini” a cura di StefanoPasquini, fotografo folignate, e delgiornalista e scrittore MassimilianoCastellani. (G. B.)
percorso dalla Confagricoltura, sem-pre più attenta a potenziare l’innova-zione tecnologica. Il risultato è stato
Ogni sera organizzati
aperitivi umbri
a base di prodotti tipici
Stattiall’incontro Calabria
Il presidente di ConfagriCampania Pannullo con il presidente della Regione De Luca
GLI IMPEGNI CONCRETI PER IL FUTURO DELL’AGRICOLTURAThe Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura - è l’ambizioso piano relativo all’impegno concreto che
Syngenta intende assumere per contribuire alla sicurezza alimentare nel rispetto dell’ambiente. The Good Growth Plan consiste in tre sfide e sei
impegni misurabili con cui Syngenta vuole dimostrare che agricoltura e salvaguardia dell’ambiente possono coesistere e che l’aumento
della produzione agricola può avvenire in modo sostenibile, senza spreco di risorse.
Il piano “The Good Growth Plan - Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura” nel contesto agricolo italiano
si basa su 3 elementi fondamentali declinati in progetti specifici:
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Promuovere un’Agricoltura Intensiva Sostenibile
Salvaguardare la qualità delle produzioni
Promuovere le peculiarità delle filiere agroalimentari italiane
Gestione multifunzionale del territorioMira a dimostrare come un’agricoltura intensiva
produttiva e un ambiente ricco e vivo in termini di
biodiversità possano coesistere sfruttando le aree
marginali delle aziende agricole come i bordi campo.
Grano Armandoè un contratto di filiera che permette di garantire grano
di qualità 100% italiano a un marchio di pasta premium
del pastificio De Matteis.
Protocolli di qualità per la filiera vitivinicolaè un protocollo di coltivazione per l’uva da tavola
e l’uva da vino sviluppato per soddisfare i requisiti
di sostenibilità della Grande Distribuzione che sono
richiesti ai produttori viti-vinicoli per favorirne l’accesso
ai mercati.
Filiera di Qualità del Pomodoro da Industriaè un protocollo di coltivazione del pomodoro da industria
che aiuta a far sistema tra produttori e trasformatori
italiani e a rispondere ai requisiti di sostenibilità dei
mercati nazionali e internazionali.
Water Optimization Cornè un programma di coltivazione creato per ottimizzare
le risorse idriche nella coltura del mais grazie alla
combinazione di ricerca genetica tradizionale con
programmi di semina e difesa fitosanitaria.
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quantità, grazie alla combinazione di nuovi ibridi di orzo
con un protocollo di coltivazione studiato per consentire
una massimizzazione delle rese.
Formazione sulla sicurezza alimentare, la tutela del lavoratore e dell’ambiente
Ha lo scopo di sensibilizzare chi lavora in agricoltura
ad avere un ruolo centrale in termini di responsabilità
sociale, di tutela della salute e dell’ambiente.
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Responsabile
20| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
di Barbara Bertuzzi
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Un ettaro su dieci è desti-
nato alle coltivazioni
biologiche, che danno
lavoro a oltre 55mila
operatori. L’Italia ha fe-
steggiato le cifre di un
comparto in netta crescita lo scorso
29 settembre alla Festa del Bio in Ex-
po, organizzata all’interno del Parco
della Biodiversità dal Mipaaf, Bologna-
Fiere, Expo Milano 2015 e dal Forum
Internazionale del Biologico. Una gior-
nata dedicata all’agricoltura biologica
e sostenibile, in linea con il tema fon-
dante dell’Esposizione universale:
"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita".
Parisini: «Si va
nella direzione
di produrre di più
senza aumentare
l’impatto ambientale»
rizzare e rendere produttive aree mar-
ginali montane e pedemontane non
adatte all’agricoltura intensiva e dove
quest’ultima non potrebbe consentire
alcuna redditività. In questo modo, ol-
tre a lavorare per ottenere un prodot-
to di certificata qualità, si permette la
sopravvivenza di un’economia pro-
duttiva in aree fragili, talora destinate
allo spopolamento e soggette al ri-
schio di dissesto idrogeologico”. Co-
me ha sollecitato il viceministro Oli-
vero “occorre investire in ricerca per
concorrere al mantenimento della
biodiversità e per preservare il mag-
gior numero possibile di varietà; con-
centrare l’attenzione sui settori più in-
novativi, come l’agricoltura idroponi-
ca, l’acquacoltura e l’applicazione del-
la biologia molecolare e su nuove tec-
nologie e macchinari atti a implemen-
tare e migliorare le produzioni bio”.
Parisini ha inoltre rimarcato la neces-
sità di “investire risorse in innovazione
e ricerca per formare gli agricoltori e
organizzare meglio la produzione del-
le materie prime bio, che sono alla ba-
se delle principali produzioni Dop e
Igp italiane, certi che l’obiettivo del
biologico non sia solo il binomio qua-
lità e produttività agricola per ettaro,
bensì la tutela delle biodiversità del
territorio”. ���
da sinistra: Il viceministro Olivero, il presidente di FederBioCarnemolla e il presidente di FNPBio (Confagri) Parisini
La “Carta
del Bio”Nell’occasione è stata consegnata la
“Carta del Bio”, siglata dalle principali
associazioni italiane e internazionali,
al viceministro alle Politiche Agricole
con delega al biologico Andrea Olive-
ro. «Un manifesto importante, che va
nella direzione auspicata: produrre
più cibo senza aumentare l’impatto
ambientale e favorire la fertilità dei
suoli attraverso l’utilizzo dell’agricol-
tura di precisione e di metodi innova-
tivi», ha osservato Paolo Parisini, presi-
dente nazionale del Biologico di Con-
fagricoltura, dopo aver firmato il do-
cumento. Nel testo è altresì sottoli-
neato come il biologico “sappia valo-
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P R I M O P I A N O E X P O 2 0 1 5
20| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
di Gabriella Bechi
Sviluppare una politicadella prevenzione. È que-sto il motivo per cuiConfagricoltura ha datovita, al termine di un arti-colato progetto di anali-
si, alla società di brokeraggio GAA, acui partecipano, oltre alla struttura na-zionale, numerose realtà territoriali. Eproprio attraverso GAA Confagricol-tura ha siglato a Milano, alla Vigna diLeonardo, un importante accordo dipartnership pluriennale con RealeMutua, Capogruppo di Reale Group,finalizzato a offrire un concreto con-
tributo allo sviluppo delle politicheagricole in Italia e, in particolare, a fa-vorire la solidità e la continuità delreddito delle imprese associate.La collaborazione consentirà la pro-gettazione e la realizzazione di una se-rie di strumenti e prodotti in grado disupportare, in modo specifico, le esi-genze delle aziende agricole nazionali
Assicurazioni
su misura
Voglino (GAA): «La componente
assicurativa imprescindibile
per le imprese agricole»
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |21
in materia di garanzie e servizi assi-curativi, favorendo lo sviluppo diuna sistematica politica di preven-zione e riduzione delle possibilifonti di rischio, che gli imprenditoridel comparto corrono nello svolgi-mento delle loro attività.Reale Mutua, pertanto, coinvolgeràla propria rete di agenti e collabora-tori per favorire la diffusione dellacultura assicurativa presso tutte lesedi provinciali di Confagricoltura eper individuare le migliori soluzioniassicurative, anche a fronte del co-stante progresso del livello tecnolo-gico che caratterizza le aziendeagricole. «Dobbiamo diffondere sempre dipiù la cultura della previsione edunque delle assicurazioni – ha det-to il direttore generale di Confagri-coltura Luigi Mastrobuono - . L’inter-vento ex post non basta più in un’atti-vità come quella agricola sottopostaad un’infinità di agenti esterni. RealeMutua, fin dalla sua nascita, ha mostra-to un’estrema attenzione per il com-parto e con questo accordo intendia-mo, insieme, imprimere un forte im-pulso al cambiamento già in atto al-l’interno dell’agricoltura ita-liana, in modo che la pre-venzione e la gestione dei ri-schi entrino a far parte delpatrimonio culturale sia del-le imprese agricole nostreassociate, sia delle nostre or-ganizzazioni territoriali».«Il mondo agricolo continuaa svolgere un ruolo di rilie-vo nell'economia italiana e,da sempre, rappresenta perReale Mutua uno dei settoridi maggiore focalizzazionedella nostra attività - ha di-chiarato Luca Filippone, di-rettore generale di RealeMutua -. Confagricoltura èun’organizzazione presti-giosa che rappresenta l'im-presa agricola italiana, conuna capillare presenza sulterritorio. Con la stipula diquesto accordo intendiamofornire a tutte le aziende ad
convenzioni in grado di rendere piùagevole e competitivo l’accesso allanostra gamma prodotti di alto valoreassicurativo». «I cambiamenti climatici,le oscillazioni dei prezzi, l’integrazionedelle imprese agricole lungo la filieraproduttiva, l’internazionalizzazione, leesigenze creditizie e la crescente digi-talizzazione rendono la componente
assicurativa imprescindibileper le imprese agricole - haspiegato l’amministratoredelegato di GAA AlessandroVoglino –. E’ questo il con-cetto che deve essere trasfe-rito alle nostre strutture ter-ritoriali». «Con questo accor-do – ha aggiunto MauroGentini, responsabile RischiSpeciali di Reale Mutua –non intendiamo offrire sola-mente delle polizze, ma deiveri e propri servizi assicu-rativi. Su misura, perchéogni azienda ha le proprie,diverse esigenze. Innovativi,ovvero legati ai nuovi svi-luppi del settore, dalla tra-sformazione dei prodotti, al-l’export, fino alle agroener-gie. Direttamente presso lesedi di Confagricoltura, peressere il più vicino possibilealle imprese». ���
Filippone (Reale Mutua): «Alle
aziende una consulenza
assicurativa personalizzata»
Mastrobuono e Filippone
essa associate una consulenza assicu-rativa curata e personalizzata, oltre aprogettare e a diffondere specifiche
Alessandro Voglino (AD della GAA)
22| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
La pubblicazione
di Unitab e JTI presentata
alla “Vigna di Leonardo”,
a Milano. Illustrati
itinerari storico-culturali,
naturalistici
ed enogastronomici
Cinquanta pagine di storia,cultura e tradizioni legatealla produzione del tabac-co e al territorio in cui èstato coltivato per secoli eviene coltivato tutt'oggi,
l'Alta Valle del Tevere. È questo il rac-conto de 'La via del tabacco in Um-bria', una pubblicazione edita dall'U-nione italiana tabacchicoltori (Uni-tab), con il supporto di JTI (Japan To-bacco International), presentata nel-lo splendido scenario della ‘Vigna diLeonardo', a Milano, nell'ambito diExpo 2015. Un progetto editoriale,con testi di Rita Boini e Massimo Ca-nalicchio in cui vengono illustrati iti-nerari storico-culturali, naturalistici
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La via del tabacco
in Umbria
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |23
PierCarlo
Alessiani
mentari e forestali; Luigi Mastrobuo-no, direttore generale di Confagri-coltura, e, in video, Paolo De Castro,membro della Commissione agricol-tura e sviluppo rurale del Parlamen-to europeo. Presenti, insieme ad altri rappresen-tanti delle istituzioni, anche testimo-nial vip come le attrici Serena Autie-ri e Valentina Lodovini, Emanuele Fi-liberto di Savoia, il meteorologo An-drea Giuliacci, il presidente del Par-ma calcio Nevio Scala e l'ex giocato-re dell'Ac Perugia calcio EmilianoTestini. “Quest'opera - ha affermato Canalic-chio - vuole essere una rapida ed ef-ficace guida e un racconto del terri-torio. Essa dimostra che il modello diruralità fondato sul tabacco, appog-giandosi a un territorio ricco di ec-cellenze naturalistiche, ha portatocon sé tutta una serie di tradizioni,ma anche progresso e benessere".Tracce di rilievo di questa storiaemergono, per esempio, dalle operedi Burri e dagli ex seccatoi del ta-bacco sede della Fondazione Burri.Ma luoghi d'arte e di storia si ritrova-
no e sono segnalati in tutta l'area.“Con questa pubblicazione - ha com-mentato Alessiani - vogliamo difen-dere l'ambiente naturale dell'Um-bria. Il tabacco è una parte molto im-portante della storia di questo Paese,essendo l'Italia il secondo produtto-re europeo, dopo la Bulgaria, e im-piegando a oggi 260mila persone”.In Umbria, nell'Alta Valle del Tevere,vengono prodotte annualmente15mila tonnellate di varietà VirginiaBright su una superficie di circa 6mi-la ettari. Vi sono inoltre 60 ettari diterreno che producono 130 tonnel-late di varietà Kentuchy. Impiegatinel settore sono oltre 3mila lavorato-ri nella fase agricola e altrettanti nel-l'indotto. "Dietro ogni ettaro di terreno colti-vato a tabacco - ha ricordato Gioglio- ci sono 12mila euro di investimen-ti. Se venisse meno questa produzio-ne sarebbe una catastrofe economi-ca per quest'area. Contiamo di allar-gare il progetto delle 'strade' anchealla Toscana, terra storicamente lega-ta alla manifattura del sigaro". (G. B.)
Alessiani: «Il tabacco è
una parte importante
della storia del Paese»
ed enogastronomici, che sidipanano tra Umbertide,Montone, Pietralunga, Cittàdi Castello, Monte SantaMaria Tiberina, San Giusti-no e Citerna. "Il tabacco - ha spiegatoOriano Gioglio, presidentedi Unitab - è una produzio-ne agricola che ha la stessadignità delle altre e che, seutilizzato in modo corret-to, rappresenta uno deipiaceri del vivere quotidia-no. Il problema è, eventual-mente, quello legato al suoabuso. Noi continuiamo acredere nella sua sostenibi-lità economica, anche le-gandola a contesti nuovi,come la promozione deiterritori, dell'ambiente e
dei paesaggi che ad essa sono corre-lati".All'evento milanese, moderato daGiuliano Giubilei, vicedirettore delTg3, sono intervenuti, oltre a Gio-glio e Canalicchio, anche PierCarloAlessiani, presidente e amministra-tore delegato di JTI Italia; Walter Ve-rini, coordinatore parlamentare del-le aree tabacchicole della Cameradei deputati; Catiuscia Marini, presi-dente della Regione Umbria; LucaBianchi, capo dipartimento del mi-nistero delle Politiche agricole, ali-
L’oscar BIE al padiglione
del Giappone per la sua
armoniosa combinazione
tra la rappresentazione
della natura e l’innovazione
tecnologica
P R I M O P I A N O E X P O 2 0 1 5
24| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
di Gaetano Menna
Tra gli “oscar” assegnati
dal Bureau International
des Expositions (BIE) ai
migliori padiglioni di
Expo 2015 va segnalato
quello per il migliore al-
lestimento nella categoria di strut-
ture con superficie superiore ai 2 mi-
la metri quadri , che è andato al Giap-
pone per «l’armoniosa combinazione
tra la rappresentazione della natura e
l’innovazione tecnologica». Il padi-
glione nipponico è stato letteralmen-
te preso d’assalto dai visitatori, con fi-
le di accesso di ore, smaltite dai nip-
ponici, per quanto possibile, con
grande efficienza ed organizzazione.
Tema centrale quello della “diversità
armoniosa” come «riconoscenza ed
amore per la natura, con un occhio di
riguardo alla filiera alimentare». In
primo piano i processi di fermenta-
zione e di essiccazione con cui i va-
lori nutritivi degli alimenti diventano
più alti ed i tempi di conservazione
più lunghi. Si sottolineava come la
cultura alimentare fosse un esempio
concreto di nutrimento sano, soste-
nibile ed equilibrato, nonché un mo-
dello per alleviare i problemi mon-
Una cascata
di notizie
foto di R. Ciani Bassetti
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |25
diali relativi alla fame e all’ambien-
te. Questo messaggio veniva tra-
smesso ai visitatori del padiglione
attraverso un’esperienza che parti-
va dal campo agricolo per arrivare
alla tavola, ripercorrendo il viaggio
del cibo. Il padiglione è stato co-
struito con 17mila pezzi di legno
incastrati tra loro in modo da la-
sciar penetrare la luce solare. Si è
voluto richiamare così anche il te-
ma delle risorse forestali (rinnova-
bili). Si ricordava come, sin dai
tempi più antichi, gli alberi e lo sti-
le di vita dei giapponesi convives-
sero strettamente nei “satoyama”,
tipiche strisce di terreno coltivato
frapposte fra colline lussureggian-
ti. Il padiglione, costruito su due
piani, prevedeva al piano terra la
zona espositiva, mentre al primo
piano aveva ristoranti e zona eventi.
All’ingresso c’era un “prologo intro-
duttivo” che sottolineava la coesi-
stenza tra uomo e natura, rappresen-
tata con opere artistiche. Quindi si
era introdotti nel primo ambiente,
denominato “Armonia”, di grandissi-
ma suggestione. Combinando dispo-
sitivi video e specchi semi-riflettenti
si creava un’esperienza sensoriale av-
volgente che permetteva ai visitatori
di immergersi nel paesaggio rurale
giapponese nelle quattro stagioni.
Un lungo corridoio, che ricordava il
pavimento di pietra dei giardini giap-
le informazioni fornite. Proseguendo
il percorso si raggiungeva quindi la
“vetrina” sulle conoscenze e sulle tec-
niche tradizionali della cucina giap-
ponese proiettate al domani. Dal pas-
sato al laboratorio del futuro, dove ve-
niva presentato lo sviluppo delle tec-
nologie del Paese del Sol Levante. Sul
palco della “Terra del futuro” faceva-
no la loro comparsa molti personaggi
- le mascotte giapponesi di Expo Mo-
rizo e Kiccoro e poi la cicogna, il ro-
bot - che raccontavano l’impegno del
Giappone nei confronti dei problemi
che ci sono su scala globale relativi al-
l’alimentazione (e sulla “Terra interat-
tiva” venivano mostrati dati ed im-
magini). C’era anche un approfondi-
mento in chiave cool, dedicato al de-
sign. Infine si entrava nel suggestivo
“ristorante del futuro”. Si trattava di
un mega-teatro a forma di ristorante
dove i visitatori erano introdotti per
definire e approfondire un “pranzo
virtuale” con immagini di pietanze e
alimenti che apparivano sul piano del
tavolo, accompagnate da spiegazioni
sulle loro caratteristiche. Infine, una
sorta di musical dal vivo, cantato in
italiano, permetteva di passare dallo
stupore all’allegria. Uscendo c’era la
possibilità di fermarsi al ristorante,
quello vero, per gustare finalmente le
prelibatezze decantate. ���
Nel ristorante del futuro
viene servito
il pranzo virtuale
ponesi, evocava la decantata ospita-
lità del Paese. Quindi si raggiungeva
la “cascata della diversità” in cui scor-
reva una ricca varietà di contenuti
connessi alle coltivazioni agricole ed
alla tavola (circa un migliaio di ap-
profondimenti). Toccando i contenu-
ti che “galleggiavano” ai piedi della
cascata potevano essere visualizzate
Davide Oldani, lo chef
stellato ambasciatore
della cucina italiana,
ci parla dell’Esposizione
Universale e di incontri,
cibi, tradizioni
e contaminazioni
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26| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
di Serena Scarpello
Cosa ho imparato da Expo?“Che il sorriso è la miglio-re arma per vincere”. Ini-zia così Davide Oldani,chef stellato con il suo ri-storante “D’O” a Cornare-
do, in provincia di Milano, inventoredella cucina “pop”, che si basa sullasemplicità e sulle materie prime umi-li. Reduce del semestre Expo di cui èstato ambassador, ci racconta di aver-ci messo piede per la prima voltamolto tempo fa.
Come sei arrivato in Expo?Il mio primissimo approccio a Expo è
L’Expo dei sapori
avvenuto a malapena dopo una setti-mana che era stato annunciato che l’Ex-po 2015 si sarebbe svolta in Italia, quin-di più di 5 anni fa. Visto che la città scel-ta era proprio la mia città, ho subitopensato che mi sarebbe piaciuto rega-largli un piatto tradizionale ma cucinatoin una nuova versione. L’idea di rinfre-scare il vecchio risotto alla milanese èpiaciuta e venne ufficialmente presen-tata in piazza Gae Aulenti il 1 maggio2014 in occasione di un grande dinner.Dal giorno di countdown partecipam-mo poi all’asta per aggiudicarci un chio-sco, che poi venne chiamato “Panetto-ne, zafferano e riso”, che sono i tre in-
L’Expo dei sapori
Da
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |27
gredienti milanesi per eccel-lenza, declinati in 5 piatti sa-lati e in 5 piatti dolci.
Qual è il tuo bilancio per-sonale di questa espe-rienza?Il bilancio personale è moltopositivo. Innanzitutto da unpunto di vista di visibilità.Inoltre Expo ha permesso ame e alla mia squadra diprendere molti contatti eaprire tante porte. Una diquesta potrebbe essere quel-la di replicare l’idea di que-sto nuovo concept in città,portando la cucina del D’Oin un chiosco nel centro diMilano. Ma è ancora tutto davedere.
A tuo parere il metodo Ex-po lo porteranno avantiin qualche modo concre-to anche altri? Tanti prenderanno spunto,ne sono convinto, ma saràdifficile farlo da soli: Expoha funzionato perché co-munque c’era la spinta ditutta l’Italia, ed ora sta a noiessere bravi per portarloavanti, ognuno nella propriarealtà e quotidianità. Nelmio caso per esempio unodei ragazzi che lavoravapresso il chiosco ha già ini-ziato al D’O e gli altri ver-
ranno ripresi in qualche modo. Ognu-no di loro ha fatto parte attiva di que-sto percorso, dopodiché ci sono statele prove, lo studio metodologico, ab-biamo trovato un metodo di cotturadel riso in un chiosco, che prima di og-gi per me era impensabile.
Il tema del cibo quanto è statoimportante?
Moltissimo. È poi diventato una fe-sta, e un modo per condividere leidee con allegria. Tutelare il prodot-to, tutelare la terra, mangiare soste-nibile: sono questi alcuni dei mes-saggi che sono arrivati a tutti. Questa
che mi hanno molto colpito. Expo èstata anche un confronto importan-te sulla cultura, che per me si è tra-dotto nel vedere le persone sorride-re e stare bene.
Ultima domanda: il menu delPresidente?
Il Presidente Mattarella ha assaggiato lamia cucina al chiosco e dopo qualchegiorno mi è ha chiesto di cucinare perla cena che ha seguito la cerimonia dichiusura. Posso dirti che ha mangiatoprodotti italiani e prodotti reinterpre-tati da me, come per esempio il pesce,il branzino, la pasta di grano duro, undolce tipico ma sempre rivisitato com-pletamente a modo mio… ma il menùresta top secret! ���
Oldani: «Due ore e mezza
di fila per il risotto al mio
“chiosco”, mai una lamentela»
Expo ha vinto perché ha creato quelformat di associare le persone e difargli condividere un momento di fe-licità. Da noi per esempio c’eranodue ore e mezza di fila per mangiareil riso al chiosco e non ho sentitonemmeno una lamentela. Addirittu-ra un giorno ho visto due ragazzi ita-liani che si sono organizzati con laseggiolina per fare la fila fuori dal Pa-diglione del Giappone e che poi sisono recati al mio chiosco per farneun’altra: con un calma e una serenità
foto di Giovanni Santarelli
avide Oldani
28| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
AT T U A L I TÀ F O O D
Grande successo delle aziende
di Confagricoltura
all’evento gastronomico
“Cooking for Art”, che si è svolto a Roma
di Gabriella Bechi
Due le sfide dell’edizione romana diCooking for Art: “Chef emergented’Italia 2015” e “Pizzaiolo d’Italia2015”. A guadagnarsi l’ambito rico-noscimento di miglior chef under30 è stato Oliver Piras, del ristoran-te Aga di San Vito di Cadore, che hasuperato nella finalissima Gianfran-co Bruno de Le Masserie del Falcodi Forenza e Nikita Sergeev de L'Ar-cade di Porto San Giorgio. Di frontead una imponente giuria (oltre 50tra giornalisti e chef agli assaggi eun rappresentante della FIC dietrole quinte a controllare ogni mossa e
L’officina del gusto
Si è conclusa con ungrandissimo successo dipubblico la manifesta-zione “Cooking for Art”,organizzata da Witaly eLuigi Cremona, che si è
svolta a Roma nell’originale spazio diOfficine Farneto, a cui Confagricoltu-ra ha partecipato con un nutritogruppo di aziende associate.
Per tre giorni nello spazio apposita-mente allestito con il nuovo logo ar-ricchito dal pay off “Coltiviamo Ca-polavori”, gli imprenditori di Confa-gricoltura hanno proposto a visita-tori ed operatori del settore i loroprodotti, dall’olio extra vergine d’o-liva ai vini, dagli ortaggi freschi aitrasformati, dai salumi ai formaggi,fino ai gelati artigianali e alle pianti-ne aromatiche. Il meglio della pro-duzione agricola del nostro Paese,dalle ricercate Denominazioni d’o-rigine ai prodotti innovativi. Tutticontraddistinti dalla filosofia del-l’Organizzazione degli imprenditoriagricoli, che fa della sostenibilità,della qualità, della ricerca e dellacapacità di stare sul mercato il pun-to di forza di un’agricoltura moder-na e competitiva. Folta la presenza di grandi chef stel-lati che si sono esibiti sul palco del-la manifestazione con straordinarishow cooking in abbinamento aiprodotti e ai vini degli espositoripresenti e che hanno fatto assaggia-re al pubblico i loro piatti nellaFood Zone appositamente allestita.
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |29
scarto superfluo), Oliver ha convin-to con il suo Rigatone all'amaro dicarciofi addolcito dalla stelvia, il Sal-merino al triplo verde, il Maialino al-l'aglio bruciato e il gelato al pepenero mele e levistico.Una finale emozionante che ha vi-sto Gianfranco Bruno sfiorare la vit-toria e guadagnarsi il premio spe-ciale di Confagricoltura per la mi-gliore valorizzazione dei prodottidel territorio, che è stato consegna-to allo chef dal vicepresidente Mas-similiano Giansanti.Elio Santosuosso de La Gatta Man-
giona di Roma si è aggiudicato in-vece il titolo di miglior pizzaioloemergente d'Italia. Dopo una com-battuta e avvincente sfida ha preval-so su Luca Maggioni dell'enosteriaLipen di Canonica sul Lambro, Fa-bio Cozzolino di 50 Kalò di Napoli,Pier Daniele Seu del Gazometro 38di Roma.
Nell’ottica di una visione di un’agri-coltura che vuole allargare i suoiorizzonti, Confagricoltura ha sceltola vetrina di Cooking for Art perpresentare i suoi prodotti, oltre cheal pubblico, agli chef e agli espertidi gastronomia, perché sono questiche, con la loro maestria, sono ca-paci di valorizzare, esaltando gusti esapori attraverso sapienti abbina-menti, i “Capolavori” dell’agricoltu-ra italiana. Grande la soddisfazione delle azien-de che hanno partecipato alla mani-festazione: Azienda agricola Maria
Premio al giovane chef
Gianfranco Bruno
per la valorizzazione prodotti
Rita Sopranzi, Biolà, Casale della Io-ria, Castello di Torre in Pietra, Got-to d’Oro, OP Mediterraneo/LaFiammante, Vivai Mari, che hannoavuto la possibilità di far conosce-re i loro prodotti agli chef presentie agli operatori del canale ho.re.caaprendo nuovi contratti commer-ciali e al grande pubblico, che restail consumatore finale.Dopo l’edizione romana,Confagricoltura sarà pre-sente anche a Milano, do-ve la manifestazione sisvolgerà negli spazi delleOfficine della Torneria divia Tortona 32, una dellelocation più fashion dellacittà, che vedrà in primoluogo la presentazionedella nuova Guida Alber-ghi&Ristoranti d’Italia2016 del Touring Club Ita-liano, con la premiazionedelle strutture del Nord. Per tre giorni, da sabato28 Novembre a lunedì 30Novembre le miglioriaziende vinicole e agroali-mentari, con anche alcu-ni territori di sicuro riferi-mento gastronomico, pre-senteranno i loro prodot-ti, coinvolgendo i visitato-
30| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
AT T U A L I TÀ F O O D
la partecipazione dei piùpromettenti chef under30 delle regioni del Nordche si svolgerà nell’area“Officine”, mentre in pa-rallelo nell’area “Torne-ria” si terranno le compe-tizioni per il Premio Mi-glior Pizza Chef Emergen-te, che vedrà giovani piz-zaioli del Nord d’Italiaconfrontarsi davanti aduna giuria di esperti gior-nalisti del settore.L’evento si concluderàcon un momento dedica-to al Bocuse d’Or, il piùimportante concorso dicucina al mondo, che ve-drà impegnate oltre 40nazioni.
Verrà resa nota la lista dei concor-renti alla selezione Italiana, che sisvolgerà nel Teatro Sociale di Albail 31 gennaio 2015 e il primo feb-braio 2016. ���
ri con le loro attrattive. Grande at-tesa per il “Premio Miglior ChefEmergente 2016”, che riparte pro-prio da Milano. Una sfida che vedrà
Show cooking uniti
ai prodotti ed ai vini
delle aziende agricole
Il vicepresidente Giansantipremia lo chef Bruno
32| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
AT T U A L I TÀ F O O D
Laurea internazionaleper lo chef
Lo chef finalmente potrà
frequentare anche in Italia
un vero corso di laurea, un
attestato che certifichi i
suoi studi pratici e teorici
per raggiungere la più qua-
lificata formazione. Si tratta dell’Euro-
pean Bachelor of Science, il primo cor-
so triennale di livello universitario esi-
stente in Italia, iniziato il 29 Ottobre
2015, a Roma, a Coquis, l’Ateneo Italia-
no della Cucina guidato da Angelo
All’Ateneo della Cucina
di Roma è iniziato il primo corso triennale
dell’European Bachelor
of Science, riconosciuto nel mondo
dell’arte culinaria con la preparazione
tecnico- scientifica richiesta ad un
esperto in Scienza del cibo, completan-
do l’offerta formativa con uno stage di
due mesi in prestigiosi ristoranti in Ita-
lia e all’estero. Apre le porte alla for-
mazione di Executive chef, Consulente
food, Cuoco proprietario e ristoratore,
Controller del settore alimentazione,
Esperto in ricerca e sviluppo di prepa-
razioni food, Insegnante di cucina e
Scienze gastronomiche in scuole priva-
te. Coquis, l’Ateneo Italiano della Cu-
cina, offre, inoltre, corsi professionali
di alta formazione e master da 1500
ore. Un percorso di qualità che garanti-
sce l’accesso al mondo del lavoro, con
dati che vanno dal 94% per chi esce da
un corso da cuoco o pasticcere, a qua-
si il 100% per i pizzaioli. Tra le sue im-
portanti partnership, quelle con l’Uni-
versità di Tor Vergata, per il master di I
livello in "Cultura dell'alimentazione e
delle tradizioni enogastronomiche";
con la Business School de Il Sole24ore
con cui porta avanti il master in “Mana-
gement dell’enogastronomia”; con la
LUISS Business School per il corso
“Food & Beverage Menagement”. ���
Troiani, chef stellato e direttore didatti-
co. Una grande e concreta novità di
studio e di approfondimento per chi
vuole trasformare la propria passione
per la cucina in un’ opportunità di la-
voro, sia in Italia sia all’estero. Al ter-
mine del corso, infatti, lo studente con-
segue un Bachelor Degree, un titolo di
studio superiore, riconosciuto in tutto
il mondo, equiparabile alla laurea trien-
nale italiana. Una specializzazione in
Scienza e arte culinaria, molto apprez-
zata nel settore della ristorazione in-
ternazionale, un biglietto da visita del
Made in Italy per formare uno chef
professionale.
L’auspicio ora è che il Bachelor De-
gree, valido in tutto il mondo fuorché
in Italia, possa superare questa impas-
se sulla base della normativa che pre-
vede, per i detentori di titoli accade-
mici stranieri, la possibilità di richie-
derne l’equivalenza con i corrispon-
denti titoli italiani. Il corso di laurea in-
ternazionale di Coquis, che vanta la
collaborazione con alcune delle più
importanti realtà del panorama italia-
no, dalla Fondazione Italiana Somme-
lier a Slow Food, combina la creatività
di Gabriella Bechi
Angelo Troianicon gli allievi
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |I
L’A P E R T U R A
Frenano i trattori in tutta Europa
RAVENNA
Il 12 dicembre si svolgerà l’Assemblea annuale di APIMAI, il consorzio di agromeccanicidi Ravenna. Secondo consuetudine, l’appuntamento sarà l’occasione per fare il punto diun anno di attività e permetterà di tracciare una linea di indirizzo per il futuro insiemecon gli associati, i rappresentanti delle aziende agricole partner, delle istituzioni e delmondo accademico. Alle riflessioni sul futuro del contoterzismo, quest’anno si aggiungeun’importante ricorrenza. L’Associazione presieduta da Roberto Tamburini festeggia infattinel 2015 i 70 anni di attività al servizio dell’agricoltura, rappresentando da sempre unsostegno concreto alle imprese conto terzi della provincia di Ravenna e un ponte con leaziende agricole.
Nei primi otto mesidell’anno, nei principaliPaesi europei le vendite ditrattrici segnano un calodel 7,6 per cento. Secondo
l’associazione europea dei costruttoriCema le immatricolazioni si sonofermate a quota 109 mila (compresa laTurchia), rispetto alle 117 mila dellostesso periodo 2014: in Francia sonostate 19 mila (-4,4%), in Germania21.200(-8,7%), nel Regno Unito 8.700(-16%). In passivo anche l’Italia, comeaccade regolarmente dal 2009. I datielaborati da FederUnacoma registrano14 mila macchine vendute fino adagosto, per una flessione del 3%. In baseal trend attuale, a fine anno il numero ditrattrici immesse sul mercato italianodifficilmente supererà le 18 mila unità.Non muta lo scenario per le altretipologie di macchine. Le trattrici conpianale di carico (motoagricole)segnano un -28,6% (513 mezzi venduti)e così i rimorchi (-3,8% per 7.159 mezzi).In controtendenza solo le mietitreb-biatrici (+9,7% a fronte di 318macchine). “I dati fanno sembrarelontani miraggi le innovazioni in terminidi meccanizzazione agricola di cuinecessita l’agricoltura del nostro Paese –commenta il presidente di UncaiAproniano Tassinari –. Il dato incontrotendenza delle trebbiatrici faperò ritenere che siano in primo luogo icontoterzisti a tenere in piedi il sistema.
Il costo delle trebbiatricirende infatti tali macchinaricaldamente sconsigliati alleaziende agricole medio-piccole; le pone quindi tra iservizi di qualità che, nellagran parte dei casi, convieneaffidare agli agromeccanici”.Il governo ha annunciato lostanziamento per il 2016 di 45milioni di euro per l’acquistodi macchine agricole.“Potrebbe portare a un miglioramentodel mercato, sempre che la misura siaaperta anche ai contoterzisti – aggiungeTassinari –. Lo stanziamento però da solonon è in grado di dare concretamente ilvia alla “future farming”, incentrata su unmodo di fare agricoltura più economico,produttivo e rispettoso dell’ambiente.Le macchine e le attrezzature agricolepossono diventare dei risolutori diproblemi in mano a operatori
Agricoltura e zootecnia di precisione: attraverso i Psr le risorse che consentiranno
un primo passo concreto verso la “future farming”. Fondi insufficienti e da ottimizzare
professionisti; nei prossimi anni, poi, gliagricoltori sono chiamati a investiresoprattutto nella zootecnia diprecisione, sia per il benessere animale,sia per aumentare il reddito da stalla.D’altronde è nella stalla che gli allevatorisi assicurano un futuro solidosoprattutto avvalendosi delle piùmoderne tecnologie. Una cosa è certa:vanno ottimizzate le poche risorse delsettore”.
II| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2015
problema prima di tutto strutturale.L’agricoltore non può decidere quan-to produrre e neppure il prezzo deiprodotti raccolti. La sua attività èstrettamente legata al clima, mai inquesti ultimi anni così sfavorevole. Elo abbiamo visto soprattutto nel2014 e nel 2015. Se in passato untemporale portava 30 mm di acquache potevano anche essere necessa-ri, ora ne precipitano 150 con eleva-ta intensità e ti allagano, determinan-do ingenti danni diretti ed indiretti.Per fare agricoltura oggi occorre ave-re spalle buone perché possono pre-sentarsi eventi atmosferici calamitosidi notevole intensità, interessando
anche zone molto vaste. Per un con-toterzista attivo in quell'area vuol di-re azzerare in poche ore tutto il suolavoro ed il guadagno.
Ma in caso di calamità ed eventieccezionali le istituzioni nonstanziano degli aiuti economici?
Per l’agricoltore sì, a volte. Il conto-terzista viene invece lasciato solo. Sia-mo al punto che un’azienda contoterzi, per svolgere con regolarità leordinarie operazioni colturali ed an-dare avanti, deve sperare che tuttovada benissimo. Anche perché i mar-gini di guadagno si sono notevol-mente ridotti in quanto le aziende
Roberto Tamburini, presidente di Apimai Ravenna: “Senza agevolazioni dalle istituzioni,
tocca alla filiera riconoscere il giusto reddito anche ai contoterzisti”
Ogni anno, con una venti-na di operai e 140 mez-zi agricoli, lavora in Ro-magna circa 3000 ettaridi terreni, garantendo al-le aziende agricole sue
clienti tutto quello che serve per svol-gere qualsiasi lavorazione agricola.
Nelle ultime settimane sembra-no esserci segnali positivi in eco-nomia. La Banca d’Italia e la BCEhanno previsto una crescita vici-na all’1% nel 2016. Anche l’agri-coltura può dire di essersi lascia-ta la crisi alle spalle?
Non credo, in agricoltura la crisi è un
NOT I Z I E
Una filiera coesa, risorsa per il contoterzismo
NOVEMBRE 2015|MONDO AGRICOLO|III
agricole richiedono a contoterzistisoprattutto lavori pesanti svolti congrandi macchinari ed elevate poten-ze e conseguente investimento, checonsumano molto gasolio e hannobisogno di un mantenimento costo-so.
Da imprenditore cosa si sente disuggerire ai contoterzisti, per tu-telare la propria attività?
Ci sono stati anni favorevoli alla cre-scita dell’attività conto terzi. Ora sia-mo in un periodo in cui il contoterzi-sta deve essere molto oculato pernon perdere ciò che ha raggiunto.Dalle nostre parti (ndr, in Romagna)i contoterzisti si sono attrezzati di tut-te le macchine necessarie alle colti-vazioni locali, ricercando l’innovazio-ne, come l’agricoltura di precisione,nonché la ricerca dell’accorpamentopoderale per l’ottimizzazione dellelavorazioni e dei cantieri.
Quali altre indicazioni perun'impresa conto terzi che vogliauscire dalle secche?
Tutti noi cerchiamo di allungare ilpiù possibile il ciclo di vita delle mac-chine, curando in modo particolarela manutenzione. Questo è un modoper salvaguardare gli investimenti edil patrimonio costituito dal parcomacchine. Sottolineo che oggigiornoil contoterzismo sta lavorando conmargini irrisori, facendo il bene a tut-ti,ma non a noi stessi, e non riceven-do aiuti, sovvenzioni, agevolazionieconomiche da nessuno.
Chi potrebbe avere un occhio di ri-guardo per gli agromeccanici, nelvuoto lasciato dalle istituzioni?
In assenza di agevolazioni da partedelle istituzioni, tocca ai costruttoridi macchine aiutare i contoterzisti.Tutta la categoria degli agromeccani-ci dovrebbe essere vista come unpartner al quale offrire tutte le age-volazioni possibili al momento del-l'acquisto e pacchetti compresivi diassistenza. Avere un costo macchinatutto compreso, anche di rotture e ri-cambi, permetterebbe all’impresa
agli istituti di credito, agli agricoltori,alle loro associazioni e a tutti i forni-tori di prodotti ed attrezzature. Siamo un soggetto apolitico che devesaper dialogare in modo costruttivocon tutti, facendo però sempre pre-sente che un contoterzismo in saluteè un vantaggio per l’intero compartoagricolo. Per questo tutti, dagli agri-coltori all’industria, dovrebbero im-pegnarsi a far capire alla politica chese gli agromeccanici sono lasciati so-li, tutta la filiera e l'indotto sono a ri-schio. Dobbiamo far capire che sia-mo una filiera coesa con un unicoobiettivo, salvare e dare la giusta mar-ginalità a tutti i soggetti che gravitanonel mondo agricolo, dal primo all'ul-timo. ���
conto terzi di definire il costo orarioe un piano di ammortamento certodegli investimenti e costruire un soli-do progetto industriale. Senza formedi garanzia come questa, il rischioper il contoterzista è di non disporredella necessaria liquidità per ripararele macchine di grandi dimensioni incaso di guasti importanti.
Quale strada deve seguire a suoavviso l’Unione Contoterzisti?
Non c'è una sola strada da seguire.Noi abbiamo bisogno di coinvolgeretutti gli attori diretti ed indiretti delmondo agricolo e chiediamo la mas-sima collaborazione; ci rivolgiamo inparticolar modo al mondo industria-le, alle compagnie di assicurazioni,
ACCORDO DI COLLABORAZIONETRA UNCAI E DATACOLLa manutenzione dei mezzi agricoliinizia dal motore. I problemi piùgravi, infatti, riguardano sempreil cuore della macchina. “Perincentivare la manutenzione regolaredi trattrici e operatrici, fondamentaleper ridurne il costo orario e agevolarnel’ammortamento – illustra ilpresidente di Uncai ApronianoTassinari – abbiamo deciso di siglareuna convenzione con Datacol che
prevede offerte sui prodotti Energy Project per la pulizia e la protezionedei motori”. Con sedi operative in Francia, Spagna, Croazia, Austria,Polonia, Datacol è un gruppo internazionale legato a doppia mandatacon il mondo dell’Autotrazione pesante per via dei suoi prodottiprofessionali e sponsor della squadra di calcio Hellas Verona. La storiadell'azienda fondata da Renato Mascotto nasce, infatti, nel 1993 a SanBonifacio, nella provincia scaligera. "Mantenere l’impianto di alimentazionepulito – illustra il presidente di Datacol Renato Mascotto – significa piùefficienza e durata, proprio come per l'uomo avere arterie e vene pulite.Le soluzioni Energy Project stanno riscuotendo già consensi nei settoridella nautica e dell'automotive. Ma ovunque lavorano motorizzazioniimportanti servono i nostri prodotti. Su queste basi nasce l’accordocon i Contoterzisti Uncai". Con pulitori specifici per motori Diesel e abenzina da diluire nel serbatoio o nelle cisterne di stoccaggio, la lineaEnergy Project permette di prevenire ed eliminare dai serbatoi grossequantità di acqua, impurità, depositi di paraffina, alghe, morchie elacche. Mentre nel sistema di iniezione sbloccano, disincrostano elubrificano. La convenzione prevede sconti per i Contoterzisti Uncai anche sull’acquistodelle unità di pulizia. Uno strumento che permette un’accurata puliziadi tutto l’impianto, senza dover smontare il motore a diesel.
IV| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2015
Dalle foreste energia anche per i contoterzisti
gnose da biomassa, oltre ad avere rica-dute economiche positive, permette-rebbe a tutta una comunità di segnareun punto a favore della sostenibilitàambientale e sociale. Il territorio siriapproprierebbe del suo aspetto “ver-de”, riducendo l'aumento della deser-tificazione nel Sud Italia. ���
NOT I Z I E
Sotto gli occhi di tutti, ildissesto idrogeologico èuno degli argomenti piùattuali. Scaturisce da unamancata programmazio-ne del territorio stesso,
ma anche da un abbandono, da partedegli agricoltori, di tutti quei territoricollinari, o peggio montani, divenutisempre meno competitivi.Soprattutto il Meridione è in questecondizioni. È compito delle istituzioniriportare gli agricoltori a coltivare que-ste aree, ormai non più da reddito daproduzioni “agricole alimentari”. Unavia potrebbe essere incentivare la mes-sa a coltura delle essenze forestali talida produrre biomassa.Un esempio per tutti potrebbe esserequello di impiantare delle essenze fo-restali ripullulanti, e con piani di taglioprogrammati, così da creare una seriedi benefici economici per agricoltori,contoterzisti e agronomi, ma soprat-tutto sociali e ambientali per il territo-rio che li circonda.
L'impianto di tutte quelle aree oggi ab-bandonate consentirebbe di riattivarei vivai forestali, di aumentare l'utilizzodi manodopera specializzata, riavvian-do il lavoro nei campi e di presidiare ilterritorio, di regimare le acque e di at-tenuare il dissesto idrogeologico. In so-stanza, implementare produzioni le-
UN’ECONOMIA DIFFUSA
La realizzazione di nuovi impianti, la sistemazione dei terreni oggi noncoltivati consentirebbero anche di mettere in moto una economia diffusa,quale quella non solo dei progettisti, ma anche di tutti quegli operatoriche sono necessari alla riuscita dell'intrapresa, come contoterzisti, operai,rivenditori di prodotti per l'agricoltura. Tutto nel rispetto dell'ambiente, e guardando anche ai rigidi protocolliinternazionali, che ci costringono a “fare i conti” con l'emissione di CO2o con la realizzazione di impianti che consentano “il sequestro delcarbonio”.Oltre a quello che può essere realizzato sulla parte meramente agricola,può anche attivarsi una economia vera e propria fondata sulla produzioneed utilizzazione della biomassa. Non solo per produrre energia elettrica, che incide positivamente solosu alcuni soggetti economici e che non porta un effetto immediato sulleeconomie locali, ma anche per realizzare, come avviene già in moltipiccoli paesi del nord-est dell'Italia, piccole centrali di teleriscaldamento,così da fornire il calore necessario agli abitanti a costi contenuti, utilizzandogli scarti delle produzioni legnose del territorio. Del resto questa tipologia di investimenti non graverebbe sulle comunitàlocali, in considerazione del fatto che per l'efficientamento energeticodelle città sono a disposizione fondi comunitari di rilevante entità. (C.V.)
di Corrado Vigo, agronomo
Dalle foreste energia anche per i contoterzistiUn’economia locale differente che aiuta
la comunità collinare e montana che la “coltiva”
38| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
S P E C I A L E G I O V A N I
Il Convegno Quadri,
a Palermo, con 120 delegati,
ha tratteggiato l’identikit
di una generazione agricola
young, smart e innovativa.
Chiesto da Maiorano
un tavolo per lo sviluppo
di Elisabetta Tufarelli
ti che possono aiutarci a finanziare le
nostre imprese”. Che l’agricoltura, al-
meno come idea romantica, continui
ad affascinare i giovani non c’è dub-
bio. Cosi come è certo che l’agroali-
mentare sia smart “Ma è sufficiente?
Esiste davvero una nuova generazione
di agricoltori? Ci sono start up agrico-
le? Queste sono le domande a cui han-
no risposto i 120 giovani agricoltori
riuniti a Mondello (Palermo). D’altron-
de il titolo del convegno era chiarissi-
mo: “Punta in alto. Punta sugli stru-
Igiovani di Confagricoltura han-
no scelto Palermo, ‘faro sul Medi-
terraneo e l’Europa’, per tratteg-
giare, in occasione del XVI Con-
vegno quadri dell’Associazione,
il futuro del settore agricolo, che
vogliono young, smart e innovativo.
“L’agricoltura — ha sottolineato il pre-
sidente Raffaele Maiorano - ha biso-
gno di rinnovarsi e ammodernarsi. Per
favorire la crescita imprenditoriale en-
trano in gioco la scienza, la ricerca, le
startup innovative e tutti quei sogget-
La culturadell’innovazioneLa culturadell’innovazioneLa culturadell’innovazione
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |39
menti giusti”. “Ad un anno da #filie-
reintelligenti, il percorso virtuoso che
abbiamo avviato con il CNR, Federali-
mentare ed il ministero dell’Istruzio-
ne, dell’Università e della Ricerca – ha
spiegato Maiorano - siamo arrivati qui
per definire le linee del modello eco-
nomico dell'agroalimentare a cui si
farà riferimento negli anni a venire”. E,
a parere dell’Anga, l’alternativa agrico-
la per tanti giovani c’è, nonostante le
aziende condotte dagli “under 35” sia-
no calate, secondo le proiezioni del
centro studi di Confagricoltura del
7,54% nel 2015, rispetto al 2014. Un
dato negativo? “Non direi — ha preci-
sato Maiorano — perché a questa con-
trazione delle imprese individuali si af-
fianca un aumento delle società agri-
cole. E questo conferma che a resiste-
re sono solo le imprese strutturate, in
grado di investire in innovazione. So-
no queste le realtà dove può insediar-
si un giovane e quelle dove l’occupa-
zione tiene, anzi aumenta”. Per que-
sto, nella due giorni palermitana, i gio-
vani di Confagricoltura si sono impe-
gnati ad analizzare i vari contesti nei
quali l’impresa agricola si trova ad
operare, per proporre un modello
economico praticabile e innovativo
per l’agroalimentare nazionale. A pare-
re dei giovani di Confagricoltura la via
Maiorano: «Consapevoli
che bisogna rinnovarsi attraverso
partnership trasversali»
Raffaele Maiorano
(foto Studio Camera)
obbligata per un’azienda che vuole av-
viare l’attività o consolidarla è quella
di affidarsi a professionisti, in grado di
orientarla verso gli strumenti giusti e
di misurare il grado e l’efficacia degli
investimenti. “E non resta che compie-
re – ha osservato Maiorano - questo
passaggio necessario e obbligato dal-
l’agricoltore all’imprenditore agrico-
lo, che però deve avere la consapevo-
lezza di sapersi innovare e rinnovare
anche attraverso partnership trasver-
sali”. Nella sua relazione il presidente
dei giovani ha anche esaminato gli in-
centivi che esistono più sulla carta
che in concreto. “Da qualche mese su-
bentro e avvio dell’attività, che gesti-
sce l’Ismea sono paralizzati e aspettia-
mo l’avvio dei Piani di sviluppo rura-
le”. Per il presidente dei
giovani di Confagricoltu-
ra è necessario creare un
tavolo sull’innovazione,
capace di raccordare ri-
cerca e politica con le esi-
genze delle imprese, oltre
ad uno sportello specifi-
co per i giovani. Moderati
dal giornalista Federico
Novella, sul palco sono
intervenuti il vicemini-
stro delle Politiche agri-
cole, Andrea Olivero: “Il
40| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
S P E C I A L E G I O V A N I
vatore Parlato, sono intervenuti al di-
battito tecnico. “Quando parliamo di
ricerca ed innovazione – ha detto Ca-
stiglione - dobbiamo dire che proba-
bilmente ci sono troppi enti ed aver
messo insieme una struttura econo-
mica ed una di ricerca, con il Crea, è
stato un passaggio fondamentale”. Il
sottosegretario si è anche soffermato
sulla frammentazione delle azien-
de:”E’ questo il rischio vero – ha con-
cluso - perché per competere bisogna
aggregare l’offerta”. Parlato ha fatto
notare che le strutture “a livello terri-
toriale “forse rallentano la selezione
dell’innovazione e contribuiscono alla
dispersione dei fondi”. Per il commis-
sario c'è un “problema di coordina-
mento a livello di sistema
Regioni”.Grande interesse per le rela-
zioni di Yoram Kalpulnik, che ha pre-
sentato l’attività del Volcani center d’I-
sraele e di Alberto Silvani, del Cnr, che
ha invitato a lavorare sulla collabora-
zione tra ricerca ed impresa. Le giova-
ni voci sono state quelle di Enrica Are-
na, fondatrice della start up Orange fi-
ber e del presidente dei giovani di Fe-
deralimentare, Francesco Divella. In
chiusura un insolito duetto tra il presi-
dente di Confagricoltura Mario Guidi e
Maiorano: “L’Anga va veloce – ha det-
to Guidi -. Credo molto nelle capacità
dei giovani, soprattutto se sanno alzare
lo sguardo, per capire se la direzione è
giusta e se altri fanno
quella strada, in modo da
percorrerla insieme”.
“Non voglio – ha conclu-
so il presidente confede-
rale - che il tema giovani
sia semplicemente uno
stereotipo, uno slogan.
Servono progetti di rinno-
vamento che possono ve-
nire dai Psr, i quali devono
essere moderni, facili,
flessibili; non dirigisti e
burocratici”. ���
Guidi: «Servono progetti
di rinnovamento
che possono venire dai Psr»
ricambio generazionale serve in tutti i
comparti produttivi, ancor più in agri-
coltura. Certamente - ha detto - co-
struire imprese ex novo è sempre più
difficile, soprattutto se non si è sup-
portati da un capitale adeguato. In
agricoltura occorre crederci, non si
possono avere risultati in breve tem-
po”. Per il viceministro sono necessa-
ri sburocratizzazione, diffusione della
tecnologia, sviluppo del welfare rurale
e riordino fondiario. Il sottosegretario
delle Politiche, Giuseppe Castiglione e
Il commissario straordinario Crea, Sal-
I lavori del Convegno Quadri sono ini-ziati con tre gruppi di lavoro a cui hannopartecipato i giovani associati. Il primoha analizzato lo “scenario macroecono-mico e gli strumenti a disposizione”,coordinato da Filippo Schiavone, Gio-vanni Selvaggi, Vincenzo Lenucci e LucaScarani (Ismea). I “Driver di contesto:cultura dell’innovazione” è stato il temaaffrontato dal secondo gruppo coordina-to da Cristian Aldrovandi e PiergiovanniFerrarese con Roberto Reali (Cnr), Vale-rio Raggi (Agronica),Paola Sidoti(Bayer). Il terzo gruppo: “Posizionamen-to dell’Associazione nel contesto politico-
economico” è stato coordinato da Francesca Picasso con Franco Postorino e Pa-trizia Marini (Renisa). A tirare le conclusioni dei gruppi di lavoro, in una visio-ne d’assieme il direttore generale di Confagricoltura Luigi Mastrobuono.
SCENARIO, DRIVER E POSIZIONAMENTOn
Luigi Mastrobuono
Da sinistra: Castiglione, Guidi, Olivero, Giansanti, Postorino,
Consalvo, Pallini
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42| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
Il sorriso che premiaIl sorriso che premia
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |43
per migliorare la qualità alimentare e
contrastare la perdita di biodiversità e
di suolo. Sta sperimentando tecniche
particolari per la coltivazione di patate
che non solo arricchiscono il terreno,
ma permettono anche la coltivazione
con riduzione di input chimici.
Mauro Moletta alleva vacche da latte
nella società agricola a conduzione fa-
miliare. L’azienda è focalizzata sulla bio-
sicurezza, sul benessere animale, sulla
qualità e sull’autosufficienza energeti-
ca, che viene raggiunta da un impianto
fotovoltaico che copre circa il 50% del
fabbisogno. Vincenzo Petitti ha avviato
un progetto per un impianto che gene-
ri calore per il riscaldamento brucian-
do pollina, così da trasformare un “ri-
fiuto” in una risorsa. Roberto Favazza
utilizza un sistema di irrigazione a goc-
cia che consente di usare meno acqua
e in modo più efficace. Inoltre, questa
tecnica, poco diffusa nella coltivazione
delle patate, garantisce un risparmio
energetico del 50%, di acqua dal 30% al
50% e un aumento della qualità sia del
prodotto sia del lavoro. A vent’anni, Ida
Adinolfi è la più giovane selezionata.
Produce insalate bio con la consapevo-
lezza che, per innovare e crescere, ser-
va un modello di sostenibilità alternati-
vo. Oltre ad un sistema di autosuffi-
cienza energetica con il fotovoltaico, at-
traverso il geotermico, trasforma i resi-
dui vegetali in risorse. Carlo Filippo
Luppi, cerealicoltore, in collaborazione
con l’Università di Padova, sta svilup-
pando un progetto di riduzione del-
l’impatto ambientale attraverso l’utiliz-
zo di batteri azoto fissatori, capaci di
trasformare l'azoto, presente nell'atmo-
sfera, in un gas inerte, l’ammonio, un
elemento nutritivo che le piante utiliz-
zano per la produzione di proteine, es-
senziali per la vita di tutti gli organismi.
Francesco Belluti è convinto che le
nuove tecnologie possano dare un
contributo significativo allo sviluppo
della resa del suo grano, contenendo i
costi di produzione. Ha in progetto di
adoperare la localizzazione satellitare
per implementare l’agricoltura di pre-
cisione, ridurre l’utilizzo di fertilizzanti
e garantire risparmio energetico.
Giosuè Arcoria conduce un’azienda in
cui la tecnologia ha un ruolo chiave:
l’irrigazione è automatizzata e la fertir-
rigazione è governata da un sistema di
software e hardware per calcolare e
fornire con esattezza le sostanze nutri-
tive di cui necessitano il terreno e le
piante, che ha permesso di ampliare la
produzione e mettere a dimora nuove
varietà di arance resistenti ad alcuni vi-
rus. “Ci sentiamo premiati anche come
Associazione – ha concluso Maiorano -
per aver promosso con forza questa ini-
ziativa che rafforza il nostro made in
Italy». ���
McDonald’s ha scelto
venti giovani agricoltori
come fornitori ufficiali
per un triennio.
Di loro ben otto sono
soci dell’Anga
di Elisabetta Tufarelli
Maiorano: «L’iniziativa
di McDonald’s rafforza
il nostro made in Italy»
“Il nostro obiettivo è aiu-
tare i giovani nello svi-
luppo delle loro azien-
de”.Lo ha detto il presi-
dente Raffaele Maiora-
no in Expo, alla presen-
tazione dei venti giovani vincitori del
progetto “Fattore Futuro 2015”, realiz-
zato da McDonald's con il patrocinio
del ministero delle Politiche agricole.
Otto dei giovani che si sono conquista-
ti il contratto triennale per diventare
fornitori dei 514 punti vendita italiani,
sono soci dell'Anga. «Sono molto sod-
disfatto – ha sottolineato Maiorano -.
Abbiamo creduto fin dall'inizio in que-
sto progetto e abbiamo colto l'occasio-
ne che ci è stata offerta da McDonald's.
Tra gli obiettivi dell'Anga c'è quello di
accompagnare e aiutare giovani agri-
coltori e allevatori italiani nello svilup-
po delle loro aziende”. Tra le 131 can-
didature raccolte in sei mesi, gli otto
giovani di Confagricoltura che hanno
‘vinto’ una fornitura sono: Vincenzo Pe-
titti di Rotello (CB), Roberto Favazza di
Montagnana (PD), Claudio Scipioni di
Avezzano (AQ), Mauro Moletta di Coc-
caglio (BS), Carlo Filippo Luppi di Fina-
le Emilia (MO), Francesco Belluti di Fi-
nale Emilia (MO), Ida Adinolfi di Saler-
no, Giosuè Arcoria di Santa Maria di Li-
codia (CT). Claudio Scipioni collabora
con l’Università dell’Aquila, i laboratori
del Consorzio di Ricerche Applicate al-
la Biotecnologia e il Consorzio di Ri-
cerca IT.QSA (Innovazione Tecnologi-
ca, Qualità e Sicurezza degli Alimenti)
Il gruppo dei “premiati”
44| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
S P E C I A L E G I O V A N I
Ad Arezzo, con Podere
Pomaio, due giovani fratelli
hanno dato vita al progetto
#Think Green.
Alta innovazione, attenzione
al territorio e tutte le fasi
produttive ripensate
in chiave sostenibile
di Gabriella Bechi
le prospettive tornano quelle vere. Untuffo nel passato, all’epoca degli Etru-schi, che qui già facevano agricoltura,e al tempo stesso un salto nel domani.“Abbiamo una famiglia molto allargatae sparsa un po’ nel mondo – raccontaMarco-. Così mio padre nel 1991 deci-se di acquistare questa azienda perchénoi fratelli avessimo un luogo dove po-terci ritrovare. Oggi ci lavoriamo diret-tamente solo io e Jacopo, ma tutti han-no dato il loro contributo e per tutti èun punto di riferimento”.Podere di Pomaio nasce subito“Green” ed è stata certificata biologicada Icea dal primo giorno di aperturanel 2001, data l’integrità del suolo e lecaratteristiche uniche in cui si trova,senza aziende confinanti. “Volevamo
La cantina bio high tech
“Migliorare il mondo conuna bottiglia alla vol-ta”. E questa la mis-sion aziendale di Po-dere Pomaio, aziendagiovane, smart e soste-
nibile a 360°. Titolari due giovani fra-telli, Jacopo e Marco Rossi, che in po-chi anni hanno trasformato un vecchiopodere praticamente abbandonato inun esempio di impresa agricola forte-mente innovativa e proiettata al futu-ro. Siamo a solo tre chilometri da Arezzo,su una collina incorniciata dalle sugge-stive Cime di Pratomagno, in mezzo aboschi secolari, a 500 metri di altezza.Un’oasi da cui la città così vicina im-provvisamente sembra lontana, dove
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dare vita ad un’azienda a bassissimoimpatto ambientale e così abbiamo da-to il via al progetto #Think Green, chesi basa su una visione smart e intuitivadel concetto di sostenibilità. Aggiun-gendo alle tre R sui cui si basa (Ridur-re, Riusare, Riciclare) una quarta R: Ri-pensare. Così è stato tutto ripensato,dall’agricoltura agli edifici, dall’energiaal packaging, passando per la comuni-cazione.”Nel 2004 vengono piantati i nuovi vi-gneti (Merlot e Sangiovese), curati di-rettamente da Jacopo, laureato in agra-ria e specializzato in viticoltura, che de-cide per un approccio il più possibilenaturale, che va oltre la certificazioneBio. La legge, infatti, consente l’utilizzodi fino a 47 ingredienti in cantina e l’a-
zienda ne usa solo 2: solforosa su livel-li più bassi possibile e lieviti fermenta-tivi, che sono stati usati nelle primedue annate e poi gradualmente abban-donati con l’invecchiare della vigna.Dal 2010 (anno della prima vinifica-zione) Podere di Pomaio produce15.000 bottiglie di vino di cinque tipo-logie: RosAntico (Sangiovese RosatoToscana Igt), Podere di Pomaio (Chian-ti Docg), Pomaio (Rosso Toscana Igt),Porsenna (Sangiovese Rosso ToscanaIgt), Clante (Merlot Rosso Toscana Igt),
esportati anche Belgio, Svizzera e Cina. La cantina bio high tech è una grottamoderna, dove le tradizioni del territo-rio e la fantasia creativa si sposano ar-moniosamente con una solida filosofiaimprontata alla sostenibilità. Progettatadall’architetto Marisa Lo Cigno e dalgeometra Pier Ferruccio Rossi secon-do i principi della bioedilizia, è unospazio interrato su tre lati e costruitosecondo il metodo etrusco delle muraciclopiche (riutilizzando i massi riaf-fiorati dallo scavo), usando materialiche non contaminano il vino (basalto,massi ciclopici, malte pozzolane, pig-menti naturali). Il piano superiore, de-dicato alla comunicazione e alla degu-stazione del vino, si apre con ampie ve-trate sui vigneti, mettendo in relazione
La mission aziendale:
migliorare il mondo
con una bottiglia alla volta
diretta il visitatore con la collina. L'edi-ficio utilizza la geotermia, che prestosarà integrata dal fotovoltai-co, sia per il condiziona-mento degli ambienti di de-gustazione, sia per il con-trollo della temperatura deitini durante la fermentazio-ne. Per questi motivi è stataselezionata tra le 25 cantinedi design più belle della To-scana nel progetto ToscanaWine Architecture per Expo2015. Con la medesima vi-sione è stato progettato an-che lo spazio per la linea diimbottigliamento ed etichet-tatura, che chiude il ciclo in-sieme alla composizione ve-getale degli scarti, e sono sta-ti ristrutturati i tre casaliaziendali, con appartamentiarredati con stile e attenzio-
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S P E C I A L E G I O V A N I
extra vergine d’oliva e mantiene oltreil 40% della superficie aziendale a bo-sco, in maniera tale da supportare ul-teriormente il virtuoso ciclo produtti-vo. Così viene mitigata la Carbon footprint fino al saldo negativo, traghettan-do gradualmente l’azienda verso il bi-lancio attivo per quanto riguarda l'im-missione di ossigeno nell'ambiente.“Abbiamo l’obbligo non di conservare– dice Marco - ma di migliorare la col-lina che ci ospita.”L’impegno per l’ambiente non finiscequi. Bottiglie leggere (360g), etichettasolo frontale, capsula in Pet, tappi pro-venienti da foreste sostenibili, schedatecnica con codice QR sulla bottiglia,abbattimento progressivo dell’utilizzodella carta a favore del digitale. “Dal si-to - spiega Marco, esperto di brandingnel mondo della moda e che ora segueil marketing aziendale -è possibile sca-ricare tutto il materiale informativoper tablet, smarphone e personal com-puter”. Podere di Pomaio ha recentementevinto il premio "Terre Fiorenti - Un Fu-turo da Coltivare”, come azienda agri-
cola toscana innovativa nel-l'ambito della filiera corta, edè stato selezionata tra le 50migliori buone pratiche del-le regione per Expo 2015.Una filosofia “green” puntodi forza e di orgoglio di Jaco-po e Marco, dalla cura dellavigna, alla produzione, finoalla commercializzazionedella bottiglia che si tradu-cono in “Rispetto per la col-lina, per i lavoratori, per il vi-no e per chi si prende il tem-po per gustarlo”. Per questo,tra i progetti per il futuro deifratelli Rossi c’è l’apertura diun wine bar giovane, “green”e smart come loro. Un for-mat da esportare nel mon-do. ���
La cantina costruita
secondo il metodo etrusco
delle mura ciclopiche
I fratelli Marcoe Jacopo Rossi
La filosofia
della bottiglia
ne ai dettagli, adatti a soddisfare ogniesigenza, molto frequentati da clientistranieri. Podere di Pomaio produce anche olio
NOVEMBRE 2015 | MONDO AGRICOLO|47
AT T U A L I TÀ FORMAZ I ONE
Espertidi agricolturasociale
Nell’anno accademico2015/2016 è attivato,presso la Scuola IaD(Scuola di Istruzionea Distanza) dell’Uni-versità di Roma Tor
Vergata, il master universitario diprimo livello in “Agricoltura socia-le” (Mas), in convenzione con la Re-te delle Fattorie Sociali e l’Associa-zione Oasi. Il master, coordinato da
Master presso la scuola
IaD dell’Università
Tor Vergata a Roma,in convenzione con Rete Fattorie Sociali
e associazione Oasi
reti di agricoltura sociale. In parti-colare, fornisce conoscenze ecompetenze, teoriche e pratiche, acarattere interdisciplinare, coeren-ti con le indicazioni della Legge n.141/15 del 18 agosto 2015. L’attività didattica formativa eroga-ta è di 400 ore, ripartite in otto me-si di didattica in modalità mista pre-senza/distanza e un periodo di tiro-cinio di tre mesi. Il numero massi-mo di partecipanti al corso è 40,quello minimo 15. I candidati am-messi dovranno immatricolarsi en-tro il 29 gennaio 2016. Le lezioniavranno inizio il 22 febbraio2016.La domanda di ammissione vaeffettuata entro e non oltre il 31 di-cembre 2015. Info su www.scuo-laiad.it.I dipendenti a tempo inde-terminato e determinato delleaziende (di qualsiasi settore) ade-renti al fondo interprofessionaleFor.Agri possono richiedere gratui-tamente il voucher formativo dedi-cato al master in agricoltura socialeche coprirà il costo della retta. L’i-scrizione delle aziende al Fondonon comporta oneri aggiuntivi(www.foragri.com). (G. B.)
professor Andrea Volterrani, offreun contesto interdisciplinare per laspecializzazione nel settore dellenuove forme di Welfare Mix e di Im-presa Agricola a forte orientamentorelazionale. I contenuti didattici promuovonol’acquisizione delle categorie d’a-nalisi, degli strumenti tecnici e del-
la cultura dell’innovazione necessa-ri per progettare e gestire attività diimpresa sociale utilizzando il po-tenziale del comparto agroalimen-tare e dei settori ad esso collegati(ospitalità, turismo, ristorazione).Il master è rivolto a imprenditoriagricoli, educatori, professionisti eoperatori sociali che intendono ac-quisire conoscenze e competenzeper essere riconosciuti comeesperti di Agricoltura Sociale, non-ché a coloro che intendono pro-gettare percorsi imprenditoriali e
La retta del corso
può essere pagata con voucher
formativi gratuiti di For.Agri
Espertidi agricolturasociale
48| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
I N C O N T R I Z O O T E C N I A
Le Fiere Zootecniche Inter-nazionali di Cremona (Bo-vino da latte, Rassegna Sui-nicola, Expocasearia, In-ternational Poultry Fo-rum) ha riunito le filiere
strategiche dell’allevamento in un uni-co grande appuntamento che ha mes-so in mostra il meglio del settore pri-mario a livello internazionale. È stata un’unica grande kermesse che«ha confermato il ruolo di leadershipa livello italiano e che si è convalidatacome uno dei principali appuntamen-ti internazionali per la zootecnia epunto di riferimento privilegiato perconfrontarsi sulle strategie necessariea lasciarsi la crisi alle spalle». Lo ha sot-tolineato il presidente di CremonaFie-re Antonio Piva a conclusione dellemanifestazioni abbinate. Ne sono stati
Successo delle Fiere
Zootecniche Internazionali
di Cremona.
Più di 60 mila i visitatori
professionali.
Centrato l’obiettivo
internazionalizzazione
testimonianza i 71 eventi tra work-shop, convegni e seminari, che hannovisto un’ampia partecipazione da par-te del pubblico. Le Fiere Zootecniche Internazionali diCremona hanno confermato anche diessere un vero e proprio laboratoriodi idee e soluzioni innovative. La no-vità di quest’anno, il Milk Village, ne èstata la testimonianza più evidente, siè trattato di uno spazio in cui si sonosviluppati temi e soluzioni di grandeattualità per gli operatori professiona-li e dove le aziende hanno potuto pre-sentare direttamente le loro novità.Ad inaugurare la fiera sono stati il sot-tosegretario alla Presidenza del Consi-glio Luciano Pizzetti, l'assessore regio-nale all'Agricoltura Gianni Fava, il pre-sidente della Provincia Carlo Vezzini, ilsindaco di Cremona Gianluca Galim-
Leadership mondiale
berti. Nei giorni successivi èstato presente anche il mini-stro per le Politiche agricoleMaurizio MartinaIl presidente di Cremona-Fiere è stato particolarmen-te soddisfatto per i risultatiraggiunti. Più di 60 mila i vi-sitatori di quest’ultima edi-zione, tutti professionistidelle filiere della zootecniada latte, della suinicoltura,della trasformazione e del-l’avicoltura. Centrato l’o-biettivo internazionalizza-zione a cui si teneva moltis-simo. Si sono contate infatti 20 dele-gazioni ufficiali di operatori esteri emolte voci internazionali negli appun-tamenti scientifici; oltre naturalmentealle migliaia di visitatori provenientida tutto il mondo (+15% i visitatoristranieri). Tra gli appuntamenti di spessore l’European Dairy Forum, organizzatoda Libera Associazione AgricoltoriCremonesi, CremonaFiere e OP Mon-dolatte. Ad aprire i lavori il compo-
nente della giunta nazionale di Con-fagricoltura e commissario della Li-bera Antonio Boselli, che si è soffer-mato sulle principali tematiche d’at-tualità, ricordando come il problemadei produttori, oltre che economico,
sia anche di carattere socia-le, viste le dichiarazioni del-l’Oms sulle carni lavorate erosse. Boselli ha auspicatoche venga fatta «chiarezzaed una rapida retromarciain materia, anche se il dan-no è già stato arrecato vistoche, solo nell’arco dei pri-mi giorni dopo le dichiara-zioni dell’OMS, i consumisono calati del 20%». «I settori agricolo e zootec-nico sono in difficoltà e pa-gano una qualità e sicurezzaalimentare che non viene ri-
conosciuta come dovrebbe, ma non sipuò certo dire che gli operatori dellafiliera si siano arresi, anzi – ha conclu-so Antonio Piva -. A Cremona si è vi-sto un settore che cerca in tutti i mo-di di far capire che le produzioni na-zionali meritano fiducia e soprattuttodi essere valorizzate al massimo constrategie di marketing ad hoc. Siamo ipiù bravi produttori al mondo, ma bi-sogna che tutti i consumatori lo com-prendano». (M.M.)
Piva: «Far capire
ai consumatori che siamo
i più bravi produttori»
Antonio Piva
50| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
di Elisabetta Tufarelli
I N C O N T R I Z O O T E C N I A
“La campagna ra-gusana ha duesimboli che lacaratterizzano.Il primo sonogli alberi di
carrubo, dalle folte chiome, che sidice siano stati portati in Sicilia daifenici, l'altro sono i classici "muri asecco" in pietra, utilizzati per divi-dere pascoli ed appezzamenti. Ma lanostra è anche una zona storica vo-cata all’allevamento dei bovini, chedanno latte e carne di qualità, tant’èche il 70% del latte prodotto in Sici-lia viene da qui”. Lo osserva IgnazioNicastro, associato a Federimpresadi Confagricoltura, accogliendoci
Una storia di impresa
familiare di successo
in un habitat stupendo.
L’azienda Nicastro
alleva vacche da carne
e da latte, coltiva
seminativi e foraggere
e produce carrube, oltre
a gestire l’agriturismo
nella sua splendida realtà immersanella bellezza della campagna ragu-sana, a pochi chilometri dal mare edai monumenti barocchi di Scicli,Ragusa e Modica.Un’area, quella sud-orientale dellaSicilia, ancora non conosciuta comemeriterebbe, in cui si integrano per-fettamente i colori con la luminositàe l’agricoltura con il barocco sicilia-no. L’impresa Nicastro è una bellarealtà: oltre all’allevamento di bovi-ni da latte e carne, 136 ettari a fo-raggere, pascolo, carrubeto e unagriturismo in un baglio ristruttura-to. “La nostra è un’azienda – spiega -che veniva condotta in mezzadriafinché, negli anni ’70, mio padre e
Bellezza ragusana
mio zio decisero di oc-cuparsene direttamen-te. Attualmente abbia-mo 100 capi di Frisone,50 in lattazione e unatrentina di Limousineda carne”. Viene rigoro-samente praticata la li-nea vacca-vitello, con lastabulazione libera e ilpascolo, anche per le Li-mousine. In questa zo-na c’è la presenza di nu-merose cooperative eindustrie, che lavoranoo commercializzano iprodotti del latte: non va dimentica-to che è qui che nasce il RagusanoDop. “I nostri pascoli sono natural-mente molto ricchi – precisa l’im-prenditore – con una grande varietàdi mediche e graminacee sponta-nee”. Le frisone, in termini di pro-duzione non temono rivali: sonodelle vere e proprie «macchine dalatte».“Nonostante questo, nutriamo
timori per il futuro, soprattutto peril prezzo del latte che continua, inSicilia, a mantenere costi di produ-zione alti, rispetto ai ricavi“. Accan-to alla produzione di latte e carnel’agriturismo ‘Case di Cutalia’ inte-gra l’azienda agricola. “Cutalia è il
nome di questa contra-da – mette in evidenzaNicastro - che risale alladominazione araba. Vie-ne da Katalì, cioè il ca-stello di Alì perché do-veva esserci un torrio-ne, che doveva apparte-nere, appunto, ad Alì”.L’ospitalità fornita nelleantiche case del tipicobaglio in pietra, sapien-temente ristrutturate,conservando dettagliche richiamano la vec-chia struttura.
L’impresa familiare associata a Con-fagricoltura è oggi gestita principal-mente da Ignazio Nicastro, con lacollaborazione del padre Giorgio edella zia. “Mia moglie – conclude -fa l’avvocato e i miei tre bambini,che hanno dieci, otto e sette annisono ancora troppo piccoli, maspero che in futuro seguiranno lemie orme”. ���
Ignazio Nicastro
52| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2015
buon senso di mangiare prodotti vari e diqualità. Ma conta anche come il cibo èstato prodotto. Numerosi studi dimo-strano che le nostre carni hanno unacomposizione chimica dove il rapportofra i grassi saturi e insaturi è migliore”.Giuseppe Bicocchi: “Gli eccessi sonosempre nocivi alla salute. Il sale, ad esem-pio, è un elemento vitale, ma usarnetroppo fa male. La carne equina, in parti-colare, è consigliata per gli anemici per-ché contiene più ferro. Ha una percen-tuale di grasso trascurabile, contiene po-co sale, è facilmente digeribile e poco ca-lorica”. “La carne d'agnello – ha messo inevidenza Valerio Piredda - è paragonabi-le dal punto di vista nutrizionale alle co-muni carni bianche, mentre quella di pe-cora non differisce troppo da quella bo-vina adulta o di vitello. E’ ben tolleratadall'organismo e contiene un’ elevatapercentuale di proteine e aminoacidi in-dispensabili alla formazione, all'accresci-mento e al mantenimento del nostro or-ganismo”. Gli stessi esperti dell’Agenziainternazionale per la ricerca sul cancroinvitano, però, a considerare che: “La car-ne rossa contiene anche proteine e mi-cronutrienti importanti (come la vitami-na B, il ferro e lo zinco). Inoltre, il conte-nuto di grassi dipende dalla specie dell’a-nimale, dall’età, dal sesso, da come è sta-to allevato e nutrito”.
Compatte le Federazioni di prodotto diConfagricoltura:”L’allarme lanciato sullecarni rosse non fa bene né ai consumato-ri né agli allevatori”. I rapporti monogra-fici dell’Agenzia Internazionale per la Ri-cerca sul Cancro (AIRC), sostengono ipresidenti delle Federazioni nazionali diprodotto: Giovanna Parmigiani (carnesuina), Luigi Andretta (carne bovina),Valerio Piredda (ovicaprini) e GiuseppeBicocchi (equini), si limitano ad identifi-care gli agenti di rischio, senza valutarli. Iprimi elementi anticipati non devonoportare a conclusioni affrettate, tanto piùche lo stesso direttore dell’Airc, Chri-stopher Wild, ha rilevato il valore nutri-zionale della carne rossa. Gli allarmismi,inoltre, creano danni economici al setto-re zootecnico nazionale e acuiscono leenormi difficoltà che già vivono le azien-de del settore. “Migliorare l’alimentazio-ne, arricchendola anche di carne, ci haportato ad un’età media più elevata –commenta Giovanna Parmigiani -.Van-no evitati assiomi semplificatori che pos-sono indurre a stili alimentari sbagliati.Tutti gli eccessi sono dannosi. Gli scari-chi delle auto emettono polveri cancero-gene, ma nessuno rinuncia all’automobi-le”. Sulla stessa linea Luigi Andretta:”Non è la prima volta che viene correla-to lo sviluppo di patologie con il consu-mo eccessivo di alimenti. Occorre il
FEDERAZIONI ZOOTECNICHE SU RAPPORTO AIRC
I danni dell’allarmismo
Si è prematuramente spen-to, per l’aggravarsi di unamalattia, Gianfranco Bensi,presidente di Confagricol-tura Pavia. L’imprenditore conducevaun’azienda agricola cheproduce cereali (frumento)ed ortofrutta (pomodori ecipolle). Profondo cordo-glio è pervenuto dal presi-dente nazionale Guidi, daldirettore generale Mastro-buono e da tutta la giuntaesecutiva che hannoespresso la vicinanza allafamiglia Bensi ed all’Orga-nizzazione territoriale diappartenenza. Confagricol-tura ricorda Bensi come uninnovatore, che ha sempremesso l’agricoltura e l’im-presa agricola al centrodell’ azione sindacale. Ave-va puntato ad essere vicinoagli imprenditori agricolicon servizi (fiscali e assicu-rativi), seguiva attivamenteil progetto di riconversionedell'ex zuccherificio di Ca-sei Gerola. Prestava atten-zione costante ai bisogni edai servizi da offrire alleaziende ed al contatto di-retto. Per venire incontroagli associati e rendere piùagevole raggiungere gli uf-fici di Confagricoltura Pa-via aveva anche spostato lasede dell’organizzazione.
PAVIA
LA SCOMPARSA
DI BENSI
O R G A N I Z Z A Z I O N E E T E R R I T O R I O di Elisabetta Tufarelli
sempre più conosciuta per le eccellenzeche produce la nostra terra”. La politicacomunitaria, ha evidenziato il direttivoConfagricoltura Basilicata favoriscequesto sviluppo. ”Per questo confidia-mo nelle azioni della Regione - ha os-
A Potenza, in occasione del Consi-glio direttivo di Confagricoltura Ba-silicata, è intervenuto l'assessore re-gionale all'Agricoltura Luca Braia.«Burocrazia, infrastrutture, organiz-zazioni di prodotto, nuova program-mazione comunitaria - ha rilevato ilpresidente lucano Lorenzo Rago -sono le principali difficoltà con lequali quotidianamente si scontranole nostre imprese ». Per i dirigentidell’Organizzazione degli imprendi-tori agricoli serve urgentemente uncambio di passo: “Occorre valorizzareancora più tutte le produzioni e le tipi-cità dell'agricoltura regionale, dai ce-reali alla zootecnia, dall'ortofrutta all’olivicoltura. La Basilicata deve essere
DIRETTIVO DI CONFAGRI BASILICATA CON ASSESSORE BRAIA
Rilanciare l’agricoltura lucana
servato il presidente Rago – che se-guiremo e monitoreremo costante-mente». "Le Associazioni di catego-ria devono essere sempre più luogodella partecipazione e della consu-lenza qualificata - ha messo in evi-denza l’assessore, riprendendo le sol-lecitazioni di Confagricoltura - inmodo che la performance possarientrare nella logica della corre-sponsabilità. È necessario stimolarel'aggregazione degli operatori nel
comparto agricolo, superando l'indivi-dualismo e l'improvvisazione. La sfida ècollettiva e come tale va vissuta, in untempo nuovo in cui essere efficienti edefficaci nelle azioni è per tutti un obbli-go irrinunciabile".
Braia e Rago
54 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2015
che oggi più che mai vi è la necessità di formazione per i
giovani imprenditori, creando e promuovendo possibilità
per effettuare scambi brevi o lunghi, a seconda delle pos-
sibilità, per arricchire le proprie conoscenze, contribuen-
do anche ad un reale e concreto rilancio del settore. Gran-
de attenzione per il progetto degli scambi imprenditoria-
li portato avanti dai giovani di Confagricoltura, mentre
particolare interesse hanno
destato le case history di
successo, che hanno dimo-
strato l’importanza di que-
sta iniziativa. Tra le propo-
ste avanzate, la creazione di
una banca dati europea per
mettere in contatto le gio-
vanili, optando per un uni-
co ente che possa gestire
scambi e creare situazioni
di incontro.
E’ un inizio certamente im-
portante che andrà prose-
guito.“Occorrerà investire
con forza sul ricambio ge-
nerazionale, ma è più che
mai necessario – ha osser-
vato Raffaele Maiorano -
promuovere tutte le oppor-
tunità e gli strumenti per
permettere agli agricoltori
di guadagnare posizioni
nella catena del valore del-
l’agroalimentare”.
Elisabetta Tufarelli
FONDAMENTALI LE POLITICHE UE.PER QUESTO
SI È RAFFORZATA LA SQUADRA CHE SE NE OCCUPA.
A PARTIRE DA ALICE CERUTTI AL CEJA
Nell’Unione europea
i giovani agricoltori
puntano in alto
“L’agricoltura è importante nell’Unione Euro-
pea, ma una vera “casa comune” deve riuscire
a trasferire conoscenze e modelli vincenti,
cercando di smussare ed eliminare le debolezze”. Questo,
in sintesi, il pensiero dei giovani di Confagricoltura, che
guardano molto all’Europa e lo fanno con una squadra
rafforzata. Alla vicepresidenza europea del Ceja è stata
chiamata Alice Cerutti. I
nuovi delegati Anga sono
Elio Perciaccante e Stefano
Gaudino. Giovani motivati
e preparati che riusciranno
ad applicare l’accattivante
claim del Convegno qua-
dri: “Punta in alto. Punta su-
gli strumenti giusti”. Sem-
pre a Bruxelles Piergiovan-
ni Ferrarese è stato ricevu-
to, insieme al rappresen-
tante Agia, in commissione
Agricoltura. Due giorni per
riassumere e presentare un
progetto che aveva coin-
volto tutti i 28 Paesi dell’U-
nione europea. Il program-
ma è iniziato un anno fa ed
ha previsto incontri sul ter-
ritorio europeo ( in Italia si
è tenuto un tavolo di lavoro
presso il ministero delle Po-
litiche agricole). A Bruxel-
les le conclusioni del pro-
getto in plenaria. E’ emerso
La nostra attività europea deve esseresempre più intensa: servono misureper ridurre i costi, aggregare leproduzioni e rendere sempremigliore il posizionamento degliagricoltori sul mercato, ma servesoprattutto accorciare le distanzecon Bruxelles, incontrando piùspesso deputati e tecnici.
Fondamentale è compiere un lavoro strategico sui diversicomparti. L’Italia continua ad essere, tra i Paesi Ue, quello conminore incidenza di conduttori di aziende agricole giovani:poco più di 47.000 imprese agricole sono il futuro della nostraagricoltura. Non sono molte, ma il mercato, senza dubbio, édelle imprese più strutturate e innovative. E’ necessariolavorare per crescere. In associazione abbiamo un bel gruppoe siamo convinti che la nostra task force, fatta di giovani capacie determinati, pronti a mettersi in discussione riuscirà a darequella spinta propulsiva collaborando allo sviluppo diun’Europa che sia sempre più “casa comune”.
Raffaele Maiorano Presidente Nazionale Anga
I L C O M M E N T O
Alice Cerutti
PARTECIPATO CONVEGNO DI ANGA CREMONA ALLE FIERE ZOOTECNICHE
Massimizzare il reddito con piani agronomici
Sala gremita alla fiera di Cre-mona per il convegno:”Massi-mizzare il reddito attraversol’ottimizzazione dei piani agro-nomici”, organizzato dall’Anga.Presenti il vicepresidente na-zionale Francesca Picasso, ilcomponente di giunta Piergio-vanni Ferrarese e il presidenteregionale Stefano Lamberti. «Questo con-vegno si inserisce a pieno titolo nel per-corso di efficienza che abbiamo avviatonei mesi scorsi e che proseguirà in futu-ro», ha spiegato la presidente di AngaCremona, Alda Dalle Donne. Sul palco sisono alternati Giorgio Borreani (docente
all'Università di Torino), Francesco Ma-soero, Paolo Faverzani e Antonio Gallo(Cattolica di Piacenza). Per Borreani, trale strade da percorrere, quella di valoriz-zare gli elementi auto-prodotti (proteine,energie, sistemi colturali), di ottimizzarel'efficienza dei sistemi produttivi, puntan-
do su metodi colturali dinami-ci. In linea Francesco Masoeroche, insieme a Paolo Faverzani,ha illustrato i vantaggi di “My-Farm”, un sistema integrato chesi concentra sulla formulazio-ne della razione animale in ra-gione del massimo profittoaziendale, puntando su una
corretta distribuzione dei foraggi che otti-mizza i piani colturali, a loro volta studia-ti in funzione delle stalle. Infine, AntonioGallo si è soffermato sulla qualità dei fo-raggi conservati. Nell’occasione è stata as-segnata la “Targa Balestreri” al giovaneallevatore Carlo Beretta.
Targa Balestreri a Carlo Beretta
«Imprenditrice per passione»
di Elisabetta TufarelliCAMPI ROSA
AD EXPO UNA DELEGAZIONE di imprenditrici piemontesi guidata dalla presidente regionale MariaTeresa Melchior; insieme allapresidente nazionale Gabriella Poli,la delegazione ha compiuto unavisita conclusiva all’EsposizioneUniversale. “Expo – ha evidenziato Poli – è stata unagrande opportunità per leimprenditrici. Ha posto sotto i riflettori, in molteplici occasioni, il ruolo della donna nell’attivitàagricola, in tutto il mondo. Ruoloche è, dappertutto, incisivo e determinante”.
Inauguriamo, con questo numero, unanuova rubrica e rivolgiamo duedomande a Nicoletta Madrigali, titola-re di una giovane realtà biologica sullecolline bolognesi, all'interno del Parcodei Gessi Bolognesi, dove producevino, olive e frutta.
Cosa significa essere imprenditrice?“Ho scelto l’azienda agricola per passio-ne e tradizione: la mia è una famiglia diimprenditori e ho sempre amato lanatura, il verde e la biodiversità, perciòuso solo concimi naturali e, per la curadel vigneto, solo rame e zolfo. I terrenisono inerbiti per evitare l’erosione delsuolo collinare. La dimensione conte-nuta del vigneto, sei ettari, mi consentedi riuscire a seguire direttamente, conpassione ogni fase della lavorazionedelle uve”.
È soddisfatta? “Molto. Mi piace stare a così strettocontatto con la natura: abbiamo ampiefasce di bosco dove si riproduce la fau-na selvatica e siamo all’interno di unparco. Aver scelto di coltivare naturalmente,inoltre – racconta - significa recuperaregli antichi saperi legati alla lavorazionedel vigneto, questo assieme alla sceltabiologica dà ai nostri vini una enormenaturalità. Il nostro terreno ricco digesso, sabbia e argilla favorisce la pro-duzione di vini bianchi, come il nostroPignoletto Docg Colli Bolognesi nellesue tre tipologie: frizzante, fermo e spu-mante. Ma fa anche crescere buonifrutti, come le nostre ciliegie, che perònon riusciamo a raccogliere, perchéprima di noi ci pensano gli storni!”.
LA FATTORIA NEL CASTELLO
Grande successo delleimprenditrici al CastelloSforzesco di Milano per ”La Fattoria nel Castello”, la mostra-mercato dei prodottitipici lombardi, giunta alla XVedizione. Protagoniste, comesempre, le imprenditriciagricole di Confagricoltura che hanno presentato, insiemealle altre, le “eccellenze”dell’agricoltura lombarda.“L’evento -ha sottolineatola presidente Gabriella Poli -ha promosso l’agricoltura a Milano ed ha permesso di acquistare i prodotti tipici delle nostre campagne, ma anche di soddisfare le proprie curiosità, parlando con chi il cibo lo crea. Un valore aggiuntoimportante”. Vi hannopartecipato più di 60 aziende,che hanno offerto tantissimiprodotti: dal miele, ai formaggi, dalle marmellate, ai salumi, dalla frutta al vino.Parte integrante del mercatodelle imprenditrici sono statigli eventi strettamente legatiall’agricoltura e che hannocoinvolto grandi e piccini, conlo scopo di avvicinare città e campagna. La manifestazionefaceva parte di Expo in Città e si è svolta con il patrocinio del Comune di Milano, di Expo, con la collaborazionedella direzione generaleAgricoltura di RegioneLombardia e con il sostegnodel Consorzio di tutela GranaPadano
56| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
DUE DOMANDE A... NICOLETTA MADRIGALI
L’ONLUS AD AGRIGENTO
ConfagricolturaAgrigento, con il 5xmilleraccolto a favore della Onlus “Senior –L’età della Saggezza” , ha destinato il 40% della cifra ricavataall’acquisto di attrezziper il laboratorio di psico-motricità per bambini disabilidell’Associazione Amicidi Agrigento.All’inaugurazionehanno partecipatoAngela Zicari,presidentedell’Associazione Amicidi Agrigento, RosarioMarchese Ragona e Alessandro Vita,rispettivamentepresidente e direttore di ConfagricolturaAgrigento, GerlandoRiolo, assessore allaSolidarietà del Comunedi Agrigento. AngeloSantori - segretarionazionale Onlus Senior- si è congratulato perl’impegno profuso dagli uffici e per ilvalore socialedell’iniziativa.
LA NOMINA DI ZAMPEDRI
Antonio Zampedri,presidente del SindacatoProvinciale Pensionati di Brescia e Consiglierenazionale dei Pensionatidi Confagricoltura, è stato eletto presidenteregionale del SindacatoRegionale Pensionatilombardo. Zampedrisuccede a BrunoAllegretti, presidente di Mantova e presidenteal secondo mandato del Sindacatonazionale.
58| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2015
OVER 65
Più over 60 che bimbi
di Elisabetta Tufarelli
"Nel 2020 più ultrasessantenni che bimbisotto i 5 anni". Lo ha rivelato il primoReport globale su 'Invecchiamento e salute'dell’ OMS (l’Organizzazione mondiale dellasanità). L'Italia è prima per longevità inEuropa e seconda al mondo dopo il Giap-pone. Accessibilità universale delle cure,buon sistema sanitario, stile di vita: sono learchitravi del record italiano, con il 21,4%di over65 e il 6,4% di over80. Seguono Ger-mania e Portogallo. Ma entro 20 anni anche
Cile, Cina, Iran e Russiaavranno una proporzionesimile di popolazione anzia-na. "Un bambino nato inBrasile o in Myanmar (exBirmania) nel 2015 puòaspettarsi un vita più lungadi 20 anni rispetto a chi ènato nel 1965, solo 50 annifa", segnala il Report. Esisteun modo di vedere glianziani - fragili e dipendenti- che va destrutturato, dice l’Oms, valorizzando il lorocontributo. Per migliorare il
pianeta che invecchia si può fare molto el'Oms segnala tre condizioni socio-politi-che. Per prima cosa rendere i luoghi in cuiviviamo molto più piacevoli e fruibili per lepersone anziane. Secondo punto: allineare isistemi sanitari alle esigenze degli anziani,con un passaggio deciso al tema della cro-nicità. Infine il tema dei costi e dei sistemidi assistenza a lungo termine, evitando l'u-so improprio dei servizi sanitari e garan-tendo diritti e dignità agli anziani.
LA CAFFEINA E LA TEINA non farebbero male alle ossa,
anzi darebbero dei benefici. Già un gruppo di ricercatoricinesi era giunto alla conclusione che non c'è alcuna
associazione tra il consumo di caffè e il rischio di fratturaall'anca, una delle possibili conseguenzedell'osteoporosi. Per gli studiosi anche il tè, potrebbe
aiutare a proteggere la salute delle ossa. Infatti chi ne beve da 1 a 4 tazze al giorno, a loro avviso, correrebbe
un rischio di fratture all'anca ridotto del 28% rispetto a quellocorso da chi non ne beve affatto. Ora un’altra ricerca giunge alla
conclusione che l’abitudine di bere due o più tazze al giorno di tè nero ridurrebbe il rischio di frattura negli anziani. Lo rivela la ricerca australiana “Calcium IntakeFracture Outcome Study”, che è stata condotta su oltre mille donne con un’etàmedia di 75 anni. I risultati di dieci anni di osservazione, presentati al meetingannuale della American Society for Bone and Mineral Research, dimostrano che chi beve tre tazze di tè nero al giorno presenta un rischio ridotto del 34% di fratture gravi collegabili all’osteoporosi e un rischio di frattura dell’anca ridottodel 42%. Sarebbero gli antiossidanti del tè nero (flavonoidi) ad esercitare questaazione positiva su massa e forza delle ossa.
A lezione di alimentazione
Sono arrivati in 300 ad Ales-sandria, da ogni parte delPiemonte, in pullman e inauto, per andare a lezione dialimentazione al seminarioregionale organizzato dalSindacato Pensionati diConfagricoltura: “Il cibo delfuturo. Il futuro del cibo”. L’abuso di alcol è il principalefattore di rischio. Una per-sona su 4 é sedentaria, una 3su in sovrappeso. Il dossierha analizzato gli stili di vitadel nordest. Elisabetta Borgini, medi-co chirurgo e dietologa, ha indicatocome alimentarsi correttamente. “La
terza età non è tutta rosa e fiori, perciòabbiamo scelto la sana alimentazione,un tema ‘positivo’, che coinvolge tutti”,
ha rilevato la presidente delSindacato dei Pensionatiprovinciale, Maria Daville.“Progettiamo soggiorni inlocalità amene, ad esempioSorrento il prossimo marzo.Organizziamo - ha messoin evidenza il segretarionazionale, Angelo Santori -convegni di specifico inte-resse, come quello sullasicurezza. Diamo assistenzaattraverso i nostri CAAF.Abbiamo la Onlus ‘L’età del-
la saggezza’, per donare il 5x1000attraverso la denuncia dei redditiannuale”.
Maria Daville
60| MONDO AGRICOLO |NOVEMBRE 2015
LA MASSERIA LA CHIUSA A SAN GIUSEPPE JATO (PA)
AGRITURISMO
di Anna Gagliardi
Ci sono dei luoghi in cui si è fatta lastoria. In una porzione di SiciliaOccidentale, a San Giuseppe Jato, LaMasseria La Chiusa ha scritto la sto-ria dell’agricoltura: da quando è nata,sei secoli fa, infatti, l’azienda non hamai interrotto l’attività agricola,diventando sempre più un punto diriferimento per l’intero territorio eaddirittura, per qualche tempo, unacomunità completamente autonoma
l'ambiente e dell’architettura. Oliveti,vigneti, frutteti, orticole, cereali, tuttoè coltivato secondo il metodo biologi-co certificato. Si producono tra l’altroolio extravergine, formaggi, ma anchevino: Nero d’Avola in versione rosso(barricato e non), rosé, e vinificato inbianco: “E’ una novità ed è unica –racconta Emanuele –. Si chiamaAenigma Bianco, è un IGP Terre Sici-liane bio”.Nell’ambito cerealicolo, oltre alle col-ture tradizionali si sono recuperateantiche varietà di grano, quale ilTimilia. L’azienda provvede anche allaproduzione di farina, grazie alla pre-senza di un mulino. Molteplici le
Ospitaliper natura
grazie alle coltivazioni e all’alleva-mento. Nel 2009 la Masseria La Chiusa inau-gura l’agriturismo, che oggi conta 40posti letto. A dirigere il tutto è Ema-nuele Savona, 34 anni, laureato ineconomia, che con il calore tipico deisiciliani ci racconta che cos’è l’azienda:un universo complesso, in armoniacon la natura. Complesso perché sonoben 110 i prodotti coltivati sui 150ettari di superficie, con tutto ciò chequesto comporta; in armonia con ilcontesto perché viene realizzatotenendo conto delle peculiarità del-Emanuele Savona
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |61
leguminose, e pure in questo compar-to sono state riportate in luce rarevarietà, come i ceci neri e le cicerchie. La digressione su alcuni prodotti del-la Masseria è indispensabile per com-prendere con quale cura e fantasiavengano proposti i menu dell’agrituri-smo, basati quasi esclusivamente suiprodotti dell’azienda. Qui siamo benoltre il principio della prevalenza. L’a-bolizione dei conservanti e del glu-tammato e la scelta di sole carni pro-venienti da allevamenti all’apertogarantiscono ulteriormente l’eco-sostenibilità dei piatti. Ci sono poisoluzioni per celiaci o per vegani (allaMasseria si produce anche il Seitan),
molto variegate, e per bambini, per iquali le materie prime sono tutte bio-logiche. “Si è data importanza all’a-spetto conviviale e all’alta qualità deiprodotti, perché crediamo nella con-divisione del cibo come valore” – pre-cisa Emanuele.Gli ospiti soggiornano nelle cameredoppie o triple, alle quali si accedetramite una particolarissima scalascavata nella roccia, e negli apparta-menti (se scelgono la formula resi-dence) che trovano spazio nel corpocentrale oppure in uno separato,immerso nella vegetazione. Tutte lesistemazioni sono arredate in stileottocentesco siciliano; alcune sono
provviste anche di idromas-saggio.Emanuele è affiancato daalcuni componenti dellafamiglia, ciascuno con unruolo preciso per il funzio-namento perfetto dell’azien-da, che svolge anche attivitàdidattica. Gli ospiti dell’a-griturismo sono per lo piùstranieri del Nord Europa,affascinati dalla Sicilia edalla posizione della Masse-ria La Chiusa, a pochi chi-lometri da Palermo e Mon-reale e ideale punto di par-tenza per gli oltre venti sen-tieri della Valle dello Jato.Qui è presente un parcoarcheologico risalente all’e-poca fenicia. Dell’insedia-mento si possono ancoraammirare l’agorà, la casa aperistilio e il teatro con isuoi 4.000 posti a sedere e lecolonne che reggevano lastruttura. I percorsi natura-listici sono stati tracciati dalWWF e sono meta degliappassionati di trekking osemplici amanti della natu-ra. Chi rimane alla MasseriaLa Chiusa può gustarsi il
relax nel verde o a bordo piscina. Peril prossimo anno la famiglia Savonaconta di arricchire l’ospitalità portan-do a termine il progetto di un’agri-SPA: “Oltre a tutto quello che unabeauty farm contempla, con bagnoturco, sauna, docce emozionali, per-corso Kneipp, - dice Emanuele - pre-vediamo anche massaggi con i pro-dotti naturali, derivanti dalle colturedell’azienda, e cure polifenoliche,come il celebre bagno nelle vinacce. Ilnostro motto è ‘Ospitali per natura’, aindicare l’approccio verso l’ospite el'importanza dell'elemento Natura,che vuol dire rispetto della terra, delpaesaggio, dell’uomo”. Dal 1400.
La marna e il limo (ma e li) presentinel terreno di origine vulcanica, ric-co di trachite, calcare e argilla, dannoil nome all’azienda Maeli. Un’idea diElisa Dilavanzo che ha scelto di pro-durre qui, nelle Terre del Pirio, sulversante più a nord dei Colli Euga-nei, i suoi vini. Trentotto anni,vinci-trice di numerosi concorsi di bellez-za, nel 2008 ha lasciato il mondo del-la moda e un contratto con la Rai perseguire la passione per il vino. Edopo aver girato a lungo è rimastaaffascinata da questo Parco, che sierge come per miracolo nel cuore delVeneto, e da questa collina a 230metri sul livello del mare, per la suaricchezza di flora e fauna, per il suopanorama a 180 gradi su Venezia daun lato e sulle Dolomiti dall’altro, masoprattutto per le caratteristiche uni-che del terreno, una marna che arrivaanche a 11 metri di profondità. La varietà dei terreni, la pendenzadelle colline, le differenti esposizionidei vigneti, la peculiarità dei micro-climi, le escursioni termiche di que-sto versante e la vegetazione di lecci,corbezzoli, alberi da frutto e ulivi,l’hanno spinta a lavorare su un viti-gno che fosse degno ambasciatore diquesto prestigioso territorio: ilMoscato Giallo. Da quinasce Maeli, una realtà gio-vane, che ha trovato nuovalinfa dal sostegno dei fra-telli Gianluca e DesiderioBisol, che hanno incorag-giato la ricerca. Nato forsein Siria o Mesopotamia egiunto in Italia grazie aigreci prima e ai romani poi,il Moscato era conosciutoanche dalle corti veneziane,dove era apprezzato soprat-
62|MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
“FIOR D’ARANCIO” DELL’AZIENDA MAELI
Il moscato delle Terre del Pirio
tutto per l’uva da tavola. Un viti-gno che ha una storia lunghissi-ma, su cui ancora non ci sononotizie sicure. Ma che, a pareredell’imprenditrice, ha ancoradiversi volti da rivelare, peculia-rità di profumi, sapori e aromicosì diversi tra di loro a secon-da del tipo di versione in cui sipresenta, da vino fermo aspumante dolce, da ven-demmia tardiva a passito. I vigneti aziendali hannoun'età compresa tra i 10 e i28 anni e sono stati piantatitenendo conto dell'esposi-zione e della natura dei ter-reni, in modo da poter esse-re fedeli interpreti dellecaratteristiche del territo-rio. Dalle potature alla vendemmiatutto è fatto a mano e questo permettedi scegliere le uve migliori e più sane,in modo da limitare moltissimo qual-siasi intervento in cantina. Sui vigneti i trattamenti non sono maiaggressivi, come dimostrano le api cheliberamente volano tra le uve, segnotangibile di un ecosistema in equili-brio. Il risultato sono vini aromatici, diincredibile struttura, longevità e mine-ralità. Il Fior d'Arancio è la prova più
VINO di Gabriella Bechi
eclatante. Spumante Docg, 100%Moscato Giallo, giallo dorato, è
percorso da striature verdoline ereso brillante da bollicine eleganti,fini e persistenti. L’aroma intenso si sprigiona attra-verso note floreali di magnolia,gelsomino, rosa bianca e acacia,e quelle fruttate di limone,mandarino e pesca bianca. In bocca è cremoso, morbido,ben equilibrato da piacevolifreschezza e sapidità. Perfetto come vino da aperi-tivo in abbinamento ad appe-tizers o a fine pasto con des-sert,crostate di frutta e picco-la pasticceria. Completano la gamma dei
vini, Bianco Infinito (IgtVeneto 40% Chardonnay e 60%Moscato Giallo), Rosso Infinito (IgtVeneto 40% Cabernet Sauvignon,33% Merlot, 22% Carmenere, 5%Barbera), D+ (Rosso Colli EuganeiDoc), RosèVento (Spumante MetodoClassico Docg 100% Pinot Nero). I riconoscimenti per Elisa non hannotardato ad arrivare. Quest’anno ilMaeli Fior d’Arancio ha vinto l’ambitamedaglia d’oro alloChampagne&Sparkling Wine World
Championships, la piùimportante manifestazionespumantistica a livello inter-nazionale. E tra i progettifuturi c’è una sfida: elevare ilMoscato nella versione Spu-mante Metodo Classico, perdimostrare che quest'uva èin grado di conservare la suaaromaticità e la sua identitàanche attraverso un proce-dimento di affinamento lun-go e complesso.
Elisa Dilavanzo
Tola Rasa è una novitàa Padova. Inaugurato amaggio 205 è un risto-rante-enoteca-caffè incui la cucina contem-poranea incontra i piat-ti della tradizione. Lochef Luca Tomasicchio,39 anni, è colui che perprimo ha fatto “tabularasa” e che, dopo averlasciato l’università perstudiare in alcune dellecucine migliori delmondo, da Enzo de Pràagli Alajmo e da Crac-co, per poi andare all'e-stero, in Giappone, inInghilterra (da Blu-menthal), in Lussemburgo (daMosconi), in Francia (all'Hostelle-rie de Plaisance), è tornato alla suaterra di origine per realizzare final-mente il suo progetto. Che è anchesicuramente ambizioso: un'interapalazzina di fronte all'Hotel Mila-no, dove un tempo c’era una vec-chia osteria, è stata completamenterifatta da sopra a sotto e offre oravarie alternative (e si sta pure com-pletando il dehore sul retro). Alpiano terra l’enoteca serve piattipiù semplici, ideali per un aperitivo“sostenuto” tra amici o un pranzoveloce di lavoro, mentre al primopiano si trova il ristorante vero eproprio, con arredi più ricercati euna cucina completamente a vista,dove Luca può esprimersi con ilsuo stile e la non poca professiona-lità che ha acquisito con il suo giro-vagare. In sala, ad accogliere gliospiti, Irina, sommelier, che propo-ne una bella carta dei vini preva-lentemente italiani, con preferenza
LUCA TOMASICCHIO RICOMINCIA DA PADOVA
Tabula rasa e fusione di sapori
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |63
per le etichette autoctone, ed inte-ressanti escursioni in Francia eGermania. La cucina contempora-nea colora i piatti della tradizione eli veste con nuovi sapori per vivereun viaggio ancestrale che coinvolgecuore e palato. Il menù unisce piat-ti di carne e pesce, lasciando sfogoallo chef soprattutto sugli antipasti,fra i quali troviamo il polipo concrema di patate, un classico come ilpetto di gallina Padovana conpeperonata e crema al verde diMontegalda, ma anche piatti creati-vi come “L’orto di Tola Rasa”. Afianco della pasta e fagioli e deiravioli ricotta e spinaci, che ricor-dano gli “gnudi”, fra i primi, ilrisotto ai calamari e zabaione alnero e gli spaghetti con vongole,cozze e tartara di mazzancolle loca-li. Fra i secondi il pescato del gior-no, una cotoletta di vitello servitacon patate fritte e cedro candito, unagnello in tre cotture e il merluzzocon fave, polvere di caffè e salsa
allo yogurt. Fra i dolciuna rivisitazione di undolce della tradizione,il tiramisù, preparatocon genovese all’olioextra vergine d’oliva,gelatina di amaretto ecrema al mascarpone epoi crêpes alla nocciolacon caramello salato egelato alla vanigliaTahiti. Luca Tomasic-chio è stato il vincitoredella prima prima edi-zione della Maeli ChefCup, organizzata daElisa Dilavanzo in col-laborazione con Villadei Vescovi, Bene del
FAI, sabato 17 ottobre, a cui hannopartecipato 15 noti chef veneti chesi sono sfidati nella stimolantecreazione di un appetizer cheandasse in abbinamento al MoscatoGiallo Fior D'Arancio Docg Maeli.A lui sono andati i favori del pub-blico, ma anche dell'attenta giuriadi giornalisti ed esperti presiedutada Ettore Mocchetti, direttore de LaCucina Italiana.
LECCA LECCA SALATO
Con il Fior d’Arancio Moscato Giallo 2014 diMaeli, Tomasicchio propone un originaleappetizer: il Lecca Lecca salato. Fegatini dipollo, fegato grasso, mandorle caramellate ecioccolata bianca, rivestiti di carta al fruttodella passione.
64| MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2015
IN MOSTRA, A BERGAMO, FORME ARTISTICHE E FORME CASEARIE
BUONO A SAPERSI...
timbro cromatico che hasempre funzionato comestraordinaria metafora del“principio incondizionato”che tutto comprende in sé etutto rende possibile, nellasua sempre imprecisa diffe-renziazione. La mostra è stata arricchitada quattro appuntamentifilosofici, poetici e musicali.
Tra cui quello con il filosofo-matema-tico Giulio Giorello e il filosofo-fisicoLuca Guzzardi che hanno riflettutointorno al rapporto tra il colore biancoe la figura del fantasma, mostrandocome proprio il bianco (che compren-de in sé la totalità dei colori) sia forse ilsimbolo più appropriato per riuscire afare i conti con il ruolo e la potenzadella ‘fantasia’ nelle diverse forme delfare umano. Si è spaziato così tra lette-ratura fantastica, filosofia, scienza, artevisiva e cultura casearia. C’è stato pureil reading-concerto che ha visto in pal-coscenico il trio di Massimo Donà,questa volta in veste di jazzista, assie-me al noto narratore e moderno can-tastorie David Riondino. Hanno con-dotto un’improvvisazione di suoni eparole sul tema "formaggi ed altribiancori". Un variegato percorso attra-verso i molti volti del “bianco”; coloremistico per eccellenza, ma anche colo-re del formaggio. Rondino ha sottoli-neato come il bianco sia stato inter-pretato nella storia della cultura occi-dentale (nella letteratura, nell’arte visi-va e nella filosofia). Ma ha parlatoanche di formaggi, della loro antichis-sima storia e del ruolo tutt’altro chesecondario rivestito da questo prezio-so alimento, cantato e reso immortalegià da Omero. Gaetano Menna
Massimo Donà, filo-sofo e trombettistajazz, in più occasio-
ni ha esplorato i sentieri del-le contaminazioni, del mix(tra filosofia e vino, filosofiae magia...). Non è nuovoagli incontri, come musici-sta, tra jazz e vino (suo l’ac-cattivante brano musicale“Bi sol mi fa re”, dedicato alvino dell’azienda Bisol). Adesso hafavorito l’incontro tra arte e formaggi,tra forme artistiche e forme casearie.Ha curato, infatti, la mostra “Formaebonum, pulchrum, verum”, che è sta-ta visibile, per tutto il mese di ottobre,in parallelo alla fase finale di Expo2015, presso l’ex monastero di Astinoa Bergamo. Significativo il sottotitolodella rassegna - “Bergamo capitaleeuropea dei formaggi” - a ricordareche la provincia orobica vanta il pri-mato europeo per numero di formag-gi Dop: Taleggio, Salva Cremasco,Quartirolo Lombardo, Grana Padano,Gorgonzola, Bitto, Provolone Valpa-dana e Formai de Mut dell’Alta ValleBrembana. Ma la carrellata di preliba-
tezze casearie del terri-torio non si ferma qui:vanno aggiunti i Prin-
cipi delle Orobie,cioè lo Strachi-
tunt, formaggi di capra orobica, Strac-chino all’antica, Branzi FTB, Bitto Sto-rico ed Agrì di Valtorta.Nella mostra ”Formae” la grande tra-dizione casearia locale è stata “espo-sta” insieme ad alcune importantiespressioni dell’arte visiva contempo-ranea (scultura, pittura e fotografia).L’idea del curatore della mostra è stataquella di invitare lo spettatore a pren-dere coscienza del fatto che «nonmangiamo mai solo con la bocca, maanche con gli occhi, e che non ammi-riamo la bellezza solo con gli occhi,ma anche con l’udito ed il tatto». Nonsolo degustare ma contemplare la“bellezza” del formaggio, senza fer-marsi alla sua bontà; perché solo cosìesso potrà apparire realmente confor-me al “divino” (il quale, per i medioe-vali, era “Bonum”, cioè buono…. maanche “Pulchrum”, cioè bello, e daultimo anche “Verum”, ossia vero). Iformaggi, preziosissimi, sono staticollocati all’interno di teche, quasi sitrattasse di vere e proprie sculture. Afar da contrappunto a opere pittorichee fotografiche. Non a caso il colore dominante dell’e-vento espositivo è stato il bianco: ilbianco del latte, ma anche di tantaproduzione artistica del Novecento. Ilbianco – ha spiegato il filosofo - è un
Formaggi da contemplare
Massimo Donà
TIZIANA FOSCHI A ROMA, AL TEATRO DEI CONCIATORI
Pensata nell’anno dell’Expo e del-la rinnovata attenzione per l’ali-mentazione, è andata in scena,
al Teatro dei Conciatori di Roma, larappresentazione “Cibami”; tre attiunici scritti da Stefano Benni e CinziaVillari che ne è anche la regista. Inscena Tiziana Foschi. La commediaha avuto un grande successo di pub-blico, testimoniato da una settimanadi sould out (dal 3 all’8 novembre) eda una serata in più rispetto a quellepreventivate. Tiziana porta in scenatre donne particolari alle prese con ilcibo. Con lei, in palcoscenico, perintermezzi musicali, il cantautore echitarrista jazz romano, conduttoreradiofonico e scrittore Pierluigi Sici-liani (Piji in arte). “Cibami” è un’esortazione, una richie-sta di avere e di essere nutrimento,non solo a tavola. Il cibo è raccontatocon monologhi contrappuntati dallamusica; parole che hanno, a loro volta,sonorità e spesso sono in versi a rimabaciata. Sono proposte, dalla protago-nista, tre storie che raccontano - con eattraverso il cibo - l’amore, la fede, laseduzione e l’abbandono. Tiziana,sempre presente in scena - dove sicambia anche d’abito per passare velo-cemente da un personaggio all’altro,da una tavola alimentare all’altra - nelprimo racconto è una suora di provin-cia che, in attesa di servire ad una pre-stigiosa tavolata di alti prelati, chiac-chiera con il “Signore”. Esprime concandore la gioia di essere una “servadi Dio”. È così bello – dice - svegliarsialle quattro del mattino e pelare pata-te… per il Signore! «Il cibo è una lun-ga storia d’amore», dice la protagoni-sta del secondo racconto; è una donnache “cucina l’amore” ma dai fornelli
Il cibo protagonista a teatro
esce puzza d’abbandono, odore chepenetra come il coltello nel cuore delsuo amante. Nell’ultimo “atto” dal rac-conto della donna che pela patateemergono i due personaggi, dellamadre della narratrice Sofronia e di
Rasputin. Sono la cuoca vegana ed ilcuciniere di cacciagione, che si muo-vono come in battaglia, a ritmo jazz,tra intense passioni culinarie e pulsio-ni sentimentali.
Claudio Costantino
NOVEMBRE 2015| MONDO AGRICOLO |65
Un menu appositamente studiato per la Festa del Cinemadi Roma è quello cheAlberto Colacchio, chef patrondello storico ristorante di via Brunetti, a due passida Piazza del Popolo, “Al 59”, ha preparato nello spazio“Roma Food Story” nel Villaggio del Cinema, dal 16 al 20ottobre. Tra i piatti, oltre al supplì, alla passatina di cecicon baccalà, all’amatriciana, al polpettone di carni bianchee purea di patate, spiccano i “Tortellini del Maestro”, piattoin ricordo e in onore di Federico Fellini, assiduo
frequentatore del locale.“Al 59″ è stato, infatti, al centro dello scenario della “Dolce Vita”,luogo d’ incontro per persone di spettacolo e cultura, ma soprattutto amanti dellacucina. Seconda casa per Gassman e per Fellini, che era solito mangiare ogni giorno,allo stesso tavolo, e scaldarsi il cuore con il suo piatto preferito, ”Tortellini al whisky”.Tortellini in brodo, a cui, da grande appassionato di whisky, aggiungeva un bicchieredi J&B. Una “rivisitazione” dell’antica usanza romagnola di mettere un po’ di lambruscoo di sangiovese nel brodo, che serviva a sgrassarlo. Oggi “Al 59” si respira ancoraquell’aria dove si mischiano arte, cinema e buona cucina: nella grande sala campeggiauna suggestiva opera dell'artista Paola Romano che ha realizzato una lunadel diametro di due metri per celebrare i film di Fellini la CineLuna. Gabriella Bechi
I tortellini di Fellini
Tiziana Foschi
Suoni “misteriosi”
La grafica richiama “Il nome della rosa”
Esce il 14° disco del camaleontico trombettista jazz Franco Baggiani(del suo precedente album, “Memories Of Always”, avevamoparlato nel numero 3/15, ndr). Pubblica ora “Divergent Directions”(Sound Records). È stato registrato live in studio il 13 aprile, inuna sola seduta e senza interventi successivi. La copertina ciporta alla memoria il romanzo “Il nome della rosa” di Eco, conmonaci incappucciati e misteri reconditi. Ma c’è tutt’altra atmosferanel CD, suonato da un quintetto (con Baggiani ci sono GiacomoDownie, Michele Staino, Fabio Ferrini e Alberto Rosadini). Il suonosi fa sconvolgente e coinvolgente, aspro e magmatico, scavandonel free jazz dei ’70 e della musica contemporanea del ‘900. «Sono
Si intitola “Nato”, il brano sbocciatodalla collaborazione tra i napoletaniOsanna ed i torinesi Arti &Mestieri,due dei gruppi più importanti delrock progressive degli anni ’70. Lamusica è del chitarrista degli Arti& Mestieri Gigi Venegoni, il testo delvocalist della band partenopea LinoVairetti. Un brano lirico, intenso, chesa essere melodico e jazz rock.Suggestivo il testo, diremmo spirituale,
sul bisogno di cercare l’approdo adun messaggio universale; con unverso significativo che dice: «Tiritroverò in un karma o un miracolo».La collaborazione è nata in estate,
in occasione del tour giapponesedelle due band. Il brano è statopubblicato in un CD singolo per ilmercato nipponico. Sul mercatoitaliano appare negli album dellerispettive band: gl i Osanna lopropongono come bonus track dellaspeciale versione in vinile del loroalbum “Palepolitana” (Afrakà); gliArti& Mestieri in “Universi Paralleli”(Cramps/Sony).
66| MONDO AGRICOLO|NOVEMBRE 2015
L’ALBUM SOLISTA DI FEDERICO CASAGRANDE
CAMPI SONORI
«Al volgere della sera/chiudi gli occhiin un sorriso/ unisci le mani e tra ledita scivoli/ domani/ ancora/ di nuovo/sarà lo stesso/ e lo stesso sarà forseun po’ diverso». Con versi poetici -che fanno comprendere la voglia dicambiamento - il booklet fotograficointroduce all’ascolto del secondo CDsolista di Federico Casagrande, “Atthe end of a day” (Cam Jazz).La prima novità del chitarrista trevigianot r api ant ato a Par i g i , è qu e l l a d iabbandonare i suoni elettrici. Il suo èu n s ou n d a c av a l l o t r a s o g n o esperimentazione che, dal jazz elettricodi prima, viaggia verso il soul step. E
certe atmosfere hannoa che vedere con gliascolti di “AmericanMystic” di John Shannon,“Pink Moon” di NickDrake, “Overgrown” diJames Blake.Indubbiamente, un discodi transizione, realizzatoin quartetto con la chitarraacustica accompagnatada percussioni ed elettronica (MicheleRubbia), violoncello (Vincent Courtois),accordion (Vincent Peirani). Un albummalinconico (e “Melancholia” si intitolauno dei brani), romantico (“Once upon
a t ime”, So clear youspeak” e, soprattutto, losplendido “Maybe notthis time”), crepuscolare(“It’s all so rarefied outthere”, “All that’s leftbehind” e il particolaree affascinante “Can yousee”, un po’ il manifestod e l nu ov o c or s o d iCasagrande). Composizioni
pensate per chitarra ma, indubbiamente,arricchite dalla proposta in ensemble,con violoncello, accordion e percus-sioni che impreziosiscono gli intarsichitarristici.
Canzone tra Napoli e Torino, ricordando i Seventy
di Gaetano Menna
Una chitarra tra sogno e sperimentazione
tornato - spiega - con unquintetto che rievoca iquartett i di OrnetteColeman, il trio Air, gliArt Ensemble. Quandomanca lo strumento
armonico, come il pianoforte, automaticamente il soundassume colori particolari». Affiorano così tracce intense"nude e crude", della serie buona la prima. Brani lunghie fitti in cui la scrittura ed il reticolo strumentale lascianospazio ad improvvisazioni impetuose e “divergenti”.
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