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RTBicocca Note trasporti n. 1 2011 1 Andrea Debernardi Polinomia srl - Milano Il traffico alpino nel 2009 Variazioni congiunturali e trasformazioni strutturali Il 27 ottobre scorso sono state pubblicate le statistiche Alpinfo relative al 2009. Si tratta al solito di una buona occasione per riflettere sul traffico merci tra l’Italia ed il resto d’Europa – tanto più quest’anno, caratterizzato da macroscopici effetti congiunturali. Il traffico complessivo è infatti diminuito del 15,7%, senza grandi differenze fra le diverse frontiere, rispecchiando in primo luogo le difficoltà dell’import-export italiano, che come ben noto costituisce la maggior parte del traffico terrestre attraverso l’arco alpino. E’ però interessante osservare che la battuta d’arresto assume significati ben differenti in rapporto agli andamenti di lungo termine, riscontrati sull’arco settentrionale e su quello occidentale. Alle frontiere svizzera ed austriaca, essa viene ad interrompere un andamento in sensibile crescita, riportando il livello dei traffici ai valori riscontrati verso il 2003-04. A quella francese, essa si colloca in quadro ben più consolidato, con la conseguenza di ricondurre il flusso a valori che erano stati superati già una ventina di anni fa; contrariamente ai casi precedenti, il calo dell’ultimo anno non inverte una dinamica crescente, ma accentua una tendenza al decremento già manifestatasi negli ultimi anni (fig.1). Fig.1. Traffici totali (strada+ferrovia) per frontiera (1984-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC) A riprova della correlazione con l’andamento complessivo dell’economia italiana, queste variazioni investono più o meno nella stessa misura il trasporto stradale (-14,5%) e quello ferroviario (-18,1%). Conseguentemente, la quota modale della ferrovia, che risultava da Traffico totale (strada+ferrovia) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 1984 1989 1994 1999 2004 2009 2014 anno milioni di tonnellate/anno Francia Svizzera Austria

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1 Francia Svizzera Austria Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC) Traffico totale (strada+ferrovia) tonnellate/anno milioni 70 80 90 10 20 30 40 50 60 di 0 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% anno 0% 5% tonnellate/anno tonnellate/anno 100 120 140 160 180 200 milioni milioni 20 40 60 80 10 20 30 40 50 60 di di 0 0

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RTBicocca – Note trasporti n. 1 2011

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Andrea Debernardi Polinomia srl - Milano Il traffico alpino nel 2009 Variazioni congiunturali e trasformazioni strutturali

Il 27 ottobre scorso sono state pubblicate le statistiche Alpinfo relative al 2009. Si tratta al solito di una buona occasione per riflettere sul traffico merci tra l’Italia ed il resto d’Europa – tanto più quest’anno, caratterizzato da macroscopici effetti congiunturali.

Il traffico complessivo è infatti diminuito del 15,7%, senza grandi differenze fra le diverse frontiere, rispecchiando in primo luogo le difficoltà dell’import-export italiano, che come ben noto costituisce la maggior parte del traffico terrestre attraverso l’arco alpino.

E’ però interessante osservare che la battuta d’arresto assume significati ben differenti in rapporto agli andamenti di lungo termine, riscontrati sull’arco settentrionale e su quello occidentale. Alle frontiere svizzera ed austriaca, essa viene ad interrompere un andamento in sensibile crescita, riportando il livello dei traffici ai valori riscontrati verso il 2003-04. A quella francese, essa si colloca in quadro ben più consolidato, con la conseguenza di ricondurre il flusso a valori che erano stati superati già una ventina di anni fa; contrariamente ai casi precedenti, il calo dell’ultimo anno non inverte una dinamica crescente, ma accentua una tendenza al decremento già manifestatasi negli ultimi anni (fig.1).

Fig.1. Traffici totali (strada+ferrovia) per frontiera (1984-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC)

A riprova della correlazione con l’andamento complessivo dell’economia italiana, queste variazioni investono più o meno nella stessa misura il trasporto stradale (-14,5%) e quello ferroviario (-18,1%). Conseguentemente, la quota modale della ferrovia, che risultava da

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alcuni anni in leggera risalita, si mantiene più o meno stabile rispetto al recente passato (31,6% nel 2007, 31,5% nel 2009).

Fig.2. Traffici totali (strada+ferrovia) per modo di trasporto (1984-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC)

Questa situazione di relativo equilibrio tra le due modalità è però più apparente che reale, in quanto rappresenta la media tra situazioni assai differenti tra loro, a seconda della frontiera presa in esame. Considerando dapprima il trasporto stradale, esso ha subito ovunque un calo piuttosto vistoso, comunque più intenso in Austria (-18,6%) ed in Francia (-11,7%) di quanto non si sia verificato in Svizzera (-7,6%, vedi fig.3) – laddove continua comunque a presentare una intensità relativamente ridotta.

Fig.3. Traffico stradale per frontiera (1984-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC)

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Sono differenze generate dalle diverse dinamiche del traffico complessivo, ma anche dal diverso andamento del peso medio trasportato dai veicoli, che risulta leggermente calante in Francia ed Austria, ed invece ancora crescente in Svizzera, a seguito della rimozione del vincolo delle 28 t a partire dal 2000.

Fig.4. Peso medio trasportato dai veicoli pesanti per frontiera (1984-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC)

Nel caso del trasporto ferroviario, la riduzione è risultata pari al -11,0% in Austria, al -18,1% in Svizzera, e ben al -46,2% in Francia, dove il traffico si è praticamente dimezzato tra il 2008 ed il 2009, riducendosi ormai a meno di 1/4 rispetto a massimo del 1997.

Fig.5. Traffico ferroviario per frontiera (1984-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC)

Ne sono derivate tendenze di mercato ben differenziate: mentre in Austria la ferrovia, pur a fronte del calo in valore assoluto, riesce ad aumentare la propria quota tornando a

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toccare la soglia del 30%, in Svizzera essa vede erodere ulteriormente le sue posizioni, sino a sfiorare quella del 60%. Per contro, in Francia, essa rappresenta ormai soltanto il 7% del traffico complessivo (fig.6).

Fig.6. Quota di mercato della ferrovia per frontiera (1984-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC)

Il traffico alla frontiera francese presenta dunque una chiara specificità, che non sembra completamente imputabile a fattori infrastrutturali: i risultati svizzeri ed austriaci sono stati ottenuti su linee di caratteristiche comparabili a quella del Fréjus, mentre le limitazioni al traffico indotte dai lavori di adeguamento della sagoma del traforo storico sono operative fin dal 2004. La direttrice di Ventimiglia, poi, dispone ormai di una linea quasi totalmente nuova. Altre e forse più sostanziali differenze possono essere invece rintracciate nell’andamento generale del traffico (ben più consolidato ad Ovest di quanto non avvenga a Nord), nonché nel minore livello di liberalizzazione del mercato: mentre le direttrici svizzere ed austriache vedono oggi una serrata competizione fra più imprese ferroviarie, sia pubbliche che private, orientate al traffico merci, quelle francesi hanno sicuramente risentito del progressivo disimpegno dei due incumbent nazionali, ai quali non si è sinora sostituito alcun nuovo operatore. Questa situazione è rispecchiata anche dal minore ricorso alle tecniche ferroviarie più efficaci – in primo luogo il trasporto intermodale non accompagnato – che rappresentano una leva primaria della crescita del traffico alle frontiere settentrionali (vedi tab.1)

Traffico ferroviario per tipologia e frontiera (1999-2009)

milioni di t/anno

FRANCIA SVIZZERA AUSTRIA

Tipologia 1999 2009 var. 1999 2009 var. 1999 2009 var.

Convenzionale 6,0 1,5 -4,5 9,5 6,4 -3,1 6,8 6,8 +0,0

Intermodale 4,2 0,8 -3,4 7,8 12,7 +4,9 3,7 6,6 +2,9

Autostrada ferroviaria 0,0 0,5 +0,5 1,1 1,8 +0,7 2,2 5,2 +3,0

Totale 10,2 2,8 -7,4 18,4 20,9 +2,5 12,7 18,6 +5,9

% intermodale 41% 29% 42% 61% 29% 35%

Fig.7. Traffico ferroviario per tipologia e frontiera (1999-2009) Fonte: Confederazione Svizzera (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC)

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Ne conseguono prospettive diverse. Alla frontiera settentrionale, la flessione del 2009 sembra assumere un profilo essenzialmente congiunturale, in un contesto caratterizzato dalla presenza di imprese ferroviarie capaci di competere con il trasporto stradale. Verso la Francia, invece, più che di battuta d’arresto sarebbe meglio parlare di “colpo di grazia”, con il rischio che l’inizio dei lavori del nuovo tunnel di base, previsto per l’inizio del 2011, coincida con la sostanziale sparizione del traffico merci ferroviario.