piquiá al rush finale

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Piquiá al rush finale G li ultimi tasselli dell’enorme gioco ad incastri di Piquiá de Baixo stanno andando al loro posto. Terra, soldi, documenti, progetto: fino a poche settimane fa mancava tutto. E la sabbia nella clessidra cadeva impietosa. I vertici della banca pubblica pronta a finanziare buona parte del piano, infatti, avevano dato un consiglio che aveva il sapore di un ordine. Presentare tutta la documentazione per aprire il forziere di Brasilia prima delle elezioni politiche (domenica 26 ottobre si svolge il secondo turno), pena il rischio di mandare tutto gambe all’aria. E così la maratona iniziata 7 anni fa si è ritrovata d’improvviso agli ultimi 100 metri. La posta in gioco è di quelle che valgono una vita. Uscire dall’inferno delle siderurgiche che distruggono l’ambiente, degli altoforni senza filtri, della polvere di ferro che ti riempie polmoni e narici fino ad ammazzarti. Per inseguire il miraggio di una terra pulita, di un’aria respirabile, di una vita degna. Un sogno che si realizzerà quando le 312 famiglie di Piquiá de Baixo si trasferiranno in un quartiere nuovo di zecca, costruito solo per loro. La camminata Negli ultimi tempi l’Associazione locale degli abitanti appoggiata dalla Parrocchia Santa Luzia, dal Centro di Difesa di Açailândia e dalla rete Justiça nos Trilhos ci sta dando dentro tra riunioni fiume, telefonate, caccia di documenti e incontri ad alta tensione con aziende e istituzioni per obbligare tutti a fare il proprio dovere. Cercando di affrontare un problema alla volta. Ottobre 2014 Ultima corsa per il progetto di trasloco delle 312 famiglie costrette a sloggiare da un inquinamento che ammazza

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Page 1: Piquiá al rush finale

Piquiá al rush finaleGli ultimi tasselli dell’enorme gioco ad

incastri di Piquiá de Baixo stannoandando al loro posto. Terra, soldi,

documenti, progetto: fino a poche settimane famancava tutto. E la sabbia nella clessidracadeva impietosa. I vertici della banca pubblicapronta a finanziare buona parte del piano,infatti, avevano dato un consiglio che aveva ilsapore di un ordine. Presentare tutta ladocumentazione per aprire il forziere diBrasilia prima delle elezioni politiche(domenica 26 ottobre si svolge il secondoturno), pena il rischio di mandare tutto gambeall’aria. E così la maratona iniziata 7 anni fa siè ritrovata d’improvviso agli ultimi 100 metri.La posta in gioco è di quelle che valgono unavita. Uscire dall’inferno delle siderurgiche chedistruggono l’ambiente, degli altoforni senza

filtri, della polvere di ferro che ti riempiepolmoni e narici fino ad ammazzarti. Perinseguire il miraggio di una terra pulita, diun’aria respirabile, di una vita degna. Un sognoche si realizzerà quando le 312 famiglie diPiquiá de Baixo si trasferiranno in un quartierenuovo di zecca, costruito solo per loro.La camminataNegli ultimi tempi l’Associazione locale degliabitanti ­ appoggiata dalla Parrocchia SantaLuzia, dal Centro di Difesa di Açailândia edalla rete Justiça nos Trilhos ­ ci sta dandodentro tra riunioni fiume, telefonate, caccia didocumenti e incontri ad alta tensione conaziende e istituzioni per obbligare tutti a fare ilproprio dovere. Cercando di affrontare unproblema alla volta.

Ottobre 2014

Ultima corsa per il progetto di trasloco delle 312 famigliecostrette a sloggiare da un inquinamento che ammazza

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Dove andareLa prima difficoltà era quella della terra in cuitrasferirsi. Qualche anno fa era statoindividuato un appezzamento di un fazenderoche si trovava a una decina di chilometri didistanza da Piquiá. Aveva tutte lecaratteristiche necessarie, tanto che il Comunene aveva già stabilito l’esproprio. Ma l’avariziadel proprietario e delle siderurgiche si sonomesse di traverso. Il latifondista ha cercato finoall’ultimo di spillare più soldi possibile alMunicipio (la sentenza finale è arrivata solo ilmese scorso). Le industrie, da parte loro, hannofatto di tutto per non rispettare l’impegno presodi pagare l’indennizzo. Tanto che, perpersuaderle, gli abitanti di Piquiá hanno dovutopiazzarsi davanti ai loro cancelli per 30 ore,bloccando l’entrata e l’uscita dei camion chetrasportavano carbone e ferro. E a quel punto,lo scorso aprile, le siderurgiche si sonoconvinte a mettere sul piatto il denaro.E adesso, chi se ne occupa?Questo progetto, come qualunque operarealizzata con denaro pubblico, aveva bisognodi un responsabile. Una questione piùcomplicata del previsto, perché l’istituzioneche di solito se ne occupa non ha accettato diaccompagnare questo processo, che prevede

varie novità rispetto al cliché di case popolarifinanziate dal Governo federale. E cosìl’Associazione locale, costituita da personesenza alcuna esperienza nel campo dellecostruzioni, ha dovuto decidere: prendere olasciare, farsi carico di tutto o rinunciare alsogno di una vita. Insomma, la scelta era diquelle impegnative, ma mollare tutto sul piùbello sarebbe stata davvero una beffa. E allafine il voto è stato unanime: registrarsi comeentità responsabile del progetto, accettandotutti gli oneri e gli onori del caso.Con i soldi di chiPer indennizzare l’ex proprietario del terreno,fare il progetto urbanistico e costruire 312 caseci vuole un mucchio di soldi. In tutto, si parladi circa 28,5 milioni di reais (9,1 milioni dieuro). E gli abitanti hanno dovuto lottare perogni centesimo. La Caixa Econômica Federal,una banca pubblica, se tutto va come deve,concederà 17,78 milioni. La fondazione Vale,che fa capo alla multinazionale del ferro che ètra i maggiori responsabili di questa situazione,contribuirà con 6,24 milioni di reais. Ilsindacato delle imprese siderurgiche per ora hapromesso un altro mezzo milione, oltre ai soldigià pagati per l’indennizzo del terreno, ma letrattative sono in corso. Per adesso, visto che iltempo sta scorrendo rapido, quello che ancoraAnche i bambini partecipano alle manifestazioni

Camion bloccati nella siderurgica dalla manifestazione degli abitanti

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manca sarà trovato “semplicemente” tagliandoalcune spese previste nel progetto originario.Lo Stato del Maranhão, così come il Comunedi Açailândia, non ci hanno messo il becco diun quattrino. Eppure qui nessuno sta chiedendola carità: questo mega­trasloco non è una sceltafatta in tutta libertà; al contrario, gli abitanti delquartiere sono costretti ad andarsene per nonmorire di inquinamento. E, particolare tutt’altroche secondario, le istituzioni pubbliche hannopermesso alle siderurgiche di installarsi nellazona nella metà degli Ottanta, quando già c’erauna scuola, un ospedale e persone che civivevano.Lavoro in vistaDopo l’approvazione del progetto da partedella banca pubblica, che dovrebbe arrivarenelle prossime settimane, ci sarà darimboccarsi le maniche. Il piano si svilupperàin 30 mesi, suddiviso in due macro­aree: lacostruzione del quartiere e delle case; losvolgimento di un piano “tecnico­sociale”obbligatorio per legge, che prevede attività didiverso tipo per dare strumenti utili alla

crescita della comunità e alla formazione deisingoli. Dovranno essere attivati, per esempio,corsi di muratore, taglio e cucito, audio evideo, incontri sui diritti degli adolescenti,degli anziani, delle donne e via dicendo. El’associazione degli abitanti dovrà occuparsianche di aprire bandi di gara, gestire i fondiche arriveranno mese per mese, acquistaremateriali e tremila altre cose che oggi, in parte,sono ancora imprevedibili.Insomma, è un gran minestrone di emozionicontrastanti: da una parte sta crescendo lavoglia di fare, di vedere realizzato finalmente ilprogetto che sta sulla carta da ormai troppotempo; dall’altra, però, c’è anche tanta paura,legata al fatto che si tratta di qualcosa ditotalmente nuovo per tutti e si teme, quindi, dinon essere in grado di farcela.

BRASILE INDIPENDENTEIl 7 settembre del 1822il Brasile ha conquistatol'indipendenzadal Portogallo.Ancora oggi questadata è celebrata in tuttigli Stati del Paesecon manifestazionie sfilate che vedonoprotagonisti in molti casigli studenti,che si preparanoprovando canti e balliper settimane.Nella foto a sinistraun momento della sfilataper le vie di Piquiáde Cima, quasi davantialla nostra casa

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Foto ricordo in ordine sparso

Il 5 ottobre il Brasile è andato al voto per scegliere irappresentanti a livello statale e nazionale. Il 26 ottobre cisarà il secondo turno

Un altro momento della sfilata del 7 settembre per le vie di Piquiá

I giovani della Parrocchia hanno preparato una recita sulla storia di alcuni "martiri"dei nostri giorni: M. L. King, Oscar Romero, Chico Mendes, Frei Tito, Ir. Dorothy