nuova_ecologia_70_05_2007

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20 inchiesta [ PETROLIO D’ITALIA ] La nuova ecologia SCEICCHI IN VAL DI NOTO Tra colline, prodotti tipici e capolavori barocchi arrivano le trivelle della Panther oil. Le voci contro e il silenzio di Cuffaro di MICHELE CITONI a grande cupola è di nuovo lì, a dominare il paesaggio di Noto, in provincia di Siracusa. La splendida cattedrale appena restaurata, simbolo del Barocco siciliano, sarà inaugurata ufficialmente ad aprile, a 11 anni da quel 13 marzo 1996 in cui parte dell’edificio crollò suggellando una storia di colpevole incuria. Proprio di fronte alla monumentale scala, sotto il Palazzo Ducezio che ospita il Comune, dal 21 febbraio è insediato il presidio permanente del Comitato per le energie rinnovabili e contro le trivellazioni gas-petrolifere in Sicilia (www.notriv.it), che riunisce giovani dell’Arci, altre associazioni tra cui Legambiente, piccoli imprenditori, cittadini, per affermare che Barocco e idrocarburi non vanno bene insieme. L Chiudere gli occhi Dopo avere cominciato a bucare il suolo nella campagna tra Ragusa e Chiaramonte Gulfi, infatti, le trivelle stanno per arrivare anche nel territorio netino, mentre questo ritrova una sua identità e speranze concrete di sviluppo anche a seguito dell’inserimento del Val di Noto nella lista dei beni appartenenti al patrimonio dell’Umanità, concesso nel 2002 dall’Unesco. Il riconoscimento riguarda le otto città tardobarocche di Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli, nella Sicilia sud-orientale: un ampio territorio simbolicamente stretto fra due spettri, il triangolo Augusta-Priolo-Melilli a est e l’area di Gela a ovest, dove i campi di trivellazione e gli enormi insediamenti petrolchimici hanno dato ampia prova di sé come modelli di sviluppo insostenibile. A est e a ovest l’occupazione cala mentre Una manifestazione contro le trivelle davanti alla Cattedrale di Noto 20-23 inchiesta mar 7-06-2007 11:33 Pagina 20

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inchiesta [ P E T R O L I O D ’ I TA L I A ]

La nuova ecologia

SCEICCHIIN VAL DI NOTOTra colline, prodotti tipici e capolavori barocchi arrivano le trivelledella Panther oil. Le voci contro e il silenzio di Cuffaro

di M I C H E L E C I T O N I

a grande cupola è di nuovo lì, adominare il paesaggio di Noto,in provincia di Siracusa. Lasplendida cattedrale appenarestaurata, simbolo del Barocco

siciliano, sarà inaugurata ufficialmentead aprile, a 11 anni da quel 13 marzo1996 in cui parte dell’edificio crollòsuggellando una storia di colpevoleincuria.

Proprio di fronte alla monumentalescala, sotto il Palazzo Ducezio cheospita il Comune, dal 21 febbraio èinsediato il presidio permanente delComitato per le energie rinnovabili econtro le trivellazioni gas-petrolifere inSicilia (www.notriv.it), che riuniscegiovani dell’Arci, altre associazioni tracui Legambiente, piccoli imprenditori,cittadini, per affermare che Barocco eidrocarburi non vanno bene insieme.

LChiudere gli occhiDopo avere cominciato a bucare il suolonella campagna tra Ragusa e ChiaramonteGulfi, infatti, le trivelle stanno per arrivareanche nel territorio netino, mentre questoritrova una sua identità e speranzeconcrete di sviluppo anche a seguitodell’inserimento del Val di Noto nella listadei beni appartenenti al patrimoniodell’Umanità, concesso nel 2002dall’Unesco. Il riconoscimento riguarda le

otto città tardobarocche di Caltagirone,Militello Val di Catania, Catania, Modica,Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli, nellaSicilia sud-orientale: un ampio territoriosimbolicamente stretto fra due spettri, iltriangolo Augusta-Priolo-Melilli a est el’area di Gela a ovest, dove i campi ditrivellazione e gli enormi insediamentipetrolchimici hanno dato ampia prova disé come modelli di sviluppo insostenibile.A est e a ovest l’occupazione cala mentre

Una manifestazionecontro le trivelledavanti allaCattedrale di Noto

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crescono i tumori e le malformazionineonatali (queste ultime fino ai massimilivelli mondiali). In mezzo, nel Val diNoto, verdi colline e città d’arteriempiono gli occhi, prodotti enogastro-nomici Dop vengono esportati in tutto ilmondo, si estende l’agricoltura biologica,investitori del settore del turismo sosteni-bile e visitatori sono attratti da tutta Italiae dall’estero, nascono agriturismi estrutture ricettive. Ma i cittadini e molti

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enti locali temono ora l’avanzata deglispettri, rappresentati in questo caso dalletrivelle della texana Panther Oil. «Vabene, basta girarsi dall’altra parte», harisposto ironico l’architetto GiovanniFugà, responsabile dell’agenda 21 localedi Noto, ai colleghi spagnoli che in unarecente riunione internazionale a Palermogli chiedevano come la Sicilia potesseconciliare la vocazione turistica con letrivelle.

La piana di Vendicari,nella foto sopra, è una riserva naturaleorientata e il Comuneha appena istituitoun’area marinaprotetta

Dall’alto, FabioGranata, ex assessoreregionale al Turismo, e Vincenzo Moscuzza,dei No Triv

La sua presenza non era attesa e hadestato qualche clamore quando, neldicembre scorso, ha fatto ingressonella sala in cui veniva presentato ilfilm-inchiesta sulle ricerche di idro-carburi nel Val di Noto (vedi boxaccanto). Da allora monsignor Giu-

seppe Malandrino, vescovo di Noto, si è pronunciato pub-blicamente contro le trivella-zioni. «Il buon senso dovrebbeguidarci in queste scelte –afferma – ma di fronte al buonsenso dei soldi si sacrifica tuttoe tutti».

Perché ha preso questa posi-zione? Rientra nei compiti diun vescovo?Certamente. Io devo pensarealle anime, ma anche al benes-sere delle persone. Si rischiadi aprire una ferita nell’identità e nella cultura di questaterra. Ancora ricordiamo com’era bello il golfo di Sira-cusa, mentre il mito dell’industrializzazione e del petrolionon ha prodotto molto di buono. Dal punto di vista turi-stico, e quindi anche economico, queste scelte non hannosenso. D’altra parte sono rimasto colpito dalla folla cheriempiva la sala della proiezione, c’è un ampio consensoattorno alla battaglia per la difesa del Val di Noto. Senecessario, ben venga un movimento di massa. Peròbisogna unirsi abbandonando ogni particolarismo. Altrevolte i siciliani sono rimasti divisi, o si sono arresi presto.Oggi non deve accadere. Non teme tensioni sociali fuori controllo?Non sarebbe male se la situazione sfuggisse a un certocontrollo precostituito. La storia ha bisogno di scos-soni, naturalmente nella legalità.A chi conviene la scelta fatta dalla Regione Sicilia?Le pare che sia questo l’unico mistero? Non conosco tuttii retroscena e ringrazio il Signore di non conoscerli. Qual-cuno nell’ombra lavora per il proprio guadagno. Possocapire che ci siano scopi e interessi economici diversi daquelli che qui difendiamo, ma l’interesse generale deveprevalere su quello di qualche capitalista o di una multi-nazionale.

«SCELTE SENZA SENSO»Le critiche del vescovo di Noto, Giuseppe Malandrino

‘Altre voltei sicilianisono rimastidivisi,o si sono arresipresto.Oggi non deveaccadere’

13 VARIAZIONI, UNA BALLATAIl film-denuncia contro lo scempio

Tra i più creativi strumenti messiin campo dal movimento No Trivc’è un bel film-inchiesta di 70minuti, intitolato 13 variazioni suun tema barocco. Ballata ai petro-lieri in Val di Noto, realizzato daigiovani Alessandro Gagliardo,Antonio Longo e Christian Con-soli. La produzione è di Mala-

strada.film insieme al Comitato per le energie rinnovabilie contro le trivellazioni gas-petrolifere in Sicilia, Arcoiris.tv,Arci, Videoinflussi e altri. Ma le risorse decisive per il com-pletamento del progetto sono arrivate da 641 persone ita-liane e straniere, tutte citate nei titoli di coda, che hannoacquistato preventivamente le copie attraverso il sitowww.produzionidalbasso.com.Il film è rilasciato sotto licenza Creative commons (www.crea-tivecommons.it), che consente la libera riproduzione e diffu-sione purché senza finalità commerciali: una scelta distri-butiva propria della cinematografia low budget, che haconsentito agli autori stessi di utilizzare gratuitamentemateriali di repertorio scaricati dal sito www.archive.orge di accordarsi con l’autore svizzero Lee Madderford perl’uso delle musiche.13 variazioni è acquistabile in dvd a 10 euro più spesepostali (www.malastradafilm.com), si può vedere gratuitamentein streaming su Google video (video.google.it) e sarà prestoprogrammato da Arcoiris.tv (piattaforma Sky canale 916)nonché disponibile sul sito www.arcoiris.tv. Ma si aggiun-gono sempre nuove date nel calendario delle proiezioniin sale indipendenti in tutta Italia.

I mattoni di NoèGià nei primi anni Settanta a Noto, sullasplendida piana di Vendicari (dove inseguito è nata una riserva naturaleorientata e il Comune ha appenaapprovato l’istituzione dell’area marinaprotetta), si tentò di costruire una raffi-neria dell’Isab. «Meglio morire di inqui-namento che di fame», si diceva allora, el’opposizione fu condotta solo da alcuniambientalisti e dalla sezione locale del

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Pci. «Ma il potente ceto politico demo-cristiano di Siracusa “scippò” l’impiantodirottandolo su Priolo», racconta il coor-dinatore dei Verdi di Noto GiuseppeIuvara, appassionato esperto e difensoredel patrimonio di Vendicari. «Poi neglianni Settanta e Ottanta – aggiungeVincenzo Moscuzza, tra i più infaticabilianimatori del comitato NoTriv – sifecero ricerche di idrocarburi su diversisiti, di cui rimane solo un pozzo per ilgas nella piana San Paolo, ma l’attività sifermò perché le compagnie non ritene-vano convenienti le condizioni contrat-tuali nella Regione».

A “risolvere” il problema ci hapensato nel 2000 il governo regionale,allora guidato dal Ds Angelo Capodicasa,con una legge che spalancava le portealla prospezione, ricerca, coltivazione,trasporto e stoccaggio di idrocarburiliquidi e gassosi. Gli ultimi mattonidecisivi nella costruzione di una nuovaprospettiva industriale basata sugli idro-carburi li ha posati Marina Noè,assessore all’Industria eletta nella listadel governatore Salvatore Cuffaro: nel2003 con un “disciplinare tipo” cheregola permessi e concessioni e l’annosuccessivo con il rilascio di concessionialle italiane Eni, Sarcis, Edison eall’americana Panther per le ricerche edestrazioni su un territorio di 1.600 kmqnelle province di Catania, Siracusa,Ragusa ed Enna. Le norme assicuranoalle compagnie condizioni di favore:royalties e imposizioni fiscali bassissime,supporti finanziari e pieni poteri diaccesso ai terreni pubblici e privati.

Trivelle biologiche«È stato riconosciuto persino il regimedi pubblica utilità alle attività di societàprivate», denuncia Vincenzo Moscuzza,

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inchiesta [ P E T R O L I O D ’ I TA L I A ]

aderente all’Associazione italiana agricol-tura biologica e titolare di un agritu-rismo immerso nel verde ma a 500 metrida uno dei siti prescelti dalla Panther perle trivellazioni. «Il paradosso – affermaMoscuzza – è che la Regione mi haconcesso ben quattro volte finanziamentiper sviluppare la mia attività: dov’è lacoerenza?». Anche Giuseppe Bonfanti,neolaureato in Sociologia che ha studiatoa Roma ma ha scelto di «tornare allacampagna», porta avanti la sceltadell’agricoltura biologica gestendo laterra ereditata dal padre. Lo aiutano altridue giovani: Davide Spataro, ex saldatoreindustriale e operaio di raffineria, che siautodefinisce «un convertito», eAnnamaria Maiolino, laureata in Scienzedell’educazione. «Quelli della Pantherhanno avvicinato mia sorella per farsi

dare il terreno in affitto, ma noi abbiamorifiutato – racconta Giuseppe – LaRegione concede aiuti all’agricoltura coni Por e i Psr, poi vorrebbe trivellarerischiando di inquinare le falde».

In effetti quello della Panther è unapproccio soft, perché la legge regionalenon dà ai proprietari la facoltà di opporsie uno di loro ha già aperto i cancelli allacompagnia. Così come sono poche learmi a disposizione dei Comuni. Ilsindaco di Noto, Corrado Valvo (centro-destra), ha ritardato l’avvio delle ricerchenella valle del Tellaro facendo leva sullapossibile presenza di reperti archeolo-gici, ma alle prime indiscrezioni suirisultati negativi delle indagini dellasovrintendenza è scattato l’allarme delcomitato NoTriv, che ha installato ilpresidio sotto il Comune, richiesto e

Si chiamerà Est, sigla di Enisurfly technology, ed estrarràil petrolio greggio dalla sabbia.Per il nuovo progetto che ilcane a sei zampe vuole rea-lizzare per la raffineria di San-nazzaro, nei pressi di Pavia,

sono stati investiti 500 milioni di euro. Entro il2010 comincerà ad estrarre greggio da sabbiebituminose, materia prima proveniente dal Canadaancora sconosciuta e a basso costo nel mercatodei combustibili fossili.Un progetto che potrebbe rendere la raffineriain Lomellina all’avanguardia d’Europa in questosettore, ma contro il quale Legambiente è giàscesa in campo. «Per i nostri consulenti tecnici– spiega Gaspare Amari (nella foto), del circoloL’airone Legambiente di Sannazzaro de’ Burgondi(Pv) – si tratta di un’autentica “follia fossile” dadisdegnare in modo radicale e scientifico». Lemotivazioni di questa presa di posizione sonoinnanzitutto legate ai costi ambientali: «Per pro-durre due barili di greggio raffinabile dalle sabbie– prosegue Amari – è necessaria l’energia for-nita da un barile. Anche la stessa estrazione delbitume ha costi altissimi in quanto si devono deva-stare, per oltre trenta metri di profondità, vastearee sulle quali sorgono foreste primarie».Queste sabbie bituminose sono infatti strati siliceiimbevuti di greggio, che si trovano in prossimitàdi giacimenti petroliferi in fase di esaurimento.Attualmente sono inutilizzate e hanno costi moltoalti proprio per le difficoltà di estrazione e lavora-zione. A sentire l’Eni, l’impianto si servirà di nuovetecnologie già sperimentate, che consentirannodi separare il greggio denso dalla materia solida e

silicea. Ma altri interrogativi, sottolinea Legam-biente, restano senza risposta. «Come verrannotrasportate le sabbie dal Canada a Sannazzaro?Con quali modalità si procederebbe allo smalti-mento dei residui silicei? Senza dimenticare chel’attività estrattiva delle sabbie è una delle mag-giori responsabili dell’emissione di gas serra».

(Annarosaria Mazzocchi)info Circolo L’airone della Lomellina

c/o Biblioteca civica “Carlo Tacconi”Via Mazzini 80, Sannazzaro de’ Burgondi (Pv)[email protected]

MINACCE SU PAVIARaffinare sabbie bituminose importate dal Canada: il progetto Eni in Lomellina

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GREGGIO IN SALITA

Fonte: Ministero dello Sviluppo economico, Eni

La produzione nazionaledal 1960 al 2005 (migliaia di tonnellate)

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ottenuto un Consiglio comunale aperto eindetto iniziative di lotta, compresa unamanifestazione per il 17 marzo su cuiinvoca la mobilitazione di tutta la Sicilia.

Totò latitaSul fronte istituzionale si registra la presadi posizione dei dieci Comuni del“Distretto culturale del sud est”, nato ametà febbraio, che accusa la Regione di«un atto di autentica violenza ammini-strativa nei confronti di un territorio cheal contrario immagina per sé un progettodi sviluppo basato sulla valorizzazionedelle proprie risorse e prerogative turi-stiche e naturali».

La mobilitazione degli enti locali ègeneralizzata, anche se va detto che ilComune di Ragusa ha rilasciato nel 2005le autorizzazioni per iniziare le ricerche equello di Giarratana tuttora non sioppone ai petrolieri. Il movimentodenuncia il silenzio della Regione e nonsi ha notizia di una risposta di Cuffaroalle interrogazioni urgenti di deputaticontrari alle trivellazioni. Qualcunosostiene che i provvedimenti dell’asses-sore Noè siano stati emessi all’insaputadel governatore, ma è difficile crederci.Fabio Granata (An) nel 2005 eraassessore al Turismo: «Feci approvaredalla giunta la sospensione delle conces-sioni, ma la delibera fu annullata dalTar», spiega Granata, che nella succes-siva legislatura non è stato rieletto e oggiè vicesindaco di Siracusa. Per i NoTrivquella sospensione era un atto debolepoliticamente e goffo sul piano tecnico.

Nella campagna tra Ragusa e Chiaramonte Gulfi le trivelle sono già al lavoro

Oro nero in Ciociaria? Sembrerebbe di sì, stando alle rile-vazioni che la società petrolifera britannica Ascent resourcesha effettuato in collaborazione con la compagnia PentexItalia nei pressi di Anagni (Fr), un’ottantina di chilometri asud di Roma. L’attività di perforazione, cominciata il 16dicembre dell’anno scorso, ha riscontrato a circa mille metridi profondità la presenzadi carboni mineralizzati:ciò indica la probabilitàche questi piccoli campisuperficiali siano alimen-tati da una grande saccadi petrolio più profonda.Ad annunciarlo è statoJeremy Eng, amministratore delegato della AscentResources: «La conformazione geologica incontrata – haprecisato Eng – unita ai primi campioni estratti di carbo-nati porosi intrisi di olio fa sperare in una scoperta chepotrebbe essere definita molto interessante». Ora Ascent e Pentex (che a Ripi, nel basso Lazio, estrae già1.520 barili di petrolio al giorno) hanno temporaneamentesospeso le ricerche. Bisogna studiare la conformazionesismica e geologica del territorio e consentire l’installa-zione di apparecchiature in grado di effettuare test a oltreduemila metri di profondità. Intanto le due società hannosostenuto tutti i costi e il 70% dei diritti del permesso, com-presi quelli che deriverebbero se l’attività diventasse unaconcessione di estrazione. E alla Regione Lazio hannogià chiesto la valutazione d’impatto ambientale per 32 cit-tadine del frusinate, inclusa Strangolagalli, dove sarebbepresente un altro bacino petrolifero. Le due società miranoanche ad estrarre gas alle foci del fiume Arrone, sempresulla costa laziale. Per Ascent l’Italia è una delle più pro-mettenti zone europee in cui cercare idrocarburi: con altresocietà dell’Eni ha in ballo due concessioni per l’estrazionedi gas in altrettante località della valle del Po, a Bastigliae a Cento.Se le ricerche dei prossimi mesi in Ciociaria dessero ulte-riori conferme, l’attività di estrazione potrebbe stravolgerel’assetto del territorio. Durante i due mesi di trivellazioninon sono mancate le proteste dei residenti di Colle delSignore, il quartiere di Anagni interessato dagli scavi: sonopreoccupati per il futuro delle loro abitazioni, situate a pochedecine di metri dal cantiere. «I sondaggi – spiegano – sonoandati avanti notte e giorno e non siamo stati neancheavvertiti. Che succederà se il petrolio dovesse effettiva-mente essere trovato?». (Stefano D’Auria)

LO SCAVO DI ANAGNICiociaria e non solo. Ricerche e interessi dei petrolieri

«Tentai anche di inserire la revoca defi-nitiva nella legge quadro sul turismo –insiste Granata – ma il Consiglioregionale l’ha bocciata grazie a un votosegreto trasversale».

Vincolati al BaroccoOggi, sul piano pubblico, il centrosini-stra regionale e diversi esponenti delcentrodestra sono schierati per la revoca,ma Palermo ha dato prove di ambiguità.«Vengano tutti allo scoperto», chiede ilsindaco di Noto, che con Granataconcorda su una possibile strategia:convincere l’assessore regionale ai Beniculturali a porre un vincolo su tuttal’area del Barocco per mettere in condi-zione le sovrintendenze di giudicare casoper caso. Nel frattempo procede unricorso del pool legale di Legambiente esi annuncia un’azione analoga dellaProvincia di Siracusa.

Dal canto suo la Panther ha sempresostenuto che non farà altro che installarepiccoli gabbiotti e che mira al gas, non alpetrolio. Eppure l’Assomineraria in uncomunicato del 2005 annunciava soddi-sfatta che «è ripartita l’attività petroli-fera» e che «ci sono prospettive in Siciliaper ulteriori scoperte di olio e di gas».

«Quand’anche fosse solo gas –afferma Vincenzo Moscuzza – crescereb-bero i pozzi, gli impianti di stoccaggio ele infrastrutture collegate, tutto ilpaesaggio sarebbe trasformato e siaprirebbe una stagione di sviluppo indu-striale. Non è questa la strada cheabbiamo scelto». A ogni modo, il

petrolio potrebbe venir su. «E quando ilpetrolio spunta fuori, cambia lecoscienze», pronostica con un po’ dipessimismo il presidente dellaLegambiente di Noto, Nuccio Tiberio.C’è una manovra, in parte occulta, chesta provando a intaccare le coscienzedella Sicilia sud-orientale. Queste, perora, resistono. �

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