professione calcio - sfoglia il settimanale - anno iii n.21

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ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 2 1 Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 21 02 giugno 2011 1€ Ora tocca a voi Play-off e Play-out Prima e Seconda Divisione il futuro in 90 minuti Il 12 Giugno le società della DCFsono chiamate a decidere il proprio futuro: Dipartimento o Padovan? EDITORIALE Il Dipartimento Interregionale e i feudatari Giacomini LEGA PRO Supercoppa Prima Divisione Rieti/Sbaffi LEGA PRO Supercoppa Seconda Divisione Redazione LND Intervista a Minetti presidente CRER Grisoli All’interno: Rubrica di Gasperini, Albese, Belluno, Ponsacco, Orvietana, Cynthia, Battipagliese, Noto, dal Campo al Foro, e campionato Sammarinese

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

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Page 1: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma

IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 21 02 giugno 2011 1€

Ora tocca a voi

Play-off e Play-out Prima e Seconda Divisione

il futuro in 90 minuti

Il 12 Giugno

le società della DCFsono chiamate a decidere il proprio futuro: Dipartimento

o Padovan?

EDITORIALEIl Dipartimento

Interregionale e i feudatari

Giacomini

LEGA PROSupercoppa Prima

DivisioneRieti/Sbaffi

LEGA PROSupercoppa

Seconda DivisioneRedazione

LNDIntervista a

Minetti presidente CRER

Grisoli

All’interno: Rubrica di Gasperini, Albese, Belluno,

Ponsacco, Orvietana, Cynthia, Battipagliese,

Noto, dal Campo al Foro, e campionato Sammarinese

Page 2: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma

Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]

Direttore responsabileMassimiliano Giacomini

email: [email protected]

CaporedattoreFlavio Grisoli

email: [email protected]

RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi

email: [email protected]

Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco

email [email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato Guido Del Re, Riccardo Morgigno , Stefano Santini

Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com

Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma

Alberto Mambelli, Benedetto Pi-

ras (Vice presidente Area Cen-

tro), Antonio Cosentino (Vice presi-

dente Area Sud). Tre uomini per due

posti. No, non mi sto sbagliando. I

posti sono, anzi potrebbero essere,

due. Uno derivante dalla trasforma-

zione del Comitato Interregionale a

Dipartimento che avverrà il 20 giu-

gno; l’altro dalla fine della Divisione

Calcio Femminile che si tramute-

rà (forse già entro la fine di questo

mese, anche lei), in Dipartimento.

Visto che il Dipartimento Interregio-

nale, come ci ha anticipato in una

precedente intervista, il presidente

Carlo Tavecchio, dipenderà a grandi

linee dalla presidenza della Lega o da

un delegato nominato dal presiden-

te, la stessa cosa dovrebbe accadere

nel Dipartimento Femminile. Siamo

sul campo delle ipotesi ma non così

fantascientifiche. Proprio per questo

i posti a disposizione per i tre vice-

presidenti diverrebbero “solo” due.

Se è vero che il posto da delegato per

l’Interregionale sembra esserselo già

aggiudicato il vicepresidente vicario

Alberto Mambelli (per buona pace di

Antonio Cosentino, che a malincuore

digerirà la nomina del suo collega),

la lotta è aperta per il posto da nu-

mero uno (ok, formalmente un dele-

gato, ma pur sempre un “capoccia”)

della nuova realtà femminile. Se è

vero come è vero, che tra poco tem-

po verrà fatta una consultazione per

un nuovo presidente dell’Area Nord

della Lega Dilettanti, posto lasciato

vacante da Vaccari, neo presidente

del Cr Veneto, ci si aspetta che l’altra

poltrona venga decisa prima di met-

tere nel calderone dei papabili un

terzo incomodo. Benedetto Piras ci

dicono non abbia velleità verso uno

dei due dipartimenti (sempre se il

femminile finisca per essere ingloba-

to alla LND), a differenza di Antonio

Cosentino. Le ombre e i dubbi sul

movimento in rosa si dipaneranno

il 12 giugno quando le società del-

la DCF saranno chiamate al voto o

con l’attuale numero uno Giancarlo

Padovan oppure unica soluzione, vi-

sto che la Federcalcio non aiuterà il

movimento neanche “una tantum”,

la Divisione diverrà Dipartimento.

A quel punto ci sarà un posto da

“delegato” per il femminile ed è lì

che si sposterà l’attenzione di tutti.

L’importante è che siano le società

del mondo femminile a scegliere, in

piena autonomia, il proprio futuro.

Se poi ci sarà una delega dalla presi-

denza della Lega Nazionale Dilettanti

anche per il Dipartimento femminile

bisognerebbe capire chi è il più adat-

to per lanciare (o rilanciare) il movi-

mento in rosa italiano. L’errore più

grave sia nell’Interregionale che nel

Femminile sarebbe quello di pensa-

re di poterne fare un proprio feudo

come alcune volte è accaduto e con-

tinua ad accadere in al-

cuni Comitati.

Se i Dipartimenti diventassero due, ci sarebbe posto per due poltrone? Attenzione ai feudatari...

Massimiliano GiacominiMassimiliano Giacomini

NUMERO 21 - 02 giugno 20112 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

T C A STattica

LEGENDA

Curiosità Approfondi-mento

Statistica

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Page 4: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

Chiusa la stagione 2010/11 con la Coppa Italia, immeri-

tatamente vinta dall’Inter su un generoso ma spreco-

ne Palermo (il vulcanico Zamparini, che ha voluto invitare a

Roma insieme a 40mila tifosi, anche il nuovo socio arabo,

ha chiamato l’Inter la “Banda Bassotti” e forse ha ragione,

ma l’esperienza dei nerazzurri è troppo superiore alla bravu-

ra dei giovani rosanero che hanno sbagliato reti incredibili,

danneggiati anche dal mediocre Morganti che finalmente,

dopo questa ultima penosa esibizione andrà in pensione

per raggiunti limiti di età), si tirano le somme della stagione

e si pensa al prossimo campionato. Si fanno sogni (tanti) con

soldi (pochi) avendo ancora davanti agli occhi lo spettacolo

del Barcellona stellare che ha fatto diventare piccina un’al-

tra stella del calcio europeo come il Manchester di mister

Ferguson. E vedendo simile spettacolo, si capisce come il

calcio italiano, con la sua gretta mentalità, stia scendendo

vertiginosamente i gradini del ranking UEFA. Se si pensa che

l’80% dei giocatori blaugrana proviene dalla famosa “Cante-

ra” dove si allevano i giovani per poi lanciarli in prima squa-

dra, non si capisce come mai in Italia, pur con tanti proclami,

si rimane sempre al palo. I risultati parlano chiaro: Spagna

su tutti e poi Inghilterra. Ci ha superati persino la Germania

e quest’anno pure il Portogallo (in finale di Europa League

con due squadre). In mezzo a tutto questo ci sono le prime

mosse di mercato delle squadre più deluse che intendono

(almeno a chiacchiere) investire per tamponare i precedenti

fallimenti. Ritorna la Nazionale, praticamente già qualificata

agli Europei e Prandelli convoca (giustamente) quasi tutti i

suoi uomini, compreso il veterano Pirlo. Infine voglio spen-

dere una parola sul Torino. Spiace vederlo cosi mal ridotto,

tanto da perdere la gara decisiva per i play-off e con la conte-

stazione sempre più virulenta dei suoi arrabbiatissimi tifosi.

Una società gloriosa guidata ormai da molti anni da dirigen-

ti incompetenti che ora se ne devono andare. Una Serie A

senza il Toro è ridotta, ma chi è causa del suo mal pianga

se stesso. Ora lottano per salire Padova, Novara, Varese e

Reggina. Domenica sera il primo atto, e sapremo qualcosa

in più. Io un’idea in testa ce l’ho già, però

me la tengo per me.

Morganti rovina il sogno al Palermo e (finalmente) se ne va in pensione. Caro Toro tutti a casa4 NUMERO 21 - 02 giugno 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Mauro Gasperini

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6 NUMERO 21 - 02 giugno 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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Padova il miracolo, Toro flop

Classifica P G V N S GF GS

Atalanta 79 42 22 13 7 61 35Siena 77 42 21 14 7 67 35

Novara 70 42 18 16 8 63 38Varese 68 42 16 20 6 51 34Padova 62 42 15 17 10 63 48Reggina 61 42 15 16 11 46 40Livorno 59 42 15 14 13 49 46Torino 58 42 15 13 14 49 48Empoli 57 42 13 18 11 46 39

Modena 55 42 12 19 11 46 51Crotone 54 42 13 15 14 45 50Vicenza 54 42 15 9 18 44 54Pescara 53 42 14 11 17 44 48

Cittadella 51 42 12 15 15 50 54Sassuolo 51 42 13 12 17 42 46Grosseto 51 42 12 15 15 43 50Ascoli-6 50 42 14 14 14 44 48

Albinoleffe 49 42 13 10 19 55 66Piacenza 46 42 11 13 18 50 63Triestina 40 42 8 16 18 34 57

Portogruaro 40 42 10 10 22 39 63Frosinone 38 42 8 14 20 46 64

42° Giornata 29/05/2011Albinoleffe-Siena 1-0Ascoli-Triestina 3-0Cittadella-Pescara 3-2Grosseto-Atalanta 1-1Livorno-Frosinone 2-1Novara-Modena 2-3Portogruaro-Crotone 2-3Sassuolo-Reggina 3-2Torino-Padova 0-2Varese-Piacenza 1-0Vicenza-Empoli 1-1

MARCATORI23 Gol: Piovaccari (Cittadella, 9r)19 Gol: Bianchi (Torino, 3r) Abbruscato (Vicenza, 2r)18 Gol: Calaiò (Siena, 4r)17 Gol: Cacia (Piacenza, 2r) Bonazzoli (Reggina, 2r) Coralli (Empoli, 4r) Bertani (Novara)15 Gol: Succi (Padova, 5r) Gonzalez (Novara)

Spareggi

Play-off semifinale (2/6-5/6)Reggina-NovaraPadova-Varese

Play-out (4/6-11/6)Piacenza-Albinoleffe

Con i verdetti già emessi in testa alla clas-

sifica, la 42esima ed ultima giornata, che

chiude il campionato di Serie bwin, è servita

però a definire le griglie di play-off e play-out.

Andiamo con ordine. L’Atalanta perde a Gros-

seto (reti di Tiribocchi e Caridi) il punto nec-

essario per suggellare con la prima posizione

un campionato esemplare che le ha regalato

la promozione, anche perché il Siena (seconda

neopromossa) cade sul terreno dell’Albinoleffe

per merito di un gol di Grossi a pochi minuti

dal termine. L’undici di Mondonico disputerà il

doppio confronto dei play-out per decidere chi

resterà nella serie cadetta contro il Piacenza,

caduto invece a Varese, grazie a un gol di Na-

darevic a tempo scaduto. Dagli spareggi retro-

cessione a quelli promozione: giornata amara

per il Torino che, superato in casa per 2-0 dal

Padova, vede sfumare la possibilità di lottare

per tornare in serie A. Doppio colpo dell’undici

di Dal Canto invece che, con i gol di Cuffa e De

Paula, conquista i tre punti play-off, dove in-

contrerà proprio il Varese. L’altra gara di post

season vedrà di fronte Reggina e Novara,

entrambe sconfitte domenica. Gli amaranto

perdono 3-2 sul campo del Sassuolo: a segno

Montiel e Viola per i reggini, Consolini e due

volte Martinetti per i modenesi. Stesso risul-

tato anche per il Novara, con l’altra modenese.

I ragazzi di Bergodi vincono in Piemonte, con

la doppietta di Mazzarani e il gol di Greco, che

rispondono alle reti azzurre di Coubronne e

Pinardi. Retrocesse già dalla scorsa settimana

in Lega Pro Triestina, Portogruaro e Frosinone

escono tutte sconfitte dall’ultimo impegno in

cadetteria. Il laziali perdono 2-1 a Livorno (Da-

nilevicius, Cellerino e autorete di Lambrughi);

la Triestina è travolta per 3-0 dall’Ascoli (doppi-

etta di Feczesin e Moretti), mentre il Portogru-

aro cede in casa al Crotone (Gerardi e Altinier

per i ragazzi di Agostinelli, Matute, Cutolo e

Curiale per i calabresi). Abbruscato e Brugman

firmano il pari tra Vicenza e Empoli, mentre il

capocannoniere Piovaccari sigla una doppietta

nel 3-2 finale del Cittadella sul Pescara (di Di

Roberto, Giacomelli e Verratti gli

altri gol).

Allenatore: Alessandro Dal Canto (Padova)

Cano(Padova)

Renzetti(Padova)

Camisa(Varese)

Cuffa(Padova)

Feczesin(Ascoli)

Grossi(Albinoleffe)

Piovaccari(Cittadella)

Regonesi(Albinoleffe)

Mazzarani(Modena)

Moretti(Ascoli)

Martinetti(Sassuolo)

Stefano Santini

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7NUMERO 21 - 02 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 7

Quattro pretendenti per un posto, quello

che garantisce il sole (e i danari) della Serie

A. Quattro mister che inseguono un sogno, o un

riscatto: Gianluca Atzori (Reggina), Attilio Tesser

(Novara), Giuseppe Sannino (Varese), Alessandro

Dal Canto (Padova). «A Torino – dichiara Atzori,

tecnico della Reggina, sicuramente una delle

note più liete di questa stagione cadetta - si è

consumato il verdetto definitivo dei play-off. Noi

al Braglia non abbiamo avuto la mentalità giusta,

peccato. Comunque ora giocheremo la prima in

casa al Granillo e dovremo cercare la vittoria, al

ritorno poi non sarà facile sul sintetico di Nova-

ra». Inoltre il tecnico ciociaro parla chiaro del suo

organico: «I diffidati sono rimasti quasi tutti a

casa. I miei giocatori devono mettercela tutta per

dimostrarmi di che pasta sono fatti. In settima-

na, in allenamento, si è respirata un’atmosfera

positiva, frutto anche della posizione che abbia-

mo conquistato in classifica, nonostante lo scet-

ticismo che ci ha accompagnato anche durante

la stagione, nonostante stessimo facendo molto

bene. Giocheremo per vincere sia all’andata che

al ritorno. Ora siamo in ballo e dobbiamo balla-

re. Proviamoci, dobbiamo provarci perché fino-

ra abbiamo fatto tanto. Arrivare quinti o sesti

era uguale». Tesser non è preoccupato del calo

fisiologico dei suoi, ma di certo non dorme son-

ni tranquilli: «Abbiamo perso contro il Modena,

abbiamo perso in casa e non ci voleva. Era una

gara che noi dovevamo provare a vincere come

abbiamo fatto, però loro avevano la testa più sca-

rica ed erano leggeri nella testa e nelle gambe.

Noi sentiamo leggermente la pressione, che sale

sempre di più, verso la semifinale contro la Reg-

gina di Bonazzoli e compagni. Contro i modenesi

non abbiamo giocato male, ma vincere ci sareb-

be valso da stimolo in più, una carica aggiuntiva

per questo finale molto bollente e faticoso». E

sulla doppia sfida con i calabresi? «Non avevamo

nessuna preferenza e chiunque capitava nei play-

off non c’era problema, noi diamo comunque tut-

to sul campo, fino alla fine. Dobbiamo pensare

esclusivamente a noi stessi per arrivare concen-

trati e giocarci le nostre partite come siamo capa-

ci di fare». «Il Padova entra a questi play-off con

pieno merito – dichiara schietto Giuseppe Sanni-

no, tecnico del Varese dei miracoli - alla fine sono

convinto che le quattro che si giocheranno la se-

rie A abbiano mostrato le cose migliori. Il Padova

è una squadra che mi piace, gioca bene, ha fatto

come quelle contrade che entrano alla fine per il

rotto della cuffia e magari sono il vero avversario

da temere. Padova meglio della Reggina? Una

vale l’altra, a questo punto non avevo preferen-

ze. Ci aspetterà una doppia sfida molto dura». La

forza del Varese? «Non c’è il leader, siamo uniti.

Abbiamo passato un anno intenso e difficile ma

molto gratificante. Ci rimane qualche problemi-

no di condizione e di piccoli infortuni in vista dei

play-off». “Riccioli d’oro” Dal Canto ha preso il

posto di Calori sulla panchina dei veneti: «È stata

una grande partita dove sapevamo che il Toro ci

avrebbe messo in difficoltà e lo ha fatto nella pri-

ma mezz’ora. Sapevamo che sarebbe stata dura

e noi siamo stati bravi a colpire al momento giu-

sto. Varese o Novara è la stessa cosa, sono due

squadre che possono mettere in difficoltà chiun-

que. Di tutte le squadre che erano ai play-off ave-

vamo la sfida più difficile per dispendio di energie

psicofisiche. Dobbiamo recuperare qualcosina».

Il comandante ha strappato il quinto posto alla

Reggina e tolto di mezzo il Toro. Ora ecco Sanni-

no: «Sono meglio strutturati in difesa, il miglior

pacchetto arretrato della categoria. Ma anche

contro Novara o Reggina sarebbe stata dura lo

stesso». Doveva essere un traghettatore, lo han-

no voluto i calciatori in primis Italia-

no, ed ora tutta la città è in delirio.

Riccardo Morgigno

Quattro pretendenti per un posto al sole........e ai danari della Serie A. Abbiamo sentito i tecnici di Reggina, Novara, Varese e Padova

Dal canto, mister del Padova (Foto Arcivio)

Sannino tecnico del Varese (Foto Arcivio)

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88 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011

L’ultima giornata della regular season di Serie

bwin ha sancito (ma già dalla scorsa setti-

mana erano certe) le retrocessioni di Triestina,

Portogruaro e Frosinone in Lega Pro. Se per i

veneti si trattava del primo anno in cadetteria

dopo l’incredibile vittoria dello scorso anno, per

Triestina e Frosinone il baratro della Lega Pro si

riapre inesorabile dopo una lunga militanza nella

seconda serie nazionale. Gli alabardati torneran-

no a calcare i campi della vecchia Serie C dopo

addirittura undici anni (anche se c’è da dire che i

biancorossi erano retrocessi lo scorso anno, salvo

poi usufruire del ripescaggio. Ciambella di salva-

taggio che non potrà essere reiterata), mentre i

ciociari dopo cinque stagioni rivivranno il limbo

della Lega Pro. Tre squadre, tre protagonisti di-

versi in ruoli diversi per farci raccontare come

hanno vissuto questi mesi travagliati: Marco Cu-

nico, capitano del Portogruaro; Valter Alessandro

Salvioni, tecnico della Triestina; Armando Ortoli,

direttore sportivo del Frosinone. «Cosa sia man-

cato non lo so – commenta abbastanza abbattu-

to Cunico, bandiera del “Porto” – forse uno alla

fine raccoglie quello che semina. Probabilmente

se tutti avessimo messo qualcosa in più, ci sarem-

mo salvati. Esperienza, un pizzico di fortuna, è un

insieme di fattori che poi ti permette di mante-

nere questa categoria». Nonostante la stagione

difficile, Cunico è sempre stato quello che ha

ammainato la bandiera per ultimo, un vero ca-

pitano: «Faccio fatica a dare giudizi individuali,

sia quando si vince, sia quando si perde. Adeguo i

giudizi ai risultati della squadra, quindi per quan-

to riguarda il mio rendimento non posso ritener-

mi soddisfatto». L’arrivo di Agostinelli sembrava

poter dare la scossa giusta: «Ci ha compattati

a livello difensivo, e dopo le vittorie con Albino-

leffe, Piacenza e Siena sembrava che qualcosa

potesse girare a nostro favore, invece poi siamo

crollati». Sul futuro: «Aspettiamo che la società

si esponga, per capire i progetti, le ambizioni per

la prossima stagione». Salvioni è un passionale,

e al telefono la forza non gli manca, nonostante

la mancata salvezza: «Abbiamo incontrato tan-

ta sfortuna, soprattutto con Frosinone, Empoli

e Novara. Partite nelle quali abbiamo sprecato

occasioni importanti e buttato punti pesanti».

La situazione ambientale certo non ha giovato:

«No, perché c’era sempre molta tensione, la piaz-

za è esigente e pretende dei risultati all’altezza

del nome della squadra. Io avevo accettato con

molto entusiasmo la chiamata da parte del presi-

dente Fantinel». Per il futuro personale, Salvioni

non si sbilancia, anche se: «Io non ho mai fatto

contratti di due anni, perché può darsi che non

vada bene io alla società o viceversa. Con l’Anco-

na feci un accordo per sei partite e dopo la fine

del campionato rinnovammo per l’anno successi-

vo. Sarà così anche adesso. Io – conclude Salvio-

ni – se fossi la società, non mi riconfermerei mai,

perché non ho raggiunto l’obiettivo. Ma se mi do-

vessero chiedere di restare per tornare subito in B

probabilmente accetterei». Da Frosinone bocche

cucite, la botta della retrocessione si è fatta sen-

tire: «Ora è il tempo delle riflessioni – ammette

Armando Ortoli, il ds dei laziali – per capire quel-

lo che si dovrà fare il prossimo anno. Degli errori

sono stati commessi, è chiaro. Quando le cose

non vanno per il verso giusto, le responsabilità

sono di tutti, credo che questo sia lapalissiano.

Questa sarà la settimana per capire come ci do-

vremo muovere, anche per quanto

riguarda il mister».

Flavio Grisoli

Triestina, Portogruaro e Frosinone in Lega ProLa retrocessione delle tre società viste dai protagonisti

Cunico, capitano del Portogruaro

(Foto Archivio)

Salvioni, tecnico della Triestina (Foto Archivio)

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Page 10: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

Fabiola Rieti e Sara Sbaffi

La supercoppa di Lega Pro è la ciliegina

sulla torta di un anno spettacolare per

la Nocerina di Gaetano Auteri. Non sazi

della B conquistata con tre giornate d’an-

ticipo, i molossi hanno ottenuto la vittoria

nel doppio scontro con il Gubbio. L’andata

sul terreno del “Pietro Barbetti” era fini-

ta in parità (1-1), nel secondo atto al “San

Francesco” i rossoblu, sebbene rimasti in

dieci al diciottesimo minuto per l’espulsio-

ne di Gaetano Carrieri, non sono riusciti a

schiacciare i campani e ne ha così approfit-

tato Gigi Castaldo, segnando la rete decisi-

va a sei minuti dalla fine. Una stagione da

incorniciare per mister Auteri che riporta

Nocera tra i cadetti dopo trentatré anni di

assenza. Con la sua consueta schiettezza, il

tecnico rossonero commenta così l’incon-

tro di Supercoppa: «Abbiamo vinto meri-

tatamente su un Gubbio molto forte. La

prima partita è stata parecchio tirata e noi

abbiamo fatto decisamente meglio di loro,

il ritorno invece è stato più equilibrato».

Nella gara del San Francesco l’allenatore

avversario, Torrente, ha adoperato un mo-

dulo speculare a quello usato dal tecnico

siciliano: il 3-4-3 auteriano è caratterizzato

da ritmi alti, velocità, pressing e dal collet-

tivo più che dai grandi nomi. «Torrente si

è adattato al nostro modulo tattico e ha

fatto bene perché hanno giocato meglio

rispetto all’andata». Auteri ha cominciato

ad allenare dopo che un brutto infortunio

al ginocchio gli ha impedito di continua-

re la sua carriera da calciatore: «Avevo

trent’anni quando mi sono fatto male e

ho smesso di giocare. Tra i due ruoli (gio-

catore e allenatore) la differenza si sente.

L’allenatore vive meno bene rispetto al cal-

ciatore perché avverte di più le responsa-

bilità». Sul caso De Liguori il mister auspi-

ca una soluzione a breve: «È una cosa che

si risolverà, è un ragazzo che ha qualità e

valori umani fuori discussione. Bisogna an-

che tener presente che è nato e cresciuto

in un quartiere difficile (Ponticelli a Napo-

li). Però sul valore della persona non c’è

niente da dire». Sugli spalti i tifosi hanno

dedicato cori e striscioni al capitano pro-

tagonista della promozione, che ora è agli

arresti domiciliari con l’accusa di traffico

di droghe sintetiche. Il mister del Gubbio,

Vincenzo Torrente, condivide con noi le

sue impressioni all’indomani della finale

di Supercoppa Lega pro Prima Divisione:

«È stato un peccato, perché abbiamo fatto

un’ottima partita per circa un’ora. Abbia-

mo creato, ma non siamo riusciti a concre-

tizzare, ci è mancato solo il gol. Invece la

Nocerina è stata più cinica e ha mostra-

to di essere una squadra più esperta con

molti giocatori importanti. L’individualità

dei singoli ha prevalso, infatti è andata in

Supercoppa: La Nocerina si prende tutto

1010 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011

La festa dei tifosi molossi (Foto Pisani)

Page 11: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

gol con Castaldo». Alla vigilia della parti-

ta l’allenatore eugubino, in un’intervista

rilasciata per il nostro sito internet www.

professionecalcio.eu, aveva fatto un po’ di

pretattica annunciando di presentarsi con

il classico assetto di gioco che contraddi-

stingue la sua squadra. Invece in partita si

è presentato con un sistema di gioco spe-

culare alla squadra di Auteri che adotta il

3-4-3 e ha motivato in questo modo la sua

scelta: «È un modulo che mi piace come

alternativa al 4-3-3, poi mi mancavano

Sandreani (il capitano: la fascia è andata

al centrale difensivo Briganti, colpevole

in occasione del gol decisivo del bomber

di Giugliano) e Suciu, quindi ho scelto di

variare con un sistema di gioco che qual-

che volta ho utilizzato anche in campio-

nato. Sono molto soddisfatto di come ha

reso la squadra, perché abbiamo concesso

poco nonostante avessimo un assetto tat-

tico non abituale». Alla squadra umbra è

mancato solo il gol e chissà se in sede di

calciomercato si lavorerà per portare con

la casacca rossoblu un attaccante di peso,

ma il tecnico chiarisce: «Sono discorsi

prematuri, ma se resterò a Gubbio non

mi interessa un giocatore fisico, almeno

come prima scelta, preferisco un attaccan-

te che dà profondità di movimento e che

si smarca velocemente». Con il senno del

poi, forse Torrente si sarebbe comportato

diversamente e avrebbe modificato un po’

la squadra per arginare meglio la compagi-

ne di Auteri? «Tutto si è deciso all’andata

perché eravamo rimaneggiati e stavamo

senza tanti giocatori. La Nocerina, invece,

si è presentata al completo a Gubbio tro-

vando un pareggio che ha meritato. Il ri-

sultato nel ritorno invece è stato bugiardo,

perché per come siamo stati in campo me-

ritavamo di più. Visto le assenze, tornando

indietro, forse nell’andata avrei cambiato

qualcosina, però è anche vero che veni-

vamo da una settimana di festeggiamenti

per la vittoria del campionato e l’approccio

in campo non è stato lo stesso che abbia-

mo avuto nel ritorno». Per quanto riguar-

da i valzer di panchine tipici di fine stagio-

ne si parla molto di Vincenzo Torrente al

Palermo, ma lui frena: «La Serie A è il so-

gno di tutti gli allenatori giovani come me.

Sento tutti questi discorsi, anzi li leggo, e

mi fa piacere essere accostato a panchine

importanti, ma non c’è nulla di concreto.

L’unica cosa vera è che incontrerò la pros-

sima settimana i vertici del Gubbio ed io

amo parlare delle cose con-

crete».

1111w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011

Auteri alza al cielo la Supercoppa

(Foto Sito Ufficiale)

Page 12: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

Fabiola Rieti e Sara Sbaffi

Il Tritium prosegue la sua corsa e la fa-

vola è ormai diventata una realtà con

cui le avversarie si devono scontrare. La

squadra di Trezzo sull’Adda vince anche la

Supercoppa di Seconda Divisione archi-

viando prima la pratica Latina e poi neu-

tralizzando il temutissimo Carpi. Ai bian-

cazzurri è stato sufficiente un incontro

a reti inviolate per far propria la coppa,

grazie alla decisiva vittoria sul campo del

“Domenico Francioni” di Latina. Il tecni-

co degli abduani Stefano Vecchi non si è

voluto accontentare e raccoglie un altro

successo in questa stagione, conferman-

dosi un allenatore di livello: «Abbiamo

giocato a viso aperto, visto che si cercava

di vincere senza assilli. Ci sono state occa-

sioni da una parte e dall’altra. Il Carpi ha

dimostrato di essere pericoloso, ma siamo

stati bravi a concedere poco». Il Tritium

ha dato prova della sua forza, giocando

in 10 contro 11 ma tenendo bene il cam-

po. Nonostante l’ingresso per il Carpi di

un altro attaccante (Antonio Di Gaudio),

l’occasione più ghiotta arriva proprio per

la compagine lombarda che dal dischet-

to con Alessio Dionisi fallisce la possibi-

lità di passare in vantaggio. Mister Sotti-

li ha speso parole di elogio per il lavoro

del collega trezzese, che ha a sua volta

ricambiato: «Lo ringrazio per l’attestato

di stima e credo che anche lui abbia fatto

un gran lavoro a Carpi. Pure loro erano

neopromossi, hanno vinto il campionato

e sono arrivati in finale di Coppa Italia.

Non è facile combattere su più fronti e

mantenere la calma». Adesso la stagione

è finita davvero e per il Tritium è tempo di

vacanza, ma prima c’è bisogno di stilare

il progetto per il prossimo anno. Il tecni-

co abduano ci offre qualche anticipazio-

ne: «Per i giovani ci appoggeremo all’A-

talanta, vedremo come si strutturerà la

società per poi decidere se inserire qual-

che giocatore di categoria». L’accoppiata

Vecchi e la Tritium si prendono la Seconda Divisione

1212 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011

Supercoppa

Page 13: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

Campionato e Supercoppa non è riuscita

al Carpi, ma Stefano Sottili è ugualmen-

te orgoglioso della sua squadra: «È sta-

ta una bella partita, sia agonisticamente

che tecnicamente. Ho visto due squadre

che hanno provato a superarsi pur trat-

tandosi di una partita di finale di stagio-

ne. Sembrava più una finale play-off per

la voglia e la determinazione messa in

campo dalle due squadre. Nonostante le

numerose assenze da entrambe le parti

e due gol annullati nessuna delle due ha

prevalso sull’altra – prosegue nell’analisi

della gara di domenica il tecnico del Carpi

Stefano Sottili – e da parte mia comun-

que sono estremamente soddisfatto dai

miei ragazzi. L’unico rammarico è per le

occasioni da gol non concretizzate. Non

abbiamo sfruttato la superiorità numeri-

ca. Siamo stati penalizzati per il fatto di

aver giocato l’ultima gara due giorni pri-

ma, mentre il Tritium quindici giorni fa».

Venerdì scorso, prima della finale di su-

percoppa, l’allenatore di Figline Valdarno

aveva confessato ai nostri taccuini (l’in-

tervista è stata pubblicata sul nostro sito

www.professionecalcio.eu) che avrebbe

volentieri tolto Roberto Floriano ai suoi

avversari, mentre Vecchi avrebbe fatto

a meno del bomber Alessandro Cesca:

«Entrambi ci abbiamo visto giusto, per-

ché Cesca ha giocato al di sotto del suo

potenziale e Floriano è stato espulso per

doppia ammonizione, ma ha disputato

lo stesso un’ottima gara con le sue fiam-

mate e le sue. In campo si sono viste due

squadre che hanno meritato di vincere il

campionato con qualità fisica e brillan-

tezza, sembrava già una partita di Prima

Divisione». C’è ancora incertezza sul suo

futuro e sulla questione stadio: «Non lo

so se rimarrò su questa panchina – am-

mette il tecnico dei modenesi – per il mo-

mento sto aspettando che in settimana il

Carpi mi faccia sapere qualcosa, non c’è

ancora niente di ufficiale». E sempre in

questa settimana si attende un incontro

tra la Giunta comunale e la società sui

lavori dello stadio “Sandro Cabassi” per

capire se il sogno della Prima Divisione

potrà diventare realtà. La squadra più

delusa da questa Supercoppa è il Latina

(ha perso entrambi

gli scontri per 1-0),

ma mister Stefano

Sanderra non ha

nessun rammarico:

«Ce la siamo gio-

cata fino alla fine,

ma abbiamo tro-

vato squadre più

forti di noi». Riper-

correndo le partite

del torneo, i nero-

blu non sono stati

molto fortunati:

«Abbiamo dato

tutto quello che

potevamo dare.

In un triangolare

però è difficile ri-

salire se perdi la

prima partita. Nel

primo match ab-

biamo subito il gol nei primi dieci minuti e

nel secondo abbiamo fallito un rigore che

ci avrebbe regalato un pareggio. Comun-

que quando giochi con le prime dei gironi

ci può stare». Dopo aver ufficializzato il

rinnovo del contratto di un anno, il tecni-

co laziale è ormai lanciato verso l’avven-

tura nella categoria superiore e ha le idee

chiare sul lavoro mentale che chiederà ai

suoi giocatori: «Mi adatterò alla società

che ha l’obiettivo della salvezza e l’impie-

go dei giovani. L’ex C/1 è un campionato

diverso, duro e sarà molto difficile, per-

ché dovremmo adeguarci

come mentalità».

1313w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011

A sinistra mister Vecchi esulta, qui sopra i festeggiamenti del Tritium

(Foto Sito Monzani-Tinelli))

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1515w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011

Sara Sbaffi

Una Feralpisalò al suo secondo anno di play-

off ma che stavolta parte favorito, in virtù

del secondo posto in classifica e una Pro Patria

eroica che agguanta la finale degli spareggi pro-

mozione nonostante tutte le difficoltà societa-

rie: sono queste le due compagini che si gioche-

ranno il passaggio in Prima Divisione nell’andata

del 5 giugno e nel ritorno del 12. Claudio Rastel-

li, il tecnico della Feralpisalò, sicuro della buona

prestazione dei suoi nell’incontro di semifinale

con il Renate commenta così la gara: «È stata

intensa, abbiamo giocato bene soprattutto nel

primo tempo, poi, complice anche il caldo, nella

seconda parte abbiamo abbassato un po’ il rit-

mo e il Renate ha fatto qualcosa in più». Ora l’at-

tenzione è rivolta tutta a domenica, allo stadio

“Lino Turina”, perché arriva la Pro Patria: «Sono i

più forti del girone, sarà una partita difficile, cer-

cheremo di metterli in difficoltà anche se hanno

veramente pochi punti deboli, sono completi in

tutti i reparti, sono una squadra da categoria

superiore». Il tecnico azzurroverde può ritenersi

fortunato visto che l’uomo migliore dei tigrotti,

Mario Pacilli, salterà la finale per l’espulsione

contro la Pro Vercelli: «Effettivamente Pacilli

era quello che temevamo maggiormente». Se

l’allenatore continuerà a sedersi sulla panchina

dei leoni del lago si saprà soltanto dopo la finale:

«Non abbiamo ancora parlato del futuro con la

società, siamo troppo concentrati su queste ulti-

me due gare, a stagione conclusa penseremo al

prossimo anno». Dal canto suo Raffaele Novelli

è consapevole che l’impresa che sta conducen-

do ha dello straordinario e neanche l’arbitraggio

della semifinale può fermarla: «Ci sono svariate

situazioni poco chiare e molti dubbi sulle am-

monizioni. Soprattutto il doppio giallo a Mario

Pacilli (il primo per un fallo e il secondo per rea-

zione verbale) non c’era, abbiamo ricevuto falli

peggiori di quello commesso dal nostro attac-

cante. Questo arbitro ci ha un po’ danneggiato

ma una parte di colpa è anche la nostra, siamo

caduti in trappola, dovevamo rimanere più fred-

di e allontanarci dalla situazione. Dispiace sia

andata così però la qualificazione è meritatissi-

ma, abbiamo condotto un campionato sempre

in testa. Se non fosse stato per quei sette punti

di penalizzazione adesso eravamo già in Prima

Divisione». Adesso bisogna ritrovare la concen-

trazione per la finale, l’allenatore dei tigrotti ha

solo parole di stima per i suoi avversari: «È una

squadra costruita per vincere, è partita bene poi

ha avuto un periodo di rallentamento, ha cerca-

to di arrivare nelle prime posizioni e ha battuto il

Renate che era una buon gruppo. La Feralpisalò

ha un alta intensità di gioco, sono esperti, hanno

una buona difesa e un ottimo attaccante come

Andrea Bracaletti. Ma tutto il collettivo è buo-

no ed equilibrato». È alquanto strano centrare

una qualificazione con una squadra che ha alte

possibilità di non esistere più il prossimo anno:

«Pensiamo alla partita e all’aspetto tecnico per

ricevere almeno una gratificazione sportiva vi-

sto che economica non c’è. Continuiamo a gio-

care bene per far gioire i nostri tifosi che ci stan-

no aiutando. Bisogna tenere lontani gli aspetti

societari, ci siamo costruiti questi

risultati nonostante le situazioni

esterne».

Play-off 2 ̂Divisione A: Chi è pronto a spiccare il volo?

Pro Patria-Feralpisalò un solo posto per la storiaLe immagini dell’incontro tra Pro Patria e

Feralpisalò (Foto Pro Patria Club)

Page 16: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.21

Fabiola Rieti

Tra delusi e vincenti arrivano i primi ver-

detti sulle retrocessioni: Sanremese salva,

Sacilese retrocessa in serie D. Nel play-out che

si è giocato domenica 29 maggio tutto è sem-

brato girare a favore dei liguri, che sono andati

a conquistare in trasferta un 1 a 1 fondamen-

tale. Mister Giancarlo Calabria della Sanrem-

ese non era in panchina a causa della squali-

fica, ma ha sofferto e gioito con i suoi come

se stesse in campo: «È stato un pareggio dal

sapore di vittoria di un campionato. Sono sod-

disfatto perché non era un risultato così scon-

tato, visto che il affrontavamo in casa loro e il

supporto del pubblico era forte». La squadra bi-

ancoazzurra ha mantenuto i nervi saldi, come

commenta l’allenatore: «Ad inizio del secondo

tempo la Sacilese si è innervosita, non riusciva

ad arrivare in porta e noi in contropiede tene-

vamo bene il campo. Con il calo fisico i gioca-

tori avversari hanno cominciato a risentirne

anche mentalmente e questa situazione ci ha

avvantaggiati». Infatti la squadra di Sacile ha

contato tre espulsi: Gritti e Kabine in campo

e l’allenatore Andretta per proteste. Questo

stillicidio di rossi troverà spiegazione poi nelle

dichiarazioni del tecnico dei friulani. Sul suo

futuro, per ora, il tecnico matuziano prefer-

isce non parlare: «Non so ancora, per ora mi

godo questo risultato fantastico, sono arrivato

in un momento difficile ed è stato bello riuscire

insieme al mio staff a centrare il mantenimen-

to di categoria. Il resto si vedrà in settimana

quando incontrerò la società». L’angolo dei

delusi è occupato da mister Stefano Andretta

della Sacilese che non accetta di buon grado il

verdetto del campo, che li condanna alla ret-

rocessione in serie D: «Abbiamo subìto episodi

particolari che hanno condizionato la partita,

come l’interpretazione di certi falli e un calcio

di rigore assurdo, dato ad un giocatore che è

caduto da solo in area, quando l’arbitro era a

30 metri di distanza». Secondo l’allenatore bi-

ancorosso, l’arbitro e i suoi collaboratori hanno

sulla coscienza questa sconfitta dei liventini:

«La gestione della partita da parte della terna

non è stata equa e ci ha penalizzato quando la

partita si stava incanalando a nostro favore.

Nel migliore momento ci è crollato il mondo

addosso, ma il calcio è anche questo». La rab-

bia del tecnico è condivisa da tutta la squadra

che anche in campo avevano manifestato il

proprio dissenso: «Ci tenevamo a mantenere

la categoria, anche perché alcuni dei giocatori

in campo avevano conquistato la Seconda Divi-

sione nel 2008/2009 e sentivano molto la par-

tita. A fine match i ragazzi erano delusi, ho visto

anche delle lacrime. Certo, l’obbligo di vincere e

la pressione del campo non ci ha aiutati, ma

rimane il fatto che la partita sia stata poco chi-

ara e questo ha lasciato oltre che il rammarico

anche il dubbio». I progetti per il prossimo

anno ancora non sono maturati, brucia troppo

la sconfitta, ma Andretta spiega: «Non sono io

a dover decidere se seguire la squadra in se-

rie D. È la società che valuterà il mio operato e

verificherà se ci sono stati errori». Però la Sac-

ilese potrebbe essere ripescata, vista la situazi-

one deficitaria di molte squadre di Lega Pro in

vista delle iscrizioni al prossimo campionato.

E come diceva una signora con l’ombrello e la

borsa: con un po’ di zucchero la

pillola va giù.

La Sacilese retrocede in D e punta al ripescaggio

1616 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 aprile 2011

Play-out 2^ Divisione A: Sanremese in fiore

Immagini del match che ha visto il pareggio tra

le due formazioni (Foto Riviera24.it)

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Sara Sbaffi

Sarà tutta all’insegna della Toscana la sfida fina-

le dei play-off del Girone B della Seconda Divi-

sione. In campo scenderanno Carrarese e Prato,

vincenti nelle semifinali contro L’Aquila e San Ma-

rino. È il Prato la vera sorpresa di questi spareggi

dopo una folle gara con L’Aquila che i tifosi e mi-

ster Bellini non dimenticheranno tanto facilmen-

te: «Onestamente in vent’anni che faccio questo

lavoro non ho mai visto una cosa del genere –

ammette il tecnico dei pratesi. Fino all’espulsione

è stata una gara bloccata e il pareggio ci stava. Poi

ci sono stati i due rossi in contemporanea e da lì è

successo di tutto. Al novantunesimo eravamo in

vantaggio e sembrava fatta, al novantatreesimo

L’Aquila pareggia e smorza le nostre speranze. Ma

si sa che nel calcio non c’è niente di scontato ed è

arrivata la seconda rete. È stata una partita soffer-

ta e proprio per questo è ancora più bello averla

vinta». I biancoazzurri sono riusciti a riacciuffare

con tanta grinta una finale che sembrava ormai

sfuggita: «Questo è il tema dominante dell’ultima

parte della nostra stagione. Nelle cinque partite

finali abbiamo totalizzato quindici punti, vincendo

cinque incontri di seguito. Anche i play-off sono

stati soffertissimi ma tutti i risultati sono meritati,

abbiamo affrontato la conclusione del campiona-

to con l’obbligo di vincere. Grande merito l’hanno i

ragazzi, che non hanno mai mollato». La Carrare-

se è uno scoglio difficile, ma con i lanieri non si può

mai dire l’ultima parola, come dimostrano i recen-

ti risultati: «Se guardiamo l’andamento della sta-

gione, loro sono favoriti. Ma gli spareggi promo-

zione sono gare a sé stanti, comunque abbiamo

grande rispetto degli avversari». Il tecnico tosca-

no analizza il prossimo incontro: «Loro sono una

squadra costruita per vincere, completa in ogni

reparto, non hanno punti deboli e hanno grandi

individualità come Pisani, Giovinco, Corrent che

stanno facendo molto bene, sono giocatori di ca-

tegoria superiore. Non sarà una partita semplice

per nessuno, anche per loro le semifinali non sono

state facili, quindi non si può mai dire cosa succe-

derà, in partite del genere può succedere di tut-

to». E la semifinale con L’Aquila ne è una prova. Da

parte sua Francesco Monaco è preoccupato per

l’affollamento nell’infermeria azzurra; nella semi-

finale contro il San Marino è stato costretto a ri-

voluzionare la difesa vista l’indisponibilità di Diego

Vannucci, Emanuele Orlandi e Sacha Cori e la gara

è stata tesissima, per alcuni minuti la sua squa-

dra era virtualmente eliminata (in dieci uomini e

sotto di due gol) poi è arrivata la rete della quali-

ficazione con Matteo Merini: «È stata dura. Il San

Marino ci ha messo in difficoltà. Hanno pesato le

assenze importanti, però per quello che abbiamo

fatto quest’anno e per gli ultimi venti minuti della

gara di ieri è giusto che siamo passati noi». Ora

il tecnico brindisino sente la tensione della finale

e la responsabilità di confermare la buona anna-

ta: «Sarà una partita tosta anche questa. Il Prato

è una compagine in salute, soprattutto sul finire

del campionato ha dimostrato il suo valore. Noi

però abbiamo fatto una cavalcata eccezionale e

siamo consapevoli della nostra forza. Spero di re-

cuperare qualche giocatore infortunato». Intanto

a seguire con ansia le sorti della Carrarese c’era in

tribuna il portiere della Juventus Gianluigi Buffon,

sponsor e tra poco anche socio uffi-

ciale degli azzurrogialli.

Play-off 2^ Divisione B: Una questione Toscana1818 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 aprile 2011

Prato e Carrarese si giocano un posto in ParadisoLe immagini del match di campionato tra Prato

e Carrarese (Foto Sito Carpi)

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1919w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 21 - 02 giugno 2011

Fabiola Rieti

Trapani e Avellino sono le candidate al pas-

saggio di categoria per il girone C e dopo

180 minuti pirotecnici, rispettivamente con

Neapolis e Milazzo, si sfideranno il 5 e il 12 giu-

gno nella finale per gli spareggi promozione di

Seconda Divisione. Roberto Boscaglia, mister

della squadra siciliana, approda meritatamente

al turno successivo, dopo aver ben guidato la

squadra verso le parti alte della classifica: «Sono

molto soddisfatto dall’andamento della squadra

in questi play-off, abbiamo costruito tanto e con-

cesso molto poco. Il risultato poteva essere an-

che più largo, ma va bene così». Se per i granata

il passaggio era quasi scontato, i campani sono

i veri outsider di questo raggruppamento, ma il

tecnico trapanese non sembra meravigliato: «La

forza dell’Avellino è nota sia per il suo organico

sia per le sue individualità, poi nell’ultimo perio-

do si sono anche ritrovati come squadra e que-

sto ha giocato a loro favore. Noi sapevamo che

era una mina vagante, adesso questo abbina-

mento si ripete e ci affronteremo nuovamente,

sperando in un esito migliore». Il mister si rife-

risce alla stagione scorsa, quando si scontraro-

no nella semifinale play-off in serie D e vinse la

squadra campana, salvo poi essere entrambe

ripescate per il salto di categoria. «Stiamo pre-

parando bene questa partita – ha proseguito

Boscaglia - noi abbiamo il vantaggio della posi-

zione in classifica, ma a questo punto abbiamo

il 50% di possibilità di passare entrambi». Come

proverà a rendere vani gli attacchi dell’Avellino?

«È una squadra che difetti non ne ha, perché

se è in giornata lascia poco al caso. L’obiettivo

sarà quello di attaccarli in velocità, dove forse

sono un po’ più deboli, e puntare a neutralizza-

re le loro molte individualità. Certo, dobbiamo

stare attenti a non aprirci troppo al loro gioco

altrimenti sarebbe davvero un suicidio per noi».

Per Salvatore Vullo, allenatore dell’Avellino, non

è una sorpresa aver raggiunto la finale: «Io non

mi sento un outsider, perché l’Avellino, con il bla-

sone e il passato che ha, ha conquistato questo

traguardo sul campo e si trova nel posto giusto».

I granata sono un osso duro da sfidare, perché

è una squadra che ha tentato la corsa alla vetta

della classifica, non riuscendo nell’aggancio al

Latina, ma da molti è stata considerata la rive-

lazione del campionato. Il mister campano però

chiede massima concentrazione al suo gruppo:

«Con il Trapani mi aspetto una risposta forte

dalla squadra, li abbiamo battuti in campionato

con un largo 4 a 0, ma ogni partita è una storia a

parte e questi play-off sono come un mini torneo

a sé stante. Credo che troveremo un Trapani to-

nico, forte, impegnato e ben preparato a livello

psicofisico». Se qualche mese fa gli irpini sono

riusciti ad annullare la compagine di Boscaglia,

potrebbero farlo anche in occasione della finale:

«Difficile individuare i loro punti deboli. L’ultima

volta siamo riusciti a colpirli nello spazio che ci

concedevano in difesa. Comunque sono situa-

zioni che si potranno vedere solo sul rettangolo

di gioco, perché in occasione degli spareggi non

è detto che si presentino con lo stesso assetto

utilizzato in campionato». C’è un giocatore che

teme di più tra i granata? «Un giocatore da solo

non vince mai», ha concluso erme-

ticamente il tecnico biancoverde.

Lupi contro Cavallucci: è sfida apertaIl match di ritorno in campionato tra Avellino

e Trapani (Foto Alfredo Spagnulo)

Play-off 2^ Divisione C: Avellino vs Trapani

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21NUMERO 21 - 02 giugno 2011

Per l’Albese del presidente Franco Rava, quello contro il Rivoli era

un play-out che li vedeva partire sfavoriti. Sia per motivi di clas-

sifica (38 per i cuneesi, 44 per i torinesi), che per i risultati nella stag-

ione regolare. «Anche se – ci tiene a precisare il numero uno dei bian-

cazzurri – sia all’andata che al ritorno, anche a detta loro, avremmo

meritato di vincere». Invece all’andata si impose il Rivoli per 2-1 men-

tre al ritorno, un mese fa circa, terminò 1-1 con il pareggio del Rivoli

ben oltre il recupero. «Ma nei play-out la musica è diversa, le qualità

tecniche si azzerano, contano gli attributi. E noi abbiamo costruito la

salvezza con la prima gara in casa – terminata 3-0 per l’Albese di mis-

ter Rosso – conducendo “la” partita. E il punteggio – prosegue Rava

– sarebbe potuto essere più largo. Al ritorno ci hanno messo in seria

difficoltà perché sono una buona squadra, ma siamo rimasti calmi e

compatti e abbiamo portato a casa la salvezza». La gara di ritorno

a Rivoli è terminata 2-2 dopo che i padroni di casa erano avanti di

due gol all’intervallo. Per il futuro cosa ci si deve aspettare ad Alba?

«Sono 8 anni che sono qui –

confessa Rava – e se non trovo

qualcuno disposto a darmi

una mano, lascio. Io sono una

persona seria, e non intendo

cominciare una stagione se

non ho certezza di finirla ono-

rando tutti gli impegni. Qual-

che spiraglio

c’è, vedremo».

Il Belluno conquista la perma-

nenza in serie D e spedisce

all’inferno dell’Eccellenza l’Opi-

tergina. Mister Roberto Raschi

ha ripercorso il match di ieri con

la stessa veemenza ed emozione

con cui ha condotto i suoi ragaz-

zi ad un pareggio (2-2, dopo lo

0-0 dell’andata) che è valso una

vittoria: «Ieri la partita è stata la

classica da dentro o fuori, dove

può succedere di tutto. Noi ab-

biamo avuto un percorso lungo

e travagliato durante l’anno. Ci

siamo trovati di fronte una squa-

dra antitetica alla nostra, molto

forte in attacco con grandi nomi.

Mentre noi siamo un po’ sterili,

ma in questo match dopo il loro

gol fortunoso, abbiamo reagito

conquistando un rigore netto.

Su punizione sono andati nuova-

mente in vantaggio i nostri av-

versari e nell’intervallo ci siamo

guardati in faccia e ho chiesto di

mettercela tutta. Siamo torna-

ti in campo e abbiamo trovato

il pareggio su rigore e con tre o

quattro contropiedi importanti ci

siamo resi pericolosi. Poi la pau-

ra e la tensione hanno annien-

tato i nostri avversari». Per la

prossima stagione il tecnico gial-

loblu pensa di poter proseguire

la sua avventura a Belluno: «Ho

preso la squadra che aveva solo

9 punti. Poi ne abbiamo fatti 39.

Non faccio il finto tonto, è inutile

dire che mi aspetto

la conferma».

Il Mobilieri Ponsacco Calcio, do-

menica 29 maggio scorso, ha

battuto 2-1 il Carpenedolo aggiu-

dicandosi la tanto sospirata salvez-

za nei play-out del girone D della

Serie D, dopo che la gara d’andata

era terminata 2-0 sempre a favore

dei pisani. I marcatori della parti-

ta sono stati Scalzo e il capitano

Menicucci su rigore, mentre per

la squadra bresciana il gol della

bandiera è stato segnato da Bian-

cospino. E dire che nelle gare di

campionato (fra l’altro l’ultima

giocata alla terzultima) il Carpene-

dolo aveva fatto soffrire parecchio

i toscani, imponendogli un pareg-

gio e una sconfitta. A fare la diffe-

renza, secondo il mister dei ros-

soblu Riccardo Marmugi, è stato

l’aspetto mentale: «Siamo riusciti

a mantenere la categoria grazie

ad una preparazione di 15 giorni

dal punto di vista nervoso. I ragaz-

zi sono stati bravi a mantenere la

calma e a centrare così l’obiettivo

prefissato». L’allenatore toscano,

raccolto questo successo, spe-

ra nel prosieguo dell’avventura:

«Avrei piacere di portare avanti il

lavoro che abbiamo condotto fino

ad oggi io e il mio staff, perché cre-

do ci siano elementi buoni su cui

poter lavorare. Però purtroppo ci

sono situazioni societarie che van-

no sistemate. In questo senso ci

deve essere l’interesse delle istitu-

zioni a curare la società e il sindaco

su tutti deve muover-

si in tal senso».

Belluno, Raschi: “Ora la riconferma” Marmugi: “Ponsacco avanti insieme”Fabiola Rieti Fabiola Rieti

Albese, Rava: “Futuro da decidere” Flavio Grisoli

w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Rava (Foto Archivio)

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NUMERO 21 - 02 giugno 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u 23

«Una salvezza sudata», così esordisce Luciano Silvestrini all’indomani

della sconfitta contro il Sanluri per 1-0 che però, in virtù dell’identico ri-

sultato (a parti invertite) dell’andata in Sardegna, ha permesso ai genzane-

si di rimanere in Serie D visto il miglior piazzamento in classifica. «Certo,

negli ultimi minuti abbiamo tremato parecchio – dice ridendo Silvestrini,

forse anche per scaricare ancora la tensione accumulata nella partita di

domenica scorsa – perché da una sconfitta indolore, si poteva tramutare

in qualcosa di molto peggio. E perdere in maniera decisiva contro una

squadra che avevamo battuto nei tre precedenti quest’anno sarebbe stato

davvero una beffa atroce e impossibile da digerire». Effettivamente, nei

tre incontri prima di quello di domenica fra Sanluri e Cynthia la formazione

laziale aveva sempre vinto senza subire reti (1-0 e 2-0 in campionato e 1-0,

nell’andata play-out), quindi le parole del dirigente sono più che giustifi-

cate. Quanto merito c’è di mister Sibilia in questa salvezza? «Il mister ha

grandi meriti, ma credo sia più giusto suddividerli fra tutti quanti. Sibilia

ha avuto la grande qualità di costruire un gruppo forte, granitico, e negli

ultimi due mesi abbiamo avuto un ruolino di marcia spettacolare, per-

dendo solo con l’Aprilia». Cosa ci si può

attendere dal Cynthia per la prossima

stagione? «I programmi sono ancora

in alto mare – conclude Silvestrini – un

po’ per scaramanzia, un po’ perché tut-

to l’assetto dirigenziale e tecnico è da

riconfermare. Una volta definito ques-

to, si comincerà a lavorare

per la prossima Serie D».

Il Cynthia e una salvezza sudata Flavio Grisoli

(Foto Archivio)

Mister Silvano Fiorucci è il

mago dei play-out: infatti

per il secondo anno consecutivo è

stato chiamato a sostituire un colle-

ga sulla panchina dell’Orvietana ad

un mese dalla fine del campionato.

Senza tentennamenti il tecnico di Cit-

tà di Castello ha condotto la squadra

alla salvezza, vincendo 3 a 0 contro il

Montevarchi nello spareggio: «È sta-

ta una partita bellissima, la squadra

ha espresso un buon gioco e ho visto

anche bei movimenti». Se tre indizi

fanno una prova, i due anni fotocopia

per la compagine di Orvieto induco-

no a pensare che qualcosa in società

non funzioni: «Io sono arrivato solo

nell’ultimo mese, ho giocato quat-

tro partite e non ho idea di cosa non

abbia funzionato durante l’anno. Nel

periodo che ho allenato, la squadra

ha risposto bene e ha avuto un buon

rendimento». Per il prossimo anno

l’allenatore preferisce non fare pro-

grammi: «Non lo so, anche lo scor-

so anno arrivai l’ultimo mese. Vinsi

i play-out e poi con la società non ci

siamo trovati. Io credo che prima si

debba ricostruire la società e poi se ne

riparlerà. Io non ho la fretta di un ven-

tenne di tornare subito

in panchina».

La Battipagliese festeggia la

salvezza nel girone H della

Serie D. Il tecnico Roberto Chian-

cone commenta così le gare dei

play-out: «Contro il Pisticci ab-

biamo meritato più noi che loro,

siamo stati svantaggiati da un

rigore non dato e un gol valido

annullato. Il pareggio è stato

giusto, abbiamo giocato a calcio

soprattutto gli ultimi quindici mi-

nuti quando loro hanno trovato

la rete che ha riaperto i giochi

(ritrovando il pari con il rigore

trasformato da Tranfa)». Il mister

bianconero è arrivato a Battipa-

glia a metà stagione, prendendo

il posto di Santosuosso, ed è ri-

uscito a risollevare le sorti della

squadra: «Da quando ci sono io

abbiamo fatto venticinque punti,

una media alta rispetto alle al-

tre compagini. Se il campionato

fosse cominciato quando sono

sopraggiunto io, nel girone di

ritorno, non avremmo giocato

neanche i play-out». Sul futuro

suo e della squadra i dubbi sono

parecchi: «Non so niente, so solo

che ora festeggiamo e rompiamo

le righe, poi nei prossimi giorni

capiremo se si farà una socie-

tà più ampia. Soprattutto se si

realizzerà un progetto serio e

importante che dia continuità

al lavoro fatto fino adesso. Se

smantelleranno la squadra vuol

dire che non vogliono fare bene,

non si possono cambiare ogni

anno venti ragazzi, in tal caso

tutto il lavoro svolto

andrebbe perso».

Orvietana salva grazie al mago Fiorucci Battipagliese: Salvezza e incertezzaFabiola Rieti Sara Sbaffi

(Foto Archivio)

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2424 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 21 - 02 giugno 2011

Il Noto conquista una sofferta salvezza nel gi-

rone I della Serie D dopo una stagione gravata

da una forte penalizzazione. Ben cinque sono i

punti in meno nella classifica dei granata che,

con quei punti, si sarebbero salvati matema-

ticamente senza passare dalle forche caudine

degli spareggi. Invece sulla strada dei ragazzi

guidati in panchina da mister Angelo Galfano

(subentrato a Giancarlo Betta a marzo a seguito

della sconfitta patita a Marsala per 1-0. Insieme

al tecnico, fu allontanato anche il direttore spor-

tivo Cesare Sorbo) si è frapposta la Rossanese,

compagine che proveniva dall’Eccellenza e che

necessitava di almeno una vittoria per sperare

nella salvezza (visto che, ricordiamo, a parità

di gol realizzati si salva la squadra meglio piaz-

zata in classifica). Il pareggio ottenuto in terra

calabrese aveva aumentato notevolmente le

speranze dei siciliani. Speranze che poi si sono

concretizzate domenica: ancora uno 0-0 e Noto

che può tirare un sospiro di sollievo. Di poche

parole il tecnico degli aretusei, Angelo Galfano:

«Sapevamo che sarebbe stato difficile, nono-

stante la classifica dicesse che avevamo 12 pun-

ti di vantaggio su di loro, senza la penalizzazio-

ne chiaramente. Abbiamo vinto sotto l’aspetto

mentale, più che sullo quello tecnico. Le squa-

dre alla fine si sono equivalse, perché la paura

di subìre un gol ha fatto la differenza». A livello

psicologico, la penalizzazione di cinque punti

quanto ha influito? «Parecchio, perché sarem-

mo stati salvi da un pezzo». Ora, con la salvezza

in tasca, si può cominciare a programmare la

prossima stagione. Mister Angelo Galfano ha

già avuto modo di parlarne con la società? «Sì,

ora ci dobbiamo sedere tutti insieme per capire

quali sono i programmi e le ambizioni della so-

cietà. Devo verificare se collimano con le mie».

In quale caso collimerebbero? «Se si decidesse

di costruire una squadra adatta per

vincereGalfano, trainer del Noto (Foto Archivio)

Il Noto spedisce la Rossanese in Eccellenza Flavio Grisoli

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Comitato regionale Emilia-Romagna

Flavio Grisoli

Maurizio Minetti: “Avremmo bisogno di un altro girone di Eccellenza. Il nuovo Dipartimento Interregionale?

Mambelli e Cosentino credo abbiano interessi e velleità che non ha Piras”

Emilia-Romagna, terra di monti e di mare. La-

boriosa ed ospitale da sempre, ha in Maurizio

Minetti il presidente del suo Comitato regionale

della LND dal 2001. Insieme a lui, come ormai i

nostri lettori avranno imparato nel corso di que-

ste settimane, nel solco delle interviste effettuate

ai suoi colleghi presidenti, cerchiamo di capire lo

stato dell’arte all’interno del suo Comitato. «Sicu-

ramente, rispetto ad un anno fa – quando Minetti

fu intervistato dal nostro settimanale l’ultima vol-

ta – la situazione è cambiata in meglio per quanto

riguarda le omologazioni dei nostri campi. Posso

dire con grande soddisfazione che sono tutti a re-

gistro, sono stati controllati tutti. Sul nostro sito

internet c’è l’elenco aggiornato dei campi – poco

più di mille – e dal primo luglio ricominceremo,

anche alla luce del nuovo regolamento». Che cosa

prevede questo nuovo regolamento? «Fonda-

mentalmente, zone di campo per destinazione più

ampie, e tempi per le omologazioni diversi». Sulla

proposta avanzata dai suoi colleghi (restringere i

campi laddove si trovi l’impossibilità di allargare il

campo per destinazione), Minetti è d’accordo in

linea di principio, ma scettico quanto alla sua ef-

fettiva realizzabilità: «La discussione è interessante

e da sviluppare, però sarà molto difficile da chiu-

dere con un risultato positivo. Ci sono nel nostro

Paese situazioni complicate, con campi che sono

già al limite in quanto a dimensioni, soprattutto al

Sud». Come abbiamo notato in più di un’occasione

parlando con i numero uno regionali, le Ammini-

strazioni locali stentano a mantenere il ritmo delle

omologazioni e della corretta manutenzione dei

campi: «Posso dire con soddisfazione che la no-

stra è una bella situazione – commenta Minetti –

perché le cifre per l’omologazione, 120 Euro ogni

quattro anni, non ci porta nessun problema con gli

Enti locali. Anche perché, con un costo del genere,

se non interviene il Comune, interviene la società».

Ma avremo un giorno, un mondo senza deroghe?

MInetti, ridendo, risponde: «Per avere un’Italia

omologata tutta alla stessa maniera – un’omolo-

gazione “omologata” potremmo dire – ci vorrà del

tempo. Nonostante la nostra situazione sia miglio-

re che da altre parti, anche noi rilasceremo delle

deroghe. Faccio un esempio: a Bologna ci sono di-

versi campi, meno di una decina comunque, dove

è molto complicato intervenire perché sono all’in-

terno della città. Lì, in quei casi, lo strumento della

deroga è inevitabile». Erba sintetica: Minetti vive

la realtà del calcio emiliano-romagnolo da 10 anni

come presidente, ma vive il calcio da 40 (come lui

stesso ammette). È indubbio affermare che pro-

prio in questo ultimo decennio la superficie alter-

nativa all’erba naturale ha preso piede anche in

categorie importanti, raccogliendo alterni e discor-

danti giudizi. Come si colloca in questo contesto il

Comitato regionale Emilia-Romagna? «Abbiamo

pochissimi campi in erba sintetica – esordisce

Maurizio Minetti – credo nell’ordine dei 40. Al di

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là della questione meteorologica, che non ci pena-

lizza come in altre Regioni più settentrionali, que-

sto è un momento, economicamente parlando,

molto difficile e per un Comune investire 500mila

Euro per costruire un campo in erba sintetica è una

spesa che non si può permettere di affrontare». La

struttura dei campionati è stata modificata negli

ultimi anni, e non sono alle viste ulteriori rivisita-

zioni: «Abbiamo raggiunto una situazione stabile,

dopo che abbiamo provveduto a rivedere tutto

negli ultimi cinque anni. Abbiamo un migliaio di

società e, come altri Comitati regionali, avremmo

bisogno di un altro girone di Eccellenza». Il rappor-

to che si è instaurato con le società (che non per

niente hanno rinnovato a Minetti la fiducia per la

terza volta) è sempre positivo: «Sì, ci incontriamo

molte volte con le società, soprattutto quelle di

Eccellenza e Promozione, perché vogliamo essere

sempre al passo con le loro istanze e richieste. Noi

siamo dalla loro parte e vogliamo fare i loro inte-

ressi». L’ultimo argomento, come di consueto, è la

riforma dello Statuto federale: che cosa succede-

rà il 20 giugno? «Mah, intanto bisogna vedere se

alla fine si farà qualcosa il 20 giugno – risponde,

abbastanza spiazzante, Minetti – perché so che il

presidente della Federcalcio Abete ha convocato

le componenti qualche giorno prima per vedere

di trovare un accordo tra i capi delle componenti.

È la posizione degli allenatori l’incognita. Certo, se

le posizioni poi dovessero rimanere questo, io non

so quanto senso avrebbe far venire 600 persone

a Roma il 20 giugno». È assurdo però nel 2011

avere uno Statuto di una federazione sportiva più

blindato della Costituzione (tra le più garantiste e

protette del mondo occidentale) italiana: «È vero

– risponde Minetti – ma come sa, è nato in sta-

to di regime commissariale. E se non si dovesse

trovare un accordo per quanto riguarda il diritto

di veto, allora si potrebbe cominciare a pensare

nuovamente ad un Commissario. Però sarebbe

davvero l’ultima, l’extrema ratio». Un senso, però,

l’Assemblea di riforma dello Statuto celo dovrebbe

avere, perché allo stato attuale un punto sul quale

tutti sono d’accordo è il passaggio da Comitato a

Dipartimento dell’Interregionale: «Sì, è una modi-

fica che abbiamo chiesto noi e che credo sia giusta

e democratica». Si vocifera, nei corridoi di Piazzale

Flaminio, che Tavecchio darà la delega a capo del

Dipartimento a uno dei suoi vicepresidenti: Mam-

belli, Piras o Cosentino. Chi dei tre secondo Minet-

ti? «Secondo me nessuno – replica secco – almeno

per il momento. Conosco bene Benedetto – Piras

– perché è un amico. E non mi ha mai espresso la

volontà di ricoprire questa carica, pur molto impor-

tante. Di Mambelli e Cosentino non saprei dire, ma

credo che abbiano qualche interes-

se e velleità in più».

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In questa fase di stallo, a campionati ormai

finiti, in cui probabilmente molte squadre

non avranno i requisiti per l’iscrizione al cam-

pionato 2011/2012 e in cui si parlerà solo

di calciomercato, trovo difficile trattare un

argomento attinente al momento o comun-

que interessante. In questo periodo oltre a

leggere di grandi nomi quali: Benzema, Me-

nez, Sanchez, Tiziao, Caiao e Semproninho,

sentiremo spesso e volentieri parlare di Co.Vi.

So.C.. Non si tratta né di un grande centra-

vanti né di un guru del calcio, bensì di un or-

ganismo istituito presso la F.I.G.C., trattato

dagli articoli 78 e ss della “Bibbia” (id est:

N.O.I.F.). La Commissione di Vigilanza sulle

Società di Calcio Professionistiche ha un man-

dato quadriennale, è un organo formato da

un presidente e da quattro componenti nomi-

nati a maggioranza qualificata dal Consiglio

Federale, di cui due su designazione del Presi-

dente della Commissione vigilanza e controllo

società professionistiche del CONI, che siano

in possesso dei requisiti stabiliti dall’art. 36

c.3 dello Statuto Federale, ossia: a) Docen-

ti universitari di ruolo in materie giuridiche

e economico-aziendali, anche a riposo; b)

Magistrati di qualsiasi giurisdizione, anche

a riposo; c) Dottori commercialisti, avvocati,

notai, avvocati dello Stato o consulenti del la-

voro laureati in economia e commercio con

almeno dieci anni di anzianità nella funzione,

anche a riposo. L’efficiente funzionamento

della Co.Vi.So.C. è assicurato dalla F.I.G.C. in

quanto fornisce i mezzi idonei allo svolgimen-

to del lavoro, ad esempio tramite l’istituzione

di un nucleo di ispettori iscritti nell’albo dei

dottori commercialisti ed esperti contabili o

nel registro dei revisori dei conti o nell’albo

del consulenti del lavoro. Le attività svolte

dalla Co.Vi.So.C. sono di tipo preparatorio,

consultivo, di controllo e di contabilità e bi-

lancio. L’attività preparatoria è coordinata da

un professionista esterno iscritto all’albo dei

dottori commercialisti ed esperto in materie

contabili, finanziarie e giuridiche. L’attività di

controllo ha lo scopo di garantire il regolare

svolgimento del campionati, avendo la fun-

zione di “controllo” sull’equilibrio economico-

finanziario delle società di calcio professio-

nistiche e sul rispetto dei principi di corretta

gestione. Nello svolgere tale attività, la Co.Vi.

So.C. ha la potestà di richiedere alle società

il deposito di dati e dei documenti contabili e

societari; richiedere ad un Consiglio formato

da tre tecnici nominati dal Presidente fede-

rale di esprimere un parere non vincolante

sulle operazioni di trasferimento del calcia-

tori; proporre al Consiglio federale atti idonei

a verificare l’esistenza di corrette condizioni

di gestione sotto il profilo economico-finan-

ziario; proporre attività di indagini e proce-

dimenti disciplinari. L’organo in questione è

dotato anche di poteri sanzionatori, come

previsto dall’art. 81 N.O.I.F. (Poteri sanziona-

tori). In caso di violazione delle norme fede-

rali in materia economico-finanziaria esercita

le attribuzioni previste dall’art. 90 N.O.I.F, che

affronteremo nei prossimi articoli. La Co.Vi.

So.C. può essere attivata dal Presidente della

F.I.G.C. ogni qualvolta lo ritenga opportuno.

L’attività contabile e di bilancio, ossia il lavoro

più corposo svolto dall’organo in questione,

lo affronteremo nei prossimi appuntamen-

ti per 2 semplici motivi: 1) per non annoiar-

vi, e 2) per tenervi incollati alla rubrica “Dal

campo al foro”. Come “Beautiful” insegna…

www.studiolegaledelre.it

([email protected])

Dal campo al Foro

Guido Del Re

Co.Vi.So.C

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Niente di nuovo sotto il sole. Anzi, sotto i

riflettori dello stadio Olimpico di Serra-

valle. Tre Fiori e Tre Penne si ritrovavano per

l’ennesima finale giovedì scorso, con i cam-

pioni in carica, guidati da Floriano Sperindio,

forse non così favoriti come nelle preceden-

ti occasioni; il Tre Penne, l’eterno rivale, con

qualche speranza in più di strappare un tro-

feo ai cannibali del monte Titano. Già dai pri-

mi minuti di gioco si capiva che qualcosa non

andava negli sfidanti: timorosi, compassati,

distratti. «Abbiamo gestito male l’inizio gara,

e la palla non girava come avremmo voluto

– il commento di Stefano Ceci, tecnico del

Tre Penne – quindi posso dire che di tutte le

finali che abbiamo giocato contro il Tre Fiori,

questa è stata la peggiore». Diametralmente

opposto il giudizio di Sperindio: «Abbiamo

fatto una buona partita, e abbiamo meritato

di più rispetto alle altre finali. Loro correvano

di più rispetto a noi, e questo lo sapevamo,

ma ci siamo sistemati bene in campo e abbia-

mo controllato le operazioni». Al minuto 21,

la zampata del bomber di razza Alessandro

Giunta, ha fatto mettere la freccia ai campio-

ni in carica e indirizzato la finale ancora sulla

via del Tre Fiori. Da lì, il Tre Penne non è più

riuscito a mettere seriamente in difficoltà

Micheletti, e la gara è scivolata via: «Abbia-

mo mancato un appuntamento importan-

te. L’unico rischio che potevamo correre in

questa gara era quello di arrivare stanchi a

livello psicologico. E così è stato, purtroppo.

Erano tre mesi che aspettavamo di gioca-

re questa gara, e anche i nostri giocatori più

esperti un po’ sono mancati giovedì scorso.

Abbiamo creato pochissimo in fase offensiva,

e chi ci ha visto giocare durante la stagione

regolare sa che è una cosa che ci è capitata

pochissime volte». Dopo l’ultima gara della

stagione, spazio alle prospettive dei due mi-

ster. Sperindio già la scorsa settimana ci aveva

rivelato che la sua avventura al Tre Fiori si sa-

rebbe conclusa giovedì scorso: «Sì, lo confer-

mo. Per ora non ho nessun

contatto, sono in attesa».

Resterà però nello staff

della Nazionale di Mazza?

«Sì, il mio contratto con la

Federazione scade ad otto-

bre, dopo l’ultima gara del-

le qualificazioni – che tra il

3 e il 7 giugno prossimi ve-

drà impegnata la Nazionale

titana contro Finlandia e

Ungheria; entrambe le gare

si giocheranno a Serravalle – a Euro 2012».

Ma non ce l’ha veramente mai fatto un pen-

sierino alla panchina della Nazionale? «Mi

piacerebbe, certo. A chi non piacerebbe, ma

non credo che sarà possibile», facendoci ca-

pire che ci sono degli ostacoli non tecnici tra

lui e la panchina della Nazionale. «Io ho già

un accordo con la Società – la risposta di Ceci

– che però ha una postilla: se mi dovesse ar-

rivare a breve un’offerta con delle prospettive

solide dall’Italia, c’è la risoluzione consensua-

le del contratto. Comunque, già da lunedì sto

lavorando alla prossima stagione, visto che i

preliminari di Europa League cominceranno il

30 giugno». Nel secondo tempo i mister sfrut-

tano tutti i cambi a disposizione ma la musica

non cambia: il Tre Fiori dei “vecchietti terribi-

li” di Floriano Sperindio mena le danze a ritmi

lenti e il Tre Penne è stordito e oppone una

resistenza quasi passiva. Come se si fosse ar-

reso dopo i primi venti minuti ad

un ineluttabile, e triste, destino.

Nelle due foto la gioia

del Tre Fiori

(Foto Pruccoli)

Tre Fiori campione, e Ceci (Tre Penne) vuole l’ItaliaFlavio Grisoli Campionato Sammarinese

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