rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013

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Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB Anno IV - Roma,1-5 Luglio 2013 A cura di Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione Contact Center Collaborazione Monica D’Arcangelis, Alessandro Tudino

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Page 1: Rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013

Contact Center 800.90.10.10 - www.unar.it

Presidenza del Consiglio dei Ministri DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UFFICIO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONI RAZZIALI

RASSEGNA STAMPA

SETTIMANALE MONITORAGGIO E APPROFONDIMENTO

DEI FENOMENI DISCRIMINATORI NEI MEDIA E SUL WEB

Anno IV - Roma,1-5 Luglio 2013

A cura di

Fernando FRACASSI Resp. Comunicazione

Contact Center

Collaborazione

Monica D’Arcangelis,

Alessandro Tudino

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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SHOAH: INSEGNANTE NEGAZIONISTA;

UGEI A MINISTRO,'RIMUOVERLO'

5 Luglio 2013

PADOVA - La richiesta di ''sollevare dall'incarico'' un insegnante padovano che

negherebbe l'esistenza della Shoah e' stata avanzata dalla presidente dell'Unione giovani

ebrei d'Italia, Alessandra Ortona, al ministro dell'Universita' Maria Chiara Carrozza.

La vicenda, ricorda Ortona nella lettera indirizzata al ministro, riguarda gli esami di

maturita' del Liceo scientifico Curiel di Padova, nel quale un professore, Franco Damiani

di Villafranca Padovana, era stato chiamato a presiedere la commissione di esame di due

classi. A cinque giorni dalle prove di maturita' il docente e' stato sollevato dall'incarico sulla

base di alcune affermazioni fatte nella sua pagina Facebook sull'errata metodologia

didattica della Curiel, in relazione proprio all'Olocausto.

Damiani e' stato piu' volte trasferito negli ultimi dieci anni (in un caso su sua richiesta) ed e'

stato oggetto anche di interrogazioni parlamentari, nonostante le quali e' stato nominato

quattro volte presidente di commissione agli esami di maturita'. ''Siamo a chiederci -

sottolinea Ortona - come sia possibile che, mentre in diversi Paesi dell'Unione Europea e'

ormai da tempo stato introdotto il reato di negazionismo, in Italia, a coloro che negano

l'Olocausto, sia concesso insegnare liberamente nei licei e prendere parte alle commissioni

degli esami di stato''.

Nel chiedere un incontro al ministro sulla questione, l'Ugei auspica che a Damiani ''non sia

piu' permesso insegnare e che simili provvedimenti vengano presi nei casi in cui tesi

negazioniste o incitanti all'odio e alla discriminazione siano promosse all'interno di scuole e

universita'''. (ANSA).

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Volantino di insulti contro i vicini «negri»

giovane nei guai per razzismo

5 Luglio 2013

Due famiglie senegalesi bersaglio di un operaio 21enne: denunciato. E'

indagato per minacce, diffamazione e discriminazione

VEDELAGO (Treviso) — I litigi tra vicini sfociano in veri e

propri insulti razzisti ai danni di due famiglie di origine

senegalese. Denunciato per minacce, diffamazione e razzismo

un operaio 21enne di origine siciliana. Secondo i carabinieri, il

giovane si sarebbe vendicato di presunti dispetti da parte dei

condòmini affiggendo sul portone d’ingresso della palazzina

un volantino offensivo e dai contenuti razzisti: «Vi vengo ad uccidere perché non siete

persone ma m… negre».

A denunciare il fatto agli uomini dell’Arma è stata, qualche settimana fa, una delle due

famiglie senegalesi che vivono al primo piano della palazzina a Vedelago. Giusto sopra

l’appartamento in cui il giovane operaio di origine siciliana si è trasferito con la famiglia da

un paio d’anni. Persone che da tempo vivono in paese e sono ben integrate e mai avevano

avuto problemi di questo tipo. Rientrando dal lavoro una sera, però, la moglie del

capofamiglia ha trovato, affisso sul vetro del portone, un volantino scritto a mano e

riportante le seguenti frasi: «Il primo negro figlio di p… (scritto in siciliano) che butta

ancora cibo nella mia villetta e il cane se lo mangia per colpa vostra, vi vengo ad uccidere

perché voi non siete persone, ma delle m… negre ».

Impossibile per i due nuclei familiari ignorare un messaggio minaccioso e offensivo di

questa portata. A far scattare la rabbia razzista del condomino, sarebbe stata la presenza nel

giardino di cibo che, a suo dire, i vicini stranieri gettavano al suo cane, un meticcio di taglia

piccola. Questo e alcuni problemi di convivenza dati però, non dai comportamenti degli

stranieri, ma proprio del ragazzo che sarebbe solito tenere la musica alta e fumare negli

spazi comuni del palazzo. «La signora che ha denunciato i fatti ci ha riferito che per le due

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famiglie straniere è impossibile interagire con il ragazzo e i suoi congiunti - spiega il

capitano Salvatore Gibilisco -. Ma se questi semplicemente ignorano i condòmini

senegalesi, non rispondendo neppure ai cenni di saluto, il ragazzo li insulta e li accusa di

disturbare». I carabinieri hanno svolto le prime indagini, ritenendo il 21enne responsabile

della produzione e dell’affissione del volantino. L’operaio è indagato per minacce,

diffamazione e discriminazione a sfondo razziale. Sul foglio manoscritto, su disposizione

della procura, sarà probabilmente effettuata una perizia calligrafica.

(fonte http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/4-luglio-

2013/volantino-insulti-contro-vicini-negri-giovane-guai-razzismo-2221991276215.shtml)

SANITA': PEDIATRI, GARANTIRE

ASSISTENZA A FIGLI IMMIGRATI

IRREGOLARI IN LOMBARDIA

5 Luglio 2013

FIMP, DECISIONE REGIONE INACCETTABILE

Roma, 4 lug. (Adnkronos Salute) - La Federazione italiana medici pediatri (Fimp), in

riferimento alla decisione della Regione Lombardia di non consentire l'assistenza dei

pediatri di famiglia ai figli di immigrati irregolari, ricorda la dichiarazione dei Diritti del

fanciullo: ogni bambino infatti, senza discriminazione alcuna, deve godere degli stessi

diritti, compreso il diritto alla tutela sanitaria. Non e' quindi giuridicamente e soprattutto

eticamente possibile - si legge in una nota - consentire che i figli di immigrati irregolari,

non possano essere iscritti negli elenchi dei pediatri di famiglia. E' una situazione

inaccettabile che crea unaá grave diseguaglianza potenzialmente rischiosa per la salute di

questi piccoli migranti.

L'accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 ha definito nuove modalita' interpretative

per l'assistenza ai migranti irregolari, compresa l'assistenza dei medici di medicina generale

e dei pediatri di famiglia. Alcune regioni hanno gia' legiferato in materia, mentreáin

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Lombardia questo diritto e' stato negato. I pediatri di famiglia della Fimp si sentono

chiamati in causa in prima persona per dare voce e rivendicare, aldila' di qualunque colore

politico, il diritto dei piccoli migranti irregolari ad usufruire dell'assistenza pediatrica

primaria. Assicurare le condizioni perche' i bambini migranti crescano e si sviluppino nel

migliore dei modi e' un imperativo etico, e l'assistenza pediatrica e' parte integrante e

irrinunciabile di questo processo che ci chiama tutti in causa.

Mencucci ai disabili: “Non c’è

discriminazione”

5 Luglio 2013

Nessuna discriminazione, tantomeno nei confronti delle persone costrette a convivere con

problemi di salute importanti. La Fiorentina, con il suo amministratore delegato Sandro

Mencucci, rigetta le accuse piovute da parte del presidente dell’associazione paraplegici

toscani. «Posso dire che la nostra società è tra le più attente a livello nazionale alle

problematiche di queste persone – ha detto -, ma in questo caso ci sono regole da

rispettare, regole per altro imposte da Lega Calcio e Uefa. Non possiamo accondiscendere

a richieste impossibili, perché a non essere rispettoso sarebbe soprattutto questo».

Sono in tutto oltre trecento i disabili che ogni due settimane vedono le porte del Franchi

aprirsi: una parte di loro, che fino allo scorso campionato erano sistemati a fianco del

parterre di tribuna devono accettare una diversa collocazione in virtù dei lavori di restyling

dell’impianto (anche per non finire relegati ai margini dello stesso settore). «C’è sempre

stata grande attenzione nei confronti delle esigenze dei nostri tifosi, ma siamo anche stati i

primi a spiegare il perché di questa necessità. Non possiamo accondiscendere a

determinate richieste quando ci sono delle norme che te lo impediscono». La Fiorentina,

insomma, non getta benzina sul fuoco. E’ questione di rispetto, ha ribadito Menucci, anche

perché l’attenzione della dirigenza nei confronti di determinate categorie non è mai venuta

meno.

(fonte http://www.violanews.com)

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Corte di Giustizia europea: La normativa

italiana sull’inserimento lavorativo dei

disabili non ottempera pienamente agli

obblighi derivanti dal diritto dell’Unione

europea

5 Luglio 2013

Non attuato l’obbligo per tutti i datori di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli

per rispondere alle esigenze dei lavoratori disabili.

Corte di Giustizia dell'Unione europea, sentenza dd. 04.07.2013, causa C-312/11

(Commissione europea c. Italia)

(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/cgue_04072013_312_11.pdf)

Il comunicato stampa della Corte di Giustizia europea (sentenza 04.07.2013 causa

C- 312/11)

(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/cgue_04072013_com_stampa.pdf)

La Corte di Giustizia europea, con la sentenza 4 luglio 2013 nella causa Commissione

europea c. Italia (causa C-312/11), ha dichiarato che la Repubblica Italiana, non avendo

imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni

concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, è venuta meno al suo obbligo di

recepire correttamente e completamente l’art. 5 della direttiva 2000/78, che stabilisce un

quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di

lavoro.

La questione deriva dal fatto che la nozione di disabilità contemplata nella giurisprudenza

della Corte di Giustizia europea e che riflette quella definita dalla Convenzione ONU sui

diritti delle persone con disabilità appare di portata più ampia e generale di quella prevista

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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dal diritto interno italiano in materia di inserimento lavorativo dei disabili, che concerne

solo quelli che ottengono lo specifico riconoscimento previsto dalla legge interna n. 68/99

con riferimento alla quote di capacità lavorativa residua inferiore al 55% o al 70% per i

disabili da infortunio sul lavoro. Ugualmente, l’obbligo di ragionevole adattamento delle

posizioni lavorative alla condizioni dei lavoratori disabili nel diritto interno italiano non ha

portata generale, così come invece richiesto dalla direttiva 2000/78, bensì riguarda solo

taluni datori di lavoro e non concerne tutti gli aspetti della relazione di impiego, incluso

quello dell’accesso all’impiego, ovvero della selezione e del reclutamento del personale.

Per approfondimenti, si rimanda al comunicato stampa della Corte di Giustizia dell’Unione

europea, così come al commento alla recente ordinanza del Tribunale di Bologna dd. 18

giugno 2013, al link:http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=2817&l=it

(fonte www.asgi.it)

Perplessità legali e pratiche sulla

“badante” in classe

5 Luglio 2013

«Se la legge assegna a un Ente Pubblico la titolarità di un servizio come quello di assistenza

alla comunicazione, per gli alunni con disabilità, è lo stesso Ente Pubblico che deve

assumersene direttamente la responsabilità»: lo dichiara l’avvocato Gaetano De Luca della

LEDHA, di fronte alla proposta presentata da un Comune lombardo al genitore di una

ragazza con disabilità, di assumere egli stesso l’assistente alla comunicazione

Assumere l’assistente alla comunicazione che dovrà

seguire la figlia durante le ore di lezione con le stesse

modalità di una colf o di una badante: è la proposta

presentata dal Comune di Meda (Moza Brianza) a

Renato Dassi, presidente dell’Associazione Genitori La

Nostra Famiglia, e padre di una ragazza con disabilità

che frequenta la scuola superiore. «Una proposta – ha

commentato lo stesso Dassi – che ci ha lasciato letteralmente di stucco. Per il prossimo

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anno scolastico, infatti, dovremo essere noi i datori di lavoro dell’assistente e la Provincia

ci rimborserà le spese in base al monte ore che verrà assegnato a mia figlia». Si tratta di un

sistema che già a prima vista suscita una serie di perplessità, innanzitutto da un punto di

vista pratico e organizzativo. «Come posso io mandare un mio dipendente – si chiede

Dassi – a lavorare all’interno di un’Istituzione Pubblica come la scuola? E come devo fare

in caso di malattia? Rischiare che mia figlia resti per giorni o settimane senza assistenza?».

Ma le perplessità sono anche di ordine legale, come evidenzia l’avvocato Gaetano De Luca

del Servizio Legale della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità,

componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento

dell’Handicap). «Ritengo – sottolinea De Luca – che si tratti di una modalità assolutamente

contraria ai princìpi legali che stanno alla base della fornitura di un servizio pubblico

garantito dalla legge». Infatti, l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione – assieme agli

insegnanti di sostegno – rappresenta un servizio espressamente previsto dalla legge

(articolo 13 della Legge 104/92) e rappresenta un istituto fondamentale per garantire

l’effettivo esercizio del diritto all’inclusione scolastica previsto dal nostro ordinamento

giuridico.

«Se la normativa assegna ad un Ente Pubblico, in questo caso la Provincia, la titolarità del

servizio – dichiara quindi De Luca – è l’Ente Pubblico che deve fornirlo e che rimane

responsabile del procedimento di erogazione. Limitarsi invece a erogare un contributo,

“spogliandosi” dell’organizzazione e della gestione del servizio, affidandolo allo stesso

titolare del diritto ad ottenerlo, costituisce a mio parere un palese inadempimento dei

propri dovere istituzionali».

(Ufficio Stampa LEDHA)

(fonte http://www.superando.it/2013/07/04/perplessita-legali-e-pratiche-sulla-badante-in-classe/)

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VIOLENZA SU DONNE: LAZIO, CONSIGLIO

REGIONALE APPROVA MOZIONE CONTRO

FEMMINICIDIO

5 Luglio 2013

Roma - Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori, ha approvato a

maggioranza una mozione che impegna il presidente della Regione e la Giunta ad una serie

di ''misure urgenti per il contrasto della violenza di genere sulle donne-femminicidio''. Il

documento porta le firme dei consiglieri del Gruppo Per il Lazio Marta Bonafoni, Cristiana

Avenali, Daniela Bianchi, Rosa Giancola, Teresa Petrangolini e Baldassarre Favara e

deiconsiglieri del Pd Rodolfo Lena e Eugenio Patane'.

Con la mozione si chiede, in particolare, di provvedere: ''Al rifinanziamento e alla

diffusione dei centri antiviolenza; alla previsione di una discussione sull'istituzione di un

Osservatorio regionale sulla violenza di genere; all'istituzione di una rete regionale

operativa tra tutti i soggetti coinvolti per contrastare la violenza di genere, per promuovere

attivita' di prevenzione e garantire adeguata accoglienza, protezione e sostegno alle vittime

di maltrattamenti".

Inoltre si chiede di provvedere "all'immediata convocazione di un tavolo con le

organizzazioni non governative e le associazioni operanti nel territorio regionale nella lotta

contro la violenza di genere, per l'individuazione delle misure di contrasto del

femminicidio e di ogni forma di abuso e discriminazione nei confronti delle donne''.

Presente in aula l'assessore alle Pari Opportunita' Concettina Ciminiello, che ha

preannunciato l'adesione agli impegni contenuti nell'atto di indirizzo approvato.

(fonte Adnkronos)

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VIOLENZA SU DONNE: DEPUTATI M5S

ARS, STOP A PUBBLICITA' BASATA SU

SESSO

5 Luglio 2013

IL GRUPPO PARLAMENTARE ALL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

HA PRESENTATO UN'INTERPELLANZA AL GOVERNO

Palermo - - Stop alla pubblicita' sessista. E' questo il messaggio che arriva al governo da

una interpellanza del Movimento 5 stelle all'Assemblea regionale siciliana indirizzata al

presidente della Regione e agli assessori per la Famiglia e per l'Istruzione. L'atto

parlamentare, prima firmataria il deputato Angela Foti, arriva in un periodo 'nero' per le

donne, caratterizzato da una escalation di femminicidi.

"Il sessismo -spiega Foti- si costruisce pure con la complicita' di un linguaggio basato su

stereotipi, che contribuiscono inequivocabilmente alla formazione del pensare comune. Si

rende necessario colmare le lacune, piu' volte evidenziate dagli esperti, che hanno

dimostrato come la pubblicita' e il marketing inevitabilmente creano modelli culturali e non

ne sono semplicemente il riflesso. I manifesti -prosegue- per la pervasivita' stessa del

veicolo, rafforzano con la loro ripetizione messaggi che contribuiscono, se non

regolamentati, alla diffusione di messaggi discriminanti soprattutto nei riguardi della

donna".

L'interpellanza mira a sapere se il governo intende mettere al centro della sua azione la

prevenzione della discriminazione di genere e se vuole tradurre in atti concreti la

risoluzione del Parlamento europeo del 2008, che "invita gli Stati membri a provvedere

con idonei mezzi affinche' il marketing e la pubblicita' garantiscano il rispetto della dignita'

umana e dell'integrita' della persona, non comportino discriminazioni dirette o indirette,

ne' contengano alcun incitamento all'odio basato sul sesso".

(fonte Adnkronos)

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Presentazione:

I diritti umani spiegati ai ragazzi

Roma, 7 luglio 2013 - ore 17:00

Presso Artcoregallery, via dei Marrucini 1/a

I diritti umani e il ruolo che istituzioni chiave come la

Polizia giocano (o hanno giocato) nel tessuto sociale

del nostro Paese sono al centro di questo libro, pensato per lavorare con ragazzi dai 16

anni in su e basato su metodologie partecipative.

L’esercizio della libertà di associazione e di manifestazione pacifica; la tutela delle persone

in custodia dello Stato e la tortura; l’impunità; la responsabilità e il ruolo che ogni persona

– anche giovane – può svolgere per provare a cambiare le cose quando ritiene che non

vadano come dovrebbero sono i temi affrontati da questo nuovo lavoro di Amnesty

International, che ci ricorda come le questioni dei diritti umani non hanno a che vedere

solo con i fatti, ma anche con le vite reali e quindi con le emozioni. Proprio per questo tra

gli obiettivi del percorso vi è quello, ambizioso, di favorire nei ragazzi, anche attraverso

l’identificazione con persone vittime di violazioni dei diritti umani, una nuova

consapevolezza e un processo autentico di riflessione e di crescita personale.

“Solo i cittadini, partecipando, informandosi, agendo, potranno smascherare gli apparati di

potere che rifiutano di aprirsi alla trasparenza e dettare nuove regole di condotta. Solo la

militanza quotidiana, con l’esercizio dei diritti di cittadinanza, potrà gettare fasci di luce in

quelle zone d’ombra che favoriscono l’abuso e l’ingiustizia”. (Lorenzo Guadagnucci)

(fonte http://www.roma-intercultura.it)

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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GAY: SERBIA, 80% STUDENTI SUPERIORI

OSTILE A OMOSESSUALI

SONDAGGIO, SOLO 16% RITIENE CHE

DEBBANO AVERE GLI STESSI DIRITTI

5 Luglio 2013

BELGRADO - L'omofobia e' molto diffusa anche fra i giovani in Serbia, dove un

sondaggio ha rivelato che oltre l'80% degli studenti di scuole superiori non sopporta gay e

lesbiche e ammette di discriminare gli omosessuali. Dall'inchiesta - condotta

dall'Associazione Labris che si batte per i diritti delle lesbiche - e' emerso che il 38% dei

giovani serbi maschi di eta' fra i 14 e il 19 anni giustifica la violenza contro gli omosessuali,

mentre solo il 16% degli studenti di Istituti superiori ritiene che gay e lesbiche debbano

avere gli stessi diritti degli eterosessuali. Il 48% degli intervistati inoltre ha detto di non

voler avere un omosessuale come amico, il 40% non lo vorrebbe come capo, mentre solo il

35% accetterebbe un omosessuale come proprio vicino di casa.

Nevena Petrusic, responsabile della commissione governativa per l'uguaglianza dei diritti, si

e' detta allarmata e preoccupata per tali dati, affermando che alla base della discriminazione

vi sono di regola ignoranza e vedute patriarcali.

(fonte ANSA)

Page 13: Rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013

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A stigmatizzare il brutto episodio i

rappresentanti dei Verdi Gregorio

Mariggiò e Angelo Bonelli

5 Luglio 2013

«I Verdi della Provincia di Taranto e Angelo

Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, esprimono

profonda solidarietà all’amico Luigi vittima

dell’aggressione omofoba avvenuta qualche giorno fa

a Taranto.

Profonda solidarietà e rispetto anche al padre che ha

cercato di aiutare Luigi ed è rimasto ferito.

Atti come questo sono inammissibili, per questo

chiediamo che si renda giustizia, che ci sia un processo e che i colpevoli vengano

condannati.

Chiediamo al Comune di Taranto e a tutte le istituzioni di costituirsi parte civile

nell'eventuale processo.

Lavoriamo perché Taranto e l'Italia intera diventino capaci a riconoscere il diritto delle

persone, senza pregiudizi di tipo sessuale, razziale o di qualunque altro tipo in attuazione ai

principi che sono alla base della costituzione italiana e figli della terribile esperienza di

persecuzione delle minoranze e dei dissidenti del ventennio fascista.

Ripudiamo le discriminazioni ancor di più quando si esprimono con la violenza, ci

auguriamo non solo che un simile episodio non abbia mai più a ripetersi, ma che i

responsabili siano immediatamente perseguiti e puniti quanto prima».

Angelo Bonelli – Presidente nazionale dei Verdi

Gregorio Mariggiò - Federazione provinciale di Taranto del Partito dei Verdi

(fonte http://www.manduriaoggi.it/notizia.asp?idnews=21727)

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Cittadinanza. Boldrini: "Serve riforma, la

legge di oggi è un pericoloso

anacronismo"

4 Luglio 2013

Il presidente della Camera: “L’immigrazione non va gestita

con logiche di difesa. Il Papa a Lampedusa? Restituisce dignità

alle vittime e ammonisce chi soffia sulla paura”

Roma -4 luglio 2013 - La necessità di riscrivere le regole per

diventare italiani “è sotto gli occhi di tutti”. Ne è convinta la

presidente della Camera Laura Boldrini.

“Costituisce un pericoloso anacronismo – spiega oggi in un’intervista a La Stampa - che

una legge sulla cittadinanza non prenda atto che in Italia vivono quattro milioni di

immigrati ai quali sono preclusi i diritti civili. Ciò crea animosità e già il presidente

Napolitano ha esortato i partiti ad uscire dalla dannosa contrapposizione ideologica che

impedisce di dare risposte serie”. “Gestire l’immigrazione con una logica di difesa –

sottolinea Boldrini - ha creato solo danni. Un’ impostazione basata sulla paura costituisce

un boomerang micidiale. Negli Usa il figlio di un immigrato da un villaggio del Kenya è

stato eletto per due volte presidente, mentre da noi la ministra Kyenge viene sottoposta ad

attacchi inaccettabili solo per il colore della pelle”. Riguardo all’intensificarsi degli sbarchi,

il presidente della Cameraritiene “mistificatorio parlare di emergenza”. “Dobbiamo trattare

la questione in modo strutturale – sottolinea - mettere a sistema le buone pratiche e far

tesoro dell’esperienza accumulata negli anni. Gli allarmismi e la sindrome d’assedio

danneggiano la coesione sociale. Non siamo l’unico paese a farci carico dei migranti. C’è

un vittimismo non giustificato dai numeri. Non sono clandestini, sono rifugiati. E non è

certo l’Italia il punto più esposto”. Boldrini parla anche della visita del Papa a Lampedusa,

in programma lunedì prossimo. “Un messaggio epocale, che restituisce dignità alle migliaia

di vittime della guerra a bassa intensità che da quindici anni si combatte nel Mediterraneo”,

dice. Ma anche “un monito contro le campagne ideologiche che disgregano la coesione

sociale denunciando un’inesistente invasione e diffondono la paura chiamandoli gli

immigrati clandestini invece che rifugiati o richiedenti asilo”.

(Fonte www.stranieriintalia.it)

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(SM) RAZZISMO. ECRI: INTERVENIRE SU

PARI OPPORTUNITA' E BADANTI

REPORT SU SAN MARINO OGGI AL VAGLIO

DEL CONSIGLIO D'EUROPA

4 Luglio 2013

San Marino - San Marino ha fatto dei "passi in avanti" nella lotta al razzismo e

all'intolleranza. Rimangono pero' due questioni aperte su cui intervenire con "maggiore

urgenza". Da un lato la ridefinizione del mandato della commissione per le Pari

opportunita'; dall'altro la legislazione in materia di assistenti domiciliari private. Questi

alcuni dei suggerimenti contenuti nel rapporto della Commissione europea contro il

Razzismo e l'intolleranza (Ecri) su San Marino, nel suo quarto ciclo di monitoraggio, che

sara' pubblicato a breve dopo essere stato preso in visione oggi da parte del Comitato

deiDelegati dei ministri del Consiglio d'Europa. Il report, spiega una nota della segreteria di

Stato per gli Affari esteri, "e' stato preparato dopo la visita a San Marino di una delegazione

dell'Ecri nel marzo del 2012 e il successivo dialogo fra la Commissione e le Autorita'

sammarinesi". Intervenendo al Comitato dei Delegati dei ministri, la rappresentante

permanente sammarinese al Consiglio d'Europa, l'ambasciatore Barbara Para, ha

sottolineato come "il rapporto mette in evidenza quelle che l'Ecri ritiene le mancanze, le

carenze e gli aspetti problematici" e "prospetta le modifiche considerate necessarie". Ma

emerge anche "lo sforzo dei relatori di comprendere la realta' del Paese, per effettuarne

un'analisi veritiera e approfondita". Le autorita' sammarinesi, prosegue la nota, "sono

impegnate ad analizzare il rapporto e a valutarne con attenzione le raccomandazioni".

Come gia' avvenuto in passato. Per esempio nel 2008, quando, anche su sollecitazione

dell'Ecri, il Titano introdusse nel proprio codice penale il reato di "discriminazione, odio o

violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o legati all'orientamento sessuale,

prevedendo quale circostanza aggravante il fatto che un reato sia commesso per tali

finalita'". Dunque anche il quarto ciclo di monitoraggio, termina la nota, fara' da "stimolo

alla riflessione".

(fonte DIRE)

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SICUREZZA: ALFANO, FORTE

ATTENZIONE CONTRO CYBERBULLISMO

CITTADINI DEVONO ESSERE LIBERI DALLA PAURA E SICURI IN

RETE

4 Luglio 2013

Roma Il problema del cyberbullismo ''sara' oggetto di una nostra forte attenzione''. Lo ha

assicurato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nella sua audizione alla commissione

Affari costituzionali della Camera, sulle linee programmatiche del suo dicastero. ''Al giorno

d'oggi -ha ribadito il titolare del Viminale- ogni cittadino non puo' sentirsi veramente libero

se non e' libero dalla paura di vivere la propria casa, di viaggiare liberamente o di vivere la

propria citta'''. ''Un cittadino non e' libero se non e' sicuro nella Rete'', ha concluso Alfano

rilanciando la lotta al cybercrime e al razzismo sul web. (Adnkronos) -

Petizione online contro il “razzismo

comunicativo” del sito UNHCR Italia

4 Luglio 2013

Il sito italiano di UNHCR, l’Alto commissariato delle Nazioni

Unite per i rifugiati istituito nel 1950, è stato accusato di

“razzismo comunicativo” poichè, secondo Fortuna Ekutsu

Mambulu, (nella foto a sx) studente e attivista congolese da anni

nel nostro paese, avrebbe utilizzato sulla home page l’immagine

di alcune persone africane come locandina per la giornata

mondiale del rifugiato, celebrata lo scorso 20 giugno. Mambulu,

in particolare, mette in evidenza che i dati forniti da UNHCR

riguardo alla situazione dei rifugiati nel 2011 vedono gli africani

in netta minoranza rispetto ad altri popoli, sottolineando l’idea spesso troppo diffusa del

popolo africano quale “vittima scelta” per sensibilizzare l’opinione pubblica su molti

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problemi sociali. A tal proposito, Mambulu ha promosso una petizione online per chiedere

a UNHCR Italia di rimuovere dal proprio sito internet l’immagine incriminata.

«L’UNHCR svolge da anni un lavoro importantissimo – afferma Fortuna Ekutsu

Mambulu – ma, riferendomi alla sede italiana e in particolare al sito internet, mi preme

evidenziare un comportamento che ritengo ingiusto: si tratta della foto utilizzata dall’ente

come copertina per la giornata del rifugiato, un’immagine che mostra un bambino africano

che sorride e una famiglia africana in fuga, la quale cerca di portare con sé le poche cose in

proprio possesso. Ebbene, la foto sembra mettere in evidenza che la maggior parte dei

rifugiati nei paesi industrializzati nel 2011 sono di origine africana, ma, dati alla mano, ciò è

del tutto falso: nella classifica mondiale, infatti,

gli africani sono preceduti da afghani, cinesi e

russi.»

Il sito italiano di UNHCR sarebbe quindi

responsabile, secondo Mambulu, di “pubblicità

ingannevole”, poiché veicola un messaggio

sbagliato utilizzando per la propria causa la

condizione, ormai nota a tutti, di disagio e

povertà del popolo africano, contribuendo così a peggiorare ulteriormente la reputazione

dell’Africa. «Non solo l’UNCHR, ma tantissimi altri utilizzano le immagini stereotipate e

pietose degli africani per far breccia nei cuori della gente e, soprattutto, nei loro portafogli

– dice Ekutsu Mambulu – ma da cittadino africano mi piacerebbe che questa situazione

finisca una volta per tutte, e sono convinto che anche molte altre persone la pensano come

me. Certo, tale situazione può essere comoda per qualcuno, ma la nuova generazione

africana esige rispetto e giustizia, anche nell’ambito della comunicazione.»

Da questi propositi nasce quindi la petizione online ideata da Ekutsu Mambulu, con la

quale chiede a UNHCR Italia di eliminare la foto e promuovere una comunicazione più

equilibrata, «costruendo un mondo nuovo e privo dalla politica di vittimizzazione degli

africani».

(fonte http://ilreferendum.it/2013/07/03/petizione-online-contro-il-razzismo-comunicativo-

del-sito-unhcr-italia/)

L’immagine pubblicata da UNHCR Italia che ha

scatenato la polemica (Fonte: Unhcr.it)

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BUSTO ARSIZIO

Mondiali antirazzisti: dopo Varese anche

Busto partecipa con una squadra 4 Luglio 2013

Doppia partecipazione per la nostra provincia. Alla squadra varesina

UispVareseResistente si affianca Busto A-ntirazzista

Uisp Varese quest’anno raddoppia: dal 3 al 7 luglio

saranno due le squadre che partiranno dalla nostra

provincia per i Mondiali Antirazzisti, che

animeranno il Parco di Bosco Albergati, a

Castelfranco Emilia. Da Varese e da Busto Arsizio,

14 ragazzi porteranno davvero tutti i colori del

nostro territorio. A gennaio Busto Arsizio è stata al centro dell’attenzione dei media: un

gruppo di tifosi della Pro Patria, con pesanti insulti razzisti, ha fatto infuriare il campione

milanista Kevin-Prince Boateng, e il Milan ha lasciato il campo dell’amichevole che stava

disputando con la squadra bustese.

Un episodio che ha profondamente colpito Uisp Varese, che proprio partendo da qui è

riuscita a creare, insieme al Comune di Busto Arsizio, un percorso di attività volte

all’educazione antirazzista ed inclusiva dei giovani bustesi, soprattutto attraverso lo

sport. «Con l’avvicinarsi dei Mondiali Antirazzisti, quindi, formare una squadra che

dimostrasse la natura inclusiva di una città come Busto era, secondo noi, fondamentale –

dice Paolo Busacca, vicepresidente Uisp Varese – per questo, tra i progetti che stiamo

portando avanti insieme al Comune, abbiamo proposto di finanziare il viaggio di sette

ragazzi bustesi che rappresentino la città ai Mondiali, la più grande manifestazione Uisp».

La squadra è stata presentata questa mattina, mercoledì.

A rappresentare l’Amministrazione, l’assessore al Bilancio, Laura Mira Bonomi, che ha

portato i saluti e gli auguri del sindaco, fuori città per un breve periodo, e ha sottolineato il

valore educativo dell’iniziativa, che, in rete con le altre realizzate dalle associazioni del

territorio, continua ad alimentare la cultura dell’antirazzismo, in questo caso attraverso il

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gioco e lo sport, elementi che permettono il confronto e l’arricchimento. La squadra che,

come ha detto l’assessore “con le varie sue culture e i suoi diversi colori rappresenta

l’intera comunità”, è multietnica ed è formata da sette atleti tra i 18 e i 20 anni: Rafik Ben

Tayaa (il capitano, di origini tunisine), Roberto Spadaccino, Emanuele Dierna, Salif

Zoumbane (i genitori vengono dal Burkina Faso), Jouness El Rhorfi (di origini

marocchine), Manuel Reccia e Clement Frimpomgadu (di famiglia ghanese).

Sulle magliette i ragazzi avranno la scritta Busto A-ntirazzista.

I Mondiali Antirazzisti sono nati nel 1997 da Progetto Ultrà - Uisp Emilia Romagna, e da

Istoreco (Istituto Storico per la Resistenza) di Reggio Emilia. L'idea era semplice:

organizzare una vera e propria festa che vedesse il coinvolgimento diretto e la

contaminazione fra gli ultrà, spesso etichettati come razzisti, e le comunità migranti. Un

mix di calcio non competitivo, tifo e colore sugli spalti, musica da band eterogenee, oltre

alla vicinanza «forzata» del campeggio, hanno decretato, negli anni, il successo

dell'iniziativa. I Mondiali sono diventati un vero e proprio festival multiculturale,

un'esperienza concreta di lotta contro ogni forma di discriminazione. Una caratteristica

fondamentale, che negli anni si è diffusa alla maggior parte delle gare targate Uisp, è anche

l’assenza di arbitri nelle gare: i giocatori sono costretti ad «autogestirsi», e questo aumenta il

fair play, la correttezza e l’onestà sul campo di gioco. Uisp Varese è da sempre protagonista

dei Mondiali Antirazzisti, e lo sarà anche quest’anno, addirittura raddoppiando le

possibilità di vincere, ma soprattutto di dimostrarsi un territorio antirazzista.

(fonte http://www3.varesenews.it/busto/mondiali-antirazzisti-dopo-varese-anche-busto-partecipa-con-una-squadra-267089.html)

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GAY: LO GIUDICE(PD), PRESENTATA AL

MIN. CARROZZA INTERROGAZIONE SU

BULLISMO OMOFOBO NELLE SCUOLE

4 Luglio 2013

Roma - "Ho presentato insieme ad altri colleghi un'interrogazione al Ministro

dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, sul contrasto alle discriminazioni e al bullismo

omofobico nelle scuole. Tutti i dati disponibili ci dicono che questi fenomeni sono

purtroppo diffusissimi fra i nostri banchi scolastici e hanno un impatto devastante sulla

crescita e le vite di migliaia di adolescenti LGBT. Noi tutti ricordiamo con grande tristezza

la tragica vicenda quindicenne romano che un pomeriggio del novembre scorso ha scelto

di impiccarsi, stanco di subire insulti e prese in giro da parte dei compagni" Lo dichiara

Sergio Lo Giudice, senatore del Partito Democratico firmatario dell'Interrogazione insieme

ai senatori Albano, Amati, Bertuzzi, Capacchione, Cardinali, Cirinnà, D’adda, Fedeli,

Ferrara, Guerrieri, Lo Moro , Lumia, Marino Luigi, Mattesini, Menassero, Orrù, Padua,

Pagliari, Palermo, Pezzopane, Puglisi, Puppato, Russo, Scalia, Sollo, Torrisi, Valentini,

Zanoni "E' evidente che le istituzioni hanno il dovere di fare la propria parte per

alimentare la cultura del rispetto. Per questo motivo chiediamo al Ministro quali azioni di

prevenzione e di contrasto al disagio provocato da pregiudizi e discriminazioni intende

intraprendere; quali azioni di formazione del personale docente e non docente miranti a

fornire agli operatori scolastici strumenti culturali e operativi di intervento saranno

predisposte; come il MIUR intende partecipare alla realizzazione dell'Asse Educazione e

Istruzione della "Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle

discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere" predisposta dal

Dipartimento delle Pari Opportunità e dall' Unar e se il Ministro non ritenga

necessario affrontare il tema della creazione di un ambiente scolastico informato,

accogliente ed inclusivo nei confronti di bambini e adolescenti che già oggi vivono in

famiglie omogenitoriali o in famiglie allargate, ricostruite, monogenitoriali". (AGENPARL)

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WELFARE. CGIL: INCONTRO GUERRA-

GENITORI DISABILI IMPORTANTE

4 Luglio 2013

(DIRE) Roma . - "Con l'impegno assunto oggi dal viceministro Cecilia Guerra registriamo

con apprezzamento un primo e importante segnale di tendenza, rispetto al nulla degli

ultimi anni, per quanto riguarda i diritti dei disabili nell'accesso al lavoro". E' quanto

affermano in una nota il Comitato genitori giovani disabili psichici e l'ufficio Politiche per

la disabilita' della Cgil Nazionale al termine della manifestazione che si e' tenuta oggi in

piazza Montecitorio e diretta a rivendicare i diritti dei disabili per l'accesso al lavoro nella

Pubblica amministrazione.

La manifestazione, ricordano il Comitato genitori giovani disabili psichici e la Cgil "era tesa

a scongiurare il blocco delle assunzioni nella Pa delle persone con disabilita', ex legge 68

del 1999, cosi' come invece e' previsto da un parere del dipartimento della Funzione

Pubblica dello scorso 22 maggio". Oggi una delegazione di manifestanti ha potuto

incontrare il viceministro al lavoro e alle politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, "che si e'

impegnata sul punto al centro della manifestazione - riferiscono - e che ha inoltre ribadito

l'impegno del governo a stanziare i 22 milioni di euro, annunciati dal Ministro del Lavoro

Giovannini, per rifinanziare il fondo per l'assunzione di lavoratori disabili".

Un incontro, quello con il viceministro Guerra, che viene giudicato "positivamente, cosi'

come grande apprezzamento e' stato rivolto nei confronti della norma, contenuta nel

decreto lavoro, che stabilisce in maniera definitiva che per gli invalidi civili al 100%, per

avere la pensione di invalidita', si fa riferimento al reddito individuale e non a quello

coniugale, come prevedeva una recente circolare dell'Inps". In conclusione, l'ufficio

Politiche per le disabilita' Cgil afferma: "Si vede un netto segnale di inversione di tendenza

relativo alle problematiche dei disabili, segno che un governo si puo' dire capace e forte

quando mette al centro del suo agire la tutela dei piu' deboli".(Com/Tar/ Dire)

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Diritto antidiscriminatorio: Importante

pronuncia sull'obbligo di adattamento

ragionevole della posizione lavorativa in

favore del lavoratore disabile

4 Luglio 2013

Ordinanza del Tribunale di Bologna dichiara discriminatoria la mancata

assunzione da parte di un A.O. di un infermiere affetto da 'epilessia notturna'.

Tribunale di Bologna, ordinanza 18 giugno 2013 (R. G. Lav. 171/2013)

(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/tr_bologna_ord_18062013.pdf)

Commento all'ordinanza del Tribunale di Bologna, sez. lavoro, dd. 18 giugno 2013

(link http://www.asgi.it/public/parser_download/save/trib_bo_commento.pdf)

Il Tribunale di Bologna, sezione lavoro, con ordinanza dd. 18 giugno 2013 (R.G. Lav.

171/2013) ha accolto il ricorso anti-discriminazione presentato da un infermiere

professionale che, dopo aver vinto un bando di concorso pubblico presso un’Azienda

ospedaliera di Bologna, per la copertura di un posto a tempo determinato di durata

semestrale, non si è visto concludere il contratto a seguito delle prove mediche di idoneità,

che avevano accertato la necessità di evitare il lavoro notturno in ragione di una patologia

di ‘epilessia notturna’. Posto che tra i requisiti previsti dal bando vi era ‘l’incondizionata

idoneità fisica specifica alle mansioni del profilo’, l’Azienda ospedaliera ha ritenuto di non

concludere il contratto di assunzione, non potendo il ricorrente svolgere i turni di lavoro

notturno.

Il giudice del lavoro di Bologna ha accolto il ricorso dell’infermiere professionale,

ritenendo che la mancata assunzione dell’infermiere professionale in ragione soltanto della

sua patologia, abbia sostanziato un comportamento discriminatorio fondato sulla

‘disabilità’ vietato dalla direttiva europea n. 2000/78 e dalla legge di ratifica della

Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Di conseguenza, il giudice ha

condannato l’Azienda Ospedaliera al risarcimento del danno patrimoniale commisurato

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alle retribuzioni perdute a seguito della mancata assunzione per il semestre, nonchè al

pagamento delle spese legali.

Il provvedimento del giudice di Bologna è particolarmente importante perchè si tratta della

prima pronuncia giurisprudenziale nazionale in tema di discriminazioni fondate sulla

disabilità, nella quale viene fatto riferimento alle definizioni di ‘disabilità’ e di ‘soluzioni

ragionevoli’ di accomodamento delle posizioni lavorative a favore dei disabili proprie del

diritto dell’Unione europea e, nello specifico, della direttiva n. 2000/78.

Il giudice di Bologna, infatti, ha fatto esplicito riferimento alla recente sentenza della Corte

di Giustizia europea dd. 11 aprile 2013, resa nelle cause riunite C-335/11 e C- 337/11, ove

i giudici di Lussemburgo hanno fornito alcune importanti interpretazioni delle norme

contenute nella direttiva n. 2000/78, che prevede il divieto di discriminazioni fondate tra

l’altro sul fattore ‘disabilità’ nel settore dell’occupazione.

Innanzitutto, i giudici di Lussemburgo hanno chiarito che una malattia curabile o cronica

che comporti una limitazione fisica, mentale o psichica può essere assimilata ad una

‘disabilità’, ai sensi della direttiva 2000/78. Inoltre, la Corte di Giustizia ha affermato che la

direttiva 2000/78 deve essere interpretata alla luce della Convenzione ONU sui diritti delle

persone con disabilità, ratificata dall’Unione europea. Nel caso in specie, la Corte ha

affermato che un datore di lavoro non può licenziare un lavoratore per sopraggiunto

limite del numero massimo di assenze per malattia in un determinato periodo di tempo, nel

caso in cui tali assenze siano state la conseguenza dell’omessa adozione da parte dello

stesso datore di lavoro delle misure di adattamento adeguate e ragionevoli, per consentire

al lavoratore disabile di lavorare. La riduzione dell’orario di lavoro può essere considerata

come una misura di adattamento che il datore di lavoro deve adottare per consentire ad

una persona disabile di lavorare.

Alla luce di tali conclusioni dei giudici della Corte europea, il giudice del lavoro di Bologna

ha ritenuto che la patologia di cui l’infermiere professionale in oggetto era affetto, per il

suo carattere duraturo e non transeunte, fosse riconducibile al concetto ampio di

‘handicap’, nella sua definizione comunitaria, che deve essere interpretata in linea con la

definizione posta nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, alla luce

del fatto che a detta Convenzione ha dato autonoma adesione anche l’Unione europea,

per effetto della decisione del Consiglio Europeo del 26 novembre 2009 (G.U. UE

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27.1.2010 L/35), e successiva ratifica avvenuta il 23 dicembre 2010, per cui la Convenzione

ONU non è solo strumento di diritto internazionale pattizio, ma è divenuta parte

integrante del diritto dell’Unione europea.

Posto dunque che la vicenda dell’infermiere professionale affetto da ‘epilessia notturna’

ricadeva entro la sfera applicativa della direttiva europea 2000/78, tanto ratione personae,

quanto ratione materiae, in quanto l’art. 3 della direttiva estende il suo campo di

applicazione anche ai criteri di assunzione e alle condizioni di assunzione il giudice del

lavoro di Bologna ha ritenuto che dovesse trovare applicazione l’art. 5 della direttiva

medesima che obbliga il datore di lavoro ad adottare ‘soluzioni ragionevoli’ per i disabili,

prendendo i provvedimenti appropriati, in funzione delle esigenze delle situazioni

concrete, per consentire ai disabili di accedere ad un lavoro, di svolgerlo o di avere una

promozione, a meno che tali provvedimenti richiedano da parte del datore di lavoro un

onere finanziario sproporzionato. Il giudice del lavoro ha ritenuto di diretta applicazione

nell’ordinamento interno tale obbligo di ‘soluzioni ragionevoli’, posto dalla normativa

europea, sebbene sia noto come nella normativa interna di trasposizione, il d.lgs. n.

216/2003 e successive modifiche, il legislatore italiano non abbia recepito l’art. 5 della

direttiva europea, fatto questo che ha determinato l’avvio da parte della Commissione

europea di un procedimento di infrazione del diritto UE nei confronti della Repubblica

Italiana tuttora pendente di fronte alla Corte di Giustizia europea (Caso C- 312/11 dd. 20

giugno 2011, in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea dd. 30.07.2011 C-226/19).

Il giudice di Bologna, peraltro, giustamente fonda l’obbligo del datore di lavoro di prendere

i provvedimenti necessari per assicurare ‘soluzioni ragionevoli’ di adattamento della

posizione lavorativa a favore del disabile anche sul richiamo agli analoghi concetti posti

dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in particolare all’art. 2,

quarto comma, e più in generale, alla definizione ‘sociale’ di disabilità cui essa si ispira, per

cui la disabilità è una condizione risultante dall’interazione tra durature menomazioni di

natura fisica, mentale, intellettuale o sensoriale, delle persone e le barriere attitudinali e

ambientali che impediscono l’effettiva partecipazione nella società su basi di eguaglianza

con gli altri dei soggetti interessati.

Applicando tali criteri interpretativi al caso concreto in questione, il giudice del lavoro di

Bologna conclude che l’Azienda Ospedaliera di Bologna, nel negare l’assunzione

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dell’infermiere professionale solo in ragione della patologia di ‘epilessia notturna’ cui

quest’ultimo è affetto, è venuta meno all’obbligo di assicurare al lavoratore disabile un

accomodamento ragionevole della posizione lavorativa in quanto, in ragione tanto della

tipologia del posto di lavoro in esame (un contratto a termine di sei mesi), quanto del

contesto lavorativo (un’Azienda ospedaliera con oltre 4.000 dipendenti come personale

ospedaliero), non appariva un onere organizzativo sproporzionato o eccessivo per il

datore di lavoro assicurare al lavoratore disabile di essere impiegato in turni di lavoro

esclusivamente nelle dodici ore diurne.

Accertando il carattere discriminatorio del comportamento dell’Azienda Ospedaliera, e

non essendo praticabile il rimedio ‘reale’ alla discriminazione consistente nell’effettiva

assunzione del ricorrente, essendo il bando scaduto e risultando restrizioni per le nuove

assunzioni, il giudice dunque ha ordinato il risarcimento del danno patrimoniale subito dal

ricorrente, rappresentato dalle retribuzioni cui egli avrebbe avuto diritto se fosse stato

ammesso in servizio.

( fonte www.asgi.it)

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Comunicato Stampa

VISITA RABBINO BAKER A ROMA, MANTENERE

ALTA LA SOGLIA DI ATTENZIONE SU

ANTISEMITISMO E DISCRIMINAZIONE

3 Luglio 2013

Presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri si

è svolto, nella giornata odierna, un incontro con il Rappresentante Personale della

Presidenza OSCE per il contrasto all’antisemitismo, il Rabbino Andrew Baker in visita

ufficiale in Italia. La visita si inserisce nel solco di una consolidata prassi in ambito OSCE

volta a garantire agli Stati membri la necessaria assistenza nell’implementazione delle

decisioni assunte in materia di tutela dei diritti e lotta alla discriminazione.

Oltre ad esperti e studiosi, all'incontro hanno preso parte il Vice Ministro, Sen. Maria

Cecilia Guerra, in ragione delle nuova delega alle Pari Opportunità, il Capo Dipartimento

per le pari opportunità, Ermenegilda Siniscalchi, il Direttore dell'Unar, Ufficio Nazionale

Antidiscriminazioni Razziali, Marco De Giorgi e il Direttore del Servizio Studi della

Presidenza del Consiglio, Anna Nardini. L'incontro ha rappresentato l’occasione per

illustrare le attività di prevenzione e contrasto ad ogni forma di discriminazione,

dedicando un particolare focus sulle azioni volte ad arginare il fenomeno

dell’’antisemitismo in tutte le sue manifestazioni. Il Vice Ministro Guerra ha aperto

l'incontro confermando la più ampia disponibilità del Governo a rafforzare la

collaborazione con l'OCSE per arginare un fenomeno che travalica spesso i confini

nazionali ed ha ribadito la necessità di " mantenere alta la soglia di attenzione

sull'antisemitismo poichè si tratta di un tipo di discriminazione molto complessa che

affonda le sue radici in elementi di matrice ideologica". È stato quindi sottolineato

l’impegno dell’attuale compagine governativa nella promozione e tutela dei diritti sia sul

versante della prevenzione e della sensibilizzazione che sul versante della rimozione delle

manifestazioni di odio antisemita con particolare riferimento a quelle diffuse on line,

attraverso la Rete che può, talvolta, costituire un vettore pericoloso di idee razziste e

xenofobe.

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IL FATTO È ACCADUTO SABATO 29 GIUGNO AL QUARTIERE ISOLA

Trentacinquenne aggredito in strada

«Mi ha rotto il naso perché sono gay»

3 Luglio 2013

L'uomo ha scritto una mail al Comune. Majorino: «Episodi di questo tipo devono essere

condannati e isolati»

L'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha ricevuto, tramite la casella email

del Comune istituita qualche mese fa [email protected], la lettera di

un giovane che sabato scorso ha subito un'aggressione omofoba al quartiere Isola, proprio

poche ore prima del «Gay Pride»: è stato prima insultato e poi picchiato da un

automobilista. E ha deciso di renderla pubblica perché «Milano è e deve rimanere una città

dove episodi di questo tipo devono essere condannati e isolati affinché il rispetto dell’altro,

anche quando diverso da noi, guidi il comportamento di tutti», è il commento di Majorino.

NASO ROTTO - L'aggressione è avvenuta alle 9.45 di sabato 29 giugno in via Sassetti

angolo via Melchiorre. Il 35enne Gianluca, commesso in uno store di abbigliamento di

corso Buenos Aires, stava andando al lavoro in bicicletta quando un automobilista ha

iniziato a suonare alle sue spalle: ne è nato un diverbio. L'uomo al volante dell'auto

sportiva, un trentenne di media corporatura, a un certo punto è sceso e, accortosi di aver di

fronte un giovane gay, prima lo ha insultato per il suo orientamento sessuale, poi l'ha

colpito con pugno al volto e si è allontanato in auto, facendo perdere le sue tracce.

Gianluca è riuscito ad annotare il numero di targa del suo aggressore. Arrivato al lavoro

con il naso rotto, è stato soccorso dai colleghi e accompagnato in ambulanza al

Fatebenefratelli: 15 giorni di prognosi per trauma facciale con infrazione delle ossa nasali e

cervicalgia con irregolarità del processo traverso C7. Subito dopo la medicazione la

denuncia alla Polizia: a verbale lesioni e ingiuria, con l’aggravante dell’omofobia.

LA MAIL - «In questi giorni è ancora a casa e si è rivolto al Comune di Milano che da

qualche mese ha una casella di posta elettronica cui scrivere per denunciare episodi di

discriminazione e avere un aiuto», racconta Majorino. «Ha voluto che la sua storia fosse

raccontata. Alle sue parole aggiungiamo le nostre. Gli siamo vicini e da noi avrà tutto il

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sostegno possibile per affrontare le prossime settimane e compiere tutti i passi che saranno

necessari a fare chiarezza sull’accaduto nella speranza che chi lo ha aggredito possa essere

identificato».

ARCIGAY - «È sconcertante apprendere che mentre sabato alcune vie del centro

venivano attraversate dal Pride di Milano a pochi passi dalla fine del corteo un ragazzo di

35 anni è stato aggredito verbalmente e fisicamente perché omosessuale mentre andava al

lavoro», è il commento dell'Arcigay di Milano, che esprime «tutta la nostra solidarietà e

sostegno» alla vittima. «A fine luglio - ha ricordato Marco Mori, presidente Arcigay Milano

- il Parlamento si troverà ad affrontare il nodo cruciale di tante campagne elettorali, le

unioni civili. In questo Parlamento siede però una maggioranza, diversa da quella di

Governo, che rischia di essere la più larga e inutile maggioranza laica della storia

Repubblicana. Quella maggioranza può approvare in modo ancora meno combattuto una

legge contro l'omofobia, o estendere la legge Mancino ai reati di tipo omofobico, e non è

solo l'ennesimo caso violento a ricordarcelo. Come il corteo del pride di sabato scorso

sentenziava, è ora di passare dalle parole ai diritti».

Redazione Milano online2 luglio 2013 (modifica il 3 luglio 2013)

(fonte http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_luglio_2/aggressione-

omofoba-via-sassetti-isola-gay-picchiato-majorino-2221964690555.shtml)

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Durante Pro Patria-Milan il giocatore del

Corbetta, presente sugli spalti, si sarebbe

reso protagonista di pesanti insulti

razzisti nei confronti del ghanese

3 Luglio 2013

Il caso Pro Patria-Milan non è ancora andato in archivio, anzi. Ogni giorno, infatti, una

delle pagine più vergognose della storia recente del nostro calcio si arricchisce di un nuovo

capitolo. Tra i molti tifosi protagonisti degli insulti a Kevin Prince Boateng ci sarebbe stato

anche un calciatore del Corbetta, club che milita nel campionato di Promozione. La

Federcalcio ha reso noto che: "Il Procuratore Federale, acquisiti gli atti presso l'Autorità

Giudiziaria Ordinaria procedente ed espletata l'attività istruttoria in sede disciplinare, ha

deferito alla Commissione Disciplinare territoriale presso il Comitato Regionale Lombardia

il calciatore della società Corbetta, Riccardo Grittini". La Figc ha inoltre comunicato di

aver deferito alla Procura anchela società a titolo di responsabilità concorrente e a titolo di

responsabilità oggettiva. In questi mesi, Boateng è diventato un vero e proprio simbolo

della lotta al razzismo, partecipando ad eventi e conferenze sul tema. La speranza è che i

suoi ripetuti appelli non rimangano inascoltati in un ambiente non sempre sensibile a certi

argomenti come il calcio.

(fonte http://www.goal.com/it/news/2/serie-a/2013/07/02/4089000/insulti-razzisti-a-

boateng-deferito-anche-un-calciatore-la)

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Il ministro Kyenge dice sì alla Lega Nord

per un confronto pubblico sullo ius soli

3 Luglio 2013

Il leghista Bernardini alla responsabile dell'Integrazione: "Discutiamo

di immigrazione clandestina e cittadinanza alla festa dell'Unità". Lei

accetta: "Il dialogo non deve essere negato a nessuno"

BOLOGNA - Il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge dice sì a un confronto pubblico

su ius soli e immigrazione con la Lega. L'invito è arrivato a Bologna, dal capogruppo in

Comune e consigliere regionale Manes Bernardini (responsabile nazionale Immigrazione

per il Carroccio), in prima fila a un convegno sull'immigrazione organizzato proprio dalla

Regione e al quale ha partecipato anche la Kyenge.

In una pausa dedicata dal ministro alla stampa, Bernardini si è avvicinato. "Permettete che

mi presenti", ha esordito, invitando il ministro a una discussione pubblica: "Spero che

accetti, sono a sua disposizione per incontrarla e discutere di ius soli e del reato di

immigrazione clandestina davanti a un pubblico, anche alla festa dell'Unità".

La Kyenge ha accettato e ringraziato, poi ha spiegato: "Il confronto e l'ascolto non devono

essere negati a nessuno, anche a chi la pensa diversamente da noi. L'importante è che

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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questo confronto venga fatto nelle sedi giuste e nel rispetto dell'altro". Sulla bacheca

Facebook di Bernardini, da settimane critico verso il ministro, nei giorni scorsi erano

apparsi commenti razzisti che l'esponente leghista aveva condannato, spiegando però di

non sentirsi tenuto a controllarli e cancellarli.

"Cittadinanza? La soluzione è nella Carta". "Un cittadino è un cittadino,

indipendentemente dall'origine del suo Paese: è una norma semplice, un principio di vita",

ha sottolineato Kyenge a margine del convegno. "Noi dovremmo guardare bene la nostra

Costituzione e capire che al suo interno si parla di persone e cittadini. E questa è già la

soluzione", ha detto il ministro.

Parlando con i cronisti, Kyenge ha toccato anche il tema del reato di clandestinità: "In un

recente convegno ha parlato di abolizione anche un Prefetto del ministro dell'Interno, io

dovrei accogliere questa apertura per dire: "Forse è meglio se cominciamo a rivedere

alcune norme". Anche se, ha specificato, "qualunque proposta in questo deve essere

discussa con il ministro dell'Interno", mentre "per quel che riguarda l'immigrazione,

qualunque norma e legge deve seguire la via dell'accoglienza, per dare un'opportunità alle

persone di cominciare un percorso di inclusione all'interno della società".

I numeri: nel 2020 un quarto dei giovani con cittadinanza straniera. Durante il convegno in

viale Aldo Moro sono state rese note le proiezioni Istat sulla popolazione giovanile

dell'Emilia-Romagna: nel 2020 saranno quasi un quarto (e un terzo nel 2050) i ragazzi in

regione con cittadinanza diversa da quella italiana. Complessivamente gli stranieri

passeranno dall'attuale 12,6% al 16,3% nel 2020 fino al 25,8% nel 2050.

(Fonte http://bologna.repubblica.it/cronaca/2013/07/01/news/kyenge-62187202/)

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Unioni gay, un'assicurazione

per garantirsi il futuro

3 Luglio 2013

A tutelare le coppie omosessuali ci pensano i privati. Con polizze assicurative

studiate ad hoc: una per sopperire al diritto di successione, e l'altra che "si

sostituisce" alla pensione di reversibilità. L'idea parte da Genova, ed è subito

boom

Sulla brochure c'è la foto di due uomini con un cartello in mano: "Perché lo amo". Lo

slogan è asciutto: "Una tutela dove lo Stato non arriva". L'idea è semplice: se le leggi

italiane vanno a rilento e il registro delle unioni civili - che dal 20 luglio sarà attivo in

Comune - al momento non specifica diritti e agevolazioni, a tutelare le coppie

omosessuali ci pensano i privati. Con polizze assicurative studiate ad hoc: una per

sopperire al diritto di successione, e l'altra che "si sostituisce" alla pensione di reversibilità.

L'idea è di Axa Assicurazioni e parte da Genova, "abbiamo presentato il progetto anche

alle altre nostre sedi in Italia, e sta dilagando - spiega Luigi Ferrua, agente generale di Axa,

che a Genova ha sede in piazza Colombo - Modena già sta organizzando incontri di

sensibilizzazione". Le polizze - una di pensione integrativa, che permette di designare

come beneficiario anche persone fuori dall'asse ereditario, l'altra una polizza caso morte,

che consente di lasciare l'eredità ad un beneficiario che non sia un parente - sono state

messe a punto già da qualche mese. Hanno suscitato molto interesse nel mondo

omosessuale, tanto che lunedì scorso Axa ha siglato un accordo con Arcigay - l'Approdo.

E in calendario ci sono già incontri informativi nella sede dell'associazione, in vico

Mezzagalera.

"In Italia non esiste né un vincolo matrimoniale né i Pacs - spiega Maria Elena Fiorucci di

Axa Assicurazioni - dunque in una coppia gay quando uno dei due partner muore all'altro

non resta materialmente nulla: non eredita, né ha diritto ad alcuna pensione di reversibilità.

Certo, ci si può tutelare facendo testamento, co-intestando i beni, ma tutto può essere

impugnato o reso nullo dai parenti di uno o dell'altro, che vantano la consanguineità. Ecco

dunque la nostra idea: le polizze assicurative, a differenza di altre soluzioni di diritto

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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privato, sono slegate da tutto ciò che riguarda la materia successoria. Ovvero: si può

scegliere qualsiasi beneficiario, non necessariamente un parente o un coniuge".

Le polizze sono due: quella caso morte, per lasciare i propri beni a una persona fuori

dall'asse ereditario, che costa circa 500 euro all'anno, a seconda di età e capitale. L'altra -

che va a sostituire la reversibilità - è un fondo pensione deducibile per chi lo versa fino a

5164 euro. "C'è molta ignoranza su questi temi, dunque ci siamo offerti di organizzare

incontri gratuiti ", spiega Ferrua. Il titolo è "Abbiamo a cuore la tutela della famiglia.

Qualunque tipo di famiglia", il primo è stato lunedì, in via di Scurreria: in occasione della

festa della comunità omosessuale genovese per l'approvazione del primo regolamento del

registro delle unioni civili in Comune, che sarà attivo dal 20 luglio.

"Queste assicurazioni sono un simbolo - riflette Claudio Tosi, consigliere di Approdo-

Arcigay - piccoli tasselli per conquistare diritti sul piano delle unioni civili. Certo, il

Comune di Genova ha scelto di regolamentare l'attestato: un certificato che ci dice che due

persone stanno insieme. Ma a livello di leggi non c'è nulla. Iniziative come questa servono

a renderci meno invisibili. I nostri iscritti liguri sono tra i quattro e i seimila, al circolo

Approdo in vico Mezzagalera 3 siamo tra 100 e 150. Soprattutto tra i giovani c'è ancora

molta insicurezza: tante coppie stabili non hanno coscienza dei loro diritti, questa città è

ancora molto riservata. C'è un blocco culturale da superare. Eppure, la stima è che sia gay

circa il 10 per cento della popolazione. Uno su dieci. E deve essere tutelato.

(fonte

http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/07/03/news/unioni_gay_futuro_assicurato-

62298615/)

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Salerno: Il 5 Luglio convegno “Omofobia e

Transfobia, la lunga strada verso la

libertà”

3 Luglio 2013

“Omofobia e Transfobia, la lunga strada verso la libertà” è il titolo del convegno

che si terrà venerdì 5 luglio, alle ore 18.00, presso il Museo dello Sbarco e Salerno

Capitale di via Generale Clark.

L’incontro è organizzato dall'antenna

territoriale UNAR, l’ Ufficio Nazionale

Antidiscriminazioni Razziali del dipartimento

per le Pari Opportunità della Presidenza del

Consiglio dei Ministri, di cui Lorenzo Forte è

operatore regionale Arcigay.

Gay, lesbiche e transessuali vittime di violenze

fisiche, psicologiche o verbali sono spesso

protagonisti degli odierni fatti di cronaca. Il

convegno vuole contribuire positivamente al

dibattito relativo alla necessità di una legge

nazionale contro le discriminazioni legate

all’orientamento sessuale e all’identità di

genere. Sarà l’occasione per realizzare, negli

enti locali, iniziative e scelte politiche per migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini e le

cittadine LGBT.

Inoltre, il convegno sarà momento di riflessione e commemorazione delle vittime

dell’omocausto, l’eccidio degli omosessuali operato per mano nazista durante il secondo

conflitto bellico: in ricordo di una delle pagine più tristi della nostra storia, verrà deposta

una corona di fiori davanti a uno dei vagoni utilizzati dai nazifascisti per la deportazione ad

Auschwitz di ebrei, zingari, omosessuali, disabili, e presente al Museo di Via Generale

Clark.

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All’incontro interverranno, tra gli altri, l’On. Ivan Scalfarotto, PD, primo firmatario della

proposta di legge n° 245 su Omofobia e Transfobia; l’On. Annalisa Pannarale, SEL,

segretario dell’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati; il Sen. Andrea Cioffi,

Movimento 5stelle; Michele Giarratano, responsabile sportello legale Arcigay nazionale;

Paolo Patanè, già presidente Arcigay nazionale; l’avv. Miguel Coraggio, esecutivo “Rete

Lenford”, Avvocatura dei diritti LGBT; Ottavia Voza, segretario nazionale Arcigay

delegata ai diritti delle persone trans.

Per permettere la partecipazione alla cittadinanza, è prevista una navetta gratuita che

effettuerà tre corse a partire dalle ore 17.00 in direzione Museo dello Sbarco con le

seguenti fermate: Piazza Malta ( XXIV Maggio), Lungomare Trieste (altezza Palazzo di

Città), piazza della Concordia, Torrione( altezza Forte la Carnale), Pastena (altezza

Ristorante Cinese Giapponese), Mercatello (di fronte la Cornetteria). Lo stesso servizio di

mobilità sostenibile è previsto a fine convegno, con le stesse modalità, a partire dalle ore

20.00. Per informazioni e prenotazioni è possibile chiamare al 331.1460221.

(fonte http://www.ondanews.it/salerno-il-5-luglio-convegno-omofobia-e-transfobia-la-

lunga-strada-verso-la-liberta_3116828.html)

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Ricordando Don Gallo: a Cisterna d’Asti,

un convegno contro l’omofobia

3 Luglio 2013

Il Museo Arti e Mestieri di un Tempo, in collaborazione

con il Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’Albese, ospiterà

questa domenica alle 17, un interessante convegno sul

tema dell’omosessualità in un’ottica di tolleranza e

rispetto.

L’iniziativa, dal titolo “Gay: diversamente uguali tra

anatemi e teoremi”, ha infatti lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza attraverso un

costruttivo momento di dibattito al quale tutti sono invitati a partecipare.

Quest’anno il filo di Arianna che unisce gli appuntamenti proposti dal Polo Cittattiva è

“Osare la speranza”, da una celebre frase dell’amato Don Gallo, che verrà più volte

ricordarto nel corso di questa ultima vivace rassegna.

Don Gallo, scomparso lo scorso maggio, aveva fatto visita al Museo di Cisterna nell’aprile

2011 in occasione di una serata dedicata alle “vecchie e nuove povertà”. Da sempre

schierato in prima linea per la costruzione di una Chiesa inclusiva, aveva preso posizioni

molto nette a favore delle unioni gay e per questo aveva dovuto fare i conti con le aspre

critiche dei più intransigenti.

Ad intervenire all’evento del 7 luglio, moderato da Franco Caldera, numerosi esperti in

ambito religioso e politico tra i quali Don Gianluca Carrega, docente di Sacra Scrittura,

l’onorevole Ivan Scafarotto, Anna Ceravolo di Agedo (Associazione Genitori di

Omosessuali), onlus nata nel 1992.

L’incontro terminerà alle 19,30 con una golosa merenda sinoira, nel Giardino degli

Antichi Cipressi che si trova all’interno del parco del Castello di Cisterna.

Per info: 0141 979021.

Ilaria Franza

(fonte http://www.atnews.it/eventi/item/5740-ricordando-don-gallo-a-cisterna-

d%E2%80%99asti,-un-convegno-contro-l%E2%80%99omofobia.html)

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Milano - Apartheid e razzismo 60 anni di

Sud Africa in mostra al Pac

3 Luglio 2013

MILANO - Raccoglie il lavoro di quasi 70 tra fotografi, artisti e registi, che attraverso le

immagini hanno saputo raccontare, sensibilizzare, trasmettere in tutto il mondo il dramma

dell'Apartheid la mostra che si apre il 9 luglio al Pac. Fotografie, film, video, documenti,

poster e periodici, che documentano uno dei periodi storici cruciali del XX secolo, le cui

conseguenze affliggono tuttora la società sudafricana, e l'importanza del ruolo di Nelson

Mandela. L'importante rassegna, che ha già riscosso significativi consensi negli Stati Uniti e

in Europa, si intitola ½Rise and fall of Apartheid: Photography and the Bureaucracy of

Everyday Life (Ascesa e declino dell'Apartheid: fotografia e burocrazia della vita

quotidiana)» ed è stata ideata dall'Icp International Center of Photography di New York,

mentre l'edizione milanese è promossa e prodotta dall'assessorato alla Cultura, dal Pac e da

Civita. Frutto di oltre sei anni di ricerche, il progetto espositivo ha appunto lo scopo di

registrare e analizzare, attraverso 60 anni di fotografia, l'eredità dell'apartheid e i suoi effetti

sulla vita quotidiana in Sud Africa. L'Apartheid, parola olandese composta da ½separato»

(apart) e ½quartiere» (heid), è stata infatti la piattaforma politica del nazionalismo afrikaner

prima e dopo la seconda guerra mondiale, con il fine di promuovere la segregazione

razziale e mantenere il potere nelle mani dei bianchi. Nel 1948, dopo la vittoria

dell'Afrikaner National Party, l'apartheid si è dunque imposta attraverso un'ampia serie di

programmi legislativi fino a determinare la riorganizzazione di tutte le strutture civili,

economiche e politiche. Un sistema che con il tempo è diventato sempre più spietato nei

confronti degli africani e delle altre comunità non bianche, fino a coinvolgere ogni aspetto

dell'esistenza, dalla casa al tempo libero, dai trasporti all'istruzione, dal turismo alla

religione e ai commerci. La mostra parte dall'idea che la fotografia, trasformando il proprio

linguaggio da mezzo puramente antropologico a strumento sociale, sia stata subito in grado

di cogliere la situazione del Sud Africa e della lotta all'apartheid nel modo più critico e

incisivo possibile, raggiungendo una profonda complessità illustrativa e una penetrante

introspezione psicologica. A dimostrarlo nella mostra milanese il lavoro dei membri del

Drum Magazine negli anni '50, dell'Afrapix Collective degli anni '80 e i reportage del

cosiddetto Bang Bang Club. E non mancheranno opere eccezionali di fotografi sudafricani

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all'avanguardia quali Leon Levson, Eli Weinberg, David Goldblatt, Peter Magubane, Alf

Khumalo, Jurgen Schadeberg, Sam Nzima, Ernest Cole, Gorge Hallet, Omar Badsha,

Gideon Mendel, Paul Weinberg, Kevin Carter, Joao Silva e Greg Marinovich. Esposte

anche le immagini dei protagonisti delle nuove generazioni, tra cui Sabelo Mlangeni e

Thabiso Sekgale, che esplorano le conseguenze che ancora oggi l'apartheid produce nel

paese.

(fonte http://www.ilgiornale.it/news/milano/apartheid-e-razzismo-60-anni-sud-africa-

mostra-pac-932432.html)

OCRE: SCLEROSI MULTIPLA

IL 13 E 14 SPORT E SOLIDARIETA'

3 Luglio 2013

OCRE - L’associazione culturale EuroProgresso,

d’intesa con il Comune di Ocre, (L'Aquila) il

“Centro per la Sclerosi Multipla” della Clinica

Neurologica dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila

e con la sezione provinciale dell’associazione italiana

per la aclerosi multipla (Aism), organizza sabato 13

e domenica 14 luglio 2013, presso la Chiesa di San

Panfilo e presso la struttura sportiva polivalente ubicata a Valle e Cavalletto d’Ocre, il

convegno “Disabilità e Sport” e una manifestazione sportiva, intesi alla sensibilizzazione e

promozione della ricerca e cura della sclerosi multipla.

In particolare sarà promossa la raccolta fondi per finanziare il progetto “Recupero dei

disturbi cognitivi nei pazienti con Sclerosi Multipla” nel centro per la Sclerosi Multipla

presso la clinica Neurologica dell’Ospedale San Salvatore di L’Aquila, servizio sanitario di

assistenza psicologica non garantito dal SSN.

Grazie ai fondi raccolti negli anni 2011 e 2012 pari a complessivi 10.105,00 euro

l’associazione EuroProgresso e i suddetti partner istituzionali,riusciranno a finanziare il

primo anno del progetto di “Riabilitazione dei disturbi cognitivi nei pazienti con Sclerosi

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Multipla” presso il Centro per la sclerosi multipla della clinica neurologica dell’Ospedale

San Salvatore dell’Aquila. Dal mese di luglio 2013, per un anno, sarà attivo tale specifico

servizio di riabilitazione presso l’ospedale aquilano interamente finanziato dalla nostra

iniziativa. Quest’anno l’associazione ha in animo di riuscire a raccogliere donazioni tali da

garantire il predetto servizio di Riabilitazione dei disturbi cognitivi nei pazienti con Sclerosi

Multipla nell’ospedale aquilano anche per l’anno 2014-2015Quest’anno, la manifestazione è

arricchita e potenziata sotto il diverso profilo formativo ed informativo con il Convegno

“Disabilità e Sport” che si terrà nel pomeriggio di Sabato 13.7.2013 dalle ore 15.00 alle

18.00 presso la Chiesa di San Panfilo d’Ocre finalizzato a sensibilizzazione le persone sui

diritti e sugli strumenti di tutela dei diritti delle persone con disabilità ed in particolare sul

ruolo che lo sport oggi riveste nell’attuazione del principio di pari opportunità e di non

discriminazione delle persone disabili nella società civile. Si vuole affermare il principio per

cui la “Disabilità è una parte del mondo e non un mondo a parte”.

Inoltre, quest’anno nella giornata di sabato 13 luglio, contestualmente al convegno, ci sarà

un mini torneo di calcetto per bambini e a seguire il concerto del gruppo musicale “Muffa

Rialzo”;

Domenica 14 luglio si svolgerà anche il I Torneo di Mountain Volley e a seguire il

concerto del gruppo musicale “Antipodi”.

Sempre domenica ci sarà un momento di informazione qualificata e di aggiornamento sui

recenti risultati della ricerca, che oggi vede un considerevole incremento di diagnosi

soprattutto nei giovani appena affacciatisi alla vita universitaria e lavorativa. Interverranno

allo scopo il responsabile del Centro per la sclerosi multipla dell’Ospedale San Salvatore,

dott. Rocco Totaro, ed uno psicologo esperto del settore, dott.ssa Cinzia Raparelli.

(fonte http://www.abruzzoweb.it/contenuti/ocre-sclerosi-multipla--il-13-e-14-sport-e-

solidarieta/522365-283/)

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RAZZISMO: PLENARIA REVOCA IMMUNITA'

MARINE LE PEN

PRESIDENTE FRONT NATIONAL 'CONFERMA' DICHIARAZIONI

ANTI-ISLAM

3 Luglio 2013

(ANSA) – BRUXELLES - La plenaria del Parlamento europeo ha

revocato l'immunita' a Marine Le Pen, presidente del Front National

francese. Larga la maggioranza espressa per alzata di mano. La

richiesta era stata presentata dal Tribunale di Lione, che ha messo

sotto accusa la Le Pen per le dichiarazioni fatte nel dicembre 2010

contro la comunita' islamica che con le sue ''preghiere di strada''

compiva ''un' occupazione'' della Francia. L'eurodeputata di estrema destra, parlando ieri in

tv ha confermato le sue affermazioni. (ANSA).

Discriminatori i manifesti del PDL e della

Lega Nord contro la comunità Rom

residente a Pescara

2 Luglio 2013

Accolto il ricorso presentato dall'ASGI e da altri cittadini.Le

dichiarazioni propagandistico-elettorali del PDL e della Lega Nord

accomunano i Rom di Pescara ai delinquenti: indiscutibile la portata

offensiva

Il Tribunale di Pescara, con sentenza del 25 giugno 2013, ha dichiarato l’illegittimità del

comportamento del Popolo delle Libertà e della Lega Nord Abruzzo per avere, con

manifesti e comunicati, accomunato i rom ai delinquenti. Gli esponenti locali dei partiti

PDL e Lega Nord avevano strumentalizzato l’appartenenza al gruppo sociale dei rom di un

giovane protagonista di un triste episodio di delinquenza avvenuto nel comune di Pescara

per connotare in negativo l’intera comunità .

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Questi episodi di discriminazione razziale, finalizzati a cercare facile consenso popolare,

oltre ad essere oltraggiosi per coloro che ne sono vittime, ostacolano il realizzarsi di una

possibile convivenza pacifica e prolifera.

L’ASGI e l’Associazione Rom Sinti@Politica Abruzzo esprimono soddisfazione per

l’accertamento del carattere discriminatorio di questo tipo di comportamento ribadendo il

loro impegno a contrastare simili episodi.

“L’uso strumentale dei discorsi di odio da parte dei partiti politici è gravemente frequente

in Italia e puo’ essere contrastato con la promozione di azioni di tutela legale “ affermano

gli avv. Daniela Consoli, Michela Manente e Nazzarena Zorzella. “Tuttavia ci auguriamo

che questa sentenza sia utile a modificare i toni e i contenuti apertamente ostili nei

confronti delle minoranze rom e sinte, troppo spesso presenti nel dibattito politico e che di

fatto costituiscono ostacoli alla lotta contro l’emarginazione sociale che l’Italia deve porre

in atto in base alle leggi nazionali e alle Convenzioni internazionali che ha sottoscritto e

deve rispettare”.

ASGI e l’Associazione Rom Sinti@Politica Abruzzo (Fonte www.asgi.it)

Turismo, stop alle discriminazioni:

il Veneto capofila per "CoorDown"

2 Luglio 2013

VENEZIA - Niente più discriminazioni nei confronti

delle persone con sindrome di Down e di tutte le

persone con disabilità da parte degli operatori turistici

e delle strutture ricettive. La Regione Veneto è tra le

prime a sancirlo per legge diventando capofila in Italia

per il rispetto della "Convenzione dell'Onu sui diritti

delle persone con disabilità" anche nel mercato del

turismo secondo quanto reso noto oggi dal sito CoorDown.

La decisione del Veneto fa riferimento al Codice del turismo approvato dal Governo che

però aveva visti annullati alcuni punti da parte della Corte costituzionale. Il Veneto è

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quindi tra le prime regioni ad aver incluso quei principi di uguaglianza di trattamento

indispensabili per superare ogni tipo di discriminazione, anche per quanto riguarda l'offerta

turistica e del tempo libero. Il CoorDown - in una nota - ringrazia il governatore veneto

Luca Zaia e tutto il consiglio regionale per aver seguito l'iter della legge sia in commissione

che in aula. La nuova legge considera strutture turistico-ricettive anche i parchi a tema.

(fonte

http://www.gazzettino.it/disabili/turismo_stop_alle_discriminazioni_il_veneto_capofila_

per_coordown_/notizie/299023.shtml)

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Nati in Italia ma ancora stranieri

«Che fatica a scuola e al lavoro»

2 Luglio 2013

Le voci dei ragazzi di seconda generazione tra storie fortunate e

adolescenti che preferiscono fuggire. Festa anche con hip hop in

piazza Virgiliana. Oggi all’università la Provincia assegna il titolo di

cittadini onorari a decine di giovani

Nati in Italia, ma per lo Stato ancora stranieri.

Anche se sono cresciuti qui, anche se con i loro

compagni di scuola, dalle medie alle superiori,

parlano in dialetto e studiano le stesse cose e

seguono le stesse mode adolescenziali. Eccoli i

ragazzi figli di immigrati che hanno scelto di

restare qua, di far vivere i loro figli qui. Li

chiamano, i sociologi e gli addetti ai lavori, le seconde generazioni e ieri si sono confrontati

nel salone mantegnesco dell'università, per raccontarsi. E’ stato uno degli appuntamenti

della due giorni dedicata a loro organizzata dalla Provincia con il sostegno dell’Unione

europea, che ha stanziato un apposito fondo per promuovere l’integrazione.

Testimonianze portate direttamente da giovani che, a sentire le loro parole, si sono ben

radicati nel nostro Paese, risiedendo stabilmente nel Mantovano, dovendo affrontare un

percorso inizialmente lastricato da ostacoli e indifferenza, gradualmente superato grazie alla

tenacia e alla crescita dell'integrazione sociale che, seppur faticosamente, si è consolidata

nel nostro paese come in altre realtà europee e occidentali.

Il workshop nazionale (ieri in piazza Virgiliana ci sono stati anche esibizioni di hip hop) si

concluderà questa mattina con il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del

presidente Alessandro Pastacci a oltre una settantina di ragazzi, dai 14 ai 18 anni, residenti

in provincia.

L’assessorato alla coesione sociale di Palazzo di Bagno, con il Centro di educazione

interculturale, si è dato da fare nei gironi scorsi per chiedere ai Comuni di individuare

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ragazzi di famiglie immigrate nella propria anagrafe e di accompagnarli all’iniziativa per

ricevere il riconoscimento (che non ha alcun valore legale). Solo una piccola parte di

amministrazioni è riuscita (ho ha voluto) rispondere ufficialmente all’invito. Tra i Comuni

certamente rappresentati vi saranno San Benedetto Po (una decina di ragazzi), Poggio

Rusco (4), Castiglione (1), Porto Mantovano (15), Guidizzolo (1), Motteggiana (4), Castel

Goffredo (17), Gonzaga (7) , Volta Mantovana (5), San Giacomo delle Segnate ( 5) e San

Giorgio (4). La Provincia fa sapere che altri Comuni sapranno soltanto oggi quanti ragazzi

porteranno. Altri hanno spiegato di aver avuto molte difficoltà a spiegare, attraverso

mediatori culturali, il senso dell’iniziativa alle famiglie dei ragazzi, segno che l’inclusione

sociale a pieno titolo è ancora un cammino lungo da percorrere in diversi casi. Tra i

Comuni a non aver fornito dati c’è anche il capoluogo. «Ho saputo dell’iniziativa dalla

Gazzetta e poi da una telefonata dell’assessore Magri – spiega l’assessore alle politiche

sociali, Roberto Irpo – devo dire che personalmente trovo questa iniziativa una forzatura.

Non sono chiuso a questa problematica, ma non mi riconosco nelle posizioni di Sel sullo

Ius soli. Vedo che il presidente Pastacci è d’accordo, ma dubito che tutti nella sua

maggioranza la pensino come lui».

E i ragazzi che dicono? Emblematico il racconto di Anwara Chowdhry proveniente dal

Bangladesh. «All'inizio non è stato facile -ha detto- Il contrasto con le differenti mentalità

era forte. Sei portata a farti domande che altri alla tua età non si fanno. Crescendo ho

imparato a fare coesistere le varie culture. La gente in Bangladesh è più semplice e

disponibile, ma anche più riservata. Ma le donne devono stare al loro posto».

Un ragazzo pakistano arrivato in Italia 13 anni fa, oggi 23enne, ha definito il percorso fatto

un «ponte tra la 1° e la 3° generazione». Ha affermato che a volte gli è capitato di vedere

suoi amici fuggire dall'Italia, pur avendo trovato un lavoro solido: «Non riuscivano a

riconoscere i valori che ci sono qui». Poi ha parlato di un ragazzo che sognava di diventare

pilota, ma non è riuscito ad iscriversi all'università «perché non aveva la cittadinanza».

Speranze che per alcuni si infrangono, per altri invece rappresentano il punto da cui

partire. «In Italia i nostri coetanei non hanno mai avuto problemi di cibo o economici, ma

non sono ugualmente contenti -ha aggiunto-. Insieme dobbiamo cercare di migliorare. In

Pakistan se parli con una persona devi tenere lo sguardo basso in segno di rispetto, mentre

in Occidente se lo fai ti dicono che sei maleducato».

Il sociologo Adel Jabbar ha spiegato che i bambini stranieri nati in Italia che frequentano le

materne hanno raggiunto l'83%, asserendo che i ragazzi spesso «vivono una specie di stress

da acculturazione, mentre nel lavoro vengono considerati solo per determinati settori».

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Non a caso Cristina, nigeriana, infermiera ,ha trovato lavoro in una casa di riposo e

gerarchicamente «chi stava sotto di me, ha fatto fatica ad accettarlo». Ha preferito cambiare

posto di lavoro. ( Ha collaborato Graziella Scavazza)

(fonte http://gazzettadimantova.gelocal.it)

Fondo europeo integrazione, prorogato il

termine per le procedure di affidamento

del servizio di segreteria scientifica

2 Luglio 2013

Si tratta del servizio di 'Segreteria scientifica di supporto al Gruppo di Lavoro Istituzionale

(GLI) sulla mediazione culturale'. Nuovo termine di partecipazione: 10 luglio 2013

I termini per l'invio delle manifestazioni di interesse relative alla procedura di affidamento

di un servizio di 'Supporto tecnico-scientifico al Gruppo di Lavoro Istituzionale (GLI)

sulla mediazione culturale' (Programma Annuale 2012, Azione 7 'Capacity building') sono

prorogati fino alle ore 16 del 10 luglio 2013.

Le manifestazioni di interesse devono essere inviate all'indirizzo di posta elettronica

certificata [email protected], indicato nell'avviso di 'errata corrige e proroga

scadenza' del 28 giugno 2013, che corregge il precedente avviso del 27 maggio 2013.

INFORMAZIONI

Informazioni e chiarimenti sull'avviso possono essere inviate all'indirizzo e-mail

[email protected] indirizzate al responsabile del procedimento, entro e

non oltre le ore 15 dell'ultimo giorno non festivo che precede il termine fissato per la

presentazione delle manifestazioni d'interesse.

(fonte http://www.interno.gov.it/)

Page 46: Rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013

Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Scuola di Formazione di Italiano Lingua

Seconda / Straniera: Competenza d'uso e

Integrazione

Napoli, 8 - 12 luglio 2013

Hotel Naples C.so Umberto I, 55

Iscrizioni entro il 30 giugno

Il Centro Linguistico di Ateneo organizza dall' 8 al 12 luglio 2013, presso la Sala

Conferenze del Palazzo degli Uffici invia G. Cesare Cortese 29, la IV edizione della Scuola

di Formazione di Italiano Lingua Seconda / Straniera: Competenza d'uso e Integrazione.

Con questa iniziativa il Centro Linguistico intende porre le basi per una più proficua

interazione tra Scuola e Università, contribuendo all'aggiornamento e alla formazione dei

docenti della scuola e di quanti operano in contesti multilingui. Quest'anno particolare

attenzione verrà dedicata alle scuole primarie attraverso il bando "Giochiamo l'italiano"

destinata a tutti coloro che hanno l'obiettivo di elaborare metodi e materiali utili ad

insegnarel'italiano a bambini stranieri. I partecipanti dovranno produrre su supporto

magnetico un percorso educativo finalizzato all'apprendimento dell'italiano come lingua

straniera, facendo emergere i processi di insegnamento-apprendimento, l'aspetto

collaborativo degli alunni, l'organizzazione del lavoro didattico e gestionale.

Ogni scuola riceverà una pergamena attestante la partecipazione al concorso "Giochiamo

l'italiano".

Alla scuola vincitrice verrà assegnata 1 coppa e il materiale didattico relativo

all'insegnamento dell'italiano L2/LS, al docente responsabile del progetto la partecipazione

gratuita alla scuola di formazione edizione 2013.

La partecipazione alla scuola dà diritto a n. 4 crediti.

Le 30 ore di formazione della scuola sostituiscono quelle di formazione glottodidattica, richieste come prerequisito per accedere all'esame DITALS di II livello.

(fonte http://www.roma-intercultura.it)

Page 47: Rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013

Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Tutele per i figli di genitori omosessuali

I figli delle coppie omosessuali esistono, ma sono

invisibili. Che fare?

2 Luglio 2013

Cosa significa essere invisibili? Mancare di una rappresentazione pubblica, una voce di

risonanza nei luoghi dove si prendono le decisioni, si discutono le leggi (così come

dovrebbe essere per ogni cittadino italiano), sottorappresentati o a malapena intravisti nei

media, dove le famiglie formate da genitori omosessuali non ci sono, latitano, vengono

pressoché ignorate. Ricordate cos’è successo per la pubblicità Ikea che mostrava

semplicemente una coppia di due ragazzi? Ma malgrado l’apparente arretratezza le coppie

omosessuali ci sono, fanno figli e mettono su famiglia.

Proprio nei giorni in cui Senato e Camera cominceranno a discutere leggi contro

l’omofobia e le unioni tra partner omosessuali, alcuni genitori di famiglie Arcobaleno,

come testimoniato dal bel pezzo apparso su Repubblica a firma di Caterina Pasolini, si

rivolgono a senatori e e deputati bipartisan, per raccontare come vivono il quotidiano e

chiedere tutele e leggi per proteggere relazioni e minori, per dare un senso al futuro di oltre

centomila bambini con un genitore omosessuale.

Come spesso accade la legge è quasi costretta a seguire le esigenze dei cittadini. Racconta

Gianfranco Goretti, sposato con lo scrittore Tommaso Giartosio a proposito del loro

rapporto con i figli, nati in America da una madre “surrogata”che non li ha riconosciuti e

che in Italia portano solo il cognome del padre biologico: Lia quello di Tommaso, Andrea

di Gianfranco.

(i nostri figli) sanno che ci sono tanti tipi di famiglie: mamme sole, coppie di

mamme o di papa, coppie separate. Devo dire che siamo stati fortunati, la società è

più avanti della politica: nel quartiere e a scuola nessun problema, anzi, tutti ci

riconoscono come genitori. Lia e Andrea si sentono semplicemente due bambini

molto amati.

Ci sono altri risvolti familiari che eventuali leggi potrebbero tenere poco in

considerazione che spiega Gianfranco:

Ecco, per la legge alla fine dell’orario delle lezioni a scuola potrebbero non

affidarmi Lia, figlia biologica di Tommaso, se si ammala non potrei portarla in

ospedale e decidere le cure perché per lei in italia non sono nulla, non sono un

parente, un genitore. Sono un estraneo totale mentre per la legge americana i due

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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bambini sono tutti e due figli nostri (…) Se io muoio mio figlio resta solo, il mio

compagno non conta nulla e finisce che decide tutto il giudice tutelare che magari

se ne infischia di un rapporto vero, profondo che dura dalla nascita. Per questo

vogliamo una legge che parifichi le unioni gay al matrimonio, come aveva proposto

l’anno scorso Paola Concia del Pd. Così potremmo finalmente adottarli, riconoscerli

con tutti i diritti ma soprattutto i doveri di un genitore, compreso il mantenimento

in caso di separazione.

(fonte http://www.queerblog.it/post/67775/tutele-per-i-figli-di-genitori-omosessuali)

Dal 22 luglio alla Camera si discute la

legge contro l'omofobia

2 Luglio 2013

La seconda metà di luglio potrebbe segnare una svolta nel

dibattito sui diritti civili e sulla tutela delle persone lgbt in

Italia. Secondo il calendario della Camera dei deputati,

infatti, inizierà lunedì 22 la discussione generale sulle

proposte di legge contro l'omofobia i cui testi sono stati

presentati nei mesi scorsi.

Secondo quanto riporta il sito di Rete Lenford, l'associazione di avvocati che si occupa di

questioni lgbt, la settimana prossima i deputati Ivan Scalfarotto (Pd) e Antonio Leone (Pdl)

presenteranno un testo base sul quale si potranno presentare, discutere e votare gli

emendamenti.

L'ultima discussione su una legge contro l'omofobia in Parlamento risale alla scorsa

legislatura , quando relatrice della legge era Anna Paola Concia.

Il dibattito non entrò mai nel vivo perché l'Udc, il Pdl e la Lega Nord votarono a favore di

una eccezione di costituzionalità. Una legge ad hoc per tutelare le persone omosessuali e

transessuali, si sostenne in aula, avrebbe privilegiato le persone a cui si rivolgeva e questo

in violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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"Noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella

di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri - dichiarò quel giorno Fabrizio

Cicchitto, allora capogruppo alla Camera del Pdl - e proprio per questo contestiamo ogni

trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e

accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale".

(fonte http://www.gay.it/channel/attualita/35735/Dal-22-luglio-alla-Camera-si-discute-la-

legge-contro-l-omofobia.html)

Insulti sui voti, prof a processo

1 Luglio 2013

IL CASO. Insegnante vicentino accusato d'aver ingiuriato un collega meridionale davanti

alla commissione d'esame. Il movimentato episodio avvenne nel corso della maturità del

2010 durante gli scrutini. Respinta l'aggravante dei motivi razzisti

VICENZA. Avrebbe insultato il collega di origini meridionali. Quella che è stata descritta

come un'aggressione verbale davanti a parecchi testimoni non sarebbe avvenuta però al

bar, fra avventori un po' allegrotti, ma nel corso degli scrutini di una commissione d'esame

della maturità. Ora la procura ha chiuso le indagini ed è stato fissato il processo.

L'UDIENZA. È fissata per la fine di settembre, davanti al giudice di pace, l'udienza

a carico del professore vicentino Francesco Battistin, all'epoca docente di un istituto

superiore della città. L'insegnante dovrà rispondere di ingiurie ai danni del collega Salvatore

Marino, di origini siciliane. La presunta vittima, che si è costituita parte civile con l'avv.

Monni, chiederà un risarcimento di almeno 3 mila euro all'imputato.

GLI SCRUTINI. I fatti contestati dalla procura - l'indagine venne seguita dal pubblico

ministero Peraro prima di lasciare Vicenza per Padova - risalgono al mese di luglio del

2010. I due insegnanti facevano parte della stessa commissione d'esame per la maturità (la

numero 17): Battistin era docente interno, Marino esterno; arrivava infatti da un altro

istituto. Con il presidente e gli altri commissari, in quei giorni i due professori stavano

esaminando la posizione degli studenti per valutare compiti e interrogazioni e dare il voto

finale. Durante l'esame orale, avvenuto qualche giorno prima, il prof. Marino aveva

interrogato uno studente, piuttosto in gamba. Il quale, però, impreparato di fronte ad una

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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domanda, aveva replicato che quell'argomento non era stato studiato in classe durante

l'anno.

LA LITE. Da quanto è emerso, nel corso dello scrutinio, Marino si oppose ad un voto

alto per quello studente. «Non posso credere che quell'argomento non fosse stato

analizzato in classe. Non era preparato, e in più ha raccontato una bugia». A quel punto

sarebbe intervenuto Battistin, il quale avrebbe perso del tutto le staffe.

(fonte

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/529801_insulti_sui_voti_prof_a_pr

ocesso/?refresh_ce)

Espulsione di Caterina Marini, Cecile

Kyenge: "Qualunque atto di razzismo che

istiga alla violenza deve essere

condannato"

1 Luglio 2013

Il ministro per l'integrazione commenta la decisione del Partito

Democratico dopo lo sfogo razzista della consigliera su Facebook

"Qualunque atto di razzismo che istiga alla violenza deve essere condannato: la città e il Pd

di Prato hanno dato una risposta concreta per far capire che il cambiamento deve iniziare

da noi e da qualsiasi cittadino".

Lo ha detto il ministro per l'integrazione Cecile Kyenge, a Prato all'indomani

dell'espulsione dal Pd di Caterina Marini, la consigliera circoscrizionale pratese che si era

lasciata andare ad uno sfogo razzista sulla sua pagina di Facebook. Ieri la commissione dei

garanti del Pd pratese aveva deciso che la giovane consigliera non potesse "più

rappresentare, né a livello politico né a livello istituzionale, il Partito Democratico", anche

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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se tecnicamente non si può parlare espulsione perché la Marini non aveva ritirato la tessera

dal 2011.

Quanto ad alcune contestazioni di Fratelli d'Italia e Casapound che hanno accolto il

ministro al suo arrivo in città, Kyenge ha detto che "questi sono segno di un disagio che

non va ignorato: il nostro compito è ascoltare tutti a patto che siano rispettosi degli altri".

(fonte http://www.gonews.it/articolo_208562_Espulsione-di-Caterina-Marini-Cecile-

Kyenge-Qualunque-atto-di-razzismo-che-istiga-alla-violenza-deve-essere-condannato.html)

Svastica e scritta razzista, ripulito il

murale dei bambini

1 Luglio 2013

Settimo Milanese - Al posto della scritta razzista di colore nero ora ci sono il giallo,

il rosso, il viola e il verde dell’arcobaleno. Anche la svastica è stata cancellata, al suo

posto ci sono il cielo e le nuvole. Ètornato come prima il murale realizzato

dall’associazione «Nuovi colori», in collaborazione con l’istituto scolastico «Paolo Sarpi»

in via Matteotti a Settimo Milanese, che nella notte tra il 7 e l’8 giugno scorsi era

stato sfregiato con la scritta «non si è mai visto un negro che vola».

Page 52: Rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013

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I volontari dell’associazione, alcuni genitori, i cittadini della frazione di Vighignolo e decine

di bambinil’hanno cancellata, in collaborazione con l’artista che il primo giugno

scorso aveva realizzato il disegno, Eugenia Garavaglia, al termine di un percorso

didattico con gli alunni della scuola primaria proprio contro il razzismo.

«Ci siamo riappropriati del muro e del disegno - spiega Stefano Panzeri di Nuovi

Colori - abbiamo aspettato qualche giorno prima di intervenire con il restauro perché

volevamo che tutti prendessero coscienza del fatto che dietro quella scritta ci sono

persone vicine a un partito neonazista che a Settimo Milanese sta mandando dei

segnali precisi. Chi ha sfregiato il murale dei bambini ha voluto proprio disprezzare il

progetto educativo di tolleranza e rispetto nei confronti di tutti compiuto dagli alunni della

scuola primaria».

Ma non solo: accanto al murale è stata realizzata una bacheca dove i bambini hanno

appeso messaggi che vanno nella direzione opposta: «In Italia nessuno è

straniero». E ancora, «Neri e bianchi sono tutti uguali», «La frase scritta sul muro è

veramente brutta, infatti non si è mai visto volare neppure un bianco». E altre

riflessioni di grandi e bambini che resteranno in quel luogo ancora per alcuni giorni come

monito per tutti.

«È stata un’iniziativa molto bella quella di cancellare la scritta e riflettere insieme ai

cittadini e ai genitori sul significato di quel gesto - commenta il sindaco, Massimo Sacchi

- era presente tutta la comunità che in questo modo ha difeso un luogo profanato dai soliti

ignoti, che spero non restino impuniti».

(fonte http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2013/06/29/911647-settimo-ripulito-murale-

bambini-svastica-scritta-razzista.shtml)

Page 53: Rassegna stampa settimanale 1-5 luglio 2013

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Delibera. In Friuli Venezia Giulia

garantita l'assistenza sanitaria alla

popolazione straniera

1 Luglio 2013

L'assessore alla Salute Telesca: "Una decisione di buon senso, volta a

tutelare in un'ottica di prevenzione la salute di t utti"

Trieste, 29 giugno 2103 - La Regione Friuli Venezia Giulia garantisce l'assistenza sanitaria

agli immigrati. Con una delibera proposta dell'assessore alla Salute, integrazione

sociosanitaria e politiche sociali, Maria Sandra Telesca, la Giunta regionale ha infatti

recepito le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni per la corretta applicazione della

normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera, di fatto garantendo l'accesso

alle cure.

Secondo Telesca, si tratta principalmente di "una decisione di buon senso, volta a tutelare

in un'ottica di prevenzione la salute di tutti, a iniziare dai cittadini del Friuli Venezia

Giulia".

"Far sapere agli immigrati che possono esser curati nelle nostre strutture pubbliche

significa infatti mettersi nelle condizioni di intercettare qualsiasi tipo di patologia e quindi

evitare la diffusione di malattie infettive non diagnosticate", ha aggiunto l'assessore.

(fonte http://www.stranieriinitalia.it/attualita-

dlibera._in_friuli_venezia_giulia_garantita_l_assistenza_sanitaria_alla_popolazione_stranie

ra_17410.html)

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Mondiali antirazzisti: oltre 600 partite e

la Coppa per l'Emilia

1 Luglio 2013

Tutto pronto per la storica manifestazione Uisp che si terrà dal 3 al 7

luglio a Castelfranco Emilia, nel modenese. Prevista la partecipazione

della ministra per l’Integrazione Kyenge.

ROMA - Tornano in Emilia-Romagna i Mondiali Antirazzisti, storica manifestazione

dell’Unione italiana sport per tutti (Uisp) che da 17 anni si batte contro ogni forma di

discriminazione. L’appuntamento è nel parco di Bosco Albergati di Castelfranco Emilia,

nel modenese, dal 3 al 7 luglio. Manifestazione che vedrà la partecipazione del ministro per

l’Integrazione, Cécile Kyenge, che ha annunciato la sua presenza nel pomeriggio di sabato

6 luglio. Una festa aperta a tutti e completamente gratuita, spiegano gli organizzatori, che

ospiterà migliaia di ragazzi e squadre da tutto il mondo. Sono previste, infatti, oltre 600

partite di calcio non stop che si alterneranno in 13 campi di gioco. Ma i Mondiali

antirazzisti non sono solo calcio, tra gli sport anche basket, pallavolo, cricket, rugby e tanta

musica. “Da quest’anno – spiegano gli organizzatori - alle numerose attività si aggiungono

anche i tornei di soft rugby e di tchoukball, disciplina facilmente accessibile a tutti che nel

2001 è stata riconosciuta dall’ONU come sport a sostegno della pace e della fratellanza”.

Per tutta la durata dei Mondiali sono previsti stand e spazi di musica e sport, con varie

attività di danza, ginnastica, giochi e discipline orientali. Ogni sera concerti gratuiti aperti a

tutti. Nella prima serata di giovedì 4 luglio sfileranno sul palco le band che hanno

partecipato al concorso indetto dal Mei, Meeting degli Indipendenti, per la realizzazione

dell’inno dei Mondiali. Venerdì 5 l’appuntamento principale con i 99 Posse e sabato 6

chiusura dell’arena concerti con la Paolino Paperino Band. “I Mondiali Antirazzisti sono

una grande finestra sul mondo – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale dell’Uisp -.

Oggi più che mai, l’ Uisp è protagonista del dibattito sullo ius soli, della cittadinanza

sportiva, delle pari opportunità attraverso le pratiche motorie. Siamo convinti che lo sport

di promozione sociale possa fare molto per contribuire a costruire ponti culturali e politici,

tra le istituzioni e la società civile. I Mondiali antirazzisti servono a far incontrare le

persone e i giovani e a farli riflettere sul valore sociale dello sport. Inoltre vogliamo tenere

legata questa festa alla storia e alla memoria condivisa del Paese, ricordando e rendendo

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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ancora viva la lotta di Liberazione dal fascismo e la successiva Costituzione repubblicana

del 1948. Anno in cui la Uisp è nata e muoveva i suoi primi passi”.

I Mondiali Antirazzisti, inoltre, fanno parte del circuito nazionale “Coppa Uisp della

solidarietà – lo sport per tutti abbraccia l’Emilia” che collegherà tra di loro vari

appuntamenti nazionali Uisp. "Lo sport sociale e per tutti non ha smesso un attimo di

essere accanto alle popolazioni colpite dal terremoto di un anno fa - spiega Manco - i

volontari e i tecnici-educatori Uisp si sono impegnati quotidianamente per garantire il

funzionamento degli impianti sportivi, dove questi erano agibili, oppure ad organizzare il

trasferimento in strutture provvisorie. Lo sport si è dimostrato un ottimo collante tra le

persone, ha dato fiducia e voglia di guardare in avanti, soprattutto tra i giovani”. Partenza il

29 giugno da Mirandola, centro del terremoto di un anno fa, con i Campionati nazionali

Uisp di pattinaggio e successivamente tappe a Rimini e Riccione con calcio, nuoto e

pallavolo. Arrivo a Mirandola lunedì 8 giugno. La Coppa sosterà nell'area Uispace dei

Mondiali Antirazzisti dal 3 al 6 luglio, con collegamenti quotidiani in diretta video

streaming sul sito www.uisp.it.

(fonte http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/440909/Mondiali-antirazzisti-

oltre-600-partite-e-la-Coppa-per-l-Emilia)

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Orvietano, presto la Consulta per

l’Immigrazione

1 Luglio 2013

L’elezione è prevista il 27 ottobre e il 6 luglio scade il termine per le

domande per scrutatore e presidente di seggio. L’organismo dovrà

garantire pari diritti e favorire l’aggregazione

ORVIETANO - È stata fissata per il prossimo 27 ottobre

l'elezione della Consulta Territoriale per l'Immigrazione

voluta dai Comuni della Zona Sociale n.12.

Il compito che avrà, sarà quello di promuovere interventi

per assicurare ai cittadini extracomunitari un effettivo e paritario godimento dei diritti,

sociali sanitari e lavorativi, al fine di agevolare un inserimento nel tessuto sociale, culturale

ed economico nel territorio.

In particolare, la Consulta formulerà proposte agli organismi competenti, dovrà esprimere

pareri e assumere iniziative su tutte le materie relative ai fenomeni dell'immigrazione e delle

diversità culturali; dovrà anche rappresentare un momento di informazione, aggregazione e

confronto per i singoli e i gruppi interessati alla realtà dell'immigrazione.

La Consulta, infine, assumerà iniziative per contrastare l'isolamento etnico e sociale degli

stranieri, e per la prevenzione del razzismo e di ogni forma di xenofobia.

In vista dell'elezione i Comuni della Zona Sociale hanno pubblicato gli avvisi relativi alle

candidature a scrutatore e presidente di seggio e quello relativo i candidati delle elezioni.

I candidati dovranno presentare domanda su appositi modelli reperibili presso gli Uffici

della Cittadinanza di ogni Comune indirizzandola al sindaco del proprio Comune di

residenza.

Il 6 luglio è il termine ultimo per la presentazione delle domande relativamente all'avviso

per scrutatore e presidente di seggio.

(fonte http://www.frescodiweb.it/dettaglio_news.php?id=10158)

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Casa popolare inaccessibile: la storia di

Alessandra

1 Luglio 2013

Il caso della 44enne bolognese che vive con la mamma. Sono 110 i disabili

bolognesi che vorrebbero vivere in un appartamento adatto alla loro condizione

BOLOGNA – Una casa popolare inaccessibile a causa delle barriere architettoniche e una

richiesta di potersi trasferire in un altro alloggio che non viene esaudita: Alessandra Licata

ha 44 anni, è disabile, si muove con la sedia a ruote e vive con la madre Antonia in via De

Crescenzi, nel quartiere Porto di Bologna in un alloggio popolare gestito dall’Acer. Il

problema è che il loro appartamento non risponde alle esigenze di Alessandra né a quelle

di sua madre, di 61 anni, costretta ad occuparsi della figlia senza un supporto in casa

costante dei servizi sociali, che riescono ad assisterla a domicilio per circa 8 ore a

settimana. Quando Alessandra deve uscire o rientrare nel proprio appartamento, la

mamma deve trasportarla su una rampa di scale grazie ad un montascale (impossibile

installare un sistema elettronico per il sollevamento delle persone a causa degli spazi

ridotti). In casa, poi, i problemi non diminuiscono: l’ingresso è piccolo, i corridoi stretti

rendono difficile qualsiasi manovra in sedia a ruote e il bagno non è norma, con i sanitari

separati l’uno dall’altro da poche decine di centimetri, e inaccessibili per Alessandra

autonomamente. Per la 44enne è difficile persino spostarsi dal letto alla sedia a ruote, e

ogni mattina rischia di cadere per terra e farsi male. La madre, invece, deve sollevare la

figlia di circa 80 chili anche soltanto per farle vedere la tv, seduta sul divano nel piccolo

salotto.

Del caso di Alessandra si è parlato oggi in Comune. Insomma, Alessandra e Antonia lì non

riescono a vivere serenamente, e 5 anni fa hanno chiesto all’Acer di potersi trasferire in una

casa più accessibile, che permetta loro una vita meno faticosa.

Non avevano ricevuto risposte fino ad oggi, e questa mattina l’Acer non le ha certo

rassicurate, sostenendo in Comune – durante una commissione consiliare - che di casi

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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come il loro a Bologna ce ne sono tanti, alcuni anche più gravi, ed anzi che sono troppi

rispetto alla disponibilità di alloggi pubblici.

Insieme all’altra figlia Carmen, le due avevano deciso di far sentire la propria voce

all’amministrazione per mezzo del consigliere comunale Lorenzo Tomassini (Pdl), che ha

portato il caso a Palazzo D’Accursio. Questa mattina Tomassini ha mostrato ai propri

colleghi un video, realizzato da Carmen, che racconta le difficoltà quotidiane della sorella e

della madre. Alla discussione hanno partecipato anche due tecniche dell’Acer, che hanno

cercato di spiegare a Carmen (l’unica presente della famiglia in commissione) come mai

l’ente non ha potuto soddisfare i loro desideri. In sostanza, ha spiegato Chiara Casalgrandi,

la situazione di Alessandra non è unica nel suo genere: “A Bologna ci sono circa 800

richieste di mobilità (ovvero di trasferimento in altri alloggi popolari) ancora insoddisfatte”,

e di queste “110 provengono da disabili che vorrebbero abitare in appartamenti adatti alla

propria condizione”. Purtroppo, però, “le richieste superano i posti disponibili e per

assegnare gli alloggi bisogna rispettare la graduatoria pubblica”. Secondo Casalgrandi,

Alessandra ha un punteggio di 67, non indicativo se non si osserva che il punteggio del

primo tra i disabili in graduatoria di mobilità è 170.

Le difficoltà nell’assegnazione degli alloggi pubblici: scelte obbligate per il Comune. Il caso

di Alessandra ha portato a galla diversi problemi all’interno del sistema di edilizia pubblica

bolognese: l’assessore comunale alle Politiche abitative, Riccardo Malagoli ha ricordato che

in tutta la provincia le richieste per un alloggio sono 12 mila, di cui circa 9 mila nel

capoluogo. “Stiamo costruendo nuovi alloggi - ha spiegato - tutti o già adattati o adattabili

a inquilini disabili”. Per il Consiglio e la giunta comunale, però, si prospetta una scelta: “Se

decidessimo di destinarli solo alle richieste di mobilità di disabili - ha proseguito - forse la

lista verrebbe azzerata”, ma “non si possono contemporaneamente assegnare gli

appartamenti a chi ne possiede già uno e vuole trasferirsi, e a chi è in attesa di un tetto

sotto cui vivere”, perché non ce ne sono abbastanza. (Giovanni Baiano)

(fonte http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/440888/Casa-popolare-

inaccessibile-la-storia-di-Alessandra)

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Il presidente della Romania è stato

accusato di razzismo

1 Luglio 2013

Il presidente romeno Traian Băsescu si distingue per le vedute assai originali su ciò che si

può permettere una personalità pubblica. I suoi incauti enunciati hanno spesso provocato

scandali e hanno portato alle accuse contro di lui di razzismo e di misoginia.

Tuttavia non si può negare che gli enunciati del genere piacciono a una parte dell’elettorato

romeno.

Intervenendo al congresso delle donne-imprenditrici il presidente della Romania ha

espresso il malcontento per il cambiamento della composizione etnica del paese,

lamentandosi che “le zingare possono partorire cinque figli, mentre le romene – no”.

Traian Băsescu ha invocato le donne a prestare meno attenzione alla carriera e partorire

più figli. “In fin dei conti è un atto di patriottismo!”, - ha dichiarato il presidente dalla

tribuna del congresso.

Aggiungendo che se si dovessero mantenere le attuali tendenze demografiche, la

popolazione della Romania si ridurrebbe entro il 2030 fino a 15 milioni di persone. Il

presidente ha fatto notare che la conservazione della situazione attuale porterà “al

cambiamento radicale della composizione della popolazione poiché noi abbiamo una

minoranza zingara molto prolifica”.

La reazione dei difensori dei diritti civili non si è fatta attendere. Organizzazioni senza

scopo di lucro si sono rivolte al presidente con una lettera aperta chiedendo le pubbliche

scuse. I difensori dei diritti delle donne e di minoranze etniche accusano Traian Băsescu

della discriminazione delle donne, degli zingari, e anche di dichiarazioni misogine e

xenofobe. Circa venti attiviste dei movimenti femministi hanno organizzato di fronte al

palazzo presidenziale una manifestazione non autorizzata con lo slogan “bambino – è una

scelta, non un dovere”.

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Monitoraggio, approfondimento fenomeni discriminatori sui media e web 1-5/07/2013

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Alcune organizzazioni senza scopo di lucro hanno chiesto al Consiglio di Stato per la lotta

alla discriminazione di esprimere un parere legale sugli enunciati del presidente.

Nonostante ampi poteri del Consiglio il presidente romeno non rischia alcunché. La

Costituzione gli garantisce la totale immunità, escludendo perfino un’ipotesi teorica per

costringerlo a chiedere scusa o pagare una multa per le dichiarazioni riconosciute

xenofobe.

Bisogna far notare che Traian Băsescu si è già trovato per più di una volta all’epicentro di

simili scandali che non hanno intaccato il suo indice di popolarità e non hanno provocato

notevoli proteste. A quanto pare la società romena è più preoccupata per la situazione

economica nel paese anziché per la correttezza politica del presidente.

(fonte http://italian.ruvr.ru/2013_06_30/Il-presidente-della-Romania-e-stato-accusato-di-

razzismo/)

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