individuazioneindividuazione trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura...

16
Individuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di Genova n.31/92 del 29/7/1992 Dir. Resp. A. Cortese Ass. GEA Via Palestro 19/8 16122 Genova; Via Salasco 20 Milano - http://www.geagea.com - Anno 11 - N.02 - Giugno 2002 Accadde un giorno che un magodispettosocostringessedue amici litigiosi a star seduti l’uno di fronte all’altro, ai capi di un lungo tavolo al centro del quale c’era una bella mela. Essi subito si misero a discu- tere su ciò che vedevano sco- prendo con stizza che mentre uno vedeva una mela rossa l’altro la vedeva verde. Naturalmente ciascuno dei due, non riuscendo a compren- dere come mai l’altro non rico- noscesse l’evidenza della pro- pria esperienza, cercò con ogni mezzo di convincerlo della pro- pria ragione. Ma con il tempo prevalse la stanchezza e i due amici comin- ciarono a considerare ingiusti- ficato il comportamento del- l’altro, fino ad elaborare vissu- ti persecutori, considerare l’al- tro in mala fede e la sua opinione falsa, deliberata e provocatoria. La situazione sembrava sen- za sbocco, finché il mago, forse impietosito, allentò l’incantesi- mo ed allora successe qualcosa di interessante. Uno dei due si svegliò come da un sogno e cominciò a pensa- re che l’altro potesse essere in buona fede e l’amico subito gli rese la cortesia, il che cambiò di colpo la loro relazione: ciascuno (abbandonandoipreconcetti)co- minciò a guardare all’opinione dell’altro con curiosità ed inte- resse. Le opinioni contraddittorie, provenienti da punti di vista dia- metralmente opposti, comincia- ronoadintegrarsimostrandocon evidenza, grazie alla loro siner- gia, che quella mela in fin dei conti solo per metà era rossa mentre per l’altra metà era ver- de. La morale è evidente, ed io posso solo auspicare che i cosid- detti “uomini di buona volontà” tornino a mettersi in discussione, aprano orecchio e cuore al- l’ascolto ed esponganole loro ideologie al sano vento della re- visione, perché quando soffia quel vento succedono sempre cose straordinarie. Mela&Integralismo Recentemente mi è capita- to un piccolo episodio che mi ha fatto riflettere: camminavo per strada e un barbone, appe- na alzatosi dal suo letto di car- toni, mi chiede qualcosa che subito non capisco. Io, auto- maticamente, ergo un muro e assumo l’aria sconsolata di chi non ha spiccioli da dare; poco dopo le sue parole tornano alla mente e percepisco quello che chiedeva: “Scusa, sai l’ora?”. Recidivo, continuo i miei per- corsi senza preoccuparmi di tornare indietro. L’unica mia possibilità di redenzione è ora questo Autodafè. Questo mio atteggiamento si sposa con l’attuale dibattito sulla legge tesa a limitare l’im- migrazione in Italia. Dunque, pochi si definisco- no razzisti, in realtà tutti lo siamo. A livelli diversi, ciascuno di noi ha un con- fine oltre al quale adotta stereotipi per evitare l’altro. Ma il diverso da noi è ormai una realtà che si fonde con le nostre abitudini consolidate. L’Italia sta diventando una società multietnica: vicini di casa, compagni di scuola dei nostri figli, passeggeri di auto- bus seduti accanto. Questo fe- nomeno può (deve?) essere regolamentato (arginato?), ma la mescolanza di popoli sem- bra un fatto inevitabile su scala mondiale. Qualcuno potrebbe obiet- tare che i vari barboni e punkab- bestia sono prodotti della no- stra società, mentre gli immi- grati provengono da altre cul- ture, quindi i due fenomeni non sarebbero confrontabili. A livello psicologico non vedo molte differenze: qual- cuno diverso da me è a stretto contatto con me. Ecco allora che due punti di vista si scon- trano e l’altro diventa un po- tenziale nemico da cui difen- dersi. In genere giustifichiamo il nostro atteggiamento sulla base di questioni pratiche (ma- lavita, mancato rispetto di re- gole condivise, ecc.). Tutto questo ha una base di verità, ma credo che a livello più pro- fondo sia la nostra stessa iden- tità rassicurante a essere mes- sa in pericolo. La mia cultura, i punti fermi abituali, le mie credenze sul mondo e su me stesso continuano a funziona- re fino a che un ostacolo non cercato mette il germe del dub- bio. L’altro mi guarda e non capisce (io lo guardo e non capisco). Ognuno ha le sue ragioni. Questo sia a livello di singoli che di culture diverse. L’auspicato dialogo spesso è una rappresentazione, un modo di presentarsi agli altri e a se stessi come persone aper- te. In realtà la nostra apertura arriva fino a dove le certez- ze non sono messe in discus- sione. E ognu- no di noi ha un suo limite. Tro- veremo allora mille ragioni per giustificare il no- stro atteggiamento di chiusura, che non definiremo tale, ma dovuto alla chiusura altrui. Il pregiudizio diventa allora la rassicurazione e l’or- dinatore del mondo esterno, che altrimenti parrebbe indeci- frabile. La famosa intersoggettivi- tà di cui tanto si parla, anche su queste pagine, è un concetto che solo ora, talvolta, mi capi- ta di provare: percepire che l’altro è davvero un soggetto, né più né meno di me stesso. E spesso il suo punto di vista è assai lontano dal mio. Non è necessario avere in men- te persone di cultura diversa, ma anche le persone più vicine all’improvviso ci appaiono de- tentrici di vissuti molto lontani dai nostri. Le recriminazioni estenuanti tra amanti sono tan- to frequenti quanto le incom- prensioni tra persone di etnie diverse. Il pubblico e il privato ormai si mescolano. Un piccolo esercizio: cer- care il proprio limite di tolle- ranza; se un negro non vi fa più impressione, provate allora con un bisessuale che mette in gio- co le certezze sulle sessualità. Se questo test viene superato, provate con vostra madre che rompe o con l’amante che vi tradisce: prima o poi sicura- mente troveremo il nostro li- mite e sbotteremo in una frase del tipo “No, questo proprio non lo tollero”. La parola su cui riflettere allora è proprio tolleranza. Dal latino tollere, ovvero solleva- re, da cui sopportare, portare sopra. Tollerare allora ha due ac- cezioni: nella prima si tratta di sopportare una situazione, sen- tendone il peso sulla propria schiena; se tale peso non è troppo gravoso, allora lo si regge; nel secondo caso, tolle- rare è un atteggiamento di aper- tura verso l’altro. Ma è pro- prio quando questo altro tocca il nostro limite che la tolleran- za diventa sopportazione. A questo punto ciascuno di noi deve fare un esame di co- scienza: tolto il pregiudizio di difesa, accettata la differenza altrui, il limite che l’altro inevi- tabilmente pone a noi stessi di- venta un grosso peso, un limite alla nostra libertà. Il peso può diventare insostenibile e quindi spezzare la schiena, oppure la nostra identità rimessa in gioco può arricchirsi di nuova espe- rienza. Anche qui ciascuno di noi ha il suo limite di sopporta- zione, la sua capacità di abban- donare identità note per evolve- re verso mete ignote. Quello che possiamo fare è essere onesti con noi stessi: accettare il nostro limite, chia- mandolo tale, e vedere se una curiosità verso lo sconosciuto può essere stimolo per ridi- mensionare noi stessi. Le “regioni” dell’altro T.T.

Upload: others

Post on 11-Jul-2020

6 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

IndividuazioneTrimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA

Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di Genova n.31/92 del 29/7/1992 Dir. Resp. A. Cortese Ass. GEA Via Palestro 19/8 16122 Genova; Via Salasco 20 Milano - http://www.geagea.com - Anno 11 - N.02 - Giugno 2002

Accadde un giorno che unmago dispettoso costringesse dueamici litigiosi a star seduti l’unodi fronte all’altro, ai capi di unlungo tavolo al centro del qualec’era una bella mela.

Essi subito si misero a discu-tere su ciò che vedevano sco-prendo con stizza che mentre unovedeva una mela rossa l’altro lavedeva verde.

Naturalmente ciascuno deidue, non riuscendo a compren-dere come mai l’altro non rico-noscesse l’evidenza della pro-pria esperienza, cercò con ognimezzo di convincerlo della pro-pria ragione.

Ma con il tempo prevalse lastanchezza e i due amici comin-ciarono a considerare ingiusti-ficato il comportamento del-l’altro, fino ad elaborare vissu-ti persecutori, considerare l’al-tro in mala fede e la sua opinionefalsa, deliberata e provocatoria.

La situazione sembrava sen-za sbocco, finché il mago, forseimpietosito, allentò l’incantesi-mo ed allora successe qualcosadi interessante.

Uno dei due si svegliò comeda un sogno e cominciò a pensa-re che l’altro potesse essere inbuona fede e l’amico subito glirese la cortesia, il che cambiò dicolpo la loro relazione: ciascuno(abbandonando i preconcetti) co-minciò a guardare all’opinionedell’altro con curiosità ed inte-resse.

Le opinioni contraddittorie,provenienti da punti di vista dia-metralmente opposti, comincia-rono ad integrarsi mostrando conevidenza, grazie alla loro siner-gia, che quella mela in fin deiconti solo per metà era rossamentre per l’altra metà era ver-de.

La morale è evidente, ed ioposso solo auspicare che i cosid-detti “uomini di buona volontà”tornino a mettersi in discussione,aprano orecchio e cuore al-l’ascolto ed esponganole loroideologie al sano vento della re-visione, perché quando soffiaquel vento succedono semprecose straordinarie.

Mela&Integralismo

Recentemente mi è capita-to un piccolo episodio che miha fatto riflettere: camminavoper strada e un barbone, appe-na alzatosi dal suo letto di car-toni, mi chiede qualcosa chesubito non capisco. Io, auto-maticamente, ergo un muro eassumo l’aria sconsolata di chinon ha spiccioli da dare; pocodopo le sue parole tornano allamente e percepisco quello chechiedeva: “Scusa, sai l’ora?”.Recidivo, continuo i miei per-corsi senza preoccuparmi ditornare indietro. L’unica miapossibilità di redenzione è oraquesto Autodafè.

Questo mio atteggiamentosi sposa con l’attuale dibattitosulla legge tesa a limitare l’im-migrazione in Italia.

Dunque, pochi si definisco-no razzisti, in realtà tuttilo siamo. A livellidiversi, ciascunodi noi ha un con-fine oltre al qualeadotta stereotipiper evitare l’altro.Ma il diverso da noiè ormai una realtà chesi fonde con le nostreabitudini consolidate.

L’Italia sta diventandouna società multietnica: vicinidi casa, compagni di scuola deinostri figli, passeggeri di auto-bus seduti accanto. Questo fe-nomeno può (deve?) essereregolamentato (arginato?), mala mescolanza di popoli sem-bra un fatto inevitabile su scalamondiale.

Qualcuno potrebbe obiet-tare che i vari barboni e punkab-bestia sono prodotti della no-stra società, mentre gli immi-grati provengono da altre cul-ture, quindi i due fenomeninon sarebbero confrontabili.

A livello psicologico nonvedo molte differenze: qual-cuno diverso da me è a strettocontatto con me. Ecco allorache due punti di vista si scon-trano e l’altro diventa un po-tenziale nemico da cui difen-dersi. In genere giustifichiamo

il nostro atteggiamento sullabase di questioni pratiche (ma-lavita, mancato rispetto di re-gole condivise, ecc.). Tuttoquesto ha una base di verità,ma credo che a livello più pro-fondo sia la nostra stessa iden-tità rassicurante a essere mes-sa in pericolo. La mia cultura,i punti fermi abituali, le miecredenze sul mondo e su mestesso continuano a funziona-re fino a che un ostacolo noncercato mette il germe del dub-bio. L’altro mi guarda e noncapisce (io lo guardo e noncapisco). Ognuno ha le sueragioni. Questo sia a livello disingoli che di culture diverse.

L’auspicato dialogo spessoè una rappresentazione, unmodo di presentarsi agli altri ea se stessi come persone aper-te. In realtà la nostra apertura

arriva fino adove le certez-ze non sonomesse in discus-sione. E ognu-no di noi ha unsuo limite. Tro-veremo alloramille ragioni per

giustificare il no-stro atteggiamento di

chiusura, che non definiremotale, ma dovuto alla chiusuraaltrui. Il pregiudizio diventaallora la rassicurazione e l’or-dinatore del mondo esterno,che altrimenti parrebbe indeci-frabile.

La famosa intersoggettivi-tà di cui tanto si parla, anche suqueste pagine, è un concettoche solo ora, talvolta, mi capi-ta di provare: percepire chel’altro è davvero un soggetto,né più né meno di me stesso.

E spesso il suo punto divista è assai lontano dal mio.Non è necessario avere in men-te persone di cultura diversa,ma anche le persone più vicineall’improvviso ci appaiono de-tentrici di vissuti molto lontanidai nostri. Le recriminazioniestenuanti tra amanti sono tan-to frequenti quanto le incom-

prensioni tra persone di etniediverse. Il pubblico e il privatoormai si mescolano.

Un piccolo esercizio: cer-care il proprio limite di tolle-ranza; se un negro non vi fa piùimpressione, provate allora conun bisessuale che mette in gio-co le certezze sulle sessualità.Se questo test viene superato,provate con vostra madre cherompe o con l’amante che vitradisce: prima o poi sicura-mente troveremo il nostro li-mite e sbotteremo in una frasedel tipo “No, questo proprionon lo tollero”.

La parola su cui riflettereallora è proprio tolleranza. Dallatino tollere, ovvero solleva-re, da cui sopportare, portaresopra.

Tollerare allora ha due ac-cezioni: nella prima si tratta disopportare una situazione, sen-tendone il peso sulla propriaschiena; se tale peso non ètroppo gravoso, allora lo siregge; nel secondo caso, tolle-rare è un atteggiamento di aper-tura verso l’altro. Ma è pro-prio quando questo altro toccail nostro limite che la tolleran-za diventa sopportazione.

A questo punto ciascuno dinoi deve fare un esame di co-scienza: tolto il pregiudizio didifesa, accettata la differenzaaltrui, il limite che l’altro inevi-tabilmente pone a noi stessi di-venta un grosso peso, un limitealla nostra libertà. Il peso puòdiventare insostenibile e quindispezzare la schiena, oppure lanostra identità rimessa in giocopuò arricchirsi di nuova espe-rienza. Anche qui ciascuno dinoi ha il suo limite di sopporta-zione, la sua capacità di abban-donare identità note per evolve-re verso mete ignote.

Quello che possiamo fare èessere onesti con noi stessi:accettare il nostro limite, chia-mandolo tale, e vedere se unacuriosità verso lo sconosciutopuò essere stimolo per ridi-mensionare noi stessi.

Le “regioni” dell’altro

T.T.

Page 2: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

Si tratta di una spinta in avanti che siafferma al di là di tutti gli ostacoli: questoci mostrano quelle piante che spuntanodalle rocce quando non sembrano essercineppure quei presupposti minimi, come laterra nella quale mettere radici. Eppure lavita si impone, a qualsiasi costo.

L’uomo, non diversamente dal restodei viventi, porta in sé quella tensionevitale che Jung chiamava libido, che siesprime attraverso i due rami fondamen-tali, l’amore e l’odio.

In quest’ultimo rientrano tutte quellesfumature, emotive, comportamentali, disignificato, dell’aggressività.

Fondamentale nella storia dell’evolu-zione in quanto legata alla sopravvivenza,per difendersi dai predatori e per procac-ciarsi il cibo, nel tempo si raffina e assume,almeno nei contesti più evoluti, forme piùsubdole, mascherate, ma non per questomeno potenti e incisive.

Parallelamente al cammino del singolouomo che ogni volta ripercorre le tappedell’umanità, l’aggressività è ingredienteimportante, seppure talvolta “scomodo”,della crescita. Chi ha figli conosce queiperiodi critici in cui il bambino, apparen-temente senza ragioni (nostre), si mostraoppositivo.

O, in maniera ancora più eclatante, lavediamo negli adolescenti che, dovendoaffrontare il difficile compito di un distac-co definitivo che somiglia a nuova nascita,investono tutte le loro forze in modopropulsivo e prorompente. Anche a costodi fare male.

L’aggressività può esser vista comeuna componente-base su una linea ai cuiestremi stanno polarità opposte: impulsi-vità cieca e immediatezza irriflessiva chedistruggono qualsiasi significato, oppurela totale arrendevolezza che coincide conl’inerte oggettualità del soggetto.

In entrambe le situazioni descritte vie-ne meno la sua funzione fondamentaleintesa, etimologicamente, come un anda-re verso il primo altro, ovvero se stessi.Parola, gesto, intenzione diventano il ban-co di prova della propria efficacia, laverifica tangibile del proprio esistere; è ilconfronto con se stessi e il mondo, l’entra-ta effettuale nella vita reale.

In entrambe le situazioni vi è lo scaccodella soggettività che, incapace di emer-gere in una forma relazionalmente accet-tabile, si inscrive comunque nel rapportoattraverso significati difficilmente tradu-cibili e, per questo, spesso non raccolti.

Dietro i grossi agiti vi può essere unaprofonda valenza trasformativa, ed è pro-prio in virtù di tale necessità che le pulsio-ni e i gesti che ne conseguono sono cosìprorompenti. Come avviene in natura,dietro la violenza si nasconde la vita chespinge per affermarsi.

A differenza degli animali feroci cheuccidono per sopravvivere, fra gli uomini,talvolta, la violenza costituisce l’unicocanale del sentirsi e del sentire; è dramma-

AGGRESSIVITA’ticamente il miglior copione per poter“esistere”.

La relazionalità passa così attraversomodi che veicolano parole non dette, li-bertà irraggiungibili, orizzonti perduti.

L’uomo vorrebbe sempre poter con-trollare le proprie emozioni, soprattuttoquelle negative, ma l’esperienza ci inse-gna che quanto più rimuoviamo e neghia-mo istanze propulsive profonde, tanto piùqueste rischiano di sfuggirci di mano.

E’ molto più inquietante e pericoloso,oltre che affettivamente meno coinvol-gente, un bambino troppo calmo piutto-sto che il contrario. Un essere umanopoco vivace suscita noia e abbandono, èlontano dalla vita e la vita lo allontana.Anche l’etologia ci insegna che l’animaledi branco che non ha modo di misurarsicon l’aggressività resterà ai margini delgruppo, incapace di riprodursi e di avereun ruolo ben definito.

Aggressività, in senso buono, significaimparare ad affermarsi con gli strumentiche si hanno a disposizione. E’ compagnadella competizione e del confronto: ciaiuta a metterci in gioco, a provarci, acostruire qualcosa dentro e fuori di noi.

E’ un sentimento che segna il passodella nostra emancipazione, a partire dalrapporto con i genitori, dai quali, permolto tempo, si dipende. Nelle relazioniaffettive più inconsce e invischianti l’af-francarsi dal padre, dalla madre, dal sim-bolo cui si è doppiamente legati, diventaun compito ancora più arduo. Il distaccoè temuto perché vissuto fantasmaticamentecome una morte tout court del soggettostesso, ma la pulsione aggressiva trattenu-ta è molto forte. Come un fiume in piena,rischia di rompere la diga del controllo, edecco allora il gesto prorompente, l’imme-diatezza irriflessiva.

Tanto più urgente è l’istanza inconscia(di soggettività), tanto più aggressiva saràla risposta all’ambiente relazionale. E’ inquesta chiave che, al di là di letture politi-che, storiche o sociologiche, possono leg-gersi alcuni eventi della realtà odierna suscala mondiale. Dietro tanta violenza in-sensata si cela l’urlo di un’umanità chevuol farsi intera: è il fisiologico camminodi una coscienza che avverte l’urgenza diemanciparsi.

La libertà - scrive un umorista - tendeall’obesità. Quanto più, inevitabilmente,aumentano i mezzi di comunicazione e lameta, sempre più allettante e abbordabile,di un riscatto della coscienza, tanto piùforti e impulsivi sono i movimenti volti arecuperare la soggettività.

Nell’universo del singolo uomo inscin-dibilmente relazionato all’altro uomo, nonsempre è facile riconoscere il lato afferma-tivo dell’aggressività. Spesso la tendenza èquella di reprimere, nascondere sotto lamaschera della persona, allontanando cosìla fecondità dei possibili significati.

Laddove vi è uno sbilancio di potericontrapposti - questo avviene in ogni rela-zione cosiddetta “normale” - e uno dei duepoli soccombe all’altro, l’esito finale è fata-le. Mentre l’aggressività, in forme masche-rate o attraverso il sintomo stesso, reiterato,continua ad esprimersi a vuoto, la soggetti-vità, relegata sempre più sullo sfondo, siaffievolisce allargando l’inefficacia a sferesempre più ampie di comportamento.

E’ compito umano imparare a gestirel’aggressività: la storia dell’evoluzione,anche quella tecnologica, ne è il risultato.Trasformare l’istinto, la natura, in culturasignifica poter fare buon uso della tensio-ne vitale, canalizzare la propria aggressi-vità per tradurla in parola e gesto, propel-lenti della trasformazione.

La nostra cultura condanna le formeaperte di aggressività ma ne è al contempoinfarcita. E’ sufficiente guardarsi attorno.Nei manifesti e negli spot pubblicitari èimpressa la voglia di colpire a qualunquecosto: non è già questa una forma diviolenza “gratuita”? Oppure fermarsi unattimo ad osservare come vengono incita-ti i bambini nelle competizioni “ludiche”.

Siamo contraddittori: se da un latorinforziamo le buone forme reprimendotutti quei comportamenti che ad esse noncorrispondono, in altri contesti, dove l’ag-gressività è un valore, ci sdoppiamo mo-strandoci favorevoli, a volte in modo esa-gerato, alla sua espressione. Anche nellinguaggio esistono molte ambiguità. Lamimica, ad esempio, è un linguaggio pre-verbale molto efficace nell’esprimere statid’animo nascosti alla coscienza. Ma chepure si affermano, come al solito, al di làdel nostro controllo egoico, contribuendoad alimentare non solo confusività ma, ailimiti estremi, un danno irreparabile su unpiano profondo dell’identità.

Non poter esprimere efficacemente,ovvero in modo adeguato e funzionale, lapropria aggressività significa essere me-nomati perché mancanti di un tassellofondamentale per la propria auto-affer-mazione. Armonizzata in uno sviluppocoscienziale sano ed equilibrato che rendagiustizia a tutti i lati della personalità, èessenziale nel fondare un individuo che,sia su un piano individuale che sociale, èportato, naturalmente quanto meritata-mente, a godere e a testimoniare la possi-bilità di essere felice.

RICERCHE

Nel suo lato affermativo l’aggressività è una componente costitutiva della vita.

L.O.

2

Page 3: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

VitaNasce a Marburgo nel 1900. Studia

prima a Breslavia con il neokantiano R.Hoenigswald, poi con N. Hartmann e P.Natorp. Dopo il dottorato ed il matrimo-nio conosce Husserl e Heidegger, delquale frequenta i corsi universitari a Mar-burgo tra il 1923 e il 1928. Diventa profes-sore ordinario di Filosofia nel 1937 e, nel1939, ottiene una cattedra presso l’Uni-versità di Lipsia, di cui diventa Rettore nel1946. Nel 1947 insegna a Francoforte enel 1949 ad Heidelberg, dove succede aJaspers. Divenuto professore emerito nel1978, Gadamer ha insegnato presso alcu-ne università straniere e negli Stati Uniti.Nel 1979 entra a far parte del ComitatoScientifico dell’Istituto Italiano per gliStudi Filosofici di Napoli - città di cuidiventa cittadino onorario nel 1990 - dove,da allora, ogni anno, ha tenuto lezioni eseminari, vivendo quella che egli stesso hadefinito “una seconda giovinezza”.

Muore all’età di 102 anni ad Heidel-berg il 14 marzo 2002.

Contesto Storico Gadamer avverte tutto il peso e la

responsabilità degli intellettuali nel nostrotempo.

Passato attraverso due Guerre Mon-diali, egli individua due pericoli imminen-ti: il pericolo di un nuovo episodio bellicoe il disastro ecologico. L’Europa, da cui èsorta la cultura che ha impastato il mondointero (cultura “di rapina”), deve animarsiperché “animandosi”, ovvero valorizzan-do cultura e coscienza, impregnerà ilmondo di questi beni: i soli capaci dinegaentropia, ossia di accrescere se stessiquanto più vengano consumati.

Egli spera nelle nuove generazioni chedanno segno di una coscienza aperta al-l’universalismo, alla solidarietà, attraver-so la nuova bandiera rappresentata dal-l’“ecologia”.

PensieroIn opposizione alla tradizione cartesia-

na e neokantiana volta esclusivamente allafondazione metodologica della scienza,Gadamer afferma la priorità di una onto-logia ermeneutica: la verità non può esse-re garantita da un metodo che mira alpossesso dell’oggetto (scienza) come ri-sulta chiaro nell’esperienza estetica e nel-lo studio dei fenomeni culturali.

Il termine “ermeneutica” indicava inteologia l’interpretazione della Bibbia e ingiurisprudenza quella delle leggi. In en-trambi i casi non si pensava che potesseapportare delle verità definitive. Anche infilosofia l’ermeneutica non pretende difornire nuovi sistemi filosofici ma piutto-sto di dare all’idea di filosofia un’ampiez-za culturale maggiore.

L’interpretazione appare così una dot-trina molto più universale poiché il testo

che liberamente possiamo interpretare è lastoria universale. Ad esempio il modo diconcepire il “tempo” ora non è più quellodel tempo misurato ma quello del tempovissuto, dai singoli e dalle culture.

L’interpretazione infatti non cerca distabilire obiettivamente qualcosa di certoma di portare alla luce il senso celato nellecostruzioni di una lingua, come quandoper leggere un testo ad altri lo si interpreta.Nelle scienze naturali il ricercatore deveeliminare la propria soggettività poiché lesue misurazioni devono poter essere ripe-tute e rese in forma matematica. L’erme-neutica abbraccia tutte le scienze doveinvece la determinazione matematica nonè possibile poiché l’intendere avviene trasoggetti.

Il legame dell’ermeneutica con la “filo-sofia dell’esistenza” si rese palese conHeidegger e la sua idea per cui l’ermeneu-tica è la struttura dell’esistenza che siarticola in linguaggio. Nella “filosofia er-meneutica” si possono includere però an-che altri esponenti come Jaspers.

Per Heidegger la lingua, in quantofacoltà di comunicare tramite azioni sim-boliche, è l’esperienza umana fondamen-tale. Essa è soprattutto “dialogo” poichéprende vita solo nel dialogo. La svoltaermeneutica ha posto il fondamento dellaesistenza non più nella autocoscienza manel prender parte di ogni uomo al mondocomune, nella “reciprocità”.

L’ermeneutica è perciò l’arte di saperascoltare, l’arte di imparare a lasciareesprimere l’altro. Ed è la lingua che inse-gna a intendersi l’un l’altro e che permetteil costituirsi della solidarietà. Nel dialogosi forma la lingua poiché è il vero momen-to in cui si verifica l’intesa reciproca. Ed èperciò che, come Platone, Gadamer con-sidera il dialogo l’essenza della filosofia.

Scopriamo come il principio dell’er-meneutica - il fondersi in comunanza - siabasilare per comprendere la vita pratica e

ogni “scienza dello spirito”, allo stessomodo in cui sappiamo che le regole d’unlinguaggio artistico non bastano per darvita alle opere d’arte: “In ‘Verità e Meto-do’ ho cercato di dare fondamento al-l’idea che il linguaggio abbia una funzioneevocativa anche per il pensiero e ho tenta-to di fare dell’ermeneutica una filosofiagenerale, un approccio generale al mondoe non una tecnica speciale per l’interpre-tazione dei testi.

Rispetto ad Heidegger, nella mia pro-spettiva, la questione diviene più com-plessa anche se, in parte, ho sviluppatoalcuni motivi della sua filosofia. E’ nota atutti la famosa espressione heideggeriana:‘il linguaggio parla’. Nel mio libro credodi aver correttamente sviluppato il sensodi questa espressione provocatoria senzaessere però così provocatorio.

Se si pensa, come facciamo comune-mente, che non è il linguaggio a parlare,ma che siamo noi a usare il linguaggio,non si comprende il significato della for-mula heideggeriana; non si capisce, cioè,che quando qualcuno parla è condiziona-to da un orizzonte linguistico che lo pre-cede, cioè dalle possibilità offertegli dallinguaggio per esprimere i suoi pensieri.

La funzione del linguaggio, nel quale ilpensiero diviene del tutto concreto, èstata accentuata da me per chiarire lanostra esperienza del mondo. Come hoprecedentemente affermato, la matemati-ca non è un linguaggio poiché è un siste-ma convenzionale. Il linguaggio autenti-co è invece quello del dialogo sviluppatoda tutti gli uomini nel loro reciprocorapporto, un linguaggio precostituito,dentro il quale gli uomini crescono ubbi-dendo ad esso”. (¹)

La verità per Gadamer si svela dunquenell’atto interpretativo che nella sua stori-cità trova non un limite ma la possibilità diun colloquio con la tradizione (“fusione diorizzonti”) che - testo o evento che sia - ècomprensibile non in quanto “essere” main quanto “linguaggio”. Non ci dilunghia-mo sulle evidenti implicazioni che ha l’er-meneutica di Gadamer per la psicoanalisi.Riprenderemo in esame la relazione (so-vrapposizione?) tra le due.

OpereCitiamo, tra le altre: L’etica dialettica

di Platone, Lipsia, 1931; La nascita dellafilosofia, Lipsia, 1948; Verità e metodo.Lineamenti di un’ermeneutica filosofica,Tubinga, 1960; La dialettica di Hegel.Cinque studi ermeneutici, 1971; Sentieriheideggeriani. Studi sull’opera tarda diHeidegger, 1983; Chi sono io, chi sei tu?,1973; L’attualità del bello, 1977; Poesiae dialogo, 1990.

(1) dal sito della Rai “Enciclopedia Multimedia-le delle Scienze Filosofiche”.

Hans Georg GadamerIl fondatore dell’ermeneutica da disciplina particolare e ausiliaria

a vera koiné (linguaggio comune) del filosofare attuale.

A.C.

PROFILI 3

Page 4: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

MITI E LEGGENDE

L'ALBERO“ Noi siamo l’albero, eppure sediamo sotto l’albero, tra le foglie siamo l’uccello nascosto,

siamo il cantore e siamo il canto.”L’albero è un compagno silenzioso,

umile, protagonista non citato, presentecon discrezione nelle nostre passeggiate,nel nostro stesso cercare ossigeno, aria elibertà. E’ ancora fondamentale per la clo-rofilla, per i frutti, per la cellulosa e per laprotezione idrogeologica, sebbene oggi nellenostre città sia sacrificato e inquinato.

Esso ha accompagnato l’essere umanonella sua plurimillenaria esperienza e ne èstato compagno, specchio, simbolo,espressione di fecondità e simbolo di tra-scendenza.

Alla nascita di mio figlio un caro amicoha piantato un albero, un piccolo melo checresce con lui, riavviando un percorsoantico come l’uomo, che ci lega alla terrae al cosmo.

L’essere umano fino dagli albori dellacoscienza si è servito dell’albero comemodello, a livello simmetrico e comple-mentare, di confronto, di identità e ditrasformazione.

L’albero, secondo antichissime tradi-zioni, siamo noi stessi, e la nostra stessasorte è connessa alla sua.

L’albero si ricollega attraverso invisi-bili radici, con il ricco e misterioso mondodella madre terra, quel “sotto” che affa-scina tanto i bambini.

Si intuisce che sotto il tronco non solola vita non è interrotta, ma possiede inve-ce una sua straordinaria magica potenza.

L’intuizione che anche noi siamo alberiviventi, può portare rispondenze nel no-stro intimo, e non a caso l’albero evocameditazione, contemplazione, concentra-zione, è il primo compagno che la naturaoffre.

Secondo molti miti l’uomo discendedagli alberi, l’eroe è chiuso nell’alberomaterno, come Osiride.

L’albero da sempre è legato al culto didei e dee ai quali talune specie di alberierano consacrate. Artemide era le dea delcedro, Attis si identifica con un pino,l’olivo era l’albero di Atena. Il culto del-l’albero è stato diffuso nelle civiltà pre-elleniche e presupponeva riti destinati adaiutare la vegetazione, come quello dellostrappamento di un arbusto sacro in cui sicelebrava la morte annuale della vegeta-zione, il cordoglio della natura.

L’albero, che oggi non è protagonistanella nostra vita cementata, continua aessere invece protagonista nei sogni, comesimbolo universale pregno di significativivificanti e attuali. Un esempio:

“La sognatrice si trova in un bosco, allabase di un albero che è anche una croce eun Cristo.”

Le associazioni libere delle personecomuni che sognano tale simbolo sono: lacrescita, la vita, l’estrinsecarsi della formain senso fisico e spirituale, lo sviluppo, lacrescita dall’alto verso il basso, l’aspettomaterno (protezione, ombra, riparo, fruttinutritivi), infine la morte e la rinascita.

L’albero è ritenuto proiezione della per-sonalità in crescita: la linea di sviluppo dalbasso verso l’alto suggerisce vari significa-ti: passaggio dall’inconscio (radici, origine,profondità) al conscio, aspirazioni, diveni-re, socialità ed estroversione verso l’alto. Ilfusto rappresenta il centro, il mezzo, ilsostegno; durevole e stabile è in contrappo-sizione al fogliame che ha invece caratteretransitorio e ornamentale.

Il test proiettivo dell’albero, non a caso,parte dal disegno di un albero per tracciareuna descrizione della personalità.

Ma il simbolismo dell’albero va benoltre: simbolo di vita in continua evolu-zione, in ascensione verso il cielo, essoevoca in questo senso il simbolismo dellaverticalità. Contemporaneamente rappre-senta il carattere ciclico dell’evoluzionecosmica, morte e rigenerazione.

L’albero mette in comunicazione i trelivelli del cosmo: quello sotterraneo, perle radici che scavano la profondità in cuiaffondano, la superficie della terra, per iltronco e per i rami e infine i cieli per i ramisuperiori e la cima attirata dalla luce delsole.

Rettili strisciano tra le radici e uccellivolano e abitano le sue fronde: l’alberomette in relazione il mondo ctonio conquello uranio e riunisce in sé tutti glielementi: l’acqua circola con la linfa, laterra si integra al suo corpo tramite leradici, l’aria nutre le foglie e il fuoco sisprigiona dal legno.

Per le sue radici affondate nel suolo eper i rami che si innalzano al cielo l’alberoè ritenuto universalmente un simbolo deirapporti tra terra e cielo. L’albero delmondo diventa sinonimo di asse del mon-do.

L’albero è simbolo della perpetua rige-nerazione e perciò della vita stessa nel suosenso dinamico.

E’ carico di forze sacre perché vertica-le, fiorisce, perde e ritrova le sue foglie esi rigenera: muore e rinasce innumerevolivolte. L’albero secondo M. Eliade diven-ta una manifestazione archetipale dellaPotenza.

In quanto simbolo di vita, della vita atutti i livelli, dall’elementare al mistico,l’albero è stato assimilato alla madre, allafonte, portandone tutta la forza ambiva-lente.

Ma esso è simbolo anche fallico, comedescritto nell’albero filosofico.

L’albero, insieme fallo e matrice, divie-ne un simbolo del sé raffigurato comeprocesso di crescita.

Nella tradizione cristiana l’albero rap-presenta la vita dello spirito, tanto che ilCristo è insieme sole ed albero. L’alberorappresenta la maturazione dalla materiaallo spirito.

L’albero non è solo di questo mondo,va dagli inferi al cielo come una via dicomunicazione vivente, il che spiega l’im-magine dell’albero come palo sciamani-co.

L’albero è anche considerato un sim-bolo dell’unione tra continuo e disconti-nuo.

Di qui la presenza nella Bibbia dell’Al-bero della Vita, cioè della vita eterna, edell’albero della conoscenza del bene edel male.

L’albero è paragonato al pilastro chesostiene il tempio e la casa, alla colonnavertebrale del corpo: le stelle sono i fruttidell’albero cosmico.

Gli studiosi delle religioni parlano del-l’albero cosmico come asse del mondo.

Su di esso sale lo sciamano per arriva-re attraverso i nove gradini del cielo altrono di dio.

L’albero è un “passaggio”, una sogliadi entrata in invisibili mondi iniziatici.

Il nero (le radici), il bianco (il tronco) eil rosso (la chioma solare) sono tre dimen-sioni del sacro necessariamente comple-mentari.

Le implicazioni cosmiche dell’albero,quale colonna e asse del mondo, tornanoa dire, nelle fantasie e nei sogni dell’uomomoderno, la necessità di recuperare ledimensioni archetipali che albergano innoi. L’albero diviene allora, per l’uomo,strumento di contatto con la vita, comerisulta dal seguente scritto di Crisostomo:

“Questo legno mi appartiene per la miasalvezza eterna.

Io me ne nutro, me ne cibo: mi attaccoalle sue radici, mi stendo sotto i suoi rami,al suo soffio mi abbandono con deliziacome al vento. Sotto la sua ombra hopiantato la mia tenda, e al riparo dal caloreeccessivo, ho trovato riposo. Io fioriscocon i suoi fiori, i suoi frutti mi procuranouna gioia perfetta, frutti che io colgopreparati per me fin dall’inizio del mon-do.” S.F.

(Conrad Aiken)

4

Page 5: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

Bisogna saper commetterele sciocchezze

che la nostra indole esige.(Nicolas de Chamfort)

Gli insuccessimi riescono da Dio.

(Fulvio Fiori)

Torino:Poliziotta si prostituisce

in divisa: sospesa.Era della Buoncostume.(Dai giornali del 1993)

Anche i masochisti confessa-no se torturati.

Lo fannoper riconoscenza.(Stanislaw J. Lec)

Non sono calvo.Ho i capelli color carne.

(Boris Makaresko)

Essere uominiè uno sbaglio.(Karl Kraus)

La donnaè un uomo inferiore.

(Aristotele)

Regola di Flugg:Più è urgente il motivo per

cui si fa una coda,più lento sarà

l’impiegato allo sportello.(Arthur Bloch)

L’impotenza di Dioè infinita.

(Anatole France)

Nessuno faniente per niente,

ma qualcuno riescea darne l’illusione.(Roberto Gervaso)

Tutti al mondosono poeti,

perfino i poeti.(Gesualdo Bufalino)

La speranzaè la forma “normale”

del delirio.(Emile M. Cioran)

Chi non credenelle coincidenze

le perde.(Alessandro Morandotti)

La castitàè il miraggiodegli osceni.

(Ennio Flaiano)

Gli piacerebbeessere migliore,ma costa troppo.(Elias Canetti)

L’arte è un incidentedal quale non si esce

mai illesi.(Leo Longanesi)

La vita è una stoffache i giovani vedono

dal diritto,i vecchi dal rovescio.(Camillo Sbarbaro)

Ogni cuoreha il suo spavento.(Ugo Bernasconi)

Soltanto i grandi uominipossono averegrandi difetti.(François de laRochefoucauld)

La fantasia giunge piùlontano della vista.(Baltasar Gracian)

Tra un amore e l’altroci vuole una quarantena con

un terzo.(Stanislaw J. Lec)

La nostra discendenzadalle scimmie

non può comunquecostituire oggi

una scusa per noi!(Franz Fisher)

Legge di JacobErrare è umano,

dar la colpa a un altroancora di più.(Arthur Bloch)

Con un po' più di fortunamolti martiri sarebbero finiti

carnefici.(Roberto Gervaso)

Quella di venirci a trovare èstata una magnifica idea.

Però anche la nostra di nonaprirvi non è male.(Romano Bertola)

Mi hanno detto:“Mangia il pesce,

chè contiene fosforo.” “Allora divento intelligente?”

“No, ti si vede la notte.”(Enrico Beruschi)

Gli alberi sono esseriche si ammalano

come tutti gli altri,ma avendo radici fisse

al suolo non possono recarsidal medico.

Per questo vivono a lungo.(Anonimo)

Pagate alla gentenoccioline e avrete scimmie a

lavorare.(Bette Davis)

Ho comperatodell'acqua in polvere,

ma non socosa aggiungerci.(Steven Wright)

Oh Dio, se non puoi farmidimagrire, fà almeno che i

miei amici ingrassino.(Erma Bombeck)

Adolescente: dicesi di chi stalentamente guarendo

dall'infanzia.(Ambrose Bierce)

Non mi piacciono i principi,preferisco

i pregiudizi.(Oscar Wilde)

I pazzi aprono le vieche poi percorrono i savi.

(Carlo Dossi)

Conosco un uomoche era così povero

che si è sposatosolo per il riso!(Milton Berle)

Rossori, palpitazioni, cattivacoscienza - sono cose che

capitano se non si è peccato.(Karl Kraus)

Aveva deciso di lasciarsimorire per assideramento:

ingurgitò trenta compresse diMentafredda.

(Egidio Moretti)

Un giorno portaialla maestra una mela

e lei mi diede un bacio.Il giorno dopo le portai

un’anguriae lei non capì.(Mario Zucca)

La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.

RIDERE PER RIDERE

Capisco,...

ma qual è la

domanda?Dottor

e...

tutti mi dico

no che son

o

irrazionale

e isterica

!

(Gesualdo Bufalino)

5

Page 6: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012112345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901211234567890123456789012345678901212345678901234567890123456789012123456789012345678901234567890121

GEA ORGANIZZA

A SettembreGruppi GEA e altre iniziative

nella sede di

Milano

Per informazioni potete telefonare ai seguenti numeri:

339.5407999 - 333.6702094

BACHECA

Nei mesi di Settembre, Ottobre e Novembre

GoGea organizza3 incontri dedicati a

S.Freud, C.G.Jung, S.MontefoschiInformazioni più dettagliate sul prossimo numero

Venerdì 20 Settembrealle ore 18

Presentazione dei

Gruppi per Bambinidai 3 ai 13 anni

- Gruppo terapeutico- Gruppo laboratorio

a cura diSimonetta Figuccia

Nome e cognome .....................................................Indirizzo ...................................................................Cap ............................. Città ....................................Tel ...................... Professione .....................Età .......

desidero ricevere il trimestrale“INDIVIDUAZIONE”

CONTRIBUENDO col versamento quota associativadi Euro 25 sul c/c postale N. 19728161

Associazione G.E.A. - Via Palestro 19\8 - 16122 Genova

Telfax: (010) 8391814http//:www.geagea.com

E-mail: [email protected] ricordiamo che il trimestrale

Individuazionepuò essere letto e scaricato dal nostro sito web:

http://www.geagea.comE-mail: [email protected]

Chi invece desiderasse riceverlo a casa in versione cartacea,può richiederlo utilizzando il coupon qui sotto riportato.

6

Page 7: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

ATTIVITA'

Semplicità, complessità, unitarietà diciò che noi siamo e di ciò che ci circonda,… chiunque si è posto qualche domandain questo senso.

Personalmente ho sempre provato di-sagio rispetto ad affermazioni che sotto-lineavano unilateralmente il lato ‘sempli-ce’ della vita: trovavo ben poco di “easy”in me stesso e tantomeno negli altri.

Ora intuisco che attraverso un proces-so di unificazione possa esistere una di-mensione di semplicità ‘secondaria’, frui-bile solo dopo essersi calati in un viaggionella straordinaria complessità della real-tà, interna ed esterna che sia.

La conferenza del Prof. Mantovani aGEA sul pensiero di T. de Chardin è statailluminante a questo proposito; la com-plessificazione delle strutture evolutivelegate da una coscienza che tende al-l’Unico Verso (Omega) ovvero una co-scienza Universale, rende bene esplicitala paradossale consustanzialità tra ciòche è “semplice” e ciò che è “complesso”.

In questo articolo proponiamo alcunicollegamenti evidenti tra la teorizzazionedi Teilhard e la prassi della psicoanalisidialettica.

Mantovani inizia la sua conversazionecon una diapositiva molto semplice, unassunto di base della teoria teilhardiana:“è meglio essere più coscienti che menocoscienti”, intendendo coscienza come‘essere consapevoli’.

Questo esprime un punto di vista, nonè dimostrabile, o lo assumi o lo rifiuti,rappresenta una sorta di “spartiacque’iniziatico per procedere o meno in questodiscorso.

Poste queste premesse gnoseologiche,il relatore arriva rapidamente al centro deldiscorso che origina dalla formazione delcosmo; esso sembra partire da un puntodi caos (big bang) dalla cui frantumazionesi sono formate le galassie ed i mondi oggiben visibili e databili, i concetti che incon-triamo sono la molteplicità, la frantuma-zione fino ad arrivare alla coesione edall’unità della materia-energia che si èdiversificata ed aggregata in strutture sem-pre più complesse ma unitarie.

Il processo in questione viene battez-zato “complessificazione” ed è il nucleodella teorizzazione evolutiva teilhardia-na: la conoscenza che finora si è sviluppa-ta lungo l’asse dell’infinitamente piccolo(struttura della materia, dell’atomo) odell’infinitamente grande (osservazionedel cosmo, galassie corpi celesti ecc.) sisposta su un terzo piano: la complessitàdelle strutture.

Lungo questo asse è evidente quanto ildeterminismo ed il suo “principio causa-listico” perdano colpi e non rendano ra-gione dei processi evolutivi.

Teilhard intuisce quindi una direzione

Psicoanalisi ed “evoluzione convergente” di Teilhard de Chardin“Il grande problema del nostro tempo è quello di far prendere coscienza agli uomini delmoto di convergenza, cioè di riflessione, che li sollecita in avanti, come prolungamento

diretto del processo “cosmico” che li ha generati circa un milione di anni fa”che è sottesa all’evoluzione stessa, la suaprospettiva è teleologica; la “pura ca-sualità” dell’esistere della nostra specie edella sua coscienza perde consistenza.

A questo proposito studi recenti han-no confermato queste intuizioni dimo-strando quanto l’evoluzione sia passataattraverso “scelte” decisamente impro-babili da un punto di vista statistico (unesempio si riferisce alla comparsa nel-l’universo dell’atomo di carbonio).

Queste ricerche costituiscono attual-mente una corrente scientifica che esplo-ra l’alta improbabilità di alcune trasfor-mazioni evolutive.

Centrazione, decentrazione e surcen-trazione sono altri tre concetti fondanti ilpensiero di Teilhard:

- la Centrazione si riferisce alla capa-cità di un elemento di assumere una iden-tità definita (un atomo, una molecola, unapersona);

- la Decentrazione riguarda il collega-mento dell’elemento centrato ad altri ele-menti nuovi;

-la Surcentrazione è la partecipazionedi questo elemento ad un centro di livellosuperiore (una cellula si unisce alla vita edal funzionamento di un organo vitale).

Come dicevamo i punti di convergen-za con la psicoanalisi dialettica sono mol-teplici.

Partendo, per esempio, dall’assunto dibase:“è meglio essere coscienti che menocoscienti”, possiamo dire che esso fariferimento ad una scelta che in qualchemodo viene esplicitata: è il momento incui l’analizzando ha intuito la natura sim-bolica e comunicativa di un sintomo o diun disagio, quindi sceglie se procederenella consapevolezza e, in un certo senso,assumersi senza riserve ciò che ne conse-gue. Probabilmente segna il passaggiostesso dalla psicoterapia all’analisi toutcourt.

Accettare la complessificazione è ne-cessario per affrontare il viaggio nellamolteplicità dell’essere, che passa attra-verso stati di comprensione e di confusio-ne.

Per usare la stessa metafora, la com-plessità dell’inconscio complessifica lavisione che la coscienza (l’Io) può averepassando attraverso fasi di psicosi (fran-tumazione, caos) e di presenza o maggio-re consapevolezza (congiunzione e prin-cipio di unitarietà cosmica).

L’allargamento dello spazio mentaleche inevitabilmente ne consegue, consen-te all’analizzando di reggere le forti ten-sioni alla frantumazione.

Nel lavoro di gruppo il tutto si amplifica:la stessa configurazione gruppale producevissuti di frantumazione e unitarietà e, attra-verso il lavoro, sviluppa la consapevolezzadi unitarietà-molteplicità.

Un altro aspetto riguarda la forte ana-logia tra ‘centrazione’ ed il concetto diIndividuazione Junghiano.

Come sottolineato dal Prof. Mantova-ni, essa è “strutturazione della realtà inte-riore volta al superamento dei conflitti edall’unificazione delle parti”.

In altre parole è essenzialmente “Co-niunctio” che “predispone ad una miglio-re apertura verso gli altri nella fase suc-cessiva di decentrazione”.

Su questo punto il collegamento spe-cifico con l’analisi di gruppo è importan-te: essa alterna momenti di centrazionesul proprio mondo interno e momenti diallontanamento da esso, la presenza con-creta di compagni velocizza la dialetticatra interno ed esterno, io e non-io.

Non è banale affermare che in analisiindividuale si portano vissuti relativi arelazioni esterne (esterne quindi allo stes-so analista), mentre in analisi di gruppo sivivono direttamente relazioni concretetra individui che producono i vissuti, vis-suti su cui si svilupperà il lavoro.

In questo caso l’apertura all’altro nonè scontata e nemmeno indolore, Teilhardla esprime come disponibilità a decentrar-si: “per unirsi agli altri bisogna cambia-re, rinunciare a sé, donarsi, ...” .

Ed ancora, sottolineando la difficoltàdi questa fase che è collegata al ‘superarsie lasciarsi’: “ogni esistenza individualefedelmente condotta, è cosparsa dei boz-zoli abbandonati di metamorfosi che innoi si sono succedute ...” .

Sulla scorta di quanto è stato detto,centrazione, decentrazione e surcentra-zione fanno riferimento ad un unico pro-cesso individuativo, in cui viene sottoli-neata la concreta ed incarnata (cristifica-ta) necessità di relazione con l’altro equindi l’evolvere verso una coscienzauniversale; la consapevolezza di questaconvergenza consente all’Uomo di recu-perare a sé le proprie origini e rendereunitaria la struttura e la direzione dellasua evoluzione.

Usando le parole di Teilhard, possia-mo concludere che l’Universo è passatoda forme frantumate e disgregate a formepiù complessificate ed unitarie; la com-parsa della autocoscienza umana, qualevertice di un processo di complessifica-zione, potrebbe produrre (operando unasurcentrazione) una nuova coscienza, in-dividuale e collettiva, di livello superiore.

Quanto abbiamo detto “converge”(sovrapponendosi) a ciò che potrebbeessere il “fine” della psicoanalisi dialetti-ca: produrre “pensiero consapevole disé”, superare la struttura paranoica dellapsiche individuale e collettiva, promuo-vere una nuova coscienza, unificare l’uma-nità.

P.C.

7

Page 8: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

Hegel: genio e follia familiarePare che Hegel abbia scritto la Feno-

menologia subendo il plagio e la fascina-zione della sorella schizofrenica (da que-sta esperienza familiare il suo lavoro sullemalattie mentali). Un elemento di turba-mento in più perché questo dato biografi-co permette l’argomentazione secondocui le grandi opere del pensiero umanonascono dalla collaborazione tra due aspet-ti che la logica formale della contrapposi-zione ha voluto sempre tenere scissi: na-tura e cultura: inconscio e coscienza.

La contaminazione dei due universinella vita di Hegel può rendere conto delperché, nonostante aspetti a volte in-comprensibili del suo pensiero, essosia stato tanto amato dai suoiallievi da indurli a sistematiz-zare alcune sue lezioni (“Sto-ria della Filosofia”) dopola sua morte.

FenomenologiaNasce come termine

medico che riguarda la ma-nifestazione della malattianella sua descrivibilità. Oggi èparola comune grazie alla cosid-detta “scuola fenomenologica” fon-data da Husserl con Heidegger e MaxScheler.

Hegel la introduce in filosofia per indi-care la dottrina che si occupa dei modiattraverso cui lo Spirito si manifesta.

L’opera è uno dei due grandi progettifilosofici che Hegel ci ha lasciato (essendol’altro la “Scienza della Logica”). Vennecomposta a Jena, dove egli insegnava,durante l’invasione napoleonica dellaGermania (su Napoleone che attraversaJena Hegel disse: “Oggi ho visto passarelo Spirito a cavallo”).

L’intentoHegel sostiene

che i problemipolitici, filo-sofici ereli-

La Fenomenologia dello Spiritoe la Psicoanalisi Dialettica

“E’ assai più difficile rendere fluidi i pensieri solidificati, cherendere fluida l’esistenza sensibile” (*)

giosi del suo tempo (la dissoluzione delloStato conseguente, per Hegel, ad unaconcezione troppo astratta del diritto edella vita politica socialmente comparte-cipabile) troverebbero soluzione solo at-traverso una rinnovata concezione dellafilosofia che venga compensata nei suoiaspetti unilaterali e finiti. Hegel critica lariflessione e l’intelletto come sapere pura-mente finito e rivendica il diritto dellafilosofia a ripensarsi come Totalità e siste-ma capace di comprendere in se stessatutti i momenti precedenti del conoscere,scienze empiriche comprese. La scoperta

e la conoscenza scientifica della veritàpassano attraverso la “fenomeno-

logia” come “scienza dell’espe-rienza della coscienza”, neldoppio senso di esperienzacompiuta dalla coscienza sul-le cose e del suo stesso modi-ficarsi in virtù di questa espe-rienza.

All’atteggiamento ogget-tivante in cui restava impi-gliata la coscienza kantiana e

fichtiana, Hegel sostituisce l’ideadel processo di “soggettivizza-

zione” crescente e totale del mondoattraverso la dialettica: è tale movi-

mento che, ponendo (oggettivando) pri-ma e negando il posto (positivo) dopo, sieleva gradualmente verso strati semprepiù elevati di sintesi, permettendo cosìallo Spirito Assoluto del mondo di ritro-vare se stesso oltre la potenza e la manife-stazione, eppur tuttavia grazie e necessa-riamente attraverso di esse.

La dottrinaCon tale opera Hegel presenta la sua

dottrina secondo cui lo Spirito si manife-sta per gradi diversi sia nella natura prima,il mondo fisico e vivente in generale, od e l l anecessità - l’inconscio o per dirla

con lui “l’in-sé” - sia nella naturaseconda - il mondo ri-creato eritrovato come propria manife-stazione dall’attività pensante,ovvero l’autocoscienza, “l’esse-re - per sé” che non è ancora

comunque la figura dello Spirito Assolu-to.

In questo sua lavoro Hegel si soffermaproprio sul cammino della coscienza.

Essa attraversa le fasi che, dalla ele-mentare certezza sensibile, e poi dellacoscienza infelice, disconosciuta nel rap-porto servo - padrone, la conducono araggiungere la figura dell’autocoscienza:in essa la coscienza si fa presente a sestessa ma tale “presenzialità” è esperienzapossibile solo avanti e attraverso il rico-noscimento di un’altra autocoscienza.

L’autocoscienza prepara il terreno allamanifestazione e all’autoritrovarsi delloSpirito Assoluto (Religione, Arte e Filo-sofia) attraverso il mondo e viceversa.

In questo processo la natura, le sueforze e le sue leggi, sono citate ad argo-mentazione del rapporto necessario d’in-terdipendenza tra universale e particola-re.

Come già mostra nella sua “Storia dellaFilosofia” - che Storia della filosofia signi-fica svolgimento concreto della Filosofia- così nella “Fenomenologia” mostra chelo Spirito è già presente nell’immediatoporsi della cosa eppure che esso cominciaad intuirsi solo nella coscienza dell’uomoe nel formarsi e de-formarsi di essa in unprocesso che, visto a posteriori e giàvivificati dallo spirito, ci induce commo-zione e reverenziale rispetto per la fatica ela forza sostenuta dalla catena generazio-nale umana di cui lo Spirito si è nutrito perrinascere a se stesso.

Scrive Hegel nell'Introduzione: “Labellezza senza forza odia l’intelletto, per-ché questo le attribuisce dei compiti ch’essanon è in grado d’assolvere. Ma non quellavita che inorridisce dinanzi alla morte,schiva della distruzione; anzi quella chesopporta la morte e in essa si mantiene, èla vita dello spirito. Esso guadagna la suaverità solo a patto di ritrovare sé nell’as-soluta devastazione. (...)Il genere di studio proprio dell’antichità sidifferenzia da quella dei tempi moderni,perché era propriamente il processo diformazione della coscienza naturale. Al-lora, l’individuo, esercitandosi dettaglia-tamente in ciascuna parte della sua esi-stenza e filosofando su ogni accadimento,si educò a una universalità intimamenteconcretata. Nei tempi moderni egli trovainvece bella e preparata la forma astratta;lo sforzo per giungere ad afferrarla e farlasua è oggi (...) più una monca produzionedell’universale, che non un procedere diquesto dalla concreta e molteplice varietàdell’essere determinato. Ora, quindi, ilcompito non consiste tanto nel purificare

8

Page 9: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

l’individuo dal modo dell’immediata sen-sibilità per renderlo una sostanza pensatae pensante, quanto piuttosto nell’oppo-sto: nell’attuare, cioè, l’universale e nel-l’infondergli spirito, togliendo i pensierideterminati e solidificati. E’ peraltro as-sai più difficile rendere fluidi i pensierisolidificati, che rendere fluida l’esisten-za sensibile” (cors.d.r.).

Il rapporto Servo - Padronee l’Autocoscienza Falsa

La struttura dialettica della vita è uncontinuo fluire e rifluire ma un conto èattraversarla nella figura della schiavitùdalla legge naturale in cui io non sono unSé, altra cosa è attraversarla nella figuradell’autocoscienza: esempi del primo casosono la dipendenza dall’appetito che mi faricordare “me” in forma momentanea,animalesca , stante che una volta sazioperdo il contatto pur solo sensoriale conquesto “me”; e la relazione Servo -Padrone in cui si scopre che quella cheimmediatamente sembra la figuradell’autocoscienza (il Padrone) inrealtà è falsa autocoscienza frap-ponendo tra sé e l’indipenden-za della cosa, tra sé e lamorte, tra sé e la paura, ilServo inteso e postocome “inessenziale”.

Esempi del secon-do tipo, inteso nellaidealità hegeliana -interpretando Hegeloltre le sue ingessate si-stematizzazioni “politiche”dello Spirito - devono forseancora essere “posti”, ovvero non esisto-no ancora. E ciò perché la vera autoco-scienza presupporrebbe la comparsa delfenomeno umano inteso come relaziona-lità necessaria e libera ad un tempo in cuile due autocoscienze del dialogo, i duesoggetti della relazione sappiano di esse-re, l’uno per l’altro e reciprocamente, illoro e proprio bisogno prioritario.

Diciamo, un po’ provocatoriamente,che non esistono ancora rapporti tra Au-tocoscienze perché è sotto gli occhi ditutti che i rapporti interpersonali sonoancora troppo spesso imbevuti di automa-tismi istintuali che riducono a “ideologie”tutte le filosofie e programmazioni socialiche si richiamano alla “solidarietà”, “liber-tà”, “giustizia”, “fratellanza”. Gli istinti dicui parliamo sono riducibili al fenomenoprimordiale dello schema comportamen-tale paranoide. Ciò significa che il mondoe il vivente sono percepiti immediatamen-te come minacciosi sicché l’atteggiamen-to psichico corrispondente è di costanteallertaggio contro “il nemico”, nonché dipatterns relazionali basati proprio sul rap-porto di forza e prevaricazione “debole -forte”, “capo - gregario”, insomma quelloche nel mondo umano Hegel chiameràappunto il rapporto di Signoria, la psico-analisi, da Freud in poi, chiamerà rapportocoscienza - inconscio, rapporto edipicogenitore - figlio, di interdipendenza traruoli affettivi rigidamente (“giuridicamen-

te”) determinati riconducibili ancora alloschema “governante - governato”. Il pas-saggio all’interdipendenza intersoggetti-va (tra autocoscienze, con terminologiaancora hegeliana) prevederebbe la sosti-tuzione nella profondità psichica del feno-meno umano globale della percezione edel pensiero “affermativo” al pensiero pa-ranoide e persecutorio. Non che questacosa ci sia interamente sconosciuta ma è atutt’oggi l’unica “sfida”, l’unica teleolo-gia, l’unico laboratorio di ricerca che puòsuscitare nella vita che attraverso di noisente se stessa, vissuti di entusiasmo egratitudine.

La Fenomenologia di Hegel,la Psicologia Analitica di Jung

e la Psicoanalisicome Teoria della Conoscenza

in MontefoschiIl concetto di totalità dell’essere inteso

come natura e umanità ad un tempo non èritrovabile, per lo meno non in forma

diretta ed esplicita, nel pensiero he-geliano che resta, nonostante la

sua intuizione di fondo, nellascissione kantiana mondo/

uomo. Il motivo è che aHegel manca il concet-to di “evoluzione”. Maè proprio lui che pre-para, con la sua analisilucida della dialettica,pur limitata prevalen-temente nell’orizzonteumano, il terreno alladialettica “totale”.

Le due categorie uni-versali che l’uomo e la

donna incarnano già fin dal lonta-no linguaggio mitico, eidetico e archetipi-co: Spirito e Materia, continuano a restareseparate e la filosofia anche con Hegel sifa filosofia unilaterale che parla del Sog-getto, del conoscente, lasciando muti edestranei il mondo, la natura, la materia.Nella dimensione umana l’uomo incarnada sempre il conoscente (il Soggetto, ilVerbo, lo Spirito) e la donna il conosciu-to (l’oggetto muto, inerte e senza ani-ma).

Eppure, proprio Hegel, nellasua analisi del percorso della co-scienza che, dallo stoicismo,scetticismo, servo/padrone,porta alla coscienza libera ealla ragione, produce que-gli elementi linguistici chepermetteranno ai suoi eredinaturali (la psicoanalisi dia-lettica) di “completare” l’ope-ra.

Non possiamo qui che prose-guire solo con alcuni spunti di rifles-sione: Hegel è il primo analista moderno,dopo Socrate, ed è abbastanza agevolesostituire ai suoi due termini, “l’essere in- sé” e “l’essere per - sé”, i più modernitermini della psicoanalisi, inconscio e co-scienza. La triade hegeliana: tesi, antitesie sintesi, ovvero affermazione, negazionee negazione della negazione in nuovopositivo, sempre e solo fluido e imperma-

nente, trova nel conflitto psichico interio-re tra punto di vista della coscienza (posi-tivo), punto di vista dell’inconscio (nega-tivo), la sintesi come produttrice di sem-pre più vasta Soggettività. Quello cheHegel chiama sintesi, Jung chiama “Co-niunctio oppositorum”.

Jung non era un grande estimatore diHegel, non gli era affatto simpatico, eppu-re si può tranquillamente affermare che ècolui il quale, più di Freud (decisamentekantiano controvoglia e perciò depresso),ha assimilato e riproposto nell’universointeriore dell’uomo, la trinità hegeliana:dunque la pura dialettica dello Spirito,ancora unilaterale, ancora mancante, peresplicita ammissione di Jung, del contri-buto che egli abbastanza chiaramente in-tuiva dovesse giungere dal Femminile e alcontempo da Donna in carne e ossa. Conciò già alludendo a quanto S. Montefo-schi, dopo il contributo di P.T. de Chardine di Aurobindo, avrà il compito di co-scientizzare: la necessità di sposare ladialettica dello “Spirito” unilaterale, dun-que necessariamente più “maschera” cari-caturale (l’Egoriferimento e l’Antropori-ferimento) che “sostanza”, alla dialetticadella Materia (l’inconscio universale, lamateria muta, la donna inessenziale al-l’uomo). Questa conoscenza che l’umani-tà acquisisce proprio guardando alla suastessa psiche come struttura conoscitivadell’Essere, trasferisce la psicoanalisi dadisciplina “finita” e particolare a nuova“teoria della conoscenza”.

L’eredità di HegelUn sogno fondamentale per tutta la

psicoanalisi dialettica è il sogno che fecetanto tempo fa Silvia Montefoschi:

Camminando lungo la “strada” le vie-ne incontro un uomo col volto di Hegelche nel presentarsi dice di essere unteologo. L’uomo si scusa di non poterledare la mano essendo le sue mani ormairitorte; motivo, per cui, egli le spiega,non può scrivere e deve pertanto morire,sicché ha deciso di uccidersi e lasciare in

eredità gli occhi alla figlia.“Come teologo, Hegel è(come ogni teologo a tutt’og-gi) il sostenitore della trinitàmaschile di Dio, dove è sol-tanto il figlio (giammai lafiglia) consustanziale al pa-dre, e ciò perché è l’uomo (enon la donna) identificatocon il soggetto conoscente,dove si realizza la dinamica

riflessiva del pensiero che èappunto lo Spirito che consu-

stanzia il figlio e il padre, qualimanifestazioni individuale l’una, uni-

versale l’altra, della dinamica stessa.Sembra però che il dirsi dell’essere

nella riflessione filosofica del discorso uma-no universale che si realizza nella filosofiaassoluta di Hegel, sia arrivato a compi-mento, sì che non può che ripiegarsi su sestesso; e ciò perché quell’occhio che hariflesso il divenire dialettico del pensieroumano, proprio in quanto collocato sol-

9

Page 10: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

tanto nel maschile, non ha piùun novum da riflettere e Hegelnon ha più niente da scrivere.(…)

Ma l’occhio che Hegel haaperto per l’intera umanità,avendo visto la dialettica, havisto anche che la dialettica, inquanto tale, non si può ferma-re. (…)

Il maschile, fattosi consa-pevole del suo stesso limiteall’ulteriore divenire, accoglieil femminile e, nel riconoscerein esso l’essere che già cono-sce se stesso, gli consente ilriconoscimento di sé come co-noscente, ovverosia gli conse-gna il proprio occhio riflessivo[l’essere “in-sé”, alienato ini-zialmente e necessariamente dasé, per dirla con Hegel, torna -vedendosi - a sé (n.d.r.)].

E proprio questa figlia, nelricevere in eredità dal padrel’occhio della riflessione, nelfarsi a lui consustanziale , por-ta alla luce dello spirito la dia-lettica della materia, ovvero-sia quella stessa dinamica co-noscitiva che si dà nell’essereprima ancora che il soggettoconoscente umano la rifletta”.Ancora cito Montefoschi: “Lasintesi tra coscienza e incon-scio alla luce del soggetto ri-flessivo che la psicoanalisi re-alizza, è la sintesi dialettica didue dialettiche: quella che sisvolge nel soggetto conoscen-te e quella che si svolge nel-l’oggetto conosciuto”. Esserichiamano la dialettica delloSpirito di Hegel e la dialetticadella Natura di Engels: dialet-tiche che la riflessione psicoa-nalitica abbraccia nel contem-po, facendo fare al pensieroriflessivo, che è il pensiero fi-losofico, un salto su se stesso,trasformando e rileggendo ledue dialettiche come l’unicadialettica dell’essere, la quale,nel riflettere su se stessa, sidice come nuova filosofia: ladialettica del reale tutto. Lariflessione psicoanaliticacosì ripartorita portanon solo ad un ro-vesciamento dicome l’es-sere si èv i -

sto fin qui, ma prospetta ancheun salto evolutivo delle co-scienze umane così come siintuiva già in Nietzsche (Tra-monto dell’uomo), De Char-din (punto Omega), Aurobin-do (il Sovramentale e l’uomoimmortale)”.¹

La nuova figura delrapporto Servo - Padrone e

la Psicoanalisi DialetticaNel rapporto Gruppo - In-

dividuo la Psicoanalisi Dialet-tica, erede di Hegel e Monte-foschi, individua la nuova fi-gura della Servitù e della Si-gnoria. Se Montefoschi ha“cantato” nel pensiero e nellasua persona di donna in carnee ossa la dialettica totale del-l’essere, il compito, che spettaa noi suoi figli spirituali ederedi diretti, è di “smantellare”per quanto possibile ogni rap-porto di schiavitù e di aliena-zione, ogni unilateralità per fa-vorire vera unione (dell’Uno edel Trino). Accanto al lavorodisalienante e mutativo di indi-viduazione del Sé personale,pare che occorra affiancare unaltrettanto disalienante e mu-tativo processo di individua-zione del Sé di gruppo interio-re (la gruppalità interiore) edesteriore (la gruppalità este-riore). Il lavoro che da semprela psicoanalisi dialettica (que-sto è il nome che le rimane sevogliamo “distinguerla” - maperché? - dalla Filosofia Vi-vente) svolge è la realizzazio-ne dell’esperienza dell’Unionedei Sé individuali nella qualeciascun Sé sappia di sapere disé come parte e varietà irripe-tibile del Sé universale concre-to e come il Sé intero concretoin se stesso (il Gruppo concre-to attraverso cui e con cui cia-scun Sé fa l’esperienza).

Perché la psicoanalisi dia-lettica individua nel rapportoGruppo - Individuo² la più toc-cante forma di Schiavitù - Si-gnoria dei nostri giorni?

Perché il gruppo è bistrattato,è massa, è informità, è materia,è bestia, è inconscietà, è il co-nosciuto. E perché l’individuoè individualismo, è particolari-smo, frammentazione, ego eantroporiferimento. La massaè femmina, è materia. Il singo-lo è maschio, è coscienza, èconoscente.

Il rapporto Padrone - Servo nel

rapporto Maschio -FemminaE poiché ci avvaliamo an-

cora del rapporto universaletra i diversi per eccellenza, ilmaschio e la femmina, faccia-mo un piccolo passo indietro,ai Manoscritti economico-fi-losofici del '44 in cui K. Marx,applicando il rapporto Padro-ne - Servo al rapporto Uomo -Donna, così scriveva:

“Il rapporto immediato,naturale, necessario dell’uo-mo con l’uomo è il rapportodel maschio con la femmina.

In questo rapporto natu-rale della specie il rapportodell’uomo con la natura è im-mediatamente il rapporto del-l’uomo con l’uomo, allo stes-so modo che il rapporto conl’uomo è immediatamente ilrapporto dell’uomo con la na-tura, cioè con la sua propriadeterminazione naturale. (...)In esso si mostra sino a chepunto il comportamento natu-rale dell’uomo sia diventatoumano oppure sino a che pun-to l’essenza umana sia diven-tata per lui essenza naturale, ela sua natura umana sia diven-tata per lui natura. In questorapporto si mostra ancora sinoa che punto il bisogno dell’uo-mo sia diventato bisogno uma-no, e dunque sino a che puntol’ altro uomo in quanto uomosia diventato per lui un biso-gno, ed egli nella sua esistenzapiù individuale sia ad un tempocomunità”.

Come queste parole riassu-mano in se stesse i passagginecessari di tutte le autoco-scienze, di genere e di gruppo,ciascuno lo può cogliere agil-mente da sé.

Raimon Panikkar sostiene

che ogni più piccolo pensieroo gesto, individuale o colletti-vo che sia, produce ripercus-sioni di carattere universale. Edunque noi, fiduciosi in questacomune consapevolezza, ten-tiamo la strada difficile del con-fronto e del “dialogo dialogi-co” non solo da singolo “Io”con un altro singolo “Tu”, maanche con ciascun “Tu” pre-sente nella coralità interna edesterna che fanno il “Noi” dav-vero plurimo nella ricchezza eintegrato nella sua unione con-creta, psicologica e spirituale.

La maggiore attrazionegravitazionale esercitata

dalla coscienza individualeconcreta rispetto

all’attrazione esercitatadalla coscienza universale

concretaLe difficoltà? Alla rinfusa:

uscire dalla delega, dall’Edi-po, dal fascino lamentoso erivendicativo della schiavitù,la perdita di vista del comune“soggetto” d’amore, della co-mune meta, la maggiore attra-zione gravitazionale esercita-ta dalla coscienza individualeconcreta rispetto all’attrazio-ne esercitata dalla coscienzauniversale concreta. In altritermini: prevale l’aspetto di-cotomico, frantumante, mas-sificante, esteriore, corpusco-lare, rispetto all’aspetto ondu-latorio, dinamico, imperma-nente, interiore. Prevale il con-cretismo letterale rispetto allaermeneutica e al simbolo.

Le risorseL’attivazione della nostra

potenza: se c’è potenza evolu-tiva e mutativa occorre soloevocarla per farne vera ener-gia capace di carburare il pro-cesso faticoso ed elettrizzantedi spostamento della identitàdal livello personale e privati-stico al livello universale edautoarricchentesi. Ma le risor-se sono soprattutto nei nostrisogni o, a questo punto dellastoria, nel “nostro” sogno co-mune e perfetto? Uno per tut-ti: il sognatore sogna il “so-gno perfetto” dell’analista delsuo analista: bianco assolu-to, silenzio assoluto, pace pro-fonda che nella loro unionefacevano l’eternità.

(*) G.W.F. Hegel(1) S. Montefoschi: Psicoana-lisi e dialettica del reale, Ber-tani Edizioni(2) A. Cortese: Individuo eBranco, e.i.p.

A.C.

10

Page 11: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

Ereutofobia deriva dal sostantivo com-posto greco “ereutos” (rossore) e fobia.Essa è fenomeno assai diffuso e, al solito,è questione d’intensità e di frequenza, lacosa che traduce il fenomeno dalla normaalla “patologia”.

In questo secondo caso, per la psicoa-nalisi questa paura può essere intesa comesintomo generico di psiconevrosi ossessi-va.

La paura di arrossire è agevolmenteassociabile alla paura dell’esposizione del-l’eros animale: certo è paura estensibileall’insieme dei sentimenti e dunque all’in-sieme della vita affettiva interiore del sog-getto.

Eppure, in quanto essa viene assimilataa componente “negativa” (donde la suaassociazione ai due termini complementa-ri “pudore” e “vergogna”), esprime laqualità del primordiale, del perenne e delnuminoso: la Sessualità. Non è un casoche il fenomeno dell’arrossimento ricordi,quanto a dinamica fisiologica, pur caden-do sotto altra organizzazione, la vasodila-tazione che accompagna i fenomeni dipreparazione degli organi sessuali al coi-to.

Il pudore (desiderio di coprire le partiintime, la differenza) credo possa essereposto in relazione, archetipicamente, allapercezione seppure inconscia della sacra-lità che riveste la conoscenza umana con-seguita a costo dell’uscita dall’Eden.

Paradossalmente, il pudore, inteso siamoralmente che filosoficamente, svela,“coprendo”, il valore universale della cosache “nasconde”. Colui che ha pudore,conosce. Colui che non ha pudore o èinnocente, o è nella rimozione patologica,o è nella “esibizione” patologica di ciòche, sul piano relazionale e cosciente, haperso.

Se pudore indica la conflittualità con-tenuta e trattenuta, la vergogna è il senti-mento che segnala lo smacco subito dalpudore che è stato, per così dire, sconfittoda una forza superiore e contraria: lafuoriuscita e nella parte del corpo piùsignificativa, il volto, del fenomeno che ilpudore doveva censurare. La vergognaevoca il rossore come qualcosa che tradi-sce la volontà di controllo, e “il pudore”,di restare “opachi” agli occhi dell’Altro.La paura di arrossire giudica dunque ilrossore come nemico che aggredisce atradimento. Il volto cessa di fare la “ma-schera” e denuda l’essere umano.

La pelle ed il sangue sono come gliocchi: una finestra sulla vita della nostraanima esposta ad ogni sguardo.

Una volta posta l’originaria fonte diogni vergogna e di ogni pudore (sessualitàarchetipicamente intesa), si può prosegui-re amplificando l’analisi alla corrispon-dente amplificazione dell’area che la co-scienza oggi può intendere come dominio

possibile della vergogna.Si può arrossire per rabbia (per ferita

narcisistica: l' essere colti in fallo rispettoad una affermazione o ad un ragionamen-to, dunque per orgoglio), per timidezza,per innamoramento, per invidia, per gelo-sia (e dunque per onore offeso), per ne-vrosi ossessiva e... per caldane (qui alrossore si aggiunge semplicemente il vis-suto di vergogna per la trasparenza del-l’età!!!).

Pur mantenendo l’originario contattocon la sessualità, si può tranquillamentesostenere che, nella società del falso di-stacco, è ogni sentimento in quanto talequello che non deve assolutamente mo-strarsi. E ciò perché il sentimento è irra-

zionalità, confusione, calore incendiario,passione, turbamento della pura luciditàintellettuale, l’unico bene, quest’ultimo,che pare debba essere preservato... perfarne cosa...?

Riepiloghiamo, dunque, il fenomenodell’ereutofobia, ovvero la paura di arros-sire, come paura di essere visti mentre siprova vergogna, ovvero, paura di esserevisti mentre ci si sente trasparenti nelproprio “sentimento”, senza pudore, sen-za coperture.

La paura di arrossire, ripetiamo salu-tarmente, coincide con la paura di noncontrollare la parte più intima della pro-pria vita interiore: quella affettiva.

Ma il rossore non può essere intesocome compensazione al nostro razionali-smo? alla falsa calma? al falso distacco?

Procediamo dal gelo al fuoco senzamezze misure, senza mediazione. Non c’èelaborazione, in certi aspetti del tempo edella psiche, tra cuore e pensiero.

Il cuore, tutt’uno con le viscere, operlomeno, più di frequente alleato adesse, non si fa fuorviare dalle vane e faciliparole della mente che sa “mentire”.

In genere è qualcosa di inaspettato,qualcosa che per elemento sorpresa, perelemento scaltrezza o altro provenientedall’esterno apre un varco nella nostracorazza per niente magica assolutamenteprovvisoria, fatta di fragili ghiaccioli chefuoriescono dal nostro torace come aghipericolosi ma che si sciolgono velocissi-mamente avanti al linguaggio a-razionaleo sovra-razionale del pathos, del “senti-re”.

Quando il sapere controllante vienedetronizzato dal sentire e basta, può acca-dere questo fenomeno tanto più temutoproprio da quelle persone che tanto piùhanno “bisogno” di arrossire.

Cosa intendo?Il rossore è mostrare all’altro, ma so-

prattutto anche a se stessi in virtù dell’al-tro, che siamo esposti al sentimento, allafragilità della relazione primordiale conl’Altro, relazione di dipendenza.

Il rossore si accompagna spesso a ver-gogna e la vergogna è legata più che alpudore all’onore e all’orgoglio: l’orgo-glio ci racconta la favola della nostrasignoria, la vergogna ci racconta la realtàdella nostra servitù.

Tutte le volte che siamo in posizione“down” non stiamo bene al mondo, av-vertiamo il pericolo d’essere messi daparte, più che dall’altro e subito, anche esoprattutto dalla Vita perché la Vita, chelo si voglia ammettere o no, sceglie i“vincenti”. Quali siano poi i vincenti èoggi, nel fenomeno umano in corso, tuttoda decifrare e argomentare.

L’attività cogente non è l’attività ra-ziocinante, bensì apertura a nuovi livellidi consapevolezza.

Non è certo il nostro Sé, la nostraconsapevolezza ad arrossire in noi, bensìla coscienza, il nostro organo “sensoriale”di rapporto immediato col mondo.

Il fenomeno della compensazione alrazionalismo, facilmente analizzabile sulpiano individuale, è altrettanto grossola-namente visibile sul piano collettivo: oggisono i mezzi di comunicazione di massache permettono questa riflessione se siriesce a superare quel momento di disgu-stosa ed immediata repulsione avanti alfenomeno della volgarità e della porno-grafia dello spirito. Se la pornografia delcorpo umano è fenomeno di alienazione,come possiamo leggere il fenomeno del-l’esibizionismo sentimentale in TV?

Eppure, poiché anche tale fenomenos’inscrive nella trama dell’Essere in dive-nire, non possiamo restare alla sensazionedel disgusto. Anch’esso segnala l’unilate-ralità del razionalismo, ovvero dell’assen-za di senso che pare accompagnare ormaiquotidianamente l’attività intellettuale del-l’essere umano.

Ereutofobia, Pudore e VergognaLa vergogna evoca il rossore come qualcosa che tradisce la volontà di controllo -

e il pudore - di restare “opachi” agli occhi dell’Altro.

SCHEDE

A.C.

11

Page 12: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

Il termine bullismo, dall’inglese bullying,indica un fenomeno nel suo complesso, cioènon solo il comportamento del cosiddettoaguzzino, ma anche quello della vittima odel perseguitato e del gruppo dei pari chespesso viene coinvolto.

Negli anni 70, ad opera di Dan Olweus,si è iniziato a parlare di questo fenomenoche, peraltro, non dobbiamo confonderecon i sani litigi tra pari e con il fatto che duecoetanei arrivino ad azzuffarsi: il fenome-no del bullismo è molto più complesso.

Per parlare di bullismo è necessarioche il comportamento del bullo si pro-tragga nel tempo.

E’ un comportamento aggressivo, diprevaricazione e si manifesta nei bambiniprincipalmente in due modi differenti: avetepresente un bambino che picchia un com-pagno perché gli ha tolto di mano il giocopreferito? Questa aggressività è scatenatada forti emozioni di paura o prevaricazio-ne.

E’ inevitabile che questo tipo di ag-gressività si manifesti nella vita con i coe-tanei ed è necessario che i bambini laattraversino come attori o vittime: il bam-bino impara a gestire l’aggressività, amediarla e a far spazio alle proprie edaltrui esigenze. Si fa spazio la capacità disentire le esigenze dell’altro, mettersi neipanni altrui e crescere in una dimensionerelazionale di dare e avere.

Il secondo tipo di aggressività è invecestrumentale. Il comportamento aggressi-vo non è scatenato da rabbia o direttaprovocazione nei confronti della vittima,ma è usato freddamente per raggiungereuno scopo: quello di dominare e averepotere. L’esempio è quello del bambinopiù grande che strappa un gioco al piùpiccolo.

In realtà il circolo dell’aggressività èsempre una reazione, quindi il bullo sisente aggredito, a sua volta, dai genitori,dagli adulti, da una scuola e da una societànelle quali non riesce a inserirsi.

Gran parte della aggressività strumenta-le, minacce, abusi, sono il risultato difrustrazioni represse, violenze subite, rab-bia verso qualcosa che il soggetto nonriesce a cambiare.

Il bullismo come fenomeno gruppale sisvolge prevalentemente in ambito scola-stico e nella fascia preadolescenziale, seb-bene già nelle scuole elementari sianosegnalati episodi significativi.

Il bullo dunque agisce una prepotenza,un comportamento aggressivo e una pre-varicazione finalizzata ad arrecare all’al-tro un danno, e c’è soddisfazione a farsoffrire fisicamente o psicologicamente lavittima.

Il bullismo, che potremmo collegare almobbing del mondo adulto, può esserediretto o indiretto.

Quello diretto è maggiormente diffusotra i maschi e consiste prevalentemente inattacchi fisici come pugni, spinte, insulti, a

PICCOLI BULLI CRESCONO

volte pedinamenti nel tragitto casa-scuola.Talvolta sfocia in casi in cui compare il

taglieggiamento, il pretendere soldi o og-getti dalle vittime.

La prevaricazione può essere ancheindiretta, e non per questo meno violentao drammatica: si fanno sparire i libri e glioggetti personali delle vittime, si deridonocon biglietti minatori, si diffondono vocispiacevoli nel gruppo, finalizzate all’esclu-sione dal gruppo.

Il bullismo fisico può essere spavento-so, ma quello verbale causa altrettantainsicurezza e depressione nelle vittimedesignate che diventano capro espiatoriodel gruppo e dallo stesso escluse.

Le etichette di bullo e vittima tendonoa essere fuorvianti, perché spesso unostesso bambino gioca entrambi i ruoli, davittima diviene persecutore, e comunqueil bullo spesso si comporta in tale manieraperché si sente una vittima, maltrattataingiustamente dagli altri.

Tra i bulli ci sono differenze notevoli:da un lato i bambini impulsivi aggressivi,spavaldi, sicuri di sé, che tendono a esseremolto popolari nel gruppo, divengono deiveri e propri leader negativi che trascina-no la classe, dall’altro ci sono i bulli ansio-si, che hanno scarso rendimento scolasti-co e bassa autostima, vivono un grandesenso di fallimento, sentono la scuolacome luogo di competizione, che inducein loro senso di esclusione che li spingeal bullismo, come unico modo di riscattoda una situazione che altrimenti li vedreb-be perdenti.

Il bullismo, come ogni fenomeno dibranco, porta a una caduta delle inibizionidelle condotte aggressive e spesso a unadiminuzione della responsabilità indivi-duale.

II bullo spesso si serve di gregari, checomanda a bacchetta, non esponendosi.

Molti bambini si lasciano plagiare dalbullo e diventano gregari passivi: pur nonavendo interesse a prevaricare gli altri,vogliono essere dalla parte del gruppo, esono disposti a fare cose non giuste pur difarsi accettare.

Il passivo si sente protetto dal brancotemendo di esserne vittima: si può sentireanche in colpa ma solo in un secondotempo; se gli svantaggi superano i vantag-gi egli abbandonerà quel comportamento.

La vittima spesso è un bambino timidoe tranquillo, introverso, ansioso, “mam-mone”, che crolla facilmente di fronte alloscherno e alle minacce. Ma ci sono anchevittime che attirano su di sé le ire perchéprovocano.

Spesso la vittima è presa in giro per lasua diversità nell’aspetto fisico (lentiggi-ni, obesità, difetto fisico, ecc.), oppureper differenze più esplicite, come quellerazziali o per la presenza di handicap.

Inutile dire che spesso i bulli sonobambini immersi in situazioni di disagiofamiliare, di solitudine e mancanza di ascol-to e violenza quotidiana.

Più che analisi statistiche o riflessionisociologiche mi preme cogliere il latosimbolico del fenomeno, il messaggio chepossiamo cogliere come adulti educatori.

Perché il bullismo esplode prevalente-mente a scuola?

Con l’ingresso a scuola il baricentro sisposta definitivamente dalla casa all’ester-no e fare parte del gruppo è questione vitale.La scuola ora più che mai, a mio avviso,diventa luogo competitivo: è più facile ave-re un nemico che aumenta la coesione.

L’interculturalità è nuova dimensioneche richiede davvero di prendere in consi-derazione il gruppo nella sua diversità ecomplessità.

Il branco vive all’interno di noi stessioltre che all’esterno. Se aumentano lemanifestazioni di ombra del gruppo (rin-forzo dell’identificazione negativa, dina-miche primitive come quelle dell’aggres-sività, livellamento verso il basso) signifi-ca che bisogna porre attenzione al grup-po, stimolarne le dinamiche positive (so-lidarietà, sinergia, rispecchiamento pluri-mo), e soprattutto tenere in considerazio-ne due nuove necessità.

La prima è la possibilità di educareemozionalmente i ragazzi.

Prevenire l’esplosione di dinamicheprimitive nel gruppo significa curare ilgruppo, non solo quando il problema de-vianza esplode. Da poco a scuola si parladi educazione alle emozioni, sono statifatti laboratori in questo senso.

La seconda è domandarci quanto bul-lismo psicologico agiamo nel quotidiano.

Il fenomeno del bullismo mette in rilie-vo l’inevitabile aggressività crescente, ladifficoltà dei bambini a gestire la rabbia ela conflittualità e la paura che non ci sianoadulti cui rivolgersi che li aiuteranno arisolvere problemi che non sanno affron-tare da soli perché questi adulti non sem-pre sono testimoni di modalità diverse,più responsabili e capaci di comprenderee fare davvero spazio a tutte le parti ingioco.

Bullo è un termine che è diffuso specialmente nel nord Europa e deriva dall’inglese bull cheetimologicamente significa toro. In italiano viene tradotto con spavaldo, prepotente, prevaricatore.

RICERCHE

S.F.

12

Page 13: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

RECENSIONI

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678123456789012345678901234567890121234567890123456789012345678901212345678

�La Scienza di fronte a Cristo�P. Teilhard de Chardin

Teilhard guida la nostra mente verso il riconoscimento dellaverità con le due ali della fede e della ragione, intessendo undialogo reale tra religione e scienza: �Io credo al fatto che ilMondo, preso come un Tutto, abbia la sicurezza di avere buonesito, [sia cioè capace] di arrivare ad un certo stato superiore dicoscienza. Lo credo per deduzione: perché se l�Universo èriuscito fin qui nell�inverosimile lavoro di far nascere il pensieroumano in seno a ciò che ci pare un inimmaginabile intrico dirischi e di probabilità negative, è perché è diretto, nel suointerno, da una forza sovranamente padrona degli elementi chelo compongono. Lo credo, anche per necessità: perché, seavessi motivo di dubitare della solidità a tutta prova dellasostanza nella quale mi trovo inserito, mi sentirei assolutamen-te perso e disperato. Lo credo, infine, e forse soprattutto, peramore: perché amo troppo l�Universo che mi circonda per nonavere fiducia in esso�.

Edizioni Gabrielli

�L�Orizzonte dell�Uomo�P.Teilhard de Chardin

Il curatore Fabio Mantovani riunisce una serie di letture sceltetra i passi più significativi dell'opera di T. de Chardin.

Soltanto oggi è possibile esaminare serenamente l'opera diTeilhard (1881 - 1955), in quanto ormai sono superate le accesepolemiche che hanno accompagnato la pubblicazione postumadei suoi scritti.

La sua grande sintesi cosmologica rimane insuperata e anco-ra da utilizzare pienamente; la sua straordinaria visione del mondooffre molte risposte alla drammatica domanda di senso, di unorizzonte, che sale da ogni coscienza che minimamente rifletta suse stessa e sul futuro dell'umanità.

Edizioni Gabrielli

�Il 'terribile segreto' di Nietzsche�di Carlo Angelino

Nei suoi Ricordi di Nietzsche, Franz Overbeck raccontacome in due occasioni, nel 1883 e nel 1884, Nietzsche, in unostato di evidente alterazione, �circondandosi di mistero e conuna voce volutamente smorzata, come se rivelasse un terribilesegreto�, lo rese partecipe di una sua �teoria segreta�, di cuiaveva parlato solo a Lou Salomè.

Oggi, a distanza di un secolo, l�edizione critica dei fram-menti postumi di Nietzsche, dovuta alla perizia filologica diGiorgio Colli e Mazzino Montinari, ci consente forse di indivi-duare quella �teoria segreta� che Nietzsche non ha mai osatorendere pubblica, anche se i pochi frammenti che la contengo-no, non solo sono estremamente chiari, ma rivelano l�intenzio-ne di conferirle quella perfezione terminologica e compiutezzastilistica che caratterizza i testi destinati alla stampa.

Nietzsche è certo che la fine di �quel connubio di cristiane-simo e platonismo che per duemila anni ha dominato la culturadell'Occidente, sia imminente e che una nuova religione e unnuovo dio siano ormai alle porte [...]

Questo nuovo dio è per Nietzsche Dioniso contrappostonon più ad Apollo come nell'antica Grecia, ma al Crocifisso�.

Edizioni Il Melangolo

Carlo Angelino ha insegnato per due decenni Filosofiadella religione all�Università di Genova; dal 1994 è docente diEstetica.

E� stato nostro ospite nel corso della giornata di studiodedicata a �Integrità e Integralismo�.

�Come se finisse il Mondo�Il senso dell�esperienza schizofrenica

di Eugenio BorgnaLe psicosi sono le forme più gravi di turba psichiatrica.

Intorno a questa forma così inquietante e sfuggente (il ventagliodi manifestazioni è vastissimo) si snoda il discorso di Borgna.

Oggi è di moda, anche se già si sentono i primi segnali diinversione di rotta, l�interpretazione naturalistica della malattiamentale. Le cause prime andrebbero associate a un malfunzio-namento dei centri cerebrali e le cure dovrebbero incentrarsi suterapie chimiche (farmaci) o di tipo affine (elettroshock).

Questa impostazione è spesso viziata da motivi tutt�altro chescientifici. L�organizzazione sanitaria del nostro paese come dialtri, tra cui gli Stati Uniti, non è in grado di sopportare i costi (annidi psicoterapia) di una psichiatria più umana.

Eugenio Borgna, pur dichiarando che l�ausilio di farmaci puòessere indispensabile quando si tratta di psicosi e non dinevrosi, difende la necessità di porsi in relazione con il pazientee di �penetrarne� il mondo.

Il suo talento consiste appunto nella capacità di penetrare ilmondo psicotico tanto nel rapporto con i pazienti dell�OspedaleMaggiore di Novara quanto sulla pagina scritta, dove conl�ausilio delle storie dei suoi malati e dei testi letterari di famosigrandi psicotici, come Antonin Artaud e Gérard de Nerval,riesce a dare voce all� �urlo silenzioso� di questa patologia.

Edizioni Feltrinelli 2002

Eugenio Borgna, libero docente in Clinica delle malattienervose e mentali presso l�Università di Milano, è responsabiledel Servizio di Psichiatria dell�Ospedale Maggiore di Novara.

E� stato nostro ospite nel corso della giornata di studiodedicata a �Integrità e Integralismo�.

�L�Identità in Psicologia e Teatro�Analisi psicofisiologica della struttura dell�Io

di Vezio RuggieriL�accurata e stimolante indagine dell�autore sull�esperien-

za teatrale si rivolge tanto al mondo della psicologia e dellariabilitazione quanto a quello del teatro.

Infatti, sia gli psicologi clinici che gli attori e i registi lavoranosui processi dell�Io: espressivi, immaginativi ed emozionali.

Il loro modo di procedere è speculare e al tempo stessorealizza un intenso rapporto di scambio; seppur con finalitàdiverse, entrambi operano sui meccanismi d�identificazione eidentità colti nella loro manifestazione psico-corporea.

Nella vita reale le diverse componenti dell�Io si integrano traloro perfettamente per produrre la �verità esistenziale�.

Nel teatro avviene lo stesso processo, ma nel modo artifi-ciale. Lì la realtà non è �vera� ma solo �verosimile�.

Allora il gioco teatrale, proprio perché costruito, permettel�osservazione e la profonda individuazione dei singoli aspettidella struttura dell�Io. Vengono dunque analizzate le dinamicheprecise e complesse secondo le quali il corpo da sempliceunità psicobiologica si trasforma in un articolato strumentoespressivo e comunicativo.

Attraverso il lavoro dell�attore, il suo scomporre e ricompor-re gli elementi dell�Io, lo psicologo ne comprenderà meglio lastruttura e l�attore utilizzerà questa comprensione nell�affronta-re e risolvere alcune complesse problematiche proprie dellarecitazione.

Edizioni Scientifiche Ma.Gi.

Vezio Ruggieri è professore di Psicofisiologia clinica del-l�Università degli Studi di Roma �La Sapienza� dove, oltre alezioni sui rapporti mente � corpo, tiene seminari di estetica incui analizza gli aspetti psicofisiologici dell�esperienza teatrale.

13

Page 14: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

Domenica 12 Maggio al Centro Co-scienza di Milano, si è tenuto l’incontrocon Raimon Panikkar; parteciparvi è stataun’esperienza per nulla scontata, sia per-ché c’era il rischio di non riuscire adentrare, data la massiccia partecipazionedi pubblico, sia per la piacevolissima sor-presa di trovarsi di fronte ad un personag-gio davvero speciale che, più che predica-re il pluralismo culturale e religioso, sem-plicemente (si fa per dire!) lo ‘incarna’, intutti i sensi, con una semplicità che nonpuò che essere frutto di una profondatrasformazione interiore, in atto da sem-pre e mai conclusa.

Nato a Barcellona 83 anni fa, da madrespagnola e padre indiano, ha vissuto inEuropa, in America e per 25 anni in India.E’ considerato uno dei massimi esponentidi studi e relazioni interculturali. Laureatoin chimica, filosofia e teologia, ha inse-gnato fino al 1987 filosofia della religionee storia delle religioni all’Università diHarvard e di Santa Barbara in California,dedicandosi, nei suoi scritti, alla feconda-zione reciproca tra Oriente e Occidente,tra cristianesimo, buddismo e induismo.

Ordinato sacerdote nel 1946 ha studia-to a fondo i testi sacri induisti. In dieci anni“di ascetico lavoro” ha curato la traduzio-ne dei Veda (edita da Rizzoli).

Sicuramente favorito dal clima natu-ralmente interculturale in cui è cresciuto,Panikkar ha evidentemente sviluppatoun’autentica attitudine al dialogo, a la-sciarsi attrarre dalle differenze, ad inte-grarle ed armonizzarle in sé grazie adun’apertura all’altro, autentica e curiosa,visibile anche in quest’occasione, in cui,nonostante sia la terza volta in un giornoche parla in pubblico, tocca il cuore e nonè per nulla formale.

Parla un italiano vivacizzato dall’ac-cento spagnolo, ha uno sguardo diretto etrasparente, un aspetto - molto indiano -semplice ed elegante: comunica vitalità esimpatia.

Due concetti gli sono particolarmentecari: quello di dialogo (dialogo dialogico,lo chiama, per distinguerlo da quello com-petitivo ed arrogante) e di metanoia (di-sponibilità alla trasformazione); il dialogodialogico è quello che mi toglie quellaspecie di ingenuità di pensare che ciò cheè valido per me sia valido per tutti, èscoprire che anch’io ho presupposti nonanalizzati, e che ho bisogno dell’altro perpoterli vedere.

E’ la profonda e reale consapevolezzadella relatività (che non è relativismo!) diogni affermazione, vera in quanto in rela-zione a tutte le altre, che porta a ricono-scere la necessità di dialogo, il nostro“esserci” in relazione a tutto il resto. Daqui può nascere una vera trasformazioneo conversione dell’atteggiamento (questaè la metanoia), che può portare gli umaniverso la pace e il superamento dei conflit-ti. Ma non si tratta di mera operazioneintellettuale:

Incontro con Raimon PanikkarNessuno possiede la verità; il dialogo è dunque necessità di ciascuno: individuo, cultura, religione che sia.

“Se non apro il mio cuore, se non vedoche l’altro non è altro ma parte di me, nonpotrò mai dialogare con lui”.

Come fare - gli viene chiesto - quandol’altro rifiuta il dialogo e ci lascia soli? E’presuntuoso pensare che l’altro rifiuti ildialogo: forse ora, ma non per sempre. Lapossibilità è quella di aspettare, senzadarsi per vinti né assolutizzare un atteg-giamento che è contingente; in spagnolo“espera” significa aspetta, ma anche spe-ra, abbi fiducia!

Smantellare i pregiudizi, spesso incon-sci, che frapponiamo tra noi e l’altro, è ilvero lavoro che ci aspetta per sperimenta-re realmente il dialogo. In termini evange-lici è la famosa trave nel nostro occhiorispetto alla pagliuzza nell’occhio altrui.

Grazie al suo appartenere pienamentea due culture, (“Non mi considero mezzospagnolo e mezzo indiano, mezzo cattoli-co e mezzo induista, ma tutto occidentalee tutto orientale”) a due parti del mondooggi così scisse e separate, Panikkar risul-ta un osservatore particolarmente acuto,capace di cogliere le ombre della nostraciviltà occidentale e della nostra epoca e dimettere a fuoco le radici della sua crisi edel suo malessere spirituale: la pretesa dipossedere una qualche verità certa, èl’equivoco, l’ingenuità che ci caratteriz-za.

Nella ricerca forsennata di una qualchesicurezza Panikkar individua una dellepeggiori malattie dell’Occidente, che haradici storiche e filosofiche:

“L’ossessione psicologica per la cer-tezza, affermata da un grande filosofoquale fu Cartesio, ha portato all’osses-sione patologica per la sicurezza” checaratterizza in mille modi il nostro viverequotidiano.

Grazie a Dio niente è sicuro e l’aggrap-parsi a presunte certezze ci pone sulladifensiva e finisce per renderci intolleran-ti, chiusi, incapaci di dialogo.

“Chi ha desiderio di sicurezza non puòavere pace”.

Tra gli ostacoli che impediscono unvero dialogo, non a caso, c’è la paura. Maa partire dal riconoscimento di tale paurasi può lavorare al suo superamento (“ilcuore puro”).

Ed è la consapevolezza della propriavulnerabilità la principale componente deldialogo: “Se sono convinto di avere ra-gione, di essere il più forte e penso di averetutte le risposte, che dialogo è? Mi chiude-rò al dialogo, pensando che l’altro non siain grado di capirmi, e poi mi lamenteròdella sua chiusura”.

“La vulnerabilità, d’altra parte, non èuna debolezza, ma una richiesta di dialogodiscreta e senza parole. È quello che miconsente di aprirmi, senza essere una mi-naccia per l’altro”.

Il dialogo è essenziale alla vita umana -noi non siamo monadi chiuse in un narci-sismo individualista - ma anche alla cultu-ra e alla religione.

In questo la sua esperienza di filosofo eteologo, promotore da tantissimi anni diun dialogo interreligioso e interculturale,è straordinariamente significativa.

Oggi più che mai è indispensabile unamutua fecondazione di Oriente e Occi-dente: un dialogo tutto da costruire, chemantenga, nello scambio, l’identità dellereligioni diverse.

“Io non sono favorevole ai ‘cocktail direligioni’. Condivido la critica al relativi-smo, ma altra cosa è la relatività, cioè laconsapevolezza che qualsiasi affermazio-ne io faccia ha un senso in relazione a uncontesto. Il pluralismo è l’ammissione dellamia contingenza, per cui io non ho ilmonopolio della verità né posso capirlatutta. Il pluralismo è la guarigione dall’as-solutizzazione, cioè dall’idolatria. E’ ilriconoscimento della relatività e della bel-lezza straordinaria di tutte le tradizioni,per cui ciascuno deve seguire il propriocammino.”

Un accenno, infine, ad un concetto cherichiede senz’altro approfondimento ulte-riore: l’Intuizione Cosmoteandrica.

Si tratta del centro dell’esperienza reli-giosa: una forma di esperienza della trini-tà, che sostanzia tutta la realtà: divina,umana e materiale, in una circolarità chetoglie ogni prevaricazione di un aspettosull’altro.

Uscire dall’assolutismo è anche supe-rare il monoteismo nel suo aspetto carica-turale e nella sua rigidità, facendo espe-rienza della trinità (Dio, Uomo, Cosmo).

Bibliografia: La nuova innocenza,Nuova stampa 1993; Il dialogo interreli-gioso, Cittadella; La pienezza dell’uomo:una cristofania (Milano 1999); I fonda-menti della democrazia (Roma 2000);Mito, fede ed ermeneutica (Milano 2000);L’incontro indispensabile: dialogo dellereligioni (Milano 2001).

Di prossima pubblicazione: Pace e in-terculturalità (Jaca Book)

A.G.

SCHEDE14

Page 15: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

8 maggio 2002

Ci sono persone nella vita che vorreb-bero essere lasciate in pace e quando siinnamorano vorrebbero sentirsi come pa-ladini, per questo scelgono solo principes-se. Naturalmente se non siete una princi-pessa, né tantomeno nobile, lasciate per-dere.

Bene. Dove lasciate voi comincio io.Con il mio spettacolare fiuto per l’uo-

mo sbagliato, avevo trovato un altro can-didato a “uomo della mia vita”.

Stavolta in biblioteca. Era uscito l’an-no prima con l’amica di un mio amico,ecc., ecc… così ero riuscita a scambiarecon lui qualche parola, e da quel momentoavevo cominciato a salutarlo dovunque ecomunque l’incontrassi e avevo continua-to pateticamente tutta l’estate.

Diciamo che avevo imparato i suoiorari a memoria e se sgarrava di qualcheminuto nel comparire cominciavo a suda-re freddo, sbirciavo la porta, andavo aprendere qualcosa da bere al distributoreautomatico.

Naturalmente da vera super-goffa qua-le sono, più cercavo di incrociarlo e piùsbagliavo le coincidenze.

Diciamo che sarei un ottimo ministrodei trasporti, se fossi una rondine migrereiverso l’inverno dell’Alaska da sola, vo-lando a pancia per aria mentre ascolto ilwalkman, incrociando tutte le rotte di volicharter del globo.

Quando arrivava, in quei 25 secondicirca in cui ci guardavamo negli occhi,dicendoci “ciao”…“ciao”, io concentra-vo tutto il mio sex-appeal, ma credo cheinvece di assomigliare a Meg Ryan (ladonna della sua vita) sembrassi decisa-mente più simile allo “Stregatto” di Alicenel paese delle meraviglie.

Culo largo, occhi spiritati e sorrisostampato.

Un giorno il mio amico (e non è unamico immaginario, giuro, lui esiste dav-vero), mosso a pietà, in quanto stavodando evidenti segni di squilibrio psichi-co, tipo parlare con le maniglie delle porteo arrivare puntuale tutti i giorni senzaperdere il treno nemmeno una mattina,decise di fare in modo di parlargli.

Da quel giorno, come un equilibrista sudi una corda tesa, il mio amico faceva ditutto per introdurmi nelle conversazioni,come due esperti cabarettisti lui mi daval’imbeccata ed io rispondevo, mancavasolo il colpo di batteria finale.

Magia, magia la cosa riusciva sempre,o quasi. Io lo vedevo già, novello cupido,ad officiare la nostra unione.

Non pensavo che si può essere gentilicon una persona, semplicemente perché èuna persona e non perché si vuole un figlioda lei.

Comunque non studiavo più, ma que-sta non è una novità, non dormivo più, nonmangiavo più, ed è allora che cominciaiveramente a preoccuparmi.

Decisi che se si fosse presentata l’occa-sione gli avrei detto quello che provavo.

Nel frattempo continuavo ad incon-trarlo in qualsiasi posto frequentassi enaturalmente lo abbordavo ogni volta.

La volta più clamorosa fu quando, sa-ranno state le due di notte, lo incontraidavanti ad un locale, in un mare di folla.

Io ero con amici ed uno di loro, in predaad un attacco di fame, stava mangiandol’unica cosa che era riuscito a procurarsiin un infimo bar lì vicino, in cui, quando ilpadrone era occupato, ti servivano diret-tamente le pantegane: una confezione dicanestrelli genovesi cosparsi di impalpa-bile zucchero a velo.

Io lo vidi avvicinarsi, il mio cuore acce-lerò i battiti, le distanze si accorciavano,cominciavo a respirare a fatica, era ad unmetro da me, sorrisi come il maggiordo-mo degli Addams (quando è allegro).

Mi sfiorò, salutandomi, per passaredall’altra parte ed io in quel momentopercepii, come se giungesse dallo spaziosiderale, la mia voce che diceva: “Ciao,vuoi un canestrello?”.

Ancora adesso mi chiedo perché inquel momento non sono esplosa.

Adesso graviterei nell’orbita terrestrein milioni di frammenti e sarei felice. Lui,rispondendomi (si sa, con i malati mentalibisogna sempre essere pacati e gentili),disse di no, ma che potevo portarglieli inbiblioteca il lunedì successivo.

Cosa fa una persona ragionevole allo-ra? Sorride e lascia perdere.

Cosa faccio io? Compro i canestrelli eglieli porto il lunedì successivo.

Credo si sia spaventato moltissimo.Ma non contenta di ciò, decido che èarrivato il momento di agire.

Una mattina con un pretesto lo accom-pagnai in mille commissioni e da lì a casa,o quasi.

Nel tragitto cominciai a parlare, ancoraadesso mi chiedo dove avevo trovato ilcoraggio e perché in quel momento laterra non si è aperta sotto i miei piediinghiottendomi, digerendomi e dandominuova vita sotto forma di humus per par-chi comunali.

Non lo so.Rivedo ancora adesso il suo profilo e la

sua espressione tra lo stupito e il divertito,penso trattenesse a stento le risate.

Ma lui è un nobile cavaliere, prima ditutto.

Lo sentii tentennare nel dare le rispo-ste, ma penso fosse difficile capire doveandare a parare con una che ti avevamanifestato i propri sentimenti esprimen-dosi come Dustin Hoffman in Rain Man.

Si espresse nel modo migliore possibi-le, non fu molto chiaro lo stesso, ma pensoche se lo fosse stato maggiormente neavrebbe risentito la mia autostima, è ancheun gentleman dopotutto.

Mi disse molte cose, la maggior partesenza senso… ma certe volte nella comu-nicazione, conta come una cosa si dice,non quello che si dice.

Non sono mai stata scaricata con piùtriste compunzione.

Tornando pensai, che magari era in unperiodo no, in cui non voleva legami… ecc.

Perché la mente umana si ostina a nonaccettare quello che è così evidente?Prima di lasciarlo mi ero fatta assicurareche no, non era per come io ero fuori…come se chiedendo al ladro di professione:”Tu rubi?” lui rispondesse : “No, coltivobambù, a scopo ornamentale”.

Ma… passò il tempo.Un giorno lo rividi, non era solo, scor-

tava una principessa, di nome e di fatto…Se fossi stata una strega cattiva li avreifulminati all’istante, ma no, io non sonouna strega cattiva.

Stream of Consciousness

Io e l’uomo dei canestrellidi Claudia Banani

Pubblicazioni di GEA:- “Individuo e Branco”- “Risorse e Creatività”- “Voluttà della disperazione”- “Amare è Tradire” - “Amore e Gelosia”- “Pragmatismo spirituale e Pensiero assoluto”- “L’Ignoranza secondaria”- “Microanalisi dei nostri rituali quotidiani”- “La psicoanalisi quale evoluzione della coscienza cristica”a cura di Ada Cortese

- “Pensiero e Presenza, Estasi e Panico”a cura di Agnese Galotti

Acquistabili presso GEA

- “Alle soglie dell’infinito” , e.i.p.di Mario Mencarini e Giorgia Moretti

- “L’Essere Vero”, e.i.p.- “C.Gustav Jung: Un pensiero in divenire”, Garzanti di Silvia Montefoschi

- “L’agnello e la scure”, F.Angeli- “La malattia istituzionale dei gruppi di lavoropsichiatrici” , F.Angelidi Giandomenico Montinari

INVITO ALLA LETTURA

C.B.

15

Page 16: IndividuazioneIndividuazione Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA Sped. A.P. Comma 20/c - Art. 2 - Legge 549/95- GE- Reg.Trib.di

IndividuazioneTrimestrale di psicologia analitica

e filosofia sperimentale

Sped. A.P. Comma 27- Art. 2 - Legge 549/95 - Genova

Registrazione del Tribunale di Genovan. 31/92 del 29 Luglio 1992

Stampato in proprio.

Organo dell'Associazione GEA Via Palestro 19/8 - 16122 GenovaTel (010) 8391814 - (010) 888822

E mail: [email protected]://www.geagea.com

Anno 11, Numero 2 - Giugno 2002

Direttore responsabile: Dott. Ada CorteseRedazione: C.Allegretti, C. Banani, P.Cogorno, S.Figuccia,

A.Galotti, C.Manfredi, L.Marsano, L.Ottonello,M.Quaglia, V.Sarti, T.Tommasi, A.Toniutti.

La segreteria è aperta tutti i giornidalle ore 10 alle ore 18 dal lunedì al venerdì.

L’ASSOCIAZIONE

G.E.A. significa Gruppi EvolutiviAutocentrati. L’Associazione vienefondata a Genova nel 1988 da un gruppodi psicoanalisti di formazione junghianaprovenienti dal “Laboratorio RicercheEvolutive” di Silvia Montefoschi.

L’obiettivo è quello di approfondire,nella riflessione teorica e nella prassiterapeutica, un approccio psicoanaliticoevolutivo.

Psicoanalisi Dialettica

L’Associazione si costituisce come cen-tro di cura e di ricerca per sviluppare edivulgare il proprio metodo. Esso mette inevidenza e valorizza la possibilità di af-fiancare al lavoro analitico individualel’analisi di gruppo.

Dalla sintesi di questi due momentinasce la specificità del nostro metodo: laPsicoanalisi Dialettica.

Metodo

Il gruppo costituisce un campione del-la realtà quotidiana e permette ai parteci-panti, attraverso l’elaborazione dei vissu-ti e delle problematiche emergenti, diottenere notevoli miglioramenti nella ca-pacità di relazione con se stessi e con glialtri, verificabili nella “vita di tutti i gior-ni”.

Tale metodo favorisce il raggiungi-mento di risultati concreti in tempi asso-lutamente ragionevoli: così la psicoanali-si, da “accessorio di lusso per pochi”diventa efficace strumento di trasforma-zione e di benessere finalmente accessibi-le a tutti.

ATTIVITÀ PROFESSIONALI

* Psicoanalisi individuale

* Psicoanalisi di gruppo

* Psicoterapie brevi

* Counseling

* Psicoterapia della famiglia

* Supervisioni di équipe

* Gruppi Armonizzazione Lavoro

* Profilo psico-diagnostico

della personalità

Accessibilità

Il setting di gruppo consente a piùpersone di lavorare contemporaneamen-te ed in modo sinergico, con la presenza diuno o due psicoanalisti.

Tale contesto favorisce una velocizza-zione del lavoro grazie all’analisi, in tem-po reale, delle dinamiche relazionali inatto nel “qui ed ora”.

Efficacia

Nel contesto di gruppo emerge il mododi ciascuno di relazionarsi agli altri: irapporti interpersonali non vengono piùsolo “raccontati” all’analista ma speri-mentati direttamente dai partecipanti nelgruppo stesso.

Quest’esperienza aiuta a consapevoliz-zare ed elaborare le principali problemati-che relazionali di ciascuno, favorisce l’ac-quisizione di una capacità critica e mira adattivare ed integrare la funzione riflessiva el’intelligenza emotiva del corpo.

ATTIVITÀ CULTURALI

L'Associazione ha tra i suoi obiettivistatutari la diffusione del pensiero psico-analitico umanistico e dialettico secondola teoria ed il metodo GEA.

A tal fine promuove varie iniziativeculturali:

* Pubblicazione e distribuzione

del trimestrale “Individuazione”,

organo ufficiale dell’Associa-

zione

* Pubblicazione in proprio di mo-

nografie e dispense

* Cicli di conferenze tematizzate

aperte al pubblico

* Seminari e Convegni

* Maratone psicologiche

* Corsi periodici e monografici* Corsi trimestrali di aggiornamen-

to per psicoanalisti, psicologi,educatori, insegnanti, medici edoperatori socio-sanitari, operatori aziendali

Formazione

Corso di formazione psicoanalitica perTrainer di Gruppi GEA.

Il programma è rivolto a psicologi epsicoterapeuti ad orientamento psicoa-nalitico e a professionisti dell'area umani-stica.

http://www.geagea.com - e mail: [email protected]

Psicologia Analitica Filosofia Sperimentale

16