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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 MONOPOLI Cina, la guerra per le terre rare Brenta a pag. 13 MALCOSTUME Tedeschi in malattia per andare in vacanza Giardina a pag. 12 COSTA 100 MILA € La zecca di Parigi conia supermoneta Servizio a pag. 12 * con «L’atlante delle banche 2010» a € 1,30 in più; con guida «Il nuovo codice della proprietà industriale» a € 6,50 in più; con «Guida Master & MBA 2011» a € 6,00 in più; con guida «Nuova iscalità internazionale» a € 6,00 in più, con «Guida ai servizi pubblici locali» a € 7,90 in più; con «L’atlante delle Società Leader 2010» a € 1,30 in più 9 771120 606007 01230 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Punto e virgola Novanta secondi per mettere a fuoco l’evento politico del giorno Unico 2011 - Trasferimenti dall’Italia all’estero, moni- toraggio semplificato Liburdi a pag. 23 Dogane - Di- chiarazione te- lematica, slitta- mento in vista Stroppa-Bartelli a pag. 24 Milleproroghe - Decreto in Gazzetta. Riscossione, nes- sun rinvio per il discarico dei ruoli Bongi-Cerisano alle pagg. 26-27 Documenti/1 - Operazioni intraUe vincolate, il provve- dimento delle Entrate Documenti/2 - Il testo del dl mille- proroghe con la re- lazione www.italiaoggi.it Operazioni intracomunitarie sotto stretta tutela: imprese e lavoratori au- tonomi che intendono effettuare scambi di beni con altri stati membri devono darne comunicazione all’Agenzia del- le entrate, che potrà negare o revocare l’autorizzazione qualora ravvisi rischi di evasione. Le relative regole sono sta- te definite dall’Agenzia con un provvedi- mento di ieri, 29 dicembre 2010, e coin- volgono anche i soggetti già in attività. Un altro provvedimento fissa i criteri e le modalità di inclusione delle partite Iva nell’archivio informatico degli ope- ratori autorizzati (banca dati VIES). Il consiglio nazionale agli iscritti: non bastano le competenze professionali, bisogna usare il marketing I commercialisti scoprono il mkt Le sole competenze professionali per fornire al cliente un servizio adeguato, sia dal punto di vista qualitativo sia da quello economico, non bastano più. Oggi è altrettanto importante saper comunicare e fare marketing. Per andare incontro a questa esigenza, il Consiglio nazio- nale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha realizzato e diffuso un vademecum ufficiale per i propri iscritti che analizza vincoli e opportunità e fornisce indicazioni pratiche. Anche alla luce del decreto Bersani. Dato che con la legge 248 del 4 agosto 2006, infatti, sono state introdotte nuove prescrizioni e aperture per i professionisti. Marino a pag. 30 dim D t p la w Il Carroccio vuole un dibattito parlamentare per analizzare la mancata «terzietà» di Gianfran- co Fini. Costui ne ha negato la possibilità, non invocando il fatto che, essendo la sua, una carica che non scade, se non a fine legislatu- ra, non può essere sindacata. No, Fini ha detto che nega il dibattito, perché questo, mettendo in dub- bio la terzietà del presidente della Camera, finirebbe per indebolire la carica stessa. Senonché la ter- zietà del presidente è stata mes- sa in dubbio non da un dibattito, ma dai comportamenti di Fini che non può essere super partes avendo egli fondato un partito di cui è a capo e che ha lanciato una mozione di sfiducia nei confronti del governo in carica. DIRITTO & ROVESCIO D c l m IL Giornale dei professionisti * * * Scambi intraUe vincolati D’ora in poi chi intende fare acquisti e cessioni con altri stati europei deve chiedere l’autorizzazione preventiva all’Agenzia delle entrate Ricca a pagina 21 SPACCATO IL PD Per vincere a Torino Fassino si mette dalla parte di Marchionne contro la Cgil de Nolac a pag. 4 b l f lb l k Gli enti locali, per fine anno, si sbizzarriscono per cercare nuove forme imposi- tive e portare qualche soldo nelle casse. A Bologna, ad esempio, c’è chi pensa bene di proporre al Comune una «tassa di scopo» per colpire esclusivamente i proprietari di casa. A Roma invece sono andati ben oltre: hanno pen- sato di far pagare i contributi (che poi sono delle vere e pro- prie imposte) solo ai turisti, sia coloro che visitano i mu- sei comunali, sia quanti, non residenti, dormono in una struttura ricettiva, sia coloro che viaggiano su autobus a due piani, battelli sul Tevere, stabilimenti balneari. Cesare Maffi a pagina 7 Fine d’anno con i botti nei comuni Sono allo studio nuovi balzelli fiscali F p b C l z s m c a c m d CONTRO NATURA Per battere De Magistris, Di Pietro riscopre Grillo Calitri a pag. 4 r MEDIA Il Sole 24 Ore perde 25 mln e lancia il formato tabloid Gagliardini a pag. 19 IN EDICOLA LA GUIDA AI SERVIZI PUBBLICI LOCALI Cercoagenti.it Rubrica settimanale di Ricerca Agenti All’interno e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DEL DIRITTO da pag. 33 d da pa pa 33 È IN EDICOLA GENTLEMAN SERIE ORO http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 •

MONOPOLICina, la guerra per le terre rareBrenta a pag. 13

MALCOSTUMETedeschi in malattia per andare in vacanzaGiardina a pag. 12

COSTA 100 MILA €La zecca di Parigi conia supermonetaServizio a pag. 12

* con «L’atlante delle banche 2010» a € 1,30 in più; con guida «Il nuovo codice della proprietà industriale» a € 6,50 in più; con «Guida Master & MBA 2011» a € 6,00 in più; con guida «Nuova i scalità internazionale» a € 6,00 in più, con «Guida ai servizi pubblici locali» a € 7,90 in più; con «L’atlante delle Società Leader 2010» a € 1,30 in più 9771120606007

01230

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Punto e virgolaNovanta secondi per mettere a fuoco l’evento politico del giorno

Unico 2011 - Trasferimenti dall’Italia all’estero, moni-toraggio semplificato

Liburdi a pag. 23

Dogane - Di-chiarazione te-lematica, slitta-mento in vista Stroppa-Bartelli

a pag. 24

Milleproroghe - Decreto in Gazzetta. Riscossione, nes-sun rinvio per il discarico dei ruoli

Bongi-Cerisano alle pagg. 26-27

Documenti/1 - Operazioni intraUe vincolate, il provve-

dimento delle Entrate

Documenti/2 - Il testo del dl mille-proroghe con la re-

lazionewww.italiaoggi.it

Operazioni intracomunitarie sotto stretta tutela: imprese e lavoratori au-tonomi che intendono effettuare scambi di beni con altri stati membri devono darne comunicazione all’Agenzia del-le entrate, che potrà negare o revocare l’autorizzazione qualora ravvisi rischi di evasione. Le relative regole sono sta-te defi nite dall’Agenzia con un provvedi-mento di ieri, 29 dicembre 2010, e coin-volgono anche i soggetti già in attività. Un altro provvedimento fi ssa i criteri e le modalità di inclusione delle partite Iva nell’archivio informatico degli ope-ratori autorizzati (banca dati VIES).

Il consiglio nazionale agli iscritti: non bastano le competenze professionali, bisogna usare il marketing

I commercialisti scoprono il mktLe sole competenze professionali per fornire al cliente un servizio

adeguato, sia dal punto di vista qualitativo sia da quello economico, non bastano più. Oggi è altrettanto importante saper comunicare e fare marketing. Per andare incontro a questa esigenza, il Consiglio nazio-nale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha realizzato e diffuso un vademecum uffi ciale per i propri iscritti che analizza vincoli e opportunità e fornisce indicazioni pratiche. Anche alla luce del decreto Bersani. Dato che con la legge 248 del 4 agosto 2006, infatti, sono state introdotte nuove prescrizioni e aperture per i professionisti.

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Il Carroccio vuole un dibattito parlamentare per analizzare la mancata «terzietà» di Gianfran-co Fini. Costui ne ha negato la possibilità, non invocando il fatto che, essendo la sua, una carica che non scade, se non a fi ne legislatu-ra, non può essere sindacata. No, Fini ha detto che nega il dibattito, perché questo, mettendo in dub-bio la terzietà del presidente della Camera, fi nirebbe per indebolire la carica stessa. Senonché la ter-zietà del presidente è stata mes-sa in dubbio non da un dibattito, ma dai comportamenti di Fini che non può essere super partes avendo egli fondato un partito di cui è a capo e che ha lanciato una mozione di sfi ducia nei confronti del governo in carica.

DIRITTO & ROVESCIO

Dclm

IL Giornale dei

professionisti* * *

Scambi intraUe vincolati D’ora in poi chi intende fare acquisti e cessioni con altri stati europei

deve chiedere l’autorizzazione preventiva all’Agenzia delle entrate

Ricca a pagina 21

SPACCATO IL PD

Per vincere a Torino Fassino si mette dalla parte di Marchionne

contro la Cgilde Nolac a pag. 4

b l f l b l k

Gli enti locali, per fine anno, si sbizzarriscono per cercare nuove forme imposi-tive e portare qualche soldo nelle casse. A Bologna, ad esempio, c’è chi pensa bene di proporre al Comune una «tassa di scopo» per colpire esclusivamente i proprietari di casa. A Roma invece sono andati ben oltre: hanno pen-sato di far pagare i contributi (che poi sono delle vere e pro-prie imposte) solo ai turisti, sia coloro che visitano i mu-sei comunali, sia quanti, non residenti, dormono in una struttura ricettiva, sia coloro che viaggiano su autobus a due piani, battelli sul Tevere, stabilimenti balneari.

Cesare Maffi a pagina 7

Fine d’anno con i botti nei comuni Sono allo studio nuovi balzelli fi scali

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CONTRO NATURA

Per battere De Magistris,

Di Pietro riscopre Grillo

Calitri a pag. 4

r

MEDIA

Il Sole 24 Ore perde 25 mln

e lancia il formato tabloid

Gagliardini a pag. 19

IN EDICOLALA GUIDAAI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

Cercoagenti.itRubrica settimanale

di Ricerca AgentiAll’interno

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DEL DIRITTOdapag.33

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È IN EDICOLA GENTLEMAN SERIE ORO

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2 Giovedì 30 Dicembre 2010

La discussione che ora deve iniziare è quella che riguarda la definizione dei

nuovi paletti della globalizzazione. Ne-gli anni passati, a partire dal 1990, gli Usa hanno imposto al mondo il passo di una globalizzazione mercantil-liberi-sta. Questa impostazione ha permesso alla Cina di aderire all’Organizzazione mondiale del commercio sul finire degli anni 90 senza dover concedere molto ai paesi avanzati e, anzi, conservando lo status di paese più favorito (Mfn). Ma oggi il contesto del business internazio-nale è radicalmente cambiato. Il regime liberista che piaceva agli Usa negli anni 90 incon-tra meno favori. Ora si pensa che la globalizza-zione, così come costruita in tempi recenti, favori-sca più gli interessi di chi insegue ed imita che non quelli di chi sta avanti nella frontiera della ricchezza ed è costretto ad inno-vare. La globalizzazione voluta dagli Usa post crollo del Muro di Berlino sta stretta all’America post crollo del muro di Wall Street. Si deve concordare quale regime globale gli scambi possano ave-re: passaggio tutt’altro che facile. Chi decide quanto e come restringere la glo-balizzazione liberista attuale? Su quali basi ed usando quali argomentazioni?

La nuova direzione sta prendendo forma nel dibattito americano. È anco-ra del tutto sotto traccia ed è quasi im-possibile da cogliere, ma è sicuramente

la linea di pensiero e di azione che seguiranno gli Usa per proporre

una nuova frontiera disciplinare alla seconda stagione della globalizzazione. Il punto di svolta sarà rappresentato da un argomento essenziale per l’indipen-denza di qualunque potenza multipo-lare: la sicurezza e l’indipendenza na-zionale. La globalizzazione troverà un ostacolo insormontabile nell’interesse degli Stati a non perdere il controllo di alcune produzioni o competenze senza le quali la stessa sicurezza e capacità militare verrebbe messa in discussione. Detto in altro modo: la globalizzazione

potrà essere accettata fi no al punto in cui non spiazzano del tutto gli interessi di un singolo paese chiave del mondo in uno specifi co settore industriale, Gli Usa, ad esempio, se perdes-

sero ogni capacità di produrre acciaio o alluminio, perché spiazzati dalla concorrenza asiatica, dichiarerebbe-ro non gradita e bloccherebbero una tale evoluzione innescata dal libero commercio internazionale. Senza ac-ciaio o alluminio non si fanno di certo le automobili, ma in loro assenza non è possibile neanche produrre navi da guerra o carri armati. L’interesse alla sicurezza nazionale diventerà il nuo-vo punto di equilibrio intorno al quale dovrà essere costruita la nuova dimen-sione della globalizzazione.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

La globalizzazione si fermerà davanti alla sicurezza nazionale

DI EDOARDO NARDUZZI

lla frontiera sero ogni capa

Il liberismo in America

è in discussione

All’insegna della nostalgia cana-glia, la sinistra politica e la Cgil potrebbero

puntare su un nuovo alleato, fino ad oggi insospettabile: John Elkann. L’idea è di Furio Colombo (ex presidente della Fiat Usa, amico personale di Giovanni Agnelli, prima di saltare il fosso) che, dalle colonne del Fatto Quotidiano, ri-volge al giovane presidente della Fiat, ultimo erede dei Signori di Torino, un paio di domande accorate: «Perché ha scelto di non esistere mentre si discu-te di portar via da Torino ciò che resta della Fiat, di portarla nell’ambito del-la semi-fallita Chrysler? Perché si sente solo la voce fin troppo festosa del sindacalista Bonan-ni, purtroppo incompe-tente della portata inter-nazionale di ciò che sta accadendo, o del ministro Sacconi, che sta ancora vendicandosi, da ex craxiano, delle sue vecchie feri-te?». Marchionne è il «male assoluto», il Belzebù al quale importa «mettere al loro posto gli operai, non le auto». John potrebbe essere l’arcangelo inca-ricato dal Signore (l’Avvocato, assurto in cielo) di rimettere in ordine le cose, strappando gli accordi per Mirafiori e Pomigliano, riconquistando l’affetto de-gli operai iscritti alla Fiom, rovesciando il tavolo, e imitando il nonno «che non ha lasciato Torino neppure nei giorni tragici del terrorismo».

La sinistra ultraconservatrice (tra-

dita persino da Piero Fassino, candidato sindaco di Torino: «Se

fossi un lavoratore Fiat, voterei sì al referendum»), dopo aver creduto in De Benedetti (tessera numero uno del Pd) e persino in Calearo, potrebbe trovare la sua nuova guida (se solo volesse) nel fratello maggiore di Lapo, l’unico in grado di comprendere i problemi degli addetti alla catena di montaggio, che si spaccano la schiena per 1.200 euro al mese. Furio già da anni si è schierato dalla parte loro: adesso tocca a John compiere il gran passo, ubbidendo al Dna. Che poi la Fiat (negli anni del

nonno e del prozio Um-berto) si fosse ridotta sull’orlo del fallimento, poco importa. Che la globalizzazione impon-ga di mettersi al passo con i tempi e di affron-tare la concorrenza mi-

cidiale che ci aggredisce da ogni parte, è secondario. L’importante è solo ricreare il clima di affetto che si respirava nella Fiat del tempo che fu (ma quando fu?). La Fiom ha indetto uno sciopero di otto ore dei metalmeccanici per il 28 gen-naio prossimo. Quella potrebbe essere l’occasione della vita per John: potrebbe schierarsi in prima fi la, con uno stri-scione in mano, contro Marchionne-Belzebù. Se poi dovesse andar male, potrebbe sempre trasferirsi in Polonia, insieme a Colombo, per lavorare alla Fiat. Per 200 o 300 euro al mese.

© Riproduzione riservata

endicandosi,

bspggct

cidiale che ci ag

Il senso di realtà che manca

a Furio Colombo

DI MASSIMO TOSTI

L’ANALISI

L’occasione per John Elkann di schierarsi con la Fiom

I C O M M E N T I

DI ANTONIO CALITRI

Enrico Rossi lancia un piano da 300 milioni di euro per conquistare i gio-vani, trasformare la Tosca-na nella regione modello delle politiche under 35 dei democratici italiani e soprattutto arginare il giovanilismo di Matteo Renzi. I governatori del-la dorsale appenninica stanno facendo quadrato su Pier Luigi Bersani e dopo l’emiliano Vasco Er-rani che ha aperto le di-scariche della sua regione per i rifi uti di Napoli e per impedire che si realizzasse la strategia di Nichi Ven-dola per conquistare il ca-poluogo campano, adesso arriva il contributo del collega toscano che mira a fare della sua regione un laboratorio delle poli-tiche giovanili del Pd. Con il poco velato scopo di met-tere il bastone far le ruote sia al sindaco di Firenze che al governatore puglie-se, entrambi molto amati dai giovani e sicuramente più del serioso segretario

nazionale del Pd. Il pia-no è stato anticipato dal governatore durante la conferenza stampa di fi ne anno dove ha pure regala-to ai giornalisti locali il

volume «Viva l’Italia» di Aldo Cazzullo. Dopo aver punzecchiato il sindaco su polemiche locali, ha presentato il piano che si muove su quattro cardini: università, casa, formazio-

ne e imprenditorialità e che dal 2011 coprirà lette-ralmente di soldi i bamboc-cioni, spingendoli a uscire di casa anche con un con-tributo sull’affitto. Nella speranza di diventare il loro beniamino, preferito almeno al suo competitor locale Renzi ma possibil-mente anche al collega pugliese Vendola. «Qui» ha detto Rossi, «ci sono 121 mila disoccupati, 70 mila dei quali sono gio-vani. Il 30% vive ancora nella casa dei genitori. In 20 mila svolgono stage e tirocini senza alcuna remunerazione. Sono la parte della Toscana che soffre di più. Noi voglia-mo aiutarli a prendere in mano la loro esisten-za, la loro autonomia, a costruirsi un futuro. Non lo faremo da soli, chiede-remo il contributo di tutti,

banche e fondazioni, enti pubblici e istituzioni reli-giose, categorie economiche e sindacati». Tutti uniti con Rossi e Bersani a oscurare il sindaco.

© Riproduzione riservata

IL CASO DEL GIORNO

Il governatore Rossi dà ai giovani 300 mln per rottamare il rottamatore Renzi

DI MARCO BERTONCINI

L’attacco giornalistico a Gianfranco Fini non giova al centro-destra.

Non è senza signifi cato che, da un lato, Silvio Berlusconi se ne sia stato zitto, mentre, dall’altro, il Pdl abbia preferito smarcarsi. Gli effetti negativi della campagna avviata dal di-rettore di Libero sono, infatti, notevoli. Troppo ricordano, gli articoli pubblicati, campagne di stampa condotte contro il Cav da quotidiani di opposta fede politica, perché gli eletto-ri di centro-destra possano ap-prezzare l’iniziativa di Mauri-zio Belpietro. La materia in cui si sono intrisi i pennini appare troppo greve. Inoltre, l’attacco suona gratuito e autolesioni-stico.

Come ha notato Umberto Bossi, spesso attento anche ad aspetti personali della po-litica che molti (sbagliando) trascurano, l’offensiva anti Fini può risolversi in proble-mi nelle commissioni parla-mentari. E a dover fare i con-ti con i numeri di Camera e Senato non sono né Belpietro né Feltri, bensì i responsabi-

li della Lega e del Pdl. Non ha molto senso puntare sul recupero di deputati vicini a Fini e, contemporaneamente, lanciare al presidente della Camera un’aggressione per-sonale che fatalmente gli at-tira la solidarietà di chi gli sta intorno. Non saranno, poi, né le indirette smentite di Berlusconi, né il chiamar-si fuori dei vertici del Pdl ad azzerare la diffusa credenza nella diretta o indiretta re-sponsabilità del Cav.

È vero che per mesi la stampa berlusconiana ha condotto una guerriglia in-cessante a proposito dell’ap-partamento monegasco, ma qui, per certi aspetti, la faccenda è ancora peggiore e determina, pure fra i so-stenitori di Berlusconi che oggi detestano Fini, almeno scetticismo. Predicare la mo-derazione, cercare di attirare l’universo intero di chi non sta a sinistra, e poi avalla-re, fosse pure col silenzio, un’iniziativa stile sinistra che offende quegli elettori che guardano al terzo polo, è una pesante contraddizione.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Attaccare Fini è sbagliato. Solo Bossi lo ha capito

Enrico Rossi

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3Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30 DicemP R I M O P I A N O

Napoli pulita entro il 31 dicembre e il prossimo anno la crescita sarà a livelli pre-crisi

Berlusconi ottimista, Bossi menoIl premier annuncia: molti fi niani torneranno in maggioranza

DI FRANCO ADRIANO

Dobbiamo uscire da questa crisi al meglio. Quando dice «crisi», Sil-vio Berlusconi si rife-

risce sia alla crisi di maggioran-za che a quella economica e su entrambi i fronti, al solito, span-de ottimismo da ogni poro. Non così Umberto Bossi che parla invece di «palude» pur invitando il suo popolo a pazientare «alme-no finché non verrà approvato il federalismo». Il presidente del consiglio si è rivolto diretta-mente «a parlamentari amici di altre forze politiche», affinché, «vengano con noi». Berlusconi, infatti, ritiene che chi ha votato per Gianfranco Fini lo abbia fatto «per riconoscenza» ma alla fine è «in condizioni di disagio assoluto», perché è salito «su un treno che ha cambiato destina-zione». «Italo Bocchino, Fabio Granata, Carmelo Briguglio, sono all’opposizione anziché tro-varsi ad essere la terza gamba di sostegno della maggioran-za», ha detto il premier, «è come se avessero preso un treno per Parigi e si fossero trovati ad Istanbul. Credo saran-no molti a tornare indie-tro». Lo stesso ottimismo Berlusconi lo manifesta sul

terreno dell’economia: «Abbia-mo la certezza di avere operato bene, di avere evitato la crisi e la speculazione economica, di avere mantenuto la pace socia-le che è un bene prezioso: nel 2011 il ritmo di crescita torne-rà ai livelli pre-crisi». Ma c’è un terzo argomento toccato ieri da Berlusconi, che lascerebbe pre-sumere un certo pessimismo, e invece così non è. «Sui ri-fiuti della Campania sono intervenuto a più riprese, ma c’è qualcuno che ostacola il nostro lavoro, altrimenti non si spiega ciò che sta succeden-do», ha affermato il premier Silvio

Berlusconi, in collegamento te-lefonico con San Vitaliano, nel nolano, nell’ambito di una ma-nifestazione del presidente della commissione Agricoltura, Pao-lo Russo. «Sono convinto», ha aggiunto, «che ci sia la volontà di alcuni di dimostrare urbi et orbi che l’intervento del governo non è risolutivo». Ma Berlusconi insiste, sottolineando di essere in collegamento con il tavolo in

corso a palazzo Chigi, «che si arriverà non solo a ripulire Napoli, ma anche a costru-ire gli impianti. Scenderò in campo ancora io. Sono convinto che in pochi mesi tutto si risolverà». Non solo. Il governo è impe-gnato a ripulire il capo-

luogo campano entro il 31 dicembre per permet-tere ai napoletani di festeggia-re San Silvestro nella loro città linda. Questa volta la promessa è a breve. «Ma è proprio questo stile di governo: dell’uomo solo al comando che risolve tutti i problemi», ha intinto il pennino nel veleno Carmelo Briguglio, capo della segreteria politica di Futuro e Libertà, «che è falli-to in Italia e soprattutto per l’emergenza rifiuti di Napoli dove Berlusconi ha collezio-

nato una serie di fi guracce con annunci che sono stati smentiti puntualmente dai fatti. Invece

di perdere tempo a fare shop-ping indecoroso di deputati», ha proseguito Briguglio, «il pre-sidente del Consiglio impieghi lo stesso tempo per governare e risolvere i problemi degli italia-ni». Le altre notizie politiche di giornata sono il reintegro alla conduzione del Tg1 di Tiziana Ferrario da parte del giudice in quanto è stata discriminata pol-ticamente dal direttore del Tg1 Augusto Minzolini (che nega) e la mancata estradizione dell’ex terrorista Cesare Battisti dal Brasile.

© Riproduzione riservata

Strigliata di fine anno di Giulio Tremonti alle amministrazioni: dovete stringere la cinghia. Il ministro dell’economia ha inviato una circolare a ministeri e presidenza del Consiglio (il testo del documento è disponibile sul sito www.italiaoggi.it/documenti) chiedendo una «rigorosa azione di contenimento della spesa pub-blica» per raggiungere «gli obiettivi prefissati dal governo» contro gli effetti della crisi finanziaria. Il ministro ha anche invitato a «segnalare alle amministrazioni centrali e agli enti e organismi vigilati l’esigenza di adottare comportamenti in linea con i sud-detti obiettivi prefissati» e iniziative perché i bilanci di previsione per il 2011 siano impostati secondo criteri volti a contenere le spese. Magari con una «oculata» riduzione degli stanziamenti per le spese «diverse da quelle obbligatorie e inderogabili». D’altron-de, spiega Tremonti, per «superare la crisi finanziaria globale e le avverse condizioni economiche in sede europea è stato deciso di rafforzare il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio, introducendo nuove procedure e nuovi strumenti per la creazione di una governance economica». A vigilare sull’osservan-za delle «direttive governative» da parte degli enti penseranno i rappresentanti di via XX Settembre. E comunque è fondamen-tale «la fattiva collaborazione di tutte le amministrazioni». In particolare, per quanto riguarda collaborazioni e consulenze si stabilisce che dal 2011 la spesa annua, escluse le università, gli enti e le fondazioni di ricerca e gli organismi equiparati, nonché gli incarichi legati ai processi di privatizzazione e alla regola-mentazione del settore finanziario, non può essere superiore al 20% di quella sostenuta nell’anno 2009. Così pure i costi relativi a relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e di rappre-sentanza. Non possono superare invece il 50% in più di quanto sostenuto nel 2009 le spese per le missioni. Sul fronte delle auto blu dal prossimo anno le amministrazioni, eccezion fatta per i Vigili del fuoco e i servizi che tutelano la sicurezza pubblica, non potranno sostenere spese superiori all’80% di quelle dello scorso anno per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture e i buoni taxi. Stop invece alle sponsorizzazioni per tutta la Pa, incluse le autorità indipendenti. Per quanto riguarda il personale, ogni anno si potrà assumere a tempo indeterminato «nel limite di un contingente complessivamente corrispondente a una spesa pari al 20% di quella relativa al personale cessato».

Tremonti striglia le pa:nel 2011 stringete la cinghia

DI MARCO BERTONCINI

Non è troppo difficile orientarsi nella politica praticata dalla Lega. Nono-stante apparenti arretramenti, nono-stante posizioni che possono apparire

conraddittorie, nonostante modifiche in corso d’opera, la barra è sempre tenuta ferma verso una sola direzione: il federalismo. Tutto il resto è strumentale e secondario.

Ecco perché può capitare che ora i leghisti si offrano di mediare tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, ora scendano come in corri-da a incornare il presidente della camera. Ecco perché ora può riuscire utile agganciare l’Udc, ora, invece, non se ne deve nemmeno parlare. Quelli che possono giudicarsi sbandamenti ri-entrano in realtà nei mutamenti via via richie-sti, in sede tattica, dalla strategia, che resta immutata dall’avvio della legislatura.

Da mesi, poi, Umberto Bossi sente il fi a-to addosso da parte della sua mitica base: i fedelissimi vogliono concreti e sodi risultati dai loro parlamentari, mandati a Roma con un preciso e inderogabile vincolo (altro che la nor-ma costituzionale!): portare a casa un risultato vero, palpabile, robusto. Sennò, non vale la pena d’infognarsi nel marasma di Roma ladrona. Ai consolidati praticanti dei giuramenti sui prati di Pontida, Berlusconi non va proprio giù: per loro resta il Berluskaiser irriso da Bossi dopo il ribaltone. Se lo tollerano, è solo per le assicu-razioni bossiane sulla fedeltà del Cav ai patti sottoscritti con la Lega.

Tuttavia il tempo passa e il federalismo rimane sempre un istituto per realizzare il quale manca sempre una legge, un decreto, un provvedimento. Il timore dei leghisti è che sorgano ostacoli parlamentari, e sotto sotto domina la sensazione che, pur entrati in vigo-re i decreti attuativi del federalismo fi scale, alla gente delle vallate lombarde e venete non paia ancora suffi ciente. In effetti, prima che si abbiano risultati concreti, che cioè nei comuni settentrionali si paghino meno tasse o arrivino più fi nanziamenti, occorrerà non poco tempo. Come reagiranno i sempre insoddisfatti soste-nitori di Bossi?

Certo, anche le bombe di Gemonio fanno gio-co e aiutano propagandisticamente; ma ci vuol ben altro. Bossi deve quindi, con ritmi inusitati, avvertire il Cav che a gennaio bisogna chiudere la partita: o la maggioranza è rafforzata, ma rafforzata veramente e non estemporaneamen-te, o si va alle urne. Le diffi coltà intestine del Pd e i tormenti del terzo polo garantiscono alla Lega un bottino di deputati e senatori tali da condizionare la legislatura successiva, portando a casa il federalismo fi scale realizzato ed even-tualmente aggiungendovi qualche altro obiet-tivo, magari di riforma costituzionale. Invece, procedere nel cammino parlamentare con una conta quasi quotidia-na, chiamando al voto sot-tosegretari e ministri in massa, patteggiando una volta o due la settimana appoggi con singoli deputati o con interi gruppi di Montecitorio, ai leghisti pare improduttivo e rischioso.

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Il Carroccio teme colpi di mano e l’insoddisfazione dei suoi elettori

La Lega morde il freno, vuole il federalismo subito

Vignetta di Claudio Cadei

Silvio Berlusconi

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4 Giovedì 30 Dicembre 2010 P R I M O P I A N O

Contatti dell’ex pm con il comico per battere la fronda interna e l’emorragia di consensi

Tonino prova a saltare con GrilloDi Pietro in crisi tenta di apparentare l’Idv al Cinque stelle

DI ANTONIO CALITRI

Antonio Di Pietro non si piega all’opposizio-ne interna che vuole commissariargli i l

partito e prepara la riscossa, riavvicinandosi a Beppe Gril-lo. Per combattere l’emorragia di consensi e di parlamentari che sta avvenendo in queste settimane nell’Italia dei valori nonché gli attac-chi di Luigi De Magi-stris e Paolo Flores D’Arcais, l’ex pm di mani pulite pensa di riavvicinarsi al co-mico genovese, anche lui in fase di difficoltà per rifondare insieme e da soli, il fronte del l ’ intransi -genza. Son-daggi di fine anno amari per i leader di quel par-tito ideale d e g l i a r -ruffapopolo e dell’anti-berlusconi-smo duro e puro. Così, mentre i l comico ha mol lato un

po’ il movimento per dedicar-si al suo lavoro principale, Nichi Vendola gli sta ero-dendo silenziosamente il suo elettorato, tanto che secondo i sondaggi è passato dal 6-7% di qualche mese fa nelle grandi città al voto il prossimo anno, a percentuali che non supera-no il 2% di oggi. Fase declinan-

te anche per Di Pietro, che dopo le ultime fughe

durante la fase di voto della sfiducia al governo Berlu-sconi da parte di Antonio Razzi e Domenico Sci-lipoti e il suc-

cessivo at-

tacco intempestivo (almeno secondo il capo dell’Idv) e a tenaglia, da parte di De Magi-stris e Sonia Alfano da un lato e di Flores D’Arcais dall’altro, risulta sotto di almeno un paio di punti percentuali, negli ul-timi sondaggi. Di Pietro però, non ha nessuna intenzione di cedere sulla questione mo-rale, né di offrire spazio allo scalpitante De Magistris che vuole disperatamente entrare nel parlamento italiano prima di sferrare l’attacco finale e cercare di prendersi l’Italia dei valori. Si ritrovano sulla stessa strada del declino (sep-pur temporaneo) due destini che erano stati molto vicini e che poi il voto di questa primavera li ha divisi. Di Pietro in più, ha pure capito che con il Pd che guarda solo dalla parte di Pier Ferdinando Casini e lo vuole emarginare, non ha futuro e ri-schia di dover andare da solo alle prossime politiche. Che f a r e a l l o r a ? Chiuso nel suo fortino–masseria di Montenero di

Bisaccia dove sta passando gli ultimi giorni del 2010 ha deciso di rilanciare. In primis, sbattendo la porta in faccia agli usurpatori del suo partito come De Magistris. Insieme ai suoi fedelissimi più che cedere un centimetro di spazio a que-sto, ha deciso di tentare

un colpo di teatro e riavvici-n a r s i a G r i l l o . U n ’ e s i -g e n z a c o m u n e visto che anche il

c o -

mico è in forte difficoltà con il suo Movimento 5 stelle, troppo democratico e inter-nettiano che lo segue fino un certo punto e poi fa di testa sua. E soprattutto con Nichi Vendola che sta riuscendo ad avere presa sul suo elettorato, giovane, web e di protesta e lo ha già ridotto al lumicino. Tra Di Pietro e Grillo ci sono state scintille dopo i risultati delle ultime regionali con l’Idv che era dato in grande crescita e poi, è rimasto fermo proprio nelle regioni come Emilia Ro-magna e Piemonte dove i voti di protesta sono finiti tutti al movimento del comico. Da al-lora i due non si sono più par-lati. Adesso, vista la difficoltà comune e approfittando degli auguri di Capodanno, sembra che Di Pietro sia pronto a fare il primo passo e a chiamare il comico. E tra un complimento e un augurio, lanciare quel vecchio progetto del fronte dell’intransigenza comune, che potrebbe portare a una sorta di apparentamento tra le due formazioni mo-vimentiste per scendere

in campo insieme in caso si elezioni, e sperare così, di superare la soglia per entrare in parlamento.

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DI DIEGO GABUTTI

Non si pretende che i politici siano persone serie. È gen-te di spettacolo, dopotutto: vanno a dormire quando

le persone oneste si svegliano, reci-tano nel teatrino famoso e frequen-tano bal ler ine, diplomatici, spie, nani, domatori di leoni, incantatori di serpenti e don-ne barbute, ma soprattutto. Sono promiscui, grandi sgavazzatori, sem-pre pronti all’in-ciucio, ai com-promessi storici e agli ulivi, alle case della libertà, ai ribaltoni.

Da un politico ti puoi aspettare di tutto, persino che si faccia beccare in mutande, e anche senza, in compagnia d’uno o due travestiti, tutti col naso infarinato di cocaina, e che in quelle condizioni accolga le telecamere con l’aria insieme stupita e compiaciuta di chi pensa: «Bè, che c’è da guardare?» Cosa volete che sia, all’occasione, un fi nto attentato per rendersi più inte-ressanti e fascinosi agli occhi della libera stampa? Meglio, naturalmen-te, se la notizia dell’attentato fi nto è

una notizia vera. Ma a quanto pare ormai basta e avanza che la notizia sia spassosa.

Se la politica, sempre più diverten-te, appare sempre meno attendibile e affidabile, è dagli organi d’infor-

mazione che si p r e t e n d e r e b b e una maggiore se-rietà. Qualcuno dovrebbe fare da controcanto alla politica, le cui va-nità ormai dilaga-no incontrastate per ogni dove, trasformando la cronaca politica in cronaca rosa e gossip. Se non ci pensano i giorna-li, chi ci pensa a

ridimensionare le pretese dei politici, ubiqui come sono alle grandifratellate televisive, per parafrasare il grande Carlo Emilio Gadda, e onnipresenti su tutti gli affari appiccosi? Siamo al punto che i politici, sempre così bellini, abbronzati, elegantini, profumati, in-vidiano alle cocotte le piume di struz-zo e i tacchi a spillo alti tre spanne. Invidiano alle vittime degli incidenti le ingessature e ai morti i necrologi. Farebbero qualsiasi cosa, come adole-scenti disturbati e vecchi rimbambiti, per attirare l’attenzione dei giornali

e delle televisioni, nell’illusione di occupare, insieme alle prime pagine e alle prime serate, anche l’immagi-nazione elettorale degl’italiani. Sono plateali, litigiosi, sempre pronti alla sceneggiata come nei suoi momenti migliori la gran-de Alessandra Mussolini , che oggi potrà anche apparire, politica-mente parlando, un po’ passatella, poiché sic transit eccetera, ma che a suo tempo si è con-quistata sul campo gli allori di fi gura originaria della politica italiana recente (un’altra figura originaria è, naturalmente, suo nonno). Già i politici scrivono orribili romanzetti e ridicole poesiole. Già salgono sui tetti, insieme agli studenti contesta-tori, come gli spazzacamini di Mary Poppins. Qualcuno deve fermarli pri-ma che pretendano di recitare nei fi lm natalizi, di cantare al Festival di Sanremo, di sculettare insieme alle top model nelle sfi late dell’alta moda. E tocca ai giornalisti, oltre che agli elettori, fermarli. Non è rimasto nes-sun altro.

Magari «fermarli» è troppo. Non ba-

sta certo qualche fondo di giornale per restituire ai politici la dignità perdu-ta. Ci vorrebbero, minimo, i fulmini di Giove, oppure un nuovo diluvio uni-versale. Ma almeno non devono essere incoraggiati. Mentre accreditargli, a

futura memoria, un fi nto attenta-to (come ha fatto Libero destando l’invidia del suo più diretto con-corrente, il Gior-nale di Alessan-dro Sallusti, che subito ha scarica-to sulla gobba di Maurizio Bel-pietro il falso attentato di cui è rimasto vittima il direttore di Li-

bero qualche mese fa) è confermare i politici nel loro delirio di potenza. Ormai sono state stravolte le regole della propaganda politica. Non c’è più diffamazione, per esempio. Un gior-nale non può screditare un politico parlandone male. Parlarne, anche per dargli del ladro, equivale a tesserne indirettamente l’elogio. Ci vorrebbe il black out, come ai tempi della Brigate rosse. Ignorati, forse anche i politici svaniscono, come i babau dalla stan-zetta dei bambini.

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INVECE SIAMO AL FINTO ATTENTATO ED È MEGLIO SE LA NOTIZIA DELL’ATTENTATO FINTO È VERA. MA BASTA CHE SIA SPASSOSA

Se i politici non sono seri, almeno ci salvino i giornaliI media dovrebbero ridimensionarli, non confermarli nel loro delirio di onnipotenza

Antonio Di Pietro

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Siamo al punto che i politici, invidiano alle cocotte le piume

di struzzo e i tacchi a spillo. Invidiano alle vittime degli incidenti le ingessature e ai morti i necrologi. Farebbero qualsiasi cosa, per attirare l’attenzione dei giornali e

delle televisioni, nell’illusione di occupare l’immaginazione

elettorale degli italiani

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Qualcuno deve fermarli pri-ma che pretendano di recita-re nei fi lm natalizi, di can-tare al Festival di Sanremo, di sculettare insieme alle top model nelle sfi late dell’alta

moda. E tocca ai giornalisti, oltre che agli elettori, fer-

marli. Non è rimasto proprio nessun altro

Beppe Grillo

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5Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30 DicemP R I M O P I A N O

Il Pd: sarà una tragedia per i Comuni del Sud. Il Pdl: un’occasione storica per l’Italia

Federalismo, o la và o la spaccaDibattito rovente e guerra di dossier a pochi giorni dal voto

DI FRANCO ADRIANO

Sul federalismo, prima del confronto sul voto previsto per la ripresa dei lavori a gennaio il dibattito si sta

facendo davvero rovente. Perfino Luca Antonini, presidente del Copaff (Comitato per l’attuazione del federalismo) ha posato i panni fin qui tenuti del tecnico rigoroso per scendere nell’agone e replica-re allo studio del Pd (preparato dal senatore Marco Stradiotto) in relazione al fatto che i comuni del Sud sarebbero penalizzati. Ammette: è vero, passando dalla spesa storica ai costi standard molti riceveranno di meno, ma «per favore», dice, «gli sprechi si chiamino con il loro nome». In-fatti, «il meccanismo della spe-sa storica, introdotto negli anni Settanta e poi stratificatosi nel tempo», ha spiegato Antonini sul Sussidiario.net, «spesso ha premiato senza alcun criterio di merito alcuni Comuni fortunati, magari semplicemente perché baciati dalla fortuna di avere qualche parlamentare amico, che si sono visti attribuire risorse senza alcun nesso con l’effettiva necessità di spesa per i servizi da erogare. Il criterio della spesa sto-rica, in questo modo», ha concluso, «ha sistematicamente finanziato sprechi e disfunzioni. Allora la do-

manda vera, essenziale, è questa: non quale Comune ci perde o qua-le ci guadagna, ma quante risorse servono veramente a un Comune per erogare servizi efficienti ai cittadini»? Antonini ricorda an-che che attraverso l’operazione «colossale» di fiscalizzare dodici miliardi di euro di trasferimenti statali si introduce anche un mec-canismo di perequazione, cioè di redistribuzione delle risorse per cui a ogni Comune saranno ga-rantiti, «a prescindere dai gettiti che riscuoterà con la nuova im-posta, tutte le risorse necessarie per garantire lo standard di costo medio efficiente di un servizio». Ma l’obiezione del Pd sembra ri-guardare proprio questo aspetto. «Loro immaginano di compensare gli squilibri attraverso il meccani-smo del contributo speciale o con un fondo perequativo che funzioni solo come un tampone», attacca Stradiotto, «noi riteniamo che, così facendo, si alimentereb-be un approccio clientelare al federalismo alla lunga insostenibile per il sistema nazionale e fortemente pe-nalizzante per i Comuni più virtuosi». Ancora più drasti-che le parole di un altro de-putato del Pd, il calabrese Nicodemo Oliverio, che parla di «controriforma»: «Gli effetti sulle comuni-

tà locali saranno devastanti. A Reggio Calabria vengono tagliati il 45,6% dei trasferimenti, a Ca-tanzaro il 45,7, a Cosenza il 54,7, a Vibo Valentia il 37,7, a Crotone il 50,3%. Più che un’ingiustizia, un’assurdità. La destra deve aver perso completamente il sen-no. L’anello al naso ancora non ce l’abbiamo», ha concluso il solitamen-te pacato Oliverio, «ed infatti nessuno di noi ha mai creduto al ministro Roberto Calderoli quan-

do affermava che con il federa-lismo nessuno ci perdeva». A tal proposito, Calderoli è intervenuto così nel dibattito: «Chiunque ab-bia sostenuto che attraverso la futura autonomia impositiva dei Comuni possano venire meno per gli stessi quasi 500 milioni di ri-sorse lo ha fatto ignorando oppure confondendo la competenza per

la cassa. La sbagliata lettura o interpretazione dei numeri, (...) induce a suggerire agli apprendisti analisti, che tra l’altro si dimenticano di ri-cordare il ruolo dei fondi pe-requativi, di utilizzare i sud-

detti numeri per giocarseli al Lotto oppure per la tradizionale tombola dell’ultimo dell’anno» Nel frattempo era già arrivato il contro-dossier del Pdl a firma

del vice-presidente dell’Anci, Osvaldo Napoli. Na-

poli che è anche vi-cecapogruppo del Pdl alla Camera ha sostenuto: «Comparare i dati relativi alle spettan-

ze che ri-

guardano i singoli Comuni, che non sono i trasferimenti fiscaliz-zabili, con il totale dei gettiti che potranno essere devoluti sulla base delle nuove imposte (tassa di registro, tasse ipotecarie, Irpef, reddito fabbricati etc) è errato». In particolare Napoli ha contestato quanto sostenuto dallo studio del Pd, ossia che L’Aquila e Napoli sa-rebbero tra i grandi Comuni quel-li più penalizzati. «I due Comuni citati nello studio sono quelli», ha scritto il vice-presidente dell’Anci, «che hanno trasferimenti maggio-ri e non tutti fiscalizzabili che per-marranno in quanto trasferimenti speciali e quindi il confronto con i nuovi gettiti è errato». Contro-replica di Stradiotto: «Tutte le proiezioni dimostrano inequi-vocabilmente che, senza un mix diverso delle imposte devolute ai Comuni, l’intero impianto del fe-deralismo municipale rischia di non stare in piedi perché i cespiti sono squilibrati». In questo clima, tra pochi giorni si andrà al voto nella commissione bicamerale per il federalismo dove sembra decisivo il voto del finiano Mario Baldassarri: «Fino al 2 gennaio non parlo», dice a ItaliaOggi il presidente della commissione Fi-nanze del Senato. Sarà per questo che Umberto Bossi dice: «I voti sono scarsini».

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DI DONATO DE’ BARDI

Il Partito democratico guida-to da Pier Luigi Bersani è stato scomunicato dal quoti-diano il manifesto. Una sen-

tenza definitiva, inappellabile, che colpisce senza pietà il segre-tario. Incapace di dare la spallata al governo di Silvio Berlusconi, il Pd, ha scritto sulla prima pagi-na del quotidiano comunista Al-berto Burgio, «non solo non è in grado di rappresentare l’ansia di liberazione che pervade quello che un tempo chiamavamo Popo-lo della sinistra‚ ma ne impedisce l’espressione, ne frustra le poten-zialità, ne devia l’energia verso sentieri interrotti». Ovviamente, la colpa di questa mutazione ge-netica del partito che ha eredi-tato sezioni e leader provenienti dall’ex Pci è da attribuire alla caduta del muro di Berlino, oltre che all’attuale premier: «Venticin-que anni di radicamento dell’ideo-logia neoliberale hanno stravolto la Sinistra moderata, che ora non riesce a prendere congedo dalla gestione reazionaria della crisi sociale e civile del paese». Tut-to questo mentre «la destra si è ripresa tutto il potere reale», e a

sinistra «come se nulla fosse, chi dovrebbe contrastarla ciancia di modernità e di merito, di guerre democratiche e di libero merca-to». Legnate multiple che hanno come bersaglio proprio il numero uno del Pd, accusato di essersi in-vaghito delle voci delle sirene del cosiddetto terzo polo animato da Francesco Rutelli, Pier Fer-dinando Casini e Gianfranco Fini e insofferente, invece, alla narrazione politica recitata dal governatore della regione Puglia

Nichi Vendola, leader di Sini-stra e libertà, e di quel che resta dell’Italia dei valori di Antonio Di Pietro. E proprio aver dato retta al presidente della Came-ra dei deputati scatena la furia del manifesto: «Fini, inopinata-mente assurto al rango di eroe dell’Italia democratica. Chi sia Fini ce l’hanno ricordato in questi giorni i documenti pubblicati da WikiLeaks sulle vicende seguite all’assassinio di Calipari», ha sot-tolineato Burgio, su un giornale

che ha seguito in diretta l’intera storia del rapimento di Giuliana Sgrena in terra irachena. Cer-to è che la soluzione trovata dal manifesto per bypassare il Par-tito democratico ha fatto venire i brividi alla schiena di Bersani, con uno scenario degno degli anni Settanta del secolo scorso: «L’uni-ca speranza qui e ora riposa sul conflitto di classe, operaio e so-ciale, sulla forza dei movimenti e sull’unità delle forze del cam-biamento: sulla loro capacità di imporre al paese un’agenda po-litica e precisi obiettivi di lotta». Tutte parole che suonano come cacofoniche alle orecchie di Ber-sani, e che anticipano una stagio-ne durissima innanzitutto per il Pd. Che comincerà con lo sciope-ro che è stato indetto dalla Fiom guidata da Maurizio Landini per la giornata del prossimo 28 gennaio: otto ore che serviranno a fare un test sulla popolarità bersaniana, proprio alla vigilia della conferenza programmatica del Pd calendarizzata a Napoli. Un vero e proprio tentativo, quel-lo dei metalmeccanici, di mettere con le spalle al muro il segretario del Pd.

© Riproduzione riservata

Il quotidiano comunista invita al conflitto di classe, operaio e sociale, oltre il Pd

Il manifesto scomunica Bersanireo di aver fatto da spalla a Fini

Leonardo è gramsciano. Un’accusa del genere sa-rebbe capace di dirla Sil-vio Berlusconi, visto il passato milanista di un allenatore che nel giro di pochi mesi è passato sul-la sponda opposta, quella dell’Inter. E invece la de-fi nizione è stata coniata dal quotidiano comunista il manifesto. Il cosmopo-lita Leonardo succede a Benitez, uno che aveva davanti «il compito sta-liniano di conservare la rivoluzione», e non ha saputo «combinare uomo-massa, forte personalità e originalità individua-le». Mischiano il contem-poraneo Leonardo con quello rinascimentale, il manifesto ha offerto una rilettura del «Principe» di Antonio Gramsci per «comprendere quell’im-pasto di senso e intel-letto, di scienza e arte, di ricerca specialistica e orizzonte cosmologico». Stranamente, visto che Leonardo proveniva dal Milan, non è stato fatto alcun accenno al calcio-mercato…

Donato de’ Bardi© Riproduzione riservata

Leonardo?È gramsciano

Roberto Calderoli

Pier Luigi Bersani

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6 Giovedì 30 Dicembre 2010 P R I M O P I A N O

La procura di Torre Annunziata scova una truffa: soldi della formazione per saldare straordinari

I pm campani aiutano BondiSolo con un reato è stato possibile pagare i lavoratori di Pompei

DI ROBERTO MILIACCA

La sfiducia a Sandro Bondi, ministro dei beni culturali, può attendere. Almeno se-condo i magistrati campani,

che ieri, indirettamente, gli hanno dato una mano nella sua difesa dalle accuse di cattiva gestione del dicastero e di responsabilità nei fatti di Pompei, sottolinean-do, con la loro azione, la reale complessità della vicenda della gestione di tutti i beni culturali in Campania.

Ma ecco la vicenda. La Procura della Repubblica presso il tribu-nale di Torre Annunziata guida-ta da Diego Marmo da tempo stava conducendo indagini sulla Soprintendenza archeologica de-gli Scavi di Pompei. L’accusa era quella di indebite elargizioni di indennità per corsi di formazione mai effettuati, per un ammontare complessivo di circa 700.000 euro. Insomma, era stato messo in pie-di dalla sovraintendenza un com-plesso sistema di frode che mirava a far percepire ai 265 dipendenti addetti alla vigilanza delle aree archeologiche di Pompei, Stabia, Torre Annunziata, Boscoreale ed

Ercolano, delle somme «che dove-vano retribuire ore di straordina-rio ormai prescritte e mai pagate dall’Ente Scavi», come si legge in una nota della procura.

I soldi dei corsi di formazione al posto dei soldi per gli straordina-ri, insomma. Una frode su cui ieri la Guardia di fi nanza locale ha messo la parola fi ne, procedendo al sequestro di beni sul patrimo-nio personale di quello che viene ritenuto dalla procura l’artefi ce principale degli illeciti, cioè Luigi Crimaco, direttore amministra-tivo pro tempore dell’Ente Scavi.

Solo che Crimaco, come spiega anche la procura, non avrebbe or-dito da solo questo reato. E quasi certamente non per un ritorno personale. Crimaco avrebbe tro-vato questa «soluzione», come ri-costruito dai pm, «costretto» dalle minacce di sciopero che i sindacati avevano fatto dopo che lo Stato, per anni, non aveva corrisposto gli straordinari arretrati ai lavorato-ri dei siti archeeologici.

«Le investigazioni», si legge nel-la nota della procura di Torre An-nunziata, «hanno fatto emergere la fi ttizia realizzazione di corsi di aggiornamento per il personale,

attività didattica che, peraltro, non era stata autorizzata dal competente ministero, nonostante fosse obbligatoria, per la sua ese-cuzione, l’autorizzazione dell’am-ministrazione centrale. I fondi per la realizzazione dei corsi, prove-nienti da stanziamenti propri della Soprintendenza, nell’am-bito dell’autonomia finanziaria dell’Ente Scavi di Pompei, sono stati utilizzati per retribuire un debito, ormai prescritto, matu-rato per il mancato pagamento di ore di straordinario vantate dai dipendenti della Soprin-tendenza degli Scavi ed ef-fettuate nel periodo compreso dal 1988 al 1996». «A seguito di minacce di scioperi da parte delle rappresentanze sindacali dei lavo-ratori, ed in par-ticolare Cgil/Fp, Cisl/Fps, Uil/Pa, Flp/Bac, Unsa/Snabca e Intesa, organizzazioni sindacali inte-ressate al pa-gamento del-le indennità in esame, il

direttore amministrativo pro tem-pore dell’Ente scavi, Luigi Crima-co, autorizzò, in data 22/04/2006, d’intesa con le citate sigle sin-dacali, lo svolgimento di corsi di formazione, quale «espediente» per distribuire, proprio dietro l’apparente svolgimento di corsi di formazione ed aggiornamento del personale, indebite indennità

di straordinario ormai prescritte».

Insomma, in sintesi, lo Stato non ha i soldi per pagare 8 anni di arretrati ai lavo-ratori delle aree

archeologi-

che e il responsabile amministra-tivo dell’ente concorda una solu-zione con i sindacati per saldare quelle somme. Un reato, certo, ma di certo con più responsabili che non il semplice direttore am-ministrativo, compreso lo Stato centrale.

Per Bondi, comunque, una con-ferma che i danni del settore beni culturali non portano il suo nome e cognome, ma hanno un lungo pedigree e vengono da molto lon-tano. E spesso scavalcano anche le responsabilità dei ministeri. «Desidero rinnovare la fiducia nell’operato della magistratura e, fi no alla conclusione delle in-dagini, salvaguardare l’innocen-za dei funzionari e delle persone coinvolte», ha scritto in una nota il ministro per i beni e le attività culturali. «Tuttavia, non posso non rilevare, anche sulla base di queste nuove rivelazioni, risalenti al 1996, come la gestione della so-vrintendenza di Napoli e Pompei fosse diffi cile e come il tentativo da parte del Pd e del partito di Di Pietro di addossare al sottoscritto ogni responsabilità sia immotiva-to e politicamente disonesto».

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DI PIERRE DE NOLAC

Conquistare i voti dei moderati: questo è il mantra di Piero Fas-sino, candidato del Partito de-mocratico alle prossime elezioni

comunali torinesi. E per vincere, Fassino è sicuro che la prima condizione essen-ziale è spaccare il Pd, tenendo lontana la Cgil: nasce così la decisione fassiniana di stare vicino alla Fiat di Sergio Mar-chionne, marcando la differenza con la Fiom di Maurizio Landini che invece è pronta a bloccare le fabbriche.

Fassino «viene da lontano», come rac-contano i vecchi sindacalisti della Fiat: ha passato tante mattine davanti ai can-celli di Mirafiori, guardando la cosiddetta «marcia dei quarantamila» che pose fine, contemporaneamente, alla stagione più buia dell’estremismo rosso e all’agonia della fabbrica torinese di automobili.

Fassino sa benissimo che contro di lui si schiereranno gruppi decisi a colpire, ogni gior-no, la sua candida-tura alla poltrona ancora occupata da Sergio Chiam-parino: inevitabile la concorrenza con un esponente di Sinistra e li-bertà, un vendoliano che dovrà attaccare senza pietà il moderati-smo fassiniano.

L’ex segreta-rio però sa che l ’atteggiamento

favorevole nei confronti di Marchionne è stato applaudito da un vecchio amico qual è Giuliano Ferrara, il direttore del Foglio che insieme a Piero ha vissuto una lunga stagione della sua vita proprio a Torino.

Nel Pd poi sono convinti che il Pdl non riuscirà a trovare un candidato “di peso” per le comunali: citano, uno per tutti, il caso di Roberto Rosso, uno dei fonda-

tori di Forza Italia, che è passato con

i finiani di Fu-turo e libertà, e gli strascichi di polemiche che hanno accom-

pagnato la vittoria di Roberto Cota alla regione Piemonte.

Secondo i fassiniani, all’ombra della mole il Pdl ha troppi problemi da risolve-re, e questo favorirebbe la corsa di Piero: in più, ricordando quanto era avvenuto nelle elezioni regionali, l’Udc subalpina sarebbe ancora propensa a confermare la sua preferenza per la candidatura del Pd più che del Pdl (facendo notare che dal partito di Pier Ferdinando Casini proviene il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti, che ha affidato il suo territorio ai suoi fedelissimi).

Inoltre, nel Pd hanno la certezza che i finiani avranno un loro candidato da con-trapporre a quello del Pdl e della Lega, prevedendo così una lotta tra quattro aspiranti sindaci.

E intanto Fassino attende con ansia lo show di Walter Veltroni al Lingotto, il prossimo 22 gennaio, alla presenza di un testimone quale il segretario Pier Luigi Bersani, con la benedizione del sindaco uscente Sergio Chiamparino. Magari con una fugace apparizione di Marchionne, nel luogo che ha consegnato alla storia la Fiat.

Senza contare che Fassino potrebbe contare sull’amichevole partecipazio-ne alla sua campagna elettorale di un altro vecchio amico, compagno di tante avventure torinesi (hanno avu-

to in comune anche una fidanzata) poi divenuto nel corso degli anni un famoso

volto televisivo, ora presente sulle reti Mediaset: Piero Chiambretti.

© Riproduzione riservata

Pur di conquistare il voto dei moderati, l’ex segretario marca le differenze dalla sinistra

Per vincere a Torino, Fassino non ha paura di spaccare il Pd

A Londra si scommette contro il presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi. Dicono che la fiducia che è stata riscossa due settimane fa non basta, i numeri non sono suf-ficienti e la poltrona di primo ministro di Berlusconi è ancora a rischio: così i bookma-ker d’oltremanica an-nunciano le quote per gli scommettitori più accaniti. Secondo i sudditi del-la regina Elisabetta II, le possibilità che il premier lasci l’incarico entro la fine del 2011, fa sapere Agipronews, sono a 3,75, ed è quel-lo più a rischio dopo il «collega» irlandese Brian Cowen. Per Zapatero il fattore rischio è a 6,00, si sale a 11,00 per Vladimir Pu-tin, a 13,00 per David Cameron e a 15,00 per Nicolas Sarkozy. Molto più salde le pol-trone del presidente degli Stati Uniti Barack Obama e del cancelliere tedesco Angela Merkel: un’eventuale rinuncia alle loro cariche vale rispettivamente 21,00 e 34,00.

Bartolomeo Scappi© Riproduzione riservata

I bookmakersnon tifano Cav

Sandro Bondi

Piero Fassino

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7Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30 DicemP R I M O P I A N O

A Roma colpiti i non residenti che visitano la Capitale, tanto per non toccare i cittadini-elettori

Comuni, stangate fiscali à gogoDalle tasse di scopo a quelle sui turisti, la fantasia è infi nita

DI CESARE MAFFI

Tasse tasse tasse. In questo scorcio d’anno gli enti locali paiono sbizzarrirsi per cerca-

re nuove forme impositive. A Bologna, ad esempio, c’è chi, come un esponente della lo-cale Uil, pensa bene di pro-porre al comune una «tassa di scopo» per colpire esclusi-vamente i proprietari di casa: beninteso, solo per un anno (ah, quest’italico vizio della transitorietà destinata a per-petuarsi…).

A Roma sono andati ben ol-tre: hanno pensato a vessare i turisti, sia coloro che visitano i musei comunali, sia quanti, non residenti, dormono in una struttura ricettiva, sia coloro che viaggiano su autobus a due piani, battelli sul Tevere, sta-bilimenti balneari. Attenzione: anche nel caso del contributo (tenue paroletta che cela un tributo) sui biglietti museali a pagare sono i non residenti. Si tratta della solita trovata uti-lizzata dagli amministratori comunali: colpire, per esempio con l’Ici, ma anche con altri bizzarri balzelli (come, sempre in Roma, la tariffa maggiorata di due euro per chi pigli un tassì dalla stazione Termini),

chi non risiede, cioè chi non vota in loco.

È istruttivo vedere le giu-stificazioni addotte per questa tassa (scusate, contributo) di soggiorno. Mauro Cutrufo, vicesindaco di ascendenza Dc, è quello che in linguistica si direbbe un comparativista: asserisce che così fanno tutti, da New York a Parigi a Vene-zia. Come scusa, non regge molto: a parte il fatto che a seguire esempi altrui ci sarebbe da spolpare i concitta-dini, perché l’in-venzione di sem-pre nuove forme impositive è lo sport più dif-fuso sotto tutti i regimi politici, non si capisce per-ché la cosiddetta armonizzazione fi-scale debba tendere all’alto, cioè al peg-gio, e non al basso, cioè al meglio. Sarebbe, per esempio, in-teressante uno studio c o m p a -rato sui b a l z e l l i c h e n e i

vari paesi si pagano per il passaporto, la carta bollata, le spese di giustizia, i diritti camerali, e poi vedere se guar-dare all’estero non portereb-be a tagliare le tasse, non a incrementarle. Da notare che Cutrufo, nella sua brutale sincerità, pensa già a come strizzare ancor più i turisti: «Aumentare? Prima la tassa

va fatta sedimenta-re. Non credo

toccherà a quest ’am-ministra-zione». È il via libera all’aumen-to (che sarà poi defini-to ritocco, a d e g u a -mento o altro eu-femismo) f r a u n

paio d’anni.Altra giustificazione, mol-

to tradizionale, è quella del sindaco della capitale, Gian-ni Alemanno : «È un au-mento impercettibile». Sarà anche vero, perché si tratta dell’equivalente di un caffè o di qualche caffè; resta però incontestabile che i cittadini preferirebbero spendere quel-le «impercettibili» somme per un caffè, una bibita o quel che preferirebbero, in luogo di ver-sarle nelle casse di Roma Ca-pitale (dizione, quest’ultima, da usarsi in luogo di Comune di Roma, soppressa). Eppoi sono decenni che si va avanti predicando che una tasserel-la in più è solo il costo di un pacchetto di sigarette, di uno spettacolo cinematografico, di una pizza. E così, di pacchetto in pacchetto, di pizza in pizza, si succhiano i risparmi della gente.

Ancora, le giustificazioni si moltiplicano: coi nuovi fondi provvederemo, penseremo, faremo… Ovviamente sono le immarcescibili spese «sociali» messe avanti come giustifica-zione perenne. Nichi Ven-dola, ad esempio, rincara la benzina in Puglia come «tassa di scopo» per «i non autosuf-ficienti». Eppoi, un’altra scu-

sa del presidente pugliese: «Continuiamo a essere una delle regioni con la più bassa pressione fiscale», che, tradot-to, altro non vuol dire se non «penseremo a farla salire». Alcuni suoi uomini gli danno man forte: «un contributo dei ricchi ai poveri», «un impe-gno collettivo per le fasce più svantaggiate della società, che non avrebbero speranza ove non fossero soccorse». Siamo al ricatto: se non sborsate, gli «svantaggiati» moriranno.

Sul piano politico, non pare ci siano molte differenze. L’im-posta di soggiorno, o come si preferisca definirla, era stata bocciata, per Roma, addirit-tura da Silvio Berlusconi, il quale tuttavia, stando alla testimonianza non disinteres-sata del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, si sarebbe det-to favorevole per il capoluogo toscano. A Firenze, invece, mentre l’amministrazione di centro-sinistra si batte per tassare, il Pdl dice di no. Il che conferma che non rientra nel dna del centro-destra l’oppo-sizione al fiscalismo: più sem-plicemente, sta dalla parte dei contribuenti là dove il Pdl è in minoranza. Altrimenti, giù legnate.

© Riproduzione riservata

Flavio Tosi, sindaco di Verona, protagonista e testimonial del fede-ralismo: il nuovo anno partirà con una pun-tata speciale, alle ore 13 del primo gennaio sulle frequenze del Gr parlamento dedicata al tema federalista, con un dibattito modera-to da Paola Severini, direttore di www.an-gelipress.org. Oltre al leghista Tosi altri due sindaci parteciperanno alla discussione: Rober-to Cenni, primo cittadi-no di Prato (oltre che imprenditore tessile), la terza città del cen-tro Italia, e Wladimiro Boccali (classe 1970), sindaco di Perugia (dal 2004 assessore all’ur-banistica e all’edilizia privata). Verrà spiega-to il rapporto delle loro città con le emergenze portate dalla globa-lizzazione e dai flussi migratori. Chiuderà la trasmissione una «po-esia in lingua» scritta da Pier Paolo Pasolini, commentata da Davide Rondoni.

Sebastiano Luciani© Riproduzione riservata

Tosi con brindisifederalista

DI CESARE MAFFI

Ha destato ovvia curiosità l’apparizione di un volume («L’ultima lettera di Beni-to», di Pasquale Chessa e Barbara Raggi, Mondadori ed., pp. 226, € 19,50)

nel quale per la prima volta si pubblicano estratti dal carteggio intercorso fra Benito Mussolini e Clara Petacci nei seicento giorni della Repubbli-ca sociale. La figura della Petacci è sempre stata oggetto di morboso interesse, mentre il suo ruolo politico (nel senso d’influenza accanto a Mussoli-ni, e di conseguenze della sua presenza nella vita del Duce) ha avuto eco più scarsa.

In effetti, fi no a pochi anni addietro, adducen-do le norme di protezione della riservatezza (che prevedono il limite di settant’anni per la divul-gazione), era inibito l’accesso ai documenti, fa-centi parte del fondo Petacci, conservati presso l’Archivio centrale dello stato. Si era arrivati così a fornire in consultazione, anno dopo anno, i car-teggi fi no al 1940, che concernevano solo lettere e diari della Petacci. Anche al massimo studioso del fascismo, Renzo De Felice, quando svolgeva le sue ricerche sull’ultimo periodo di vita di Mus-solini, era stata vietata la consultazione di quelle carte. Così, per limitarci al periodo del fascismo repubblicano, delle oltre trecento missive di Mus-solini, per tacere delle centinaia di documenti (lettere, pagine diaristiche, appunti, ritagli ecc.) della sua amante, né De Felice né altri avevano potuto prendere cognizione. Un decreto ministe-riale dello scorso marzo (a seguito della decisione dell’Archivio centrale dello stato di modifi care

tale prassi e col parere favorevole della speciale commissione per la consultazione dei documenti riservati) ha consentito per la prima volta di ac-cedere al carteggio Mussolini-Petacci: il permesso è stato rilasciato agli autori del suddetto volume. In tal modo si dispone ora di un libro che presenta una scelta di brani epistolari, spesso parafrasati, con l’individuazione di singole questioni. Nulla di completo. Nulla di storicamente solido. Un’opera essenzialmente di divulgazione.

Che cosa l’Archivio avrebbe potuto, anzi dicia-mo pure dovuto, fare? Molto semplice: «sfrutta-re» economicamente e storiografi camente i do-cumenti riservati posseduti. Vale a dire, avrebbe potuto curare in proprio l’edizione critica delle lettere di Mussolini e dei documenti della Petac-ci, mettendola in commercio. Sarebbe stato uno strumento serio, scientifi camente fondato, utile per gli studi successivi. Inoltre, avrebbe potuto vendere i diritti di traduzione per edizioni estere. Si può star certi che l’interesse per il carteggio, sia degli storici, sia popolare, avrebbe consentito, specie nel mondo anglosassone e tedesco, introiti più che suffi cienti a ripagare qualsiasi spesa di cura e di edizione, e verosimilmente un solido guadagno, utile in questi periodi in cui si parla di «valorizzare» i beni culturali.

Inoltre, la predisposizione del testo critico a cura dello stesso istituto culturale avrebbe per-messo di non discriminare, com’è avvenuto, fra studiosi. In tal modo lo scomparso De Felice non avrebbe subìto la postuma umiliazione di un ac-cesso riservato ad altri e a lui negato.

© Riproduzione riservata

Così anche le lettere inedite sarebbero state a disposizione di tutti

I carteggi Mussolini-Petaccipotevano essere venduti

Il sindaco di Roma Gian-ni Alemanno è pronto a festeggiare il primo centenario del Biopar-co. Quello che una volta veniva definito come il giardino zoologico del-la capitale, il 5 gennaio 2011 sarà protagonista di una kermesse che prevede l’ingresso gra-tuito a tutti i bambini fino a dodici anni di età : inaugurato un se-colo fa dall’allora sin-daco Ernesto Nathan, fu realizzato per intero da Carl Hagenbeck, un appassionato commer-ciante di animali, e dal suo staff che avevano da poco realizzato il fa-moso zoo di Stellingen (Amburgo) considera-to all’epoca il massimo della modernità e spet-tacolarità . Lo zoo infat-ti venne costruito privo di sbarre, sostituendo le gabbie con i fossati. La giornata di festa preve-de spettacoli per i più piccoli, animazioni, in-contri «a tu per tu» con i rettili e con le elefan-tesse Nelly e Sofia, fino al face painting.

Stefano Di Giovanni© Riproduzione riservata

E Alemannoriparte dallo zoo

Gianni Alemanno

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8 Giovedì 30 Dicembre 2010 P R I M O P I A N O

Un tempo il Marchionne 1, sul costo del lavoro, piaceva a Bertinotti. Ma il Marchionne 2 no

Sergio, ideologo del pragmatismoElogiava il sindacato all’europea, ora fa davvero l’americano

DI LEO SOTO

March ionne uno, Marchionne due. Qual è il vero Mar-chionne? Il Sergio

Marchionne che elogia il modello continentale di re-lazioni industriali e che dice che non è il costo del lavoro ad essere determinante? O il Marchionne che da Pomiglia-no a Mirafiori lavora, come ha detto ad esempio Paolo Mieli al Foglio, con stile e obiettivi americani e che la competiti-vità di un’azienda è data per lo più dal costo del lavoro?

In questi mesi sembra esse-re il Marchionne due il vero capoazienda del Lingotto che enfatizza le relazioni indu-striali alla Chrysler, spiazza i sindacati antagonisti come la Fiom-Cgil e snobba finanche Federmeccanica e Confindu-stria, pur di spingere la con-trattazione a livello d’azienda e di fabbrica.

Eppure c’è stato un Mar-chionne uno, che riconosceva i meriti della concertazione all’europea, e pure all’italia-

na, e che veniva ammirato come socialde-

m o c r a -

tico finanche dall’ex leader di Rifondazio-ne comunista, Fausto Bertinotti, che ieri ha fondato un’associa-zione di accademici ed esperti anti-Marchion-ne.

In pochi se lo ricor-dano, infatti, ma il 12 giugno del 2006, all’as-semblea dell’Unione degli industriali di To-

rino, l’amministra-tore del Lingotto

scandiva que-ste parole che molti sindacalisti ancora adesso ricor-dano: «I risultati raggiunti da Fiat dimostrano che trasformazioni simili sono pos-sibili, anche in un paese con una for-te coscienza sindacale e con quello

che la mag-gior parte dei

commentatori anglosassoni chia-merebbero struttu-ra del lavoro poco

flessibile». M a r c h i o n n e ,

sempre nello stesso intervento davanti agli industriali della federazione torinese, si ad-dentrò poi in un confronto tra relazioni industriali all’an-glosassone e all’europea, pre-ferendo chiaramente le secon-do: «Queste ultime valutazioni sono esagerate. Se dovessi sce-gliere tra cercare di risolvere la relazione di Gm con i suoi sindacati e di trattare i livel-li occupazionali in Europa io preferirei la seconda».

Anche sul costo della ma-nodopera, a prima vista, il Marchionne uno divergeva dal Marchionne due: «Il lavo-ro diretto rappresenta il 6-7% del totale del costo del prodot-to e perciò le vere cause delle

grandi perdite di Fiat auto vanno cercate altrove».

Qual è dunque il vero Marchionne, la versione uno o quella due? Forse ha ra-gione il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, che al Foglio ha detto: «Se in Mar-chionne c’è un’ideologia, è la non ideologia. Ha un approccio pragmatico. Un pragmatismo che è condivi-so dai sindacati riformisti in antitesi al vecchio conflitto di classe. Per questo chi par-la di modelli sbaglia».

© Riproduzione riservata

La normativa antiriciclaggio sbarca Oltretevere. Ad accele-rare è stato lo stesso Papa Benedetto XVI che, nella lettera apostolica «Motu Proprio», la cui pubblicazione è attesa per oggi, come si legge sul sito del Vaticano, prescrive a tutti gli istituti fi nanziari della Santa Sede, a cominciare dallo Ior, di attenersi scrupolosamente d’ora in poi alla normativa anti-riciclaggio europea già recepita nell’ordinamento italiano. Il sito del Vaticano spiega che oggi vengono pubblicati due provvedimenti, cioè la «Lettera Apostolica Motu Proprio del Santo Padre concernente la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo fi nanziario e monetario» e la «legge concernente la prevenzione ed il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del fi nanzia-mento del terrorismo». Papa Ratzinger ha insomma deciso di istituire anche un’Autorità di informazione fi nanziaria (Aif), il cui statuto sarà contenuto anch’esso nella «Motu Proprio». Un organismo simile a quello già esistente in Ban-ca d’Italia, e che a settembre segnalò alla Procura di Roma una serie di operazioni sospette nelle quali era coinvolto proprio l’Istituto per le opere di religione. In seguito alla segnalazione dell’Unità di informazione fi nanziaria (Uif) di Bankitalia per violazione della normativa antiricilaggio ita-liana, cioè del decreto 231/2007, venne disposto il sequestro di 23 milioni di euro. L’inchiesta riguarda due distinte ope-razioni: una per 20 milioni di euro destinati alla JP Morgan Frankfurt, e un’altra di 3 milioni di euro per la Banca del Fucino. Nell’ambito dell’inchiesta della procura capitolina i magistrati avevano indagato il presidente e il direttore generale della banca vaticana, Ettore Gotti Tedeschi e Paolo Cipriani. In quell’occasione il portavoce vaticano, Padre Federico Lombardi, aveva parlato di «un inconveniente» tra le banche coinvolte e aveva sottolineato il fatto che si trattasse solo di trasferimento di proprio denaro tra conti correnti a esso intestati. Lombardi aveva spiegato che lo Ior non è sotto la vigilanza della Banca d’Italia perché ha sede in uno stato sovrano ma intende rispettare le norme della Comunità Europea e dell’Ocse mirate a combattere il terrorismo e il riciclaggio.

Giovanni Galli

Papa Benedetto XVI impone l’antiriciclaggio in Vaticano

DI PIERO LAPORTA

Pierluigi Vigna giura due volte sull’in-nocenza di Giampaolo Ganzer. Ha te-stimoniato a suo favore e l’ha ribadito sul Corsera. PierLuigi Vigna non è ma-

gistrato qualsiasi, avvezzo alle dichiarazioni più inverosimili. Neppure è mai sceso a patti con ter-roristi o con pentiti juke box. Ganzer per Vigna non solo è innocente ma, ribaltando le argomenta-zioni della sentenza, ha assicurato alla giustizia i narcotrafficanti, senza farsene strumentalizzare. Egli ha inoltre aggiunto un vivido dettaglio in questa vicenda: io sapevo tutto, ha sottolineato Vigna, e condividevo.

La qualità di pubblico uffi ciale di Vigna, men-tre Ganzer «delinqueva», dovrebbe causare im-mediatamente un’indagine su Vigna. Quando egli si dice consapevole delle gesta di Ganzer mentre questi «delinque», poiché lo stesso Vigna è direttore delle indagini, non un esecutore o un semplice osservatore, dovrebbe farlo sospet-tare di correità. Nulla di tutto questo. Ganzer è lasciato solo, a dispetto della consapevolezza attiva, pure coraggiosamente dichiarata dal ma-gistrato Vigna.

In altri termini, il carabiniere Ganzer può es-sere sacrifi cato nelle schermaglie fra istituzioni dello stato. Il magistrato Vigna, che pure non si tira indietro di fronte alle proprie onoratissime responsabilità, si guarda bene dallo scalfi rlo. Poi magari regoleranno i conti in altra sede, intanto però è evidente che c’è una giustizia strabica e a molteplici velocità, dalla immobilità cadaverica

alla frenesia parossistica con tutte le varianti intermedie.

Una tale vicenda dimostra fi no a che livello è scesa la giustizia italiana e a quale abietta sorte è votato chi la serve con la passione di Ganzer.

Egli appartiene a un manipolo di uffi ciali dei carabinieri che all’Arma, non all’ambizione ma all’Arma, hanno sacrifi cato tutto, dalla famiglia agli affetti, fi no alla stessa vita. Il loro carisma illumina tutta l’Arma; sono come monaci guer-rieri, servi solo dei propri ideali. Tempo fa ne citammo un altro, il tenente colonnello Fabio Cagnazzo, comandante del nucleo operativo più esposto della Campania, trasferito a Foggia dopo gli schizzi di fango d’un pentito juke box. La presunzione di innocenza per Cagnazzo fu accantonata nonostante la levata di scudi in suo favore di 30 sostituti procuratori di Napoli. Ora per Ganzer nell’Arma c’è chi è tentato di ripetere l’inchino a ciò che sembra giustizia e invece è solo un giudizio di primo grado, infi ciato da una testimonianza come quella di Vigna che non trova alcuna risposta nella sentenza.

La presunzione costituzionale di innocenza vale per Ganzer come per tutti i cittadini. Se nonostante questa, sarà destinato ad altro inca-rico, Ganzer obbedirà da eccellente soldato qual è, ma nessuno in tal caso potrà rimuovere due sensazioni: che l’Arma è in declino e che Gan-zer è sacrifi cato per le ambizioni dei suoi stessi colleghi. Sullo stato della giustizia, infi ne, non occorre dilungarsi.

[email protected]© Riproduzione riservata

Il magistrato interviene per scagionare il generale del Ros

Vigna giura su Ganzer:ha sempre servito la giustizia

Sergio Marchionne

Fausto Bertinotti

Altro articolo sugli accordi Fiat

su Pomigliano a pagina 39

di Marco Cobianchi

- Antonio Di Pietro: «Noi dell’Italia del Valori pensia-mo che quell’accordo di Mi-rafi ori ponga prima di tut-to un enorme problema dilegittimità costituzionale».

Voleva dire:

- Noi dell’Italia dei Valo-ri pensiamo che se la Cgil non firma l’accordo di Mirafi ori, la Fiat diventa automaticamente antico-stituzionale.

DECRITTAZIONI

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11Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30 DicemP R I M O P I A N O

Stabile di proprietà di Bankitalia. In gara c’erano 55 imprese

Nuovo cinema DraghiSalini ristrutturerà l’ex sala Quirinale

DI STEFANO SANSONETTI

È stata vera bagarre. Per ristrutturare l’ex cinema Quirinale, di proprietà della Banca

d’Italia, sono addirittura piovu-te 55 offerte, tra imprese e rag-gruppamenti di aziende. Alla fine la banca centrale guidata da Mario Draghi ha affidato la commessa, per 2,8 milioni di euro, a un raggruppamento che vede come capogruppo la Clau-dio Salini Grandi lavori spa e come mandante la Ceiz srl. E così l’ex cinema, uno stabile che sorge a via Nazionale, a Roma, non distante dalla sede di pa-lazzo Koch, è pronto a rifarsi il look, magari in vista di un’alie-nazione futura.

Per adesso, dopo diverse vi-cissitudini, tra cui anche l’oc-cupazione in passato da parte di alcuni centri sociali, la prio-rità di Bankitalia è quella di ri-strutturare in tutto e per tutto lo stabile. L’oggetto del servizio, assegnato appunto alla Salini, è piuttosto complesso. Dai do-cumenti relativi all’aggiudica-zione defi nitiva si apprende che si tratta della «progettazione esecutiva ed esecuzione di tutte le opere, le somministra-zioni e le forniture necessarie per le opere, edili e impianti-stiche (compresi gli impianti

multimediali) di restauro e risanamento conserva-tivo dell’edifi cio di via Nazionale 190, ex cinema Quirinale, nonché la conduzio-ne e manutenzione biennale edile e impiantistica dello stabile».

La Salini ha con-sentito alla banca centrale di strappa-re un discreto sconto sul

valore inzialmente stimato dell’appalto. La cifra, infatti, è calata dalla previsione massi-ma originaria di 4 milioni e 751 mila euro, ai defi nitivi 2 milio-ni e 806 mila euro. I documenti iniziali di gara, peraltro, vista la complessità della commes-sa (su cui vedi ItaliaOggi del 13 gennaio 2010), prevedono la possibilità di scorporare e subappaltare la realizzazione degli impianti di condiziona-mento e degli impianti elettrici. Quanto ai tempi di esecuzione, sempre sulla basa della dopcu-metazione originaria del ban-do, gli uomini di Draghi hanno fi ssato scadenze molto precise, quasi implacabili: 120 giorni

«naturali e consecutivi» per la progettazione esecu-

tiva, 450 giorni per l’esecuzione dei lavori e 2 anni per l’ultima-zione dei lavori per la conduzione e ma-nutenzione, edile e impiantistica, dello stabile. Insomma, per

Salini sarà un lavoro remunerativo, ma anche impegnativo.

© Riproduzione riservata

Si chiamano «censori», ma non sono impegnati a visionare i fi lm a luci rosse: sono i pensionati della Banca d’Italia, che non vengono mai dimen-ticati da parte di palazzo Koch. Nell’articolo 20 dello statuto della Ban-ca d’Italia, subito dopo il collegio sindacale, si parla dei censori, che «non possono essere più di quattro presso ciascu-na sede o succursale». Arzilli ottantenni che ancora riscuotono getto-ni di presenza, incaricati di prendere «contezza dell’andamento dell’at-tività delle sedi e delle succursali presso le qua-li sono stati nominati». Per incarico dei sindaci, «seguono verifiche di cassa che devono comun-que essere effettuate in modo completo da due di essi almeno una volta ogni trimestre», riferen-do al collegio sindacale, «dandone contemporane-amente notizia al diret-tore della fi liale e, nelle sedi, anche al Consiglio di reggenza».

Donato de’ Bardi© Riproduzione riservata

Palazzo Kochha i censori

di Riccardo Ruggeri

Sono corso al Museo Rietberg di Zurigo per vedere «Das Rote Buch», il manoscritto che Carl Jung prima, gli eredi poi, ave-vano nascosto nel caveau di una banca. Da poco è riemerso dall’oblio e possiamo vederlo, seppur protetto da un cristallo. Nel ‘13, un Jung quarantenne, già celebre, viene colto da visioni e da incubi drammatici, li annota, con la sua scrittura minuta e precisa, e li illustra graficamente con la tecnica della miniatura. Da vecchio confesserà che il periodo più importante della sua vita fu proprio quello in cui inseguì le sue immagini interiori. Il resto della vita lo spenderà per elaborare quello che era emerso dall’inconscio e aveva minacciato di sommergerlo per sempre. Nel ‘43, il capo della Cia, Foster Dulles incontrò a Zurigo Jung e, nel suo rapporto, scrisse: «Le valutazioni del professor Jung sulle tendenze psicotiche dei dittatori sono geniali. «Hitler è un medico taumaturgo, non forte in quanto tale, ma per il potere che i tedeschi, con la loro incoscienza, proiettano su di lui. Nel momento della difficoltà, si suiciderà». «Stalin? Un bruto, una belva istintiva e possente, con quel collo taurino, il sorriso da gatto, è una tigre siberiana.» I supremi interpreti delle due ide-ologie criminali del ‘900 non potevano essere meglio analizzati e descritti. Di un uomo raro come Jung, contemporaneamen-te scienziato, medico, artista, oggi avremmo gran bisogno, per valutare se i membri dell’establishment euro americano che ci governa hanno o meno tendenze psicotiche.

A CIASCUNO IL SUO

Mario Draghi

Claudio Salini

DI PAOLO SIEPI

Ho attraversato gli anni Sessanta vedendo i miei amici di-ventare maoisti o femministi o althusseriani o Dio sa cos’altro, e pensavo: «Che immondizia». Così divenni, sin da allora, post ideologico. Tony Judt in “The Memory Chalet”, lo chalet della memoria.

Per fare crescita c’è bisogno di ricerca ma que-sta non si ottiene fi nanziando un sistema sban-dato bensì solo riformandolo, interloquendo con Mariastella Gelmini, non girando per i tetti. C’è bisogno di più produttività, ma questa passa per le riforme proposte da Raffaele Bonanni, Luigi Ange-letti, Emma Marcegaglia, Carlo Sangalli, Giorgio Guerrini. Anche Sergio Marchionne e persino Susanna Camusso possono essere utili, ma se sostegno una visione, non singole mosse. Ludovico Festa. Tempi.

Non è giusto che l’Africa e l’America Latina non siano rappre-sentate in modo permanente nel consiglio di Sicurezza dell’Onu; o che l’Asia sia sottorappresentata. Noi tedeschi siamo pronti ad assumere la nostra responsabilità nella risoluzione di questi pro-blemi. E’ per questo che, in seno al G4, organismo multinazionale che riunisce India, Brasile, Giappone e Germania noi abbiamo lanciato un’iniziativa comune per la riforma dell’Onu. Guido Westerwelle, ministro degli esteri tedesco. L’Express.

Winston Churchill, brandendo da ultra ottanten-ne il suo eterno Havana, diceva che era campato così a lungo e così bene, proprio perché il suo unico sport era stato quello di portare le bare dei suoi amici vegetariani e non fumatori che facevano foo-ting tutti i giorni. Alessandro Meluzzi. Libero.

L’organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha calcolato che il costo medio di un iPad che entra negli stati Uniti è di circa 290 dollari. Ma il contenuto cinese di questo prodotto Apple è pari a solo il 5% del valore commerciale registrato dalla dogana dato che la maggior parte dei componenti elettronici sono im-portati dalla Corea del Sud, dal Giappone, dagli Stati Uniti e che le batterie sono fabbricate ad Hong Kong per conto di una società giapponese. Jean-Pierre Robin. Le Figaro.

Oggi ci si appassiona alla politica molto di più seguendo un intervento di Bono Vox che studiando le grandi fi gure della sto-ria e seguendo i cartoni animati dei Simpson che sono forse addirittura più importanti del Capitale di Karl Marx. Matteo Renzi, pd, sindaco di Firenze, Facebook.

Purtroppo è passata l’idea che gli standard di lavoro e di qua-lità di vita, le istituzioni e diritti che la società italiana si è data negli anni ’70, fossero un traguardo di benessere irrinunciabile. Invece, in quegli anni sciagurati, abbiamo sciupato modelli al disopra delle reali possibilità. E, per farlo, abbiamo gonfi ato a dismisura il debito pubblico. Ma non di questo, oggi, ci rimproverano i giovani che si agitano sulle piazze. Non ci criticano per l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori che è la principale causa della loro precarietà. Non ci rimproverano per aver difeso regimi pensionistici insostenibili ed aver scaricato su di loro tutti i costi sociali del risanamento. In fondo, questi ragazzi e i partiti che sostengono questi ragazzi sono i migliori custodi dei nostri privilegi. Giuliano Cazzola, Pdl, vicepresidente della Commissione Lavoro della Ca-mera. QN.

Roberto Saviano non è uno scrittore, è un giornalista. Defi -nirlo scrittore sarebbe come dire che Cristina Parodi è Marylin Monroe. Io l’ho difeso senza limite fi n dall’inizio. Il suo impegno civile non si discute, poi è un ragazzino con il motorino ed io sono così apprensivo…Io, ad ogni modo, Saviano ho cercato di leggerlo anche su Repubblica. Ragazzi, Saviano gronda di reto-rica come io grondo di cerume da decompressione aerea. Aldo Busi. Il Riformista.

Il lusso non lo si defi nisce più, oggi, per il saper fare ma per il fatto che i comuni mortali non possono permetterselo. E’ una strategia del ghetto, sia pure dorato. Ma anche nel ghetto, un giorno o l’altro, le persone porranno la domanda del giusto prezzo. Alain Nemarq, direttore generale di Mauboussin, gioellieri. Libèration.

Una mela al giorno toglie il medico di torno ma non la fame. Antonio Ricci, Striscia la tivù. Einaudi.

L’arte non è uno specchio per rifl ettere il mondo, ma un martello per forgiarlo. Vladimir Maja-kovskij.

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12 Giovedì 30 Dicembre 2010 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Sondaggio: 1,7 milioni di persone progettano di ammalarsi nell’autunno 2011 per poter andare in ferie

I tedeschi finti malati per vacanzaCrolla anche il mito dei teutonici lavoratori indefessi

DA BERLINOROBERTO GIARDINA

Un milione e settecentomila lavoratori progettano di ammalarsi per il prossimo autunno, con nove mesi di

anticipo. Nella meridionale Italia? No, nella Germania di Lutero e della signora Merkel, tanto per sfatare ancora una volta un luogo comune. I tedeschi pianifi cano con enorme anticipo le vacanze. Han-no già prenotato da tempo l’hotel dove andranno in estate, hanno acquistato i biglietti per il concer-to di Natale del 2011. E scelgono anche il periodo dell’anno in cui conviene darsi malati.

Lo rivela un sondaggio dell’isti-tuto Systhema di Amburgo, con-dotto intervistando mille dipen-denti, privati e pubblici. Il 5% ha confessato la propria intenzione «criminosa» secondo la morale prussiana. «Questo risultato è sconvolgente», commenta scon-volto lo psicologo e sociologo Bernd Kielmann, «dimostra quanti cittadini siano depressi e scontenti della loro attività, e quanti abbiano una scarsa co-scienza civica, e credano di risol-

vere i loro problemi personali e di lavoro semplicemente con una fuga. Non li sfi ora il pensiero di progettare una truffa ai danni del loro datore di lavoro».

Più una predica che un’anali-si sociale. In realtà, il sondaggio rivela anche qualche scrupolo da parte dei «malati immaginari». Perché ammalarsi proprio in

autunno? E non in primavera o in estate, stagioni più adatte per una vacanza supplementare? Perché, spiegano gli intervista-ti, in autunno di solito arrivano meno commesse in ditta, e si danneggia meno l’azienda per la quale si lavora. Truffatori, dun-que, ma in fondo scrupolosi.

Ci sono differenze geografi che

e generazionali: i malati autun-nali sono il 7% nelle regioni della scomparsa Germania orientale, e solo il 4% nei Länder occidentali. Il record degli assenteisti, il 6%, si ritrova tra i maestri elemen-tari, logorati da allievi sempre meno diligenti e sempre più in-disciplinati, seguiti però dai lau-reati. E si ammalano soprattutto

i lavoratori tra i 30 e i 50 anni. I più giovani e i più anziani si rilevano coscienziosi.

Ma che i tedeschi non siano la-voratori indefessi, come si crede soprattutto all’estero, lo si sapeva da tempo. Secondo vecchie sta-tistiche, al venerdì ci si ammala con una frequenza del 30% supe-riore alla media, e siamo al 40% al lunedì, quando si scontano le sbornie della domenica. Anche in Germania si è diventati speciali-sti nell’allungare il week end e i ponti. Da notare che nei periodi di crisi, l’assenteismo diminuisce in maniera drastica: si ha paura di perdere il posto di lavoro, si rischia di far fallire l’azienda e di venire licenziati, cosa possibile da queste parti, a differenza che in Italia. Le previsioni autunnali sono anche un sintomo del buon andamento della congiuntura nazionale: per il 2011 è previsto un incremento del pil del 2,4%, il doppio della media degli ulti-mi quindici anni, e i disoccupati scendono sotto i tre milioni. Si può dunque progettare un viag-getto non dovuto. Se si è scoperti e puniti, non sarà un dramma.

© Riproduzione riservata

Dovete pagare una somma di 5 mila euro?

Sappiate che la zecca di Parigi ha co-niato una moneta pro-prio di questo taglio.

C’è solo un piccolo dettaglio: la moneta in questione, sulla quale è inciso il Taj Mahal, pesa un chilo, è in oro fi ne, ha un pavé di 68 diamanti e costa 100 mila euro.

Una bella somma, vi-sto che un chilogrammo di oro costa intorno ai 32 mila euro. Ma il prezzo si giustifi ca con il fat-to che la preziosa moneta è stata coniata in soli 29 esemplari e che i dia-manti che b r i l l a n o sulla cupo-la del cele-bre mauso-leo indiano sono s ta t i i n c a s t o n a t i nientemeno che da Cartier. Inol-tre la moneta viene venduta con il suo bau-letto su misura realizzato da Goyard.

Dopo la Grande Muraglia cinese nel 2007, il Gran Canyon nel 2008 e il Cremlino nel 2009,

la zecca di Parigi ha voluto rendere omaggio a un altro monumento inserito nel patrimo-

nio mondiale dell’Unesco, il mausoleo fatto co-struire nel 1632 dall’imperatore moghul Shah

Jahan, in memoria dell’amata moglie.L’anno scorso la moneta da un chilo d’oro

raffi gurante il Cremlino è stata venduta in venti esemplari al prezzo di 50 mila euro cia-scuno.

La crisi per il lusso sembra molto lontana.© Riproduzione riservata

È in oro fine, con pavé di diamanti e raffigura il Taj Mahal

La zecca di Parigi conia supermoneta da 100 mila €

Creato nel 2003 con 10 mila euro di capi-tale sociale, dopo soli quattro anni aveva un

fatturato di 100 milioni, che diventeranno 400 nel 2010. Ma non è finita. L’obiettivo è di arrivare a un miliardo di euro nel 2013.

Il segreto del successo del gruppo francese Smart&Co si chiama Smartbox, il marchio divenuto leader mondiale nel settore dei cofanetti regalo.

Smartbox è un’esperienza di tempo libero da regalare per ogni occasione: benesse-re, avventura, soggiorni, cene gourmet. Dietro ogni cofanetto regalo c’è una struttura esclu-siva di prenotazioni on-line e una scelta di circa 26 mila partner.

La storia è cominciata in

Belgio. «Mi avevano parlato della società belga Weeken-desk e sono andato a trovare il suo fondatore per proporgli un contratto di franchising con l’obiettivo di esportare il concept in Francia», spie-ga Pierre-Edouard Stérin, presidente e azionista di maggioranza di Smart&Co. Dopo quattro anni l’affilia-to è diventato più potente del franchisor e ha acquisito quest’ultimo.

Oggi Smartbox è presente in una ventina di paesi e dà lavoro a un migliaio di perso-ne. Nei prossimi anni punta a estendere la propria presen-za anche in Russia, Corea del Sud e Sud Africa. E mira a un giro d’affari di un miliardo di euro nel 2013.

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Il cofanetto regalo punta a ricavi record

Smartbox diventa leader di mercato

I tedeschi progettano di ammalarsi in autunno perché in quel periodo di solitoarrivano meno commesse e si danneggia meno l’azienda per la quale si lavora

La moneta d’oro coniata dalla zeccadi Parigi e il Taj Mahal

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13Giovedì 30 Dicembre 2010ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

La Cina, primo produttore, difende il suo monopolio. Ma Usa e Ue non ci stanno

La guerra per le terre rare Diciassette elementi indispensabili per l’hi-tech

DI ANDREA BRENTA

La Cina punta a fare il bello e il cattivo tempo anche nel settore delle terre rare, quel gruppo

di elementi chimici essenziali per le nuove tecnologie (elet-tronica, telefonia, auto) e di cui l’ex Celeste impero assicu-ra oltre il 95% delle forniture nel mondo.

Primo passo di questa stra-tegia è il lancio, nel 2011, dell’associazione industriale delle terre rare, un organismo, presentato come indipendente ma in realtà sotto stretto con-trollo del governo, che dovrà gestire tutte le negoziazioni con gli acquirenti stranieri di queste preziose materie pri-me. Uno sgarbo nei confronti di Stati Uniti ed Europa, per i quali queste risorse sono stra-tegiche, che va ad aggiungersi alla riduzione, pari all’11%, delle esportazioni annuncia-ta da Pechino a partire dal 1° gennaio. Una riduzione che il ministro del commercio este-ro, Chen Deming, giustifica con il calo della quota mondia-

le del settore detenuta dalla Cina, passata dal 43% di qual-che anno fa all’attuale 30%.

I 17 elementi chimici defi niti come terre rare non hanno un grande valore in sé. Quello che

ne aumenta il valore è la lavo-razione. E qui la Cina torna a essere protagonista, con la sua politica di taglio dei prezzi.

Insomma, i nervi sono tesi e le rassicurazioni del commis-

sario Ue al commercio, Karel de Gucht, in merito alla vo-lontà di Pechino di garantire la continuità delle esportazio-ni nel Vecchio continente non bastano a tranquillizzare i paesi europei. Questi ultimi presenteranno il prossimo 26 gennaio a Bruxelles le linee guida ufficiali relative a 14 materie prime con l’obiettivo di sfruttare meglio il sottosuo-lo del Vecchio continente e di costituire degli stock strategi-ci. E anche in questo caso la Cina punta a spadroneggiare. «Siamo pronti ad aiutare i pa-esi che intendano sfruttare le loro riserve», ha detto il pre-sidente della camera di com-mercio cinese dei metalli.

Nel frattempo gli Stati Uni-ti hanno denunciato la Cina al Wto, l’organizzazione mon-diale del commercio, affin-ché essa cessi le sovvenzioni all’industria eolica, grande consumatrice di terre rare e hanno autorizzato il gruppo americano Molycorp a lan-ciarsi nella loro produzione in California.

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Il caviale a prezzi demo-cratici? Si vende online.

Il sito di Caviar Passion, aperto un anno fa, oggi propone le preziose uova di storione a prezzi fino al 30% inferiori a quelli di mercato. Trenta gram-mi del prodotto entrata di gamma, per esempio, ven-gono venduti a 39 euro.

«Il caviale non deve es-sere riservato a una éli-

te», spiega Paul Ferel, cofondatore del sito. La situazione oggi, assicura Ferel, è analoga a quan-to avvenne per il salmo-ne vent’anni fa. Anche se per un chilo di uova ci vo-gliono ancora 1.300 euro come minimo.

L’evoluzione democra-tica del caviale è resa possibile dall’esplosione dell’allevamento, che oggi vale 130 tonnellate all’an-no. Anche l’età dei consu-matori si è abbassata, con una nuova generazione di gourmet che hanno tra i 30 e i 40 anni.

Il cuore dell’offerta di Caviar Passion, il cui innovativo packaging è ispirato al mondo dei co-smetici, sono un Beluga e un Ossetra provenienti da allevamenti installati da produttori iraniani lungo il fiume Amur in Cina.

L’obiettivo del sito è di consegnare una tonnel-lata di caviale nel 2012 e una tonnellata e mezzo l’anno seguente, puntan-do a «spalmare» le vendite lungo tutto l’arco dell’an-no e non solo durante le festività natalizie.

La consegna viene as-sicurata entro le 48 ore dall’ordine da Dhl, che ha messo a punto un servizio speciale con una confezio-ne di gel ghiacciato che assicura la conservazione durante il trasporto.

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VENDITE ONLINE

Il cavialea prezzi

democratici

Donna al volante... vitti-ma costante dei raggiri nelle stazioni di servi-zio.

È quanto è successo in Grecia. Dopo un gran numero di segna-lazioni e dopo i controlli presso una cinquantina di distributori di benzina di Atene, gli ispettori del ministero dello sviluppo hanno riscontrato che la mag-gior parte delle stazio-ni esamina-te era fuori legge. In particolare dai control-li è emerso che, grazie all’aiuto di un chip, i b e n z i n a i accelerava-no il con-teggio del prezzo e dei litri di carburante sulla pompa. I litri segnati era-no superiori fi no al 5% rispetto a quelli effettivamente immessi nel serbatoio.

La frode veniva decisa volta per volta. Ma i benzinai trucca-vano la pompa soprattutto se il cliente era una donna.

Il pregiudizio nei confronti delle donne al volante è duro a morire. Gli addetti al distributo-

re evidentemente ritenevano il gentil sesso meno attento e più credulone rispetto all’altra metà del cielo.

Ma tra le vittime dei raggiri ci sono stati anche degli uomini. Come Ilias, che ha sporto denun-cia alle autorità. «Il contatore segnava 58 litri, mentre il mio serbatoio non ne contiene che 45»,

ha raccontato. Il prezzo della ben-zina in Grecia è il più alto della zona euro: esso supera 1,70 euro al litro in alcune stazioni, per una media di 1,58 euro.

Il governo si è impegnato a presentare una legge che punisca queste truffe. I benzinai disonesti saranno passibili del ritiro della licenza e di reclusione in caso di abusi ripetuti.

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Pompe truccate: vittime soprattutto le donne

Grecia, i benzinai sono maschilisti

Le applicazioni per iPhone e iPad sono lesive della privacy.

È l’accusa mossa alla Apple da un gruppo di consumatori americani.

Martedì scorso un avvocato statunitense ha infatti annun-ciato l’avvio di una azione col-lettiva contro l’azienda di Cu-pertino e nove sviluppatori di applicazioni per utilizzo non autorizzato di dati personali. L’istanza è stata depositata presso il tribunale di San José in California.

I ricorrenti chiedono un in-dennizzo e gli interessi per

non essere stati correttamen-te informati.

Nel mirino, in particolare, ci sono alcune applicazioni per iPhone e iPad, tra cui Tex-tPlus4, Pandora, Backflip, The Weather Channel e Dictiona-ry.com. Questi ultimi avreb-bero comunicato a terzi infor-mazioni personali che hanno permesso di inviare pubblicità mirate agli utenti.

Questi ultimi lamentano che la loro proprietà personale è stata trasformata in un ap-parato in grado di spiare tutti i loro movimenti online.

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iPhone: accuse di violazione della privacy

Usa, class action contro la Apple

Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

La Cina assicura oltre il 95% delle forniture di terre rare nel mondo

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14 Giovedì 30 Dicembre 2010 ECONOMIA E POLITICA

L’istituto ha inviato un pacchetto di proposte d’intervento a governo e camere

Rc auto, l’Isvap in campoÈ possibile tagliare le tariffe del 15-18%

L’Isvap ha inviato una segnalazione ai pre-sidenti del senato e della camera, al presi-

dente del consiglio e al ministro dello sviluppo economico «per sottoporre al parlamento e al governo l’opportunità di alcuni interventi normativi nel settore della rc auto volti a ridurne i costi per il cittadino».

L’Autorità, si legge in una nota, «ritiene, sulla base di stime che tengono anche conto delle autovalutazioni d’impatto effettuate dall’Ania, che il com-plesso di questi interventi possa contribuire a contenere il costo della rc auto nella misura pru-denziale del 15-18% e a realiz-zare nel contempo l’equilibrio tecnico del ramo nel medio periodo».

Il pacchetto di proposte d’intervento inviato a go-verno e parlamento spazia dalla questione del danno alla persona al risarcimen-to diretto, dal contrasto alle frodi all’abolizione del tacito rinnovo.

La segnalazione, spiega l’Isvap, chiude

la fase di confronto aperta nel luglio scorso prima con l’Ania e i principali gruppi assicu-rativi del settore, poi con le associazioni dei consumatori più rappresentati-ve per trovare una convergenza sulle iniziative più op-portune da adot-tare per alleviare le sempre più evi-denti criticità del settore.

Nel 2009 il mercato ha rice-vuto complessivamente 110mila

reclami mentre l’Isvap ha ir-rogato quasi 60 milioni

di sanzioni, 50 dei qua-li per violazioni della disciplina rc auto.

A partire da giu-gno, 14 istruttorie

nei confronti di al-trettante imprese per violazione dell’obbligo a contrarre sono sta-

te aperte dall’Autorità, che è anche intervenuta

per contrastare il feno-meno delle cosiddette

disdette massive dei contratti special-mente al Sud».

Per l’istituto gui-dato da Giancarlo Giannini, «è con-dizione necessaria per la realizzazio-ne di questi obiet-tivi che le impre-se implementino senza esitazioni le politiche di potenziamento ed eff icienta-mento delle reti

liquidative più volte sollecitate dall’Autorità».

In particolare, il pacchetto contiene proposte sul trat-tamento delle macro e micro lesioni: per le prime, un inter-vento normativo sulla tabel-lazione delle menomazioni e del relativo valore dei punti d’invalidità per uscire dalla attuale fase di incertezza giu-risprudenziale; per le seconde, la cui incidenza sul totale è preponderante, una rifl essione che punti a stroncare compor-tamenti scorretti da parte dei professionisti medico legali attraverso il potenziamento delle commissioni regionali miste. Riguardo al risarcimen-to diretto, si propone il ripri-stino della esclusività della procedura per fugare le incer-tezze sollevate dalla sentenza pronunciata dalla Corte Costi-tuzionale nel 2008 mentre con riguardo al contrasto delle fro-di, la dematerializzazione del contrassegno assicurativo per prevenire il fenomeno della falsifi cazione e della contraf-fazione, l’inasprimento.

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Nei primi mesi del 2011 saranno disponibili sul mercato europeo i primi caricatori universali e i telefoni cellulari compa-tibili con le nuove nor-me Ue. Su mandato della Commis-sione europea, infatti, gli organismi europei di nor-malizzazione Cen-Cenelec e Etsi hanno elaborato le norme armonizzate per la fabbricazione di telefo-ni cellulari data-enabled compatibili con un nuovo caricatore universale. È l’ultimo passo, spiegano a Bruxelles, nello sviluppo di un caricatore globale e comune per telefoni cel-lulari, avviato dall’ese-cutivo, dopo l’accordo del giugno 2009 tra quat-tordici grandi produttori di telefoni cellulari per armonizzare i caricatori destinati a telefoni cellu-lari data-enabled (in gra-do cioè di essere collegati a un computer) venduti nell’Unione europea.

CELLULARI

In arrivo i caricatori universali

AVVISO DI AVVENUTA PUBBLICAZIONEdel Prospetto di Offerta relativo al prestito obbligazionario denominato:

“B.C.C. DI FORNACETTE 2011/2018 TASSO MISTOSUBORDINATO LOWER TIER II CON AMMORTAMENTO”

In data 22 dicembre 2010 la CONSOB ha rilasciato con proprio provvedimento n. 10103636 l’approvazione del sopraindicato Prospetto di Offerta.

Il Prospetto di Offerta è costituito dai seguenti documenti:

- Nota di Sintesi, contenente una sintetica descrizione dell’Emittente e dei titoli offerti;- Documento di Registrazione, incluso mediante riferimento, contenente le informazioni

relative all’Emittente;- Nota Informativa, contenente le informazioni sui titoli offerti.

L’Offerta si svolgerà dal 3 al 28 gennaio 2011, salvo eventuale chiusura anticipata o proroga.

Il Prospetto di Offerta è stato pubblicato in forma elettronica sul sito dell’Emittente www.bccfornacette.it in data 30 dicembre 2010 ed è a disposizione del Pubblico gratuitamente presso la Sede (Via Tosco Romagnola, 101/A – Fornacette) e presso le Filiali della Banca.

Fornacette, 30 dicembre 2010

BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI FORNACETTE

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21Giovedì 30 Dicembre 2010

OGNI MESE IN EDICOLA

DirittoIL PRIMO MENSILE

AL SERVIZIO DELL’UOMO

IL PRIMO MENSIL& Fisco

Provvedimento dell’Agenzia delle entrate attua la manovra estiva contro i rischi di evasione

Operazioni intraUe sotto tutelaIl fi sco potrà negare l’autorizzazione a effettuare gli scambi

DI FRANCO RICCA

Operazioni intracomuni-tarie sotto stretta tute-la: imprese e lavoratori autonomi che intendono

effettuare scambi di beni con altri stati membri devono darne comu-nicazione all’Agenzia delle entrate, che potrà negare o revocare l’auto-rizzazione qualora ravvisi rischi di evasione. Le relative regole sono state defi nite dall’Agenzia con un provvedimento di ieri, 29 dicembre 2010, e coinvolgono anche i sogget-ti già in attività. Un altro provve-dimento, sempre di ieri, fissa i criteri e le modalità di inclusione delle partite Iva nell’archivio infor-matico degli operatori autorizzati (banca dati Vies). Il tutto in attua-zione delle disposizioni introdotte dall’art. 27 del dl n. 78/2010 al fi ne di un effi cace contrasto delle frodi intracomunitarie all’Iva. Con tali disposizioni è stato infatti previ-sto:

- che i soggetti che iniziano l’atti-vità, qualora intendano effettuare operazioni intracomunitarie di cui al titolo II, capo II del dl n. 331/93 (acquisti e cessioni di beni con al-tri paesi Ue), devono esprimere la volontà in tal senso nella dichiara-zione di inizio attività

- che nei confronti dei soggetti che esprimono tale volontà, entro 30 giorni dall’attribuzione del nu-mero di partita Iva l’uffi cio può emettere un provvedimento di di-niego ad effettuare le predette ope-razioni; successivamente l’uffi cio potrà emettere un provvedimento di revoca;

- che con provvedimenti dell’Agenzia delle entrate sono definiti le modalità del diniego o della revoca, nonché i criteri e le modalità per l’inclusione delle partite Iva nella banca dati degli operatori autorizzati ad effettuare operazioni intracomunitarie.

Vediamo cosa stabilisce il prov-vedimento sull’autorizzazione.

Il regime autorizzatorio. I soggetti che avviano un’attività nel territorio dello stato, oppure vi istituiscono una stabile orga-nizzazione, qualora intendano effettuare le operazioni intraco-munitarie di cui sopra, devono esprimere tale volontà compilan-do il quadro I della dichiarazione di inizio attività modello AA7 o AA9. Gli enti non commerciali che non sono soggetti passivi esprimo-no la volontà contrassegnando la casella C del quadro A del model-lo AA7. I soggetti già in attività esprimono la volontà presentan-do apposita istanza ad un uffi cio dell’Agenzia delle entrate; con la medesima modalità comunicano

l’eventuale revoca; queste stesse modalità devono essere adottate dai soggetti non residenti identi-fi cati direttamente, per i quali è però competente il Centro opera-tivo di Pescara.

Entro 30 giorni dal ricevimen-to della manifestazione di volontà (durante i quali il soggetto deve astenersi dal compiere operazioni intraUe), l’Agenzia verifi ca l’esat-tezza e completezza dei dati ed effettua una valutazione prelimi-nare del rischio. In caso negativo, la struttura dell’agenzia compe-tente per i controlli Iva emette il provvedimento di diniego, basato su una serie di elementi (vedi ta-bella). Controlli più approfonditi saranno effettuati entro sei mesi dalla manifestazione di volontà, e potranno portare alla revoca

dell’autorizzazione. I provvedi-menti di diniego e di revoca sono impugnabili entro 60 giorni da-vanti alle commissioni tributarie provinciali.

Dichiarazione di inizio atti-vità presentata dal 31/5/2010 al 28/2/2011. Entro il 28 febbraio 2011 saranno esclusi dall’archivio dei soggetti autorizzati coloro che hanno presentato la dichiarazio-ne di inizio attività nel suddetto periodo senza manifestare la vo-lontà di effettuare operazioni in-tracomunitarie ovvero quelli che, in mancanza, non hanno comun-que posto in essere nel secondo semestre 2010 dette operazioni e adempiuto agli obblighi di presen-tazione Intrastat (pare quindi di capire che, pur in assenza dell’op-zione, non saranno esclusi coloro

che hanno operato regolarmente con paesi Ue nel secondo seme-stre 2010).

Dichiarazione di inizio at-tività ante 31/5/2010. Saranno inoltre esclusi dall’archivio, entro la medesima data del 28 febbraio 2011, anche coloro che hanno pre-sentato la dichiarazione di inizio attività prima dell’entrata in vigo-re del dl n. 78/2010, nel caso in cui non abbiano presentato elenchi Intrastat (scambi di beni o servizi) nel 2009 e nel 2010, oppure non abbiano adempiuto agli obblighi dichiarativi Iva per il 2009.

I soggetti a rischio di esclusione, in base ai criteri suddetti, possono comunque chiedere l’autorizzazio-ne presentando l’istanza di cui so-pra; vale la procedura di diniego o di revoca.

Controlli periodici. Un aspetto molto importante, infi ne, è rappresentato dalla previsione di verifi che periodiche sulle posi-zioni dei soggetti autorizzati, ba-sate sui criteri di valutazione del rischio sintetizzati nella tabella, fi nalizzate non soltanto all’emana-zione del provvedimento di revo-ca dell’autorizzazione, ma anche all’eventuale avvio di eventuali azioni di controllo.

©Riproduzione riservata

Modalità operative, fi nan-ziarie e gestionali nello svol-gimento dell’attività; inadem-pienze degli obblighi tributari, in particolare di versamento e di dichiarazione; elementi di rischio riconducibili alle situazioni personali dell’im-prenditore, degli amministra-tori, dei soci, oppure a collega-menti con soggetti coinvolti in fenomeni di evasione fi scale. Questi i principali fattori in base ai quali l’Agenzia delle entrate valuterà se inserire o meno il contribuente nell’ar-chivio informatico degli ope-ratori intracomunitari auto-rizzati. Ma non solo. L’Agenzia potrà infatti attingere anche informazioni acquisite da altre amministrazioni e a quelle registrate nelle proprie banche dati, in particolare quelle attinenti ai controlli con esito positivo riguardo alle situazioni di pericolosità fiscale. È quanto prevede il provvedimento dell’Agenzia prot. 2010/188381, datato 29 dicembre 2010, che completa l’attuazione delle norme con-tro le frodi Iva introdotte dal dl 78/2010, defi nendo i criteri e le modalità per l’abilitazio-ne comunitaria della partita Iva mediante inclusione nella banca dati Vies. Per quanto concerne specificamente le modalità, viene previsto l’in-serimento della posizione Iva in banca dati al trentunesimo giorno dalla manifestazione di volontà espressa dall’inte-ressato, sempreché non sia sta-to emesso il provvedimento di diniego. Da tale data, quindi, l’interessato potrà verifi care l’avvenuta abilitazione della propria posizione attraverso i sistemi di interrogazione del-le partite Iva comunitarie. Il provvedimento prevede inoltre che, nei 30 giorni dalla inizia-le manifestazione di volontà, il contribuente potrà richiede-re, tramite apposita istanza da presentare direttamente alla struttura dell’Agenzia competente per i controlli Iva (salvo diverse indicazioni, la direzione provinciale o, per i grandi contribuenti, la dire-zione regionale), di non essere incluso nella banca dati Vies per non innescare controlli.

Roberto Rosati

Informazioni in archivio

l’eventuale revoca; queste stesse dell’autorizzazione I provvedi

Mancanza dei requisiti oggettivi e soggettivi, che comportano cessazione d’ufi cio • della partita Iva

Mancanza dei requisiti che legittimano l’inclusione nell’archivio informatico dei • soggetti autorizzati

Analisi del rischio in base ai criteri individuati nel provvedimento Vies•

Riscontro dell’esattezza e completezza dei dati forniti per l’identii cazione Iva•

Soggetto non più attivo •

Soggetto che abbia dichiarato dati falsi o abbia omesso di dichiarare dati rilevanti • per l’identii cazione

Gravi inadempimenti agli obblighi Iva nei cinque periodi d’imposta precedenti •

Coinvolgimento in frodi i scali del titolare dell’impresa individuale, del rappresen-• tante legale, degli amministratori o dei soci

Altri elementi di criticità in possesso dell’amministrazione•

Le motivazioni che portano al diniego

I provvedimenti delle Entratesul sito www.italia-oggi.it/documenti

Sarà pubblicato oggi il «Motu Proprio» di Papa Benedetto XVI che istituirà l’autorità vatica-na contro il riciclaggio. Il documento conterrà anche la legge «concernente la prevenzione e il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del fi nanziamento del ter-rorismo». Il documento a fi rma del Papa avrà come oggetto «La prevenzione e il contrasto delle attività illegali in campo fi nanziario e mo-netario». Sarà pubblicato, inoltre, lo statuto del nuovo organismo che prenderà il nome di «Autorità di informazione fi nanziaria», in sigla Aif. Non è chiaro se siano previste pene per le violazioni delle nuove normative antirici-claggio vaticane, ma la violazione del decreto numero 231 del 2007 che recepisce nel diritto italiano la normativa comunitaria sulla pre-venzione del riciclaggio comporta la reclusione da 6 mesi a un anno e ammenda da 5.000 a 50.000 euro. La decisione del Papa era diventa-ta quantomai urgente dopo che nei mesi scorsi lo Ior, la banca del Vaticano, è fi nito al centro di un’inchiesta sulla presunta violazione delle norme antiriciclaggio.

Vaticano, authority antiriciclaggio

Uno straniero su 2 dichiara meno di 10 mila euro, mentre il reddito medio dichiarato am-monta a 12.639 euro, 6.755 euro in meno di quanto dichiarato dagli italiani. È quanto si evince da uno studio della Fondazione Leone Moressa che ha analizzato le dichiarazioni dei redditi delle persone fi siche in base al paese di nascita dei contribuenti per l’anno di imposta 2008 fornite dal Ministero delle Finanze. Gli stranieri sono il 7,8% di tutti i contribuenti e dichiarano il 5,2% dei redditi nazionali. Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lazio sono le regioni in cui gli stranieri dichiarano i redditi piu’ elevati (12.639 euro). In particolare, 40 miliardi e’ l’ammontare di reddito complessivamente di-chiarato dagli oltre 3 milioni di contribuenti nati all’estero. Cio’ signifi ca che, in termi-ni percentuali, essi rappresentano il 7,8% dei contribuenti totali e certifi cano il 5,2% dell’intera ricchezza prodotta; dal 2005 il vo-lume dichiarato e il numero di contribuenti sono cresciuti quasi nella stessa proporzione: +32,8% nel primo caso e + 32% nel secondo.

Uno straniero su due sotto i 10 mila euro

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22 Giovedì 30 Dicembre 2010 I M P O S T E E TA S S E

IVA/ Una risoluzione sulle cessioni e prestazioni sul territorio nazionale

Reverse con ravvedimentoOk al rappresentante di soggetti non residenti

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Per il rappresentante fi sca-le di un soggetto non re-sidente si aprono le porte del ravvedimento opero-

so, in caso di mancata applicazione del regime di inversione contabile (reverse charge) nelle cessioni di beni e nelle prestazioni di servizi effettuate sul territorio nazionale. Con la risoluzione n. 140/E di ieri, via libera dell’Agenzia delle en-trate all’applicazione dell’istituto del ravvedimento operoso per il soggetto non residente che, pur avendo applicato l’Iva sulle cessio-ni, non ha applicato il meccanismo dell’inversione contabile. La preci-sazione discende da una risposta ad una istanza di interpello di una società francese di commercializ-zazione di autoveicoli che, attra-verso il proprio rappresentante fi scale in Italia, ha proceduto a emettere fatture con Iva italiana sulle cessioni di mezzi a soggetti passivi nazionali, nonostante la disciplina indicata dall’art. 17, dpr 633/72 che, dopo la modifi ca a cura del dlgs 18/2010, a decorrere dall’1/1/2010, ha imposto l’appli-cazione dell’inversione contabile.

Di conseguenza, il rappresentante fi scale, applicando irregolarmente l’Iva sulle cessioni ha proceduto a rettifi care la fatturazione emetten-do note di credito, con la naturale maturazione di un credito Iva, a favore dei soggetti passivi Iva che hanno provveduto a sua volta ad autofatturare gli acquisti; su det-ta impostazione il contribuente si è posto il problema del diritto alla detrazione e della disciplina sanzionatoria, alla luce del comma 9-bis, dell’art. 6, dlgs 471/97, con la possibile applicazione del rav-vedimento operoso, di cui all’art. 13, dlgs 472/97. Le Entrate, confer-mando la disciplina introdotta dal

dlgs 18/2010 con decorrenza dallo scorso 1° gennaio ricorda che, in ossequio alla richiamata discipli-na sanzionatoria, premiante nei casi in cui la condotta tenuta dai contribuenti non abbia comportato alcun danno all’erario, l’ammini-strazione in sede di accertamento può limitarsi a contestare la san-zione, facendo salvo il diritto alla detrazione, di cui all’art. 19, dpr 633/72. Di conseguenza, al fi ne di regolarizzare la situazione relati-va alla violazione commessa, non si rendeva necessaria l’emissione delle note di credito, in quanto tale emissione non è conforme alle di-sposizioni contenute nell’art. 26 del

decreto Iva e, posta la possibilità di richiedere il rimborso dell’Iva al verifi carsi delle condizioni richie-ste dall’art. 30, conferma la possi-bilità di ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso.

Per quanto concerne, inoltre, l’applicazione della sanzione del 3%, va determinata sull’importo complessivo dell’Iva riferibile alle operazioni attive irregolarmente determinata nelle liquidazioni mensili e/o trimestrali, con rife-rimento ad ogni singolo rapporto contrattuale tra cedente e ciascun cessionario e che l’importo mini-mo (258 euro) e massimo (10 mila euro) rileveranno sulle operazioni attive con riferimento all’Iva «… irregolarmente determinata in ciascuna liquidazione periodica …». Il ravvedimento operoso, per-tanto, si perfezionerà mediante il pagamento, da parte del cedente (o cessionario), della sanzione ridotta ad un decimo del 3% dell’imposta determinata sulle operazioni at-tive, irregolarmente determinata in ciascuna liquidazione periodi-ca, nel rispetto del tetto di 10 mila euro per il triennio 2008/2010, con l’applicazione di una sanzione pari a 1.000 euro per violazione.

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Rientra nel campo di appli-cazione dell’Iva, il corrispetti-vo incassato dal comune per la concessione in uso di im-pianti destinati alle attività pubblicitarie di affi ssione, in assenza della natura di pub-blica utilità dell’attività svolta dall’ente.

Questo quanto precisato dall’Agenzia delle entrate con la risoluzione 139/E di ieri, sul trattamento tributario, ai fi ni dell’Iva, dei canoni perce-piti da un ente comunale per la concessione a soggetti terzi di impianti destinati alle atti-vità pubblicitarie.

Con un’istanza di interpel-lo, un comune ha affermato di essere proprietario di al-cuni impianti pubblicitari e di voler concedere gli stessi, con apposita gara, a conces-sionari terzi, a fronte di un pagamento di canoni annui, di cui una parte a titolo di indennità di occupazione.

Per l’ente, essendo premi-nente la veste di «pubblica autorità», stante il fatto che il rapporto sancito attraver-so la sottoscrizione di un atto definito «concessione-contratto» è fortemente ca-ratterizzato dall’esercizio di poteri unilaterali, l’attività di concessione non deve ri-entrare nel campo di appli-cazione del tributo.

Di parere contrario l’Agen-zia delle entrate che, dopo aver analizzato la documen-tazione a corredo dell’istanza di interpello, ritiene di dover far riferimento a quanto già indicato dalla stessa Agenzia (risoluzioni nn. 352/2007, 348/2008 e 122/2009) e dalla Corte di giustizia Ue (sentenza 14/12/2000, causa C-446/98) per la verifi ca della condizione concernente l’assunzione del-la veste di pubblica autorità; il non assoggettamento a Iva, ricorda l’agenzia, dipende es-senzialmente dalla modalità di esercizio delle attività rese dai medesimi enti.

Per tale motivo, in ragio-ne delle modalità di svolgi-mento delle attività oggetto dell’istanza, del compimento di una serie di attività eco-nomiche e della rilevanza contrattuale e complessiva dell’attività svolta dall’ente, l’Agenzia delle entrate ritiene che sussistano le condizioni per l’esercizio di un’attività commerciale, di cui all’art. 4, dpr n. 633/1972, con l’obbligo di assoggettare a Iva sia i ca-noni annui incassati dall’ente per la concessione in uso de-gli impianti sia i corrispettivi pagati dallo stesso comune per gli interventi di sostituzione dei poster e di applicazione di targhette da parte del conces-sionario.

©Riproduzione riservata

AFFISSIONI

Comuni nel campo

dell’imposta

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Non integra abuso di diritto la scelta di realizzare le opera-zioni economiche in modo da evitare l’applicazione dell’Iva,

sfruttando le «smagliature» del sistema comunitario, in particolare le divergen-ze tra le normative degli stati membri, purché le transazioni siano effettive e non artifi ciose. In tal caso, inoltre, resta impregiudicato il diritto alla detrazione spettante in base alla normativa in vi-gore nel paese del prestatore, anche se la prestazione non è soggetta all’impo-sta nel paese del committente. È quanto emerge dalla sentenza della Corte di giu-stizia del 22 dicembre 2010, pronunciata nel procedimento C-277/09, promosso dai giudici del Regno Unito in relazione a una controversia sorta in seguito al di-niego, da parte dell’amministrazione fi -nanziaria, della detrazione a una società tedesca che, avvalendosi della posizione Iva accesa nel Regno Unito, aveva acqui-stato alcune autovetture, concedendole poi in locazione fi nanziaria ad una so-cietà inglese, nel quadro di un articolato schema contrattuale plurisoggettivo.

La locazione era completamente sfug-gita alla tassazione Iva perché, secondo la normativa del Regno Unito, si tratta-va di locazione fi nanziaria, ossia di una prestazione di servizi che, in base alla normativa vigente fi no al 31 dicembre 2009, si considerava effettuata in Ger-mania, paese del prestatore, mentre per la normativa tedesca l’operazione costi-tuiva una cessione di beni territoriale nel Regno Unito.

Atteso, dunque, che sui canoni di le-asing non era stata applicata alcuna imposta, l’amministrazione fi nanziaria

aveva negato la detrazione dell’Iva paga-ta dalla società all’atto dell’acquisto dei veicoli, sostenendo che, in base alla sesta direttiva, nessuna detrazione può essere riconosciuta per l’acquisto di beni suc-cessivamente utilizzati per operazioni non soggette all’imposta. Secondo l’am-ministrazione, inoltre, la società aveva adottato una condotta abusiva, in quan-to il meccanismo giu-ridico attuato mirava essenzialmente ad ot-tenere un vantaggio fi scale contrario agli obiettivi della diretti-va, essendo i termini dell’operazione stati congegnati per poter sfruttare le differen-ze nella trasposizione della normativa co-munitaria nel Regno Unito e in Germania. Il giudice nazionale, dubitando della solu-zione, decideva di interpellare la Corte di giustizia, chiedendo in primo luogo se l’art. 17, n. 3, lett. a), della sesta diretti-va debba essere interpretato nel senso che uno stato membro può negare ad un soggetto passivo la detrazione dell’Iva versata sull’acquisto di beni effettuato in tale stato, che siano stati poi utilizzati ai fi ni di operazioni di leasing effettuate in un altro stato membro, nel quale tali operazioni non sono state assoggettate all’imposta.

Al riguardo, la Corte ha osservato che è indubbio che tali operazioni, qualora fossero state compiute da una società con sede nel Regno Unito, avrebbero compor-

tato il diritto alla detrazione dell’Iva «a monte». La direttiva accorda tale diritto anche qualora i beni siano utilizzati ai fi ni di operazioni successive effettuate all’estero, che darebbero diritto alla de-trazione qualora fossero state effettuate all’interno dello stato membro interessa-to, pertanto la detrazione pretesa dalla società è legittima e non è pregiudicata

dal fatto che l’opera-zione «a valle» non sia stata tassata a causa della diversa qualifi -cazione dell’operazio-ne da parte dello stato membro interessato.

Quanto alle altre questioni, dirette a ve-rifi care se la direttiva consenta all’ammini-strazione fi nanziaria di negare la detra-zione, in circostanze come quelle descritte, in base al principio del

divieto di pratiche abusive, dopo avere ricordato la propria giurisprudenza in materia la Corte ha rilevato che, nel caso di specie, le singole operazioni controver-se hanno avuto luogo tra due parti tra le quali non intercorrono rapporti giuridici, non presentavano carattere artifi cioso e sono state effettuate nell’ambito di normali scambi commerciali. Esclusa, dunque, la confi gurabilità dell’abuso di diritto, la Corte ha concluso ricordando che i soggetti passivi sono generalmente liberi di scegliere la forma di conduzione degli affari che permetta loro di limitare la contribuzione fi scale.

Franco Ricca

SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

Non è abuso sfruttare divergenze tra norme

Diconseguenza il rappresentante dlgs 18/2010 con decorrenza dallo

RAVVEDIMENTO

Si rende applicabile anche nel caso in cui la violazione

sia commessa dal rappresentante i scale di soggetto

estero, ricorrendone i presupposti

SANZIONE

L’amministrazione i nanziaria, in presenza di tributo

comunque assolto, irroga solo la sanzione e non

recupera l’imposta

REGOLARIZZAZIONE

La regolarizzazione avviene con il pagamento di 1/10

del 3% dell’imposta irregolarmente assolta in ciascuna

liquidazione periodica, con riferimento alle operazioni

attive

Si rende applicabile anche nel caso in cui la violazione

Così l’inversione per non residenti

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23Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30I M P O S T E E TA S S E

Nella bozza delle istruzioni di Unico persone i siche 2011 il chiarimento interpretativo

Rw, monitoraggio semplificatoNessun obbligo se non c’è investimento oltre ai 10.000 euro

DI DUILIO LIBURDI

Nessun obbligo di monito-raggio per i trasferimen-ti dall’Italia all’estero quando questi non con-

cretizzino, nel periodo di imposta, un investimento di importo supe-riore a 10 mila euro. È questa una delle indicazioni contenute nella bozza del quadro RW del modello unico persone fi siche 2011 pubbli-cata ieri sul sito dell’Agenzia delle entrate. Più in generale, in tema di monitoraggio fi scale, le nuove istruzioni al quadro RW tengono conto dei chiarimenti che l’ammi-nistrazione fi nanziaria ha fornito sia in relazione all’operazione scu-do fi scale che, più in generale, alle direttive impartite con la circolare n. 45 del 2010.

I trasferimenti senza inve-stimento. Uno dei passaggi di maggiore interesse contenuti nel-la bozza delle istruzioni riguarda il caso, molto frequente, del contri-buente che in un certo periodo di imposta ha effettuato un trasferi-mento dall’Italia all’estero per un importo superiore a 10 mila euro ma senza che tale trasferimento, al termine del periodo di imposta,

concretizzi un investimento. È il caso, per esempio, dell’acconto per il pagamento di un immobile che al termine del periodo di imposta non è stato ancora consegnato ov-vero non è ancora di proprietà del contribuente. Ci si chiedeva se, in tali situazioni, si dovesse trattare il trasferimento come attività fi -nanziaria nel senso che lo stesso poteva rappresentare un credito vantato per esempio nei confron-ti del soggetto venditore del bene ma, ora, le istruzioni risolvono in altro senso tale dubbio afferman-do dunque che sino al momento in cui non è esistente l’investimento nemmeno il relativo trasferimen-to forma oggetto di segnalazione nel quadro RW. In relazione a tale indicazione, dunque, si fornisce in-dubbiamente una interpretazione nell’ottica della semplifi cazione degli adempimenti e nell’ambito della logica generale delle dispo-sizioni di legge che fanno «scat-tare» gli obblighi di monitoraggio nel momento in cui è esistente un investimento di qualunque natura all’estero. Nella sostanza, il principio confermato è quello della compilazione della sezione II che «guida» anche l’eventuale

compilazione della sezione III, quella dei trasferimenti. Sem-pre con riferimento alla sezione III viene precisato che sussiste l’obbligo di indicazione laddove il disponente sia diverso dal benefi -ciario del trasferimento. E’ il caso, ad esempio, del papà che effettua un bonifi co sul conto corrente del fi glio detenuto dal fi glio all’estero. La compilazione della sezione III (e della sezione II) sarà a cura del fi glio e non del papà.

La dismissione degli inve-stimenti. Le istruzioni ripren-dono il contenuto della circolare n. 45 del 2010 in relazione all’ipo-tesi in cui al termine del periodo di imposta non sia più esistente l’investimento all’estero ovvero sia sceso sotto la soglia dei 10 mila euro. In tali ipotesi, laddove i trasferimenti estero-Italia sia-no di importo superiore ai 10 mila euro, gli stessi andranno comun-que segnalati. Lo scudo fi scale. Le istruzioni ricordano come, in caso di rimpatrio fi sico o giuridico, nessuna indicazione nel quadro RW andrà fornita in relazione alle attività oggetto di sanatoria in quanto le stesse sono ormai monitorate nell’ambito nazionale.

Tale esonero vale, evidentemente, per quelle attività scudate mentre ovviamente rimangono soggette agli obblighi di monitoraggio eventuali ed ulteriori attività co-stituite nel 2010 ovvero non sa-nate in quanto lo scudo non era necessario (come nel caso dell’im-mobile a disposizione in Francia che non doveva essere indicato sino al modello Unico 2009)

Altri esoneri. Le bozze alle istruzioni contengono anche l’eliminazione di un passaggio relativo ai casi di esonero dalla compilazione del quadro RW in relazione all’ipotesi in cui vi sia, ad esempio, un rapporto fi duciario con un soggetto residente ovvero l’attività estera sia affi data ad un istituto di credito anch’esso resi-dente. Si deve però ritenere che tale eliminazione non faccia venir meno le regole generali di esonero ricordate anche nella circolare n. 45 del 2010. In tale documento, infatti, si richiamavano alcune ipotesi oggettive di esonero dalla disciplina del monitoraggio fi sca-le. Le istruzioni, inoltre, riportano le nuove disposizioni di esonero introdotte dal decreto legge n. 78 del 2010 nell’ambito delle qua-

li particolare rilievo assume la disciplina relativa alle persone fi siche che svolgono una attività lavorativa in stati o territori limi-trofi rispetto all’Italia in via con-tinuativa ed in relazione a tutte le attività detenute nello stato o territorio ove viene svolta l’attivi-tà. Dalla formulazione letterale delle istruzioni sembrerebbe di comprendere che l’esonero sia complessivo e dunque anche in relazione ad ipotesi nelle quali la disponibilità estera sia stata generata prima dell’inizio di una attività lavorativa estera in via continuativa. Una ipotesi ulterio-re, in questo caso, potrebbe però consigliare di evidenziare quanto nella disponibilità all’estero pri-ma dell’avvio dell’attività di lavo-ro intendendo dunque l’esonero come legato, in qualche modo, alle nuove previsioni introdotte dal decreto legge n. 78 del 2010 e strettamente connessa alla at-tività lavorativa.

LA FINANZIARIA E LE ALTRE NOVITÀ FISCALI 2011Venerdì 14 gennaio 2011 - ore 10.30 / 14.30

Coordina: Marino LONGONI, Condirettore ItaliaOggi

Introduce: Claudio SICILIOTTI, Presidente CNDCEC

Gli Ordini, i Collegi, le Associazioni e tutte le realtà che volessero ospitare in diretta presso

la loro sede la teleconferenza di ItaliaOggi possono inviare un’e-mail a [email protected]

Potete inviare i Vostri quesiti all’indirizzo [email protected]

I TEMI:

Il nuovo accertamento sintetico

Le novità in materia di IVA

Il regime iscale del leasing

Novità in materia di accertamento

GLI ESPERTI:

Andrea BONGI

Franco RICCA

Fabrizio Giovanni POGGIANI

Duilio LIBURDI

Segui gratuitamente la teleconferenza in diretta su

canale 507 di Sky canale 906 di Sky

www.italiaoggi.it www.commercialisti.it

I DIRIGENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE RISPONDERANNO AI QUESITI PROPOSTI DAI LETTORI

in collaborazione con

Le bozze del modello sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

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24 Giovedì 30 Dicembre 2010 I M P O S T E E TA S S E

In zona Cesarini potrebbe arrivare un rinvio. Mentre dall’1/1/2011 ok i controlli di uscita/entrata

Dogana telematica, rinvio a metàProroga per l’obbligo della dichiarazione all’importazione

DI VALERIO STROPPA

E CRISTINA BARTELLI

Possibile rinvio a metà della decorrenza della dogana telematica. Gli operatori sperano in una

proroga di almeno sei mesi, dispo-sta con un provvedimento in zona Cesarini, rispetto alla scadenza del 1° gennaio 2011. Tuttavia, la possibilità che sia differita la dogana telematica per quanto riguarda i controlli di sicurez-za alle dogane di uscita/entrata sembra esclusa, mentre, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, una proroga potrebbe arrivare con riferimento all’obbligatorietà della dichiarazione telematica all’importazione. Nel frattempo, a livello nazionale, l’Agenzia delle dogane ha ultimato sia le infra-strutture tecniche sia il quadro normativo per essere pronti già dal 1° gennaio. In particolare, nei giorni scorsi l’Agenzia ha diffuso le istruzioni operative relative al documento amministrativo elet-tronico (e-AD) per la circolazione in regime sospensivo dei prodotti sottoposti ad accisa. Le indica-zioni fornite sono applicabili già

dallo scorso 23 dicembre, eccezion fatta per le spedizioni destinate alla Danimarca e alla Polonia (che aderiranno al sistema Emcs a far data dal 1° gennaio 2011). Un altro provvedimento delle Do-gane, questo datato 27 dicembre 2010, riguarda invece l’emenda-mento sicurezza al Codice do-

ganale comunitario e riporta le nuove funzionalità disponibili in Aida relative ai progetti Ics (Im-port control system), Ecs (Export control system) e Cargo. Ai sensi dei regolamenti Ce n. 648/2005 e n. 1875/2006, infatti, per la merce in entrata nel territorio doganale dell’Ue è richiesta la trasmissio-

ne telematica della Dichiarazione sommaria di entrata (Ens), salvo deroghe previste in casi particola-ri. Sulla base di criteri standard di rischio stabiliti a livello comu-nitario, le Ens sono quindi analiz-zate per individuare le merci da sottoporre a controllo nel primo uffi cio doganale di ingresso. La

nota dell’Agenzia precisa che in Italia il Manifesto merci in arrivo (Mma), recante i dati identifi cati-vi del mezzo di trasporto e quelli delle Ens, una volta convalidato, assolve alle funzioni di notifi ca elettronica dell’arrivo del vetto-re. Per le merci in uscita dall’Ue, invece, è previsto l’obbligo di in-viare i dati sicurezza attraverso la dichiarazione telematica di esportazione o mediante la di-chiarazione sommaria di uscita (Exs), nonché la notifi ca di arrivo presso l’uffi cio di uscita. In Ita-lia, ricordano le Dogane, anche al fi ne di evitare duplicazioni di adempimenti, il Manifesto merci in partenza (Mmp) svolge pure la funzione di notifi ca di arrivo pres-so l’uffi cio di uscita e di richiesta di autorizzazione all’imbarco. Le applicazioni concernenti la ge-stione degli Mma e degli Mmp sono disponibili in ambiente di esercizio a partire da martedì 28 dicembre. I programmi per la ge-stione delle dichiarazioni somma-rie di entrata (Ens, Resn e Div) e delle dichiarazioni sommarie di uscita (Exs e Rexs) lo saranno invece a partire dalle ore 8 del 3 gennaio 2011.

Sono deducibili i costi sostenuti all’estero con paese a fi scalità privilegiata se si dimostra che le aziende degli Stati appartenenti alla black list svolgono prevalentemente attività commer-ciale e solo se questa è effettiva. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 26298, ha respinto il ricorso dell’amministra-zione fi nanziaria.

Il caso riguarda una nota azienda di software che aveva sostenuto dei costi con aziende com-merciali domiciliate in paesi a fi scalità privile-giata (cosiddetti black list). L’impresa aveva operato la relativa deduzione ma il fi sco aveva spiccato un accertamento di oltre due milioni di euro. Contro l’atto impositivo la spa piemon-tese aveva presentato ricorso alla commissione tributaria provinciale. Il giudice aveva revocato la rettifi ca del reddito notifi cata dall’ammini-strazione fi nanziaria. La decisione era stata

poi confermata dalla commissione tributaria regionale. Così l’Agenzia delle entrate ha fat-to ricorso in Cassazione ma ancora una volta senza successo. Nell’enunciare questo princi-pio Piazza Cavour ne ha consolidato un altro secondo cui «all’amministrazione fi nanziaria è suffi ciente invocare il divieto legale di deduzio-ne, mentre spetta al contribuente dimostrare l’esistenza delle condizioni per cui esso non sa-rebbe applicabile al proprio caso. D’altra parte l’onere di provare la deducibilità di un costo spetta all’impresa anche quando la deduzione non è vietata in linea di principio».

Anche la Procura generale della Suprema cor-te, nell’udienza svoltasi lo scorso 8 novembre, aveva assunto una posizione intermedia chie-dendo al Collegio di legittimità di accogliere solo alcuni motivi presentati dal fi sco.

Debora Alberici

Cassazione: deducibili i costi black list

DA VENERDÌ 31 DICEMBREIN EDICOLA

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Page 19: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 • MONOPOLI Cina, la guerra per le terre r

25Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30I M P O S T E E TA S S E

La Cassazione: l’istituto non si sostituisce al ricorso

Autotutela debolePer far valere i diritti si va in Ctp

DI DEBORA ALBERICI

L’autotutela «non tutela il contribuente» e non può quindi sostituirsi al ricorso alla Ctp. In-

fatti, il giudice, chiamato a de-cidere sul rifi uto dell’esercizio da parte dell’amministrazione fi nan-ziaria, può valutare solo la legitti-mità dell’omissione senza entrare nel merito e cioè non può valutare la fondatezza della pretesa tribu-taria. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza numero 26313 del 29/12/2010, ha respinto il ricorso di una contri-buente che si era vista respingere l’istanza di autotutela. Nelle inte-ressanti motivazioni la sezione tri-butaria ha richiamato una impor-tante sentenza delle Sezioni unite del 2007, la n. 7388, ribadendo che a la competenza sull’autotutela è del giudice tributario. In quell’oc-casione il Massimo consesso di Piazza Cavour aveva affermato che «in tema di contenzioso tri-butario, l’art. 12, comma secondo, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, confi gurando la giurisdizio-ne tributaria come giurisdizione a carattere generale, che si radi-

ca in base alla materia, indipen-dentemente dalla specie dell’atto impugnato, comporta la devolu-zione alle commissioni tributarie anche delle controversie relative agli atti di esercizio dell’autotutela tributaria, non assumendo alcun rilievo la natura discrezionale di tali provvedimenti, in quanto l’art. 103 Cost. non prevede una riserva assoluta di giurisdizione in favo-re del giudice amministrativo per la tutela degli interessi legittimi, ferma restando la necessità di una verifi ca da parte del giudice tribu-tario in ordine alla riconducibilità dell’atto impugnato alle categorie indicate dall’art. 19 del dlgs 31

dicembre 1992, n. 546, che non attiene alla giurisdizione, ma alla proponibilità della domanda». Non solo. Il Collegio di legittimità ha inoltre precisato che i contribuenti vantano nei confronti dell’ammi-nistrazione solo un interesse legit-timo e non un diritto soggettivo. Da questo deriva, ha poi concluso la Cassazione, che «il sindacato del mero rifi uto dell’esercizio di autotutela deve limitarsi all’esa-me della legittimità della condotta omissiva e non può estendersi al merito, ovvero a valutare la fonda-tezza della pretesa tributaria del contribuente». Infatti, scrivono an-cora i giudici, «l’esercizio del sinda-cato sull’attività di autotutela co-stituisce procedimento autonomo e ben distinto dal procedimento di impugnazione di un atto imposi-tivo, con cui interferisce». In ogni caso, non costituisce un mezzo di tutela del contribuente, «sosti-tutivo dei rimedi giurisdizionali che non siano stati esperiti».

©Riproduzione riservata

Il giudice tributario deve applicare la sanzione più favore-vole al contribuente d’uffi cio senza rinviare gli atti all’am-ministrazione fi nanziaria. È quanto stabilito dalla Corte di cassazione che, con la sentenza n. 26263 del 29 dicembre 2010, ha accolto il quarto motivo di ricorso presentato da un contribuente. Il motivo della decisione resa dalla sezione tributaria risiede nella natura del processo fi scale che, hanno messo nero su bianco i giudici della Suprema corte, «non rientra fra quelli cosiddetti di impugnazione-annullamento ma tra quelli di impugnazione merito in quanto non diretto unicamente all’eliminazione dell’atto impugnato o di parte di esso ma ad una pronuncia di merito sostitutiva». Pertanto la commissione tributaria regionale di Trieste, che ha bocciato l’appello del contribuente, dopo aver espresso la necessità, in tema di sanzioni, di applicare la norma più favorevole intervenuta successivamente alla notifi ca dell’avviso di accertamento che conteneva anche le sanzioni, non poteva limitarsi ad una tale affermazione rinviando all’uffi cio per la loro determinazione, ma avreb-be dovuto, proprio in virtù del potere di sostituzione di cui è investita, rideterminare essa stessa le sanzioni più favorevoli. Il caso riguarda un contribuente di Trieste al quale era stato notifi cato dall’amministrazione fi nanziaria un accertamento Irpef e Ilor. Non solo. L’atto impositivo conteneva anche le sanzioni. A questo punto l’uomo ha fatto ricorso alla commissione tributaria provinciale la quale ha respinto ogni istanza. La decisione è stata poi confermata dalla commissione regionale anche sul punto delle sanzioni. In particolare il contribuente aveva chie-sto che queste fossero ridotte in virtù di una legge più favorevole entrata in vigore nel frattempo. I giudici non hanno condiviso questa tesi così lui ha fatto ricorso in Cassazione e, almeno sul fronte sanzioni lo ha vinto. Ora la commissione tributaria re-gionale dovrà ricalcolarle, tenendo presenti le nuove disposizioni.

Debora Alberici

La sanzione più favorevole va applicata d’uffi cio

La quarta sezione del Consi-glio di Stato, fa sapere Agipro-news, ha accolto l’appello pre-sentato dalla concessionaria B Plus, annullando l’irrogazione delle penali comminate dai Monopoli di Stato, relative alla gestione telematica delle New Slot. A novembre 2009 il Tar Lazio aveva confermato le nuo-ve penali sulla gestione telema-tica delle new slot comminate dai Monopoli di Stato dopo la modifi ca della convenzione. I giudici di Palazzo Spada, acco-gliendo il ricorso della B Plus - a cui era stata comminata una sanzione da oltre 7 milioni di euro - hanno evidenziato, in una sentenza corposa e articolata, «l’assenza di prova della sussi-stenza di un danno effettivo per l’amministrazione, nonché la presumibile non imputabilità» della concessionaria in merito ai ritardi nell’attivazione della rete telematica, alla base delle penali comminate.

La fi ducia di due settimane fa non basta, i numeri non sono suffi cienti e la poltrona di primo ministro di Berlusconi è ancora a rischio. I bookmaker d’oltremanica confermano: le possibilità che il premier lasci l’incarico entro la fi ne del 2011, fa sapere Agipronews, sono a 3,75, ed è quello più a rischio dopo il «collega» irlandese Brian Cowen. Per Zapatero il fattore rischio è a 6,00, si sale a 11,00 per Putin, a 13,00 per David Cameron e a 15,00 per Sarkozy. Molto più salde le poltrone di Obama e Angela

Merkel: un eventuale rinuncia alle loro cariche vale rispetti-vamente 21,00 e 34,00.

Sul sito del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione (www.innova-zionepa.gov.it) è consultabile il Dossier sulla semplifi cazione amministrativa per le imprese, che offre un quadro completo delle iniziative volte a tagliare i costi della burocrazia e a disboscare la giungla delle procedure amministrative. In particolare, il Dossier contiene i risultati raggiunti nella ridu-zione dei costi amministrativi per le imprese, le novità della semplificazione mirata per le piccole e medie imprese, i risultati di «Burocrazia: dia-moci un taglio!» e il quadro dei principali interventi di semplifi cazione adottati o in itinere.

Regione Lombardia sotto-scriverà con l’Istituto per il Credito Sportivo una nuova convenzione in grado di sem-plifi care le procedure e rendere più attrattivo lo strumento di accesso al credito agevolato da parte dei soggetti aventi titolo. È quanto prevede il provvedi-mento approvato nell’ultima seduta della Giunta regionale, su proposta dell’assessore allo Sport e Giovani Monica Riz-zi. L’accordo è rivolto, come il precedente, in scadenza il 31 dicembre 2010, a quei sog-getti che vogliono migliorare, recuperare gli impianti spor-tivi o costruirne di nuovi.

BREVI

L’aumento dell’Iva sposte-rà in avanti di sei giorni il Freedom tax day (giorno di liberazione dalle tasse) in Inghilterra. Nel 2011 i con-tribuenti inglesi saranno gravati da uno dei livelli più alti di tasse di sempre. Diffi-cilmente, infatti, percorren-do a ritroso la storia fiscale britannica, ci si imbatte in periodi così duri per le cas-se dello Stato da richiedere a ogni cittadino almeno 5 mesi del proprio lavoro per contribuire alle necessità di cassa dell’Erario. La rivela-zione è contenuta nell’analisi redatta dal Think Tank bri-tannico, Adam Smith Institute, sull’impatto delle nuove politiche fiscali messe in campo dal governo di Londra per far fronte alla crisi economica. Il prossimo anno, il Freedom tax day ovvero il mo-mento della libertà dal Fisco (il riepilogo in tabella è relativo a 27 paesi e all’anno 2010) si sposterà in avanti di 6 giorni rispetto all’anno passato an-dando a cadere il 30 maggio 2011 rispetto al 24 maggio registrato nel 2010. Questo vuol dire che per i primi 149 giorni dell’anno i cittadini britan-nici lavoreranno per pagare le tasse e soltanto dal 150° giorno in avanti il reddito generato po-trà finire nelle loro tasche. Le ragioni di questo peggioramento nel bilancio fiscale delle famiglie è quasi interamente legato all’aumento dell’Iva dal 17,5% al 20% che entrerà in vigore a partire al 4 gennaio. «Il governo fa bene a dare la priorità al taglio della spesa pubblica. Ma come mostra chia-ramente la nostra analisi sul Freedom Tax Day, i contribuenti del Regno Unito sono già sovraccari-cati di tasse e balzelli», ha spiegato il numero uno dell’Adam Smith Institute, Tom Clougherty. «Il fatto che passiamo quasi cinque mesi a lavorare per lo Stato e appena sette mesi per noi stessi è un

atto d’accusa sconvolgente degli enormi sprechi di cui è responsabile la pubblica amministrazione». Oltre a colpire direttamente la capacità di spesa delle famiglie britanniche, infatti, l’incremento dell’imposta sul valore aggiunto sembra destinata a minare la fiducia dei consumatori erodendo la velocità di ripresa dell’economia del Regno Unito. «Nell’immediato, il governo dovrebbe studiare un sistema di riforma tributaria incentrato su tagli mirati alle tasse per alcune categorie di soggetti economici», ha aggiunto il direttore dell’Adam Smith Institute, Eamonn Butler. «Soltanto questo si può tradurre in uno stimolo alla crescita eco-nomica. La pianificazione fiscale di lungo periodo, invece, dovrebbe prevedere uno stravolgimento dell’attuale sistema tributario a vantaggio di una maggiore semplificazione e riduzione del carico medio di imposte che gravano oggi sui singoli individui». Immediata la replica del cancelliere dello scacchiere, George Osborne, secondo cui la riforma dell’Iva è stato il primo vero cambiamento strutturale del sistema fiscale, necessario per affrontare il disavanzo pubblico.

Gabriele Frontoni

EFFETTI DEI RITOCCHI ALL’IVA

In Uk Freedom tax day più lontano

ca in base alla materia indipen-

Il sindacato del mero rifiuto

dell’esercizio di autotutela deve

limitarsi all’esame della legittimità

della condotta omissiva e non può

estendersi al merito, ovvero a valutare

la fondatezza della pretesa tributaria

del contribuente. L’esercizio del

sindacato sull’attività di autotutela

costituisce procedimento autonomo

e ben distinto dal procedimento di

impugnazione di un atto impositivo,

con cui interferisce.

Il sindacato del mero rifiuto

Uno stralciodella sentenza

e sull’impatto delle attod’accusasconvolgentedegli enormisprechidi

March 13 Cyprus

April 9 Malta

April 27 Ireland

May 13 United Kingdom

May 15 Luxembourg

May 16 Spain

May 25 Bulgaria

May 30 Estonia

May 30 Portugal

June 9 Poland

June 10 Latvia

June 13 Greece

June 13 Slovenia

June 14 Czech Republic

June 15 Finland

June 16 Lithuania

June 16 Slovakia

June 17 Denmark

June 18 Italy

June 27 Romania

June 30 Sweden

July 3 Netherlands

July 10 Austria

July 19 Germany

July 26 France

August 3 Belgium

August 6 Hungary

Il Tax freedom day nel 2010DATA PAESE DATA PAESE

Il testosul sito www.italia-oggi.it/documenti

La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

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Giovedì 30 Dicembre 201026

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E tu che posizione hai?

Sono favorevoleall’energia nucleare e voglio che l’Italianon sia più l’unicopaese del G8a non produrla.

Sono contrarioall’energia nucleare e voglio che l’Italiasia ancora l’unicopaese del G8a non produrla.

Pagine a cura DI FRANCESCO CERISANO

E ANDREA BONGI

Per i ruoli consegnati fi no al 30 settembre 2008 alle società partecipate da Equitalia, le comunica-

zioni di inesigibilità dovranno es-sere presentate entro il prossimo 30 settembre 2011. Niente diffe-rimento di un anno dunque né al termine di consegna dei ruoli né al termine per la trasmissione delle comunicazioni di inesigibi-lità degli stessi. Nella versione fi nale del dl milleproroghe en-trano invece le deduzioni forfet-tarie per i benzinai. Sono queste le principali novi-tà che emergono dalla lettura del testo definitivo del decreto legge 29 dicembre 2010 n.225 pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale n.303 di ieri. L’introduzio-ne della proroga della deduzione forfetaria per gli esercenti gli impianti di distribuzione di car-buranti era stata annunciata al termine dell’incontro fra il mini-stro dello sviluppo economico e le categorie economiche tenutosi nei giorni scorsi. La disposizione in-trodotta nel testo del decreto leg-ge prevede per il periodo di impo-

sta 2011 un’ulteriore proroga in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburanti della deduzione forfetaria già prevista ai sensi del comma 1 dell’articolo 21 della legge 23 dicembre 1998, n. 448. La deduzione trova però

un limite di spesa pari a 24 milioni di euro con la necessità dell’emana-zione di un apposito atto amministra-tivo con il quale venga-no stabiliti gli

importi della deduzione forfetaria in coerenza con il limite massimo di spesa previsto. Nella relazione illustrativa che accompagna il dl milleproroghe sono elencati tutti i provvedimenti che, a partire dal dl 556 del 1995 ad oggi, hanno sistematicamente reiterato le deduzioni in parola. Diffi cile par-

lare dunque di una agevolazione di carattere straordinario essen-do ormai, almeno nei fatti, una norma stabile dell’ordinamento tributario sulla base della quale si determinano l redditi d’impre-sa di queste particolari tipologie di soggetti economici. E’ invece uscito dalla versione defi nita del milleproroghe il differimento dei termini di presentazione delle comunicazioni di inesigibilità dei ruoli e del controllo delle stesse parte degli enti creditori. Si torna dunque alla versione originaria del testo del comma 12 dell’articolo 3 del dl 203/2005 sulla base del quale per i ruoli consegnati fi no al 30 settembre 2008 alle società partecipate del gruppo Equitalia spa, le comuni-cazioni di inesigibilità dovranno essere presentate entro il pros-simo 30 settembre 2011. Niente differimento di un anno dunque né al termine di consegna dei ruoli né al termine per la tra-smissione delle comunicazioni di

Riscossione, sul discarico

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Nel testo defi nitivo del decreto milleproroghe sono entrate invece

le deduzioni forfettarie per i benzinai. Che saranno possibili anche nel 2011

commissario liquidatore per Torino 2006•

organi di amministrazione e quelli di controllo e collegio dei revisori della Fondazione Gaslini di Genova•

termine entro cui il presidente regionale, in qualità di commissario ad acta, deve predisporre il piano di •

stabilizzazione i nanziaria (Tra gli interventi indicati nel piano la regione Campania può includere l'eventuale

acquisto del termovalorizzatore di Acerra anche mediante l'utilizzo, previa delibera del Cipe della quota regionale

delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate

Sicurezza sul lavoro nelle cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381. Norme ad hoc per Croce •

Rossa, Corpo Nazionale soccorso alpino e speleologico e per i volontari dei vigili del fuoco

nel trasporto pubblico locale proroga degli afi damenti in scadenza al 31 dicembre 2010•

termine per procedere alle stabilizzazioni di personale relative alle cessazioni verii catesi nell'anno 2007. •

Termine per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato di cui all'articolo 1, comma 527 della

legge 27 dicembre 2006, n. 296 e per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato relative

alle cessazioni verii catesi nell'anno 2008

assunzioni nella p.a. ad eccezione della Polizia di stato e del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco•

A decorrere dal 2010 i Corpi di polizia e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco possono procedere ad assunzioni di •

personale a tempo indeterminato, nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente

a una spesa pari a quella relativa al personale cessato dal servizio nel corso dell'anno precedente e per un

numero di unita' non superiore a quelle cessate dal servizio nel corso dell'anno precedente.

Assunzioni a tempo indeterminato negli enti di ricerca•

Assunzioni nelle università•

Efi cacia delle graduatorie dei concorsi pubblici•

Proroga del termine per l’approvazione del Programma statistico nazionale •

Proroga del termine entro il quale sono efi caci le leggi regionali emanate in materia di tassa automobilistica •

e di Irap

Viene rii ssato in novanta giorni (dagli attuali trenta) il termine per il raggiungimento dell'intesa tra lo Stato e le •

regioni interessate dagli interventi di cui all'articolo 4 del dl 78/2009

Proroga per i laureati col vecchio ordinamento della possibilità di sostenere, i no alle sessioni di esame di Stato •

di abilitazione professionale dell’anno 2011, le prove per le professioni di dottore agronomo e dottore forestale,

architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, ingegnere e psicologo secondo l’ordinamento

previgente al dpr 5 giugno 2001, n.328

Proroga per le strutture alberghiere nell'adeguamento alle disposizioni in materia di prevenzione degli incendi•

Proroga della data per il possesso dei requisiti previsti per l'ammissione alle prove per la promozione a viceprefetto •

dei viceprefetti aggiunti

Proroga anche per il 2011 del potere d'impulso e di quello sostitutivo dei prefetti in caso di inadempimento degli •

enti locali agli obblighi fondamentali di approvazione del bilancio di previsione e dei provvedimenti necessari

al riequilibrio di bilancio.

Proroga del regime transitorio successivo all'abolizione da parte del dl 78/2010 dell'Agenzia dei segretari •

comunali e provinciali

Proroga della fase transitoria per la raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rii uti•

Proroga al 1° gennaio 2012 del termine a decorrere dal quale le carte di identità devono essere munite della •

fotograi a e delle impronte digitali della persona a cui si riferiscono.

Proroga di termini per l'assunzione di personale civile nella NATO•

Proroga dei termini di efi cacia delle norme transitorie del decreto legislativo n. 163/2006 (codice dei contratti •

pubblici) concernenti i requisiti di qualii cazione richiesti ai soggetti esecutori di lavori pubblici (comma 9-bis)

e i requisiti di capacità tecnico-professionale ed economico-i nanziaria richiesti per l’afi damento di incarichi di

progettazione (comma 15-bis)

Proroga divieto di incroci tra settore della stampa e settore della televisione •

Posizioni di comando del personale di Poste italiane s.p.a. •

Proroga del Collegio dei revisori dell'Enea•

Proroga delle attività del Commissario straordinario per le quote latte, in scadenza al 31 dicembre 2010•

Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura •

Proroga del termine per l'abolizione degli Ato•

i i li id t T i 2006

Le proroghe non onerose - 1

Pubblicato in Gazzetta Ufi ciale il dl milleproroghe

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Giovedì 30 Dicembre 2010 27

Sono favorevoleall’energia nucleareperché è una grande mossaper il Paese.

Sono contrarioall’energia nucleareperché è una mossa azzardata per il Paese.

inesigibilità degli stessi. Diffi cile comprendere appieno le motiva-zioni di questa marcia indietro. La necessità di una ulteriore proroga dei termini per le comu-nicazioni di inesigibilità, dopo quella concessa lo scorso anno dal dl 30 dicembre 2009 n.194, aveva lasciato presupporre gli operatori cir-ca la necessità che il processo di passaggio al sistema accen-trato della ri-scossione aveva bisogno di altro tempo. Se non ci saranno novità dunque il nuo-vo sistema prenderà avvio con la prima scadenza tecnica dei termini per le comunicazioni di inesigibilità fi ssata al prossimo 30 settembre 2011.

Oneri di urbanizzazione., una proroga a metà. All’ulti-mo momento nel testo defi nitivo

del decreto ha trovato posto la proroga della norma della Fi-nanziaria 2008 (articolo 2, com-ma 8, legge n.244/2007) che per il triennio 2008-2010 consentiva in via eccezionale ai comuni di utilizzare il 75% degli oneri di urbanizzazione per fi nanziare la spesa corrente.

Ma la sor-presa è che la conferma di questa possi-bilità straor-dinaria (ma q u a n t o m a i indispensabi-le per far qua-drare i bilanci) è stata inseri-

ta nell’elenco delle proroghe non onerose che slittano per legge al 31 marzo 2011, salvo successivi dpcm che ne dispongano l’ulterio-re differimento a fi ne 2011. Non oltre. Nelle migliori delle ipotesi, dunque, gli oneri di urbanizza-zione potranno essere utilizzati

per pagare le spese fi no al 31 di-cembre 2011, mentre i comuni si aspettavano una proroga fi no al 2013 in modo da programmare i propri bilanci su base trienna-le.

Bingo. Confermato anche l’aumento dal 58% al 70% del pay out sul gioco del Bingo. Fu il decreto milleproroghe dell’an-no scorso a disporre l’incremento del 20% del montepremi, dimi-nuendo le quote di prelievo era-riale i compensi dell’affi datario del controllo centralizzato sul gioco. Un esperimento rivelato-si di successo, come confermato dalla relazione d’accompagna-mento al dl, visto che l’aumento in via sperimentale del pay out ha determinato «un incremento rilevante della raccolta, con un analogo effetto positivo anche sulla modalità di gioco online e con ricadute positive occupazio-nali per il settore». Anche que-sta proroga non coprirà tutto l’anno, ma solo i primi tre mesi del 2011. Trascorsi i quali dovrà essere confermata con dpcm.

tempi stretti dei ruoli

erà avvio con

pcqbdqinledè

ta nell’elenco delle

I comuni potranno continuare a utilizza-re il 75% degli oneri di urbanizzazione per

fi nanziare la spesa corrente. Ma solo fi no al 31 dicembre 2011

Proroga dei termini in materia di gestione dei rii uti e in materia di commercializzazione di solventi in Paesi •

extra-UE

Proroga del termine per emanare il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, teso ad impedire •

pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente

prorogato il termine per l’aggiornamento dei diritti aeroportuali al tasso di inl azione programmato•

Proroga dei termini per la prova pratica di guida del ciclomotore •

Viene prorogato il termine entro cui dovrà essere concluso il procedimento di riordino del corpo delle capitanerie •

di porto

Proroga dei voucher lavoro•

Proroga al 2011 del trattamento di equivalenza fra lavoratori sospesi e lavoratori benei ciari •

di trattamenti in deroga•

Proroga degli ammortizzatori sociali nei settori non coperti dalla Cig•

Proroga attività libero professionale intramuraria •

Proroga del sistema del “pay-back” sul prezzo dei farmaci per le aziende farmaceutiche che ne facciano •

richiesta

Proroga del termine per la relazione dell’Istituto superiore sanità al ministro della salute sulla legge •

n.40/2004

Proroghe per il Consiglio nazionale per l’alta formazione artistica e musicale e per il Consiglio nazionale della •

pubblica istruzione

Differimento del termine a decorrere dal quale opera la valorizzazione della qualità dei risultati scolastici ai i ni •

dell’accesso ai corsi di laurea

Proroga dei commissari straordinari Fondazioni lirico-sinfoniche •

Proroga dei magistrati onorari•

Proroga dell’afi damento della riscossione delle entrate locali •

Proroga dei termini per l’accesso ai servizi erogati in rete dalle pubbliche Amministrazioni •

Proroga termini per approvazione degli studi di settore •

Proroga emersione case fantasma•

Proroga dell’incremento del montepremi per il gioco del Bingo•

Proroga della possibilità per i comuni di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per i nanziare la spesa corrente•

Proroga del termine per la cessione delle partecipazioni bancarie.•

5 per mille•

Proroga della sospensione dei termini per gli alluvionati del Veneto•

Sospensione rateizzazione Abruzzo•

Proroga incentivi i scali nel settore cinematograi co •

Deduzione forfetaria in favore degli esercenti impianti di distribuzione dei carburanti•

Interventi per gli sportelli unici per l’immigrazione e gli ufi ci immigrazione •

piano di rientro del debito del comune di Roma •

Partecipazione dell’Italia all’incremento delle risorse del FMI per fronteggiare la crisi i nanziaria e per l’assistenza •

i nanziaria a favore dei Paesi più poveri

Interventi per la salvaguardia dell’euro•

Differimento approvazione bilanci e convenzioni Agenzie i scali•

Proroga di termini in materia di esercizi pubblici che forniscono l'accesso ad Internet in via principale•

Le proroghe non onerose - 2

Le proroghe onerose

(n. 225). Salta lo slittamento di un anno

Il testo del decreto e la relazione d’ac-compagnamento sito www.italiaoggi.it/documenti

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Page 22: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 • MONOPOLI Cina, la guerra per le terre r

28 Giovedì 30 Dicembre 2010 DIRITTO E IMPRESA

RIFIUTI/ In Gazzetta decreto del ministero dell’ambiente

Il Sistri da giugnoTracciabilità, uffi ciale la proroga

DI VINCENZO DRAGANI

Sistri facoltativo fi no al 31 maggio 2011, obbli-gatorio dal 1° giugno 2011. Questo il succo

dell’ennesima proroga alla par-tenza del nuovo sistema di trac-ciamento telematico dei rifi uti sancita dall’ultimo decreto in materia, il dm Ambiente 22 dicembre 2010 pub-blicato sulla G.U. 28 dicembre 2010 n. 302 ed in vigore dal medesimo gior-no. Tecnicamente, il neo decreto ha intro-dotto lo slittamento del termine entro cui i gestori di rifi uti dovranno passare alla modalità di comunicazione te-lematica delle proprie attività prorogando dal 31 dicembre 2010 al 31 maggio 2011 l’ob-bligo (previsto dall’originario provvedimento sul Sistri, il dm Ambiente 17 dicembre 2009) di continuare a usare registri e formulari cartacei previsti dal dlgs 152/2006 (cd. «codice ambientale»). Tale previsione,

letta con il combinato disposto del dm 28 settembre 2010 (il precedente provvedimento di proroga del sistema, tutt’ora in vigore) come esplicato dalla successiva nota MinAmbiente 1° ottobre 2010 (pubblicata sul sito www.sistri.it) e ripreso nel-la parte motiva del nuovo dm 22

dicembre 2010 (per il quale la proroga dovrà consentire ai soggetti obbligati di acquisire maggio-re familiarità con il Sistri evitando soluzione di conti-nuità nel controllo della tracciabili-tà dei rifiuti) non

consentirà di sanzionare fi no al 31 maggio 2011 l’inosservanza delle disposizioni operative del sistri, ma solo quelle relative agli articoli 190 e 193 del dlgs 152/2006 (relativi alla omessa tenuta dei citati documenti car-tacei). Unitamente alla citata proroga, il nuovo dm Ambiente 22 dicembre 2010 ha disposto anche lo slittamento del termi-ne del 31 dicembre 2010 entro cui i produttori iniziali di rifi uti

e le imprese e gli enti che effet-tuano recupero e smaltimento dei rifi uti tenuti al Mud dove-vano comunicare al Sistri le in-formazioni relative al periodo del 2010 precedente all’opera-tività del sistema Sistri (sul-la base dei dati ex registri di carico scarico). Tale termine è fatto slittare, rispettivamen-te, al 30 aprile 2011, con rife-rimento alle informazioni per l’anno 2010, ed al 31 dicembre 2011, con riferimento alle in-formazioni relative al 2011. Ad accompagnare (l’eventuale, viste le innumerevoli proro-ghe) operatività del Sistri nel giugno del 2011 vi saranno le sanzioni introdotte ex novo dal dlgs 3 dicembre 2010, n. 205, il provvedimento di riformula-zione del Codice ambientale in vigore dallo scorso 25 dicembre 2010. Le sanzioni previste dal Correttivo del dlgs 152/2006, lo ricordiamo, sono di sola natu-ra amministrativa (con importi fi no a 93 mila euro) ma preve-dono fermo e confi sca dei mez-zi utilizzati illecitamente per il trasporto dei rifi uti.

© Riproduzione riservata

DI GIOVANNI GALLI

A Capodanno si festeggia senza liti tra condomi-ni. Dal Coram (Coordi-namento dei Registri

degli amministratori immo-biliari di Confedilizia) arriva infatti un vademecum per evi-tare le liti. Intanto, e in linea generale, la soglia di tolleranza delle persone si considera deb-ba essere maggiore perché ci si trova in un periodo di festa. Preliminarmente è opportuno verifi care se il regolamento di condominio contrattuale con-tenga particolari disposizioni attinenti a chi il Capodanno, per motivi religiosi o altro, non lo festeggia. La regola di buon senso è di mantenere una certa moderazione nelle manifesta-zioni di gioia e di giubilo in modo da evitare di turbare la sensibilità e la quiete di coloro che non festeggiano il Capo-danno. Se si intende abbellire la propria casa con addobbi e luminarie è sempre oppor-tuno apporli all’interno della propria abitazione, evitando di occupare gli spazi comuni

anche se antistanti al proprio ingresso. Qualora si applicas-sero luminarie esterne, oltre al rispetto delle regole di sicurez-za, bisogna verifi care, avverte il Coram, se le installazioni compromettano il decoro archi-tettonico della facciata condo-miniale (questo suggerimento riveste maggiore rilevanza nel caso in cui si abiti in un im-mobile vincolato, di interesse storico ed artistico). L’utilizzo di materiale pirotecnico per sa-lutare l’anno nuovo deve esse-re sempre fatto all’interno del proprio balcone e, soprattutto, commisurato agli spazi di cui si dispone. Bisogna inoltre evitare che i giochi di fuoco (ovviamente di provenienza legale) rovinino le facciate o le piante condomi-niali ovvero quelle dei vicini. Qualsiasi comportamento che integri immissioni che eccedano la normale tollerabilità espone, chi li pone in essere, all’azione legale di risarcimento del danno intentata dalla parte lesa.«Va da sé», conclude il Coram, «la necessità di evitare di lasciare nelle parti comuni i rifi uti pro-dotti durante le festività».

Capodanno, vademecum Confedilizia

Il 31 in condominio si fa festa senza liti

Nuova proroga per il collaudo delle attrazioni di spettacolo viaggiante. I comuni possono tirare un sospiro di sollievo perché il Ministero dell’Interno, proprio la vigilia di Natale, ha fatto proprie le preoccupazioni dell’Anci ed ha rinviato, quindi, al 31 dicembre del 2011 il termine ultimo per la registrazione delle giostre già in attività al novembre del 2007, ovvero alla data di entrata in vigore delle di-sposizioni in materia di sicurezza per il comparto. Con il d.m. 18 maggio del 2007, infatti, sono state emanate le norme tecniche che i costruttori ed i gestori delle attrazioni devono rispettare dopo che, a livello inter-nazionale, sono state redatte le specifiche tecniche per il comparto, ovvero le norme UNI EN 13814 del 2005. Il d.m. del 2007 fissava inizialmente all’11 dicembre del 2009 il termine per l’utilizzo delle attrazioni già in at-tività ma la circolare interpretativa del decreto stesso era stata emanata soltanto il primo dicembre di un anno fa, ovvero pochi giorni prima della scadenza del termine originariamente prefissato. Scontata, quindi, la conces-sione di una prima proroga che scadeva, appunto, il 31 dicembre di quest’anno, ma che aveva messo in difficoltà sia gli operatori del settore sia i comuni che si erano visti consegnare istanze di registrazione senza, a volte, neppure disporre di un’area idonea per consentire la loro installazione, soltanto perché il gestore era lì resi-dente. Sta di fatto che già nel corso dell’anno il Viminale aveva dato il suo assenso a trasferire la domanda da un comune all’altro, purché l’atto formale di registrazione fosse emesso dall’ente che materialmente, attraverso la propria commissione di vigilanza, avrebbe collaudato la giostra. Nonostante queste agevolazioni, tuttavia, ritardi ci sono stati anche in relazione al fatto che i tecnici abilitati ed esperti in questo settore non sono tantissimi con le conseguenti difficoltà di redigere, in tempi rapidi, la documentazione prescritta dalle norme UNI e fatte proprie dal dm del 2007, quali manuali di manutenzione, schemi tecnici ecc. Con decreto, quindi, del 23 dicembre 2010, secondo quanto indicato nella circolare 17082/114/Gab/Uff.III del Gabinetto del Ministro del 24 dicembre, lo stesso Maroni ha autorizzato le commis-sioni comunali e provinciali a proseguire fi no al 31 dicembre 2011 l’esame delle domande «esclusivamente» presentate entro i termini prescritti.

Marilisa Bombi

Spettacoli viaggianti, rinvio di un anno per i collaudi

AUTOSTRADE

Il tutor porta la velocità a 150 km/h

DI STEFANO MANZELLI

Sulle autostrade a tre corsie dotate di sistemi Tutor attivi è possibile elevare il limite di velocità a 150 km/h, previa in-stallazione di apposita segnale-tica. Diversamente vale ancora il classico limite di 130 km/h. Lo ha ribadito il Ministero dei tra-sporti con il parere n. 96662 del 3 dicembre 2010. Un utente stra-dale ha richiesto chiarimenti sul blasonato limite dei 150 km/h, ritenendo questa regola generi-camente già in vigore. A parere dell’organo tecnico centrale que-sta conclusione è errata.

Specifica infatti il ministero che la possibilità per gli enti pro-prietari o concessionari dei tratti autostradali di elevare il limite di velocità ordinario è previsto da tempo nel codice stradale ma di fatto mai attuato. La riforma stradale d’agosto, ovvero la legge n. 120/2010, ha solo ulterior-mente condizionato questa op-zione alla presenza nei tratti più veloci dei sistemi elettronici per il controllo della velocità media. In pratica gli enti proprietari o concessionari delle autostrade con almeno tre corsie per ogni senso di marcia possono elevare il limite previa installazione degli appositi segnali e realizzazione di preventive valutazioni tecniche sull’idoneità del tracciato.

Tecnicamen-te l’interven-to riguarda l’uso di regi-stri e formu-lari cartacei

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29Giovedì 30 Dicembre 2010GiovedLAVORO E PREVIDENZA

Nota operativa dell’Inpdap. Per il 2011 la perequazione è stata calcolata in misura dell’1,4%

Aggiornate le pensioni nel pubblico Dal 1° gennaio scatta la rivalutazione Istat degli assegni

DI GIGI LEONARDI

Tutto pronto all’Inpdap (l’ente di previdenza dei dipendenti pubblici) per il rinnovo dei mandati

di pagamento delle pensioni 2011. Lo annuncia lo stesso Istituto con la nota operativa n. 54/20100, dove si legge che la perequazione è stata calcolata sulla base dell’indice Istat nel-la misura provvisoria dell’1,4%, come stabilito dal decreto inter-ministeriale (Economia-Lavoro) del 19 novembre scorso.

Ritorno al passato. Per le pensioni d’importo superiore al trattamento minimo Inps, l’ali-quota percentuale di aumento si applica a scalare, secondo determinate fasce d’importo. Al riguardo occorre ricorda la nota, l’art. 5, comma 6, della legge n. 127/2007 (il provvedimento che ha deciso la 14^ mensilità per i pensionati meno abbienti con più di 65 anni) stabilisce che: «Per le fasce di importo dei trat-

tamenti pensionistici comprese tra 3 e 5 volte il trattamento minimo Inps, l’indice di rivalu-tazione automatica delle pen-sioni è applicato, per il triennio 2008-2010, secondo il meccani-smo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicem-bre 1998, n. 448, nella misura del 100 per cento». In parole più semplici, questo significa che nel triennio 2008-2010 gli aggiornamenti hanno avuto il seguente andamento:100% dell’indice Istat sull’importo mensile sino a 5 volte il trat-tamento minimo e 75% sulla quota mensile eccedente 5 volte l’importo del trattamento mini-mo. Nel 2011, in assenza di un apposito intervento legislativo, si ritorna quindi al passato, e

cioè aggiornamento del:* 100% sull’importo mensile

sino a 3 volte il trattamento minimo Inps;

* 90% sulla quota mensile compresa tra 3 e 5 volte il trat-tamento minimo;

* 75% sulla quota mensile eccedente 5 volte l’importo del trattamento minimo.

Di conseguenza, l’aumento per l’anno prossimo sarà così articolato:

* 1,4% (ossia l’aliquota intera) sulla fascia di pensione mensile sino a 1.382,91 euro, il triplo del minimo di dicembre 2010;

* 1,26% (90% dell’incremen-to) sulla fascia compresa tra 1.382,91 e 2.304,85 euro, cinque volte il minimo 2010;

* e 1,05% (75% dell’aliquota

di aumento) sulla quota mensile eccedente 2.304,85 euro, cinque volte il minimo 2010.

Per effetto dell’applicazione delle suddette percentuali, la misura mensile dell’indennità integrativa speciale (la ex scala mobile dei pubblici dipendenti) viene elevata a 715,84 euro (685,94 euro la quota annessa alla tredicesima mensilità).

Vedovi. L’austerity che dalla riforma Dini (legge n. 335/1995) imperversa in materia pensio-nistica non ha risparmiato nep-pure i superstiti, le cui rendite vengono ridotte in presenza di altri redditi Irpef (con esclusio-ne della casa di abitazione). Dal 1° gennaio 2011, la pensione dei vedovi, a meno che nel nucleo familiare non vi siano fi gli mi-nori, studenti o inabili, vengono dunque liquidate come segue:

* meno 25% , qualora il reddi-to supera 3 volte il trattamento minimo Inps (18.229,77 euro);

* meno 40%, se il reddi-to supera 4 volte il minimo

(24.806,36 euro);* e meno 50% quando il reddi-

to supera 5 volte il trattamento minimo Inps (30.382,95 euro).

Il vecchio milione. Chi bene-fi cia dell’aumento previsto dalla fi nanziaria 2002 (art. 38 della legge 448/2001) che a suo tem-po ha consentito di riscuotere 516.46 euro (il famoso milione di lire al mese del precedente governo Berlusconi), nel 2011 incasserà 603,87 euro. L’anno prossimo l’ex «milione», che ri-cordiamo spetta agli ultraset-tantenni (o ultrasessantenni se invalidi totali), verrà attribuito a condizione che l’interessato non consegua redditi propri d’importo superiore a 7.850,31 euro. Se si tratta di soggetto coniugato è inoltre necessario che il reddito, cumulato con quello del coniuge, non superi i 13.275,21 euro. A tal fi ne si con-siderano i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da Irpef, con esclusione della casa di abitazione.

Interventisti e prudenti. Si suddivi-dono in queste due categorie i politici chiamati ad esprimere un giudizio sull’eventualità che al-cune casse di previden-za dei professionisti, non in grado di assicu-rare il pagamento delle pensioni per i prossi-mi trent’anni, possano essere commissariate (si veda ItaliaOggi del 28/12/2010). Nel cono d’ombra ci sono gli enti di geometri, ragionieri, agenti di commercio, consulenti del lavoro, medici, giornalisti e notai da quando, poco meno di un mese fa, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha reso noto che per la verifica tren-tennale della gestione, prevista dal comma 763 della finanziaria 2007, sarebbe stato usato come parametro l’anno in cui il saldo corrente, dato dalla differenza tra le entrate totali e le uscite totali, assume struttural-mente valore negativo. A incidere, poi, sulle valutazioni dei parlamen-tari, l’esito dell’indagine conoscitiva svolta dalla bicamerale di control-lo presieduta da Giorgio Jannone (Pdl), che ha svelato la scarsa ac-cortezza di alcuni gestori negli inve-stimenti (125 milioni in fumo per il possesso dei titoli Lehman brothers). «Il governo non può rimanere indiffe-rente quando si ravvisa un pericolo per le famiglie di chi versa i contribu-ti ad istituti incauti nell’amministra-re quei fondi», dichiara con fermezza Pasquale Giuliano (Pdl), alla guida della commissione Lavoro di Palaz-zo Madama, perciò, «se la situazione

lo richiede, sono favorevole ad una presa di posizione netta da parte dei ministeri vigilanti». L’esponente del

centro-destra propende per un percorso di «ac-compagnamento» che non dovrebbe inquieta-re gli enti: «Se insistono nell’esaltare il principio della trasparenza, do-vrebbero capire che è nel loro interesse rice-vere aiuto dallo Stato» osserva, aggiungendo che «la situazione dei geometri non è delle mi-gliori e l’Enasarco non naviga in buone acque», mentre «sarebbe giusto pensare all ’accorpa-mento di ragionieri e dottori commercialisti,

perché la duplicità delle casse non è un buon esempio per l’unità di una categoria che convive in uno stesso albo». Inter-ventista anche Mauri-zio Castro, capogruppo pidiellino nella com-missione presieduta da Giuliano, poiché «per ri-portare ordine laddove sono emerse anomalie, il commissariamento può essere l’unica via. Se si scopre che rispar-mi e immobili sono affi-dati a gente senza ade-guate competenze, la soluzione è una mano professionale che, ma-gari, per un periodo di quattro-cinque anni, si occupi del patrimonio, tagli le spe-se inutili e affianchi i vertici nella realizzazione di riforme che alcuni

hanno promesso, ma mai presentato al ministero», conclude Castro.

Sì all’autonomia, ma senza sacrifi -care la serenità dei pro-fessionisti secondo Luigi Bobba (Pd), vicepresi-dente dell’XI commissio-ne di Montecitorio, che non auspica la gestione commissariale, però è severo quando sottolinea che «in presenza di real-tà abnormi nel sistema, chi ha imboccato una strada negativa, cono-sce già le conseguenze che deriveranno dalle sue scelte». Chi ritiene «necessario» un sogget-to unico per la previden-za privatizzata è l’altro numero due dell’organi-smo parlamentare, Giuliano Cazzo-la (Pdl), incline a un approccio più

morbido, pur ammet-tendo che «il settore va seguito con attenzione ed è doveroso farlo fi no a quando si è in tempo». Nei prossimi anni «c’è il rischio che si producano vere e proprie fratture fra anziani e giovani, tra professionisti pen-sionati e contribuenti. I giovani, con il sistema contributivo, sono con-dannati ad avere pen-sioni modeste, mentre le generazioni precedenti si avvarranno di trat-tamenti migliori grazie all’abuso che hanno po-

tuto fare degli avanzi di bilancio. Mi auguro che il Senato approvi presto la pdl Lo Presti (il provvedimento che

dà la possibilità alle casse di aumen-tare il contributo integrativo dal 2% al 5% varato alla Camera, ndr), ma

se la legislatura avrà il suo corso normale, occorrerà sollecitare il governo ad interveni-re». Chiamato in causa da Cazzola, Nino Lo Presti (Fli), vicepresi-dente della bicamerale, afferma che «fra le sette casse, quella dei notai non corre rischi (la pen-sa così anche Pasquale Giuliano, ndr), e per ciò che concerne le altre sei non ritengo vi siano i presupposti per arriva-re a procedure commis-sariali. Non mancano criticità, come l’indagi-

ne parlamentare ha rimarcato», tut-tavia l’esponente fi niano scorge «una manovra politica per mettere le mani sulla gestione delle casse da parte dell’organo di controllo, che pure ha lasciato giacere sul tavolo per lunghi periodi progetti di riforma importan-ti per la sostenibilità, fra cui quello degli avvocati, che poteva entrare in vigore ben prima del 1° gennaio di quest’anno».

Decisamente contrario a lanciare l’allarme commissariamento è, infi-ne, Nedo Poli (Udc), giacché alcuni enti hanno annunciato interventi strutturali e «vedremo cosa verrà realizzato. Di certo, la bicamerale ha svolto un lavoro serio e positivo di indagine» e non si può generalizzare, perché «per alcuni soggetti, in fun-zione della previsione degli iscritti, cambia anche la gestione», chiude il deputato centrista.

Simona D’Alessio

LE REAZIONI DI MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE AL RISCHIO COMMISSARIAMENTO PER SETTE ENTI

I politici si interrogano sul futuro delle casse dei professionisti

Pasquale Giuliano Nino Lo Presti

Giuliano Cazzola

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Così le pensioni Inpdap nel 2011

Importo al dicembre 2010 Aumento

Fino a € 1.382,91 1,4% (100% Istat)

Da € 1.382,91 a € 2.304,85 1,26 % (90% Istat)

Oltre € 2.304,85 1,05% (75% Istat)

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30 Giovedì 30 Dicembre 2010 P R O F E S S I O N I

Il Cndcec ha diffuso un vademecum per i commercialisti sull’organizzazione dello studio

Essere competenti non basta piùIl mercato dei servizi si affronta anche con il marketing

DI IGNAZIO MARINO

Le sole competenze pro-fessionali per fornire al cliente un servizio adegua-to, sia dal punto di vista

qualitativo che economico, non bastano più. Oggi, più che mai, è altrettanto importante saper comunicare e fare marketing. Per andare incontro a questa esigenza, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha realizzato e diffuso (informativa n. 72/2010) un vademecum ufficiale per i propri iscritti che analizza vincoli e opportunità e fornisce indica-zioni pratiche. Anche alla luce del decreto Bersani. Con la legge 248 del 4 agosto 2006, infatti, sono state introdotte nuove prescri-zioni e aperture che impattano in modo notevole sulle attività di professionisti e relativi studi pro-fessionali, chiamandoli a cambia-menti e innovazioni sostanziali.

Di cosa stiamo parlando. Il marketing per gli studi profes-sionali, segnatamente per quelli dei dottori commercialisti, è una frontiera che il documento del Cndcec si propone di valicare, cer-

cando di fornire un piccolo kit di viaggio (con poche note teoriche e qualche istruzione per l’uso), allestito al fi ne di evitare al com-mercialista di ritrovarsi sprovve-duto nella moderna concezione di libera professione. «È ormai certo», si legge sul documento, «che il marketing applicato agli studi professionali, fi no a qual-che anno fa materia in Italia del tutto sconosciu-ta, è in piena evoluzione e tenderà a ricoprire un ruolo sempre più importante».

Le esigenze del mer-cato. Secondo il gruppo di lavoro del Consiglio na-zionale che ha redatto le 104 pagine di documen-to, gli studi professionali avvertono sempre più «la necessità impellente di un improcrastinabile adeguamento del modo di esercitare la profes-sione al mutato contesto socio-economico di riferi-mento, in cui si sono ve-nute affermando, in modo

rapido e predominante, le nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione e le regole del libero mercato. Per gli studi pro-fessionali si apre un nuovo modo di fare relazione con la propria clientela, reale e potenziale. Mutuare e adattare al proprio mondo professionale le tecniche e le strategie su cui si fonda il successo del mercato dell’impre-

sa è possibile, attraverso un percorso di analisi e di approfondimento di tematiche e disci-pline pressoché sco-nosciute in tali settori,

ma estremamente

utili al professionista per dota-re la propria offerta di servizi del necessario valore aggiunto. Ma anche, più semplicemente e «brutalmente», per continuare a stare sul mercato». In fun-zione delle nuove esigenze, il marketing applicato agli studi professionali diventa un fattore per rispondere alle esigenze dei clienti e tutelarne gli interessi, nel miglior modo possibile e nel rispetto della deontologia, me-glio strutturando con loro una relazione fondata sulla fi ducia e sulla credibilità dei professio-nisti e dello stesso studio pro-fessionale, incrementando in questo modo il suo patrimonio intangibile.

Il monito del Cndcec. Ri-sulta quindi indispensabile definire e comunicare una precisa identità dello studio: un’identità che tenga conto della storia professionale e che ne rappresenti il diveni-re; che in un contesto sempre più competitivo sappia man-tenere equilibrio e coerenza,

fondandosi sul miglioramento continuativo delle qualità (tra-dizionali ed etiche) del servizio

professionale, sulle modalità di fruizione dello stesso e sulla comunicazione integrata. In un mercato sempre più «societing oriented», il professionista si tro-va a dover soddisfare le esigenze e le aspettative di interlocutori (i clienti e i cosiddetti stakeholder ovvero i diversi pubblici con cui si condividono interessi nell’eser-cizio della professione) sempre più informati, più esigenti, più abituati a riconoscere la qualità nei servizi. La sfi da degli studi professionali nei prossimi anni sarà proprio quella di migliora-re nell’organizzazione interna, nell’utilizzo degli strumenti in-formatici e nella promozione dei propri servizi, per relazionarsi positivamente con tutti gli atto-ri dell’attività professionale, per esercitare meglio competenze e potenzialità e per competere, in modo etico e responsabile, in un mercato sempre più veloce e globale.

La parola d’ordine dello Sna, il Sindacato nazionale degli agenti di assicurazione, è concorrenza. Uno strumento prezioso di svilup-

po economico, libertà di scelta e, al tem-po stesso, una garanzia per il cittadino, ma che, a detta del presidente Giovanni Metti, è «ancora insufficiente nel nostro mercato. L’Ania (l’Asso-ciazione nazionale fra le imprese assicuratrici) mette i bastoni fra le ruo-te al plurimandato (che fu introdotto dalla legge Bersani sulle liberalizza-zioni, ndr) ed è giusto che si sappia che a farne le spese è prima di tutto il cliente». Ma non è questo l’unico scoglio contro cui la categoria si imbatte, perciò a pochi giorni dal-la conclusione di un anno abbastanza difficile, il sindacalista fa il punto insieme a ItaliaOggi, cogliendo al volo l’occasione per porre in risalto luci e ombre. A partire dall’avan-zata dei competitori online, «di per sé non allarmante, tuttavia», puntualizza, «così non è possibile lavorare ad armi pari con le compagnie, sebbene noi agenti ritenia-mo, con la nostra esperienza e dedizione, di avere sempre qualcosa in più da offrire all’utente». Metti, inoltre, se la prende con una vulgata corrente, secondo la quale «il servizio offerto telefonicamente, proprio grazie alla mancanza di agenti interme-diatori, potrebbe arrivare a costare anche il 30% in meno. È una falsità, messa in giro da chi ha tutto l’interesse a screditare

il nostro lavoro, speculando sul legittimo desiderio del cliente di poter risparmiare qualcosa». E non è l’unico «agguato» da cui lo Sna, che conta circa 8.000 iscritti e ha concluso da pochi giorni uno specia-le giro d’Italia (composto da undici tap-pe, l’ultima a Oristano) per illustrare le criticità, le iniziative sindacali e trovare

soluzioni comuni per il rilancio della profes-sione, deve difendersi: gli attacchi maggiori, infatti, riguardano le provvigioni, ritenute elevate, su cui c’è chi insinua addirittura il sospetto di entrate «sottobanco».

Il numero uno del sindacato sgombera il cam-po dagli equivoci, precisando che è tutto alla luce del sole, poiché «abbiamo

l’obbligo previsto dall’Isvap (l’istituto per la vigilanza delle assicurazioni priva-te) di indicare la quota che percepiamo per ogni singolo contratto. E la somma percepita si ag-gira sul 7% rispetto al premio lordo. Se, poi, aggiunge che l’agente deve sostenere tut-ti i costi di gestione, dall’affitto dell’ufficio alle bollette, fi no al per-sonale impiegato, soltanto

per citare alcune voci di spesa, compren-derà che non si tratta di un compenso esagerato». Altra importante operazione che l’agente effettua è l’aggiornamento continuo del portafoglio delle compagnie e su questo «sfi do qualunque altra forma di distribuzione a dimostrare di poter essere più economica di noi».

Nel frattempo, le recentissime rileva-zioni dell’Isvap permettono di guardare al 2011 con maggiore fi ducia: la raccolta premi realizzata complessivamente nei rami vita e danni dalle imprese nazio-

nali e dalle rappresentanze in Italia di soggetti extra spazio econo-

mico europeo nei primi nove mesi del 2010, infatti, am-monta a 94.131,4 milioni di euro, con un incremento del 14,9% rispetto al cor-rispondente periodo del 2009. In particolare, i pre-

mi vita, pari a 69.124,1 mi-lioni, registrano un balzo in

avanti del 22,9%, con un’incidenza sul

portafoglio glo-bale vita e dan-ni che si atte-sta sul 73,4% (68,6% nello stesso perio-do dell’anno preceden-te); il por-t a f o g l i o danni, che totalizza

2 5 . 0 0 7 , 3 milioni, dimi-

nuisce del 2,6%,

con un’incidenza del 26,6% sul portafo-glio globale (31,4% nello stesso periodo del 2009). Metti lascia, però, intendere che non bisogna adagiarsi sugli allori, soprattutto per quanto sta accadendo in molte aree del Sud della Penisola, laddove «complice un sistema sociale in parte non gestito dallo stato, le frodi si sono sviluppate progressivamente. Le compagnie hanno commesso l’errore di aumentare i costi, invece di contrasta-re gli illeciti. E, come se non bastasse, adesso si assiste a un vero e proprio ab-bandono dei territori “diffi cili”, con con-seguenti disdette dei portafogli clienti e abbandono delle agenzie». L’amarezza del leader dello Sna emerge di prepotenza in questa valutazione: «Nel Meridione, anche chi è onesto, di fronte ad un costo assicurativo esagerato, ha capito che è quasi impossibile stipulare una polizza. Ecco, quindi, l’escalation dell’elusione e di fenomeni poco edifi canti come le false testimonianze» nel caso dell’Rc auto.

Il discorso torna a questo punto sulle chance fornite dal plurimandato, ancora una volta contestando «le bugie dell’Ania, che da tempo dipinge gli agenti come co-loro che si svendono alle compagnie che danno loro maggiori provvigioni», mentre invece «noi non siamo alla ricerca di chi ci fa guadagnare di più, ma vorremmo servire al meglio il cliente, con cui, mi creda, ingaggiamo una “battaglia” quo-tidiana per abbattere i costi. Ma senza un vero libero mercato», conclude Metti, «nel quale la facoltà di scelta delle varie opzioni non sia ciecamente frenata, non è possibile soddisfare adeguatamente chi si rivolge a noi».

Simona D’Alessio

PARLA GIOVANNI METTI DEL SINDACATO AGENTI

Assicurazioni, la concorrenza tutela il cittadino Lo Sna fa il punto sulle criticità del mercato italiano. E chiede l’attuazione del plurimandato

Giovanni Metti

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31Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30 Dicembre 2010C I S A L

I temi affrontati dal segretario generale del sindacato durante il Consiglio generale di Fiuggi

Cisal: previdenza da rivedereÈ urgente agganciare le pensioni alla dinamica salariale

DI VINCENZO LUCARELLI

Il Consiglio generale della Ci-sal, nel corso dei suoi lavori assembleari, svoltisi recente-mente a Fiuggi, ha analizza-

to e approfondito il tema riguar-dante le pensioni, affrontato dal segretario generale, Francesco Cavallaro nella sua relazione.

L’amara constatazione, più vol-te fatta, del complessivo arretra-mento del sistema pensionistico che ha prodotto una progressiva perdita del potere di acquisto de-gli attuali pensionati determine-rà un drastico abbattimento delle prestazioni con la conseguenza, visibile a breve, per la stragran-de maggioranza dei lavoratori dell’ingresso nell’area della in-digenza, impone ad avviso della Cisal, una seria rifl essione e la adozione di provvedimenti intesi a modifi care l’attuale impianto.

In attesa che si avvii una seria riforma del sistema previdenzia-le e cessi lo sterile susseguirsi di interventi volti solo a fare cassa, la Cisal ritiene indispensabile l’urgente ripristino dell’aggan-cio dei trattamenti pensionisti-ci alla dinamica salariale, sulla base degli articoli 36 e 38 della Costituzione e in sintonia con la giurisprudenza della Consulta, che considera la pensione come una vera e propria retribuzione, ancorché differita.

Infatti, il cit. art. 36 considera che la retribuzione, e quindi la pensione, deve essere proporzio-nata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, e in ogni caso suffi ciente ad assicurare un’esi-stenza libera e dignitosa sia al la-voratore in attività e sia a quello in pensione e alla sua famiglia; l’art 38 pone, inoltre, il principio dell’interesse pubblico dell’ade-guatezza della pensione attra-verso la conservazione della sua capacità reddituale, assicurata dalla retribuzione percepita du-rante l’attività di lavoro: aspetti, questi, che le attuali norme pale-semente disattendono.

Stante il vigente sistema di

gestione a ripartizione del si-stema previdenziale il ruolo dei pensionati nell’ambito del paese deve trovare, a parere della Ci-sal, una precisa dimensione an-che mediante la istituzione di un vero e proprio tavolo contrattua-le nazionale, istituendo il Ccnp (Contratto collettivo nazionale pensionati), per gestire l’incre-mento annuale/triennale delle pensioni.

La Confederazione adotterà le più opportune iniziative per con-trastare effi cacemente la attuale gestione della previdenza, sia mediante il ricorso allo strumen-to giurisdizionale che con altre procedure. Considerato l’attuale sistema di rivalutazione non in-tegrale delle pensioni collegate al costo della vita, la Cisal sottoli-nea la necessità che l’importo del-le pensioni collegate a situazioni di indigenza, sia almeno allineato all’importo di 603,87 euro, come già previsto per le pensioni cosid-dette parifi cate al milione di lire (di cui all’art. 38 L.448/2001).

Per i lavoratori, si delinea uno scenario pensionistico ancora più tragico:

il sistema di calcolo contribu-tivo previsto dalla L. 335/95 (più nota come Legge Dini), in ap-plicazione a tutti i lavoratori in servizio dall’ 1/1/96 e a quelli che a tale data non avevano ancora compiuto 18 anni di anzianità contributiva, assicura una pen-sione pari a circa il 50% dell’ulti-ma retribuzione. Tale previsione, anche se sfugge alla attenzione dei cittadini e dei lavoratori, in realtà, considerando le retribu-zioni attualmente esistenti, me-diamente intorno a 1.200 euro, delinea il futuro pensionistico dei lavoratori coinvolti in modo drammatico, poiché le pensioni che saranno erogate, sulla base di tale sistema, raggiungeranno a malapena i livelli di € 600/700, ossia l’equivalente delle pensioni erogate per scopi assistenziali: le famose pensioni di un milione di lire di antica data! Questa sem-plice rifl essione è suffi ciente per

far comprendere la drammatica situazione in cui versa il sistema pensionistico e la mancanza di strategia a lungo respiro, che ha prodotto guasti diffi cili da sanare e tantomeno tollerare.

Per tali motivi la Confedera-zione ritiene necessario assu-mere iniziative volte a ottenere una revisione signifi cativa degli effetti prodotti dalla Legge Dini, sottolineando che tale provvedi-mento legislativo è profondamen-te segnato da una incoerenza che si è concretizzata nella mancata riuscita dell’avvio della previden-za complementare. Quanto alle nuove «fi nestre mobili», palese è l’ulteriore segnale della ormai virtualizzazione dei diritti dei lavoratori in tema di prestazioni pensionistiche, istituite attraver-so la manovra Tremonti e riser-vate alle pensioni di anzianità e di vecchiaia; le stesse hanno de-terminato un’ulteriore penalizza-zione nella decorrenza, rispetto alle attuali (in particolare, da 1 a 6 mesi per quelle di anzianità, da 7 a 9 mesi per le pensioni di vec-chiaia, comprese quelle relative ai lavoratori che hanno raggiunto i 40 anni di retribuzione). Quest’ul-timi, peraltro, sono ulteriormente penalizzati, poiché l’ultimo anno contributivo, «per giunta forzato», non viene utilizzato ai fi ni del cal-colo pensionistico confi gurando per l’Ente di Previdenza il reato di appropriazione indebita.

Non solo non è condivisibile l’ulteriore spostamento della decorrenza per coloro che hanno raggiunto i 40 anni di contribu-zione, ma anche per le dipendenti pubbliche che hanno dovuto già subire la penalizzazione del co-siddetto «scalone» di 4 anni, per passare dall’età pensionistica di 61 anni nel 2011 a quella di 65 nel 2012.

Per giunta dal 2015 l’età mi-nima necessaria per il pensiona-mento sarà calcolata (e quindi au-mentata) sulla base del concetto previsionale legato alla speranza di vita, in aggiunta a un prevedi-bile decremento dei coeffi cienti di

trasformazione per il calcolo della pensione contributiva introdotta dalla Legge Dini.

L’analisi svolta dalla Confede-razione, nel corso dei lavori del Consiglio generale, conferma l’impietoso quadro d’insieme del sistema previdenziale ormai de-vastato da provvedimenti tam-pone, disorganici e comunque vi-ziati dalla assoluta mancanza di volontà e capacità del potere poli-tico, che troppo spesso ha usato le risorse destinate alla previdenza per fronteggiare altre necessità, come quelle della assistenza cui avrebbe dovuto far fronte la fi sca-lità generale, per poi ricorrere a provvedimenti draconiani, tali da rendere eterei i diritti dei lavo-ratori e il frutto del loro lavoro. La scelta operata gradualmente in questi decenni è stata quella di non garantire ai lavoratori un futuro da pensionati dignitoso in linea con il dettato costituzionale, in quanto si è intervenuti solo in termini di tagli sulla scorta di slo-gan spesso usati da politici, di cui non si conoscevano gli effetti che ora sono alla vista di tutti.

In sostanza, il sistema pre-videnziale pubblico ormai ha imboccato la strada di erogare prestazioni minimali, esigendo, però, dal lavoro contribuzioni di tutto rilievo che non saranno mai investite e mai restituite.

Sulla scorta di queste consi-derazioni, la Cisal ritiene che debba essere operata una scelta coraggiosa, prendendo atto della situazione che ormai si trascina da anni e rendendo coerente, con le necessarie gradualità, le prestazioni erogate con il pre-lievo contributivo oggi utilizzato essenzialmente per pagare le attuali pensioni, anziché essere

investito e tanto meno restituito ai lavoratori nel momento in cui andranno in pensione.

Quindi, se il sistema pubblico ha scelto mediante i vari inter-venti legislativi di continuare ad operare prelievi sempre crescen-ti, a non operare effi cacemente contro la evasione e la elusione contributiva e fi scale, è ora che si prenda atto che esso è stato indi-rizzato, a dispetto di quanto pre-visto dai padri costituenti, verso un sistema che eroga ed erogherà pensioni che mediamente sono al di sotto della soglia della povertà. Nel far ciò si impedisce ai lavora-tori di disporre di risorse vitali per garantir loro un futuro sereno e nel contempo, avuto riguardo alla esiguità delle disponibilità, non decolla il sistema di previdenza integrativa volontaria. Secondo la Cisal, quindi, non rimane che prendere atto di ciò e, pertanto, o si sciolgono le contraddizioni che oggi hanno ridotto in queste condizioni la previdenza pubblica o viene avviata una riforma che ponga lo stato in condizione di erogare una pensione minima vitale, prelevando una quota di contribuzione ridotta. Ciò fi naliz-zato a una ovvia e indispensabile solidarietà, dando la possibilità ai lavoratori di utilizzare le risorse economiche fi nora assorbite dal sistema pubblico, in modo da dar vita a una previdenza inte-grativa, magari gestita dall’ente previdenziale pubblico, purché in grado di integrare in maniera effi cace la pensione del sistema obbligatorio.

Su ItaliaOggi del 9 dicembre e del 23 dicembre le precedenti pun-tate sulle deliberazioni assunte dal consiglio generale

Pagina a cura di Vincenzo Lucarelli Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori (Cisal)

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32 Giovedì 30 Dicembre 2010 GRUPPO ASSOCIAZIONI CNAI

Le proposte del Cnai per rilanciare l’occupazione. Soprattutto tra i giovani

Si punti sull’istruzioneVa rafforzato il ruolo degli educatori-formatori

DI MANOLA DI RENZO

La società è in continuo divenire. L’Italia fa par-te di un mondo ormai totalmente globalizza-

to, e quindi la crisi economica che sta mettendo a dura prova tutti i paesi non la risparmia. Insieme assistiamo a radicali mutamenti delle relazioni so-ciali, delle «reti» dei rapporti individuali e degli strumenti con cui esse avvengono. C’è un senso di precarietà dei legami e delle conoscenze al quale si affi anca la labilità del lavoro. Il nesso è solo apparentemente indiretto, dato che sta venen-do a mancare l’affi atamento e la coesione sociale anche sul posto dove si esercita il pro-prio mestiere. Come abbiamo già scritto su queste pagine in passato, occorre fare una di-stinzione tra impiego pubblico e privato. Sono due mondi di-versi per tanti aspetti.

Se osserviamo lo scenario dei settori privati non è difficile notare come si riduca il grup-po di quei lavoratori che sono nati, maturati e poi cresciuti

all’interno della stessa azien-da, diventandone un membro conosciuto e ritenuto quasi di «famiglia». Aziendale, si inten-de.

La «liquidità», per dirla con il grande sociologo polacco Zygmunt Bauman, riguarda soprattutto il l avoro de l l e nuove genera-zioni. Le proprie posizioni lavo-rative «scivola-no» tra aziende, non riuscendo a stabilire un punto fermo per crescere profes-s i ona lmente . Sono liquide nel senso che non riescono a prendere una forma stabile. Il lavoratore non riesce così a mettere le basi per poter migliorare e rendere migliore l’azienda in cui è impiegato.

I lavoratori più giovani ten-dono a cambiare lavoro fre-quentemente, spesso insod-disfatti e alla ricerca di una posizione di maggior privilegio. Preferiscono non lavorare, defi -nendosi «precari» piuttosto che,

stando a quanto dicono, doversi accontentare di un lavoro qual-siasi.

Purtroppo alla base di questi comportamenti emerge la ca-renza di umiltà, la presunzione di credere di valere e pertanto di pretendere. Cresce di con-

tinuo il nu-mero dei lau-reati, ma lo stesso non si può dire della reale prepa-razione degli studenti.

Con il ritor-nello ormai logoro che tutti possono

saper far tutto o che ognuno può avere ciò che altri hanno già adesso tutti ambiscono al posto da manager. Non ci si sorprenda dunque quando si legge tra gli annunci di lavo-ro che le fi gure professionali più ricercate sono gli operai, i braccianti agricoli, i muratori e altri mestieri del genere. E allo stesso tempo non dovrebbe colpire più di tanto che il tasso di disoccupazione sale. Il lavoro

c’è, è che non si può trascurare quello che non si ritiene alla propria altezza.

Credo che bisogna ricomin-ciare dall’istruzione, che sia seria, severa e non solo fi na-lizzata a fi ni puramente istrut-tivi. Occorre un’educazione dell’individuo che lo stimoli al senso del rispetto per gli altri, per il lavoro, per l’ambiente e per la propria famiglia. I dati Istat dicono che un giovane su quattro è disoccupato. Ma altri dati uffi ciali indicano diversi settori a corto di risorse. Forse se si mettessero da parte delle volontà irragionevoli e si ana-lizzasse la situazione in modo oggettivo ci si renderebbe conto che la soluzione c’è.

Il ministro Maria Stella Gel-mini spesso ricorre a un det-to africano secondo cui «per

educare un bambino serve un villaggio, noi lo dobbiamo co-struire. Ed è per questo che ci siamo impegnati anche per rafforzare, non solo nella scuo-la, ma nel paese, il ruolo degli educatori-formatori che negli ultimi tempi è stato troppe vol-te banalizzato e svilito. Occorre ripristinare la comunità edu-cante. Nessuno diventa adulto da solo. Senza punti di riferi-mento i giovani avvertono il peso della solitudine, dell’ine-sperienza e dell’incertezza. I ragazzi hanno invece bisogno di buoni maestri e di una scuo-la che sappia coniugare rigore e apertura verso l’altro, educa-zione e tolleranza, serietà negli studi e creatività». È da queste parole che bisogna ripartire per uno sguardo oggettivo sul mondo del lavoro.

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33Giovedì 30 Dicembre 2010

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Appello

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Processo Civile Telematico

Polisweb Tribunali e Corti d’A

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Servizio Procura

Tar e Consiglio di Stato& la Giustizia

In vista collaborazione istituzionalizzata tra Europarlamento e Congresso degli Stati Uniti

Schengen guarda oltre l’AtlanticoCooperazione fi nalizzata a estendere la libera circolazione

PAGINA A CURA DI PAOLO BOZZACCHI

Non solo cooperazione giudiziaria fi nalizzata alla lotta comune al terrorismo internazio-

nale. Ma addirittura il progetto di creare uno spazio Schengen transatlantico di libera circo-lazione. Questo quanto fanno sapere fonti comunitarie, che a meno di un mese dal rituale in-contro tra le massime autorità giudiziarie Usa e Ue, dettaglia-no anche i soggetti Istituziona-li che saranno protagonisti di questo percorso di cooperazio-ne giudiziaria ipotizzato solo su carta nella dichiarazione ministeriale comune del 2009: saranno l’Europarlamento e il Congresso Usa, infatti, i sog-getti deputati a collaborare in pianta stabile. L’idea di creare uno spazio Schengen transat-lantico sarebbe nata l’inverno scorso, quando mentre a feb-braio nell’Ue si teneva il Con-siglio Giustizia e Affari Inter-ni di Toledo, negli Usa veniva

approvata la Quarta revisione della strategia di sicurezza in-terna. La creazione di uno spa-zio unico di libera circolazione sulle due sponde dell’Atlantico, chiuderebbe il cerchio di una cooperazione già avanzata nei settori della lotta comune al terrorismo (con l’accordo Swift sul trasferimento dei dati fi-nanziari dei cittadini europei alle autorità Usa impegnate su questo fronte), della lotta al traffi co internazionale di stu-pefacenti e dell’intelligence. In-teresse comune dell’Ue e degli Usa è quello di gestire al meglio il controllo delle frontiere ester-ne e la concessione dei visti d’ingresso, senza appesantire la burocrazia con eccessivi con-trolli su provenienze da paesi considerati sicuri. Anche se su questo specifi co punto la com-petenza dell’Europarlamento è solo di codecisione. Il progetto di uno spazio Schengen tran-satlantico di libera circolazione è solo agli inizi, e queste sem-brano essere le maggiori poten-ziali resistenze: anzitutto quel-

la di Strasburgo rispetto alla raccolta indiscriminata di dati personali e alla conservazione sistematica per anni di quelli relativi a tutti i passeggeri ae-rei. Su questo si è appena dato mandato alla Com-missione europea di negoziare con Washington, ma l’esito delle elezio-ni Usa di medio termine che vedo-no il ritorno dei repubblicani alla maggioranza alla Camera (schiera-mento tradizio-nalmente ostile ad alleggerire i con-trolli), non sem-bra essere un segnale positivo. Nonostante questo continua a prevalere l’ottimismo, soprat-tutto dettato da un potenziale vuoto legislativo in materia che porterebbe le compagnie aeree a esercitare sulle Istitu-zioni americane ed europee una pressione notevole. Strasburgo sembra invece disposta a segui-

re l’esempio di Washington in merito alle iniziative contro la cyber-criminalità. Già al lavoro un gruppo comune di esperti, che entro un anno presenterà un rapporto su possibili ini-

ziative tra le quali spicca la creazione di «Computer Emergency Response Te-ams» in ogni paese euro-peo, proprio come già esi-stono negli Stat i Usa . In proget -to anche la creazione di

una cabina di regia europea, e la messa in opera di una rete comune Usa-Ue di emergen-za. Il percorso di cooperazione transatlantica in questo set-tore sarebbe poi completato da misure legislative, come quelle già all’esame dell’ Eu-roparlamento, che si ispirano alla Convenzione sul cyber-

crime del Consiglio d’Europa, già ratifi cata dagli stessi Stati Uniti. Distanza importante da colmare anche nel settore della tutela della privacy, sulla quale a dividere è proprio la diversa interpretazione che se ne dà sulle due sponde dell’Atlantico. Nell’Ue è considerata a tutti gli effetti un diritto fondamentale, mentre a Washington la priva-cy vive all’ombra della più con-siderata tutela della libertà di espressione (sancita dal primo emendamento). Tutto ruota attorno al neonato negoziato in materia, condotto in prima linea dalla Commissione di Bruxelles. A non facilitarne la riuscita il fatto che le autorità americane temono che il nuovo accordo possa rendere più diffi -cile il trasferimento dei dati che già avviene nel quadro dell’ac-cordo Ue-Usa specificamente dedicato alla cooperazione giu-diziaria penale (compresi i nu-merosi accordi bilaterali in vi-gore e gli accordi con Eurojust ed Europol).

© Riproduzione riservata

Commissione europea ancora troppo impenetrabile per i cittadini. Questo il severo giudizio espresso dal Mediatore europeo, il greco Nikiforos Diamandou-ros, che è intervenuto di recente all’Euro-parlamento per presentare il rapporto annuale sull’attività dell’Ombudsman. In carica dal 2003, Diamandouros non era stato mai così negativo rispetto a una delle Istituzioni Ue. In particolare la sua critica rispetto all’Esecutivo di Bruxelles si è soffermata sulla diffi-coltà di accesso da parte dei cittadini ai documenti della Commissione. Il Mediatore conduce indagini proprio sui casi di cattiva amministrazione da parte delle Istituzioni Ue, e sulla Commissione ha sottolineato un caso speciale (il diciassettesimo in 15 anni di attività). Di fronte alla richiesta di un’organizzazione non governativa, nel novembre 2007 la Commissione avrebbe tentato di non rendere pub-bliche tre lettere inviate dalla casa automobilistica Porsche al Commis-sario Günter Verheugen. «Dare acces-so a questi documenti», aveva risposto la Commissione, «danneggerebbe la protezione degli interessi commer-ciali della società». Spingendo così l’Ong a chiedere l’intervento diretto del Mediatore. Nel 2009 sono giunte a Diamandouros 3098 lamentele, e i

paesi che ne hanno presentate di più sono nell’ordine: Germania, Spagna, Polonia e Francia. Ben il 56% delle lamentele ha riguardato la Commis-sione europea. Ed è per questo che il Mediatore ha presentato un rapporto speciale per criticare la mancanza di cooperazione di Bruxelles. «La maggior parte delle lamentele», ha dichiarato Diamandauros, «riguarda la man-canza di trasparenza, in cui includo il rifiuto di dare accesso alle informa-zioni». E infatti il 36% delle lamentele ricevute nel 2009 era relativo al rifiuto di dare informazioni, seguito dal 14% di lamentele causate da ingiustizia e abuso di potere, dal 13% di ritardi evitabili ed errori procedurali, dal 6% di negligenza e dal 6% di fallimento della Commissione del compimento del mandato di custode dei Trattati. Prevale, ad ogni modo, la soluzione amichevole dei casi. Dei 318 casi chiusi durante il 2009, ben il 56% sono stati chiusi in questo modo. Ben il 20% in più rispetto a quelli risolti amichevol-mente nel 2008. L’Ombudsman europeo continua ad essere percepito in maniera poco chiara dai cittadini comunitari, se solo il 23% delle richieste avanzate nel 2009, è stato poi effettivamente giudi-cato ammissibile in quanto a sfera di competenza.

MEDIATORE EUROPEO

Commissione impenetrabileSerio giro di vite europeo contro gli abusi, lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile. L’Europarlamento ha infatti approvato a larga maggioranza la proposta di direttiva della Commissione che prevede sanzioni più dure per i reati legati alla pedofilia e un controllo più restrittivo su Internet. Curatrice della procedura legislativa l’eurodeputato italiana Roberta Angelilli, vicepresidente dell’Europarlamento. Aspetti salienti della legge in arrivo sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive e l’istituzione di norme minime per la lotta contro queste tipologie di crimini. La nuova norma sostituirà la precedente direttiva, datata 2004. Primo obiettivo il rafforzamento delle sanzioni, seguito dalla criminalizzazione di attività quali il «grooming» (l’adescamento dei minori su Internet e il turismo sessuale), e migliorare le misure preventive contro i pedofili recidivi, che, per esempio, non potranno più ottenere un lavoro a contatto con i bambini in tutti i paesi dell’Ue. «Essenziale proteggere le vittime prima, durante, e dopo il procedi-mento penale», ha commentato la Angelilli, «puntando a migliorare l’accesso all’assistenza legale per tutelare le giovani vittime nel procedimento penale ed evitare ulteriori traumi al bambino». Dal punto di vista della produzione normativa, quella contro la violenza sui minori è una battaglia difficile, perché le vittime sono vulnerabili, e spesso si vergognano o hanno paura di denunciare i loro aggressori, specialmente quando si tratta (nell’80% dei casi) di persone vicine. Secondo uno studio della Commissione europea, fra il 10 e il 20% dei bambini in Europa avrebbe subito un qualche abuso sessuale nel corso dell’infanzia. E, ancora più preoccupante, i dati dicono che il fenomeno è in crescita. I minori ritratti nelle immagini di pedofilia sono sempre più piccoli, e le scene sempre più violente. La direttiva recita: «Chiunque, per scopi sessuali, induce un minore che non ha raggiunto l’età del consenso sessuale prevista dalla normativa nazionale, ad assistere an-che senza partecipare ad abusi sessuali o ad atti sessuali, è punito con la reclusione non inferiore a due anni». E continua: «Chiunque abusa di una posizione riconosciuta di fiducia, autorità o influenza sul minore, oppure abusa della situazione di particolare vulnerabilità del minore, dovuta so-prattutto a disabilità fisica o psichica o a uno stato di dipendenza, è punito con una reclusione non inferiore nel massimo ad anni otto».

PROPOSTA DI DIRETTIVA

Stretta su pedopornografia

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34 Giovedì 30 Dicembre 2010 L A L E G G E

CODICE DELLA STRADA/ Una sentenza del tribunale di Rovigo

Delazione ammorbiditaL’automobilista può inizialmente omettere i dati

PAGINA A CURA DI STEFANO MANZELLI

L’automobilista che propone ricorso con-tro una multa con in-vito alla delazione dei

dati del conducente può omet-tere di comunicare subito i dati richiesti. Almeno fi no alla defi -nizione della vertenza la polizia stradale non può infatti pretendere che l’interessato at-tenda a questa incom-benza. Lo ha ribadito il tribunale di Rovigo con la sentenza n. 107 del 19 ottobre 2010. Un autista incappato in una multa automa-tica elevata dalla po-lizia locale di Andria ha proposto ricorso contro il verbale omettendo nel frat-tempo di comunicare i dati dell’effettivo conducente per la decurtazione di punteggio. Contro la conseguente san-zione per omessa delazione l’interessato ha proposto ulte-riori doglianze prima al giu-

dice di pace e poi in appello al tribunale evidenziando che l’omissione è derivata uni-camente dalla mancata con-clusione della prima vicenda sanzionatoria alla base della quale sarà eventualmente ri-conosciuta fondata o meno la

decurtazione di punteggio. Il tribunale ha accolto le censu-re e nonostante le incertezze giurisprudenziali in materia e la diversa indicazione fornita dal gdp ha annullato il verba-le per mancata delazione. In buona sostanza alla base della multa per omessa comunica-

zione dei dati del trasgressore c’è l’esigenza di effettuare una decurtazione di punteggio che è condizionata dall’efficacia del primo verbale. Per questo motivo a parere del tribuna-le non si tratta di due illeciti autonomi ma collegati. Del

resto, come confer-mato dal ministero dell’interno con il parere diramato dalla prefettura di Bologna il 15 luglio 2010 la presenta-zione di un ricorso «avverso il verbale di contestazione può costituire un giusti-fi cato e documentato motivo di omissio-ne dell’indicazione del le general i tà del conducente».

In buona sostanza la polizia stradale in questo caso non può procedere a notifi care la seconda multa di 263 euro per omessa delazione. E non può neppure attivare la tempesti-va decurtazione di punteggio se nel ricorso l’interessato ha identifi cato il conducente ne-

gligente. In pratica come con-fermato dalla Consulta con la sentenza n. 27/2005 «il de-stinatario dell’invito non può ritenersi obbligato a fornire i dati personali e della patente del conducente prima della defi nizione dei procedimenti giurisdizionali o amministra-tivi». Esperiti inutilmente tut-ti i rimedi contro il verbale la polizia stradale dovrà proce-dere a redigere un nuovo in-vito ad effettuare la delazione entro 60 giorni dalla richiesta. Questo autorevole parere e la decisione del tribunale di Ro-vigo contrastano però con la prevalente giurisprudenza in materia. Come ha ribadito, da ultimo, la Corte di cassazione, sez. II civ., con la sentenza n. 16674 del 16 luglio 2010, l’au-tomobilista che impugna la multa deve necessariamente soddisfare anche alla richie-sta di comunicazione dei dati dell’effettivo trasgressore. Il destino della prima infrazio-ne stradale infatti, secondo la Cassazione, sarebbe ben sepa-rato dall’obbligo di delazione.

©Riproduzione riservata

DI FRANCESCA DE NARDI

Sono sindacabili, sotto il profi lo della ragionevolezza, anche i provvedimenti istitu-tivi di zone a traffi co limita-to qualora limitino notevol-mente l’accesso ai garage ai cittadini residenti. Questo è quanto ha sancito il TAR Si-cilia - Palermo, Sezione I con la decisione del 15 dicembre 2010 n. 14299.

La controversia verte sull’illegittimità dell’ordi-nanza con la quale il Sindaco di Trapani ha regolamentato la circolazione nel centro storico: con questo provve-dimento, infatti, ha precluso ai cittadini residenti l’acces-so al garage della propria abitazione nelle giornate di venerdì, sabato e domenica per le seguenti fasce orarie: 1° dicembre-31 marzo: 18- 23; 1° aprile-30 novembre: 19-2.

A questo proposito – come precisa lo stesso collegio si-ciliano – è ormai consolidato nella giurisprudenza ammi-nistrativa l’orientamento secondo il quale tali atti sono espressione di scelte discrezionali, che coprono un arco molto esteso di so-luzioni possibili, incidenti su valori costituzionali spesso contrapposti, che devono es-sere contemperati, secondo criteri di ragionevolezza (tra le tante Consiglio di Stato, V, 13 febbraio 2009, n. 825 e 3 febbraio 2009, n. 596).

Secondo i giudici ammi-nistrativi, però, nel caso in esame la scelta adottata dall’Amministrazione Comu-nale non è conforme a criteri di ragionevolezza, poiché non ha correttamente bilanciato i contrapposti interessi pub-blici e privati coinvolti nel procedimento.

Dalla lettura del provve-dimento impugnato emerge, infatti, che l’interesse a tute-la del quale è stato previsto il divieto di circolazione in questione è quello di garanti-re la pubblica incolumità e la sicurezza dei cittadini negli orari di maggiore affl usso e concentrazione delle perso-ne. Con riferimento alla posi-zione dei possessori di gara-ge e dei disabili (i ricorrenti) tale interesse poteva essere tutelato con soluzioni alter-native alla totale chiusura del centro storico (seppur limitata al fi ne settimana ed a una limitata fascia oraria), quale ad esempio la imposi-zione di una velocità massi-ma particolarmente bassa.

Appare, invece, insensata la preclusione dell’accesso al garage della propria abi-tazione che, soprattutto per i disabili, comporta una ec-cessiva compressione della libertà di circolazione.

GARAGE

Sindacabili Ztl troppo

penalizzanti

In caso di incidente stradale con feriti la polizia che interviene per i rilievi deve ritirare la patente di guida dell’autista negligente. Ma solo se è evidente la sua responsabilità nel sinistro e il conducente viene subi-to sanzionato dagli organi accertatori. Nei casi dubbi e complessi si ricorrerà invece alla vecchia regola del rapporto alla prefettura senza ritiro immediato della licenza di guida. Lo ha ribadito la prefettura di Ales-sandria con la nota n. 17461 del 3 novembre 2010. Tra le modifiche introdotte dalla riforma stradale d’agosto, ovvero la legge 120/2010, è stato riformulato anche l’art. 223 del codice stradale. Letteralmente la novella ha mantenuto il ritiro immediato della patente di guida sia in ipotesi ordinaria di illecito penale che preveda anche la revisione o la revoca del titolo, sia in caso di sinistro stradale con lesioni. Di fatto operativamen-te è cambiato ben poco. In pratica spetterà sempre al prefetto assumere le determinazioni di sospensione cautelare della licenza di guida. Ordinariamente l’uffi-cio territoriale del governo potrà appiedare il trasgres-sore fino a due anni mentre nel caso di incidente con feriti, ove sussistano fondati elementi di una evidente responsabilità, la sospensione provvisoria potrà du-rare fino a tre anni. In virtù anche di questa specifica differenziazione dedicata all’intervento cautelare del rappresentante governativo, la prefettura di Alessan-dria, in linea con il ministero dell’interno, ha diramato istruzioni molto prudenti circa il ritiro immediato della patente su strada. Di fatto l’utg raccomanda cautela evidenziando l’opportunità di anticipare la decisione del prefetto solo se risulta evidente la responsabili-tà dell’autista, con tanto di contestazione immediata di almeno una infrazione alle regole di condotta. In ogni altra ipotesi, laddove la complessità del sinistro imponga verifiche ulteriori ed accertamenti la polizia non dovrà procedere immediatamente al ritiro del per-messo di conduzione dei veicoli. Di fatto quindi, salvo palese responsabilità del conducente, tutto funzionerà come prima, almeno per quanto riguarda la prima fase degli accertamenti stradali di polizia. Sarà sempre la prefettura poi a dover decidere se attivare la sospen-sione provvisoria della patente dopo aver valutato at-tentamente la dinamica del sinistro ed i rapporti degli organi di vigilanza.

Sinistro con lesioni, pazienza nel ritiro della patente

L’automobilista che riceve una multa per posta con de-curtazione di punteggio e propone ricorso al giudice di pace deve comunque rispondere tempestivamente all’invito alla delazione della polizia. La sorte del-la prima infrazione non condiziona infatti il destino dell’intimazione e in caso di mancata comunicazione dei dati del conducente scatterà una seconda multa. Lo ha ribadito la Corte di cassazione, sez. II civ., con la sentenza n. 22881 del 10 novembre 2010. Un utente stradale incorso nei rigori dell’autovelox ha ricevuto la notifica di una violazione all’art. 142 del codice stra-dale con conseguente intimazione alla comunicazione dei dati per la decurtazione di punti patente. Contro questo primo verbale l’interessato ha proposto ricor-so al giudice di pace disinteressandosi di comunicare alla polizia i dati del conducente. Al ricevimento della seconda multa per mancata delazione l’automobilista si è rivolto nuovamente al magistrato onorario che an-che questa volta ha assecondato le sue richieste. Ma la cassazione è di contrario avviso. La pendenza del ricorso sull’eccesso di velocità non deve interferire con l’indagine volta ad identificare l’effettivo trasgressore. Innanzitutto il termine assegnato al proprietario del veicolo per comunicare i dati del conducente decorre «non dalla definizione del procedimento di opposizione avverso il verbale di accertamento dell’illecito presup-posto, ma dalla richiesta rivolta al proprietario dall’or-gano di polizia; né è previsto che quest’ultimo debba soprassedere alla richiesta in attesa della definizione della contestazione dell’illecito». Non convince neppu-re, prosegue la sentenza, il richiamo alle indicazioni fornite dalla Consulta nella sentenza n. 27/2005 circa il fatto che il proprietario non è tenuto a rilevare i dati dell’effettivo conducente prima della definizione dei ri-corsi giurisdizionali o amministrativi contro il verbale. Va infatti aggiunto, prosegue il collegio, «che neppure l’annullamento del verbale di contestazione dell’infra-zione presupposta comporta esclusione della sanzione prevista dall’art. 180 cds, comma 8, attesa l’autonomia delle due infrazioni, la seconda delle quali attiene a un obbligo di collaborazione nell’accertamento degli illeciti stradali e dei loro autori che rileva in se stesso e non in quanto collegato alla effettiva commissione di un precedente illecito».

Non basta il ricorso per tacere alla polizia

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35Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30 Dicembre 2L A L E G G E

Tar Lazio sui danni provocati da pratiche commerciali

Slealtà solo se duraLa singola scorrettezza non fa testo

DI FEDERICO UNNIA

Per pratica commerciale scorretta si intende non già un comportamento sporadico ed isolato,

adottato dal professionista nei confronti del consumatore, ma una prassi, protocolli e stili di condotta suscettibili di ri-petersi nel tempo, in quanto espressione di una determinata strategia d’im-presa. Deve, in sostanza, pur sempre trattar-si di atti posti in essere nel quadro di un’attività com-merciale, diretta-mente connessi alla promozione, vendita o fornitura di un pro-dotto ai consumatori. Non è quindi possibile riferibi-le detta disciplina a singoli atti, sia pure in se astrattamente sleali, per i quali resta invece in vigore la tradizionale tutela in sede contrattuale. È questo il passaggio su cui poggia l’im-portante decisione del Tar del

Lazio n. 33668/2010, emessa il 13 ottobre e depositata il 19 novembre (Pres. G. Giovannini, Est. S. Martino) con la quale il Tar ha accolto il ricorso presen-tato da Concessioni autostra-dali venete (Cav) nei confronti del provvedimento con il quale l’Autorità antitrust aveva in-fl itto una condanna per i disagi

verifi catisi sul tratto autostradale del nuovo passante di Mestre in occasione della sua apertura il 2 agosto. Come si ricorderà, per l’intenso flusso di traffico e la scarsa e non tempestiva in-formazione for-

nita ai viaggiatori in transito, si erano creati

lunghi ingorghi con disagi diffu-si. L’Autorità ritenne tali disagi direttamente imputabili ad una scarsa organizzazione e ad una cattiva informazione, infl iggen-do così multe a Cav e ad Auto-vepd di euro 150.000 ciascuna. Nel ricorso, ora accolto dal Tar, si contestava il fatto che l’even-

to informativo verificatosi in occasione del giorno di grande traffi co non fosse in se classifi ca-bile come pratica commerciale scorretta. Il Tar del Lazio ha ri-tenuto che l’Autorità non abbia suffi cientemente indagato sulla natura delle informazioni tra-smesse così come l’idoneità in sé dei sistemi di monitoraggio e gestione delle informazioni all’utenza utilizzati da Auto-vepd. In discussione, pertanto, non vi era l’adeguatezza del si-stema di informazione messi in atto quanto della tempistica con la quale sono stati attivati i messaggi agi automobilisti in transito. Infi ne, il Tar ha rico-nosciuto che nel caso specifi -co il provvedimento emesso dall’Autorità antitrust non indagasse in modo adeguato le azioni di controllo ed indi-rizzo poste in essere da Cav nel quadro più generale dei sistemi di gestione del traffi co e delle emergenze dalla stes-sa elaborati, anche in accordo con Autovepd. Da qui l’accogli-mento del ricorso e l’annulla-mento delle multe pecuniarie infl itte.

Le discipline speciali di settore, come lo sono le norme che sovrin-tendono la fornitura di energia e gas, con le relative delibere assunte dall’Autorità per l’Energia, si pongono in rapporto di complemen-tarietà e non di alternatività rispetto alle disposizioni del Codice del consumo. Ciò in ragione della diversità degli interessi pubblici sottostanti istituzionalmente tutelati dalle Amministrazioni rispet-tivamente competenti, non potendosi per tale ragione confi gurare un confl itto tra distinti apparati normativi, perseguendo le rela-tive norme diverse e complementari fi nalità. È questo il passaggio centrale della recente sentenza del Tar del Lazio (n.33791/2010, 27.10.2010, depositata 22.11.2010) con la quale è stato confermato il pronunciamento di primo grado dell’Autorità Antitrust nei confronti di un’azienda attiva nella commercializzazione di energia elettrica e gas, multata di euro 75.000 per aver posto in essere pratiche com-merciali scorrette. Secondo il Tar, infatti, la presenza di un compiuto e completo apparato normativo regolante un determinato settore non esclude la contemporanea applicazione del Codice del consumo. Que-sto non ha natura residuale se non nel caso in cui sussista una disci-plina speciale di settore che non si limiti a regolare il contenuto degli obblighi di correttezza ma defi nisca anche i poteri ispettivi, inibitori e sanzionatori dell’Autorità settoriale. In questa ipotesi, sottolinea il Tar, le norme sulle pratiche commerciali scorrete non troverebbero applicazione onde evitare il pericolo che la stessa condotta possa essere sanzionata due volte. Inoltre, allo stato della legislazione, il solo dispositivo generale di verifi ca delle competenze delle autorità amministrative indipendenti è quello, postumo, del giudizio am-ministrativo, che assume così la funzione sostanziale di intervento regolatore. Il Tar ha ricordato come il quadro di tutela offerto dal Codice del consumo si aggiunge non solo ai normali strumenti di tutela contrattuale, ma anche a quelli derivanti dall’esistenza di specifi che discipline in settori oggetto di regolamentazione. Gli effetti che scaturiscono da una pratica commerciale scorretta, infi ne, si estendono anche al momento della stipula del contratto, rispondendo le modalità di predisposizione degli atti contrattuali all’inten-to di evidenziare la convenienza dell’offerta.

Federico Unnia

Tutela dei consumatori, valido il mix di norme

Migliorare la libera circolazione dei professionisti nell’Unione europea. Questo l’obiettivo dell’Europarlamento, che nelle scorse settimane ha deciso di rivedere la direttiva datata 2005 in ma-teria, e di coinvolgere direttamente i professionisti del settore giustizia sulla messa a punto delle nuove norme, che dovrebbero facilitare l’esercizio della professione fuori i confi ni del proprio paese di residenza. Anche se la libertà di circolazione è uno dei pilastri su cui si fonda l’Unione europea, nella pratica ancora troppi ostacoli impediscono infatti l’esercizio delle professioni all’estero. A cinque anni dal momento in cui è stato sancito il riconoscimento delle qualifi che professionali all’estero, ma nel-la pratica gli ostacoli di natura burocratica da superare per chi vuole operare all’estero sono ancora molti. Il testo attualmente in vigore specifi ca le norme di validità all’estero per 800 tipi di-versi di professioni (in Europa ne esistono 4600), ma sancisce il riconoscimento automatico per solamente sette di esse. Siamo dunque al di sotto dell’1% del totale di quelle uffi cialmente rico-nosciute. Dunque a cinque anni di distanza, molta strada resta ancora da fare per colmare i buchi e le debolezze della legge attualmente in vigore. Per la Commissione, il problema maggiore risiede nella lentezza con cui gli Stati membri hanno trasposto la direttiva nella legislazione nazionale, nella reticenza ad accogliere professionisti da altri paesi Ue, e nella mancata applicazione di alcune delle norme previste. Fra i rappresentanti nazionali, molti hanno puntato il dito sulla questione della salute pubblica, la sicurezza e la protezione dei consumatori come ostacolo alla libera circolazione dei professionisti, mentre altri hanno messo in evidenza lo scoglio delle lingue: molti Stati non hanno istituito un esame per verifi care le competenze dei candidati, nonostante le prescrizioni della Direttiva. Un altro punto è la mancanza di standard comuni nella formazione: come fi darsi dei diplomi e le certifi cazioni ottenute all’estero, se non esistono criteri comuni? È importante ricordare infatti che mentre le qualifi che professio-nali sono sottoposte a un sistema di mutuo riconoscimento, non avviene lo stesso per i titoli di studio. Tra le proposte sul tavolo degli europarlamentari anche quella della creazione di «carte professionali» europee, che permetterebbero di ridurre il fardello burocratico a carico degli interessati. La Commissione europea ha presentato un documento di lavoro in settembre, sulla base del quali stilerà una revisione della Direttiva. Nel 2012 dovrebbe proporre una nuova proposta di legge: per questo si sta per aprire una fase di consultazione rivolta proprio ai professionisti, datori di lavoro e consumatori.

Paolo Bozzacchi

Libera circolazione estesa per i professionisti nella Ue

In una competizione elettorale per votare con l’assistenza di un accompagnatore l’elettore non deve necessariamente esibire certifi cazione sanitaria. L’assentibilità di questa speciale forma di voto è infatti rimessa alla prudenziale valuta-zione del presidente del seggio. Lo ha affermato il Consiglio di stato con sentenza 4504/2010. La vicenda prende spunto dal ricorso di un elettore contro l’ammissione al voto assistito di un non vedente che non aveva esibito certifi cazione me-dica. Il Collegio esamina l’art. 41 c. 2, dpr 570/60 che stabilisce: «I ciechi, gli amputati delle mani, gli affetti da paralisi o da altro impedimento di analoga gravità esercitano il diritto elettorale con l’aiuto di un elettore della propria famiglia o, in mancanza, di un altro elettore, che sia stato volontariamente scelto come accompagnatore, purché l’uno o l’altro sia iscritto in un qualsiasi Comune della Repubblica». La norma prosegue disponendo che «L’accompagnatore consegna il certifi cato dell’elettore accompagnato; il presi-dente del seggio accerta, con apposita interpella-zione, se l’elettore abbia scelto liberamente il suo accompagnatore e ne conosca il nome e cognome, e registra nel verbale, a parte, questo modo di votazione, indicando il motivo specifi co di questa assistenza nella votazione, il nome dell’autorità sanitaria che abbia eventualmente accertato l’impedimento ed il nome e cognome dell’accom-pagnatore. Il certifi cato medico eventualmente esibito è allegato al verbale». L’avverbio «even-tualmente», si legge nella sentenza, «chiarisce in modo indefettibile come l’esibizione e lo stesso possesso di un certifi cato medico attestante le inabilità indicate nel secondo comma dell’articolo 41 del dpr 570/60 non costituiscano elemento in-dispensabile per consentire l’esercizio del voto as-sistito; la valutazione sull’assentibilità di questa speciale forma di voto è pertanto rimessa nella prudenziale valutazione, fatta anche di accer-tamento empirico, del Presidente della Sezione: tanto si rileva soprattutto in funzione delle rile-vanti inabilità contemplate dalla disposizione

(cecità, amputazione delle mani, paralisi e altre forme di impedimento di analoga gravità) rispet-to alle quali il certifi cato medico può assumere un valore non già probante, ma semplicemente dichiarativo. «In caso di voto c.d. assistito, infat-ti», puntualizza il Collegio, «il ruolo del presiden-te del seggio non è quello di semplice annotato-re delle risultanze del certifi cato medico che gli viene esibito, in quanto egli conserva i poteri che non si sovrappongano al giudizio professionale del medico sicché, pur non potendo far preva-lere la propria eventuale volontà in contrasto con quella dell’elettore e con una certifi cazione sanitaria, della quale sia in possesso, può in ogni caso esperire tutti gli accertamenti e fare tutte le valutazioni funzionali all’esercizio del potere di cui è investito: nello spettro di tali facoltà rien-tra anche quella di disattendere la certifi cazione esibita, ma solo in presenza di elementi da indur-re il presidente di seggio a ritenere che questa sia falsa o che il giudizio medico sia artefatto o quanto meno non rispondente ai canoni della scienza medica universalmente accettati (Cds, V., 12 giugno 2009, n. 3683)». «La giurisprudenza di questo Consesso ha, in altre parole», proseguono i giudici di Palazzo Spada, «affermato l’esistenza di un potere d’accertamento e di vigilanza del Presidente di seggio (connesso alla prova empi-rica della quale viene investito) anche a fronte di certifi cazioni sanitarie che risultino in modo evidente false o comunque non veritiere (Cds, V, 7 novembre 2007, n. 5746; 19 aprile 2007, n. 1812; 31 gennaio 2007, n. 387; 26 settembre 2006, n. 5643)». «Alla stregua di tale dato non v’è dubbio», conclude la sentenza, «che del tutto legittimamente il Presidente di seggio ha consentito l’esercizio del voto assistito per l’elettore su indicato; la circostanza che il medesimo non si fosse procurato apposita attestazione medica non costituiva, invero, impedimento alle valutazioni empiriche del Presidente della sezione elettorale».

Giambattista Rizza

CONSIGLIO DI STATO

Voto assistito, decide il presidente

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36 Giovedì 30 Dicembre 2010 L A L E G G E

L’input da un protocollo d’intesa siglato il 16 dicembre scorso a Roma

Comunicazioni via PecCorte conti e avvocati, dialogo certificato

DI MARZIA PAOLUCCI

Dall’anno prossimo tra la Procura generale della Corte dei Conti di Roma e gli avvocati, le

comunicazioni viaggeranno tra-mite posta elettronica certifi ca-ta. L’input è di un protocollo di intesa fi rmato il 16 dicembre ’10 tra la stessa Procura e il Con-siglio dell’ordine degli avvocati di Roma in linea con l’indirizzo generale di dematerializzare gli atti e ridurre, costi, spostamen-ti e tempi necessari per la loro trasmissione e gestione. Si par-te il 3 gennaio con l’avvio della sperimentazione: nessun atto di giurisdizione viaggerà ancora on line ma è chiaro che questa prima apertura alle comunica-zioni è un primo passo verso quel traguardo. Presso la Corte dei Conti è infatti già utilizzato – e il protocollo lo dice a chia-re lettere – il SISP, il sistema informatizzato di gestione dei rapporti tra procure e sezioni di

giurisdizione nel quale potrà in-tegrarsi la novità che con l’anno nuovo entra in sperimentazio-ne. Suoi sono infatti gli obiet-tivi strategici di integrazione in rete dei servizi al cittadino, avvocati e amministrazioni centrali e periferiche insieme all’integrazione della banca dati delle sentenze e potenzia-mento del motore di ricerca con i riferimenti normativi e dottri-nali. Le comunicazioni oggetto di pec saranno le comunicazioni da parte del difensore di avve-nuto deposito di qualsiasi atto, memoria o documento successi-vi all’instaurarsi del giudizio di secondo grado, la comunicazio-ne di istanza di defi nizione ab-breviata del giudizio successiva al deposito dell’atto di appello e di rimando la comunicazione della Procura generale al difen-sore aderente alla sperimenta-zione dell’avvenuto deposito del parere del pm presso una sezione di giurisdizione cen-trale su istanza di defi nizione abbreviata di giurisdizione ab-breviata del giudizio di appello o di altra memoria. Ma vedia-mo come funzionerà: l’avvocato

coinvolto nella sperimentazione comunica alla Procura genera-le l’avvenuto deposito presso la sezione adita delle comunica-zioni e la Procura di rimando comunica da quel momento in poi, tramite pec, l’avvenuto de-posito presso la sezione centra-le adita del parere del pm o di altra m e m o r i a . Nell’oggetto e nel corpo del messag-gio, è previ-sto l’obbligo di indicare il numero di ruolo gene-rale del giu-dizio di ap-pello, la sezione centrale adita e il nome della parte. Voci queste da ripetersi anche nel corpo del messaggio che in più prevede anche una breve descrizione dell’oggetto dell’atto depositato. Naturalmente, perché la comu-nicazione si perfezioni, occorre aspettare la ricevuta di ritorno da parte del gestore della pec del destinatario.

Iter contenzioso più rapido, grazie all’accordo tra agenzia Entrate e Commissioni tributarie. Le senten-ze delle Commissioni Tributarie di Trento emanate nei

confronti dell’Agenzia delle Entrate viaggeranno on line. Lo stabilisce l’intesa siglata dalla direzione provinciale di Trento e le Commissioni tributarie della provincia trentina. Copia «informale» delle sentenze emanate dal-le Commissioni tributarie a favore dell’Agenzia saranno trasmesse e acquisite at-traverso posta elettronica. L’invio del dispositivo e del-la copia conforme su formato

cartaceo invece seguirà le consuete modalità di trasmis-sione. L’accordo, spiega Fiscooggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle entrate, «consentirà un risparmio significativo in termini di risorse umane, strumenta-li e materiali, permettendo all’Agenzia delle Entrate, mediante la tempestiva conoscenza delle sentenze, di migliorare la gestione del contenzioso tributario. Un primo passo verso il processo di digitalizzazione del processo tributario che permetterà di semplificare e accelerare l’iter del contenzioso».

E a Trento le sentenze viaggeranno on line

Autori - Aldo Frigna-ni e Marco TorselloTitolo - Il contratto internazionale. Dirit-to comparato e prassi commercialeCasa editrice - Cedam Padova, 2010, pp. 1.028Prezzo - Euro 110,00

Argomento - Per la fortunata pubblicazio-

ne de Il Trattato di diritto commerciale e di diritto pubblico dell’economia, diretta da Francesco Galgano, esce la seconda edizione, completamente riveduta, del volume dedica-to ai contratti internazionali. Curato da Aldo Frignani e Marco Torsello, il testo ridisegna con gli ultimi aggiornamenti normativi, dot-trinali e giurisprudenziali una delle materie più importanti, e al tempo stesso dinamica, dell’economia globalizzata. Parliamo dei con-tratti conclusi su vasta scala ed aventi effet-to in diversi ordinamenti. I due autori hanno impostato il testo in due parti: la prima dedi-cata al contratto come strumento di regola-mentazione dei rapporti, ed evidenziandone le maggiori problematiche. Sempre avendo come riferimento la prassi nazionale e quella maggiormente rilevante ai fi ni internaziona-li. Stati Uniti, Unione Europea ed Efta. Poi, e questo è un importante contributo a chi operi professionalmente sia come avvocato esterno sia come giurista d’impresa, il testo passa in rassegna le fi gure più diffuse di con-tratti internazionali (ad esempio contratti di distribuzione, compravendite, scambi in compensazione, contratti internazionali di franchising, di trasferimento di tecnologia, contratti di accesso al fi nanziamento e al credito, factoring e leasing internazionali). Uno strumento indispensabile, che fa della chiarezza esplicativa e della ricca casistica i suoi punti forti.

Federico Unnia

Autore – Michele SquegliaTitolo – Lavoro a pro-getto, collaborazioni coordinate e continua-tive e prestazioni occa-sionaliCasa editrice – Grup-po editoriale Esselibri-Simone, Napoli, 2010, pagg. 606

Prezzo - Euro 45Argomento – L’evoluzione del diritto del lavoro degli ultimi quindici anni ha pro-dotto forme di collaborazione tra datore di lavoro e lavoratore che col passare del tempo hanno visto un utilizzo sempre mag-giore a scapito delle tradizionali formule contrattuali sia nel settore privato che in quello pubblico. Si tratta in particolare dei rapporti parasubordinati che prendono il nome di lavoro a progetto, collaborazione coordinata e continuativa e prestazioni occasionali. Gli interventi normativi che si sono succeduti hanno via via rafforzato le tutele e le protezioni del collaboratore attraverso l’introduzione di misure quali il congedo di maternità, il congedo pa-rentale, malattia, il rafforzamento della copertura previdenziale obbligatoria e complementare. Ma, come ben espresso dall’autore del testo edito da Esselibri-Simone, mancano ancora dei nodi da sciogliere: dalla tanto acclamata riforma degli ammortizzatori sociali alla elimi-nazione delle disparità tra collaboratori senza albo e quelli che fanno riferimento ad un ordine al riassetto della gestione se-parata. L’opera mette in risalto il regime sostanziale delle tre fattispecie citate di rapporto di lavoro parasubordinato, i re-lativi aspetti contrattuali e il trattamento previdenziale, assicurativo e fi scale arric-chendo la trattazione con la recente pras-

si amministrativa e giurisprudenziale.

Autore – Giovanni MaugeriTitolo – Controlli e ac-certamenti tributari e fi nanziariCasa editrice – Fag, Milano, 2010, pagg. 344Prezzo – Euro 37Argomento – Il volu-me, sulla scorta della

prassi amministrativa e giurisprudenzia-le e dei principi dettati dalle leggi 241/90 e 212/2000, guida il lettore in tutte le fasi operative delle indagini fi scali, fi nanziarie, patrimoniali e bancarie effettuate nei con-fronti delle attività aziendali, industriali, commerciali, artigiane e professionali. È un vero e proprio vademecum pratico posto a tutela, garanzia e difesa del contribuente per affrontare e individuare con facilità e semplicità tutte le soluzioni possibili, al fi ne di evitare qualsiasi lite o controversia con il fi sco o per far fronte alle contestazioni della Pubblica Amministrazione. Per evitare le liti il contribuente ha a disposizione molte strade, tutte illustrate dall’autore con la consueta precisione e operatività: dall’au-totutela all’acquiescenza; dall’adesione ai provvedimenti e all’invito al contradditto-rio con l’Uffi cio fi no all’accertamento con adesione nonché alla conciliazione giudi-ziale. Per arrivare, nel caso non fossero percorribili le strade indicate, al ricorso davanti alle Commissioni Tributarie.

Il testo è corredato dalla prassi ammini-strativa e giurisprudenziale corrente. Gli operatori di tutti i settori, i professionisti, gli addetti ai lavori possono pertanto avva-lersene, certi di trovare adeguate e chiare risposte per meglio adempiere ai propri doveri e far valere i propri diritti.

Autori – AA.VV., a cura di Alberto Cadop-pi, Stefano Canestrari e Paolo VenezianiTitolo – Pareri e atti di diritto penaleCasa editrice – La tribuna, Piacenza, 2010, pagg. 377Prezzo – Euro 36Argomento – Nato

per rispondere all’esigenza di prepara-zione per quanti devono affrontare l’esa-me di avvocato, il testo appartenente alla collana «Pareri&Atti» della casa editrice La Tribuna risulta utile anche ai giovani professionisti che si affacciano per le pri-me volte nelle aule di tribunale. Affi dato alla cura di alcuni tra i più autorevoli giuristi italiani il volume risponde pie-namente alle esigenze citate offrendo una raccolta mirata di pareri e atti che riguardano le principali e più attuali questioni di diritto penale. L’architettura delle due parti si compone di una traccia, una serie di indicazioni sulle norme di riferimento, la bibliografi a essenziale e i principali e più signifi cativi orientamenti giurisprudenziali. Questi elementi con-sentono al lettore di giungere ad un cor-retto svolgimento del parere, con le rela-tive considerazioni conclusive, e dell’atto. Lo svolgimento di ciascun parere ed atto è preceduto da alcuni suggerimenti di carattere normativo, bibliografi co e giu-risprudenziale, utili per il candidato al fi ne di approfondire l’argomento trattato. Complementare a quest’opera è quella curata da Giovanni Bonilini sempre per la casa editrice piacentina. Si tratta di Pareri e atti di diritto civile (2010, pagg. 441, euro 36)

a cura di Francesco Romano

do Frigna- Autore – Michele si amministrativa e giurisprudenziale Autori – AA VV a

Letture di diritto

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G - Tutte le inserzioni relative a ricerche e offerte di lavoro debbono intendersi riferite a personale sia maschile che femminile, essendo vietata, ai sensi dell’art.1 della legge 9-12-77, n. 903,qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e quale che sia il settore, o il ramo di attività. - Tutti gli annunci e la raccolta di candidature avvengono in ottemperanza al D.LGS n. 196 del 30Giugno 2003 in materia di Privacy. Per maggiori informazioni www.cercoagenti.it/privacy - La gestione di "Banche Dati", "Dati personali", relativa "Diffusione" e "Trattamento", è di pertinenza delle rispettive aziende inserzioniste, nella persona del responsabile al trattamentodei dati, nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e all'identità personale. Tutte le risposte devono contenere l’Autorizzazione al trattamento dei dati.

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Page 32: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 • MONOPOLI Cina, la guerra per le terre r

38 Giovedì 30 Dicembre 2010

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I.N.P.D.A.P.AVVISO DI GARA ESPERITA

Procedura aperta ad evidenza pubblica per l’affidamentotriennale del servizio di ristorazione collettiva presso iConvitti e le Case Albergo dell’Inpdap. Ai sensi delle vigentidisposizioni di legge, si rende noto l’esito della procedura aper-ta ad evidenza pubblica per l’affidamento triennale del serviziodi ristorazione collettiva presso i Convitti e le Case Albergodell’Inpdap.Procedura di aggiudicazione: procedura aperta.Importo complessivo della gara: Euro 18.208.884,00 al netto diIVA comprensivo dell’opzione di ripetizione dei servizi analoghiper il triennio successivo ai sensi dell’art. 57 del D. lgs.163/2006. Divisione in Lotti: Si (Lotto Anagni; Lotto Arezzo;Lotto Caltagirone; Lotto Sansepolcro; Lotto Spoleto; LottoMonteporzio Catone; Lotto Pescara).Base d’asta 1° triennio Valore compreso triennio successivo

• Convitto di Anagni: Euro 1.194.900,00 Euro 2.389.800,00• Convitto di Arezzo: Euro 1.322.258,00 Euro 2.644.516,00• Convitto di Caltagirone: Euro 704.800,00 Euro 1.409.600,00• Convitto di Sansepolcro: Euro 962.843,00 Euro 1.925.686,00 • Convitto di Spoleto: Euro 1.055.945,00 Euro 2.111.890,00• Casa Albergo Monteporzio: Euro 2.065.200,00 Euro 4.130.400,00• Casa Albergo Pescara: Euro 1.798.496,00 Euro 3.596.992,00Importo totale base d’asta Euro 9.104.442,00IVA esclusa. LottiAggiudicati: Lotto Monteporzio Catone; Lotto Pescara. Data diaggiudicazione: 20/12/2010; Criteri di aggiudicazione: offertaeconomicamente più vantaggiosa secondo i criteri indicati neldisciplinare di gara. Numero offerte pervenute: n. 23. Numeroofferte ammesse: n.15. Graduatorie finali: pubblicate sullaG.U.R.I. n.150 del 29/12/2010; Nomi e indirizzi degli aggiu-dicatari: Lotto Monteporzio - Ditta MARKAS SERVICE consede a Bolzano Via Marcello, 13 (punteggio: 74,82); LottoPescara - Ditta COMPASS GROUP con sede a Milano Viadegli Olivetani, 4 (punteggio: 77,52).

IL DIRIGENTE GENERALEDott.ssa Valeria Vittimberga

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

AVVISO RELATIVO AD APPALTI AGGIUDICATI

Amministrazione aggiudicatrice: Provincia autonoma di Bolzano, Ufficio Appalti, via Crispi 2, 39100 Bolzano. Codice gara: ‘Reha Umbau’ – 26/2010. Codice CIG: 04887934BD. Oggetto dell’appalto: Ristrutturazione Centro riabilitazione via Fago 14 Bolzano. Importo complessivo dell’appalto: € 5.763.421,95 (IVA esclusa). Tipo di procedura: procedura aperta. Criteri di aggiudicazione: Offerta economicamente più vantaggiosa. Data di aggiudicazione: 23.11.2010. Numero di offerte ricevute: 4. Impresa aggiudicataria: COOPERATIVA DI COSTRUZIONI Soc. Coop. - Modena (MO). Importo complessivo contrattuale: € 4.900.408,41. Subappalto: ammesso nei limiti di legge. Invio GUCE: 24.11.2010.

Il direttore d’UfficioDott. Georg Tengler

I.N.P.D.A.P. AVVISO DI GARA ESPERITAProcedura aperta ad evidenza pubblica relativa all’affidamento del servizio di lavanderia e guardaroba, pulizia spazi comuni, camere e rifacimento lettipresso i Convitti e le Case Albergo dell’INPDAP. Ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, si rende noto l’esito della procedura aperta ad evidenza pub-blica per l’affidamento del servizio di lavanderia e guardaroba, pulizia spazi comuni, camere e rifacimento letti presso i Convitti e le Case Albergodell’INPDAP .Procedura di aggiudicazione: procedura aperta. Importo complessivo della gara: Euro 12.690.910,00 al netto di IVA comprensivo dell’op-zione di ripetizione dei servizi analoghi per il biennio successivo ai sensi dell’art.57 del D.lgs.163/2006. Divisione in Lotti: Si (Lotto1 Caltagirone, Lotto 2Arezzo, Lotto 3 Sansepolcro Lic. della Comunicaz., Lotto 4 Sansepolcro convitto, Lotto 5 Monteporzio, Lotto 6 Pescara, Lotto 7 Spoleto, Lotto 8 Anagni).

Base d’asta affidamento Valore complessivo CIGLotto Caltagirone: Euro 775.000,00 Euro 1.550.000,00 0373032BBBLotto Arezzo: Euro 805.000,00 Euro 1.610.000,00 0373024523Lotto Sansepolcro (lic. Com.): Euro 290.000,00 Euro 500.910,00 03730667CB Lotto Sansepolcro (Convitto): Euro 865.000,00 Euro 1.730.000,00 0373035E34 Lotto Monteporzio C.: Euro 990.000,00 Euro 1.980.000,00 0373057060Lotto Pescara: Euro1.250.000,00 Euro 2.200.000,00 037306247FLotto Spoleto: Euro 675.000,00 Euro 1.350.000,00 03730488F0Lotto Anagni: Euro 1.025.000,00 Euro 1.025.000,00 0373017F59

Lotti Aggiudicati: Lotto 1 Caltagirone, Lotto 2 Arezzo, Lotto 3 Sansepolcro Lic. della Comunicaz., Lotto 4 Sansepolcro convitto, Lotto 5Monteporzio, Lotto 6 Pescara, Lotto 7 Spoleto, Lotto 8 AnagniData di aggiudicazione: 20/12/2010; Criteri di aggiudicazione: prezzo più basso secondo i criteri indicati nel disciplinare di gara; Numero offer-te pervenute: n. 48; Numero offerte ammesse: n. 31; Nomi e indirizzi degli aggiudicatari: Lotto 1 Caltagirone (CT) - L'AVVENIRE 90 Soc Coopa rl - Via Portella Bifuto snc - 93017 San Cataldo (CL); Lotto 2 Arezzo - MA.CA - Via della Marrana 14 - 00181 Roma; Lotto 3 Sansepolcro (AR)(Liceo della Comunicazione) - ERGAP Srl - Via dell'Idraulico 4 - 40138 Bologna; Lotto 4 Sansepolcro (AR) (Convitto) - MA.CA - Via della Marrana14 - 00181 Roma; Lotto 5 Monteporzio Catone (RM) - GRUPPO INDUSTRIALE DI GIACOMO - Viale delle Industrie - 84091 Battipaglia (SA);Lotto 6 Pescara - MA.CA - Via della Marrana 14 – 00181 Roma; Lotto 7 Spoleto (PE) - MA.CA - Via della Marrana 14 – 00181 Roma; Lotto 8Anagni (FR) - MA.CA - Via della Marrana 14 – 00181 Roma.

IL DIRIGENTE GENERALE Valeria Vittimberga

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AFFIDAMENTO SERVIZI DI VALUTAZIONEDEI TEMI DEL POR FSE

Ente Appaltante: Intercent-ER - Agenzia regionale di sviluppo dei mercati telematici - Regione Emilia-Romagna – Viale A. Moro n. 38 – 40127 Bologna – tel. 051 5273082 - fax 051 5273084 - e-mail: [email protected] della gara: Procedura aperta per affidamento di servizi di valutazione dei temi del POR FSE obiettivo competitività regionale ed occupazione 2007-2013 Regione Emilia-Romagna pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 25 del 3/03/2010 - 5^ serie speciale “Contratti Pubblici”.Data di aggiudicazione: 02/07/2010.Aggiudicatario: lotto 1: RTI I.R.I.S. / R&I S.r.l. / Quinn; lotto 2: Poleis S.r.l.; lotto 3: RTI IRS / Fondazione G. Brodolini.Importo di aggiudicazione: lotto 1: Euro 126.480,00 IVA esclusa; lotto 2: Euro 130.200,00 IVA esclusa; lotto 3: Euro 105.600,00 IVA esclusa.

Il Direttore di Intercent-ER: (Dott.ssa Anna Fiorenza)

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39Giovedì 30 Dicembre 2010

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E INFO

iltFinanza

Hanno i rmato tutte le sigle sindacali tranne la Fiom Cgil, che proclama uno sciopero

Fiat, accordo fatto su PomiglianoIl Lingotto sblocca 700 milioni di euro di investimenti

Via libera all’accordo sul-lo stabilimento di Pomi-gliano d’Arco tra Fiat e sindacati, anche se man-

ca la firma della Fiom Cgil. E proprio tra quest’ultima, che ha proclamato uno sciopero, e le altre sigle dei rappresentan-ti dei lavoratori è scoppiata una violenta polemica.

L’intesa, che sblocca 700 mi-lioni di euro di investimenti, è stata sottoscritta ieri pomerig-gio a Roma da Uilm, Fim Cisl, Ugl Metalmeccanici, Fismic e associazione dei quadri del Lingotto. La newco riassu-merà i 4.600 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano. Nell’impianto campano sarà così avviata la produzione della nuova Panda a partire dalla fi ne del prossimo anno. Tra i punti principali dell’accordo, un nuovo inquadramento professionale e aumenti salariali per circa 30 euro lordi al mese (si veda box a fi anco). Le prime assunzioni da parte della newco avverran-no all’inizio di gennaio, mentre a metà del 2011 è previsto il passaggio più consistente di lavoratori.

Soddisfatti i sindacati fi rma-tari. Secondo il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, «gli accordi di Mirafi ori e di Pomigliano rap-presentano un segnale di fi du-cia e di speranza per il paese perché dimostrano che in Italia si può ancora investire, con il contributo determinante dei sindacati, aumentando i salari e la produttività, senza intacca-re i diritti fondamentali, come qualcuno in malafede si ostina a far credere». Gli ha fatto eco il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella: «Oggi il con-tratto per Pomigliano, domani quello per Mirafi ori», ha affer-mato, aggiungendo che c’è stato «un risultato migliorativo per le condizioni dei lavoratori: è fi nita l’epoca dello scontro tra capitale e lavoro, inizia quella della cor-responsabilità». Il numero uno della Fismic, Roberto Di Maulo, ha sottolineato che «ci sono due sindacati, uno che fa gli scioperi e uno che fa gli accordi».

Anche il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, plaude all’ac-cordo. «La fi rma del contratto collettivo che verrà applicato ai lavoratori assunti dalla nuova società Fiat di Pomigliano», ha spiegato il ministro, «consolida l’investimento promesso, e già avviato, mentre migliora le con-dizioni retributive e le potenzia-lità di progressione reddituale e professionale dei lavoratori».

La pensa diversamente l’ex ministro del lavoro, Cesare Damiano, secondo il quale «bi-sogna impedire che il modello Marchionne sulla rappresen-tanza sindacale, voluto per la Fiat a Mirafi ori, diventi un modello valido per tutte le altre imprese». Per Damiano occorre piuttosto «rilanciare con forza gli accordi interconfederali che regolano la rappresentatività e la rappresentanza sindaca-

li: l’accordo Cgil, Cisl e Uil del 2008 e quello del dicembre del ‘93 siglato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil».

Ha invece alzato le barricate la Fiom Cgil, il cui comitato cen-trale ha approvato la proposta della segreteria nazionale di proclamare otto ore di sciopero il 28 gennaio in risposta alla fi r-ma dell’accordo separato sullo stabilimento di Mirafi ori. Que-sta fi rma, ha detto il segretario

generale della Fiom, Maurizio Landini, rappresenta «un atto antisindacale, antidemocratico e autoritario che non ha preceden-ti: si vuol far passare l’idea che per fare gli investimenti bisogna calpestare i diritti. C’è bisogno di reagire e questo riguarda tutti i metalmeccanici». Landini si è anche rivolto agli altri sindacati dei metalmeccanici, Fim-Cisl e Uilm, che «stanno cancellando con le loro mani la loro storia e il loro futuro», e li ha invitati a «rifl ettere e fermarsi».

Ancora più duro nei toni Gior-gio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom, secondo il quale «Angeletti e Bonanni sono la vergogna del sindacalismo italiano. Non è mai successo dal ’45 a oggi che un sindacato italiano fi rmasse l’esclusione di un altro sinda-cato. È una macchia indelebile sulla storia di Cisl e Uil. Per noi non contano più niente, sono fuori dalla cultura democratica sindacale dell’Italia costituzio-nale». Frasi rispedite al mitten-te da Giorgio Santini, segretario generale aggiunto della Cisl, per il quale si tratta di «parole di inaccettabile istigazione alla violenza nei confronti dei segre-tari generali di Cisl e Uil che vanno condannate nel modo più netto, al di là di ogni questione di dialettica sindacale».

In borsa il titolo Fiat ha cedu-to l’1,51% a 14,99 euro.

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Il nuovo stabilimento Fiat, che sarà costruito in Brasile a Pernambuco, avrà una capacità di produzione di 200 mila veicoli all’anno a partire dal 2014. È uno dei dati emersi in occasione della ceri-monia della posa della prima pietra a cui hanno partecipato l’a.d. del Lingotto, Sergio Marchionne, e il presidente del Brasile, Lula da Silva.

La fabbrica occuperà un’area di 4,4 mi-lioni di metri quadrati a circa 13 chilo-metri di distanza dal porto di Suape e gli investimenti ammonteranno a 3 miliardi di reais (1,3 mld euro). L’impianto pro-durrà nuovi modelli di veicoli sviluppati in Brasile e fi nalizzati alle richieste dei consumatori brasiliani e latino-america-ni. Sono inoltre in programma la costru-zione di un centro ricerche e sviluppo, nonché un programma di formazione delle risorse umane. I 3 miliardi di reais fanno parte di un totale di 10 miliardi di reais (4,5 mld euro) che la casa tori-nese investirà in Brasile tra il 2011 e il 2014, di cui 7 miliardi sono destinati ad aumentare di 150 mila veicoli la capaci-

tà annuale di produzio-ne dello stabilimento di Betim, a Minas Gerais, che arriverà quindi a sfornare 950 mila unità all’anno, oltre allo svi-luppo di nuovi prodotti e tecnologie.

L’amministratore dele-gato di Fiat ha affermato che «il Brasile è oggi uno dei luoghi in cui gli inve-stimenti trovano un am-biente più sicuro e pro-mettente», sottolineando la rilevanza del paese per il gruppo: «Specialmente negli ultimi due anni, quando tutte le industrie del mondo hanno dovuto fare i conti con una crisi spaventosa, l’apporto delle attività bra-siliane al gruppo è stato determinante». Marchionne ha ribadito l’intento di su-perare la soglia di un milione di veicoli venduti all’anno in Brasile entro il 2014

e ha precisato che il lega-me tra la Fiat e il Brasile ha radici più profonde di quelle puramente eco-nomiche e commerciali: «Tutti noi siamo cresciu-ti come parte integrante del sistema brasiliano, ne abbiamo condiviso le dif-fi coltà, le sfi de e i succes-si. La cosa che mi fa più piacere è vedere e sentire che qui la Fiat è conside-rata un’azienda di casa. E vi assicuro che non c’è posto al mondo in cui an-che noi ci sentiamo a casa come in Brasile».

Il presidente brasiliano Lula da Silva ha afferma-to che «Fiat ha fatto bene

a stabilirsi nel Nordest del Brasile e, se fosse per me, presidente o meno, altre so-cietà si sarebbero stabilite in altri stati del paese».

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Dalla nuova fabbrica brasiliana 200 mila veicoli all’anno

Per lo stabilimento campano un 2011 all’insegna delle novità

Sergio Marchionne

li ll’

Investimenti. Sbloccati defi nitivamente i 700 milio-ni di euro da parte di Fiat.

Occupazione. Garantito il posto di lavoro per circa 4.600 addetti diretti e per al-tri 10 mila dell’intero indotto collegato al sito produttivo.

Aumenti. Una maggio-razione del salario base di oltre 360 euro lordi l’an-no (30 euro lordi al mese). Nel livello medio dei nuovi minimi tabellari ci sarà il maggior incremento, che mediamente vale circa 100 euro in più rispetto al con-tratto del 2009.

Inquadramento. Rivo-luzionato il sistema di clas-sificazione dei lavoratori, superando i sette livelli del contratto nazionale. Si pre-vedono cinque gruppi pro-fessionali, con fasce al loro interno, e la revisione anche delle fi gure più alte.

Relazioni sindacali. Recepito l’accordo del 15 giugno: in particolare, l’im-pegno di non dichiarare scio-peri durante gli straordinari concordati aggiuntivamente e, come schema di relazione, ciò che viene dallo Statuto dei lavoratori.

Il contratto ai raggi X

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40 Giovedì 30 Dicembre 2010 MERCATI E FINANZA

Finmeccanica, attraverso le sue controllate Drs technologies, Alenia ae-ronautica, Oto Melara

e Selex communications, si è aggiudicata commesse per un valore totale di 185 milioni di euro. In particolare, Drs tech-nologies ha ricevuto commesse per circa 67 milioni di dollari (51 mln euro). La società, attraver-so la sua controllata Drs defen-se solutions, si è aggiudicata un contratto del valore di 37,1 mln di dollari (28,2 mln euro) per la produzione di un sistema Ewb (Electronic warfare battalion) per le forze armate giordane. Inoltre si è aggiudicata un con-tratto del valore di 30 mln di dollari (22,8 mln euro) da parte del dipartimento della difesa au-straliano per la produzione della Msss (Multi-Spectral surveillan-ce suite) per la variante di sor-veglianza dell’Australian light armoured vehicle (Aslav-S).

Dal canto suo, Alenia aeronau-tica ha fi rmato con il consorzio industriale Panavia un contrat-to del valore complessivo di circa 65 milioni di euro per l’aggior-namento di 25 velivoli Tornado dell’Aeronautica militare ita-liana. Verrà così completato il programma di Mid life upgrade (Mlu) dei velivoli Tornado della Forza aerea italiana, dopo i 18

esemplari già aggiornati e ope-rativi e gli altri 15 in corso di aggiornamento.

Oto Melara ha inoltre vinto una commessa per circa 40 mi-lioni di euro dalla ditta polacca Bumar: essa riguarda la fornitu-ra di ulteriori 53 kit per la pro-duzione delle torri Hitfi st 30mm negli stabilimenti di Gliwice. Con questa nuova commessa, che segue un contratto iniziale fi rmato nel 2003 nel quale era previsto anche il trasferimen-to di tecnologia per consentire all’industria polacca di produr-re le torri direttamente in loco, sale a 365 il numero di Hitfi st 30mm fabbricate su licenza in Polonia.

Infi ne, Selex communications ha fi rmato un contratto quadro del valore di circa 30 milioni di euro con l’Agenzia Nato Nacma (Nato air command and control system management) per la for-nitura e l’installazione di siste-mi di comunicazione nell’ambito di una rete Link 16. La rete Link 16 consentirà lo scambio di dati tattici in tempo reale tra piatta-forme aeree e terrestri a 29 mila piedi di altitudine nello spazio aereo europeo, grazie ai sistemi Selex communications che sa-ranno installati in diversi siti a terra di 14 nazioni Nato.

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Commesse per un valore di 185 mln

Finmeccanica fa il pieno di ordini

Cnp Barclays Vida y Pensiones Compañia de Seguros S.A. Rappresentanza generale per l’Italia - Sede: via C. Arconati 1, 20135 Milano - Tel. 02 366699.1 - Fax 02 366699.99 - Iscritta al Registro delle Imprese di Milano - Numero iscrizione/ P.IvA/Codice Fiscale 06884980969 - Iscritta all’albo delle Imprese di Assicurazione N. I.00084

RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

“ CNP BVP GUARANTEE “

Proventi ed oneri distinti per categorie di attivitàIMPORTI

(valori in euro)

Proventi da investimenti A 122.027,05

Utili/perdite da realizzi B 0,00

Retrocessione di commissioni e altre utilità C 0,00

Risultato fi nanziario lordo A+B+C 122.027,05

Spese per l’acquisto e la vendita di attività D 0,00

Risultato fi nanziario netto A+B+C-D 122.027,05

Giacenza media delle attività investite 3.389.640,28

Alla chiusura del periodo di osservazione (31/10/2010)

BTP 14.356.864,46

Obbligazioni quotate in euro 2.023.713,84

Liquidità 5.050.000,02

Saldo attivi della gestione separata

21.430.578,32

Alla chiusura del periodo di osservazione (31/10/2010)

Riserve matematiche 21.240.794,29

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

“ CNP BVP GUARANTEE “

Tasso medio di rendimento del periodo di osservazione 3,60%

L’aliquota di retrocessione è determinata in funzione del rendimento minimo trattenuto dalla Compagnia che, per i contratti sottoscritti fi no al 31 Ottobre 2010, è pari all’1,25%.

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:

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Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 6470 del 4/12/2008

Reyl (Lux) Global Sicavwww.reyl.ch

Valori al 28/12/2010

Elite France-Europe B EUR 99,24Elite France-Europe F EUR 96,69Em Debt Opp. B($) USD 108,35Em Debt Opp. C(Chf) CHF 107,51Em Debt Opp. E EUR 107,87Em Debt Opp. I($) USD 109,16Em Debt Opp. M EUR 108,58Em Mkts Eq B($) USD 132,37Em Mkts Eq F($) USD 132,11Em Mkts Eq J(Chf) CHF 120,21Em Mkts Eq L EUR 133,83Europe Low Vol B EUR 100,30Europe Low Vol C(Chf) CHF 95,84Europe Low Vol F EUR 98,94European Equities B EUR 233,20European Equities C(Chf) CHF 214,27European Equities D($) USD 231,64European Equities F EUR 228,82European Equities H EUR 221,16European Opp B EUR 109,74European Opp C(Chf) CHF 106,98European Opp D($) USD 108,96European Opp F EUR 109,06European Opp N(Chf) CHF 106,40North American Eq. B($) USD 153,41North American Eq. E EUR 146,78North American Eq. F($) USD 151,27North American Eq. G EUR 143,74North American Eq. H($) USD 144,09

Valori al 28/12/2010

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1111,12

Japan A1 EUR 620,50

US Large Cap Value A1 EUR 1205,17

W&R Science & Technology A1 EUR 1025,11

SUB-FUND NAME NAV DATE PRICE

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BLUESKY GLOBAL STRATEGY 28/12/2010 1354,33

BOND EURO 28/12/2010 1064,44

BOND RISK 22/12/2010 1259,33

EMERGING MARKET CORPORATE 22/12/2010 1329,57

EUROPEAN EQUITY 28/12/2010 936,11

MULTIMAN. EQ. AFRICA&MIDDLE EAST 22/12/2010 85,75

POLAR CAPITAL FUNDS

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Global Technology EUR 13,66 23/12/2010 GBP 11,58 23/12/2010 USD 17,84 23/12/2010

Healthcare Opportunities EUR 7,16 23/12/2010 GBP 6,08 23/12/2010 USD 9,36 23/12/2010

Polar Japan Fund USD 18,35 24/12/2010 GBP 11,88 24/12/2010 JPY 1521,69 24/12/2010

UK Absolute Return EUR 13,08 24/12/2010 GBP 11,11 24/12/2010 USD 17,16 24/12/2010 EUR 13,21 24/12/2010 GBP 11,22 24/12/2010 USD 17,33 24/12/2010

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

POLIZZE UNIT LINKED

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Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

Unidesio 760071 11,159 24/12/2010

Unidesio 760072 10,246 24/12/2010

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Unidesio 760074 10,178 24/12/2010

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Unidesio 760079 10,606 24/12/2010

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Unidesio 760082 9,702 24/12/2010

Unidesio 760083 10,722 24/12/2010

Unidesio 760085 10,245 24/12/2010

Unidesio 760087 11,013 24/12/2010

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Unidesio 760187 10,083 24/12/2010

Unidesio 760188 9,977 24/12/2010

Unidesio 760189 10,074 24/12/2010

Unidesio 760191 9,969 24/12/2010

Unidesio 760192 9,984 24/12/2010

Unidesio 760193 10,084 24/12/2010

Unidesio 760198 9,677 24/12/2010

Unidesio Obblig.

Breve Termine 10,000 11/11/2010

Unidesio Obblig.

Medio Termine 10,000 11/11/2010

Unidesio Azionario

Area Euro 10,000 11/11/2010

Unidesio Azionario

Internazionale 10,000 11/11/2010

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41Giovedì 30 Dicembre 2010Giovedì 30MERCATI E FINANZA

Milano +0,16%. Solo Londra in controtendenza. L’euro chiude stabile a 1,3138 dollari

Le borse restano sopra la paritàScambi contenuti e niente dati macroeconomici di rilievo

Le principali borse europee, tranne Londra, hanno ar-chiviato in territorio posi-tivo una giornata carat-

terizzata da scambi contenuti e dall’assenza di dati macro di rilievo. A Milano il Ftse All Share ha guadagnato lo 0,16% a 21.218 punti e il Ftse Mib lo 0,11% a 20.471. In Europa bene Parigi (+0,83%) e Francoforte (+0,34%), men-tre si è mossa in controtendenza Londra (-0,21%). A New York, in-torno a metà se-duta, il Dow Jones e il Nasdaq erano in progresso rispettivamente dello 0,26% e dello 0,23%.

A piazza Affari, sul paniere principale, acquisti su Fonsai che ha guadagnato il 2,55% a 6,445 euro nel giorno in cui la controllata Milano ass.(+2,12%)

ha perfezionato la vendita a Sorgente group dell’immobile di via Cordusio a Milano. A catena B.Unicem (+2,09%), Pirelli & C. (+1,9%), Prysmian (+1,51%) e Tod’s (1,35%). Vendite, invece, su

Fiat (-1,51%) e Terna (-0,93%).

Sul Ftse Italia Mid Cap bene Premafin (+4,8%) sull’attesa della firma, entro venerdì, del rinnovo di un’ultima tranche di debito Sinergia, holding familiare dei Ligresti. In rialzo anche Sias (+3,26%) dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui gli incrementi tariffa-ri per il gruppo Gavio

saranno molto importanti: quelli maggiori dovrebbero riguardare, infatti, la tratta Torino-Milano e la Piacenza-Torino.

Nel resto del listino in luce Ar-kimedica (+9,18%) dopo la cessio-ne della Rsa Casa San Giuseppe per 7,4 milioni.

Nei cambi, l’euro è terminato stabile sopra 1,31 dollari a 1,3138 dopo avere oscillato tra un mini-

mo di 1,3085 e un massimo di 1,3157. Per le materie prime, il petrolio a New York è stato scam-

biato intorno a 91,15 dollari, in calo di circa 30 centesimi.

© Riproduzione riservata

Gli importi sopra evidenziati sono espressi in EURO

RENDICONTO

RIEPILOGATIVO DELLA

GESTIONE SEPARATA

DEL FONDO FORIV

PER IL PERIODO

01.11.2009 - 31.10.2010

FONDO FORIVPROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA PER IL PERIODO DAL 31.07.2010 AL 31.10.2010

Categoria di attività: %IMPORTI

al 31.07.2010

IMPORTI

al 31.10.2010%

Titoli di Stato di cui: 296.970.486 78,32 295.955.520 78,50

B.T.P. 163.881.775 43,22 162.534.796 43,11C.C.T. 119.350.490 31,47 119.640.572 31,73Altri titoli Stato 13.738.221 3,62 13.780.152 3,66

Titoli Obbligazionari di cui: 82.227.711 21,68 81.046.048 21,50Ordinari Quotati 70.602.635 18,62 70.833.060 18,79Ordinari non Quotati 11.625.076 3,07 10.212.988 2,71Azioni Quotate 0 0,00 0 0,00Quote di O.I.C.R.V. 0 0,00 0 0,00Liquidità 0 0,00 0 0,00Altre tipologie di attivi 0 0,00 0 0,00

Totale Attività 379.198.197 100,00 377.001.568 100,00

RENDICONTO

RIEPILOGATIVO DELLA

GESTIONE SEPARATA

DEL FONDO FOREVER

PER IL PERIODO

01.11.2009 - 31.10.2010

Proventi ed oneri distinti per categoria di attività ImportiProventi da investimenti:

- Interessi ed altri proventi su titoli di Stato 7.725.630- Interessi ed altri proventi su titoli Obbligazionari 5.318.717- Proventi su Azioni Quotate 392.799- Interessi ed altri proventi su altre attività 57.648

Utili e perdite da realizzi:- Titoli di Stato 2.521.518- Titoli Obbligazionari 7.948- Azioni Quotate -822.058- Cambi 0- Altre attività finanziarie -44.812

(a) 15.157.389Oneri di gestione:

- Spese di certificazione 2.818- Imposte, spese e bolli 854

(b) 3.672

Utile della Gestione (a) - (b) 15.153.717

Tasso Medio di Rendimento 3,43%Aliquota minima di Retrocessione 85,00%

Il risultato è stato certificato dalla società Reconta Ernst & Young SpA

www.gruppoitas.it

Titoli di Stato di cui: 315.650.697 59,43 326.016.133 58,36B.T.P. 158.915.160 29,92 158.502.479 28,38C.C.T. 51.592.432 9,71 58.129.132 10,41Altri titoli Stato 105.143.104 19,79 109.384.522 19,58

Titoli Obbligazionari 186.844.453 35,18 200.462.688 35,89Ordinari Quotati 162.296.363 30,55 179.866.842 32,20Ordinari non Quotati 24.548.090 4,62 20.595.846 3,69Azioni Quotate 9.720.052 1,83 9.117.461 1,63Quote di O.I.C.R.V. 15.000.000 2,82 15.000.000 2,69Liquidità 0 0,00 0 0,00Altre tipologie di attivi 0 0,00 0 0,00Pronti c/ termine 3.955.414 0,74 7.988.077 1,43

Totale Attività 531.170.616 100,00 558.584.359 100,00

FONDO FOREVERPROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA PER IL PERIODO DAL 31.07.2010 AL 31.10.2010

Categoria di attività: IMPORTI

al 31.07.2010

% IMPORTI

al 31.10.2010

%

Proventi ed oneri distinti per categoria di attività ImportiProventi da investimenti:

- Interessi ed altri proventi su titoli di Stato 8.602.457- Interessi ed altri proventi su titoli Obbligazionari 3.129.963- Proventi su Azioni Quotate 2.133- Interessi ed altri proventi su altre attività 0

Utili e perdite da realizzi:- Titoli di Stato 1.869.877- Titoli Obbligazionari 0- Azioni Quotate -1.550.776- Cambi -2.134- Altre attività finanziarie 0

(a) 12.051.519Oneri di gestione:

- Spese di certificazione 3.107- Imposte, spese e bolli 51

(b) 3.158

Utile della Gestione (a) - (b) 12.048.361

Tasso Medio di Rendimento 3,15%Aliquota minima di Retrocessione 80,00%Gli importi sopra evidenziati sono espressi in EUROsalvo particolari Condizioni di Polizza o di Convenzione

Il risultato è stato certificato dalla società Reconta Ernst & Young SpA

ITAS VITA S.p.A.Direzione e coordinamento di ITAS Mutua - Via Mantova, 67 - 38122 Trento - ItaliaTel 0461.891711 - Fax 0461.891930 - gruppoitas.it [email protected] sociale euro 24.138.015 i.v. - P. Iva 00367690229 - C.F./Registro Imprese di Trenton° 02593460583 - Impresa autorizzata all’esercizio della assicurazione vita con D.M.n.6405 del 11.12.1968 - (G.U. n° 5 del 8.1.1969) Iscritta all’albo gruppi assicurativi al n°010 - ed all’albo delle imprese di assicurazione e riassicurazione al n° 1.00035

DI CARLO ALOISIO

Sicuramente il 2010 non è un anno che si dimenticherà presto nella storia della fi nanza, perché gli eventi che si sono succeduti hanno lasciato il segno, soprattutto sui listini europei. Le premesse di inizio anno erano state certamente buone e ci si attendeva un consolidamento in seguito al forte recupero delle borse alla fi ne del 2009, dopo i minimi toccati con la crisi subprime e il crack Lehman.

Il mese di gennaio ha coinciso, per Borsa italiana e per la mag-gior parte degli indici europei, con il massimo dell’anno e il Ftse Mib a quota 24.070. Tutt’altra storia per Wall Street, che ha visto i massimi nelle ultime settimane, in particolare dopo le elezioni di novembre, con un cambio di rotta dal punto di vista politico e il superamento di ogni esitazione da parte della Fed sulla strada del quantitative easing, l’iniezione di moneta sul mercato. In Europa la situazione si è via via avvitata a causa della speculazione sui cosiddetti paesi Pigs e per la tempistica di intervento della Bce e del governo di Bruxelles, che, tra un veto incrociato e l’altro, han-no alimentato la volatilità dei mercati, colpiti dalla crisi greca in primavera e da quella irlandese in autunno.

Di fronte a questo scenario, per il Ftse Mib, che toccava il minimo a 17.910 in maggio, il livello recuperato ora intorno ai 21 mila punti può considerarsi un risultato di rilievo. A piazza Affari, a livello settoriale, l’industria ha fatto da traino. Il miglior titolo dell’anno nel Ftse Mib è stato Exor, salito di oltre l’80%, favorito dal positivo andamento della controllata Fiat (+52%) e dallo sviluppo positi-vo del consolidato di gruppo, che culminerà tra qualche giorno nell’operazione di spin-off dell’auto. In gran spolvero anche Pirelli (+44%). In Europa Bmw è cresciuta del 98% e Daimler del 45%.

Nel Ftse Mib e sull’EuroStoxx in forte evidenza il lusso, che ha visto Tod’s guadagnare il 53%. In forte evidenza anche Bulgari (+45%), grazie alla costante crescita nei paesi emergenti e alle ultime speculazioni, che la vedono come una potenziale preda di altri gruppi internazionali. In evidenza alcune aziende come Campari, salita di oltre il 35%, passando attraverso una serie di acquisizioni a livello internazionale. Nelle ultime settimane il prezzo del petrolio è tornato ai massimi dell’anno: Saipem ha guadagnato oltre il 53% e Tenaris il 25%.

Nell’indice generale è balzato in vetta un titolo di consumo come Marcolin (+186%): alla base del boom una profonda ristrutturazio-ne societaria. Bene anche il calcio, protagonista grazie alla Lazio (+105%). La crisi di alcuni stati e dei loro debiti sovrani si è abbat-tuta su fi nanziari e assicurativi: Popolare di Milano ha ceduto il 44% e Fondiaria Sai il 42%. Ha risentito della crisi il settore delle costruzioni: Italcementi è scesa del 31% e Buzzi Unicem del 23%. Peggior titolo dell’All Share è stato Stefanel (-74%).

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UN ANNO SUL LISTINO MILANESE

Positivi gli industriali

Piazza AffariChiusura

in terreno positivoBene Fondiaria

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Page 36: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 • MONOPOLI Cina, la guerra per le terre r

Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 15/12/2010

Adesso Index Aprile '07 88,780 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,833 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl A2 | A- | A- * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 101,095 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - | BB | - ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 99,091 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - | BB | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Alti Percorsi Index 1 – 2007 99,380 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 100,041 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 102,720 SNS BANK NV A3 | A- | A- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Carichieti index linked 2006 98,090 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 98,070 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Creberg altiplano marzo 07 96,026 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | A- | A- BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 87,930 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 87,780 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 91,670 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 92,260 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 73,320 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere 99,310 SNS BANK NV A3 | A- | A- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie N/D (�) GLITNIR BANKI HF WR | NR | NR SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 92,090 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB+ | BBB+ BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 94,980 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,250 SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 73,320 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

ExtraFrutti - Index Linked 2008 101,930 UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A **** SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 99,260 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 96,320 SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 86,430 MORGAN STANLEY A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index Up 3 - 2005 99,779 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - | NR | A- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Indice Più 4 - 2004 99,985 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - | NR | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 1 - 2005 102,751 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 2 - 2005 101,660 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - | NR | A- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 98,080 SNS BANK NV A3 | A- | A- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 98,488 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 98,240 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 98,154 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 98,057 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 97,703 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 97,203 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Baa3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 99,380 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazioni dell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come dacomunicato disponibile sulla home page del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 98,470 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 98,680 BANCA REGIONALE EUROPEA A1 | A | A+ *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 101,030 SNS BANK NV A3 | A- | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 100,600 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 99,161 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 100,554 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 75,420 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 97,340 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 95,300 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 73,980 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 74,180 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 96,920 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 95,615 MORGAN STANLEY A2 | A | A UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Capital Index Serie II 2005 99,746 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A+ *** BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Capital Index SERIE IV 2005 98,830 SNS BANK NV A3 | A- | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 98,720 SNS BANK NV A3 | A- | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Capital index serie XX 2004 99,978 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A+ *** BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Convergence Serie IX 2007 73,980 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 75,420 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 97,340 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 96,920 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 95,300 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 98,100 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 98,130 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 95,587 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie I 2005 100,600 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2006 99,600 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 97,890 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie II 2005 101,030 SNS BANK NV A3 | A- | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 93,030 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 99,640 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Crescita Sicura serie III 2005 99,700 SNS BANK NV A3 | A- | A- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 95,870 SNS BANK NV A3 | A- | A- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 95,290 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 99,910 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 95,710 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 94,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 96,840 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 99,080 SNS BANK NV A3 | A- | A- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 96,320 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 97,340 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 98,470 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 96,920 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 98,680 BANCA DI VALLE CAMONICA S.p.A. A1 | A | A+ *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,660 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Crescita Sicura Serie VII 2007 95,300 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,516 BANCA DI VALLE CAMONICA S.p.A. A1 | A | A+ *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 97,800 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 87,870 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 97,020 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 96,620 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 99,640 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 99,850 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 94,180 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 99,910 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 101,380 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- JP MORGAN CHASE BANK Aa1 | AA- | AA-

Euro-dollaro Serie V aprile 2005 99,700 SNS BANK NV A3 | A- | A- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 99,300 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ IXIS CORP. AND INVESTMENT BANK Aa3 | A+ | A+ *****

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 95,710 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,660 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 96,840 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 97,020 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 96,620 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 97,800 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 97,890 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 96,320 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 95,587 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 93,030 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 99,640 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XI 2007 98,160 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANK OF AMERICA NA Aa3 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 97,650 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 98,160 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANK OF AMERICA NA Aa3 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XV 2007 97,650 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,750 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 95,870 SNS BANK NV A3 | A- | A- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 95,587 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 95,710 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 96,320 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,660 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 97,800 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 96,840 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 97,020 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 96,620 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 93,030 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 98,680 BANCO DI SAN GIORGIO S.p.A. A1 | A | A+ *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 97,890 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 99,490 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 87,870 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 96,920 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 97,340 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 95,300 HBOS Treasury Services Plc Aa3 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 99,950 SNS BANK NV A3 | A- | A- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 95,290 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 94,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

INDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 99,600 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 99,080 SNS BANK NV A3 | A- | A- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 99,700 SNS BANK NV A3 | A- | A- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,516 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A+ *** BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 99,600 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 99,950 SNS BANK NV A3 | A- | A- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 98,410 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 99,910 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 99,700 SNS BANK NV A3 | A- | A- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 99,080 SNS BANK NV A3 | A- | A- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 101,380 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- JP MORGAN CHASE BANK Aa1 | AA- | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 98,680 B.CO DI BRESCIA SAN PAOLO S.p.A. A1 | A | A+ *** UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 100,600 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 101,030 SNS BANK NV A3 | A- | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 98,470 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 74,100 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 95,910 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 92,255 MORGAN STANLEY A2 | A | A ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 94,990 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 81,960 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,010 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Classic Markets 95,913 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 94,930 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 95,010 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - FORTIS BANK SA A1 | AA | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 91,920 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 87,870 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 87,870 NIBC Bank NV Baa2 | BBB | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-Protezione e Valore Serie III 2007 99,490 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

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TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

VALORI AL 15/12/2010

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Page 37: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 • MONOPOLI Cina, la guerra per le terre r

Giovedì 30 Dicembre 2010 43

Le banche commerciali, che basano la loro attivi-tà sull’intermediazione a supporto diretto dell’eco-

nomia, hanno una minore proba-bilità di sperimentare una crisi finanziaria. È quanto emerge dallo studio dell’Abi «Temi di economia e finanza», che evi-denzia come gli istituti meno coinvolti dalla recente crisi siano stati quelli più concentrati, con maggiore redditività derivan-te dall’attività di raccolta del risparmio e di finanziamento dell’economia e con articolate regole di vigilanza. Date anche le caratteristiche della crisi, il li-vello del capitale non è risultato determinante.

Lo studio, svolto con strumenti econometrici, si è concentrato su 83 settori bancari, sia emergen-ti sia sviluppati, tra il 1998 e il 2008, analizzando come i fatto-ri macroeconomici, finanziari e bancari hanno infl uenzato la probabilità di crisi fi nanziaria nel 2008. Tra i principali risul-tati ottenuti, il fatto che i settori bancari con una maggiore red-ditività dell’attività di interme-diazione creditizia hanno avuto una minore probabilità di esse-

re in crisi. Infatti, nei paesi in cui si verifi ca tale circostanza, le banche hanno forti incentivi a rimanere su forme di attivi-tà più direttamente collegate al supporto dell’economia (per esempio, prestiti a imprese e fa-miglie) invece di spostarsi verso forme di attività non tradizionali e più rischiose come il trading.

In secondo luogo, i settori bancari più concentrati hanno una minore probabilità di crisi e, dunque, risultano più stabili. Inoltre i comparti che presentano più puntuali e articolate forme di vigilanza nelle diverse attività che le banche possono svolgere hanno una minore probabilità di crisi. Questo risultato sembra confermare l’opportunità di una regolamentazione che consideri le peculiarità dei diversi seg-menti di operatività bancaria. Per abbassare la probabilità di crisi fi nanziarie sembrano mag-giormente incisive le iniziative mirate a ridurre la cartolarizza-zione di prestiti di bassa quali-tà e quelle che incentivano una migliore comunicazione riguardo alla rischiosità effettiva dell’atti-vità bancaria.

© Riproduzione riservata

Studio Abi sulla crisi i nanziaria

Banche commerciali scaccia-fallimento

Edison ha concluso il processo di iscrizione alle principali Borse del gas dell’Europa continentale, divenendo ope-ratore all’Endex Ttf (Olanda) e all’Eex Gas (Germania), oltre che al nascente Gme (Italia). Il gruppo di Foro Buonaparte, si legge in una nota, «intende am-pliare la rete di Borse del gas su cui opera e nei prossimi giorni avvierà la pratica di iscrizione anche a quella austriaca, Cegh gas exchange».

Stefanel. A seguito di alcune modifiche introdotte nella catena partecipativa, dal 27 dicembre la quota del 56,487% detenuta da Giuseppe Stefanel in Stefanel è ora controllata indirettamente dal medesimo al 29,212% attraverso Co.Ge.I Compagnia Gestioni Indu-striali e al 15,557% tramite Finpiave. Un’ulteriore quota dell’11,718% resta sotto il suo controllo diretto.

Italcementi. Le quote de-tenute in Rcs e Mediobanca sono passate alla controllante Italmobiliare il 22 dicembre. L’uffi cializzazione dell’opera-zione, preannunciata prima di Natale dal gruppo della famiglia Pesenti, è arrivata ieri dalla Consob.

Alerion energie rinnova-bili, controllata di Alerion, ha sottoscritto con l’acquirente Hfv il contratto di compraven-dita delle tre società-progetto titolari degli impianti fotovol-taici di Pontenure, San Marco

in Lamis e Castellaneta. Il con-tratto riguarda l’operazione di cessione dei tre impianti, che hanno una potenza comples-siva di 18,8 Mw e una produ-zione stimata pari a circa 26,3 Gwh/anno.

Landi R. Dal 22 dicembre Ubs Ag detiene una quota del 2,381% in Landi Renzo.

Cattolica Ass. e Cassa di risparmio di San Miniato hanno perfezionato un’intesa per la distribuzione in esclu-siva fi no al 2020 di prodotti assicurativi attraverso le fi liali della banca, secondo obiettivi prefi ssati, prevedendo altresì l’acquisizione del 34% del capitale sociale di San Mi-niato Previdenza, da parte di Cattolica, per un corrispettivo pari a 7,3 milioni. Cattolica, pertanto, giungerà a detenere la proprietà del 100% di San Miniato Previdenza.

Hochtief ha adeguato i propri prestiti all’eventuale cambio della compagine azionaria in caso di successo dell’opa lan-ciata da Acs, società spagnola che nell’ambito dell’operazione ha visto la propria parteci-pazione avvicinarsi al 30%. La società tedesca del settore delle costruzioni ha negoziato, secondo il quotidiano Boersen-Zeitung, un adeguamento dei prestiti con i suoi creditori per proteggere il suo merito di credito a fronte dell’offerta pubblica di acquisto promossa da Acs.

BREVI

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

Carismi Più Certezza 10 103,724 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 11 106,860 BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA- BANCO BILBAO SA Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 2 106,796 DEXIA CREDIOP S.p.A. A2 | A- | A UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Carismi Più Certezza 2 Private 101,290 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Carismi Più Certezza 3 97,064 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 4 102,040 ANGLO IRISH BANK PLC Ba3 | BBB | B DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 5 99,320 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Carismi Più Certezza 6 104,320 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+

Carismi Più Certezza 7 98,150 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 88,860 UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A **** SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 9 90,260 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

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TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

INDEX LINKED NUMERO 1 102,751 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA A3 | - | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

PRODOTTOVALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

/$ Doppia Opportunità protezione totale 99,505 C. DI RISP. DI FABR.NO E CUPRAMONTANA - | (1) | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

BCP Più index serie IV 2005 97,270 MEDIOCREDITO FRIULI VENEZIA GIULIA - | A- | - UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

CRFC INDEX LINKED SERIE XII 98,293 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 98,633 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Il valore dell'energia 98,540 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | A- | A-

Index Linked Bull Dividend 92,640 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA- SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Index linked di lusso 105,900 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - IXIS CORP. AND INVESTMENT BANK Aa3 | A+ | A+ *****

Index Linked Select Dividend 94,270 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2006 100,735 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - | NR | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Index Up 1 2007 99,023 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - | NR | A- UBS Ltd Aa3 | A+ | A+

Index Up 2 2006 96,160 MERRILL LYNCH & CO. INC. A2 | A | A+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

Nikkei Avenue 94,190 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

PROFIT + 99,510 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB+ | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 143,650 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie I 144,620 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie II 143,650 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie III 142,680 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie IV 141,710 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

SoloFrutti serie V 143,800 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

Tandem Doppia Opportunità 98,957 C. DI RISP. DI FABR.NO E CUPRAMONTANA - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE Aa2 | A+ | A+

Valore Assicurato 97,580 INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA- INTESA SANPAOLO S.p.A. Aa2 | A+ | AA-

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TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 103,760 HYPO PUBLIC FINANCE BANK Baa3 | BBB | BBB+ BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 97,890 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 93,030 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 95,290 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 94,460 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A1 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 97,800 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 97,130 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 96,840 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 97,020 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 96,620 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 100,600 MEDIOBANCA S.p.A. - | A+ | - BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 99,910 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 99,080 SNS BANK NV A3 | A- | A- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 98,470 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- UNICREDIT S.p.A. Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 101,380 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A+ | AA- JP MORGAN CHASE BANK Aa1 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 99,700 SNS BANK NV A3 | A- | A- BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 101,030 SNS BANK NV A3 | A- | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 96,320 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A | A+ ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 95,587 MORGAN STANLEY A2 | A | A BANCA IMI S.p.A. Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 97,800 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 96,840 ABN AMRO BANK NV A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 97,020 BNP PARIBAS Aa2 | AA | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 95,710 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | A | A+ COMMERZBANK AG Aa3 | A | A+

TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 99,950 SNS BANK NV A3 | A- | A- BARCLAYS BANK PLC Aa3 | AA- | AA-

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Page 38: • Nuova serie - Anno 20 - Numero 309 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 30 Dicembre 2010 • MONOPOLI Cina, la guerra per le terre r

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