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www.cittadellasperanza.org 1 numero 5 - anno 1 dicembre 2003 Spedizione in a.p. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 DCI Padova Mensile della Fondazione Città della Speranza IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE Nuovi amici e un augurio di pace nel nostro bilancio di FRANCESCO PATANÈ Sabato 29 novembre il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ha visitato a Padova, invitato dall’amico imprendi- tore Vittorio Tabacchi, la Fondazione Città della Speranza - Clinica di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera. Un momento d’incontro che è anda- to oltre il protocollo delle visite ministe- riali: prima che mi- nistro, Sirchia è un medico che conosce la sofferenza, il valore della speranza, di un sorriso, di una stretta di mano o semplice- mente della presenza. Non ha voluto nes- suno al seguito nella sua visita al reparto, ha chiesto espres- samente di incontrare i bambini uno ad uno, per allontanare anche il minimo rischio di strumentalizzazioni. Un trib- uto ai medici che dedicano da anni le loro energie per guarire centinaia di bambini affetti da malattie oncoema- tologiche. E piace pensare che per mezz’ora il ministro-professore abbia indossato il camice e “fatto il giro”, lasciandosi alle spalle la fatica e i con- trasti della gestione politica sanitaria. Per una volta, sindaci, assessori, rettori e direttori sanitari sono rimasti fuori, l’hanno aspettato al di qua della linea che separa la sostanza dalla forma. “I bisogni dei malati si capiscono soltanto vivendo la loro realtà, non restando dietro una scrivania”, ha commentato poi in un breve incontro con i genitori, le autorità e i giornalisti. E ha aggiunto: “La Città della Speranza è il miglior esempio di quanti risultati si possono ottenere con la partecipazione del tes- suto sociale alla ricerca e alla cura dei bambini affetti da queste malattie”. Se da una parte nelle parole del ministro c’è la lode alla Città della Speranza e al modello di cooperazione fra realtà imprenditori- ale e le risorse sani- tarie locali, dall’altra si avverte un moni- to: “Soltanto taglian- do i rami secchi della sanità italia- na possiamo fare in modo che realtà come questa pos- sano continuare il loro cammino. Noi siamo alla ricerca in tutta Italia di avanguardie come la Città della Speranza, vogliamo inserirle in gruppi ad alto profilo e per questo abbiamo già finanziato un progetto che ci consenta di lavorare insieme”. Un motivo di fiducia in più per i molti genitori che vivono il peso di malattie lunghe e dolorose. “A loro dico che se si continuerà a fare eccellenza nella ricerca e nella cura i tempi delle guari- gioni non possono che abbreviarsi”. di FRANCO MASELLO* Il Natale 2003 arriva sotto il segno della Speranza. Per la nostra missione, per il nostro impegno, per i nostri bambini. E come sempre per i pro- gressi della scienza alla quale chiediamo tanto, e dalla quale tanto ci attendiamo. E’ un momento di riflessione: perché i giorni corrono sul calendario, e un altro anno sta per finire. E’ stato, per la Fondazione, un anno importante, che ha saputo premiare nei risultati l’impegno di tanti, e che ci ha dato nuova forza e stimoli per altri progetti. La Fondazione Città della Speranza ha fatto della trasparenza, fin dall’inizio, uno dei suoi punti di forza. E allora oggi ci fa piacere dire a tutti coloro che ci hanno sostenuto che quanto è stato fatto ha trovato anche nuove e importanti destinazioni. Abbiamo raccolto molti contributi; questo ci ha permesso di portare a compimento tutto ciò che ci eravamo prefissi per il 2003, sia sul fronte dell’assistenza che su quello, per noi fondamentale, della ricerca. (segue a pagina 2) La visita del ministro della Salute Sirchia in reparto: l’incontro con i bambini, l’annuncio di un progetto In corsia un dottore molto speciale Girolamo Sirchia con Vittorio Tabacchi, la consegna del simbolico mattone da parte di Franco Masello

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numero 5 - anno 1dicembre 2003

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Mensile della Fondazione Città della Speranza

IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE

Nuovi amici e un augurio di pace nel nostro bilancio

di FRANCESCO PATANÈSabato 29 novembre il ministro della

Salute, Girolamo Sirchia, ha visitato a Padova, invitato dall’amico imprendi-tore Vittorio Tabacchi, la Fondazione Città della Speranza - Clinica di O n c o e m a t o l o g i a Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera. Un momento d’incontro che è anda-to oltre il protocollo delle visite ministe-riali: prima che mi-nistro, Sirchia è un medico che conosce la sofferenza, il valore della speranza, di un sorriso, di una stretta di mano o semplice-mente della presenza. Non ha voluto nes-suno al seguito nella sua visita al reparto, ha chiesto espres-samente di incontrare i bambini uno ad uno, per allontanare anche il minimo rischio di strumentalizzazioni. Un trib-uto ai medici che dedicano da anni le loro energie per guarire centinaia di bambini affetti da malattie oncoema-tologiche. E piace pensare che per mezz’ora il ministro-professore abbia

indossato il camice e “fatto il giro”, lasciandosi alle spalle la fatica e i con-trasti della gestione politica sanitaria.

Per una volta, sindaci, assessori, rettori e direttori sanitari sono rimasti fuori, l’hanno aspettato al di qua della linea

che separa la sostanza dalla forma. “I bisogni dei malati si capiscono soltanto vivendo la loro realtà, non restando dietro una scrivania”, ha commentato poi in un breve incontro con i genitori, le autorità e i giornalisti. E ha aggiunto: “La Città della Speranza è il miglior esempio di quanti risultati si possono ottenere con la partecipazione del tes-

suto sociale alla ricerca e alla cura dei bambini affetti da queste malattie”.

Se da una parte nelle parole del ministro c’è la lode alla Città della Speranza e al modello di cooperazione fra realtà imprenditori-

ale e le risorse sani-tarie locali, dall’altra si avverte un moni-to: “Soltanto taglian-do i rami secchi della sanità italia-na possiamo fare in modo che realtà come questa pos-sano continuare il loro cammino. Noi siamo alla ricerca in tutta Italia di avanguardie come la Città della Speranza, vogliamo inserirle in gruppi

ad alto profilo e per questo abbiamo già finanziato un progetto che ci consenta di lavorare insieme”.

Un motivo di fiducia in più per i molti genitori che vivono il peso di malattie lunghe e dolorose. “A loro dico che se si continuerà a fare eccellenza nella ricerca e nella cura i tempi delle guari-gioni non possono che abbreviarsi”.

di FRANCO MASELLO*Il Natale 2003 arriva sotto il segno

della Speranza. Per la nostra missione, per il nostro impegno, per i nostri bambini. E come sempre per i pro-gressi della scienza alla quale chiediamo tanto, e dalla quale tanto ci attendiamo.

E’ un momento di riflessione: perché i giorni corrono sul calendario, e un altro anno sta per finire. E’ stato, per la Fondazione, un anno importante, che ha saputo premiare nei risultati l’impegno di tanti, e che ci ha dato nuova forza e stimoli per altri progetti.

La Fondazione Città della Speranza ha fatto della trasparenza, fin dall’inizio, uno dei suoi punti di forza. E allora oggi

ci fa piacere dire a tutti coloro che ci hanno sostenuto che quanto è stato fatto ha trovato anche nuove e importanti destinazioni. Abbiamo raccolto molti contributi; questo ci ha permesso di portare a compimento tutto ciò che ci eravamo prefissi per il 2003, sia sul fronte dell’assistenza che su quello, per noi fondamentale, della ricerca.

(segue a pagina 2)

La visita del ministro della Salute Sirchia in reparto: l’incontro con i bambini, l’annuncio di un progetto

In corsia un dottore molto speciale

Girolamo Sirchia con Vittorio Tabacchi, la consegna del simbolico mattone da parte di Franco Masello

DALLA PRIMA PAGINA

Nuovi amici ...

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“Unire le forze è la cosa giusta”L’Assindustria di Vicenza approva un finanziamento

Parte da lontano l’impegno dell’Associazione Industriali di Vicenza per la Fondazione Città della Speranza. Le sue radici affondano in una società che oggi è industriale ma appena due generazioni fa era contadina. Assieme a tanti valori, i padri hanno trasmesso per via genetica ai figli anche questo: darsi agli altri, in concreta soli-darietà. Più opere che parole. A quel tempo, quando la cultura era poca; e ancora più oggi, con un livello culturale che è riconosciuto tra i più elevati d’Italia anche per la qualità degli stru-menti formativi. Lo spiega bene Massimo Calearo, presi-dente dell’Associazione Industriali di Vicenza. Giunta e consiglio direttivo, nel 2003, hanno approvato la sua proposta e 50 mila euro sono arrivati alla Fondazione Città della Speranza. Saranno destinati in larga parte al profilo assistenziale della nuova iniziativa avviata all’ospedale di Vicenza. “Un contributo che ci ha visti tutti concordi e che dimostra ancora una volta che i valori e l’impegno di questa Fondazione non hanno confini”.

Assindustria di Vicenza è da sempre attenta al sociale, ma non ama quelli che Calearo definisce “interventi a piog-

gia”: “E’ giusto sapere dove e come si interviene, e perché. Quello che a noi ha convinto soprattutto, nel caso della Città della Speranza, è la ricerca. E’ in questo infatti che si possono cogliere il segno e la volontà di progresso. Questa

Fondazione ha fatto e fa cose straordinarie, è la solidarietà riletta con mentalità imprendito-riale, per cui si stabi-lisce un piano d’azione e poi si persegue l’obiettivo”. Vicenza è tra le province italiane dove maggiore è il tasso di impegno nel volonta-riato; recenti scelte strategiche in campo imprenditoriale dimo-strano che i messaggi trasmessi dalla terra non sono andati per-duti: “Abbiamo avvia-to, primi in Europa, un

piano di delocalizzazione in Slovacchia per un trasferimento di piccole e medie industrie in filiera, per creare un humus nel quale gettare il seme di un futuro migliore per quelle popolazioni”.

Una filosofia imprenditoriale e umana che si concretizza, nel caso della Città della Speranza, con un aiuto veramente importante. Che, su questo punto Massimo Calearo non ha dubbi, è dedicato “alla ricerca, al progresso, ai bambini”.

Perseguiamo l’obiettivo di investire in salute e in ricerca. Ed è per questo che siamo riusciti a raggiungere anche due obiettivi non previsti, dei quali siamo particolarmente fieri. Alla Pediatria dell’Ospedale di Belluno la Fondazione ha donato due audiometri, strumenti per la misurazione dell’udito che con-sentiranno la diagnosi precoce della sordità infantile. Alla Cardiochirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova, diretta dal professor Giovanni Stellin, e all’associazione “Un cuore, un mondo” abbiamo potuto invece finan-ziare una borsa di studio che porterà in Colombia per un anno un medico specializzando dell’Università di Padova.

Ora per la Fondazione si aprono nuove sfide, che vogliamo affrontare certi che la risposta sarà ancora una volta all’altezza. Guardiamo all’Europa e lo facciamo senza timori. La Città della Speranza ha saputo diventare in pochi anni un polo di riferimento nazionale per il trattamento e per la ricerca delle patologie e oncoemato-logiche pediatriche. Oggi si propone all’Europa, forte del suo patrimonio di esperienza scientifica, professionale, umana.

E’ un passaggio fondamentale, non possiamo e non vogliamo perderlo: credo di poter dire che la Fondazione avrà la capacità e la maturità per compierlo.

Questo è anche il momento degli auguri. Vorremmo che il Natale 2003 portasse serenità ai bambini del nostro e di ogni ospedale, e alle loro famiglie. Auguri agli operatori, ai ricercatori, a tutti coloro che in ogni modo hanno sostenuto la Fondazione, dai soci fonda-tori a ogni singolo che ci è stato vicino.

E sul finire di questo 2003, vogliamo anche coltivare una Speranza più vasta, che guarda al di là dei confini e spera in un futuro di pace. Possiamo cercare di costruirlo: lo dobbiamo a tutti i bambini. Mettiamoci un pezzo di cuore, qualcosa cambierà.

Franco Masello*presidente Fondazione Città della Speranza

La parete colorata neIl’ingresso del reparto di Pediatria all’ospedale San Bortolo di Vicenza

Massimo Calearo

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Ancora qualche settimana e un pezzo di Città della Speranza comincerà a pul-sare nel reparto di Pediatria dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. Ufficialmente si chiama “Progetto per lo sviluppo dell’attività di ematooncologia pediatrica dell’ospedale San Bortolo di Vicenza”. Un’idea sviluppata e sostenuta dal pri-mario del reparto vicentino, il profes-sor Paolo Colleselli, per 15 anni aiuto del professor Luigi Zanesco a Padova, che diventerà realtà il prossimo gen-naio quando partirà la collaborazione fra la Città della Speranza di Padova e il reparto del San Bortolo.

“Non è un embrione o una succursale della Città della Speranza - sottolinea Paolo Colleselli - Voglio incentivare un’attività che già facciamo. Con la struttura del professor Zanesco c’è un contatto stretto per venire incontro alle esigenze dei piccoli pazienti. Nasco come suo allievo e porto avanti questa missione ovunque vado, nel segno della massima collaborazione. L’idea è quella di creare una rete regionale che abbia come punto di riferimento il Centro di Padova, ma che allo stesso tempo aiuti i bambini malati e le famiglie a sopportare la minor quantità possibile di disagi durante i lunghi tempi delle terapie”.

Su una popolazione di circa 600 mila abitanti, nella provincia di Vicenza è infatti possibile prevedere che ogni anno si ammalino di malattie ematoon-cologiche dai 15 ai 20 bambini e che l’80% di questi sia destinato a guarire se inserito in programmi di cura validati. “Dopo la prima impostazione diagnostico-terapeutica nel Centro di riferimento regionale di Padova, i pic-coli pazienti hanno poi bisogno di fre-quenti accessi ospedalieri per controlli e cure, con grave impegno per le famiglie in caso di lunghi tragitti - spiega il primario dell’ospedale vicentino - Per questo sono convinto che la Pediatria del San Bortolo possa essere un aiuto in più alle famiglie. La nuova sede ha la disponibilità di spazi dedicati per l’attività di degenza in camera singola, per il day-hospital, per i servizi e per la consulenza di altri reparti specialistici. Senza contare la scuola elementare che funziona all’interno del reparto e la guardia pediatrica per tutti gli interventi

di pronto soccorso”. Nel concreto, l’attività del reparto

del professor Colleselli sarà esclusi-vamente di assistenza specifica ai bam-bini malati che gravitano nell’area vi-centina, mentre i protocolli di cura vali-dati saranno dettati dal Centro regionale di Padova. “A questa attività si dedicherà prevalentemente un team formato da tre medici pediatri esperti, uno psi-cologo, un anestesista e quattro

infermiere professionali”. Tutto questo avverrà grazie all’appoggio della Fondazione Città della Speranza, sia umano che economico. Il primo passo è l’allestimento di un ambulatorio spe-cifico per questo genere di malattie. “E’ una Fondazione che ha il grande merito di dare un sostegno importante e continuo sia alla cura che alla ricerca per queste delicate patologie”.

F.P.

Il professor Paolo Colleselliprimario di Pediatriaal San Bortolo di VIcenzaSopra, immaginidel repartoe in bassoancora il primario con i suoicolalboratori(Foto G.M.)

Attivato un nuovo reparto per l’assistenza all’ospedale San Bortolo

La terapia più vicina a casa

IL BACINO D’UTENZADELLA PROVINCIA VICENTINA

600

I LETTI DELLA PEDIATRIA AL SAN BORTOLO

I COMPONENTI DEL TEAM PER IL PROGETTO

26

9

I NUMERI

mila

E’ un’iniziativa solidale quella realizzata da Cafè Lounge by Zanellato di via dei Fabbri, nel cuore di Padova in collaborazione con la Confesercenti:

“Buongiorno Speranza!!” è il titolo scelto per l’iniziativa che Mauro Marini, giovane titolare del bar, ha deciso con i suoi soci di promuovere a favore della Città della

Speranza. Tutte le mattine, fino a sabato 20 dicembre, l’incasso delle colazioni consumate tra le 8 e le 9 sarà interamente devoluto alla Fondazione per sostenere

l’attività di ricerca scientifica contro le malattie neoplastiche infantili.

GLI APPUNTAMENTI

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La seconda edizione del Cantastorie: autori celebri in un mondo di fiaba

Per sognare con le favole

Martedì 16 dicembre, alle 20.30, al Teatro Comunale di Thiene viene presentato “Cantastorie 2”, la seconda edizione del libro di favole per bambini e adulti della Fondazione Città della Speranza. L’opera raccoglie brevi racconti scritti da celebri autori contemporanei: Bepi De Marzi, Ferdinando Camon, Gabriella Bertelle, Gian Domenico Mazzolato, Laura Novello, Laura Simeoni, Natalina Zanotto, Patrizio Rigoni, Valeria Salasso, che hanno regalato la loro creatività per costruire un mondo di fiaba. Un libro di nutrimento per l’immaginario di bambini e adulti proprio per le caratteristiche dei vari racconti e per come

i lettori di ogni età possono lasciar libera la fantasia. Questo volume, come il precedente, farà riscoprire a genitori e bimbi il piacere di una fiaba letta insieme.

La prima edizione di “Cantastorie”, che ha avuto una tiratura di cinquemila copie, è andata esaurita in pochi giorni; per questa edizione, prodotta in seimila copie, ci si attende il medesimo risultato. Il libro si potrà trovare nella sede della Fondazione in via Pasubio, 17 a Malo (Vicenza) oppure ordinare sempre alla sede telefonando al numero 0445-595330. Il ricavato sarà devo-luto per intero alla “Città della Speranza”.

CASTELFRANCO E DINTORNI

Una cena, un libro, un mercatinoIl 22 novembre l’hotel Antica Postumia di

Vedelago (Treviso) ha visto riuniti soci e amici della Città della Speranza per una cena benefica. Raccolti 23.180 euro. Ai partecipanti un omaggio floreale del centro commerciale I Giardini del Sole. Numerose le iniziative a

Castelfanco: dal 6 all’8 e dal 19 al 24 dicembre mercatino di Natale ai Giardini del Sole, il 18 al Day hospital arriva il Babbo Natale di Iper-kinder. E’ possibile infine avere il libro “Sulle ali di un angelo”, di Ingrid Bortot, in cambio di un contributo per la Fondazione

> 6, 7 e 8 dicembre. Vendita di stelle di Natale per la Città della Speranza: chiese del S. Cuore e S. Lorenzo di Abano; Duomo di Montegrotto; Chiesa di Turri (Pd); Chiesa di Mezzavia (Pd); centri commerciali e iper Aliper e Ca’ Grande di Abano, Ipercity di Albignasego (Pd), Famila di Due Carrare (Pd) e Metro di Sarmeola (Pd). Tris Car Club di Arzignano promuove una raccol-ta fondi con le stelle di Natale.

> 6, 7 e 8 dicembre. In vendita il calendario nato dalla collabo-razione tra il 2° Reparto mobile della Polizia di Stato e il Ferrari Club di Abano Terme. Parte del contributo è per la Città della Speranza.

> 14 dicembre. Palazzetto dello sport di Abano: secondo stage di arti marziali organizza-to con la scuola Sen Shin Kai sistema Goju Kenpo. Parte della quota di partecipazione va alla Città della Speranza.

> 13 /14 e 20/21 dicem-bre. “Thiene Natale di Fiaba”: più di 200 per-sonaggi delle fiabe, luci, colori, bancarelle, chio-schi in cui si mercanteg-gia con il “Baiocco”, moneta ufficiale della manifestazione. Il rica-vato è per la Città della Speranza.

> 30 gennaio. Nel Centro sport Palladio

di Vicenza: Vittorio Matteucci, dal musical

“Notre Dame de Paris”, e U.s.band in concerto per la

Città della Speranza.

BAR ZANELLATO

Un caffè per la Speranza

Trova i loghi in vetrina

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Da Safilo, Gatto Astucci e Rotografica un’idea piena di colori dedicata a tutti i bambini

Occhiali per vedere un sorrisoUno dei pannelli

scelti da Alessandro

e Lorenza Galeazzo

per il negozio

in Riviera

Ponti Romani

a Padova

Il negozio di abbigliamento Galeazzo, in Riviera dei Ponti Romani a Padova, presenta vetrine dedicate alla Città della Speranza. Ogni quadro è allestito con pannelli retroillumi-nati e disegni di favole di Natale nelle quali è stato inserito in pic-coli particolari il logo della Città

della Speranza. Inoltre tutti i pac-chetti regalo confezionati avran-no un adesivo della Fondazione a testimonianza della volontà di Alessandro e Lorenza Galeazzo di destinare una parte del rica-vato delle vendite del periodo natalizio all’attività di ricerca della Città della Speranza.

In occasione del Natale, Safilo Group, Gatto Astucci e Rotografica hanno unito le forze per sostenere l’obiettivo della Fondazione Città della Speranza: incrementare la ricerca scientifica contro le leucemie infantili per sconfig-gere completamente le malattie oncoematologiche.

Capacità, esperienza e condivisione di ideali hanno fatto sì che potesse nascere questa collaborazione. Cinquemila paia di occhiali da sole per bambini confezionati in astucci dai colori allegri e personalizzati con il logo della Città della Speranza, saranno distribuiti a tutti i bambini ricoverati nella Clinica di Oncoematologia pediatrica di Padova e saranno a disposizione presso la sede della Fondazione in cambio di un contributo. L’augurio delle tre aziende è che questo loro impegno possa portare un sorriso a tutti i bambini.

Il Gruppo Safilo è leader nell’occhialeria di lusso e ai vertici mondiali nel settore dell’occhialeria da vista, da sole, moda e per lo sport. La Gatto Astucci, azienda fondata nel 1937, è tra i leader mondiali nel settore astucci per occhiali. Rotografica, azienda padovana, svolge attività di litografia-cartotecnica con una consolidata esperienza e un impeccabile servizio al cliente.

SEC SERVIZI

Un fiocco solidale sotto l’albero

Queste aziende hanno scelto i biglietti d’auguri della Città della Speranza: Agenzia Abaco, Agosti Arredamento, Azienda Padova Servizi, Bio Sport, Annamaria Botticelli, Brunello Lattoniere, Ceramica Cecchetto, Cima, Cogenia Consulting, Cosmec, De

Facci, Deroma, Ecam, El System, Elettrica Pizzato, Elettroservice, Eurograf, Euromop, F.B. Arredamenti, Felas, Ferracin Confezioni, Fraccaro Off. Termotecnica, Guerra, J.t.a., Legnopan, Lo. Ma. Costruzioni Mecc., Off. Mecc. Carlassara, Pastificio Mondin,

Pernigotto Antonio, Pmt, Primach, Ras Bank, Ri. Cert. Certificazione Materiali-Roman Impianti Termoidraulici, Sacme, Safigraf, Salix, Sideco, Secprint, Sec Servizi, Snapdragon, Studio 21, Ti.Fs, Giuseppe Uderzo, Valleortigara, Zaccaria.

Buon Natale: con i vostri auguri, con i nostri auguri

L’azienda padovana Sec Servizi ha deci-so di fare un regalo di Natale un po’ parti-colare: devolvere alla Città della Speranza i fondi destinati alle strenne natalizie e sceg-liendo le tazze della Fondazione. Infatti, come afferma il presidente di Sec, Samuele Sorato, “sostenere la Città della Speranza è espressione della volontà di accrescere la sensibilizzazione e l’interiorizzazione di problematiche di interesse sociale. I

bambini sono l’essenza del Natale, pensare anche a loro ci è sembrato il modo più autentico per trasformare il valore della solidarietà nel dono più grande che si possa ricevere: la vita”. La speranza si alimenta grazie ai progressi della ricerca scientifica: ”Sostenere un progetto di solidarietà - continua Sorato - aiuta a diffondere la convinzione che molto può essere fatto.

Come recita il motto della Fondazione, senza sostegno si ferma la ricerca e senza la ricerca si ferma la speranza”.

Le tazze con il logo della Città e Samuele Sorato di Sec

Stefano se n’è andato una mattina di ottobre. Aveva 13 anni. Il destino non gli aveva riservato una vita facile, eppure fino all’ultimo ha trovato in sé la forza del sorriso.

La storia di Stefano Bombonato ha commosso tutta Padova; colpito da una malattia rarissima e crudele, è stato seguito per anni dalla Città della Speranza. E alla Fondazione Roberto e Lucia, i suoi genitori, hanno voluto dedicare la concreta testimonianza di affetto che tanti amici hanno riserva-to al loro adorato figlio, nell’ultimo saluto. Ne è uscito un contributo concreto,una donazione, così come Stefano avrebbe voluto.

RICORDO DI UN RAGAZZINO CORAGGIOSO

L’ultimo regalo di StefanoL’AGENDA

Numerose richieste arrivano alla nos-tra e-mail. Franca, Valeria, Roberta e molti altri ci chiedono come si fa a diventare volontari per la Città della Speranza.

Il percorso formativo comincia con un colloquio con la responsabile dei volontari di questo reparto, Lucia Terrin (informazioni tutti i martedì pomeriggio dalle 14.30 alle 17; telefo-no 049-8213535), poi inizia un mese di prova durante il quale ci si può realmente rendere conto dell’impegno richiesto.

Ai volontari è richiesta disponibilità di presenza per quattro ore settimanali per almeno un anno.

Fare i volontari

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Sviluppi sulle staminali, uno studio sui villi coriali, le pubblicazioni

I progressi della ricercaIl 2003 ha visto impegnati sul fronte

della ricerca nel campo della oncoema-tologia studiosi delle principali strut-ture in tutti i Paesi. In molti laboratori si sono studiate teniche e strategie per sconfiggere la malattia in tutte le sue differenti manifestazioni.

Tra le scoperte importanti nel campo delle leucemie in questi ultimi mesi, è sicuramente da sottolineare un lavo-ro pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Medicine da un gruppo di ricer-catori dell’Università di Toronto coor-dinati da John Dick: avrebbero dimos-trato che anche nella leucemia esistono delle cellule staminali dalle quali ori-gina la maggior parte delle cellule leucemiche. Questo sistema di orga-nizzazione, che è stato recentemente dimostrato, oltre a far compiere un passo enorme nella comprensione del meccanismo di sviluppo della malattia, in grado di rivoluzionare l’approccio terapeutico dato che il target potrebbe essere direzionato solamente verso queste cellule immature da cui prendo-no origine tutte le altre cellule malate.

Applicando una terapia più mirata si potrebbero infatti aumentare le possi-bilità terapeutiche, riducendo nel con-tempo gli effetti collaterali.

Il gruppo di studio di Padova ha isolato linee di cellule staminali umane da liquido amniotico e villi coriali. Le linee sono state espanse e da queste si

è ritusciti a differenziarle in alcune linee cellulari quali quelle ossee, adipocitaria e muscolare. I risultati sono stati verifi-cati a livello fenotipico e molecolare. Le cellule isolate sono inoltre state iniet-tate, in collaborazione con il gruppo della professoressa Marina Cavazzana-

Calvo attivo presso l’istituto Necker, in topi immunodeficienti per valutare le loro potenzialità di differenziazione di tipo ematopoietico.

Infine il punto sulle pubblicazioni.In Support Care Cancer (settembre

2003): “Voriconazole for invasive aspergillosis in oncohematological patients: a single-center pediatric expe-rience” (trattamento dell’aspergillosi invasiva con voriconazolo nei pazienti

oncoematologici: l’esperienza di un singolo centro pediatrico). Di S. Cesaro, L. Strugo, R. Alaggio, G. Cecchetto, L. Rigobello, M. Pillon, R. Cusinato, L. Zanesco.

In Bone Marrow Trasplantation (2003 32, 925-931): “Incidence and treat-ment of hemorrhagic cystitis in chil-dren given hematopoietic stem cell traspalntation: a survey from the Italian association of pediatric hematology oncology-bone marrow trasplantation group” (incidenza e trattamento della cistite emorragica nei bambini sot-toposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche) di S. Cesaro, A. Brugiolo, C. Uderzo, R. Rondelli, C. Favre, M. Zecca, G. Garetto, G. Didi, M. Pillon, C. Messina, L. Zanesco, A. Pession, e F. Locatelli.

In Hematologica/Journal of Hematology (vol. 88-11 novembre 2003): “Expression of CD58 in normal, regenerating and leukemis bone marrow B cell: implications for the detection of minimal residual disease in acute lym-phocytic leukemia” (studio del diverso profilo di espressione dell’antigene cd58 nelle cellule normali, rigeneranti e bla-stiche del midollo osseo nelle LLA tipo B allo scopo di utilizzarlo come marca-tore nello studio della malattia residua) di M. Veltroni, L. De Zen, M. C. Sanzari, O. Maglia, M. N. Dworzak, R.Ratei, A. Biondi, G. Basso, G. Gaipa.

Una molecola da inattivareL’interesse internazionale per il progetto padovano

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DI PAOLO DE COPPIIl laboratorio di biologia dei tumori

solidi della clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova ha come obiettivi principali la diagnostica molecolare e lo studio biologico dei linfomi e dei sarco-mi del bambino. Oltre a valu-tare le caratteristiche genetiche di questi tumori, la maggior attività è rivolta allo studio della malattia minima midol-lare, per comprendere il signifi-cato dell’infiltrazione tumorale a livello del midollo osseo.Queste attività si collocano all’interno dei protocolli dell’Associazione Italiana di Emato-oncologia Pediatrica. Alcuni degli studi biologici condotti presso il laboratorio del dottor Angelo Rosolen hanno implicazioni dirette per quanto riguarda la diagnosi moleco-lare di questi tumori e sono parte inte-grante dei protocolli clinici più recenti. Questa è la loro idea di ricerca: fare ciò che può essere trasferito dal laboratorio al paziente nel minor tempo possibile. Dal 1994 presso il laboratorio c’è la banca biologica dei linfomi e dei sarcomi, punto di riferimento per tutti i Centri di Oncologia Pediatrica italiani.

Parte dello studio biologico dei linfomi è stato condotto nell’ambito del progetto “I linfomi non-Hodgkin’s del bambino” finanziato dalla Fondazione Città della Speranza che si è appena concluso. Ha permesso di dimostrare la rilevanza della disseminazione di cellule linfomatose nel midollo osseo e l’importanza di alcune anomalie genetiche di un sottogruppo di linfomi a grandi cellule. Parallelamente è iniziato uno studio di alcuni nuovi composti con attività antitumorale da utilizzare come farmaci anti-linfoma, la cui caratteristica è l’azione basata su mec-canismi non tradizionali.

I risultati del progetto finanziato dalla Fondazione Città della Speranza sui lin-fomi hanno permesso di attivare una successiva fase di studio con la nuova tecnologia dei microarrays.

Una parte dell’attività del laboratorio riguarda i sarcomi delle parti molli. L’attività si è gradualmente ampliata fino a coordinare l’attività biologica per i pro-tocolli del gruppo europeo per lo studio e il trattamento dei sarcomi pediatrici.

L’impegno della Fondazione si è rin-

novato con il finanziamento di un nuovo progetto nell’ambito del rabdomiosar-coma, tumore maligno di origine mus-colare che si presenta in due sottotipi principali: embrionale e alveolare. Il pro-getto “Studio di espressione e funzione

delle catenine nel rabdomi-osarcoma” si propone di valu-tare alcune variabili biolog-iche di questo tumore, con particolare riguardo alle caratteristiche di invasività e di aggressività. Le catenine, le cui forme principali sono la catenina beta e la catenina gamma, rappresentano delle molecole strutturali della cellu-la. Esse sono state descritte in molti tipi di tumore, incluso il

carcinoma del colon nel quale l’espressione della beta-catenina è una caratteristica biologica importante. Le cellule di carci-noma del colon infatti contengono spesso una quantità aumentata di beta-catenina, la quale si localizza in aree anomale della cellula, incluso il nucleo, da dove è in grado di interferire con molte funzioni cellulari. Questo provoca una accelerata e incontrollata proliferazione della cel-lula, che rappresenta una delle carat-teristiche che fanno di una cellula una cel-

lula maligna. La gamma catenina invece ha delle attività antitumorali. Nonostante l’espressione delle catenine sia stata descrit-ta in molti tumori solidi dell’adulto, non è noto quale ruolo abbia nei tumori pediatrici. Il progetto di ricerca parte proprio da una osservazione preliminare del loro gruppo che indica che la beta catenina è espressa in tutti i rabdomi-osarcomi, mentre la gamma catenina è espressa solo in una parte. Lo scopo quindi è di valutare se le catenine sono espresse in modo normale o alterato nei vari tipi di rabdomiosarcoma, se pos-sano rappresentare un marcatore spe-cifico, ossia una caratteristica associata solo a una particolare categoria di tumori e infine studiare la funzione delle catenine e la loro relazione con la diversa malignità dei rabdomiosarcomi, in particolare della forma alveolare, più aggressiva. In questo studio si svilupperanno anche dei modelli cellulari modificati mediante tecniche di ingegneria genetica, per attivare il gene della catenina in cellule che non la espri-mano con lo scopo di studiarne gli effetti. In sintesi, oltre all’espressione delle cat-enine, si vuole capire la loro funzione e le interazioni con fenomeni cellulari rilevanti nella determinazione delle carat-teristiche tumorali poiché solo se si riesce a capire perché e quanto la cellula di rabdomiosarcoma differisce dalla cellula di muscolo normale, possiamo pianificare nuove terapie.

Oltre allo studio su cellule, si vuole stabilire un modello di rabdomiosarcoma umano in animale, per studiare il com-portamento delle cellule. Da ultimo, si esaminerà la capacità di invadere i tessuti delle cellule di rabdomiosarcoma in relazione all’espressione delle catenine: questo farà capire meglio la metastasi. Allo stato attuale è stato dimostrato dal gruppo Rosolen che mentre la beta cat-enina si trova in tutti i rabdomiosarcomi, la gamma catenina è presente selettiva-mente nella forma embrionale. Inoltre, alcune caratteristiche genetiche del rab-domiosarcoma sono in grado di deter-minare un diverso comportamento della catenina nelle cellula. Ciò è vero sia in cellule isolate che in biopsie tumorali. Nel 2004 sarà sviluppato lo studio di invasività tumorale, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biologiche di Padova e il Baylor’s College of Medicine di Houston, Texas.

Il gruppo di lavoroIl dottor Angelo Rosolen è coordi-

natore dei protocolli nazionali dei lin-fomi pediatrici e del gruppo europeo per la diagnosi e la cura dei linfomi non-Hodgkin.

L’interesse del suo gruppo per i linfomi pediatrici si estende anche a quelle situazioni meno fortunate, in particolare ai linfomi dei bambini in Paesi in via di sviluppo: Rosolen è infatti vice-presidente del Comitato Etico dell’International Network for Cancer Research and Treatment, patrocinato dal National Cancer Institute degli Usa, dall’Unione Internazionale contro il Cancro e dall’Istituto Pasteur di Bruxelles, presso il quale tale organismo ha sede con lo scopo di incentivare e controllare la ricerca e la terapia in Paesi con risorse limitate.

Angelo Rosolen

LA SCHEDA

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I NOSTRI CONTIDue amici della Fondazione hanno accettato l’invito a suggerire un menu per il giorno di festa e una ricetta per realizzare un dolce goloso: è il loro regalo di Natale per voi.

Regalati dal ristorante Le Calandre e dalla pasticceria Racca

I segreti golosi di due maestri

Pan di Spagna agli agrumi semicanditiIngredienti: gr. 60 farina di mandorle; gr. 90 zucchero semolato; gr. 30 scorza di arancio e limone;gr. 80 uova intere; gr. 60 farina 0; gr. 40 burro; gr. 120 albume d’uovo; gr. 40 zuc-chero semolato.

Unire la farina di mandorle con lo zucchero e le scorze d’arancio candito; mettere nel frullatore e girare con la lama a foglia; unire i tuorli d’uovo a formare un impasto cremoso, la farina setac-ciata a mano e il burro fuso. Alleggerire il tutto con gli albumi montati con lo zucchero. Cuocere l’impasto su carta da forno in stampi imburrati e infarinati a 180° per 30 minuti.

Mousse Ingredienti: gr. 150 Champagne Moet Chan-don; 4 tuorli d’uovo; gr. 140 zucchero semolato; gr. 50 succo di mandarino filtrato; gr. 10 gela-tina (colla di pesce); hg. 6 panna montata.Miscelare champagne, tuorli d’uovo, zucchero e succo di mandarino; cuocere il tutto a 85° sempre mescolando; aggiungere la gelatina precedentemente ammorbidita e sgocciolata. Filtrare e coprire con pellicola a contatto. Quando il composto raggiunge circa 28°/30° miscelare con la panna montata.

MontaggioFare un fondo di Pan di Spagna agli agrumi su una tortiera e versare la mousse; lisciare e mettere in congelatore per una notte. Lucidare con gelatina di frutta, guarnire con spicchi di mandarino, pistacchi sminuzzati, alchechengi e ribes.

Pasticceria Racca

Mousse champagnee mandarino

Sono Massimiliano Alajmo, giovane e celebre cuoco del ristorante Le Calandre (tre stelle Michelin) di Sarmeola di Rubano, la pasticceria Racca di Monica e Gianni Zaghetto in via Calvi a Padova.

E la pasticceria Racca ha ripetuto anche quest’anno un’iniziativa per i bambini della Città della Speranza. Monica e Gianni hanno preparato per loro mille piccoli panettoni. Li hanno aiutati alcuni fornitori che hanno offerto gratuitamente parte degli ingredienti. Stefano Friso ha portato la farina, Benetti il burro, Varrona le gocce di cioccolato e Angelo Lucchini un ingrediente che non si può svelare, perché è il segreto del pasticcere.

Racca ha proposto per tutto il mese di dicem-bre le tazze della Città della Speranza, confezi-onate nella scatola e con il fiocco blu, mettendo anche in questo caso a disposizione tutta la propria simpatia. A Massimilimo. Monica e Gianni, grazie da tutti gli amici della Città.

Inviate le vostre mail a [email protected] o lasciate una lettera nella cassetta in reparto. Visitare il sito internet della Fondazione www.cittadellasperanza.org

LA POSTA

Crema soffice di patate con succo di faraona e polvere di prosciutto

***Tortellini di parmigiano

“liquido” in brodo di cappone***

Riso di zucca e prezzemolo al salto***

Faraona croccante con carote al limone in cartoccio

***Pandoro scavato e farcito con crema soffice di

vaniglia e mandarino***

Cappuccino di cioccolato caldo

Massimiliano AlajmoLe Calandre

Menu di Natale

8 [email protected]