rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013
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Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ
UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI
RASSEGNA STAMPA
SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO
DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB
Anno IV - Roma,1-5 Luglio 2013
A cura di
Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione
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Collaborazione
Monica D’Arcangelis,
Alessandro Tudino
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013
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SHOAH: INSEGNANTE NEGAZIONISTA;
UGEI A MINISTRO,'RIMUOVERLO'
5 Luglio 2013
PADOVA - La richiesta di ''sollevare dall'incarico'' un insegnante padovano che
negherebbe l'esistenza della Shoah e' stata avanzata dalla presidente dell'Unione giovani
ebrei d'Italia, Alessandra Ortona, al ministro dell'Universita' Maria Chiara Carrozza.
La vicenda, ricorda Ortona nella lettera indirizzata al ministro, riguarda gli esami di
maturita' del Liceo scientifico Curiel di Padova, nel quale un professore, Franco Damiani
di Villafranca Padovana, era stato chiamato a presiedere la commissione di esame di due
classi. A cinque giorni dalle prove di maturita' il docente e' stato sollevato dall'incarico sulla
base di alcune affermazioni fatte nella sua pagina Facebook sull'errata metodologia
didattica della Curiel, in relazione proprio all'Olocausto.
Damiani e' stato piu' volte trasferito negli ultimi dieci anni (in un caso su sua richiesta) ed e'
stato oggetto anche di interrogazioni parlamentari, nonostante le quali e' stato nominato
quattro volte presidente di commissione agli esami di maturita'. ''Siamo a chiederci -
sottolinea Ortona - come sia possibile che, mentre in diversi Paesi dell'Unione Europea e'
ormai da tempo stato introdotto il reato di negazionismo, in Italia, a coloro che negano
l'Olocausto, sia concesso insegnare liberamente nei licei e prendere parte alle commissioni
degli esami di stato''.
Nel chiedere un incontro al ministro sulla questione, l'Ugei auspica che a Damiani ''non sia
piu' permesso insegnare e che simili provvedimenti vengano presi nei casi in cui tesi
negazioniste o incitanti all'odio e alla discriminazione siano promosse all'interno di scuole e
universita'''. (ANSA).
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Volantino di insulti contro i vicini «negri»
giovane nei guai per razzismo
5 Luglio 2013
Due famiglie senegalesi bersaglio di un operaio 21enne: denunciato. E'
indagato per minacce, diffamazione e discriminazione
VEDELAGO (Treviso) — I litigi tra vicini sfociano in veri e
propri insulti razzisti ai danni di due famiglie di origine
senegalese. Denunciato per minacce, diffamazione e razzismo
un operaio 21enne di origine siciliana. Secondo i carabinieri, il
giovane si sarebbe vendicato di presunti dispetti da parte dei
condòmini affiggendo sul portone d’ingresso della palazzina
un volantino offensivo e dai contenuti razzisti: «Vi vengo ad uccidere perché non siete
persone ma m… negre».
A denunciare il fatto agli uomini dell’Arma è stata, qualche settimana fa, una delle due
famiglie senegalesi che vivono al primo piano della palazzina a Vedelago. Giusto sopra
l’appartamento in cui il giovane operaio di origine siciliana si è trasferito con la famiglia da
un paio d’anni. Persone che da tempo vivono in paese e sono ben integrate e mai avevano
avuto problemi di questo tipo. Rientrando dal lavoro una sera, però, la moglie del
capofamiglia ha trovato, affisso sul vetro del portone, un volantino scritto a mano e
riportante le seguenti frasi: «Il primo negro figlio di p… (scritto in siciliano) che butta
ancora cibo nella mia villetta e il cane se lo mangia per colpa vostra, vi vengo ad uccidere
perché voi non siete persone, ma delle m… negre ».
Impossibile per i due nuclei familiari ignorare un messaggio minaccioso e offensivo di
questa portata. A far scattare la rabbia razzista del condomino, sarebbe stata la presenza nel
giardino di cibo che, a suo dire, i vicini stranieri gettavano al suo cane, un meticcio di taglia
piccola. Questo e alcuni problemi di convivenza dati però, non dai comportamenti degli
stranieri, ma proprio del ragazzo che sarebbe solito tenere la musica alta e fumare negli
spazi comuni del palazzo. «La signora che ha denunciato i fatti ci ha riferito che per le due
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famiglie straniere è impossibile interagire con il ragazzo e i suoi congiunti - spiega il
capitano Salvatore Gibilisco -. Ma se questi semplicemente ignorano i condòmini
senegalesi, non rispondendo neppure ai cenni di saluto, il ragazzo li insulta e li accusa di
disturbare». I carabinieri hanno svolto le prime indagini, ritenendo il 21enne responsabile
della produzione e dell’affissione del volantino. L’operaio è indagato per minacce,
diffamazione e discriminazione a sfondo razziale. Sul foglio manoscritto, su disposizione
della procura, sarà probabilmente effettuata una perizia calligrafica.
(fonte http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/4-luglio-
2013/volantino-insulti-contro-vicini-negri-giovane-guai-razzismo-2221991276215.shtml)
SANITA': PEDIATRI, GARANTIRE
ASSISTENZA A FIGLI IMMIGRATI
IRREGOLARI IN LOMBARDIA
5 Luglio 2013
FIMP, DECISIONE REGIONE INACCETTABILE
Roma, 4 lug. (Adnkronos Salute) - La Federazione italiana medici pediatri (Fimp), in
riferimento alla decisione della Regione Lombardia di non consentire l'assistenza dei
pediatri di famiglia ai figli di immigrati irregolari, ricorda la dichiarazione dei Diritti del
fanciullo: ogni bambino infatti, senza discriminazione alcuna, deve godere degli stessi
diritti, compreso il diritto alla tutela sanitaria. Non e' quindi giuridicamente e soprattutto
eticamente possibile - si legge in una nota - consentire che i figli di immigrati irregolari,
non possano essere iscritti negli elenchi dei pediatri di famiglia. E' una situazione
inaccettabile che crea unaá grave diseguaglianza potenzialmente rischiosa per la salute di
questi piccoli migranti.
L'accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 ha definito nuove modalita' interpretative
per l'assistenza ai migranti irregolari, compresa l'assistenza dei medici di medicina generale
e dei pediatri di famiglia. Alcune regioni hanno gia' legiferato in materia, mentreáin
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Lombardia questo diritto e' stato negato. I pediatri di famiglia della Fimp si sentono
chiamati in causa in prima persona per dare voce e rivendicare, aldila' di qualunque colore
politico, il diritto dei piccoli migranti irregolari ad usufruire dell'assistenza pediatrica
primaria. Assicurare le condizioni perche' i bambini migranti crescano e si sviluppino nel
migliore dei modi e' un imperativo etico, e l'assistenza pediatrica e' parte integrante e
irrinunciabile di questo processo che ci chiama tutti in causa.
Mencucci ai disabili: “Non c’è
discriminazione”
5 Luglio 2013
Nessuna discriminazione, tantomeno nei confronti delle persone costrette a convivere con
problemi di salute importanti. La Fiorentina, con il suo amministratore delegato Sandro
Mencucci, rigetta le accuse piovute da parte del presidente dell’associazione paraplegici
toscani. «Posso dire che la nostra società è tra le più attente a livello nazionale alle
problematiche di queste persone – ha detto -, ma in questo caso ci sono regole da
rispettare, regole per altro imposte da Lega Calcio e Uefa. Non possiamo accondiscendere
a richieste impossibili, perché a non essere rispettoso sarebbe soprattutto questo».
Sono in tutto oltre trecento i disabili che ogni due settimane vedono le porte del Franchi
aprirsi: una parte di loro, che fino allo scorso campionato erano sistemati a fianco del
parterre di tribuna devono accettare una diversa collocazione in virtù dei lavori di restyling
dell’impianto (anche per non finire relegati ai margini dello stesso settore). «C’è sempre
stata grande attenzione nei confronti delle esigenze dei nostri tifosi, ma siamo anche stati i
primi a spiegare il perché di questa necessità. Non possiamo accondiscendere a
determinate richieste quando ci sono delle norme che te lo impediscono». La Fiorentina,
insomma, non getta benzina sul fuoco. E’ questione di rispetto, ha ribadito Menucci, anche
perché l’attenzione della dirigenza nei confronti di determinate categorie non è mai venuta
meno.
(fonte http://www.violanews.com)
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Corte di Giustizia europea: La normativa
italiana sull’inserimento lavorativo dei
disabili non ottempera pienamente agli
obblighi derivanti dal diritto dell’Unione
europea
5 Luglio 2013
Non attuato l’obbligo per tutti i datori di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli
per rispondere alle esigenze dei lavoratori disabili.
Corte di Giustizia dell'Unione europea, sentenza dd. 04.07.2013, causa C-312/11
(Commissione europea c. Italia)
(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/cgue_04072013_312_11.pdf)
Il comunicato stampa della Corte di Giustizia europea (sentenza 04.07.2013 causa
C- 312/11)
(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/cgue_04072013_com_stampa.pdf)
La Corte di Giustizia europea, con la sentenza 4 luglio 2013 nella causa Commissione
europea c. Italia (causa C-312/11), ha dichiarato che la Repubblica Italiana, non avendo
imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni
concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, è venuta meno al suo obbligo di
recepire correttamente e completamente l’art. 5 della direttiva 2000/78, che stabilisce un
quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di
lavoro.
La questione deriva dal fatto che la nozione di disabilità contemplata nella giurisprudenza
della Corte di Giustizia europea e che riflette quella definita dalla Convenzione ONU sui
diritti delle persone con disabilità appare di portata più ampia e generale di quella prevista
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dal diritto interno italiano in materia di inserimento lavorativo dei disabili, che concerne
solo quelli che ottengono lo specifico riconoscimento previsto dalla legge interna n. 68/99
con riferimento alla quote di capacità lavorativa residua inferiore al 55% o al 70% per i
disabili da infortunio sul lavoro. Ugualmente, l’obbligo di ragionevole adattamento delle
posizioni lavorative alla condizioni dei lavoratori disabili nel diritto interno italiano non ha
portata generale, così come invece richiesto dalla direttiva 2000/78, bensì riguarda solo
taluni datori di lavoro e non concerne tutti gli aspetti della relazione di impiego, incluso
quello dell’accesso all’impiego, ovvero della selezione e del reclutamento del personale.
Per approfondimenti, si rimanda al comunicato stampa della Corte di Giustizia dell’Unione
europea, così come al commento alla recente ordinanza del Tribunale di Bologna dd. 18
giugno 2013, al link:http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2817&l=it
(fonte www.asgi.it)
Perplessità legali e pratiche sulla
“badante” in classe
5 Luglio 2013
«Se la legge assegna a un Ente Pubblico la titolarità di un servizio come quello di assistenza
alla comunicazione, per gli alunni con disabilità, è lo stesso Ente Pubblico che deve
assumersene direttamente la responsabilità»: lo dichiara l’avvocato Gaetano De Luca della
LEDHA, di fronte alla proposta presentata da un Comune lombardo al genitore di una
ragazza con disabilità, di assumere egli stesso l’assistente alla comunicazione
Assumere l’assistente alla comunicazione che dovrà
seguire la figlia durante le ore di lezione con le stesse
modalità di una colf o di una badante: è la proposta
presentata dal Comune di Meda (Moza Brianza) a
Renato Dassi, presidente dell’Associazione Genitori La
Nostra Famiglia, e padre di una ragazza con disabilità
che frequenta la scuola superiore. «Una proposta – ha
commentato lo stesso Dassi – che ci ha lasciato letteralmente di stucco. Per il prossimo
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anno scolastico, infatti, dovremo essere noi i datori di lavoro dell’assistente e la Provincia
ci rimborserà le spese in base al monte ore che verrà assegnato a mia figlia». Si tratta di un
sistema che già a prima vista suscita una serie di perplessità, innanzitutto da un punto di
vista pratico e organizzativo. «Come posso io mandare un mio dipendente – si chiede
Dassi – a lavorare all’interno di un’Istituzione Pubblica come la scuola? E come devo fare
in caso di malattia? Rischiare che mia figlia resti per giorni o settimane senza assistenza?».
Ma le perplessità sono anche di ordine legale, come evidenzia l’avvocato Gaetano De Luca
del Servizio Legale della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità,
componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento
dell’Handicap). «Ritengo – sottolinea De Luca – che si tratti di una modalità assolutamente
contraria ai princìpi legali che stanno alla base della fornitura di un servizio pubblico
garantito dalla legge». Infatti, l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione – assieme agli
insegnanti di sostegno – rappresenta un servizio espressamente previsto dalla legge
(articolo 13 della Legge 104/92) e rappresenta un istituto fondamentale per garantire
l’effettivo esercizio del diritto all’inclusione scolastica previsto dal nostro ordinamento
giuridico.
«Se la normativa assegna ad un Ente Pubblico, in questo caso la Provincia, la titolarità del
servizio – dichiara quindi De Luca – è l’Ente Pubblico che deve fornirlo e che rimane
responsabile del procedimento di erogazione. Limitarsi invece a erogare un contributo,
“spogliandosi” dell’organizzazione e della gestione del servizio, affidandolo allo stesso
titolare del diritto ad ottenerlo, costituisce a mio parere un palese inadempimento dei
propri dovere istituzionali».
(Ufficio Stampa LEDHA)
(fonte http://www.superando.it/2013/07/04/perplessita-legali-e-pratiche-sulla-badante-in-classe/)
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VIOLENZA SU DONNE: LAZIO, CONSIGLIO
REGIONALE APPROVA MOZIONE CONTRO
FEMMINICIDIO
5 Luglio 2013
Roma - Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori, ha approvato a
maggioranza una mozione che impegna il presidente della Regione e la Giunta ad una serie
di ''misure urgenti per il contrasto della violenza di genere sulle donne-femminicidio''. Il
documento porta le firme dei consiglieri del Gruppo Per il Lazio Marta Bonafoni, Cristiana
Avenali, Daniela Bianchi, Rosa Giancola, Teresa Petrangolini e Baldassarre Favara e
deiconsiglieri del Pd Rodolfo Lena e Eugenio Patane'.
Con la mozione si chiede, in particolare, di provvedere: ''Al rifinanziamento e alla
diffusione dei centri antiviolenza; alla previsione di una discussione sull'istituzione di un
Osservatorio regionale sulla violenza di genere; all'istituzione di una rete regionale
operativa tra tutti i soggetti coinvolti per contrastare la violenza di genere, per promuovere
attivita' di prevenzione e garantire adeguata accoglienza, protezione e sostegno alle vittime
di maltrattamenti".
Inoltre si chiede di provvedere "all'immediata convocazione di un tavolo con le
organizzazioni non governative e le associazioni operanti nel territorio regionale nella lotta
contro la violenza di genere, per l'individuazione delle misure di contrasto del
femminicidio e di ogni forma di abuso e discriminazione nei confronti delle donne''.
Presente in aula l'assessore alle Pari Opportunita' Concettina Ciminiello, che ha
preannunciato l'adesione agli impegni contenuti nell'atto di indirizzo approvato.
(fonte Adnkronos)
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VIOLENZA SU DONNE: DEPUTATI M5S
ARS, STOP A PUBBLICITA' BASATA SU
SESSO
5 Luglio 2013
IL GRUPPO PARLAMENTARE ALL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
HA PRESENTATO UN'INTERPELLANZA AL GOVERNO
Palermo - - Stop alla pubblicita' sessista. E' questo il messaggio che arriva al governo da
una interpellanza del Movimento 5 stelle all'Assemblea regionale siciliana indirizzata al
presidente della Regione e agli assessori per la Famiglia e per l'Istruzione. L'atto
parlamentare, prima firmataria il deputato Angela Foti, arriva in un periodo 'nero' per le
donne, caratterizzato da una escalation di femminicidi.
"Il sessismo -spiega Foti- si costruisce pure con la complicita' di un linguaggio basato su
stereotipi, che contribuiscono inequivocabilmente alla formazione del pensare comune. Si
rende necessario colmare le lacune, piu' volte evidenziate dagli esperti, che hanno
dimostrato come la pubblicita' e il marketing inevitabilmente creano modelli culturali e non
ne sono semplicemente il riflesso. I manifesti -prosegue- per la pervasivita' stessa del
veicolo, rafforzano con la loro ripetizione messaggi che contribuiscono, se non
regolamentati, alla diffusione di messaggi discriminanti soprattutto nei riguardi della
donna".
L'interpellanza mira a sapere se il governo intende mettere al centro della sua azione la
prevenzione della discriminazione di genere e se vuole tradurre in atti concreti la
risoluzione del Parlamento europeo del 2008, che "invita gli Stati membri a provvedere
con idonei mezzi affinche' il marketing e la pubblicita' garantiscano il rispetto della dignita'
umana e dell'integrita' della persona, non comportino discriminazioni dirette o indirette,
ne' contengano alcun incitamento all'odio basato sul sesso".
(fonte Adnkronos)
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Presentazione:
I diritti umani spiegati ai ragazzi
Roma, 7 luglio 2013 - ore 17:00
Presso Artcoregallery, via dei Marrucini 1/a
I diritti umani e il ruolo che istituzioni chiave come la
Polizia giocano (o hanno giocato) nel tessuto sociale
del nostro Paese sono al centro di questo libro, pensato per lavorare con ragazzi dai 16
anni in su e basato su metodologie partecipative.
L’esercizio della libertà di associazione e di manifestazione pacifica; la tutela delle persone
in custodia dello Stato e la tortura; l’impunità; la responsabilità e il ruolo che ogni persona
– anche giovane – può svolgere per provare a cambiare le cose quando ritiene che non
vadano come dovrebbero sono i temi affrontati da questo nuovo lavoro di Amnesty
International, che ci ricorda come le questioni dei diritti umani non hanno a che vedere
solo con i fatti, ma anche con le vite reali e quindi con le emozioni. Proprio per questo tra
gli obiettivi del percorso vi è quello, ambizioso, di favorire nei ragazzi, anche attraverso
l’identificazione con persone vittime di violazioni dei diritti umani, una nuova
consapevolezza e un processo autentico di riflessione e di crescita personale.
“Solo i cittadini, partecipando, informandosi, agendo, potranno smascherare gli apparati di
potere che rifiutano di aprirsi alla trasparenza e dettare nuove regole di condotta. Solo la
militanza quotidiana, con l’esercizio dei diritti di cittadinanza, potrà gettare fasci di luce in
quelle zone d’ombra che favoriscono l’abuso e l’ingiustizia”. (Lorenzo Guadagnucci)
(fonte http://www.roma-intercultura.it)
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GAY: SERBIA, 80% STUDENTI SUPERIORI
OSTILE A OMOSESSUALI
SONDAGGIO, SOLO 16% RITIENE CHE
DEBBANO AVERE GLI STESSI DIRITTI
5 Luglio 2013
BELGRADO - L'omofobia e' molto diffusa anche fra i giovani in Serbia, dove un
sondaggio ha rivelato che oltre l'80% degli studenti di scuole superiori non sopporta gay e
lesbiche e ammette di discriminare gli omosessuali. Dall'inchiesta - condotta
dall'Associazione Labris che si batte per i diritti delle lesbiche - e' emerso che il 38% dei
giovani serbi maschi di eta' fra i 14 e il 19 anni giustifica la violenza contro gli omosessuali,
mentre solo il 16% degli studenti di Istituti superiori ritiene che gay e lesbiche debbano
avere gli stessi diritti degli eterosessuali. Il 48% degli intervistati inoltre ha detto di non
voler avere un omosessuale come amico, il 40% non lo vorrebbe come capo, mentre solo il
35% accetterebbe un omosessuale come proprio vicino di casa.
Nevena Petrusic, responsabile della commissione governativa per l'uguaglianza dei diritti, si
e' detta allarmata e preoccupata per tali dati, affermando che alla base della discriminazione
vi sono di regola ignoranza e vedute patriarcali.
(fonte ANSA)
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A stigmatizzare il brutto episodio i
rappresentanti dei Verdi Gregorio
Mariggiò e Angelo Bonelli
5 Luglio 2013
«I Verdi della Provincia di Taranto e Angelo
Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, esprimono
profonda solidarietà all’amico Luigi vittima
dell’aggressione omofoba avvenuta qualche giorno fa
a Taranto.
Profonda solidarietà e rispetto anche al padre che ha
cercato di aiutare Luigi ed è rimasto ferito.
Atti come questo sono inammissibili, per questo
chiediamo che si renda giustizia, che ci sia un processo e che i colpevoli vengano
condannati.
Chiediamo al Comune di Taranto e a tutte le istituzioni di costituirsi parte civile
nell'eventuale processo.
Lavoriamo perché Taranto e l'Italia intera diventino capaci a riconoscere il diritto delle
persone, senza pregiudizi di tipo sessuale, razziale o di qualunque altro tipo in attuazione ai
principi che sono alla base della costituzione italiana e figli della terribile esperienza di
persecuzione delle minoranze e dei dissidenti del ventennio fascista.
Ripudiamo le discriminazioni ancor di più quando si esprimono con la violenza, ci
auguriamo non solo che un simile episodio non abbia mai più a ripetersi, ma che i
responsabili siano immediatamente perseguiti e puniti quanto prima».
Angelo Bonelli – Presidente nazionale dei Verdi
Gregorio Mariggiò - Federazione provinciale di Taranto del Partito dei Verdi
(fonte http://www.manduriaoggi.it/notizia.asp?idnews=21727)
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Cittadinanza. Boldrini: "Serve riforma, la
legge di oggi è un pericoloso
anacronismo"
4 Luglio 2013
Il presidente della Camera: “L’immigrazione non va gestita
con logiche di difesa. Il Papa a Lampedusa? Restituisce dignità
alle vittime e ammonisce chi soffia sulla paura”
Roma -4 luglio 2013 - La necessità di riscrivere le regole per
diventare italiani “è sotto gli occhi di tutti”. Ne è convinta la
presidente della Camera Laura Boldrini.
“Costituisce un pericoloso anacronismo – spiega oggi in un’intervista a La Stampa - che
una legge sulla cittadinanza non prenda atto che in Italia vivono quattro milioni di
immigrati ai quali sono preclusi i diritti civili. Ciò crea animosità e già il presidente
Napolitano ha esortato i partiti ad uscire dalla dannosa contrapposizione ideologica che
impedisce di dare risposte serie”. “Gestire l’immigrazione con una logica di difesa –
sottolinea Boldrini - ha creato solo danni. Un’ impostazione basata sulla paura costituisce
un boomerang micidiale. Negli Usa il figlio di un immigrato da un villaggio del Kenya è
stato eletto per due volte presidente, mentre da noi la ministra Kyenge viene sottoposta ad
attacchi inaccettabili solo per il colore della pelle”. Riguardo all’intensificarsi degli sbarchi,
il presidente della Cameraritiene “mistificatorio parlare di emergenza”. “Dobbiamo trattare
la questione in modo strutturale – sottolinea - mettere a sistema le buone pratiche e far
tesoro dell’esperienza accumulata negli anni. Gli allarmismi e la sindrome d’assedio
danneggiano la coesione sociale. Non siamo l’unico paese a farci carico dei migranti. C’è
un vittimismo non giustificato dai numeri. Non sono clandestini, sono rifugiati. E non è
certo l’Italia il punto più esposto”. Boldrini parla anche della visita del Papa a Lampedusa,
in programma lunedì prossimo. “Un messaggio epocale, che restituisce dignità alle migliaia
di vittime della guerra a bassa intensità che da quindici anni si combatte nel Mediterraneo”,
dice. Ma anche “un monito contro le campagne ideologiche che disgregano la coesione
sociale denunciando un’inesistente invasione e diffondono la paura chiamandoli gli
immigrati clandestini invece che rifugiati o richiedenti asilo”.
(Fonte www.stranieriintalia.it)
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(SM) RAZZISMO. ECRI: INTERVENIRE SU
PARI OPPORTUNITA' E BADANTI
REPORT SU SAN MARINO OGGI AL VAGLIO
DEL CONSIGLIO D'EUROPA
4 Luglio 2013
San Marino - San Marino ha fatto dei "passi in avanti" nella lotta al razzismo e
all'intolleranza. Rimangono pero' due questioni aperte su cui intervenire con "maggiore
urgenza". Da un lato la ridefinizione del mandato della commissione per le Pari
opportunita'; dall'altro la legislazione in materia di assistenti domiciliari private. Questi
alcuni dei suggerimenti contenuti nel rapporto della Commissione europea contro il
Razzismo e l'intolleranza (Ecri) su San Marino, nel suo quarto ciclo di monitoraggio, che
sara' pubblicato a breve dopo essere stato preso in visione oggi da parte del Comitato
deiDelegati dei ministri del Consiglio d'Europa. Il report, spiega una nota della segreteria di
Stato per gli Affari esteri, "e' stato preparato dopo la visita a San Marino di una delegazione
dell'Ecri nel marzo del 2012 e il successivo dialogo fra la Commissione e le Autorita'
sammarinesi". Intervenendo al Comitato dei Delegati dei ministri, la rappresentante
permanente sammarinese al Consiglio d'Europa, l'ambasciatore Barbara Para, ha
sottolineato come "il rapporto mette in evidenza quelle che l'Ecri ritiene le mancanze, le
carenze e gli aspetti problematici" e "prospetta le modifiche considerate necessarie". Ma
emerge anche "lo sforzo dei relatori di comprendere la realta' del Paese, per effettuarne
un'analisi veritiera e approfondita". Le autorita' sammarinesi, prosegue la nota, "sono
impegnate ad analizzare il rapporto e a valutarne con attenzione le raccomandazioni".
Come gia' avvenuto in passato. Per esempio nel 2008, quando, anche su sollecitazione
dell'Ecri, il Titano introdusse nel proprio codice penale il reato di "discriminazione, odio o
violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o legati all'orientamento sessuale,
prevedendo quale circostanza aggravante il fatto che un reato sia commesso per tali
finalita'". Dunque anche il quarto ciclo di monitoraggio, termina la nota, fara' da "stimolo
alla riflessione".
(fonte DIRE)
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SICUREZZA: ALFANO, FORTE
ATTENZIONE CONTRO CYBERBULLISMO
CITTADINI DEVONO ESSERE LIBERI DALLA PAURA E SICURI IN
RETE
4 Luglio 2013
Roma Il problema del cyberbullismo ''sara' oggetto di una nostra forte attenzione''. Lo ha
assicurato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nella sua audizione alla commissione
Affari costituzionali della Camera, sulle linee programmatiche del suo dicastero. ''Al giorno
d'oggi -ha ribadito il titolare del Viminale- ogni cittadino non puo' sentirsi veramente libero
se non e' libero dalla paura di vivere la propria casa, di viaggiare liberamente o di vivere la
propria citta'''. ''Un cittadino non e' libero se non e' sicuro nella Rete'', ha concluso Alfano
rilanciando la lotta al cybercrime e al razzismo sul web. (Adnkronos) -
Petizione online contro il “razzismo
comunicativo” del sito UNHCR Italia
4 Luglio 2013
Il sito italiano di UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati istituito nel 1950, è stato accusato di
“razzismo comunicativo” poichè, secondo Fortuna Ekutsu
Mambulu, (nella foto a sx) studente e attivista congolese da anni
nel nostro paese, avrebbe utilizzato sulla home page l’immagine
di alcune persone africane come locandina per la giornata
mondiale del rifugiato, celebrata lo scorso 20 giugno. Mambulu,
in particolare, mette in evidenza che i dati forniti da UNHCR
riguardo alla situazione dei rifugiati nel 2011 vedono gli africani
in netta minoranza rispetto ad altri popoli, sottolineando l’idea spesso troppo diffusa del
popolo africano quale “vittima scelta” per sensibilizzare l’opinione pubblica su molti
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problemi sociali. A tal proposito, Mambulu ha promosso una petizione online per chiedere
a UNHCR Italia di rimuovere dal proprio sito internet l’immagine incriminata.
«L’UNHCR svolge da anni un lavoro importantissimo – afferma Fortuna Ekutsu
Mambulu – ma, riferendomi alla sede italiana e in particolare al sito internet, mi preme
evidenziare un comportamento che ritengo ingiusto: si tratta della foto utilizzata dall’ente
come copertina per la giornata del rifugiato, un’immagine che mostra un bambino africano
che sorride e una famiglia africana in fuga, la quale cerca di portare con sé le poche cose in
proprio possesso. Ebbene, la foto sembra mettere in evidenza che la maggior parte dei
rifugiati nei paesi industrializzati nel 2011 sono di origine africana, ma, dati alla mano, ciò è
del tutto falso: nella classifica mondiale, infatti,
gli africani sono preceduti da afghani, cinesi e
russi.»
Il sito italiano di UNHCR sarebbe quindi
responsabile, secondo Mambulu, di “pubblicità
ingannevole”, poiché veicola un messaggio
sbagliato utilizzando per la propria causa la
condizione, ormai nota a tutti, di disagio e
povertà del popolo africano, contribuendo così a peggiorare ulteriormente la reputazione
dell’Africa. «Non solo l’UNCHR, ma tantissimi altri utilizzano le immagini stereotipate e
pietose degli africani per far breccia nei cuori della gente e, soprattutto, nei loro portafogli
– dice Ekutsu Mambulu – ma da cittadino africano mi piacerebbe che questa situazione
finisca una volta per tutte, e sono convinto che anche molte altre persone la pensano come
me. Certo, tale situazione può essere comoda per qualcuno, ma la nuova generazione
africana esige rispetto e giustizia, anche nell’ambito della comunicazione.»
Da questi propositi nasce quindi la petizione online ideata da Ekutsu Mambulu, con la
quale chiede a UNHCR Italia di eliminare la foto e promuovere una comunicazione più
equilibrata, «costruendo un mondo nuovo e privo dalla politica di vittimizzazione degli
africani».
(fonte http://ilreferendum.it/2013/07/03/petizione-online-contro-il-razzismo-comunicativo-
del-sito-unhcr-italia/)
L’immagine pubblicata da UNHCR Italia che ha
scatenato la polemica (Fonte: Unhcr.it)
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BUSTO ARSIZIO
Mondiali antirazzisti: dopo Varese anche
Busto partecipa con una squadra 4 Luglio 2013
Doppia partecipazione per la nostra provincia. Alla squadra varesina
UispVareseResistente si affianca Busto A-ntirazzista
Uisp Varese quest’anno raddoppia: dal 3 al 7 luglio
saranno due le squadre che partiranno dalla nostra
provincia per i Mondiali Antirazzisti, che
animeranno il Parco di Bosco Albergati, a
Castelfranco Emilia. Da Varese e da Busto Arsizio,
14 ragazzi porteranno davvero tutti i colori del
nostro territorio. A gennaio Busto Arsizio è stata al centro dell’attenzione dei media: un
gruppo di tifosi della Pro Patria, con pesanti insulti razzisti, ha fatto infuriare il campione
milanista Kevin-Prince Boateng, e il Milan ha lasciato il campo dell’amichevole che stava
disputando con la squadra bustese.
Un episodio che ha profondamente colpito Uisp Varese, che proprio partendo da qui è
riuscita a creare, insieme al Comune di Busto Arsizio, un percorso di attività volte
all’educazione antirazzista ed inclusiva dei giovani bustesi, soprattutto attraverso lo
sport. «Con l’avvicinarsi dei Mondiali Antirazzisti, quindi, formare una squadra che
dimostrasse la natura inclusiva di una città come Busto era, secondo noi, fondamentale –
dice Paolo Busacca, vicepresidente Uisp Varese – per questo, tra i progetti che stiamo
portando avanti insieme al Comune, abbiamo proposto di finanziare il viaggio di sette
ragazzi bustesi che rappresentino la città ai Mondiali, la più grande manifestazione Uisp».
La squadra è stata presentata questa mattina, mercoledì.
A rappresentare l’Amministrazione, l’assessore al Bilancio, Laura Mira Bonomi, che ha
portato i saluti e gli auguri del sindaco, fuori città per un breve periodo, e ha sottolineato il
valore educativo dell’iniziativa, che, in rete con le altre realizzate dalle associazioni del
territorio, continua ad alimentare la cultura dell’antirazzismo, in questo caso attraverso il
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gioco e lo sport, elementi che permettono il confronto e l’arricchimento. La squadra che,
come ha detto l’assessore “con le varie sue culture e i suoi diversi colori rappresenta
l’intera comunità”, è multietnica ed è formata da sette atleti tra i 18 e i 20 anni: Rafik Ben
Tayaa (il capitano, di origini tunisine), Roberto Spadaccino, Emanuele Dierna, Salif
Zoumbane (i genitori vengono dal Burkina Faso), Jouness El Rhorfi (di origini
marocchine), Manuel Reccia e Clement Frimpomgadu (di famiglia ghanese).
Sulle magliette i ragazzi avranno la scritta Busto A-ntirazzista.
I Mondiali Antirazzisti sono nati nel 1997 da Progetto Ultrà - Uisp Emilia Romagna, e da
Istoreco (Istituto Storico per la Resistenza) di Reggio Emilia. L'idea era semplice:
organizzare una vera e propria festa che vedesse il coinvolgimento diretto e la
contaminazione fra gli ultrà, spesso etichettati come razzisti, e le comunità migranti. Un
mix di calcio non competitivo, tifo e colore sugli spalti, musica da band eterogenee, oltre
alla vicinanza «forzata» del campeggio, hanno decretato, negli anni, il successo
dell'iniziativa. I Mondiali sono diventati un vero e proprio festival multiculturale,
un'esperienza concreta di lotta contro ogni forma di discriminazione. Una caratteristica
fondamentale, che negli anni si è diffusa alla maggior parte delle gare targate Uisp, è anche
l’assenza di arbitri nelle gare: i giocatori sono costretti ad «autogestirsi», e questo aumenta il
fair play, la correttezza e l’onestà sul campo di gioco. Uisp Varese è da sempre protagonista
dei Mondiali Antirazzisti, e lo sarà anche quest’anno, addirittura raddoppiando le
possibilità di vincere, ma soprattutto di dimostrarsi un territorio antirazzista.
(fonte http://www3.varesenews.it/busto/mondiali-antirazzisti-dopo-varese-anche-busto-partecipa-con-una-squadra-267089.html)
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GAY: LO GIUDICE(PD), PRESENTATA AL
MIN. CARROZZA INTERROGAZIONE SU
BULLISMO OMOFOBO NELLE SCUOLE
4 Luglio 2013
Roma - "Ho presentato insieme ad altri colleghi un'interrogazione al Ministro
dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, sul contrasto alle discriminazioni e al bullismo
omofobico nelle scuole. Tutti i dati disponibili ci dicono che questi fenomeni sono
purtroppo diffusissimi fra i nostri banchi scolastici e hanno un impatto devastante sulla
crescita e le vite di migliaia di adolescenti LGBT. Noi tutti ricordiamo con grande tristezza
la tragica vicenda quindicenne romano che un pomeriggio del novembre scorso ha scelto
di impiccarsi, stanco di subire insulti e prese in giro da parte dei compagni" Lo dichiara
Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico firmatario dell'Interrogazione insieme
ai senatori Albano, Amati, Bertuzzi, Capacchione, Cardinali, Cirinnà, D’adda, Fedeli,
Ferrara, Guerrieri, Lo Moro , Lumia, Marino Luigi, Mattesini, Menassero, Orrù, Padua,
Pagliari, Palermo, Pezzopane, Puglisi, Puppato, Russo, Scalia, Sollo, Torrisi, Valentini,
Zanoni "E' evidente che le istituzioni hanno il dovere di fare la propria parte per
alimentare la cultura del rispetto. Per questo motivo chiediamo al Ministro quali azioni di
prevenzione e di contrasto al disagio provocato da pregiudizi e discriminazioni intende
intraprendere; quali azioni di formazione del personale docente e non docente miranti a
fornire agli operatori scolastici strumenti culturali e operativi di intervento saranno
predisposte; come il MIUR intende partecipare alla realizzazione dell'Asse Educazione e
Istruzione della "Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle
discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere" predisposta dal
Dipartimento delle Pari Opportunità e dall' Unar e se il Ministro non ritenga
necessario affrontare il tema della creazione di un ambiente scolastico informato,
accogliente ed inclusivo nei confronti di bambini e adolescenti che già oggi vivono in
famiglie omogenitoriali o in famiglie allargate, ricostruite, monogenitoriali". (AGENPARL)
–
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WELFARE. CGIL: INCONTRO GUERRA-
GENITORI DISABILI IMPORTANTE
4 Luglio 2013
(DIRE) Roma . - "Con l'impegno assunto oggi dal viceministro Cecilia Guerra registriamo
con apprezzamento un primo e importante segnale di tendenza, rispetto al nulla degli
ultimi anni, per quanto riguarda i diritti dei disabili nell'accesso al lavoro". E' quanto
affermano in una nota il Comitato genitori giovani disabili psichici e l'ufficio Politiche per
la disabilita' della Cgil Nazionale al termine della manifestazione che si e' tenuta oggi in
piazza Montecitorio e diretta a rivendicare i diritti dei disabili per l'accesso al lavoro nella
Pubblica amministrazione.
La manifestazione, ricordano il Comitato genitori giovani disabili psichici e la Cgil "era tesa
a scongiurare il blocco delle assunzioni nella Pa delle persone con disabilita', ex legge 68
del 1999, cosi' come invece e' previsto da un parere del dipartimento della Funzione
Pubblica dello scorso 22 maggio". Oggi una delegazione di manifestanti ha potuto
incontrare il viceministro al lavoro e alle politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, "che si e'
impegnata sul punto al centro della manifestazione - riferiscono - e che ha inoltre ribadito
l'impegno del governo a stanziare i 22 milioni di euro, annunciati dal Ministro del Lavoro
Giovannini, per rifinanziare il fondo per l'assunzione di lavoratori disabili".
Un incontro, quello con il viceministro Guerra, che viene giudicato "positivamente, cosi'
come grande apprezzamento e' stato rivolto nei confronti della norma, contenuta nel
decreto lavoro, che stabilisce in maniera definitiva che per gli invalidi civili al 100%, per
avere la pensione di invalidita', si fa riferimento al reddito individuale e non a quello
coniugale, come prevedeva una recente circolare dell'Inps". In conclusione, l'ufficio
Politiche per le disabilita' Cgil afferma: "Si vede un netto segnale di inversione di tendenza
relativo alle problematiche dei disabili, segno che un governo si puo' dire capace e forte
quando mette al centro del suo agire la tutela dei piu' deboli".(Com/Tar/ Dire)
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Diritto antidiscriminatorio: Importante
pronuncia sull'obbligo di adattamento
ragionevole della posizione lavorativa in
favore del lavoratore disabile
4 Luglio 2013
Ordinanza del Tribunale di Bologna dichiara discriminatoria la mancata
assunzione da parte di un A.O. di un infermiere affetto da 'epilessia notturna'.
Tribunale di Bologna, ordinanza 18 giugno 2013 (R. G. Lav. 171/2013)
(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/tr_bologna_ord_18062013.pdf)
Commento all'ordinanza del Tribunale di Bologna, sez. lavoro, dd. 18 giugno 2013
(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/trib_bo_commento.pdf)
Il Tribunale di Bologna, sezione lavoro, con ordinanza dd. 18 giugno 2013 (R.G. Lav.
171/2013) ha accolto il ricorso anti-discriminazione presentato da un infermiere
professionale che, dopo aver vinto un bando di concorso pubblico presso un’Azienda
ospedaliera di Bologna, per la copertura di un posto a tempo determinato di durata
semestrale, non si è visto concludere il contratto a seguito delle prove mediche di idoneità,
che avevano accertato la necessità di evitare il lavoro notturno in ragione di una patologia
di ‘epilessia notturna’. Posto che tra i requisiti previsti dal bando vi era ‘l’incondizionata
idoneità fisica specifica alle mansioni del profilo’, l’Azienda ospedaliera ha ritenuto di non
concludere il contratto di assunzione, non potendo il ricorrente svolgere i turni di lavoro
notturno.
Il giudice del lavoro di Bologna ha accolto il ricorso dell’infermiere professionale,
ritenendo che la mancata assunzione dell’infermiere professionale in ragione soltanto della
sua patologia, abbia sostanziato un comportamento discriminatorio fondato sulla
‘disabilità’ vietato dalla direttiva europea n. 2000/78 e dalla legge di ratifica della
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Di conseguenza, il giudice ha
condannato l’Azienda Ospedaliera al risarcimento del danno patrimoniale commisurato
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013
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alle retribuzioni perdute a seguito della mancata assunzione per il semestre, nonchè al
pagamento delle spese legali.
Il provvedimento del giudice di Bologna è particolarmente importante perchè si tratta della
prima pronuncia giurisprudenziale nazionale in tema di discriminazioni fondate sulla
disabilità, nella quale viene fatto riferimento alle definizioni di ‘disabilità’ e di ‘soluzioni
ragionevoli’ di accomodamento delle posizioni lavorative a favore dei disabili proprie del
diritto dell’Unione europea e, nello specifico, della direttiva n. 2000/78.
Il giudice di Bologna, infatti, ha fatto esplicito riferimento alla recente sentenza della Corte
di Giustizia europea dd. 11 aprile 2013, resa nelle cause riunite C-335/11 e C- 337/11, ove
i giudici di Lussemburgo hanno fornito alcune importanti interpretazioni delle norme
contenute nella direttiva n. 2000/78, che prevede il divieto di discriminazioni fondate tra
l’altro sul fattore ‘disabilità’ nel settore dell’occupazione.
Innanzitutto, i giudici di Lussemburgo hanno chiarito che una malattia curabile o cronica
che comporti una limitazione fisica, mentale o psichica può essere assimilata ad una
‘disabilità’, ai sensi della direttiva 2000/78. Inoltre, la Corte di Giustizia ha affermato che la
direttiva 2000/78 deve essere interpretata alla luce della Convenzione ONU sui diritti delle
persone con disabilità, ratificata dall’Unione europea. Nel caso in specie, la Corte ha
affermato che un datore di lavoro non può licenziare un lavoratore per sopraggiunto
limite del numero massimo di assenze per malattia in un determinato periodo di tempo, nel
caso in cui tali assenze siano state la conseguenza dell’omessa adozione da parte dello
stesso datore di lavoro delle misure di adattamento adeguate e ragionevoli, per consentire
al lavoratore disabile di lavorare. La riduzione dell’orario di lavoro può essere considerata
come una misura di adattamento che il datore di lavoro deve adottare per consentire ad
una persona disabile di lavorare.
Alla luce di tali conclusioni dei giudici della Corte europea, il giudice del lavoro di Bologna
ha ritenuto che la patologia di cui l’infermiere professionale in oggetto era affetto, per il
suo carattere duraturo e non transeunte, fosse riconducibile al concetto ampio di
‘handicap’, nella sua definizione comunitaria, che deve essere interpretata in linea con la
definizione posta nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, alla luce
del fatto che a detta Convenzione ha dato autonoma adesione anche l’Unione europea,
per effetto della decisione del Consiglio Europeo del 26 novembre 2009 (G.U. UE
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013
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27.1.2010 L/35), e successiva ratifica avvenuta il 23 dicembre 2010, per cui la Convenzione
ONU non è solo strumento di diritto internazionale pattizio, ma è divenuta parte
integrante del diritto dell’Unione europea.
Posto dunque che la vicenda dell’infermiere professionale affetto da ‘epilessia notturna’
ricadeva entro la sfera applicativa della direttiva europea 2000/78, tanto ratione personae,
quanto ratione materiae, in quanto l’art. 3 della direttiva estende il suo campo di
applicazione anche ai criteri di assunzione e alle condizioni di assunzione il giudice del
lavoro di Bologna ha ritenuto che dovesse trovare applicazione l’art. 5 della direttiva
medesima che obbliga il datore di lavoro ad adottare ‘soluzioni ragionevoli’ per i disabili,
prendendo i provvedimenti appropriati, in funzione delle esigenze delle situazioni
concrete, per consentire ai disabili di accedere ad un lavoro, di svolgerlo o di avere una
promozione, a meno che tali provvedimenti richiedano da parte del datore di lavoro un
onere finanziario sproporzionato. Il giudice del lavoro ha ritenuto di diretta applicazione
nell’ordinamento interno tale obbligo di ‘soluzioni ragionevoli’, posto dalla normativa
europea, sebbene sia noto come nella normativa interna di trasposizione, il d.lgs. n.
216/2003 e successive modifiche, il legislatore italiano non abbia recepito l’art. 5 della
direttiva europea, fatto questo che ha determinato l’avvio da parte della Commissione
europea di un procedimento di infrazione del diritto UE nei confronti della Repubblica
Italiana tuttora pendente di fronte alla Corte di Giustizia europea (Caso C- 312/11 dd. 20
giugno 2011, in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea dd. 30.07.2011 C-226/19).
Il giudice di Bologna, peraltro, giustamente fonda l’obbligo del datore di lavoro di prendere
i provvedimenti necessari per assicurare ‘soluzioni ragionevoli’ di adattamento della
posizione lavorativa a favore del disabile anche sul richiamo agli analoghi concetti posti
dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in particolare all’art. 2,
quarto comma, e più in generale, alla definizione ‘sociale’ di disabilità cui essa si ispira, per
cui la disabilità è una condizione risultante dall’interazione tra durature menomazioni di
natura fisica, mentale, intellettuale o sensoriale, delle persone e le barriere attitudinali e
ambientali che impediscono l’effettiva partecipazione nella società su basi di eguaglianza
con gli altri dei soggetti interessati.
Applicando tali criteri interpretativi al caso concreto in questione, il giudice del lavoro di
Bologna conclude che l’Azienda Ospedaliera di Bologna, nel negare l’assunzione
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dell’infermiere professionale solo in ragione della patologia di ‘epilessia notturna’ cui
quest’ultimo è affetto, è venuta meno all’obbligo di assicurare al lavoratore disabile un
accomodamento ragionevole della posizione lavorativa in quanto, in ragione tanto della
tipologia del posto di lavoro in esame (un contratto a termine di sei mesi), quanto del
contesto lavorativo (un’Azienda ospedaliera con oltre 4.000 dipendenti come personale
ospedaliero), non appariva un onere organizzativo sproporzionato o eccessivo per il
datore di lavoro assicurare al lavoratore disabile di essere impiegato in turni di lavoro
esclusivamente nelle dodici ore diurne.
Accertando il carattere discriminatorio del comportamento dell’Azienda Ospedaliera, e
non essendo praticabile il rimedio ‘reale’ alla discriminazione consistente nell’effettiva
assunzione del ricorrente, essendo il bando scaduto e risultando restrizioni per le nuove
assunzioni, il giudice dunque ha ordinato il risarcimento del danno patrimoniale subito dal
ricorrente, rappresentato dalle retribuzioni cui egli avrebbe avuto diritto se fosse stato
ammesso in servizio.
( fonte www.asgi.it)
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Comunicato Stampa
VISITA RABBINO BAKER A ROMA, MANTENERE
ALTA LA SOGLIA DI ATTENZIONE SU
ANTISEMITISMO E DISCRIMINAZIONE
3 Luglio 2013
Presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri si
è svolto, nella giornata odierna, un incontro con il Rappresentante Personale della
Presidenza OSCE per il contrasto all’antisemitismo, il Rabbino Andrew Baker in visita
ufficiale in Italia. La visita si inserisce nel solco di una consolidata prassi in ambito OSCE
volta a garantire agli Stati membri la necessaria assistenza nell’implementazione delle
decisioni assunte in materia di tutela dei diritti e lotta alla discriminazione.
Oltre ad esperti e studiosi, all'incontro hanno preso parte il Vice Ministro, Sen. Maria
Cecilia Guerra, in ragione delle nuova delega alle Pari Opportunità, il Capo Dipartimento
per le pari opportunità, Ermenegilda Siniscalchi, il Direttore dell'Unar, Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali, Marco De Giorgi e il Direttore del Servizio Studi della
Presidenza del Consiglio, Anna Nardini. L'incontro ha rappresentato l’occasione per
illustrare le attività di prevenzione e contrasto ad ogni forma di discriminazione,
dedicando un particolare focus sulle azioni volte ad arginare il fenomeno
dell’’antisemitismo in tutte le sue manifestazioni. Il Vice Ministro Guerra ha aperto
l'incontro confermando la più ampia disponibilità del Governo a rafforzare la
collaborazione con l'OCSE per arginare un fenomeno che travalica spesso i confini
nazionali ed ha ribadito la necessità di " mantenere alta la soglia di attenzione
sull'antisemitismo poichè si tratta di un tipo di discriminazione molto complessa che
affonda le sue radici in elementi di matrice ideologica". È stato quindi sottolineato
l’impegno dell’attuale compagine governativa nella promozione e tutela dei diritti sia sul
versante della prevenzione e della sensibilizzazione che sul versante della rimozione delle
manifestazioni di odio antisemita con particolare riferimento a quelle diffuse on line,
attraverso la Rete che può, talvolta, costituire un vettore pericoloso di idee razziste e
xenofobe.
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IL FATTO È ACCADUTO SABATO 29 GIUGNO AL QUARTIERE ISOLA
Trentacinquenne aggredito in strada
«Mi ha rotto il naso perché sono gay»
3 Luglio 2013
L'uomo ha scritto una mail al Comune. Majorino: «Episodi di questo tipo devono essere
condannati e isolati»
L'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha ricevuto, tramite la casella email
del Comune istituita qualche mese fa [email protected], la lettera di
un giovane che sabato scorso ha subito un'aggressione omofoba al quartiere Isola, proprio
poche ore prima del «Gay Pride»: è stato prima insultato e poi picchiato da un
automobilista. E ha deciso di renderla pubblica perché «Milano è e deve rimanere una città
dove episodi di questo tipo devono essere condannati e isolati affinché il rispetto dell’altro,
anche quando diverso da noi, guidi il comportamento di tutti», è il commento di Majorino.
NASO ROTTO - L'aggressione è avvenuta alle 9.45 di sabato 29 giugno in via Sassetti
angolo via Melchiorre. Il 35enne Gianluca, commesso in uno store di abbigliamento di
corso Buenos Aires, stava andando al lavoro in bicicletta quando un automobilista ha
iniziato a suonare alle sue spalle: ne è nato un diverbio. L'uomo al volante dell'auto
sportiva, un trentenne di media corporatura, a un certo punto è sceso e, accortosi di aver di
fronte un giovane gay, prima lo ha insultato per il suo orientamento sessuale, poi l'ha
colpito con pugno al volto e si è allontanato in auto, facendo perdere le sue tracce.
Gianluca è riuscito ad annotare il numero di targa del suo aggressore. Arrivato al lavoro
con il naso rotto, è stato soccorso dai colleghi e accompagnato in ambulanza al
Fatebenefratelli: 15 giorni di prognosi per trauma facciale con infrazione delle ossa nasali e
cervicalgia con irregolarità del processo traverso C7. Subito dopo la medicazione la
denuncia alla Polizia: a verbale lesioni e ingiuria, con l’aggravante dell’omofobia.
LA MAIL - «In questi giorni è ancora a casa e si è rivolto al Comune di Milano che da
qualche mese ha una casella di posta elettronica cui scrivere per denunciare episodi di
discriminazione e avere un aiuto», racconta Majorino. «Ha voluto che la sua storia fosse
raccontata. Alle sue parole aggiungiamo le nostre. Gli siamo vicini e da noi avrà tutto il
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sostegno possibile per affrontare le prossime settimane e compiere tutti i passi che saranno
necessari a fare chiarezza sull’accaduto nella speranza che chi lo ha aggredito possa essere
identificato».
ARCIGAY - «È sconcertante apprendere che mentre sabato alcune vie del centro
venivano attraversate dal Pride di Milano a pochi passi dalla fine del corteo un ragazzo di
35 anni è stato aggredito verbalmente e fisicamente perché omosessuale mentre andava al
lavoro», è il commento dell'Arcigay di Milano, che esprime «tutta la nostra solidarietà e
sostegno» alla vittima. «A fine luglio - ha ricordato Marco Mori, presidente Arcigay Milano
- il Parlamento si troverà ad affrontare il nodo cruciale di tante campagne elettorali, le
unioni civili. In questo Parlamento siede però una maggioranza, diversa da quella di
Governo, che rischia di essere la più larga e inutile maggioranza laica della storia
Repubblicana. Quella maggioranza può approvare in modo ancora meno combattuto una
legge contro l'omofobia, o estendere la legge Mancino ai reati di tipo omofobico, e non è
solo l'ennesimo caso violento a ricordarcelo. Come il corteo del pride di sabato scorso
sentenziava, è ora di passare dalle parole ai diritti».
Redazione Milano online2 luglio 2013 (modifica il 3 luglio 2013)
(fonte http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_luglio_2/aggressione-
omofoba-via-sassetti-isola-gay-picchiato-majorino-2221964690555.shtml)
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Durante Pro Patria-Milan il giocatore del
Corbetta, presente sugli spalti, si sarebbe
reso protagonista di pesanti insulti
razzisti nei confronti del ghanese
3 Luglio 2013
Il caso Pro Patria-Milan non è ancora andato in archivio, anzi. Ogni giorno, infatti, una
delle pagine più vergognose della storia recente del nostro calcio si arricchisce di un nuovo
capitolo. Tra i molti tifosi protagonisti degli insulti a Kevin Prince Boateng ci sarebbe stato
anche un calciatore del Corbetta, club che milita nel campionato di Promozione. La
Federcalcio ha reso noto che: "Il Procuratore Federale, acquisiti gli atti presso l'Autorità
Giudiziaria Ordinaria procedente ed espletata l'attività istruttoria in sede disciplinare, ha
deferito alla Commissione Disciplinare territoriale presso il Comitato Regionale Lombardia
il calciatore della società Corbetta, Riccardo Grittini". La Figc ha inoltre comunicato di
aver deferito alla Procura anchela società a titolo di responsabilità concorrente e a titolo di
responsabilità oggettiva. In questi mesi, Boateng è diventato un vero e proprio simbolo
della lotta al razzismo, partecipando ad eventi e conferenze sul tema. La speranza è che i
suoi ripetuti appelli non rimangano inascoltati in un ambiente non sempre sensibile a certi
argomenti come il calcio.
(fonte http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2013/07/02/4089000/insulti-razzisti-a-
boateng-deferito-anche-un-calciatore-la)
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Il ministro Kyenge dice sì alla Lega Nord
per un confronto pubblico sullo ius soli
3 Luglio 2013
Il leghista Bernardini alla responsabile dell'Integrazione: "Discutiamo
di immigrazione clandestina e cittadinanza alla festa dell'Unità". Lei
accetta: "Il dialogo non deve essere negato a nessuno"
BOLOGNA - Il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge dice sì a un confronto pubblico
su ius soli e immigrazione con la Lega. L'invito è arrivato a Bologna, dal capogruppo in
Comune e consigliere regionale Manes Bernardini (responsabile nazionale Immigrazione
per il Carroccio), in prima fila a un convegno sull'immigrazione organizzato proprio dalla
Regione e al quale ha partecipato anche la Kyenge.
In una pausa dedicata dal ministro alla stampa, Bernardini si è avvicinato. "Permettete che
mi presenti", ha esordito, invitando il ministro a una discussione pubblica: "Spero che
accetti, sono a sua disposizione per incontrarla e discutere di ius soli e del reato di
immigrazione clandestina davanti a un pubblico, anche alla festa dell'Unità".
La Kyenge ha accettato e ringraziato, poi ha spiegato: "Il confronto e l'ascolto non devono
essere negati a nessuno, anche a chi la pensa diversamente da noi. L'importante è che
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questo confronto venga fatto nelle sedi giuste e nel rispetto dell'altro". Sulla bacheca
Facebook di Bernardini, da settimane critico verso il ministro, nei giorni scorsi erano
apparsi commenti razzisti che l'esponente leghista aveva condannato, spiegando però di
non sentirsi tenuto a controllarli e cancellarli.
"Cittadinanza? La soluzione è nella Carta". "Un cittadino è un cittadino,
indipendentemente dall'origine del suo Paese: è una norma semplice, un principio di vita",
ha sottolineato Kyenge a margine del convegno. "Noi dovremmo guardare bene la nostra
Costituzione e capire che al suo interno si parla di persone e cittadini. E questa è già la
soluzione", ha detto il ministro.
Parlando con i cronisti, Kyenge ha toccato anche il tema del reato di clandestinità: "In un
recente convegno ha parlato di abolizione anche un Prefetto del ministro dell'Interno, io
dovrei accogliere questa apertura per dire: "Forse è meglio se cominciamo a rivedere
alcune norme". Anche se, ha specificato, "qualunque proposta in questo deve essere
discussa con il ministro dell'Interno", mentre "per quel che riguarda l'immigrazione,
qualunque norma e legge deve seguire la via dell'accoglienza, per dare un'opportunità alle
persone di cominciare un percorso di inclusione all'interno della società".
I numeri: nel 2020 un quarto dei giovani con cittadinanza straniera. Durante il convegno in
viale Aldo Moro sono state rese note le proiezioni Istat sulla popolazione giovanile
dell'Emilia-Romagna: nel 2020 saranno quasi un quarto (e un terzo nel 2050) i ragazzi in
regione con cittadinanza diversa da quella italiana. Complessivamente gli stranieri
passeranno dall'attuale 12,6% al 16,3% nel 2020 fino al 25,8% nel 2050.
(Fonte http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/07/01/news/kyenge-62187202/)
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Unioni gay, un'assicurazione
per garantirsi il futuro
3 Luglio 2013
A tutelare le coppie omosessuali ci pensano i privati. Con polizze assicurative
studiate ad hoc: una per sopperire al diritto di successione, e l'altra che "si
sostituisce" alla pensione di reversibilità. L'idea parte da Genova, ed è subito
boom
Sulla brochure c'è la foto di due uomini con un cartello in mano: "Perché lo amo". Lo
slogan è asciutto: "Una tutela dove lo Stato non arriva". L'idea è semplice: se le leggi
italiane vanno a rilento e il registro delle unioni civili - che dal 20 luglio sarà attivo in
Comune - al momento non specifica diritti e agevolazioni, a tutelare le coppie
omosessuali ci pensano i privati. Con polizze assicurative studiate ad hoc: una per
sopperire al diritto di successione, e l'altra che "si sostituisce" alla pensione di reversibilità.
L'idea è di Axa Assicurazioni e parte da Genova, "abbiamo presentato il progetto anche
alle altre nostre sedi in Italia, e sta dilagando - spiega Luigi Ferrua, agente generale di Axa,
che a Genova ha sede in piazza Colombo - Modena già sta organizzando incontri di
sensibilizzazione". Le polizze - una di pensione integrativa, che permette di designare
come beneficiario anche persone fuori dall'asse ereditario, l'altra una polizza caso morte,
che consente di lasciare l'eredità ad un beneficiario che non sia un parente - sono state
messe a punto già da qualche mese. Hanno suscitato molto interesse nel mondo
omosessuale, tanto che lunedì scorso Axa ha siglato un accordo con Arcigay - l'Approdo.
E in calendario ci sono già incontri informativi nella sede dell'associazione, in vico
Mezzagalera.
"In Italia non esiste né un vincolo matrimoniale né i Pacs - spiega Maria Elena Fiorucci di
Axa Assicurazioni - dunque in una coppia gay quando uno dei due partner muore all'altro
non resta materialmente nulla: non eredita, né ha diritto ad alcuna pensione di reversibilità.
Certo, ci si può tutelare facendo testamento, co-intestando i beni, ma tutto può essere
impugnato o reso nullo dai parenti di uno o dell'altro, che vantano la consanguineità. Ecco
dunque la nostra idea: le polizze assicurative, a differenza di altre soluzioni di diritto
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privato, sono slegate da tutto ciò che riguarda la materia successoria. Ovvero: si può
scegliere qualsiasi beneficiario, non necessariamente un parente o un coniuge".
Le polizze sono due: quella caso morte, per lasciare i propri beni a una persona fuori
dall'asse ereditario, che costa circa 500 euro all'anno, a seconda di età e capitale. L'altra -
che va a sostituire la reversibilità - è un fondo pensione deducibile per chi lo versa fino a
5164 euro. "C'è molta ignoranza su questi temi, dunque ci siamo offerti di organizzare
incontri gratuiti ", spiega Ferrua. Il titolo è "Abbiamo a cuore la tutela della famiglia.
Qualunque tipo di famiglia", il primo è stato lunedì, in via di Scurreria: in occasione della
festa della comunità omosessuale genovese per l'approvazione del primo regolamento del
registro delle unioni civili in Comune, che sarà attivo dal 20 luglio.
"Queste assicurazioni sono un simbolo - riflette Claudio Tosi, consigliere di Approdo-
Arcigay - piccoli tasselli per conquistare diritti sul piano delle unioni civili. Certo, il
Comune di Genova ha scelto di regolamentare l'attestato: un certificato che ci dice che due
persone stanno insieme. Ma a livello di leggi non c'è nulla. Iniziative come questa servono
a renderci meno invisibili. I nostri iscritti liguri sono tra i quattro e i seimila, al circolo
Approdo in vico Mezzagalera 3 siamo tra 100 e 150. Soprattutto tra i giovani c'è ancora
molta insicurezza: tante coppie stabili non hanno coscienza dei loro diritti, questa città è
ancora molto riservata. C'è un blocco culturale da superare. Eppure, la stima è che sia gay
circa il 10 per cento della popolazione. Uno su dieci. E deve essere tutelato.
(fonte
http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/07/03/news/unioni_gay_futuro_assicurato-
62298615/)
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Salerno: Il 5 Luglio convegno “Omofobia e
Transfobia, la lunga strada verso la
libertà”
3 Luglio 2013
“Omofobia e Transfobia, la lunga strada verso la libertà” è il titolo del convegno
che si terrà venerdì 5 luglio, alle ore 18.00, presso il Museo dello Sbarco e Salerno
Capitale di via Generale Clark.
L’incontro è organizzato dall'antenna
territoriale UNAR, l’ Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali del dipartimento
per le Pari Opportunità della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, di cui Lorenzo Forte è
operatore regionale Arcigay.
Gay, lesbiche e transessuali vittime di violenze
fisiche, psicologiche o verbali sono spesso
protagonisti degli odierni fatti di cronaca. Il
convegno vuole contribuire positivamente al
dibattito relativo alla necessità di una legge
nazionale contro le discriminazioni legate
all’orientamento sessuale e all’identità di
genere. Sarà l’occasione per realizzare, negli
enti locali, iniziative e scelte politiche per migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini e le
cittadine LGBT.
Inoltre, il convegno sarà momento di riflessione e commemorazione delle vittime
dell’omocausto, l’eccidio degli omosessuali operato per mano nazista durante il secondo
conflitto bellico: in ricordo di una delle pagine più tristi della nostra storia, verrà deposta
una corona di fiori davanti a uno dei vagoni utilizzati dai nazifascisti per la deportazione ad
Auschwitz di ebrei, zingari, omosessuali, disabili, e presente al Museo di Via Generale
Clark.
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All’incontro interverranno, tra gli altri, l’On. Ivan Scalfarotto, PD, primo firmatario della
proposta di legge n° 245 su Omofobia e Transfobia; l’On. Annalisa Pannarale, SEL,
segretario dell’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati; il Sen. Andrea Cioffi,
Movimento 5stelle; Michele Giarratano, responsabile sportello legale Arcigay nazionale;
Paolo Patanè, già presidente Arcigay nazionale; l’avv. Miguel Coraggio, esecutivo “Rete
Lenford”, Avvocatura dei diritti LGBT; Ottavia Voza, segretario nazionale Arcigay
delegata ai diritti delle persone trans.
Per permettere la partecipazione alla cittadinanza, è prevista una navetta gratuita che
effettuerà tre corse a partire dalle ore 17.00 in direzione Museo dello Sbarco con le
seguenti fermate: Piazza Malta ( XXIV Maggio), Lungomare Trieste (altezza Palazzo di
Città), piazza della Concordia, Torrione( altezza Forte la Carnale), Pastena (altezza
Ristorante Cinese Giapponese), Mercatello (di fronte la Cornetteria). Lo stesso servizio di
mobilità sostenibile è previsto a fine convegno, con le stesse modalità, a partire dalle ore
20.00. Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare al 331.1460221.
(fonte http://www.ondanews.it/salerno-il-5-luglio-convegno-omofobia-e-transfobia-la-
lunga-strada-verso-la-liberta_3116828.html)
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Ricordando Don Gallo: a Cisterna d’Asti,
un convegno contro l’omofobia
3 Luglio 2013
Il Museo Arti e Mestieri di un Tempo, in collaborazione
con il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, ospiterà
questa domenica alle 17, un interessante convegno sul
tema dell’omosessualità in un’ottica di tolleranza e
rispetto.
L’iniziativa, dal titolo “Gay: diversamente uguali tra
anatemi e teoremi”, ha infatti lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza attraverso un
costruttivo momento di dibattito al quale tutti sono invitati a partecipare.
Quest’anno il filo di Arianna che unisce gli appuntamenti proposti dal Polo Cittattiva è
“Osare la speranza”, da una celebre frase dell’amato Don Gallo, che verrà più volte
ricordarto nel corso di questa ultima vivace rassegna.
Don Gallo, scomparso lo scorso maggio, aveva fatto visita al Museo di Cisterna nell’aprile
2011 in occasione di una serata dedicata alle “vecchie e nuove povertà”. Da sempre
schierato in prima linea per la costruzione di una Chiesa inclusiva, aveva preso posizioni
molto nette a favore delle unioni gay e per questo aveva dovuto fare i conti con le aspre
critiche dei più intransigenti.
Ad intervenire all’evento del 7 luglio, moderato da Franco Caldera, numerosi esperti in
ambito religioso e politico tra i quali Don Gianluca Carrega, docente di Sacra Scrittura,
l’onorevole Ivan Scafarotto, Anna Ceravolo di Agedo (Associazione Genitori di
Omosessuali), onlus nata nel 1992.
L’incontro terminerà alle 19,30 con una golosa merenda sinoira, nel Giardino degli
Antichi Cipressi che si trova all’interno del parco del Castello di Cisterna.
Per info: 0141 979021.
Ilaria Franza
(fonte http://www.atnews.it/eventi/item/5740-ricordando-don-gallo-a-cisterna-
d%E2%80%99asti,-un-convegno-contro-l%E2%80%99omofobia.html)
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Milano - Apartheid e razzismo 60 anni di
Sud Africa in mostra al Pac
3 Luglio 2013
MILANO - Raccoglie il lavoro di quasi 70 tra fotografi, artisti e registi, che attraverso le
immagini hanno saputo raccontare, sensibilizzare, trasmettere in tutto il mondo il dramma
dell'Apartheid la mostra che si apre il 9 luglio al Pac. Fotografie, film, video, documenti,
poster e periodici, che documentano uno dei periodi storici cruciali del XX secolo, le cui
conseguenze affliggono tuttora la società sudafricana, e l'importanza del ruolo di Nelson
Mandela. L'importante rassegna, che ha già riscosso significativi consensi negli Stati Uniti e
in Europa, si intitola ½Rise and fall of Apartheid: Photography and the Bureaucracy of
Everyday Life (Ascesa e declino dell'Apartheid: fotografia e burocrazia della vita
quotidiana)» ed è stata ideata dall'Icp International Center of Photography di New York,
mentre l'edizione milanese è promossa e prodotta dall'assessorato alla Cultura, dal Pac e da
Civita. Frutto di oltre sei anni di ricerche, il progetto espositivo ha appunto lo scopo di
registrare e analizzare, attraverso 60 anni di fotografia, l'eredità dell'apartheid e i suoi effetti
sulla vita quotidiana in Sud Africa. L'Apartheid, parola olandese composta da ½separato»
(apart) e ½quartiere» (heid), è stata infatti la piattaforma politica del nazionalismo afrikaner
prima e dopo la seconda guerra mondiale, con il fine di promuovere la segregazione
razziale e mantenere il potere nelle mani dei bianchi. Nel 1948, dopo la vittoria
dell'Afrikaner National Party, l'apartheid si è dunque imposta attraverso un'ampia serie di
programmi legislativi fino a determinare la riorganizzazione di tutte le strutture civili,
economiche e politiche. Un sistema che con il tempo è diventato sempre più spietato nei
confronti degli africani e delle altre comunità non bianche, fino a coinvolgere ogni aspetto
dell'esistenza, dalla casa al tempo libero, dai trasporti all'istruzione, dal turismo alla
religione e ai commerci. La mostra parte dall'idea che la fotografia, trasformando il proprio
linguaggio da mezzo puramente antropologico a strumento sociale, sia stata subito in grado
di cogliere la situazione del Sud Africa e della lotta all'apartheid nel modo più critico e
incisivo possibile, raggiungendo una profonda complessità illustrativa e una penetrante
introspezione psicologica. A dimostrarlo nella mostra milanese il lavoro dei membri del
Drum Magazine negli anni '50, dell'Afrapix Collective degli anni '80 e i reportage del
cosiddetto Bang Bang Club. E non mancheranno opere eccezionali di fotografi sudafricani
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013
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all'avanguardia quali Leon Levson, Eli Weinberg, David Goldblatt, Peter Magubane, Alf
Khumalo, Jurgen Schadeberg, Sam Nzima, Ernest Cole, Gorge Hallet, Omar Badsha,
Gideon Mendel, Paul Weinberg, Kevin Carter, Joao Silva e Greg Marinovich. Esposte
anche le immagini dei protagonisti delle nuove generazioni, tra cui Sabelo Mlangeni e
Thabiso Sekgale, che esplorano le conseguenze che ancora oggi l'apartheid produce nel
paese.
(fonte http://www.ilgiornale.it/news/milano/apartheid-e-razzismo-60-anni-sud-africa-
mostra-pac-932432.html)
OCRE: SCLEROSI MULTIPLA
IL 13 E 14 SPORT E SOLIDARIETA'
3 Luglio 2013
OCRE - L’associazione culturale EuroProgresso,
d’intesa con il Comune di Ocre, (L'Aquila) il
“Centro per la Sclerosi Multipla” della Clinica
Neurologica dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila
e con la sezione provinciale dell’associazione italiana
per la aclerosi multipla (Aism), organizza sabato 13
e domenica 14 luglio 2013, presso la Chiesa di San
Panfilo e presso la struttura sportiva polivalente ubicata a Valle e Cavalletto d’Ocre, il
convegno “Disabilità e Sport” e una manifestazione sportiva, intesi alla sensibilizzazione e
promozione della ricerca e cura della sclerosi multipla.
In particolare sarà promossa la raccolta fondi per finanziare il progetto “Recupero dei
disturbi cognitivi nei pazienti con Sclerosi Multipla” nel centro per la Sclerosi Multipla
presso la clinica Neurologica dell’Ospedale San Salvatore di L’Aquila, servizio sanitario di
assistenza psicologica non garantito dal SSN.
Grazie ai fondi raccolti negli anni 2011 e 2012 pari a complessivi 10.105,00 euro
l’associazione EuroProgresso e i suddetti partner istituzionali,riusciranno a finanziare il
primo anno del progetto di “Riabilitazione dei disturbi cognitivi nei pazienti con Sclerosi
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013
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Multipla” presso il Centro per la sclerosi multipla della clinica neurologica dell’Ospedale
San Salvatore dell’Aquila. Dal mese di luglio 2013, per un anno, sarà attivo tale specifico
servizio di riabilitazione presso l’ospedale aquilano interamente finanziato dalla nostra
iniziativa. Quest’anno l’associazione ha in animo di riuscire a raccogliere donazioni tali da
garantire il predetto servizio di Riabilitazione dei disturbi cognitivi nei pazienti con Sclerosi
Multipla nell’ospedale aquilano anche per l’anno 2014-2015Quest’anno, la manifestazione è
arricchita e potenziata sotto il diverso profilo formativo ed informativo con il Convegno
“Disabilità e Sport” che si terrà nel pomeriggio di Sabato 13.7.2013 dalle ore 15.00 alle
18.00 presso la Chiesa di San Panfilo d’Ocre finalizzato a sensibilizzazione le persone sui
diritti e sugli strumenti di tutela dei diritti delle persone con disabilità ed in particolare sul
ruolo che lo sport oggi riveste nell’attuazione del principio di pari opportunità e di non
discriminazione delle persone disabili nella società civile. Si vuole affermare il principio per
cui la “Disabilità è una parte del mondo e non un mondo a parte”.
Inoltre, quest’anno nella giornata di sabato 13 luglio, contestualmente al convegno, ci sarà
un mini torneo di calcetto per bambini e a seguire il concerto del gruppo musicale “Muffa
Rialzo”;
Domenica 14 luglio si svolgerà anche il I Torneo di Mountain Volley e a seguire il
concerto del gruppo musicale “Antipodi”.
Sempre domenica ci sarà un momento di informazione qualificata e di aggiornamento sui
recenti risultati della ricerca, che oggi vede un considerevole incremento di diagnosi
soprattutto nei giovani appena affacciatisi alla vita universitaria e lavorativa. Interverranno
allo scopo il responsabile del Centro per la sclerosi multipla dell’Ospedale San Salvatore,
dott. Rocco Totaro, ed uno psicologo esperto del settore, dott.ssa Cinzia Raparelli.
(fonte http://www.abruzzoweb.it/contenuti/ocre-sclerosi-multipla--il-13-e-14-sport-e-
solidarieta/522365-283/)
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RAZZISMO: PLENARIA REVOCA IMMUNITA'
MARINE LE PEN
PRESIDENTE FRONT NATIONAL 'CONFERMA' DICHIARAZIONI
ANTI-ISLAM
3 Luglio 2013
(ANSA) – BRUXELLES - La plenaria del Parlamento europeo ha
revocato l'immunita' a Marine Le Pen, presidente del Front National
francese. Larga la maggioranza espressa per alzata di mano. La
richiesta era stata presentata dal Tribunale di Lione, che ha messo
sotto accusa la Le Pen per le dichiarazioni fatte nel dicembre 2010
contro la comunita' islamica che con le sue ''preghiere di strada''
compiva ''un' occupazione'' della Francia. L'eurodeputata di estrema destra, parlando ieri in
tv ha confermato le sue affermazioni. (ANSA).
Discriminatori i manifesti del PDL e della
Lega Nord contro la comunità Rom
residente a Pescara
2 Luglio 2013
Accolto il ricorso presentato dall'ASGI e da altri cittadini.Le
dichiarazioni propagandistico-elettorali del PDL e della Lega Nord
accomunano i Rom di Pescara ai delinquenti: indiscutibile la portata
offensiva
Il Tribunale di Pescara, con sentenza del 25 giugno 2013, ha dichiarato l’illegittimità del
comportamento del Popolo delle Libertà e della Lega Nord Abruzzo per avere, con
manifesti e comunicati, accomunato i rom ai delinquenti. Gli esponenti locali dei partiti
PDL e Lega Nord avevano strumentalizzato l’appartenenza al gruppo sociale dei rom di un
giovane protagonista di un triste episodio di delinquenza avvenuto nel comune di Pescara
per connotare in negativo l’intera comunità .
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Questi episodi di discriminazione razziale, finalizzati a cercare facile consenso popolare,
oltre ad essere oltraggiosi per coloro che ne sono vittime, ostacolano il realizzarsi di una
possibile convivenza pacifica e prolifera.
L’ASGI e l’Associazione Rom Sinti@Politica Abruzzo esprimono soddisfazione per
l’accertamento del carattere discriminatorio di questo tipo di comportamento ribadendo il
loro impegno a contrastare simili episodi.
“L’uso strumentale dei discorsi di odio da parte dei partiti politici è gravemente frequente
in Italia e puo’ essere contrastato con la promozione di azioni di tutela legale “ affermano
gli avv. Daniela Consoli, Michela Manente e Nazzarena Zorzella. “Tuttavia ci auguriamo
che questa sentenza sia utile a modificare i toni e i contenuti apertamente ostili nei
confronti delle minoranze rom e sinte, troppo spesso presenti nel dibattito politico e che di
fatto costituiscono ostacoli alla lotta contro l’emarginazione sociale che l’Italia deve porre
in atto in base alle leggi nazionali e alle Convenzioni internazionali che ha sottoscritto e
deve rispettare”.
ASGI e l’Associazione Rom Sinti@Politica Abruzzo (Fonte www.asgi.it)
Turismo, stop alle discriminazioni:
il Veneto capofila per "CoorDown"
2 Luglio 2013
VENEZIA - Niente più discriminazioni nei confronti
delle persone con sindrome di Down e di tutte le
persone con disabilità da parte degli operatori turistici
e delle strutture ricettive. La Regione Veneto è tra le
prime a sancirlo per legge diventando capofila in Italia
per il rispetto della "Convenzione dell'Onu sui diritti
delle persone con disabilità" anche nel mercato del
turismo secondo quanto reso noto oggi dal sito CoorDown.
La decisione del Veneto fa riferimento al Codice del turismo approvato dal Governo che
però aveva visti annullati alcuni punti da parte della Corte costituzionale. Il Veneto è
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quindi tra le prime regioni ad aver incluso quei principi di uguaglianza di trattamento
indispensabili per superare ogni tipo di discriminazione, anche per quanto riguarda l'offerta
turistica e del tempo libero. Il CoorDown - in una nota - ringrazia il governatore veneto
Luca Zaia e tutto il consiglio regionale per aver seguito l'iter della legge sia in commissione
che in aula. La nuova legge considera strutture turistico-ricettive anche i parchi a tema.
(fonte
http://www.gazzettino.it/disabili/turismo_stop_alle_discriminazioni_il_veneto_capofila_
per_coordown_/notizie/299023.shtml)
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Nati in Italia ma ancora stranieri
«Che fatica a scuola e al lavoro»
2 Luglio 2013
Le voci dei ragazzi di seconda generazione tra storie fortunate e
adolescenti che preferiscono fuggire. Festa anche con hip hop in
piazza Virgiliana. Oggi all’università la Provincia assegna il titolo di
cittadini onorari a decine di giovani
Nati in Italia, ma per lo Stato ancora stranieri.
Anche se sono cresciuti qui, anche se con i loro
compagni di scuola, dalle medie alle superiori,
parlano in dialetto e studiano le stesse cose e
seguono le stesse mode adolescenziali. Eccoli i
ragazzi figli di immigrati che hanno scelto di
restare qua, di far vivere i loro figli qui. Li
chiamano, i sociologi e gli addetti ai lavori, le seconde generazioni e ieri si sono confrontati
nel salone mantegnesco dell'università, per raccontarsi. E’ stato uno degli appuntamenti
della due giorni dedicata a loro organizzata dalla Provincia con il sostegno dell’Unione
europea, che ha stanziato un apposito fondo per promuovere l’integrazione.
Testimonianze portate direttamente da giovani che, a sentire le loro parole, si sono ben
radicati nel nostro Paese, risiedendo stabilmente nel Mantovano, dovendo affrontare un
percorso inizialmente lastricato da ostacoli e indifferenza, gradualmente superato grazie alla
tenacia e alla crescita dell'integrazione sociale che, seppur faticosamente, si è consolidata
nel nostro paese come in altre realtà europee e occidentali.
Il workshop nazionale (ieri in piazza Virgiliana ci sono stati anche esibizioni di hip hop) si
concluderà questa mattina con il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del
presidente Alessandro Pastacci a oltre una settantina di ragazzi, dai 14 ai 18 anni, residenti
in provincia.
L’assessorato alla coesione sociale di Palazzo di Bagno, con il Centro di educazione
interculturale, si è dato da fare nei gironi scorsi per chiedere ai Comuni di individuare
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ragazzi di famiglie immigrate nella propria anagrafe e di accompagnarli all’iniziativa per
ricevere il riconoscimento (che non ha alcun valore legale). Solo una piccola parte di
amministrazioni è riuscita (ho ha voluto) rispondere ufficialmente all’invito. Tra i Comuni
certamente rappresentati vi saranno San Benedetto Po (una decina di ragazzi), Poggio
Rusco (4), Castiglione (1), Porto Mantovano (15), Guidizzolo (1), Motteggiana (4), Castel
Goffredo (17), Gonzaga (7) , Volta Mantovana (5), San Giacomo delle Segnate ( 5) e San
Giorgio (4). La Provincia fa sapere che altri Comuni sapranno soltanto oggi quanti ragazzi
porteranno. Altri hanno spiegato di aver avuto molte difficoltà a spiegare, attraverso
mediatori culturali, il senso dell’iniziativa alle famiglie dei ragazzi, segno che l’inclusione
sociale a pieno titolo è ancora un cammino lungo da percorrere in diversi casi. Tra i
Comuni a non aver fornito dati c’è anche il capoluogo. «Ho saputo dell’iniziativa dalla
Gazzetta e poi da una telefonata dell’assessore Magri – spiega l’assessore alle politiche
sociali, Roberto Irpo – devo dire che personalmente trovo questa iniziativa una forzatura.
Non sono chiuso a questa problematica, ma non mi riconosco nelle posizioni di Sel sullo
Ius soli. Vedo che il presidente Pastacci è d’accordo, ma dubito che tutti nella sua
maggioranza la pensino come lui».
E i ragazzi che dicono? Emblematico il racconto di Anwara Chowdhry proveniente dal
Bangladesh. «All'inizio non è stato facile -ha detto- Il contrasto con le differenti mentalità
era forte. Sei portata a farti domande che altri alla tua età non si fanno. Crescendo ho
imparato a fare coesistere le varie culture. La gente in Bangladesh è più semplice e
disponibile, ma anche più riservata. Ma le donne devono stare al loro posto».
Un ragazzo pakistano arrivato in Italia 13 anni fa, oggi 23enne, ha definito il percorso fatto
un «ponte tra la 1° e la 3° generazione». Ha affermato che a volte gli è capitato di vedere
suoi amici fuggire dall'Italia, pur avendo trovato un lavoro solido: «Non riuscivano a
riconoscere i valori che ci sono qui». Poi ha parlato di un ragazzo che sognava di diventare
pilota, ma non è riuscito ad iscriversi all'università «perché non aveva la cittadinanza».
Speranze che per alcuni si infrangono, per altri invece rappresentano il punto da cui
partire. «In Italia i nostri coetanei non hanno mai avuto problemi di cibo o economici, ma
non sono ugualmente contenti -ha aggiunto-. Insieme dobbiamo cercare di migliorare. In
Pakistan se parli con una persona devi tenere lo sguardo basso in segno di rispetto, mentre
in Occidente se lo fai ti dicono che sei maleducato».
Il sociologo Adel Jabbar ha spiegato che i bambini stranieri nati in Italia che frequentano le
materne hanno raggiunto l'83%, asserendo che i ragazzi spesso «vivono una specie di stress
da acculturazione, mentre nel lavoro vengono considerati solo per determinati settori».
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Non a caso Cristina, nigeriana, infermiera ,ha trovato lavoro in una casa di riposo e
gerarchicamente «chi stava sotto di me, ha fatto fatica ad accettarlo». Ha preferito cambiare
posto di lavoro. ( Ha collaborato Graziella Scavazza)
(fonte http://gazzettadimantova.gelocal.it)
Fondo europeo integrazione, prorogato il
termine per le procedure di affidamento
del servizio di segreteria scientifica
2 Luglio 2013
Si tratta del servizio di 'Segreteria scientifica di supporto al Gruppo di Lavoro Istituzionale
(GLI) sulla mediazione culturale'. Nuovo termine di partecipazione: 10 luglio 2013
I termini per l'invio delle manifestazioni di interesse relative alla procedura di affidamento
di un servizio di 'Supporto tecnico-scientifico al Gruppo di Lavoro Istituzionale (GLI)
sulla mediazione culturale' (Programma Annuale 2012, Azione 7 'Capacity building') sono
prorogati fino alle ore 16 del 10 luglio 2013.
Le manifestazioni di interesse devono essere inviate all'indirizzo di posta elettronica
certificata [email protected], indicato nell'avviso di 'errata corrige e proroga
scadenza' del 28 giugno 2013, che corregge il precedente avviso del 27 maggio 2013.
INFORMAZIONI
Informazioni e chiarimenti sull'avviso possono essere inviate all'indirizzo e-mail
[email protected] indirizzate al responsabile del procedimento, entro e
non oltre le ore 15 dell'ultimo giorno non festivo che precede il termine fissato per la
presentazione delle manifestazioni d'interesse.
(fonte http://www.interno.gov.it/)
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Scuola di Formazione di Italiano Lingua
Seconda / Straniera: Competenza d'uso e
Integrazione
Napoli, 8 - 12 luglio 2013
Hotel Naples C.so Umberto I, 55
Iscrizioni entro il 30 giugno
Il Centro Linguistico di Ateneo organizza dall' 8 al 12 luglio 2013, presso la Sala
Conferenze del Palazzo degli Uffici invia G. Cesare Cortese 29, la IV edizione della Scuola
di Formazione di Italiano Lingua Seconda / Straniera: Competenza d'uso e Integrazione.
Con questa iniziativa il Centro Linguistico intende porre le basi per una più proficua
interazione tra Scuola e Università, contribuendo all'aggiornamento e alla formazione dei
docenti della scuola e di quanti operano in contesti multilingui. Quest'anno particolare
attenzione verrà dedicata alle scuole primarie attraverso il bando "Giochiamo l'italiano"
destinata a tutti coloro che hanno l'obiettivo di elaborare metodi e materiali utili ad
insegnarel'italiano a bambini stranieri. I partecipanti dovranno produrre su supporto
magnetico un percorso educativo finalizzato all'apprendimento dell'italiano come lingua
straniera, facendo emergere i processi di insegnamento-apprendimento, l'aspetto
collaborativo degli alunni, l'organizzazione del lavoro didattico e gestionale.
Ogni scuola riceverà una pergamena attestante la partecipazione al concorso "Giochiamo
l'italiano".
Alla scuola vincitrice verrà assegnata 1 coppa e il materiale didattico relativo
all'insegnamento dell'italiano L2/LS, al docente responsabile del progetto la partecipazione
gratuita alla scuola di formazione edizione 2013.
La partecipazione alla scuola dà diritto a n. 4 crediti.
Le 30 ore di formazione della scuola sostituiscono quelle di formazione glottodidattica, richieste come prerequisito per accedere all'esame DITALS di II livello.
(fonte http://www.roma-intercultura.it)
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Tutele per i figli di genitori omosessuali
I figli delle coppie omosessuali esistono, ma sono
invisibili. Che fare?
2 Luglio 2013
Cosa significa essere invisibili? Mancare di una rappresentazione pubblica, una voce di
risonanza nei luoghi dove si prendono le decisioni, si discutono le leggi (così come
dovrebbe essere per ogni cittadino italiano), sottorappresentati o a malapena intravisti nei
media, dove le famiglie formate da genitori omosessuali non ci sono, latitano, vengono
pressoché ignorate. Ricordate cos’è successo per la pubblicità Ikea che mostrava
semplicemente una coppia di due ragazzi? Ma malgrado l’apparente arretratezza le coppie
omosessuali ci sono, fanno figli e mettono su famiglia.
Proprio nei giorni in cui Senato e Camera cominceranno a discutere leggi contro
l’omofobia e le unioni tra partner omosessuali, alcuni genitori di famiglie Arcobaleno,
come testimoniato dal bel pezzo apparso su Repubblica a firma di Caterina Pasolini, si
rivolgono a senatori e e deputati bipartisan, per raccontare come vivono il quotidiano e
chiedere tutele e leggi per proteggere relazioni e minori, per dare un senso al futuro di oltre
centomila bambini con un genitore omosessuale.
Come spesso accade la legge è quasi costretta a seguire le esigenze dei cittadini. Racconta
Gianfranco Goretti, sposato con lo scrittore Tommaso Giartosio a proposito del loro
rapporto con i figli, nati in America da una madre “surrogata”che non li ha riconosciuti e
che in Italia portano solo il cognome del padre biologico: Lia quello di Tommaso, Andrea
di Gianfranco.
(i nostri figli) sanno che ci sono tanti tipi di famiglie: mamme sole, coppie di
mamme o di papa, coppie separate. Devo dire che siamo stati fortunati, la società è
più avanti della politica: nel quartiere e a scuola nessun problema, anzi, tutti ci
riconoscono come genitori. Lia e Andrea si sentono semplicemente due bambini
molto amati.
Ci sono altri risvolti familiari che eventuali leggi potrebbero tenere poco in
considerazione che spiega Gianfranco:
Ecco, per la legge alla fine dell’orario delle lezioni a scuola potrebbero non
affidarmi Lia, figlia biologica di Tommaso, se si ammala non potrei portarla in
ospedale e decidere le cure perché per lei in italia non sono nulla, non sono un
parente, un genitore. Sono un estraneo totale mentre per la legge americana i due
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bambini sono tutti e due figli nostri (…) Se io muoio mio figlio resta solo, il mio
compagno non conta nulla e finisce che decide tutto il giudice tutelare che magari
se ne infischia di un rapporto vero, profondo che dura dalla nascita. Per questo
vogliamo una legge che parifichi le unioni gay al matrimonio, come aveva proposto
l’anno scorso Paola Concia del Pd. Così potremmo finalmente adottarli, riconoscerli
con tutti i diritti ma soprattutto i doveri di un genitore, compreso il mantenimento
in caso di separazione.
(fonte http://www.queerblog.it/post/67775/tutele-per-i-figli-di-genitori-omosessuali)
Dal 22 luglio alla Camera si discute la
legge contro l'omofobia
2 Luglio 2013
La seconda metà di luglio potrebbe segnare una svolta nel
dibattito sui diritti civili e sulla tutela delle persone lgbt in
Italia. Secondo il calendario della Camera dei deputati,
infatti, inizierà lunedì 22 la discussione generale sulle
proposte di legge contro l'omofobia i cui testi sono stati
presentati nei mesi scorsi.
Secondo quanto riporta il sito di Rete Lenford, l'associazione di avvocati che si occupa di
questioni lgbt, la settimana prossima i deputati Ivan Scalfarotto (Pd) e Antonio Leone (Pdl)
presenteranno un testo base sul quale si potranno presentare, discutere e votare gli
emendamenti.
L'ultima discussione su una legge contro l'omofobia in Parlamento risale alla scorsa
legislatura , quando relatrice della legge era Anna Paola Concia.
Il dibattito non entrò mai nel vivo perché l'Udc, il Pdl e la Lega Nord votarono a favore di
una eccezione di costituzionalità. Una legge ad hoc per tutelare le persone omosessuali e
transessuali, si sostenne in aula, avrebbe privilegiato le persone a cui si rivolgeva e questo
in violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.
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"Noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella
di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri - dichiarò quel giorno Fabrizio
Cicchitto, allora capogruppo alla Camera del Pdl - e proprio per questo contestiamo ogni
trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e
accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale".
(fonte http://www.gay.it/channel/attualita/35735/Dal-22-luglio-alla-Camera-si-discute-la-
legge-contro-l-omofobia.html)
Insulti sui voti, prof a processo
1 Luglio 2013
IL CASO. Insegnante vicentino accusato d'aver ingiuriato un collega meridionale davanti
alla commissione d'esame. Il movimentato episodio avvenne nel corso della maturità del
2010 durante gli scrutini. Respinta l'aggravante dei motivi razzisti
VICENZA. Avrebbe insultato il collega di origini meridionali. Quella che è stata descritta
come un'aggressione verbale davanti a parecchi testimoni non sarebbe avvenuta però al
bar, fra avventori un po' allegrotti, ma nel corso degli scrutini di una commissione d'esame
della maturità. Ora la procura ha chiuso le indagini ed è stato fissato il processo.
L'UDIENZA. È fissata per la fine di settembre, davanti al giudice di pace, l'udienza
a carico del professore vicentino Francesco Battistin, all'epoca docente di un istituto
superiore della città. L'insegnante dovrà rispondere di ingiurie ai danni del collega Salvatore
Marino, di origini siciliane. La presunta vittima, che si è costituita parte civile con l'avv.
Monni, chiederà un risarcimento di almeno 3 mila euro all'imputato.
GLI SCRUTINI. I fatti contestati dalla procura - l'indagine venne seguita dal pubblico
ministero Peraro prima di lasciare Vicenza per Padova - risalgono al mese di luglio del
2010. I due insegnanti facevano parte della stessa commissione d'esame per la maturità (la
numero 17): Battistin era docente interno, Marino esterno; arrivava infatti da un altro
istituto. Con il presidente e gli altri commissari, in quei giorni i due professori stavano
esaminando la posizione degli studenti per valutare compiti e interrogazioni e dare il voto
finale. Durante l'esame orale, avvenuto qualche giorno prima, il prof. Marino aveva
interrogato uno studente, piuttosto in gamba. Il quale, però, impreparato di fronte ad una
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domanda, aveva replicato che quell'argomento non era stato studiato in classe durante
l'anno.
LA LITE. Da quanto è emerso, nel corso dello scrutinio, Marino si oppose ad un voto
alto per quello studente. «Non posso credere che quell'argomento non fosse stato
analizzato in classe. Non era preparato, e in più ha raccontato una bugia». A quel punto
sarebbe intervenuto Battistin, il quale avrebbe perso del tutto le staffe.
(fonte
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/529801_insulti_sui_voti_prof_a_pr
ocesso/?refresh_ce)
Espulsione di Caterina Marini, Cecile
Kyenge: "Qualunque atto di razzismo che
istiga alla violenza deve essere
condannato"
1 Luglio 2013
Il ministro per l'integrazione commenta la decisione del Partito
Democratico dopo lo sfogo razzista della consigliera su Facebook
"Qualunque atto di razzismo che istiga alla violenza deve essere condannato: la città e il Pd
di Prato hanno dato una risposta concreta per far capire che il cambiamento deve iniziare
da noi e da qualsiasi cittadino".
Lo ha detto il ministro per l'integrazione Cecile Kyenge, a Prato all'indomani
dell'espulsione dal Pd di Caterina Marini, la consigliera circoscrizionale pratese che si era
lasciata andare ad uno sfogo razzista sulla sua pagina di Facebook. Ieri la commissione dei
garanti del Pd pratese aveva deciso che la giovane consigliera non potesse "più
rappresentare, né a livello politico né a livello istituzionale, il Partito Democratico", anche
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se tecnicamente non si può parlare espulsione perché la Marini non aveva ritirato la tessera
dal 2011.
Quanto ad alcune contestazioni di Fratelli d'Italia e Casapound che hanno accolto il
ministro al suo arrivo in città, Kyenge ha detto che "questi sono segno di un disagio che
non va ignorato: il nostro compito è ascoltare tutti a patto che siano rispettosi degli altri".
(fonte http://www.gonews.it/articolo_208562_Espulsione-di-Caterina-Marini-Cecile-
Kyenge-Qualunque-atto-di-razzismo-che-istiga-alla-violenza-deve-essere-condannato.html)
Svastica e scritta razzista, ripulito il
murale dei bambini
1 Luglio 2013
Settimo Milanese - Al posto della scritta razzista di colore nero ora ci sono il giallo,
il rosso, il viola e il verde dell’arcobaleno. Anche la svastica è stata cancellata, al suo
posto ci sono il cielo e le nuvole. Ètornato come prima il murale realizzato
dall’associazione «Nuovi colori», in collaborazione con l’istituto scolastico «Paolo Sarpi»
in via Matteotti a Settimo Milanese, che nella notte tra il 7 e l’8 giugno scorsi era
stato sfregiato con la scritta «non si è mai visto un negro che vola».
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I volontari dell’associazione, alcuni genitori, i cittadini della frazione di Vighignolo e decine
di bambinil’hanno cancellata, in collaborazione con l’artista che il primo giugno
scorso aveva realizzato il disegno, Eugenia Garavaglia, al termine di un percorso
didattico con gli alunni della scuola primaria proprio contro il razzismo.
«Ci siamo riappropriati del muro e del disegno - spiega Stefano Panzeri di Nuovi
Colori - abbiamo aspettato qualche giorno prima di intervenire con il restauro perché
volevamo che tutti prendessero coscienza del fatto che dietro quella scritta ci sono
persone vicine a un partito neonazista che a Settimo Milanese sta mandando dei
segnali precisi. Chi ha sfregiato il murale dei bambini ha voluto proprio disprezzare il
progetto educativo di tolleranza e rispetto nei confronti di tutti compiuto dagli alunni della
scuola primaria».
Ma non solo: accanto al murale è stata realizzata una bacheca dove i bambini hanno
appeso messaggi che vanno nella direzione opposta: «In Italia nessuno è
straniero». E ancora, «Neri e bianchi sono tutti uguali», «La frase scritta sul muro è
veramente brutta, infatti non si è mai visto volare neppure un bianco». E altre
riflessioni di grandi e bambini che resteranno in quel luogo ancora per alcuni giorni come
monito per tutti.
«È stata un’iniziativa molto bella quella di cancellare la scritta e riflettere insieme ai
cittadini e ai genitori sul significato di quel gesto - commenta il sindaco, Massimo Sacchi
- era presente tutta la comunità che in questo modo ha difeso un luogo profanato dai soliti
ignoti, che spero non restino impuniti».
(fonte http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2013/06/29/911647-settimo-ripulito-murale-
bambini-svastica-scritta-razzista.shtml)
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Delibera. In Friuli Venezia Giulia
garantita l'assistenza sanitaria alla
popolazione straniera
1 Luglio 2013
L'assessore alla Salute Telesca: "Una decisione di buon senso, volta a
tutelare in un'ottica di prevenzione la salute di t utti"
Trieste, 29 giugno 2103 - La Regione Friuli Venezia Giulia garantisce l'assistenza sanitaria
agli immigrati. Con una delibera proposta dell'assessore alla Salute, integrazione
sociosanitaria e politiche sociali, Maria Sandra Telesca, la Giunta regionale ha infatti
recepito le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni per la corretta applicazione della
normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera, di fatto garantendo l'accesso
alle cure.
Secondo Telesca, si tratta principalmente di "una decisione di buon senso, volta a tutelare
in un'ottica di prevenzione la salute di tutti, a iniziare dai cittadini del Friuli Venezia
Giulia".
"Far sapere agli immigrati che possono esser curati nelle nostre strutture pubbliche
significa infatti mettersi nelle condizioni di intercettare qualsiasi tipo di patologia e quindi
evitare la diffusione di malattie infettive non diagnosticate", ha aggiunto l'assessore.
(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-
dlibera._in_friuli_venezia_giulia_garantita_l_assistenza_sanitaria_alla_popolazione_stranie
ra_17410.html)
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Mondiali antirazzisti: oltre 600 partite e
la Coppa per l'Emilia
1 Luglio 2013
Tutto pronto per la storica manifestazione Uisp che si terrà dal 3 al 7
luglio a Castelfranco Emilia, nel modenese. Prevista la partecipazione
della ministra per l’Integrazione Kyenge.
ROMA - Tornano in Emilia-Romagna i Mondiali Antirazzisti, storica manifestazione
dell’Unione italiana sport per tutti (Uisp) che da 17 anni si batte contro ogni forma di
discriminazione. L’appuntamento è nel parco di Bosco Albergati di Castelfranco Emilia,
nel modenese, dal 3 al 7 luglio. Manifestazione che vedrà la partecipazione del ministro per
l’Integrazione, Cécile Kyenge, che ha annunciato la sua presenza nel pomeriggio di sabato
6 luglio. Una festa aperta a tutti e completamente gratuita, spiegano gli organizzatori, che
ospiterà migliaia di ragazzi e squadre da tutto il mondo. Sono previste, infatti, oltre 600
partite di calcio non stop che si alterneranno in 13 campi di gioco. Ma i Mondiali
antirazzisti non sono solo calcio, tra gli sport anche basket, pallavolo, cricket, rugby e tanta
musica. “Da quest’anno – spiegano gli organizzatori - alle numerose attività si aggiungono
anche i tornei di soft rugby e di tchoukball, disciplina facilmente accessibile a tutti che nel
2001 è stata riconosciuta dall’ONU come sport a sostegno della pace e della fratellanza”.
Per tutta la durata dei Mondiali sono previsti stand e spazi di musica e sport, con varie
attività di danza, ginnastica, giochi e discipline orientali. Ogni sera concerti gratuiti aperti a
tutti. Nella prima serata di giovedì 4 luglio sfileranno sul palco le band che hanno
partecipato al concorso indetto dal Mei, Meeting degli Indipendenti, per la realizzazione
dell’inno dei Mondiali. Venerdì 5 l’appuntamento principale con i 99 Posse e sabato 6
chiusura dell’arena concerti con la Paolino Paperino Band. “I Mondiali Antirazzisti sono
una grande finestra sul mondo – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale dell’Uisp -.
Oggi più che mai, l’ Uisp è protagonista del dibattito sullo ius soli, della cittadinanza
sportiva, delle pari opportunità attraverso le pratiche motorie. Siamo convinti che lo sport
di promozione sociale possa fare molto per contribuire a costruire ponti culturali e politici,
tra le istituzioni e la società civile. I Mondiali antirazzisti servono a far incontrare le
persone e i giovani e a farli riflettere sul valore sociale dello sport. Inoltre vogliamo tenere
legata questa festa alla storia e alla memoria condivisa del Paese, ricordando e rendendo
Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013
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ancora viva la lotta di Liberazione dal fascismo e la successiva Costituzione repubblicana
del 1948. Anno in cui la Uisp è nata e muoveva i suoi primi passi”.
I Mondiali Antirazzisti, inoltre, fanno parte del circuito nazionale “Coppa Uisp della
solidarietà – lo sport per tutti abbraccia l’Emilia” che collegherà tra di loro vari
appuntamenti nazionali Uisp. "Lo sport sociale e per tutti non ha smesso un attimo di
essere accanto alle popolazioni colpite dal terremoto di un anno fa - spiega Manco - i
volontari e i tecnici-educatori Uisp si sono impegnati quotidianamente per garantire il
funzionamento degli impianti sportivi, dove questi erano agibili, oppure ad organizzare il
trasferimento in strutture provvisorie. Lo sport si è dimostrato un ottimo collante tra le
persone, ha dato fiducia e voglia di guardare in avanti, soprattutto tra i giovani”. Partenza il
29 giugno da Mirandola, centro del terremoto di un anno fa, con i Campionati nazionali
Uisp di pattinaggio e successivamente tappe a Rimini e Riccione con calcio, nuoto e
pallavolo. Arrivo a Mirandola lunedì 8 giugno. La Coppa sosterà nell'area Uispace dei
Mondiali Antirazzisti dal 3 al 6 luglio, con collegamenti quotidiani in diretta video
streaming sul sito www.uisp.it.
(fonte http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/440909/Mondiali-antirazzisti-
oltre-600-partite-e-la-Coppa-per-l-Emilia)
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Orvietano, presto la Consulta per
l’Immigrazione
1 Luglio 2013
L’elezione è prevista il 27 ottobre e il 6 luglio scade il termine per le
domande per scrutatore e presidente di seggio. L’organismo dovrà
garantire pari diritti e favorire l’aggregazione
ORVIETANO - È stata fissata per il prossimo 27 ottobre
l'elezione della Consulta Territoriale per l'Immigrazione
voluta dai Comuni della Zona Sociale n.12.
Il compito che avrà, sarà quello di promuovere interventi
per assicurare ai cittadini extracomunitari un effettivo e paritario godimento dei diritti,
sociali sanitari e lavorativi, al fine di agevolare un inserimento nel tessuto sociale, culturale
ed economico nel territorio.
In particolare, la Consulta formulerà proposte agli organismi competenti, dovrà esprimere
pareri e assumere iniziative su tutte le materie relative ai fenomeni dell'immigrazione e delle
diversità culturali; dovrà anche rappresentare un momento di informazione, aggregazione e
confronto per i singoli e i gruppi interessati alla realtà dell'immigrazione.
La Consulta, infine, assumerà iniziative per contrastare l'isolamento etnico e sociale degli
stranieri, e per la prevenzione del razzismo e di ogni forma di xenofobia.
In vista dell'elezione i Comuni della Zona Sociale hanno pubblicato gli avvisi relativi alle
candidature a scrutatore e presidente di seggio e quello relativo i candidati delle elezioni.
I candidati dovranno presentare domanda su appositi modelli reperibili presso gli Uffici
della Cittadinanza di ogni Comune indirizzandola al sindaco del proprio Comune di
residenza.
Il 6 luglio è il termine ultimo per la presentazione delle domande relativamente all'avviso
per scrutatore e presidente di seggio.
(fonte http://www.frescodiweb.it/dettaglio_news.php?id=10158)
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Casa popolare inaccessibile: la storia di
Alessandra
1 Luglio 2013
Il caso della 44enne bolognese che vive con la mamma. Sono 110 i disabili
bolognesi che vorrebbero vivere in un appartamento adatto alla loro condizione
BOLOGNA – Una casa popolare inaccessibile a causa delle barriere architettoniche e una
richiesta di potersi trasferire in un altro alloggio che non viene esaudita: Alessandra Licata
ha 44 anni, è disabile, si muove con la sedia a ruote e vive con la madre Antonia in via De
Crescenzi, nel quartiere Porto di Bologna in un alloggio popolare gestito dall’Acer. Il
problema è che il loro appartamento non risponde alle esigenze di Alessandra né a quelle
di sua madre, di 61 anni, costretta ad occuparsi della figlia senza un supporto in casa
costante dei servizi sociali, che riescono ad assisterla a domicilio per circa 8 ore a
settimana. Quando Alessandra deve uscire o rientrare nel proprio appartamento, la
mamma deve trasportarla su una rampa di scale grazie ad un montascale (impossibile
installare un sistema elettronico per il sollevamento delle persone a causa degli spazi
ridotti). In casa, poi, i problemi non diminuiscono: l’ingresso è piccolo, i corridoi stretti
rendono difficile qualsiasi manovra in sedia a ruote e il bagno non è norma, con i sanitari
separati l’uno dall’altro da poche decine di centimetri, e inaccessibili per Alessandra
autonomamente. Per la 44enne è difficile persino spostarsi dal letto alla sedia a ruote, e
ogni mattina rischia di cadere per terra e farsi male. La madre, invece, deve sollevare la
figlia di circa 80 chili anche soltanto per farle vedere la tv, seduta sul divano nel piccolo
salotto.
Del caso di Alessandra si è parlato oggi in Comune. Insomma, Alessandra e Antonia lì non
riescono a vivere serenamente, e 5 anni fa hanno chiesto all’Acer di potersi trasferire in una
casa più accessibile, che permetta loro una vita meno faticosa.
Non avevano ricevuto risposte fino ad oggi, e questa mattina l’Acer non le ha certo
rassicurate, sostenendo in Comune – durante una commissione consiliare - che di casi
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come il loro a Bologna ce ne sono tanti, alcuni anche più gravi, ed anzi che sono troppi
rispetto alla disponibilità di alloggi pubblici.
Insieme all’altra figlia Carmen, le due avevano deciso di far sentire la propria voce
all’amministrazione per mezzo del consigliere comunale Lorenzo Tomassini (Pdl), che ha
portato il caso a Palazzo D’Accursio. Questa mattina Tomassini ha mostrato ai propri
colleghi un video, realizzato da Carmen, che racconta le difficoltà quotidiane della sorella e
della madre. Alla discussione hanno partecipato anche due tecniche dell’Acer, che hanno
cercato di spiegare a Carmen (l’unica presente della famiglia in commissione) come mai
l’ente non ha potuto soddisfare i loro desideri. In sostanza, ha spiegato Chiara Casalgrandi,
la situazione di Alessandra non è unica nel suo genere: “A Bologna ci sono circa 800
richieste di mobilità (ovvero di trasferimento in altri alloggi popolari) ancora insoddisfatte”,
e di queste “110 provengono da disabili che vorrebbero abitare in appartamenti adatti alla
propria condizione”. Purtroppo, però, “le richieste superano i posti disponibili e per
assegnare gli alloggi bisogna rispettare la graduatoria pubblica”. Secondo Casalgrandi,
Alessandra ha un punteggio di 67, non indicativo se non si osserva che il punteggio del
primo tra i disabili in graduatoria di mobilità è 170.
Le difficoltà nell’assegnazione degli alloggi pubblici: scelte obbligate per il Comune. Il caso
di Alessandra ha portato a galla diversi problemi all’interno del sistema di edilizia pubblica
bolognese: l’assessore comunale alle Politiche abitative, Riccardo Malagoli ha ricordato che
in tutta la provincia le richieste per un alloggio sono 12 mila, di cui circa 9 mila nel
capoluogo. “Stiamo costruendo nuovi alloggi - ha spiegato - tutti o già adattati o adattabili
a inquilini disabili”. Per il Consiglio e la giunta comunale, però, si prospetta una scelta: “Se
decidessimo di destinarli solo alle richieste di mobilità di disabili - ha proseguito - forse la
lista verrebbe azzerata”, ma “non si possono contemporaneamente assegnare gli
appartamenti a chi ne possiede già uno e vuole trasferirsi, e a chi è in attesa di un tetto
sotto cui vivere”, perché non ce ne sono abbastanza. (Giovanni Baiano)
(fonte http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/440888/Casa-popolare-
inaccessibile-la-storia-di-Alessandra)
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Il presidente della Romania è stato
accusato di razzismo
1 Luglio 2013
Il presidente romeno Traian Băsescu si distingue per le vedute assai originali su ciò che si
può permettere una personalità pubblica. I suoi incauti enunciati hanno spesso provocato
scandali e hanno portato alle accuse contro di lui di razzismo e di misoginia.
Tuttavia non si può negare che gli enunciati del genere piacciono a una parte dell’elettorato
romeno.
Intervenendo al congresso delle donne-imprenditrici il presidente della Romania ha
espresso il malcontento per il cambiamento della composizione etnica del paese,
lamentandosi che “le zingare possono partorire cinque figli, mentre le romene – no”.
Traian Băsescu ha invocato le donne a prestare meno attenzione alla carriera e partorire
più figli. “In fin dei conti è un atto di patriottismo!”, - ha dichiarato il presidente dalla
tribuna del congresso.
Aggiungendo che se si dovessero mantenere le attuali tendenze demografiche, la
popolazione della Romania si ridurrebbe entro il 2030 fino a 15 milioni di persone. Il
presidente ha fatto notare che la conservazione della situazione attuale porterà “al
cambiamento radicale della composizione della popolazione poiché noi abbiamo una
minoranza zingara molto prolifica”.
La reazione dei difensori dei diritti civili non si è fatta attendere. Organizzazioni senza
scopo di lucro si sono rivolte al presidente con una lettera aperta chiedendo le pubbliche
scuse. I difensori dei diritti delle donne e di minoranze etniche accusano Traian Băsescu
della discriminazione delle donne, degli zingari, e anche di dichiarazioni misogine e
xenofobe. Circa venti attiviste dei movimenti femministi hanno organizzato di fronte al
palazzo presidenziale una manifestazione non autorizzata con lo slogan “bambino – è una
scelta, non un dovere”.
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Alcune organizzazioni senza scopo di lucro hanno chiesto al Consiglio di Stato per la lotta
alla discriminazione di esprimere un parere legale sugli enunciati del presidente.
Nonostante ampi poteri del Consiglio il presidente romeno non rischia alcunché. La
Costituzione gli garantisce la totale immunità, escludendo perfino un’ipotesi teorica per
costringerlo a chiedere scusa o pagare una multa per le dichiarazioni riconosciute
xenofobe.
Bisogna far notare che Traian Băsescu si è già trovato per più di una volta all’epicentro di
simili scandali che non hanno intaccato il suo indice di popolarità e non hanno provocato
notevoli proteste. A quanto pare la società romena è più preoccupata per la situazione
economica nel paese anziché per la correttezza politica del presidente.
(fonte http://italian.ruvr.ru/2013_06_30/Il-presidente-della-Romania-e-stato-accusato-di-
razzismo/)
Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ
UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI
unar.it