professione calcio - sfoglia il settimanale - anno iii n.32

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Contratto Collettivo, tutta la verità: In Lega Pro è in prorogatio da ben 13 anni e l’AIC se ne frega. Lo sciopero serviva a far cadere il fronte delle Leghe Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 32 01 settembre 2011 1€ ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 3 2 All’interno: La Top 11 della cadetteria e il punto sulla prima giornata, Dal campo al Foro e l’intervista al CT di San Marino Editoriale Gli errori della FIGC e la confusione dello Sport italiano Tapinassi La Rubrica Dallo sciopero della Serie A alla Bundesliga Gasperini Serie bwin Il patron della Noce- rina e il contributo di solidarietà Rieti Abbiamo chiesto ad alcuni allenatori dilettanti cosa ne pensavano del comporta- mento di Renzo Ulivieri-da pagina 19 Lo Sciopero-1 La parola all’esperto: Il professor Michel Martone Grisoli Lo Sciopero-2 I presidenti della Lega Pro esprimono il loro giudizio Sbaffi Lo Sciopero-3 I calciatori della Lega Pro e la serrata dei calciatori di A Rieti

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

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Page 1: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

Contratto Collettivo, tutta la verità:

In Lega Pro è in prorogatio da ben 13 anni e l’AIC se ne frega. Lo sciopero serviva

a far cadere il fronte delle Leghe

Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma

IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 32 01 settembre 2011 1€

ISS

N 1

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2

All’interno: La Top 11 della

cadetteria e il punto sulla

prima giornata, Dal campo

al Foro e l’intervista al CT

di San Marino

EditorialeGli errori della FIGC

e la confusione dello Sport italiano

Tapinassi

La RubricaDallo sciopero della

Serie A alla Bundesliga

Gasperini

Serie bwinIl patron della Noce-

rina e il contributo di solidarietà

Rieti

Abbiamo chiesto ad alcuni

allenatori dilettanti cosa ne

pensavano del comporta-

mento di Renzo Ulivieri-da

pagina 19

Lo Sciopero-1La parola all’esperto:

Il professorMichel Martone

Grisoli

Lo Sciopero-2I presidenti della Lega Pro esprimono il loro

giudizioSbaffi

Lo Sciopero-3I calciatori della Lega

Pro e la serrata dei calciatori di A

Rieti

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2 NUMERO 32 - 01 settembre 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma

Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]

Direttore responsabileMassimiliano Giacomini

email: [email protected]

CaporedattoreFlavio Grisoli

email: [email protected]

RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi

email: [email protected]

Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco

email [email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato Mauro Gasperini, Guido Del Re, Gino Tapinassi

Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com

Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma

Tutto lo scontro che si sta vivendo in questi

giorni nel mondo del pallone è riconduci-

bile ad una frase di Gianni Petrucci, presiden-

te del CONI, che ha voluto ricordare a tutti che

Abete non si muove ma poi sbagliando il tiro

ha affermato che: “Bisogna seguire i presidenti

illuminati come De Laurentiis che hanno idee

costruttive”. Appunto, il patron del Napoli ha

come idea costruttiva quella di dare il benser-

vito al “non legato alle logiche della poltrona”

Abete. “Si faccia da parte” ha affermato il pre-

sidente dei partenopei e ora Petrucci lo pren-

de da esempio affermando però il contrario

di quello che vuole De Laurentiis. Questo ci

dovrebbe far capire che i “comandanti” dello

sport italiano non ci stanno capendo nulla. Lo

scontro tra Lega di A e sindacato calciatori è

stato messo in moto dallo stesso Abete che

ha consentito alle componenti del mondo del

calcio di appropriarsi del prodotto pallone.

Da parti integranti le Associazioni sono diven-

tate gli “interi”. Hanno un potere enorme e

un’autonomia unica tra tutte le Federazioni

Internazionali. Lo stop dato dalla Lega è un

blocco deciso contro la Federcalcio così com’è

gestita. L’unica soluzione l’aveva data Carlo

Tavecchio, presidente LND, che nella riforma

dello Statuto da lui studiata aveva voluto ri-

portare alla figura del presidente della FIGC

la centralità che gli compete. Invece nisba.

Le componenti, annusato il potere, non han-

no voluto fare un passo indietro. Critichiamo

aspramente l’avulsa gestione abetiana di que-

sta federcalcio, perchè in Abete credevamo, lo

ricordavamo forte e intraprendente ai tempi

della Lega di Serie C, poi l’eterno candidarsi

ad un ruolo di prestigio conquistato solo a

tavolino, e non ci vengano a dire che non è

così perché se non ci fosse stata Calciopoli sta-

remmo parlando di un’altra storia, lo ha reso

debole e incapace di continuare in quel per-

corso che lo aveva visto ottimo all’inizio della

sua carriera nella politica calcistica. Difficile

gestire la FIGC, obiettano in molti. Giustissimo

rispondiamo noi ma un ruolo di responsabili-

tà comporta sapersi imporre e non scendere

continuamente a compromessi e lasciare fare

al tempo quello che non si ha coraggio di af-

frontare. Siamo d’accordo con Petrucci quan-

do afferma che bisogna ascoltare i presidenti

come De Laurentiis. Perciò Abete si faccia da

parte, perché anche la gestione del contratto

collettivo è stata l’ennesima prova che il suo

pensiero non interessa più a nessuno. Nessun

commento su Ulivieri. L’Assoinutilità, da lui

presieduta, sono anni che tocca il fondo e sa-

rebbe stato opportuno lasciarlo incatenato al

cancello della FIGC. Solo per chiudere, l’AIC di

Don Tommasi spieghi ai calciatori di Lega Pro

come mai il loro contratto è in prorogatio da

be 13 anni e lo resterà anche questa stagione.

Ve lo diciamo noi: non si sciopera per i diritti

ma solo per convenienza. Perché i calciatori

non hanno fatto un gesto fortissimo, rifiutare

la convocazione in Nazionale? Questo sareb-

be stato veramente il grimaldello per giunge-

re alla firma del contratto. Però così facendo

il loro bersaglio sarebbe stato Abete, di cui

sono grandi beneficiari. In realtà l’obiettivo

dello sciopero è rompere il fronte delle Leghe,

quello creato da Tavecchio all’indomani del-

la bocciatura dello statuto, bocciatura che ha

avuto come mandante Abete, che non voleva

lasciare ad un rivale l’onore di firmare una ri-

forma epocale e come braccio armato le Asso-

ciazioni. ora speriamo che il fronte delle leghe

regga e che ci sia finalmente una

riforma del sistema.

Perché i calciatori non hanno disertato la convocazione in Nazionale?Se il fronte delle Leghe reggesse l’urto il calcio italiano andrebbe incontro ad un vero cambiamento

Massimiliano Giacomini

T C A STattica

LEGENDA

Curiosità Approfondi-mento

Statistica

ADERENTE A:

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4 NUMERO 32 - 01 settembre 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Aspettiamo ancora… Vado controcorrente:

meno male che c’è stato lo sciopero. Lasciamo

perdere le motivazioni di questo scontro tra AIC e

società, fatto sta che il sottoscritto e altri milioni di

sportivi, tifosi e appassionati hanno dovuto passare

un altro weekend a gustarsi “l’altro” calcio, quello di

B, di Premier, Liga e Bundesliga. E l’esperienza non

è stata certo negativa: la serie cadetta ha regalato

emozioni, la Premier dato spettacolo con le due

stratosferiche squadre di Manchester, la Liga mes-

so in mostra Real e Barcellona da brividi. In poche

parole: se la A si ferma si sopravvive comunque,

e anche benino. Lo stesso vale per gli scommet-

titori, che possono sbizzarrirsi sul calcio estero.

Diamo un’occhiata alle indicazioni che hanno dato

le prime giornate. In Inghilterra le due squadre di

Manchester, City e United viaggiano a punteggio

pieno, giocano a ritmi impressionanti e macinano

gol e spettacolo, come confermano i 5 e 8 gol rifi-

lati nell’ultimo turno a due big come Tottenham e

Arsenal: i Red Devils si confermano dunque favoriti

per il titolo (2.2 per Matchpoint), mentre i Citizens

(3) scavalcano il Chelsea (4.5) di Villas Boas, incerto

nelle prime uscite e ora costretto a fare a meno di

Drogba per un mese. Guadagna credito e posizioni

il buon Liverpool (10) di Dalglish, crollano invece le

quotazioni dell’Arsenal (26), finora imbarazzante

tanto in patria quanto in Europa. In Germania, dopo

l’anno d’oro del Borussia Dortmund, sembra tor-

nata la supremazia del Bayern, nettamente supe-

riore nell’organico a tutte le rivali. I bavaresi, dopo

un inatteso ko all’esordio, si sono ripresi asfaltando

l’Amburgo con un Robben stratosferico. Schalke

e Leverkusen sembrano solo remote alternative,

come dimostra la quota a 16 per entrambe. La Liga

propone per l’ennesima volta il duello (stando alle

quote, quasi alla pari) tra Barcellona e Real Madrid,

anche se i blaugrana non mostrano alcun segno

di cedimento dopo tre anni di vittorie ininterrotte.

Le quote sul vincente Serie A le potete trovare qui

sotto, in attesa di poterle finalmente commentare

con qualche risultato alla mano.

Scommetti con noi torna in onda ogni venerdì

dalle 19.30 su Blu Sky Canale 820 e

840 del bouquet Sky.

SCOMMETTI CON NOI...

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Oltre che la settimana di caldo tropicale, è

stata la settimana più vergognosa dello

sport calcistico nazionale: lo sciopero dei cal-

ciatori. In effetti Lega e Aic si sono rimbalzate

le responsabilità, ma noi sosteniamo con forza

che dietro questa serrata ci sia qualcos’altro.

Certamente Lega di A, B, Lega Pro e Dilettanti,

unitesi in un cartello che conta il 70% nel Con-

siglio Federale, vuole indurre Abete alle dimis-

sioni. Se così fosse tanti tirerebbero un sospiro

di sollievo, se riuscissero davvero a far fuori “il

signore del nulla”. In effetti ogni suo intervento

su qualsiavoglia questione è un completo fal-

limento. La sua linea di mediazione è fallita,

doveva prenderne atto e farsi da parte. Ma se

lo scopo vero del contrasto era sul famigerato

art.7, e dato che le società non intendono fare

un passo indietro, allora il campionato sarà

sospeso? Oppure tutto, come suppongo, finirà

a tarallucci e vino rimandando la questione at-

traverso un contratto ponte fino a giugno? O

non sarà perché a molte squadre non è parso

vero di rimandare l’inizio del campionato di 15

giorni (c’è da completare gli organici... Allora

non sarebbe stato meglio che la Federazione

(ma visto da chi è guidata sarebbe stata una

pura utopia) avesse chiuso il calciomercato

il 26 agosto anziché il 31 in modo che il 27 si

poteva cominciare col “rien ne va plus, les jeux

sont faits”?... Passando ad altro e vedendo gi-

ocare le squadre di Premier, Liga e Bundesliga,

mi vien da pensare che il calcio italiano sia or-

mai scaduto ad infimi livelli. Vedi squadre con

età media di 22 anni (quelle straniere, intendo)

che si sono create la propria “cantera” mentre

da noi non solo s’investe poco nei vivai, ma

non si ha il di lanciare i giovani in prima squad-

ra. Quando il nostro giornale sarà pubblicato,

sarà calato ormai l’ultimo velo e oplà, come

dal cilindro magico usciranno le squadre volute

dai tecnici. Alcune squadre sono state rivoltate

come un calzino eppure non ancora complete.

Non faccio commenti sullo scontro Totti-Luis

Enrique. Scommettiamo come an-

drà a finire? Alla prossima.

Le Leghe unite vogliono far fuori il “Signore del nulla”. Premier e Bundesliga al top

Mauro Gasperini

6 NUMERO 32 - 01 settembre 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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8 NUMERO 32 - 01 settembre 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

“Abete dimettiti” “Questa è stata la richiesta avanzata a gran voce dai Presidenti delle Società del-

la Lega Nazionale Professionisti di Milano, riunitisi in assemblea a Roma la scorsa settimana per decidere se approvare o meno il Contratto Collettivo Nazionale dei propri giocatori. In effetti la rabbia contro un Presidente imbelle ed incapace di ogni decisione, senza spina dorsale e senza orgoglio, sta montando in tutte e quattro le Leghe, ed è una tempesta annunciata che corre il rischio di spazzare via tutto come un uragano, senza purtroppo risparmiare nemmeno le istituzioni”

“...Abete dimettiti...”. Questa è stata la richi-

esta avanzata a gran voce dai Presidenti

delle Società della Lega Nazionale Profession-

isti di Milano, riunitisi in assemblea a Roma la

scorsa settimana per decidere se approvare

o meno il Contratto Collettivo Nazionale dei

propri giocatori. In effetti la rabbia contro un

Presidente imbelle ed incapace di ogni deci-

sione, senza spina dorsale e senza orgoglio,

sta montando in tutte e quattro le Leghe, ed

è una tempesta annunciata che corre il rischio

di spazzare via tutto come un uragano, senza

purtroppo risparmiare nemmeno le istituzioni.

D’altra parte è da mesi che stiamo dicendo le

cose che ora puntualmente accadono e stiamo

conducendo una campagna solitaria, poiché

non siamo sul libro paga di nessuno, dicendo

che Abete se ne deve andare e lo sciopero dei

giocatori della Serie A, nella prima giornata di

Campionato, dimostra come purtroppo an-

cora una volta avevamo ragione. Il Presidente

Abete può essere in qualche modo paragonato

a quello che succede nel Paese e nel Gover-

no. Finita la stagione di compravendita di fa-

vori e di assunzioni, sommerso dalle mancate

promesse, il Presidente Federale si avvia ad

una lenta, inesorabile,

trista agonia. Se avesse

un briciolo di dignità si

ricorderebbe che nella

vita come in natura

esistono le quattro sta-

gioni: primavera, es-

tate, autunno ed il geli-

do inverno. E se avesse

a cuore veramente

l’istituzione con un ul-

timo scatto di orgoglio

dovrebbe fare un passo

indietro per salvare il calcio italiano ed evitare

che dopo di lui, il suo successore trovi sola-

mente un cumulo di macerie, difficile e quasi

impossibile a ricostruire. Chi si diceva non at-

taccato al potere sembra avere il sederino at-

taccato alla seggiola con la colla a presa rapida

e il suo motto sembra essere “muoia Sansone

con tutti i filistei”. Il suo comportamento però

non ci stupisce, è nell’ordine delle cose e nella

mentalità dell’uomo. Quello che invece non

comprendiamo è l’atteggiamento di: Beretta,

Abodi, Macalli e Tavecchio! È l’ora di finirla, Si-

gnori Presidenti di Lega, con le mezze parole,

con gli ammiccamenti, con gli incontri clan-

destini di tira il sasso e nascondi la mano. La

casa brucia e per evitare l’incendio occorre

sloggiare l’inquilino incendiario con molta cor-

tesia ma con ferma determinazione. Signori

Presidenti di Lega, se avete a cuore la salvezza

della Federcalcio, sfiduciate in Consiglio Fed-

erale un Presidente che fino ad oggi ha collezi-

onato sconfitte e brutte figure su tutti i fronti

e ricordatevi bene che il treno passa una volta

sola, ed una volta perso bisogna camminare a

piedi ed il cammino sarà lungo,

doloroso e faticoso!

Gino Tapinassi

Tapinassi (Foto Archivio)

Abete

(Foto Archivio)

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9NUMERO 32 - 01 settembre 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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Se la Serie A si fa attendere e fa disperare gli

appassionati, la Serie bwin 2011-12 ha invece

aperto regolarmente i battenti. Un lunghissimo

week-end di gare (si comincia al giovedì) e la sec-

onda giornata che si è giocata martedì 30 agosto (a

giornale già chiuso) fanno della cadetteria il centro

focale del nostro calcio. Samp e Padova aprono il

programma. Atzori contro Dal Canto: spettacolo

assicurato. Le reti di Milanetto (un ex genoano che

trafigge la Doria) e Palombo su punizione sono da

stropicciarsi gli occhi. Bertani ricomincia a Genova

da dove aveva lasciato a Novara: a suon di gol.

Dall’altra parte Aniello Cutolo è una spina nel fian-

co costante per la Samp. A Pescara c’è la nuova Ze-

manlandia: a farne le spese è la neopromossa Hel-

las Verona. La banda del boemo gioca bene e non

corre eccessivi rischi in difesa. Rimandato Mandor-

lini. Perdono tutte le arrivate dalla Lega Pro: quella

che sembra più in difficoltà è il Gubbio di mister

Fabio Pecchia. Contro il Grosseto si sono visti solo

i toscani di Ugolotti, che per larghi tratti hanno

maramaldeggiato. Perde anche la Juve Stabia, ma

l’Empoli del figliol prodigo Tavano ha sudato parec-

chio per avere la meglio delle Vespe di mister Bra-

glia. La Nocerina di Auteri va in vantaggio a Mod-

ena contro il Sassuolo, ma poi si fa travolgere dal

ritorno dei neroverdi, che mettono a segno tre reti

nel primo tempo e chiudono la contesa. Ottimo

avvio del Cittadella di Foscarini contro l’Albinoleffe.

Cordaz paratutto, respinge un rigore e gli assalti

dei bergamaschi. Vitofrancesco segna una rete

pazzesca. Un portiere che fa meglio del francese

c’è, però: è Bardi, giovane numero uno del Livorno.

Andate a vedere il servizio della vittoria esterna allo

“Scida” di Crotone. Il Torino espugna il “Del Duca”

sudando sette camice; Bari e Varese non si fanno

male; la Reggina di Breda asfalta un Modena molto

modesto. Miglior tecnico di giornata: Giuseppe Sci-

enza del Brescia. Con una prova corale e di forza,

le Rondinelle non hanno dato scampo al Vicenza

di Silvio Baldini, tornato in panchina dopo due

anni di inattività.

Il Pescara è già Zemanlandia

Classifica P G V N S GF GS

Reggina 3 1 1 0 0 4 1Brescia 3 1 1 0 0 2 0

Grosseto 3 1 1 0 0 2 0Sassuolo 3 1 1 0 0 3 1Cittadella 3 1 1 0 0 2 1

Empoli 3 1 1 0 0 2 1Livorno 3 1 1 0 0 2 1Pescara 3 1 1 0 0 2 1Torino 3 1 1 0 0 2 1

Bari 1 1 0 1 0 0 0Padova 1 1 0 1 0 2 2

Sampdoria 1 1 0 1 0 2 2Varese 1 1 0 1 0 0 0

Albinoleffe 0 1 0 0 1 1 2Verona 0 1 0 0 1 1 2Gubbio 0 1 0 0 1 0 2

Nocerina 0 1 0 0 1 1 3Vicenza 0 1 0 0 1 0 2Modena 0 1 0 0 1 1 4

Crotone -1 -1 1 0 0 1 1 2Juve Stabia -1 -1 1 0 0 1 1 2

Ascoli-7 -7 1 0 0 1 1 2

1° Giornata 27/08/2011Ascoli-Torino 1-2Bari-Varese 0-0Brescia-Vicenza 2-0Cittadella-Albinoleffe 2-1Crotone-Livorno 1-2Empoli-Juve Stabia 2-1Grosseto-Gubbio 2-0Reggina-Modena 4-1Sampdoria-Padova 2-2Sassuolo-Nocerina 3-1Verona-Pescara 1-2

MARCATORI

2 Gol: Dionisi (Livorno, 2r) Campagnacci (Reggina)1 Gol: Regonesi (Albinoleffe) Andjelkovic (Ascoli) Feczesin (Brescia) Jonathas (Brescia) Gasparetto (Cittadella) Vitofrancesco (Cittadella) più 21 giocatori

2° Giornata 30/08/2011Albinoleffe-Grosseto

Gubbio-AscoliJuve Stabia-VeronaLivorno-Sampdoria

Modena-BariNocerina-BresciaPadova-RegginaPescara-Empoli

Torino-CittadellaVarese-Crotone

Vicenza-Sassuolo

Flavio GrisoliAllenatore: Giuseppe Scienza (Brescia)

Bardi(Livorno)

Tonelli(Empoli)

Vitofrancesco(Cittadella)

Missiroli(Reggina)

Campagnacci(Reggina)

Verdi(Torino)

Bertani(Sampdoria)

Stovini(Empoli)

Padella(Grosseto)

Cascione(Pescara)

Cutolo(Padova)

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Il blocco del campionato di serie A scuote il

calcio, ma la sensazione che non si voleva

arrivare a questo punto è forte e forse il presi-

dente dell’Aic, Damiano Tommasi, ha usato

questo mezzo in modo improprio per raggi-

ungere uno scopo ancora troppo lontano. I

calciatori della serie Bwin hanno supportato

moralmente i colleghi pur non aderendo

all’iniziativa. Il presidente della neopromossa

Nocerina, Giovanni Citarella, fa luce su alcuni

punti controversi: «In realtà il nodo più dif-

ficile da sciogliere è quello degli importi con-

trattuali e non tocca i calciatori del campio-

nato cadetto. Io sono d’accordo con le società,

perché non è giusto che questa imposta gravi

su di loro in un periodo economico già così

difficile. Per i fuori rosa la strada è più sem-

plice e l’accordo si può trovare». Il numero

uno campano si sbottona: «Noi non abbiamo

partecipato alle ultime assemblee, come serie

bwin, perché abbiamo raggiunto gli accordi

per il rinnovo del nostro contratto e quello che

so lo leggo anche io dai giornali. Mi sono fatto

una mia idea che per l’articolo 7 si può tro-

vare una mediazione con un preparatore at-

letico incaricato. Per il contributo, se paga le

tasse un dirigente di una società importante

come Fiat o simili, perché non dovrebbero far-

lo i calciatori?». Eppure c’è chi sostiene che

questo contributo di solidarietà potrebbe es-

sere un deterrente per far arrivare campioni

dall’estero e di conseguenza una motivazione

in più per frenare le società dal combattere

muro contro muro: «Non è vero! Ad ogni leg-

ge si trova l’inganno se un giocatore chiede

1 milione, sapendo della tassazione chiederà

centomila euro in più», ironizza il massimo di-

rigente rossonero. In molti si domandano se

questa scelta dell’Aic non sia come quando un

genitore permissivo accetta e accondiscende

ad ogni vizio del proprio figlio, ma Stendardo,

giocatore della Lazio si è difeso giustificando

il tutto con la frase: «Non è questione di soldi,

ma di diritti» e Citarella non si trova per nien-

te d’accordo: «Credo che ha sbagliato proprio

termine dicendo la parola diritto. Possiamo

non condividere la legge, il governo, ma in

uno stato democratico c’è un Parlamento che

decide». Le domande continuano a rimbalza-

re in molti contesti sia televisivi sia sul web: È

giusto difendere chi guadagna già così tanto?

E i giocatori di Lega Pro? Non sono profes-

sionisti anch’essi? Il presidente della Nocerina

scioglie i dubbi così: «Il sindacato si adopera

anche per i più deboli, ma forse dovrebbe

chiedere qualche tutela in più visto le situazi-

oni in cui versano molte società di

Lega Pro in questi anni».

Fabiola Rieti

Citarella, presidente della Nocerina:10 NUMERO 32 - 01 settembre 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

“Il contributo di solidarietà devono pagarlo i calciatori”

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Flavio Grisoli

Con il professore di Diritto del Lavoro Michel Mar-

tone ci ritroviamo otto mesi dopo quell’intervista

che è apparsa sul numero 45 del 9 dicembre 2010

della nostra rivista. Argomento: il possibile sciopero

dei calciatori di Serie A. Dalla neve alle spiagge, la

situazione non è cambiata, anzi. Sotto l’afa di queste

ultime settimane lo sciopero, o il rinvio della prima

giornata di campionato di Serie A, si è consumato

davvero. E il sapore che rimane in bocca è assai

amaro, se non altro perché la disputa si è basata sul

niente. Se prima la battaglia fra AIC e Lega di A era sul

trattamento dei giocatori “in esubero” (elemento,

questo, ancora in bilico fra le parti), ora lo scontro si

è alimentato sul tema del “contributo di solidarietà”

che il Governo aveva intenzione di varare. È notizia

di lunedì sera che non se ne farà più niente, ed era

anche evidente il fatto che basare uno scontro su

qualcosa che non aveva ancora visto la luce appariva

come minimo pretestuoso: «Il Governo, senza dub-

bio, ha tolto le castagne dal fuoco», commenta in

prima battuta Martone, «Però ciò non toglie che

il calcio ha dato una pessima immagine di sé. Ha

rappresentato in pieno l’egoismo di un Paese in

crisi. Ed è anche molto significativo il fatto che i cal-

ciatori hanno dato vita ad una protesta molto più

aspra delle altre 515mila persone che quel contrib-

uto avrebbero dovuto pagarlo. Di certo - continua

Martone, ordinario di Diritto del Lavoro all’Università

di Teramo - il calcio italiano ha perso un’ottima oc-

casione per dare il buon esempio». Ma le “colpe”, se

così vogliamo definirle, per aver fatto saltare il tavolo

della trattativa, spettano anche alle società che stipu-

lano contratti con i calciatori al netto delle imposte.

Per queste, l’introduzione del “contributo di solidari-

età”, rappresenterebbe un danno. «Questo partico-

lare, cioè di un differente trattamento tra stipendio

lordo e netto - afferma Martone, professore incari-

cato anche alla LUISS di Roma - denota la differenza

sostanziale tra il lavoro subordinato classico e quello

dei calciatori. Si tratta di una categoria fortemente

atipica per gli stipendi che percepisce. Qui il diritto del

lavoro deve essere ripensato, perché deve dare voce

e forza ai contraenti più deboli». Come si può uscire

da questo tunnel che sembra non avere fine? CI tro-

viamo di fronte ad una categoria di privilegiati che

gode delle stesse garanzie sindacali di chi non arriva

alla fine del mese: «Il rapporto tra i calciatori e le so-

cietà deve essere regolato più dal contratto e meno

dalla legge. I calciatori traggono la loro forza con-

trattuale dal compenso che percepiscono. La Legge,

e la Federazione in questo caso - continua nella sua

analisi il professor Michel Martone - deve definire le

regole del gioco. Al contratto spetta definire il rappor-

to tra i giocatori e le società». Contratti liberi, quindi:

così la forza del sindacato non va diminuendo? «No,

non credo. Non c’è compromissione dell’attività im-

portante di lobbying da parte del sindacato, che

comunque deve ripensare la sua azione. Negli Stati

Uniti, con lavoratori “atipici” come gli artisti, sta già

accadendo». Un’ultima battuta, doverosa, sul fatto

che i professionisti di Lega Pro hanno il contratto in

prorogatio da 13 anni. Non si tratta degli stessi lavora-

tori? «Certamente - conclude Martone - e dirò di più.

Hanno molto più bisogno quelli di Lega

Pro che quelli di Serie A».

Contratto: La parola all’espertoIl professore di Diritto del Lavoro Michel Martone:“Il rapporto tra i calciatori e le società deve essere

regolato più dal contratto e meno dalla Legge”

1212 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 32 - 01 settembre 2011

Gli 8 punti e i nodi della discordia

- Flessibilità del contratto (l’Aic non vuole flessibilità legata

alle prestazioni singole e collettive superiori al 50% degli emolu-

menti)

- lavoro in esclusiva (il calciatore deve essere libero di de-

cidere cosa fare fuori dal suo ruolo)

- condotta fuori dal campo (l’Aic lascia piena libertà men-

tre la Lega vuole un comportamento eticamente e moralmente

corretto vista la loro visibilità)

- cure mediche (libertà nella scelta del medico ma se la

società non concorda le spese sono a carico dei giocatori)

- sanzioni automatiche (l’Aic vuole che ogni singolo caso

sia analizzato dal collegio arbitrale)

- designazione collegio arbitrale (a capo del collegio deve

rimanere una persona dell’ambito calcistico e non un esterno

come chiesto dalla Lega)

I nodi della discordia:

- allenamenti con la prima squadra (art. 7, allenamenti a

parità di condizioni con i compagni di squadra)

- contributo di solidarietà (postilla all’art. 4 che sancisce

che le retribuzioni definite solo al lordo)

Martone

(Foto Archivio)

Page 13: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32
Page 14: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

1414 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 32 - 01 settembre 2011

Sara Sbaffi

Se il massimo campionato si è fermato,

la Lega Pro è invece pronta a riprendere

la sua stagione regolarmente il 4 settembre.

Non sono stati infatti coinvolti i calciatori

“minori” nello sciopero indetto dall’Assocal-

ciatori, anche loro professionisti ma eviden-

temente di una categoria meno considerata.

Il termine sciopero non è il più adeguato nel

calcio, perché lo sciopero

vero comporterebbe l’an-

nullamento della giornata

che invece verrà recuperata,

inoltre implicherebbe una

trattenuta sullo stipendio,

come avviene per qualun-

que altro lavoratore, che in

questo caso non ci sarà. Ab-

biamo ascoltato i pareri dei

presidenti delle squadre di

Lega Pro che devono com-

battere quotidianamente

con preoccupazioni econo-

miche di altro genere. Uno

di questi è Stefano Dinelli,

presidente del Viareggio:

«Abbiamo tanti di quei problemi che vede-

re queste cose ci fa capire quanto la loro di-

mensione sia diversa dalla nostra. Gli ingag-

gi dei giocatori sono così diversi che quelli

dei nostri non rientrano nel contributo di

solidarietà. Sono ben altri i pensieri in Lega

Pro, qui per sopravvivere facciamo i salti

mortali e lottiamo per delle piccole briciole».

La soluzione tra le parti in causa, Aic e Lega

di A, secondo il numero uno delle zebre si

può trovare «Solo con il buon senso, si trat-

ta di cavilli. Da una parte i calciatori devono

capire di dover contribuire al sistema socia-

le italiano, dall’altra parte le società devono

capire i problemi dei giocatori che non sono

carne da macello. Alla fine a perderci è solo il

calcio». Luigi Salvoldi, presidente del Siracu-

sa, sull’efficacia dello stop alla prima giorna-

ta del campionato di A è lapidario: «Inutile.

Lo sciopero dovrebbe essere l’ultimo atto di

protesta che si può fare in un mondo civile e

“Sciopero inutile”I presidenti di Lega Pro giudicano l’azione di protesta dell’Assocalciatori

Dinelli, Viareggio: “È mancato il buon senso, si trattava di cavilli”Salvoldi, Siracusa: “Ci manca solo la guerra civile”. Condò, Latina: “Finirà tutto a tarallucci e vino”

Dinelli, patron del

Viareggio

(Foto Archivio)

Page 15: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

1515w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 32 - 01 settembre 2011

democratico, quando tutti i mar-

gini di trattativa e negoziazione

sono finiti. Questo rinvio era evi-

tabile. Dopo lo sciopero c’è solo la

guerra civile e non siamo proprio

a questo livello». Il patron azzurro

rintraccia le possibili soluzioni alla

questione: «Sul contributo di soli-

darietà bisognerebbe fare il 50%

ciascuno tra giocatore e società,

una mediazione equa. Mentre

per i fuori rosa c’è bisogno di un

intervento di altra natura, se un ragazzo è in

rotta di collisione con la società non può ri-

manere nella struttura della prima squadra.

Comunque se si intavolano delle mediazioni

ci sono i margini per trattare, entrambe le

parti devono rinunciare a qualcosa». L’As-

socalciatori potrebbe altresì difendere con

la stessa veemenza l’anello più debole della

categoria, cioè proprio i tesserati di Lega Pro:

«I nostri ragazzi sono giovani che guardano

al futuro, sono meno viziati e riescono sem-

pre a trovare una soluzione con la società

per cui lavorano. Invece i giocatori di serie A

sono all’apice della loro carriera, capricciosi e

complessati, e sono più garantiti rispetto agli

altri». Se potesse mettersi nei panni di un

presidente di una società di serie A come si

comporterebbe? «Troverei sicuramente una

mediazione. Il problema è che nelle negozia-

zioni sindacali c’è bisogno di tempo ed è im-

portante avere lo spirito di voler trovare una

soluzione. L’accordo è un documento scritto

che regola le parti, è fondamentale il venirsi

incontro. In questi casi chi punta i piedi non

aiuta di certo – il riferimento al presidente

dell’Aic, l’ex “anima candida” giallorossa Da-

miano Tommasi è scontato - non è adatto a

rappresentare la categoria. Anche Abete ha

provato a tendere una mano ma nessuno

l’ha stretta. Lo sciopero comunque è stato

prematuro, servivano maggiori incontri, più

tempo e tanta buona volontà». Infine l’opi-

nione di Michelangelo Condò, presiden-

te del Latina: «Io non sono d’accordo con

lo sciopero, anche se i calciatori possono

avere le loro ragioni, è stata comunque

una mossa esagerata e alla fine in Italia

le cose vanno a finire sempre a taralluc-

ci e vino. Non hanno giocato la prima di

campionato e cosa ha portato? A nien-

te. Anche il nostro vice capitano è

andato all’Aic per vedere se pure

nella nostra serie c’era la possi-

bilità di fare uno sciopero e non

hanno deciso niente, si rivedono

per discuterne tra dieci giorni. È

una questione di lana caprina». Il

massimo dirigente neroblu con-

corda con il collega del Siracusa

sull’inutilità della protesta: «L’o-

biettivo è stato raggiunto? Non

mi pare proprio, quindi è stato

vano. Siamo messi come prima, nessun pas-

so in avanti, solo un danno all’immagine del

calcio. Sia chiaro che lo sciopero è un diritto

sacrosanto ma quando si raggiunge uno sco-

po. In questo caso invece non ho visto prese

di posizione ferree, come presidente sono un

po’ deluso. Alla fine chi paga è solo il calcio,

già bistrattato per i motivi che sappiamo».

E la soluzione è la stessa auspicata dagli al-

tri due intervistati: «La mediazione. Ognuno

deve fare un passo indietro e l’obiettivo pri-

mario deve essere la serietà del gioco del cal-

cio. I giocatori sono dei privilegiati ma anche

le società devono rispettare i contratti. Lo

sciopero non mi è piaciuto perché ci si deve

mettere prima intorno ad un tavolo e discu-

terne costruttivamente - e continua - non c’è

bisogno di arrivare a tali eccessi. Invece di

restare anni senza discutere farei delle tavo-

le rotonde periodiche, dove anche noi presi-

denti possiamo dire la nostra opinione, così

si può arrivare a fare qualcosa per ottimiz-

zare tutto, invece di fare queste

brutte figure».

Salvoldi, presidente

del Siracusa

(Foto Archivio)

Condò, numero uno

del Latina

(Foto Archivio)

Page 16: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

1616 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 32 - 01 settembre 2011

Fabiola Rieti

Aic, due pesi e due misureAbbiamo ascoltato i calciatori di Lega Pro e Serie D sullo sciopero dei loro colleghi di Serie A

Perrone, Trapani: “I professionisti dovrebbero essere considerati tutti allo stesso modo”Caselli, Bagnolese: “Nelle nostre categorie uno sciopero servirebbe a poco”

Sono loro i protagonisti, quelli che in cam-

po fanno sognare i bambini ed esultare i

tifosi per un gol o una giocata. Sono campioni

che si divertono giocando allo sport più bello

del mondo. Eppure nessuno pensa mai a loro

come a dei lavoratori con il diritto di sciopera-

re. Lo stop della serie A, indetto dal sindacato

presieduto da Damiano Tommasi, ha lasciato

spazio a riflessioni, ma anche a pesanti ac-

cuse sia da parte delle società sia

dei giocatori e ad una frattura con

il pubblico deluso dall’atteggiamen-

to muro contro muro. Quello che si

percepisce è l’esigenza di rifondare

in modo deciso il nostro calcio dan-

do attenzione non solo alla massi-

ma serie, ma ascoltando anche le

problematiche di chi seppur in toni

minori, senza i riflettori delle televi-

sioni e degli sponsor, vive di calcio.

Per capire le esigenze di questa

classe di lavoratori si è scelto di intervistarne

alcuni tra quelli che hanno maggior esperien-

za sul campo e che hanno vissuto in prima

persona le diffidenze dell’ambiente. Classe

’74 e diciotto anni di carriera tra serie B, C e

Lega Pro: è il profilo di Giuseppe Perrone del

Trapani. Lo scorso anno è stato giudicato dai

mister tra i migliori giocatori del campionato

e commenta così le scelte fatte dall’Aic: «Pur-

troppo le misure non sono uguali per tutti, i

calciatori professionisti dovrebbero essere

considerati tutti allo stesso modo. D’altronde

è anche normale che i campioni destino altri

tipi di interessi». Però nell’ex serie C la situa-

zione è preoccupante con società sull’orlo del

fallimento che non pagano gli stipendi da die-

ci mensilità, come è successo a Busto Arsizio

con la Pro Patria, costringendo i calciatori a

trovare sistemazioni occasionali

in vista degli sfratti. L’attaccante

siciliano chiarisce: «Noi ci tro-

viamo con un contratto scaduto

da anni in Lega Pro e con questa

crisi quando vieni contattato da

una società, magari sei costret-

to ad accettare quello che c’è.

Ci sono tantissimi giocatori a

spasso che sono fuori dal giro e

non riescono a rientrare, anche a

causa della riduzione delle squa-

Perrone in maglia

amranto

(Foto Archivio)

Page 17: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

1717w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 32 - 01 settembre 2011

dre». Ora cosa ci si aspetta dal sindacato per

il campionato di terza categoria?: «In Lega

Pro c’è bisogno di tutelare i giocatori control-

lando le società ad inizio anno per verificare

le certezze e le garanzie che possono fornire,

dobbiamo essere tutelati al 100%, anche noi

abbiamo famiglia. Credo sia inutile far partire

alcune squadre se poi non ci sono i presuppo-

sti per andare avanti durante l’anno. Il sinda-

cato - conclude Giuseppe Perrone - dovrebbe

rivolgere l’attenzione a queste tematiche. I

campionati ormai si decidono sulle scrivanie

e per noi giocatori, invece, è il campo che con-

ta. Ma è triste quando lotti durante la partita

e poi retrocedi o non sali di posizione in classi-

fica per le penalizzazione inflitte dagli uffici».

Dopo aver vinto il campionato di Seconda

Divisione scende in serie D con la Bagnolese:

Fabio Caselli, ex capitano del Carpi, parla del-

le difficoltà di essere un professionista oggi.

«Soprattutto in Lega Pro vengono commesse

delle ingiustizie ai danni dei ragazzi e qual-

cosa bisogna farla. Si stipulano dei contratti

annuali o biennali che vengono depositati in

federazione. L’Aic ci

tutela con un fondo

di garanzia nel caso

in cui ci sia il falli-

mento della società

e permette anche a

chi non ha ancora

trovato una squadra

di allenarsi nel ritiro

precampionato con

la squadra dei disoc-

cupati, come ho fat-

to io quest’anno».

Il difensore classe

1980 precisa: «Le vessazioni capitano in ogni

contesto lavorativo ed è giusto far valere i

propri diritti, ma questo sembra strano solo

perché ci si riferisce al mondo del calcio». Il

neoacquisto di Bagnolo in Piano è scettico

su un possibile rinvio del campionato anche

nell’ex serie C: «A breve dovrà decidersi qual-

cosa, ma la Lega Pro raccoglie molte vittime

visto che c’è gente che guadagna quanto un

operaio e in più lavora a 500 chilometri da

casa. Non so quan-

to possa essere

utile uno sciopero,

anche perché non

avrebbe la stessa

risonanza che ha

avuto quello della

serie A». Lorenzo

Dalrio, invece, è di

diverso avviso e si

schiera con i colle-

ghi proclamandosi

d’accordo con lo

sciopero della A: «I punti su cui si battono

sono due, i fuori rosa e il contributo di soli-

darietà, ma non è quest’ultimo la ragione

del contendere, come hanno detto in molti.

La possibilità di allenarsi con la squadra è

importante ed è un diritto, per questo sono

favorevole allo stop indetto dall’Aic». L’attac-

cante classe 1981, che lo scorso anno era in

forza al Casale, in questa stagione vestirà la

maglia della Giacomense e spezza una lancia

a favore dell’Associazione Italiana Calciatori:

«Serve sicuramente il contratto per essere

al passo con i tempi, ma in generale siamo

abbastanza tutelati anche dal punto di vista

della salute. Certo bisognerà vedere se si an-

drà avanti così o se si deciderà di ritrattare

alcuni punti». Ci si aspetta una presa di posi-

zione da parte del sindacato soprattutto per

tutelare i lavoratori delle squadre in difficoltà

finanziarie e Dalrio ribadisce: «C’è bisogno di

interventi più drastici per fronteggiare le so-

cietà in crisi, ma il momento non è facile non

solo per il calcio, ma per tutto il

Paese».

Fabio Caselli

(Foto Archivio)

Dalrio

(Foto Archivio)

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Page 19: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

1919w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 31 - 25 agosto 2011

Sara Sbaffi

Spalle al muro e caviglia incatenata

ai cancelli della Federcalcio, così si

è presentato Renzo Ulivieri, presidente

dell’Associazione Italiana Allenatori Cal-

cio, lo scorso mercoledì in occasione del

Consiglio Federale e così è rimasto per

oltre tre ore. Un gesto di protesta per

mettere in risalto la rimozione dell’obbli-

gatorietà del patentino per gli allenatori

di Prima, Seconda categoria e Juniores:

«Se dovesse decadere l’obbligo del paten-

tino – ha spiegato - 5600 allenatori non

potrebbero allenare, 100mila calciatori si

ritroverebbero a giocare senza allenatori,

e 2500 arbitri si troverebbero sui campi

senza la tutela dei tecnici». Il mister degli

Allievi regionali del Forlì, Alessandro Zau-

li, si toglie qualche sassolino dalla scarpa

e commenta il gesto dell’ex allenatore

(e coordinatore della sezione di Sinistra

Ecologia e Libertà) di San Miniato: «Sono

d’accordo per quanto riguarda le catego-

rie Juniores, è giusto che per quel caso il

patentino venga mantenuto, ma per la

Prima e Seconda categoria no. Giocano

per divertirsi, a tutte le età, per me non è

fondamentale averlo. C’è un altro proble-

ma più grosso, bisogna cambiare le regole

sugli allenatori, in particolare sui corsi che

sono inaccessibili ai più – e continua pren-

dendo ad esempio la sua situazione. Sono

ventuno anni che ho il patentino e non

potrò mai fare il corso di seconda perché

nel settore giovanile i punteggi sono bas-

sissimi. I corsi base sono accessibili solo a

chi ha già giocato». Il mister non ci sta e

vorrebbe che le cose cambiassero: «Scrivo

libri sul calcio (alcuni titoli “I difetti del tuo

modulo”, “La fase tattica dei gesti tecnici”,

“Come giocano le squadre”), e ho fatto un

cd con Franco Ferrari (insegnante proprio

a Coverciano) e il corso non lo posso fare.

Operando nel settore giovanile ogni anno

prendo appena 40 centesimi di punto.

Fare l’allenatore in seconda in serie D o il

tecnico delle Juniores sarà più importante

della Seconda categoria o no? Questa è la

vera vergogna. È inutile incatenarsi, i corsi

sono bloccati e alcuni non potranno mai

seguirli».

(continua a pagina 20)

I tecnici bocciano l’AIAC

Zauli: “Bisogna creare un’Associazione tutta nostra”Cinti: “Ulivieri incatenato? Mossa politica che non serve”

Renzo Ulivieri(Foto Archivio)

Page 20: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

(continua da pagina 19) Lo sfogo del tecnico/

scrittore si fa più vivace quando si parla dei

corsi: «Quello dei corsi blindati è un caso em-

blematico, nei fatti solo gli ex giocatori possono

farli. I punteggi da chi sono stabiliti? Dovrebbe-

ro essere aperti a tutti e poi sarà il mercato a

fare la differenza. Chi decide sui corsi ha paura

che gli rubino il posto di lavoro. Hanno paura del

confronto. A me personalmente non importa

nulla di fare l’allenatore di serie A ma voglio po-

ter avere pari opportunità con gli altri e intavo-

lare un discorso civile». E conclude con un mes-

saggio per Renzo Ulivieri: «Vorrei dirgli che si

potesse discutere sulla blindatura del corsi, non

va bene che si rifiuti un confronto». Anche Dani-

lo Cinti, allenatore delle Juniores del Monterosi

e preparatore atletico di molte squadre pro-

fessionistiche, commenta l’incatenamento del

presidente dell’AIAC: «Mi sembra un gesto che

ha poco a che fare con le problematiche degli

allenatori, la reputo

un’azione più di politi-

ca sportiva legata alla

logica del palazzo. An-

che perché raramente

si sono interessati alle

categorie dei tecnici

di base». Anche per

quanto riguarda l’a-

bolizione del tesseri-

no il mister mostra le

sue perplessità: «Non

sono d’accordo con la

decisione di togliere il

patentino, non è una

scelta di merito, ma

politica. Tavecchio

ha voluto punire in

questo modo per ra-

gioni di corridoio. In

nessuno sport un

insegnante non ha

un titolo, nessuno

si sognerebbe di

portare un figlio a

nuoto e lasciar in-

segnare chi è senza

brevetto e allora

perché nel calcio

non deve essere

così? Chi insegna

deve avere un cer-

tificato, perché per

allenare dei ragazzi

è necessaria avere una preparazione a livello

sportivo e psicologico per gestire un gruppo.

Non è che chiunque compra un fischietto il gior-

no dopo è allenatore». Secondo il tecnico c’è

bisogno di un lavoro preciso che parta dai qua-

dri dirigenziali: «Non credo molto nei sindacati,

sono politiche che devono partire dall’alto e il

sindacato non ha potere contrattuale, è solo un

baraccone politico. Invece a livello di federazio-

ne dovrebbero costituire dei gruppi di studio per

il calcio di base e delle task force che possano

girare per i campetti di periferie per rendersi ve-

ramente conto del percorso che

c’è da fare».

2020 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 32 - 01 settembre 2011

Danilo Cinti

(Foto Archivio)

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Page 22: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

Dopo mesi e mesi di minacce “finalmente”

si sciopera! Finalmente perché nella crisi

in cui versa il Paese, o meglio, nella crisi in cui

si ritrova il mondo, non si fa altro che parlare

di sciopero di calciatori di Serie A, di calciatori

della Liga spagnola, di cestisti della NBA. È pura

demagogia, ma come si può non commentare

una situazione tanto paradossale? Gli atleti che

hanno aderito allo sciopero indetto dalla AIC

sono i calciatori della Lega superiore, della serie

A, coloro i quali, grazie alle loro gesta sportive e

non, fanno vendere giornali ed accendere le Tv.

Nonostante il sacrosanto diritto di scioperare, in

quanto lavoratori subordinati, fa specie sapere

che l’adesione allo sciopero non è stata globale.

Analizzando l’art. 6 dello Statuto AIC si legge:

“Possono far parte dell’Associazione tutti i gio-

catori tesserati per le Squadre iscritte ai Cam-

pionati italiani del settore professionistico e non

professionistico, nonché i calciatori italiani tes-

serati per Squadre iscritte a Campionati stranie-

ri del settore professionistico”. Come avevano

scritto in molti, a questo sciopero avrebbero do-

vuto aderire tutti i calciatori, eppure la serie B è

scesa in campo regolarmente e lo stesso farà la

Lega Pro. Forse dietro il fine ufficiale dello scio-

pero ne esiste un altro non dichiarabile. Quale?

Evitare il contributo di solidarietà richiesto dallo

Stato? Detto ciò, e fatte le dovute domande, ci

si chiede come mai si parli sempre e comunque

del rinnovo del contratto collettivo della Lega

di serie A (datato 2005) e non dell’eventuale

e quanto mai necessario rinnovo dell’accordo

per la Lega Pro. L’accordo collettivo in vigore

per la Lega Pro è datato 1989, ossia quel famo-

so contratto valevole ai tempi per i campionati

nazionali di serie A, B, C/1 e C/2, ora rimasto

in vigore solo per gli ultimi due accorpati nella

nuova denominazione di Lega Professionisti. Il

contratto collettivo in essere è composto da 30

articoli che, grossomodo, prevedono le stesse

disposizioni per gli atleti delle categorie supe-

riori. Allora perché non far crescere una catego-

ria inserendo o comunque trattando i “famosi”

otto punti (1.Flessibilità della retribuzione, 2,3.

Multe,sanzioni e codice di autodisciplina, 4.At-

tività extracalcistiche, 5.Tutela sanitaria, 6.Colle-

gi Arbitrali 7.Allenamenti con la prima squadra

8.Trasferimenti) protagonisti dell’infinita trat-

tazione? Perché i calciatori (tutti racchiusi nel-

la categoria di lavoratori subordinati) devono

sottostare a contratti collettivi differenti? Sono

davvero così distinte le loro necessità? Sicura-

mente non lo sono né dal punto di vista giuri-

dico né tantomeno dal punto di vista sportivo.

E allora perché non rinnovare tale

atavico accordo?

Dal campo al Foro

Guido Del Re

Perchè non rinnnovare tale atavico accordo?

22 NUMERO 32 - 01 settembre 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Page 23: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.32

23NUMERO 31 - 25 agosto 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

La Nazionale sammarinese inaugura l’au-

tunno 2011 con due gare da brividi. Si va

verso la chiusura del biennio di qualificazione

a Euro 2012, e i biancazzurri chiudono il giro-

ne E senza punti e gol all’attivo. Il 2 e il 6 set-

tembre prossimi la formazione della piccola

enclave in territorio italiano affronterà prima

l’Olanda ad Eindhoven e poi la Svezia all’O-

limpico di Serravalle. Due sfide sì affascinanti,

ma terribili. All’andata, lo ricordiamo, l’Olan-

da passò sul monte Titano per 5-0, mentre la

Svezia il 7 settembre scorso a Malmoe, chiu-

se virtualmente il set con un perentorio 6-0.

«Siamo di fronte alla trasferta più insidiosa

dell’intero biennio - ammette, e come sarebbe

possibile dargli torto, il Commissario Tecnico

del San Marino Giampaolo Mazza - e, un po’

di preoccupazione c’è». Di certo gli “oranje”

schiereranno qualche riserva in vista della

più ostica trasferta di quattro

giorni dopo contro la Finlan-

dia, ma si stanno giocando la

qualificazione diretta proprio

con la Svezia, e quindi i vice-

campioni del mondo guidati

in pachina da Van Maarwijk

non lasceranno nulla al caso.

«La preoccupazione è dovu-

ta al fatto - prosegue Maz-

za - che è sempre un onore

affrontare questi impegni

con grandi avversari, ma allo

stesso tempo comportano

una grande responsabilità,

perché il rischio di incappare in una goleada

è alto. Un po’ d’apprensione in questo senso

c’è, non lo nascondo». C’è da dire, a vantag-

gio dell’undici titano, che le sconfitte più pe-

santi sono arrivate con avversarie di minore

cabotaggio (Finlandia e Ungheria, entrambe

vincitrici in casa per 8-0): segno che contro

i grandi nomi le prestazioni salgono di livel-

lo. Per quanto riguarda lo specifico della gara

del “Philips Stadion”, il rendimento in trasfer-

ta di San Marino è disastroso, e le sconfitte

sopra elencate ne sono un valido esempio.

«La squadra è al completo. Contro l’Olanda

mancheranno per squalifica Della Valle e Ber-

retti. Ho qualche preoccupazione per Selva e

Simoncini che non hanno minuti ufficiali nelle

gambe perché sono senza squadra. Nel mini-

ritiro di agosto comunque si sono comportati

molto bene». Quattro giorni dopo i tulipani,

c’è la Svezia: «Sì, altra gara difficilissima, spe-

riamo ci sia Ibrahimovic». Ma come? Mazza

sorride e prosegue: «Sì, lo dico per lo spetta-

colo in campo. Con lui o senza c’è una bella

differenza». Effettivamente sì, anche perché

all’andata l’ariete del Milan segnò due reti.

Come è ovvio che sia, nel “paradiso” (lo met-

tiamo tra virgolette per rispetto) sammarine-

se la cronaca italiana è di casa: cosa ne pensa

mister Mazza dello sciopero (ah no, slitta-

mento) dei calciatori di Serie A? «Entrambe

le parti non si sono rese ben conto della si-

tuazione generale. L’argomento è stato trat-

tato con molta leggerezza, e qui da noi questo

mancato inizio della Serie A ci ha fatto un po’

arrabbiare, perché naturalmente seguiamo

molto bene il calcio italiano. È una cosa sen-

za capo né coda, gestita molto

male».

San Marino, il CT Mazza: “Preoccupazione oranje”Flavio Grisoli Campionato Sammarinese

Mazza

(Foto Archivio)

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