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RICEVERE COUNSELING DA DIO Salute emotiva nel dialogo con Dio Mark e Patti Virkler 1

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RICEVERECOUNSELING

DA DIO

Salute emotiva nel dialogo con Dio

Mark e Patti Virkler

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Ricevere Counseling da Dio

Titolo originale:

Counseled by God

By Mark and Patti Virklercopyright 1989, 2002

Traduzione e redazione per la versione italiana:

Maurizio Secondi

Ministero di Formazione Biblica & Counseling(Bible Training & Counseling Ministry)

www.btcministry.blogspot.it

Citazioni bibliche dalla Bibbia “La Nuova Diodati”

Nota

Si è preferito conservare i termini originali counseling (non l'equivalente di consiglio o consulenza), e counselor (non l'equivalente di consigliere o consulente), i quali esprimono piuttosto il significato di sostenere, confortare, consolare, affiancare, venire in aiuto.

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“Beati i puri di cuori

perché essi vedranno Dio.”

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INDICE

Prefazione......................................................................................................6

CAP. 1 – Apri i miei occhi, che Io Veda ................................................7

CAP. 2 – Dialogare con Dio .................................................................11

CAP. 3 – L'accusatore e il Consolatore ...............................................15

CAP. 4 – Incubare solo Cristo .............................................................23

CAP. 5 – Vedere Dio nel Passato ..........................................................28

CAP. 6 – Dalla Paura alla Fede ............................................................32CAP. 7 – Dal Senso di Colpa alla Speranza .........................................36

CAP. 8 – Dalla Collera all’Amore ........................................................40

CAP. 9 – Dalla Inferiorità alla Identità ................................................45CAP. 10 – Dalla Depressione alla Gioia ...............................................49

CAP. 11 – Vittoria Attraverso la Morte e la Resurrezione ....................58CAP. 12 – Vedere Dio in Tutto .............................................................61Risorse aggiuntive da Mark e Patti Virkler ........................................65

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Al padre di Patti, Lyle Hudson, un uomo di preghiera e di fede, chiamato alla casa celeste prima che questo libro fosse completato; e alla mamma di Patti, Claire, una donna rivestita di grazia e dignità.

A loro, questo libro è amorevolmente dedicato.

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PREFAZIONE

“Il suo nome sarà chiamato Counselor Meraviglioso” (Isaia 9:5). Quando la ferita della nostra anima grida aiuto, che benedizione poterci rivolgere al nostro Counselor Meraviglioso! Quando la nostra vita è paralizzata dalla schiavitù della paura e del dubbio, ringraziamo Dio per il nostro Counselor Meraviglioso! Quando il mondo può solo indicarci il nostro passato come motivo del nostro sconforto presente, abbiamo ancora speranza nel nostro Counselor Meraviglioso! Il nostro Padre Celeste non si aspetta che viviamo la nostra vita da soli. Egli ci ha gentilmente inserito in un corpo, una famiglia di credenti; ci istruisce a esortarci, incoraggiarci, amarci e nutrirci a vicenda. Ogni volta che esprimiamo attenzione e accoglienza verso l'altro, offriamo in qualche modo counseling, volutamente o meno. Prendiamo quindi ispirazione dalle parole del Counselor Meraviglioso!

Da un punto di vista umano, un counselor accogliente è spesso in grado di aiutarci a vedere la nostra situazione da una prospettiva nuova, indirizzando la nostra attenzione sul fatto che la nostra attuale problematica potrebbe essere il risultato di una trascuratezza nell'applicazione dei fondamenti biblici nella nostra vita. Attraverso la preghiera, egli può accompagnare a discernere il trauma del passato che ha lasciato una profonda ferita nel nostro spirito. Sebbene egli sia in grado di aiutarci a trovare la radice del nostro problemi, nessun essere umano può tuttavia fornire la grazia per superare abitudini dannose o peccaminose. Nessuna persona è in grado di versare il balsamo di Gilead su un'anima oppressa.

I counselor in grado di favorire un cambiamento duraturo e una guarigione profonda sono coloro che sanno come condurre gli oppressi ai piedi di Gesù, dove il Suo tocco fa nuove tutte le cose. Questo piccolo libro non contiene le soluzioni a tutti i vostri problemi, non fornisce una formula per la guarigione, e non indica metodi infallibili di riabilitazione. Quello che fa è considerare che la causa principale della maggior parte delle difficoltà nella nostra vita è perdere di vista Dio e la Sua opera in noi. Gesù ha affermato: “Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio.” Al contrario, si può pensare che la contaminazione del cuore ci impedisca di vedere Dio, e che invece vedere Dio purifichi e guarisca il cuore. Pertanto, il messaggio di questo libro è di incoraggiarvi a incontrare il Counselor Meraviglioso, sperimentare il Suo tocco di compassione ed essere ristabiliti. È solo attraverso l'incontro divino che la nostra vita è trasformata per sempre. Questa è la mia preghiera per voi.

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APRI I MIEI OCCHI,CHE IO VEDA

Dio sta raggiungendo il cuori dei Suoi figli. Egli vuole entrare con il Suo Spirito nel loro spirito, per effondere su di loro la vita rinnovatrice del suo Spirito Santo. “Beati i puri di cuore”. Essi sono guariti nel loro spirito, liberi di ridere e danzare lungo il cammino della vita, godendo la presenza di Dio e la pienezza della Sua creazione, liberi di amare i fratelli, liberi di amare sé stessi. “Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio!” (Matteo 5:8).

Se avere un cuore puro, sano e liberato, ci fa vedere Dio, allora come questo è possibile? Dove posso guardare per trovare Dio? Dove potrei vederlo? La Bibbia offre una straordinaria serie di risposte a queste domande.

In Una Visione

Una mattina, il profeta Eliseo è stato svegliato dal suo servitore con una notizia spaventosa: “Un grande esercito di cavalli e carri ci ha circondato durante la notte. Il nemico sa dove siamo e non saremo certo in grado di fuggire. Ahimè. Cosa dobbiamo fare?” Che bel modo di iniziare la giornata! Ahimè, davvero! Lo sapete che questa poteva essere una mattina adatta per chiedersi dov'è Dio? Sarebbe tuttavia stato comprensibile se Eliseo non avesse visto Dio in queste circostanze.

Ma qual'è stata la risposta del profeta (del “veggente”)? «“O Eterno, ti prego, apri i suoi occhi, perché possa vedere.” L'Eterno allora aperse gli occhi del giovane e questi vide; ed ecco il monte era pieno di cavalli e di carri di fuoco, tutt'intorno ad Eliseo» (II Re 6:17). La prospettiva del servitore è cambiata immediatamente. In un attimo la paura si è trasformata in fede, il dubbio in speranza, la depressione in entusiasmo. Per quale motivo? Perché ha visto Dio!

Immaginate per un momento l'apostolo prediletto, in tarda età, costretto in esilio sull'isola di Patmos. Gesù aveva promesso che sarebbe tornato, ma gli anni erano passati senza avere visto alcuna liberazione. Giovanni aveva dato la vita per seguire il suo Maestro, e in cambio era solo, lontano da casa e dagli amici, in prigione. Nelle stesse circostanze, pensate che vi sareste chiesti cosa stesse accadendo? Avreste iniziato a dubitare se Dio fosse davvero in controllo?

Ma qual'è stata la reazione di Giovanni?: «Dopo queste cose, io vidi, ed ecco, una porta aperta nel cielo, e la prima voce che avevo udito parlare con me come una tromba disse: “Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire dopo queste”». E subito fui rapito in spirito; ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono stava uno seduto» (Apocalisse 4:1, 2). Giovanni ha guardato e ha visto Dio sul trono, ancora in governo, ancora in controllo, anche in mezzo alla prigionia, all'esilio e alla solitudine. Senza dubbio vi erano persone sedute accanto che non hanno visto Dio.

Senza dubbio, altri prigionieri e guardie avranno visto solo le catene, le sbarre e le spesse mura della prigione. Perché Giovanni è stato in grado di vedere quando altri non lo erano? Parte della risposta si trova nelle parole “ho guardato”. Se vogliamo essere un popolo che vede Dio, una cosa che dobbiamo fare è guardare con gli occhi del nostro cuore, in fede, aspettandoci di vedere Lui e il Suo movimento nella nostra vita e nelle nostre circostanze.

Stefano era un altro discepolo che avrebbe potuto avere del rancore verso Dio. Anche lui aveva dato la vita per Cristo e il servizio alla Sua chiesa. Cosa aveva avuto in cambio? L'esecuzione per lapidazione. Avrebbe potuto guardato il “disastro” che era caduto su di lui e alzare il pugno con rancore contro Dio. Avrebbe potuto lasciarsi sopraffare dal dubbio e dalla disperazione: “Dio non era certamente in controllo, altrimenti questo non sarebbe accaduto.” Stefano ha invece mantenuto il suo cuore puro, e «...ripieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio, e disse: “Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio”» (Atti 7:55,56). Dio era ancora in controllo. Gesù aveva mostrato a Stefano il Suo amore e lo stava aspettando nella gloria.

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Una delle parole dell'Antico Testamento per definire un profeta era “veggente”, riferendosi alla loro capacità di vedere nel mondo dello spirito. Cristo ha aperto il velo nella Nuova Alleanza, di modo che possiamo vedere quello che solo pochi hanno intravisto in passato. Come veggenti, possiamo vedere quello che è evidente nella dimensione spirituale, al di là di ciò che è evidente ai nostri occhi fisici. Noi vediamo al di là della realtà fisica, nella realtà spirituale più profonda che è alla base di tutto.

Nella Sua Creazione

Non solo possiamo vedere Dio nella dimensione dello spirito, possiamo anche vederLo chiaramente nel tutto il mondo che Lui ha creato: “Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili” (Romani 1:20).

La gloria di Dio si rivela nella luce del sole e nella pioggia, negli alberi e nelle nuvole, nell'erba e nei fiori, in estate e in inverno. Non tutti vedono Dio nella natura. Si può guardare la pioggia battente e brontolare: “Oggi volevo che splendesse il sole. Perché invece deve piovere? Odio la pioggia!” Per qualcun altro il sole è troppo caldo e non fa che aumentare il carico del suo lavoro. Eppure, a coloro che cercano, che vogliono vedere Dio, le Sue caratteristiche invisibili, la sua “potenza eterna e natura divina” possono essere vivibili nelle cose da Lui create (Colossesi 1:16,17).

In Tutta la Materia

Proseguendo, non solo Dio può essere visto nella bellezza e potenza della natura. Egli può essere visto in ogni molecola della materia: “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.” (Colossesi 1:16,17). Anche la materia è viva, infusa con il potere e la vita di Dio onnipotente. Egli è la forza che mantiene tutte le molecole insieme. Così, quando tengo questo libro in mano, posso percepire il potere di Dio in esso. Non che la materia è Dio. Questo è panteismo. Ovviamente, Dio è molto più grande di questo libretto. Egli è il Creatore di tutto. Ma tutta la materia è infusa da Dio.

Ricordate cosa ha detto Gesù quando i farisei hanno cercato di mettere a tacere i Suoi discepoli mentre lui entrava in Gerusalemme?: “Io vi dico che se costoro tacessero, griderebbero le pietre (Luca 19:40). Inanimate come sono, anche le pietre potrebbero essere utilizzato per lodare il Re.

Nella Crescita Spirituale

Tendiamo a pensare che siamo responsabili della nostra crescita spirituale. Ma Dio dice che “grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione”(I Corinzi 1:30). La crescita spirituale implica uno sviluppo della giustizia nel nostro vivere quotidiano e una crescente santificazione (distinzione) della nostra vita nei confronti del peccato. Potrei provare a fare queste azioni con i miei sforzi, ma sarebbero solo azioni prive di vita, separate da Cristo. La vera crescita spirituale è la crescita di Cristo in me. Cresco nella giustizia nella misura in cui permetto a Cristo di viverla attraverso di me. La mia responsabilità non è nel cercare di santificare me stesso, ma nella mia risposta alla Sua capacità di farlo (I Tessalonicesi 5:23,24).Quindi, anche quando considero la mia stessa vita, posso vedere il mio Dio all'opera.

Nelle Circostanze

Quando le cose vanno bene, è facile vedere l'azione di Dio nella vostra vita. Quando il vostro datore di lavoro vi dà un aumento di stipendio, l'automobile non ha problemi, i vostri figli si comportano bene, e vostra moglie vi prepara il vostro piatto preferito, dite allegramente: “Dio è così buono! La sua mano è certamente sulla mia vita!” Ma cosa accade il giorno che siete licenziati, l'automobile si guasta (ancora!), I figli litigano tra di loro o, peggio, vi hanno lasciato per vivere in un modo che nemmeno riuscite a immaginare, vostra moglie vi informa che ha bisogno di “più spazio per trovare se stessa”, e la vostra vita è in rovina? Riuscite ancora a vedere Dio? È Dio ancora buono? La sua mano è ancora sulla vostra vita? Nelle tragedie della vita, si può ancora credere che Cristo “opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà” (Efesini1,11); e ancora di più, che “tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio” (Romani 8:28)?

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La nazione era in guerra. La città era sotto assedio. Erano trascorsi mesi senza viveri. La fame dilagava. Le madri, prese dalla disperazione, erano arrivate perfino a mangiare i loro propri bambini. Poteva esserci circostanza peggiore? Si prendeva Dio ancora cura della nazione da Lui scelta? Faceva forse in modo che l'orrore della guerra potesse risultare a beneficio del Suo popolo? “Sì”, ha affermato il profeta Geremia: “Sì. La mano di Dio è ancora su di voi. Sottomettetevi al nemico, perché Dio utilizzerà tutto ciò che vi accadrà per purificare la nostra nazione. Un rimanente ne verrà fuori, attraverso il quale sarà annunciata al mondo la salvezza. Nonostante il male sembri fuori controllo, vedo Dio ancora sul trono.”

In Ogni Cosa

“Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo”(Atti 17:28). I puri di cuore vedono Dio in ogni loro respiro. Sentono la Sua forza in ogni muscolo del loro corpo. Cristo è il centro e la circonferenza di tutto. “Cristo è tutto in tutti” (Colossesi 3:11). Egli “riempie tutto in tutti” (Efesini 1:23).

Ma come possiamo vedere Dio in tutti questi modi? Quando il mio cuore è spezzato, la mia fede è frantumata, la mia forza è esaurita, come posso vedere? Solo attraverso la rivelazione. Solo con la grazia di Dio possiamo vedere il controllo in mezzo al caos, l'amore in mezzo alla disperazione, la gioia in mezzo al dolore. Dobbiamo andare a Lui, vuoti di tutti i nostri sforzi, e pregare che gli occhi del nostro cuore siano illuminati in modo che possiamo conoscere (Efesini 1:17,18). Questa diventa la nostra preghiera costante, per vedere in modo diverso da come il mondo o i nostri fisici vedono, per vedere con gli occhi del nostro cuore la realtà del mondo dello Spirito.

Davide pregava: “Apri i miei occhi, e contemplerò le meraviglie della tua legge” (Salmo 119:18). Gli occhi fisici di Davide non erano ciechi. Poteva leggere le parole delle Scritture. Ma non poteva vedere. I suoi occhi spirituali erano stati accecati dal dubbio, dalla paura e dal peccato. Solo la potenza dello Spirito poteva purificare il suo cuore e aprire i suoi occhi spirituali.

Mentre i due discepoli camminavano sulla strada di Emmaus, la vita aveva perso significato (Luca 24:13-35). La tragedia aveva colpito. Gesù era stato crocifisso, il male aveva trionfato, l'amore che portava guarigione aveva cessato di scorrere, la vita era diventata senza scopo. Non riuscivano più a vedere Dio. Erano “separati da Cristo, non avendo speranza e senza Dio in questo mondo” (Efesini 2:12). Mentre camminavano verso casa, parlavano della catastrofe terribile che li aveva colpiti, e forse del loro scoraggiamento e della delusione. Dopo tutto, avevano creduto che il Messia avrebbe liberato la nazione. Avevano lasciato le loro case e le loro famiglie per seguirLo, pensando che quella sarebbe stata un'esperienza meravigliosa, ma invece si era rivelata terribile. Non c'era più un Messia, ma solo anni vuoti e sprecati a seguire un desiderio. Improvvisamente “Gesù stesso si è accostato e si è messo a camminare con loro. I loro occhi però erano incapaci di riconoscerlo. Quante volte lo stesso accade a noi. Gesù ci è accanto, con il desiderio di confortarci e guarirci, ma i nostri occhi sono accecati dal nostro malessere interiore. E Gesù disse ai due discepoli: “Che discorsi sono questi che vi scambiate l'un l'altro, cammin facendo?” Naturalmente Gesù sapeva di cosa stessero parlando. Egli conosce tutte le cose. Quindi per quale motivo rivolge a loro questa domanda? Perché voleva incoraggiarli a esprimere i pensieri del loro cuore. Spesso Gesù fa lo stesso quando dialoghiamo con Lui. Egli ci farà delle domande a cui si può decidere di rispondere: “Ma Tu conosci la risposta. Perché me lo chiedi?” Ma la nostra guarigione ha inizio quando apriamo il nostro cuore a Dio. Non abbiate paura o vergogna nell’esprimere tutte le vostre domande, rabbie, paure, i vostri dubbi. Non Lo sorprenderete o offenderete. Egli vuole che portiate a Lui ogni negatività presente all'interno del vostro cuore, di modo che Lui le possa toccare e trasformare in gloriose positività.

Ma i discepoli non hanno riconosciuto Gesù che chiedeva loro di cosa stessero parlando, e hanno risposto: “Sei tu l'unico forestiero in Gerusalemme, che non conosca le cose che vi sono accadute in questi giorni?” Egli era invece l'Unico che SAPEVA veramente cosa fosse accaduto! Tutti gli altri avevano solo osservato nella dimensione fisica, ma Gesù conosceva la connessione tra la dimensione fisica e quella spirituale e come gli eventi in una situazione generino reazioni nell'altra. Solo Gesù aveva saputo trovare le motivazioni per la gioia nella “disgrazia” della Sua crocifissione.

I discepoli si sono quindi confidati con uno Straniero che ha risposto spiegando come la sofferenza cede il passo alla gloria, e illuminando le Scritture ha indicato che lo scopo di Dio stava per compiersi anche in mezzo alla apparente tragedia.

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Gesù vuole fare lo stesso per voi! Egli desidera ardentemente aprire i vostri occhi di modo che possiate riconoscerLo nel momenti oscuri della vostra vita. Egli vuole ravvivare il vostro cuore, scambiando la vostra paura, il senso di colpa e il rancore, con la gloria della sua fede, speranza, e del Suo amore.

Solo Dio può trasformare il cuore. Solo avvicinandoci a Lui si può realizzare questa purificazione. Solo facendo ciò che i discepoli di Emmaus hanno fatto, possiamo essere guariti. Dobbiamo non solo presentare il nostro cuore a Lui, ma anche ascoltare la Sua risposta. Quando le circostanze appaiono contrarie, e ci chiediamo se le cose siano fuori controllo, gli dice: “State in pace. Sono ancora sul mio trono.” Quello che ci appare come un evento catastrofico, come un disastro, non lo è per Lui. Il Calvario non è stato un disastro. Non si è trattato di uomini malvagi fuori controllo, anche se ciò è sembrato all'occhio umano. È questo che c'è di meraviglioso in Dio. Egli è in grado di prendere la cattiveria di uomini malvagi e realizzare il suo scopo migliore per noi. Egli può compiere la Sua volontà per noi, nonostante le decisioni dell’essere umano. Non so come Egli sia in grado di realizzare questo. Lo lodo e adoro semplicemente perché è così.

Ricordate Giuseppe e le difficoltà che ha affrontato, la maggior parte causata dalla malvagità di uomini e donne intorno a lui? Qual è stata la sua valutazione della sua vita? “Voi avete macchinato del male contro di me; ma DIO ha voluto farlo servire al bene” (Genesi 50:20). I fratelli di Giuseppe sono stati motivate dalla collera, dal rancore e dalla gelosia. Eppure Dio si è servito della loro malvagità per realizzare i Suoi scopi. Vedete? Dio è Amore. L'amore governa l'universo. E l'Amore è più potente di qualsiasi arma formata contro di esso.

Riassunto

“Beati i puri di cuori perché essi vedranno Dio.” Quando vediamo Dio con gli occhi del nostro cuore, nella natura, nel sostenere tutta la materia, nella nostra crescita spirituale, in tutte le circostanze(“buone” e “cattive”), in breve, in tutto, i nostri cuori sono resi puri e integri. Ma noi possiamo vedere Dio solo per rivelazione. È quindi necessario pregare che gli occhi del nostro cuore siano illuminati. Dobbiamo presentare il nostro cuore a Lui e ascoltare la Sua risposta. Nel prossimo capitolo sanno riassunti brevemente alcuni princìpi chiave che ci possono aiutare a discernere la Suavoce più distintamente nei nostri cuori.

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DIALOGARE CON DIO

Nell'epoca in cui viviamo, rivolta profondamente al razionalismo, al pensiero cognitivo e analitico, sembra quasi ridicolo chiunque affermi che sentire la voce di Dio possa essere possibile e desiderabile. In effetti, il mondo ha evidenziato e messo in ridicolo credenti in Dio che hanno affermato di avere udito la Sua voce. E per la maggior parte, la Chiesa ha aderito a questo scetticismo. Fino a che punto ci siamo allontanati dalla normale esperienza biblica, dove conoscere Dio equivaleva a sentire la sua voce! Non c'è quindi da stupirsi se abbiamo perso la prospettiva di Dio e abbiamo necessità del Counselor Meraviglioso per essere liberati.

Ho accennato che per avere un cuore puro, per ricevere counseling da Dio, si deve potere udire la voce di Dio, vedere la visione di Dio, e avere il Suo punto di vista sulla situazione. Anche quando accettiamo questo come un obiettivo eccellente, è spesso non facile da realizzare. Infatti, per i primi dieci anni della mia vita come cristiano, non ho saputo riconoscere la voce del Signore nel mio cuore e non ho mai visto una visione da Lui. Nel meditare la Scrittura, dalla Genesi all'Apocalisse, vedevo persone che ascoltavano la voce di Dio. Volevo profondamente essere un uomo fondato sulla Bibbia, ma, nonostante tutto il mio impegno, non riuscivo a sentire una voce udibile nel mio cuore. Ho pensato che forse mi ero sviato, così mi sono pentito, ho digiunato e letto ancora di più la Bibbia, ma ancora non riuscivo a sentire alcuna voce. Ho studiato libri in materia, ho parlato con quelli che erano in grado di udire la voce di Dio, ho cercato tutte le spiegazioni possibili, ma ancora non c’era alcuna voce.

Infine il Signore mi ha rivelato alcune chiavi che mi hanno dato accesso alla interazione con lo Spirito Santo in me. Sono stato quindi in grado di udire la Sua voce e vedere la Sua visione. La testimonianza di questi miei tentativi e una spiegazione completa di quello che ho imparato si trovano nel libro Dialogo con Dio1.1 In questo capitolo fornirò una breve sintesi delle chiavi che hanno contribuito a migliaia di persone di entrare in un dialogo reciproco e una intima comunione con il loro Signore.

Le chiavi che ho scoperto si trovano in Abacuc 2:1, 2

«Io starò al mio posto di guardia, mi porrò sulla torre e starò attento per vedere ciò che egli mi dirà e ciò che dovrò rispondere circa la rimostranza fatta. Quindi l'Eterno mi rispose e disse: “Scrivi la visione e incidila su tavole, perché si possa leggere speditamente”».

Le seguenti sono le quattro chiavi principali che ho scoperto come facilitatori di apprendimento per ascoltare e discernere la voce di Dio:

Chiave n. 1 - Entrare nella tranquillità;

Chiave n. 2 - Rivolgersi alla spontaneità;Chiave n. 3 - Utilizzare la visione;

Chiave n. 4 - Utilizzare il “journaling” (annotare il nostro dialogo con Dio).

Chiave n. 1 - Tranquillizzarsi

“Fermatevi e riconoscete che io sono DIO” (Salmo 46:10). La prima cosa da fare per poter sentire la voce di Dio è tranquillizzare tutte le altre voci che sono costantemente in competizione per avere la miaattenzione. Abacuc ha detto: “Io starò al mio posto di guardia, mi porrò sulla torre...” In altre parole, Abacuc aveva un luogo dove poteva andare a tranquillizzare i propri pensieri e le proprie emozioni, lontano dagli impegni e dalle distrazioni della vita.

Ho trovato alcuni semplici modi con cui mi tranquillizzo, per potere più facilmente incontrare il flusso spontaneo di Dio. Esprimere l'amore a Dio con un tranquillo canto di adorazione è il modo più efficace per molti. Quando il profeta Eliseo è stato chiamato a ricevere una parola da Dio per i re di Israele e Giuda, ha detto: «“Ma ora conducetemi un suonatore.” E avvenne che, mentre il suonatore arpeggiava, la mano dell'Eterno fu sopra Eliseo», e cominciò a profetizzare (II Re 3:15). Allo stesso modo, i canti di adorazione contribuiscono a condurci in un atteggiamento di silenzio davanti a Dio, e il flusso divino viene riconosciuto.

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Se mi vengono pensieri su cose che devo fare, annoto queste cose in modo da non dimenticarle e quindi le metto da parte dalla mia mente. Se mi vengono alla mente pensieri di colpa o indegnità, mi pento completamente, ricevo la purificazione del sangue dell'Agnello, indosso il suo manto della giustizia, e mi vedo senza macchia davanti alla presenza di Dio (Isaia 61:10; Colossesi 1:22).

Nel rivolgere il mio sguardo a Gesù (Ebrei 12:2), tranquillizzandomi alla Sua presenza e condividendo con Lui ciò che è nel mio cuore, mi accorgo che il dialogo a due reciproco ha inizio. I pensieri spontanei fluiscono di ritorno dal trono di Dio, e trovo che sto effettivamente conversando con il Re dei re. È molto importante tranquillizzarci ed essere correttamente sintonizzati con Dio, se vogliamo ricevere la pura parola di Dio. Se non lo facciamo, riceveremo solo i nostri pensieri.

Se non siamo propriamente incentrati su Gesù, riceveremo un flusso impuro, perché il flusso intuitivo proviene da ciò verso cui è rivolta l'attenzione dei nostri occhi. Se fissiamo lo sguardo su qualche desiderio del nostro cuore, il flusso intuitivo proverrà da quel desiderio. Pertanto, per avere un flusso puro, dobbiamo prima tranquillizzarci e poi con attenzione “fissare lo sguardo su Gesù”. Di nuovo, dirò che questo è facilmente realizzabile adorando tranquillamente il Re, e poi ricevere la tranquillità che ne segue.

Chiave n. 2 - Rivolgersi alla Spontaneità

“Quindi l'Eterno mi rispose e disse...” (Abacuc 2:2). È evidente che, una volta acquietato, Abacuc è stato in grado di riconoscere il suono della voce del Signore.

Nel periodo in cui stavo cercando di imparare ad ascoltare la voce di Dio, ho ascoltato nell'attesa di una voce interiore udibile. Alla fine ho scoperto che normalmente Dio non parla a me in questo modo. Di solito la voce di Dio nel mio cuore si presenta come una pensiero spontaneo che appare “dal nulla”, nella mia mente.

Ad esempio, avete mai guidato lungo la strada quando improvvisamente vi è venuto alla mente il nome di qualcuno? Avete preso questo come un'indicazione del fatto che Dio intendeva che voi pregaste per quella persona? In altre parole, quel nome che vi è veduto davanti spontaneamente nei vostri pensieri era l'indicazione della voce di Dio vi chiamava alla preghiera di intercessione? La maggior parte delle persone sarebbe d'accordo nel dire che è stato così. Lo è stato certamente per me. Questa esperienza mi ha aiutato a riconoscere che anche altri pensieri spontanei nella mia mente erano stati la voce di Dio per me. Che rivelazione!

Ho iniziato a sperimentare per vedere se fosse davvero così. Ho quindi annotato i pensieri spontanei, le impressioni, i sentimenti e le visioni che mi arrivavano in preghiera, e sono rimasto meravigliato dalla sapienza profonda e dalla grande qualità di amore da loro rivelati. Evidentemente questi non erano il prodotto della mia mente!

La Bibbia conferma questo fatto in molti modi. La definizione di paga, la parola ebraica per intercessione è “un incontro o intersezione casuale”. Pertanto, quando Dio stabilisce nei nostri cuori la chiamata alla intercessione, lo fa attraverso paga, un “incontro casuale”, un pensiero che “improvvisamente” interseca la nostra mente.

Attraverso la mia esperienza e la testimonianza di migliaia di altre persone, ora so che è possibile entrare in sintonia con questi pensieri e incontrali. Quando il mio cuore è in tranquillamente concentrato davanti a Dio nella preghiera, Dio mi parla in un dolce flusso spontaneo di pensieri, sentimenti, impressioni e visioni.

Chiave n. 3 - Utilizzare la Visione

Abbiamo già accennato nel precedenti punti a questo principio, che va ulteriormente descritto. Abacuc ha affermato: «Starò attento per vedere...” Quindi l'Eterno mi rispose e disse: “Scrivi la visione e incidila su tavole, perché si possa leggere speditamente”» ( Abacuc 2:1,2). È molto interessante notare che quando Abacuc si è tranquillizzato in modo da sentire dal Signore, si è rivolto alla visione come parte della risposta dal Signore. Ha aperto gli occhi del suo cuore e guardato nella dimensione spirituale per vedere cosa Dio volesse mostrargli. Ho trovato questo fatto molto interessante.

Non avevo mai pensato di aprire gli occhi del mio cuore e cercare la visione. In realtà, non avevo mai veramente considerato che la visione potesse verificarsi nella vita di un credente del Nuovo Testamento. Tuttavia, più ci pensavo, più mi rendevo conto che Dio mi aveva dato gli occhi del mio cuore per questo scopo.

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Questi non vanno utilizzati per la lussuria, per visualizzare il fallimento, o per raggiungere il successo attraverso il potenziamento egoistico delle mia capacità. Vanno invece utilizzati per vedere la visione e il movimento di Dio Onnipotente nella dimensione spirituale.

Teologicamente, sono dell'idea che intorno a me sia presente una dimensione spirituale attiva in cui operano angeli, démoni, lo Spirito Santo, Dio Onnipotente e Suo Figlio Gesù. Sono le restrizioni della mia cultura razionale che, attraverso i semi del dubbio, mi impediscono di credere e vedere la realtà della dimensione spirituale che mi circonda. È stato (ed è ancora) l'intenzione di Dio che io utilizzi tutte queste mie capacità che Lui mi ha dato, per migliorare il nostro rapporto, incluso il dono di vedere con il mio cuore.

Il primo passo per vedere nello spirito è guardare. Daniele ha visto una visione “nella sua mente” e ha detto: “Io guardavo nella mia visione... Io continuai a guardare ... Io guardavo nelle visioni notturne ...” (Daniele 7:2,9,13). Abacuc ha continuato a vedere (Abacuc 2:1). Giovanni era nello spirito e ha guardato (Apocalisse 4:1). Allo stesso modo, mentre prego, cerco Gesù presente con me e lo guardo mentre mi parla, per realizzare e dire le cose che sono nel Suo cuore. La maggior parte dei cristiani potranno sperimentare che nel guardare, vedranno. Gesù è l'Emmanuele, Dio con noi (Matteo 1:23). È così semplice. Non stiamo inventando qualcosa che non esiste. Stiamo semplicemente diventando consapevoli di ciò che esiste veramente. Iniziamo dunque a vedere in modo spontaneo la visione interiore nello stesso modo in cui riceviamo pensieri spontanei interiori. Possiamo vedere Cristo con noi, perché Lui è con noi!

Spesso queste esperienze sono talmente spontanee che abbiamo la tendenza a respingerle, pensando che siano solo il prodotto della nostra mente. Il dubbio è l'arma più efficace di Satana contro il credente. Se continuerete nell'annotazione di queste visioni, verificandole come indicato nel capitolo seguente, il vostro dubbio sarà presto superato dalla fede, nella misura in cui riconoscerete che queste potevano solo provenire da Dio Onnipotente.

Dalla Genesi all'Apocalisse, Dio si è rivelato al popolo del Suo popolo attraverso il sogno. Egli ha promesso che, poiché lo Spirito Santo è stato effuso, in Atti 2, dovremmo aspettarci di ricevere un flusso continuo di sogni e visioni (Atti 2:1-4:17). Gesù, il nostro Esempio perfetto, ha dimostrato questa capacità di vivere in contatto continuo con Dio Onnipotente. Ha affermato di non fare nulla di propria iniziativa, ma solo ciò che vedeva fare e udire dal Padre (Giovanni 5:19,20,30). Che modo eccezionale di vivere!

È effettivamente possibile per noi vivere dalla iniziativa divina come ha fatto Gesù? Credo di sì. Uno dei motivi per la morte e risurrezione di Gesù è stato che il velo potesse essere strappato da cima a fondo e che ora tutti noi potessimo avere accesso alla immediata presenza di Dio (Luca 23:45), così come Lui ci ha indicato (Ebrei 10:19-22). Pertanto, anche se quello che ho sto descrivendo sembra un po' insolito per la cultura razionale del ventunesimo secolo, è dimostrato e descritto come un insegnamento biblico ed esperienza centrali. È ora di ripristinare nella Chiesa ciò che è suo di diritto.

Chiave n. 4 - Utilizzare il Journaling (annotare il nostro dialogo con Dio)

Dio ha detto ad Abacuc: “Scrivi la visione e incidila su tavole...”Non mi era mai passato per la mente di annotare le mie preghiere e Dio e le risposte, come ha fatto Abacuc. Eppure questo è un concetto molto biblico. Praticamente, centinaia di capitoli della Bibbia sono manifestazioni del diario di preghiera. Ad esempio, lo sono molti dei salmi e dei scritti dei profeti e tutto il libro dell'Apocalisse. Perché allora non ci avevo mai pensato? Perché non avevo mai ascoltato una predica su questo argomento?

Questo procedimento l'ho definito “journaling” e ho iniziato a sperimentarlo. Ho scoperto che è uno strumento efficace per identificare il flusso interiore spontaneo di Dio. Nell’annotare il mio dialogo con Dio, ero libero di scrivere in fede per lunghi periodi di tempo, credendo semplicemente che quello che stavo ricevendo provenisse da Dio. Non dovevo subito verificare quello che ricevevo, perché sapevo che quando il flusso sarebbe cessato avrei potuto esaminarlo con cura, facendo attenzione che fosse coerente con la Scrittura.

Sarete meravigliati nel provare il “journaling”. Il dubbio potrebbe ostacolarvi all'inizio, ma allontanatelo, ricordando a voi stessi che questo è un procedimento biblico, e che Dio è presente e parla ai Suoi figli. Non siate troppo tesi. Utilizzatelo come un'attività spontanea e gioiosa. Quando siamo troppo seriosi, si diventa tesi e si blocca il movimento dello Spirito Santo.

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Quando invece cessiamo dal nostro proprio sforzo ed entriamo nel Suo riposo, Dio è libero di muoversi e fluire (Ebrei 4:10). Quindi, rilassatevi, mettetevi a vostro agio, prendete carta e penna, e rivolgete la vostra attenzione verso Dio in lode e adorazione, cercando il Suo volto. Nello scrivere la vostra domanda a Dio, nel tranquillizzarvi, rivolgendo lo sguardo su Gesù presente lì con voi, riceverete improvvisamente un buon pensiero in risposta alla vostra domanda. Non mettete subito in dubbio la risposta; annotatola in fede. In seguito, nel leggere il vostro “journaling”, rimarrete anche voi sorprese nello scoprire che state dialogando con Dio.

Una Parola di Esortazione

Io non incoraggiano chiunque a provare la procedura sopra descritta, senza che abbia prima letto almeno tutto il Nuovo Testamento e, preferibilmente, tutta la Bibbia. È inoltre essenziale fare riferimento a una solida guida spirituale. Non dobbiamo temere la dimensione spirituale, ma riconoscere che lo Spirito Santo non è l'unico che cerca di comunicare i suoi pensieri spontanei nella nostra mente. Pertanto, tutto il “journaling” è sempre sottoposto a valutazione e verifica. E, soprattutto, deve essere totalmente in armonia con la spirito e la lettera della Parola di Dio, la Bibbia. In nessun momento il “journaling” sostituisce i comandi chiari di Dio nella Scrittura. Oltretutto, le indicazioni principali del “journaling” devono essere presentate a uno o più referenti spirituali autorevoli nel Signore, prima di essere attuate.

Riassunto

Si può imparare a sentire la voce di Dio e vedere la sua visione! Indipendentemente dal vostro tipo di personalità, se siete disposti a impegnarvi personalmente e avere riferimenti spirituali nel Corpo di Cristo, potrete sperimentare una vita di comunione intima con Dio.

Osservazioni

Perché allora non mettere in pratica i principi che avete appena imparato? Scrivete una lettera a Gesù, che esprima il vostro amore per Lui, necessità o domande che sono sul vostro cuore, qualunque sia la vostra preghiera che desiderate offrire. Quando avete finito di dire quello che volete dire, mettetevi nella quiete, concentratevi su Gesù, e iniziate a scrivere i pensieri e le impressioni spontanee che sorgono da dentro di voi. Lode a Dio che anche voi potete dialogare con Lui.

Note 1 Si raccomanda vivamente che il libro e manuale Dialogo con Dio, di Mark e Patti Virkler, siano

consultati da chiunque sia interessato ad applicare le indicazioni descritte in questo capitolo. Questi libri sono disponibili sul sito: www.cwgministries.org/languages/italian

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L'ACCUSATORE E IL CONSOLATORE

Avete mai cercato di presentare ogni ambito della vostra vita a Gesù, con la prospettiva di speranza, pace, potenza e serenità, solo per sentirvi poi pronunciare pensieri di accusa, condanna e depressione ? Se è così, avete involontariamente ascoltato Satana, l'accusatore dei fratelli. Gesù è il nostro Counselor Meraviglioso che solo può guarire l'oppressione nel nostro spirito. Spesso la riabilitazione e la guarigione si manifestano attraverso la rivelazione di una prospettiva divina che dà la capacità di vedere l'amore di Dio manifestato nella nostra vita e nelle circostanze. Per mantenere questo punto di vista divino, è necessario essere in grado di vedere la visione di Dio e ascoltare la voce di Dio nel nostro cuore.

Abbiamo constatato che la comunicazione nella dimensione spirituale ci perviene sotto forma di pensieri spontanei o visioni che appaiono nel nostro cuore e nella nostra mente. Abbiamo imparato a tranquillizzarci e fermarci in modo da conoscere Dio. Abbiamo imparato a sintonizzare i nostri cuori per ricevere le parole e visioni spontanee dallo Spirito Santo. E abbiamo iniziato a scrivere il nostro dialogo con Dio, liberando le nostre menti per ricevere in fede, sapendo che avremo l'opportunità in seguito di valutare pienamente tutto ciò che scriviamo.

Dal momento in cui ho iniziato ad avere una maggiore consapevolezza dei pensieri provenienti dal mondo spirituale, che spontaneamente si intersecavano nella mia mente, mi sono reso conto che non tutti i pensieri spontanei erano compatibili con quello che sapevo essere il carattere di Cristo. Era possibile che ci fossero messaggi da spiriti diversi dallo Spirito Santo, che cercavano di riempire la mia mente? Cosa dovevo fare? Alcune persone hanno la tendenza ad abbandonare questa esperienza prima di verificarla. Se è possibile sentire da Satana allo stesso modo in cui sento da Dio, non sarebbe allora meglio semplicemente non ascoltare nessuno, piuttosto che correre il rischio di un inganno? Mentre se da una parte questa è una risposta possibile, non è però il corso d'azione che io ho scelto. Mi ero impegnato troppo e troppo a lungo per imparare ad ascoltare la voce di Dio, e non ero disposto a lasciarmi rubare la benedizione dal nemico tanto facilmente. Ho scelto invece di sapere di più, di imparare a discernere la voce dello Spirito Santo dalla voce del maligno, con la ferma decisione di conoscere la pura voce dello Spirito dentro di me.

L'apostolo Paolo ci esorta nel modo seguente: “Perché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortezze,

affinché distruggiamo le argomentazioni ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e rendiamo sottomesso ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo (II Corinzi 10:4,5).

Sembra che Paolo fosse a conosceva della provenienza spirituale e della natura dei pensieri che appaiono nella nostra mente. Egli era consapevole che la battaglia deve essere combattuta, i pensieri iniqui distrutti, fatti prigionieri, e deve essere stabilita l'autorità costituita nei nostri processi di pensiero. Solo per il fatto che alcuni pensieri entrano nella nostra mente, che non provengono da Dio Santo, questo non significa che dobbiamo smettere di pensare. Solo perché una visione ci appare alla mente impura, non significa che dobbiamo smettere di usare i nostri occhi spirituali. Dobbiamo invece prendere posizione attraverso l'autorità di Gesù Cristo! Non arrendetevi prima di avere combattuto. Distruggete il potere del nemico e abbracciate la potenza di Cristo! Il primo passo nel discernere le voci che arrivavano alla mia coscienza, è stato quindi quello di conoscere a fondo il carattere di chi mi parlava. Le parole che pronunciamo sono un riflesso del nostro carattere. Nella cultura ebraica e nella Bibbia, il proprio nome è una descrizione concisa del proprio carattere. Quando si apprese il nome di qualcuno, si è imparato molto sulla sua loro vita e sul suo carattere. Quando una persona è stata cambiata da Dio, spesso ha ricevuto un nome nuovo. Giacobbe è diventato Israele, Simone è diventato Pietro, Saulo è diventato Paolo. Pertanto, al fine di ottenere una comprensione del carattere di coloro che mi parlavano, ho fatto uno studio dei nomi dati a Satana e allo Spirito Santo nella Bibbia. La mia vita non è stata da quel momento più la stessa.

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Nomi e Caratteristiche di satana

L'Accusatore

L'essenza della natura di satana è accusare. La parola greca diablos, tradotta “diavolo”, significa “accusatore” o “calunniatore”.

L'opera principale di satana è accusare giorno e notte. In Apocalisse leggiamo: «E udii una gran voce nel cielo, dicendo: “Allora udii una grande voce nel cielo che diceva: “Ora è giunta la salvezza, la potenza e il regno del nostro Dio e la potestà del suo Cristo, poiché è stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi l'hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, tanto da esporla alla morte”» (Apocalisse 12:10,11). C’è da notare che il potere, la salvezza, il regno di Dio e l'autorità di Cristo, si manifestano nella nostra vita quando abbiamo vinto e atterrato l'accusatore.

Se l'essenza del carattere di satana è accusare, verso chi indirizza continuamente le sue accuse? In primo luogo, come vediamo nel libro dell'Apocalisse, egli accusa i fratelli davanti a Dio. Nel libro di Giobbe, 1:9, satana accusa Giobbe davanti a Dio: “È forse per nulla che Giobbe teme DIO? In altre parole: “Certo, Dio, che Giobbe ti serve. Guarda tutte le benedizioni che gli hai dato. Serve Te solo per egoismo. Non ama Te sinceramente, ma solo le cose che Tu gli hai dato.”

L'accusa verso i fratelli non si limita al trono di Dio. Ogni analisi negativa, ogni giudizio critico, ogni pensiero di accusa contro un altro, che trova la sua strada nelle nostre menti, ha come fonte l'accusatore dei fratelli. Quando collaboriamo con i suoi scopi malvagi e pronunciamo parole di accusa contro i fratelli, le nostre lingue sono “infiammate dalle fiamme dell'inferno” (Giacomo 3,6). Quando i nostri cuori sono colmi di saggezza demoniaca, gelosia e ambizione egoista, il disordine e ogni cosa iniqua vi trovano una casa confortevole (Giacomo 3:15,16).

Satana accusa anche noi personalmente: ci sfida, critica e colpevolizza davanti ai nostri occhi. Quando lo Spirito Santo ha condotto Gesù nel deserto, Satana ha incontrato Gesù e ha insinuato: “Se tu sei il Figlio di Dio ...” (Luca 4:3). Riuscite a vedere l'accusa in queste parole?: “Se veramente sei quello che dici di essere ...” Farà la stessa cosa con noi: “Se davvero sei figlio di Dio, perché ti comporti in questo modo? Se sei così spirituale, perché non preghi di più? Il Dr. Cho prega sei ore al giorno. Perché non lo fai anche tu, dato che pensi di essere un così grande cristiano? Se tu fossi un buon cristiano, leggeresti di più la tua Bibbia. Non ti arrabbieresti così spesso. Non faresti questo. Non faresti quest'altro.” Le accuse si accumulano nella nostra mente, fino al punto in cui accettiamo come valida la loro valutazione nei nostri riguardi e cadiamo poi nella disperazione.

Satana ci accusa anche davanti a Dio. Ricordate, il “se” che satana (il serpente) ha pronunciato nel Giardino dell'Eden alla donna?: «Ha DIO veramente detto: “Non mangiate di tutti gli alberi del giardino”?...Ma DIO sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male» (Genesi 3:1,5). Riuscite a sentirlo impegnato nell'accusare Dio di tenersi egoisticamente qualcosa di buono per se stesso? Soprattutto quando tendiamo alla depressione e autocommiserazione, questa freccia trova facilmente il suo obiettivo nei nostri cuori: “Ha Dio veramente detto che ti ama? Se Dio ti amasse veramente, non permetterebbe che ti accadano tali cose terribili. Se Dio lo avesse voluto, avrebbe potuto fermare quelle persone dal diffamarti in tale modo. Se Dio ti amasse tanto quanto ama gli altri, ti avrebbe dato un lavoro migliore, una casa più bella, un matrimonio più felice. Dio in realtà non ti ama affatto.” Se accettiamo queste accuse, se non mettiamo in discussione la loro fonte e validità, siamo sulla strada della morte, come lo è stata sicuramente Eva.

Il Padre della Menzogna

“Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44). Non solo satana è l'autore del flusso costante di accuse che ci bombardano, ma le sue accuse sono un misto di verità e menzogne.

Ad esempio, rivediamo le parole di satana a Dio riguardo Giobbe (Giobbe 1:9-11): «Allora Satana rispose all'Eterno e disse: “È forse per nulla che Giobbe teme DIO? Non hai tu messo

un riparo tutt'intorno a lui, alla sua casa e a tutto ciò che possiede? Tu hai benedetto l'opera delle sue mani e il suo bestiame è grandemente cresciuto nel paese. Ma stendi la tua mano e tocca tutto ciò che possiede e vedrai se non ti maledice in faccia”».

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Notate che c'è qualcosa di vero nelle parole di satana. Dio aveva messo un riparo intorno a Giobbe e a tutto quello che aveva. Dio lo aveva benedetto in abbondantemente, facendo di lui un uomo molto, molto ricco. Fino a questo punto, satana diceva la verità. Tranquillizzati dalla precisione di tali parole, è facile perdere di vista l'inganno contenuto nella menzogna che segue. Dio aveva permesso a satana di toccare tutto ciò che Giobbe aveva, ma Giobbe non aveva maledetto Dio. Certo, era diventato depresso. È arrivato fino al punto di maledire il giorno in cui era nato. Ma non ha maledetto Dio. Questa affermazione era una menzogna.

Considerate che il tentativo maggiore di Satana era quello di portare in discussione le motivazioni e le intenzioni del cuore di Giobbe. Fate attenzione quando vi trovate a fare una valutazione negativa delle motivazioni del cuore di un'altra persona. Non si può sapere cosa motiva un'altra persona a parlare o agire in un determinato modo. Non si può giudicare l'intenzione di un altro cuore. Questo è il territorio di Dio e solo Lui può giustamente discernere il cuore dell'uomo. Non diventate strumenti passivi delle accuse menzognere di satana.

Anche in questo caso, ricordate che molto di ciò che satana dice sarà vero. Non è così sciocco da aspettarsi che voi prendiate per buone delle bugie. Invece lui mescolerà la verità con l'errore in modo da renderlo credibile. Mi permetto di indicare la seguente equazione approssimativa:

Verità 85% + 15% errore + intento distruttivo = accusa satanica

Iniziate a individuare le menzogne all'interno della vostra mente. Spesso queste si presentano sotto forma di negatività generalizzate: “Non riesco a fare nulla giusto.” Non potrò mai farcela.” “Dio non mi ama a causa di quello che ho fatto.” Nessuno mi ama.” “Tutti le persone sono inaffidabili.” Riconoscete che satana sta tentando di colmare il vostro cuore con la menzogna (Atti 5:3). Resistete e respingete ogni tipo di queste accuse negative e distruttive.

L'Avversario e Nemico

“E il nemico... è il diavolo” (Matteo 13:39). “Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli, stando fermi nella fede... (I Pietro 5:8,9). “Era un omicida fin da principio” (Giovanni 8:44). Satana è sfacciatamente il vostro nemico. È alla ricerca di niente di meno che la vostra totale distruzione. Di conseguenza, ogni pensiero di carattere negativo, distruttivo, di accusa, che genera paura, di condanna, di colpevolezza, ha originariamente in lui. Ogni pensiero che vi deprime deve essere immediatamente contrastato, respinto, e sostituito con un pensiero da Dio.

Un “Angelo di Luce”

Forse l'aspetto più insidioso del lavoro di accusa di satana è la sua capacità di camuffarsi da angelo di luce (II Corinzi 11:14). Mentre inietta pensieri nella vostra mente, con l'unico scopo di portarvi alla distruzione, vi indurrà a pensare che questi pensieri provengono da Dio. Come risultato, vi farà camminare in costante senso di colpa e condanna, spingendovi a pensare che è Dio che vi condanna, mentre è invece satana che cerca continuamente di portarvi alla morte.

Come è possibile una cosa del genere? Come possiamo accettare la parole del maligno come fossero provenienti da Dio Santo? Il nostro nemico è astuto, utilizza anche strumenti di giustizia per i suoi scopi malvagi. Ad esempio, userà le Scritture, la Parola stessa di Dio, contro di noi. Cercherà di focalizzare la nostra attenzione sulle leggi di Dio e la nostra totale incapacità di rispettarle, piuttosto che sulla potenza della risurrezione di Gesù Cristo in noi che ci fornisce tutta la potenza necessaria per vincere il peccato. Egli ci incoraggerà a utilizzare la Scrittura per condannarci e indebolirci a vicenda, piuttosto che per edificazione e incoraggiamento, a cui la Scrittura è diretta (Romani 15:4). Ci troveremo in questo modo a interpellare la Bibbia per giudicare e sminuire, piuttosto che utilizzarla come strumento per portare speranza e santificazione.

Satana cercherà anche di confondere la convinzione con la condanna, paralizzando efficacemente la nostra capacità di resistergli o di ricevere la purificazione dallo Spirito. Nonostante tutto questo, non dobbiamo essere ignoranti delle sue tattiche. Possiamo imparare a discernere la differenza, ad abbattere le strategie dell'accusatore, e affermare la salvezza, la potenza e il regno di Dio nella nostra vita.

• La condanna proveniente da satana promuove una generale sensazione di disperazione. Si tratta di un vago e generale senso di peccato e inutilità. La convinzione da parte dello Santo Spirito conduce invece a un peccato specifico. In questo secondo caso c'è un chiaro riconoscimento del problema che è evidenziato.

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• La voce di condanna di satana vi spingerà alla vostra distruzione. Cercherà di convincervi che l'unica azione possibile per un peccatore miserabile come voi è farla finita con Dio, con gli altri, con voi stessi e, in ultima analisi, con la vita. Lo Spirito Santo, d'altra parte, vi esorta a pentirvi. Sì, avete peccato, ma sono anche disponibili la purificazione e il rinnovamento attraverso il sangue di Gesù Cristo, che è fedele e giusto da perdonare (I Giovanni1:9).

• Alla fine, satana vi dirà che non c'è via d'uscita. Vi farà sentire senza speranza e senza aiuto; che non c'è assolutamente nulla che potete fare; che la vostra vita è ad un vicolo cieco; che avete fallito al di là di ogni possibilità di recupero. Lo Spirito Santo invece vi indica azioni specifiche da prendere:

“Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno” (Efesini 4:28).

“Mettete da parte ira, collera, cattiveria, cattiveria; e non esca dalla vostra bocca maldicenza e alcun parlare disonesto...vestitevi di misericordia, di benignità, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza...E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui” (Colossesi 3:5-17).

“Perciò, messa da parte la menzogna ciascuno dica la verità al suo prossimo” (Efesini 4:25). Non dobbiamo mai argomentare contro la convinzione da parte dello Spirito Santo. Egli non

discuterà con noi. Se continueremo in questo atteggiamento, la nostra coscienza perderà sensibilità e avremo difficoltà a udire la voce di Dio (I Timoteo 4:1,2). Dobbiamo quindi sempre attivamente resistere alla condanna satanica, affermando con la nostra testimonianza ciò che il sangue dell'Agnello ha compiuto a nostro beneficio.

Un Ladro

“Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza (Giovanni 10:10). Satana è l'accusatore e la fonte di ogni accusa malvagia. Egli è menzognero e padre della menzogna, mescola la verità con l'errore, facendoci credere il peggio su Dio, gli altri e noi stessi. Egli è un omicida che rimane sempre e in ogni modo il nostro nemico. Si traveste da angelo di luce, cercando di confonderci e impedirci di resistere ai suoi attacchi. È un ladro che cerca costantemente di rubare, uccidere e distruggere tutto ciò che di bene c'è nella nostra vita. Ogni volta che la nostra fede, speranza e amore, sono in discussione o rimossi, sappiamo chi in ultima analisi ne è responsabile: satana! Ma non dobbiamo permettergli di attuare i suoi progetti malvagi. Siamo in grado di resistergli. Siamo in grado di vincerlo. E lo possiamo abbattere con il potere e l'autorità di Gesù Cristo che vive e regna dentro di noi.

Nomi e Caratteristiche dello Spirito Santo

Se da una parte, satana ci viene vicino per contrastarci e distruggerci; dall'altra, lo Spirito Santo ci affianca per rafforzarci. Se satana inietta il suo pensiero spontaneo di distruttività nella vostra mente, lo Spirito Santo inietta pensieri spontanei di vita nel vostro cuore. Prendiamo ora in considerazione le caratteristiche e l'opera dello Spirito Santo.

Il ConsolatoreAlla base stessa della natura di satana c'è l'accusa. L'essenza della natura dello Spirito Santo è invece

quella di confortarci con parole di verità: “... ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità (Giovanni 14:16,17a). Le parole pronunciate dallo Spirito Santo sono tranquillizzanti, benefiche, consolanti. Anche quando la convinzione e la correzione sono necessarie, verranno a noi con dolcezza e conforto. Saranno piene di grazia, di compassione e di speranza. Daranno incoraggiamento al nostro cuore e porteranno un soffio di vita al nostro spirito afflitto.

Quando sono diventato consapevole della centralità dei pensieri depositati nella mia mente da satana o dallo Spirito Santo, ho iniziato a tenere traccia delle parole a cui davo più ascolto. Quali parole avevano più facilmente la mia attenzione? Quali parole trovavano terreno fertile nella mia mente per crescere e portare i loro frutti?

Sono rimasto sconcertato da quello che ho scoperto. In quel momento nella mia vita, stavo ascoltando le accuse sataniche, le menzogne e le parole di condanna, per circa l'80% del mio tempo. Davo invece la mia attenzione alle parole di conforto e vivificanti da parte dello Spirito solo per il 20% del mio tempo. Non c'era quindi da meravigliarsi se mi sentivo continuamente condannato, accusato e depresso.

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Dobbiamo tutti impegnarci nel verificare la nostra mente, per espellere tutti i pensieri negativi, di accusa, accogliendo invece tutti i pensieri di conforto e di consolazione. Dobbiamo essere diligenti nel sottomettere ogni pensiero all'obbedienza di Cristo. Non dobbiamo lasciare che satana vinca la battaglia nella nostra mente, perché la vittoria su questo fronte spiana la strada per il controllo di ogni nostra parola e azione.

In particolare, come si può allontanare l'accusatore dalla nostra mente e portare ogni pensiero sotto l'autorità di Gesù? Non è difficile. Non ci vuole grande preghiera o fede. Serve solo attenzione. Nel momento in cui diventiamo conoscenti di un pensiero negativo o distruttivo nella nostra mente, dobbiamo subito rifiutarlo e sostituirlo con una parola positiva di verità dalla Parola di Dio, la Bibbia, e dallo Spirito. Quando satana insinua: “Tu non riuscirai”, lo Spirito santo controbatte: “Metti la tua fede in Dio.” Satana dice: “Tu non sei capace.” Lo Spirito Santo soffia in te e dice: “Hai tutte le capacità attraverso il mio potere.” Satana afferma: “Tu sei solo.” lo Spirito Santo promette: “Io sono con te, sempre. Non ti abbandonerò mai. Non mi dimenticherò mai di te.”

Potete scegliere a chi dare ascolto. Anche quando la vostra fede è scarsa e il vostro cuore non riesce a dire un “amen” alle parole dello Spirito, aggrappatevi alle parole di verità. Non permettete che siano le vostre emozioni a determinare i vostri pensieri di riferimento. Tenete ferma la vostra posizione sulla parola di Dio e le vostre emozioni alla fine saranno vitalizzate e sollevate alla lode, al conforto e alla gioia.

Lo Spirito di Verità Abbiamo già accennato al fatto che lo Spirito Santo pronuncia solo parole di verità. Satana è

bugiardo dall'inizio. Ma non c'è ombra di errore, inesattezza o inganno nel Santo: “Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità” (Giovanni 16:13).

La verità libera! Gesù ha affermato: “Le parole che vi dico sono spirito e vita (Giovanni 6:63). Satana tenta di legarci con le con le sue menzogne. Lo Spirito di verità ci rende invece liberi. Le menzogne ci distruggono. La verità ci dà vita.

Nel leggere la Parola di Dio in preghiera, nel trascorrere tempo ad ascoltare Dio che ci parla direttamente attraverso il “journaling”, e rimanendo alla Sua presenza, Egli ci parla attraverso il flusso spontaneo interiore. Dobbiamo scegliere di incubare le Sue parole di verità, di modo che possano portare un frutto pacifico di giustizia nella nostra vita (Giacomo 3:18). Dobbiamo essere diligenti nel custodire le nostre menti, affinché solo i pensieri di conforto e di verità possano rimanere incontrastati. Considerate il grafico nella pagina seguente. Decidete nel vostro cuore che nel momento in cui sarete consapevoli di una menzogna satanica all'interno della vostra mente, come quelle nella prima colonna, la rifiuterete sostituendola con l'eterna Parola di Verità, come indicato nella colonna due.

Colui che Convince

Lo Spirito Santo intende sempre sostenerci attraverso parole di verità nella nostra mente. Questa caratteristica di tranquillità e di grazia pervade ogni aspetto della Sua opera nella nostra vita, anche quando Egli ci deve parlare del nostro peccato:

“E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio” (Giovanni 16:8). Il concetto di “convinzione” di solito è visto in modo negativo . Tuttavia, quando lo Spirito Santo fa notare il peccato nella nostra vita, lo fa in modo del tutto positivo. Egli ci invita gentilmente verso l'alto a una maggiore giustizi,a piuttosto che spingerci verso il basso dal senso di colpa e condanna. Egli ci sollecita positivamente a cambiare il nostro atteggiamento mentale e le nostre azioni attraverso il Suo amore e la Sua grazia.

Satana, al contrario, agisce senza rispetto per la vostra personalità, con il solo scopo di dominarvi e distruggervi. Lo Spirito Santo opera sempre in modo nobile, invitandovi gentilmente ad abbandonare il peccato, a rivestirvi della giustizia e riconoscere il giusto giudizio. Egli è lo “Spirito di Vita”, che vi libera dal peccato e dalla morte (Romani 8:2). Satana provoca. Lo Spirito Santo conduce. Satana esige. Lo Spirito Santo dà motivazione .

L'Edificatore

Le parole confortanti di verità che ci convincono di peccato e di giustizia si traducono sempre in una nostra edificazione. Se siamo obbedienti alle parole di Dio, il contatto con la Sua presenza edificherà il nostro spirito.

“Chi profetizza, invece, parla agli uomini per edificazione, esortazione e consolazione” (I Corinzi 14:3).

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Pensieri di Satana: negativi, distruttivi Pensieri di Dio: positivi, edificanti

Non posso ... Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica (Filippesi 4:13).

Mi manca ... Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù (Filippesi 4:19).

Ho paura ... Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di forza, di amore e di disciplina (II Timoteo 1:7).

Non ho fede ... Dio mi ha dato una misura di fede (Romani 12:3).

Sono debole ... L'Eterno è la roccaforte della mia vita (Salmo 27:1).

Satana mi ha veramente preso ... Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo (I Giovanni 4:4).

Sono sconfitto ... Dio mi fa sempre trionfare in Cristo (II Corinzi 2:14).

Non so cosa fare ... Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza (I Corinzi 1:30).

Mi aspetto ogni tanto di ammalarmi …

Per le sue piaghe sono stato guarito (Isaia 53:5).

Gesù stesso ha preso la mia infermità e ha portato la mia malattia (Matteo 8:17).

Sono così preoccupato e frustrato ... Posso dare a Lui tutte le mie preoccupazioni, perché Egli ha cura di me (I Pietro 5:7).

Sono oppresso ... Dov'è lo Spirito del Signore, vi è libertà (II Corinzi 3:17).

Mi sento così in colpa ... Non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù (Romani 8:1).

Quando il Consolatore parla alla sua Chiesa attraverso la profezia, la Sua prima priorità è edificare o incoraggiare. Anche quando Egli indica il peccato e l'errore, l’elemento di insegnamento e speranza incoraggerà e rafforzerà sempre l'ascoltatore.

In base alla legge, meritiamo la condanna, ma in base alla grazia di Cristo, abbiamo vita eterna. L’atteggiamento di altri verso noi potrebbe essere di due modi: 1) utilizzare la Legge e giudicare 2) con grazia e misericordia, attraverso il sangue e la giustizia di Gesù Cristo. Dobbiamo fare quindi attenzione a ricevere solo quelle parole che trasmettono grazia, vita ed edificazione. Inoltre, dobbiamo fare attenzione nel pronunciare solo le parole che incoraggiano, costruiscono e danno speranza. Siamo diventati ministri della riconciliazione, non messaggeri di morte e distruzione.

Come reagite quando avete peccato? Siete in grado di ricevere la grazia e la misericordia che Cristo vi offre quando vi pentite? Siete in grado di rialzarvi quando sbagliate e continuare a camminare nello Spirito? Oppure continuate a tormentarvi nel vostro senso di colpa, lamentando la vostra condizione di peccato, fustigandovi mentalmente per avere fallito ancora una volta?

Mi era difficile accogliere il perdono di Cristo. Quando fallivo, specialmente in un’area della mia vita che spesso in passato mi aveva procurato problemi, mi sentivo che dovevo fare qualcosa di più oltre che pentirmi. Spesse, nel mio “journaling”, mi presentavo al Signore con dispiacere e pentimento. E Lui gentilmente rispondeva: “Io ti perdono, figlio.” Io continuavo: “Ma, Signore, Tu non sai quanto mi dispiace.”Ancora una volta, Lui diceva: “ Io ti perdono, figlio mio.” Ma qualcosa mi spingeva nel continuare a rimproverarmi, non essendo disponibile o incapace ad abbracciare la Sua purificazione per proseguire nella Sua giustizia. Alla fine, Lui ha esclamato: “Mark, ti ho perdonato. Non puoi anche tu perdonarti?”

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Per anni avevo vissuto con un senso di colpa e di condanna, credendo erroneamente che fosse mio Padre Dio a condannarmi. È stato solo nell'apprendere l’ascolto della Sua voce che ho potuto liberarmi dalla schiavitù del nemico e trovare la libertà e il perdono. La Bibbia afferma: “Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù” (Romani 8:1). Ho creduto nel mio cuore che questo fosse vero, ma ancora non era una realtà nella mia vita. Mi sentivo sotto condanna, anche se ero in Cristo! È stato solo attraverso il vedere e il sentire Dio dentro il mio cuore che ho potuto riconoscere la vera fonte di condanna. Quando ho veramente avuto modo di conoscere Dio, l’ho trovato molto più gentile e disposto al perdono e tanto meno punitivo di quanto avessi immaginato.

Esortatore / Insegnante

"Colui che profetizza parla agli uomini ... esortazione" (I Corinzi 14:3). “Il Consolatore ... vi insegnerà ogni cosa” (Giovanni 14:26).

“Esortare” è un'altra di quelle parole che ha preso una connotazione diversa dal significato originale. Alcuni sembrano pensare che l'esortazione significhi “rimproverare l’altro”, spesso più somigliante all’azione dell’accusatore che all’opera del Consolatore.

La definizione letterale di esortazione è (parakaleo nella lingua greca), cioè “chiamare una persona da parte per favorire un comportamento, sempre guardando al futuro.” Notiamo bene la somiglianza al termine parakletos, tradotto con “Consolatore”.

L’esortazione ha quindi tre caratteristiche: 1) Chiamiamo una persona da parte. Noi si corregge generalmente una persona in pubblico. Aspettiamo fino a quando si può parlare in privato, se possibile. 2) Incoraggiamo a qualche linea di condotta. Non elenchiamo semplicemente gli errori. Molti di noi sono fin troppo consapevoli della proprio peccato e fallimento. Non abbiamo quindi bisogno che qualcuno ce li ripeta. Abbiamo invece bisogno di sostegno per liberarci dal nostro peso, attraverso indicazioni specifiche e costruttive che ci aiutino a realizzare un vita sana alla quale aspiriamo. 3) L’ esortazione guarda sempre al futuro. Non rimaniamo imprigionati nel passato.

Un perfetto esempio di esortazione corretta è nella risposta di Gesù alla donna colta in adulterio (Giovanni 8:3-11). In base alla legge, questa era colpevole e da sentenziare a morte. Ma Gesù è andato oltre la legge e ha offerto la misericordia, la grazia e il perdono. Egli ha pronunciato una frase semplice verso di lei: “Neppure io ti condanno te, va e non peccare più.” Non ha fatto una lezione, né moralizzato o predicato, come sarei propenso io a fare. Invece, in quelle poche parole, Egli ha offerto il perdono, l'accettazione e l'incoraggiamento verso la riabilitazione. Anche in questo caso, non c'era bisogno di puntare il dito sul peccato. La donna ne era pienamente consapevole. Allo stesso modo, un bacio d'affetto, seguito da una parola di esortazione, può spesso portare guarigione alle nostre vite spezzate. E, se siamo disponibili, possiamo essere utilizzati dallo Spirito per portare ad altri la riabilitazione allo stesso modo.

Se crediamo che il Signore vuole che esortiamo altri, dobbiamo ricordare che ogni esortazione deve essere fatta con amore (I Corinzi 13), gentilmente (Galati 6:1), con pazienza (I Tessalonicesi 5:14), con grande misericordia (II Corinzi 1:3), e con il desiderio di consolare (II Corinzi 1:4). Dobbiamo ricordare che: “Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l'edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano. E non contristate lo Spirito Santo di Dio” (Efesini 4:29,30a).

Riassunto

In sintesi, vediamo un Salmo di Asaf, il Salmo 73. È piuttosto lungo, quindi non lo includeremo per intero. Vi incoraggio in ogni modo a leggerlo interamente, non solo i versetti qui di seguito. Asaf inizia dicendo: “Certamente DIO è buono verso Israele, verso quelli che sono puri di cuore. Ma quanto a me, quasi inciampavano i miei piedi, e poco mancò che i miei passi sdrucciolassero. Poiché portavo invidia ai vanagloriosi, vedendo la prosperità dei malvagi…”

Asaf inizia con un cuore puro, ma improvvisamente perde il suo punto di vista divino, concentra lo sguardo sullo stile di persone vita arroganti e malvagie, e il suo cuore è contaminato. Invece di guardare a Dio, guarda alle persone. Invece di ascoltare la verità, accetta le menzogne del nemico. Come potete leggere dai versetti 4 al 15, è evidente che il padre della menzogna è al lavoro nella mente di Asaf, attraverso alcune considerazioni: “Perciò la superbia li cinge come una collana e la violenza li avvolge come una veste… le immaginazioni perverse del loro cuore traboccano. Essi scherniscono…”

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È tutto vero. Tuttavia, tra queste affermazioni ci sono anche delle menzogne che Asaf accetta come verità: “Non ci sono dolori nella loro morte... Essi non sono tribolati come gli altri mortali, né sono colpiti come gli altri uomini...” Non è vero! Da fuori, all'occhio invidioso, potrebbe sembrare che queste persone conducano una vita meravigliosa, ma non è così. Asaf ragiona al di fuori della presenza dello Spirito Santo, e quando anche noi pensiamo in questo modo, perdiamo rapidamente il senso delle cose.

Tuttavia, Asaf è abbastanza saggio da non rimanere in quella condizione. Egli sa che per ristabilire il suo cuore puro, deve tornare a una prospettiva divina. Infine, al versetto 17, egli inizia il percorso di riabilitazione: “Finché sono entrato nel santuario di DIO…” Ai versetti seguenti, leggiamo nel suo “journaling” la risposta di Dio alla sua lamentela e domanda inespressa. In primo luogo, Dio gli mostra la verità circa i malvagi: “Come sono distrutti in un momento, spazzati via consumati con improvvisi terrori!” In poche parole, o forse con una immagine, Dio porta la luce della verità nelle tenebre della menzogne di Satana, e queste sono annullate.

In seguito, Dio mostra ad Asaf sul cuore stesso di Asaf: “Quando il mio cuore era inacerbito …io ero insensato e senza intendimento; davanti a te ero come una bestia.” In altre parole: “Quando mi comporto e penso al fuori dalla Sua presenza, quando accetto le menzogne come verità, sono insensato come una bestia feroce.” “Ma pure io sono sempre con te; tu mi hai preso per la mano destra. Tu mi guiderai col tuo consiglio e poi mi porterai nella gloria.”

Sebbene Asaf fosse stato ingannato, avesse peccato e perso di vista il suo Dio, eppure non fu abbandonato. Quando ha visto il proprio peccato, al di sopra vi ha visto la misericordia e la grazia del suo Dio. Non c’è quindi da meravigliarsi che il capitolo si concluda con l'adorazione a Dio! Quando vediamo Dio e la Sua verità, il nostro cuore è purificato, la comunione è ristabilita e la gioia ritorna al mattino.

Questo è la stessa esperienza che dobbiamo attraversare. Quando perdiamo la prospettiva divina, non riusciamo a vedere la mano di Dio, e la nostra mente è annebbiata dal miscuglio di verità ed errore, anche noi dobbiamo tornare alla presenza di Dio, per abbandonare i nostri dubbi, risentimenti e paure, e permettere a Lui di parlarci. Solo attraverso la Sua voce e visione potremo essere ristabiliti.

Osservazioni

Nel leggere questo capitolo, vi siete accorti dell’opera di Satana nella vostra mente? Avete cominciato a vedere più chiaramente la differenza tra la voce dell’accusatore e quella del Consolatore? Avete riconosciuto le menzogne generalizzate e negative dal nemico, che avete accettavano e interiorizzato? Avete visto Dio all'opera nella vostra vita e circostanze? Prendete adesso un po’ di tempo per andare alla presenza di Dio. Tranquillizzate il vostro cuore, rivolgetevi alla voce e visione spontanea di Gesù e scrivere le vostre domande, dubbi e paure nella preghiera a Dio. Quindi rimanete all’ascolto della Sua risposta e cercate la sua visione. Annotate quello che vedete e sentite. Gioite nella bontà di Dio!

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INCUBARE SOLO CRISTO

Avete mai notato che si può andare tranquillamente per la propria strada, godere la vita, lodare Dio, contenti di essere vivi, quando improvvisamente, in pochi minuti o addirittura secondi, il risentimento ola depressione esplodono dentro di voi e tutta la vostra gioia si dissolve nel nulla? Come può un drastico cambiamento di spirito verificarsi così rapidamente? Quali ne sono le cause? C'è qualcosa che possiamo fare per impedirlo o almeno per prevenirne le conseguenze?

Nel diventare più consapevole delle parole dell'accusatore e del Consolatore dentro di me, diventavo anche più consapevole di tali improvvisi “sbalzi di umore”, e mi davano fastidio. Cercavo sinceramente la rivelazione da parte di Dio riguardo la loro origine e la liberazione da esse. Infine, una Domenica mattina mi sono inginocchiato davanti all'altare della chiesa di cui ero allora pastore, e ho invocato Dio per ricevere saggezza. Là, Dio mi ha fatto considerare l'insegnamento di due grandi profeti del nostro tempo, il Dr. Paul Cho e Kenneth Hagin, che ha rivoluzionato la mia vita, così come quella dei miei studenti.

Mi sono reso conto che il nostro spirito ha cinque sensi fondamentali, proprio come il nostro corpo fisico. Se siamo diligenti nel riempire continuamente tutti e cinque questi sensi con la presenza di Dio, e solo con questa, saremo in grado di vivere nella realtà di Filippesi 4:8: “Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose.”

Qui sta la libertà, la gioia e la vita abbondante, promessa a noi come figli di Dio! Quali sono questi cinque sensi spirituali? Abbiamo già considerato i prime due: gli orecchi e gli

occhi del nostro cuore. Il nostro spirito ha inoltre un atteggiamento interiore, una volontà interiore e emozioni interiori. Probabilmente avrete imparato, come anche io, che la mente, la volontà e le emozioni sono le funzioni dell'anima. Con uno studio attento della Scrittura, ho però scoperto che, mentre queste tre capacità possono essere utilizzate a livello dell’anima, possono essere anche utilizzate al livello più profondo dello spirito.

Sono questi i cinque sensi alla fonte della creatività nell'essere umano. È attraverso di loro che le realtà spirituali sono generate nel mondo fisico. I cinque sensi sono sempre in funzione e sempre in una qualche fase del processo di incubazione. Essi possono essere riempiti o da Satana o dallo Spirito Santo, producendo in noi o morte e disperazione o speranza e vita. Come ci sono tre fasi nella nascita fisica, così ci sono tre fasi nella nascita delle realtà spirituali nella nostra dimensione, come segue.

Concezione:

• Si verifica quando l'orecchio interiore ascolta una parola o da satana o dallo Spirito Santo, e

• L'occhio interiore ha una visione o da satana o dallo Spirito Santo.

Incubazione:

• Quando la mente interiore medita la parola e visione,

• La volontà interiore è attivata e iniziamo a pronunciare quello che riempie i nostri cuori, e

• Le nostre emozioni interiori sono attivate e ci portano ad agire in base a questa parola e visione.

Nascita:

• Nella pienezza del tempo, la realtà spirituale diventa realtà fisica.

Come si verifica questo nella vostra vita quotidiana? Supponiamo che veniate in chiesa una Domenica mattina, pieni di amore e gioia nel Signore. Guardate verso l'altro lato del corridoio e vedete lì seduta la vostra migliore amica. Rivolgete a lei un grande sorriso e un cenno amichevole, ma questa non vi risponde! La sua espressione sembra essere piuttosto severa mentre volge la testa dalla parte opposta.

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Immediatamente l'accusatore è al lavoro nella vostra mente: “Ma cosa le è preso alla sorella Susie?” Sembra essere proprio di cattivo umore oggi. Infatti, credo che non sia stata lei stessa per diverse settimane. Non sorride più. Probabilmente si sente in una condizione di peccato! Credo sia tutto qui il problema. Me ne aveva parlato un po’ di tempo fa. Probabilmente è coinvolta in una situazione peccaminosa. Forse si è sviata! Beh, dopotutto non ho mai pensato che lei fosse mai stata una buona cristiana. Non era neanche davvero una buona amica, e neanche del tutto spirituale per una del mio tipo.”

Durante tutta la predicazione, la vostra mente è al lavoro, accogliendo quella parola accusatrice: vedete una immagine della vostra sorella nella fede in condizione di peccato, e la fine della vostra amicizia; riflettete con la mente interiore tutta la sporcizia che satana ha da offrire. Alla fine della predicazione, il vostro cuore è pieno di menzogne e la vostra bocca deve parlare. Vi voltate verso la persona vicino voi e dite (con grande dolore religioso): “Hai notato la sorella Susie in questi ultimi mesi? Penso proprio che sia andata lontano dal Signore. Si sta separando dalla comunione delle sue sorelle in Cristo e sappiamo cosa questo significhi. È profondamente coinvolta nel peccato…” Mentre il veleno fuoriesce dalla vostra bocca, le vostre emozioni sono agitate al punto in cui siete spinte ad agire in base alle vostre convinzioni. Come vedete Susie uscire dalla porta laterale, evitate con soddisfazione ogni contatto con lei e con orgoglio vi fate strada verso la porta sul retro per stringere la mano al pastore.

Ma supponiamo che nel momento in cui l’accusatore avesse pronunciato le sue parole menzognere al vostro cuore, voi le avreste immediatamente respinte, opponendovi alla sua lingua accusatrice e vi foste rivolte a Cristo, per ascoltare una parola della verità. Quale sarebbe stato il risultato? Probabilmente il Consolatore avrebbe detto: “Tua sorella sta attraversando un momento molto difficile. In quest'ora di prova, si sente che l’ho abbandonata. Lei non riesce a sentire il Mio amore e, dato che si sente separata da me, si sente indegna del tuo amore. Ma più di tutto, ha bisogno di sentire il tuo amore e la tua accettazione oggi. Voglio che tu sia le Mie mani e braccia verso di lei. Voglio darle un abbraccio e farle sapere quanto la amo.”

Durante tutta la predicazione, ancora una volta la vostra mente è occupata pensando alla rhema e visione che avete ricevuto. Ma questa volta, è per portare l'amore e la vita al vostro spirito. Non appena la riunione è terminata, andate velocemente da Susie e parlate di ciò che riempie il vostro cuore. Nel seguire le vostre emozioni interiori di amore e di compassione, mettendo le braccia intorno a lei e sussurrando: “Dio ti ama così tanto, e così faccio io”, lacrime di guarigione iniziano a scorrere, l'amicizia è ripristinata e la sua fede si rinnova.

La scelta è nostra. A chi daremo ascolto? Quali parole mediteremo? Quali emozioni ci riempiranno e ci motiveranno a parlare e agire? Saremo portatori di condanna o di riconciliazione? Porteremo sofferenza o guarigione a chi andiamo incontro?

Un altro esempio: Supponiamo che il vostro datore di lavoro vi offra una promozione. Questa comporterà una maggiore responsabilità e richiederà l’apprendimento di alcune nuove competenze. Immediatamente il nemico insinua: “Tu non vuoi questo lavoro! Non hai bisogno di questo tipo di problemi. Tutto sta andando bene così com'è. Non ti creare i problemi da solo. Se accetti questa posizione, la gente farà più affidamento su di te. Se fai un errore, tutti lo vedranno e daranno la colpa a te. E tu sai che l'errore lo combinerai. Sei troppo vecchio per imparare qualcosa di nuovo. È troppo difficile. Non ce la puoi proprio fare.”

Nel parlarne con vostra moglie, quella stessa sera, l'immagine del fallimento cresce sempre più grande. Non solo causerete problemi nel vostro reparto, farete perdere denaro a tutta l'azienda. Andranno in fallimento, perderete il vostro lavoro e il rispetto di tutti i vostri amici, perché sapranno che l’azienda sarà stata chiusa per colpa vostra. La paura vi stringe il cuore e la mattina dopo dite al vostro capo: “No, grazie. Sono soddisfatto esattamente dove sono.”

Ma cosa accade se respingete le parole del bugiardo nell’istante in cui queste appaiono alla vostra mente? Cosa invece vorrebbe dire lo Spirito Santo? Probabilmente potrebbe sussurrarvi: “Che meravigliosa opportunità continuare a crescere e imparare cose nuove! Sei riempito con la Mia forza e saggezza, in modo che sarai in grado di diventare esperto in questo nuovo settore di competenza. Se metti la tua fiducia in Me e mediti sulla Mia Parola, renderò il tuo cammino un successo. Puoi compiere ogni cosa perché la Mia forza riempie la tua vita.” Una visione di successo riempie la vostra vita; e, mentre meditate le parole di vita, determinate nel vostro spirito di fare del vostro meglio attraverso Cristo e di accettare con gratitudine la nuova posizione.

Spero che stiate iniziando a vedere la coerenza con la quale questa catena di eventi ha luogo all'interno del nostro spirito. Che ne siate coscienti o no, i nostri cuori sono in costante processo di creazione per realizzare nella terza dimensione ciò che è stato concepito nel regno spirituale.

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Pertanto, è imperativo che presentiamo gli occhi e orecchi del nostro cuore solo a Cristo, per essere riempiti da Lui, di modo che il frutto pacifico della giustizia possa nascere attraverso di noi.

Gesù ha detto: “La lampada del corpo è l'occhio, se dunque il tuo occhio è sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se il tuo occhio è malato, anche tutto il tuo corpo sarà pieno di tenebre” (Luca 11:34-36). Gli occhi del nostro cuore sono uno degli strumenti più potenti per il bene o il male che Dio abbia creato dentro di noi. Credo che l'attenzione dei nostri occhi interiori fornisca la dinamica più potente della nostra vita. Ci viene detto di “fissare i nostri occhi su Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede” (Ebrei 12:2). Solo concentrando i nostri occhi interiori su Gesù, questi possono vedere chiaramente e tutto il nostro corpo essere pieno di luce. Se non li offriamo volontariamente a Cristo, per essere riempiti con la Sua luce divina, verranno automaticamente riempiti da Satana, portando il buio della lussuria, paura, fallimento e inadeguatezza, al nostro corpo intero.

Una volta che abbiamo ascoltato la parola di Dio e visto la Sua visione, dobbiamo incubarla nel nostro spirito, permettendo alla nostra mente interiore, volontà interiore ed emozioni interiori, di diventare saturi della parola e visione da Dio. In questo modo diventiamo “gravidi” con i propositi di Dio e portiamo il Suo potere sovrano nel mondo. Per compiere questo, la nostra mente interiore riflette solo i pensieri di Dio, mai i dubbi la negatività di Satana. Noi scegliamo con la nostra volontà interiore di parlare con la fede ciò che Dio ha parlato. Così come le nostre emozioni si riempiono con la visione di Dio, ci motivano ad agire in fede sul fondamento delle promesse gloriose di Dio, per aspettarci un miracolo. Nella pienezza del tempo di Dio, non del nostro, Egli realizzerà la Sua promessa, dando gloria al Suo nome. Per fare in modo che non siamo noi a pretendere di sostituirci alla Sua gloria, Egli attenderà fino a quando avremo smesso di cercare di realizzare le Sue promesse con i nostri sforzi. Quando sarà del tutto evidente a tutti che questo non può essere realizzato nella dimensione naturale, Egli lo farà in modo soprannaturale.

Abrahamo, il Padre della Fede

Abrahamo è un classico esempio di questa esperienza. In Genesi 12:2, Dio ha pronunciato una parola rhema nel cuore di Abramo: “Io vi farò una grande nazione.” Che promessa gloriosa! Che parola positiva, edificante, gioiosa! Con il “journaling” e l’ascolto della voce di Dio, anche voi troverete che le parole di Dio sono gloriose, positive, edificanti e gioiose. Egli prometterà di fare grandi cose anche attraverso di voi. Satana cercherà di rubare queste parole di verità con le sue accuse: “Dio non si può servire di te. Guarda chi sei.” Ma lo Spirito Santo soffia nuovamente dentro i nostri cuori condannati e scoraggiati: “Mi servirò di te. Guarda a chi IO SONO!”

Undici anni dopo, Abramo ha avuto un'altra visita da parte del Signore. Questa volta, Dio gli ha fatto vedere le stelle del cielo e la sabbia del mare in una visione: “Così sarà la tua discendenza”, ha detto. Ecco Abramo, a 86 anni e senza figli. Come risponde a una simile promessa straordinaria? “Abramo credette nel Signore…” Abramo avrà creduto alla parola rhema pronunciata a lui tanti anni prima, perché ha agito in obbedienza ad essa. Tuttavia, la fede che era venuta come risultato della visione è stata così profonda e potente da essere degna di menzione nella Parola. Tale è il potere della visione. Solidifica la promessa, dando sostanza a ciò che non può essere visto nel naturale.

Dopo avere ricevuto la parola e visione, Abramo ha riempito la sua mente interiore solo con pensieri di fede: «Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: “Così sarà la tua progenie”. E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già reso come morto (avendo egli quasi cent'anni), né al grembo già morto di Sara. Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo....» (Rom. 4:17-22).

Nonostante il trascorrere degli anni senza vedere la manifestazione fisica della promessa di Dio, Abramo non ha vacillato nella fede ma ha riempito la mente del suo cuore con le parole e la visione che aveva ricevuto dal Signore.

Sono trascorsi altri tredici anni senza la nascita di un bambino. Infine, Dio è apparso di nuovo con un comando ad Abramo: “E non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poiché io ti faccio padre di una moltitudine di nazioni (Genesi 17:5). In altre parole, ogni volta che da quel momento in avanti Abrahamo avrebbe pronunciato il proprio nome, avrebbe affermato la sua fede nella parola di Dio: “Ciao, io sono un padre di una moltitudine.” “Quanti figli hai?” “Be’, per ora nessuno, ma Dio me li ha promessi!”

È importante notare in quale momento è stato dato il comando per affermare la promessa. Abrahamo aveva meditato la Parola e la visione da Dio per ventiquattro anni. Egli aveva concepito, aveva incubato, era “gravido” con le promesse di Dio!

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Quando affermiamo parole di fede, sembriamo pazzi agli occhi del mondo incredulo, e come risultato siamo spesso derisi e criticati. Se questa opposizione si dovesse verificare quando il seme è ancora piccolo e non fermamente stabilito, ci porterebbe sarebbe facilmente ad annullare la visione e abbandonare la parola ricevuta. Ma se arriva la persecuzione contro di noi quando siamo vicini alla realizzazione della promessa, abbiamo la forza per dire: “Io so che questo è vero. Questa parola è cresciuta dentro di me ed è pronta a manifestarsi a questo mondo. Nulla potrà mettere a tacere la mia affermazione!”L’affermazione è una parte vitale del processo di creazione, ma obbedire alla parola di Dio per pronunciarla al momento giusto è altrettanto importante quanto affermarla.

Dio ha dato ad Abrahamo anche il comando della circoncisione quando aveva 99 anni (Genesi 17:10-24). Nessun riferimento era stato fatto circa le condizioni del patto fino a questo punto. Tuttavia, Abrahamo era talmente in sintonia con lo Spirito Santo che è stato mosso all'obbedienza immediata: “In quello stesso giorno Furono circoncisi Abrahamo e Ismaele suo figlio” (Genesi 17:26). Si noti che il Signore ha continuato a dare istruzioni ad Abrahamo in merito alla sua preparazione per il miracolo durante la fase di incubazione .

Nel naturale, una donna incinta fa molte cose per prepararsi per la nascita del suo bambino. Ha una buona cura della salute, mangia con attenzione e in modo nutriente, prende grandi dosi di vitamine, fa esercizi, prepara il corpo e la mente per il parto, e organizza una stanza speciale per il suo piccolo. Allo stesso modo, dobbiamo fare certe cose per preparare la nascita della visione nella nostra vita. Dio ci dirà cosa fare e quando farlo. Dobbiamo solo essere immediatamente obbedienti alla Sua parola. Non basta dire: “Dio me lo ha promesso venti anni fa.” Dovete sapere quello che Egli dice riguardo a questa promessa oggi.

Infine, dopo venticinque anni di attesa, è scaturito il potere creativo di Dio ed Isacco è nato. Tuttavia, questa non è tutta la storia. Durante il periodo di attesa, Abrahamo ha commesso un errore: “E Abramo diede ascolto alla voce di Sarai” (Genesi 16:2). Era comprensibile. Era trascorso molto tempo dalla promessa. Forse Dio aspettava di fare qualcosa di diverso. Forse era il tempo per una riunione di commissione per vedere come avrebbero potuto aiutare Dio a realizzare i suoi obiettivi. Così Abrahamo ha dimenticato la voce di Dio per un momento, per dare invece ascolto alla saggezza terrena.

La volta successiva che Dio è venuto a parlare con lui, con orgoglio Abrahamo ha sottolineato i risultati dei suoi sforzi e ha detto: “Oh, possa Ismaele vivere davanti a te!” In altre parole: “Vedi quello che abbiamo fatto, Signore? Abbiamo fatto un bambino, proprio come hai detto Tu. Va bene così? Questo è il compimento della tua promessa. Vero?” Ma Dio ha risposto: “No...” (Genesi 17:18,19). I nostri sforzi non possono raggiungere gli obiettivi di Dio. Fintanto che cerchiamo noi di realizzarli, il nostro tentativo diventa un ostacolo e la visione rimane incompiuta. Solo quando i nostri sforzi sono esauriti e ogni speranza naturale è svanita, allora Dio può in modo soprannaturale muoversi, compiere la Sua promessa e portare gloria a Sé stesso

Riassunto

La tabella alla fine di questo capitolo riassume le idee fin qui presentate. Il procedimento è costante. Spetta a noi stabilire quale voce e visione fare nascere attraverso di noi.

Osservazioni

È importante che voi diate a Dio la possibilità di applicare alla vostra vita le verità che avete appreso. Se avete effettivamente speranza di ricevere indicazioni da Dio, è necessario incontrarvi con Lui, parlare con Lui e ascoltarLo. Prendete il vostro diario di preghiera e andate in un luogo tranquillo in cui Egli può rivelarsi a voi. Che sogni vi ha dato? Avete rinunciato ai vostri sogni? Continuate a meditarli nel vostro cuore? Li state affermando così come Dio li dirige? State ascoltando e obbedendo a ogni parola che il Signore pronuncia a voi, preparando voi la strada per il loro compimento? Vi state riposando dalle vostre opere permettendo a Dio di operare attraverso di voi?

Andare più in Profondità

Per un fondamento teologico di questo concetto, si veda Sense Your Spirit (Percepite il Vostro Spirito) di Mark e Patti Virkler, disponibile sul sito web “Communion With God Ministries” www.cwgministries.org. Per uno studio completo dei cinque sensi dello spirito umano, e di come riempirli con Dio, si veda Spirit Born Creativity (Creatività Nata dallo Spirito) di Mark e Patti Virkler, disponibile anche in “Communion With God Ministries”.

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Incubare Solo Cristo

Riempire con la Sua presenza tutti e cinque i sensi del cuore

SENSI UTILIZZO ESEMPIO BIBLICO FASE

1. Orecchio Interiore(Giovanni 5:30)

Ricevere la Rhema di Dio Genesi 12:1-3

CONCEPIMENTO

2. Occhio Interiore(Apocalisse 4:1)

Ricevere la Visione di Dio Genesi 15:5,6

3. Mente Interiore(Luca 2:19)

Meditare i Pensieri di Dio Romani 4:20,21

INCUBAZIONE4. Volontà Interiore(Atti 19:21)

Pronunciare la Rhema di Dio Genesi 17:5

5. Emozioni Interiori(I Re 21:5)

Agire sulla Rhema e Visione di Dio

Genesi 17:23

RISULTATO

Morte della Visione. “Io” non sono in grado

di realizzarla.

Genesi 16:2

Genesi 17:18,19

NASCITA

RisurrezioneSoprannaturaledella Visione

“Al compimento del tempo, Dio realizza la visione”.

Genesi 21:1,2

Galati 4:4a

“Tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede” (Ebrei 12:2)

“Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine, il primo e l'ultimo” (Apocalisse 22:13).

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VEDERE DIO NEL PASSATO

“Beati i puri di cuori perché essi vedranno Dio.” Ma che dire di quei momenti in cui non riesco a vedere Dio? Che dire di quelle terribili esperienze del mio passato che tanto mi hanno traumatizzato e ancora oggi hanno effetto su di me? Che cosa dire dei momenti spaventosi in cui ho pensato che Dio non fosse presente? Come può il mio cuore essere purificato e guarito dalle ferite che ho ricevuto ancora prima di conoscere Cristo?

Solo il nostro Counselor Meraviglioso, che vive oltre il tempo, può essere con noi contemporaneamente nel presente e nel passato. Cristo è l'eterno IO SONO. Egli non è mai il “IO ERO” né “IO SARÒ”, ma solo “IO SONO”, per sempre nell'attimo presente. Egli esiste al di là del tempo, che non ha alcun potere di limitarLo. È altrettanto facile per Lui essere presente in un momento nel vostro passato che essere presente nel qui e ora. Infatti, Egli è presente nel vostro passato nel momento stesso in cui Egli è presente nel vostro ora e nel tuo futuro. Egli è ovunque e sempre presente. Egli è il Dio del qui e ora, e ogni attimo di tempo è per Lui, in ogni momento, il qui e ora. Questi concetti sono troppo grandi per essere compresi dalla nostra mente, ma sono comunque reali.

Sono reali, perché Cristo è onnipresente e vive nella atemporalità. Egli è in grado di applicare la guarigione totale ad ogni ferita interiore del nostro passato. Questa esperienza è definita con vari nomi: guarigione interiore, guarigione dei ricordi, guarigione profonda, guarigione dell'anima. Il nome non ha importanza, se non come modo per riassumere molte verità della Scrittura. In sostanza, le ferite interiori profondo del passato sono guarite attraverso il perdono, nel permettere a Cristo di attraversare la scena dei nostri ricordi con l'amore che guarisce.

Ci sono molte cose che guarigione interiore non è: 1) Non è una auto esplorazione delle ferite interiori per essere guariti. Non siamo noi a scavare nei

nostri ricordi per portare in superficie ogni esperienza negativa che possiamo trovare. È Cristo che con gentilezza riporta lentamente alla nostra coscienza un'esperienza che Egli vuole toccare.

2) La guarigione interiore non è una nostra costruzione di una nuova situazione. Nell'insegnamento della New Age c'è un forma di guarigione interiore in cui le parole o le azioni che procurano memorie dolorose sono sostituite da altrettante parole di amore e gentilezza. Una tale ristrutturazione del passato non è mai l'opera dello Santo Spirito, perché è costruita su menzogne, e Lui non può mentire. Invece, la vera guarigione interiore si verifica quando si vede Cristo in movimento liberamente all'interno della situazione, così come questa ha effettivamente avuto luogo.

3) La guarigione interiore non è un elenco di formule, anche se io la presento in modo strutturato. La guarigione interiore, così come tutto il counseling da Dio, è un incontro vivente con Dio vivente.

Sono stati scritti ottimi libri sulla guarigione interiore, soprattutto negli ultimi anni. Raccomando vivamente Healing for Damaged Emotions (Guarigione dalle Emozioni Danneggiate), di David Seamonds, e You Can Be Emotionally Free (Potete Essere Emotivamente Liberi), di Rita Bennett, per tutti coloro che sono interessati a una maggiore comprensione di questo ministero.

Certamente in un breve capitolo non è possibile dire tutto quello che dovrebbe essere detto sull'argomento. Mi limiterò invece a fornire una panoramica del percorso di guarigione, come illustrato nel ministero di Gesù, nel Vangelo di Giovanni.

La storia ha inizio la sera prima della crocifissione di Gesù. Pietro, forte, dinamico ed esuberante, aveva fatto un tentativo per difendere il suo migliore amico. Brandendo una spada contro i soldati, aveva cercato di liberare Gesù, ma era riuscito solo a tagliare l'orecchio di un uomo. Invece di ricevere apprezzamento e gratitudine, Gesù lo aveva rimproverato, e aveva rimesso a posto l'orecchio. Ora Gesù era sotto processo davanti al sommo sacerdote e sembrava che non ci fosse nulla che Pietro potesse fare. Pietro ha quindi atteso nel cortile per avere qualche notizia, non volendo essere troppo lontano dal suo Maestro.

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Come si è seduto con gli altri nel cortile, per scaldarsi davanti a un fuoco di carbone, una donna di servizio ha esclamato: “C'eri anche tu con Gesù il Galileo!” Preso dalla paura, Pietro ha negato il fatto e si è allontanato dalla ragazza.

Dopo un po', un altro servitore ha ripetuto l'accusa e di nuovo Pietro ha negato di avere perfino conosciuto Gesù. Alla fine, uno dei presenti ha affermato: “Si capisce dal tuo modo di parlare. Tu sei uno dei suoi seguaci.” Subito Pietro ha cambiato il suo modo di parlare e ha iniziato a imprecare e giurare, dicendo: “Non conosco quell'uomo!" Come il gallo ha annunciato l' arrivo di un nuovo giorno, Pietro è uscito e ha pianto amaramente. In nessun altro momento nella Scrittura, Pietro viene visto piangere. Evidentemente, questo è stato un evento che avrà provocato in lui una profonda ferita. Infatti, come risultato, ha voltato le spalle alla sua missione ed è tornato al suo impiego precedente.

Erano già trascorsi diversi giorni e Gesù era apparso a molti dei Suoi discepoli in molti luoghi. Era andato perfino sulla riva del lago di Galilea, dove un pescatore, grande e grosso, stava cercando di lasciarsi il passato alle spalle e andare avanti con la sua vita. Al mattino presto, Gesù è apparso a lui e ai suoi amici che erano a pesca insieme. Ha preparato loro una colazione di pesce e pane su un fuoco di carbone. Dopo avere mangiato, Gesù ha iniziato a chiedere a Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu?” Pietro ha risposto: “Certo, Signore, tu lo sai che io ti amo.” Gesù ha replicato: “Pasci i miei agnelli.” Ancora una volta, Gesù gli ha rivolto la stessa domanda, Pietro ha dato la stessa risposta e Gesù ha pronunciato un affermazione simile. E ancora per terza volta, la conversazione è stata ripetuta.

Qual'era tutto il punto di questo incontro? Sono convinto che Gesù stesse ministrando la guarigione interiore alle ferite profonde di Pietro conseguenti al suo rinnegamento di Cristo per tre volte. Si noti la correlazione nella tabella seguente:

Il Percorso di Guarigione Interiore

1.I Passi Un Esempio Biblico

(Pietro: Luca 22:54-62; Giovanni 21:2-17)

2. Attraverso la visione, tornare a vedere

la ferita interiore.

Il fuoco di carboneAl crepuscolo, al mattino presto

La triplice affermazione

3.Attraverso la visione, invitare Gesù

a rivelare Sé stesso nella scena.

“Gesù si presenta sulla riva del lago…”

4.Attraverso la visione,

permettere a Gesù di agire liberamentee guarire la ferita interiore

con la Sua presenza amorevole.

Le affermazioni di Gesùche confermano il Suo amore:

“Pasci i miei agnelli.” “Abbi cura delle mie pecore.” “Pasci le mie pecore.”

Esaminiamo ora ogni passo del percorso di guarigione interiore per vedere come è stato applicato a Pietro.

1) Attraverso la visione, tornate a vedere la ferita interiore

È importante rivedere realmente la scena e sentire almeno una piccolo parte delle emozioni che avete provato in quel momento. Non coinvolgetevi però troppo nelle emozioni al punto da non potere vedere Cristo lì presente. Se l'esperienza è stata troppo emotiva e traumatizzante, Gesù può scegliere di portarvi ad una scena poco dopo l'evento. Tuttavia, l'utilizzo della visione è essenziale.

Notate come Gesù ristruttura la scena dolorosa di Pietro: L’incontro con Pietro si verifica al crepuscolo, vicino a una fuoco di carbone (Questi due passaggi - Giovanni 18:18 e 21:9 - sono le uniche volte in cui si parla di un fuoco di carbone nel Nuovo Testamento). E per tre volte è pronunciata un affermazione.

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2) Attraverso la visione, invitate Gesù a rivelarsi nella scena

La guarigione avviene solo quando siamo toccati da Gesù. Egli era effettivamente lì quando si è verificato l'evento doloroso. Potremmo pensare: “È stato troppo terribile! Lui non era certamente presente.” Eppure il Salmista Davide dice: “Se salgo in cielo, tu sei là; se stendo il mio letto nello Sceol, ecco, tu sei anche là” (Salmo 139:8). Non c'è posto o esperienza così negativi da impedirgli di essere presente. Chiediamo semplicemente a Lui di aprire i nostri occhi per vedere cosa stava operando e cosa intendeva operare se glielo avessimo consentito.

In Giovanni 21:4-17 “Gesù si è presentato sulla riva del lago....” Si è avvicinato a Pietro ed è entrato nella scena del suo fallimento e dolore.

3) Attraverso la visione, permettete a Gesù di agire liberamente e guarire la ferita interiore con la Sua presenza amorevole

Voglio nuovamente evidenziare che non è nostra intenzione indurre visioni artificiose. Gesù era effettivamente lì nella nostre esperienze dolorose. È stata la nostra mancanza di visione e le emozioni travolgenti che ci hanno impedito di vederLo. Egli era all'opera e in movimento, anche se non abbiamo potuto percepire la Sua presenza. Ora, che i nostri occhi sono aperti, vediamo Cristo e ne siamo guariti. Ho fatto anche attenzione a dare indicazioni su ciò che possiamo vedere di quello che Lui stava operando, perché Egli è così creativo che le possibilità sono senza limiti. Posso tuttavia dire abbastanza fiduciosamente che Egli probabilmente opererà diversamente da ciò che vi aspettate da Lui. Dal nostro punto di vista distaccato, potremmo dire: “Poteva fare questo o dire quello.” Ma tali teorie non portano la guarigione alla nostra anima. Solo l'esperienza con il Cristo vivente ci può liberare.

Ci sono molte verità nella conversazione di Gesù con Pietro, ma ne prenderemo in considerazione una in particolare. Qual'è stata la risposta di Gesù all'affermazione di affetto da parte di Pietro? “Pasci i miei agnelli.” “Abbi cura delle mie pecore.” “Pasci le mie pecore.” In altre parole, Gesù stava dicendo: “Io ti perdono, Pietro. Io ti accetto e voglio che tu continuai il ministero che ti ho dato. Sei totalmente riabilitato.”

Non avrebbe potuto Gesù stringergli semplicemente la mano e dire: “Io ti perdono, Pietro. Và avanti”? Perché impegnarsi a re-impostare la scena del suo dolore? Per il fatto che le emozioni al livello spirituale non corrispondono a fattori cognitivi. Lo spirito parla il linguaggio delle immagini e solo attraverso la visione può lo spirito essere toccato e guarito.

Riassunto

Attraverso il ministero di Gesù, che noi definiamo “guarigione interiore”, siamo in grado di vedere Cristo anche in mezzo alle esperienze dolorose del nostro passato. Nel presentare gli occhi del nostro cuore a Lui, chiedendogli di rivelare la Sua presenza e opera in questi eventi, Egli spesso ci invita a perdonare coloro che sono stati responsabili del nostro dolore. Non che in alcun modo condoniamo le loro parole o azioni, ma perdonando siamo liberi di ricevere il perdono e la guarigione da Dio. Quelli che ci hanno ferito sono a loro volta liberi attraverso il nostro perdono per essere toccati dal potere di guarigione dello Spirito di Cristo.

Osservazioni

La guarigione interiore può avvenire in molti modi diversi. Spesso avviene in momenti particolari di preghiera quando presentiamo il nostro dolore e rancore al Signore. Egli ci dà la rivelazione e la prospettiva divina e siamo guariti e ristabiliti. Per me, la guarigione interiore avviene spesso quando prendo nota del mio dialogo con Dio. Dopo che ho espresso i miei sentimenti al Signore, Egli risponde con l'amore e la grazia e, di nuovo, la prospettiva divina viene ripristinata. Molta della guarigione interiore avviene “naturalmente” (soprannaturalmente) come risultato della nostra crescita nel Signore. La crescita in conoscenza, comprensione, e una più profonda esperienza in Lui, producono la guarigione. La guarigione interiore può anche verificarsi quando una o due persone pregano con noi. Questo modo è particolarmente efficace quando incontriamo ostacoli che ci impediscono di permettere a Cristo di completare l'opera.

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Se siete consapevoli di una vostra necessità di guarigione interiore, vi incoraggio a presentarvi prima direttamente al Signore attraverso l'annotazione del vostro dialogo con Lui. Ricordate di utilizzare la visione nel rivedere le vostre esperienze. Annotate tutto quello che accade nel vostro cuore. Se non trovate sollievo da soli in questo modo, dovreste rivolgervi a qualcuno che abbia stabilito una ministero di preghiera di guarigione interiore e che sia conosciuto come affidabile.

Il nostro Counselor Meraviglioso vuole liberarvi da ogni risentimento, ferita, delusione, amarezza, paura e fallimento del passato, che vi legano e vi derubano della vostra gioia in Lui. Quando Lo riconoscerete in ogni esperienza della vostra vita, il vostro cuore sarà guarito.

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DALLA PAURA ALLA FEDE

L'emozione probabilmente più paralizzante che può sopraffarci è la paura. Nessun'altra emozione è in grado di annullare in modo altrettanto efficace la nostra fede, soffocare la nostra gioia, disturbare la nostra pace e ostacolare il nostro cammino con il Signore. La paura è un sentimento talmente diffuso nella nostra società che sono stati istituiti molti centri specializzati per aiutare le persone a superare le loro paure, o almeno ad imparare a conviverci. Per portare liberazione dall'oppressione, sono utilizzati molti metodi diversi, ma in questo capitolo ne prenderemo in considerazione solo uno in particolare: lo spostamento dalla paura alla fede attraverso l'ascolto della rhema, una parola da Dio.

“Nell'amore non c'è paura, anzi l'amore perfetto caccia via la paura...” (I Giovanni 4:18). Gesù è venuto a guarirci dalla nostra paura. La paura è il risultato di una incubazione della valutazione menzognera di Satana nei riguardi della vita. La fede è il risultato di una incubazione della prospettiva dal Signore, che è piena di grazia e di verità.

La paura non è semplicemente un problema psicologico. La sua radice è nella rhema satanica, che fa della paura un problema spirituale. La Bibbia afferma:

“Perché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortezze, affinché distruggiamo le argomentazioni ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e rendiamo sottomesso ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo (II Corinzi 10:4,5).

Paolo insegna chiaramente che i nostri processi di pensiero sono, in gran parte, di natura spirituale. Pertanto, quando la nostra mente ricevere un pensiero negativo che ci attira verso il modello di paura, siamo coinvolti in una guerra spirituale che può essere vinta solo con con mezzi spirituali. La paura è distrutta sostituendo la rhema di satana con la rhema di Dio.

Di che cosa abbiamo paura e ci preoccupiamo? Gli studi hanno indicato che ben il 92% delle nostre preoccupazioni non sono giustificate, sia perché coinvolgono cose che non accadranno mai, o cose del passato che non possono essere modificate attraverso le preoccupazioni, o cose di minore importanza che non giustificano lo sforzo della preoccupazione. Se esaminate le vostre preoccupazioni, troverete probabilmente che questa osservazione è vera anche per voi. Di conseguenza, la stragrande maggioranza delle vostre preoccupazioni sono uno spreco di tempo e di energia, che in pratica è tempo trascorso alla costruzione del regno delle tenebre. Ricordate che la preoccupazione è una forma di incubazione. Alla fine, quello che cresce dentro di noi dovrà essere consegnato in qualche forma nel mondo fisico.

Tuttavia, anche all'8% delle nostre preoccupazioni, che potrebbero essere considerate come legittime, non dovremmo permettere di portare negativismo e paura nel nostro cuore e nella nostra mente. Ma se questi problematiche sono effettivamente importanti, come dovrebbero allora essere trattate, se non con preoccupazione?

“Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento” (Filippesi 4:6).

Ecco allora la soluzione alla paura e preoccupazione: la preghiera, più la supplica, più il ringraziamento, equivalgono a libertà. Probabilmente avrete già sentito parlare di questa formula, l'avrete provata e trovata vuota, rituale e priva di significato. Avete ragione, è vuota e senza senso, a meno che nella vostra preghiera non contattiate il Counselor Meraviglioso e ascoltiate le Sue parole di rhema, personalizzate a voi sull'argomento. Le formule meccaniche non rimarginano le ferite spirituali. Gli esercizi accademici non liberano lo spirito dalla schiavitù della menzogna. Solo un incontro vivente con il Cristo vivente è in grado di trasformare il vostro cuore di paura in un cuore di fede.

Pertanto, la “formula” o i passi per passare dalla paura alla fede sono in pratica:

1) Con la preghiera e l'invocazione, fate conoscere le vostre esigenze al Signore. Presentate tutte le vostre necessità, ansietà e preoccupazioni, che tengono prigioniera la vostra mente.

2) Entrate nella tranquillità alla presenza di Dio.

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3) Ricevete la rivelazione da Dio. Ascoltate le Sue parole e osservate la Sua visione della vita. 4) Rispondete con adorazione e ringraziamento. Non ci sarà bisogno che vi sia ricordato di

farlo. Questa sarà una risposta automatica del vostro cuore alla presenza risanatrice di Cristo. Prendiamo ora in considerazione un esempio biblico di questo procedimento. Il Salmo 61 è un

salmo di Davide, che ha inizio con un cuore colmo di paura e che termina in adorazione. “O DIO, ascolta il mio grido; sii attento alla mia preghiera. Dall'estremità della terra io grido a te,

mentre il mio cuore si strugge; conducimi tu alla rocca che è più alta di me, perché tu sei stato un rifugio per me e una torre fortificata davanti al nemico. Io abiterò nella tua tenda per sempre cercherò rifugio all'ombra delle tue ali” (Sela)” (vv. 1-4).

Davide invoca il Signore per ricevere riparo e difesa. Il suo cuore viene meno per la paura. Si sente lontano da Dio, come all'altra estremità della terra, ma sa che Dio è stato la sua protezione in tempi passati. Così si avvicina al Signore e presenta i suoi sentimenti e la sua richiesta.

Alla fine del versetto quattro, notiamo una parola ebraica, Sela, che ha il significato di “pausa, crescendo, o un intermezzo musicale.” Una volta che Davide aveva finito di presentare al Signore tutti i suoi sentimenti negativi, smetteva di parlare ed entrava nella tranquillità alla presenza del Signore, mentre la musica continuava a suonare per aiutarlo a rimanere nella calma. Questo è il luogo in cui tanto spesso manca la potenza della preghiera. Arriviamo velocemente alla presenza di Dio, pronunciamo le nostre preghiere e ce ne andiamo di nuovo in fretta. Nessuna meraviglia che i nostri momenti di preghiera diventino rituali, vuoti e monotoni. Abbiamo perso completamente il loro scopo. La preghiera non è un monologo, ma un dialogo tra due persone che si parlano e conversano a vicenda sulle cose che sono nel loro cuore. Se vogliamo essere guariti e liberati dalla nostra paura, non dobbiamo solo esprimere i nostri sentimenti al Signore, ma smettere di parlare e dargli poi la possibilità di rispondere.

Il cambiamento nel cuore di Davide, come risultato di questo tranquillo interludio, è assolutamente evidente nel resto del salmo.

“Poiché tu, o DIO, hai esaudito i miei voti, mi hai dato l'eredità di quelli che temono il tuo nome. Tu aggiungerai altri giorni alla vita del re; i suoi anni durino per molte generazioni. Egli dimorerà per sempre alla presenza di DIO...” (vv. 5-7, il corsivo è mio).

C'è chiaramente un nuovo senso di fiducia nello spirito di Davide. Queste sono forti affermazioni di fede, basate sulla rivelazione di Dio nel suo cuore. Davide non è più vincolato alla paura, ora salta sinceramente con la fede.

Non c'è da meravigliarsi che il salmo si concluda con la lode, l'adorazione e l'obbedienza. Quando avremo sentito da parte del Signore che Egli ha sostituito la nostra paura con la fede, nessuno avrà bisogno di esortarci a lodare. Nessuno ci potrà impedire di farlo!

Ancora una volta devo ricordare che questo non è un processo accademico. Non possiamo pensare di svincolarci dalla paura in modo intellettualmente, perché è di natura spirituale e non mentale alla radice. La fede deve scaturire da dentro di voi, a seguito di un incontro con Gesù Cristo, per essere liberati dalla paura.

Utilizzando questo procedimento, è importante ricordare che non siamo noi che cerchiamo di scacciare le tenebre della paura. Con i nostri sforzi non riusciamo a espellere le tenebre dalla nostra mente, più di quanto siamo in grado di spingere l'oscurità fuori da una stanza con le nostre mani. Portiamo invece la luce nel buio e il buio fugge all'istante.

Né stiamo cercando di svuotare la mente dalla paura. Una mente vuota non è mai l'obiettivo dello Spirito di Dio. Infatti, non ci concentriamo assolutamente sulla paura. Forse avete trovato che più vi concentrate su qualcosa, tanto più questa si profila all'interno della vostra mente, anche se il vostro obiettivo è quello di cercare di evitarla. Ad esempio, se siete a dieta, potete provare a non pensare a coppe di gelato ricoperto di caldo sciroppo e panna montata. Quanto pensate di non pensarci, più cresce il desiderio dentro di voi. Allo stesso modo, la tentazione al peccato non può essere conquistata da un attacco diretto. La superiamo invece attraverso la sostituzione. Piuttosto che concentrarvi su una invitante coppa di gelato, vi vedete snelli, sana e pieni di vitalità. Piuttosto che concentrarvi nello svuotare la mente di paura, riempite la vostra mente con la fede. Rimanete aggrappati alla parola e visione rhema che avete ricevuto da Cristo. Lasciatela muovere nella mente e nel cuore. Meditatela giorno e notte. Incubate la verità di Cristo fino al momento in cui sarà manifestata nella vostra esistenza.

Infine, veniamo contro la paura. Nonostante il fatto che attacchiamo una forza malvagia, un nostro atteggiamento negativo risulta sempre distruttivo. Noi invece ci avviciniamo a Dio con una azione positiva, di modo che Egli possa pronunciare vita alla nostra anima.

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Come può Dio pronunciare parole rhema di che ci diano pace? Ci sono molti modi. Egli può parlare attraverso la Sua Parola illuminata (Efesini 1:17,18). Nel meditare le Scritture, il suo messaggio può improvvisamente “saltare fuori dalla pagina” e venire nel nostro cuore. Egli ci può anche parlarci con una voce lieve attraverso i pensieri spontanei e le impressioni che ci arrivano nella nostra quiete davanti al Re (I Re 19:12,13).

Dio ha promesso di parlarci attraverso sogni e visioni (Numeri 12:6; Atti 2:17). Nella nostra cultura, i sogni sono stato messi da parte come avanzi di piatti di lasagna del giorno precedente, e le visioni come il tentativo di fuga di una mente instabile. Ma questa non è la prospettiva di Dio. Egli ha promesso che avrebbe dato la saggezza e la conoscenza ai suoi figli attraverso sogni e visioni, se abbiamo orecchi per ascoltare e occhi per vedere. Il linguaggio dello spirito è fatto di immagini, e il nostro spirito può essere toccato più profondamente attraverso le immagini che ci vengono dal Signore.

La rhema di Dio può arrivarci nella forma della nostra coscienza che ci accusa o ci scusa (Romani 2:15). E Dio ci parla attraverso la Sua creazione, rivelando la verità che sostituisce l'errore a cui abbiamo creduto (Romani 1:20).

Elia: Dalla Fede alla Paura alla Fede

La storia del trionfo di Elia sui profeti di Baal, e della sua successiva depressione, ci è molto familiare. Ma esaminiamola ancora una volta per vedere il procedimento che nella vita di Elia ha prodotto tali profondi “sbalzi di umore”.

In I Re 18:1-46, leggiamo la storia del trionfo di Elia sui profeti di un falso dio, perché Elia ha udito la voce di Dio e ha obbedito. Che giornata meravigliosa è stata! Egli ha fatto scendere il fuoco dal cielo, ha ucciso 350 falsi profeti, ha pregato intensamente e si è concluso un periodo di siccità durato per tre anni, e ha corso più veloce di un carro per oltre trenta chilometri. Questo lo definirei un giorno di successo nel ministero! Certamente lui era “l'uomo di Dio del momento, pieno di fede e di potenza!” Nondimeno è facile dimenticare che quella era stata una giornata che aveva richiesto un grande dispendio di energia spirituale, emotiva e fisica. Quindi, Elia era un ottimo candidato per la depressione. È bene rendersi conto che dopo i nostri momenti di più grande vittoria spirituale, siamo anche più vulnerabili agli attacchi di paura, scoraggiamento e depressione, da parte di satana.

E satana non manca mai una tale opportunità. In questo caso, aveva un aiutante disponibile nella persona della regina Jezebel (I Re 19:1 e segg.). Lei ha mandato a dire ad Elia: “Ti prometto che ti ucciderò entro le prossime 24 ore.” Questa è stata un parola rhema da Satana, introdotta nella mente di Elia che aveva una scelta. Poteva tranquillizzare il suo cuore davanti al Signore e ascoltare la risposta del Signore alla minaccia. Oppure poteva fare ciò che ha fatto: ricevere la parola negativa, essere riempito di paura e fuggire per salvarsi la vita. Questo è comprensibile. Era appena passato attraverso una feroce battaglia spirituale. Era esausto. Non sembrava avere la forza per affrontare nuovamente il nemico. Ma satana gioca sporco e ci attacca proprio quando siamo meno preparati. Elia ha permesso alla rhema malvagia di penetrare nel suo cuore, e ha iniziato a incubarla.

Le sue azioni e parole sono passate sotto il controllo della rhema incubata. Ai versetti tre e quattro, lo vediamo correre nel deserto, separarsi da coloro che lo potevano aiutare, gettarsi sotto un albero e desiderare la morte: “Ora basta, o Eterno! Prendi la mia vita. Ne ho abbastanza. Non servo più a nulla. Voglio morire.” Non importa in quale grande misura siamo utilizzati da Dio. Basta solo un momento per ricevere una rhema malvagia e cadere in depressione.

Ma, grazie a Dio, non dobbiamo restare lì! Se Lo riceviamo, il nostro Padre Celeste è in attesa di ripristinare la nostra fede. Il primo passo nella guarigione di Elia è stato il sonno. A volte, la cosa più spirituale che possiamo fare è andare a letto. Se la vostra mente e il vostro spirito sono esausti, non rimanete in piedi per tutta la notte a combattere il diavolo. Lasciatelo nelle mani del Signore e dormite un po'. Sarà molto più facile sconfiggere il nemico il mattino successivo. La seconda fase per la riabilitazione è stato mangiare. C'è un momento in cui Dio ci chiama al digiuno. In effetti, Elia avrebbe digiunato per i quaranta giorni successivi, senza prendere cibo. Ma proprio ora, quando il corpo e l'anima di Elia sono indeboliti dalla battaglia spirituale, il Signore manda a lui un angelo con del cibo, incoraggiando Elia a mangiare e riacquistare forza.

Dopo essere stato rinvigorito dal cibo e dal riposo, Elia ora sa quello che deve fare: “Allora egli si alzò... e andò ... al monte del Signore.” Elia ora aveva almeno la mente abbastanza lucida per sapere di dovere ascoltare da Dio.

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Dal versetto otto al quattordici, Dio, suo Padre divino, riabilita gentilmente e con amore la prospettiva di Elia e rinnova il suo cuore di fede: “Che cosa stai facendo qui, Elia?” Certo, Dio sapeva cosa Elia stesse facendo lì, ma voleva che Elia esprimesse i timori che stavano soffocando il suo spirito: “Sono stato mosso da una grande gelosia per l'Eterno, il DIO degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo ed essi cercano di togliermi la vita” (I Re 19:10).

Riuscite qui a vedere il miscuglio di verità ed errore? Ovviamente, Elia era stato all'ascolto della voce del mentitore. Prima si essere completamente ristabilito, Elia deve mettere la verità al posto di queste menzogne.

Cosa ha detto Dio ad Elia con la Sua con voce lieve? Lo ha rimproverato per la sua mancanza di fede? L'ha giudicato per la sua debolezza? L'ha criticato per avere dato ascolto alla voce del nemico? No, affatto. Dal versetto 15 al 19, Dio risponde all'affermazione timorosa di Elia con la parola: “Va'...” Dio non ha nemmeno menzionato gli eventi di pochi giorni prima. Invece, ha guardato al futuro e ha rinnovato il mandato nel ministero a Elia. Ha dato a lui l'autorità di ungere i re. Lo ha incaricato di ungere un altro profeta, che affiancasse Elia e ne proseguisse il ministero. E, infine, Dio ha pronunciato la verità per contrastare la bugia che Elia aveva incubato: “Ma ho lasciato in Israele un residuo di settemila uomini, tutti che non hanno piegato le loro ginocchia davanti a Baal e che non l'hanno baciato con la loro bocca.”

Completamente ristabilito nello spirito di fede, Elia è andato al monte del Signore per continuare il ministero a cui Dio lo aveva chiamato.

Riassunto

Gesù è il Counselor che può demolire la paura debilitante che ci consuma, e accendere di nuovo la fede necessaria per una vita vittoriosa. Dobbiamo avere una esperienza di vita con Lui in cui presentiamo in preghiera le nostre paure a Dio. Entriamo poi nella tranquillità per ascoltare la Sua risposta e consentire alle Sue parole di verità di distruggere la menzogna del nemico. Come risultato, saremo liberi di lodare e adorare a Lui, rallegrarci nella Sua sua vittoria che abbiamo ricevuto.

Osservazioni

Ci sono aree di paura nella vostra vita? Per aiutarvi a discernerle, annotate tutte le parti finali alla domanda: “Cosa succede se ...?” che vi siete rivolte recentemente. Quando avrete presentato tutte le vostre paure a Gesù, entrate nella quiete alla Sua presenza e ricevete il pensiero Cristo su ogni situazione. Annotate ciò che Lui vi dice e indica. Unite la fede alle Sue parole ed entrate nel riposo (Ebrei cap. 4).

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DAL SENSO DI COLPA ALLA SPERANZA

Secondo il Dott. Cho, “la paura, il senso di colpa e la collera sono i tre grandi peccati della carne”. Sono anche le tre emozioni più fisicamente distruttive e sono state ravvisate come fattori che contribuiscono a una vasta gamma di malattie tra cui il cancro. Ora che conosciamo come il procedimento di concepimento e incubazione conduca all'evidenza finale, ci è evidente come le parole e visioni distruttive di satana abbiano come conseguenza la malattia e la morte. Tuttavia, la nostra fiducia è nella consapevolezza che questo procedimento è altrettanto applicabile per il bene, e che l'incubazione della parole e visioni sante producano vita, salute e rettitudine.

Nel capitolo precedente abbiamo appreso come vincere la paura attraverso l'ascolto della voce di Dio. In questo capitolo prenderemo in considerazione la forza motrice della colpa e come questa possa essere sostituita dal potere attrattivo della speranza.

Così come c'è autentica convinzione da parte dello Spirito Santo e una falsa condanna satanica, c'è una differenza tra vera colpa e falsa colpa. Quando pecchiamo, Dio ci convince e proviamo un autentico senso di colpa. Questa colpa deve essere affrontato attraverso la confessione e la purificazione. Tuttavia, quando Satana cerca di immobilizzarci con un falso senso di colpa, nessun tipo di pentimento può renderci liberi. Il falso senso di colpa deve essere trattato in un modo totalmente diverso.

Ho letto una volta una affermazione di una autrice cristiana di esperienza, che aveva deciso di non agire in base alla motivazione del senso di colpa o della razionalità, ma soltanto motivata dall'amore e della rhema. Quella è stata per me una idea rivoluzionaria. Ho fatto un inventario della mia vita e ho scoperto che avevo agito il più delle volte spinto dall'impulso del senso di colpa o perché mi ero detto che quella fosse la cosa giusta da fare. Non potevo pensare a un altro modo di vivere. Se non erano il senso di colpa o il ragionamento a motivarmi, cos'altro lo avrebbe potuto? E se il senso di colpa che mi motivava non era giusto, cos'è c'era di sbagliato in questo?

Il Vero Senso di Colpa

Sapevo che c'era un posto per un autentico senso di colpa nella mia vita. Quando peccavo, mi “sentivo in colpa”, perché in effetti ero colpevole. Come potevo gestire questo vero senso di colpa? Come potevo affrontare i miei peccati e lati negativi? Ci sono tre verità essenziali che devono essere stabilite fermamente nella nostra mente e nel nostro cuore, in modo da affrontare il vero senso di colpa.

1) Dobbiamo conoscere la nostra natura.Davide ha affermato: “Perché egli conosce la nostra natura e si ricorda che siamo polvere. I giorni

dell'uomo sono come l'erba; egli fiorisce come il fiore del campo” (Salmo 103:14,15). So questo di me? Sono consapevole del fatto che sono come polvere? O vedo una visione di me stesso come qualcosa di migliore? Mi vedo forte come l'acciaio, supponendo di essere in grado di respingere tutti i dardi infuocati del nemico solo con la mia forza? Devo riconoscere che sarò sempre la parte debole nel rapporto con Dio, e Lui sarà sempre il più forte. Quando penso di essere forte, sono più debole, perché ho fiducia nella mia forza di essere giusto, ma in questo modo fallirò sicuramente.

Quando Gesù è stato salutato come “Maestro buono”, ha risposto: “Perché mi chiami buono? Nessu-no è buono, tranne uno solo, cioè Dio” (Marco 10:17,18). Neanche Gesù, il perfetto Uomo-Dio, accettava il titolo di “buono” per se stesso. Come posso quindi pensare di diventare buono? È solo per la grazia di Dio che diventiamo santi e puri.

2) Dobbiamo conoscere la giustizia che viene dalla fede.Abbiamo “i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza” (Ebrei 10:22). Solo attraverso la

fede nel sangue di Gesù, può il nostro cuore essere purificato. Gesù stesso è diventato per noi giustizia e santificazione, perché siamo in Lui (I Corinzi 1:30). Non potremo mai essere liberati dalla colpa dei nostri peccati, se non accettiamo il perdono e la rigenerazione che ci provengono mediante la fede nel sangue di Gesù.

Dobbiamo vedere noi stessi come Dio ci vede, con indosso un manto di giustizia puro, e rivestiti di Cristo, che ci presentiamo con fiducia davanti al trono della grazia nel momento della necessità (Galati 3:27; Ebrei 4:16).

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Questa è la scena che dobbiamo fare passare continuamente sullo schermo della nostra mente: sono solo polvere ma sono fuso alla gloria. Sono vestito di una veste bianca di giustizia per ciò che Cristo ha fatto per me. Con la sua grazia e potenza, posso vivere giustamente davanti al mio Dio.

3) Dobbiamo conoscere la potenza che opera internamente.Il potere per diventare giusto non risiede nella mia carne, ma mi è disponibile a motivo di Colui che

abita in me e fonde la Sua forza con la mia: “Io posso ogni cosa in Cristo che mi dà forza” (Filippesi 4:13). Posso essere rafforzato con potenza nell'uomo interiore per mezzo del suo Spirito che opera dentro di me con potenza (Efesini 3:16, 20).

Quando, attraverso la potenza dello Spirito Santo, queste verità diventano per noi conoscenza rivelatrice, il vero senso di colpa non sarà per noi più un problema. Se pecchiamo, mettiamoci nella condizione di riconoscere la nostra debolezza, ma non dobbiamo accettare la nostra condizione di peccato come realtà spirituale finale. Riconosciamo certamente la nostra colpa, ci pentiamo sinceramente, e accettiamo la giustizia che ci viene attribuita attraverso la fede nel sangue di Gesù Cristo. Per il fatto che Dio ci ha perdonati, possiamo perdonare noi stessi. Possiamo tirarci su, anche dalla condizione più vergognosa di peccato, pentirci, ricevere il perdono e andare avanti, confidando nella forza dello Spirito che opera in noi per impedirci di cadere di nuovo. Possiamo ricevere la visione della verità dalla Parola di Dio: che Egli ci purifica dal peccato, che siamo veramente purificati e rivestiti di bianche vesti gloriose di giustizia.1

Il Falso Senso di Colpa

L’autentico senso di colpa è il risultato del potere di convincimento da parte dello Spirito Santo, che evidenzia il peccato nella nostra vita. Questo particolare senso di colpa è specifico, esorta il mio pentimento e mi istruisce nelle azioni positive per evitare di perdere l’obiettivo in futuro.

Da dove proviene invece il falso senso di colpa? In definitiva, questo ha radice nelle false accuse da parte dei fratelli in fede. Purtroppo, trova spesso la sua strada nelle nostre menti attraverso le parole benintenzionate dei nostri pastori cristiani, di anziani, di fratelli e le sorelle in fede. Mentre ci applichiamo seriamente nel cercare di crescere nella nostra vita spirituale, molte voci richiamano la nostra attenzione e richiedono il nostro tempo, talenti e denaro. L'oratore speciale in chiesa dichiara: “Io prego sei ore ogni giorno.” L'evangelista afferma: “Io testimonio a tutte le persone che incontro e ho condotto almeno una persona al Signore ogni giorno per gli ultimi tre anni.” L'insegnante esorta: “Dovete leggere ogni anno tutta la Bibbia.” Il pastore invita: “Ogni volta che le porte della chiesa sono aperte, si dovrebbe essere qui. Inoltre, è necessario frequentare un gruppo in casa per essere personalmente curati, e la scuola biblica per la vostra crescita personale. E abbiamo davvero bisogno di insegnanti di scuola domenicale, animatori giovanili, custodi e volontari, in tutti i reparti della chiesa.” Il counselor per la famiglia esorta: “Trascorrete del tempo ogni giorno con la vostra famiglia. Trascorrete del tempo fuori casa con vostra moglie una volta alla settimana. Dedicate la vostra totale attenzione regolarmente a ciascun figlio.”

A questo punto, iniziate ad avere dolori al petto per lo stress, nel cercare di corrispondere alle attese della vostra Chiesa. In aggiunta, il vostro medico vi consiglia: “Dormite almeno otto ore e fate esercizio per 45 minuti al giorno.” Oltre a tutte queste responsabilità, ci si aspetta da voi che abbiate un ottimo lavoro, per soddisfare non solo le esigenze della vostra famiglia, ma anche per dare in chiesa la decima delle vostre entrate, per il mantenimento dell'edificio, per i predicatori in vista, gli evangelisti, la radio e la televisione, i rifugiati, gli Indiani del Nord America, la missione cittadina, la fame nel mondo, e per ogni altra richiesta di denaro che bussa alla porta di casa vostra! Dove finisce tutto questo? Come è possibile allora vivere senza un senso di colpa per aver omesso di fare almeno qualcosa di importante? Non importa quanto siate bravi, non lo sarete mai abbastanza per soddisfare tutte le voci che si impongono alla vostra attenzione. C'è un modo per essere liberi?

Grazie a Dio, c'è un modo! Quando una moltitudine di voci urla per avere la nostra attenzione, dobbiamo chiudere gli orecchi e ascoltare solo una Unica Voce. Dobbiamo scoprire quali sono le aspettative di Dio per la nostra vita. Dobbiamo sapere esattamente cosa Dio vuole che facciamo questo anno, questo mese, questa settimana, questo giorno e questa ora. Noi non viviamo in base alle aspettative di altre persone, ma solo in relazione al mandato da parte di Cristo per noi personalmente.

Paolo ha affermato: “Paragonandosi tra di loro stessi, mancano d'intelligenza” (II Corinzi 10:12).Confrontarci tra noi non può che provocare confusione e frustrazione. Noi non siamo chiamati a confrontarci con altre persone. Dobbiamo solo valutarci sulla base di ciò che Dio ci ha chiamati a fare.

Per determinare le aspettative di Dio verso di me, devo potere discernere i Suoi doni e la Sua vocazione nella mia vita. Se non siete sicuri su quali siano i doni Egli ha depositato in voi, ponetevi le seguenti domande:

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1) Quali sono i desideri profondi che Dio ha messo nel mio cuore? Per cosa mi sento un peso? 2) Quali sono le aree e i ministeri in cui sono efficace? 3) In quali aree il Corpo di Cristo conferma la mia efficacia? Se sono io l'unico a pensare di essere un grande insegnante, probabilmente non ho il dono dell'insegnamento. Tuttavia, se i miei studenti esprimono regolarmente apprezzamento per il modo in cui il Signore ha utilizzato il mio insegnamento per cambiare la loro vita, ci sono pochi dubbi sul mio dono e la vocazione.

È anche importante riconoscere come l'espressione della volontà di Dio sulla mia vita possa cambiare periodicamente. Ad esempio, quando sono diventato cristiano, ho sentito un forte richiamo all’evangelizzazione. Sono andato da porta a porta, ho organizzato gruppi di evangelizzazione, ho utilizzato (o creato) ogni occasione per comunicare il messaggio della salvezza. Con il trascorrere del tempo, è cresciuto gradualmente in me il desiderio per il ministero pastorale verso coloro che avevo condotto al Signore. Il ministero pastorale è diventato quindi il desiderio ardente del mio cuore, e ho servito come pastore dei giovani, vice pastore, e, infine, come pastore senior di una comunità locale. Di nuovo, in seguito, ho avuto la consapevolezza della spinta interiore da parte dello Spirito nel mio cuore verso un cambiamento. E quindi la ricerca e l'insegnamento sono diventati il mio più grande desi-derio, e la Chiesa, il Corpo di Cristo, ha confermato il mio dono in questa dimensione. Attualmente, nulla mi dà più soddisfazione dello studio della Parola di Dio, e presentare ad altri le verità che vedo rivelate. Non so se questa chiamata continuerà per il resto della mia vita. Probabilmente, in futuro il Signore solleciterà di nuovo il mio cuore al cambiamento. La cosa importante è che durante questo periodo io sia libero di essere esattamente quello che Dio vuole che io sia.

Tutti noi abbiamo la tendenza nel forzare gli altri a uniformarsi ai nostri modi. Dobbiamo resistere alla tentazione della “proiezione del dono”, in cui ci aspettiamo che tutti i cristiani siano coinvolti nelle attività che noi promuoviamo, che sostengano i progetti che ci interessano, e pratichino gli stessi nostri doni, allo stesso modo. Questa proiezione del dono è uno strumento che satana utilizza per indurre il falso senso di colpa e la condanna su tanti cristiani. Noi siamo parte di un organismo composto da molte membra, e ognuno di noi ha un ministero caratteristico e importante. Se ogni membro farà quello che Dio lo ha chiamato a fare, e permetterà agli altri di fare ciò per cui Dio li ha chiamati, lo scopo di Dio sarà realizzato su questa terra.

Dopo avere conosciuto quali siano doni che Dio ha riposto in noi, abbiamo comunque ancora necessità di rivelazione per quanto riguarda il modo in cui Egli vuole che questi siano utilizzati. Ad esempio, molti nel Corpo di Cristo hanno il dono di insegnamento, ma si esprimono tuttavia in modi diversi. Alcuni sono chiamati a insegnare ai bambini e altri agli adulti. Alcuni insegnano pubblicamente in grandi gruppi, altri privatamente in incontri personali. Alcuni insegnano verbalmente, altri attraverso lo scrivere libri. È quindi necessario avere l'indicazione da parte del Signore per il compito specifico che Egli ha per voi in questo momento nella vostra vita.

Quando il Signore vi indica quali siano le Sue priorità per la vostra vita, di solito mette una visione nel vostro cuore dei risultati del Suo progetto per voi. Mentre manterrete questa visione davanti agli occhi del vostro cuore, la speranza si manifesterà nel vostro spirito. Questa speranza diventerà la nuova motivazione da sostituire al senso di colpa in cui abbiamo precedentemente vissuto. Invece di essere guidati dal senso di colpa, siamo ora motivati dalla speranza. Ad esempio, come insegnante, ho la speranza di aiutare a ricostruire la pienezza della potenza di Gesù Cristo nella Chiesa e attraverso di questa. La visione della Chiesa, che risplende di luce incandescente e di bellezza, è diventata una potente forza motivazionale dentro di me e io non sono più mosso dal senso di colpa o dal dovere.

La Speranza

Biblicamente parlando, la speranza è “una fiduciosa attesa del bene.” È la mia struttura mentale come risultato della mia fede nella presenza e potenza di Dio. Anche se la speranza coinvolge la mente, non è tuttavia soltanto un desiderio.

La speranza è parte dell’armatura che Dio ci fornisce e che siamo chiamati a indossare per resistere contro gli attacchi del nemico: “Avendo rivestito la corazza della fede e dell'amore, e preso per elmo la speranza della salvezza” (I Tessalonicesi 5:8). L’elmo della speranza è la protezione che Dio ha provveduto per il nostro capo, la nostra mente e i nostri pensieri.

Nel guardare fedelmente alla visione che Dio ha messo nei nostri cuori, la speranza sgorga e diventa la difesa di cui la nostra mente ha bisogno nella guerra spirituale. La speranza è derivata dal nostro essere con Cristo. Efesini 2:12 afferma che esseri separati da Cristo significa essere “senza speranza e senza Dio in questo mondo.”

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Quando dimentico di interpellare Cristo nei miei progetti e previsioni, sono senza speranza. Quando non guardo a Cristo nella mia vita e nelle mie circostanze, non ho alcuna speranza. Ma quando sono unito a Cristo, quando vedo che Lui opera in tutte le cose secondo il consiglio della Sua volontà, quando lo vedo regnare e governare nella mia vita, la speranza che ne deriva è lo stimolo che mi fa an-dare avanti.

Cosa ha mantenuto Gesù sulla croce? In mezzo a tanto dolore atroce, quando anche Suo Padre gli ha voltato le spalle, qual’è stata la motivazione abbastanza forte da permettergli di compiere il mandato di Dio per la sua vita? È stato l'amore che lo ha portato alla croce, ma è stata la speranza che lo ha fatto rimanere lì: “Per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2). Gesù aveva una visione chiara di ciò che Dio inten-deva realizzare con la Sua vita e la Sua morte. Quando ogni altra motivazione aveva perso potere su di Lui, la speranza nella visione di portarci con Lui nella gloria ha custodito la sua mente e lo ha mantenuto fedele alla Sua missione.

Quando chiudiamo i nostri orecchi alla moltitudine di voci intorno noi e apriamo gli orecchi interiori solo alla voce di Gesù, ci ritroviamo ad andare avanti con una unicità di mente e finalità mai provate prima. La rhema di Dio ci libera dalla tirannia dell’urgenza, in quanto agiamo solo in obbedienza alla guida di Dio. Negli ultimi anni, ho ricevuto il mandato da Dio per l'anno successivo a Capodanno. Egli mi ha indicato attraverso la rhema su dove concentrare la mia vita e le mie energie per l’anno che ho davanti. Al posto di fare una lavoro dispersivo su molti progetti, sono ora libero di dedicarmi a compiere un ottimo lavoro su uno o due progetti. Invece che provare a toccare occasionalmente e superficialmente molti settori della mia vita, che hanno bisogno di cambiamento e di crescita, sono in grado di concentrarsi senza senso di colpa nell'area specifica su cui Dio vuole operare nell'anno in corso. Ho scoperto che con la mia obbedienza alla Sua direzione, sono stati resi possibili grandi cambiamenti nella mia vita spirituale, che influenzano a loro volta ogni aspetto della mia vita.

Ma che dire di tutte le cose a cui voltiamo le spalle e che lasciamo incompiute? L'accusatore farà del suo meglio per addossarvi preoccupazione e senso di colpa per quanto riguarda queste cose. Quando cerca di intrappolarvi con questi pensieri, ricordategli che non siete più schiavi dei suoi trucchi. Non siete più un pupazzo attaccato alla sua corda e tirato avanti e indietro da ogni necessità urgente. Siete impegnati nell’opera del Padre vostro. State facendo ciò che Dio ha progettato per voi, ed è tutto quello a cui dovete dare attenzione .

Gesù sulla croce ha affermato: “Tutto è compiuto” (Giovanni 19:30). C'erano ancora molte anime da salvare, molti malati da curare, molti oppressi da liberare, molti affamati da nutrire. Come ha potuto pensare che tutto fosse compiuto? Gesù è potuto andare in pace solo perché conosceva ciò per cui Dio lo aveva mandato sulla terra. L'opera che Dio gli aveva affidato era stata completata.Riassunto

Il senso di colpa è una potente forza motivante nella vita di molte persone. Se vogliamo liberarcene, dobbiamo imparare a distinguere il vero dal falso senso di colpa e trattare correttamente con ognuno di questi. Il vero senso di colpa è il risultato della convinzione da parte dello Spirito Santo. La nostra sola risposta sta nell'essere d'accordo con il Signore, pentirci dei nostri peccati, ricevere la giustizia di Dio mediante la fede, e ricevere il Suo potere per vincere in futuro.

Il falso senso di colpa deriva dall’avere permesso all'accusatore di mettere piede nella nostra mente. La liberazione dal senso di colpa si manifesta quando respingiamo le richieste del nemico e ascoltiamo solo la voce di Gesù. Egli ci darà chiarezza di obiettivo, direzione e visione per la nostra vita. Da questa visione, sgorgherà la speranza in noi, che custodirà la nostra mente da futuri attacchi di satana.Osservazioni

Determinate nel vostro cuore che non sarete più schiavi delle esigenze schiaccianti sulla vostra vita, il vostro tempo, i vostri talenti e il vostro denaro. Chiedete invece al Signore su cosa Egli vuole che dirigiate la vostra attenzione, cosa vuole che operiate e cosa non vuole. Esaminate il vostro cuore per vedere se ci sono aree della vostra vita in cui non avete una “fiduciosa aspettativa del bene”. Se ci sono, presentatele a Gesù e annotate la rhema e visione che Egli vi dà, in modo che non sarete più “senza speranza e senza Cristo.”

Note 1. Per una ulteriore ricerca riguardo al vincere il peccato mediante la vostra unione con Cristo,

consultate Naturally Supernatural (Naturalmente Soprannaturale), di Mark e Patti Virkler, disponibile su Communion With God Ministries, al sito www.cwgministries.org.

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DALLA COLLERA ALL’AMORE

C'è qualcuno nella vostra vita che vi fa salire la pressione del sangue, solo a sentire il loro nome? C'è qualcuno che riesce ad agitare il vostro stomaco di collera o risentimento, semplicemente passeggiando nella stanza? Ci sono eventi nel vostro passato a cui pensate continuamente, e che mantengono viva la vostra collera e amarezza? Quando udite le parole “collera” e “perdonare”, c'è qualche nome che vi viene subito alla mente?

Com’è facile cadere in uno stile di vita che incuba collera e mancanza di perdono! Quando qualcuno ci fa del male, o ci priva dei nostri diritti, o ci tratta ingiustamente, è facile diventare ossessionati con le emozioni negative che sorgono dentro di noi. Ma qual’è l'effetto su di noi quando andiamo in collera? I nostri muscoli si contraggono, diventiamo tesi in ogni parte del nostro corpo, siamo vulnerabili al dolore e alla malattia; e il nostro spirito è soffocato e impedito nel fare affidamento sullo Spirito di Vita. Diventiamo schiavi non solo delle emozioni che ci controllano, ma anche di coloro verso cui siamo in collera. Dato che percepiamo le loro azioni come causa della nostra condizione, siamo schiavi di tali persone. Collera e mancanza di perdono sono tra le più comuni esigenze che spingono le persone da medici e counselor professionisti. È possibile per noi trovare liberazione e guarigione da queste emozioni paralizzanti ai piedi del nostro Counselor Gesù? Non solo è possibile. È Suo profondo desiderio effondere lo Spirito di Amore su voi per rendervi liberi, più liberi di quanto non lo siate mai stati prima nella vostra vita.

Capire la Collera

La collera non è un peccato. La Bibbia non ci comando di non essere in collera. Piuttosto, esorta: “Adiratevi e non peccate” (Efesini 4:26). Non è la collera il problema. Crediamo che il problema sia la nostra risposta alla collera. Il modo in cui gestiamo la collera determina se peccheremo o avremo vittoria.

Se la collera non è un peccato, cos'è? Bill Gothard ha fornito la seguente definizione: “La collera è un sistema di allarme interno che rivela i diritti personali che non abbiamo riconsegnato a Dio, o che abbiamo ci siamo ripresi da Lui.” Esaminiamo questa definizione con attenzione:

“La collera è un sistema di allarme interiore...” La collera ci indica che in noi c'è un problema. Ci avverte che il sistema di sicurezza del nostro spirito è stato in qualche modo violato. Ci avverte della necessità in noi di puntellare le nostre difese contro il peccato in alcune area della nostra vita. La prima risposta deve essere quella di scoprire cosa ha attivato l'allarme, quindi neutralizzare il nemico che sta cercando di rubare la nostra pace.

“La collera ... rivela i diritti personali che non abbiamo dato a Dio, o che ci siamo ripresi da Lui.” Siamo nati con determinati diritti. La nostra costituzione prevede fra questi “diritti inalienabili”, quello alla vita, alla libertà e alla realizzazione della felicità. Come cristiani, potremmo includere altri “diritti” che ci sono stati dati in qualità di figli di Dio: il diritto alla gioia, alla salute, alla prosperità, alla risposta alle preghiere, e altre caratteristiche che sono evidenziate come diritti nel patto di salvezza.

Viviamo in una società ossessionato dall'idea di proteggere i propri diritti e rivendicarne di più. Il nostro sistema giudiziario è affollato da individui e gruppi che si querelano a vicenda per essere stati privati dei loro presunti diritti. Anche la Chiesa è stato infettata con un tale atteggiamento di pretesa davanti a Dio. Questo comportamento è molto distante dall’esempio del nostro Signore. In Filippesi 2:5-8, vediamo un approccio totalmente diverso alla vita: “Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l'essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce.”

Gesù aveva diritto ad essere adorato come Dio, perché Egli è Dio! Gesù aveva diritto ad essere trattato con rispetto, perché Lui è il Signore dell'Universo. Egli aveva diritto di esercitare tutto il potere e l’autorità su ogni cosa creata, perché Egli è il Creatore. Aveva diritto sulla vita, perché Egli è il Datore di vita. Aveva diritto ad un processo equo, perché Egli è il Giusto giudice. Aveva diritto a ricevere giustizia, perché è Giusto.

Eppure, come considerava i suoi diritti?: “Non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente.” Non rivendicava i suoi diritti, ma invece se n’è privato di tutti. Piuttosto che stringere i diritti nelle Sue mani, ha aperto le Sue mani e ha permesso che fossero inchiodate a una croce.

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“Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù.” Dio vuole che riconsegnamo a Lui tutti i nostri diritti personali e possedimenti, ogni benedizione che noi pensiamo di meritare, e lasciamo che sia Lui a decidere se e quando darceli di nuovo. Possiamo credere di avere “diritto” a una buona reputazione. Dio dice: “Datemi la tua reputazione.” Pensiamo di avere diritto a pianificare il nostro tempo e vivere con un nostro programma stabilito. Dio dice: “Permettetemi di essere il Signore del vostro tempo.” Crediamo di avere diritto alla dignità personale. Dio dice: “Fidatevi della mia approvazione.” Qui è la sovranità. Siamo disposti ad affidare tutto a Dio: i nostri bambini, il nostro matrimonio, il nostro futuro, la nostra salute, gli amici, gli affari, il denaro, la vita sessuale? Crediamo davvero che Egli ci ami, che sia disposto e in grado di operare tutte le cose per il nostro bene? Possiamo fidarci totalmente che Lui si prenderà cura di tutto ciò che è importante per noi, senza da parte nostra porre condizioni o dare suggerimenti su come Egli dovrebbe gestire le cose?

Se ci siamo svuotati di tutto, come ha fatto Cristo, non ci sarà posto per la collera. Andiamo in collera quando crediamo che uno dei nostri diritti sia stato violato. Riflettete per un attimo. Qual’è stata l'ultima cosa che vi ha fatto andare in collera? È stato un trattamento ingiusto sul posto di lavoro? Perché vi ha fatto andare in collera? Perché avete diritto ad essere trattati equamente e con dignità. Perché andate in collera quando i vostri figli si comportarsi male? Perché avete diritto al rispetto e all’obbedienza, a una casa di pace e a una buona reputazione come genitori. Perché andate in collera quando i vostri beni sono danneggiati? Perché appartengono a voi, li avete acquistati con il denaro che avete guadagnato con fatica, sono sotto la vostra responsabilità e avete il diritto di goderne.

Pertanto, la collera diventa un sistema di allarme che ci avverte di diritti o beni che abbiamo o meno affidato alla cura del Signore, o che abbiamo tolto da Lui. Se sentiamo che il rancore aumenta dentro di noi, la nostra risposta dovrebbe essere quella di esaminare il nostro cuore, sotto l'illuminazione dello Spirito Santo, per determinare quale “diritto” sia stato violato. Quando affideremo nuovamente tale diritto a Dio, la nostra collera cesserà.

Per rimanere liberi dalla collera è quindi necessario: 1) Restituire il diritto a Dio (Filippesi 2,5-8). 2) Realizzare che Dio sottoporrà a verifica i diritti provenienti da Lui (Genesi 22,1-14). Di solito un momento di consacrazione è seguito da un tempo di prova, non per umiliarci attraverso i nostri insuccessi, ma per dimostrare il potere meraviglioso che abbiamo messo in azione nel riconoscere piena sovranità al Signore nella nostra vita. 3) Rispondere al perdita dei diritti con atteggiamento di onestà. Non intendiamo diventare tappetini senza carattere che accolgono ogni perdita o che si lasciano sbattere in terra. Noi vogliamo diventare autolesionisti passivi. Siamo invece adoratori, affermando che la potenza di Dio è in grado di gestire tutto ciò che a noi è impossibile, e che opera tutto per il nostro bene: “L'Eterno ha dato e l'Eterno ha tolto. Sia benedetto il nome dell'Eterno” (Giobbe 1:21 b).

Ancora una volta, dobbiamo renderci conto che l'adesione legalista a questa affermazione non produrrà mai la vita, solo la morte. Se saremo noi, con i nostri soli sforzi, a cercare di reprimere la nostra collera, restituendo solo in modo formale i nostri diritti a Dio, perderemo spiritualità, carattere, e saremo solo “robot religiosi”. Non è quello che Dio vuole da noi. Egli ci vuole gioiosi, esuberanti, pieni di vita e di vitalità! Quello che Lui vuole è realizzabile solo attraverso l'incontro con Cristo.

L'esperienza sulla strada di Emmaus è l'unico cammino verso la vera libertà. Regoliamo quindi ancora una volta la nostra “formula” per la guarigione. Quando ci sentiamo che la collera cresce dentro di noi, è necessario: 1) Rivolgersi subito a Gesù e dirgli come ci sentiamo (Luca 24:13-24). Per me, il “journaling” (l’annotazione del mio dialogo con Dio) è il mezzo più efficace per farlo. Ricordatelo. Vogliamo parlarne con Gesù, non con il nostro vicino. Potremmo portare avanti una conversazione con un'altra persona, in cui ciascuno esprima il proprio rancore e la propria frustrazione, senza però alcun risultato se non un maggiore rancore e frustrazione. Solo se qualcuno introduce la saggezza di Cristo, è utile la condivisione delle vostre emozioni negative con un'altra persona. 2) Dopo avere svuotato i nostri cuori di tutti i sentimenti distruttivi, dobbiamo metterci nella quiete e ascoltare la risposta del Signore (Luca 24:25-30). A volte, Egli illuminerà la Scrittura ai nostri cuori; in altre, parlerà attraverso un altro credente o direttamente attraverso il “journaling”. Egli ci mostrerà il dono che ci vuole dare nonostante una esperienza negativa.

Probabilmente cresceremo nel carattere, o moderazione, o compassione, o fede, o perseveranza, a motivo di quanto accaduto, se permetteremo al Signore di utilizzare le circostanze per il nostro bene. Egli non tollera il comportamento peccaminoso che ci ha causato il dolore, ma ci fa la promessa che nel riconsiderare questa esperienza potremo diventare più simili a Lui.

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3) Dobbiamo unire le Sue parole alla fede e agire secondo la reazione di Cristo (Luca 24:31-35). La guarigione completa e il perdono si realizzano solo quando riceviamo l’opera di Dio nell’esperienza dolorosa e accettiamo il dono che Lui vuole darci attraverso di essa.

Capire l’Amore

Ho notato che alcune persone sono più inclini di altre alla collera. Alcune sembrano facilmente disponibili alla compassione e al perdono nei confronti di chi ha fatto loro del male. Per queste persone, è una cosa normale vedere Dio all'opera anche in situazioni dolorose, e quindi ricevere il dono del perdono da loro non è un problema. Per altre, la collera non sembra mai allontanarsi da loro ed è probabile vederli “scoppiare” alla minima provocazione. Le persone come noi (sì, devo mettermi in questo gruppo) hanno spesso difficoltà ad accettare che chi ci ha offeso possa essere perdonato.

Come cristiano, ritenevo legittima la mia collera. Non la consideravo proprio collera, ma “giusta indignazione” per i peccati degli altri! Quando riconoscevo un errore nella teologia di qualcuno, mi sentivo pervaso da una “santa ira” per rivendicare la verità. Quando qualche presunto fratello nella fede deviava dallo stretto sentiero di giustizia, e attraverso il peccato screditava il nome di Cristo, ero mosso da santa indignazione nel rimproverare e correggere il peccatore. Per me, le cose stavano in questo modo. Pensavo che la verità, la conoscenza del bene e del male, fossero il fulcro del cristianesimo. Credevo che l’integrità dottrinale e un irremovibile rispetto a un rigido codice morale fossero l’evidenza del cristianesimo e la base della mia amicizia con gli altri.

Il Signore ha avuto però compassione di me (e l'hanno avuta anche mia moglie, i miei figli e la mia chiesa!) e mi ha mostrato un modo migliore di vivere. Mi ha mostrato nella Scrittura che Dio è Luce e Amore. Entrambe le parole rivelano un aspetto del Suo carattere. Ma cosa significano queste parole? Com'è il carattere di Luce rivelato in Dio, e come fa Egli a dimostrare amore? Prendiamo in considerazione il grafico seguente.

DIO è

Luce e AmoreCorrettezza Compassione Giudizio Perdono

Sfida RiconciliazioneConfronto GuarigioneDistinzione UnitàOdio verso il peccato Amore verso il peccatore

Condanna ConsolazioneGiustizia Misericordia

Precisione Infinita Grazia Incomparabile

I tratti del carattere e le attività in entrambe le colonne sono attribuibili a Dio. La mia vita era incentrata principalmente nella colonna a sinistra. Entravo in ogni situazione pronto a giudicare la correttezza delle persone e della teologia, sfidando e affrontando qualsiasi cosa ritenessi essere fuori linea, separandomi da ogni cosa e persona che risultasse discutibile, insistendo sulla precisione infinita della legge, e chiedendo che fosse fatta giustizia nei confronti di tutti i trasgressori. Questo atteggiamento era stata alimentato dalle chiese che avevo frequentato, come anche dall'insegnamento dei miei professori universitari cristiani. Credevo che questo fosse un atteggiamento cristiano. E, in una certa misura, lo era. In effetti, Dio ha tutte quelle caratteristiche prima elencate. Tuttavia, la mia vita mancava del carattere equilibrato della colonna “Amore”.

Il Signore mi ha quindi indicato il brano di Michea 6:8: “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te l'Eterno, se non praticare la giustizia, amare la clemenza e camminare umilmente col tuo DIO?” Dio ama mostrare misericordia, ma applica la giustizia perché lo richiede la giustizia stessa.

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Io ero tutto il contrario: amavo la giustizia e applicavo la misericordia solo quando ritenevo che quest'ultima fosse stata meritata. Amavo ciò che Dio faceva, e facevo ciò Dio amava. Non c'è da stupirsi che la mia vita fosse così insoddisfacente. Anche se Dio è Luce opposta alle tenebre, la sua gioia più grande è quello di mostrare Amore. Anche se il peccato deve essere contrastato, Egli offre la riconciliazione con Lui e tra le persone. Per Lui, l'unità è più importante della purezza dottrinale. Per uno come me, che aveva desiderato ottenere la verità sopra tutto il resto, è stata una rivelazione trasformatrice avere scoperto che la Verità è una Persona, e che questa Persona è Amore.

Giovanni ha scritto il suo vangelo affinché coloro che lo leggono possano credere e avere la vita eterna (Giovanni 20:31). Ha scritto la sua prima epistola “a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna e affinché continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio” (I Giovanni 5:13). Questa lettera offre evidenze della salvezza attraverso cui considerare noi stessi e gli altri. Queste evidenze sono riassunte in I Giovanni 3:23: “E questo è il suo comandamento, che crediamo nel nome del suo Figlio Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri come egli ci ha comandato.” Due verifiche molto semplici: “Chi è Gesù?” e “Amore l'un verso l'altro”. L'unica verità dottrinale che deve rimanere integra è che Gesù Cristo è il Figlio eterno di Dio. Tutte le altre teorie e posizioni teologiche non sono un motivo legittimo per la divisione. Se avete accettato l’opera purificatrice di Gesù sulla croce, voi siete la mia famiglia, e io vi amo.

Riconoscere e accettare la valutazione di Dio, riguardo allo squilibrio nella mia vita, è stato solo il primo passo per il cambiamento. Sebbene mi fosse stato comandato di amare, il potere per farlo non risiedeva in me. Ho dovuto pentirmi del mio peccato (anche un eccesso di enfasi sulla santità può essere peccato, se si perde l’obiettivo del perfetto amore agape), allontanarmi dal mio vecchio modo di agire, ricevere il Suo perdono, e accettare la Sua grazia e il Suo potere per cambiare. Egli mi ha dato un incarico così da collaborare con lo Spirito in me. In primo luogo, ho letto per diverse volte i Vangeli, ho considerato soprattutto il modo in cui Gesù mostrava amore alla gente. Ho anche studiato i Salmi, e imparato a lavorare sulle mie emozioni davanti a Dio, di modo che fossero guarite e non procurassero danno a qualcun altro. Infine, ho riletto il mio diario del dialogo con Dio, osservando come Egli mi avesse mostrato amore. Mentre la mia mente e il mio spirito si focalizzavano sull’amore straordinario che riempivano ogni parola e gesto di Gesù, lo Spirito Santo ha plasmato il mio cuore più simile a quello di Gesù. Il mio cuore frammentato e orientato al giudizio è stato guarito e sono diventato uno strumento di riconciliazione e di benedizione nella mani di Dio. Che la libertà! Che gioia!

Riassunto

La collera è una indicazione del fatto che ci sono aree della nostra vita che non abbiamo completamente riposto sotto la sovranità di Gesù Cristo. Quando sentiamo la collera salire dentro di noi, abbiano necessità di presentarci al Signore, ascoltare la Sua voce e agire in obbedienza ad essa. Dobbiamo imparare a elaborare tutte le nostre emozioni davanti a Dio, riconoscendogli la possibilità di rivelarsi all’opera nella nostra vita.

Dio è Amore e Lui è Luce. Egli ama mostrare misericordia e bontà ai Suoi figli. Ogni Sua parola e azione è immersa in un amore non orientato al risultato. Poiché Egli è anche giusto, esige anche santità e giustizia, ma tutti i Suoi giudizi sono temperati dalla misericordia.

Nel rimanere alla Sua presenza, nel trascorrere del tempo in comunione con Lui, e nel vederLo agire nella dimensione dello spirito per operare tutte le cose per il nostro bene, i nostri cuori saranno plasmati a Sua immagine. Inizieremo così ad amare la misericordia. Vedremo ogni situazione come un'opportunità per mostrare compassione ed esprimere a qualcuno l'amore travolgente che riempie i nostri cuori.

Osservazioni

C'è qualcuno verso cui avete del rancore? C'è qualcuno che vi ha ferito così profondamente al punto di non essere stati in grado di perdonarlo? Ha il Signore parlato al vostro cuore riguardo a diritti che non avete ancora restituito a Lui?

Esprimete al Signore tutto ciò che è nel vostro cuore, poi date a Lui la possibilità di rispondere. Egli potrebbe condurvi a una esperienza interiore di guarigione, come descritto al capitolo cinque. Potrebbe mostrarvi il dono che vuole darvi attraverso questa esperienza.

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Se gli consentite l'opportunità, Egli vi mostrerà la situazione dal Suo punto di vista. Unite La Sua parola alla fede e siate guariti.

Sottomettetevi al Signore (Efesini 5:22). Mariti, amate come Cristo ha amato (Efesini 5:25). Figli, obbedite nel Signore ai vostri genitori (Efesini 6:1). Padri, educare i vostri figli nelle istruzionidel Signore (Efesini 6:4). Dipendenti, obbedite ai vostri datori di lavoro come a Cristo (Efesini 6:5,6). Datori di lavoro, trattare i vostri dipendenti giustamente agli occhi del Signore (Efesini 6:9).

Se date una bicchiere d’acqua fresca ha chi ha sete, lo fate al Signore. Se date il pane a chi ha fame, lo fate a Lui. Se visitate un ammalato o un carcerato, servite Cristo (Matteo 25:31-46). Se i nostri occhi sono aperti, Egli è ovunque, e tutto ciò che facciamo è fatto a Lui: “E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete la ricompensa dell'eredità, poiché voi servite a Cristo, il Signore” (Col 3:23,24).

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DALLA INFERIORITÀ ALLA IDENTITÀ

Vi capita mai di avere la sensazione che quello che si richiede da voi sia eccessivo e che non avete semplicemente la forza di realizzarlo? I vostri impegni minacciano di sopraffarvi e iniziate a sprofondare nella disperazione? Le persone intorno a voi, che affrontano sfide simili, sembrano meglio attrezzate e più capaci di voi? Vi esaurite cercando di realizzare tutto ciò che ci si aspetta da voi ogni giorno, senza mai del tutto arrivare a qualcosa? Vi siete mai sentiti inadeguati, insicuri o inferiori?

Sono sicuro che vi sarà capitato di lottare con questi sentimenti. Forse per voi questo è solo un problema occasionale. Oppure è un problema talmente invadente da paralizzarvi emotivamente e impedirvi perfino di provare a realizzare i desideri del vostro cuore. Gesù si interessa a noi quando siamo nella morsa di queste emozioni devastanti? È disposto e in grado di liberarci dalla loro stretta morsa e darci il senso di sicurezza, interezza e adeguatezza, di cui abbiamo disperatamente bisogno? Lode al Suo nome, Egli non solo è disposto a farlo, ma ha anche pregato che voi poteste trovare la vostra identità, dato che Lui ha camminato su questa terra come un uomo. Persino la notte prima di morire, anche se sapeva che stava per affrontare la tortura sia nella carne che nello spirito, eravate sul suo cuore. Ha pregato intensamente affinché poteste accettare la vostra unione con Lui, che sola può liberare da inadeguatezza e inferiorità (Giovanni 17:21,23).

Le Cause di Inferiorità

Voi saprete probabilmente cosa si prova ad avere un senso di inferiorità e rifiuto di sé stessi. Vi sarete paragonati ad altri e trovati mancanti. Avrete provato a coprire le vostre carenze dando eccessivamente attenzione ai vestiti o cercando goffamente di nascondere quelle cose che di voi non potete accettare. Avrete sperimentato quel senso di amarezza che può essere diretto quasi verso chiunque, ma che in realtà e rivolto a voi stessi e Dio; quell'amarezza che vi portati ad essere nella vostra condizione attuale.

Probabilmente avrete cercato troppo di compensare le debolezze con il perfezionismo, e avete smesso di esprimervi. Sarete rimasti bloccati dalla convinzione che, poiché non vi accettate, nessun altro altro è interessato a fare la vostra conoscenza.

Da dove provengono tali sentimenti distruttivi e azioni? Ovviamente, in ultima analisi, questi derivano dall'azione di satana nella nostra vita. Ma come ha potuto così completamente ingannarci al punto che ci rivolgiamo contro noi stessi? Ancora una volta, la risposta è la stessa che abbiamo considerato in altre aree di peccato. Quando togliamo il nostro sguardo da Gesù, e lo fissiamo su noi stessi, su altri o sugli inganni detestabili di satana, avremo di noi sempre un'immagine distorta. Solo nel fissare il nostro sguardo su Gesù, potremo chiaramente vedere noi stessi.

Causa n. 1: Confronti Sbagliati

Una delle cause principali di un'immagine imprecisa di noi stessi è confrontarsi con gli altri: “Ma essi, misurandosi da se stessi e paragonandosi con se stessi, non hanno alcun intendimento (II Corinzi 10:12 b). Potremmo paragonare il nostro aspetto fisico: altezza, peso, capelli, pelle, e percepire la conformità ad un ideale mitico. Potremmo paragonare la nostra spiritualità: la quantità di tempo trascorsa in preghiera, la memorizzazione di versetti della della Bibbia, condurre persone a Cristo. Oppure potremmo paragonare i nostri doni: capacità accademica, talento musicale, o una qualsiasi dei molte capacità che Dio ci ha dato.

Il confronto con gli altri darà sempre come risultato un atteggiamento sbagliato. Se mi paragono solo con quelli verso cui mi sento migliore, svilupperò un atteggiamento di superiorità. Se mi paragono con quelli che in qualche modo reputo migliori di me, mi sentirò inferiore. Come posso quindi valutarmi?Se non mi confronto con altri, come faccio a sapere se sto agendo in modo adeguato ed efficace? In una cultura che non ha riferimenti assoluti, non abbiamo nulla con cui confrontarci, tranne fare paragoni l'un con l'altro e siamo infatti diventati “senza discernimento”.."

Persino a scuola siamo classificati non in base alle nostre capacità, ma in confronto agli altri della classe. Non c'è da meravigliarsi che la scuola abbia un tale effetto distruttivo su tanti bambini.

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Come possiamo allora sapere se stiamo stati efficaci? “Poiché non colui che raccomanda se stesso è approvato, ma colui che il Signore raccomanda (II Corinzi 10:18). Una identità positiva è il risultato del nostro confronto con le aspettative del Signore per la nostra vita. Egli ha creato ciascuno di noi con particolari caratteristiche fisiche, capacità intellettuali e doni spirituali. Ha un compito speciale per ognuno di noi durante la nostra vita e ci ha formati per essere perfettamente adatti a realizzarlo. Egli ci valuta sulla base dei doni che ha dato a noi singolarmente e non a quelli di altri: “A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto” (Luca 12:48). Se gli permettiamo di mostrarci esattamente come Lui ci vede, ne saremo meravigliati e ripeteremo le parole del Salmista: “Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo; le tue opere sono meravigliose, e io lo so molto bene” (Salmo 139:14).

Il Signore ci valuta sulla base della Sua conoscenza perfetta di noi. A questo proposito, ricordiamo la parabola dei talenti (Matteo 25:14-30). Il padrone aveva dato gli incarichi a ciascuno dei dipendenti, sulla base delle loro capacità. I primi due servi, che avevano ricevuto rispettivamente cinque e due talenti, attraverso l'uso sapiente dei talenti ne hanno restituiti cinque e due in più. Al primo servitore, che ne aveva guadagnati altri cinque, il maestro ha detto: “Bene, buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa, io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore.”

Il secondo servo aveva aumentato di soli due talenti la ricchezza del padrone. Come ha risposto il maestro? Ha forse chiesto perché anche questo non avesse guadagnato cinque talenti come l'altro servitore? Lo ha forse criticato per non avere operato altrettanto bene come l'altro? Assolutamente no. Al contrario, egli ha pronunciato le stesse parole di benedizione a quello che aveva guadagnato due talenti, come a quell'altro che ne aveva guadagnati cinque: “Bene, buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa, io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore.” Il Signore conosce le nostre capacità e si aspetta né più né meno che il nostro meglio.

Cosa dire delle aree della nostra vita che sono sono evidentemente deboli? Come possiamo avere una immagine positiva di noi stessi davanti alle nostra incapacità e ai nostri difetti? «Ma egli mi ha detto: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza.” Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me. Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte» (II Corinzi 12:9,10).

Quando offriamo le nostre debolezze a Cristo, affinché siano riempite con la Sua forza, le nostre aree di debolezza diventano il nostro punto di maggiore forza. Non c'è alcun necessità di doversi vergognare, rimanere a disagio, o di insoddisfazione per le nostre incapacità, perché queste sono il mezzo attraverso cui Cristo può essere più gloriosamente manifestato nella nostra vita: «Ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti... affinché nessuna carne si glori alla sua presenza...affinché, come sta scritto: “Chi si gloria, si glori nel Signore”» (I Corinzi 1:27,29,31).

A scuola non ero uno studente molto interessato: non mi piacevano la lingua inglese, l'ortografia, la grammatica, la lettura, la scrittura e il parlare in pubblico. Non sono mai stato uno studioso in questi settori, e fino ad oggi queste sono tra le mie aree di maggiore limitazione. Eppure Dio ha scelto di servirsi di me, con i miei errori grammaticali e una terribile ortografia, per comunicare un messaggio alla Chiesa attraverso gli scritti e la parola. Non prendo orgoglio della mia debolezza, né posso prendere orgoglio in quello che è realizzato attraverso di me, perché è evidente che è l'opera di Cristo a rendere possibile quello che compio.

E le mie aree di forza? Come posso riconoscerle? In primo luogo, mi aspetto di utilizzare tutte le mie capacità al loro massimo. Nella misura in cui metto in opera i miei talenti al servizio del Signore, questi si espandono e aumentano. Proprio come il servo della parabola, che ha ricevuto cinque talenti e li ha utilizzati per lo svilupparne altre cinque, e di conseguenza gli è stato affidato di più, possiamo anche noi utilizzare i nostri talenti per sviluppare le nostra capacità. In secondo luogo, dobbiamo usare i nostri punti di forza per benedire coloro che sono deboli. Invece che diventare presuntuosi e tiranneggiare su coloro che non hanno i nostri stessi doni, dobbiamo condividere con loro i nostri doni per aiutarli nelle loro debolezze e dare loro forza.

Questo atteggiamento dovrebbe essere presente in tutti gli ambiti della nostra vita: in casa, in famiglia, nella chiesa e nelle aziende. Per esempio, la maggior parte dei mariti e delle mogli sono molto diversi tra loro. Ecco perché all'inizio sono stati attratti l'uno dall'altro. Ogni di loro ha visto nell'altro doni e capacità che non aveva, e questo li ha attirati l'uno all'altro.

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Purtroppo, dopo il viaggio di nozze si verifica spesso un insidioso cambiamento. Piuttosto che onorare i punti di forza del nostro partner, condanniamo le sue debolezze. Piuttosto che sostenerci a vicenda condividendo le nostre forze, cominciamo a competere l'uno contro l'altro per il rispetto e l'affermazione. Dio vuole che questi atteggiamenti di concorrenza e di critica siano cambiati. Egli ci ha messo insieme di modo che le nostre forze in comune possano superare le nostre unite debolezze. E, di conseguenza, come una singola entità saremo in grado, nella Sua forza, di affrontare qualsiasi cosa.

Causa n. 2: La Mancanza di Comprensione o Applicazione di Princìpi

Siete stati creati a immagine di Dio onnipotente. Siete così importanti per Lui che Egli è stato disposto a permettere che il Suo unico Figlio morisse di una morte terribile per riportarvi in comunione con Lui. Il vero Dio, Creatore dell'universo, vi conosce e vi chiama per nome. La Bibbia ha molto da dire sulla dignità della persona e del perché Dio voglia che abbiate una immagine positiva di voi stessi. Sono stati scritti molti libri eccellenti su questo argomento. A coloro che stanno affrontando il senso di inferiorità, raccomando la lettura di qualcuno di questi libri, in modo da costruire una teologia e un fondamento filosofico per l'autostima. I libri You're Something Special (Siete una Persona Speciale) di Bruce Narratore, e His Image, My Image (La Sua immagine, la Mia immagine) di Johan McDowell, sono particolarmente utili.

Non è mia intenzione considerare argomenti già ampiamente trattati altrove. Voglio solo aggiungere un concetto spirituale spesso trascurato. Nel libro della Genesi, capitolo 1 e 2, è chiaramente indicato che noi siamo stati creati per essere re e regine che governano. Dio ci ha progettati per essere Suoi Reggenti su questa terra, e regnare in una posizione di sottomissione alla Sua autorità suprema. Profondamente dentro di noi c'è un desiderio di essere onorati nella nostra regalità. Nel Patto con Dio attraverso la salvezza, siamo ancora una volta ristabiliti nella nostra posizione di re e sacerdoti, e questo desiderio di stima è soddisfatto (I Pietro 2:9). Quando cerchiamo di raggiungere l'onore o il potere o la posizione con ogni mezzo al di fuori della sottomissione al Re, siamo condannati al peccato e al fallimento.

Questa verità, così come quelle contenute nei libri indicati, non vi può da sola guarire o liberare da un profondo senso di inferiorità. Soltanto una rivelazione dello Spirito nel vostro cuore, nell'incontrare Gesù faccia a faccia, potrà guarire la vostra anima. Questi concetti forniscono una fondamento di verità da cui il Signore può trarre la rhema per soddisfare le vostre esigenze particolari. Solo un incontro con Dio vivente può darvi vita.

Non si può essere risanati solo pronunciando princìpi di verità, non importa quanto siano validi princìpi. Le persone religiose al tempo di Gesù studiavano le Scritture, perché pensavano di avere la vita eterna per mezzo di queste. Gesù ha affermato: “Ed esse sono quelle che testimoniano di me. Ma voi non volete venire a me per avere la vita” (Giovanni 5:39,40). La vita eterna è conoscere Dio, ed essere totalmente in intimità con Lui (Giovanni 17:3). Questo significa sperimentare la stessa realtà di unione interiore con Dio che Gesù aveva.

Causa n. 3: Vivere con Superficialità

Infine, una buona immagine di sé si realizza ogni volta che sperimentiamo la nostra unione interiore con Gesù Cristo. La Bibbia dice: “Per me infatti il vivere è Cristo”, e “Cristo è la nostra vita”(Fil 1:21; Col. 3:4). Spesse volte nel Nuovo Testamento troviamo descritta questa bella unione: “Sono stato crocifisso con Cristo; e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me, e la vita che io vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio” (Gal 2,20). È l'esperienza dell'unione interiore che risana la mia inferiorità, insicurezza e senso di inadeguatezza, e mi permette di vivere la mia identità con Cristo.

È così facile perdere di vista questa unione e tornare a vivere superficialmente. Così facendo, mi sento privo di significato. Il mio “Io” non è più identificato nell'unione “Cristo-Io”, ma rimango ad affrontare le problematiche della vita da solo. La mia immagine di me stesso ne risulta danneggiata, mi sento frammentato, lacerato, sotto pressione.

Probabilmente ci sono momenti in cui ci sentiamo tutti in questo modo. Ci sono giorni in cui la mattina entro nel mio ufficio per trovarlo colmo di corrispondenza, messaggi telefonici, lezioni da preparare e libri da scrivere. Dato che mi piace lavorare, mi immergo nel lavoro, fiducioso di poter gestire tutto. Ma durante la giornata ci sono altre telefonate che interrompono l'attività, persone che senza appuntamento hanno bisogno di parlare, il mio staff che ha bisogno di indicazioni, e la mia frustrazione inizia a salire.

Arrivati a mezzogiorno è evidente che non riesco a gestire tutto il lavoro e che questo non sarà terminato in giornata. Se continuo il giorno come l'ho iniziato, confidando nelle mie capacità, il pomeriggio sarà un disastro.

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Sarò teso, irritabile, intrattabile, e sfogherò il mio senso di inadeguatezza su tutti coloro che proveranno a venirmi vicino. Alla fine della giornata, molto poco di ciò che avevo previsto di fare sarà fatto e avrò perso ogni traccia di pace che proviene dal vivere in unione con Cristo.

Ma non è detto che la giornata deve andare in questo modo. Dal momento in cui mi sveglio la mattina, posso affidare me stesso e la mia attività alla guida dello Spirito Santo. Quando entro nel mio ufficio, e vedo l'abbondanza di attività che richiedono il mio tempo e la mia attenzione, posso tranquillizzarmi davanti al Signore, chiedendogli cosa desidera che io compia quel giorno. Posso nuovamente riconoscere che non sono più io a vivere in modo egoistico, ma è Cristo che ora è la mia vita. Posso avere fiducia che Lui affronterà i problemi della mia vita e che agirà attraverso di me per prendere le decisioni giuste. Egli mi mostrerà da dove iniziare e mi darà la Sua grazia, di modo che io possa essere produttivo nella realizzazione di quanto è da me richiesto. Qualche volta Egli mi dirigerà verso qualcosa che non era nemmeno nella mia lista delle priorità. Ma se sono disponibile a credere nella sua Saggezza, potrò trascorrere la giornata in pace, sapendo che sto facendo la volontà del Signore con la forza del Signore, ed Egli si prenderà cura dei risultati. Poi, quando verranno le interruzioni, le potrò accogliere come provenienti dal Signore. Finché sarò con Lui, ci sarà pace e gioia non solo nel mio cuore, ma anche nella vita delle persone che incontro e che aiuto come servitore di Cristo.

La mia unione con Cristo è un fatto eterno, se io sono nato di nuovo (I Corinzi 6:17). Nulla mi può separare da lui. Non è che in realtà vivo lontano di lui, è solo la mia percezione che è difettosa. Quindi, quando mi rendo conto che ho iniziato ad operare da un falso senso di indipendenza, non perdo tempo a rimproverare me stesso, ma mi pento rapidamente e torno alla verità nel mio cuore. È necessario che tutti conoscano i modi migliori per passare da illusioni superficiali a vere realtà interiori. Per quanto mi riguarda, la lode sincera, l'adorazione e l'annotazione del mio dialogo con Dio, sono i modi più efficaci. Per alcuni, altri modi possono essere la lettura della Parola di Dio, la Bibbia, o essere seduti accanto a un ruscello o attorno a un fuoco all'aperto, o praticare un'attività abituale. Scoprite quindi quali sono le attività che potete praticare, che vi rendono consapevoli della presenza del Signore dentro di voi, e utilizzatele ogni volta che dovete tornare a vivere sul fondamento di questa unione.

Riassunto

Il senso di inferiorità è un problema che pervade la nostra società. Ci sono molte cause di questo senso di non essere all'altezza: l'errato confronto con altre persone, la non conoscenza o la mancata applicazione di alcune verità bibliche di base circa l'autostima, il vivere senza la consapevolezza della nostra unione con Cristo. Lo sviluppo di una accurata immagine si sé è il risultato del tempo trascorso alla presenza del Signore. Egli ci insegnerà riguardo noi stessi, aiutandoci a riconoscere e utilizzare le nostre capacità per servire Lui e gli altri, e presentare a Lui le nostre debolezze in modo che Lui le possa rinforzare e noi ringraziarlo. Egli ci indicherà le verità della Scrittura e ci darà la conoscenza rivelatrice che potrà trasformare i nostri cuori. Egli ci condurrà dolcemente a una maggiore consapevolezza della nostra unione con Lui.

Osservazioni

Quanto è grande il problema dell'inferiorità, insicurezza e inadeguatezza nella vostra vita? Nel leggere questo capitolo, vi ha lo Spirito Santo mostrato i fattori che contribuiscono alla vostra scarsa immagine di voi stessi? In caso contrario, chiedetegli di mostrarvelo ora. Poi entrare nella tranquillità e ricevete la rivelazione che Egli vuole darvi e che potrà guarire il vostro cuore angosciato.

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DALLA DEPRESSIONE ALLA GIOIA

Sono sicuro che sapete cosa vuole dire tristezza, disperazione, ansia, ostilità, il “piangere”, la perdita di appetito (o il mangiare incontrollato), l'apatia e il sonno irregolare. Cosa può esercitare un tale controllo opprimente sulla nostra vita? È generalmente definita come “depressione”, e potremmo dire che ogni singola persona l'ha affrontata in qualche modo in un certo punto della propria vita. In America, una persona su otto ne è afflitta e cerca aiuto professionale. Una percentuale ancora maggiore va stancamente avanti per tutta la vita, accettando come normale e inevitabile l'angoscia che opprime il proprio cuore.

C'è una via d'uscita da questo labirinto della disperazione? È possibile fare qualcosa che possa accelerare il ritorno della luce del sole nella nostra anima? C'è un motivo di speranza? Offro come prova la mia propria testimonianza di liberazione dopo una lotta decennale contro la depressione. Sì, c'è una via di uscita.

Depressione Definita

La depressione può essere definita come “cedere alle pressioni della vita, mentre perdiamo di vista la nostra fede in Dio.” La depressione è il risultato diretto dell'ascolto di voci distorte e della focalizzazione verso una visione alienante. Quando ascolto le bugie dell'accusatore, e chiudo i miei orecchi al sostegno e alla sapienza da parte dello Spirito di Dio, significa che mi sono incamminato sulla strada della depressione. Quando rivolgo i miei occhi alle circostanze intorno a me, su come hanno effetto su di me e su come cercherò di gestirle, ignorando le promesse e gli scopi di Dio nella mia vita, significa che ho diretto il mio sguardo verso il buio dello sconforto.

Le persone che possono dire di avere provato solo raramente il tocco gelido della depressione sono veramente poche. La maggior parte sperimentano occasionalmente lievi o anche gravi livelli di depressione. Altre invece vivono costantemente sotto la nuvola nera della depressione grave che inghiotte ogni gioia, lasciando solo un vuoto al suo posto. Ma a prescindere dal livello di depressione, “L'Eterno è vicino a quelli che hanno il cuore rotto e salva quelli che hanno lo spirito affranto” (Salmo 34:18). Il Signore ha promesso una via d'uscita per voi!

Catalizzatori e Cause della Depressione

Come ho detto prima, ho lottato contro gli effetti della depressione nella mia vita cristiana per dieci anni. Ho sinceramente cercato il Signore per ricevere sapienza riguardo a questa forza paralizzante e la liberazione da essa. Credo che Egli abbia risposto alle mie preghiere attraverso il grafico illustrato nella pagina seguente.

Nella cerchio esterno del grafico si possono notare alcune delle manifestazioni fisiche ed emotive della depressione. Queste variano da persona a persona, in base alla personalità individuale. Tuttavia molte delle caratteristiche elencate saranno evidenti nella persona depressa.

Nel cerchio più interno sono incluse alcune delle cause più comuni della depressione, tra cui: circostanze difficili della vita; peccato inconfessato, religiosità, malattia o malfunzionamento fisico; scarsa cura del corpo, e mancanza di disciplina personale. Spesso, se ci viene chiesto perché ci sentiamo depressi, sceglieremo una di queste spiegazioni: “La mia vita è così difficile. Penso che mi sto per prendere un'influenza. Non ho dormito abbastanza la notte scorsa.” Sembra che la nostra infelicità e depressione siano causate da questi fattori.

Tuttavia, vorrei indicare che queste situazioni non sono le cause ma semplicemente catalizzatori, cioè i fattori che fanno accelerare la manifestazione della depressione. In altre parole, non è la difficoltà che ho di fronte che mi sta causando la depressione. Se così fosse, tutte le persone nelle stesse circostanze reagirebbero allo stesso modo. Questa considerazione non è corretta. Se da una parte, molte persone sprofondano nella depressione, durante circostanze stressanti; dall'altra, ci sono persone in grado di rispondere in modo positivo, che superano le loro difficoltà e tendono verso nuovi livelli di fede e di carattere. Pertanto, per trovare la vera causa della risposta depressiva, dobbiamo guardare più in profondità.

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Manifestazioni Superficiali

Cause Superficiali

Radice delle Manifestazioni

Origine della Radice

Spostandoci più vicino al nucleo del cerchio, alla base delle cause negative evidenti di depressione vi è un strato definito “autocommiserazione”. Credo sia questa la radice di fondo della depressione per la maggioranza delle delle persone, che dicono: “Povero me, la mia vita è così miserabile. Povero me, non mi sento bene. Povero me, non riesco ad avere il controllo della mia vita. Povero me, la vita è così ingiusta.” Pensieri e atteggiamenti non salutari permeano la nostra mente e il nostro spirito, e quando la malattia, le prove o le circostanze incontrollabili entrano nella nostra vita, questi stessi atteggiamenti ci spingono immediatamente nel buio abisso.

Ma come si diventa così pieni di autocommiserazione? Molto semplicemente, perdendo il nostro obiettivo divino. Piuttosto che concentrarci su Dio e Suoi scopi, ci concentriamo sulle parole menzognere di satana. Piuttosto che fissare il nostro sguardo su Gesù, guardiamo solo all'infelicità della nostra situazione. Piuttosto che calmare il nostro cuore per sentire la voce sottile dello Spirito Santo in noi, lasciamo spazio a reazioni superficiali. La cura, quindi, nella maggior parte delle depressioni è l'ascolto della voce di Dio e vedere la visione da Dio. Ma cerchiamo ora di esaminare singolarmente ognuna delle cause o catalizzatori più attentamente, per vedere come questo principio sia applicabile a ciascuna.

Circostanze Difficili della Vita

Non tutti reagiscono alle prove della vita nello stesso modo. Alcuni vedono solo la situazione opprimente, sentono solo l'angoscia e la voce del distruttore, e rispondono con rancore, amarezza e depressione. Altri rispondono come Giacomo e Paolo indicano: “Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere” (Giacomo 1:2) “E non soltanto questo, ma esultiamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce perseveranza, la perseveranza esperienza e l'esperienza speranza. Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5:3-5, corsivo aggiunto).

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Come è possibile non solo accettare le prove senza lamentarsi, ma anche esultare quando ci troviamo nelle difficoltà e nel dolore? C'è un solo modo. Essere certi che “l'Altissimo domina sul regno del genere umano” e che “opera al bene per coloro che amano Dio” (Daniele 4:17; Romani 8,28). Avere non solo una convinzione teologica del Suo grande amore per il genere umano, ma una conoscenza esperienziale della Sua misericordia verso di noi come persone. Sentire la Sua voce che ci promettente il bene nella nostra tragedia. È facile per noi credere che persone consacrate a Dio siano utilizzate da Lui per raggiungere i suoi scopi. In definitiva, essi cercano la Sua volontà e agiscono in obbedienza ad essa. È più difficile invece accettare che le azioni inique di persone riprovevoli possano avere posto nel piano di Dio per la nostra vita. Il pensiero comune è che sicuramente le persone malvagie, che agiscono spinte da iniziative egoistiche, sono al di fuori della potenza di redenzione del Signore. Ma non è assolutamente così.

Dio ha promesso a Giuseppe che avrebbe regnato su tutta la sua famiglia, anche i suoi genitori, ma poco dopo è stato venduto schiavo, mentre stava facendo una commissione per il padre. Poi è stato gettato in prigione, nonostante fossero rimasto integro nel suo comportamento. Alla fine è stato perfino dimenticato dalle persone stesse che lui aveva aiutato. Deve essere stato difficile per Giuseppe credere che Dio fosse dalla sua parte. Ci saranno stati momenti in cui, nella sua condizione di schiavo venduto e poi rinchiuso in prigione, Giuseppe sarà stato tentato a dubitare della promessa di Dio, e cedere al rancore e alla depressione. Ma la Bibbia indica che egli ha mantenuto il suo cuore puro. Non si è raggomitolato come una palla in un angolo, nutrendo la sua auto-commiserazione, ricordando le ingiustizie subite; anche se lui ne avrebbe avuto certamente diritto. Né si è scagliato con rancore verso coloro che lo tenevano prigioniero. Il suo atteggiamento è rimasto integro al punto da guadagnarsi il rispetto da chi lo aveva rinchiuso e dai suoi stessi carcerieri. Si è comportato sempre con dignità, e infine gli è stata riconosciuta autorità sui suoi compagni di cella.

Come era stato in grado Giuseppe di sopportare tali privazioni e sofferenze? Perché davanti agli occhi del suo cuore c'era sempre stata la visione che Dio gli aveva dato nella sua gioventù e che rafforzava la sua fede e gli dava speranza. La sua visione era così fermamente radicata nel suo cuore che lui è stato in grado di ricevere con amore e perdono coloro che avevano agito malvagiamente nei suoi confronti, affermando che anche se avevano pensato del male contro di lui, Dio lo aveva trasformato in bene (Genesi 50:19-21).

L'apostolo Paolo era passato attraverso grandi sofferenze durante la sua vita cristiana. È stato lapidato, percosso, incarcerato e deriso. È stato “colpito in ogni modo, ma non schiacciato; perplesso, ma non disperato, perseguitato, ma non abbandonato; colpito, ma non ucciso” (II Corinzi 4:8,9). Come ha potuto elevarsi al di sopra di tutte queste difficoltà e scrivere anche da una cella: “Rallegratevi nel Signore sempre, e ripeto, Rallegratevi!”? (Filippesi 4,4). Per quale motivo non si è fatto prendere dalla disperazione?

Perché sapeva nel suo cuore che tutto ciò che gli stava accadendo aveva uno scopo, e che tutta la sua sofferenza aveva un risultato positivo: “Tutte queste cose infatti sono per voi, affinché la grazia, raggiungendo un numero sempre maggiore di persone, produca ringraziamento per abbondare alla gloria di Dio” (II Corinzi 4:15). La visione che Dio gli aveva dato era quella di essere un messaggero della buona notizia di Cristo alle genti. Questo era il suo unico obiettivo nella vita, e le prove che si sono abbattute su di lui sono state strumenti nella realizzazione di tale obiettivo. Dio utilizzava le difficoltà di Paolo per operare con grazia nella vita degli altri: “Infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne” (II Corinzi 4:17,18).

Rispetto alla gioia meravigliosa della spesa eternità con coloro che lui aveva condotto a Cristo, la sofferenza vissuta sembrava momentanea e leggera. Seduto in quel carcere sporco, ferito e sanguinante per le percosse ricevute, non ha nemmeno pensato al mondo materiale, fisico, e alla propria sofferenza. Piuttosto, ha tenuto lo sguardo fisso sulla verità eterna che non si vede con gli occhi terreni, ma solo attraverso una rivelazione dello Spirito Santo: la salvezza eterna delle anime.

Un certo numero di anni fa, sono stato condotto dal Signore a dimettersi dalla mia posizione di pastore di una comunità locale. Dato che avevo moglie e due figli piccoli da sostenere, il mio primo pensiero è stato quello di trovare un lavoro.

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Non ero troppo preoccupato per le mie possibilità, anche se era un momento di grande disoccupazione, perché mi piace il lavoro fisico e sono disposto a tutto pur di guadagnare da vivere onestamente. Il mio primo pensiero è stato quello di tagliare e vendere legna da ardere. Sono cresciuto in una fattoria e mi piaceva l'idea di tornare nei boschi. Per qualche settimana, tutto è andato bene e il guadagno era buono. Poi, all'improvviso, la mia schiena non ha potuto più reggere lo sforzo. Ho avuto una schiena debole a causa di un incidente durante l'infanzia, ma con cura sono sempre stato in grado di gestirla. Lo sforzo costante di tagliare e sollevare era tuttavia più di quanto potessi sopportare.

Grazie a Dio avevo imparato ad annotare il mio dialogo con Dio e ho potuto rivolgermi a Lui per ricevere saggezza in questo momento difficile. Ho espresso la mia frustrazione per non essere in grado di guadagnarmi da vivere attraverso le forza del mio braccio destro. Gli ho parlato delle mie preoccupazioni su come avrei potuto prendermi cura della mia famiglia. L'ho pregato di guarirmi la schiena in modo da continuare a lavorare. Ma Lui mi ha risposto: “Mark, non hai potuto avere fiducia in Me riguardo alle tue finanze. Hai sempre avuto fiducia nel tuo lavoro e nella tua capacità di provvedere alle tue necessità..Voglio farti sapere che Io sono la tua Fonte a cui puoi fare affidamento, anche quando i tuoi sforzi sono senza risultato. Io non voglio che tu tagli legna o lavori in una fabbrica. Ti ho chiamato a insegnare il mio popolo. Non voglio che adesso tu cerchi un lavoro a pagamento da nessuna parte. Voglio che presti opera di volontariato per un ministero particolare. Metti la tua fiducia in Me per le tue finanze.”

Vorrei poter dire che ho subito obbedito alla parola del Signore. Purtroppo, aveva ragione. Io non avevo la mia fiducia in Lui per il denaro. Non mi sembrava giusto che un uomo non dovesse lavorare per sostenere la famiglia, se ne è in grado. Così, il Signore ha fatto in modo che io non potessi lavorare. Egli non ha guarito la mia schiena e il continuo dolore e lo stress erano diventati insopportabili. Tutto il tempo, Egli continuava a ripetermi lo stesso messaggio nel mio diario di dialogo con Lui. Alla fine, l'ho preso in parola. Ho lasciato la ricerca di un lavoro e ho offerto il mio volontariato ad una Chiesa che Lui mi ha indicato. Speravo che una volta che avesse notato la mia obbedienza, avrebbe considerato che avevo imparato la lezione nella fede e mi avrebbe dato un lavoro a pagamento. Mi sbagliavo.

Per otto mesi sono rimasto disoccupato. Non avevo casa, né auto né reddito, perché tutto era stato di proprietà della mia chiesa precedente. Ogni settimana chiedevo al Signore se potevo cercare un lavoro a pagamento, e ogni settimana Lui mi rispondeva: “Aspetta e abbi fiducia in Me.” Lentamente ho cominciato a riconoscere la Sua potenza all'opera per me. Si è preso cura di provvedere una casa e un'automobile alla mia famiglia. Non abbiamo mancato di pagare tutte le nostre bollette. E durante gli ultimi due mesi della mia disoccupazione, abbiamo avuto un grande equilibrio nel nostro conto corrente più che in qualsiasi altro momento della nostra vita matrimoniale. Non so ancora come Lui abbia fatto, ma mi ha convinto che fosse degno della mia fiducia. Solo dopo di questo, mi ha permesso di accettare uno stipendio regolare.

Durante questi otto mesi, ci sono stati momenti in cui ho considerato il modo in cui ero stato trattato da Dio e dal suo popolo, che avevo servito fedelmente al meglio delle mie capacità, e avevo l'impressione che non fosse giusto. Se mi soffermavo sulle circostanze della mia vita, era facile cadere in depressione. Ma quando mantenevo la mia attenzione sulla parola e la visione di Dio, che sarei diventato un uomo più maturo di Dio con una più forte la fede in Lui, come potevo rimanere nello scoraggiamento? Sebbene le circostanze non fossero di mia scelta, e fossi in molti modi infelice, vi era uno scopo in tutto questo! Dio era ancora in controllo e all'opera per il mio bene.

Dio ha promesso che le nostre difficoltà produrranno una misura eterna di gloria, una meraviglioso gioiello eterno. Ma questa promessa è condizionale. Lo scopo completo di Dio nei nostri cuori sarà realizzato solo “mentre guardiamo non alle cose che si vedono, ma alle cose che non si vedono. Dobbiamo rivolgere lo sguardo dal dolore alla gloria. Dobbiamo guardare al di là dei mezzi e vedere il risultato. I dolori della nostra vita sono solo temporanei, anche se possono durare per mesi o addirittura anni. Rispetto all'eternità, sono solo momentanei.

Nei momenti di afflizione, nelle circostanze difficili della vita, è necessaria una rivelazione. Dobbiamo chiedere al Signore di mostrarci ciò che Egli sta operando attraverso la situazione, e avere una visione che può portarci oltre le circostanze. Se ascolteremo la voce di Dio, cercheremo la Sua visione e rimarremo saldi su ciò che riceviamo, non saremo sopraffatti dalla disperazione, ma potremo essere vincitori, pieni di gioia e grazia di Dio.

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Peccato Inconfessato

La stessa consapevolezza di un nostro peccato inconfessato, e sapere che siamo colpevoli davanti a Dio santo, ci può portare alla depressione. Davide ha parlato per tutti noi quando ha detto: “Le mie iniquità infatti superano il mio capo; sono come un grave carico, troppo pesante per me” (Salmo 38:4). Il peccato inconfessato porta con esso pesantezza, depressione e la malattia del corpo. Perché ci mettiamo così tanto tempo per pentirci? Inganniamo noi stessi nel credere che abbandonarsi ai desideri della carne possa dare un piacere duraturo? Non ci rendiamo conto che la carne non è mai soddisfatta, che più si lascia spazio al suo desiderio insaziabile e più questo cresce? Siamo troppo orgogliosi per riconoscere la nostra debolezza davanti a Dio a agli altri?

Prendete la decisione che non permetterete più a qualsiasi cosa di compromettere la vostra coscienza onesta davanti al Signore. Stabilite la vostra confessione immediata a Dio di ogni peccato per cui ricevete la convinzione da parte dello Spirito Santo. Convertitevi con tutto il cuore e ricevete la purificazione per mezzo del sangue di Gesù. Siate ristabiliti nella gioia della vostra salvezza.

Se il riconoscere a Dio i peccati di cui siete consapevoli vi lascia ancora con un depressivo senso di colpa, studiate di nuovo il capitolo riguardante l'accusatore e il Consolatore. Accertatevi che non stiate accettando il falso senso di condanna da parte del nemico che cerca di paralizzarvi con la depressione. Se necessario, cercate aiuto presso una guida spirituale, in modo da aiutarvi a discernere la differenza. Poi andata avanti nella gioia di un cuore purificato!

Religiosità

Eccoci giunti al catalizzatore per la depressione contro cui ho lottato per così tanti anni. Nel mio impegno verso Dio, ancora prima di avere stabilito un dialogo con Dio, avevo vissuto sotto un elenco intenso di regole cristiane a cui credevo di dovere aderire. Ho studiato seriamente la Parola e annotato ogni comando e principio che ho trovato. Iniziavo ogni giornata con quella lista davanti a me, facendo del mio meglio per conformarmi alle sue regole. Intere aree della mia vita venivano eliminate, portando la morte nella mia personalità e creatività. Ad esempio, pensavo che la vita cristiana fosse solo una cosa impegnativa e che non ci fosse tempo per la ricreazione o il divertimento. Le emozioni erano espressioni dell'anima e non dello spirito (o almeno così credevo), e quindi le avevo negate e soffocate. Ogni giorno finiva per essere un tentativo monotono e triste di raggiungere l'approvazione da me stesso e da Dio. E ogni giorno era diventato un fallimento deludente nel rendermi conto che avevo fallito l'obiettivo. La depressione è diventata quindi un nemico costante.

Il mio cristianesimo si era ridotto a religiosità. Come i Galati, anche se avevo ricevuto Cristo mediante la fede, avevo cercato di vivere per Lui con la mia propria forza (Galati 3:1-3). Religiosità e cristianesimo sono diametralmente opposti. La religiosità è un insieme di regole stabilite; il cristianesimo è relazione. La religiosità soffoca la creatività; il cristianesimo aumenta e incoraggia la creatività del Creatore in noi. La religiosità porta pesantezza al nostro spirito, nel vedere il grande compito davanti a noi e la nostra incapacità di realizzarlo; il cristianesimo porta leggerezza al nostro cuore, nell'accogliere la forza di Dio per fare la Sua volontà. La religiosità è un lavoro duro; il cristianesimo è riposo e ricreazione, perché abbiamo cessato dalle nostre fatiche (Ebrei cap. 4). La religiosità si esprime nel perfezionismo, dove con i miei sforzi cerco di fare ciò che è giusto; il cristianesimo è espresso nell'eccellenza, dove permetto al meglio da parte di Dio di fluire attraverso di me. La religiosità causa depressione; il cristianesimo produce gioia.

Come ho fatto a liberarmi dalla schiavitù della religiosità? Quando ho imparato ad ascoltare la voce di Dio, ho scoperto Qualcuno molto diverso dalla figura che avevo stabilito nella mia mente. Ho sentito le parole di amore, di perdono e di accettazione. Ho visto Qualcuno che ha preso tempo per essere con i Suoi amici, per giocare con i bambini o semplicemente per stare da solo e rilassato. Ma soprattutto, ho trovato Qualcuno dentro di me in grado non solo di adempiere le Leggi di Dio nella propria vita terrena, ma che voleva adempierle attraverso di me! Ho scoperto che avrei potuto attingere dal flusso di grazia che viveva dentro di me, per superare ogni tentazione che mi si presentava.

Se siete vincolati dal legalismo e dalla religiosità e vivete nella depressione, potete essere liberati. Prendere contatto con il Santo che vive in voi. Ascoltate le Sue parole di verità. Guardare alla Sua visione di gloria. Guardate in alto e gioite!

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Mancanza di Disciplina Personale

Spesso trascuriamo questa probabilità nella nostra ricerca di una causa per la nostra depressione. Specialmente se la mancanza di disciplina è il nostro normale modo di vivere, possiamo non riconoscere che ci sia un altro modo migliore.

Se non ho un obiettivo chiaro e divinamente generato per la mia vita, mi ritroverò a scivolare nella depressione. Non saprò dove sono, dove vado o se sono sulla strada giusta per arrivare a destinazione. Non andrò da nessuna parte e avrò voglia di abbandonare tutto. È quindi imperativo che io sappia quello che Dio vuole che io faccia ogni giorno. Questo è particolarmente importante per i lavoratori autonomi, i disoccupati o le casalinghe. Dio può dirigermi verso semplici attività, ma se sono mandato da Lui posso svolgerle con un senso di scopo divino, e il compito più banale diventa significativo. Questo non significa che devo avere un grande incontro di preghiera prima di potere fare qualsiasi cosa. In generale, se sto vivendo in obbedienza a Cristo, e il mio cuore è diretto a servire solo Lui, il flusso spontaneo dei pensieri e delle sollecitazioni proverranno dal Signore. Il punto è imparare ad essere sensibili e disponibili alla voce spontanea di Dio, e non essere controllati dalle evidenze fisiche che i nostri occhi fisici possono vedere.

L'indecisione può anche essere causa di depressione. Ci troviamo di fronte a una decisione importante e per settimane andiamo avanti e indietro tra le alternative. Alla fine, sotto pressione, facciamo la nostra scelta per poi trascorrere le settimane successive chiedendoci se la nostra decisione sia stata saggia. Come risultato, la nostra energia è esaurita e il nostro spirito è diventato depresso. C'è un modo migliore?

Quando devo prendere una decisione importante, il mio primo passo è la ricerca. Leggo tutto quello che posso trovare sull'argomento. Cerco il parere di credenti in Dio equipaggiati e con esperienza nel settore e ricevo le loro indicazioni. Quando sono certo che ho tutti i dati disponibili, li presento tutti al Signore. Attraverso il diario del mio dialogo con Dio, pongo le domande e ricevo la guida dello Spirito di Dio. Dato che devo prendere una decisione importante, presento quello che credo sia la voce di Dio ai miei consiglieri spirituali per avere conferma o rettifica. Infine, quando sono convinto che ho fatto tutto quello che Dio esige da me, prendo la mia decisione e agisco di conseguenza.

Non lascio spazio a una seconda ipotesi, anche se i risultati non sono quelli che avevo previsto. Mi affido semplicemente a Colui che mi ha guidato ed è in grado di operare tutte le cose per il mio bene, anche se commetto un errore.

Questo sembra un procedimento molto lungo. Che fare invece per le decisioni che devono essere prese rapidamente? Ho semplicemente fiducia che lo Spirito Santo che vive dentro di me mi dia la saggezza per la necessità del momento. C'è sempre tempo per calmare le tensioni esteriori e ascoltare interiormente la voce sottile di Dio. Seguite la Sua guida al meglio delle vostre capacità. Anche in questo caso, non lasciate spazio a seconde ipotesi. Anche se commette un errore, il vostro Dio è grande abbastanza nell'utilizzarlo in qualche modo per compiere La sua volontà per il vostro bene.

Poca Cura del Corpo

Una scarsa alimentazione, mancanza di esercizio fisico ed errate abitudini del sonno, possono contribuire alla depressione. Ci sono alcuni alimenti che procurano lentezza al corpo e allo spirito. Il troppo cibo produce sovrappeso che contribuisce alla scarsa immagine di sé che a sua volta genera depressione. Abbiamo bisogno di una visione di noi stessi nel vederci mangiare solo per la gloria di Dio e sviluppare un corpo sano secondo i propositi di Dio (I Corinzi 10:31).

Gli studi hanno dimostrato che le persone che soffrono di depressione possono liberarsi dalla sua schiavitù due volte più rapidamente se fanno esercizio fisico. Trovate il tipo di esercizio abituale che Signore ha progettato per voi e attingete dalla Sua forza per realizzarlo. Così come il vostro corpo, risponderà anche il vostro spirito, e la luce della gioia inizierà a penetrare le nubi della depressione.

In qualche modo, l'idea che meno si dorme e più si è spirituali si è fatta strada negli ambienti cristiani. In base a questa idea, se siete fuori fino a mezzanotte a compiere l'opera del vangelo, e vi alzate di nuovo alle quattro di mattina per pregare per tre ore, allora siete super spirituali. Forse siete una di quelle persone che hanno bisogno di sole quattro ore di sonno a notte. Se è così, bene! Ma per la maggior parte di noi non è così. La maggior parte di noi diventa troppo stanca e va in depressione se cerca di mantenere un tale ritmo. È importante che abbiamo la libertà dentro di noi di metterci da parte e riposare per un po'. A volte la cosa più spirituale che potete fare è andare a letto a dormire.

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Se avete da fare più di quello che potete fare in una giornata di 16 ore, state facendo più di quanto Dio vi chieda. Trovate le Sue aspettative per la vostra vita e realizzate solo queste. A volte avete anche bisogno di una vacanza. Nell'Antico Testamento, vedete che Dio aveva istituito numerosi momenti di celebrazione. Nel corso di queste celebrazioni, tutti lasciavano le loro case e le attività quotidiane e viaggiavano a Gerusalemme per una grande celebrazione. Certamente, c'erano degli obblighi spirituali da rispettare, ma la maggior parte del tempo era trascorso a mangiare, bere, ballare, giocare e parlare con gli amici. Non stupitevi se il Signore vi dice che anche voi avete a volte bisogno di una vacanza.

Malattia / Malfunzionamento fisico

La malattia fisica e l'infermità possono diventare catalizzatori che spingono alla depressione. Ci sono diverse ragioni per questo. Le nostre condizioni fisiche hanno un effetto diretto sulla nostra condizione spirituale. Quando la malattia fisica ci affligge, è facile cadere preda delle debolezze spirituali del dubbio, della paura e depressione.

Un modo in cui la malattia fisica può precipitare la depressione è attraverso una riduzione del nostro livello di energia. Quando tutto sembra richiedere uno sforzo maggiore oltre le nostre capacità, può subentrare lo scoraggiamento. Se le nostre preghiere per la guarigione non trovano risposta nel modo in cui abbiamo sperato, il dubbio può condurre alla disperazione. In particolare, il dolore prolungato e la sofferenza ricorrente sono terreno fertile per i semi della depressione.

Lo squilibrio chimico può anche essere causa di attacchi di depressione. Le nostre emozioni sono strettamente legate al sistema chimico, endocrino e ormonale del nostro corpo. Una ragione per cui l'esercizio fisico è così efficace nella lotta contro la depressione è che rilascia sostanze chimichenel nostro corpo che promuovono un senso di benessere. Molti donne trovano che durante alcuni periodi prevedibili sono immerse nel buio della disperazione. Se potete individuare lecause di questi squilibri e riconoscerle come temporanee, questo può aiutarvi a sopravvivere fino a vedere di nuovo la luce. In questi giorni, prendetevi cura di voi stessi. Fate un bagno schiuma o rilassatevi nella vasca idromassaggio. Non accettate nessun'altra pressione supplementare o responsabilità non necessaria. Fatevi portare la cena a casa da vostro marito. Non prendere decisioni affrettate e, se possibile, evitate i conflitti. Leggete un libro e andare a letto presto. Ci saranno buone probabilità che al vostro risveglio la nube sarà passata e sarete ancora una volta in grado di gioire per la bontà di Dio.

Ci sono alcune persone che soffrono di depressione continua a causa di malfunzionamento chimico o disturbi ghiandolari. Esito quasi a indicare la seguente possibilità, perché fornisce un facile pretesto per chi non vuole affrontare le responsabilità della propria salute emotiva. Tuttavia, se dopo avere esaminato con attenzione la vostra vita sotto l'illuminazione dello Spirito Santo, e siete assolutamente convinti che state ascoltando solo la voce di Dio e vedendo la visione di Dio, e tuttavia la depressione vi tiene nella sua morsa, dovreste considerare la possibilità di una causa fisica. Cercate sinceramente la guida di Dio per la guarigione, e se la guarigione tarda, ricevete l'assistenza di operatori sanitari per il controllo di un eventuale squilibrio, fino a che sarà poi il Signore a correggerlo. La vita abbondante è una vita ricca di gioia, e Dio vuole voi ne facciate l'esperienza!

Imparare a Pregare quando Siete Depressi

Nel suo, ottimo libro, How to Win Over Depression (Come Vincere la Depressione), Tim LaHaye racconta di un gruppo di studenti di un college cristiano che soffrivano di depressione. Il gruppo era stato suddiviso in tre parti. Il primo segmento ha ricevuto counseling di gruppo e individuale su come migliorare i propri atteggiamenti mentali. Il secondo gruppo si è riunito per la preghiera con un counselor che li hanno istruiti su come pregare in modo corretto. Il terzo gruppo è stato mandato a casa a pregare per i loro problemi. I risultati sono stati sorprendenti. Il gruppo due, che era stato guidato nella preghiera, ha mostrato la maggiore percentuale di miglioramento. Il gruppo tre, che era stato semplicemente invitato a pregare, non ha mostrato alcun miglioramento e alcuni del gruppo sono addirittura peggiorati. Questo mi dice che ci sono alcuni modi di pregare che sono utili per curare la depressione e altri che non lo sono.

Il salmo 31 provvede un formato ideale per la preghiera per la persona depressa. Anche se non scriveremo qui l'intero capitolo, vi incoraggio a leggerlo interamente nella vostra Bibbia.

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La mia Bibbia titola questo come “Salmo di rimostranza e di lode.” Al momento della sua scrittura, sembra che Davide abbia affrontato molte delle cause precipitanti della depressione già prese in considerazione. Le sue circostanze erano difficili, il peso del peccato lo opprimeva, e ci sono riferimenti alla malattia. Ma nonostante tutte queste condizioni negative nella sua vita, si noti come egli inizia il suo salmo:

“In te, o Eterno, mi sono rifugiato; fa' che io non sia mai confuso; liberami per la tua giustizia. Porgi a me il tuo orecchio, affrettati a liberarmi; sii per me una forte rocca e un luogo fortificato per salvarmi. Poiché tu sei la mia rocca e la mia fortezza; per amor del tuo nome guidami e conducimi. Trammi fuori dalla rete che mi han teso di nascosto, perché tu sei la mia roccaforte” (vv. 1-4).

Davide non inizia immediatamente la sua preghiera con un elenco delle sue rimostranze. Egli volge invece il suo sguardo al Signore, si concentra sulla Sua bontà e le Sue benedizioni, acquietandosi alla Sua presenza. Rimette a posto le sue priorità. Afferma la sua fiducia e lealtà al suo Dio. Stabilisce fin dall'inizio il giusto obiettivo. Al versetto 6 inizia ad alludere ai suoi problemi e, infine, al versetto 9, comincia a presentare il suo dolore e la sua necessità al Signore:

“Abbi pietà di me, o Eterno, perché sono angosciato; il mio occhio, la mia anima e le mie viscere sono consumati dal dolore, perché la mia vita vien meno per l'afflizione e i miei anni per il pianto; la mia forza viene meno a causa del mio peccato e le mie ossa si consumano” (vv. 9, 10),

La sua vita non procedeva affatto bene. I suoi nemici cercavano di ucciderlo. Gli amici facevano finta di non conoscerlo. Il suo nome era stato diffamato in tutta la nazione. La colpa del suo peccato pesava su di lui e il suo corpo era ammalato e dolorante. In una circostanza, alla presenza di Dio, ha sentito la libertà di esprimere tutte le paure, rabbie, ferite e dolori. Ma non si è fermato qui. Se le nostre preghiere sono solo una ripetizione dei nostri problemi, non c'è vita in loro ma solo ulteriore morte.

Una volta che Davide ha riversato tutti i suoi problemi davanti al Signore, ha riaffermato la sua fiducia in Dio per essere liberato dai suoi nemici:

«Ma io, o Eterno, confido in te; ho detto: “Tu sei il mio DIO”. I miei giorni sono nelle tue mani; liberami dalla mano dei miei nemici e da quelli che mi perseguitano. Fa' risplendere il tuo volto sul tuo servo; salvami per la tua benignità. O Eterno, fa' che io non resti confuso, perché ti ho invocato siano confusi gli empi, e siano ridotti ai silenzio...»

Dal versetto 14 al 18, Davide esprime al Signore una sua personale convinzione riguardo all'intervento da parte del Signore, sempre sottolineando che il Signore è tuttavia in controllo ed è perfettamente in grado di liberare. Infine, ai versetti da 19 a 24, Davide conclude la sua preghiera di lode, fede, amore e speranza:

“Quanto è grande la tua bontà che riservi per quelli che ti temono, e che usi in presenza dei figli degli uomini verso quelli che si rifugiano in te!...Sia benedetto l'Eterno, perché mi ha usato grande benignità, mettendomi come in un luogo fortificato...”

È solo dopo avere toccato Dio, che le prove della nostra vita potranno essere trasformate in motivo di lode e gioia. È solo dopo avere ascoltato le parole di conforto e di saggezza da parte di Dio, solo dopo avere visto la Sua visione della gioia che Egli ha messo davanti a noi, che potremo venire fuori dal pozzo della depressione verso il sole della Sua gloria.

Riassunto

La causa principale della maggior parte della depressione è l'autocommiserazione, che è una conseguenza diretta della nostra perdita di attenzione divina e mancanza nel vedere Dio. Ci sono molti catalizzatori che possono contribuire a spingerci nelle “paludi della disperazione”. Tra i più comuni ci sono le circostanze difficili della vita, il peccato inconfessato, la religiosità, la mancanza di disciplina personale, la scarsa cura del corpo, la malattia o la disfunzione fisica. Ognuna di queste “cause” può essere superata tornando al nostro obiettivo divino, nella quiete, nell'ascolto della voce di Dio, nel vedere la visione di Dio e agire in obbedienza ad essa.

Non ho la pretesa di affermare che questo capitolo contenga la risposta totale al problema della depressione. Ho solo offerto le risposte che ho trovato finora e che sono state utili a me ed a quelli con cui le ho condivise.

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Osservazioni

La depressione è mai stata un problema nella vostra vita? Quanto è stata persistente? Siete in grado di vedere che in quei momenti avete perso l'attenzione divina? Soffrite attualmente di depressione? Siete riusciti a riconoscere i catalizzatori che vi hanno spinto in questa oscurità? Siete disposti a venire a Gesù, a mettervi nella quiete alla Sua presenza e permettergli di pronunciare parole di fede, speranza e saggezza, e ristabilirvi nella prospettiva divina? Volete vedere Dio nella vostra vita e nelle vostre circostanze? Fatelo ora,ed entrate nella gioia del vostro Signore.

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VITTORIA ATTRAVERSO

LA MORTE E LA RESURREZIONE

Ci sono aree di peccato nella vostra vita contro le quali avete combattuto per lungo tempo senza trovare una vittoria consistente? Le parole “consacrazione”, “santità” e “abnegazione” portano un senso di colpa e castigo nel vostro cuore? Avete cercato di presentare il vostro corpo come offerta vivente a Dio, solo per ritrovarvi a strisciare via dal luogo di preghiera? Vi siete mai chiesti se il messaggio cristiano di libertà dal peccato sia una promessa vuota con nessuna speranza di realizzazione? Il vostro cuore fa eco alle parole dell'apostolo Paolo: “O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?” (Romani 7:24)?

Ma “grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 7:25). C'è una via di liberazione! Le promesse della Parola sono sempre vere. La liberazione dal peccato e una vita di santità sono a disposizione dei figli di Dio. Ma vi è un solo modo per farlo. Fermamente elevata, al centro del Vangelo, al di sopra di ogni altra dottrina e dogma, c'è stabilmente una croce. La morte di Gesù, il santo, innocente Figlio di Dio, sulla croce, ha soddisfatto per sempre il debito della nostra colpa e ci ha liberato dalla morte eterna. Era l'unico modo possibile.

Eravamo con lui quel giorno. Siamo stati crocifissi con Cristo (Galati 2:20). Siamo morti e la nostra vita è stata nascosta con Cristo in Dio (Colossesi 3:3). Quando abbiamo riconosciuto Gesù quale Signore della nostra vita, filosoficamente la nostra decisione è stata presa. È stata fatta a livello di posizionamento. Eppure resta questo conflitto interiore della nostra carne: “Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio” (Romani 7:19). Se sono morto, perché mi comporto in modo così molto vivo?

Rimane una croce personale che dobbiamo prendere ogni giorno (Luca 9:23). Dobbiamo imparare a considerare noi stessi come morti al peccato, ma viventi a Dio in Cristo Gesù (Romani 6:11). Questo è fondamentale, perché mentre la morte sulla croce per tutti i nostri desideri egoistici è una necessità assoluta, non è l'obiettivo finale. La morte è solo una porta, un mezzo per raggiungere un fine. Il massimo scopo del cristianesimo è vivere nella vita di risurrezione, ora e per tutta l'eternità. Abbiamo la speranza gloriosa della risurrezione del nostro corpo fisico che ci rafforza davanti al terrore della morte e ci sostiene attraverso il dolore del lutto. Allo stesso modo, abbiamo la speranza della vita di risurrezione nel nostro spirito per sostenerci attraverso la morte del nostro vecchio io, il nostro corpo del peccato (Romani 6:6).

“Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non ha più alcun potere su di lui. Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore. Non regni quindi il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze. Non prestate le vostre membra al peccato come strumenti d'iniquità, ma presentate voi stessi a Dio, come dei morti fatti viventi, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia” (Romani 6:8-13).

Il fatto che io sia morto con Cristo sulla croce è una realtà assoluta. La mia responsabilità nel considerarmi morto giornalmente è quello di ricordare questa verità, riconoscerla o considerarla come tale e affermarla nella mia vita. Quando guardo nella Parola di Dio, non vedo più la Legge davanti a me che mi giudica. Vedo invece Gesù che ha adempiuto le richieste della legge nella Sua vita terrena, e che ora le adempie attraverso di me. Io non provo ad adempiere la legge attraverso la crocifissione della carne, ma rimango fermo sul fatto che sono già stato crocifisso.

Non lotto contro le passioni peccaminose che sorgono all'interno di me e che mi tentano al male. Distolgo piuttosto lo sguardo dai desideri carnali e contemplo la realtà che mi fa vedere che sono rivestito con Cristo, che la pienezza della Sua vita abita in me, che il peccato non ha più alcun potere su di me e che sono libero di vivere una vita santa.

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E mentre “contemplo a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, sono trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore” (II Corinzi 3:18). Se concentro la mia mente sulla mia carne peccaminosa e la potenza apparente che il peccato ha su di me, divento frustrato e scoraggiato. Ma se rivolgo la mia mente allo Spirito Santo, e al Suo potere di resurrezione che scorre attraverso di me e che mi rinforza per essere vittorioso, faccio l’esperienza della vita e della pace (Romani 8:6).

Come possono queste idee teologiche essere messe in pratica nella mia vita quotidiana? Quando la tentazione colpisce, come posso considerarmi morto al peccato ma vivo in Cristo? Supponiamo che un amico di cui mi fidavo tradisca la mia fiducia. La mia reazione iniziale sarà nel sentire di avere subito un'offesa, e si esprimerà in rancore e bisogno di rivalsa. Questa è io il mio vecchio io che reagisce. Fino ad ora non ho peccato, ma sono solo fortemente tentato. A questo punto, non vorrò aprire la bocca o agire in qualsiasi modo, perché sono consapevole che peccherò, perché agirò con l’impulso basato su me stesso.

Rivolgerò invece il mio pensiero verso l'interiore, a Cristo che vive in me. Richiamerò alla mente il fatto che sono morto alla risposte personali. Anche se queste mi possono tentare, non hanno alcun potere su di me per provocarmi a sottomettermi a loro. Mi concentrerò su Cristo, che è la mia vita, pregando: “Signore, mi sento ferito e pieno di rancore. Non ho il potere di perdonare. Ma, Signore, Tu sei una sorgente eterna di amore dentro di me. Hai perdonato anche in mezzo alla profonda agonia. Sii per me ora tutto quello di cui ho bisogno. Riempimi con il Tuo amore, il Tuo perdono, la Tua comprensione e la Tua compassione. Consuma con la Tua grazia tutto ciò che vorrebbe sollevarsi contro di me.”A volte gradualmente, e in altre istantaneamente, ci sarà una liberazione dal dolore e dal rancore e una sgorgare interiore dello Spirito di Cristo. Quando tutte le mie risposte carnali saranno state incorporate in Gesù, potrò rispondere al mio amico attraverso il carattere di Cristo. Potrò in questo modo essere un ministro di riconciliazione e messaggero di pace.

Posso attraversare queste fasi in secondi, minuti, ore, mesi o addirittura anni. Se scelgo di tenermi strette le mie ferite o aggrapparmi alle mie risposte nei confronti delle tentazioni carnali, non supererò mai le mie reazioni egoistiche. Se mi concentro sulla tentazione e la sua potenza apparente su di me, cercando di combattere la carne con la carne, vivrò nella sconfitta. Ma se mi metterò nella tranquillità alla presenza di Dio, esprimendo a Lui la mia necessità e debolezza, consentirò a Lui di rispondere con le parole di grazia e visioni di vittoria, e potrò superare la tentazione. La mia reazione automatica e spontanea nei confronti della vita deve essere quella di attraversare rapidamente ogni fase della morte e risurrezione. Il mio obiettivo ultimo della vita è vivere sempre nella fase finale, rimanendo pacificamente in Gesù mentre cammino attraverso la vita.

Ci sono tre diversi punti di vista che potrei avere come cristiano. Potrei concentrare la mia attenzione sul mio Io, che è vivo, e questo significa vivere essenzialmente come un non-cristiano. Quando quindi mi si presenta la tentazione, mi arrendo senza lottare. In questo caso, ho probabilmente una comprensione distorta del peccato. Ho la convinzione che la sensazione immediata della mia carne sia già un atto di peccato, e quindi, dal momento che credo di avere fallito, tanto vale completare l'azione peccaminosa. Tuttavia, il peccato non si verifica fino a che non viene messa in atto una reazione. Questa mia percezione produrrà solo sforzi egocentrici e personali, angoscia, dolore, rancore, rivalsa, ansie, paure e cambiamenti emotivi rapidi.

Un secondo posto dove potrei focalizzare la mia attenzione è sul mio Io, che è morto. In questo caso, cercherò di spingere lontano le tenebre del peccato dalla mia vita attraverso le mie capacità. Diventerò uno “zombie religioso”, non reagirò né di mia iniziativa né dalla iniziativa di Cristo. Diventerò senza vita, noioso e molto religioso. Non ci sarà né spontaneità né personalità, o spazio per il divertimento, l’emozione o l’attività gioiosa. La mia vita sarà incentrata esclusivamente su attività religiose.

Ovviamente non sto raccomandando una delle suddette prospettive. Ho invece una prospettiva diversa, che è Cristo che vive in me. In questa prospettiva, oltre a riconoscere di essere stato crocifisso con Cristo e che il mio vecchio sé è morto, affermo anche di essere risorto con Cristo e di vivere ora nella potenza della resurrezione. Quando vedo un'area di tenebre nella mia vita, la respingo accendendo la luce e portandoci la presenza di Cristo. Inizio quindi a muovermi nel flusso della vita di Gesù. Come risultato, sarò più accessibile agli altri, premuroso, pieno di fede, gentile, equilibrato e libero. Dato che sarò stato guarito dalle mio ferite interiori, potrò rendermi disponibile per curare le ferite di altri, e la potenza di Cristo si manifesterà in me attraverso i frutti dello Spirito Santo.

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Crocifiggere i desideri della carne non è semplice né divertente. Un vita di santificazione e santità non è certo da considerare con leggerezza. Ci saranno dolore e sofferenza. Ma se porteremo la croce, troveremo una gioiosa liberazione e la libertà dalla schiavitù, come non abbiamo mai esperimentato prima.

Gesù è venuto sulla terra con lo scopo esplicito di morire sulla croce. Prima di iniziare il suo ministero, ha digiunato per 40 giorni e ha vinto la tentazione di cercare un modo più facile per compiere la sua missione. Durante i suoi anni di ministero è stato lodato come Messia e Re, e gli è stata offerta l'opportunità di evitare la croce e stabilire il Suo regno in un altro modo. Ogni tentazione doveva essere superata una per una, come più volte Gesù ha affermato: “Signore, non la Mia volontà ma la Tua.” Infine, la notte prima della Sua morte, è arrivata l'ora del grande confronto. Egli sapeva ciò che lo aspettava. Conosceva il prezzo che doveva essere pagato. Lì, nel Getsemani, Gesù ha agonizzato in preghiera fino a quando la carne è stata superata dallo Spirito, e una volta ancora Egli ha affermato: “Non la mia volontà ma la Tua.”

Per prendere la sua decisione, Gesù non ha atteso che lo mettessero in croce. Per arrendere la Sua volontà, non ha atteso che le spine gli trafiggessero la fronte. Il confronto è stata vinto al Getsemani. Gesù aveva vinto in preghiera e per questo è stato in grado di sopportare la croce.

Dobbiamo anche noi venire al Getsemani. Anche se abbiamo già preso la nostra decisione di seguire Cristo, dobbiamo continuamente affermare questa nostra ferma determinazione in ogni aspetto della nostra vita. Dobbiamo continuamente appartarci con Dio e pregare fino a quando il nostro spirito avrà superato la nostra carne e potremo dire: “Non la mia volontà ma la Tua.” Poi, quando ci troveremo ad affrontare la croce, e il desiderio carnale dovrà morire, il confronto sarà già stato vinto.

Cosa accade al Getsemani? La nostra visione è ristabilita e la nostra prospettiva è definita. Spesso ci disponiamo alla preghiera con la volontà di obbedire a Dio, e siamo profondamente desiderosi di farlo, ma siamo tuttavia ancora accecati dai desideri della nostra carne. Quando questi desideri si presentano minacciosi davanti a noi, possiamo scegliere se concentrarci su di loro e su tutto ciò a cui ci viene chiesto di rinunciare. Oppure possiamo scegliere di vedere solo le sofferenze che dobbiamo sopportare per diventare liberi. Si può essere talmente concentrati sulla croce da non vedere i futuri progetti di resurrezione da parte di Dio. Al Getsemani, lo Spirito Santo rivolgerà dolcemente la nostra attenzione al di fuori di noi stessi. Egli ci mostrerà la vita di santità che scorre nella potenza della risurrezione alla quale potremo rivolgerci. Egli ci permetterà di essere come Gesù, “il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2). Come risultato del Getsemani, saremo in grado di guardare oltre la croce alla risurrezione.

Riassunto

“In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna” (Giovanni 12:24,25). Morte e resurrezione sono le chiavi per la vita abbondante. Se ci aggrapperemo alla nostra vita, rivendicando i nostri diritti e godendo del nostro peccato, la perderemo. Ma se arrenderemo la nostra vita, riconsegnando i nostri diritti a Cristo e affidandoci solo a Lui, faremo l'esperienza della vita di risurrezione. Il frutto della giustizia inizierà a crescere in noi e sarà un rifugio di pace in un mondo stanco.

Osservazioni

Sta lo Spirito Santo parlando al vostro cuore circa un’area della vostra vita che deve essere crocifissa? Troverete il vostro Getsemani, il vostro luogo di preghiera dove potrete pregare fino ad avere vittoria? Ascolterete la voce soave dello Spirito Santo in voi, che vi comunica saggezza, comprensione e grazia? Riceverete la visione che Gesù vuole impartire in voi, di una vita di santità e di purezza? Vi affiderete solo alle Sue parole e vi concentrerete solo sulla Sua visione, permettendo loro di condurvi dalla morte alla vita di resurrezione?

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VEDERE DIO IN TUTTO

“Beati i puri di cuori perché essi vedranno Dio.” Abbiamo cercato di determinare cosa è un cuore puro e cosa non lo è. Abbiamo proposto che un cuore puro è quello che è libero da peccato, paura, senso di colpa, rancore, inferiorità, depressione, e dagli effetti paralizzanti dei traumi del passato. Il cuore puro è pieno di fede, speranza, amore e gioia. Coloro che hanno un cuore puro vivono in una consapevolezza della loro identità con Cristo, che dà loro vittoria sul peccato.

La purezza del cuore è realizzata solo a opera dello Spirito di Dio. Se da una parte, il consiglio di saggi fratelli e sorelle nella fede può essere utilizzato come strumento di cambiamento e guarigione; dall'altra, è solo lo Spirito Santo che può operare nel cuore e renderlo puro. Il dialogo con Dio, nel metterci nella quiete, ascoltare la Sua voce, guardare per vedere la Sua visione, e l’annotazione di quello che abbiamo visto e ascoltato, è un modo molto efficace per avere un incontro vivo con Cristo. Nell’allontanare tutte le altre voci che richiedono la nostra attenzione, rifiutando ogni visione di paura, fallimento e peccato, e concentrandoci solo sul nostro Signore Salvatore vivente, toccheremo Gesù, e nel toccarlo saremo sanati.

Per la maggior parte di noi, il raggiungimento di un cuore puro è stata una lotta. Per alcuni, ciò ha significato abbandonare rancori e risentimenti che avevano plasmato per anni la loro vita. Per altri, ha significato imparare a dire “no” alle molte richieste sulla loro vita, in modo da dire “sì” solo a Cristo. Per altri ancora, ha significato trascorrere del tempo nel Getsemani, per ricevere la forza di sopportare la croce e avere una di vita di resurrezione sul peccato. Per tutti, ha significato ristabilire la prospettiva divina, un rinnovamento della nostra capacità di vedere Dio e sentire la Sua voce nei nostri cuori.

Ora che abbiamo fatto molta strada, come si può mantenere un cuore puro? Come possiamo vivere liberi dalle schiavitù del passato? Gesù ha affermato che i puri di cuore vedranno Dio. Credo sia vero anche l'inverso: che coloro che vedono Dio potranno avere un cuore puro. Credo quindi che la soluzione per mantenere un cuore puro sia vedere Dio ovunque.

Quando adoro Dio, è facile avere un cuore puro. Non parlo solo di quando adoro con il canto; intendo dire quando tocco il cuore di Dio nell’adorazione. Quando adoro, mi concentro sul Signore e nel guardarLo, rifletto Lui. Il problema nasce quando dall’adorazione passo a guardare le persone, gli eventi e il mondo intorno a me. Com’è facile perdere presto il mio senso della Sua presenza e del Suo potere! Devo quindi imparare a vedere Dio dovunque guardo.

Posso vedere Dio come centro di ogni situazione, perché “tutte le cose sussistono in lui” (Colossesi 1:17). Lo vedo in ogni circostanza, perché è Colui “che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà” (Efesini 1:11). Vedo Cristo come il centro di tutte i miei raggiungimenti spirituali, perché “ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, (I Corinzi 1:30). Lo vedo come centrale per la mia vita, il mio movimento e la mia esistenza, perché “in Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (Atti 17: 28). Posso vedere Dio ovunque, perché Egli è ovunque: “Dove potrei andare lontano dal tuo Spirito, o dove potrei fuggire lontano dalla tua presenza? Se salgo in cielo, tu sei là; se stendo il mio letto nello Sceol, ecco, tu sei anche là. Se prendo le ali dell'alba e vado a dimorare all'estremità del mare, anche là la tua mano mi guiderà e la tua destra mi afferrerà” (Salmo 139:7-10). Davide aveva imparato che, anche nella situazione più tragica, anche nel soggiorno dei morti, Dio era presente e visibile all’occhio della fede.

Il profeta Abacuc ha parlato di un giorno glorioso che tutto il mondo vedrà, come lo aveva visto Davide: “Poiché la terra sarà ripiena della conoscenza e della gloria dell'Eterno, come le acque riempiono il mare” (Abacuc 2:4, corsivo aggiunto). Notiamo che non qui non è detto che sarebbe venuto il giorno in cui la conoscenza del Signore avrebbe ricoperto la terra. Infatti, quel giorno è qui e ora, ed è sempre stato qui fin dalla creazione. Questa affermazione è un riconoscimento di questa gloria, la conoscenza di essa, la capacità di vedere la gloria che avrebbe ricoperto la terra. Quando l’uomo è caduto nel peccato, ha perso la sua capacità di vedere la realtà spirituale. Quando sia-mo rinati spiritualmente, abbiamo recuperato quella capacità, se la riceviamo. Pertanto, la nostra la preghiera deve essere sempre: “Apri i miei occhi, e contemplerò…” (Salmo 119:18).

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Dio Rivelato nella Sua Creazione

“Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili” (Romani 1:20). C'è così tanto di Dio che può essere osservato in ciò che Egli ha creato. Se i nostri occhi sono aperti, impareremo le verità divine attraverso le quattro stagioni, la pioggia e il sole, gli uccelli e gli animali. Conosceremo meglio il nostro migliore Amico attraverso la Sua opera. Ci sono molte Scritture meravigliose che parlano di Dio presenza nella natura.

«Ascoltate attentamente il fragore della sua voce, il rombo che esce dalla sua bocca! Egli lascia andar libero il suo lampo sotto tutto il cielo e fino alle estremità della terra. Dietro di esso una voce rugge; egli tuona con la sua voce maestosa; egli non li trattiene quando si è udita la sua voce. Dio tuona meravigliosamente con la sua voce e fa grandi cose che non possiamo comprendere. Dice infatti alla neve: “Cadi sulla terra”; lo dice tanto alle piogge leggere che alle piogge torrenziali. Arresta la mano di ogni uomo, affinché tutti i mortali possano conoscere le sue opere. Le fiere entrano nei loro nascondigli rimangono nelle loro tane. Dai più remoti recessi del sud viene l'uragano, e il freddo dai gelidi venti del nord. Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e la distesa delle acque si ritira. Carica le dense nubi di umidità e di sperde lontano le sue nubi luminose. Esse vagano ovunque nel cielo, cambiando direzione in base alla sua guida per compiere qualunque cosa egli manda loro sulla faccia della terra abitata. Le manda o per castigo o per la sua terra o per bontà» (Giobbe 37:2-13).

Che grande dimostrazione della sua potenza eterna!

Gesù ci porta alla natura per descriverci la natura divina del Padre Suo:

«Perciò io vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Osservate gli uccelli del cielo: essi non seminano non mietono e non raccolgono in granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi, con la sua sollecitudine, può aggiungere alla sua statura un solo cubito? Perché siete in ansietà intorno al vestire? Considerate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico, che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. Ora se Dio riveste in questa maniera l'erba dei campi, che oggi è e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi o uomini di poca fede? Non siate dunque in ansietà, dicendo: “Che mangeremo, o che berremo, o di che ci vestiremo?”. Poiché sono i gentili quelli che cercano tutte queste cose, il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. Non siate dunque in ansietà del domani, perché il domani si prenderà cura per conto suo. Basta a ciascun giorno il suo affanno» (Matteo 6:25-34).

Nel vedere la bontà e la misericordia che Dio dona alla creatura più apparentemente insignificante nel Suo mondo, impariamo di più sul Suo infinito amore e cura per di noi. Nel vederLo, la nostra fede cresce e il nostro cuore è guarito.

Quando Davide ha voluto descrivere le caratteristiche invisibili del suo Dio, si è anche rivolto all’osservazione della natura per trovare le parole giuste:

“O Eterno, la tua benignità giunge fino al cielo e la tua fedeltà fino alle nuvole. La tua giustizia è come i monti di Dio, e i tuoi giudizi sono come un grande abisso. O Eterno, tu conservi uomini e bestie. O DIO, quanto è preziosa la tua benignità! Perciò i figli degli uomini si rifugiano sotto l'ombra delle tue ali; essi si saziano dell'abbondanza della tua casa, e tu li disseti al torrente delle tue delizie. Poiché presso di te è la fonte della vita, e per la tua luce noi vediamo la luce” (Salmo 36:5-9).

Solo l'immensità della creazione di Dio può essere paragonata alla grandezza del Suo carattere. Che la nostra preghiera sia continuamente: “Apri i miei occhi, Signore, che io possa vederti nella tua creazione meravigliosa.”

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Dio Rivelato nella Crescita Spirituale

Prima di diventare cristiano, credevo di essere in controllo della la mia vita, prendendo le mie decisioni, facendo quello che volevo. Anche se questo non era vero, perché ero sotto l'autorità del principe malvagio delle potenza dell'aria, sono stato ingannato a credere che fossi io al comando.

Nel diventare cristiano, ho portato questa convinzione nella mia nuova vita. Dato che ero un discepolo di Cristo, avrei obbedito a Lui e vissuto una vita onorando Dio, ma ancora basandomi sulla mia forza. Mi ci sono voluti molti anni di frustrazione e fallimenti per imparare che l'uomo naturale non può mai vivere una vita soprannaturale. È solo attraverso la potenza dello Spirito Santo che opera in noi che la vita cristiana è possibile. Se dimentico di essere morto in Cristo e che Cristo è ora la fonte della mia vita, rimango nuovamente intrappolato nei miei sforzi per osservare la legge e perdo il cuore puro che ho ricevuto.

Questo non vuol dire che non mi applico più per comportarmi rettamente, ma ora il mio sforzo non è basato sulla mia capacità, ma sul potere di Dio che opera in me con potenza, rendendomi completo in Cristo (Colossesi 1:28,29). Quindi, quando devo osservare i Suoi comandamenti, faccio un passo indietro e mi rivolgo all’Unico veramente in grado di farlo. Ad esempio, Giovanni ci ricorda che “se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi e il suo amore è perfetto in noi” (I Giovanni 4,12). Non siamo in grado di amarci l'un l'altro attraverso le nostre forze. Se vogliamo amare, sarà solo per l'amore di Dio che dimora dentro di noi.

Se c'è un’area della vostra vita in cui state lottando per avere una crescita spirituale, cedete le vostre lotte a Colui che è capace e che ha già vinto il confronto. Riconoscete di essere un ramo innestato nella vite, sostenuto e nutrito dalla vita di un altro (Giovanni 15:5). Chiedete a Lui di aprirvi gli occhi, di modo che possiate vedere la Sua mano all’opera nella vostra vita e riflettere la Sua immagine.

Dio Rivelato nel Lavoro e Servizio Quotidiano

“Se solo potessimo sempre essere coinvolti nell’adorazione e nel ministero! Come sarebbe facile vedere Cristo in questo modo!” Se crediamo a questa affermazione, stiamo dando retta a un'altra bugia di satana: che c’è una divisione nella vita tra il laico e il sacro. In Cristo non c'è divisione, perché tutta la vita diventa un atto di adorazione per coloro che vedono Dio in tutto: “E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù” (Colossesi 3:17). A casa, sul lavoro o in chiesa, tutto quello che faccio è fatto al Signore: “ Mogli, sottomettetevi come al Signore (Efesini 5:22). Mariti, amate come Cristo ama (Efesini 5:25). Figli, obbedite nel Signore ai vostri genitori (Efesini 6:1). Padri, educate i vostri figli nelle istruzioni del Signore (Efesini 6:4). Dipendenti, obbedite ai vostri datori di lavoro come a Cristo (Efesini 6:5:6). I datori di lavoro trattino i dipendenti con equità al cospetto del Signore (Efesini 6:9)”.

Se date una tazza di acqua fresca a chi ha sete, lo fate al Signore. Se date il pane a chi ha fame, lo fate a Lui. Se visitate un ammalato o un carcerato, servite Cristo (Matteo 25,31-46). Se i nostri occhi sono aperti, Egli è ovunque, e tutto ciò che facciamo è fatto a Lui: “E qualunque cosa facciate, fatelo di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete la ricompensa dell'eredità, poiché voi servite a Cristo, il Signore” (Col 3:23,24).

Preghiamo quindi che i nostri occhi siano sempre aperti per vedere Dio in ogni aspetto della nostra vita, e che ogni parola pronunciata e ogni cosa che facciamo possano essere un atto di adorazione al nostro Signore.

Dio Rivelato nelle Circostanze della Vita

Non credo sia possibile comprendere il fatto che Dio abbia dato all’essere umano il libero arbitrio e che, allo tempo stesso, stia operando tutte le cose secondo il consiglio della Sua volontà. Un tale suddivisione della verità è oltre la nostra capacità di comprensione. Grazie a Dio che Egli non richiede una conoscenza completa o una teologia perfetta, ma solo una fede costante!

“Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento” (Romani 8:28). “In lui siamo anche stati scelti per un'eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà” (Efesini 1:11). Dobbiamo avere gli occhi aperti al movimento della mano di Dio in ogni circostanza che ci circonda.

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Ma vi chiederete: “Cosa dire delle autorità e governati che operano iniquamente? Sicuramente non sarà stato Dio a metterli in posizioni di potere!” La Parola afferma: “Poiché non è dal levante né dal ponente e neppure dal deserto che viene l'esaltazione. Ma è DIO colui che giudica, egli abbassa l'uno e innalza l'altro” (Salmo 75:6,7). Voi potreste replicare: “Ma che dire delle loro sentenze ingiuste? E se pronunciano leggi contrarie al volere di Dio?” La risposta è: “Il cuore del re in mano all'Eterno è come i corsi d'acqua; lo dirige dovunque egli vuole” (Proverbi 21:1). dato che so che il mio Dio è più grande rispetto a qualsiasi altro sovrano, posso tranquillamente sottomettermi a ogni autorità nella mia vita. Attraverso la preghiera, ho influenza su ogni re, giudice e datore di lavoro. Se elevo fervide preghiere affinché Dio guidi le loro parole e sentenze, posso essere tranquillo nei confronti di qualunque loro decisione, sapendo che i loro cuori sono stati indirizzati dal Signore. Naturalmente, se ho fallito nella mia responsabilità di preghiera e di supplica fervente per tutte le autorità (I Timoteo 2:1,2), Dio può permettere governanti empi e sentenze mediocri, in modo che sarò corretto e richiamato alla mia dipendenza da Lui.

Come è facile credere che Dio sia Sovrano nei momenti di gioia e di pace! Come sembra invece difficile accettare che Egli sia in controllo nel dolore e nelle avversità. Ma solo in questo modo si può mantenere un cuore puro e non essere sopraffatti dalla paura, dal dubbio e dal rancore.

“Io sono l'Eterno e non c'è alcun altro; fuori di me non c'è DIO. Ti ho cinto, anche se non mi conoscevi, perché dall'est all'ovest si riconosca che non c'è nessun Dio fuori di me. Io sono l'Eterno e non c'è alcun altro. Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il benessere e creo la calamità. Io, l'Eterno, faccio tutte queste cose” (Isaia 45:5-7).

Non solo è necessario vedere la mano di Dio in ogni circostanza della vita, ma anche ascoltare la voce di Dio per sapere come comportarci. Solo per il fatto che Dio abbia consentito una calamità nella nostra vita , non significa che dobbiamo accettare passivamente il male. C'è un tempo per sottomettersi e un tempo per vincere. Solo la voce e la visione da Dio possono darci indicazioni per conoscere la nostra risposta adeguata.

Il popolo di Giuda aveva vissuto per molti anni in ribellione. La parola del Signore è stata nuovamente pronunciata attraverso i Suoi profeti, che il popolo avrebbe dovuto pentirsi o subire la distruzione. Ma il popolo non ha obbedito. È poi arrivato il giorno in cui il giusto giudizio di Dio andava eseguito. Dio ha parlato per bocca del profeta Geremia, dicendo: “Perciò così dice l'Eterno degli eserciti: Poiché non avete ascoltato le mie parole, ecco, io manderò a prendere tutte le nazioni del nord”, dice l'Eterno, “e Nebukadnetsar re di Babilonia, mio servo, e le farò venire contro questo paese e contro i suoi abitanti e contro tutte le nazioni all'intorno e li voterò allo sterminio e li renderò un oggetto di stupore uno scherno e una desolazione perpetua” (Geremia 25:8,9). In altre parole, Geremia ha detto: “A causa del vostro peccato, questo giudizio è su di voi. Pertanto, sottomettetevi al potere del nemico, perché agisce come servo di Dio per la vostra disciplina. Quando il periodo del giudizio sarà concluso, il Signore giudicherà Nebukadnetsar per essere stato lo strumento della vostra distruzione, e voi sarete ristabiliti. Ma per ora, questa è la disciplina dalla mano del Signore. Pertanto, sottomettetevi.”

Questo non significa però che dobbiamo sempre rimanere senza potere davanti ai nemici di Dio. Il profeta Eliseo si trovava in una situazione simile nei confronti del popolo di Giuda (II Re 6:14-23). Egli era circondato da un nemico intenzionato a distruggerlo. Tuttavia egli non si è sottomesso. Dato che era un veggente, sapeva che il piano di Dio per lui non era esercitare la sottomissione ma l’autorità. Anche se erano solo due in casa sua, lui e il suo servitore, ha detto: “Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro.” Aveva gli occhi aperti e poteva vedere gli eserciti di Dio, e ha pronunciato parole di fede. I carri di angeli erano pronti ad annientare i suoi nemici, ma erano sotto l’autorità del servo di Dio. Pertanto, quando Eliseo ha detto “Ti prego, colpisci questa gente di cecità”, il Signore ha agito in risposta alla sua preghiera, ed Eliseo è stato vincitore.

C'è un tempo per essere sottomessi e un tempo per conquistare. Potremo sapere con certezza come dobbiamo rispondere solo se siamo in grado di vedere cosa Dio sta operando nella situazione e sentire le sue parole di orientamento.

È un conforto sapere che Dio è in controllo, specialmente durante le ore buie della nostra vita. I periodi più difficili della mia vita finora sono stati i momenti di transizione, quando Dio mi ha condotto nella fase successiva della mia vita.

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La prima volta che questo si è verificato, non sapevo cosa stesse accadendo. Ogni forza stabile nella mia vita mi sembrava disintegrarsi. Dato che non ho saputo riconoscere la voce di Dio nel mio cuore, sono caduto nel dubbio, nel rancore e nella disperazione.

Per il fatto che sono un uomo d'azione, mi sono guardato intorno per trovare un’altra occupazione. Ogni opzione mi sembrava impraticabile tranne una. Non trovando altra scelta, mi sono diretto verso l’unica possibilità. Pensavo di agire semplicemente in base alla logica e alla necessità. Solo più tardi ho saputo riconoscere la mano di Dio che mi guidava e sosteneva, anche quando non avevo più fede e la strada sembrava oscura e senza scopo. È stata per me una benedizione capire che anche se non lo avevo riconosciuto, Dio era ancora in controllo.

Il cambiamento successivo si è verificato dopo che avevo imparato a sentire la voce di Dio e vedere la Sua visione. Ancora una volta, tutte le circostanze sembravano negative. A volte diventavo depresso e pensavo che altre persone stessero controllando la mia vita e il mio futuro. Ma quando ho ascoltato il Signore per mezzo del diario di dialogo con Dio, Lui mi ha confermato di essere al comando della situazione e nulla mi poteva accadere che Lui non avesse consentito o ordinato. Mi ha mostrato quando parlare e quando tacere, quando agire e quando rimanere fermo, quando sottomettermi e quando prendere autorità. Anche se non posso dire di avere attraversato senza dubbi o errori questo periodo, ne sono uscito in modo più produttivo della volta precedente.

Attualmente sto ancora attraversando un momento di cambiamento. È certamente la guida di Dio che mi ha portato a scrivere questo libro durante questo periodo. Ogni giorno ho l'opportunità di mettere in pratica quello che vi sto raccomandando. So che funziona perché sta operando nella mia vita giorno dopo giorno. Sto facendo meglio questa volta, credo. Ho una fiducia maggiore nella sovranità di Dio che in passato. Quando mi sembra di essere trattato ingiustamente, ho la certezza che nessuno può impedire alla volontà di Dio di essere realizzata nella mia vita tranne che me stesso. Fino a che nel mio spirito sarò intenzionato a fare solo la volontà di Dio, e manterrò il mio cuore puro da ogni rancore e amarezza, Egli cambierà cuori e circostanze per realizzare il Suo meglio per me. Sono fiducioso che nessuno ha autorità su di me a meno che gli sia stata data dall'alto (Giovanni 19,11). Per il fatto di avere sviluppato la capacità visionaria, ho davanti a me una visione di ciò che Dio ha preparato per me, e questa visione mi fa attraversare i momenti di difficoltà.

Qualsiasi siano le vostre circostanze attuali, Dio è ancora in controllo. Chiedete a Lui di aprire i vostri occhi, in modo da vedere la Sua mano d'amore su di voi. Aprite gli orecchi in modo da udire le Sua parole di verità.

Riassunto

“Il suo nome sarà chiamato Counselor Meraviglioso!” Quando il nostro cuore è ferito, il nostro spirito oppresso, e la nostra mente offuscata dal dubbio e dalla disperazione, abbiamo un Amico che ci ama e ci offre la speranza. Se sapremo attendere, ascoltare e guardare, Egli ci comunicherà parole di guarigione e di pace, e ci darà visioni di gioia e speranza. Quando la prospettiva divina sarà stata ristabilita, il nostro cuore sarà reso puro, perché vedremo Dio ovunque.

Risorse Ulteriori da Mark e Patti Virkler

Altri libri e articoli sono disponibili sul sito www.cwgministries.org/languages/italian

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