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Periodico della Contrada Capitana dell'Onda numero 52 • anno XXXVI marzo 2008 Autorizz. del tribunale di Siena n. 400 del 2/6/80 - Spediz. in abb. postale 50% Ripartire dal Palio Il Progetto Terra Urbanistica: per non essere “...immobili” Torna il Festivalbarre

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Periodico della Contrada Capitana dell'Onda

numero 52 • anno XXXVI marzo 2008Autorizz. del tribunale di Siena n. 400 del 2/6/80 - Spediz. in abb. postale 50%

Ripartire dal Palio

Il Progetto Terra

Urbanistica: per nonessere “...immobili”

Torna il Festivalbarre

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2 alborghetto marzo 2008

MalborghettoPeriodico della ContradaCapitana dell’Ondanumero 52 • anno XXXVImarzo 2008

Autorizzazione del tribunaledi Siena n. 400 del 2/6/80 -Spedizione inabbonamento postale 50%

Direttore responsabileAlessandro Rossi

DirettoreMario Cataldo

Capo redattoreSimonetta Losi

TestiGuglielmo AscheriAlberto CorniceVittorio ContiEva GaudinoMario De GregorioMassimo GorelliSimonetta LosiPaolo MazziniCaterina PisaniGianni RogginiSara RosselliFabrizio Salvini

Segretariodi RedazioneFranco Fantozzi

FotoMauro Agnesoni,Alessandro Bruni, GigiLusini, Armando Santini,Archivio della ContradaCapitana dell’OndaCopertina: Gigi Lusini

Grafica eimpaginazioneMaster Digital

StampaIndustria Grafica Pistolesi

FINANZERipartire dal Palio 3Il Progetto Terra 5

ILTERRITORIOUrbanistica: per non essere “...immobili” 6

Fuori porta: l’Onda lunga.Divagazioni primaverili del gruppo‘ondaioli per la storia’ 8

ATTUALITÀSicurezza e appartenenza 10

LARIFLESSIONEAppartenenza e identità 11

ILDOCUMENTOIl Rituale della Contrada Capitana dell’Onda 13

LANOSTRASTORIACome non sempre dai miracoliscaturiscono buone azioni 17

PALIOEDINTORNILa Ghiandina pesante 20Gita a Pesaro, ondata biancoverde 21

8 marzo 21

Il Saluto di Mario 21

ARCHIVIOInvestire nell’Onda 22

ILRICORDOSilvano Piochi, le parole degli altri 24

GRUPPOSPORTIVOUna tuta per tutti 25

NEWS 26

Orgoglioso della sua natura e della sua storia, “Malborghetto”pubblica le libere opinioni dei singoli Ondaioli. Tali espressioniimpegnano esclusivamente i loro autori e in nessun casopossono essere attribuite alla Contrada come tale.

Signore e signori, andiamo apresentare un numero diMalborghetto simile alle frit-telle di San Giuseppe. Comele frittelle è atteso da tutti consimpatia. Intorno alle date diuscita fa piacere vedere esentire gli ondaioli che si in-formano, domandano, si in-teressano dell’uscita e giu-stamente si lamentano deglieventuali ritardi.Come le frittelle il nostro gior-nale ha un aspetto - si dice“veste grafica” - accattivante,attraente, che invita a man-giarlo, cioè a sfogliarlo. Per i“drogati” di parole stampate,che segretamente sniffano li-bri e riviste, ha anche unbuon odore (lo avete mai no-tato?).Possiede la fragranza dellecose abituali, quelle cheamiamo, quelle che sonoContrada. Come le frittelle,Malborghetto è fatto di ingre-dienti genuini.Questo Malborghetto ha unacaratteristica che non sfuggi-rà a nessuno: è un po’ pe-santuccio, un po’ indigesto.Ha “l’effetto frittella” dato daarticoli seri - e va bene - dal-la trattazione di questioniconcrete - e va bene - da ap-profondimenti su temi impor-tanti - e va bene. Va tutto be-ne. È mancato un pizzico divivacità, è mancato un pizzi-co di fantasia perché gli arti-coli che aspettavamo nonsono arrivati. D’altra parte lastampa ha i propri tempi chevanno rispettati, e anche co-sì il ritardo è sempre in ag-guato...Malborghetto dovrebbe ave-re in maggiore misura unacomunicazione “giovane”,fatta da giovani con le ideefresche e la voglia di fare, pernon rendere l’impasto dellafrittella Malborghetto troppofarinoso o troppo “lente”. L’in-vito a collaborare, dunque,ad esprimersi e parlare del-l’Onda sulle pagine di ungiornalino che molti ci invi-diano è aperto a tutti, conuna nota positiva: Gigi è dis-ponibile a insegnare il fotori-tocco in digitale e l’impagina-zione, dandoci strumenti pre-ziosi per fare meglio il nostrogiornale.Affilate le penne per giugno,proponete e proponetevi:Malborghetto è nato dai gio-vani e questa è stata la suaforza.Vi lascio gustare frittelle eMalborghetto.Buon San Giuseppe!

S.

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marzo 2008 alborghetto 3

FINANZE

U cili si complicano per strada;qualcuno non onora a suffi-cienza gli incarichi che hapreso ed il suo non fare nonsolo grava sugli altri, che so-no costretti a sostituirlo perfar funzionare le cose, marallenta la marcia di tutti.Qualcuno insiste nel pensa-re che gli unici incarichi checontano, quelli “ganzi”, sianosolo quelli legati al Palio... e,se non eletto o impegnato,si lamenta in modo perma-nente; d’altro canto chi èstato chiamato a tali incari-chi risponde “arroccandosi”polemicamente. Ciò produ-ce un logorio permanente,una dispersione di energiepositive, e sparge ovunqueun senso di insoddisfazione.Fortunata la dirigenza chevede discutere, anche as-pramente, poi votare, deci-dere e quindi remare tuttinella stessa direzione!Poiché, come dicevamo,non siamo pronti, per cosìdire, “ad un aumento delletasse dall’alto se lo statonon funziona alla perfezioneed il consenso non è suffi-ciente”, abbiamo pensato adun passaggio intermedio: in-crementare la contribuzione,ma in modo del tutto volon-tario, e sul tema più in gra-do di motivare le persone: ilPalio. Infatti, con soddisfa-zione, possiamo dire chel’ultima sottoscrizione per lavittoria, grazie alla generosi-tà del popolo, al lavoro ap-passionato delle diverseistanze della Contrada edall’impegno degli addetti aiprotettori, ha dato risultati in-coraggianti.

spondevano alle sue neces-sità; un esempio per tutti: laterra.Ciononostante, il limitatomargine di manovra che ab-biamo, costringe la Contra-da a rinviare molti importan-ti progetti volti al futuro ed acontenere il suo impegnoper il Palio. Perciò, si è av-viata, da parte della dirigen-za e del Seggio, una rifles-sione sull’opportunità di au-mentare le quote di protetto-rato, ferme da molti anni. Sitratta di un’operazione cheprima o poi dovremo fare,ma che vogliamo fare solose la scelta riscuote il con-vinto consenso della nostragente.A nostro avviso, infatti, in ge-nerale i tempi non sono fa-vorevoli, e nello specificol’Onda di oggi è ancora im-preparata a ricevere con fa-vore la decisione dell’au-mento delle quote di protet-torato: prima devono esseresciolti alcuni nodi organizza-tivi e - diremmo - anche “mo-rali”, devono essere mutatialcuni atteggiamenti checonducono di fatto ad uncerto immobilismo o produ-cono quella ruggine che nonfa funzionare bene l’ingra-naggio Contrada; in breve,deve essere rilanciato l’en-tusiasmo.Ci sono vecchie abitudini,modi di operare e forse mo-di di pensare poco efficaciche frenano la Contrada; inmolti casi, manca il dinami-smo e la scioltezza che con-sente di affrontare anche lecose più difficili; al contrario,oggi, spesso, le cose più fa-

Ripartiredal Palio

{ Il Priore

n bilancio solido ed in saluteè stata una delle priorità per-seguite da questo gruppo di-rigente. Siamo convinti chela cura del bilancio non è co-sa da addetti ai lavori, maquestione decisiva per darele gambe ai programmi, aiprogetti e alla voglia di vitto-ria; disporre di un bilanciosano è il solo modo serioper sorreggere l’ edificio am-bizioso che tentiamo di co-struire per far crescere l’On-da. Lungo questa strada,abbiamo fatto un grandesforzo per colmare il disa-vanzo iniziale, riportando ilbilancio ad un sostanzialepareggio. Contemporanea-mente, per mantenere l’e-quilibrio raggiunto ma sen-za immobilizzare la Contra-da, si sono avviati alcuni in-vestimenti che più corri-

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Ora si tratta di andare avan-ti ed oltre.Ora occorre fare l’altro pas-so: rilanciare anche il fondoche alimenta il cosiddettoPalio d’inverno, rimasto fer-mo a molti anni fa.Come ci dice spesso il Capi-tano (ed anche coloro chehanno vissuto nel passato lasua stessa esperienza) èin inverno che si tesse granparte della tela per l’estate:le conoscenze, i rapporti, lepossibilità e le alternati-ve.....e molto altro.Oggi il Palio finanziariamen-te pesa tutto l’anno: quandosi corre, perché si corre;quando non si corre, perchésperiamo di uscire a sorte;e, sempre, chiediamo al Ca-pitano di essere pronti a ten-tare la vittoria con qualsiasicavallo. Ormai il Palio va so-stenuto tutto l’anno; pertan-to anche il Fondo Palio deveessere rivitalizzato e rilan-ciato; è necessario che, nonsolo la Contrada, ma soprat-tutto i contradaioli diano -per così dire - una dimensio-ne “annuale“ alla loro vogliadi vittoria.L’obiettivo è quello di trasfor-mare l’entusiasmo in ade-

sione, numerosa e volonta-ria, al Fondo Palio; se infattiè importante ottenere unbuon risultato economico,altrettanto importante è ri-dargli la grande forza chederiva dal sostegno di tanticontradaioli che ci credono.L’obiettivo è quello di coin-volgere il maggior numeropossibile dei nostri giovani,che di solito dispongono dipochi soldi, ma sempre so-no ricchi dello slancio e del-l’entusiasmo che dà la “ca-rica” a tutti.Pertanto, occorre che sianotanti coloro che vorrannoaderire, anche sottoscriven-do la quota che ciascunovorrà, a misura delle sue ta-sche. Tutti saranno ugual-mente benvenuti!Per attuare questo obiettivoil Priore ha chiesto personal-mente l’impegno diretto diun gruppo di contradaioli,operando, naturalmente conil supporto dei Provveditoriai Protettori; fa piacere direche essi hanno capito edaderito subito, e con entu-siasmo, una merce rara diquesti tempi per compiti co-sì delicati! Inoltre, su iniziativa del Col-

legio dei Maggiorenti, è sta-to costituito un fondo per do-tarci di una nuova stalla, piùadeguata alle esigenze dioggi, che sia, anch’essa, ilrisultato dell’impegno di tutti.In conclusione, nonostantei limiti impostici dal bilancio,ci siamo dati l’importanteobiettivo di rendere l’Ondapiù competitiva in Piazza.In sintonia con il nostro Ca-pitano, non abbiamo coltiva-to la tentazione di inseguirecerte consorelle su livelli as-surdi e dannosi per la stessaFesta, perché alimentano lepretese e trascinano in altoper tutti i costi; ci siamo piùsemplicemente impegnatiad essere più all’altezza deitempi, competitivi su livellidi buon senso, come è giu-sto sia oggi per una grandeContrada come è l’Onda,scommettendo su un popo-lo che sempre ha dimostratouna passione senza uguali.

4 alborghetto marzo 2008

FINANZE

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Il Progetto Terra{ di Paolo Rossi e la Commissione

La Commissione degli ex-Presi-denti (Bini, Fineschi, Dironato,Quintetti, Bagnoli, Giubbi) con ilPresidente attuale della Società“Giovanni Duprè” Fabrizio Salvinied il vicario Rossi, dopo una seriedi riunioni, hanno presentato alSeggio del 18.02.08 il progettoper l’utilizzo dei giardini di PortaGiustizia o come più semplice-mente vengono definiti della “Ter-ra”. Il progetto realizzato, dall’Ar-chitetto Stefano Neri, ha tenutoconto non solo delle varie ipotesiproposte dai membri della Com-missione, ma anche di una seriedi osservazioni che il Seggio ave-va fatto in una precedente riunio-ne; il concetto base ruota intornoalla creazione di un’area poliva-lente che opportunamente livella-ta permetta una serie di attività:cene, spettacoli, attività sportivee ludiche. A tale area si affiancatauna zona in legno di 100 metriquadrati, che potrà avere funzionidi palco o di zona sopraelevata(bar, centrale discoteca etc.), chefa seguito ad una terza zona mat-tonellata, che riprenderà il cam-minamento laterale.L’illuminazione, oltre che dai farigià presenti, sarà garantita da trelampioni mobili con un totale dicinque fari (lato vallata).La restante parte di terreno rimar-rà a verde naturale e verrà consi-derata l’opportunita del posizio-namento di strutture mobili percostruire un angolo enoteca e/ouna zona più appartata.Il progetto approvato dal Seggiodovrà passare attraverso l’esamedella competente CommissioneComunale per l’approvazione de-finitiva, che ci permetterà di co-minciare i lavori; il costo totaledell’intervento verrà finanziato indue tranche secondo un pianogià concordato, che non peseràsul protettorato e gli introiti direttidella Contrada né richiederà unautofinanziamento.

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I stre strade vive ancora unnumero apprezzabile di abi-tanti: Si tratta però di unapopolazione per lo più com-posta da anziani, spessosoli, e da studenti, mentrepoche sono le famiglie; enoi sappiamo che è soprat-tutto la presenza delle fami-glie che dà vitalità al territo-rio, garantisce la presenzadella gente in strada in ogniora del giorno e della nottee produce quindi il migliorcontrollo civico che si possadesiderare.Quindi il primo, grande pro-blema che si pone è comedare risposte positive, in-nanzi tutto all’utenza giàpresente, in particolare allepersone anziane, che spes-

so hanno gravi difficoltà astare in case non idonee al-le loro necessità (si pensiad esempio alle ripide ram-pe di scale che sovente por-tano ai loro appartamenti); epoi all’utenza che noi vor-remmo recuperare, e cioè lefamiglie.Il nodo da sciogliere è: cosafare per risanare, recupera-re e riusare gli appartamen-ti a misura di una utenzaparticolare come gli anzianie ancor più a misura dellefamiglie, a misura del lororeddito medio o basso, perfavorire il loro ritorno nel ri-one? Infine, restando nellostesso ambito di ragiona-menti: come è possibile fa-vorire anche l’acquisto di

l Comune di Siena sta ela-borando i nuovi strumentiurbanistici per “ disegnare “la città dei prossimi anni,sollecitando a parteciparecon idee, proposte ed os-servazioni critiche.Perciò mi sembra utile, nonnella mia veste di priore, maa titolo personale, “ rompereil ghiaccio” ed aprire un con-fronto tra gli ondaioli sullecose che riteniamo utili albene della nostra Contrada.In primo luogo io ritengofondamentali tutte le iniziati-ve che portino all’aumentodelle famiglie residenti nelnostro territorio. Per fortunal’Onda non è invasa dal ter-ziario, come invece avvienein altre Contrade: nelle no-

IlTERRITORIO

Urbanistica: pernon essere “...immobili”

{ di Mario Cataldo

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ILTERRITORIO

appartamenti da parte dellestesse Contrade, soprattut-to di quelle come la nostrache sono chiuse dentro lemura, in maniera che poiesse possano darli in affitto(concordato, non speculati-vo) ai Contradaioli, in parti-colare ai giovani, alle giova-ni coppie ed alle famigliestesse? Purtroppo è stata cancella-ta la Legge Speciale perSiena, una legge che tantoha giovato alla città ed alleContrade; ciononostantecredo che il Comune, in ac-cordo con la Fondazione, laBanca Mps ed altri soggetti,possa - e debba - mantene-re viva una politica tesa a

mantenere vitale il centrostorico; io condivido la scel-ta di guardare alla cosiddet-ta area vasta ed, al suo in-terno, alla città reale che siestende ormai ben oltre leantiche mura, per favorireuna diffusione equilibratadella qualità del vivere. Amaggior ragione, per man-tenere tale auspicato equili-brio, l’attenzione e la curaper la vitalità del centro sto-rico non può e non deve ve-nire meno. E la casa è unsettore troppo importante,direi il più importante in as-soluto.Poi vengono altre questionirilevanti. Credo, ad esem-pio, che sul nostro territorio

l’offerta di servizi culturali,sociali, sanitari, educativi edassistenziali sia abbastanzabuona; tuttavia, essa ne sa-rà ulteriormente arricchitaquando verrà realizzato ilprogetto dell’ex asilo, conl’apertura di un laboratoriodidattico per i piccoli, unospazio museale dedicato aG.Duprè ed all’otto-nove-cento senese, ed alcuni lo-cali idonei per incontri ediniziative, oltre che un mu-seo di Contrada più bello,fruibile e visitabile.....Con il progetto ex asilo - adesso intimamente collegato- si pone il percorso pedo-nale esterno alle antichemura che conduce da Fon-tanella alla Valle di PortaGiustizia, toccando il giardi-no dell’ex asilo, la terra del-la Società G.Duprè, le For-naci recuperate... Si tratta diuna realizzazione che le-gherebbe gli Orti del Tolo-mei alla Valle di Porta Giu-stizia, e che aprirebbe ai no-stri bambini, e non solo a lo-ro, un grande spazio verdenel cuore del rione (e dellacittà storica) da vivere e dagodere.Questo è un progetto chel’Onda accarezza da tempoe che ha donato all’Ammini-strazione Comunale: que-sta, riconoscendone la qua-lità, si è impegnata a realiz-zarlo.Inoltre, dopo aver sistematogli Orti del Tolomei e l’areadel Parcheggio Il Campo,sarebbe opportuno conti-nuare l’opera recuperandoil brutto piazzale della men-sa per riportandolo alla di-gnità che merita - restituen-dogli anche il suo nome, ori-ginario e dignitoso - di Piaz-zale S.Croce; sarebbe al-trettanto utile recuperare laFonte di Fontanella e la

stessa Fonte Serena, tra lepiù belle di Siena, oggi unpo’ abbandonate, nascosteo assediate dalle auto in so-sta.C’è quindi da lastricare lapiazza del Mercato in pietraserena e da rendere più ac-cogliente l’interno del Tarta-rugone, secondo un bel pro-getto, a suo tempo vincitoredi un concorso di idee; c’èquindi il Chiesino, l’anticachiesa del popolo dell’On-da, con la sua facciata ca-dente; occorre poi incentiva-re il rifacimento delle faccia-te dei palazzi e riportare anuova vita i tanti suggesti-vi vicoli che arricchiscono ilnostro territorio.Decisiva è ancora una voltala politica della mobilità edella sosta; se va rafforzatala vigilanza per limitare almassimo il frequente non ri-spetto delle norme nellestrade del rione, soprattuttodi notte, occorre riprendereil discorso finalizzato a libe-rare al possibile il suolopubblico dalla occupazionedelle auto in sosta per resti-tuire spazi di vita ai pedoni,in particolare ai bambini; èquindi auspicabile che ri-prenda vigore la politica deiparcheggi riservati ai resi-denti ed un nuovo program-ma che, integrando i par-cheggi scambiatori con iltrasporto pubblico, in parti-colare il Pollicino, possa ga-rantire un migliore accessoal centro storico ai Contra-daioli che, pur abitando inperiferia, vogliono viverepienamente, come i resi-denti, la loro Contrada.Ci sarebbe anche altro, maintanto potremmo comincia-re un confronto per poterpoi avanzare delle utili pro-poste alla AmministrazioneComunale.

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Bella giornata: che c’è di me-glio di due passi fuori porta?Si percorre via Duprè, ci siferma per un caffè al bar “diquei ragazzi”; ci si inerpicasu per la piaggia chiacchie-rando del più e del meno.Poi si decide di scenderegiù da Fontanella, stradadegli innamorati in tempiche sembrano lontanissimiagli ondaioli per la storiache di storia, alle spalle, nehanno abbastanza.La strada è percorsa damacchine in cerca di sosta.Meglio distendere l’occhiosulla valle, facendo proie-zioni ortogonali con piazzadel Mercato. Peccato chepiù giù, dopo l’ingresso delparcheggio, sulla sinistra, cisia un muro troppo alto chenon permette di proseguirela vista del panorama versola campagna. È qui che sicomincia a parlare di lei,Violante, di quella mano re-gale che quasi tre secoli faaveva firmato l’organizza-

zione territoriale delle Con-trade autonomamente deci-sa dalla Balìa.Nei pressi di Porta Tufi l’at-tenzione cade quasi d’obbli-go sull’ex-sanatorio, quelbell’Istituto Sclavo di cuisembra conservarsi il profilooriginario, nonostante il pe-sante mutamento di desti-nazione in corso. Qualcunoinizia già a rimpiangere chenon sia stato almeno par-zialmente preservato perutilizzi pubblici: che dire? uncentro di riabilitazione, unapiscina...Scendendo, prima d’uscire,notiamo la piastrella-confi-ne, d’appartenenza, chel’alleata e amica Contradadella Tartuca ha appostosulla facciata di palazzoCaccialupi (le appartiene“tutta la strada fino a portaTufi”), poi la piazzetta, cer-tamente di formazione re-cente.Com’era prima la situazio-ne, quando il territorio del-l’Onda, in base al Bandoapprovato da Violante, com-prendeva la strada di Fonta-nella “fino alla svolta di Por-ta Tufi”? È una curiosità che ci sichiarisce consultando lacarta quasi coeva al bandopubblicata nel bel volumesu “L’immagine del Palio”,quello studio massiccio,opera realizzata a più mani,pubblicato dalla banca MPSnel 2001.Qualche sorpresa c’è. Inpassato la porta aveva ununico accesso e all’interno,sui due lati, le erano addos-sati degli edifici. Poi, dopo

gli edifici, salendo c’era sul-la destra l’imbocco di Fonta-nella e ancora dopo, sulladestra e sinistra le mura chestabilivano il confine deigiardini-orti.La via di Fontanella avevatre piccole case, dove pro-babilmente vivevano i con-tadini che lavoravano i sot-tostanti orti verso porta Giu-stizia e il retro del Caccialu-pi. Queste abitazioni eranotutte assegnate per la que-stua all’Onda. È infatti moltoprobabile che il Caccialupiavesse anche un ingressoabitativo su Fontanella per icontadini che abitavano alpiano terra sul retro del pa-lazzo. In tal caso anchequesto nucleo sarebbe daconsiderare certamentedell’Onda.Come è noto al legislatoreche ha redatto il bando inte-ressavano gli edifici abitatidi Siena, compresi quelliabitati da ecclesiastici: ilconvento di S. Agostino, adesempio, era tutto della Tar-tuca. Non interessavano, in-vece, gli spazi non edificatie le porte. Riguardo ai primi,infatti, si legge che tutte leContrade possono “batter lacassa e far feste” nelle stra-de e piazze “che fan confinetra loro”. Nessuno abitava leporte: queste erano, sem-mai, spazi d’appoggio per igabellieri (divenuto poi il‘dazio’ delle merci all’acces-so in città), quindi strutturedi servizio pubblico. Insom-ma, interessavano i nucleiresidenti, gli “Abitatori”, cheerano - e sono - chiamati acontribuire alle necessitàdelle Contrade.

ILTERRITORIO

Fuori porta:l’Onda lungaDivagazioni primaverilidel gruppo ‘ondaioli per la storia’

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ILTERRITORIO

Dato che delle porte non siparla come appartenenza,è arbitrario ritenerle di que-sta o quella Contrada e co-prirle di bandiere, sia all’in-terno che, in particolare, al-l’esterno, determinando unaproiezione arbitraria. È inte-ressante notare, invece, chesempre ai fini della questuasi parla addirittura del Pa-lazzo ‘pubblico’ (denomina-zione recente e impropria:allora era della ‘Signoria’),perché aveva un nucleo diresidenti (custodi, famigli)chiamati alla questua. Il Pa-lazzo, come si sa, risulta as-segnato per la maggior par-te dell’Onda.Fuori delle mura non c’èquestua, non c’è Contradadi sorta: perché? Perchénon c’erano più i cittadini.Da qui, infatti, con una divi-sione netta, cominciavanosubito i territori dei Comunidelle Masse, con una pro-pria popolazione e quindiuna propria autonomia am-ministrativa.Questa era la situazionequasi 300 anni fa, per cui èovvio che sia stata ‘vissuta’e reinterpretata negli annisuccessivi. Come? Si è cominciato a pensareagli spazi aperti come ‘divi-

si’ anziché comuni, e aglispazi verdi, ai quali il bandonon ha mai neppure lonta-namente pensato, come‘pertinenze’. Di chi sono gliorti, infatti, lo può dire solola ‘sensazione collettivaconsolidata’, quella che sichiama tecnicamente ‘con-suetudine’. Ad esempio, chel’Onda scenda fino alla stra-da di Porta Giustizia nonsembra che sia mai statocontestato - mentre è menochiaro, pare, l’appartenenza

dell’altra ‘costa’, anche se difatto il Bando sembra “rac-chiudere” il territorio dellaTorre con le mura della par-te sinistra di via del Sole asalire....Si può obiettare che si chie-de quel che non è nel ban-do, ma questo non è corret-to. Anche se non c’è maistata una rinuncia esplicita,ufficiale, alla nostra parte diPalazzo pubblico, la ‘sensa-zione’ condivisa non fa pre-tendere di considerarla no-

COSÌ STABILÌVIOLANTE

Onda: “Dall’arco di S.Giuseppe per tutta lastrada di S. Salvadorecolla metà del Mercatovecchio da detta parteentri in piazza presso ilpalazzo dell’Eccelsa Si-gnoria e quello compren-da fin dove abita il signorCapitano di Giustizia,salga nel Casato, prendaa man sinistra tutte le ca-se fino alla Costa larga eda quella in sù camminiper ambe le parti, com-prendendo tutti i vicoliche sono verso S. Salva-dore, passi la svolta delCasato e prendendo lecase a man sinistra passipell’arco di S. Agostino,tenendo per quella partefino a S. Giuseppe, edappartenga ad essa lastrada di Fontanella finoa porta Tufi”.

stra anche oggi, in terministorici: altrimenti potremmoricoprirla di bandiere... no? Se ci atteniamo al Bandofuori porta la proiezione del-le Contrade è storicamentearbitraria: è un qualcosa dipiù, come la divisione dellepiazze... Ma l’arbitrio cede,come al solito, di fronte allatradizione: da molto temposi usano proiettare le areeverdi al di là delle mura, per-ché questo è l’unico criterioragionevole. In proiezione lavalle fino a Porta Giustiziae, risalendo da essa fino al-l’ex Sclavo incluso dovreb-be appartenere ipotetica-mente all’Onda.Del resto l’Onda va fino allasvolta NON della “via dei Tu-fi”, ma della “porta”. Se arri-va alla ‘svolta’ della Porta, ese si fanno delle proiezioniesterne, la sinistra uscendodalla porta non può che es-sere, indiscutibilmente, del-l’Onda. Certi amici tartuchi-ni non saranno d’accordo,ma fortunatamente, appun-to, ...siamo amici!

Il dibattito è comunqueaperto.

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ATTUALITÀ

Il senso di appartenenza ge-nera una richiesta forte disicurezza: questa in estre-ma sintesi la riflessioneemersa da un convegno or-ganizzato dalla Contradadel Bruco “Vivere la Città insicurezza”. Il questore Mas-simo Bontempi, la crimino-loga Anna Coluccia, l’as-sessore Garibaldi e il magi-strato Pier Luigi Vigna si so-no soffermati sui vari aspet-ti del problema: è emersoun quadro in cui, se alcunidei reati più comuni sono di-minuiti, è sempre alto il livel-lo di attenzione dei cittadinisu quanto accade per lestrade di Siena. Secondo gliesperti il senso di allarmesociale è dovuto, più che adun’effettiva presenza dieventi criminosi, a episodi divandalismo e di inciviltà am-bientale. L’iniziativa ci dà lospunto per fare alcune con-siderazioni su quanto acca-de nel nostro Rione. Il cen-tro nevralgico dell’Onda è,da anni, il famoso bar difronte al Chiesino.I residenti ben sanno dischiamazzi, risse alcoliche,atti di inciviltà e teppismoche aumentano di pari pas-so con la temperatura: se irigori dell’inverno sconsi-gliano lunghi bivacchi fuoridal locale fino a notte alta,in primavera e in estatequesti si estendono al vico-lo di San Salvadore e oltre ilChiesino, davanti al quelstaziona una piccola follache non sempre rende age-vole e gradevole il passag-gio di auto e di pedoni.L’Onda, oltre ad un’attenzio-ne continua sulla questioneche si è manifestata più vol-te, anche con uscite pubbli-che, ha in questi ultimi anni

intrapreso una pazienteopera di prevenzione. La Di-rigenza ha avuto colloquicon tutte le autorità cittadi-ne, delegate alla sicurezzae al mantenimento dell’ordi-ne pubbliche come al rispet-to delle norme amministrati-ve, oltre che con il gestore.Talvolta le responsabilitàtendono a sfumare da unsettore all’altro, ma abbia-mo sempre ottenuto unapositiva disponibilità al dia-logo da parte delle istituzio-ni, mostrandoci collaborativie chiedendo in cambio col-laborazione.Non sappiamo se come ri-sultato del nostro operato oper altre cause, sembra chenegli ultimi mesi la situazio-ne si sia leggermente evolu-ta in positivo - lo diciamosottovoce e senza “cantarevittoria”, anche perché tuttopotrebbe cambiare nellospazio di una sera - e che latipologia degli avventori sisia modificata (è un’idea? èperché siamo in inverno?)per lasciare uno spaziomaggiore alla popolazionestudentesca più “classica”,con minori passioni cinofileanche se con analoghi biso-gni fisiologici che purtroppocontinuano a essere soddi-sfatti nell’oscurità dei vicoli,con il vezzo di prendere lasporgenza di muro delChiesino come punto di ap-poggio per lattine, bottiglie ebicchieri utilizzati e abban-donati, nonostante i richiamidel gestore.Questi sono solo alcuni de-gli episodi di inciviltà am-bientale che sono effettiva-mente testimoniati dai resi-denti nel nostro rione e chedanno luogo a lamentele ea un senso di rabbia e di in-

soddisfazione. Se è veroche non ci sono gli estremiper definire questi atti comepiccola criminalità è anchevero che certi comporta-menti danno luogo a situa-zioni sgradevoli e potenzial-mente pericolose.Al di là della sorveglianza edell’obbligo di far rispettare iregolamenti degli esercizicommerciali, una modestaproposta per la prevenzionedegli atti vandalici potrebbeessere quella di provvede-re, da parte dell’amministra-zione comunale, ad unamaggiore illuminazione del-le strade e dei vicoli. Unastrada illuminata è percepi-ta come una strada più si-cura e può scoraggiareeventuali intemperanze chel’oscurità, invece, favorisce.Il senso di disagio si ha, in-fatti, anche percorrendo viadel Casato, che è stradatranquilla e poco frequenta-ta. Le Contrade e i contra-daioli non sono preposti alle

azioni di sorveglianza e ditutela del territorio, chespettano alle forze dell’ordi-ne: tuttavia le Contrade fan-no molto in termini di con-trollo del territorio, segna-lando comportamenti so-spetti e curandosi di quantosuccede nei rioni, compati-bilmente con la composizio-ne sociale della città, che livede spesso residenti fuoridal centro storico.L’appartenenza genera unarichiesta maggiore di sicu-rezza, ma anche un sensocivico più spiccato per lacondivisione del concetto dicosa pubblica. La sicurezzaurbana richiama il concettodi libertà, che si riannoda aquello di cittadinanza e fidu-cia nelle autorità. Più pre-venzione e punizione dicomportamenti vandalici eincivili significa dunque unpiù diffuso senso di tranquil-lità, obiettivo da perseguireed ottenere per il bene co-mune.

Sicurezza eappartenenza

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marzo 2008 alborghetto 11

LARIFLESSIONE

A

Appartenenzae identità

un certo punto arriva, daun punto lontano e profon-do della nostra anima,un’emozione, che ti afferrae ti stringe come un ab-braccio: in una serata qua-lunque di una stagionequalunque guardi la gentedella tua Contrada e pensiche è la “tua” gente, il “tuo”popolo, e senti di volerglitanto bene.Senti di appartenere a

queste perso-ne: loro sono,in qualche

modo, tue e tusei loro, in un

legame delcuore im-

possibile da scindere.Forse è dall’appartenenzache nasce la solidarietà, lacondivisione degli eventifelici e di quelli dolorosi.Chi non l’ha mai provatonon sa che cos’è l’abbrac-cio della Contrada nei mo-menti felici o dolorosi. Nonsa cosa significa che lapropria futura maternitàvenga annunciata lieta-mente in assemblea da unPriore con gli occhi lucidi,che un amico ti registri ilsuono della campaninaquando per la prima voltaprendi la tua creatura tra lebraccia, quando la gente tisi assiepa intorno la primavolta che esci con il pas-seggino.Non sa della delicatezzache si usa quando qualcu-no è colpito dalla malattiao dal lutto, in situazioni incui le persone più vicine sifanno ancora più vicine epresenti, ma anche quellecon cui hai meno confiden-za si interessano a rispet-tosa distanza. Non sa cheil Priore, i dirigenti vengo-no informati con discrezio-ne delle vicende altrui inmodo che “la Contrada”possa essere vicina, tal-volta concretamente, altrevolte moralmente e uma-

namente ai contradaioliche attraversano mo-menti particolari.Si potrebbero far deri-vare solidarietà e ap-partenenza dalle com-

pagnie laicali, o dalle piùrecenti Società di MutuoSoccorso. Indubbiamenteuna radice esiste, ma ilsenso di appartenenza al-la Contrada è più profondoe complesso di una moti-vazione - sia pure impor-tante - basata puramentesull’assistenzialismo.Perché in Contrada si con-divide l’armonia dello stareinsieme, di essere sé stes-si presentando però la par-te più gradevole del nostrocarattere, per far star benegli altri con noi. La Contra-da è ricerca di unità: il sin-golo è assorbito da un’en-tità, da un microcosmo do-ve si esaltano le caratteri-stiche individuali, le capa-cità, i talenti, riconducen-doli a un ideale di benecollettivo, alla Contradache si trova nel luogo del-l’anima dove hanno postol’ideale e l’utopia.Appartenenza è fare delcanto di molte personeuna voce sola; apparte-nenza è avere un deside-rio comune che è la som-matoria di decine di analo-ghi desideri; appartenenzaè condividere le stessepassioni, provare emozionisimili, comprendersi conun gesto o uno sguardo.Appartenenza è anche illegame con un territorio,con le strade, quasi conogni singola pietra: un le-game che si esprime nelpresente ma che ha radici

{ di Simonetta Losi

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LARIFLESSIONE

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nel passato più o meno re-moto, con le vecchie botte-ghe e le persone che c’e-rano, producendo quellaconcezione medievale di“città-patria” che ogni se-nese ben conosce.Il senso dell’appartenenzaè connaturato all’uomo erisale, probabilmente, alrapporto tra madre e figlioprima della nascita. In que-sto senso la Contrada sta-bilisce una relazione emo-tiva forte, proponendosi dasubito come elemento diidentità che affonda nei piùremoti e teneri ricordi del-l’infanzia.Secondo le Teorie dellaPercezione Sociale, esi-stono varie motivazioni inbase alle quali si percepi-sce la propria appartenen-za ad un gruppo: si appar-tiene per vicinanza, fre-quentando persone fisica-mente vicine, per somi-glianza, ricercando quelleche Goethe definiva le affi-nità elettive, pensieri, inte-ressi e sentimenti simili eche di solito garantisconola durata nel tempo dellerelazioni, che hanno unforte segno affettivo. Infinesi può appartenere ad ungruppo anche quando nonc’é somiglianza nelle ideeo nei bisogni, ma con unamotivazione per lo più in-conscia di identificazionecon l’altro. Per identifica-zione si intende anche ilprocesso di costruzionedella propria personalità eidentità sociale attraversol’interdipendenza con ilgruppo. In questo caso en-trano in gioco fattori sog-gettivi ed intersoggettivi,cioè appresi attraverso ilcontatto con il gruppo: gliatteggiamenti e le modali-tà di comunicazione si in-

fluenzano reciprocamente.La Contrada possiede, conpesi diversi che mutanonel tempo, tutte questemotivazioni: il Rione signi-ficava, un tempo, vicinan-za fisica oltre che affettiva;oggi identificarsi nell’idea-le Contrada significa ricer-care una sorta di inconsciocollettivo, una radice co-mune, un patrimonio di af-fetti e di passioni condivi-so, facendo interagire lapropria Contrada idealecon quella reale, fatta dipersone.Di sicuro l’appartenenzanasce dal senso di identi-tà: è questo, forse, l’ele-mento più prezioso daconservare, da proteggereda chi ha interesse a co-struire un mondo - ancheinteriore - globalizzato, dachi ha interesse che lemasse siano tali, con lepersone il più possibile si-mili ad individui lobotomiz-zati. Identità come diffe-renza che presuppone il ri-spetto di tutte le differenze,ma anche identità comeorgoglio gioioso di appar-tenere ad una Contrada,luogo fisico e luogo dellospirito, dove esistono an-cora valori umani che ren-dono la vita più degna diessere vissuta.

Si ringrazia “Il Carroccio diSiena” per aver concessola pubblicazione

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Il Rituale della ContradaCapitana dell’Onda

approvata dal Seggio

Nel rispetto del proprio Statuto la Contrada Capitanadell’Onda si attiene a quanto prescritto dal RitualeContradaiolo del Magistrato delle Contrade perquello che concerne:

– Calendario delle onoranze e manifestazioni ufficiali

– presenza, composizione e comportamento dellerappresentanze in montura

– presenza della Contrada nel Territorio di altre Con-sorelle

– Principi di autoregolamentazione delle manifestazio-ni organizzate dalla Contrada

– Ricevimento delle altre Consorelle nel proprio Terri-torio nel corso delle Feste Titolari e di altre manife-stazioni regolamentate dal Magistrato delle Contrade

– Esposizione ed uso di bandiere o di altre insegneche qualifichino la Contrada.

Art. 1 - FESTA TITOLARENel giorno della Festa Titolare - che si celebra in ono-re della Visitazione della Beata Maria Vergine a SantaElisabetta - la Contrada, con a capo tutta la Dirigenzapreceduta da un tamburino e due alfieri di Piazza, ac-coglie le Dirigenze delle Contrade alleate ai confini delTerritorio (sbocco di via Giovanni Duprè in Piazza) perrecarsi successivamente in corteo all’Oratorio di SanGiuseppe dove viene effettuato il solenne Mattutino,secondo le modalità stabilite dalla tradizione ondaio-la1.Nel giorno della Festa la Contrada rende omaggio al-le Consorelle e ai Protettori, secondo quando stabilitodalla tradizione Contradaiola.Il Priore e/o un suo delegato, dopo la Santa Messa inSuffragio, si reca ai Cimiteri cittadini della Misericordiae del Laterino per rendere omaggio ai Contradaioli conla deposizione di un omaggio floreale al monumento aiContradaioli defunti che vi si trova. Lo può accompa-gnare il Capitano. Lo accompagnano i due alfieri e iltamburino di Piazza con la bandiera, due Paggi con

composizioni floreali e tutti coloro che vogliano porta-re un saluto ai Contradaioli defunti.

Art. 2 - ONORANZE FRA CONTRADEALLEATE

Le Contrade hanno un simbolismo spaziale che com-prende anche i punti di accesso che costituiscono leloro “porte” principali. Il riconoscimento di queste en-trate segue consuetudini e leggi non scritte. Per l’On-da l’ingresso si identifica con l’accesso di via Duprè suPiazza2. Quando le Consorelle vengono a rendereomaggio all’Onda il saluto viene effettuato all’iniziodella Piaggia di San Giuseppe.La Comparsa dell’Onda, durante il proprio Giro, atten-derà un cenno della Consorella per fare il proprio in-gresso nella Contrada da visitare. Il cenno è fatto conun’ alzata . Solo allora la Comparsa può fare il proprioingresso nel Rione.La Contrada Capitana dell’Onda viene ricevuta dalleConsorelle secondo le modalità e gli usi tradizionali.Il decoro dei figuranti segue i canoni fissati dal Rego-lamento del Magistrato delle Contrade.

Art. 3 - ONORANZE AI PROTETTORISeguendo un’antica consuetudine la Contrada andràa rendere omaggio ai propri Protettori3. I Protettori del-l’Onda sono definiti dallo Statuto della Contrada. Nelgiorno della Festa Titolare la Comparsa, secondo latradizione contradaiola, effettuerà le Onoranze ai Pro-tettori residenti all’interno della cinta muraria della Cit-tà. Della Comparsa della Contrada potranno fare par-te tutti coloro che sono iscritti all’anagrafe contradaio-la.Le onoranze ai Protettori che risiedono extra moeniavengono effettuate prima della Festa Titolare, secondola delibera dell’Assemblea Generale del 25 febbraio2008, su proposta del Seggio, nelle date che sarannodi volta in volta definite.La Contrada può commemorare i propri defunti conuna Messa in suffragio il giorno 2 novembre.

1 Per quanto riguarda gli inviti al Solenne Mattutino e gli omaggi floreali cfr. Allegato2 È per questo che in occasione della Festa Titolare i Dirigenti dell’Onda, i Figuranti e il Popolo vanno ad accogliere le dirigenze delle Contrade alleate per andare in-sieme a celebrare il solenne Mattutino

3 Negli ultimi anni del XVII secolo le Contrade chiesero l’appoggio e il contributo di nobili e persone facoltose, che da parte loro le chiamavano ad onorare pubblica-mente principi ed ospiti di riguardo in visita alla Città. I Protettori godevano del massimo rispetto: si facevano carico delle richieste e delle esigenze della Contrada, lepresentavano al Governo della Città, usavano la propria influenza ed il proprio patrimonio a favore della Contrada. L’Onda annovera tra i propri Protettori più illustri iChigi e gli Ugurgeri. Un tempo il numero dei Protettori era limitato: oggi tutti i Contradaioli sono chiamati ad essere Protettori, per dare il proprio apporto volontario al-la Contrada.

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Art. 4 - BATTESIMO CONTRADAIOLONel giorno della Festa Titolare viene celebrato dal Prio-re il Battesimo Contradaiolo4 con la formula di rito:“Da oggi .................Sei figlio/a di questa contrada. Tuapparterrai a lei e lei a te per la vita. Sii orgoglioso/a diessere dall’Onda, amala e fa’ che la tua Contrada siaorgogliosa di te”che verrà scritta nella pergamena. A tutti i battezzativerranno consegnati la Pergamena e il Fazzoletto.

Art. 5 - NASCITA DI UN CONTRADAIOLOAl momento della comunicazione da parte dei familia-ri gli Addetti ai Piccoli Delfini avvertiranno il Custodedella Contrada per esporre la bandiera con fiocco az-zurro o rosa e comunicare il nome del nuovo nato; nel-la bacheca della Contrada verranno segnalati il nomee la data di nascita del nuovo Ondaiolo. La nascita sa-rà salutata dal suono festoso della campanina.Se la nascita è avvenuta nei confini del Comune diSiena, gli Addetti ai Piccoli Delfini si recheranno in vi-sita per portare un piccolo omaggio della Contrada.

Art. 6 – COMUNIONILa Contrada è tenuta ad inviare un Figurante con maz-zo di fiori a richiesta dell’interessato purché sia Con-tradaiolo e Protettore. Il Paggio della Contrada potràessere richiesto solo per le Parrocchie situate nel Co-mune di Siena con un preavviso di almeno 20 giorni.

Art. 7 – MATRIMONILa Contrada in caso di matrimonio di un Contradaioloe Protettore invierà un solo Paggio con omaggio flo-reale (anche in caso di matrimonio fra due Ondaioli).È richiesto un preavviso di almeno 20 giorni. Tutti iContradaioli-Protettori potranno richiedere per la Ceri-monia la Chiesa di San Giuseppe. Inoltre, in caso di al-tra Chiesa, potranno essere richieste bandiere stam-pate per l’addobbo della Chiesa stessa.Nei casi di matrimoni che si svolgono fuori dal Comu-ne la Contrada non è tenuta ad inviare il Paggio, chepuò essere concesso qualora ricorrano tutte le garan-zie per il rispetto della Contrada e non sussistano one-ri a carico della Contrada stessa. In questi casi occor-re, comunque, l’autorizzazione del Priore.

Art. 8 – FUNERALIIn caso di morte di un Contradaiolo viene esposta unabandiera abbrunata alla Sede della Contrada e nellabacheca della Contrada verrà scritto il nome del de-funto. Alle esequie è presente un Paggio con bandieraabbrunata. Questo vale, di norma, per il Comune diSiena e le zone immediatamente limitrofe.

Su richiesta della famiglia o per desiderio espresso invita dal defunto la salma potrà essere esposta nell’O-ratorio della Contrada. Sulla bara viene di norma ste-sa la bandiera.In caso di decesso di un Contradaiolo verranno affissidei manifesti funerari da parte della Contrada, salvodiversa disposizione della famiglia.In caso di morte di un ex-Priore o di un ex-Capitanoviene monturato il Paggio Maggiore con bandieragrande abbrunata.

Art. 8.1 – MORTE DI UN PRIOREO CAPITANO O PRESIDENTEIN CARICA

Tutta la Comparsa, senza i monturati del Po-polo, accompagna il corteo funebre sino al Ci-mitero con le bandiere degli Alfieri e del Pag-gio Maggiore abbrunate al suono di un tambu-ro “muto” senza cordiera. Bandiere abbrunatevengono esposte, oltre che alla Sede dellaContrada, anche ai Confini. del Territorio.

Art. 8.2 – CHIUSURA PER LUTTODELLA SOCIETÀ

La Società Giovanni Duprè resta chiusa:dal momento del decesso sino all’inumazionedi un Capitano, Priore, Mangino o Vicario incarica; Presidente, Vicepresidente in carica;per un intero giorno in caso di decesso di unex-Priore o ex-Capitano; membro di Consiglioin carica;durante la cerimonia funebre e il rito religiosoin San Giuseppe per i Contradaioli.

Art. 9 - USO DELLA BANDIERALe bandiere sono le insegne ufficiali della Contrada enon possono essere riprodotte da alcuno. La Contradapuò concedere la bandiera in comodato, temporanea-mente o permanentemente ad Ondaioli e ad Enti edIstituzioni culturalmente e storicamente legate a Sienaed alle Contrade. Non può essere in nessun caso alie-nata. La revoca del comodato è disposta dall’Assem-blea Generale e l’esposizione della bandiera è regola-ta dal Rituale Contradaiolo.Il Priore ha facoltà di richiamare all’ordine chiunquenon faccia uso decoroso della bandiera e non si atten-ga alle disposizioni emanate dalla Contrada e dal Ri-tuale Contradaiolo.La bandiera deve essere esposta nei locali della So-cietà Giovanni Duprè in occasione di celebrazioni con-tradaiole.Dopo il Palio l’Onda spiega alla Contrada vittoriosa fi-no al Chiasso Largo (con l’ovvia esclusione della Tor-re). Le Contrade alleate vengono accompagnate finoalla loro Sede per cantare il Te Deum.

4 Il Battesimo contradaiolo è un’istituzione abbastanza recente, adottata per la prima volta dalla Chiocciola nel 1949. Questo rito è una iniziazione simbolica alla vitadi Contrada fatta dal Priore, massima autorità della Contrada. Da questo momento l’Onda accompagnerà il Contradaiolo dalla nascita alla morte, e sarà presente intutti i momenti più importanti della sua vita.

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Art. 10 – NORME GENERALI DICOMPORTAMENTO DEI FIGURANTI

Chi veste la montura dell’Onda deve farlo con il mas-simo rispetto e con grande dignità. Non sono ammes-si disordine, trascuratezza e qualunque comporta-mento lesivo dell’immagine della Contrada. Il Priore oil Vicario intervengono dove si manifesti uno scarso ri-spetto per il compito che si è chiamati a svolgere e perle insegne che si rappresentano.

Art. 11 – USO DEL FAZZOLETTOAl pari della bandiera il fazzoletto, sia pure bene per-sonale, è immagine della Contrada e deve essere in-dossato con il massimo decoro, evitando gli usi impro-pri.

Art. 12 – ADDETTO AL CERIMONIALEIl Seggio nomina ad ogni mandato un Addetto al Ceri-moniale delegando un Consigliere di Seggio, i cuicompiti sono indicati in Allegato

Art. 13 – TAVOLO D’ONOREil Tavolo d’Onore verrà composto obbligatoriamentenelle seguenti manifestazioni Contradaiole :

Banchetto di Chiusura dell’Anno Contradaiolo;Priore, Capitano, Vicari, Presidente Società GiovanniDuprè, Presidente Società delle Donne, Presidentedel Gruppo Giovani Ondaioli, Correttore, Rettore delCollegio dei Maggiorenti

Cena della Prova Generale: Priore, Capitano, Fanti-no, Vicari, Mangini e Correttore, Rettore del Collegiodei Maggiorenti

Cena della Vittoria: Priore, Capitano, Fantino, Vicari,Mangini, Rettore del Collegio dei Maggiorenti, Presi-dente della Società, Presidente del Gruppo Donne,Presidente del Gruppo Giovani e Correttore

Cena del Piatto: Priore, Capitano, Fantino, Vicari,Mangini, Rettore del Collegio dei Maggiorenti, Presi-dente della Società, Presidente del Gruppo Donne,Presidente del Gruppo Giovani e Correttore

Rinfresco Ricevimento Contrade Alleate: Priore,Capitano, Vicari, Mangini, Rettore del Collegio deiMaggiorenti, Presidente di Società, Presidente Socie-tà delle Donne, Coordinatore Piccoli Delfini, Presiden-te Gruppo Giovani Ondaioli, Coordinatore dell’Econo-mato, Cancelliere e Correttore

Su richiesta del Priore o del Capitano il Tavolo d’Ono-re può variare nella sua composizione ed essere pre-disposto con modalità da stabilire preventivamente; unTavolo d’Onore potrà essere allestito anche in occa-sioni particolari che per la loro natura di rappresenta-tività lo richiedano: in tale circostanza sarà il Priore oun Suo Delegato a stabilire la disposizione dei posti.

Art. 14 - DISPOSIZIONI PARTICOLARIad ogni Contradaiolo-Protettore vengono spediti gliauguri per il suo Compleanno e per le Festività Natali-zie; la stessa regola si applica per la spedizione o con-segna del Malborghetto. Le bandiere e le insegne del-la Contrada debbo essere esposte con decoro ed inluoghi rispettosi delle loro dignità. Sarebbe opportunoche le finestre del Rione fossero addobbate con ban-diere e con stendardi dell’Onda nei casi previsti dal Ri-tuale Contradaiolo.

Art. 15 – EVENTI STRAORDINARIper quanto concerne eventi straordinari quali visita dipersonaggi illustri, Contradaioli insigniti di onorificenzeparticolari (es. Mangia o Medaglie d’oro; prestigiosi ri-conoscimenti nazionali ed internazionali etc.); acquisi-zione di onorificenze da parte della Contrada; deces-so di Contradaioli che abbiano assunto particolari me-riti sia dentro che fuori Contrada, il Priore ha facoltà diampliare e/o modificare a Suo giudizio questo “RitualeContradaiolo” adattandolo all’evento straordinario nelrispetto della tradizione e della storia della Contrada.

Art. 16 – NORME FINALITrattandosi di Rituale della Contrada Capitana del-l’Onda conforme allo Statuto e al Rituale del Magi-strato delle Contrade, finalizzato a meglio precisarecomportamenti e adempimenti cerimoniali l’approva-zione e l’eventuale modifica dello stesso spettano alSeggio Direttivo della Contrada.

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Allegato: Figure di riferimento e compiti

In base alle disposizioni del presente Rituale Contra-daiolo vengono individuate le seguenti figure di riferi-mento

CUSTODE DELLA CONTRADA:

● esposizione delle bandiere sia alla Sede che ai Con-fini per qualunque evento menzionato nel presenteRegolamento; eventuale raccolta e smistamentodelle informazioni anagrafiche (nascite e morti),Apertura della Chiesa e saluto con campane alleConsorelle

● Coordinamento con l’Addetto al Culto per le cerimo-nie religiose

ECONOMI:

● preparazione della Rappresentanza della Contradaper tutti gli eventi

● Matrimoni

● Funerali

● Comunioni

● Cerimonie ufficiali

● Comparsa Giro

● Tamburino ed Alfieri Festa Titolare

● Paggi per onoranze ai defunti

● Comparsa di Piazza

● Ricevimento Consorelle

● Ricevimento Alleate

PROVVEDITORI AI PROTETTORI:

● Stampa e affissione dei manifesti mortuari

● Invio auguri di Compleanno e Festività

ADDETTI AI PICCOLI DELFINI:

● Registrazione e comunicazione nuovi nati

● Pergamene e fazzoletti del battesimo contradaiolo

● Visita ai neonati ed omaggio della Contrada

ADDETTO AL CERIMONIALE:

● Allestimento e disposizione del Tavolo d’Onore ordi-nario

● Allestimento e disposizione del Tavolo d’ Onorestraordinario

● Ricevimento Ospiti

● Predisposizione con gli Economi, la Società delleDonne e la Società Giovanni Duprè dei rinfreschi ericevimenti delle altre Contrade e/o Ospiti vari

● Omaggio Floreale Festa Titolare : Priori delle Con-trade alleate, Priore, Capitano, Rettore del Collegiodei Maggiorenti, Vicari, Mangini, Presidente SocietàGiovanni Duprè, Presidente Società delle Donne,Presidente Gruppo Giovani Ondaioli, PresidenteGruppo Donatori di Sangue, Coordinatore PiccoliDelfini, Addetto al Culto, Correttore e Sacerdoti of-ficianti, ex Capitani ed ex-Priori

ADDETTO AL CULTO:

● Organizzazione delle cerimonie nell’Oratorio :

● San Giuseppe, Mattutino, Festa Titolare, Matrimoni,Funerali etc.

● Allestimento della Chiesa con la collaborazione delCustode di Contrada

ALFIERI E TAMBURINO DI PIAZZA

● Presenza a tutte le manifestazioni cittadine ufficiali

● Presenza a tutte le manifestazioni ufficiali della Con-trada

● Presenza costante ai corsi per alfieri e tamburini deibambini

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Come non sempredai miracoli scaturiscono

buone azioni{ di Narcisa Fargnoli

go dove oggi si riunisce laContrada, uno spazio at-tualmente del tutto profa-no ma allora intriso di unareligiosità testimoniata dal-l’invocazione al nome diDio e della Groriosa Vergi-ne Maria e del grorioso pa-triarcha San Giuseppe no-stro Avvocato con cui siaprivano le adunanze. Pro-prio nella Cripta era antica-mente collocato un Croci-fisso ligneo considerato tal-mente miracoloso che lasua fama si estendeva an-che oltre i confini della cit-tà. Si trovava su un altareche un membro dell’Artedei Falegnami, AntonioPosi, aveva fatto erigere asue spese, per grazia rice-vuta, nell’anno 1736: in se-guito gli Abitanti della Con-trada dell’Onda, subentratiai Falegnami nel 1787, l’a-vrebbero trasferito nell’Ora-torio superiore, dove tutto-ra si trova e dove è stato ri-collocato dopo il recenterestauro.Ecco come in una memoriadell’Arte viene narrato l’epi-sodio della guarigione mi-racolosa del Posi:Antonio Posi Senese, tra-vagliato per lo spazio d’An-ni cinque in circa da acer-bissimi dolori nelle Gambe,con ritiramento di nervi, eduna piaga nel ginocchio si-nistro, non mancò in dettotempo usare tutti i mezzipossibili per rendersi liberoda tali dolori, ma quantopiù i professori apponeva-no rimedi al male, tanto più

Se qualcuno crede che lalettura dei documenti d’ar-chivio sia un esercizio noio-so, sappia che qualchevolta effettivamente lo è: omeglio è lungo e faticoso enon sempre produce i risul-tati sperati. Qualche voltaperò capitano fra le manimemorie così divertentiche ripagano di tutte le ri-cerche infruttuose: storieche sembrano avvenutel’altro ieri, in cui i perso-naggi, vivacemente de-scritti, sono protagonisti diavvenimenti non sempreedificanti, che, nè più nèmeno come oggi, scuote-vano la calma cittadina, ac-

cendevano gli animi, spin-gevano a qualche gestonon proprio ortodosso e fi-nivano, come in questo ca-so accaduto più di due se-coli fa, davanti al Capitanodel Popolo.I fatti riguardano l’Arte deiFalegnami e la bella chie-sa di San Giuseppe daquesti costruita e abbellitacon la passione e il fervorescaturiti da una totale iden-tificazione con il propriogruppo di appartenenza:l’Oratorio, come si sa, fun-geva anche da sede per leadunanze che si tenevanonella Cripta o CappelloneInferiore, nello stesso luo-

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LANOSTRASTORIA

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LANOSTRASTORIA

peggiorava il paziente , on-de avendo il caso per di-sperato, deliberaron d’ab-bandonarlo. Ritrovandosiperciò il medesimo in talestato, dubitando che fossequalche Fattucchieria, fe’ ri-corso, ma senza giova-mento alcuno, agli esorci-smi. Finalmente indebolitoin estremo per l’acerbitàdello spasimo, e per l’enfio-re cresciuto notabilmentesì nelle gambe, che nelleginocchia, fù costretto adabbandonarsi nel letto sen-za speranza alcuna di po-terne risorgere. Confidatonondimeno nella Misericor-dia del Signore, la sera del13 di Maggio 1736 , chia-mato il Molto reverendoSig.re Giuseppe Ciacci, fe-cesi dal medesimo coll oliodella Lampada che arde inOnore del Sant.mo Croce-fisso in una cappella sottole volte di S.Giuseppe dop-po di che addormentossi esvegliatosi la mattina sul fardel giorno, trovossi del tuttorisanato, conforme possonfarne testimonianza i suoidomestici, i quali chiamatisubbito dal medesimo, vi-dero la piaga saldata, e legambe disenfiate, quali es-so ha conservato, e con-serva fino al presente gior-no, attestando di non averda lì in poi sentito alcun do-lore, attribuendo il tutto agrazia speciale di detta Im-maggine, ed in fede a di 24Maggio 1741 io AntonioPosi affermo quanto sopra Io Gio.Battista Budelli affer-mo come essendomi ritro-vato nella malattia del pre-detto Sig. Antonio Posi, evisitandolo più volte affer-mo dico esser vero quantoe dell’infermità e guarigio-ne del medesimo in questoviene esposto ed in fede IoSopradetto Sacerdote Se-nese M.P.Io Sacerdote Gaetano Fi-neschi affermo il medesimoche sopradetto ed in fedeIo sud.° manu propiaSi noti la modernità, la con-

temporaneità quasi diquanto viene narrato: il po-vero Posi, incappato in unodi quei mali che la medici-na ufficiale più cura e piùpeggiorano, era arrivato apensare che la sua disgra-zia non derivasse da causefisiche - individuabili e cu-rabili - ma da qualche ma-locchio contro il quale biso-gnava ricorrere a un esor-cista. La vicenda umana diquesto poveretto ci apparecosì simile alle nostre chenon ci stupisce che alla fi-ne, persa ogni altra speran-za, si sia affidato alla fede:a fare da medium fra labontà divina e l’efferata fisi-cità del male è l’olio dellalampada che ardeva da-vanti al Crocifisso. Ottenutala guarigione, testimoniatae certificata dai suoi dome-stici e da un sacerdote, An-tonio Posi ebbe una reazio-ne che questa sì, per gene-rosità e senso estetico, sidiscosta dai tempi moder-ni. Per la grazia ricevuta of-frì infatti un ex voto partico-

larmente consistente: unaltare adorno di statue chefacesse da degna corniceal crocifisso miracoloso,evidentemente fino ad allo-ra soltanto appeso a unaparete del Cappellone. Laspesa non dovette essereesigua a giudicare dall’im-magine che ci è stata tra-mandata da una stampafatta fare appositamenteper la processione dellaDomenica in Albis del1741, per la quale il croci-fisso era stato prescelto fratutti i simulacri della città.Spinto forse proprio dallaconsistenza dello sforzocompiuto, il Posi cedettealla tentazione di apporresu tutti e due i pilastri del-l’altare il proprio stemma,commettendo un peccatodi superbia che non passòinosservato agli occhi deiconfratelli.Questi, benché il ‘benefat-tore’ si affannasse a direche aveva apposto la suaarme sui pilastri dell’altareper una semplice memoria

e non per padronanza, nonintendevano tollerare unsimbolo personale su unoggetto che trovandosi nel-l’Oratorio di san Giuseppeapparteneva a tutti: ci furo-no delle proteste anchepiuttosto vivaci, accompa-gnate dalla richiesta di ri-mozione degli stemmi incri-minati, che tuttavia non fuaccolta dai maestri che inquel momento governava-no l’Arte. Esasperati daquella che dovette sembra-re una prepotenza bella ebuona, e forse anche unapresa di giro, alcuni confra-telli decisero di far sentirela propria voce in modo piùchiaro e, passando ai fatti,senza tanti complimenti,nottetempo, demolirono glistemmi a martellate. Delresto non bisogna dimenti-care che, in origine, l’Artedei Falegnami aveva fattotutt’uno con quella dellaPietra, per cui i suoi adeptiavevano certamente con-servato una certa familiari-tà con gli attrezzi del me-stiere. Un manoscritto del-la Biblioteca Comunale ri-guardante le cause civili cirestituisce i termini della li-te in un linguaggio che, puressendo quello della legge,non manca di vivacità.L’8 gennaio 1739 compar-vero davanti al MagistratoAntonio Posi, Dionisio Frit-telli, Niccolò Pianigiani,Giuseppe Valentini edesposero come più annisono il detto Posi con pre-cedente licenza dell’Artefece fabbricare a tutte suespese nella Cappella ocappellone di sotto allaChiesa di S.Giuseppe unAltare in onore del S.moCrocifisso, che ivi esiste, enel basamento, o Pilastri didetto altare vi fu posta l’Ar-me del medesimo Posi Be-nefattore. Ma il giorno 6gennaio del corrente annodi nottetempo ed arbitraria-mente la detta Arme fu le-vata da tutti e due i Pilastridagli Maestri Stefano Ciuc-

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ci, Francesco Manenti, Giu-seppe Manni, GherardoBacci, Giuseppe Masotti,Francesco Stralanchi eStefano Rossi I rappresen-tanti dell’Arte pertantochiedevano che l’Arme neipilastri fosse rimessa co-me stava avanti che da es-si fosse guastata e tutto aloro spese. Ma poiché gliindiziati negavano ogni ad-debito, il Posi ricomparve il18 gennaio davanti al Ma-gistrato per ribadire che siera trattatao di una atto vio-lento e arbitrario che gliaccusati avevano compiu-to, all’insaputa dell’Arte,per mero capriccio e perdisprezzo verso di lui: nelchiedere che le cose fos-sero rimesse come eranoaggiungeva che se poi visarà alcuno che abbia chepretendere, ciò doverà farsiin quei modi leciti e per-messi dalle Leggi, mentrenon è lecito ad alcuno farsigiustizia da per se e spo-gliare del suo gli altri di pro-pria autorità e arbitrio. Que-sto concetto, che cioè il far-si giustizia da sé non è leci-to, è di grande civiltà e mo-dernità, e mette in eviden-

za il contrasto fra la rettitu-dine del cittadino che ri-spetta le leggi e le autorità,e i facinorosi che appuntofacendosi giustizia da sé sipongono fuori del consor-zio civile. Di questo parerefu anche il capitano del Po-polo, il Conte Firmiano Bi-chi, che riconoscendo la to-tale arbitrarietà dell’operatodei maestri accusati, il 19gennaio ordinò che entro 4giorni fossero subbito ripo-ste le cose nel suo pristinostato, con rifarsi a loro spe-se la predetta Arme nelmodo che stava ricono-scendo al Posi la facoltà diritenere in futuro la dettasua Arme nel detto Altare.E così fu fatto perché nellastampa del 1741 sopra ci-tata l’altare appare in tuttala sua integrità.Eppure come in tutte le sto-rie che si rispettano cia-scun personaggio ha i suoitorti e le sue ragioni. Se èvero che il Posi incarna ilcittadino probo e onesto èanche vero che i suoi con-sistenti mezzi economici ela sua posizione sociale gliconsentono di emergere ein qualche modo prevarica-

re gli altri, apponendo il suostemma in un luogo che,costruito con il contributo ditutti, doveva restare comu-nitario. Ed è proprio controquesta violazione del sa-crosanto principio di ugua-glianza all’interno dell’Arteche insorgono gli accusati,con modalità certamentenon accettabili, ma nonsenza qualche ragione, for-se anche nel timore che ilgesto del Posi potesse di-venire un pericoloso prece-dente aprendo la strada aun progressivo divario frachi era in grado di lasciareun proprio segno e chi in-vece era condannato a re-stare nell’anonimato.Proprio il farsi giustizia dasé ha tramandato fino a noii nomi dei demolitori, con-segnandoli alla storia: co-me fossero stati individuati,nonostante avessero agitoin segreto e nottetempo, èfacile immaginare, essendoquasi impossibile, alloracome ora, che qualunquecosa non si risapesse incittà. Qualcuno fra loro pe-rò riuscì a cavarsela: Giu-seppe Manni, chiamato dalgiudice a rispondere dei

suoi atti, negò infatti di averpartecipato alla delittuosaspedizione e a sua discol-pa invocò la testimonianzadi Giovan Battista Sili, cu-stode e correttore dellaChiesa di San Giuseppe ilquale dichiarò: la sera del 6al presente nell’ora 23 etre quarti incontrai MaestroGiuseppe Manni Legnaioloin piazza dove (mentre) inquel tempo erano molti altriMaestri nel Cappellone delSS Crocifisso di detta Chie-sa dove tironno giù l’armedel Posi.In questi due che si incon-trano nella notte della Befa-na mentre poco lontanoquegli altri buttano giù amartellate gli odiati simbolidel sopruso, approfittandodel fatto che il custode del-la chiesa sta per l’appuntoscambiando due chiacchie-re in Piazza, rivive tutto unmondo: le relazioni, la com-plicità, la forza delle pas-sioni rendono i personaggidi questa vicenda, riemer-sa da vecchie carte, cosìumani e attuali che sembraanche a noi di poterli facil-mente incontrare per le viedella Città.

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LANOSTRASTORIA

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olo la Sorte, signora delPalio, stabilirà se quest’an-no l’Onda sarà in Piazza ose sarà un anno di lungaattesa. Aspettando di ve-dere quella bandiera, lapiù bella di tutte, usciregioiosa dalla trifora e sca-tenare il giubilo degli On-daioli sotto il Palazzo Co-munale, il nostra capitanoNello Cancelli ci ha inviatouna statistica delle estra-zioni a sorte. I numeri dico-no quello che la nostrapercezione già sa. L’Ondaè ultima nella classificadelle uscite dell’ultimomezzo secolo, penultimain quelle dall’inizio del mil-lennio.Insomma, nella maggiorparte dei casi si correquando è d’obbligo. Ci pia-cerebbe che la Sorte, tan-to avara con noi di regali,si svegliasse e rimediassedonandoci un grande 2008che non si limiti all’uscita asorte ma ci accompagnilungo tre giri di Piazza allavittoria.

La Ghiandinapesante{ di Nello Cancelli

LE ESTRAZIONI DAL 1945 AL 2007CONTRADA LUGLIO AGOSTO STRAORDINARI TOT. ESTRAZ.

LEOCORNO 14 22 10 46PANTERA 22 11 9 42TORRE 15 14 9 38DRAGO 15 13 9 37VALDIMONTONE 15 15 5 35BRUCO 14 14 6 34CIVETTA 15 11 7 33OCA 14 11 8 33TARTUCA 13 12 8 33GIRAFFA 14 10 6 30LUPA 11 9 10 30AQUILA 12 8 8 28SELVA 7 14 7 28NICCHIO 11 11 4 26ISTRICE 12 6 6 24CHIOCCIOLA 9 10 4 23ONDA 8 9 4 21

LE ESTRAZIONI DAL 2000CONTRADA LUGLIO AGOSTO STRAORDINARI TOT. ESTRAZ.

LEOCORNO 2 4 1 7TORRE 4 2 1 7AQUILA 4 1 1 6VALDIMONTONE 1 4 1 6BRUCO 1 3 1 5DRAGO 2 2 1 5TARTUCA 1 3 1 5GIRAFFA 2 2 - 4LUPA 2 1 1 4OCA 3 1 - 4SELVA 1 2 1 4CIVETTA 2 - 1 3PANTERA 3 - - 3CHIOCCIOLA 2 - - 2NICCHIO 1 1 - 2ONDA 1 1 - 2ISTRICE - - - -

PALIOEDINTORNI

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Il 2 dicembre il gruppo dei Piccoli Delfini ha organizza-to una gita con destinazione Urbino e Pesaro per an-dare a vedere la partita della Mens Sana . Alla gita han-no partecipato anche altri contradaioli. Ci siamo trova-ti la mattina presto in Massetana Romana, e di lì siamopartiti in pullman con prima destinazione Urbino. Du-rante le 3 ore di viaggio la maggior parte della gentedormiva, mentre noi bambini giocavamo al game boy,ascoltavamo la musica, ma soprattutto assillavamo gliaddetti!!!!!!Arrivati a Urbino abbiamo visitato la casa di Raffaello, ilPalazzo Ducale e abbiamo girato il bellissimo mercati-no che si trovava nella piazza principale della città; do-po la piacevole mattinata passata a visitare il centrostorico, ci siamo concessi 2 ore di pausa pranzo in unarosticceria, dove abbiamo mangiato alcune prelibatez-ze fatte da loro e la tradizionale crescia, e noi piccolidelfini, ancora affamati, abbiamo fatto irruzione in unacreperia; dopo di che siamo ripartiti per andare a vede-re la partita della Mens Sana a Pesaro. Appena arriva-ti siamo entrati subito nell’immenso palazzetto ed ab-biamo guardato la partita, partecipando attivamente altifo: la partita è finita con la vittoria della Mens Sana etutti felici siamo partiti verso Siena, fermandoci all’au-togrill dove abbiamo incontrato i giocatori della MensSana. Alla fine siamo tornati tutti a casa stanchi ma di-vertiti. Durante la partita siamo venuti a conoscenzache un bambino di Pesaro della nostra età e molto me-no fortunato di noi deve sottoporsi a continue opera-zioni per gravi problemi di salute. Queste operazionihanno un costo elevatissimo e noi quindi abbiamo de-ciso di donare a lui tutti i soldi che erano avanzati dal-la gita. Augurandoci che possa guarire presto, un calo-roso in bocca al lupo a Daniele.

Gita a Pesaroondatabiancoverde

are Donne dell’Onda,mi piace pensarvi in festa, tutte insieme, per una data che haperso la solennità della celebrazione per acquistare un valo-re più ludico e affettuoso. Stare insieme in Contrada: le don-ne dell’Onda lo fanno da sempre, con grazia e determina-zione, con vivacità e con forza. Sono finiti i tempi dei ruoli in-chiodati, che vedevano relegate le donne in posizione mar-ginale rispetto agli uomini. Eppure c’è ancora qualche saccadi oscurantismo, di opposizione che nasce talvolta dall’ottu-sità, talvolta dall’insicurezza.Si è spesso parlato di quale ruolo devono avere le donne inContrada. Io penso che le donne debbano avere il coraggiodi proporsi, di emergere, di prendersi il ruolo per il quale sisentono portate, purché abbiano i meriti. Perché voi, anchevoi, siete la Contrada.Nessuna quota rosa, dunque, semmai il bianco - o il celeste,scegliete voi - della stessa bandiera: quella dell’Onda.

IL PRIOREMario Cataldo

{ di Matilde Rosini e Irene Agnesoni

nche quest’anno i nostri uomini ci hannofesteggiato alla grande. Un salone elegan-tissimo, con mimosa a profusione e tanti fio-ri; un servizio impeccabile e la cucina di altaclasse di Lorenzo Franci hanno reso speciale que-sta serata, allietata dal karaoke e dalle canzoni checi hanno dedicato le nostre più belle voci ondaiole.Un atto di grande affetto (ricambiato), con un pannello pienodi foto che custodiremo gelosamente nella nostra Stanzina eche ci è sembrato un forte abbraccio collettivo. E’ davverobello poter essere grate e orgogliose dei “nostri òmini”, chehanno regalato a tutte una bellissima serata. Grazie a tuttidavvero.

8 marzo

Il saluto di Mario

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iciamolo pure: questa voltail manzoniano «chi era co-stui» è pienamente giustifi-cato, insomma ci sta tutto.Infatti il nome di AlbertoBuoninsegni è ignoto ai piùe metterlo in questa galle-ria dei personaggi notevolidi Contrada appare per lomeno arrischiato. Non cisono lapidi che lo ricorda-no, né vie intitolate al suonome, né tanto meno è ci-tato nei documenti dell’ar-chivio della Contrada. E al-lora perché parliamo diquesto, diciamo così, illu-stre sconosciuto? Che ha ache fare con l’Onda tantoda meritare un ricordo nel-le pagine di “Malborghet-to”? Consideriamo oltre a tuttoche non siamo nemmenotanto sicuri che il Buonin-segni sia stato dell’Onda, oalmeno lo presumiamo sol-tanto, visto che di lui ci so-no arrivate poche e spora-diche notizie. Ma andiamocon ordine e vediamo cheparlarne su queste paginenon è poi così stravagantee anzi ci mette di fronte adun personaggio che nonsolo ha avuto modo di ope-rare all’interno del territoriodella contrada ma si è an-che distinto non poco.Cominciamo con il discorsodell’appartenenza. Certo èvero che di Alberto Buonin-segni non abbiamo traccedi partecipazione attiva alleassemblee di contrada o dicitazioni documentarie o diincarichi ricoperti, ma è purvero che di lui sappiamoche era figlio di un Pietro

Buoninsegni, nome nonproprio sconosciuto nel-l’Onda e nei verbali del no-stro archivio. Un Pietro diIacomo Buoninsegni nel1525 era capitano dellaCompagnia di San Salvato-re e in tale veste sottoscris-se ed approvò un contrattodi affitto di una casa dellastessa Compagnia ad uncerto Bernardino, incarica-to di conservare «lo edifitioe carro della nave co’ suoilegniami». Insomma tuttoquell’apparato che era ser-vito per allestire una ma-gnifica e premiata compar-sa in Piazza e che richiamada vicino il grande galeoneche abbiamo approntato almercato un po’ di anni faper la cena della vittoria.Siamo o no un «popolo dinavigatori»?Ma ritorniamo al PietroBuoninsegni, che nel 1530,com’è attestato dai docu-menti della Compagnia diSan Salvatore, è ancoracapitano e consegna il libro

e la bandiera al suo suc-cessore, Agostino Bruna-montani. Quindi un perso-naggio che aveva ricopertola carica massima all’inter-no della Compagnia per di-verso tempo.Detto questo, se il nostroAlberto Buoninsegni era fi-glio di un Pietro e che all’in-terno della stessa famiglia,com’è arcinoto, il nome -per tradizione- si ripetevaperiodicamente, ecco chepossiamo dire senza temadi smentite che Alberto erauno dei discendenti del ca-pitano della Compagnia diSan Salvatore del Cinque-cento e che quindi, cometutta la sua famiglia, appar-teneva alla Contrada. Ma,non bastasse questo, pos-siamo sempre considerarloun ondaiolo ad honoremperché svolse gran partedella sua attività al’internodel territorio della Contra-da.Vediamo intanto qualchenotizia biografica. Alberto,della famiglia del Monte deiRiformatori, era nato a Sie-na nel 1730 e, nel corsodella sua vita, fin da giova-nissimo, aveva ricopertopiù volte la carica di Prioredel Concistoro e di consi-gliere del Capitano del Po-polo. Ma, a parte questo,Alberto fu soprattutto unbuon imprenditore, nel sen-so che i capitali di cui dis-poneva, derivanti in granparte dal patrimonio di fa-miglia ma anche dall’affittodi vaste estensioni di terredi proprietà del granduca diToscana in Valdichiana, li

Investirenell’Onda{ di Mario De Gregorio

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investì in una serie di inizia-tive imprenditoriali nel terri-torio dell’Onda. Due le prin-cipali: il restauro dei bagnipubblici sotto Sant’Agosti-no e il finanziamento diun’azienda tipografica.Andiamo con ordine. Gliunici bagni pubblici senesia metà del Settecento ver-savano in condizioni mise-revoli. Alberto Buoninsegnimise a disposizione capita-li sostanziosi per il riatta-mento di questa strutturapubblica e -cosa alquantosingolare- dette disposizio-ni perché gli utili di questameritoria attività igienicacollocata all’interno dellacontrada fossero attribuitiper intero al gestore, o, co-me allora si diceva, allo«stufaiolo». Bel tipo il no-stro Alberto: imprenditoresì, ma anche generoso e fi-lantropo!

Abbiamo anche una testi-monianza di non poco con-to sulla nuova realtà di que-sti bagni dopo il restauro fi-nanziato dal Buoninsegni.Ci viene proprio dal gran-duca Pietro Leopoldo che,in una visita a Siena nelcorso del 1777, si recò a vi-sitare lo stabilimento la-sciandoci un fedele reso-conto. «Si fu a vedere i ba-gni pubblici, situati sottoSant’Agostino accanto allastamperia Pazzini più sotto-scrisse il granduca di To-scana. Questi sono in unabuona casa con 10 o 12camerini e bagni pubblici dimarmo, molto belli e puliti esotto dà comodi molti per ledocciature e stanze per lestufe, tenute con molta pro-prietà e decenza: questierano sudicissimi e AlbertoBuoninsegni diede 1000scudi ad un certo Tolomei

stufaiolo per rifarli ed acco-modarli senza richiederlielie con lasciarli tutto l’utile diquello che vi si paga. Que-sta cosa è molto buona».Ma la vena imprenditorialedel Buoninsegni non siesaurì con l’investimentonei bagni pubblici. L’accen-no di Pietro Leopoldo allavicinanza della strutturaigienica con la stamperiaPazzini ci introduce ad unaltro investimento operatodal nostro, sempre nel terri-torio della Contrada. È atte-stato che fu il Buoninsegniinfatti a fornire capitali aifratelli Giuseppe e Giovan-ni Pazzini Carli, figli del li-braio Vincenzo, per impian-tare una stamperia.Vincen-zo Pazzini Carli non ci eramai riuscito e si era limita-to, accanto all’attività di li-braio, a tenere solo un pic-colo torchio per la stampa

di qualche immagine diSiena da inserire nelle pri-me guide della città (sonofamose e in commercio an-che oggi ad esempio quelledi Piazza del Campo, delDuomo e di Piazza Tolo-mei).Nacque da lì, da quel finan-ziamento iniziale di AlbertoBuoninsegni, la fortuna diquella stamperia che di-venne ben presto una delleprotagoniste della grandestagione editoriale senesedel secondo Settecento, ingrado di veri e propri fioriall’occhiello, come la stam-pa, nel 1783, della primaedizione delle Tragedie delconte Vittorio Alfieri, e ditante opere che hanno unposto di riguardo nella let-teratura settecentesca.

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Quella dei Piochi è una casaantica. E se è vero che lecase parlano delle personeche le abitano e che le han-no abitate, quella dei Piochiha molto da dire. E’ una ca-sa nel cuore dell’Onda: unafinestra sulla strada, una sulvicolo, una quasi sulla Du-prè. Una specie di abbrac-cio di pietra, che si traducein un abbraccio umano sul-l’Onda per chi si affaccia al-le finestre. Anche i Piochisono un pezzo di cuore del-la Contrada.Oggi, purtroppo, Silvanonon c’è più. Il suo cuore hacessato di battere. Nato il20 gennaio 1927 - nell’unicacasa che c’è nel vicolo SanSalvadore, sulla sinistra,dalla mamma Vittoria e dalbabbo Miseno, torraiolo -era stato ragazzo negli anniQuaranta, quelli duri dellaguerra. Si era goduto la vit-toria del ‘50 e quella del ‘54,ma lo ricordiamo nellasplendida immagine del1969, quando saluta la vit-toria del Gentili e di Sambri-na con un urlo potente escomposto. Uomo sempli-ce, Silvano: con la semplici-

versa da prima. Una vita af-frontata da Lida e da An-drea con la forza e la pa-zienza delle persone miti,che proprio degli affetti fa-miliari fanno un punto di for-za, una corazza, una mura-glia che non crolla. I Piochihanno continuato a vivere, alottare e a sorridere. Un sor-riso triste, un sorriso saggio,un sorriso riservato e digni-toso. La replica, l’improntafamiliare del sorriso di Silva-no, che stava nell’Onda,che scendeva nell’Onda,che faceva festa a tutti gliOndaioli, grandi e piccini,vecchi e giovani quando liincontrava per la strada. Sil-vano con gli occhi lucidi perla commozione ogni voltache salutava un ondaiolo.Silvano non ha mai smessodi pensare all’Onda, di inte-ressarsi di quanto succede-va in Contrada. Lo ha fattofino all’ultimo, finché ci è ri-uscito, bevendo le paroledalla bocca del figlio: paroleche gli raccontavano di per-sone e di cose care, di vita,di speranza, di un sogno divittoria. Di Contrada. LaContrada che oggi lo salutae che - in un’altra dimensio-ne, forse - continuerà a par-largli di sé.

tà dei buoni e degli onesti.Aveva imparato il mestierealla Tipografia degli ExCombattenti, posta doveora è la Banca d’Italia. Poi,insieme ad altri tre soci,aveva fondato la tipografia“La Diana”, quella chestampava il Nuovo CorriereSenese, prima in Vallerozzi,poi in piazza dell’Abbadia,dove anche Lida dava unamano. Ha insegnato il me-stiere al figlio Andrea, cheha preso il suo posto tra lemacchine. Era amico dasempre di Modesto: in co-mune avevano il lavoro el’Onda. Silvano ha prodotto,con le sue rotative, milioni diparole. Tuttavia lui era unuomo riservato, addiritturatimido, ma non musone, conuna dolcezza innata fattamolto più di sostanza che diforma: Vasco afferma chenon si è mai sentito dire cheabbia avuto un litigio conqualcuno.Una casa d’altri tempi, uncognome d’altri tempi che siritrova nei nostri libri dei ver-bali per una famiglia d’altritempi, culla di affetti autenti-ci e profondi, segnata da undestino che quindici anni faaveva costretto Silvano acondurre una vita molto di-

Silvano Piochile parole degli altri{ di Simonetta Losi

ILRICORDO

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INDUMENTO COSTITUITO DA PANTALONI ECASACCA INDOSSATO DA PERSONE CHE SVOLGONO PARTICOLARI ATTIVITA’ ....

... uesta definizione calza a pennello alla tuta realizzata dalGruppo Sportivo Giovanni Duprè.L’idea, proposta nella scorsa estate da Marco Neri, è stataattuata da Giacomo Melani, presidente del G.S Duprè, che,coadiuvato dall’instancabile Marco Leonetti e da me, si èimpegnato nella scelta del modello, dei colori e dei materialiottenendo una tuta adatta a tutti, sportivi e non.Con il celeste acceso, la scritta bianca listata d’argento, il 16sulla gamba e lo stemma araldico sul retro, la tuta rinnova edesalta il senso di appartenenza alla nostra Contrada, che la siindossi per le partite di calcio, pallavolo o pallacanestro osemplicemente per andare a scuola, a fare la spesa o apasseggiare.Questo progetto è solo uno dei tanti che il G.S ha messo incantiere, idee ed iniziative concrete perché l’Onda si distinguaanche nello sport.... Intanto ... La squadra di calcio a sette, guidata da MassimoSpessot, Manuel Consorti e Marco Leonetti, continua a farepunti per la scalata al vertice della classifica del campionatoAICS, in cerca della promozione. Per le partite disputate inavverse condizioni atmosferiche Roberto Fineschi ha regalatobellissimi giacconi blu e celesti ad appannaggio dei muscolidegli atleti e dei dirigenti accompagnatori che siedono inpanchina, si prevede che prima della fine dell’inverno anchegli onnipresenti “ultras” della beneamata Duprè, MauroCapitani, il Priore Mario Cataldo e Mirko Gentilini, potrannoessere dotati di qualche comforts!Le ragazze della pallavolo, da qualche anno in prima divisionedel campionato provinciale femminile, con le ondaioleFederica Marzi, Lucia Fosi, Elisabetta Scelfo, Giulia Mascagnie Graziana Bonucci, unite al gruppo di “fuoriclasse straniere”, hanno come obiettivo la salvezza da raggiungere, battendosiogni settimana contro formazioni molto organizzate eintraprendendo trasferte proibitive e lontane. Nonostante nonviva a Siena, l’apporto del romano Stefano Bellotti,rappresentante della FIA, si fa ugualmente sentire, a lui iringraziamenti per la fornitura di alcuni materiali tecnici.La squadra di pallacanestro si cimenta nel campionato UISPA2, attualmente è “ultima pulita” come mi riferisce ungiocatore appena intervistato, ma sono convinto che i braviBigliazzi e Salvini riusciranno a trascinare la squadra ed averesuccesso in palestra come tra i fornelli! Un grazie ad AndreaCancelli per aver organizzato il gruppo.Per quanto riguarda gli sport per i più piccoli, unringraziamento ad Alarico Rossi che, insieme ai Provveditoriai Piccoli Delfini, è sempre pronto a seguire i bambini in ogniiniziativa sportiva.Con l’arrivo della primavera è prevista una new entry: ilciclismo, è infatti in fase di studio una o più pedalate versopiacevoli luoghi di bivacco! Relativamente al “già fatto” un ringraziamento a GianniCastagnini per aver contribuito all’organizzazione della cenacon giocatori e staff dell’AC Siena, allietata da StefanoFrancioni e svolta con successo nei locali della Soc. Duprè.L’apporto della Soc. delle Donne e del GGO è stato, comesempre, indispensabile.

Completa il mio articolo il ringraziamento al Priore, alpresidente di società Fabrizio Salvini che hanno avallato ideee proposte del consiglio del G.S Duprè, facendo in modo ditrovare nuovi spunti di aggregazione ludica e sociale.Infine sono orgoglioso che tutte le compagini ondaiole, nellemanifestazioni ufficiali, abbiano saputo condividere oltre allegioie dei loro risultati sportivi e dello stare insieme, anche letristezze legate alla scomparsa di alcuni contradaioliosservando un minuto di raccoglimento e giocando con il luttoal braccio per Atos Gentilini, Rossella Ugolini, Luciana Bartali,Franca Bogi, Eleonora Nencini, Silvano Piochi, JolandaCaselli Niccolini.

Una tutaper tutti

{ di Alessandro Cicali

GRUPPOSPORTIVO

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I biglietti sono in vendita:

Sabato 15 Marzodalle ore 18.30 alle ore 20.30

Mercoledì 19 Marzodalle ore 10.00 alle ore 12.00e dalle ore 16.00 alle ore 18.00

Sabato 29 Marzodalle ore 18.00 alle ore 19.30

Domenica 30 Marzodalle ore 18.00 alle ore 19.30

Martedì 1 Apriledalle ore 18.00 alle ore 19.30e dalle 21.00 alle 22.30

Mercoledì 2 Apriledalle ore 18.00 alle ore 19.30e dalle 21.00 alle 22.30

Giovedì 3 Apriledalle ore 18.00 alle ore 19.30e dalle 21.00 alle 22.30

NEWS

Brillante, fantasmagorico, unico...FESTIVALBARRE!Due serate di divertimento assicuratoper chi lo fa e per chi lo guarda.Il Festivalbarre si terrà alla Duprèil 4 e 5 aprile.Gelosi della nostra manifestazione,abbiamo cambiato il nome da“Festivalbar” a “Festivalbarre”,affinché il nostro spettacolo tuttoondaiolo non abbia a confondersicon altre manifestazioni canore.

VI ASPETTIAMO TUTTI!

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marzo 2008 alborghetto 27

Avviso ai “naviganti”

Tutti gli ondaioli che sono in possessodi e-mail e cellulare, sono pregati

di comunicare i dati a:[email protected]

per poter essere informati più celermente sugliappuntamenti contradaioli

L’anagrafe di Malborghetto

L’Onda piange la scomparsa di:Franca Bogi Crocetta,Luciana Bartali, Eleonora Nencini Zamboni,Silvano Piochi,Jolanda Caselli Niccolini.

Un benvento nella grandefamiglia dell’Onda a:Arianna Parigi,Giorgia Di Puma,Bernardo Martini,Matilde Campoli,Chiara Sestini, Alessia Cencioni,Alessandro Losavio,Roberto Giubbi,Giorgia Bracci,

DIGITALE: GIOIE E DOLORITutti i Giovedi alle 21,30in Società Gigi Lusini svela i segreti del fotoritocco in digitale.Tutti gli Ondaioli sono invitati a partecipare armati di macchina digitale e PC portatile (chi ce l’ha)

“ONDEON – I CITTINI FANNO SPETTACOLO”In scena la teatro dei Rozzi il 19 e 20 aprile prossimiVi aspettiamo!

NEWS

stimolati, riescono a esprimere per la musica. Bastapensare a quanti di loro frequentano, anche a Siena,scuole di musica o Conservatorio alla ricerca di unapreparazione più “specialistica” in un determinato stru-mento. Mentre alcuni riusciranno poi a suonare digni-tosamente il flauto, la chitarra o il pianoforte, è tristeconstatare che la maggior parte di giovani e meno gio-vani senesi non conosce l’Accademia Chigiana o nonha mai messo piede in una sala da Concerto. Ecco, tut-to ciò lo riscontriamo nella realtà contradaiola dove,grazie alla sensibilità della dirigenza e al mio piccolocontributo, riusciamo a fare qualcosa per cercare ditrasmettere agli Ondaioli questa forma d’arte che tantoaffina il gusto e ingentilisce l’animo. Eppure esistono,da noi, belle voci e addirittura talenti che non emergo-no perché non sempre hanno voglia di impegnarsi nel-le prove, che necessitano di regolarità e di presenza.Dopo il concerto di Natale, altre iniziative sono in can-tiere per le prossime occasioni previste dal “calendariocontradaiolo”, con la concreta speranza di ottenere ri-sposte sempre più positive e poter affermare che... an-che la musica è pane per i nostri denti!

Musica: non soloquestione d’orecchio{ di Vincenzo Vullo

La musica non è proprio pane per i nostri denti? A giudi-care dalle presenze “ondaiole” al concerto di Natale te-nutosi in S. Giuseppe il 22 dicembre scorso, verrebbeda rispondere affermativamente a tale inquietante do-manda. Il problema certo non riguarda solo la nostraContrada, ma è di dimensioni assai più ampie ed inve-ste più in generale la situazione culturale italiana. Lamusica sembra infatti non appartenere al cosiddettoscibile umano, quasi come se non facesse parte di quelcircuito culturale percorso da tante persone in posses-so di un titolo di studio. E questa grave, profonda ca-renza in un Paese dalle grandi tradizioni musicali comel’Italia!Di chi è la responsabilità di tutto ciò? Personalmente ri-tengo l’istituzione scolastica assai responsabile di uncosì basso livello di educazione musicale dell’italianomedio. Chi vi scrive insegna da molti anni teoria e sto-ria della musica al Liceo della Formazione (già IstitutoMagistrale) Santa Caterina, l’unica scuola superioredove è previsto l’insegnamento di questa disciplina, cheinvece manca in tutti gli altri istituti. Solo la scuola me-

dia cerca di fare qualcosa in tal senso, non senza dif-ficoltà di vario tipo. Ho cercato di sollevare il pro-

blema a vari livelli ed ho potuto verificarepersonalmente l’interesse che molti

giovani, se adeguatamente

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SABATO 15 MARZOore 17.30 Chiesa di San GiuseppeS. MESSA

ore 18.30CONCERTO DI SAN GIUSEPPEViolino - Franco BarbucciOboe - Vincenzo VulloOrgano - Leonardo Angelini

ore 20.30 Società G. DuprèCENA DI SAN GIUSEPPE

MERCOLEDI 19 MARZOore 11.00 Chiesa d San GiuseppeRicevimento degli Onorandi Priori per la tradizionale offertadelle frittelle

ore 8,00 - 10,00 - 12,00 SS. MESSELa Chiesa resterà aperta per accogliere visitatori e fedelifino alle ore 19.30

Nel Rionedalle ore 9,00 alle ore 20.00

Vendita delle frittelle

– Pesca di San Giuseppe

– Osteria nella Piazzetta delle Lombarde

– Degustazione di dolci, vini e stuzzichini

– Vendita dei tradizionali carretti con le pinealle ore 17.00 Intrattenimento per i bambini

La Sede storica della Contrada sarà aperta al pubbliconegli orari 10.00 - 12.30 e 15.30 - 18.00

Prenotazioni per la cena di San Giuseppepresso la Società G. Duprè - Tel. 0577.48145

SanGiuseppe19 Marzo 2008