professione calcio - sfoglia il settimanale - anno ii n.25

24
Grisoli da pagina I tecnici votano i top della 2^ Div. I MIglIORI 8 Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma 1 EuRO Il SETTIMANAlE dI A, B, lEgA PRO, d, CAlCIO FEMMINIlE E CAlCIO A 5 ANNO 2 - N° 25 01 luglIO 2010 ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 2 5 Accendi PCW la webtv di Professione Calcio cliccando su www.professionecalcio.eu Cardarelli a pagina Macalli e il futuro della Lega ISCRIZIONI 15

Upload: professione-calcio

Post on 10-Mar-2016

227 views

Category:

Documents


4 download

DESCRIPTION

PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

TRANSCRIPT

Page 1: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Grisolida pagina

I tecnici

votano i top

della 2^ Div.

I MIg

lIO

RI

8

Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma

1 EuROIl SETTIMANAlE dI A, B, lEgA PRO, d, CAlCIO FEMMINIlE E CAlCIO A 5 ANNO 2 - N° 25 01 luglIO 2010

ISS

N 1

593-

6309

97

71

59

36

30

05

9

80

02

5

Accendi PCW la webtv di Professione Calcio cliccando su www.professionecalcio.eu

Cardarellia pagina

Macalli

e il futuro

della Lega

ISC

RIZ

ION

I

15

Page 2: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

L’EDITORIALE quando a questa Italia

servirebbe un direttoretecnico che aiuti i ctnelle proprie scelte eche programmi anche illavoro delle Under chenon vincono nulla dasecoli, ormai. L’Italia cal-cistica è allo sbando. Lacolpa è di tutti, sia Abeteche l’intero ConsiglioFederale che non ha maipreso una posizioneforte contro scelte sba-gliate. Ora vadano tutti acasa e si inizi un nuovopercorso per il bene delcalcio. L’Italia è già passa-ta dall’Abete alCipresso...

di Massimiliano Giacomini

OMA - Una con-ferenza stampar i d i c o l a .

Nervoso, al limite delpatetico. Il presidenteFederale GiancarloAbete, è apparso sull’or-lo di una crisi di nervi,ma i “giornalisti” lohanno lasciato parlare,discolparsi e minacciarenemmeno tanto velata-mente il ConsiglioFederale: «Leggerò lecarte per vedere chi haappoggiato le mie scelte,perché essere informati fasempre bene». In praticase qualcuno nelConsiglio Federaledovesse attaccarmi sap-pia che se cade Sansoneinsieme a lui cadranno iFilistei. Classico stile ita-liano di chi la poltronanon vuole mollarla,nonostante le dichiara-zioni: «Non sono legatoalle logiche della poltro-na», così ha parlatoincredibilmente Abete,l’uomo eternamente

candidato, forse creden-do che la Rai bucasseanche questo appunta-mento, come i primi 5secondi dell’inno diMameli durante la parti-ta giocata contro ilParaguay. Il suo fallimento è il falli-mento di una filosofia, diuna Federcalcio che nonha potere internaziona-le, che non ha poterepolitico, di unaFedercalcio che non rie-sce a portare a casaun’organizzazione di unEuropeo, che non riescea farsi rispettare dai ver-tici FIFA e UEFA. UnaFedercalcio che invecedi puntare al rinnova-mento del settore tecni-co chiude scuole calciofederali (guarda AcquaAcetosa a Roma) e poiparla di un calcio in crisi.Una Federcalcio che haun presidente che dopolo scandaloso Mondialenon si dimette ma scari-ca la colpa sui calciatorie presenta a confermadelle sue parole numeri

che non fanno che spo-stare l’attenzione dalreale problema. Se vives-simo in una Nazionecivile Giancarlo Abeteavrebbe dovuto dimet-tersi senza attenderepressioni dallo Stato, semai ce ne saranno. Abeteavrebbe dovuto chiede-re le dimissioni dell’inte-ro Consiglio Federaleperché sono tuttiresponsabili, ma luiessendone il presidentene è il colpevole maggio-re. Non si può pensaread un rinnovamento conun presidente Federaleche non ha ancoranominato leCommissioni Tecniche:C o m m i s s i o n iT e s s e r a m e n t i ,Commissioni VertenzeE c o n o m i c h e ,Commissioni PremiPreparazioni. Un presidente che nonsi esprime sulla mutuali-tà e sul vincolo dei cal-ciatori dilettanti. Un pre-sidente che nomina unDirettore Generale

R

Numero 25 01 luglio 2010

2 Editoriale

l’Italia è passata dall’Abete al cipresso

Giancarlo Abete (Foto Archivio)

[email protected]

Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

DIRETTORE RESpONSABILE

Massimiliano [email protected]

AMMINISTRAZIONE:

Via F.T. Marinetti 221

Tel/Fax 06 5011954

00143 Roma

CApOREDATTORE

Luigi [email protected]

REDATTORE

Flavio [email protected]

SEGRETARIA DI REDAZIONE

Alessia [email protected]

IMpAGINAZIONE E GRAFICA

STAMpA

Global Stampa

Via Angelo della Pergola, 5 00176 Roma

[email protected]

[email protected]

[email protected]

La Redazione diProfessione Calcio partecipa al dolore

della famigliaColonna

e del presidenteSalvatore per la scomparsa del

compianto fratelloAldo

Page 3: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25
Page 4: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

OMA - L’Italia è uscita dal Mondiale.Mestamente. Senza attenuanti. Direiannunciata, ma non voglio fare la figura

di quello che adesso balla sulla carcassa delcadavere. Ora, la stampa che finora si era tappa-ta occhi e orecchie di fronte alle scelte sconsi-derate di un tecnico in preda al delirio di onni-potenza, cerca di fare dietrofront e salire sul(dorato) carro dei contestatori. Ma china latesta (e piega la schiena) in conferenza stampa,non mettendo il CT di fronte alle proprieresponsabilità che lui, da vecchio volpone qualeè, si assume (falsamente) per dribblare le criti-che dei giornalisti. Che non sono arrivate, anzi.“Grazie per quello che ci hai fatto vivere in que-sti anni, Marcello”, “Questa assunzione diresponsabilità ti fa molto onore”, sono soloalcune delle frasi che sono uscite dalla boccadei cronisti che hanno appena assistito alla peg-gior spedizione italiana in un Campionato delMondo. Non una domanda tecnica, non una“vendetta” per le offese ricevute da Lippi inqueste, tristissime, giornate sudafricane. Questonon è giornalismo. Ma non voglio essere pre-suntuoso, sia chiaro. Sono solo stupito, esterre-fatto, sconcertato. Arrivando così all’argomentoprecipuo di questo editoriale, le responsabilitàmaggiori di questa disfatta sono da dividere ametà fra la federazione e il commissario tecni-co. Per quanto riguarda la cara (in tutti i sensi)FIGC, se ne occuperà molto più approfondita-mente il nostro direttore MassimilianoGiacomini, mentre in questa sede si cercherà dianalizzare l’aspetto tecnico di un fallimentoriassunto in tre punti. Prima di tutto la prepara-zione atletica: Lippi ha portato la Nazionale inritiro premondiale al Sestrière per “abituare”i giocatori all’altura. Ma quello che ci chiedia-mo è questo: lo scopo dei ritiri in altura èpermettere una maggiore ossigenazione delsangue, ma questa condizione si verifica sola-mente dopo circa tre-quattro settimane diallenamenti. Solo allora arrivano i beneficidella montagna. Altrimenti, è solo aria fritta.“Capire” quando non se ne ha più in condi-zioni di assenza di ossigeno non serve a nulla,perché quando non ne hai più, non c’è nullada fare. Difatti, sotto il punto di vista dellacorsa i nostri ragazzi hanno reso una presta-zione decente solo nella prima gara contro ilParaguay. E non si era in altura. Nella secon-da partita contro la (modestissima) NuovaZelanda, si era a circa 500 metri di altitudine(quindi non un Everest), e già si intravedeva-no le prime crepe. Nella terza e decisiva garail buon senso vuole che a quel punto la con-

dizione sia massimale, che i carichi di lavoro aiquali Lippi e il suo staff ha sottoposto ai gioca-tori abbiano messo la “birra” necessaria nellegambe. Invece, il crollo. E si era a più di millemetri. Primo fallimento. Il secondo punto, ante-cedente al primo, sono le convocazioni: Lippi hadetto, dopo il pareggio stiracchiato contro iKiwi, che “[...] non ci sono fenomeni che sonorimasti a casa”. Probabilmente è vero, non feno-meni, ma giocatori che avrebbero potuto dareun qualcosa in più in fase di costruzione e fina-lizzazione della manovra, probabilmente sì.Inutile fare i nomi di quelli che non sono statiinclusi nell’elenco dei 30, perché sono noti atutti. Ma di quelli che hanno partecipato al riti-ro pre-mondiale, alcuni (come Borriello eGiuseppe Rossi) sono fermamente convintoche avrebbero fatto meglio di Iaquinta e DiNatale. Ma Lippi ha voluto fare di testa sua, hamostrato ancora più arroganza, supponenza epresunzione di quattro anni fa (quando i cam-pioni se li era portati), convocando giocatori afine carriera che stanno per andare a guadagna-re petrol-dollari arabi e giocatori infortunatiche hanno giocato solo le ultime partite delcampionato. “Da una parte è meglio aver gioca-to male in campionato, perché c’è voglia diriscatto” diceva Lippi a chi presentava rimo-stranze per le convocazioni. Allucinante. Lippivoleva vincere il Mondiale da solo, indipendete-mente da chi avrebbe giocato, convinto che luifosse la “star” e non chi metteva in campo.Secondo fallimento. Il terzo punto è l’assettotattico: Lippi non ha mai avuto le idee chiare sucome impostare la squadra. 4-3-2-1, 4-2-3-1, 4-4-2, 4-3-3. Quattro moduli per tre partite, cam-biati anche più volte nella stessa gara: è abba-stanza chiaro che anche i giocatori abbiano

risentito di questa poca chiarezza d’intenti daparte del commissario tecnico. Per quanto miriguarda, e alla luce degli uomini a disposizione,giocare con il 4-4-2 era francamente impossibi-le, considerando che siamo totalmente man-canti di uomini di fascia e in grado di saltarel’uomo per creare la superiorità numerica. Pernon parlare delle sovrapposizioni, che non sonomai arrivate, a causa della carenza di condizio-ne atletica. Il povero Marchisio, buon giocatoredal buon futuro, si è dovuto sobbarcare la con-fusione di Lippi giocando prima come trequar-tista con licenza di inserimenti (ma il migliorincursore del campionato italiano è un certoSimone Perrotta, che giustamente è rimasto acasa...), poi esterno di centrocampo nel 4-4-2(ruolo nel quale si era adattato, e male, guardacaso nella Juventus), poi mezz’ala nel 4-3-3 masoffrendo la poca condizione fisica. Poi? Poi inpanchina nell’ultima gara. Attaccante di riferi-mento ha giocato Gilardino, grande uomod’area, ma non certo un Ronaldo o un Tevez oun Van Persie, giocatori in grado di prenderepalla e andare in porta. Se non arrivano i rifor-nimenti in area, Gilardino sparisce dalla partita,come puntualmente è successo. Di Natale èdiventato capocannoniere del campionato gio-cando da punta centrale o da seconda punta,ma partendo sempre dalla zona centrale delcampo. Dirottato sulla fascia, si annulla da solo.Iaquinta è la grande incognita di questa gestio-ne. È un giocatore atipico, una seconda puntacon il fisico da corazziere. È stato costretto agiocare sulla fascia, ma non ha il passo del-l’esterno; ieri ha fatto la prima punta, ma non neha le capacità. L’unico che sembrava in formaera Fabio Quagliarella. Già dalle deludenti ami-chevoli premondiale. Ma Lippi era l’unico chenon se ne era accorto, forse. Inutile anche par-lare della coppia centrale, che ha incassato que-st’anno 56 gol (dei quali almeno i 2/3 tutti dellastessa specie di quelli che abbiamo visto ieripomeriggio) nella peggior stagione dellaJuventus a memoria d’uomo. Terzo fallimento.Ripicche personali, manie di onnipotenza, arro-ganza, presunzione. L’Italia intera ha pagato lescelte personalistiche del commissario tecnicoe della federazione che glielo ha permesso. Siripartirà da Prandelli. Con tanta fiducia, perché

nella sua carriera ha sempre puntato sulgioco e sui giovani. L’esempio portato dallaGermania a questo Mondiale è emblemati-co. È un percorso che va intrapreso, inevita-bile. Lippi non l’ha voluto fare, accecato dal-l’alterigia e dalla presupponenza. E l’ha paga-ta cara, molto cara. Se si fosse arrivati aiquarti di finale, o alla semifinale, nessunoavrebbe potuto dire nulla, o quasi. Ma uscirecosì, in questa maniera, quasi cancella il risul-tato di quattro anni fa. L’onta e la vergognasono sempre più forti della gioia, che spessoè effimera. Io non ringrazio Marcello Lippi,perché ha fatto vivere ad una nazione interail punto più basso dell’intera storia delnostro massimo movimento nazionale. Enon ringrazio la federazione, che nella suaeterna indecisione ha deciso (sbagliando) dimettersi nelle sue mani, tacendo ad ogni suaincomprensibile decisione.

R

Numero 25 01 luglio 2010

4 Editoriale

la fiera della VanitàL’Italia ha salutato un Mondiale praticamente senza battersi

La fiera dei fallimenti, noi proviamo ad analizzarli

di Flavio Grisoli

Marcello Lippi sembra salutare la Coppa del Mondo(Foto Archivio)

Page 5: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25
Page 6: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 25 01 luglio 2010

6 Editoriale

Incredibile ma vero, una squadra da rifondareSembra quasi di sognare. Non può essere vero che la Nazionale italiana sia uscità dal Mondiale

in un modo così brutto. Ma quando è iniziata la disfatta e soprattutto, come è maturata?

di Luigi Cardarelli visto? L’ingresso in campo di Pirlo ha dato unvolto nuovo alla squadra, geometrie precisee palloni intelligenti, un vero regista che lasfortuna ci ha tolto per le prime due gare.Cannavaro alla sua ultima presenza in magliaazzurra ha ben figurato, nonostante l’erroresul secondo gol, ma si sa a 37 anni fisicamen-te un po’ si perde smalto e freschezza.Marchetti è un buon portiere, ma non è untitolare da nazionale, nonostante ciò ha fattola sua figura con qualche colpa sulla primarete degli slovacchi. De Rossi è stata l’animaitaliana nella prima gara, leggermente inombra nella seconda, deludente nella garadella disfatta. Iaquinta, chi l’ha visto? Se qual-cuno ha notizia ci contatti in Redazione.Gilardino mai incisivo, Montolivo bene nellaprima gara con spunti degni di nota e qual-che tiro da fuori area, ma niente di più.Marchisio, poteva e doveva fare di più, riman-diamo a Lippi (come lui ha dichiarato subitodopo la gara) le responsabilità delle sceltedei calciatori. Gattuso sembrava dovessesbranare qualcuno durante il riscaldamento,in campo spesso in ritardo dà il suo, ma untempo è troppo poco, l’infortunio occorso-gli durante il campionato lo ha molto pena-lizzato. Zambrotta non si è risparmiato, forsel’unico che ha sempre raggiunto e magarisuperato la sufficienza, ha un motore chenon accenna a rallentare al posato dellegambe. Corridore. Di Natale insieme aQuagliarella è sembrato rinato, da solo sem-brava che i 29 gol in campionato fosserosolo un miraggio… Basta, non vogliamo con-tinuare a girare il coltello nella piaga, ma unacosa ci viene dal cuore. Grazie lo stessoragazzi, e sempre forza azzurri.

doppia. Disfatta. Siamo letteralmente scop-piati. Tristezza, amarezza, delusione. Lacrime.L’Italia è irriconoscibile. A dieci minuti dallafine del tempo regolamentare il lampo: DiNatale sigla la prima rete su servizio di unsuper Quagliarella per l’Italia che fa speraresia chi vi scrive sia i 60 milioni di tifosi azzur-ri. Il duo napoletano si trova a meraviglia enel quarto d’ora successivo l’Italia “rischia”di segnare almeno altre tre reti. Dubbia larespinta sulla linea (che sinceramente a chi viscrive sembrava dentro ma solo dopo alme-no quattro replay e arbitro e guardalineesono ancora degli umani e quel gol-non golnon potevano umanamente vederlo) cheperò non fa gridare allo scandalo. Quello chefa arrabbiare è invece l’atteggiamento del-l’undici azzurro, preciso, cattivo, deciso econcreto. Un urlo strozzato da una bandieri-na alzata si è sentito in ogni casa e in ogniufficio all’85° quando il solito (ci viene dadire così) Quagliarella insacca, ma è in fuori-gioco. Siamo all’88° minuto quanto su rimes-sa laterale Kopunek (appena entrato) si infi-la tra 5 italiani e batte un Marchetti nonesente da colpe con un morbido pallonetto.Cadiamo di nuovo tutti nella tristezza mistaa rabbia fino al gol del definitivo 3-2 per glislovacchi da parte di Fabio Quagliarella chefa un gol alla… Quagliarella da fuori area conun pallonetto preciso al millimetro quasiavesse un mirino sugli scarpini. Triplicefischio di Webb, l’Italia è fuori dal Mondiale.Senza paura, la Federazione nella persona diGiancarlo Abete, ha rimandato tutto ai cal-ciatori. Con discorsi velati e a dir poco ambi-gui, ha dato la colpa a chi è sceso in campo,ma la disfatta è maturata prima. Poi si sbu-giarda quando dice che c’erano state avvi-saglie di disfatta ma non sono state presetroppo in considerazione. Che il calcio

italiano sia alla frutta?Le lacrime di rabbiadei calciatori a finepartita la diconolunga, un Quagliarellain forma smaglianterelegato in panchinafino alla partita dellavita. Ci viene da pen-sare che il signorFabio Quagliarellanon si allenasse contutto il gruppo azzur-ro, altrimenti com’èpossibile che Lippinon lo abbia mai

OMA - No! Non è vero, stiamo tuttisognando, che qualcuno ci svegli!Presto, svegliateci! Vedere l’Italia usci-

re dal Mondiale in un modo così brutto nonpuò essere vero! Ma, quando è iniziata ladisfatta? Chi è il responsabile e soprattuttoperché? Queste sono le domande che ci fac-ciamo, sono gli interrogativi ai quali nessunotroverà mai risposta. Il CT Marcello Lippi siè preso tutte le responsabilità in conferenzastampa subito dopo il match. Ha dettodavanti i microfoni: “È colpa mia, della squa-dra e della Federazione”. Ora, sinceramente,di chi sia la colpa non è importante mavanno analizzate le cause e i loro effetti.Prendiamo in considerazione la squadra,coloro i quali sono stati protagonisti nelbene e nel male: erano in 11, carichi, sonousciti dal tunnel degli spogliatoi poi tuttiabbracciati per il nostro inno cantato a granvoce. Palla al centro e fischio d’inizio. Comeuna maledizione le gambe dei nostri eroi sisono irrigidite, le menti si sono offuscate, lafantasia era scomparsa. La gara continua per25 minuti senza tiri in porta da parte nostra,senza grinta e senza convinzione ma con ungol da parte di Vittek che segna su un graveerrore difensivo della nostra nazionale.Slovachia 1 Italia 0. Siamo fuori dal Mondiale.Continua la gara, tutti si aspettavano unareazione che non c’è stata. Pochezza atletica,fisicità che non c’è mai stata e nessuna ideaconcreta. In panchina Buffon sembrava inde-moniato, spronava i compagni, consigliavapassaggi e movimenti a differenza di un Lippiteso e mai in partita nemmeno con la voce.Nel secondo tempo non cambia la musica,Lippi fa entrare Quagliarella per Gattuso eMaggio al posto di Criscito. Al 73’ Vittek rad-

R

Cannavaro consola un Quagliarella in lacrime(Foto Archivio)

Il capitano della Nazionale “discute” con Lippi(Foto Archivio)

Page 7: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25
Page 8: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Il Sudtirol primo anche per i tecnicidi Flavio Grisoli

Numero 25 01 luglio 2010

8 I Migliori2^ Divisione A

OMA – Il sogno del Sudtirol AltoAdige di salire in Prima Divisione risa-le a dieci anni fa, quando per la prima

volta i biancorossi approdarono in Lega Pro.Tra il 2002 e il 2006 gli altoatesini disputaro-no quattro volte gli spareggi-promozione(due semifinali e due finali) perdendoli sem-pre (Brescello, Novara, Cremonese e Ivrea), el’anno scorso rischiarono addirittura la beffadel ritorno tra i dilettanti, salvandosi solo aiplay-out (vinti contro la Valenzana). Ora, adieci anni di distanza, si può festeggiare unanuova promozione. Una stagione dominata adispetto di chi vedeva altre formazioni, comelo Spezia di D’Adderio, maggiormente favori-ta per la promozione diretta. Invece, con laforza del gruppo e il bel gioco, la squadra gui-data da Alfredo Sebastiani ha battuto tutti.«Ringrazio tutti i colleghi, è una soddisfazioneenorme - le prime parole di Sebastiani, conva-lescente dopo un’operazione alle cordevocali. La redazione tutta augura al mister unapronta guarigione - è stata davvero una gran-dissima stagione. Per quanto riguarda la prossi-ma stagione, come nella estate scorsa, ci stiamoorganizzando con molto criterio, senza farespese folli. Punteremo sui giovani e sul lavoro, con-tando di fare il meglio possibile». Non saràcomunque semplice, dalla Seconda alla PrimaDivisione la differenza si farà sentire:

R

gioco sono molto più esasperate rispetto allacategoria appena abbandonata: «Esattamente,su palla inattiva, ad esempio, si fanno molti piùgol, e le giocate offensive sono molto più perico-lose». Le possibilità dell’Alto Adige poi, moltodipenderanno dalla composizione dei due

«Indubbiamente – conferma Sebastiani – il saltodicategoria porterà con sé molto più impegno daprofondere. Ma dobbiamo ripartire con lo stessospirito di sempre. Inoltre, saranno confermatimolti degli artefici della promozione». Senzadimenticare che diversi pezzi pregiati degli

altoatesini sono andati via: «Sì, Bacher eScavone sono due ragazzi fatti in casa, evederli andare via rappresenta da un lato undispiacere, dall’altro però un grande motivod’orgoglio perché significa che il lavoro svol-to è davvero di alto livello». MisterSebastiani è indubbiamente la memoriastorica dell’Alto Adige Sudtirol: «Sì, si puòdire che rappresento l’uomo che è cresciutoinsieme alla società, attraverso la mentalitàdel lavoro. E l’obiettivo per il futuro è conti-nuare a crescere. Dobbiamo lavorare affin-ché si crei un ambiente in grado di lottareper qualsiasi obiettivo. Non sarà facile, lo so- prosegue un disponibilissimoSebastiani, che si sforza di parlare nono-stante abbia un filo di voce, dovuto dal-l’operazione - e non voglio dare un valorealla squadra senza prima confrontarmi conla nuova realtà. È un campionato che ciimpone di fare valutazioni molto accurate edelicate». Il riferimento del tecnico deibiancorossi è all’aspetto tecnico dellaPrima Divisione, dove certe situazioni di

Mister Sebastiani(Foto Archivio)

La formazione biancorossa è la miglior squadra dell’anno, Sebastiani il miglior tecnico, Scavone (appena

passato al Novara) il miglior giocatore. Longhi del Feralpisalò il miglior giovane, Rodengo Saiano la delusione

Manuel Scafone (Foto Archivio)

Sulla sinistra Longhi del Feralpisalò(foto Archivio)

Page 9: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 25 01 luglio 2010

9I Migliori2^ Divisione A

gironi: «Sì, vedremo come divideranno le parteci-panti, anche quello è un particolare da non sot-tovalutare. A livello logistico ci saranno trasfertemolto più lunghe e in campi molto “caldi”. Sottotutti i punti di vista». L’altro protagonista dellafelice stagione dei biancorossi è ManuelScavone, centrocampista di 23 anni appenacompiuti (è nato il 6 giugno a Bolzano), unavita nelle fila dell’Alto Adige. Quest’anno perlui 32 presenze e 11 reti. Niente male per uncentrocampista. Stagione che gli è valsa lachiamata del direttore sportivo del neopro-mosso in B Novara, Pasquale Sensibile. Unachiamata che Scavone non ha potuto rifiuta-re: «Sono molto felice del premio ricevuto, perchéproviene dai tecnici. È la conferma della bella sta-gione disputata. Sono molto contento di esserearrivato al Novara, e ringrazio la società e il diret-tore sportivo Sensibile per la chiamata e per l’op-portunità. Darò senz’altro il massimo».Dicevamo, per Scavone una vita nell’Alto

Nella categoria “Miglior giovane” ha ottenutola maggioranza delle preferenze AlessandroLonghi, terzino sinistro del Feralpisalò. Natoa Desenzano del Garda il 25 giugno del 1989(ha da quindi compiuto da pochi giorni 21anni) si è distinto per la sua grande forza fisi-ca e la destrezza nel viaggiare su tutta lafascia, meritandosi gli attestati di stima deitecnici e, soprattutto, l’interesse di moltesocietà di categorie superiori. Per quantoriguarda la delusione del campionato, i tecni-ci della Seconda Divisione girone A hannovotato il Rodengo Saiano. Per i “panda” un’an-nata al di sotto delle aspettative generali. Peri più, ad inizio stagione, i biancoazzurri avreb-bero dovuto essere una delle candidate aiplay-off, ma una stagione con troppi pareggi(14, solo Olbia, Feralpisalò e Crociati Nocetone hanno fatti di più) ha condizionato pesan-temente la squadra di Traini, che ha chiuso alsettimo posto a otto punti dal Pavia.

Adige, c’è un po’ di nostalgia per aver lascia-to la squadra e la terra che l’ha visto cresce-re e affermarsi? «All’Alto Adige ho dato tanto inquesti anni, ma l’opportunità che mi è stata pro-spettata di giocare al Novara e in Serie B eratroppo importante. Spero di aver lasciato unbuon ricordo». Il mediano con licenza di offen-dere gioca in Seconda Divisione con la magliadell’Alto Adige dalla stagione 2004/05. Intutto per lui sei stagioni in biancorosso, conun paio di annate perse per gravi infortuni(tra il 2005 e il 2007), un centinaio di gare inLega Pro e 19 reti. Niente male per un cen-trocampista. «Quest’anno eravamo partiti conl’obiettivo di arrivare nei play-off, ma la compat-tezza e lo spirito di sacrificio ci hanno permessodi vincere il campionato». Ora si apre unanuova pagina della carriera di Scavone: «Daparte mia c’è la voglia di migliorare sempre, sianei fondamentali che nei punti deboli. Spero difare bene al Novara e dare il mio contributo».

Una formazione del Sudtirol(Foto Archivio)

Rodengo Saiano (Foto Archivio)

Page 10: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 25 01 luglio 2010

10 I Migliori2^ Divisione B

C’è il marchio della luccheseEcco i verdetti dei tecnici: i rossoneri miglior squadra dell’anno, Favarin il miglior tecnico,

Marotta del Gubbio e Furlan del San Marino sono rispettivamente miglior giocatore

e miglior giovane. Bassano Virtus la delusione

di Flavio Grisoli

OMA – Non poteva che essere così,con il dominio incontrastato dellaLucchese anche nelle preferenze dei

tecnici che hanno visto con i propri occhi lacorazzata messa su dal presidente GiulianoGiuliani e guidata dalla mano sapiente diGiancarlo Favarin in panchina. E proprio conil mister della “rinascita” lucchese andiamoa tracciare il quadro che vedrà i rossoneri inPrima Divisione dal prossimo agosto:«Intanto vorrei ringraziare i miei colleghi per ilriconoscimento - ci tiene a precisare Favarin -poi il merito è anche dei miei ragazzi. È statoun campionato quasi inaspettato per come si èandato a dipanare. Ma assolutamente eccezio-nale, perché con grande umiltà, spirito di sacri-ficio e lavoro, uniti alla costanza di rendimento,ci hanno permesso di vivere un sogno. Voglioanche condividere il riconoscimento - prosegueil tecnico della Lucchese Giancarlo Favarin -con la società, che ha avuto e avrà un ruoloimportantissimo, fondamentale, nel progetto dicrescita della squadra. Una colonna davveroinsostituibile e ambiziosa, soprattutto». Dopo i

Ravevamo proposto contrattipluriennali, ma le richiesteche ci siamo sentiti fare sonoassolutamente fuori dallagrazia di Dio. Quindi insiemealla società - prosegueFavarin - abbiamo deciso dipuntare su gente giovane emotivata. Abbiamo presoPardini, Bertoli, Marasco,Grassi e poi al 99%Marotta». Il centravanti delGubbio (che ritroveremopiù avanti) sarebbe sicura-mente la punta di diamantedi una squadra che puntasubito in alto: «Lui(Marotta, ndr) è di proprietàdel Bari, in prestito al Gubbio- che ha vinto i play-off

promozione ai danni del San Marino dimister Enrico Mendo. Nei prossimi giorni tor-nerà in Puglia, poi ce lo dovrebbero girare». Laricerca del mister e della dirigenza è rivoltaanche al settore nevralgico del campo:«Infatti, stiamo cercando un centrocampistacentrale di prospettiva. L’obiettivo principale checi siamo prefissato - conclude la conversazio-ne Giancarlo Favarin - è, nel giro di un paiod’anni costruire un gruppo importante per farequalcosa di ancora più importante». Tradotto,il ritorno in Serie B, che manca allaLucchese addirittura dal 1999. Dicevamodel miglior giocatore del girone B dellaSeconda Divisione: il giudizio dei tecnici èstato pressoché unanime. AlessandroMarotta ha stravinto la contesa. Il più vota-to dietro di lui è stato l’attaccante del SanMarino Cesca. 24 anni ancora da compiere(spegnerà le candeline il 15 luglio), è reducedalla migliore annata della sua carriera, aven-do messo a segno 19 reti in 32 partite. Seandiamo a guardare i numeri, qualcunopotrebbe obiettare che la stagione migliore

doverosi ringraziamenti,andiamo un po’ più afondo di quelli che sono imovimenti e le intenzionidella Lucchese su comeallestire la squadra per laprossima stagione:«Abbiamo già fatto un po’ dimercato - rivela Favarin -grazie al fatto di aver vinto ilcampionato con qualchegiornata d’anticipo. Moltodei giocatori che abbiamocontattato, però, non si ren-dono assolutamente contodel momento economico incui viviamo. Ne avevamopuntato alcuni, ma di frontea certe richieste non si puòneanche intavolare una trat-tativa. Mi dispiace - continua Favarin - perchésto parlando di giocatori importanti, ma daparte nostra non possiamo fare il passo piùlungo della gamba, è chiaro». Non ci fa i nomiFavarin, ma lui prosegue: «Lucca è una piazzaimportante ed esigente, e credo che debba

e s s e r eu nmot i vodi onoree s s e r ea c c o -stati aques tas q u a -d r a ,indipen-d en t e -m e n t edal fat-t o r eecono -m i c o .N o i

Esultanza del Bassano Virtus (Foto Archivio)

Furlan del San Marino (Foto Archivio)

Page 11: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 25 01 luglio 2010

11I Migliori2^ Divisione B

è stata quella scorsa quando, nelle filadell’Arrone in Serie D, nello stesso numerodi partite di gol ne aveva realizzati tre in più.Ma è inutile stare a specificare quanto siapiù difficile realizzare un numero così eleva-to di reti tra i professionisti rispetto che trai dilettanti. Il centravanti napoletano ha fattocosì le fortune del Gubbio di misterVincenzo Torrente, che ha stupito tutti con-quistando la Prima Divisione, anche grazie aMarotta, letteralmente esploso negli ultimidue anni. Prima, nelle esperienze a Spoleto,Olbia, Martina, Igea Virtus e Scafatese pochepresenze e gol col contagocce. Ora, una sta-gione da vero protagonista, e una probabilechiamata dalla Lucchese. Il premio di“Miglior giovane”, riconoscimento riservatoagli under 23, è stato vinto da FedericoFurlan, centrocampista del San Marino. Perlui, ancora diciannovenne (è nato aMontebelluna, Treviso, il 25 novembre del1990), è stata la prima stagione in PrimaSquadra e, trovato il posto con Evani (ricor-

velleità di salto di categoria. La prima stagio-ne si chiuse con un dignitoso dodicesimoposto, poi un quinto (sconfitto nella semifi-nale play-off dal Lecco), un secondo (vince laCoppa Italia di Lega Pro, ma perde la finalepromozione contro il Portogruaro), e unquarto posto lo scorso anno, nel quale sivide ancora sconfitto nella semifinale pro-mozione, stavolta per mano del Giulianova.Ai blocchi di partenza di questa stagione,sembrava che potesse essere la volta buona.Invece, i giallorossi vicentini la zona play-offl’hanno mancata clamorosamente. E questo,i tecnici lo considerano un fallimento.

diamo esonerato a due giornate dal terminecon la qualificazione ai play-off da secondagià conquistato), non l’ha più lasciato, colle-zionando così 27 presenze, impreziosite da2 reti. Dotato di un buon fisico (181 cm per69 kg), probabilmente per fare il salto diqualità deve “appesantirsi” un po’, per farfronte allo strapotere fisico e atletico che ilcalcio di oggi richiede. Ma per farlo ha tuttoil tempo, vista e considerata l’età ancoramolto giovane. Anche per lui, come per isuoi colleghi premiati, c’è il fortissimo inte-resse dei club di Serie B e anche qualcunodi A, che vedono in lui un elemento moltopromettente. Infine, ladelusione: il BassanoVirtus. Approdato inSeconda Divisionenella stagione 2005-06(vincendo anche laPoule Scudetto del-l’anno precedente) hada subito mostrato

Favarin, tecnico della Lucchese (Foto Archivio)

Marotta del Gubbio(Foto Archivio)

La rosa della Lucchese(Foto Sito Uff)

Page 12: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 25 01 luglio 2010

12 I Migliori2^ Divisione C

Juve Stabia la migliore, Rastelli il suo profetaI tecnici del girone C della Seconda Divisione di Lega Pro rendono merito alle “api” e al loro allenatore

vincitori del campionato. D’Ambrosio, sei mesi bastano per essere incoronato miglior giovane

Mosciaro stella del campionato, il Gela risulta essere la delusione

di Flavio Grisoli

OMA – Non poteva essere che que-sto il responso dei tecnici dellaSeconda Divisione girone C. Juve

Stabia la miglior squadra dell’anno, eMassimo Rastelli il miglior tecnico. I gialloblustabiesi hanno compiuto una rimonta cheha dell’incredibile nel girone di ritorno, vin-cendo così la corsa a tre con Catanzaro(super favorito nei pronostici iniziali, e rima-sto a bocca asciutta) e Cisco Roma (oggiAtletico Roma, che ha ottenuto la promo-zione grazie agli spareggi). Per la formazionecampana si tratta del ritorno in PrimaDivisione dopo la retrocessione dello scor-so anno ai play-out contro la VirtusLanciano. Da lì si è deciso di ripartire con unnuovo progetto, alla cui guida è stato messoMassimo Rastelli, che quella retrocessionel’ha vissuta sul campo, chiudendo lì la suacarriera. Poi ha inizio la sua nuova vita daallenatore e non si può dire che l’inizio siastato così malvagio: subito promozione.Anche se l’idillio è durato davvero poco:infatti il tecnico di Torre del Greco, a dicem-bre 42enne, ha deciso di lasciare. «Sonomolto felice del riconoscimento che provie-ne dai colleghi - le prime impressioni dell’al-lenatore, ex attaccante di Catanzaro,Mantova, Lucchese, Piacenza, Napoli,Reggina, Como, Avellino, Sorrento e Juve

Stabia - perché significa che si è fatto unbuon lavoro, anche in considerazione delfatto che a gennaio abbiamo perso qualcheelemento. Tuttavia nonostante questo lasquadra ha reagito benissimo, dando ancorapiù del massimo, compattandosi in modoincredibile. Tutti i ragazzi hanno dato più del

100%. È stata - prosegue Rastelli - una sta-gione incredibile ed irripetibile». Rastelli èconsapevole che la sua Juve Stabia non erala favorita per la vittoria finale: «C’eranoaltre squadre che erano più forti di noi intermini di organico, ma alla fine non bastanole figurine per fare una squadra vincente».Infine, in molti vorrebbero sapere le vereragioni della separazione con la squadra cheha contribuito a rendere di nuovo vincente:«Si sono fatte delle valutazioni per cui si èdeciso di cambiare aria». Ma la scelta è statadi Rastelli, della società, o consensuale?«Diciamo che la scelta è stata mia, e ognitanto ricevo qualche telefonata dalla JuveStabia nelle quali mi si chiede di ripensarci,ma ormai la decisione è presa». Insomma, al“Romeo Menti” di Castellammare di Stabiala prossima stagione in Prima Divisione cisarà qualcun altro a sedere su quella panchi-na. Un altro uomo che alla sua prima stagio-ne ha lasciato decisamente il segno èManolo Mosciaro, attaccante del Catanzaro.Per il venticinquenne cosentino dal fisicoimportante (185 cm per 75 kg) una mediaprecisa di un gol ogni due partite: 16 gol in32 gare disputate. Prima dell’approdo allacorte di mister Gaetano Auteri, Mosciaronon aveva mai superato la doppia cifra intermini realizzativi: partito in D con il

RD’Ambrosio (Foto Archivio)

Mister Rastelli (Foto Resport.it)

Page 13: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 2501 luglio 2010

13I Migliori2^ Divisione gir. C

Castrovillari nel 2002, passato poi per laSanremese, il Crotone e la Pro Patria, la suamiglior stagione è stata tra le fila dei bian-cazzurri liguri nel 2005/06. Nella squadrache il prossimo anno farà il suo ritorno inSerie D, Mosciaro realizzò 9 reti in 27 pre-senze. Si è riscoperto grande finalizzatore,dalla tecnica sicuramente degna di categoriesuperiori. Difficilmente, considerando che ilCatanzaro ha fallito l’obiettivo promozione

nella scriteriata andata della finale play-offcontro la Cisco Roma (ricordiamo 0-4),Mosciaro resterà a far parte della rosa deigiallorossi nella stagione 2010/11. Chi invecenon è rimasto che soli sei mesi nella for-mazione che l’ha reso ancora più forte èDanilo D’Ambrosio, esterno alto di destra.Nato a Napoli il 9 settembre del 1988, hamosso i primi passi nel professionismo conla maglia della Fiorentina, ma mai avendo la

possibilità di esordire in A. Da lì lalunga trafila in Lega Pro. Prima ilPotenza nell’ex C1, poi una stagione emezza alla Juve Stabia: 41 presenze e 2reti. Nel gennaio è uno di quegli ele-menti “persi per strada”, utilizzando leparole di Rastelli e l’approdo al Torino

in Serie B, dove siimpone subito come ele-mento imprenscindibile,collezionando 19 gettonidi presenza e 1 rete.Sicuramente sentiremoparlare di lui. Dalle stelle,alle stalle: chiudiamoquesta nostra lungapanoramica sui “Migliori

della Lega Pro” di due settimane con la delu-sione del girone C della Seconda Divisione.I tecnici hanno scelto il Gela. La motivazioneè sempre la stessa: ci si aspettava di più,soprattutto in considerazione del fatto chelo scorso anno arrivò addirittura secondo,perdendo poi la finale play-off contro ilPescina VdG, e due anni prima la semifinalecontro il Potenza. Ma, forse, si tratta di unavvenimento ciclico: dopo la sconfitta con-tro i lucani, la stagione successiva il Gela nonandò oltre il settimo posto. E, guarda caso,quest’anno i biancazzurri sono arrivati setti-mi, dopo la débacle della stagione prece-dente. Gli amanti della numerologia già siaspettano che l’anno prossimo il Gela saràprotagonista, in positivo però.

Manolo Mosciaro (Foto Archivio) Una formazione del Gela (Foto Archivio)

Una formazione della Juve Stabia (Foto Archivio)

Page 14: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25
Page 15: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 2501 luglio 2010

15Iscrizioni Lega Pro

OMA - Siamo a luglio e come ogni sta-gione questo è il mese caldo per quan-to riguarda le iscrizioni ai rispettivi cam-

pionati di appartenenza. È iniziato da qualchegiorno l’iter che le nuove norme federali preve-dono. Molti club sono a rischio e come ci hasempre ribadito il presidente Macalli, “nessunasocietà che è in difetto sarà iscritta ai campio-nati e per quanto riguarda i ripescaggi, siamoall’ultima stagione, poi non ce ne saranno più”.Ma andiamo ad analizzare come e quale docu-mentazione si deve presentare per avere il “nul-laosta” all’iscrizione. Il 25 di giugno era il termi-ne ultimo per il deposito delle liberatorie, prov-viste di autentica da parte di un notaio. Questeavrebbero dovuto attestare il pagamento deglistipendi fino a tutto il 30 aprile 2010. Alcunesocietà si sono “salvate” per il rotto della cuffia,altre hanno i documenti non proprio in regola,altre invece non hanno rispettato la scadenza:parliamo di Arezzo, Gallipoli, Mantova e Perugiain Prima Divisione e Manfredonia, Olbia,Potenza, Pro Vercelli e Scafatese in Seconda.

Anche l’iscrizione al campionato è scaduta (iltermine ultimo era il 30 giugno): le società chevorranno iscriversi devono presentare unaserie di documenti che provvediamo ad elenca-re: copia del bilancio al 30/06/2009, attestazionidi pagamento di Irpef, Enpas e Fondi di FineCarriera a tutto aprile 2010, copia della relazio-ne semestrale al 31/12/2009, pagamento deivari tributi come Iva, Ires e Irap. La quota diiscrizione prevista è di 31 mila Euro, più unafideiussione di 400 mila Euro per i club di PrimaDivisione e 200 mila per quelli di SecondaDivisione. Logicamente a questa va aggiunta laquota a fondo perduto pari al valore della fide-iussione. Tutta la documentazione sarà quindivisionata dalla Co.vi.Soc. che entro il 7 luglio2010 darà il suo parere su ogni singola societàche ha prodotto i documenti richiesti. Il termi-ne ultimo per presentare ricorso è il 10 luglio,con relativa integrazione della documentazioneche risulta mancare. Da qui si valuteranno glieventuali punti di penalizzazione (da 1 a 6 inbase a dei criteri di valutazione) da scontarenella prossima stagione. Presentare le liberato-rie non è sinonimo di “iscrizione scontata”.

Sono molte le società che rischiano di nonessere ammesse come la Salernitana per unosquilibrio tra ricavi e indebitamento, il Rimini eil Foggia per il ritiro della Cocif che non ha tro-vato acquirenti, poi Cavese, Olbia, Canavese,Itala San Marco, Legnano, San Marino eVillacidrese. L’ultimo argomento è quello deiripescaggi, ne abbiamo già parlato abbondante-mente, ma riassumiamo dicendo che per laPrima Divisione c’è bisogno di 800 mila Euro eper la Seconda c’è bisogno di 400 mila (il crite-rio resta sempre lo stesso: 50 % per la doman-da e 50 % per il fondo perduto in favore dellaFIGC). I criteri invece riguardano il piazzamen-to nell’ultimo campionato (50 %), la tradizionesportiva della città (25 %) e il numero medio dipresenze negli ultimi 5 anni (25 %). Ma il nume-ro uno della Lega di Firenze, si aspettava le dif-ficoltà di così tante squadre? «Lo diciamo da 10anni che la situazione è difficile. Finora alcuni sonoriusciti a compiere dei miracoli, ma ora escono fuoriquelli in difficoltà. Si è sempre fatto calcio al di sopradelle righe, ora tutti ne paghiamo le conseguenze».Come già ripetuto in più occasioni la Lega Prouserà il pugno duro (o in altre parole la logica)con le società che non sono in regola. Macallirisponde secco: «Se un campionato costa circa 2milioni di Euro, com’è possibile che una società nonabbia i 200 mila Euro per la fideiussione?». È unadelle tante domande che tutti ormai si pongo-no e a cui non si è ancora trovata una risposta.

R

Lega Pro e le iscrizioni: siamo alle solitedi Luigi Cardarelli

Page 16: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25
Page 17: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 2501 luglio 2010

17Latina

di Piero Barbaro

OMA – Per l’uffi-cialità probabil-mente bisognerà

aspettare poche ore mail nuovo progetto delLatina del presidenteMichele Condò è già par-tito da un pezzo. In que-sti giorni sarà ufficializza-ta la nuova guida tecnicadella squadra pontina:nessuna sorpresa perchésarà mister StefanoSanderra a guidare ilLatina il prossimo anno.La scelta del misterromano è spiegata dalPresidente stesso: «Giàl’altro anno volevamo avva-lerci del lavoro del misterma per alcune ragioni pre-gresse, sia dell’allenatorecon la sua ex squadra(Cassino, ndr) sia nostrecon il precedente mister,hanno solo posticipato que-sto matrimonio sportivo.L’altro anno abbiamomostrato interesse perSanderra ma è successotutto talmente all’improvvi-so che non siamo riusciti aparlare di un eventualeaccordo». Perché un “ser-gente di ferro” alla guidadel Latina? Sanderra giàsembra essere il pupillodel numero uno neraz-zurro: «È un sergente diferro come piace a me e alui affideremo una squadracon giovani interessanti,presi anche dalla nostraottima Juniores. Inoltre mipiace il fatto che lavori intandem a stretto contattocon il fratello Luca, che sarà

Ril nostro preparatore atleti-co. Oltre a questo misterSanderra ha parecchiaesperienza anche in Primae Seconda Divisione, haallenato al sud dove icampi sono senza dubbiopiù caldi. Insomma il suocurriculum ci è piaciuto e ciha stuzzicato». Un curri-culum di tutto rispettoper l’allenatore romano,classe ’67, che può vanta-re esperienze importantinel Barletta, Gela, Tivoli,Frosinone e L’Aquila.Con i canarini, in partico-lare, ha conquistato lapromozione in C2 nel2001. La società diPiazzale Prampoliniinsomma guarda positiva-mente al futuro, e perfare tutto questo si è affi-data da poco al nuovodirettore generale Facciche dovrà portare l’espe-rienza maturata giocandoin squadre e società diserie A e B, tra cui ilNapoli e la Salernitana.Tutto questo lavorandoal fianco di un altro exgiocatore dal passato illu-stre, ma più circoscrittoalla provincia pontina,come GianfrancoMannarelli: «Il nostronuovo direttore generaleinsieme al ds Mannarellihanno già iniziato a lavora-re seguendo anche le indi-cazioni del nuovo allenato-re per una squadra nuova,puntando su un gruppo di3-4 giovani importanti e unaltro gruppo di calciatoriesperti più anziani. Laspina dorsale della nostra

squadra dovrà forzatamen-te fare riferimento ai gioca-tori che hanno più espe-rienza». Proprio il nume-ro dei giovani da inserirein squadra ha fatto moltodiscutere nella passatastagione. Per alcuniaddetti ai lavori solo lesquadre con giovani diottima qualità sarebberoriuscite a raccogliererisultati soddisfacenti.Anche il presidenteCondò si allinea a questopensiero: «Intanto que-st’anno pare siano 4 i gio-vani da inserire forzata-mente in formazione (loscorso anno 5, ndr). Sonosenza dubbio la nostraprincipale risorsa. I pessimirisultati conseguiti dallanostra Nazionale inSudafrica hanno messo anudo che non ci sono i giu-sti investimenti nei settorigiovanili e così succede cheuna volta spremuta la vec-chia guardia non ci sia piùnessuno dietro. Bisognaattingere di più dai nostrivivai». Ultimo capitoloquello del mercato, quel-lo su cui il presidenteCondò non si vuolesbottonare più di tanto.Presidente, conosceTagliamonte? «Lo conoscodi nome, non personalmen-te, ma non so bene comestiano andando le nostretrattative di mercato, se neoccupano Facci eMannarelli. Per adesso sitratta solo di chiacchiere».Vincenzo Tagliamonte,difensore classe ’91, sem-bra interessi parecchio

alla società pontina dopol’ottima annata passatanella Paganese. Il presi-dente Condò forse nonconoscerà personalmen-te neanche AkeemOmolade, attaccantedell’83, che però conoscemolto bene misterSanderra avendolo giàallenato ai tempi del Gelae dopo l'esperienza diBarletta, ha disputato lastagione appena conclusacon la Vibonese, semprein Seconda Divisione,collezionando 26 presen-ze e 6 gol. «Sì, questo soche è un giocatore chepiace molto al mister.Faremo tutto con calma,non abbiamo fretta». Sulfronte cessioni ancoranon si sa nulla su uno deitalenti più interessantidel calcio pontino, ildifensore Moretto:«Moretto è un nostro gio-catore, so che ha fatto un

provino con l’Ascoli in serieB, so anche che è andatomolto bene, ma ancoranessuno si è fatto sentire erimane quindi nostro a tuttigli effetti». Un interessamento quel-lo della squadra ascolananon nuovo in quel diLatina, anche un altro exnerazzurro, SimonePesce, ha compiuto ilgrande salto nel profes-sionismo proprio nelleMarche. Sembra questaquindi la probabile eprossima destinazionedel baby nerazzurroMoretto.

Il Latina e Sanderra finalmente sposi

Stefano Sanderra (Foto Archivio)

Page 18: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 2501 luglio 2010

18 Trento

di Flavio Grisoli così il punto più basso della storia della com-pagine degli “Aquilotti”. La stagione attuale erainiziata come peggio non si poteva immaginare,con una penalità di 10punti sul groppone chenon lasciava speranze sulpossibile, pronto, ritornoin D dei gialloblu.Fortunatamente perloro, la penalizzazione èstata revocata, dandocosì l’opportunità alTrento di giocarsi le suechances. E non si sonofatti pregare, i trentini,dominando il campionato echiuendo la classifica con largomargine sulla Fersina Perginese. Laprossima stagione, quindi, il Trento ripar-tirà da Uber Manfredini, classe 1949. Non haun curriculum di altissimo profilo, (motivo peril quale la tifoseria ha pesantemente criticato il

presidente e cre-dono che l’avventu-ra di Manfredini

d u r e r àdavverom o l t opoco inquel diTre n t o )ma unagrande esperienza da “talent-scout”,avendo ricoperto per diversi anni ilruolo di osservatore della Fiorentina,società per la quale ha anche giocato.

Per il resto, l’esperienza più significatival’ha vissuta nel 2005-06 alla guida

dell’Angri, in Serie D. Si era parlato addirit-tura di Domenico Caso, oggi responsabile delSettore Giovanile dell’Atletico Roma (exCisco Roma), ma poi la scelta è caduta suManfredini, ritenuto l’uomo giusto per viverefinalmente una Serie D da protagonisti.

Il Trento e la Serie D, una storia infinita

OMA – Le Aquile di San Venceslao tor-nano a volare. Dopo un campionatodominato fin dalle prime battute, e

piazzato lo scatto decisivo nella sfida contro laFersina Perginese seconda in classifica (battutain trasferta il 28 febbraio per 2-1), i gialloblu delpresidente Marco Fatinger e guidati in panchi-na da Marco Melone (al quale, due giorni dopola promozione, è subentrato Uber Manfredini)hanno conquistato nuovamente la Serie D. Ilrapporto “complicato” con l’Interregionalerisale dalla stagione 2007/08: campionatoInterregionale, girone B. Il Trento retrocede inEccellenza dopo aver perso la doppia sfida diplay-out contro il Fanfulla (0-2 a Lodi e 1-4 al“Briamasco” di Trento). I trentini si salvanosolamente grazie al ripescaggio, ma è il cantodel cigno. Infatti, la stagione 2008/09 si chiudeancora peggio rispetto alla precedente, con laretrocessione diretta in Eccellenza, toccando

R

Negli ultimi tre anni la compagine gialloblu ha vissuto un rapporto conflittuale

con l’Interregionale, ma forse adesso si sono gettate le basi per essere finalmente protagonisti

Il presidente del Trento Marco Fatinger (Foto Sito Ufficiale) La festa dei giocatori del Trento (Foto Archivio)

Page 19: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25
Page 20: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 2501 luglio 2010

20 Voci dal Palazzo

OMA - Quando qualchemese fa avevamo previstola non assegnazione

all’Italia dei campionati europei(battuti anche dalla Turchia) ela disfatta della nazionale aimondiali di calcio eravamo gliunici… Vox clamans in deserto.Altri forse erano affaccendatialla ricerca di biglietti per lepartite in Sudafrica o di qualchealtro beneficio da poter lucrare,in un silenzio di tomba, e ci con-sideravano delle povereCassandre… Nessuno è profetain Patria. Allorché abbia-mo invocato il ritorno delRe (il Presidente Carraro)non era per nostalgia delpassato, ma il membro per-manente del CIO era erimane l’unico in grado dipoter salvare la FIGC dalbaratro. I servitori dell’at-tuale regime ci hanno accu-sato di complotti, di lesamaestà, di tentato regicidio.Hanno sguinzagliato glisgherri della ProcuraFederale per far tacere lavoce di Robin Hood… ma malgliene incoglie. Oggi tutti dico-no, blaterano, scrivono quelloche noi diciamo e chiediamo datempo: aria di pulizia e rinnova-mento all’interno dellaFedercalcio. Il Presidente Abetenon può scaricare tutte le colpesolo su Lippi: lui da solo lo hascelto, lui da solo ha stabilito ilcompenso da 5 milioni di Euro,lui da solo ha permesso a Lippidi fare il bello ed il cattivotempo, lasciando con presun-zione e boria in panchina o inItalia giocatori di prim’ordineche non appartenessero allaJuventus, o non avessero un

procuratore di nostra conoscen-za e ben conosciuto da tutti.Dov’era il Presidente Federalequando si compivano tutti que-sti misfatti? Era ed è pieno dellasua arroganza e della sua pre-sunzione ed ostentando sicu-rezza ripeteva ad ogni pièsospinto: tutto va bene mada-ma la marchesa. Oggi, se avesseun briciolo di orgoglio e di digni-tà personale, rassegnerebbe lesue dimissioni da presidentefederale, ma la dignità e la fie-rezza non abi-tano all’ulti-

mo piano di ViaAllegri 14. A differenza di altri,siamo consapevoli, purtroppo,che nulla cambierà. In ConsiglioFederale, che si riunirà venerdì2 luglio p.v. Macalli e Tavecchionon avranno il coraggio di direniente, il primo poiché è Abete- dipendente, il secondo per lasua vocazione alla mediazioneed alla pacificazione. La classepolitica del nostro paese è intutt’altre faccende affaccendatae non ha né il tempo né la vogliadi pensare alla Federcalcio, alcontrario di come è avvenuto inFrancia dove il PresidenteSarkozy in 2 minuti ha dimissio-

di Robin Hood nato tutti e voltato pagina.Sottosegretario On. Letta, se cisei batti un colpo, Tu sei l’unicoche d’intesa con il PresidenteCarraro può fare il miracolo. Imotivi di questa disfatta liabbiamo elencati da tempo evengono da lontano: la chiusuradella scuola federale dell’AcquaAcetosa, il mancato interventosull’ammodernamento e la sicu-rezza degli stadi, il non poten-ziamento e rilancio del settoregiovanile scolastico, un diversoorganigramma e maggiore atti-vismo del settore tecnico di

Coverciano, l’essersi circonda-to da una corte di miracoli,incapace ed insensibile a risol-vere ogni qualsivoglia proble-ma. Per ultimo ma non menoimportante, la mancanza dideleghe ai Vice Presidenti cheavrebbe permesso loro diesercitare delicate funzioniche da solo il PresidenteAbete non ha potuto svolge-re, come ce lo hanno dimo-strato i fatti. Avverrà que-sto rinnovamento, ci sarà ilritorno del Re?Onestamente non siamo

fiduciosi che ciò possa avvenire.Noi rimaniamo pronti ed atten-ti e vigili su quello che succedein Federcalcio, con la volontà diorganizzare quanto prima,regione per regione, riunioni dipresidenti di società che abbia-no il coraggio e la forza di cam-biare e chiedere a gran voce cheil Presidente Abete vada a casa.Un movimento di popolo chesarà difficile fermare, e, manmano che passano i giorni puòdivenire una valanga, alla qualenessuno potrà sottrarsi con leproprie responsabilità. CariPresidenti il nostro mottoè….allerta sto!

Robin Hood aveva ragione. Qualcuno però vuole farlo tacere“Il Presidente Abete non può scaricare tutte le colpe solo su

Lippi: lui da solo lo ha scelto, lui da solo ha stabilito il compensoda 5 milioni di Euro, lui da solo ha permesso a Lippi di fare il

bello ed il cattivo tempo, lasciando con presunzione e boria inpanchina o in Italia giocatori di prim’ordine che non apparte-

nessero alla Juventus, o non avessero un procuratore di nostraconoscenza e ben conosciuto da tutti. Dov’era il Presidente

Federale quando si compivano tutti questi misfatti?”

R

Oggi Abete se avesse un briciolo

di orgoglio, di dignità personale,

rassegnerebbe le sue dimissioni

da presidente federale, ma la

dignità e la fierezza non abitano

all’ultimo piano di via Allegri 14.

A differenza di altri, siamo

consapevoli che nulla cambierà

Page 21: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Numero 2501 luglio 2010

21Rubrica

xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

Mauro Gasperini e l’italica disfattaOMA - La frittata è servita! L’italiaesce ignominiosamente dal Mondiale,messa fuori da una “squadretta” di

dilettanti allo sbaraglio. Ma in realtà queidilettanti eravamo noi, impauriti, imbolsiti,senza essere capaci di fare due passaggi diseguito. E Marcello, mi spiace dirlo, ci hamesso del suo, ignorando l'unica punta ingrado (come si è visto) di penetrare il bunkerdegli Slovacchi, ovvero Quagliarella. È crisiprofonda del calcio italiano, guidato da diri-genti la cui incompetenza è giunta ai massimilivelli, ma il Presidente Abete anziché vergo-gnarsi e dire basta, ha ribadito che non sidimetterà, come invece dovrebbe fare qual-siasi stratega battuto, non solo sul campo.Infatti gli insuccessi del presidente federalenon si limitano alla tragicomica trasfertasudafricana, ma anche alle bocciature perEuro 2012 e 2016, la scarsissima considera-zione che gode nei Palazzi del potere, lodimostrano le assegnazioni arbitrali tutte a

noi sfavorevoli. Quindi, più che a Lippi laWaterloo italica va attribuita agli ormaiobsoleti dirigenti, che non mollano il cadre-ghino, anzi... fosse per loro ci starebbero avita. Ed è inutile che il buon Claudio CesarePrandelli inizi con la volontà di rinnovamen-to: se non cambiano i vertici ci saranno altretragicommedie, e allora non si potrà più pian-gere sul latte versato. Nella prossima rubrica,cosi come ho fatto per Moggi, scriverò unalettera aperta a Lippi chiedendogli alcunespiegazioni (ne ho il diritto perché ho sem-pre difeso le sue scelte) la ragione di alcunestrategie discutibili. Visto la Germania, con isuoi giovani frizzanti e bravi? Magari perderàil mondiale, ma ha fatto vedere che col corag-gio si può raggiungere traguardi insperati. Poi,e concludo, c'è la farsa arbitrale che ha scon-volto le classifiche finali: oddio, sia Germaniache Argentina alla lunga meritavano la vitto-ria, ma i macroscopici errori di Larrionda eRosetti hanno in un certo senso pilotato il

risultato, nonpotendosi avva-lere del suppor-to tecnologicocome in tutti glialtri sport. Macosì vuole ildespota Blatter,suffragato inq u e s t odall’International Board tutto britannico: ser-virà lo sbaglio che ha condannato i leoniinglesi, a far cambiar parere ai parrucconi? Nedubitiamo, ma ormai il calcio è rimasto, unicotra gli sport, a rimanere all'età della pietra. Ese la rete di Hurst (mondiale ‘66 inInghilterra) fa ancora discutere, oggi un erro-re similare non può che farci inorridire... Perla loro presupponenza, stanno rovinando unosport di per sé godibile, ma sciaguratamentemandato allo sbaraglio dai soliti noti. Usquetandei Catilina, abutere patientia nostra?

R

Page 22: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25
Page 23: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25

Il Tre Fiori sconfitto dal Rudar Pljevlja 3-0di Luigi Cardarelli e Flavio Grisoli

Marino renderà visita al Rudar, sperando ditrovare quel gol europeo che tanto manca. Afine gara, abbiamo raccolto le dichiarazioni deltecnico del Tre Fiori Floriano Sperindio:«Chiaramente non sapevamo benissimo il valoredell'avversaria, considerando che non avevamo fil-mati e informazioni precise, quindi siamo partiti unpo' più coperti. Comunque le nostre occasioni leabbiamo avute, abbiamo provato a fare quel gol chein Europa vale e andare in Montenegro con un 1-2. Naturalmente, con quel risultato si sarebbeandati lì con degli stimoli diversi rispetto che conuno 0-3». Nel secondo tempo, la squadra è cala-ta vistosamente dal punto di vista fisico: «Nonc'è dubbio, loro tendevano a far girare molto la palla,e noi dovevamo coprire tutti gli spazi, poi il campoè molto grande e noi non ci siamo abituati. Avevamoqualche elemento reduce da infortuni e con pochiallenamenti sulle gambe. Nonostante tutto questo,abbiamo tenuto bene il campo». Sulle occasioniavute nella ripresa: «Abbiamo avuto due nitidepalle gol, e un episodio dubbio in area di rigore anostro favore che la terna arbitrale non ha visto e dicerto non ci ha favorito». Su Micheletti: «Il valoredel nostro portiere è quello dei grandi interventicompiuti nella ripresa, ci ha salvati più volte durantela nostra stagione, ed è stato un vero protagonistadelle nostre vittorie». Sperindio conclude lancian-do il guanto di sfida per il ritorno: «Cercheremodi fare una partita con intensità e grinta, soprattut-to a livello di impegno che comunque anche ques-ta sera non è mai mancato».

EPUBBLICA DI SAN MARINO - Passofalso del Tre Fiori nella prima uscitaEuropea della nuova stagione. Nella gara

d'andata della prima fase di qualficazione dellaChampion's League, la formazione di FlorianoSperindio è stata sconfitta per 3-0 dalla squadracampione di Montenegro, il RudarPljevlja. Un risultato forse bugiar-do e troppo pesante per i cam-pioni sammarinesi, chehanno mostrato un buoncalcio soprattutto nellaseconda frazione di gioco,dopo che la prima si eraconclusa sul risultato di 0-2. Probabilmente l'undicititano ha pagato l'e-mozione dell'esordio con-tro una squadra aggressivasoprattutto in mezzo alcampo, e che ha preso il coman-do delle operazioni fin dalle primebattute di gioco. Il modulo scelto daSperindio ad inizio gara ha influito molto sullepossibilità offensive dei suoi ragazzi, visto che ilcentravanti Aruta è stato lasciato solo a com-battere con i coriacei centrali difensivi ospiti,che hanno sempre anticipato la punta, che nonè mai riuscito a rendersi pericoloso. Due azionisulle fasce laterali hanno così permesso ai mon-

Rtenegrini di portarsi sul 2-0 a pocadistanza, complice anche un incer-to Micheletti soprattutto nellaseconda rete ospite. La secondafrazione di gioco si è aperta contre nitide palle gol per il Rudar, sal-vate dall'estremo difensore sam-marinese, che così si è fatto per-

donare dell'errorep r e c e d e n t e .

Sperindio noncambia subito

l'assetto tat-tico, ma ilsuo cen-trocamporiesce adarginare con più effica-cia la maggior freschezza

atletica degli ospiti.Risultato: due occasioni

chiare da rete per il TreFiori, una clamorosa, sprecata

da uno stremato Aruta, che calciaalto da posizione favorevolissima. La

gara si trascina stancamente fino al recuperoquando, da una punizione inesistente fischiatasull'out di destra, arriva il cross per la rete del3-0 montenegrino, con una difesa di casa nonesente da colpe. Arriva così il triplice fischio deldirettore di casa maltese, piuttosto contestatodai padroni di casa per una direzione quasi a

senso unico peri montenegrini, eha negato al TreFiori un chiaris-simo calcio dirigore nel sec-ondo tempo,quando ancorasi era sullo 0-2, eper il qualeSperindio hare c r i m i n a t omolto. Terminacosì 3-0, la setti-mana prossimala squadra cam-pione di San

Numero 2501 luglio 2010

23Champions League

Floriano Sperindio (Foto Archivio)

Il Rudar (Foto Sito Ufficiale)

Page 24: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.25