rockstage n8 ottobre

52
Il momento dei band del mese Album: The beauty of fall, Atlante, Storia E in più: Le serate, le interviste esclusive e una nuovissima sezione! CAYNE RockStagE La prima rivista che parla della TUA musica Ottobre 2011 N°08 Periodico Bimestrale Free Make Your Own Crew: Tutto quello che vorreste sapere su come funziona e su cosa si cela dietro ad una delle Agency più in voga del momento. Ascoltate per voi: Tantissimi nuovi Album e Band che abbiamo ascoltato per voi per non lasciarvi a secco di buona musica Band del mese:

Upload: davide-bruno

Post on 12-Feb-2016

225 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Rockstage n 8 Ottobre

TRANSCRIPT

Page 1: Rockstage n8 Ottobre

Il momento dei

band del mese

Album:The beauty of fall,

Atlante,Storia

E in più:Le serate, le interviste

esclusive e unanuovissima sezione!

CAYNE

RockStagE La prima rivista che parla della TUA musica

Ottobre 2011 N

°08 Periodico Bim

estrale Free

Make Your Own Crew: Tutto quello che vorreste sapere su come funziona e su cosa si cela dietro ad una delle Agency più in voga del momento.

Ascoltate per voi:Tantissimi nuovi Album e Band che abbiamo ascoltato per voi per non lasciarvi a secco di buona musica

Band del mese:

Page 2: Rockstage n8 Ottobre

L’ottavo numero di RockStage ha finalmente preso forma, e con esso anche noi. Ad un occhio esterno potrebbe non sembrare così ma RockStage è anche una forte esperienza formativa: impari a gestire le situazioni e gli imprevisti, a rapportarti con le persone e a riconoscerle al primo colpo.E ormai io sono un maestro, modestamente parlando. Credo che potrei quasi tenere dei corsi a pagamento, ma magari ne parliamo dopo. Il punto è che impari a distinguere le persone in due categorie. La prima cat-egoria è quella a cui apparten-gono le persone che darebbero il sangue per quello che stanno facendo. Persone che ci credono oltre ogni limite e che sono disposte a dare l’anima per la musica. E la danno canzone dopo canzone, serata dopo serata, giorno dopo giorno. Queste persone le riconosci perché sono sempre le prime ad arrivare e le ultime ad andare via. Spendono ogni istante della

pensare di poter fare soldi con i dischi, in un mercato discograf-ico morente che mette in ginoc-chio anche i grandi artisti.Beh, diffidate di questa gente perché sono i peggiori. Pen-sano di aver capito le regole del gioco ma non si rendono conto che così facendo stanno solo dando una coltellata alla mu-sica. Alle spalle, per giunta.

Danny

UNACOLTELLATAALLESPALLE

loro vita dietro al loro sogno, al loro obiettivo.Dall’altra parte, invece, abbiamo la seconda categoria di persone che “lavorano” nell’ambiente indipendente, e sono quelle che vogliono solo guadagnare. Certo, a tutti fa piacere rag-granellare qualche soldo, ma se i membri del primo gruppo lo vedono come un effetto col-laterale, quelli che si trovano in questa categoria lo vedono come l’obiettivo principe. E si scordano del resto. E li ricono-sci perché sono quelli che ai concerti gli chiedi se sono interessati a una recensione e dopo averti trascinato al banch-etto si dimenticano di te, met-tendosi a parlare con il primo stronzo che passa a tiro. E poi non vengono certo a cercarti, loro, le rockstar. Non sia mai. Anche perché per loro vali così poco che si sono già scordati di te. Oppure ci sono quelli che ti porgono l’album tutti sorriden-ti, e poi ti chiedono i soldi. E lì ti chiedi se non siano pazzi a

1 2

Page 3: Rockstage n8 Ottobre

03 Festa Rock Novedrate

23 Destrage + Guests @Palazzo Granaio

01 Unacoltellataallespalle

49 Coming Next

50 RockStage

39 Intervista con... Destrage

41 Intervista con... MYO

07 Christian De Sucas

11 Labradors

14 Monkey Weather

19 Nemesi

27 Black Skyline

31 Marry me in Vegas

35 Till the Last Breathe

43 Mono di Motel 20099

44 L’Alba dei morti viventi di Nemesi

45 Nati negli anni ‘80 di Duracel

46 People Watch Me di Monkey Weather

48 Bravi tutti di Christian De Sucas

LE BAND

SERATE

SERVIZI

ALBUM

INTERVISTE

sommariorockstage numero ottoottobre duemilaundici

1 2

Page 4: Rockstage n8 Ottobre

XV Festa Rock Novedrate@Novedrate, 28/08/2011

3 4

Page 5: Rockstage n8 Ottobre

UN MELTING POT DI STILI, IN UNA SPLENDIDACORNICE ESTIVA.

3 4

a cura di Danny Martucci - Foto di Emanuela Giurano

Page 6: Rockstage n8 Ottobre

Non si dica mai che noi di

RockStage non lavoriamo.

E infatti nei giorni più caldi

dell’estate, noi andiamo al

festival più caldo dell’estate.

Non fa una piega.

La macchinata giunge

al luogo del concerto e

questa volta con una spe-

cial guest: la mia ragazza.

Quindi prendiamo da bere

e da mangiare e dopo quat-

tro chiacchiere con band ed

organizzatori, aspettiamo.

Aspettiamo fino alle 21.51

spaccate quando sul palco

salgono finalmente i Chris-

tian De Sucas. Questi ra-

gazzi propongono un punk

fresco, spensierato, sulla

scia di una tradizione punk

italiana d’eccellenza. Testi a

metà tra il serio e il faceto e

un sound che si presta per-

fettamente ad aprire la se-

rata. Propongono vari pezzi,

per poi lasciare il palco al

gruppo seguente, i Labra-

dors.

Una band di giovani

5 6

Page 7: Rockstage n8 Ottobre

con un sound coinvolgente e

vagamente sfumato di pop.

Un rock piacevole con basi

interessanti ed orecchiabili,

seppure non mi abbiano

fatto particolarmente emozi-

onare. Ad ogni modo se la

sono cavata bene, e questo

è l’importante. La serata nel

frattempo scorre e arriva un

nemico a cui nessuno aveva

pensato: il freddo. Impos-

sibile crederci ma il freddo

che ha fatto quel giorno di

fine agosto, non l’ho visto

neanche a marzo!

Tocca poi ai Monkey

Weather con il loro show

“sporcato” da vistose influ-

enze britpop che si sposano

bene con la band precedente

e danno continuità al sound.

Vestiti particolari e un

sound che rimane bene im-

presso, per una performance

davvero non male.

Nemesi. Il nome

della band basta per parlare

della loro performance. Se li

conoscete sapete che stiamo

parlando di una band con

i fiocchi, che non scende a

compromessi con nessuno.

Sono incazzati e sono “veri”,

nel senso più puro del ter-

mine. Hanno pezzi con un

sound mostruoso e testi im-

pegnati, e la gente sotto al

palco canta a squarciagola.

Dopo essere triplicata in nu-

mero. E anche il sottoscritto

alla fine lancia via la cartella

stampa di RockStage e corre

sotto al palgo a prendersi un

po’ di pogo. Festa fantastica

ed ennesima missione com-

piuta per RockStage.

5 6

Page 8: Rockstage n8 Ottobre

5 6 7 8

PER UN PO’ DI PUNK,FRESCO E SPENSIERATO.

Page 9: Rockstage n8 Ottobre

5 6 7 8

CHRISTIAN DE SUCAS

Page 10: Rockstage n8 Ottobre

I Christian De Sucas sono

una di quelle band irriver-

enti composte da ragazzi che

oltre alla musica hanno in

mente anche un altro obiet-

tivo: divertirsi.

Ed è questo lo spirito con

cui i Christian De Sucas

sono saliti sul palco della

Festa di Novedrate, aprendo

le danze con il loro sound

punk fresco e veloce, tipi-

camente italiano. Testi al

limite del trash, ironici e

divertenti, con molti brani

presentati dal loro nuovo

album Bravi Tutti.Fanno anche qualche diver-

tente intermezzo per famil-

iarizzare con il pubblico e

scaldarlo in questa gelida

serata di agosto. Ma fortu-

natamente ci sono loro a

tirare su il morale.

Alternano pezzi più

veloci a suoni più melodici

e in linea di massima sono

perfettamente in tema con il

punk all’italiana di cui sono

tanto orgoglioso. O almeno

di parte di esso. Inoltre

questa sera presentano i

pezzi del loro nuovo disco

per la prima volta, quindi

non sono l’unico a non

sapere i testi delle canzoni

e ad essere curioso sul pro-

dotto finale. Inutile dire che

mi accaparro una copia del

disco di cui troverete una

recensione nel prossimo

numero.

“Siccome siamo a

corto di idee, abbiamo scrit-

to un’altra canzone su” e

non faccio in tempo a capire

cosa dice il cantante che

subito partono in quarta per

9 10

Page 11: Rockstage n8 Ottobre

il loro pubblico. E la pre-

senza sotto al palco, se non

caldissima, è sicuramente

abbondante.

Tecnicamente non

sono nulla che faccia gridare

al miracolo, ma il punk è

questo e noi lo vogliamo

così: nudo, crudo e vero.

Fino in fondo. E io da

amante del genere so essere

anche sincero. Nonostante

questo suonano bene i loro

strumenti e l’affiatamento

generale è buono. Anzi, più

che buono. In quattro sul

palco e lo calcano come si

deve, tenendo le redini di un

concerto che già si prean-

nuncia interessante.

“Prossimo pezzo dedi-

cato a chi domani torna a

lavorare... dopo un mese di

vacanza!” e pronta la ris-

posta del compare sul palco

“Ma tu domani non lavori!”

e tra le risate del pubblico

partono gli ultimi pezzi della

loro esibizione, tre occhiali

“alternatvi” e questo cazzo

di “Burro” che non ha inter-

net ed è un vampiro. Chi

ha ascoltato il disco capirà,

chi non l’ha fatto beh, che si

sbrighi a farlo!

In conclusione una

band che può valere la pena

di seguire se il genere vi

piace, poiché molto “easy”

per dirlo all’americana e ina-

datti agli amanti dei virtuo-

sismi.

Danny

9 10

Page 12: Rockstage n8 Ottobre

11 12

UN POP-ROCK PIACEVOLE, PERFETTO STACCO IN UNA LUNGA SERATA.

Page 13: Rockstage n8 Ottobre

11 12LABRADORS

Page 14: Rockstage n8 Ottobre

Questi Labradors non mi

hanno convinto. Voglio dire,

sanno suonare e hanno un

sound decisamente interes-

sante, ma peccano di origi-

nalità. E non in merito al

genere, un rock movimen-

tato dalle vaghe sfumature

pop, ma proprio nel loro

stesso repertorio. Ma ci ar-

riveremo con calma.

I Labradors sono saliti

sul palco dopo i Christian

De Sucas, come seconda

band della serata. Hanno

fatto una presentazione

decisamente sintetica: solo il

loro nome. Poi hanno attac-

cato a suonare e sicuramente

si tratta di un inizio curioso.

Partono con un pezzo

in inglese, ritmato in modo

travolgente, sminando quella

che sarà la traccia di tutta la

loro esibizione. Sono sfumati

di una vaga scia pop che

dà al tutto quella musicalità

travolgente che subito mi ha

colpito. Buona la voce che

si sposa perfettamente con il

genere che hanno scelto di

rappresentare con la loro

musica.

Sul palco sanno muo-

versi e non risultano statici,

eppure il pubblico è un po’

freddino. Sarà che anche

loro, sotto al palco, hanno

subito quello che io indicavo

all’inizio dell’articolo.

I Labradors hanno un buon

sound accattivante, una buo-

na presenza scenica unita ad

un affiatamento invidiabile.

Eppure non convincono a

pieno. Questo perché dopo

i primi tre o quattro pezzi,

tutto inizia a sembrare “già

13 14

Page 15: Rockstage n8 Ottobre

sentito”. Al punto che i

pezzi iniziano a confond-

ersi tra loro e si fa fatica

a capire quando ne inizia

uno e quando ne finisce un

altro. Si perdono i confini di

ogni brano e il tutto diventa

un’unica nota di sottofondo

che dopo un poco inizia a

diventare seccante.

Ed è strano perché

nonostante questo hanno un

livello tecnico decisamente

buono, sia nel reparto stru-

mentale che in quello vocale.

Quindi capire il perché di

questa sensazione è ab-

bastanza dura. Personal-

mente credo sia colpa di

qualche “errore” nella com-

posizione dei pezzi. E l’ho

scritto tra parentesi perché

non si parla di un vero e

proprio errore, ma di un

piccolo difetto di progettazi-

one: sono tutti pezzi ottimi

se scelti singolarmente, ma

un’ora di concerto con ques-

ti brani diventa quasi insop-

portabile, se non altro per la

vaga aria di monotonia che

spira dopo qualche brano.

Per il resto una band che

vale la pena di ascoltare,

questo è sicuro, pur con le

dovute precauzioni: se siete

amanti dei sound “estremi”

e poliedrici, allora questi ra-

gazzi non fanno per voi. Se

cercate qualche ora di libero

svago con della musica dal

buon grado melodico e dal

ritmo trascinante, allora siete

nel posto giusto.

Danny

13 14

Page 16: Rockstage n8 Ottobre

15 16

MONKEY WEATHER

Page 17: Rockstage n8 Ottobre

15 16

SULLA SCIA DI UN ROCK SPORCATO DA SONORITà BRITPOP.

Page 18: Rockstage n8 Ottobre

Al seguito dei Labradors

troviamo i Monkey Weather.

Bizzarre vesti e un sound

asperso di britpop, per loro.

Sono in quattro sul

palco e propongono un

sound davvero particolare,

come vi racconterà il nostro

Gilberto nella sezione album

dove compare un’esauriente

recensione del loro disco,

People Watch Me. Sono tecnicamente ot-

timi, i migliori finora lungo

la serata, e il loro stile parti-

colare li rende curiosi quan-

to basta per tenere fissi su di

loro gli occhi del pubblico.

Pubblico che ora è aumen-

tato e partecipa più attiva-

mente di quanto non abbia

fatto fino a quel momento.

I pezzi sono freschi e

ritmati, ballabili. Il ritmo dei

loro brani vi entrerà in testa

insieme ai loro ritornelli e

vi martelleranno senza sosta

per ore e giorni. Questo

perché hanno un sound stile

“loop” che resta impresso

a fuoco. I classici pezzi con

cui vi svegliate alla mattina

e che vi restano in mente

tutto il giorno!

La performance è stata

più che valida, anche se

non ho ben capito la funzi-

one ti un tipo che pareva il

cosplay di Rorschach, diret-

tamente da Watchmen, che

ha passato tutta l’esibizione

sul palco, in prima fila, con

un tamburello in mano,

agitato a ritmo di musica. E

nient’altro. E ad essere sin-

cero non l’ho trovato nep-

pure così interessante, ma se

a loro piace...

In ogni caso si tratta

sicuramente di una band

interessante, da tenere

d’occhio per gli sviluppi

futuri. Sono orecchiabili e

questo li rende decisamente

commerciabili: le porte del

successo potrebbero spalan-

carsi per loro da un momen-

to all’altro.

Simpatici, presenti sul palco,

ottimi musicisti: hanno tutti

i numeri per tentare di fare

successo e per riuscirci.

Se non lo avete mai sentiti

dal vivo vi consiglio di farlo.

Sono una band non facile,

il cui genere deve piacere

e i cui pezzi possono far

storcere il naso a qualcuno,

ma in fin dei conti vale la

pena di dare un’ascolto al

loro lavoro. Perché se non

altro resta frutto di passione

e lavoro, e tutto questo an-

drebbe ampiamente premi-

ato, come ben sappiamo.

Io veli consiglio e vi con-

siglio di mettere le mani

sul loro disco che promette

davvero di essere un buon

prodotto e di diventare il

loro biglietto da visita... e

per saperne di più schizzate

nella sezione dedicata agli

album!

Danny

17 18

Page 19: Rockstage n8 Ottobre

17 18

Page 20: Rockstage n8 Ottobre

19 20NEMESI

Page 21: Rockstage n8 Ottobre

19 20

TANTA RABBIA E TESTIIMPEGNATI. UN SOUND SENZA COMPROMESSI.

Page 22: Rockstage n8 Ottobre

I Nemesi. Una band che

non potete non ascoltare.

Mi hanno stregato in quel

di Novedrate, dove hanno

chiuso la festa con il loro

sound che ha spappolato

ogni cervello nel raggio di

un chilometro.

Parliamo di Crossover

e parliamo di ragazzi con

gli attributi che vogliono far

vedere cosa sono in grado di

fare. Li avevo ascoltati prima

di andare al concerto, come

faccio con ogni band che

non conosco, e già mi erano

piaciuti. Aggiungiamo che

hanno dei testi da paura

e che sanno esattamente

quello che fanno, ed otte-

nete una band che è entrata

di diritto tra le mie preferite

in assoluto e anche nel mio

lettore mp3.

I brani presentano un

suono potente ma alternano

benissimo passaggi più rit-

mati con altri più “distesi”,

aiutati anche dalla doppia

voce che rende il tutto an-

cora più evidente. Un misto

di stili e di suoni che rendo-

no unico ogni pezzo. So-

norità forti e ben delineate

nelle loro teste, per questi

ragazzi che sanno fare il

loro sporco lavoro.

A livello tecnico sono

ottimi, di sicuro i migliori

della serata, e ci hanno re-

galato dei passaggi di batte-

ria e degli assoli di chitarra

davvero notevoli. Ognuno

sul palco sa qual è il proprio

ruolo e lo ricopre dando il

massimo e cercando di af-

frontare ogni pezzo con la

giusta grinta. Sono una di

21 22

Page 23: Rockstage n8 Ottobre

quelle band che sul palco

danno tutto, senza risparm-

iarsi.

La performance poi è

spettacolare, a stretto con-

tatto con le persone del

pubblico, che conoscono a

memoria tutti i pezzi e li

cantano a squarciagola con

loro. E quando arriva Bla Bla Bla, non c’è più santo

che tenga: band e pubblico

esplodono su un pezzo che è

uno dei loro cavalli di batta-

glia. Inutile dire che i brani

sono estratti dal loro ultimo

disco, L’alba dei morti vi-venti, che vi consiglio cal-

damente di recuperare visto

che si tratta veramente di

un gioiello in mezzo a tanta

merda.

Unico “neo” è la

dedica del cantante. Scopro

infatti che il ragazzo sul

palco non è il cantante della

formazione originale della

band, perché purtroppo

quest’ultimo è venuto a

mancare recentemente. E

quando una vita così gio-

vane e così carica di talento

viene portata via, non c’è

molto da stare allegri.

Ma credo che sia anche in

questo che la band trova

forza e rabbia di andare

avanti e far vedere che il

sogno di quel ragazzo non

si è sento né affievolito, ma

è lì che brucia nel petto di

tutti coloro che lo ricordano.

Credetemi, in Italia è vera-

mente dura trovare di meg-

lio, attualmente.

Danny

21 22

Page 24: Rockstage n8 Ottobre

23 24

a cura di Danny Martucci - Foto di Emanuela Giurano

LA MUSICA PIù ESTREMA, LE BAND PIù BRUTALI.

Page 25: Rockstage n8 Ottobre

23 24

a cura di Danny Martucci - Foto di Emanuela Giurano

Destrage + Guests@Palazzo Granaio, 10/09/2011

Page 26: Rockstage n8 Ottobre

Quando si va a seguire un

concerto dei Destrage c’è

poco da fare, sai già che ci

sarà un macello fuori da

ogni logica. E questa volta

non sono da meno, anzi.

RockStage arriva pun-

tuale e dopo aver scambiato

due chiacchiere con Claudio,

l’organizzatore (e founder

di MYO, di cui potete tro-

vare un’intervista in questo

numero), e con un po’ di

amici, ci mettiamo l’anima

in pace ed aspettiamo.

Arrivano le 22.45 e il con-

certo finalmente inizia: un

po’ tardi ma l’importante è

che si cominci.

Salgono i Black Sky-

line, con il loro hardcore

pesante anche se a tratti sfu-

mato di melodie non male.

Sono in cinque sul palco

e tra cori e brani estrema-

mente aggressivi terminano

al loro esibizione. Ci sono

numerosi problemi tecnici

quest’oggi, forse a causa di

un soundcheck non perfetto.

25 26

Page 27: Rockstage n8 Ottobre

Ma è stata una serata un po’

“così” tra corde che saltano

via, casse che “friggono” e

volumi non proprio regolati

al top delle possibilità.

Il palco poi va

ai Marry me in Vegas,

band sempre sullo stile

della precedente, ma con

voce femminile. Vengono

da Savona e ci regalano

un’ottima esibizione, sep-

pure i volumi non ci per-

mettano di goderne come

vorremmo. La voce di lei è

splendida e si fa apprezzare

più sul melodico che sul

growl. Chiudono con una

cover e qualche altro pezzo

del loro repertorio e lasciano

spazio all band successiva:

Till the last breathe.

Questi ragazzi sono

molto giovani e se la cavano,

mantenendo lo stile sempre

sull’hardcore, però più crudi

e “pesanti” rispetto alle

band precedenti. Hanno una

notevole presenza scenica e

intrattengono alla perfezione

il pubblico che sotto al palco

si è fatto numeroso ed è

pronto a spaccarsi nel pogo.

Infine tocca ai nostri

amati Destrage che salgono

sul palco per regalarci le

perle estratte dal loro The King is Fat ‘n Old. E come

al solito non hanno bisogno

di molte parole, le loro esibi-

zioni parlano perfettamente

da sole. Presenza scenica

da paura e livello altissimo.

Intrattengono anche il sot-

toscritto che gettati i fogli

al vento si butta nel pogo a

sudare a più non posso.

E se voi non c’eravate, beh,

peggio per voi.

Danny

25 26

Page 28: Rockstage n8 Ottobre

27 28

HARDCORE NELL’ANIMA.SENZA SCUSE.

Page 29: Rockstage n8 Ottobre

27 28

BLACK SKYLINE

Page 30: Rockstage n8 Ottobre

29 30

Page 31: Rockstage n8 Ottobre

I Black Skyline sono degli

ottimi musicisti e sanno si-

curamente stare su un palco.

L’unico problema è che sono

una band hardcore come

tante altre, non aggiungo

molto al panorama già ben

farcito di cui stiamo parlan-

do. Ma questo forse è sec-

ondario. Quello che importa

è che la loro è comunque

musica di qualità, suonata

col cuore e con l’anima, e

questo è ciò che ci importa.

Sul palco sono in

cinque e sanno farsi valere.

Propongono un sound pe-

sante, ma coadiuvato da pas-

saggi melodici che rendono

il tutto molo più d’effetto. Il

pubblico tuttavia è freddino

e credo sia colpa del fatto

che siamo a inizio serata in

aggiunta al fatto che l’audio

non ci ha aiutati molto.

Anzi, ha messo i bastoni

tra le ruote tutta la sera,

tra corde che saltavano via

e volumi regolati un po’ a

caso.

Ad ogni modo la loro

esibizione fila via liscia,

complice anche una buona

presenza scenica che li fa

stare a loro agio e gli per-

mette di interagire per bene

col pubblico. Pezzi validi,

a volte alcuni tratti blues

emergono dalle chitarre e

risuonano in tutto Palazzo

Granaio.

“Get down for sure, il

prossimo pezzo che è anche

il nostro video che vi invito

a guardare sul nostro canale

di youtube” è la frase con

cui il cantante introduce uno

degli ultimi pezzi della band,

prima di lasciare il palco alla

band successiva.

Sicuramente dei gio-

vani interessanti, sepure la

loro esibizione sia stata non

molto di più di quella di

tamte altre band che abbia-

mo già visto. Le premesse ci

sono tutte e il talento anche,

e mi rendo persino conto

che il genere è quello e non

c’è motlo modo di spaziarvi

all’interno. Eppure sono

sicuro che potrebbero trova-

re quel pizzico di person-

alità che li renderebeb

davvero completi. Anche

perché il livello tecnico è

alto, sia nel raparto musi-

cale che in quello vocale, e

l’affiatamenteo generale della

band sul palco è alto ed

evidente agli occhi di chi ne

osserva le esibizioni.

Vi intito dunque a

seguirli e cercarli sul web,

ricordando che il cantante

ha detto durante il concerto

che si possono trovare i loro

pezzi da scaricare gratuita-

mente.

Danny

29 30

Page 32: Rockstage n8 Ottobre

31 32

MARRY ME IN VEGAS

Page 33: Rockstage n8 Ottobre

31 32

HARDCORE SENZACOMPROMESSI CON UN’ANIMA TUTTA AL FEMMINILE.

Page 34: Rockstage n8 Ottobre

Questa band mi è piaciuta

soprattutto per la voce

femminile. Sì, lo ammetto. E

oltretutto voglio rovinare il

divertimento a tutti dicendo

che i pezzi migliori che ho

ascoltato sono stati quelli

melodici in cui la voce della

cantante era più apprezza-

bile, rispetto al growl che a

tratti risultava più forzato.

Nel complesso sono

degli ottimi musicisti e tec-

nicamente non c’è nulla da

eccepire. Anche loro hanno

avuto problemi con l’audio

ma la colpa non è loro,

quindi possiamo passarci

sopra. I loro pezzi sono

generalmente supportati

da ottime basi che unite al

talento dei musicisti diven-

tano delle canzoni complete

e degne di questo nome.

I brani sono buoni,

melodici al punto giusto e

cattivi quando serve. Sono

stati scritti con cognizione

di causa, e si vede, anche se

spesso ci sono ritmi parti-

colari che a un primo colpo

possono apparire come una

“nota stonata”. Ma così non

è e vi basta ascoltare un

loro concerto per intero per

capirlo.

La performance è stata

buona, grazie anche alla

cantante che ha un’ottima

presenza scenica e un caris-

ma degni di questo nome. A

darle man forte ci sono gli

altri membri della band che

si prestano per cori e sec-

onde voci, rendendo il tutto

uno spettacolo per gli occhi

e le orecchie. E propongono

anche una cover, prima di

33 34

Page 35: Rockstage n8 Ottobre

andare via. Parlo di Shake It dei più noti Metro Sta-

tion. Nonostante la mia

avversione per le cover sia

ormai proverbiale, devo dire

che questa l’ho apprezzata

anche perché è stata l’unica

dell’esibizione, è stata ben

rivisitata ed anche piacev-

ole da ascoltare... insieme

al simpatico “balletto” che

i musicisti hanno improvvi-

sato sul palco.

Quindi in definitiva

sono una band che merita

attenzione anche perché il

loro sound non è una fotoc-

pia di quello di altre band

dello stesso panorama. E

anzi, hanno dei tratti dis-

tintivi abbastanza buoni, a

partire dalla voce femminile

che gli dona molti punti.

Un altro punto a

favore è quello che va al

chitarrista solista che come

presenza e come musica

ha fatto vedere ciò di cui è

capace. Ed è inividiabile dav-

vero.

“Qualcuno ha mai

incontrato un Kraken? Il

prossimo pezzo parla di pi-

rati... Arrrh!” è la frase con

cui la cantante introduce un

pezzo che si rivelerà essere

tra gli ultimi della loro esibi-

zione.

Chiudono poi lascian-

do il palco ai Till the last

breathe, dopo averlo calcato

degnamente ed aver fatto

scatenera il pubblico sotto di

esso.

Danny

33 34

Page 36: Rockstage n8 Ottobre

35 36

RABBIA E BRUTALITà.UNITE AD UN SOUNDESTREMO.

Page 37: Rockstage n8 Ottobre

35 36

TILL THE LAST BREATHE

Page 38: Rockstage n8 Ottobre

Salgono sul palco e partono

“crudi”, molto più delle

band precedenti. E questo è

stato il primo tratto distin-

tivo rispetto alle altre band

della serata. La intro del pri-

mo pezzo deve il suo merito

al batterista che presta la

voce e ci regala globalmente

una performance davvero ot-

tima. Anche per loro ci sono

parti vagamente più me-

lodiche, che permettono di

godere a pieno delle canzoni

che propongono.

Hanno una notev-

ole presenza scenica e sul

palco sono a loro agio. Si

muovono bene e il pubblico

sotto al palco apprezza. Ol-

tre ad essere aumentanto è

anche più partecipativo.

I pezzi sono ben

strutturati e supportati da

un buon reparto ritmico e

musicale. Sono rinforzati

da testi degni e sono inter-

pretati ancora meglio. Non

sono quanto di più originale

abbiamo mai sentito, e qui

vale il discorso fatto in

precedenza per l’altra band,

ma il loro genere è questo e

non si può pretendere anche

un’ampia varietà all’interno

di questo.

Globalmente comu-

nque meritano, pur soffren-

do di tutte le debolezze già

elencate per i Black Skyline.

La differenza qui è lo zam-

pino del batterista che fa

davvero la differenza. Oltre

ad essere il miglior musicista

del gruppo, è anche quello

che presta la voce in alcune

parti più degli altri e quindi

i pezzi diventano subito più

apprezzabili, variando dalla

struttura base che si aspet-

terebbe. Sono stati comu-

nque i degni successori dei

Marry me in Vegas, sul

palco del Palazzo Granaio,

in questa serata completa-

mente dedicata all’hardcore

nudo e crudo, come piace a

noi. Detto questo, c’è solo

da vedere una loro esibiz-

ione per poterli giudicare

anche voi con i vostri occhi,

e vedere voi stessi se il mio

parere è un’idiozia o meno.

Terminano poi

l’esibizione con i ringra-

ziamenti del caso e si ap-

prestano a lasciare il palco ai

Destrage che concluderanno

la serata. Palazzo Granaio

è un macello ed è anche

grazie a questi ragazzi, ad

ognuno di loro, per l’anima

e il sudore che ci hanno

buttato sopra. Consigliatis-

simi se siete fan del genere

mentre, in caso contrario,

potreste correre il rischio di

annoiarvi un poco.

Danny

37 38

Page 39: Rockstage n8 Ottobre

37 38

Page 40: Rockstage n8 Ottobre

INTERVISTA CON...

DESTRAGE

DOPO IL TOUR IN GIAPPONE PER LA PROMOZIONE DEL LORO ULTIMO ALBUM, THE KING IS FAT ‘N OLD, UNO SGUARDO AL

FUTURO DELLA BAND PIù CHIACCHIERATA DELL’ANNO. 39 40

servizio a cura di Danny Martucci - foto di Emanuela Giurano

Page 41: Rockstage n8 Ottobre

INTERVISTA

D: Cominciamo con un clas-

sico: da dove arriva il nome

Destrage?

R: è nato quando avevamo

circa 17 anni, è stato detto

per scherzo ci è piaciuto e

non ci siamo mai più posti

il problema... A noi è sem-

pre suonato bene anche se

non significa niente!

D: Cos’è cambiato da Urban

Being a The King is Fat ‘n

Old?

R: Molte cose. come molte

cose cambieranno nel suo

sucessore. Dalla produzione,

alle scelte delle metodolo-

gie delle registrazioni, dalla

composizione dei brani alle

loro strutture, ma soprat-

tutto sono idee e concetti

diversi ed espressi in mani-

era diversa. Il filo condut-

tore è per noi l’attitudine a

trovare nuove idee e suonare

insieme.

D: Dai testi e dalle sonorità

che vi contraddistinguono si

evince la presenza di molte

influenze, spesso molto

diverse tra loro: come fate a

non scannarvi?

R: Le influenze di tutti noi

cinque messe assieme cre-

erebbero una lista a dir poco

infinita. E parlo di tutto ciò

che è racchiuso tra musica

classica e techno. Abbiamo

davvero influenze e back-

ground assai diversi eppure

non c’è stato il minimo

problema su niente. Sape-

vamo tutti cosa volevamo da

questo disco, come doveva

suonare ed è uscito tutto in

maniera più che naturale.

D: E il tour in Giappone?

Come vi hanno accolti?

R: E’ stato semplicemente

assurdo. situazioni incredi-

bili e accoglienza paurosa. Il

Giappone è già di per se un

posto da visitare, da vivere,

figuriamoci a farci un tour!

Vi consiglio vivamente di

guardare il video tour diary

sul nostro canale You Tube!

D: A livello più generale, c’è

molta differenza tra pubblico

italiano e straniero?

R: La differenza più ecla-

tante penso sia nel modo di

porsi. Il Giapponese è molto

più “timido” e riservato

quando ti incontra giù dal

palco e mentre sei on-stage

si scatena e canta a squar-

ciagola ogni verso della tua

canzone. L’italiano vive il

concerto in maniera diversa.

Ci tengo comunque a dire

che stiamo ricevendo grandi

soddisfazioni dail pubblico

nostrano.

D: ... e dopo il re grasso e

vecchio?

R: Credo che questa sia la

prima intervista in cui dicia-

mo ufficialmente che siamo

in piena fase di scrittura. E

noi in primis non abbiamo

la minima idea di cosa as-

pettarci a lavoro finito. ma

è questo il bello! Intanto

continueremo a suonare in

tutta Italia e in Europa.

39 40

Page 42: Rockstage n8 Ottobre

MYO-

MAKE YOUROWN CREW

DUE CHIACCHIERE CON UNO TRA GLIORGANIZZATORI PIù ATTIVI NEL PANORAMA

INDIPENDENTE.

41 42servizio a cura di Davide Bruno - foto di Emanuela Giurano

Page 43: Rockstage n8 Ottobre

AGENZIA

41 42

La serata di cui vi abbiamo parlato qualche pagina ad-dietro con ospiti i Destrage non è la prima serata che seguiamo organizzata dalla MYO, e sicuramente non sarà l’ultima, questo perchè attualmente è sicuramente uno degli organizzatori (se così la si può definire) più attivi sul territorio Lom-bardo, per questo motivo mi sono preso la briga di blin-dare Claudio, responsabile di quella che letteralmente prende il nome di Make Your Own Crew per fare una bella chiaccherata su come funzioni e cosa ci sia dietro al successo delle sue serate. Pariamo subito dalla storia, la MYO nasce più come agenzia come una vera e propria Crew di band, in modo da creare una sorta di coordinamento e un contatto più mirato tra band e locali. Da subito il progetto risulta funzionare al meglio, grazie sopratutto al presupposto di base di mostrare ai locali che si può guadagnare bei soldini anche ospitando con-certi di band rock e metal del panorama emergente, ed è proprio per questo motivo che i gruppi che hanno la fortuna di poter collabo-rare con MYO riescono a suonare in serate in alcuni dei locali più grandi e esclu-sivi. Voi penserete a questo punto:”Bhe capirai che no-vità, la MYO fa quello che cercano di fare anche tutti gli altri, ma come mai ci riesce?”, dietro alla loro ri-uscita non c’è nessun circolo mafioso o altro, ma sem-plicemente la volonta delle Band che fanno parte di questa grossa Crew, infatti

l’unica cosa che è richiesta per entrare nel giro è quello di partecipare attivamente agli eventi organizzati dalla MYO e supportare le al-tre band partecipanti con pubblicità alle serate e pas-saparola vario, concetto di gran lunga più funzionale, efficente e corretto nei sensi dei musicisti rispetto al classico:”Ti faccio suonare solo se mi porti almeno x persone alla serata” in cui chiunque abbia suonato almeno una volta sarà incap-pato. Ovviamente la MYO non punta solo sull’essere una grossa compagnie di gruppi che si “autoali-menta”, ma punta tanto anche su un martellamento costante del territorio con i propri eventi in modo da farsi conoscere sempre di più sia dal pubblico amante del genere che dai locali, infatti solo nel 2010 è rius-cita a organizzare qualcosa come 120/125 serate, roba da niente no? Se facciamo conto che praticamente tutte le serate sono andate più che splendidamente come afflusso di pubblico (Rock-stage ne è testimone, infatti in entrambe le serate che abbiamo seguito al Palazzo Granaio a malapena si rius-civa a entrare nel locale) si può certamente capire con che numeri la MYO si pre-senti ai vari locali chidendo di ospitare i loro eventi. Chiedo a questo punto come mio solito a Claudio se avessi una band come potrei en-trare nel circolo, e mi spiega, oltre

a quanto già detto sul sos-tenimento degli eventi della Crew, che basta inviargli una Demo, in modo che venga valutato artisticamente l’idea e se ritenuta valida in-serita nel circolo. Un punto importante su cui bisogna fare attenzione è che la MIO non è un’etichetta o un Agency, Claudio, infatti ci tiene a precisare che cè chi di sicuro è organizzato meglio di loro per fare da Agency. Voglio terminare chiedendo i futuri progetti e anche qui Claudio non và per il leggero, infatti quello su cui punta è, oltre a repli-care lo scorso anno in ter-mini di numeri, spingere su alcune band e se possibile organizzare qualcosa di in-ternazionale. Saluto Claudio, piacevolmente soddisfatto da quanto appreso su questo gruppo, perchè è grazie a persone come lui se la mu-sica Rock & Metal ancora non è del tutto morta. Davide

CONTATTI:

MYSPACE: http://www.myspace.com/ makeyourowncrew

FACEBOOK: www.facebook.com/ makeyourowncrew

Page 44: Rockstage n8 Ottobre

La lingua italiana è una

lingua molto affascinante (e

anche complicata), che rende

tantissimo con la musica.

Se la musica in questione è

infulenzata dall’indie-rock

più selvaggio e la qualità

sonora strizza l’occhio al

lo-fi, allora si parla di un

progetto interessante. Vi sto

parlando dei Motel 20099,

band di Sesto San Giovanni

(vicino a Milano) che pro-

prio quest’anno ha prodotto

l’album “Mono”, il loro

secondo lavoro. La sostanza,

dunque, è questa: testi in

italiano (tralaltro ottimi,

un esempio è la title track

Impacchettato), dinamiche

rock/indie/garage, e inoltre,

un talento pop (in senso

buono) che spicca in can-

zoni come Federico Aldro-vandi, Lezioni Di Nuoto e Quattro Passi, che lasciano

vedere un’influenza beatle-

siana. Addirittura in Mole-

skine si sente il post punk:

i Joy Division, ovviamente

un pochino più allegri. Non

manca il pezzo su cui scat-

enarsi: Lucifero ha un tiro

che può spezzare in due an-

che Ivan Drago. Sotto sotto,

però, hanno l’anima rock

blues. L’album si chiude con

una ballad acustica sognante

che riassume il tutto nella

maniera migliore. La qualità

audio ricorda vagamente le

registrazioni low-fidelty degli

anni beat e dell’indie-rock

americano anni ‘90 ed è un

fattore che impreziosisce.

Un’altro segno che dice che

qui in Italia, col cazzo che

siamo indietro! Band così mi

fanno convincere sempre più

di questa idea.

Ah, Motel 20099 si

legge motel venti zero no-

vantanove, proprio come un

codice postale, poichè quello

appunto è il codice postale

di Sesto San Giovanni.

Gilberto

ALBUM MONO di MOTEL 20099

43 44

Page 45: Rockstage n8 Ottobre

I Nemesi sono una realtà

importante nel panorama

italiano. Non solo perché

il loro sound è una perla

difficilmente trovabile per

il genere che fanno (ricor-

dando che cantano in ital-

iano) ma anche perché i

loro testi rispecchiano quella

rabbia e quel rancore che i

giovani covano dentro di sé.

Angosce e frustrazioni che

ci portiamo dentro e che

loro hanno saputo esternare

perfettamente sia a livello

di testi che di musicalità. E

non è certo un fattore da

tutti.

Nel loro disco si alter-

nano pezzi di una potenza

disarmante come L’alba dei morti viventi, che dà anche

il titolo al disco, e Il mio compleanno che ammetto

essere la mia traccia preferita

nonché quella che racchiude

meglio lo spirito Nemesi

all’interno dell’album, ma

anche pezzi più “tranquilli”,

per così dire, come Questa città o Quanto fa male. Tecnicamente inec-

cepibili, impreziosiscono il

tutto con una doppia voce

che ha realmente un fascino

irresistibile. Aggiungete che

fanno un genere difficile da

gestire in lingue italiana,

da riuscire a far impallidire

perfino i migliori Linea 77.

Anzi, vincono su tutta la

linea senza termine di para-

gone a mio avviso.

Nel disco potete sen-

tire il cantante della for-

mazione originale che oggi,

purtroppo, non è più con

noi. Un enorme dispiacere

per la perdita di un giovane

così talentuoso e “carico”.

Noi possiamo solo ascoltare

il disco e farli rivivere at-

traverso al sua stessa voce.

Danny

ALBUM L’ALBA DEI MORTI VIVENTI di NEMESI

43 44

Page 46: Rockstage n8 Ottobre

Si tratta “soltanto” del loro

terzo disco, ma siamo da-

vanti ad un lavoro di prima

categoria.

“Nati negli anni ‘80” è un

disco che riesce a portare

tutta la malinconia che

questi ragazzi hanno dentro,

diritto nelle vostre orecchie

con un sound tutt’altro che

triste. Infatti sono le tipiche

sonorità dei nostri amati

Duracel, ormai un classico

del punk italiano. La prima

canzone è anche quella che

dà il titolo all’album ed è

quella che ci regala una pan-

oramica su tutti gli anni ‘80,

nominando quelli che sono

dei veri e propri must: The

Ramones, i “primi soldi”,

rockstar e i primi spot

commerciali rimasti famosi

nella memoria. Un viaggio

attraverso i segni distintivi

di quegli anni.

E basta guardare la

copertina e la cura dei det-

tagli in essa per capire che

il contenuto non può che

essere più che spettacolare.

Tutto il disco viaggia in chi-

ave punk italiana, melodica

e ascoltabile fino in fondo.

Anche ballabile. Difficil-

mente riuscirete a stare fer-

mi con questo disco che vi

spacca le orecchie.

Un collage di suoni e

melodie, ricordi e citazioni

che faranno piacere a chi è

nato negli anni Ottanta e li

ha vissuti in prima persona.

Tecnicamente un ot-

timo lavoro che comprova

il talento di questi ragazzi e

la loro naturale attitudine a

scrivere musica, quasi come

gli uscisse dalle vene, dotata

di vita propria. Un ottimo

disco che bisogna sicura-

mente ascoltare se vi piace

il genere. E anche se non

è sulle vostre corde, il una

chance gliela darei lo stesso.

Danny

ALBUM NATI NEGLI ANNI ‘80 di DURACEL

45 46

Page 47: Rockstage n8 Ottobre

Ah, i Monkey Weather.

Sono una band formata da

tre componenti, originaria

del Piemonte, terra genera-

trice di ottimi artisti (cito i

miei cari Ufomammut prima

di tutti). L’album si chiama

People Watch Me, ed è un

prodotto interessante. La

prima volta che l’ho sentito,

mi ha lasciato sbigottito: è

un mix bizarro di idee, che

però mi ha impressionato

piacevolmente. Parto dalla

title track, un brano interes-

santissimo, le influenze sono

varie: una base strumentale

dark che è a metà tra i Joy

Division e il rock’n’roll con

un ritornello che ha dei cori

Beatlesiani, con tanto di as-

solino col wah-wah. Lickin’

Yellow, è diversa, ma è sullo

stesso filo conduttore: è una

ballad soave ma grintosa che

mi ha ricordato un po’ gli

Who, per via della struttura.

Black Hole Box, invece, è

una canzoncina simpatica

che prende spunto, come

sempre, dalla new-wave,

stavolta quella più “groove”

e funky, e ci unisce un can-

tato quasi parlato per poi

attaccare un ritornello tipica-

mente rock e finire su ques-

ta “retta via”. Sara Wanna Dance potrebbe essere un

ottimo pezzo pop, ma è di

più: c’è il brit-pop degli anni

‘60, ma anche una verve

rock che rende tutto più

vivace. Stesso discorso per I Was Sleeping, stavolta però l’influenza brit è più mod-

erna. Silence è la chicca che

chiude tutto: si preannuncia

come pezzo rock i primi sec-

ondi, ma invece procede su

un groove funky piacevole,

con tanto di flauto traverso.

Beh, che dire, album

interessante e particolare che

consiglio a tutti!

Gilberto

ALBUM PEOPLE WATCH ME di MONKEY WEATHER

45 46

Page 48: Rockstage n8 Ottobre

Per la vostra pubblicità su RockStagE (rivista) e www.rockstage.it, inviateci le vostre richieste a [email protected] e vedrete quanto è facile darsi visibilità!

47 48

Page 49: Rockstage n8 Ottobre

I Christian De Sucas sono

una di quelle band che vi

prende sul ridere. I loro

pezzi infatti non possono

non strapparvi un sorriso.

Ad iniziare con il primo

pezzo, Stefano è di nuovo bocciato, che si apre con

una citazione da un person-

aggio “discolo” per eccel-

lenza: Pierino.

Tutto il disco, in linea

di massima gira su testi a

metà tra il serio e il faceto,

coadiuvati da basi allegre e

veloci, fresche e ben ritmate,

capaci di far pogare anche i

più timidi e restii. Di certo

c’è che non si tratta di un

tipo di musica adatto a tutti,

ma con il punk all’italiana

questa premessa è sempre

d’obbligo. I brani sono corti

e hanno un filo condotture

che ci guida dall’inizio alla

fine. Carino il tormentone

su questo “Burro” che pare

proprio uno sfigato: non ha

internet ed è un “vampiro”.

E se queste parole vi sem-

brano criptiche fate meglio

a procurarvi l’album e as-

coltarlo per farvi due risate

e trascorrere del tempo in

estrema tranquillità, allegria

e spensieratezza. Perché è

proprio questo l’intento dei

Christian De Sucas, farvi

divertire.

L’intero album è

farcito di pezzi spediti e

allegri. Non c’è spazio per

noia, riposo o musi lunghi.

è un “tour de force” tra

ritmi scatenati ed altri ancor

più scatenati. Trombamica, Selvatico e per chiudere

Caro ministro sono tutti

pezzi allegri che vi terranno

col cervello (semi)spento e

le braccia all’aria per una

mezzoretta: l’album è infatti

molto corto, ma il punk va

via così, tutto d’un fiato!

Consigliato.

Danny

ALBUM BRAVI TUTTI di CHRISTIAN DE SUCAS

47 48

Page 50: Rockstage n8 Ottobre

49 50

Hey, state attenti!RockStage non dorme!

Nuove band! Nuove serate! Nuovi album!

Non perdetevelo, il 15 dicembre solo su www.rockstage.it

Page 51: Rockstage n8 Ottobre

-

FOUNDER: Danny Martucci, Davide Bruno

-

DIRETTORE RESPONSABILEDavide Bruno

CAPOREDATTOREDanny Martucci

GRAFICA E ART DIRECTIONDanny Martucci

FOTOGRAFIEElena Di VincenzoEmanuela Giurano

RESPONSABILE MARKETINGDavide Bruno

-

[email protected]

[email protected]

ARRETRATIwww.rockstage.it

-

DISCALIMERRockStage è un progetto nato a scopo divul-

gativo e, quindi, non a scopo di lucro.Il magazine è gratuito ed esce con periodicità

bimestrale. Tutti i contenuti sonoautorizzati dagli interessati.

Il materiale testuale e grafico presente nel sito e nel magazine è di proprietà di

RockStage ed è protetto da licenza Creative Commons, come indicato in homepage.

Qualora qualcuno riconoscesse, tra quello pubblicato, del materiale su cui si vanta

diritto d’autore è invitato a farlo presente allo staff di RockStage, il quale si

dichiara disponibile a citarne l’origine o in alternativa a rimuoverlo da sito e/o

magazine.

RockStage declina ogni responsabilità per i contenuti di siti terzi raggiungibili

mediante collegamenti ipertestuali. Nessuna responsabilità è inoltre assunta in

merito a messaggi di testo apposti dagli utenti nel forum e nella pagina facebook

del progetto.

ROCKSTAGE

RockStagELa prima rivista che parla della TUA musica

49 50

Page 52: Rockstage n8 Ottobre

www.rockstage.it